Rassegna 25 giugno

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25 giugno

LA NAZIONE Pagina 2 – Cronaca Il decreto. Oltre trenta ore di seduta Lirica Sì della Camera a Bondi: in arrivo altri scioperi L’ostruzionismo dell’Italia dei Valori non blocca il provvedimento, che torna al Senato Roma - L’OSTRUZIONISMO dell’Italia dei Valori non ha fermato il cammino del decreto Bondi sulle Fondazioni lirico-sinfoniche. Dopo una seduta di oltre trenta ore, iniziata alle 17 di mercoledì e proseguita anche durante la notte, ieri pomeriggio l’assemblea di Montecitorio ha approvato il decreto con 257 voti favorevoli, 209 contrari e nessun astenuto. Il testo, modificato, torna lunedì al Senato per la terza lettura. La maggioranza non è ricorsa alla fiducia e il ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi, ha tenuto a sottolinearlo. «È stato gettato un piccolo seme che apre una possibilità di confronto tra forze politiche diverse nel nostro Paese. Non è vero che l’unico modo di procedere per approvare le leggi è ricorrere ai colpi di fiducia». Contro il decreto già si annunciano altri scioperi e mobilitazioni, dalla Scala di Milano, dove questa sera non andrà in scena la prima del balletto ‘Romeo e Giulietta’, all’Accademia di Santa Cecilia, a Roma: domani l’Accademia non parteciperà alla messa solenne officiata dal cardinale Comastri nella basilica di San Pietro. «Il nostro silenzio — fanno sapere dall’Accademia — è una disperata richiesta d’aiuto a salvaguardia della cultura italiana». Il decreto deve essere convertito in legge entro il 29 giugno, pena la sua decadenza. Per questo l’Idv ha tentato di bloccarlo alla Camera facendo ostruzionismo, ma inutilmente. Il Pd parla di «terribile decreto Bondi sugli enti lirici», ma sostiene che «sarebbe stato ancora peggio» se non avesse condotto una trattativa lunghissima che ha convinto la maggioranza «a ritirare parecchie misure controverse». In particolare, è stata impedita «la riduzione del 25% del trattamento economico in atto derivante dalla contrattazione aziendale dei lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche». Inizialmente, ricordano, il governo aveva proposto una decurtazione del 50%. Ma questo non basta. Il decreto, ricorda il dipietrista Giuseppe Di Biasi, assessore al Lavoro della Provincia di Bologna, «stabilisce il blocco del turnover, delle assunzioni a tempo indeterminato e il possibile ricorso al tempo determinato per il 5% degli organici; insomma, profila una precarizzazione diffusa delle professionalità di un settore che rappresenta una delle riconosciute eccellenze del nostro Paese». Il vero problema, aggiungono i musicisti di Santa Cecilia, va cercato «nei consistenti e sistematici tagli al fondo unico per lo spettacolo». Prosegue dunque la mobilitazione. La Scala annuncia la sospensione della replica del ‘Faust’ del 26 giugno e fa sapere che, se non ci saranno cambiamenti, sono a rischio anche le trasferte a Pompei e a Buenos Aires. b.b.

LA NAZIONE Pagina 2 – Cronaca «Colleghi, abbiamo perso» Rosy Bindi cronista di un pomeriggio da cani I forzati della Camera: pc accesi, tensioni, delusione ROMA — «E COMUNQUE, a proposito di scaramanzia, ha segnato la Slovacchia, speriamo non si ripeta». Ci prova così Rosy Bindi a risvegliare gli animi dei deputati chiusi da 37 ore nell’aula di Montecitorio a votare il decreto Bondi sugli enti lirici. Sono passati 25 minuti dall’inizio della partita ed è già delusione. Sudaticci, stropicciati e con un sonno da vendere, ieri però i parlamentari italiani non sembravano particolarmente interessati alla partita mondiale. Anzi. Ma guai a guardarli ridotti in quello stato di prostrazione da ostruzionismo che non fa tifare neppure Italia. I commessi ce l’hanno messa davvero tutta per impedire ai cronisti di ammirare dall’alto uno spettacolo così poco decoroso; si è arrivati persino alla minaccia di sequestrare i telefonini per «evitare di fare fotografie». E dire che, invece, i commessi erano tutti stipati dentro le stanze dei vari gruppi parlamentari a guardare quella partita che ai parlamentari è stata negata «per colpa di Di Pietro». Già, è stato lui, il leader dell’Idv l’uomo additato a colpevole di questa sconfitta, commentava con ironia Giorgio Straquadanio «che tanto, visto come è andata a finire, non ci farà star male; io ho solo voglia di fare una doccia». Però un minimo d’esultanza c’è stata, in aula, quando ha segnato il primo gol l’Italia. Peccato che poi sempre la Bindi abbia avvertito che «mi dispiace, colleghi, l’hanno annullato». TRA I BANCHI, molti pc accesi con la partita in streaming sul web, ma soprattutto molti, moltissimi sbadigli. Come quelli del ministro Brunetta. Che, sì, certo, era seduto sul suo scranno «come tutti i tre milioni e 650mila dipendenti della pubblica amministrazione — aveva declamato in mattinata — che lavorano e non guardano la tv». E che negli uffici pubblici aperti nel pomeriggio (almeno quelli nei dintorni del Parlamento, hanno continuato a lavorare). Lui, però, ieri pomeriggio si è fatto un pisolino (breve, ma intenso) mentre giocava l’Italia, accanto ad un ministro Bondi che, invece, non ha mai chinato il capo neppure un minuto; una statua di sale. Che è parso avere un fremito solo al secondo gol dell’Italia, ma la notizia dell’annullamento lo ha fatto risprofondare nel suo vigile torpore. Ironia della sorte, i lunghi lavori dell’aula si sono conclusi dopo dieci minuti dal fischio finale della partita, annunciato mestamente dal finiano Fabio Granata. «Così Di Pietro avrà raggiunto il suo scopo — commentava assai imbronciata Paola Concia del Pd —, di non far vedere la partita a nessuno». Davvero tutta colpa di Di Pietro? Forse sì, forse no. «Ma alla fine — sostenevano alcuni deputati Pdl in pausa sigaretta — chi se ne importa di vedere un’Italia così». CHI HA VISSUTO, invece, momenti di sincero turbamento sono stati i cronisti parlamentari. A cui un solerte capo dell’Ufficio Stampa, Roberto Iezzi, ha negato la visione della partita sui televisori principali della sala stampa: «Qui si guarda solo il lavoro dell’Aula», ha redarguito i colleghi con cipiglio garibaldino; l’eccesso di zelo fa brutti scherzi, specie con il caldo. Comunque, la delusione per tutti è stata grande. Tranne, forse, per Roberto Calderoli, l’unico a fumare in solitudine nel cortile della Camera in piena bagarre d’aula. «Che vergogna — commentava — semplicemente ridicoli, pagati milioni, gambe di gelatina e fiato corto; d’ora in poi smettiamola di far giocare gli immigrati, facciamo giocare i nostri». Chissà cosa dirà stamattina Moratti. e. g. p.

IL TIRRENO Pagina 2 - Attualità Leghisti scatenati: «Vergogna, ridicoli» ROMA. «Che vergogna. Semplicemente ridicoli. Pagati milioni, gambe di gelatina e fiato corto», commenta a caldo il leghista Roberto Calderoli, sempre pronto a cavalcare l’onda. «Mi spiace per i tifosi, mi spiace decisamente di meno quando penso all’arroganza di Lippi e ai capricci di alcuni bambini viziati della nazionale, che non volevano neppure rinunciare ai premi che tanto tutti sapevano che mai avrebbero preso», aggiunge. «Ora, pensiamo a far giocare nelle nostre squadre di club i giocatori nostrani, i prodotti dei nostri vivai». «Calderoli è più molesto di una vuvuzela. Ci conceda un pò di tregua e per un pò smetta di lanciare proposte provocatorie e razziste», risponde il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi, furioso con il Carroccio che continua a fare con i suoi leader «una propaganda anti-italiana». Ma la Lega batte il ferro caldo, cominciando dalle radiocronache. «Un dramma: hanno segnato gli infidi slovacchi, ha segnato Vittek, sembra una colla a presa rapida». Così a Radio Padania sul primo gol degli slovacchi all’Italia. E parte l’ironia da parte di uno dei conduttori, Matteo Salvini: «Questo è un attacco all’economia del Paese, pensa a Gianfranco Fini, ora parte una mozione di sfiducia a Vittek». A fine partita Salvini rincara: «Se contro la Slovacchia avesse giocato il Chievo o il Novara o la mitica nazionale padana avrebbero certamente vinto e fatto una figura migliore».

IL TIRRENO Pagina 6 - Pisa IMMIGRATI Più controlli sulla gestione dei Cie M. LUISA CHINCARINI Nel 1992 a Milano è stato chiuso lo zoo perché gli animali non potevano essere trattati in quel modo. Nel 1999 lo zoo è stato riaperto, ma non conteneva più animali, la legge lo vietava. Fra le sbarre di acciaio, il filo spinato e le baracche di lamiera uomini e donne, ragazze indifese e perfino vecchi malati che non avevano commesso reati, erano semplicemente entrati in Italia. Dall’orientamento oramai consolidato della Corte Costituzionale emerge senza ombra di dubbio l’obbligo delle regioni di costruire sul proprio territorio i Cie, ma la suprema Corte aggiunge che la gestione, l’osservazione e il monitoraggio spetta alle regioni. Lo stato di degrado, di violenza anche sessuale sui minori, di totale mancanza di assistenza legale, socio-sanitaria e la totale violazione dei diritti umani e del fanciullo in cui versano questi centri è stato più volte denunciato, ma molto spesso ignorato dall’opinione pubblica. Ci sono reportage di “Medici senza Frontiere” e la denuncia fatta dal giornalista Fabrizio Gatti, che fingendosi clandestino si fa ripescare nelle acque vicino a Lampedusa e trasportare nell’allora Cpt dell’isola. Poiché questi dossier potrebbero sembrare di parte, mi voglio rifare alla relazione della commissione ministeriale voluta dall’allora ministro dell’Interno Giuliano Amato nel 1996 sui vecchi Cpt ora trasformati in Cie. Anche dalle indagini della commissione i centri appaiono luoghi dove le condizioni di vita sono inferiori agli standard minimi e il rispetto dei diritti umani estremamente limitato. Le visite di “Medici senza Frontiere” hanno trovato ambulatori gestiti da un medico dipendente delle associazioni, talora straniero e non conoscitore del nostro servizio sanitario nazionale o specialista in pratiche inutili nel centro, senza un direttore sanitario in grado di monitorare, coordinare e pianificare le attività. Alla luce di tutto ciò sarebbe, quindi, opportuno chiedere che gli enti locali avessero il permesso di accedere ai centri riducendo l’eccessiva burocratizzazione.

IL TIRRENO Pagina 3 - Viareggio Il caso. Lunardi, presidente del Parco: è un fulmine a ciel sereno “L’asse passerà in pineta” La Regione: i confini possono essere modificati DONATELLA FRANCESCONI VIAREGGIO. Asse di penetrazione, «la Regione ha ipotizzato di modificare il perimetro del Parco di Migliarino-San Rossore, qualora fosse necessario far passare la nuova strada attraverso la Pineta di Levante, in prossimità dello Stadio dei Pini». La notizia ha l’effetto di una bomba, ed arriva con un comunicato non dell’ente presieduto dal neo eletto Enrico Rossi, ma dalla Provincia di Stefano Baccelli. Il dado, insomma, sembrerebbe tratto. In nome dello sviluppo della Darsena (la nuova strada serve soprattutto ai cantieri navali), come da incontro tenutosi a Firenze tra lo stesso Rossi, l’assessore regionale all’urbanistica, Anna Marson, l’assessore alle infrastrutture e alla mobilità, Luca Ceccobao, il presidente della Provincia di Lucca Stefano Baccelli, il sindaco, Luca Lunardini, l’assessore comunale all’urbanistica e ai lavori pubblici, Roberto Bucciarelli, e il comandante della Capitaneria di porto di Viareggio, Fabrizio Ratto Vaquer. «Non sono informato». Giancarlo Lunardi, presidente dell’Ente Parco prendere tempo ma ricorda: «esiste una Valutazione di incidenza negativa, su questo tracciato, che è impugnabile solo presso l’Unione Europea». Per quanto riguarda l’ipotesi del cambiamento dei confini, Lunardi spiega: «Diciamo che sono in attesa di capire. Perché l’ipotesi che rimbalza da Firenze è un po’ un fulmine a ciel sereno». Il presidente del Parco rilancia la propria proposta, alternativa al taglio della pineta e all’ipotesi di una parte di Parco naturale lambita dalla viabilità pesante: «Spostiamo lo stadio. È un suggerimento che avevamo già avanzato. D’altre parte Viareggio ha in mente di costruire un nuovo impianto sportivo con un grosso supermercato. Quale migliore occasione per trasferirlo là dove sia realmente possibile?». Nei prossimi giorni sarà più chiara la portata della soluzione pensata come possibile dalla Regione che ha chiesto all’amministrazione Lunardini di «presentare al più presto - si legge ancora nel comunicato della Provincia - il piano finanziario che dimostri la fattibilità del progetto». Va sottolineato, però, che quella dello spostamento dei confini del Parco è una proposta - approvata dal consiglio comunale - fortemente sostenuta dalla amministrazione di centrodestra, proprio in previsione del nuovo stadio da costruire al posto di quello esistente. L’escavo. Nel corso dell’incontro a Firenze, si è parlato anche dei problemi dell’imboccatura del porto di Viareggio. Sarà con un provvedimento di somma urgenza, e dunque di esecuzione immediata, che il Comune dovrà intervenire per abbassare i fondali almeno nella zona dell’imboccatura del porto.

IL TIRRENO Pagina 8 - Montecatini Scontro sul Cii in consiglio a Pistoia Lucchesi: «Il consorzio ha sbagliato» PISTOIA. Il consiglio comunale di Pistoia ha affrontato nei giorni scorsi la vicenda del Centro di impresa e innovazione (Cii, la società ora in liquidazione) sulla base di una interpellanza di Andrea Betti dell’Idv Andrea Betti. «Come mai il comune non ha partecipato all’assemblea dei soci Cii? - ha chiesto Betti - Come mai il consiglio non è stato informato? Mettere in liquidazione una società non è indolore, ha osservato Betti. Ci sono anche dei dipendenti. Si ha un’idea su cosa ne sarà di loro?» L’assessore Barbara Lucchesi ha spiegato che il Comune non ha condiviso la decisione del Cii di «avventurarsi nel recupero della ex Sedi di Campotizzoro», in quanto il recupero ex Sedi ha un valore di circa 20 milioni di euro, la società è partita con appena 400.000 euro: una disparità di mezzi è evidente. L’azienda ha chiesto la ricapitalizzazione e il Comune non ha partecipato. Il Cii ha intentato una causa al Comune, che ha chiesto una chiusura bonaria. La richiesta non è stata accolta ed è aumentata la distanza fra i due soggetti. «Come amministrazione comunale - ha continuato l’assessore - non eravamo d’accordo con la modifica della missione aziendale da incubatore di imprese a promotore immobiliare e i fatti ci hanno dato ragione».

LA NAZIONE Pagina 15 – Siena Dalla Regione oltre due milioni per i servizi all’infanzia SONO 12 gli interventi del senese che rientrano nella graduatoria, sui servizi per la prima infanzia e l’educazione non formale, appena approvata dalla Regione Toscana. Per i 12 interventi del senese sono a disposizione 2 milioni e 300 mila euro di fondi Fas (fondi per le aree sottoutilizzate), che consentiranno opere per 3,2 milioni di euro. Nel dettaglio ecco le opere finanziate: il nido ‘Le Nuvole’ a Sinalunga (160 mila euro circa); il nido interaziendale in Sant’Angelo Scalo di Montalcino (circa 217 mila euro); la manutenzione straordinaria dell’edificio scolastico ‘Rodari’ di Poggibonsi (171 mila euro circa) e quella al nido comunale di Colle val d’Elsa (195 mila euro) e al nido di Montepulciano Stazione (76 mila euro circa). Finanziata anche una struttura, ‘Cultura e informazione’, a San Giovanni d’Asso (59 mila euro). Altri interventi per l’asilo d’infanzia ‘La favola’ a Murlo (608 mila euro), per la trasformazione in nido del centro gioco ad Abbadia San Salvatore (49 mila euro), per l’ampliamento del centro bambini e genitori di Pontignano a Castelnuovo Berardenga (253 mila euro), per un fotovoltaico nel nido di Rapolano Terme (75 mila euro) e nel nido comunale di San Gimignano (200 mila euro). Finanziato (269 mila euro circa) anche l’ampliamento di un nido a Casole d’Elsa. «Una scelta mirata a favore delle famiglie che non solo è di evidente importanza sul piano delle risorse impegnate, ma risulta anche interessante per la qualità delle opere realizzate», ha commentato Stella Targetti, assessore all’Istruzione e vicepresidente della Regione Toscana.

LA NAZIONE Pagina 9 – Viareggio Un carnevale condiviso L’INCONTRO col presidente dell’associazione carristi Umberto Cinquini è servito a conoscere al meglio la realtà e le problematiche connesse al delicato periodo ed empasse che vive la più importante manifestazione versiliese e la sua Fondazione. A fronte delle recenti dimissioni del presidente Maglione abbiamo ritenuto conoscere il parere e le preoccupazioni della sezione più operativa e basilare per il Carnevale. Il confronto ha evidenziato soprattutto le convergenze e l’intento comune di proteggere l’evento da gestioni approssimative e superficiali: in particolare in sintonia l’idea di un progetto condiviso di salvaguardia del Carnevale attraverso un sistema gestionale e non fine a se stesso. L’organigramma dirigenziale riveste per assocarristi e IdV un ruolo di primaria importanza, laddove specificatamente si lavori per solidificare forme di autofinanziamento e autosufficienza all’apparato, non sempre garantiti in passato. E’ stato ribadito il ruolo della Cittadella quale fulcro propulsivo dell’evento e di tutto quello che ad esso ruota. Con il rappresentante dei costruttori c’è stato il reciproco impegno di lavorare assieme; ciò deve essere il motto comune chiunque rivestirà la carica di Presidente della Fondazione. Lara Fiorini segretario provinciale Idv

IL CORRIERE DI MAREMMA Stanziati fondi in favore del polo fieristico di Braccagni, di Cinigiano e di Massa Marittima. In arrivo 645mila euro che attiveranno 1,3 milioni di investimenti. Pioggia di euro per turismo e commercio. Dalla Regione fondi per 286mila euro per permettere di finire la struttura di Braccagni Il Comune utilizzerà la somma per sistemare la rete viaria In tempi di “vacche magre” dalla Regione Toscana arrivano importanti finanziamenti per la provincia di Grosseto, “in grado - è la previsione dell’assessore regionale a Turismo e commercio, Cristina Scaletti - di attivare un milione e trecento mila euro di nuovi investimenti”. A beneficiare dei contributi sono tre comuni. Il capoluogo riceverà 286mila euro per un progetto di adeguamento del polo fieristico del Madonnino; Cinigiano ne riceverà 217mila per i lavori di recupero del centro storico e del Cassero. Infine Massa Marittima beneficerà di 141mila euro di risorse per la costruzione di infrastrutture per il centro commerciale naturale a Contrade Città Nuova. Le risorse rientrano in uno stanziamento complessivo di 17 milioni di euro con cui la giunta Rossi ha deciso di sostenere 76 progetti sparsi per la Toscana di realizzazione di strutture di vicinato per il turismo e il commercio, presentati dai Comuni di tutte le province toscane. Si va dalla riqualificazione di piazze e vicoli, all’installazione di nuova segnaletica turistica, alla messa in rete di punti d’informazione per i turisti, fino alla riqualificazione dei centri commerciali naturali. “Si tratta - spiega l’assessore regionale Cristina Scaletti in una nota - di un aiuto concreto che la Regione fornisce a numerosi Comuni per la riqualificazione dei servizi commerciali, dei centri storici e, in particolare, dei centri commerciali naturali, ma anche del sostegno economico a iniziative di due settori che sono alle prese con gli effetti di una dura crisi economica. Puntiamo a qualificare la nostra offerta turistica anche attraverso la tutela degli esercizi commerciali più piccoli, ma che rappresentano una buona porzione della tipicità e della qualità complessiva della Toscana”. Dal Comune di Grosseto i 286mila euro di finanziamento vengono accolti come manna dal cielo. “Non lo sapevamo ancora e ne siamo felicissimi - commenta l’assessore ai Lavori pubblici, Maurizio Frosolini -. Avevamo fatto la richiesta di accedere a questo fondo messo a disposizione dalla Regione perché avevamo la necessità di procedere a lavori di rifinitura nel polo fieristico di Braccagni, che è già diventato un centro nevralgico nelle politiche di promozione e di marketing, come dimostrano i successi delle fiere realizzate in questi mesi”. I 286mila euro serviranno a coprire (almeno in buona parte) il completamento dell’asfaltatura dell’ultimo tratto di urbanizzazione all’interno del Madonnino e a potenziare ulteriormente l’illuminazione della zona. In particolare sarà possibile installare lungo il perimetro di accesso alcuni lampioni e di acquistare e posizionare l’ultima torre-faro necessaria. Chi invece preferisce attendere comunicazioni ufficiali dalla Regione, è il sindaco di Cinigiano Silvana Totti. “Fino ad oggi pomeriggio (ieri per chi legge, ndr) non abbiamo ricevuto nulla, per cui preferisco parlare quando avrò l’ufficialità”. Aspetteremo pazienti. g.d’o.

IL CORRIERE DI SIENA Indagine della Regione sui costi delle primarie. Proposta della commissione affari istitutizonali. Un’indagine per capire con esattezza a quanto ammontano i costi che la Regione Toscana ha sostenuto per svolgere, sul proprio territorio, le primarie con cui alcuni partiti hanno scelto i candidati presentati alle ultime consultazioni regionali. A richiederla, informa una nota, è stato il presidente della commissione affari istituzionali Marco Manneschi (Idv). Manneschi ha spiegato di aver chiesto «ai commissari il consenso per avere dagli uffici un report sugli effetti di spesa della normativa elettorale regionale con particolare riferimento alle primarie. La risposta è stata positiva. A nome della commissione - ha aggiunto - ho inoltrato la richiesta alle strutture preposte e adesso siamo in attesa dei dati precisi, che dovrebbero esserci consegnati forse già entro la fine di giugno. Poi ognuno farà le valutazioni che vuole». Secondo il presidente della commissione «quel che ci preme è realizzare, in modo trasparente, una prima analisi delle spese».

LA NAZIONE Pagina 7 - Pisa Inchiesta sulle donne cecene Un libro di Susanne Scholl racconta le storie PISA. Oggi alle 17.30 nella Sala Regia del Comune di Pisa sarà presentato il libro “Ragazze delle guerra” di Susanne Scholl (Voland, 2009). Intervengono l’autrice e la consigliera regionale dell’Italia dei Valori, Maria Luisa Chincarini. Il libro è in un romanzo-reportage che nasce all’indomani della morte di Anna Politkovskaja. Susanne Scholl decide di girare un film sulla sua vita e viaggia per la Cecenia intervistando le donne di cui la collega si era fatta portavoce. Le immagini che gira sono scomode, tanto che la giornalista viene arrestata e rilasciata solo dopo l’intervento dell’ambasciata austriaca. Nel libro confluiscono racconti ed episodi che non hanno trovato spazio nel documentario. A parlare sono le madri di Groznyj che, come quelle di Plaza de Mayo o di Belgrado, si incontrano per cercare insieme i familiari scomparsi e tenere vivo il loro ricordo, giornaliste che hanno seguito da vicino i casi di giovani attentatrici islamiche, anziane che hanno subito le deportazioni staliniane, attiviste per i diritti umani. Una di queste è Natalija Estemirova, rapita e assassinata nel luglio scorso. L’autrice, Susanne Scholl, 59 anni, vienne, dopo il dottorato in studi slavi, prima in Russia e poi a Roma, ha iniziato a lavorare come giornalista per il quotidiano “Le Monde”. Dal 1989 è corrispondente da Mosca per la rete televisiva austriaca Orf. Nel 2006 a causa dei suoi reportage sulla Cecenia è stata arrestata dalle autorità russe. Nel 2002 ha ricevuto il premio “Österreichische Ehrenkreuz für Wissenschaft und Kunst”, il massimo riconoscimento della Repubblica Austriaca per prestazioni eccezionali nell’arte e nella scienza.