Red meoptameostar8x32 da 2014

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154|Diana Armi ACCESSORI MEOPTA MEOSTAR 8X32 Un binocolo di qualità, che pur non appartenendo al mondo ristretto dei grandi marchi tedeschi o austriaci è stato pensato da persone che conoscono non solo il loro mestiere ma anche, e bene, le necessità di chi userà lo strumento di Roberto Allara

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154|Diana Armi

Accessori

MeoptA MeostAr 8x32

Un binocolo di qualità, che pur non appartenendo al mondo ristretto dei grandi marchi tedeschi o austriaci è stato pensato da persone che conoscono non solo il loro mestiere ma anche, e bene, le necessità di chi userà lo strumento

di roberto Allara

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Diana Armi|155

MeoptA MeostAr 8x32

Che sia un binoco-lo da caccia lo si vede immediata-mente, non appe-

na si apre la confezione e si accede alla custodia per il trasporto. E’ di loden, in perfetto stile di quel mon-do austro-ungarico di cui la Boemia faceva parte. Appa-re altrettanto chiaro che lo strumento è stato pensato per la caccia in montagna. Basta, in questo caso, esa-minare la cinghia per il tra-sporto, imbottitissima, una delle migliori che mi sia mai capitato di vedere. Meopta è stata fondata nel lontano 1933 da Alis Benes e Alois Mazurek, il primo ingegnere e il secondo pro-fessore di fisica, per pro-durre materiale per camera oscura, come ingranditori e

obiettivi. Divenuta fornitrice dell’esercito cecoslovacco per attrezzature ottiche, l’a-zienda, durante la guerra, dovette lavorare per l’eser-cito tedesco occupante. Dopo la guerra, il nome fu cambiato in Meopta e furo-no sviluppati nuovi prodotti civili - qualcuno forse si ri-corderà dell’eccellente foto-camera biottica Flexaret – e ottiche per il Patto di Varsa-via. Quest’ultima produzio-ne ebbe termine nel 1990. Due anni dopo, l’azienda fu privatizzata. Non è un se-greto che l’azienda fornisca componenti ottiche anche a produttori blasonatissimi. L’ultima evoluzione è del 2005, quando il nome cam-biò in Meopta-optika. Il binocolo che stiamo esa-minando è uno strumen-

to di medio formato con un ingrandimento che è il massimo compatibile con osservazioni prolungate senza affaticare la vista. I prismi sono a tetto e in ot-tiche meno pregiate hanno una riflessione fuori fase che degrada la risoluzione dell’immagine. Non qui, però, perché il trattamento superficiale dei prismi è a correzione di fase, cosa che permette una migliore riso-luzione e un migliori contra-sto, ponendo i prismi a tetto alla pari con quelli di Porro. La correzione di fase è sta-ta ideata da Adolf Weyrauch della Zeiss e applicata dal 1988; normalmente non si trova sui binocoli di fascia bassa, anche perché è una lavorazione costosa. Il Me-ostar è sigillato e riempito

di azoto per evitare l’effetto nebbia dovuto alla conden-sa e proteggere lo strumen-to dalla polvere; il corpo è in lega di alluminio con un rivestimento gommato per migliorare la presa e presenta la regolazione in distanza degli oculari per consentire l’uso agevole ai portatori di occhiali. La re-golazione per la distanza, che parte da un incredibile metro e settanta di distan-za minima che si può met-tere a fuoco, avviene con una ruota di grandi dimen-sioni in posizione centrale tra i due corpi; coassial-mente c’è anche la corre-zione diottrica per l’oculare destro, posta a distanza dalla normale presa dello strumento e perciò sempre tarata. Il normale controllo

La custodia del binocolo richiama subito la caccia mitteleuropea di montagna

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