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E’ vietata la riproduzione anche parziale, la concessione a terzi, la diffusione del presente elaborato, se non dietro nostra espresso
autorizzazione scritta. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge.
REGIONE
MARCHE
PROVINCIA
ANCONA
COMUNE
FABRIANO
VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’
CENTRALE IDROELETTRICA “ROCCHETTA BASSA”
Impianto per la produzione di energia elettrica con derivazione di acqua in
sponda sinistra del torrente Giano, nel comune di Fabriano
RELAZIONE PAESAGGISTICA
VA 04
Progettisti e Collaboratori
Dott. Ing. ALBERTO ROMAGNOLI
Dott. Ing. ALBERTO DONINI
Dott. Ing. Junior. MICHELE EMILI
Dott. Ing. DAVIDE NATALONI
Dott. Geol. STEFANO BOCCAROSSA
Proponente
ENERGY SEEKERS srl Via Arceviese n.22, 60010 OSTRA (AN)
Tel.:071 7988047 Fax: 0712509971
mail: [email protected] PEC: [email protected]
N. Stato Data Descrizione
01 Emesso 27 febbraio 2013 Emissione per Progetto Preliminare
02 Emesso 28 agosto 2013 Emissione per Concessione di Derivazione
03 Emesso 09 gennaio 2014 Emissione per Verifica Assoggettabilità a VIA
CENTRALE IDROELETTRICA sul torrente Giano - località Rocchetta Bassa – Fabriano
Soggetto proponente: ENERGY SEEKERS s.r.l.
RELAZIONE PAESAGGISTICA – Verifica di assoggettabilità VIA 2
COMUNE DI FABRIANO
RELAZIONE PAESAGGISTICA PER INTERVENTI DI LIMITATO IMPEGNO TERRITORIALE (scheda tipo “c”)
1. Richiedente:
ALBERTO ROMAGNOLI nato a Senigallia (AN) il 24/06/1972 e residente a Ostra (AN)
via Santa Maria Goretti, 37, cod. fisc: RMGLRT72H24I608G;
in qualità di amministratore della ditta ENERGY SEEKERS s.r.l., con sede a Ostra (AN),
via Arceviese, 22 - p. Iva: 02527560425.
persona fisica società impresa ente
2. Tipologia dell’opera e/o dell’intervento:
CENTRALE IDROELETTRICA AD ACQUA FLUENTE SUL FIUME GIANO (sponda
sinistra) – Località “ROCCHETTA BASSA” nel comune di FABRIANO.
L’intervento consiste nella realizzazione di una centralina di produzione di energia da fonte
rinnovabile, con derivazione di parte della portata del fiume Giano.
Ai sensi della l.r. 26-03-2012 n. 3 e ss.mm.ii. l’intervento rientra tra quelli elencati
all’allegato B1, categoria 2, lettera e necessitano pertanto di verifica di assoggettabilità a VIA
da parte della Regione Marche.
In merito all’accordo di riferimento tra Regione Marche ed il Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, l’opera è classificabile come “ intervento di importante impegno territoriale
per la quale l’autorizzazione paesaggistica va presentata tramite scheda di tipo “C”.
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3. Opera correlata a:
edificio
area di pertinenza o interno dell’edificio
lotto di terreno
strade, corsi d’acqua
L’intervento interessa una porzione di terreno lungo il corso del fiume di dimensioni pari a
circa 15m per 5m, comprendente terreno incolto, sotto la quale viene realizzato,
completamente interrato l’impianto idroelettrico.
Al sito si accederà tramite accesso esistente sito sulla SP 76, è prevista la realizzazione di una
rampa di accesso all’impianto in terreno battuto.
Il territorio è caratterizzato da morfologie poco acclivi a carattere prevalentemente rurale con
la presenza di forestazioni solo in prossimità degli argini e delle golene fluviali. Il livello di
urbanizzazione è molto basso: non sono presenti capannoni per attività industriali o produttive
ed infrastrutture viarie secondarie, inoltre non sono presenti abitazioni nelle vicinanze
dell’area di progetto.
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4. Carattere dell’intervento:
Temporaneo o stagionale
Permanente: a) fisso b) removibile
Le opere in progetto sono in accordo con le direttive regionali e nazionali in merito allo
sfruttamento delle risorse rinnovabili ai fini della produzione di energia elettrica.
Le opere da realizzare sono prevalentemente interrate e non comportano una sostanziale
modifica del territorio circostante.
Nonostante si tratti di un intervento permanente è possibile ripristinare lo stato dei luoghi con
operazioni di ordinario cantiere edile, ovvero immediatamente tramite la chiusura delle
paratoie di alimentazione che comportano la totale trasparenza ambientale dell’impianto.
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5. Destinazione d'uso del manufatto esistente o dell'area interessata (se
edificio o area di pertinenza)
residenziale ricettiva/turistica industriale/artigianale
agricola commerciale/direzionale sportiva/ricreativa
altro: impianto idroelettrico
Il sito di interesse è classificato secondo il PRG - zona agricola - , zona, quindi, in cui è
possibile ubicare impianti di produzione di energia elettrica secondo quanto definito
dall’articolo 12, comma 7 del D.Leg.vo del 29/12/2003 n.387 riguardante “promozione
dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno
dell’elettricità”.
Va ricordato, però, che la centrale idroelettrica e le sue opere ed infrastrutture necessarie
alla sua messa in esercizio e gestione, in quanto connesse alla produzione di energia da fonti
rinnovabili, sono considerate “[…]Opere di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti[…]”.
6. Uso attuale del suolo (se lotto di terreno)
urbano agricolo non coltivato
naturale boscato altro
L’opera interessa suolo a destinazione naturale incolto, tipico delle aree all’interno dell’asta
fluviale. Di conseguenza la destinazione d’uso del suolo non subirà nessuna trasformazione,
senza alcuna riduzione delle aree con destinazione naturale.
L’opera di presa e il canale di restituzione occuperà la porzione di suolo occupata dalla fascia
ripariale; il resto dell’impianto è completamente interrato.
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7. Contesto paesaggistico dell'intervento e / o dell'opera:
centro storico area urbana area periurbana
territorio agricolo insediamento sparso insediamento agricolo
area naturale
Il territorio di interesse è quello tipico degli alvei fluviali rocciosi, caratterizzato da profili
ondulati o scoscesi e terreni scarsamente coltivati.
Lungo il corso d’acqua la formazione prevalente è rappresentata da bosco ripariale igrofilo
composto da Pioppo nero (Populus nigra) e Salice Bianco (Salix alba); mentre nelle aree di
limitrofe si riscontra la presenza di Roverelle (Quercus pubescens) e Cerri (Quercus cerris).
La vegetazione ripariale in prossimità delle aree si presenta rigogliosa.
La topografia dei luoghi e la frequenza delle cortine vegetali formate da elementi ad alto fusto
impedisce l’apertura di visuali radenti ampie. Diversamente le visuali prominenti sono ampie
ma molto distanti, tanto da non consentire l’individuazione e il riconoscimento di strutture
particolari come le opere in progetto.
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8. Morfologia del contesto paesaggistico:
costa (bassa/alta) ambito lacustre/vallivo pianura
versante (collinare/montano) altopiano/promontorio terrazzamento
pianura valliva (montana/collinare) crinale
L’area rientra nella valle del F. Giano, o meglio nell'ambito dell'alveo e delle aree golenali.
L’andamento della superficie topografica risulta sub-orizzontale, per tanto non risulta esposta
al rischio di dissesti gravitativi.
Questa situazione morfologica rientra nella classe T1 (tabella 3.2.IV, D.M. del 14/01/2008),
“Superfici pianeggianti, pendii e rilievi isolati con inclinazioni medie i≤15° ”.
L'agente morfogenetico di interesse è dunque il corso d'acqua. Come detto, la situazione
attuale d'alveo non è naturale ma di origine antropica, dovuta alla realizzazione della briglia.
Il corso d'acqua seguendo la sua normale evoluzione, in termini di trasporto solido, ha
parzialmente interrato la briglia permettendo la colonizzazione delle specie vegetali.
Accumuli di materiale si riscontrano anche a valle della briglia ed anche in questo caso sono
evidenziati dalla presenza di specie vegetali colonizzatrici.
Ovviamente, questa azione di deposito del corso d'acqua si ripeterà nel tempo ed alla
rimozione dei depositi, prevista da progetto, seguirà il deposito nel tempo di nuovi detriti.
In ogni caso i lavori di progetto non introdurranno nuovi elementi in grado di alterare la
dinamica fluviale dello stato attuale, non prevedendosi modifiche delle strutture in alveo.
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9. Ubicazione dell’opera e/o dell’intervento:
Il sito si trova in prossimità della briglia poste a valle del ponte sulla SP 76 in località
“Rocchetta Bassa”
Cartograficamente l’area è individuabile sulla Carta Tecnica Regionale 1:10.000 alle sezioni
sezioni 301080 e sulla cartografia IGM alla tavoletta 301 I° in scala 1:25.000.
A livello catastale, l’opera si inserisce in parte all’interno dell’alveo fluviale ed in parte
occupa le particelle catastali al foglio 121 mappale 354.
Il sito in cui ricade la parte dell’impianto che non posta in aree demaniali, è classificato
secondo il PRG con le seguenti destinazioni urbanistiche:
- Zona agricola “E” – ZONA AGRICOLA
Le coordinate Gauss Boaga delle opere sono le seguenti:
briglia esistente: 43° 20' 41,76'' N –12° 57' 26,59'' E
In allegato si forniscono:
- Stralcio catastale 1:10 000
- Planimetria catastale;
- Visura catastale;
- Ortofoto della zona di intervento;
- Stralcio PRG Vigente;
- Stralcio PPAR e piani attuativi.
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10. Documentazione fotografica:
Si veda elaborato grafico DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA.
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11. Provvedimento ministeriale o regionale di notevole interesse pubblico
del vincolo per immobili o aree dichiarate di notevole interesse
pubblico (art. 136 - 141 - 157 d.lgs. n. 42/2004):
Estremi del provvedimento di tutela
cose immobili ville, giardini, parchi
complessi di cose immobili bellezze panoramiche
12. Presenza di aree tutelate per legge art. 142 del d.lgs. N. 42/2004:
territori costieri territori contermini ai laghi fiumi,torrenti,corsi d’acqua
montagne sup. 1200m parchi e riserve territori coperti da foreste e boschi
zone umide università agrarie e usi civici zone di interesse archeologico
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13. Presenza dei sottosistemi tematici e/o territoriali del PPAR:
L’intervento non ricade nei sottosistemi tematici e/o territoriali
L’intervento ricade nei sottosistemi tematici e/o territoriali
Sottosistema geologico-geomorfologico-idrogeologico_art.6
aree GA di eccezionale valore aree GB di rilevante valore
aree GC di qualità diffusa
Sottosistema botanico-vegetazionale_art.11
aree BA di eccezionale valore aree BB di rilevante valore
aree BC di qualità diffusa
Sottosistemi territoriali _art.20
aree A di eccezionale valore aree B di rilevante valore
aree C di qualità diffusa aree D il resto del territorio regionale
aree V di alta percettività visuale
14. Presenza degli Ambiti definitivi di Tutela delle Categorie Costitutive
Paesaggio del Ppar:
il PRG non è adeguato al PPAR il PRG è adeguato al PPAR
L’int. non ricade negli definiti di tutela L’int. ricade negli definiti di tutela
Art. 28-emergenze geol. - geom. – idrogeologiche Art. 29- corsi d’acqua
Art. 30- crinali Art.-31 versanti Art.-32 litorali marini
Art. 33- aree floristiche Art. 34-foreste demaniali reginali e bischi Art. 35 pascoli
Art. 36-zone umide Art. 37 elementi diffusi del paesaggio agrario
Art. 38-paesaggio agrario di interesse storico-ambientale Art. 39 centri e nuclei storici
Art. 40-edifici e manufatti storici Art. 41- zone archeologiche e strade consolari
Art. 42- luoghi di memoria storica Art. 43-punti panoramici e strade panoramiche
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15. Note descrittive dello stato attuale dell’immobile o dell’area tutelata:
L’intervento si colloca in corrispondenza di una briglia fluviale, in buono stato, utilizzata
per la regimazione della portata nel fiume Giano. La zona valliva adiacente all’alveo in
sponda sinistra, è utilizzata per agricoltura, lasciando lo sviluppo di sola vegetazione
spontanea nei pressi dell’argine e all’interno dell’alveo del fiume; l’area non risulta quindi di
particolare pregio.
L’area è assoggettata alle disposizioni di cui al D. Lgs. N. 42/2004, “ Codice dei beni
culturali e del paesaggio” in quanto bene paesaggistico di cui all’art. 142.
La zona di intervento non ricade tra le aree individuate a rischio dal Piano Assetto
Idrogeologico (PAI).
Le norme di Attuazione relative al piano consentono in ogni caso per le aree della fascia
inondabile la realizzazione di “opere pubbliche e di interesse pubblico connesse alla
captazione delle risorse idriche superficiali o alla loro utilizzazione nel rispetto dei principi
dell’art. 22 del D.Lgs. 11 maggio 1999, n.152 […]”
Ciò premesso la compatibilità paesaggistica del progetto è stata valutata prendendo in
considerazione i seguenti parametri di lettura di qualità e criticità paesaggistica:
- Diversità: nell’area non sono presenti caratteri o elementi peculiari e distintivi, naturali
e antropici, storici, culturali o simbolici; inoltre le opere in progetto sono quasi
completamente interrate, defilate rispetto alle visuali radenti e verranno ulteriormente
mascherate con cortine vegetali. Pertanto non arrecano alcun giudizio al paesaggio;
- Integrità: gli interventi in progetto non arrecano interferenza alle relazioni funzionali,
visive, spaziali o simboliche tra gli elementi costitutivi dell’ambiente o del paesaggio;
- Qualità visiva: il complesso visivo del posto non subisce variazioni dalla presenza
delle opere, le quali, come già più volte affermato, risultano scarsamente distinguibili
dallo scenario circostante;
- Rarità: non sono stati riscontrati sul posto caratteri di rarità che possano essere messi
in pericolo dalla realizzazione del progetto;
- Degrado: il progetto non comporta la perdita o la deturpazione delle risorse naturali, di
caratteri visivi, culturali, storici, morfologici o testimoniali.
Per quanto riguarda la lettura del rischio paesaggistico, antropico e ambientale sono stati
attentamente valutati i parametri seguenti:
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- Sensibilità: capacità dei luoghi di accogliere i cambiamenti senza effetti di alterazione
o diminuzione dei caratteri connotativi o degrado della qualità complessiva;
- Vulnerabilità/fragilità: condizione di facile alterazione e distruzione dei caratteri
connotativi;
- Capacità di assorbimento visuale: attitudine ad assorbire visivamente le
modificazioni, senza diminuzione sostanziale della qualità;
- Stabilità: capacità di mantenimento dell’efficienza funzionale dei sistemi ecologici o
situazioni di assetti antropici consolidate;
- Instabilità: situazione di instabilità delle componenti fisiche e biologiche o degli
assetti antropici.
Il rispetto dei precedenti parametri risulta chiaro dalle osservazioni finora fatte e dalla
successiva descrizione delle opere.
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16. Descrizione sintetica dell'intervento e delle caratteristiche dell'opera:
Si prevede la realizzazione di una centralina idroelettrica ad acqua fluente, lungo il fiume
Giano in località “Rocchetta Bassa” (opera di presa a quota 252,95 e rilascio 247,45).
L’impianto totalmente automatizzato ha le seguenti caratteristiche:
Portata massima derivate = 1,83 mc/s
Portata media di = 1,20 mc/s
Salto lordo di concessione = 5,5 m
Potenza media nominale = 64,70 kW
Potenza installata (massima) = 98,70 kW
Producibilità media annua = 422 317 kWh
Deflusso minimo vitale (DMV) = 0,77 mc/s
L’intervento complessivo riguarda la realizzazione delle seguenti opere:
- realizzazione di una paratoia mobile in prossimità della briglia esistente;
- creazione di opera di presa interrata in prossimità di detta paratoia;
- costruzione un volume tecnico interrato per l’alloggiamento dei macchinari di
produzione;
- restituzione delle acque turbinate al fiume tramite canale di restituzione interrato, della
lunghezza di circa 4 metri;
- costruzione della cabina di trasformazione con consegna dell’energia elettrica prodotta
alla rete di distribuzione e del locale per i quadri tecnici e di controllo.
La progettazione è stata svolta in modo da rendere accettabili gli impatti della derivazione
sul tratto di alveo sotteso dalla centrale e senza modificare il livello di rischio idraulico nella
sezione interessata.
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16.1. Paratoia mobile superficiale
La paratoia sarà collocata in corrispondenza della briglia esistente per consentire la
regimazione delle portate del fiume Giano nelle modalità nel seguito descritte; attualmente la
briglia si presenta in discreto stato di manutenzione.
L’intervento in progetto consiste nel posizionare una paratoia mobile a ventola al di sopra
della briglia esistente, di larghezza di circa 20m. La briglia manterrà le dimensioni attuali e la
sua funzionalità rimarrà inalterata. La paratoia mobile “a ventola” posta al di sopra della
briglia, avrà un movimento meccanico idraulico che permetterà di essere regolata in altezza,
comunque al di sotto delle pareti laterali della briglia stessa. La paratoia mobile si abbassa
automaticamente ripristinando la quota superficiale originaria della briglia per garantire il
trasporto solido ed il passaggio del Deflusso Minimo Vitale nel caso di impianto chiuso.
La funzione della paratoia mobile sarà di garantire il tirante idraulico necessario al
convogliamento della acque verso le opere di presa con la prescrizione che, qualora il pelo
libero naturale superi il livello di progetto (80cm al di sopra della quota della briglia
esistente), si attivi un sistema automatico per ritrarre completamente la paratoia riportandola
al livello naturale e consentendo il deflusso completo della portata con il passaggio del detrito
solido.
La paratoia in esame è costituita dai seguenti elementi:
- basamento in calcestruzzo fibro-rinforzato;
- paratoia mobile in acciaio;
- pistoni e circuito idraulico per azionamento della paratoia mobile;
- centralina di controllo del circuito idraulico, con sensori di portata e sistema di
controllo in remoto.
Il basamento è realizzato con un supporto di rinforzo strutturale fissato saldamente alla
briglia esistente mediante l’impiego di ancoranti meccanici (barre M16 inghisate con
particolari resine chimiche) opportunamente calcolati per resistere alle azioni sollecitanti
provocate dal moto dell’acqua.
Il basamento costituisce ancoraggio per la cerniera alla base della paratoia mobile, per il
pistone idraulico che aziona la paratoia mobile, per il tessuto gommato di protezione.
La paratoia mobile è un pannello dello spessore di circa 80mm, costituito da una struttura
leggera ed intelaiata di tubolari in acciaio, rivestita da lamiera 6/10 in acciaio inox, dotata di
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un rivestimento polimerico atto a conferire le opportune caratteristiche di impermeabilità e
resistenza alle condizioni atmosferiche, al moto dell’acqua ed al conosciuto trasporto solido
dell’alveo. Tale paratoia è ancorata saldamente al basamento mediante cerniere cilindriche
opportunamente protette e riparate per evitarne il contatto con qualsiasi elemento trasportato
dal moto dell’acqua nel fiume.
I pistoni, ancorati tramite cerniere al basamento, sono collegati ad un circuito idraulico che
consente la movimentazione della paratoia mobile. Il circuito idraulico ed i pistoni sono
progettati affinché possano sostenere la pressione idrostatica prodotta da uno spessore di
acqua non superiore a 80 cm; infatti, su ogni pistone agisce una valvola di massima costituita
da una semplice molla tarata che, raggiunta la pressione idrostatica prevista (corrispondente a
80cm di acqua), si apre facendo fuoriuscire dai pistoni al circuito il fluido, e quindi,
abbassare, fino a scomparire la paratoia mobile. I pistoni sono asserviti anche ad un
dispositivo di sicurezza manuale meccanico che consente l’apertura della valvola in qualsiasi
momento.
Il tessuto gommato posto a valle della paratoia serve a proteggere il volume tecnico posto
tra la paratoia mobile ed il basamento. Il tessuto gommato è ancorato con il basamento e con
la sommità della paratoia mobile sempre con cerniere cilindriche opportunamente protette da
qualsiasi eventuali contatti con materiali trasportati dal moto dell’acqua. L’impiego di tessuti
gommati è ampiamente diffuso per questi o analoghi usi; da tempo vengono utilizzati quali
serbatoi sottomarini per lo stoccaggio di liquidi, per barriere flessibili, galleggianti adatte sia
per la regolazione e il contenimento delle acque, sia per la difesa e la protezione dalla
violenza delle onde (frangiflutti). La scelta dei materiali per la realizzazione di un tipo di
strutture in tessuto gommato adatta ad una specifica applicazione, può essere fatta entro una
vasta gamma di prodotti, sia per ciò che riguarda la parte tessile (fibre tessili e strutture dei
tessuti), sia per quanto riguarda la parte elastomerica (gomma) o plastomerica.
La centralina di controllo è costituita da una unità centrale CPU programmabile, alimentata
dalla linea elettrica e dotata di una batteria UPS, dispone di un’antenna GPS con scheda GSM
connessa alla rete di telefonia cellulare.
In caso di mancanza di corrente elettrica, la centralina di controllo viene automaticamente
alimentata dalla batteria UPS che ha un’autonomia di 12 ore e immediatamente viene inviato
tramite GSM una comunicazione sms alla scheda telefonica a disposizione del manutentore
dell’impianto presente sul posto ed operativo 24h.
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La centralina è connessa a due sensori (del tipo laser o onde) che misurano il livello del
pelo libero dell’acqua in prossimità dell’opera di presa; il secondo sensore viene attivato solo
in caso di guasto del primo sensore (contestualmente la centralina invia sms di notifica del
guasto all’addetto manutenzione).
Il perfetto funzionamento della paratoia mobile viene garantito da quattro dispositivi di
sicurezza appositamente progettati che vengono nel seguito elencati.
a) Mancanza di alimentazione elettrica
In caso di mancanza di corrente elettrica, la centralina di controllo viene automaticamente
alimentata dalla batteria UPS che ha un’autonomia di 12 ore e immediatamente viene inviato
tramite GSM una comunicazione sms alla scheda telefonica a disposizione del manutentore
dell’impianto presente sul posto ed operativo 24h.
b) Guasto al sensore del livello dell’acqua
La centralina è connessa a due sensori (del tipo laser o onde) che misurano il livello del pelo
libero dell’acqua in prossimità dell’opera di presa; il secondo sensore viene attivato solo in
caso di guasto del primo sensore (contestualmente la centralina invia sms di notifica del
guasto all’addetto manutenzione).
c) La paratoia mobile si richiude quando il livello di acqua supera gli 80cm
Il circuito idraulico ed i pistoni sono progettati affinché possano sostenere la pressione
idrostatica prodotta da uno spessore di acqua non superiore a 80 cm; infatti, su ogni pistone
agisce una valvola di massima costituita da una semplice molla tarata che, raggiunta la
pressione idrostatica prevista (corrispondente a 80cm di acqua), si apre facendo fuoriuscire il
fluido dai pistoni al circuito, e quindi, abbassare, fino a scomparire la paratoia mobile.
d) La paratoia mobile si richiude manualmente in qualsiasi caso
I pistoni del circuito idraulico sono asserviti anche ad un dispositivo di sicurezza manuale
meccanico che consente l’apertura della valvola in qualsiasi momento e la chiusura della
paratoia.
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La presenza dei dispositivi di sicurezza sopra descritti consente di asserire che non esiste
tecnicamente la possibilità che la paratoia mobile resti aperta in occasioni di portate che
determinino uno spessore di acqua superiore a 80cm al di sopra della briglia esistente.
La paratoia mobile in funzione delle portate
La paratoia mobile a ventola viene utilizzata per avere un tirante idraulico sufficiente a
consentire la derivazione delle acque in corrispondenza della briglia esistente, quando questo
risulta non sufficiente a tale scopo (piccole portate).
Il tirante idraulico minimo necessario è di 80 cm al di sopra del coronamento superiore
della briglia esistente. Si evidenzia che, allo stato attuale, il tirante idraulico di 80cm al di
sopra del coronamento superiore della briglia esistente, è attivato con una portata pari a circa
25 mc/s.
Pertanto con portate inferiori a 25 mc/s la paratoia mobile a ventola garantirà il tirante
idraulico alzando gradualmente il pannello e consentendo di avere la quota richiesta.
Per portate superiori a 25 mc/s la paratoia sarà completamente abbassata ricreando la
situazione attuale: l’intera sezione sarà restituita all’alveo fluviale e sarà consentito il
passaggio del detrito solido non provocando accumuli di materiale a monte della briglia
stessa.
In ogni situazione di apertura della paratoia sarà sempre mantenuto il valore del Rilascio
Minimo Vitale garantito attraverso la profilatura al di sopra della paratoia stessa e la scala di
risalita dei pesci.
Si evidenzia che sarà cura del proponente effettuare le necessarie verifiche statiche e
sismiche sulla funzionalità del complesso briglia-paratoia, e sulla rispondenza alle vigenti
normative del Testo Unico sull’Edilizia (es. deposito Genio Civile Sismica, certificato di
conformità impianto paratoia, …).
Valutazione delle interferenze con l’opera idraulica esistente
La briglia esistente svolge principalmente una funzione per il tratto di fiume considerato;
idraulicamente la briglia consente di ridurre la velocità di scorrimento dell’acqua in
corrispondenza di un tratto di fiume in cui la pendenza del letto è elevata per evitare fenomeni
di erosione del letto del fiume con conseguente trasporto di materiale.
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RELAZIONE PAESAGGISTICA – Verifica di assoggettabilità VIA 19
Tali funzionalità della briglia, appena espresse, vengono completamente mantenute e
garantite con l’intervento in progetto che non interferisce con la funzionalità propria della
briglia esistente.
La paratoia mobile non costituisce quindi una nuova opera trasversale in alveo, ed è stato
dimostrato che non determina modifiche sostanziali alle opere idrauliche esistenti; inoltre
l’inserimento della paratoia mobile sulla briglia e tutti gli altri interventi connessi non sono
permanenti, bensì possono essere rimossi ricostituendo la situazione originaria.
Si precisa inoltre che l’inserimento della paratoia mobile risulta indispensabile anche per
ottenere una producibilità elettrica annua media tale da determinare un Businnes Plan
economico sostenibile ai fini della realizzazione dell’impianto.
16.2. Opera di presa
L’opera di presa è costituita da una vasca di accumulo interrata posta in sponda sinistra;
questa riceve l’acqua dalla derivazione dalla quale, previa vagliatura attraverso un
dissabbiatore, viene immessa nella camera di carico della centrale di produzione.
La captazione è costituita da griglie di presa autopulenti, poste in fregio all’alveo del
fiume; queste sono costituite da una lamiera forata con sviluppo trasversale di un quarto di
circonferenza (raggio 0.8 m) e di larghezza 3 metri. Sulla superficie di tale griglia scorre una
lamiera che consente, la regolazione dell’apertura della stessa, ed allo stesso tempo la pulizia
dell’opera di presa.
L’opera di presa è munita di una paratoia laterale a movimento meccanico idraulico di rilascio
al fiume del materiale solido accumulato e dell’acqua, tramite piccola apertura nella briglia
esistente.
La vasca di presa, sulla quale sono poste le griglie, ha un fondo inclinato verso valle ed è
munita di sensori per il livello dell’acqua prima e dopo la griglia che regolano:
- la frequenza di pulitura della griglia stessa;
- l’ingresso dell’acqua nella vasca in caso di riempimento della vasca stessa;
- la chiusura totale o parziale dell’impianto in caso di piena, fuori servizio o
manutenzioni.
Essa ha funzione anche di dissabbiatore che consente di far sedimentare il residuo sabbioso
in modo da impedire l’ingresso nella camera di carico.
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Una paratoia laterale, consente il periodico svuotamento della vasca – scarico di fondo –
consentendo, tra l’altro, il naturale trasporto solido del fiume. La paratoia sarà automatizzata e
gestita da un sistema automatico di telecontrollo e tele gestione, comandato da un misuratore
di livello solido del fondo della vasca. Tutti gli organi di manovra saranno accessibili per
mezzo di una passerella di servizio.
16.3. Scala di risalita per i pesci
Per garantire il passaggio della fauna ittica, ad oggi impedito dalla presenza della
briglia, sarà costruita una scala di risalita per i pesci, posta in sponda sinistra del fiume, a
contatto con la briglia esistente, ma con struttura di supporto indipendente rispetto alla briglia.
Attraverso questo canale sarà garantito parte del passaggio del DMV, altra parte del passaggio
del DMV verrà garantito al di sopra della paratoia mobile.
16.4. Centrale di produzione
La centrale idroelettrica delle dimensioni in pianta di circa 16 mq, sarà costituita da
struttura in conglomerato cementizio armato. La centrale è completamente interrata; l’accesso
è eseguito in trincea. La centrale è atta a contenere la turbina, il generatore, e nella parte più
bassa il canale di rilascio dell’acqua al fiume; il trasformatore e tutte le attrezzature di
controllo dell’impianto saranno posizionate in locale tecnico esterno. Parte della copertura
sarà amovibile per consentire il posizionamento e l’eventuale rimozione per la manutenzione
della turbina e degli altri macchinari.
Una peculiarità dell’intervento proposto è la scelta di una turbina a bulbo. Vantaggio di
questa soluzione è la sostanziale insensibilità dei macchinari di produzione ad eventuali
fenomeni di allagamento, ed alla potenziale rumorosità che viene pressoché annullata dal fatto
che il gruppo turbina-alternatore sono a bagno.
La turbina con albero verticale, sommerse per la produzione di energia elettrica da fonte
idraulica è stata dimensionata per lavorare fino ad una portata massima di 1,83 mc/sec.
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16.5. Canale di rilascio
Scopo del canale è quello di conferire la portata in uscita dalle turbine all’alveo che si trova
più in alto mantenendo una velocità bassa e costante per non provocare eccessive perdite di
carico.
Il punto di restituzione si trova circa 15 metri più a valle dell’opera di presa.
Il canale sarà completamente interrato fino al punto di restituzione in alveo; il tratto
terminale sarà realizzata con pareti in cls alte circa 150 cm. Lo scarico sarà sommerso; la
restituzione delle acque avverrà quindi con velocità ridotte e direttamente nell’alveo fluviale,
in modo da non creare punti critici di erosione locale e non alterare le caratteristiche
dell’alveo fluviale.
16.6. Viabilità
L’area dove verrà realizzato l’impianto è facilmente raggiungibile da un accesso che si
imbocca dalla Strada Provinciale Provinciale 76, in località Rocchetta Bassa; da lì è prevista
la realizzazione di una rampa di accesso all’impianto in terreno battuto.
Questo verrà utilizzato, adeguatamente trattato, per garantire l’accesso all’area fluviale ai
mezzi di cantiere, senza intaccare la funzionalità dello stesso.
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17. Effetti conseguenti la realizzazione dell’opera:
Le operazioni di realizzazione delle opere in progetto non comportano impatto sostanziali
sui comporti ambientali: suolo, sottosuolo, acque superficiali, acque profonde, clima e fauna.
Per quanto riguarda il comparto vegetazione è previsto il taglio di parte della fascia
ripariale per consentire la realizzazione del canale di restituzione delle acque al fiume e la
successiva ricostituzione (ripiantumazione) a lavori ultimati.
Dal punto di vista del paesaggio non viene indotta nessuna alterazione nè puntuale nè
generale, e non viene precluso il godimento delle bellezze panoramiche del luogo, nè degli
elementi del patrimonio storico culturale, archeologico o ambientale.
In fase di esercizio non sono generate emissioni di nessun tipo.
Il rumore prodotto rientra nei limiti imposti dalla legge.
L’utilizzo della risorsa naturale non ne comporta la riduzione quantitativa nè la modifica
qualitativa; l’unico effetto sull’ambiente fluviale è dato dalla riduzione della portata nel tratto
di alveo compreso tra la presa e la restituzione, dove però viene rilasciato un deflusso minimo
vitale in accordo a quanto sancito dalle autorità responsabili.
L’impatto sull’atmosfera e sulla salute pubblica risulta positivo grazie alla riduzione di
produzione di CO2 dovuta all’utilizzo di energia da fonte rinnovabile e contribuisce al
raggiungimento degli obiettivi sottoscritti dall’Italia nella convenzione di Kyoto.
Ai fini della valutazione dell’impatto si deve tener conto di alcuni aspetti salienti
dell’opera:
- dimensioni delle singole opere limitate, che si possono definire puntuali;
- l’impianto non ha emissioni di alcun tipo, per cui non può avere effetti sinergici
cumulativi con altre strutture simili;
- l’unico elemento fuori terra è il locale cabina elettrica di consegna posto all’esterno
dell’alveo fluviale;
- non sussistono rischi particolari, né durante la fase di realizzazione, quando il livello di
rischio è quello di un cantiere ordinario e sarà affrontato in accordo alla vigente normativa, né
durante la fase di esercizio, poiché non si ha produzione di alcun tipo di emissione o disturbo
per la salute pubblica.
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18. Mitigazione dell'impatto dell'intervento
Si riassumono le misure di compensazione e mitigazione dell’impatto dell’opera,
riportando anche quelle che sono state integrate nella progettazione stessa.
Paratoia:
- controllo del flusso della portata;
- realizzazione di una scala di risalita dei pesci per consentire il passaggio delle specie
ittiche lungo l’asta fluviale;
- mantenimento delle caratteristiche geometriche attuali della sezione al fine di non variare
il rischio di esondazione.
Acque superficiali:
- rilascio di una portata di deflusso minimo vitale lungo il tratto di fiume sotteso dall’opera
di presa alla restituzione, tale da mantenere la funzionalità biologica dell’habitat;
- possibilità di esclusione totale dell’impianto in qualsiasi momento tramite chiusura delle
paratoie di presa;
- realizzazione di opere completamente interrate che non modificano l’attuale profilo del
terreno in modo da non ridurre la volumetria di invaso del bacino di espansione.
Opere di presa:
- Progettazione architettonica mirata a ridurre l’impatto visivo dell’opera
Centrale di produzione:
- realizzazione dell’opera interrata;
- utilizzo di turbina e generatore sommergibile che consento il posizionamento delle
strutture a quota più bassa;
- configurazione architettonica e meccanica che impedisce la propagazione dell’emissione
sonora verso i recettori sensibili presenti;
- sistemazione del terreno sopra la copertura della centrale al fine di restituire l’aspetto
attuale dei luoghi.
Impianto elettrico:
- posizionamento della cabina di consegna in un punto ed a una quota tale da risultare
sicuro rispetto ai fenomeni di esondazione in seguito alla piena bicentenaria;
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- realizzazione di cavidotto completamente interrato in modo da evitare rischi di impatto
od elettrocuzione da parte della fauna aviaria ed il rischio di radiazioni elettromagnetiche;
- piantumazione di una cortina vegetale formata da essenze autoctone per il
mascheramento della cabina di consegna.
Pista di accesso:
- realizzazione di pista di accesso in terreno battuto per non modificare le caratteristiche di
permeabilità del suolo.
Firma del Richiedente Firma del Progettista
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19. Motivazione del rilascio dell'autorizzazione e per eventuali
prescrizioni da parte dell'amministrazione competente
Firma del Responsabile
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20. Eventuale diniego o prescrizioni della soprintendenza competente
Firma del Soprintendente o del Delegato
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ALLEGATI:
Inquadramento Carta Tecnica Regionale
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Estratto di mappa catastale
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Estratto di mappa satellitare
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Estratto di PRG comune di Fabriano
Estratto del PAI: carta del dissesto e delle aree esondabili