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Il futuro dell’Area Nord Gruppo di Progetto Infrastrutture e Progetti Urbani Piano d’Azione Stati Generali NORD La Nostra Città RE AreaNord opuscolo 2011.indd 1 RE AreaNord opuscolo 2011.indd 1 14/06/12 17.44 14/06/12 17.44

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Il futuro dell’Area Nord

Gruppo di ProgettoInfrastrutture e Progetti Urbani

Piano d’Azione

Stati Generali

NORD

La Nostra Città

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Indice

PREMESSA

1. Lo sviluppo e i risultati del lavoro del Gruppo di Progetto

2. La cornice strategica di riferimento per la rigenerazione urbana dell’Area Nord

3. Gli Indirizzi Operativi Asse 1 - Infrastrutture Asse 2 - Progetti Urbani Asse 3 - Grandi Progetti

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Premessa

Il Gruppo di Progetto Infrastrutture e Progetti Urbani - come riporta il “Piano di Lavoro” illustrato in occasione dell’avvio dei lavori - ha il compito di garantire il coor dinamento e la sintesi tra i progetti di sviluppo infrastrutturale relativi alle tre competenze econo-miche distintive - Educazione (Reggio Children), Meccatronica (Club Meccatronica) ed Energia/Edilizia Sostenibile (Iren) - elaborati all’interno di specifi ci tavoli di lavoro e i progetti di trasformazione del territorio. Il suo obiettivo è quello di costruire una proposta operativa condivisa, il Piano d’Azione, che - sulla base degli assi strategici di sviluppo indicati dal Masterplan - ha lo scopo di defi nire le linee guida della trasformazione, nonché il quadro specifi co delle opere infra-strutturali, dei grandi progetti, degli interventi di nuova costruzione e riqualifi cazione dello spazio pubblico e privato e del sistema dei servizi utilizzando criteri di coerenza, priorità e realizzabilità tecnica e amministrativa.Il Piano d’Azione oggetto del presente documento si confi gura di fatto come la riela-borazione sintetica e ragionata delle sessioni di lavoro svolte dal Gruppo di Progetto Infrastrutture e Progetti Urbani (GdP). Si tratta dunque del report riassuntivo dei risultati emersi nel tavolo tecnico convocato e organizzato dal Comune di Reggio Emilia - a cui hanno partecipato la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Reggio Emilia, la Circo-scrizione Nord-Est, la Camera di Commercio e gli Ordini Professionali - per la defi nizio-ne di indirizzi e progetti operativi fi nalizzati alla trasformazione e rigenerazione urbana dell’Area Nord. Il Piano si articola in tre parti.La prima parte descrive le fasi salienti della attività del Gruppo di Progetto e traccia un bilancio dei risultati conseguiti, puntando l’attenzione sul coinvolgimento, a partire dalle prime fasi dei lavori, del mondo economico locale. Si incentra inoltre sull’apporto offerto dal Gruppo alla costruzione del Documento Programmatico per la Qualità Urbana dell’A-rea Reggiane, propedeutico alla redazione del successivo Programma di Riqualifi cazione Urbana, e alla redazione dell’Avviso pubblico per la raccolta e la selezione di manifesta-zioni di interesse e proposte riguardo ad interventi da programmare nel primo Piano Operativo Comunale (POC).La seconda parte, servendosi dei contributi offerti dai consulenti invitati dall’Amministra-zione Comunale e dai tecnici degli altri enti e soggetti coinvolti, individua i temi cardine attorno ai quali è stata costruita la cornice strategica di riferimento per la progettazione e realizzazione degli interventi.La terza parte descrive gli Indirizzi Operativi scaturiti dal lavoro del tavolo tecnico, contestualizzandoli rispetto agli assi strategici di sviluppo che costituiscono la struttura del Masterplan per l’Area Nord. Il documento è integrato da quattro allegati esplicativi. L’Allegato 5 illustra lo schema di collegamento tra i 3 obiettivi strategici posti dal Masterplan, i 12 Indirizzi e i 47 Progetti Operativi scaturiti dal lavoro del GdP. Gli allegati 6 - 7 - 8 utilizzano supporti cartografi ci per rappresentare e trasferire, seppure in forma indicativa, i medesimi indirizzi e progetti operativi sull’impianto territoriale dell’Area Nord.A conclusione di questa premessa va sottolineato che il Piano d’Azione si confi gura come l’ultimo atto del processo di pianifi cazione strategica territoriale avviato con il Masterplan dell’Area Nord nel marzo 2010 e, contemporaneamente, come il punto di partenza di un percorso di discussione e condivisione che attraverso il Piano Operativo Comunale (POC) dovrà portare alla progettazione urbana e architettonica degli interven-ti pubblici e privati di trasformazione e rigenerazione dell’Area Nord.

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1Lo sviluppo e i risultati del lavoro del Gruppo di Progetto

Il Masterplan dell’Area Nord ha proposto alla città uno scenario di sviluppo strategico in-centrato sulla relazione sistemica di tre dimensioni: quella territoriale, quella economica e quella sociale. Sulla base di questo scenario gli interventi infrastrutturali e di riqualifi cazio-ne e trasformazione urbana da programmare e in attuazione nel quadrante nord della città dovranno avere il compito di: favorire il potenziamento delle tre principali competenze distintive della città (Educazione, Meccatronica ed Energia/Edilizia Sostenibile), sostenere la loro capacità di assumere il ruolo di fattori trainanti per un nuovo modello di sviluppo locale, contribuire in maniera determinate ad estendere l’effetto città in termini di nuova e maggiore qualità della vita.

Questo scenario, in cui sono stati concretamente defi niti gli obiettivi prioritari da persegui-re, gli ambiti territoriali su cui intervenire e i principali temi progettuali da svolgere, è stato assunto come punto di partenza della successiva fase operativa che, a partire dall’aprile 2010, ha visto la costituzione, sotto la regia dell’Amministrazione Comunale, di tre gruppi di progetto sulle competenze strategiche distintive (Educazione, Meccatronica ed Energia/Edilizia Sostenibile) e, successivamente, a partire dal novembre 2010 di un quarto gruppo di progetto trasversale, il Gruppo di Progetto Infrastrutture e Progetti Urbani (GdP), co-stituito da fi gure tecniche della Regione Emilia Romagna, della Provincia, del Comune di Reggio e della Circoscrizione Nord-Est (dirigenti e consulenti), della Camera di Commercio e degli Ordini Professionali.

L’attività del gruppo, che si è svolta in 12 sedute dal novembre 2010 al maggio 2011, si è avvalsa di un ambiente on line basato sulla tecnologia web 2.0 che ha permesso un elevato livello di interazione tra i partecipati facilitando sia lo sviluppo operativo del processo, sia la condivisione dei materiali messi a disposizione nella fase preparatoria (in entrata), sia i contenuti scaturiti da contributi specifi ci e dalle fasi dibattimentali (in uscita).Parallelamente è stata garantita trasparenza e informazione sullo stato e gli esiti del percor-so attraverso l’aggiornamento periodico del sito www.municipio.re.it/areanord, nel quale sono stati pubblicati regolarmente i report degli incontri, e la presentazione degli esiti ope-rativi dei lavori alle Commissioni Consiliari del Comune e della Provincia di Reggio Emilia.

Il lavoro, mantenendo sostanziale coerenza con il processo illustrato e delineato nel docu-mento preparatorio titolato Piano di Lavoro, si è articolato in tre fasi distinte: - la fase di descrizione che ha defi nito il quadro conoscitivo territoriale e lo stato di avanzamento dei progetti di sviluppo delle tre competenze strategiche distintive; - la fase di progettazione che ha defi nito la cornice di riferimento, gli Indirizzi Operativi e i progetti d’intervento, coordinandoli con i progetti di sviluppo infrastrutturale delle tre competenze strategiche distintive e la programmazione delle opere pubbliche; - la fase di attuazione che ha defi nito i criteri di valutazione per la selezione delle proposte di trasformazione da inserire nel Piano Operativo Comunale (POC).

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Nello specifi co la fase di descrizione ha impegnato i tecnici dell’Amministrazione Comuna-le e Provinciale in un’importante attività di sistematizzazione e restituzione dei fenomeni territoriali, delle manifestazioni urbane e delle opere infrastrutturali in atto e futuribili, per fi ssare un contesto di riferimento condiviso proiettato oltre la semplice fotografi a dello sta-to di fatto. Un lavoro che ha prodotto e messo a disposizione del gruppo in forma interat-tiva, grazie all’impiego della tecnologia web 2.0, un’ingente quantità di materiali (strumenti urbanistici, piani attuativi, progetti di opere pubbliche in corso e in elaborazione), raccolti e raccontati attraverso 27 presentazioni in slide show, 13 video e un vasto apparato carto-grafi co, fotografi co e documentario.

Questa fase si è sviluppata in parallelo rispetto alla redazione dei contenuti dell’Accordo Territoriale tra la Provincia e il Comune di Reggio Emilia per i poli funzionali dell’Area Nord, accordo che, sulla base L.R. n. 6/2009, ha avuto lo scopo di realizzare un migliore coordinamento nella defi nizione delle politiche territoriali e nella programmazione e attua-zione degli interventi attuativi. In tal modo ha permesso di porre all’attenzione del Gruppo di Progetto il quadro di dettaglio degli obiettivi e delle azioni previsti dall’accordo per la defi nizione dell’assetto urbanistico, funzionale, ambientale e infrastrutturale dei principali ambiti di intervento dell’Area Nord, con particolare riferimento al Polo Funzionale 1 (“Nuo-ve porte della città: Stazione Mediopadana - Nuovo Casello - Fiera”) e al Polo Funzionale 4 (“Stazione Ferroviaria RFI - Centro Intermodale (CIM) e ex-Offi cine Reggiane”).

L’obiettivo è stato quello di costruire, tramite la messa in rete e il confronto di differenti competenze professionali in rappresentanza dei principali attori locali, il Piano d’Azione per un progetto di territorio fi nalizzato al coordinamento della trasformazione e riqualifi -cazione urbana, infrastrutturale e paesaggistica dell’Area Nord. Un Piano d’Azione che si confi gura come uno strumento tecnico-operativo a servizio degli organi istituzionali e di governo, da alimentare sia con un percorso dialogico aperto allo scambio di conoscenze, analisi e prospettive sugli interessi pubblici collettivi; e sia con un percorso procedurale attuativo che trova nel POC lo strumento in grado di attribuirgli concreta fattibilità tecnica, amministrativa ed economica.

In una prospettiva che si poneva dunque come traguardo, non solo di condividere il mag-gior numero di contributi tecnici, ma anche di mettere a sistema tutti i progetti pubblici e privati e tutti gli strumenti di pianifi cazione in essere, in fase di redazione o di possibile realizzazione relativi all’Area Nord, il Gruppo di Progetto ha svolto un importante lavoro di orientamento, mediazione e allineamento che ha portato al conseguimento di due im-portanti risultati: - Il primo risultato ha confermato e avvalorato in termini di fattibilità tecnica la manifestazione d’interesse da parte delle tre competenze strategiche distintive a posizionare e sviluppare le loro sedi e i loro centri di ricerca nell’Area Reggiane, per trovare nella prossimità, reciprocità e contaminazione nuove forme di scambio e condivisione di conoscenze in grado di creare occasioni di crescita e sviluppo per mantenere ed aumentare la competitività del sistema economico reggiano. Si tratta di fatto della costituzione del Parco Conoscenza_Innovazione_Creatività che grazie alla compresenza di due polarità pubbliche - il Centro Internazionale Loris Malaguzzi, sede istituzionale e operativa di Reggio Children, e il Tecnopolo, futura sede dei laboratori nel campo della meccatronica, delle energie rinnovabili, dell’edilizia sostenibile e dell’agroalimentare dell’Università di Modena e Reggio e di CRPA spa - dovrà svolgere il ruolo di driver per una rete di alta tecnologia funzionale all’attivazione, da parte dei laboratori, dei centri di ricerca e delle imprese presenti nel Parco, di collaborazioni e commesse nazionali e internazionali. Inoltre dovrà

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svolgere il compito di display comunicativo per amplifi care la visibilità delle eccellenze reggiane oltre l’ambito locale. - il secondo risultato è giunto alla defi nizione di una cornice strategica di riferimento all’interno della quale si collocano 12 Indirizzi Operativi e 47 Progetti che danno conto: del quadro delle opere infra strutturali di collegamento, dei grandi progetti di trasformazione fi sica e funzionale delle principali polarità, degli interventi di riqualifi cazione e valorizzazione della città pubblica e privata e della rete di paesaggio, delle opere di miglioramento e salvaguardia ambientale, della qualifi cazione potenziamento del sistema dei servizi. In particolare i progetti sono stati suddivisi e articolati secondo tre differenti modalità di lettura: in base alla loro capacità di rimuovere le criticità esistenti, di mettersi “alla pari con gli altri” per competere, di guadagnare vantaggi competitivi per eccellere. A questa griglia interpretativa se n’è aggiunta una seconda, che li ha classifi cati in base alla loro tipologia, e una terza, che li ha suddivisi in base ai soggetti attuatori (Comune di Reggio Emilia, altri enti pubblici e attori privati).

Il lavoro del GdP fi n dalle prime battute è diventato spunto di rifl essione e confronto anche per il mondo economico reggiano. In questo senso il contributo della Cooperativa Archi-tetti Ingegneri Urbanistica (CAIRE - URB) nello specifi co del dottor Giampiero Lupatelli e dall’architetto Ugo Baldini - presente in rappresentanza della Camera di Commercio, è stato determinate in quanto a partire da un’analisi sulla condizione di centralità dell’Area Nord relativamente alla sua infrastrutturazione sociale e urbanistica e ai temi economici rilevanti per l’innovazione e il successo della città, ha costituito i presupposti per l’organiz-zazione di un percorso inclusivo con i principali stakeholders del sistema imprenditoriale locale. L’occasione è stato l’OST (Open Space Technology) dal titolo Quale Area Nord per Quale Reggio? organizzato dalla Camera di Commercio in collaborazione con CAIRE-URB il 28 febbraio 2011 e incentrato in cinque spazi di lavoro che di fatto - come risulta eviden-te dal report presentato successivamente al GdP - hanno indagato e messo a fuoco alcune tra le questioni più rilevanti dell’Area Nord: - Show room per le eccellenze a Reggio Emilia - Riqualifi care per attrarre di più sulle eccellenze esistenti - Messa in rete fra pubblico e privato - non solo infrastrutture, ma anche circolazione di idee e culture - Viabilità e collegamenti - Ex Offi cine Reggiane - quali contenuti

Il lavoro del Gdp è stato importante anche per la costruzione del Documento Program-matico per la Qualità Urbana (DPQU) per la rigenerazione urbana dell’Area Reggiane, approvato dalla Giunta Comunale nel novembre 2011. La discussione e il confronto svilup-pato nei diversi incontri intorno all’Area Reggiane, infatti, ha permesso di mettere a fuoco i principali indirizzi operativi da perseguire, fornendo indicazioni e conferme agli uffi ci comunali incaricati alla stesura del documento che di fatto - come riporta come LR 20/2000 - contiene gli obiettivi di riallineamento funzionale e qualitativo che costituiscono (…) le priorità di interesse pubblico per l’Area Reggiane.

Dal punto di vista operativo, il contributo più rilevante offerto dal GdP è quel-lo di supporto alla costruzione del Piano Operativo Comunale. Per ciò che con-cerne la fase preliminare alla redazione del POC, ovvero la pubblicazione (tra settembre 2011 e gennaio 2012) dell’Avviso per la raccolta e la selezione di manife-stazioni di interesse e proposte riguardo ad interventi da programmare nel pri-mo Piano Operativo Comunale (POC), gli indirizzi operativi scaturiti dal Piano d’Azione sono stati presi a riferimento per la costruzione delle disposizioni specifi che

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relative all’Area Nord, inserite allo scopo di orientare quanto più possibile i proponenti verso la formulazione di proposte coerenti con le strategie di trasformazione del territorio messe in campo dall’Amministrazione Comunale e instaurare dunque un dialogo tra pro-gettualità pubblica e progettualità privata.Per quel che riguarda la fase in corso del procedimento di formazione del POC, il lavoro svolto dal GdP ha il compito di fornire alle fasi tecniche istruttorie gli strumenti idonei per valutare e selezionare le proposte di trasformazione urbana dell’Area Nord da sottoporre alla Giunta Comunale e, successivamente, al Consiglio Comunale per per la loro adozione e approvazione.

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2La cornice strategica di riferimento per la rigenerazione urbana dell’Area Nord

Questa parte del documento intende individuare e defi nire la cornice strategica di rife-rimento che inquadra e sostiene i 12 Indirizzi Operativi e i 47 Progetti individuati dal Gruppo di Lavoro che dovranno guidare gli interventi pubblici e privati di rigenerazione e trasformazione dell’Area Nord. A tal fi ne si è scelto di impiegare una sintesi dei contributi scritti e dialogici (utilizzando in questo specifi co caso i report degli incontri) emersi duran-te le fasi di lavoro del GdP. Il ruolo di protagonista è lasciato agli interventi dei consulenti invitati dall’Amministrazione Comunale e dei tecnici degli altri enti e soggetti coinvolti. Si tratta di una breve raccolta antologica che non intende dar conto del susseguirsi crono-logico del dibattito, imbrigliandolo all’interno del rigido e mero susseguirsi dei fatti, ma intende piuttosto delineare un percorso narrativo ragionato in grado di mettere in valore, collegandoli e facendoli interagire tra loro, i temi cardine del confronto emersi a seguito dell’analisi critica dei materiali messi a disposizione. Temi cardine che tutti i membri del gruppo hanno concordato essere centrali rispetto al futuro dell’Area Nord e in particolare rispetto alla sua infrastrutturazione e trasformazione urbana e che, al di là delle loro speci-fi cità, dei loro meccanismi e dei loro aspetti fenomenologici, sono collegati da un unico fi lo rosso che si dipana innanzitutto tra la necessità di un ritorno della città pubblica al centro del dibattito e delle strategie di trasformazione dell’Area Nord e l’esigenza di un passaggio dalla pianifi cazione urbanistica alla progettazione urbana, dagli strumenti di governo agli strumenti di disegno del territorio. In secondo luogo tra la defi nizione di ambiti concettua-li che superano la dimensione geografi co-territoriale per calarsi all’interno di dimensioni simbolico-identitarie che vedono nell’Area Nord lo specchio della città del ’900 e la pro-iezione della città del futuro, e il passaggio da progetti di paesaggio “passivo”, incentrati sulla salvaguardia e mitigazione, a progetti di paesaggio “attivo” che guardano al ruolo del paesaggio come infrastruttura connettiva e relazionale, palinsesto naturale e artifi cia-le fi nalizzato alla modellazione del suolo. Infi ne tra la fi ducia nella capacità della città di continuare a rigenerarsi e risegnifi carsi attraverso processi di sostenibilità e il timore della sua frammentazione e dissoluzione, anche a causa di fenomeni sovra-determinati, in for-me insediative “periferiche” che non si sviluppano più secondo la logica della cintura, ma secondo il modello dell’arcipelago mobile caratterizzato da fenomeni di degrado, “vuoto” di signifi cati, assenza di qualità urbana, servizi e relazioni umane.

Lungo questo fi lo rosso, dunque, nonostante differenti professionalità, esperienze e incli-nazioni dei partecipanti al GdP, sono rimasti ben ancorati quattro temi cardine, quattro punti fermi attorno ai quali ha preso forma, per successive approssimazioni e con opera-zioni di somma e sottrazione, la cornice strategica di riferimento all'interno della quale è stato disegnato il Piano d’Azione per l’Area Nord: - 1. la defi nizione della Area Mediopadana; - 2. la riqualifi cazione e risegnifi cazione urbana; - 3. la trasformazione e rigenerazione dell’Area Reggiane; - 4. la Stazione Mediopadana e la rete infrastrutturale.

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Il primo tema cardine affrontato dal GdP è stato la defi nizione della dimensione territoriale attraverso cui tradurre, analizzare e valutare gli argomenti di discussione posti sul tavolo. I rapporti con il centro storico e con il resto della città, ma soprattutto con una nuova di-mensione interprovinciale e interregionale, defi nita dalla letteratura di settore “area vasta”, hanno trovato unanime condivisione a partire dall’analisi dell’Area Metropolitana Medio-padana defi nita dalla Regione Emilia Romagna - costituita dalle aree metropolitane di Par-

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TAVOLA 1_ Area Mediopadana

ma, Reggio Emilia e Modena - e dal suo allargamento verso nord alle province di Cremona e Mantova. Si viene a identifi care così una nuova area Area Mediopadana che si estende per circa 8000 km2 e si attesta su un bacino di popolazione pari a circa 2 milioni abitantiTale dimensione geografi ca, economica e sociale, trova fi n da subito non solo condivisio-ne, ma anche espliciti e precisi riferimenti negli strumenti di pianifi cazione e programma-zione territoriale, in particolare nel Piano Strutturale Comunale e nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.L’intervento dell’architetto Anna Campeol, Dirigente del Servizio Pianifi cazione Territoriale della Provincia di Reggio Emilia, è estremamente chiaro in merito quando, nell’enunciare i “Fondamenti del PTCP”, pone al primo posto il fatto che: […] le politiche settoriali sovraordinate e provinciali confl uiscono in uno strumento coor dinato e di coerenza con riferimento agli interessi collettivi di area vasta, uno strumento le cui linee strategiche si traducono in obiettivi ed azioni integrate che interessano bacini d’utenza sovra-provinciali e, nel caso specifi co delle infrastrutture, si identifi cano con il “Bacino Padano”.

Sulla stessa lunghezza d’onda si articola il contributo dell’architetto Gianni Boeri che, co-adiuvato dall’ingegner Marco Poli e dal geometra Francesco Spallanzani, introduce la rela-zione redatta per conto dell’Ordine degli Ingegneri, dell’Ordine degli Architetti e del Colle-gio dei Geometri di Reggio Emilia e Provincia con una premessa metodologica sostanziale: […] il punto di partenza di tutte le rifl essioni è stata la scelta di utilizzare la dimensione geografi ca dell’area vasta come lente per leggere e interpretare tutte le questioni poste sul tavolo. Un’area vasta intesa come città lineare sulla via Emilia che comprende Modena, Reggio e Parma, ma anche come proiezione verso nord di questo sistema, in particolare verso Mantova e Verona.

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All’interno di questa area geografi ca di riferimento, prosegue Boeri, un tema centrale ri-spetto alle rifl essioni svolte riguarda le infrastrutture: […] all’interno della città lineare ipotizzata e in relazione alla nostra posizione centrale, le infrastrutture devono probabilmente raggiungere standard quantitativi e qualitativi maggiori rispetto a quelli consueti per reggere la concorrenza delle altre città. […] Infrastrutture alla scala vasta che dovranno collegare Reggio con le realtà circostanti per dare linfa vitale alla stazione nascente, ma infrastrutture che dovranno riguardare anche la riorganizzazione della viabilità esistente e di progetto (ad esempio la via Emilia bis) per consentire il transito effi cace tra il nord e il sud della città e tra il centro storico e l’Area Nord. In questa direzione si danno per scontati gli interventi previsti nel PSC, ad esempio la chiusura dell’anello della tangenziale nord, ma altrettanto fondamentale si ritiene il collegamento funzionale tra la tangenziale nord e la tangenziale est, oggi in sofferenza, così come nodali si confi gurano la riqualifi cazione di viale Morandi, nato come asse attrezzato, che oggi va ridefi nito nel suo uso, e il ruolo della mobilità pubblica e in particolare della mobilità pubblica su ferro.

Se da un lato la questione della mobilità pubblica su ferro rispetto a una sua applicazione ad una dimensione territoriale di Area Mediopadana riscontra - come riporta l’intervento dell’Ing. Maurizio Tubertini in rappresentanza dell’Area Reti infrastrutturali, Logistica e Sistemi Mobilità della Regione Emilia-Romagna - la necessità di effettuare valutazioni ap-profondite circa la possibile applicazione del treno-tram alla rete ferroviaria regionale in ambito reggiano; dall’altro, con uno sguardo specifi co rivolto alla scala locale, essa diviene l’argomento di discussione su cui innestare il secondo tema cardine dei lavori e cioè la tra-sformazione dell’Area Nord attraverso la riqualifi cazione e risegnifi cazione dell’esistente.Soffermandosi proprio sul tema della mobilità pubblica su ferro, infatti, l’ingegner Giovan-ni Manfredini individua:

TAVOLA 2_Area Mediopadana_Ipotesi di sistema integrato di trasporto pubblico su ferro

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[…] le potenzialità insite nella trasformazione della linea ferroviaria esistente in tramvia, […] in grado di rigenerare e trasformare positivamente lo spazio urbano esistente.

TAVOLA 3_ Strasburgo. Gli effetti della tramvia sulla riqualifi cazione urbana

Dello stesso avviso è l’architetto Norberto Vaccari che, intervenendo in relazione ad una nuova mobilità urbana ed extraurbana, riscontra: […] l’importanza del trasporto pubblico locale nelle politiche per la mobilità e sulle tematiche della sostenibilità in termini urbanistici, cioè operare non per mera addizione di nuove parti di territorio ma riqualifi care l’esistente.

Proiettando questa impostazione anche al resto del sistema infrastrutturale, continua Vaccari: La via Gramsci può diventare l’asse ordinatore urbano che lega il centro storico a questo nuovo importante punto urbano; una sorta di nuovo viale Umberto I° il quale collegava il centro con la villa ducale di Rivalta, ma preferirei defi nirlo il nuovo Cardo Massimo, per le relazioni che ha a più vasta scala. Spazio pubblico fondamentale che, unito ad una previsione di riqualifi cazione dell’edifi cato su tutto l’asse viario, dalla circonvallazione alla stazione mediopadana, potrebbe degnamente rappresentare la porta di città. Riqualifi cazione che dovrebbe avere come priorità l’impedire l’ulteriore consumo di territorio agricolo vergine, presente soprattutto a est, sviluppando e favorendo la ristrutturazione dell’esistente anche attraverso interventi di sostituzione, privilegiando progetti partecipati, sperimentando nuove forme insediative, di mutua assistenza e convivenza.

Con un approccio differente, dal “basso” - come loro stessi dichiarano - volto a umaniz-zare il fatto tecnico e al recupero della memoria, ma sostanzialmente anch’esso attento alla lettura e comprensione dell’esistente è il contributo offerto dagli architetti Alessandro Ardenti e Roberto Nasi di Oltreluogo Studio su commissione della Circoscrizione Nord-Est: Analizzare, prima “creativamente” (quindi in modo attivo e al tempo stesso espressivo) poi normativamente, la testimonianza portata dal territorio credo stia alla base di un qualsiasi processo rigenerativo sia in termini urbanistici che più in generale culturali. Infatti, la convinzione è che lo spazio fi sico sia da praticare e da attraversare con il corpo, perché il movimento crea itinerari e costruisce luoghi mentali. Ecco, allora, mi dico: è utile esplorare, andare a vedere, osservare, ascoltare, raccogliere descrizioni e informazioni sul territorio, mettendo sullo stesso piano edifi ci, cose, storie antiche e nuove, non solo con l’occhio di chi vuole conservare oggetti che ci sembrano più belli o appartenenti ad una memoria collettiva, ma anche costruendo mappe, collegando storie e luoghi, lasciando che emerga in modo disaggregato e contraddittorio lo stato attuale delle cose, in evoluzione, cosa che riserva un sacco di sorprese. Lasciare

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che l’immagine della città emerga in tutta la sua dinamicità e confl ittualità. […] Penso che, da questo punto di vista la presenza di un museo-attivatore o centro di documentazione sia utilissimo nel diffondere descrizioni e memorie grezze, non epurate e normalizzate, con la consapevolezza dell’impossibilità di “esaurire” la ricchezza delle storie nel territorio.

Un approccio, quello di Oltreluogo Studio, che apre a ulteriori interpretazioni del territorio passando dalla morfologia urbana alla morfologia del paesaggio: Ciò che facilmente registriamo dalle esperienze dirette che svolgiamo “lentamente” sul territorio [dell’Area Nord] è che la scala di cui stiamo parlando è sicuramente quella in cui l’architettura si identifi ca nel paesaggio. Va detto che, come si evince dai livelli strategici sul modello di progettazione integrata descritti dal PTCP, il paesaggio rappresenta l’espressione della identità culturale e dei valori storico-testimoniali, naturali, morfologici ed estetici del territorio;

La riqualifi cazione urbana e del paesaggio volta a recuperare la città esistente, in particola-re la città pubblica, senza consumare nuovi suoli ma piuttosto rivalorizzando e tutelando la storia e l’identità delle realtà territoriali esistenti attraverso la rifunzionalizzazione del pa-trimonio e delle attività in disuso, trova naturale ricaduta e sviluppo nel terzo tema cardine messo in campo, quello legato alla trasformazione e rigenerazione urbana dell’Area Reggiane.

TAVOLA 4_Rigenerazione Urbana Area Reggiane. Indirizzi Operativi

Realizzare il Parco Innovazione_Conoscenza_Creatività attraverso l’insediamento, sviluppo e messa a sistema delle competenze strategiche della città.

Collegare l’area alla città e al centro storico attraverso il potenziamento dell’accessibilità pubblica e privata.

Trasformare l’area in una polarità urbana a servizio della città e del quartiere Santa Croce attraverso riqualifi cazione e valorizzazione della città pubblica.

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Un tema che Manfredini defi nisce: […] il succo vero dove si spera arrivino tutti i benefi ci derivanti dalla infrastrutturazione dell’Area Nord, e cioè quel Parco dell’Innovazione, della Conoscenza e della Creatività che fa capo all’area delle Reggiane. Qui si vede come risulta fondamentale la tramvia con la sua capacità di generare connessioni con la stazione storica e l’università. Nel senso che l’area delle Reggiane, in questa sua nuova confi gurazione funzionale fatta della presenza del Tecnopolo, del CIM, del Centro Internazionale Loris Malaguzzi e dell’Università (nel vicino e collegato Campus San Lazzaro), vede, grazie a questa concreta e possibile prossimità, non solo lo sviluppo positivo del senso e dell’effetto di comunità, ma anche la forte potenzialità e frequenza di interazione, di contaminazione e quindi di sviluppo creativo tra le diverse funzioni e i diversi campi di ricerca.

La valenza pubblica dell’area e il suo ruolo trainante nello sviluppo della società della co-noscenza vengono sottolineati anche dall’architetto Mauro Severi che propone: Coerentemente con questa impostazione e con una logica di integrazione del sistema formativo ed educativo locale che va dal Centro Internazionale Loris Malaguzzi fi no al Campus Universitario del San Lazzaro, la possibilità di insediare nelle Reggiane il nuovo polo scolastico di valenza provinciale. […] alla luce delle trasformazioni in atto, la collocazione del polo scolastico nell’area delle Reggiane è preferibile rispetto a una collocazione più a nord, in posizione isolata rispetto al resto della città.

Per Oltreluogo Studio: Le Reggiane rappresentano molto di quello che siamo, l’architettura popolare di Santa Croce ascolta, ancora oggi, dall’interiorità dei suoi quartieri, il Genius Loci del suo “midollo” storico. Santa Croce, come la Rosta, non costituisce più da tempo un’entità periferica; chiede infatti a pieno diritto di legarsi defi nitivamente alla città. Al tempo stesso, però, chiede di poter essere parte attiva di questo processo, per non fi nire vittima di strane astrazioni concettuali che a volte lo svolgimento dei piani produce anche inconsapevolmente.

Per fare questo - sempre secondo Oltreluogo Studio - occorre muoversi tra due piani: quel-lo prettamente urbanistico, enunciato dal professore Campos Venuti nel 2006 in occasione del convegno sulle Reggiane fi nalizzato ad assicurare all’area una sostenibilità ecologica e un tessuto sociale vario, plurale e vivo; e quello più antropologico volto a: […] trovare lo spazio nonché la giusta dimensione per un parco-museo geostorico sulla scienza ma anche sulla città, capace soprattutto di promuovere il patrimonio archivi stico delle Offi cine. […] vige ancora oggi la necessità di mantenere una presenza di tipo museale (noi ag giungeremmo di natura diffusa, quindi capillarmente inserita ed attivamente coinvolta nelle trame urbane dei quartieri), sui fenomeni che qui hanno avuto le loro origini: altissima qualità della tecnologia meccanica reggiana, la storia e l’evoluzione del movimento operaio e sindacale e lo straordinario sviluppo, dopo lo smantellamento post-bellico, della piccola e media impresa meccanica. Tutto questo da affi ancare ad una sezione moderna - il futuro Tecnopolo - che sappia guardare al futuro e sia, al contempo, luogo di incontro e promozione dei punti di eccellenza del sistema economico e produttivo della provincia.

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Il valore della memoria e della storia dell’Area Reggiane diviene per Manfredini occasione per porre l’attenzione sulla confi gurazione dello spazio urbano, delle architetture che lo compongono e caratterizzano e sulle modalità di intervento più consone allo spirito del luogo e del tempo. Il paradigma di riferimento è la trasformazione delle vecchie Offi cine Alstom all’Ile de Nantes, dove: “Respect de l’histoire du site” è lo slogan fatto proprio dalla committenza e dai progettisti. La logica del progetto è di tipo concettuale, basata sull’idea del “parassita architettonico”, di un corpo innestato in un altro corpo, di architetture che nascono a partire da altre architetture. La stratifi cazione storica della città non è più vista come cancellazione o sostituzione, ma come sovrascrittura, come nuovi testi sopra altri testi, con i secondi che arricchiscono i primi di nuovi signifi cati. Questa integrazione deve rifl ettersi anche nelle architetture e nella struttura urbana dell’area in senso sia orizzontale che verticale [e deve essere caratterizzata] dal protagonismo dello spazio pubblico e dalla sua pervasività e continuità […] fra esterno e interno.

TAVOLE 5_ Area Reggiane. Tecnopolo di Reggio Emilia

Per Manfredini comunque: […] il problema vero dell’Area delle Reggiane è il collegamento con la città e in particolare con il suo centro storico. Problema suddiviso in due ordini: lo scavalcamento della ferrovia (sopra o sotto) e la scelta della direttrice da privilegiare per il collegamento a sud con la città. L’esigenza di collegamenti infrastrutturali con la città e in particolare con il centro storico è ribadita anche da Severi: […] dal punto di vista delle connessioni fi siche con la città, questione nodale per il funzionamento dell’area delle Reggiane, l’idea dell’interramento della ferrovia storica e della stazione oggi è un’utopia, ma domani una possibilità da tenere aperta.

Concorda con questa impostazione anche l’architetto Marcella Mastropietro che, interve-nendo sul tema dell’accessibilità all’Area Reggiane, sottolinea: […] le soluzioni per l’accesso all’area sono da studiare molto attentamente, anche alla luce delle funzioni insediate: il polo scolastico risulterà servito prevalentemente tramite il trasporto pubblico locale, mentre il Tecnopolo richiederà un’accessibilità adeguata dalla grande viabilità.

E inoltre pone come questione di fondo il rapporto con il centro storico ribadendo: […] la necessità che le trasformazioni previste alle reggiane e più in generale nell’Area Nord siano pensate in funzione del valore che possono avere per la città, evitando di localizzarvi usi attrattivi che inneschino meccanismi di competizione con il centro

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TAVOLA 8_Area Reggiane. Accessibilità privata

TAVOLA 7_Area Reggiane. Accessibilità pubblica

TAVOLA 6_Area Reggiane. Accessibilità ciclabile e pedonale

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storico e creando, invece, un effi cace collegamento con lo stesso attraverso la riqualifi cazione degli assi viari storici e del trasporto pubblico locale.

Il quarto tema cardine, quello prettamente infrastrutturale, ha focalizzito la sua attenzione intorno a tre questioni: la funzione del nodo mediopadano costituito dal rapporto sinergi-co tra la linea AV e l’autostrada A1, il ruolo del trasporto pubblico (su gomma e su ferro) e l’effi cienza della rete viaria nel suo complesso.I professionisti intervenuti nel dibattito hanno affrontato le tre questioni con sensibilità e punti di vista differenti che, analizzati a fondo, non trovano contrapposizione nei fi ni da perseguire, ma piuttosto nei mezzi e nelle modalità da impiegare per raggiungerli.Rispetto alle prime due questioni è signifi cativo l’intervento di Boeri: Sempre in termini di mobilità, occorre superare il dualismo ideologico ferro-gomma, generando tra i due sistemi momenti di integrazione, che trovano nel tram-treno e nella realizzazione del nodo di interscambio con l’autostrada due progetti importanti su cui lavorare.

Dello stesso parere è Manfredini che sottolinea: […] l’importanza e la novità, rispetto al dibattito cittadino in corso, di due temi: il tram- treno, che fonda la sua effi cacia e la sua fattibilità sul riutilizzo dell’armamento ferroviario esistente, e il nodo mediopadano, con l’area di sosta sull’autostrada, un’operazione innovativa e dalle molteplici potenzialità. Rispetto a questi due progetti e alle loro potenzialità rimangono aperti alcuni quesiti che riguardano il vincolo oggettivo del binario unico della linea FER che dovrebbe essere utilizzata dal tram-treno e il doppio affaccio dell’area di sosta, aperta da un lato verso l’autostrada e dall’altro verso la città: un doppio affaccio molto interessante, che apre sicuramente a svariate prospettive di sviluppo e di fruizione, ma che, come è sottolineato nei documenti illustrati e messi a disposizione, non deve incorrere nel rischio di generare una nuova funzione che drena ulteriori energie alla città.

TAVOLA 9_Nodo Mediopadano.Nodo intermodale e di interscambio tra linea alta velocità, linea FER e autostrada A1

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Il tema della stazione mediopadana viene affrontato anche da Severi che sposta l’attenzione sulla necessità di creare: […] una forte connessione fi sica e percettiva tra la stazione dell’Alta Velocità e la città, connessione ad oggi resa molto diffi cile dalla presenza dell’autostrada. In questa direzione [l’architetto suggerisce di] negoziare con la Società Autostrade, che ha in cantiere la prossima realizzazione della quarta corsia, la possibilità di trasformare in un viadotto il tratto di autostrada, attualmente su scarpata, che fronteggia la stazione o, in subordine, di predisporre non uno, ma più sottopassi all’autostrada in modo da consentire la massima permeabilità nell’attraversamento da parte di altre infrastrutture. […] ulteriore tema quello relativo alla necessità di pensare alla struttura e alla funzione dello spazio compreso tra l’autostrada e la TAV.

Il concetto del rapporto più stretto tra nuove modalità di trasporto pubblico, la stazione e la città, viene ripreso da Vaccari che nel suo intervento sottolinea come: […] impostare un sistema di trasporto pubblico solo in funzione della nuova stazione, sia una negazione delle reali esigenze attuali di tutta la città e una occasione persa per il futuro anche prossimo. Meglio quindi ripensare ad una rete che riesca a soddisfare le esigenze della città ed al cui interno trovi organica soluzione il collegamento con la nuova stazione.

Rispetto al tema delle infrastrutture viarie e dei possibili collegamenti stradali, vi è piena condivisione di impostazione tra Boeri e Severi. Il primo, infatti, afferma che: […] occorre passare dalla “pianifi cazione dei pieni alla pianifi cazione dei vuoti” [per un] adeguamento delle infrastrutture come supporto alle strategie di riqualifi cazione e sviluppo dell’Area Nord illustrate.Il secondo ribadisce l’esigenza di: […] una programmazione delle trasformazioni territoriali in grado di mantenere liberi adeguati spazi per consentire, in futuro, l’eventuale modifi cazione delle infrastrutture esistenti o la realizzazione di nuove infrastrutture.

Più specifi catamente calati nel contesto risultano gli interventi di Vaccari e dell’ingegner Lauro Sacchetti. Secondo Vaccari: Per quanto riguarda il trasporto privato, la nuova stazione si trova già egregiamente collegata a vari livelli. Per il livello urbano e per il livello extraurbano locale, la tangenziale e via Morandi assolvono in pieno il compito, mentre per il livello a scala vasta (le altre province) l’autostrada, attraverso il disegno impostato da Calatrava (cioè il nuovo casello, i ponti verso Bagnolo e via Filangeri), è già direttamente collegata. Vi è certamente la necessità di localizzare, alla fi ne di via Filangeri ed a ridosso di via Gramsci, un adeguato parcheggio, eventualmente pluripiano oltre che a terra, e da un semplice ponte sulla via Gramsci si potrà raggiungere la nuova stazione.

Il contributo di Sacchetti parte invece dalla necessità di riattribuire gerarchie e specializza-zioni al sistema viario esistente: […] facciamo in modo che le scelte non abbiano solo la coerenza delle intenzioni, ma anche la coerenza della fattibilità, e traduciamole a partire dai progetti elaborati in soluzioni percorribili. Ad esempio, le “cinque dita” (via Gonzaga, via Samoggia, viale Morandi, via Gramsci e via Petrella) che rappresentano le principali arterie di connessione tra l’Area Nord e la città in direzione nord-sud oggi non funzionano tutte e pertanto occorre

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fare una rifl essione su ciascuna di esse, in particolare sul rapporto di viale Morandi, che nasce da una idea urbanistica lontana e diversa da quella che poi si è concretizzata con via Gramsci, che oggi ci prefi guriamo come un boulevard.

La cornice strategica di riferimento scaturita da contributo offerto dai membri del gruppo di progetto attorno ai quattro temi cardine (la defi nizione della Area Mediopadana, la ri-qualifi cazione e risegnifi cazione urbana, la trasformazione e rigenerazione dell’“Area Reg-giane”, la Stazione Mediopadana e la rete infrastrutturale) incontra una proposta operativa di sintesi nell’intervento di Sacchetti:

[…] è necessario individuare gli ordini di priorità e le risorse per governare il cambiamento di una realtà in crisi che soffre più delle città vicine e che ha bisogno di trovare nuove strade. […] governare il cambiamento vuole concretamente dire prendere atto di questa situazione in cui la città si ritrova, individuare l’elenco delle priorità, delle idee, dei progetti da perseguire, ma contemporaneamente tradurli in una scala di valori prioritari in grado di dire quali progetti possiamo sostenere e quali no, come li realizziamo e come preserviamo le possibilità del fare ma non ci illudiamo di fare.

Una sintesi che, sempre secondo Sacchetti, nell’attuale quadro di riferimento trova fonda-mentale: […] il combinarsi del pubblico con il privato, che ha un’unica matrice nel POC, il Piano operativo comunale. Risulta quindi urgente avere in tempi brevi questo strumento operativo in grado di dare coordinate precise relativamente ai progetti da mettere in campo, alle loro priorità e alla loro fattibilità.

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3Gli Indirizzi Operativi

Di seguito sono elencati e descritti, rispetto ai tre assi strategici (Asse 1_Infrastrutture, Asse 2_Progetti Urbani, Asse 3_Grandi Progetti) individuati dal Masterplan quali riferimento per lo sviluppo del lavoro del Gruppo di Progetto, i 12 Indirizzi Operativi che, in relazione alle indicazioni generali e i temi cardine individuati dalla cornice strategica di riferimento illustrata nel capitolo precedente, tracciano le direttrici operative su cui s’innestano i progetti per la trasformazione e rigenerazione urbana dell’Area Nord.

ASSE 1 – INFRASTRUTTUREObiettivo: realizzare il Nodo Mediopadano per mettere in rete la città con l’Area vasta e l’Europa.

Indirizzo Operativo_01Collegamenti con l’Area vasta: trasformare la Stazione Mediopadana in nodo intermodale e di interscambio attraverso il potenziamento dei collegamenti e la connessione diretta alla rete portante nazionale.La prossimità tra la nuova linea ferroviaria dell’alta velocità e l’autostrada A1 rappresenta una peculiarità nel panorama infrastrutturale nazionale, in grado di estendere il bacino d’utenza della nuova Stazione Mediopadana ben oltre i confi ni locali per intercettare un sistema d’area vasta di circa 2 milioni di persone. Per fare questo è necessario il potenziamento della rete viaria portante nazionale (realizzazione della 4° corsia autostradale, creazione di nuovi corridoi di collegamento con le altre tratte autostradali ad esempio della Cisa e del Brennero) e la connessione diretta tra la Stazione e l’autostrada A1 tramite un sistema infrastrutturale di scambio, il nodo mediopadano, che potrà fungere anche da nuova area di sosta. Il nodo, in qualità di collegamento fi sico e funzionale tra autostrada e alta velocità attraverso caselli automatizzati e parcheggi attrezzati, garantirà lo scambio diretto auto/treno e treno/auto.

Indirizzo Operativo_02Collegamenti con il territorio interprovinciale: aumentare l’effi cienza del sistema infrastrutturale viario attraverso il rafforzamento e completamento della rete esistente (tangenziale e assi di scorrimento).L’effi cienza del sistema di collegamento stradale alla Stazione Mediopadana, non dipende dalla realizzazione di nuove infrastrutture, ma piuttosto da miglioramento e integrazione della rete viaria esistente. Individuata la Stazione Mediopadana come nodo centrale di questa rete, risulta indispendabile il completamento del sistema delle tangenziali (tangenziale nord e raccordi con la via Emilia e la tangenziale sud) in grado di raccogliere i fl ussi di traffi co provenienti dai quadranti sud, est e ovest del territorio interprovinciale. Rispetto al quadrante nord il collegamento in direzione Guastalla-Mantova è garantito dell’asse attrezzato, mentre in direzione nord-est occorre rendere più effi ciente la connes-sione Correggio-Carpi attraverso la realizzazione del casello Reggio Est; a nord-ovest invece risulta determinante il raccordo diretto con la tangenziale di Sesso.

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Indirizzo Operativo_03Collegamenti con la città e il centro storico: riorganizzare e specializzare gli assi viari principali di collegamento nord/sud attraverso la riqualifi cazione morfologica e funzionale della rete principale esistente e l’attivazione del Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM).La riqualifi cazione morfologica e funzionale del sistema infrastrutturale di collegamento nord/sud implica innanzitutto la specializzazione del sistema della mobilità esistente. Per quanto riguarda la mobilità su gomma va differenziato il ruolo di viale Morandi rispetto a quello di via Gramsci. Il primo dovrà assumere il compito di asse portante di accesso e distribuzione alle funzioni rilevanti dell’Area Nord e di collegamento “veloce” tra queste e il centro storico; il secondo di boulevard con funzione di connessione urbana ai quartieri e di collegamento “lento” al centro storico. Relativamente alla mobilità su ferro è di prossima attivazione il Sistema Ferroviario Metropolitano di collegamento tra la Stazione Mediopadana, la stazione FFSS e il Campus Universitario al San Lazzaro. Il SFM potrà ulteriormente evolversi in un sistema ad alta capacità in sede propria (tipo tramvia) per raggiungere una maggiore elasticità funzionale e maggiori livelli di performance del trasporto pubblico. In termini di qualità urbana, ciò permetterebbe anche di affrontare la problematica frammentazione territoriale imposta oggi dalle sedi ferroviarie e, conse-guentemente, di innescare nuovi processi di riorganizzazione e riqualifi cazione dello spazio pubblico.

Indirizzo Operativo_04Collegamenti interni: migliorare la viabilità di distribuzione alla scala di quartiere attraverso la riorganizzazione della mobilità interna pubblica e privata.Nonostante la questione della mobilità dell’Area Nord sia fortemente condizionata all’attuazione degli indirizzi operativi che dovranno agire a una scala più vasta, la scelta di investire su forme di mobilità “eco e logiche” rimane il punto di riferimento per la riorganizzazione dei collegamenti interni, pubblici e privati, ai quartieri residenziali e produttivi. In tal senso, oltre a una maggiore sinergia tra la pianifi cazione delle trasformazioni del territorio e la pianifi cazione della mobilità, e in particolare del trasporto pubblico, occorre trasformare le strade di quartiere da assi di scorrimento per le sole automobili in spazi urbani sicuri e di qualità ad uso di una pluralità di utenti (pedoni, ciclisti, automobilisti) per muoversi e per sviluppare relazioni e funzioni pubbliche e private tipiche della città.

ASSE 2 – PROGETTI URBANIObiettivo: generare “effetto città” per produrre qualità urbana.

Indirizzo Operativo_05La qualitá urbana: trasformare e rigenerare la città esistente attraverso la risegnifi cazione e riqualifi cazione dei “vuoti urbani” e della “città pubblica”.L’obiettivo della rigenerazione urbana è fi nalizzato al contenimento dell’espansione e a ridare signifi cato ad ampie parti di città che nel corso degli ultimi decenni hanno perso identità e qualità della vita. Mettere in campo strategie d’intervento focalizzate alla riqualifi cazione e trasformazione della città esistente signifi ca agire su una molteplicità di argomenti progettuali che hanno in comune il tema del “vuoto urbano”, inteso come spazio privo degli originari signifi cati e/o sprovvisto di nuove identità, e la città pubblica, intesa come l’insieme di luoghi, spazi, funzioni e servizi della collettività. In questo contesto diventano rilevanti gli interventi sulle aree dismesse da riqualifi care che il PSC individua come Ambiti di Riqualifi cazione Urbana, sulla città diffusa a “bassa” qualità fi sica e relazionale e sulle aree infrastrutturali e di frangia.

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Indirizzo Operativo_06L’ambiente: prevenire e curare le problematiche ambientali attraverso la minimizzazione dell’impatto ambientale prodotto dalle trasformazioni urbane.La riduzione dell’impatto prodotto dalle trasformazioni urbane è il tema cardine attorno al quale ruotano tutte le questioni ambientali che riguardano l’Area Nord e che interessano il mantenimento dell’equilibrio tra le risorse “consumate” e la loro capacità di riprodursi, la gestione dei rifi uti, la tutela delle acque, la salvaguardia del patrimonio naturale e il contrasto a tutte le forme di inquinamento. Un tema che non si può limitare a perseguire le “buone pratiche” del costruire bioecologico in termini di soluzioni tecnologie e materiali performanti, ma deve porsi l’obiettivo più ambizioso di ripensare ad un progetto di territorio in cui vi sia una forte integrazione tra il luogo dell’abitare e il luogo del lavorare attraverso densità, mescolanza funzionale e mobilità eco e sostenibile, lasciando ampio spazio allo sviluppo di modelli economici sostenibili che fanno capo fanno capo alla green economy, rimettendo al centro il ruolo e il rapporto con la natura.

Indirizzo Operativo_07Il paesaggio: ricostruire l’identità del territorio attraverso la modellazione del paesaggio come infrastruttura connettiva e relazionale.La rigenerazione urbana e la ricostruzione dell’identità dell’Area Nord passa attraverso un progetto di paesaggio attivo che segna il passaggio culturale da semplici azioni di salvaguardia e mitigazione a vere e proprie azioni di strutturazione e modellazione del territorio. Il Progetto RETE (Reggio Emilia Territorio Esteso) che opera da alcuni anni in questa prospettiva partendo dalla lettura dei segni del paesaggio originario ha individuato due specifi ci ambiti di intervento. Il primo si rapporta con la Cintura Verde quale rete ecologica portante della città attraverso la salvaguardia dei “cunei verdi”, la valorizzazione dei “boschi urbani” come risorse naturali di connessione al sistema delle acque che gravita sul parco fl uviale del Rodano. Il secondo cerca connessioni e relazioni dirette con la “città diffusa”, con i suoi quartieri, le sue infrastrutture, disegnando un palinsesto verde che fa perno sul sistema dei viali urbani e delle aree verdi pubbliche esistenti e di progetto.

Indirizzo Operativo_08I servizi: rafforzare e innovare il sistema dei servizi in relazione sinergica con la città attraverso l’ampliamento, la qualifi cazione e la specializzazione dell’offerta.I servizi e le funzioni di eccellenza dell’Area Nord dovranno fungere da leve per la crescita della qualità urbana, il potenziamento infrastrutturale e lo sviluppo dell’intera città. Pertanto non si dovranno confi gurare come “competitivi” rispetto all’esistente, ma piuttosto si dovranno porre in un’ottica di relazione sistemica, di messa in rete e di creazione di condizioni di reciproco vantaggio. L’intera Area Nord, e in particolare i suoi Poli Funzionali, si prestano, grazie soprattutto alla presenza di un ramifi cato tessuto infrastrutturale (ulteriormente potenziato con la Stazione Mediopadana) ad ospitare e un sistema di servizi e funzioni complementari (terziario avanzato, formazione e ricerca, nodi di scambio intermodale delle persone) a sostegno della città del territorio provinciale e della più vasta Area Mediopadana.

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ASSE 3 – GRANDI PROGETTIObiettivo: potenziare le competenze distintive per sviluppare il nuovo modello economico della città.

Indirizzo Operativo_09L’Area Reggiane: realizzare il Parco Conoscenza_Innovazione_Creatività attraverso l’insediamento, lo sviluppo e la messa a sistema delle competenze strategiche della città.Il Parco si dovrà confi gurare come il fulcro infrastrutturale su cui il sistema città - inteso come la rete dei suoi attori sociali ed economici, pubblici e privati - potrà fare leva per elaborare azioni fi nalizzate al sostegno dello sviluppo di idee innovative, al supporto di imprese nuove ed esistenti e all’attrazione e mantenimento di talenti creativi.Per favorire lo sviluppo di questo contesto occorre innanzitutto concentrare risorse e investimenti per potenziare i servizi e le strutture del Centro Internazionale Loris Malaguzzi, realtà di assoluta eccellenza internazionale nel panorama dell’educazione pre-scolare presente e attivo da alcuni anni nell’area e potenziale attivatore di nuovi processi creativi in grado di contaminare le altre competenze strategiche della città che si andranno ad insediare nell’Area Nord. In secondo luogo è indispensabile far crescere il Tecnopolo per la Ricerca industriale e trasferimento tecnologico. Esso dovrà agire da portale promozionale del Parco Conoscenza_Innovazione_Creatività e, contemporaneamente, da magnete verso il sistema produttivo locale, per indurre le aziende che intendono investire sull’innovazione a insediare nel Parco i loro centri di ricerca e/o le loro fi liere di prodotto più avanzate. Infi ne è necessario recuperare le aree industriali dimesse da riutilizzare come supporto infrastrutturale in termini di spazi e dotazioni (pubbliche e private) per la collocazione di start-up e spin-off d’impresa, l’insediamento di nuove realtà produttive e di tutta quella sfera di attività legate al terziario avanzato, alla cultura, ai servizi e alle nuove forme dell’abitare e del vivere i luoghi che contraddistinguono i cluster creativi delle principali città europee.

Indirizzo Operativo_10L’Area Reggiane: collegare l’area alla città e al centro storico attraverso il potenziamento dell’accessibilità pubblica e privata.Il potenziamento dell’accessibilità si sviluppa attraverso un progetto di mobilità basato sulla integrazione sinergica di politiche di interscambio, di intermodalità e di sostenibilità. Il che signifi ca un forte coordinamento tra la mobilità su gomma e su ferro e tra la mobilità pubblica e privata nelle sue differenti forme (veicolare, ciclabile, pedonale). In questa direzione risultano determinanti tre livelli d’intervento. Il primo fi nalizzato alla creazione di un sistema di connessioni e relazioni urbane tra l’intera Area Reggiane e il centro storico, attraverso un percorso ciclo-pedonale in grado di permettere il superamento della barriera costituita dal fascio ferroviario. Il secondo rivolto ad aumentare l’effi cienza del trasporto pubblico su gomma e su ferro con l’attivazione del Sistema Ferroviario Metropolitano (SFM) di collegamento con la Stazione Mediopadana e il Campus Univer-sitario al San Lazzaro e al realizzazione di infrastrutture di collegamento diretto tra il Centro di Interscambio della Mobilità (CIM) e la zona sud della città. Il Terzo diretto alla creazione di un effi cace livello di accessibilità pubblica e privata tramite la realizzazione di collegamenti diretti alla rete viaria portante (sistema delle tangenziali e degli assi di scorrimento veloce).

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Indirizzo Operativo_11L’Area Reggiane: trasformare l’area in polarità urbana a servizio della città e del quartiere Santa Croce attraverso la riqualifi cazione e la valorizzazione della città pubblica.La città pubblica è l’elemento cardine su cui assestare i processi di connessione e relazione fi sica e funzionale dell’Area Reggiane. Qui la città pubblica assume il valore indiscusso di principale leva, non solo territoriale, ma anche economica e sociale - è il caso ad esempio del Tecnopolo e del suo stimolo diretto alla crescita della società della conoscenza - in grado, per dimensioni e potenzialità, di attivare nel breve e medio periodo processi virtuosi di riqualifi cazione urbana. Le politiche per la qualifi cazione e valorizzazione della città pubblica presente nell’Area Reggiane sono strettamente correlate alla nascita e allo sviluppo del Parco Innovazione_Conoscenza_Creatività di cui il Tecnopolo inseme al centro Internazionale Loris Malaguzzi è pedina fondamentale, ma anche a una maggiore accessibilità e connessione con il centro storico la rigenerazione urbana degli spazi pubblici aperti, delle strade, dei parchi, intesa non solo come riforma morfologica e funzionale di un luogo, ma anche come momento di ricostruzione dei suoi signifi cati. Fondamentale risulta la riqualifi cazione e trasformazione di Piazzale Europa nel Centro fi sico e funzionale del Parco Innovazione_Conoscenza_Creatività e nella piazza di collegamento tra l’Area Reggiane e il centro storico.

Indirizzo Operativo_12L’Expo Mediopadana: riqualifi care il sistema infrastrutturale delle Fiere di Reggio attraverso la riorganizzazione e il potenziamento delle strutture esistenti all’interno del sistema territoriale integrato Area Nord.La riorganizzazione infrastrutturale delle Fiere di Reggio dovrà essere occasione per potenziare il ruolo delle stessa come display comunicativo per amplifi care la visibilità del sistema delle competenze strategiche della città e come opportunità per ampliare il ventaglio dell’offerta di servizi fi eristici esistenti. In generale la riqualifi cazione del complesso delle strutture e delle aree a servizio delle Fiere di Reggio si dovrà sviluppare secondo un progetto urbano unitario in stretta relazione morfologica e funzionale con l’adiacente Area Industriale di Mancasale e le nuove polarità che si svilupperanno all’interno del Polo Funzionale 1 (PF1) Nuove porte della città: Stazione Mediopadana - nuovo casello - fi era.

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Sindaco Graziano DelrioAssessore alle Risorse del Territorio Ugo FerrariAssessore alla Mobilità, Infrastrutture e Lavori pubblici Paolo Gandolfi Assessore ai Progetti Speciali Mimmo Uberto Spadoni

Membri del Gruppo di Progetto Infrastrutture e Progetti Urbani

Paolo Ferrecchi Direttore Generale Reti Infrastrutturali, Logistica e Sistemi Mobilità_Regione Emilia-Romagna Anna Campeol Dirigente Servizio Pianifi cazione Territoriale_Provincia di Reggio EmiliaMassimo Magnani Direttore Area Pianifi cazione Strategica_Comune di Reggio EmiliaElena Edgarda Davoli Dirigente Politiche per lo Sviluppo Economico e Università_Comune di Reggio EmiliaAlessandro Meggiato Dirigente Politiche per la Mobilità_Comune di Reggio EmiliaMaria Sergio Dirigente Pianifi cazione e Qualità Urbana_Comune di Reggio EmiliaDavid Zilioli Dirigente Unità di Progetto Area Nord_Comune di Reggio EmiliaMauro Severi Studio SeveriLauro Sacchetti Studio Sacchetti e AssociatiGiovanni Manfredini Studio ManfrediniMarcella Mastropietro Studio Barbieri Manodori – MastropietroNorberto Vaccari Studio VaccariAlessandro Ardenti e Roberto Nasi Oltreluogo Studio_Circoscrizione Nord Est_Comune di Reggio EmiliaUgo Baldini e Giampiero Lupatelli CAIRE Urbanistica_Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Reggio EmiliaGianni Boeri Ordine degli Architetti provincia di Reggio EmiliaFrancesco Spallanzani Collegio dei Geometri provincia di Reggio EmiliaPiero Antonio Gasparini e Marco Poli Ordine degli Ingegneri provincia di Reggio Emilia

Francesca Bosonetto, Stella Ferrari Segreteria Tecnica, Servizio Pianifi cazione e Qualità Urbana

Francesca Vezzani, Silvia Mariani Cerati Unità di Progetto Progetti SpecialiSimona Poli Servizio Gestione e Sviluppo TecnologieLuisa Gabbi Staff del Sindaco

Servizio Comunicazione Relazioni Esterne e Marketing giugno 2012

Si ringraziano tutti i colleghi dell’Area Pianifi cazione Strategica che hanno collaboratoalla redazione di questo documento.

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