Rivista 74

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Rivista Tempo Libero FITeL

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In “Capitalism. A love Story” Michael Moore, analizzando la crisi economica americana, denunciava l’incompatibilità tra democrazia e capitalismo. David Cronenberg in “Cosmopolis” va oltre, descrivendo inchiave apocalittica gli effetti devastanti di un sistema che finisce per distruggere la stessa identità umana.Tratto dal romanzo omonimo di Don DeLillo, maestro della narrativa postmoderna americana, il film rimanesostanzialmente fedele a un libro, pubblicato dieci anni fa, che si è rivelato estremamente profetico per quantoconcerne la disastrosa crisi economica attuale. Ambientato in un’unica giornata di aprile del 2000, a New York,“Cosmopolis” parla di un giovane manager miliardario, Eric Packer (Robert Pattison, divo emergente cono-sciuto in vari film della serie su Harry Potter ma soprattutto come vampiro in “Twilight”) che attraversa la cittàin una bianca limousine per recarsi dal suo vecchio barbiere a tagliarsi i capelli.

Per gran parte del film rimaniamo dentro la superaccessoriata automobile, in una dimensione piuttosto clau-strofobica, e assistiamo alla frenetica attività del protagonista che organizza riunioni, segue l’andamento deimercati azionari, si fa visitare dal suo medico, incontra donne con cui consuma rapporti sessuali freddi, mec-canici, cercando di avere un controllo totale in ogni situazione. C’è uno scarto ben evidente tra desideri e realtà; l’insoddisfazione cresce fino a diventare una costante inun uomo che non riesce a provare più emozioni. La limousine foderata di sughero come la stanza di Marcel Proust lo isola dallarealtà e da se stesso.

Il tema del rapporto uomo-macchina ritorna, dopo che il registal’aveva ampiamente rivisitato nell’inquietante”Crash” in cui ad-dirittura l’automobile diventava escrescenza del corpo umano.Ma qui la limousine assurge a simbolo di un mondo economicoche segue inesorabilmente le sue logiche di profitto prescin-dendo totalmente dalla realtà umana. Compare persino, su unmuro, una celebre frase di Marx: “Uno spettro si aggira per ilmondo” ed è evidente che non è più del comunismo che si staparlando. Le certezze incrollabili di Eric si sgretolano parallela-mente alla crisi finanziaria che non è riuscito a prevedere. Gliultimi venti minuti del film sono un pezzo di teatro. Eric si incontra con Benno (Paul Giamatti), l’uomo che costituiva perlui una minaccia di morte. Avviene tra i due un lungo dialogo.Ma per Eric ormai tutto è consumato, tutto è finito da vivo, qualsiasi cosa faccia il suo assassino.

“Cosmopolis” di David Cronenberg. 2012

Uno spettro si aggira per il mondo:

il capitalismodi Loretta Masotti

Cinema

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Cinema

La Corea del Sud è una delle quattro Tigri asiatiche,per potenza economica, anche se la crisi, alla finedegli anni Novanta, l’ha colpita duramente. Nel sobborgo degradato di Seul in cui è ambientato ilfilm”Pietà”, è vissuto per cinque anni Kim Ki Dukquando faceva l’operaio; conosce per esperienza que-sta desolata periferia urbana, popolata da piccole offi-cine artigiane del ferro, destinata, per la speculazionecapitalistica, a essere spazzata via per lasciare postoa grattacieli. Contro questo capitalismo rapace, il regista lancia la sua invettiva e costruisce una para-bola cupa incentrata sul potere inquinante del denaro, definito “la fine e l’inizio di tutte le cose”.

Il film si apre e si chiude con due scene di suicidio(motivo ricorrente in molte sue opere) come a sotto-lineare l’assenza di speranza e l’autodistruzione diquesta società. Nella prima sequenza vediamo un poveraccio sulla sedia a rotelle che s’impicca avvol-gendosi intorno al collo una catena con gancio, legataa un macchinario che lo solleva, mentre si sente ilgrido di una donna sullo sfondo. Si tratta di una delletante vittime del protagonista, Kang-do, un trentennespietato che, alle dipendenze di un usuraio strozzino,va a riscuotere i debiti di questi lavoratori disperati eli mutila per incassare, se inadempienti, i soldi dell’assicurazione.

Nella scena finale assistiamo a un altro macchinososuicidio, probabilmente realizzato con lo stesso gancioe catena del primo: con ripresa dall’alto vediamo insoggettiva avanzare, su una strada livida, un camion-cino che lascia dietro di sé una lunghissima scia delsangue di Kang-do, mentre risuona il “Kyrie eleison”.All’interno di questo circolo che si chiude in una sortadi contrappasso, si dipana la storia di Kang-do che è fatta di solitudine e di assenza di amore.

Quando nella sua vita compare una donna (la bravis-sima Jo min-Su) che dice di essere sua madre e chechiede perdono per averlo abbandonato, la reazionedel giovane è aggressiva e crudele. Prima di cedere e

di riaprirsi all’amore, sottopone la madre a proveestreme, per la violenza e l’atrocità. Approfondendosiil legame, tra i due si sviluppa un rapporto edipico; èuno dei tanti richiami alla tragedia greca che accom-pagnano tutto il film, dominato dal tema della nemesiche inevitabilmente si abbatte sul carnefice. E’ perKang-do una sorta di educazione sentimentale accelerata che tuttavia lo rende vulnerabile e dipen-dente dall’amore. Ma la catarsi non è possibile nell’universo del regista coreano. Chi cerca di cam-biare diventando umano tradisce le regole di un capitalismo che non permette deroghe alle proprieleggi.

Kim Ki-Duk “Pietà” Corea del Sud 2012

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Senza catarsi. Pietàdi Loretta Masotti

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La bella addormentata del film di Bellocchio è Rossa, una giovane tossica interpretata da Maya Sansa, disperata, che tenta ripetutamente di togliersi la vita e che viene salvata da un medico (Pier Giorgio Bellocchio)convinto che la donna possa rinascere, “risvegliarsi” appunto e riaprirsi alla vita. Rossa la vediamo subito,nelle sequenze iniziali del film, che dorme su una panca di una chiesa. Ma bella addormentata è, metaforica-mente, l’Italia di oggi (febbraio 2009) in uno stato di torpore «E' un film che racconta il coma delle idee, nonquello fisiologico», ha detto magistralmente Toni Servillo, che nel film è il senatore del Pdl Uliano Beffardi,profondamente in crisi. La politica esce a pezzi. In unodei più alti momenti del film uno psichiatra di partito(Roberto Herlitzcha, che Bellocchio aveva scelto già in“Buongiorno notte” per interpretare Moro) parlandocon Servillo nel bagno turco, dice con ironia: ”Sonomolti i malati di mente in Parlamento” e di fronte alloscrupolo raro di qualche senatore invita ad assumerepsicofarmaci per tacitare la coscienza. Anche nel bom-bardamento televisivo che occupa gran parte del filmi politici, che vogliono essere presenti ad ogni costo,strumentalizzano a fini di consenso persino la tragediaEnglaro. Questo caso doloroso rimane sullo sfondo efa da raccordo alle tre storie che compongono il film efiniscono in qualche modo per intrecciarsi, nel richia-marsi a un’unica tematica che ha a che vedere con lelibertà di scelta, il senso della vita, la possibile spe-ranza. Da una parte si parla appunto di Rossa e del dottor Pallido, dall’altra del senatore Uliano che vuoledimettersi dal suo partito, assumendosi la responsabi-lità delle sue convinzioni, perché non condivide il disegno di legge del governo Berlusconi, il provvedi-mento Sacconi, che vuole impedire la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione per i pazienti in statovegetativo. Uliano è profondamente legato a sua figlia Maria che invece milita nel Comitato per la vita. L’ultimastoria chiama in causa un’altra giovane in coma irreversibile, Rosa, per dedicarsi alla quale la madre, una fa-mosa attrice splendidamente interpretata da Isabelle Huppert, sacrifica carriera e famiglia. Il film si collegaidealmente a”L’ora di religione” del 2002 in cui era rappresentata l’ipocrisia religiosa e veniva stigmatizzato ilpotere che la chiesa detiene in Italia da secoli. Meno duro e arrabbiato il Bellocchio di “La bella addormentata”che, da laico e ateo qual è, si capisce che difende la scelta libera del proprio destino, ma non infierisce su chinon la pensa come lui e sa descrivere con rispetto anche i sentimenti di personaggi come Maria. Non è uncaso che l’episodio che chiude il film non riguarda la fine ma l’inizio di vita, con la trasformazione di Rosa, perché “L’amore cambia il modo di vedere tutte le cose. Non è vero che acceca, anzi.”

“Bella addormentata” di Marco Bellocchio .2012.

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La bella addormentata è l’Italia

di L. M.

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Cinema

Uscito in Italia il 3/2/2012 e già in televisione ad agosto per iniziativa di Enrico Mentana, che gli ha dedicatouno degli speciali del cinema, per l’alto valore sociale della pellicola, “Polisse” ha ottenuto meritatamente ilpremio della giuria al festival di Cannes. Il titolo è una storpiatura grammaticale di “police”, suggerita alla regista da un errore d’ortografia del figlio, e utilizzataper differenziarlo dall’omonimo film di Maurice Pialat del 1985.

Qui la polizia viene presentata positivamente, descri-vendo il difficile lavoro dell’Unità per la protezione dell’infanzia che opera nella zona nord di Parigi, soprattutto contro gli abusi ai minori. Compare unospaccato della drammatica vita quotidiana di dieci poliziotti; si tratta di storie vere, resoconti tratti daiverbali e frutto di lunghe ricerche sul campo della regista.

Vediamo sfilare visi di bambini abusati, per violenze,pedofilia, sfruttamento della prostituzione, ma il filmnon si limita alla denuncia sociale e scava nelle vitedi tutto quest’universo degradato, in una societàcomplessa e multietnica come quella francese. Anchele vite dei poliziotti sono presenti nel loro difficileequilibrio tra pubblico e privato; qualche successoraggiunto ripaga di tante tensioni e brutture. La stessaregista francese, Maiween Le Besco, qui al suo terzofilm, è presente nel ruolo di Melissa, fotoreporter incaricata dal Ministero di documentare l’attività dellasezione. Sposata con Francesco (Riccardo Scamarcio),direttore d’orchestra affermato, molto infedele, da cuiha avuto due figlie, Melissa s’innamorerà di Fred(Joey Starr), il più ribelle e intemperante dei poliziotti,e per lui abbandonerà il marito e il benessere altoborghese della sua precedente condizione. Forse questa è la parte meno efficace ed essenziale del film chefunziona soprattutto nelle dimensioni corali, quando seguiamo le vicende abilmente realizzate con camera amano, ascoltiamo gli interrogatori a genitori e parenti diffidenti e irresponsabili, sentiamo il dolore profondodi queste giovani vite. Un film duro, che non concede molto alla speranza, anche nel finale drammatico che è come un pugno nellostomaco.

“Polisse“ di Maiwenn Le Besco. 2012

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Infanzia violata

di Loretta Masotti

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10 anni di distanza dal primo rilevamento, l’Istat ha dato il via al censimento sul nonprofit. Un settore importante, che secondo lo stesso Istituto di statistica conta oltre 235 mila organizzazioni non profit, pari al 5,4% di tutte le unità istituzionali; circa 488 mila lavoratori, pari al 2,5% del totale degli addetti e circa 4 milioni di persone coinvolte in veste di volontari.I questionari pervenuti alle aziende e alle istituzioni non profit potranno essere compilati via

web oppure in modo cartaceo entro il 20 dicembre 2012.

Nel caso in cui il rispondente decide per la compilazione del cartaceo, deve consegnare il questionario esclusivamente a mano all’Ufficio Provinciale di Censimento della Camera di commercio (indicato sulla prima pagina del questionario).

Nella compilazione via web l’utente viene guidato passo per passo dal programma, il procedimento è più veloce e permette di ottenere immediatamente una ricevuta, oltre a consentire di stampare la copia del modello appena compilato.

L’Istat con il supporto di forum Terzo Settore, CSVnet Italiana (Coordinamento Nazionale dei Centri di Ser-vizio per il Volontariato) e Caritas, invita gli operatori di riferimento della sua struttura, a due workshop tecnici sulle modalità operative per partecipare al Censimentodelle istituzioni non profit.

All’indirizzohttp://censimentoindustriaeservizi.istat.it/sono disponibili informazioni e chiarimenti video-tutorial che spiegano come effettuarela compilazione on-line.

Secondo la FITeL, a fronte della crisi del welfarestate, così come lo abbiamo conosciuto in Italia ein Europa nei decenni scorsi, dei profondi cambiamenti culturali, sociali ed economiciin atto, è auspicabile che tale censimento possa servire a capire se e dove sia utile ri-orientare l’iniziativa del Terzo Settore, per rispondereai nuovi bisogni e all’ampliarsi di problematiche già in parte presidiate, maanche intercettare attese e valori dei cittadini a cui garantire una migliore qualità di vita.

L’Istat fa il censimento del volontariato

a cura della Redazione

formazione

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Funghi Porcini fritti

Enogastronomia

Ingredienti (per 4 persone)

• Funghi porcini 1 Kg• Olio d’oliva• Un paio di spicchi d’aglio• Sale• Farina

Preparazione

Con spazzola o panno inumidito ripulire la cappella e il gambo dei funghi.Tagliare il gambo alla base della cappella. Affettare i funghi dello spessore di 1 cm ed infarinare.Immergere i funghi affettati nell’olio bollente di un’ampia padella in cui ci sarà pure qualche spicchio d’agliocon la buccia.Importante è che i funghi “galleggino” sulla superficie.La cottura deve essere effettuata solo su un lato avendo cura di picchiettare con la punta di una forchettasui funghi per immergerli completamente nell’olio anche per un solo istante.La cottura è pronta quando il perimetro della fetta risulta indorata.Togliere i funghi rapidamente sgocciolandoli e depositandoli su di un vassoio con carta assorbente, salare apiacere e servire caldi.

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icette per un delitto”, questo il titolo di un romanzo collettivo scritto a dieci mani dai soci dell’Arca Enel.Il “fare insieme” è l’elemento centrale su cui si sviluppa l’idea, un metodo che ri-

conduce alla partecipazione attiva, caratteristica fonda-mentale che accompagna l’associazione nelle moltepliciattività che svolge come fonte produttrice di cultura.Hanno deciso di mettersi in gioco per creare un raccontoincentrato su Vittorio Chiara, uno chef geniale e altez-zoso, un alchimista della cucina caratterizzato da unacomplessa personalità che, ahimè lo condannerà ad un finale beffardo.

Un giallo interessante in cui i personaggi si incontrano intorno ai fornelli per mescolare ingredienti e ricordi, perripercorrere le passioni e anche le delusioni condivise con Vittorio. Il tutto sullo sfondo di una città affascinantee multietnica, Torino. La scelta della città in cui ambie-tare il thriller rispecchia la passione del protagonista per le spezie e le contaminazioni tra le cucine del mondo.

Maria Pia Capuano, Adriana Virzì, Michele Ciardi, VittoriaMaraniello, Leonarda Barraco, Antonella Calatabiano,Nino Cirrincione, Maria Concetta Noto, Massimiliano DelTesta, i 9 soci dell’Arca Enel a cui va un ringraziamentosincero per il grande lavoro svolto insieme. Un ringrazia-mento anche a Silvia De Marchi, ora editor della Casaeditrice indipendente “Compagnia delle Lettere”, coordinatrice del lavoro e a Fabio Sabatini dell’Ufficio Marketing dell’Arca, ideatore dell’iniziativa.

La frase che segue, che è stata citata nel libro in quanto strettamente legata alla trama del racconto, fa riflettere e pone il punto di partenza per scoprire un thriller enogastronico ricco di ricette e personaggi improbabili.

“La cucina italiana è una smentita quotidiana alla xenofobia ideologica, che rifiuta la prospettiva della

società multietnica. Perchè è da secoli multietnica, miscela formidabile e squisita di culture disparate,

dall’araba alla nordeuropea.”

Curzio Maltese

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Libreria

Un thriller eno-gastronomico

di Ferruccio Valletti

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