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Ufficio stampa

Rassegna stampamartedì 28 agosto 2012

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Il Resto del Carlino Bologna

La Repubblica Bologna

Il Sole 24 Ore

Italia Oggi

INDICE

Ex imprenditore si arrampica su Santo Stefano: «Datemi una casa»28/08/12 Cronaca 3

Anzola Fratelli d’Italia, il jazz si desta con Andrea Ferrario e Boltro28/08/12 Cultura e turismo 4

Debito ridotto al posto dei tagli28/08/12 Pubblica amministrazione 5

Condono edilizio, 27 anni di arretrato28/08/12 Infrastrutture, viabilità, trasporti, Pubblica amministrazione 6

Roma riduce il rischio-evasione28/08/12 Pubblica amministrazione 9

Autovelox ok se visibili e segnalati28/08/12 Pubblica amministrazione 11

Una boccata d'ossigeno per i comuni28/08/12 Pubblica amministrazione 12

Contratti, una e-mail per i pareri28/08/12 Pubblica amministrazione 13

Alessandria non pagherà gli stipendi28/08/12 Pubblica amministrazione 14

Un prefetto contro i ritardi del ministero dell'interno28/08/12 Pubblica amministrazione 15

Le autorimesse pagano la Tarsu28/08/12 Pubblica amministrazione 16

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il Resto del Carlino

BOLOGNA Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

28/08/2012 press unE

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TRAGEMA SEORA7S LO SFOGO CON I CAR.ABINIERI: «ABITO IN UN DORMITORIO E COS NON POSSO VEDERE I MIEI FIGLI»

Ex imprenditore si arrampica su Santo Stefano: «Datemi una casa» TRAGEDIA sfiorata ieri sera in piazza Santo Stefa-no, quando attorno alle 2230 un uomo di 45 anni, ex imprenditore edile, è salito sopra la chiesa dei protomartiri Santi Vitale e Agricola. L'uomo, M.S. di Anzola, ha scavalcato l'inferriata e si è arrampica-to sul tetto, a un'altezza di circa sei metri. La chiesa, che fa parte del complesso delle Sette Chiese, non guarda la piazza ma si affaccia su via Gerusalemme, a poca distanza dalla casa di Romano Prodi. Sul po-sto sono intervenuti subito i carabinieri del nucleo radiomobile e della compagnia Bologna centro, ol-tre a un equipaggio del 118, pronto al peggio. L'ex imprenditore ha poi spiegato ai militari le ragioni della protesta dicendo di essere in attesa di una casa dal Comune di Anzola.

IL 45ENNE, separato e padre di due figli, attual-mente dimora in un dormitorio e questo gli impedi-sce di trascorrere del tempo con i figli. Il tenente Landi, comandante del nucleo operativo dei carabi-

nieri, ha parlato a lungo con lui e dopo averlo fatto sfogare l'ha convinto a scendere, promettendo di sol-lecitare le pratiche relative al suo caso.

MA per far scendere l'uomo dal tetto è stato necessa- rio anche l'intervento di un'autoscala dei vigili del fuoco che l'ha riportato a terra in sicurezza. A dare

'UOW RAGNO' Alcuni passanti L'hanno visto arrampicarsi sulla chiesa dei Santi Vitale e Agricola

l'allarme erano stati alcuni passanti che avevano rife-rito al 112 di avere visto una specie di uomo ragno che si arrampicava sulla basilica di Santo Stefano, Per tutta la durata dell'operazione la zona é stata de-limitata con nastri bicolori per impedire l'avvicinar-si dei curiosi.

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28/08/2012 press LinE

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Direttore Responsabile: Ezio Mauro

.SR.5 g51:53.0.Z.N.

Fratelli d'Italia, il jazz si desta con Andrea Ferrario e Boltro

Il musicista jazz Andrea Ferrario: con il suo quartetto è ospite stasera di Anzola Jazz

T orna ad Anzola il grande jazz italiano, per la settima edizione dell'Anzola Jazz Festival, che inaugura stasera, sul palco

di Piazza Grimandi l'Andrea Ferrario Quartet e Flavio Boltro (ore 21,30, ingresso libero). Ogni martedì, per cinque settimane, sul palco veterani deljazz e giovani. 113 settembre tocca aAlberto Marsico e agli Organ Lo gistics, i110 a Jim Rotondi, che, nel pomeriggio, terrà anche unworkshop gratuito sui segreti della tromba. La serata del 17 sarà tutta per gli emergenti, con il live dei Mark Trio. Si chiude il 24 con la proiezione di un documentario su 50 anni di jazz a Bologna. Già annunciato il programma dell'edizione 2013, dedicata alle aree terremo-tate, protagonisti la Filarmonica di Mirandola e ijazzisti dei comuni colpiti dal sisma. (1.bor.)

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ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

I shulad, Già al lavoro sulla «controspending»

«Debito ridotto al posto dei tagli» ROMA

Mentre il governo accele-ra sull'attuazione della fase i della spending e imposta la fa-se 2 i Comuni preparano la loro "controspending". Fatta di due proposte forti: sostituire i 500 milioni di tagli del 2012 con un abbattimento equivalente del debito; promuovere un piano di investimenti che a stretto gi-ro consenta di ridurre la spesa corrente. Idee che sono già sta-te presentate al ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, e che il segretario generale dell'Anci, Angelo Rughetti, il-lustra al Sole 24 Ore.

Come forse si ricorderà, i municipi sono tra i soggetti più colpiti dal D195/2012, che è sta-to convertito a inizio agosto con la legge 135 e che prevede una riduzione del fondo di rie-quilibrio del federalismo di 500 milioni quest'anno, di 2 mi-liardi per il biennio 2013-2014 e di 2,1 miliardi dal 2015 in poi. En-tro il 30 settembre la Conferen-za Stato-città dovrà decidere la ripartizione dei sacrifici sul-le singole amministrazioni, che finirà poi in un decreto mi-nisteriale dell'Interno. Fermo restando che, anche senza l'in-tesa, il Viminale potrà comun-que provvedere e la distribu-zione avverrà sui consumi in-termedi del 2011.

Invista di quell'appuntamen-to i primi cittadini affilano le ar-mi. «Noi vogliamo fare una ri-duzione della spesa intelligen-te, che non abbia cioè come uni-co obiettivo il taglio dei trasferi-menti senò sarebbe la solita ma-novra», è la premessa da cui par-te Rughetti per chiedere che vengano messe nere su bianco le priorità a cui sono chiamati i vari livelli di governo. Perché, aggiunge, «se la priorità è l'ab-

battimento del debito allora al posto del taglio stabiliamo che i 500 milioni del 2012 i Comuni li utilizzino per ridurre i mutui e dunque abbattere il debito». Di pari passo, per il segretario ge-nerale dell'Anci, va avviato un piano di «investimenti in due o tre settori strategici che dal se-condo anno consenta di ridurre la spesa corrente». Purché ven-gano condivisi a monte gli obiettivi.

Ma se invece da quest'orec-chio l'esecutivo non ci sentisse e confermasse il taglio da 500 milioni nella sua conformazio-ne attuale? «A quel punto - ri-sponde Rughetti - è chiaro che dovremmo valutare se ci sono

«Sui Comuni manovra da 1 miliardo tra riduzione dei trasferimenti e minore gettito Imu, senza novità non ci sediamo al tavolo»

le condizioni per sederci di nuo-vo al tavolo con Bondi. Per me no». Anche perché, fa notare, in ballo ci sono ancora i 450 milio-ni legati al gettito Imu. Così sud-divisi: 300 milioni riguardano gli introiti sugli immobili comu-nali che sono stati erroneamen-te inclusi nelle stime iniziali di gettito; altri 150 si riferiscono al taglio del fondo di riequilibrio che è stato fatto sulla base dei dati Ici 2010 che nel frattempo sono stati rivisti. Insomma, con-clude Rughetti, sul comparto «si sta per abbattere una nuova manovra da quasi i miliardo». Che i municipi difficilmente po-tranno sopportare.

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ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

.Smtode, Dal 1985 le tre leggi per la regolarizzazione hanno prodotto migliaia di domande: da Roma al Salento i Comuni sono in difficoltà di Condono edilizio, 27 anni arretrato Nella Capitale irrisolto il 37% dei casi - Nella Penisola sorrentina dossier giacenti a quota 90%

Maurizio Caprino

Non solo Napoli. Un arre-trato pesante sui tre condoni edilizi dei decenni passati non c'è solo qui (si veda «Il Sole 24 Ore» di mercoledì 22 agosto), ma anche a Roma. Non è solo questione di dimensione urba-na: ci sono anche capoluoghi di regione ad arretrato zero (Bolo-gna) e centri piccolissimi, alcu-ni turistici, dove l'arretrato è al 90 per cento.

Spesso si è creata una situa-zione paradossale: molti fascico-li sono totalmente istruiti, mare-stano fermi in attesa di adempi-menti dei cittadini. Un po' per-ché il conto finale degli oneri di sanatoria è alto, un po' perché il Comune aveva accumulato un ritardo iniziale di anni e, quan-do lo ha colmato, i proprietari degli edifici non erano più inte-ressati o si erano dimenticati della procedura in corso e non avevano più documenti.

A Roma restano momila prati-che, circa il 37% delle oltre 570mila presentate fra tutte e tre le sanatorie. Nel 2011 l'ufficio condono ha esaminato 6.723 pra-tiche, rilasciando 3.307 autoriz-zazioni in sanatoria. Pervelociz-

zare, il Comune ha affidato a una sua società in house, Risorse per Roma, la gestione delle istruttorie; per contratto, do-vrebbero essere esaminate 4omila pratiche l'anno, ma da gennaio ad aprile 2012 il ritmo è stato di circa 2mila al mese.

Va meglio a Bari, dove le prati-che da definire sono 7.600, circa il 22% del totale (34.560). Da ini-

GIOCO WINTEREM Negare l'autorizzazione

obbliga ad abbattere

la costruzione

e a trovare le risorse

per eseguire l'ordinanza

zio anno ne sono state chiuse cir-ca 3.500 del condono '85. Le pra-tiche del 1994 e del 2003 che re-stano sono le più difficili, con vincoli paesaggistici o ambien-tali. Per il '94 circa 800 sono affi-date a tecnici esterni e non sono ancora rientrate. L'amministra-zione ha previsto di chiudere l'esame entro il 2013 con un pro-getto obiettivo affidato agli stes-si dipendenti (che così possono

guadagnare qualche extra, no-nostante i tagli di bilancio).

Bologna, con dimensioni pa-ragonabili a Bari, aveva più pra-tiche (63.806), ma le ha chiuse tutte, incassando 5.784.320 euro dalla sanatoria del 1985, 7.995.000 da quella del 1995 e 3 milioni da quella del 2003.

Le differenze dipendono non solo da efficienza degli uffici e complessità del territorio. Gio-ca anche la volontà degli ammi-nistratori, che talvolta preferi-scono l'inerzia. Un po' per non dover bocciare pratiche "sco-mode", un po' perché i no impli-cano ordini di abbattimento ma poi è difficile trovare i fondi per eseguirli. Secondo alcuni, poi, nelle località turistiche può in-fluire il fatto che anche gli abusi-vi pagano le imposte locali, con le aliquote alte stabilite per le se-conde case; si perde il gettito sul-le sanatorie approvate, che però non rientra nel bilancio preven-tivo e quindi - contrariamente alle altre imposte locali - non comporta un'autorizzazione a spendere la cifra corrisponden-te a quella appostata in bilancio.

In una zona difficile come la Penisola Sorrentina (convinco-

li paesaggistici e rischio di fra-ne), l'arretrato arriva a superare il 90% di Meta di Sorrento e nemmeno altri centri si distin-guono per efficienza: a Sorrento è al 78%, a Piano è al 69% e a Mas-sa Lubrense a157 per cento.

Il Salento ha un territorio me-no critico, ma a Casarano è para-lisi e va male anche sul mare, ad Andrano, Melendugno, Verno-le e Ugento. Quest'ultimo è uno dei paesi dove l'abusivismo ha più fatto parlare, anche per inte-ri villaggi turistici e l'omicidio di un consigliere comunale; il Comune aveva costituito un uf-ficio ad hoc, senza successo. Di-ce Daniele De Fabrizio, presi-dente dell'Ordine degli ingegne-ri di Lecce, ha seguito molte sa-natorie: «I Comuni lavorano nell'urgenza e non sanno gesti-re le pur qualificate risorse uma-ne.Ai privati non conviene solle-citare, se non in caso di donazio-ne o vendita. E gli uffici non con-trollano». Ci sono però casi vir-tuosi, come a Surano: 15 anni fa una commissione di due inge-gneri smaltì tutte le pratiche.

hanno collaborato Massimiliano

Scagliarini e M. Luisa Mas trog iovann i

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ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

documentazìone

Nell'aerofotogrammetria il prima e il dopo

In Sicilia i nuovi villaggi costieri autocertificati prima de11976 Giacomo Di Girolamo TRAPANI

Ci sono posti, in Sicilia, do-ve le vie non hanno nome. Si chiamano Via i, Via 2, Via 3. Non possono avere toponomastica perché sono vie di villaggi che, per legge, non potrebbero esiste-re. Tre Fontane, frazione di C am-pobello di Mazara (Comune ap-pena sciolto per mafia) e Trisci-na, frazione balneare di Castel-vetrano, sono, nel Trapanese, due esempi. L'abusivismo edili-zio sulla costa, nonostante il di-vieto di costruzione entro i 150 metri dal mare, dagli anni Ottan-ta è cresciuto talmente da creare vere e proprie città.Di ville fanta-sma che non risultano al catasto.

L'abusivismo balneare colpi-sce anche un'area "insospettabi-le" come ilRagusano: la Procura ha aperto un'indagine conosciti-va sulle frazioni di Santa Croce C amerina. Tra cui Punta Secca,

nota per la casa in cui è ambien-tata la versione tv del Commis-sario Montalbano.

La sola Ici evasa nel capoluo-go, Trapani, è di circa 8o milioni di euro. A Triscina, a due passi dai templi greci di Selinunte, le case abusive sono circa 1.50o, più le 3.500 che hanno presenta-to domanda di concessione in sa-natoria conia legge Galasso.

In Sicilia è la legge regionale 78 del 1976 che stabilisce che le case costruite entro i 150 metri dalla costa sono totalmente in-sanabili. Ad oggi sono circa 25omila, tutte costruite dopo

LE STORLE A Marsala le ruspe

hanno raso al suolo

dieci case su 23

A Ragusa si indaga

sul lungomare di Montalbano

(quelle precedenti hanno potu-to usufruire della sanatoria): lo hanno dimostrato alcune aero-fotogrammetrie di inizio anni Ottanta, riemerse di recente da-gli archivi regionali.

Il problema non è solo di am-biente,ma anche e soprattutto po-litico e di ordine pubblico. Non è un caso che l'Assemblea regiona-le siciliana sia stata più volte ten-tata, negli ultimi anni, di approva-re una sorta di condono tombale, facendolo passare come «riordi-no delle coste». L'ultimo disegno di legge, tuttavia, si è arenato in commissione Territorio e am-biente a inizio anno, vittima dei veti incrociati tra i vari partiti del-la maggioranza.

La legge, tra l'altro, parla chia-ro. Le case abusive vanno demo-lite. Solo che nessun Comune fi-nora l'ha fatto. Ci si è portati un po' avanti a Marsala, estrema punta occidentale della Sicilia,

abbattendo le prime case: io di una prima lista di 23, per le quali il Comune aveva bandito un'ap-posita gara d'appalto. Ma ora le ruspe sono ferme: sono finiti i soldi. A Marsala le case abusive sono, secondo l'ufficio tecnico comunale, circa 5.20o, di cui 509 da abbattere. Perle altre sono in corso valutazioni.

1509 immobili da abbattere so-no stati già sottratti ai proprieta-ri (il Comune ne ha chiesto le chiavi), che però continuano avi-verci. Durante il primo tentativo di abbattimento di un immobile (in verità, un rudere) abusivo, il 19 settembre dello scorso anno, in città è successo di tutto. Il co-mitato «Salviamo le nostre ca-se», che ha referenti in tutti i par-titi, è riuscito non solo a blocca-re le demolizioni, nonostante l'intervento dei poliziotti in as-setto antisommossa, ma ad in-contrare, il pomeriggio stesso, il governatore Raffaele Lombar-do. Alla fine dell'incontro, Lom-bardo ha scritto una lettera al sin-daco, Renzo Carini, invitandolo a desistere. «Non posso non ap-plicare la legge», gli rispose, me-ravigliato, il sindaco.

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I pmfessìegústt Parlano ingegneri, architetti e geologi

«Leggi antiquate e novità confuse»

Su una cosa sono tutti d'ac-cordo, ingegneri, architetti e ge-ologi: con i condoni non si può andare avanti. Ma, quando si trat-ta di individuare le maggiori stor-ture che l'arretrato sulle sanato-rie edilizie evidenzia e i rimedi, ognuno ha la sua opinione.

Per il presidente dell'Ordine degli ingegneri, Armando Zam-brano, il problema principale è dato da rigidità e obsolescenza delle norme: «Noi anche sull'ul-timo condono siamo stati molto critici, ma la legge urbanistica ha sessant'anni e alcune norme recenti sono tanto complicate da essere anche peggiori delle precedenti. Un esempio: l'intro-duzione della Scia (segnalazio-ne certificata di inizio attività, ndr), presentata come una sem-plificazione, non consente più di depositare un solo documen-to finale che riunisca tutte le va-rianti. Così, paradossalmente,

gli uffici tecnici comunali vengo-no sommersi dalle carte».

Zambrano rivendicala profes-sionalità degli ingegneri, i cui progetti in zone con vincolo pae-saggistico «possono essere mi-gliorativi rispetto al degrado esi-stente, solo che ai Comuni man-cano linee guida nazionali: così c'è chi autorizza interventi e chi blocca tutto. Se oggi si facesse un altro condono, sarebbe come i precedenti: le norme restano complicate, perché mancano i piani paesaggistici e ci sono mol-te rigidità ingiustificate. È inac-cettabile che si bocci anche una coibentazione, che fa risparmia-re energia, perché modifica an-che di poco la volumetria».

Il presidente dell'Ordine de-gli architetti, Leopoldo Freyrie, punta il dito innanzitutto con-tro il concetto stesso di condo-no: «Ogni volta che mi trovo a spiegare a colleghi stranieri che

cos'è una sanatoria, li vedo esterrefatti». Poi fa notare che da quando sono partiti i condo-ni sono cambiate molte norme che possono incidere sulla defi-nizione delle pratiche e questo crea incertezza.

Una risposta ce l'avrebbe Gianvito Graziano, presidente dell'Ordine dei geologi: «I Pai (Piani di assetto idrogeologico, ndr) sono sovraordinati rispetto ai Piani regolatori, anche se am-metto che alcuni professionisti li aggirano con espedienti tipo il certificato d'idoneità sismica emesso dopo aver assunto uno studio idrogeologico non aggior-nato. Resta il fatto che abusivi-smo e mancanza di programma-zione sono alla base di molte ca-tastrofi naturali, per questo oc-corre azzerare tutto. Se va fatta un'ultima sanatoria, la si faccia e la si gestisca con gli strumenti che la tecnologia offre e la volon-tà di fare chiarezza. Nei condoni precedenti, anche i Comuni che hanno terziarizzato le istrutto-rie hanno forti arretrati. Segno che, appunto, ci vuole innan-ziautto la volontà».

M.Cap. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Lotta aL sommerso La crisi fa peggiorare il rapporto tra redditi e consumi a Mantova e nelle altre province lombarde

Roma «niduce» ris. chieo-evasione La Capitale recupera «fedeltà fiscale» grazie all'effetto degli stipendi pubblici

Cristiano Dell'Oste Giovanni Parente

Titolare di una ditta di auto-trasporti internazionali, disoccu-pato per l'Inps, sede legale nell'Est Europa, autisti bulgari e macedoni pagati in nero. La Guardia di Finanza gli ha conte-stato 5oomila euro di ricavi non dichiarati e 3omila euro di man-cati versamenti Iva. Uno degli ultimi casi raccontati dalle cro-nache arriva da Nizza Monferra-to (Asti). E conferma indiretta-mente l'analisi del Centro studi Sintesi, secondo cui il rischio-evasione aumenta anche nell'Italia settentrionale.

Non è un caso, forse, che Asti perda 21 posizioni rispetto al 2006 nella classifica delle 103 pro-vince italiane ordinate in b ase al-la "fedeltà fiscale", misurata da un indicatore sintetico che con-fronta i redditi e i consumi. In pra-tica, fatta 100 la media nazionale, le aree che si collocano al di sotto di questo punteggio, hanno con-sumi tendenzialmente superiori ai redditi (e quindi sono più espo-ste al rischio-evasione), mentre quelle al di sopra dell'asticella presentano meno criticità.

Più della fotografia del singo lo anno, è importante cogliere i cambiamenti, per toccare con mano gli effetti della crisi econo-mica e delle politiche fiscali sui comportamenti dei contribuen-ti. Si spiega anche così il caso di Mantova, che perde 56 posizioni rispetto al 2006 e scivola nella parte medio-bassa della gradua-toria. O quello di Como, che sci-vola fino all'85° posto assieme all'Aquila e appena sopra Brindi-si e Frosinone.

In Lombardia il calo è diffuso, ed è solo Milano - che resta pur sempre al secondo posto nella

classifica nazionale - a contene-re i danni. Al contrario il miglio-ramento di Roma, che scala addi-rittura 62 posizioni, contribuisce a spiegare il trend positivo del Lazio, regione che passa da una situazione di rischio-evasione «medio» a «basso». Non basta, invece, il balzo in avanti di Pa-lermo (+5o posizioni) a far sali-re di categoria la Sicilia: qui, co-sì come nelle altre grandi regio-ni del Sud, il profilo di rischio resta «alto».

Ma come si spiegano, in anni di crisi, recuperi come quelli di Roma e Palermo? Dato che l'indi-catore di Sintesi misura la distan-za tra consumi e redditi, una par-

L'inchiesta

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ulSole 24 Ore del lunedì ieri, la mappa del rischio-evasione elaborata dal Centro studi Sintesi;

Romagna si conferma al top della "fedeltà fiscale'', mentre la Lombardia perde 5 posizioni e il Sud resta in coda alla classifica. Sempre sul quotidiano di ieri, il rapporto delta tasl-force d Governo con i 19 identikit degli evasori fiscali e le strategie di contrasto

te del miglioramento dipende dal calo degli acquisti da parte delle famiglie. Un miglioramen-to che sembra dipendere più dal-la crisi che dalla compliance, quindi. Nel caso di Roma, poi, po-trebbe pesare anche la maggiore incidenza degli stipendi pubbli-ci, di fatto esclusi alla variabile congiunturale: cassa integrazio-ne e licenziamenti hanno colpito duramente le aree più industria-lizzate, come dimostrano i casi di Brescia o Bergamo, ma anche quelli delle province venete, che pure non figurano nella top-15 dei cali maggiori (si veda la tabella alato). In queste situa-zioni, il rischio-evasione cresce per una perdita di redditi "in chiaro", più che per una contra-zione dei consumi.

Che la situazione sia delicata lo conferma anche il commento della Provincia di Rimini, al 59° posto con otto posizioni perse, decisamente "fuori linea" rispet-to all'Emilia Romagna, che è la re-gione più virtuosa. Oltre alla «profondità del problema fisca-le» - recita la nota diffusa ieri -va sottolineata «la componente economica di tale sottrazione di risorse che rende più difficili gli investimenti necessari a stare sul mercato».

Quel che è certo, è che non esi-ste "una sola" evasione fiscale. E che quindi le strategie di contra-sto vanno studiate caso per caso. L'imprenditore di Nizza Monfer-rato, ad esempio, ricade in alme-no due dei 19 identikit tracciati dalla task force del Governo: quelli che praticano il "nero tota-le" e quelli che sfruttano le finte residenze all'estero.

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ne di patrimonio. L'ordinanza della Cassazione 14168/2012 è aderente a questo principio: per consolidato orientamento della giurisprudenza deve rite-nersi che la disponibilità dei be-ni previsti dall'articolo 2 del Dpr 600/1973, costituisce «una presunzione di capacità contri-butiva da qualificare come lega-le» in base all'articolo 2878 del Codice civile, perché è la stessa legge che lo prevede.

Per gli studi di settore la qualificazione dei presuppo-sti per l'accertamento sinteti-co è stata fatta lucidamente dalle Sezioni unite della Cassa-zione (26635/2009): «la proce-dura di accertamento standar-dizzato mediante l'applicazio-ne dei parametri o degli studi di settore costituisce un siste-ma di presunzioni semplici, la cui gravità, precisione e con-cordanza non è ex lege deter-minata, ma nasce procedimen-talmente in esito al contraddit-torio da attivare obbligatoria-mente, pena la nullità con il contribuente». A questo indi-rizzo si è rifatta la sentenza 13289/2011 della Cassazione: «in materia di applicazione di parametri e studi di settore, gli standard costituiscono da-ti statistici generali e astratti che danno luogo a presunzio-ni semplici». Con l'ordinanza 14168 non c'è stata quindi in-versione di tendenza sulla qua-lificazione delle presunzioni alla base dell'accertamento sintetico.

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ANAL

Nel sintetico presunzioni a indirizzo consolidato di Enrico De Mita

e ll'ac c e r t amento sin- \ tetico non c'è una disci-

plina generale che si ap-plichi sia ai casi riconducibili al redditometro sia a quelli ri-conducibili agli studi di setto-re. Non ci può essere quindi una giurisprudenza che possa mutare col tempo in ordine al-la configurazione delle pre-sunzioni che fondano il ricor-so da parte dell'amministra-zione a tale tipo di accerta-mento: se cioè le presunzioni siano sempre legali o sempre semplici. C'è la presunzione legale quando è la legge che prevede espressamente i fatti in presenza dei quali si legitti-ma l'accertamento sintetico con l'inversione dell'onere della prova: l'amministrazio-ne deve provare solo i fatti pre-suntivi di reddito, mentre toc-ca al contribuente provare che il reddito presunto sia esente, soggetto a ritenuta d'imposta o sia alimentato da indebitamento o da erogazio-

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s°' e rld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

I peggiori e i migliori

Le Province in cui aumenta di più il rischio evasione e quelle in cui si riduce maggiormente. Il punteggio è un indicatore sintetico che misura la differenza tra il reddito disponibile e il tenore di vita, ricostruito in base a sette voci di spesa (alimentari, energia, carburante, depositi bancari e abitazioni di pregio, auto normali e di lusso). La media Italia è 100: punteggi minori indicano un potenziale rischio evasione più eleva-to. La posizione è quella nella classifica della 103 Province italiane

Provincia Posizione

rispetto 2006 Posizione

2010 Punteggio

2010

Mantova 0«: 64 90 Lecco 74 87 Como 85 82 Varese 64 90 Ferrara 45 103 Pavia 51 99 Cremona 56 96 Nuoro 92 76 Brescia 92 76 Bergamo 56 96 Rieti 98 73 Frosinone 87 81

Asti 45 103 L'Aquila 85 82

Viterbo 98 73

Roma 16 118 Pesaro e Urbino 533 9 124 Palermo 45 103 Pescara 40 106 Aosta 64 90 Pordenone 19 116 Campobasso 28 112

Lucca 30 108 Ancona 5 128

Firenze 19 116 Livorno 45 103 Gorizia 17 117 Taranto 69 89 Catanzaro 64 90 Imperia 40 106

Fonte: elaborazione Centro studi Sintesi

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t az 9 ECIINUSLIED.1:111.11MICII 11: POUTICO

Autovelox oli se visibili e segnalati DI STEFANO MANZELLI

Gli strumenti autovelox presidiati dalla polizia municipale possono es-sere utilizzati su qualunque tratto stradale anche senza necessità di contestazione immediata. Purché gli impianti siano ben visibili, preventi-vamente segnalati e gli agenti operino nell'ambito del territorio di compe-

tenza. Lo ha ribadito il ministero dei trasporti con il parere n. 734/ 2012. Un comune ha richiesto chiarimenti sulle modalità operative da adottare per l'espletamento dei servizi di controllo elettronico della velocità. Qualora presidiati dagli organi di polizia stradale, specifica la nota centrale, «i dispositivi misuratori di velocità debitamente approvati possono essere installati e impiegati su strade di qualunque tipo nell'ambito del territorio comunale di competenza, senza ulteriori formalità». Come specificato anche dalla più recente giurisprudenza (Corte di cassazione, sez. II civ., sentenza n. 484/2012) il dl 12112002, convertito nella legge 168/2002, non pone una generalizzata esclusione dell'uso delle apparecchiature elettroniche di rilevamento al di fuori delle strade prese in considerazione «ma lascia, per contro, in vigore, relativamente alle strade diverse da esse, le disposizioni che consentono tale utilizzazione ma con l'obbligo della contestazione immediata, salve le ecce-zioni espressamente previste dall'art. 201, comma 1-bis, cod. strada». In pratica la polizia municipale può tranquillamente installare gli strumenti autovelox dove ritiene opportuno e attivarli sotto il suo controllo, anche senza fermo del veicolo, semplicemente evidenziando nel verbale una delle ragioni che renda ammissibile la contestazione differita dell'infrazione. Tra queste giustificazioni spicca quella dell'impiego di uno strumento elettronico che permetta l'accertamento solo conte-stualmente al passaggio del trasgressore. Circa la capacità di intervento dei vigili urbani su una strada statale fuori centro abitato non c'è nessun dubbio. La polizia municipale ha competenza estesa a tutte le strade del territorio comunale con la sola eccezione delle autostrade. Per questo motivo valgono gli accertamenti svolti dai vigili in materia di circolazione stradale fuori e dentro al centro abitato. Ma attenzione alla segnalazione e alla visibilità dell'autovelox. Conclude infatti il ministero evidenziando la necessità della massima trasparenza.

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Nomine iralmeenii nella sanilà

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‘olorinbesse pagano la Tarsa

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PAGATI 1,3 MLD

Una boccata d'ossigeno peri comuni Circa 1,3 miliardi ai comuni per mettere subito in sicu-rezza gli stipendi di agosto e settembre, in attesa dei calcoli definitivi dell'Imu. Il dipartimento affari interni e territoriali, direzione Centra-le per la finanza locale, ha co-municato di aver pagato ieri i contributi provenienti dal «Fondo sperimentale di rie-quilibrio». Per la precisione il totale dei pagamenti effettua-ti ammonta a 1.293 milioni di curo. L'annuncio è stato dato dal sottosegretario al mini-stero dell'interno, Saverio Ruperto, che ha sottolineato come il versamento sia stato disposto «per contribuire ad alleviare i problemi di liqui-dità dei comuni già eviden-ziati dall'Anci» al ministro dell'interno Annamaria Can-cellieri.

Come anticipato su Italia-Oggi del 9 agosto scorso i municipi hanno incassato il 50% della terza e ultima rata del Fondo, provvedendo in tal modo ai relativi congua-gli derivati dalle nuove stime del gettito dell'Imu. Inoltre, è stato disposto il pagamen-to a saldo della terza rata in favore dei comuni dell'Emilia colpiti dai recenti eventi si-smici.

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t az QINUTIOUNO ECIINUSLIED.1:111.11MICII 11: POUTICO 9

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DIGITPA A n

Contratti, una e-mail per i pareri Le p.a. devono inviare all'indi-rizzo Pec digitpadirepec.digi-tpa.gov.it le richieste di parere e tutta la relativa documenta-zione all'Agenzia per l'Italia digitale gestione ex DigitPa, secondo le modalità e i termi-ni già precisati nelle circolari Cnipa n. 47/2005 e n. 55/2009. Lo evidenzia una nota dell'ente nazionale per la digitalizzazio-ne della pubblica amministra-zione, in cui si spiega che il decreto n. 83/2012 convertito con modificazioni dalla legge n. 134 del 7 agosto 2012 (in G.U. n. 187 dell'il agosto 2012) at-tribuisce all'Agenzia per l'Italia digitale la responsabilità dei pareri sulla coerenza strategi-ca e sulla congruità economica e tecnica degli interventi e dei contratti relativi all'acquisizio-ne di beni e servizi informatici e telematici e, in particolare, dei pareri tecnici, obbligatori e non vincolanti, sugli schemi di contratti stipulati dalle pub-bliche amministrazioni centra-li concernenti l'acquisizione di beni e servizi relativi ai sistemi informativi automatizzati. Il dl 7 maggio 2012 n.52 modifica il dlgs n. 177/2009 e stabilisce che i pareri sono facoltativi per le centrali di committenza e per le p.a. che a esse ricorrono per le acquisizione di beni e servizi.

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nnornnesse pagano la Tarsa

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DISSESTO ó4

Alessandria non pagherà gli stipendi

DI GIOVANNI GALLI

Il comune di Alessandria, che ha dichiarato il dis-sesto finanziario in luglio costituendosi parte civile nel processo contro l'ex sindaco Piercarlo Fabbio (Pdl) accusato di averne truccato il bilancio, questo mese non è in grado di pa-gare gli stipendi dei 500 di-pendenti delle partecipate Atm, Amiu e Aspal. Dall'in-sediamento del nuovo sin-daco Rita Rossa nel maggio scorso, il comune ha prov-veduto a coprire le somme mancanti alle tre società, circa 300 mila euro mensi-li per ciascuna, ma ora non è più possibile procedere a ulteriori anticipazioni di tesoreria poiché a causa del dissesto l'operazione è espressamente vietata dal-la Corte dei conti. Il nuovo sindaco, intanto, ha incas-sato la solidarietà del capo dello stato, Giorgio Napo-litano, contattato ieri per rappresentare la grave diffi-coltà economica della città. «Ho trovato grande disponi-bilità all'ascolto», ha detto Rita Rossa, «e la volontà di prestare attenzione ad Ales-sandria». Riproduzione riserva ta

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Un rie,prefetto ► contro ardi del ministero dell'interno

I cittadini che si ri tengono vittime di un ritardo burocratico da parte del ministe-ro dell'interno d'ora in poi sapranno a chi rivolgersi per vedere concluso il procedi mento amministrati-vo di loro interesse.' numero uno del Vimi-nale, Annamaria Can-cellieri, con decreto 31 luglio 2012, ha intlivi-diutto nel titolare dell'Ispettorato generale di amministra- zinne (Iga), Prefetto FraneeseuPaulo Di Mertna, la figura apicale affidaree il potere sostitutivo previsto dal decre-to legge semplificazioni (di 5/2012, convertito nella legge n.35). Il decreto ha modificato la legge 241/1990 stabilendo che, decorso inutilmente il termine per la conclusione del procedimento, il vato può rivolgersi al responsabile in-dividuato alateaziene che, entro un termine • alla

' a metà di quello origInariamente previsto concludetaii;

procedimento «attraverso le strutture competenti o con la nomina di un conunissario». Come previsto dalle legge, Di me,nnorg dl a, entro il 30 gennaio di ogni anno, dovrà comunicare all'organo governo, i procedimenti, suddivisi per tipolo-gla e strutture amministrative competenti, nei quali non é stato rispettato il termine di conclusione previsto dalla legge o dai regolamenti.

Gli interessati possono richiedere ento del pre- fetto Francescopaolo Di li/felina servendosi del seguente indirizzo di posta elettronica: ispettorato.generale@inter- no.it

1973, all'uldversità giurisprudenza, Nato ( to in

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press LinE t

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La Cassazione sconlé ssa le recenti pronunce dei giudici di merito che escludevano l'imposizione

Le autorimesse pagano la Tarsu La tassazione dei garage non contrasta con i principi Ue

DI SERGIO TROVATO

Autorimesse e garage sono soggette al paga-mento della tassa rifiu-ti. E la disciplina Tarsu

che prevede la tassazione di questi immobili non contrasta con il principio comunitario «chi inquina paga». Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sen-tenza 11351 del 6 luglio 2012.

Con questa pronuncia la Cas-sazione giudica infondate anche recenti pronunce dei giudici di merito che hanno ritenuto non tassabili i garage e non appli-cabili le regole contenute nel-la disciplina della tassa rifiuti (decreto legislativo 507/1993) perché non in linea con la nor-mativa comunitaria. Per i giudi-ci di legittimità, le disposizioni sulla Tarsu non contrastano con il principio comunitario «chi inquina paga», «sia perché è consentita la quantificazione del costo di smaltimento sulla base della superficie dell'im-mobile posseduto, sia perché la detta disciplina non fa applica-zione di regimi presuntivi che non consentano un'ampia prova

contraria, ma contiene previsioni (v. artt. 65 e 66) che commisurano la tassa aduna serie di presupposti variabili o a particolari condizio-ni».

Quindi, il giudice tri-butario nón ha il potere di disapplicare la nor-mativa nazionale nella parte in cui impone il pagamento del tributo anche per autorimes-se e garage. Decisione adottata, per esempio, dalla commissione tributaria regio-nale della Sicilia, sezione stac-cata di Catania (XXXIV). Con la sentenza n. 483 del 12 dicembre 2011, infatti, ha affermato che secondo la comune esperienza il garage di uso privato è luogo adibito al ricovero di uno o più veicoli, «e, quand'anche la per-sona vi si trattenga per tempi non brevi, non è plausibile ipo-tizzare che ne derivino rifiuti».

In realtà, la Cassazione ha sempre posto dei limiti rigidi per l'esonero dal pagamento della tassa rifiuti e ha chiari-to che è dovuta a prescindere

destinati o perché risultino in obiettive condizioni di non utilizzabilità nel cor-so dell'anno, sempre che queste circostanze siano indicate nella denuncia originaria o di variazione. Tra i locali e le aree che non possono produrre rifiu-ti per la natura delle loro superfici rientrano quelli situati in luoghi imprati-cabili, interclusi o in stato di abbandono.

Del resto, la legge pre-vede una presunzione relativa di produzione dei rifiuti che ammette la prova contraria. La sussistenza delle condizioni obiettive che fanno venir meno la presunzione della potenzia-le produzione di rifiuti devono essere provate dal contribuente e riscontrabili da parte dell'am-ministrazione. Il contribuente è però tenuto a fornire la prova atta a dimostrare l'inidoneità dei locali a produrre rifiuti. Invece, la scelta soggettiva del titolare di non utilizzare l'im-mobile non àssume alcuna rile-vanza. Anche il mancato arredo non costituisce prova dell'inuti-

lizzabilità dell'immobile e della inettitudine alla produzione di rifiuti. Un alloggio che il pro-prietario lasci inabitato e non arredato si rivela inutilizzato, ma non oggettivamente inuti-lizzabile.

Pertanto, a carico del cittadi-no sussiste l'obbligo del paga-mento del tributo, che è dovuto a prescindere dal fatto che uti-lizzi il servizio fornito dall'ente. Tuttavia, le amministrazioni lo-cali possono fare ricorso a misu-re di temperamento dell'imposi-zione per situazioni che possono comportare una minore utiliz-zazione del servizio come, per esempio, nel caso dell'uso sta-gionale. Situazioni che danno luogo a una riduzione percen-tuale, espressamente prevista, della tariffa, ma non a un totale esonero dal pagamento. o /*produzione riservata

dal fatto che il contribuente utilizzi l'immobile (sentenza 22770/2009). Ex lege, vanno esclusi dalla tassazione solo gli immobili non utilizzabili (inagi-bili, inabitabili, diroccati) o im-produttivi di rifiuti. Il presup-posto della tassa è l'occupazione o la detenzione di locali e aree scoperte a qualsiasi uso adibiti. L'articolo 62 del decreto legisla-tivo 507/1993, richiamato nella motivazione della sentenza, dispone che non sono soggetti alla tassa i locali e le aree che non possono produrre rifiuti o per la loro natura o per il parti-colare uso cui sono stabilmente

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.e autorinalesse pagano la Turati

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