Red sew mp15 da 2013

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FUCILI

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Seg 1 JOB: 3946-13 DIANA N9 PARTE: Diana Armi_LH

Seg 1 Black Yellow Magenta Cyan BOB:1740 mm STAMPA: 1226X1915 IMPO: testa 7,5 - piede 5 - cdorso 4,5 - bros 3

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L’ennesimo clone del Black Rifle? Non esattamente, perché vi sono differenze importanti che migliorano la già buona ergonomia e contribuiscono ad una maggiore durata utile dell’arma

di Roberto Allara

Smith & WeSSon m&P15 cAlibRo .223

S. & W. m&P15

Diana Armi|43

Di solito, quello che tut-ti ricordiamo della naja sono gli anfibi, che mor-devano come un cane

rabbioso, l’elmetto che non stava mai a posto e il fucile. Poiché la naja è uguale per tutti nell’univer-so mondo, non c’è da meravigliarsi che gli americani, che a differenza di quanto accade da noi hanno una politica più liberale in materia d’ar-mi, siano affezionati al loro fucile d’ordinanza. Che è stato variato in tutti i possibili modi, senza con-tare che colà le personalizzazioni dipendono solo dall’ampiezza del portafogli; ce ne sono per tutti i gusti. Ogni tanto, è interessante leggere gli articoli sugli accessori del Black Rifle: ci sono soluzioni di ogni genere, al punto che a volte non si riesce a capire quale fosse il problema. Certo che a molti di noi un fucile di plastica, che spara la cartuccia della Barbie, suscita stra-ne sensazioni, almeno a quelli che desiderano legno, acciaio e possi-bilmente un Garand (il FAL BM59 è un sogno proibito), ma va dato atto che il Black Rifle, ad onta della non tenera età che lo ha già visto protagonista in Vietnam, con qual-che aggiornamento è tuttora valida-mente sulla breccia e in poligono è capace di dare grandi soddisfazio-ni, anche con le mire metalliche o con un red-dot. Il tiro in full-auto, purtroppo, per noi resterà un so-gno, anche se devo dire di aver pro-vato l’arma tirando a raffica negli Usa ed essere rimasto piacevol-mente sorpreso; in effetti l’ergono-mia dell’arma è eccellente, il tiro è ben dominabile e il rinculo… cos’è il rinculo? Non lo si avverte proprio, specialmente se a fianco c’è un Barrett. L’onda d’urto che giunge

dal freno di bocca è decisamente più avvertibile del rinculo.Ecco perché mi sono accinto ad esa-minare con interesse questo M&P 15 proposto da Smith & Wesson. Si tratta dell’arma, introdotta sul mer-cato nel 2006, con la quale la Casa americana è rientrata nella produ-zione di armi lunghe; l’obiettivo era quello di poter fornire al settore del Law Enforcement, che già adottata le sue pistole semiauto, anche un

fucile. E’ meccanicamente un clone dell’M16 militare, a sua volta clone dell’originario AR15. Ma con una vi-stosa differenza subito percepibile: mentre l’M16A1 aveva una maniglia tutt’altro che pratica per il traspor-to, mentre qui c’è una lunga slitta Picatinny in alluminio alla quale, nell’esemplare provato, è applicata una diottra a doppia finestra che ho trovato eccellente, come la rosata ha poi dimostrato. Altra immediata

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Il coperchio è stato rimosso, si può iniziare ad inserire le cartucce

Il caricature con lo strano coperchio

Sotto la pistola, un vano coperto da uno sportellino

Lo sportellino, purtroppo, non è incernierato

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La manetta di armamento parzialmente retratta; la diottra è abbattuta E’ prevista un’impugnatura anteriore staccabile

La diottra è stata rialzata in posizione; si nota la doppia foglietta Il piccolo foro della foglietta posteriore

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differenza: il calcio è regolabile in lunghezza, mentre l’M16A1 presen-tava un calcio fisso. Inoltre, nella pistola del calcio è stato ricavato un vano, chiuso da uno sportelli-no, in cui inserire alcuni accessori. Purtroppo lo sportellino non è incer-nierato ma completamente rimovi-bile, per cui è facile perderlo; per la legge di Murphy cadrà nell’erba, in quel caso, anche il contenuto del vano. Ultima differenza visibile è il caricatore di plastica, coperto da un elemento anch’esso di plastica sul quale il costruttore avvisa che

Una lunga slitta Picatinny con posizioni segnate copre la parte superiore del castello

Il caricatore pieno; la presentazione è bifilare

Il Follower assist è stato mantenutoIl verso di spostamento del mirino per la

regolazione è chiaramente indicato

Il mirino è quello dell’ M4-A2

Il rompifiamma è di disegno proprietario della Smith & Wesson

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Lo sportellino di espulsione in posizione chiusa

Lo sportellino aperto; buona la presentazione della cartuccia

Il calcio ritratto ed esteso

esso deve essere rimosso per riem-pire il magazzino. Meno male che ce l’hanno detto, altrimenti non ce ne saremmo mai accorti. La coopera-zione tra Smith & Wesson e Magpul si evidenzia anche nell’insieme di guardia, impugnatura verticale, pe-raltro non preassemblata, diottra abbattibile regolabile in deriva e il calcio allungabile in sei posizioni di cui si è già detto. Per andarci al poligono non servono ulteriori cu-stomizzazioni, anche se la sete di accessori degli appassionati sem-bra inestinguibile. Il mirino è quello dell’M4-A2, regolabile in altezza; il senso della regolazione è riportato sulla sua base; per chi preferisce un’ottica la slitta Picatinny nume-rata lo consente senza problemi, ma i montaggi bassi, specialmente con ottiche a basso ingrandimento, sono da evitare perché il mirino, in questo caso, darebbe fastidio. Re-sta il forward assist che fu richiesto al tempo del Vietnam e che non in-contrò il favore di Stoner. Se il colpo non va in canna – ebbe a dire – c’è un motivo. Ragionamento inecce-pibile, ma che non ebbe seguito in quanto fatto da un progettista e non da un militare.L’arma in esame ha la canna corta da 16 pollici, pari a 406 millimetri. Si è molto discusso su questa lun-ghezza di canna, scelta non solo da Smith & Wesson. C’è chi sostiene

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che l’efficacia dell’arma migliori, in quanto il rinculo (se esistesse) sa-rebbe minore, aumentando le possi-bilità di colpire l’obiettivo anche al secondo colpo. Certamente è diffici-le parlar male dell’M4, che adotta la stessa lunghezza di canna; l’effetto è comunque quello di avere una ri-dotta velocità alla volata rispetto ad una canna più lunga; prezzo che è necessario pagare per un’arma più compatta.In effetti la canna corta porta ad un’arma dalla maneggevolezza estrema, visto che la lunghezza tota-le con calcio ritratto fino alla minima

estensione è di soli 846 millimetri. Anche se per l’uso in poligono que-sto parrebbe poco importante, se destinata a un personale che debba salire e scendere da automezzi si tratta di una caratteristica auspica-bilissima, in effetti irrinunciabile. La rigatura ha in passo di un giro in 9 pollici (228 millimetri) che è suffi-ciente a stabilizzare anche i proietti-li pesanti ma consente anche l’uso di munizioni varmint con palla legge-ra senza perdita di precisione. In ef-fetti, il passo di rigatura di un giro in 14 pollici, o in dodici, sembra esse-re stato causa della leggendaria im-

Il selettore non è ambidestro, ma è riportata la posizione

Il selettore ha solo due posizioni

La presenza di Magpul è evidente

Pulsante di sgancio del caricatore

L’astina ha numerose aperturedi ventilazione

Con qualche incongruenza per un’arma civile, c’è l’attacco della baionetta

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precisione - ma anche dell’efficacia terminale - dei primi esemplari di M16-A1. In volata c’è un rompifiam-ma di disegno proprietario che nelle intenzioni del costruttore dirige an-che i gas e il rumore in avanti, allon-tanandoli dal tiratore. Devo dire che allo sparo questa affermazione si è rivelata corretta. Stranamente per un’arma civile, è presente un poco congruente attacco per la baionet-ta. Sull’M&P 15 anima della canna, presa di gas e portaotturatore han-no ricevuto un trattamento interno di cromatura che ne prolunga la vita utile. Se l’uso dell’arma in batta-

glia ammette un rapido consumo e la necessità di sostituzione vi vari componenti da parte dell’armaiolo di reparto, l’uso in condizioni meno stressanti, per Law Enforcement o in poligono, richiede una durata si-gnificativa dell’arma. Per facilitare il cambio rapido del caricatore la sua superficie anteriore è corrugata e il bocchettone, che è un tutt’uno con il guardamano, presenta un invito. Certo che chi desidera il caricatore tradizionale da 30 colpi non sarà entusiasta dell’italica soluzione, ma ormai il caricatore non è più considerato parte d’arma e vi sono

produttori che offrono caricatori da 60 o anche da 100 colpi, benché probabilmente la loro esportazione fuori dagli States sia soggetta ad end-user certificate, la dichiarazione di destinazione finale dell’oggetto. Il cuore meccanico dell’arma resta identico ai modelli militari, con ottu-ratore a otto alette, portaotturatore cilindrico e presa di gas identica a quella dell’AR15-M16; le uniche dif-ferenze sono dovute alle cromature, che i militari non avevano voluto per risparmiare sui costi. Anche i co-mandi sono nella stessa posizione ed hanno lo stesso azionamento di

I perni di unione dei sue semicastelli sono prigionieri Il cane interno è davvero massiccio; percussione assicurata

Il comando dell’hold open, identico a quello militare Il marchio del produttore è impresso sul bocchettone del caricatore

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quelli dell’M16; chi ha usato l’arma militare si troverà immediatamente a suo agio con questa. Lo smontaggio da campagna avvie-ne sfilando il perno prigioniero che unisce nella loro parte posteriore i due semicastelli; a questo punto è possibile rimuovere la manetta d’ar-mamento e l’insieme otturatore-portaotturatore. Sfilando anche il perno anteriore di unione dei semicastelli, questi si separano completamente. La pulizia dell’ar-ma deve essere altrettanto com-plessa di quella del prodotto milita-re; portare il fucile in condizioni di pulizia totale è un lungo lavoro che coinvolge scovoli, pezzuole, spazzo-lini e liquidi speciali. Non semplice da effettuare sul campo, ma meno importante per usi civili che da noi si concretizzano nel tiro da diverti-mento. Non restava che passare alla pro-va a fuoco, che si è svolta nel ba-lipedio di Bignami con munizioni

Un momento della prova a fuoco

Gruppo otturatore e portaotturatore rimosso dall’arma insieme all’astina di armamento

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Scheda tecnicaCostruttore: Smith & Wesson, UsaDistributore: Bignami, via Lahn 1 Ora (BZ) www.bignami.itModello: M&P15Calibro: 5.56x45 mm NATO (.223 Rem)Azione: A presa diretta di gasLunghezza canna: 16” (406 mm)Passo di rigatura: 9”Materiale del castello: AlluminioMire: Diottra abbattibile MBUS, mirino tipo M4-A2Calcio: regolabile in 6 posizioniLunghezza totale: 846 mm (calcio retratto)Capacità caricatore: 10 colpiPrezzo al pubblico suggerito: 1554 Euro

no di far raffreddare la canna tra un colpo e l’altro nel tiro di precisione, ho tirato un po’ di colpi consecutivi con la canna che si riscaldava pro-gressivamente per prendere confi-denza con lo scatto, che è un po’ duro, come si addice a un’arma di origine militare, ma pulito e netto. Dopo di che ho effettuato la rosata, che sicuramente beneficerebbe di una canna fredda e di mire ottiche. Tuttavia la foto, scattata con il tele-fono in condizioni di luce deplorevo-li, testimonia di una rosata che per le condizioni del tiro è pienamente soddisfacente. Sono fermamente

La rosata ottenuta con mire metallicheLe munizioni usate, piuttosto buone

Hornady Zombie, confezionate in una buffa scatola. In effetti, fatico a credere che vi siano così tanti Zombies negli States, ma quella è la moda del momento. Tuttavia, le munizioni si sono rivelate davvero precise e rappresentano una buona scelta. Il tiro è avvenuto con mire ottiche, diottra e mirino. La collima-zione in altezza era già precisa, per quella in deriva c’eravamo quasi ed è stato necessario solo un piccolo aggiustamento. Ho tirato utilizzando il foro della diottra di diametro mino-re, che si è rivelato eccellente per le condizioni di tiro. Anche se dico-

convinto che nelle condizioni ideali, a canna fredda e con cannocchiale, l’arma potrebbe decisamente far meglio di così. Con questo fucile la Casa americana offre a chi vuole un AR15 un prodotto che dà soddisfa-zione e può affrontare compiti che vanno dal Law Enforcement al tiro di precisione; il tutto ad un costo che rimane accettabile.

La testina dell’otturatore ha otto alette di tenuta

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