Africa e Mediterraneo n 74

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Dossier: Senegal and the Senegalese diaspora

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SommarioAfrica

MediterraneoeC u l t u r a e S o C i e t à

Dossier Il Senegal e la dIaSpora SenegaleSe

Editoriale di Sandra Federici 2 La Statue de la Renaissance africaine par Victoire Axiga-Dokpo 5Il festival di Dakar nel bosco degli spiriti di Itala Vivan 11Il était une fois... Analisi del fumetto Le Sénégal et Léopold Sédar Senghor di Francesca Romana Paci 16La poesia senegalese tra ritmo e canto, tra tradizione e modernità di Cheikh Tidiane Gaye 23Il fenomeno hip hop. Urgenze espressive e politica di Fabrizio Guglielmini 27Cinema senegalese: chimera del passato o alba di un nuovo rinascimento? di Simona Cella 31Perché partimmo. I migranti senegalesi in Italia di Pap Khouma 35Scritture migranti fra Senegal e Italia di Elisabetta Bevilacqua 39Il Senegal fuori e dentro di Baye Ndiaye 45Senegalesi nei fumetti di Sandra Federici 50La pénu-riz par T.T. Fons 51 Modou par Lamine Dieme 52Muridi senegalesi a Brescia tra marginalità e tentativi di integrazione di Anna Casella Paltrinieri 55L’associazionismo senegalese in Italia di Pietro Pinto 59Sardegna e Senegal, contaminazioni e crescita. Ricordo di Marco Colombaioni 61Il progetto Investir au Sénégal di Andrea Marchesini Reggiani 61Il modello di co-sviluppo promosso dalla Regione del Veneto di Davide Libralesso 63Il progetto delle quattro fondazioni in Senegal 64Cronologia storica del Senegal 65

Immigrazione Maternità tra desideri, vincoli e paure di Paola Lacarpia 67In margine al libro di Pap Khouma, Noi italiani neri di Lorenzo Luatti 71

Situazioni Bomba ad orologeria. Viaggio nei campi profughi saharawi di Matteo Trombacco 73

Mostre Iraq e Bangladesh alla 54a Biennale di Venezia di Emanuela Termine 76

Fumetto La genesi della rivoluzione egiziana raccontata da un fumetto di Sandra Federici 80

Eventi L’Africa delle Meraviglie, Mami Wata, Seconde Assise della cooperazione decentrata, Rapporto Europeo di sviluppo 2010, Migrant Domestic Workers in Europa 83

Libri Asimba Bathy et al., William Kamkwamba, Bryan Mealer, Sylvie Bredeloup, FAO 94

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DOSS

IER

Mentre chiudiamo questo numero, dedicato al Se-negal e alla sua diaspora in Italia, seguiamo le no-tizie di manifestazioni popolari antigovernative

nelle città senegalesi.Da diversi mesi si parlava della possibilità di avere una pri-mavera senegalese come quella dei Paesi arabi, ipotizzan-do il suo avvio in occasione delle elezioni presidenziali del 2012. E invece le manifestazioni sono cominciate proprio in questo giugno 2011, il mercoledì 21 e soprattutto il giovedì 22, con una giornata che molti hanno definito “storica”. I cittadini hanno manifestato contro il tentativo di modifi-ca della Costituzione da parte del presidente Abdoulaye Wade, che voleva introdurre l’elezione del presidente al primo turno con il 25% dei suffragi e l’elezione simultanea di un vice-presidente, meccanismo che l’opposizione ha in-terpretato come un escamotage di Wade per fare eleggere il figlio Karim. I giovani di vari movimenti di opposizione, in-coraggiati dai loro leader e da alcuni rapper, hanno protesta-to in maniera durissima, facendo scattare la reazione delle forze dell’ordine che hanno arrestato molti manifestanti tra cui i rapper Fou Malade, Thiat, Cap 2 Seuss e Crazy Cool. Anche in Senegal i social network hanno avuto un ruolo importante: le informazioni, i commenti, gli appelli sono circolati intensamente; alle 11 di sera del 21 giugno il video dell’arresto di Thiat e Fou Malade è stato pubblicato su Youtube e 12 ore dopo era stato visualizzato più di 95.000 volte. Il presidente ha fatto un passo indietro, ritirando la proposta, ma dopo una breve pausa le manifestazioni sono proseguite anche per protestare contro le continue interru-zioni di energia elettrica, che rendono difficile non solo la vita quotidiana delle famiglie, ma anche le attività lavorati-ve e la produzione industriale.

La tensione sociale dunque continua, così come un interes-sante e vivace dibattito politico, e il Senegal sarà da seguire con attenzione. Dopo avere visto la propria economia contrarsi negli anni ’90, questo Paese è stato capace di un’importante ripresa, grazie ad un programma di riforma, con il supporto della comunità internazionale. La crescita del PIL si è stabilita a oltre il 5% nel periodo 1995-2008. Le buone performance dell’economia negli ultimi anni non hanno tuttavia avuto effetti significativi sulle condizioni di vita della popolazio-ne e i problemi sociali sono rimasti largamente irrisolti: più della metà dei Senegalesi vive ancora sotto la soglia di po-vertà, la disoccupazione è alta, l’accesso ai servizi rimane problematico, la disparità del livello di vita tra le popola-zioni rurali e quelle urbane è elevata. Queste condizioni alimentano il sempre più esteso fenomeno della migrazio-ne, anche clandestina, di giovani senegalesi verso l’Europa, e in particolare verso l’Italia.Questo flusso di migranti, iniziato sin dagli anni ’80, così come una cooperazione allo sviluppo praticata da decen-ni a livello governativo, decentrato e non governativo, hanno reso il Senegal uno dei Paesi africani storicamente più legati al nostro. Un Paese che è interessante non solo per questo, ma anche perché ha giocato un ruolo molto significativo nella storia culturale dell’Africa. Anche se il patrimonio di prestigio politico, di riflessione culturale, di influenza filosofica costruito dal presidente Senghor ha subito approfondite riletture critiche, tuttavia non si è ancora smantellato e resta un punto di riferimento. Allo stesso tempo, la città di Dakar continua a essere consi-derata la capitale culturale dell’Africa occidentale fran-cofona, per la presenza di artisti, scrittori, cineasti, edi-

Editoriale

di Sandra Federici

Stoffa ricamata in un laboratorio di sartoria creato

a Dakar dalla Cooperativa Il Giardinone di

Milano

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AeM 74 giugno 113

tori, ma anche per gli eventi culturali che la animano, in particolare la Biennale d’Arte contemporanea, un punto di riferimento per chi si occupa dell’arte contemporanea africana.Il dossier che pubblichiamo presenta alcuni approfondi-menti sugli eventi socio-culturali che hanno segnato l’ul-timo anno e nei quali il Senegal ha inteso interpretare un ruolo anche politico presentandosi come punto di riferi-mento di una visione globale e panafricana del futuro del continente e della sua proposta culturale: il Monumento al Rinascimento africano e il terzo Festival mondial des arts nègres. Queste iniziative sono approfondite e spiegate nei loro retroscena, nelle motivazioni e negli errori dagli arti-coli di Victoire Axiga-Dokpo e Itala Vivan.Il dossier continua con vari approfondimenti su aspetti culturali del Senegal, con interessanti visuali storiche. Un panorama del cinema senegalese, della sua importanza nel passato con l’opera dei grandi Ousmane Sembène e Dji-bril Diop Mambéty così come della sua difficoltà attuale, è tracciato nell’articolo di Simona Cella.La denuncia senza sconti dei rapper del movimento di protesta “Y en a marre” nei confronti della corruzione e dell’immobilismo della classe dirigente del Paese, così come la presa di posizione degli artisti hip hop nella vetrina mediatica del Forum sociale mondiale, tenutosi a Dakar nello scorso febbraio, sono raccontati da Fabrizio Gugliel-mini, assieme alla produzione degli artisti del neo ‘mbalax come Coumba Gawlo e Yossou Ndour.Due importanti scrittori senegalesi presenti in Italia hanno dato il loro contributo a questo dossier: Cheikh Tidiane Gaye dando una personale selezione, presentazione e tra-duzione dei poeti senegalesi, Pap Khouma raccontando dal punto di vista di pioniere dell’immigrazione in Italia una breve storia del movimento che ha portato decine di migliaia di giovani senegalesi a spostarsi in Italia. L’inte-grazione linguistico-culturale di questi nuovi cittadini, con tutte le implicazioni sull’intreccio dei rapporti personali, sulla costruzione di famiglie miste, sull’educazione dei fi-gli, è trattata dall’etnolinguista Baye Ndiaye, presidente del Centro orientamento studi africani di Milano.Elisabetta Bevilacqua traccia una storia della presenza di scrittori senegalesi nel panorama della scrittura della migrazione in Italia, approfondendo, tra le altre, proprio l’opera di Pap Khouma, il cui libro (scritto assieme a Ore-ste Pivetta) Io venditore di elefanti è considerato il titolo con cui la “letteratura della migrazione” ha fatto il suo esordio in Italia.La storia del Senegal è stata a lungo, bisogna dirlo, la storia del suo rapporto con la Francia. Un rapporto a cui la figu-ra del poeta presidente Senghor ha dato una importante connotazione letteraria, culturale e linguistica, cosa che ha portato in eredità anche una certa ambiguità. Un’ambigui-tà che caratterizza la storia a fumetti Le Sénégal et Léopold Sédar Senghor, creata dallo sceneggiatore francese Saint-Michel, analizzata da Francesca Romana Paci, con un’at-tenzione speciale proprio alle implicazioni visive e lingui-stiche, spesso molto sottili, che possono essere ricondotte al complicato rapporto tra Paese colonizzato e madrepatria colonizzatrice.I fumetti sono un ottimo modo per capire il tessuto sociale di un Paese, per questo abbiamo pubblicato una tavola del-le avventure di Goorgoorlou, l’anti-eroe creato dalla penna di T.T. Fons, probabilmente il più famoso e popolare per-

sonaggio a fumetti del Senegal, in quanto rappresenta l’uo-mo medio senegalese, disoccupato, alla ricerca costante di una piccola somma per la “Spesa Quotidiana”. Anche le tavole di Lamine Dieme, sulla passione dei bambini per il gioco del calcio, rappresentano una scena energica e scan-zonata della vita sociale senegalese.Come abbiamo detto, il Senegal è da tempo molto legato anche all’Italia, anche perché quella presente da noi è la più grande tra le diaspore senegalesi. L’articolo di Anna Casella Paltrinieri ripercorre la presenza dei Senegalesi muridi nella provincia di Brescia, dove questa confraterni-ta ha creato un centro per il culto che, se in passato è stato occasione di dialogo interculturale e interesse reciproco con le istituzioni locali italiane, negli ultimi anni è diventa-to pretesto per polemiche sulla sicurezza da parte di alcuni partiti, senza che da parte della comunità senegalese si sia riusciti a dare un’adeguata risposta. Una scheda curata da Pietro Pinto sintetizza un importante studio del centro studi Fieri sull’associazionismo senegalese, che a sua volta ripercorre tutte le principali ricerche fatte in questi anni su questo fenomeno.La cooperazione Italia-Senegal è stata caratterizzata negli ultimi anni dal progetto detto “delle 4 fondazioni”, per rea-lizzare il quale si è stabilito un partenariato tra 4 importanti fondazioni bancarie che per la prima volta hanno messo insieme le forze per finanziare un progetto comune in due paesi (Uganda e Senegal), coinvolgendo diverse ONG ita-liane e associazioni di migranti senegalesi. Il programma PLASEPRI, realizzato dal Governo italiano e da quello se-negalese (qui presentato da Andrea Marchesini Reggiani), propone una nuova impostazione, basata sulla promozione della piccola e media impresa e sul co-sviluppo, gli stessi principi su cui si basano le attività di cooperazione decen-trata della Regione Veneto, descritte da Davide Libralesso. Infine, tra i progetti di cooperazione con il Senegal com-pare anche una scheda sul progetto di scambio artistico tra Sardegna e Senegal “MultimediArt”, promosso dall’as-sociazione sarda Cherimus. Questa scheda si è purtroppo trasformata in un ricordo di Marco Colombaioni, brillante artista milanese e animatore di questo progetto, che pochi giorni fa è scomparso tragicamente, a 28 anni, nel tentativo fallito di salvare dall’annegamento uno dei giovanissimi ar-tisti kenyani presenti in Italia nell’ambito di uno scambio tra Ravenna Festival e l’ONG Amani.Molti articoli di questo dossier hanno parole di critica nei confronti del governo senegalese, che appare in questo momento davvero in crisi di popolarità e che dovrà proba-bilmente affrontare dei cambiamenti che saranno pretesi dai cittadini senegalesi, tutt’altro che passivi.Effettivamente, leggendolo in questa prospettiva, questo dos-sier suona come un grande racconto a più voci della vitalità della società civile, del lavoro innovativo degli artisti e dei co-municatori, della solidità del tessuto sociale. Un ritratto di un popolo che continua ad avere fiducia e aspettative riguardo al proprio futuro e che, nonostante le difficoltà che farebbero cadere le braccia a chiunque, continua ad affrontare la vita e il lavoro con spirito critico e ironia, con coscienza democratica e con la consapevolezza di un forza culturale che ha radici antiche.Concludiamo comunicando che da questo numero la rivi-sta diventa semestrale, con un comitato scientifico in parte rinnovato, mentre continua la pubblicazione di articoli e notizie su www.africaemediterraneo.it/blog.

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