Responsabilità sociale delle imprese – Quali possibili conclusioni su alcuni temi del progetto...

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Responsabilità sociale delle imprese – Quali possibili conclusioni su alcuni temi del progetto Note di Franco Tumino Presidente Ancst - Legacoop Roma, 14 novembre 2005

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Responsabilità sociale delle imprese – Quali possibili

conclusioni su alcuni temi del progetto

Note di Franco TuminoPresidente Ancst - Legacoop

Roma, 14 novembre 2005

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Gli obiettivi del progetto• Il nostro progetto aveva ed ha gli obiettivi

concreti, per le cooperative e le imprese tra lavoratori dell’Economia sociale, di:

1) ampliare il numero delle imprese che fanno responsabilità sociale e che la rendicontano

2) Rendere più profonde le nostre prassi3) Approfondire nodi teorici e best practices

per preparare un più forte contributo di idee al prosieguo del lavoro della Commissione UE

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Alcuni nodi da affrontare per raggiungere tali obiettivi

• Quanto all’obiettivo quantitativo, ci siamo dati al seminario di Madrid anche un obiettivo specifico

• Nel merito, abbiamo indicato alcuni nodi da affrontare per rendere più profonde le pratiche di RSI delle imprese:– a. c’è un rischio di autoreferenzialità senza

reale coinvolgimento degli stakeholder, ma come coinvolgerli in modo efficace e non eccessivamente “oneroso” (doppio bilancio, preventivo e consuntivo)?

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Alcuni nodi da affrontare per raggiungere tali obiettivi (segue)

– b. in numerose attività, uno stakeholder importante per la RSI è l’utente, quali forme di rapporto con essi, quindi?

– c. quale rapporto con lo stakeholder comunità-territorio, quale valore aggiunto il radicamento territoriale di cooperative e imprese tra lavoratori possono conferire, e con quali modalità? E quali comportamenti in un territorio devono essere portati avanti dagli altri soggetti il cui comportamento è rilevante?

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Alcuni nodi da affrontare per raggiungere tali obiettivi (segue)

– d. va certificata, e chi certifica, la RSI di una impresa? Come garantire all’opinione pubblica che la impresa che si definisce responsabile lo sia realmente?

– e. per raggiungere un più alto numero di imprese che rendicontano la propria RSI, occorre pervenire a degli indicatori semplificati per le PMI? E quale può essere una proposta?

– f. data la peculiarità ed i valori delle imprese delle Economia sociale, quali prassi sono possibile per ampliare le pratiche di RSI verso alcuni stakeholder cruciali, ed in particolare le azioni attive sulle pari opportunità di genere?

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La nozione di RSI• Prima di passare al merito delle questioni, è

bene ricordare a noi stessi che RSI è l’incorporazione volontaria da parte delle imprese degli interessi degli stakeholder con cui l’impresa entra in contatto con la propria attività

• Dunque non ha niente a che fare con la beneficenza

• E forse va vista con diffidenza anche una responsabilità sociale limitata a stakeholder non prioritari per l’impresa

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Le risposte emerse dal lavoro svoltoPer quanto concerne il punto a – più ampio

coinvolgimento degli stakeholder

Possiamo forse concordare tra noi, in estrema sintesi:

- che è necessario il coinvolgimento preventivo degli stakeholder, non solo a consuntivo;

- che concordiamo sulla problematicità di produrre dei veri e propri bilanci preventivi “negoziati” .

- che si possono estendere però modalità serie ma semplificate, fondate su prassi effettivamente già utilizzate

- che diffonderemo tali modalità, nel rapporto finale e tra le cooperative e le imprese associate, invitandole a porsi il problema e a produrre miglioramenti in questa direzione, anche utilizzando tali pratiche

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Le risposte emerse dal lavoro svolto sul punto a – più ampio coinvolgimento degli stakeholder (segue)

• La modalità forse particolarmente maturata al nostro (Ancst) interno è quella della cooperativa Koinè

• Tale modalità prevede, in particolare, che il bilancio sociale viene inviato insieme ad un questionario a più di un centinaio di portatori di interesse esterni, appartenenti al mondo della ricerca, dell’Università, delle istituzioni, delle organizzazioni di rappresentanza del terzo settore e del movimento cooperativo. I consigli, i rilievi critici e le osservazioni sulla metodologia e i contenuti del lavoro vengono sottoposti alla riflessione interna del gruppo dirigente per la ridefinizione del bilancio sociale dell’esercizio successivo.

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Le risposte emerse dal lavoro svolto sul punto a – più ampio coinvolgimento degli stakeholder (segue)

Il percorso di costruzione del bilancio sociale nel caso Koinè

Avvio di percorsi formativi sui temi della rendicontazione e delle qualità plurali

Costruzione della mission e della vision

Costruzione della mappa degli stakeholder

Nomina dei responsabili di produttività sociale (uno per ogni centro di costo)

Individuazione delle fonti di dati

Costruzione dello schema di rendiconto sociale

Somministrazione di una scheda di rilevazione per ogni centro di costo

Applicazione dello schema di valore aggiunto

Costruzione delle informazioni

Produzione e diffusione del documento di bilancio sociale

Rilevazione dei pareri e delle critiche degli stakeholder

Seminario interno di riesame e ridefinizione dell’impianto e dei contenuti

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Le risposte emerse dal lavoro svolto sul punto a – più ampio coinvolgimento degli stakeholder (segue)

• un metodo che potremmo indicare, quindi, tra gli altri, sulla base di questa esperienza: – si dà diffusione al documento, contenente le iniziative

previste verso gli stakeholder– si arriva all’ascolto del parere e delle critiche degli

stakeholder sul documento di impegno– in sede di discussione a consuntivo con gli

stakeholder si dà conto se si è potuto o meno tener conto delle richieste pervenute per l’anno in corso

– in ogni caso di esse se ne tiene conto nel ridefinire ogni anno l’impianto e i contenuti dello schema di rendicontazione.

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Le risposte emerse dal lavoro svolto sul punto a – più ampio coinvolgimento degli stakeholder (segue)

• Ulteriori modalità di Legacoop che segnaliamo circa un coinvolgimento che vede gli stakeholder chiamati direttamente a partecipare alla programmazione della gestione rigurdano le Cooperative Granarolo (Agroindustria) e Coop Adriatica (Distribuzione)

• Granarolo, cooperativa tra piccole imprese private agricole, ha:– progressivamente affinato il processo di coinvolgimento degli

stakeholder ( a conferma che si tratta di un “processo” che va maturato);

– Ha introdotto dal 2002 la pratica dei workshop, quali momenti di definizione delle politiche di sviluppo sostenibile.

– Obiettivi del workshop sono principalmente:• raccogliere le aspettative su azioni future dell’azienda• individuare le aree di produzione del valore sociale

suscettibili di ulteriore miglioramento• raccogliere suggerimenti per migliorare il bilancio di

sostenibilità

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Le risposte emerse dal lavoro svolto sul punto a – più ampio coinvolgimento degli stakeholder (segue)

• Nel caso di Coop Adriatica, una cooperativa tra consumatori, il bilancio preventivo di sostenibilità:– rappresenta lo strumento utilizzato per la definizione e

comunicazione degli obiettivi che la cooperativa intende perseguire per l’esercizio successivo.

– Al bilancio preventivo di sostenibilità corrisponde un bilancio di sostenibilità consuntivo per la verifica dei risultati conseguiti.

– Concretamente, nel corso dell’anno vengono svolti numerosi incontri con diversi soggetti, dalle lavoratrici, ai rappresentanti dei diversi territori, a un panel di professionisti nel campo della responsabilità sociale d’impresa, che contribuiscono a definire progetti e azioni di intervento, che vengono recepiti nel Preventivo di sostenibilità per l’anno seguente.

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Le risposte emerse dal lavoro svolto (segue)

Per quanto concerne il punto b), sull’importanza e sulle forme di rapporto con lo stakeholder utente, possiamo convenire sulle seguenti affermazioni, fondate sulla comunicazione svolta nel seminario di Madrid?:a. C’è la necessità di sviluppare un’attenzione crescente sullo stakeholder utente, in considerazione della sua crescente importanza per le imprese dell’economia sociale, dovuta alla crescita del comparto dei servizi nelle nostre economie (circa 70% del Pil).

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Le risposte emerse dal lavoro svolto per quanto concerne il punto b), sull’importanza e sulle forme di rapporto con lo stakeholder utente

(segue)

• b. le nostre organizzazioni quindi svolgeranno un’azione di stimolo verso le cooperative e le imprese tra lavoratori in tale direzione

• c. le organizzazioni che hanno sviluppato esperienze in tale direzione le metteranno a disposizione

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Le risposte emerse dal lavoro svolto per quanto concerne il punto b), sull’importanza e sulle forme di rapporto con lo stakeholder utente

(segue)

• d. quando, come negli appalti pubblici, l’utente non corrisponde con il committente, le organizzazioni svilupperanno un’azione anche verso le committenze pubbliche per sollecitare un più pieno coinvolgimento dello stakeholder utente, a partire dal recepimento della Direttiva 18/2004

• e. occorre una riflessione ed una metodologia su chi rappresenta tale categoria di stakeholder

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Le risposte emerse dal lavoro svolto (segue)

Per quanto concerne il punto c), il mio compito è più facile, rinvio alla comunicazione di Massimiliano Ferrua, che si avvarrà anche della riflessione svolta nella sessione di Tolosa e degli approfondimenti fatti in parallelo con il Progetto Gebs di Cecop, di cui si è svolta recentemente a Modena la conferenza conclusiva.

La comunicazione da parte di Adrian Celaya, Direttore Mondragon Corporacion Cooperativa, sulla Best pratice di Mondragon fornirà ulteriori elementi.

Ricordo ciò che volevamo approfondire riguardava in particolare:- quale rapporto costruire con lo stakeholder comunità-territorio;- e quale valore aggiunto il radicamento territoriale di cooperative e imprese tra lavoratori può conferire, e con quali modalità.

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Le risposte emerse dal lavoro svolto sul punto c), su quale rapporto costruire con lo stakeholder comunità-territorio (segue)

• Nel corso del progetto credo di poter dire che abbiamo condiviso che verso un comportmento socialmente responsabile devono andare non solo le imprese, ma tutti i soggetti importanti di uno specifico territorio.

• A meglio focalizzare questo aspetto ci aiuteranno le comunicazioni degli amici della rete REVES, con la comunicazione “dai territori socialmente responsabili alla > città ideale <“, Luigi Martignetti, Delegato Generale della rete, e Gaetano Giunta, Presidente della Cooperativa ECOSMED e consigliere di amministrazione di Reves

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Le risposte emerse dal lavoro svolto (segue)

Per quanto concerne il lavoro svolto sul punto d., che abbiamo affrontato in particolare nella sessione di Madrid, possiamo concordare che le conclusioni che possiamo trarre sono in parte conclusive ed in parte indicano un ulteriore approfondimento?

Ricordo che l’obiettivo che ci eravamo posti era di chiarire se la RSI di una impresa va certificata, e chi la certifica.

Come garantire cioè all’opinione pubblica che la impresa che si definisce responsabile lo sia realmente. Infatti, se l’informazione non è corretta e trasparente, il compratore e/o il committente non è in grado di scegliere l’impresa effettivamente socialmente responsabile. Gli scandali avvenuti ne sono una conferma

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Le risposte emerse dal lavoro svolto sul punto d, chiarire cioè se la RSI di una impresa va certificata (segue)

Possiamo considerare conclusive queste affermazioni?:– La RSI di una impresa è certificata dagli

stakeholder specifici di ciascuna impresa– Dunque è decisivo fare passi avanti in

direzione di una RSI non autoreferenziale, con un ampio ed effettivo coinvolgimento degli stakeholder

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Le risposte emerse dal lavoro svolto sul punto d, chiarire cioè se la RSI di una impresa va certificata (segue)

– C’è certamente un problema invece di certificazione della veridicità dei dati dei bilanci sociali

– E c’è certamente, ancora, un problema di certificazione specifica ed il più possibile omogenea per le cooperative e le imprese tra lavoratori dell’Economia sociale

– Nel senso che ci sono per noi prassi di RSI aggiuntive (democrazia, partecipazione, solidarietà, etc.), e dunque esigenza di rendicontazione aggiuntiva e specifica

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Le risposte emerse dal lavoro svolto sul punto d, chiarire cioè se la RSI di una impresa va certificata (segue)

• Possiamo invece considerare aperti questi altri punti, su cui proseguire gli approfondimenti?:– Come fare progressi sulla certificazione della

veridicità dei dati, ma al tempo stesso evitare la nascita di un mercato della certificazione

– Come aprire una discussione tra di noi sui nostri aspetti specifici, in modo da produrre una convergenza di merito sulle prassi in materia di partecipazione, eguaglianza (di opportunità?), etc

– E , come, fatto questo, organizzarci per una attività di comunicazione “di gruppo” della nostra RSI

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Le risposte emerse dal lavoro svolto (segue)

• Per quanto concerne il lavoro svolto sul punto e), il mio compito è solo di ricordare l’importanza della questione, essendo affidato alla relazione di Andrea Bernardoni e alla specifica tavola rotonda lo specifico approfondimento, che può giovarsi anche della discussione avvenuta nella sessione di Tolosa

• ricordo in proposito che il punto è decisivo, poiché c’è pressochè assoluta concordia tra gli esperti che:– non c’è RSI se non c’è rendicontazione formale che

consenta di controllarla– le PMI d’altra parte hanno le maggiori difficoltà a

rendicontare utilizzando gli standard internazionali di rendicontazione maggiormente in uso, complicati ed onerosi per la gran parte delle PMI

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Le risposte emerse dal lavoro svolto sul punto e), sul tema di indici semplificati di rendicontazione per le PMI (segue)

– in gran parte d’Europa, le cooperative e le imprese tra lavoratori rientrano nei parametri PMI

– per raggiungere un più alto numero di imprese che rendicontano la propria RSI, occorre pervenire a degli indicatori semplificati per le PMI

– Per quanto concerne poi le cooperative e le imprese tra lavoratori gli standard internazionali attualmente maggiormente utilizzati non tengono conto sufficientemente della nostra specificità

– Noi ci ripromettiamo dunque, per queste ragioni, di arrivare ad una nostra proposta.

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Le risposte emerse dal lavoro svolto (segue)

• Per quanto concerne infine il punto f, sulle nostre prassi di RSI verso lo stakeholder socio/lavoratore di genere femminile, anche qui il mio compito è facile, essendo affidato a:– Barbara Piccirilli, Vice Presidente della

Cooperativa Coopservice, il compito di una relazione specifica sulle esperienze nella nostra organizzazione

– Marisa Gualzetti, Cdie, una comunicazione sulle esperienze in altri Paesi europei