RadioKit 2006 01

47

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stupenda rivista inedita nel web di radio

Transcript of RadioKit 2006 01

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CONSULENZA:

Generatore di rumore bianco - Radondi Nerio Neri

MICROONDE:

TX con DRO "Whispering Gallery" a 24 GHzdi Gianfranco Sabbadini

KIT-GRP:

Home-made, e dintorni (3° p.)a cura dell-QRP Club

ANTENNE:

La EH per i 6 mdi Massimiliano Morgante,

ANTENNE:

Un'efficace antenna a telaio per onUe mediedi Carlo Bramanti

RICETRASMISSIONE-ACCESSORI:

Calibratore per S-meterdi Rinaldo Briatta

CIRCUITI-COMPONENTI:

LM 124di Roberto Perolti

ENERGIE ALTERNATIVE:

Via col ventodi Marco Barberi

TELECOMUNICAZIONI OGGI:

VoIP: l'utilizzo della rete e dei sistemi radiodi Armando Accardo _

L'ASPETTO TEORICO:

Misura della resistenza di ingresso e di uscita

di un amplificatoredi Nico Grilloni

j)

19

~~

~4

~7

36

PROVE SUL CAMPO:

AOR LA380 da 10kHz a 500 MHz con un solo loop! 99di Angelo BruneroLABORATORIO-STRUMENTI :L'oscilloscopio (7° p.)

96di Roberto Mandirola

SURPLUS:Circuito di stand by per Siemens 455 E 3116~di Giuseppe Balletta

RETROSPETTIVA:I bollettini tecnici periodici66di Gianfranco Albis,

RETROSPETTIVA:La telegrafia del tempo7~di Urbano Cavina

NUOVI PRODOTTI:Note e informazioni sui nuovi prodotti ICOM76di Rinaldo Briatta

RADIOACTIVITY:Missione Eneide Final Review78di Francesco De Paolis.

HF NEWS-VIEWS:Nel mondo del DX

81di Gianni Varetto

RADIOASCOL TANDO:Ascoltare informati89a cura dell'A.l.R.

INDICE ANNATA 2005

87

direzione tecnicaNERIO NERI 14NE

GIANFRANCO ALBIS

graficaMARA CIMATTI IW4EISUSI RAVAIOLI IZ4DIT

Autorizzazione del Tribunale diRavenna n. 649 del 19-1-1978

Iscrizione al R.O.C.n. 7617 del 31/11/01

direttore responsabileNERIO NERI14NE

Ai sensi della Legge 675/96 sulla tutela della Privacy,informiamo che i dati in nostro possesso saranno

da no; utilizzati ai soli fini promozionali, si potrà in qualsiasih momento chiedere l'aggiornamento o la cancellazione

del proprio nominativo scrivendo aEdizioni C&C - via Naviglio 37/2 - 48018 Faenza

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Stampa: Poligrafici Il BorgoSan Lazzaro di Savena (BO)

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CONSVLBNZIl ~ -

CONSVLBNZII

+18V

AEMME ., 36

ARNO ELETTRON ICA 48

BELTEL 88

BIAS 65

(TE INTERNATIONAL 54

DAE 44

DITTA MARTELLI 29

ECO ANTENNE 61

ELECTRONIC SERVICE RADIOTEL... 33

ELETTROMAGNETIC SERVICE .79

ELETTROPRIMA 53 -1/ COP.

FOSCH IN 1 ., 71

FUTURA 4 9

GUI DETTI 86

HEINZ BOLLI 37

HOBBY RADIO 54

KENWOOD 5

LIN EA ELETTRONiCA 9 4

MARCUCCI 3-9 5

MAS CAR 51

MICRA 48

MISTER SEVEN .43

MOSTRA CEREA 4

MOSTRA CIVITANOVA MARCHE 94

MOSTRA MODENA 52

MOSTRA MONOPOLl ., 93

MOSTRA MONTEROTONDO 13

MOSTRA MONTICHIARI 46

MOSTRA NOVEGRO .45

MOSTRA POMPEI 6

MOSTRA RIMINI ., 91

MOSTRA ROVIGO 61

MOSTRA SCANDIANO 50

N EW MA TiC 50

N IN ETEK 6 O

P.L. ELETTRONICA 90

PRO. SIS. TEL 43

R.I.A. E 60

RADIO COMMUNICATION ., ., 1/1COP.

RADIO SYSTEM ., 1/1COP.

RADIOSURPLUS ., 90

SCUOLA RADIO ELEITRA ., ., IV COP.

TE LEM ICRO N 3 7

VEGA ACCESSORI 89

VI-E L. : , 4 7

VI P ELECTRONICS 77

WOODBOX RADIO ,.. ., " 44

• Ogni tanto sento parlare di ra­don" ma so solo che si tratta diun gas (o di una emissione). Épossibile sapere meglio dicosa si tratta, quali rischi even­tuali ci siano per la salute edeventualmente i livelli tollera­bili?

ner, polarizzato inversamente, diper sé stesso genera proprio delrumore bianco. Nello schema difigura, R2 e Dl sono collegati inun ramo di reazione negativa fracollettore e base di Q l; tale con­troreazione serve a stabilizzare ilivelli di tensione (in continua)del generatore.

Il condensatore C l serve perdisaccoppiare ogni corrente al­ternata dal circuito; il diodo ze­ner agisce proprio come un ge­neratore di rumore bianco che èin serie con la base del transistor.

In tal modo il rumore generatodallo zener viene amplificato finoa circa l V picco-picco, presso­ché indipendentemente dallatensione di Zener, che può esse­re compresa fra 6,8 e 12 V;natu­ralmente, provando diversi dio­di, se ne possono paragonare (escegliere) i livellidi rumore otte­nuti.

Questo pur modesto circuitopuò essere sfruttato per diversitipi di misure (per esempio, pontidi rumore).

Ilradon è un gas naturale, iner­te e radioattivo, emesso dal terre­no. Inodore, incolore e invisibile,esso non è altro che un sottopro­dotto del decadimento radioatti­vo dell'uranio.

OUT

R12k2

. 2N3904C1

10,uF

+

• Vorrei sapere che cosa è, acosa serve, e come si realizza,un generatore di "rumorebianco"

In primo luogo, tentiamo dichiarire di cosa stiamo parlando:s'intende per "rumore bianco"un segnale (sic) costituito da unampio spettro di frequenze a di­stribuzione casuale ciascunadelle quali ha potenza mediauguale nell'unità di tempo; in al­tre parole, il "rumore" possiedeenergia costante per ogni fre­quenza per unità di banda pas­sante.

Ma, a cosa serve questa stranacosa? Esso viene utile per collau­dare amplificatore'ad audio o ra­dio-frequenza, ed è ampiamenteusato per evitare il disturbo insitonei vari rumore di fondo.

Un semplicissimo circuito cheserve a generare questo tipo disegnale è riportato in figura

Esso funziona sulla base delprincipio per cui ogni diodo Ze-

IRke 1/2006 I 7

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NO_ 4-40 SCRl"W_ ~SOLOER LUG & NUT tJ,Il

GROUNO .V SUPPLY

PLUG l ~CABLE ..

w=-~=<~i'~ r ItCOMPARATOR

Poiché è inerte e non legatochimicamente ad alcun elemen­to, esso viene direttamente libe­rato dal terreno nell' atmosfera,quasi ovunque sulla Terra.

Il radon diventa un problemaper la salute quando esso, deca­dendo a sua volta, produce altriisotopi che sono normalmentecostituiti da particelle cariche(ovvero ioni); essi si legano pron­tamente con altre sostanze comepolveri e fumi.

Per l'esattezza, quello che il ra­don rilascia quando decadesono particelle alfa, con un' ener­gia di oltre 5 MeV (milioni di elet­tronvolt): sembrerebbe un gros­so numero, ma va consideratoche le particelle alfa riescono aviaggiare solamente per 5+6 cmnell' aria prima di dissipare com­pletamente la loro energia ioniz­zando molecole di aria; e co­munque un foglio di carta, e per­sino la pelle umana, è in grado difermarla.8

Ecco quindi che l'esposizionediretta al radon, diversamenteda altre radiazioni, pone benpoco rischio per l'uomo; i rischinascono quando si respira ariacontaminata da radon o dallasua progenie di isotopi a rapidodecadimento.

Il radon risulta un costituentedell' aria da milioni di anni. masolamente da pochi decennisono stati sviluppati strumenti ingrado di rivelare (e misurare)questa debole emanazione, poi­ché all'aperto, ed in locali a nor­male ventilazione, il rado n pre­sente è circa un millesimo diquello presente nel terreno.

La concentrazione tipica di ra­don all'esterno è circa O,l + 0,2pCi/l (cioè pico curie per litro diaria), mentre è stato stabilito che4 pCi/l rappresentano poco onessun rischio per la nostra salu­te.

Esistono strumenti commercialiper misure in locali sotterranei e

similari; un esempio costruttivotipico è riportato comunque in fi­gura, e basa il suo funzionamen­to su una camer a di ionizzazione.

La RedazioneG

l''Augura':4

a tutti.A~'

inF'eliee

Anno Nuo\1~

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'Z MlCROONOE ~

TKcon

la parte

di Gianfranco Sabbadini L. 12SG ~

Premessa

La realizzazione descritta èparte di uno sviluppo innovativo,iniziato nel 2002, comprendente4 moduli per la realizzazione diuna stazione completa FM inbanda K per il traffico in fonia etelevisione d'amatore a scansio­ne veloce (ATV). Cuore del pro­getto è stato lo studio e lo svilup­po di una nuova classe dj.oscilla­tori ad alta stabilità impiegantirisonatori a dielettrico (DRO) ec­citati nei modi superiori "Whi­spering Gallery" (letteralmente"galleria del bisbiglio") il cuinome deriva da un particolaremodo di propagazione dei suoninegli edifici che venne studiato

da Lord Rayleighnel 1910. Risona­tori elettromagne­tici 'WhisperingGallery' hannotrovato applicazio­ne recentementein rilevanti impre­se spaziali e nelcampo dei LASER(Ref.l). Con que­sto lavoro sono sta­ti altresì introdottiimportan ti e le­menti di innova­zione nella costru­zione dei circuiti inmicrostriscia, siacon l'impiego dinuovi laminati in

"Polyester" in sostituzione delclassici in TEFLON (PolyTetra­FluoroEthilene) caricati con fibradi vetro, sia applicando una nuo­va tecnica di interconnessionedei FETo HEMPTad Arseniuro diGallio. In termini pratici questi ipunti hanno consentito vantaggiessenziali per:• semplicità del montaggio• sensibile miglioramento nella

ripetibilità dei risultati,• prestazioni superiori

Analogamente ai precedentisviluppi per la bande di frequen­za inferiori. sono state privilegia­te le scelte che consentissero lamassima certezza di risultati uni­tamente ad una semplicità co­struttiva compatibile con mezzi

radiantistici. al fine di promuo­verne la diffusione tra gli OM in­teressati alla sperimentazionedelle bande millimetriche . Iltra­smettitore descritto non è un pro­getto NO-TUNE,poiché è richie­sta la disponibilità di un analiz­zatore di spettro per ilposizionamento corretto del di­sco OR (Dielectric Resona tor) nelmodo di risonanza WGM a 24GHz.

Tuttavia non si esclude che l'ul­teriore riproduzione del circuito- oltre i primi 3 esemplari cui si ri­ferisce la presente nota - possaconsentire di superare anchequesto ostacolo per un' autoco­struzione senza l'impiego di stru­mentazione costosa e con nessu­na fase di taratura.

Oscillatore 24 GHz con D.R.eccitati whispering gallerymode

Cuore del progetto è l'oscilla­tore controllato da un risonatoredielettrico operante a 24 GHz emodulabile in frequenza con unsegnale la cui larghezza di ban­da massima si può estenderesino ad 8 ... 10 MHz (@ -3 dB)Quindi l'oscillatore opera diret­tamente sulla frequenza nomina­le d'uscita del trasmettitore equesta può essere leggermentemodificata, in fase di taratura, amezzo di un inserto metallico po-

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24GHzWGM OR

22R9

(vedi testo)

lN4001 I 100R5

lN4001lnF

1N400l

~01

Cl +

CLl

lnF

lN4l48 lN4l48

~ l,+"f

rrOutput24 GHz

Modulatorinput

+8 ... l2V <Vee

Fig. l - K-Band DRO Transmitter

sizionato in prossimità del discoceramico. Per la descrizione det­tagliata del principio di funzio­namento di questo tipo di oscilla­tore si rimanda alla Ref.2; alter­nativamente si può consultare ilsito http://www.microonde.it

11Dielectric Resonator utilizza­to è stato recuperato sul mercatosurplus ed ha le seguenti caratte­ristiche:• Frequenza di risonanza fon­

damentale misurataTEOlò= 6,5 GHz

• Dimensioni: D= 8,25mm,H=2,35mm

• Costante dielettrica relativacalcolata: Cr = 38

Con il DR direttamente fissatoal piano delle microstrip del cir­cuito, cioè senza !'impiego di di­stanziatori, la frequenza di lavorodell'oscillatore con N utile a 24GHz nel modo WG risulta pari a24.010 ...24050 MHz.

Con il numero N inferiore l'o­scillatore opera a circa 20.5GHz. Poiché i modi risultano re­lativamente vicini (anche nel po­sizionamento fisico del DR) è ri­sultato obbligatorio !'impiego di2 accoppiatori aÀ/4 direttamenteai terminali di drain e gate delMESFET in modo da ridurre ilguadagno d'anello alle bassefrequenze (cioè il segnale di rea­zione), introducendo anche unostub dal lato del gate per regola­re la fase del segnale (vedereschema di fig. l ). Anche la resi­stenza di chiusura a massa in c.c.(RIl = 47 Q) del circuito di gate- con relativa rete di disaccop­piamento a 24 GHz - è importan­te per sopprimere i modi di fun­zionamento con N inferiori aquello desiderato a 24 GHz.

Notiamo infatti che i FETutiliz­zati in questo progetto- Fujitsutipo FHX13 - esibiscono a lOGHz un guadagno superiore ai

Elenco componenti

C I, C2, C3, C4 = I nF by-pass pas­santeC5, C6 = InF SMD ceramicoC7, C8 = 2,2,uF tantalioC9 = 100,uF elettroliticoC IO = 100 pF SMD ceramicaDI, D2, D3 = IN4001D4 = LEDrossoD5 = D6 = IN4148DR = risonatore Fo=24010 MHzRI, R2, R3. R4. RII = 47 Q SMDR5 = 100 Q SMDR6 = resistenza opt. SMDR7 = 180 Q SMDR8 = 270 Q SMDR9, RIO = 22 Q SMDRI2 = 39 Q SMDQ I, Q2, Q3 = FHXI3 FujitsuUI = L7808CVU2 = LM317 National

20 dB: pertanto la rete di rea­zione deve esibire una atte­nuazione crescente al dimi-

. nuire della frequenza, almeno

19]Rke 1/2006 I

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Fig. 3 - Rumore di fase del DRO-WGM a 22,6 GHz utilizzato nel convertitore RXa 24 GHz.

Fig. 2 - La densità di energia calcolata in un risuonatore funzionante nel modo TEIO,O:a) valore normalizzato, b) distribuzione nel piano X-Y

to, oltre ad esibire un limite in­trinseco di risposta in frequenzadovuto al tempo di rilassamentodelle cariche. Rimane da spie­gare invece perché pur non va­riando il potenziale di polarizza­zione (che nel nostro caso è dizero volt) la corrente media deldispositivo si riduce in modo sen­sibile (anche del 30 ...40 percen­to) quando si innesca l'oscillazio­ne.

Come riscontrato in altri oscil­latori WGM provati a 20 GHz, dicui alla Ref 2, il coefficiente di ri­sonanza del circuito, anche cari­cato, è molto elevato, perché neirisonatori WGM il Qo (a vuoto) èdi gran lunga superiore a quellorelativo al modo fondamentale(TEOl o), in modo similare aquanto avviene per i risonatoripiezoelettrici funzionanti neimodi superiori cioè in Overtone.

Ciò è intuitivo considerando ladistribuzione del campo elettro­magnetico nel modo WG qualeillustrata ad esempio in fig.2 conN= lO riflessioni

Nel 'Whispering GalleryMode' il volume di materiale oveè confinato il campo elettroma­gnetico è ridotto (perché è attivasolo la corona superficiale del di­schetto) e ricordando che il nu­mero Q esprime, per ogni ciclo,il rapporto tra energia reattivaaccumulata nel risonatore equella dissipata in calore nel ma­teriale, questo numero è mag­giore appunto per un peso infe­riore delle perdite nel materiale.

Nel nostro caso trattasi di com­posti ceramici sinterizzati ad altatemperatura. L'elevato Qo del ri­sonatore è vantaggioso per lastabilità in frequenza ma è ancheun problema poiché limita l'indi­ce di modulazione FM ovvero lapossibilità di ottenere discretedeviazioni in frequenza con buo­ne caratteristiche di linearità esimmetria. E' invece solo un van­taggio ove non v'è la necessità dimodulazione e si ricerca la mas­sima stabilità e purezza spettralein termini di FMresidua e rumoredi fase, come ad esempio nell'o­scillatore del modulo di ricezio­ne a 24 GHz con oscillatore loca­le a 22,6 GHz di cui alla Ref.2.

In fig.3 è riportato il rumore di

IRke 112006 I 11

0.5

(b)~1.0

-0.5

-1.0 =-1.0

~O.O

media assorbita dal circuitoquando si innesca l'oscillazione.Questa peculiarità è risultata co­mune a tutti i MESFETprovati. siadi case giapponesi che america­ne. In altre parole la giunzioneSchottky metallo-semiconduttoreche costituisce il gate del FETperde, oltre i 20 GHz, la proprie­tà rettificante, ma non solo.

Circa la proprietà rettificante èplausibile che la giunzioneSchottky sia limitata in frequenzasia dalle capacità parassite pro­prie del dispositivo che dagli ele­menti parassiti del contenitore edell'interconnessione col circui-

:LO SPOT FRQ-:10.0I<HzRL-

-:106.67l

H-ì

lI

I

:LO

FREQUENCYOFFSET :LHz

FROM22.64GHzCARRIER MHz

1.0

0.00.0 0.2 DA

(a)

~ 0.8o~ 0.6:J«::ii DAli::oz 0.2

sino al modo fondamentaleTEOlo che, nel nostro caso,vale 6,5 GHz.

Nel corso dello studio e dellemisure nei vari circuiti sperimen­tati - in tutti i casi con FETautopo­larizzati, cioè senza alimentazio­ne negativa alla griglia - è statoosservato un fatto curioso.

Si è osservato che quando lafrequenza di funzionamento su­pera i 20 ...22 GHz il dispositivonon esibisce alcuna corrente digriglia, pur operando con angolidi conduzione sensibilmente mi­nori di 360 gradi. come si evincedal brusco calo della corrente

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Fig. 4 - A) Circuito stampato. B) Particolare accoppiatori CL3, CL4.

subishi che però hanno marginidi dissipazione minore (50 mW).Altri transistori con caratteristi­che adeguate per il funziona­mento in banda K, quali adesempio i tipi AvantekATF360no ATF35076/ 176/376, avendo ilcontenitore ceramico del tipomicro-X, non risultano idonei almontaggio applicato in questoprogetto.

II) Tuttigli stadi sono polarizza­ti zero-bias e gli accoppiamentiinterstadio sono ottenuti con ac-

coppiatori in À/4 in microstrip:CLI, CL2, CL3, CL4

L'accoppiatore CL3 è a treporte; la porta connessa al primostadio di amplificazione Q2 è di­saccoppiata di 15 dB a 24 GHz,al fine di ridurre il "pulling" dellafrequenza di funzionamento conle variazioni del carico o in pre­senza di SWR all'uscita del TX.

III) Gli stadi di amplificazioneQ2,Q3 non hanno elementi diadattamento, ma sarà valutata,con i prossimi esemplari costrui-

•O•

I::;

B

A

Con riferimento allo schemaelettrico di fig. l ed al circuitostampato di fig.4-a e fig.4-B leosservazioni principali sono diseguito esposte.

I) Il trasmettitore impiega in to­tale 3 soli MESFETGaAs dell'ulti­ma generazione, con lunghezzadi canale inferiore a 0,15 mi­cron, assemblati in uno specificotipo di contenitore ermetico me­tallo-ceramica (senza impiego divetro basso-fondente) che hapermesso 1'applicazione d'unnuovo ed efficiente metodo dimontaggio in tecnologia micro­strip, come illustrato al ParA. Itransistori utilizzati sono del tipoHEMPT (High Electron MobilityTransistor) Fujitsu tipo FHXl3 se­lezione HG in contenitore erme­tico Kyocera da 70 mi!.

Alternativamente si possonoimpiegare i tipi equivalenti Mit-

12 •...•.., Rke 1/2006

fase di questo oscillatore impie­gato in uno dei primi convertitori24GHz/ l ,7GHz realizzati e mi­surato in occasione del Sympo­sium V/U/SHFdi Orvieto 2002.(Misura eseguita da Pippo Cristi­na, 14FTGcon la strumentazionegentilmente messa a disposizio­ne da Ennio Tonon, IOFHZ).Lavia seguita per ottenere la modu­lazione dell' oscillatore di questotrasmettitore è consistita nel rea­lizzare accoppiamenti stretti delrisonatore con il MESFET inmodo da ottenere un Q caricatosufficientemente basso. Ciò èpossibile solo - come nel caso inquestione - se il guadagno d'a­nello è sufficientemente abbattu­to, in modo selettivo, per i WGMinferiori a quello desiderato a 24GHz

La modulazione è ottenuta va­riando la tensione d'alimentazio­ne con uno stabilizzatore di ten­sione regolabile tipo LM317 lacui larghezza di banda limita ov­viamente quella del segnale mo­dulante. (ca 8 ... 10 MHz)

In tutti i casi provati e per iprimi 3 TXcostruiti la modula­zione è sempre risultata nega­tiva, con deviazione max di +/­3MHz.

Il circuito

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ti, la ripetibilità di risultati nel po­sizionamento di alcuni stub diadattamento, almeno per lo sta­dio d'uscita, al fine di aumentarela potenza disponibile.

Nei primi 3 esemplari costruitila potenza media d'uscita a 24GHz è risultata di 5 mW.

IV) La tensione d'alimentazio­ne del trasmettitore è di 8 ... 12Vma è consigliabile utilizzare unatensione limitata a 9Vper ridurreil calore dissipato e quindi la de­riva in frequenza con la tempera­tura.

Ricordiamo in proposito cheper ottenere una discreta devia­zione in frequenza il risonato re adielettrico è posizionato in modoche risulti caricato e quindi conun QLcontenuto.

Il regolatore Ula 5V alimenta:• gli stadi di amplificazione

Ql.Q2 con una caduta di ten­sione in D2 e D3.

• lo stadio oscillatore Q3 è ali­mentato attraverso la resisten­za R5. La resistenza R5 può es­sere sostituita da un diodo LED(D4).

• il modulato re U2, la cui tensio­ne d'uscita modula, attraversoRIO, la tensione al drain, VDS'del MESFET.

Poiché il C.1. LM317 ha unatensione di drop-out di I,5V, lamassima tensione d'uscita è limi­tata a circa 3,5V e pertanto Q2 èprotetto in caso di sovramodula­zione.In assenza di modulazionela caduta di tensione ai capi diR5 (o, alternativamente del dio­do D4) deve essere 1.9...2.2V.

Se la tensione risultasse infe­riore questa deve essere riporta­ta al valore nominale di 2V sce­gliendo opportunamente il valo­re di R6.

V) Ove si desiderasse una po­tenza d'uscita superiore ai 5 mW,ciò è possibile aumentando latensione d'alimentazione VDS diQ l, Q2. Eliminando il diodo D2la VDS di Q 1,Q2 sale a circa 2Vela potenza d'uscita misurata sudue campioni è risultata di 8 ... 10mW.

VI) Il circuito stampato, realiz­zato su laminato Rogers tipo

R04450B (spessore = lO mils,metallizzazione Cu = 15 micron)misura 54*35 millimetri. Gli ele­menti più critici del processo difabbricazione del circuito stam­pato sono gli accoppiatori in mi­crostrip (vedere fig. 4-B).

La distanza minima tra le mi­crostriscie è di 60 micron nomi­nali, mentre le linee ad alta im­pedenza hanno larghezza di 150micron.

Le dimensioni critiche del cir­cuito' fabbricato con mezzi do­mestici, sono controllate durantele fasi di lavorazione a mezzo diun microscopio ed un filare conscala. Allo "stato attuale delFar­te" la resa complessiva dei cir­cuiti stampati prodotti è di circa il30%: in altri termini ogni 3 circui­ti lavorati 2 sono scartati. Ciò èoneroso in termini di tempo manon di materiale che, anche perle modeste dimensioni del cir­cuito' ha un costo contenuto.

(Continua)

~

CITTA DI MONTEROTONDO.1T2> FI··E'· ·B~•.....'8f'" «RAI:··.. ! '; ··0····· ·2,r.,',t" f I/ ...~'-/ .d1': 'J 4 -} _; ",t _t : " '," ~"if /: --

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IRke 112006 [ 13

---~ _._-~ ----------------------

Page 10: RadioKit 2006 01

IiIT-aRP

Rome-1lIade. , dlntorn/~~~~30 puntata

a cura delrl (!l~PCLVB

Brevissima premessa

Da questo numero la collabo­razione alla sezione "QRP - CWe home-made" sarà fatta a curadell'I QRP Club, in quanto Ales­sandro Santucci IOSKKassumeràun incarico presso Radio Rivista,organo dell'ARI. e come tale avràil suo da fare in altra sede.

Il discorso iniziato da Alessan­dro sarà proseguito ed ampliatoseguendo il medesimo filo logicoda lui impostato. Per quanto ri­guarda le realizzazioni proposte,ovviamente questo spazio sarà li­bero e disponibile a contributi dichicchessia, purché ovviamentein linea con 1'argomento trattato.

Vi invitiamo, pertanto, pereventuali corrispondenze a scri­vere all'indirizzo email pubblica­to sopra e non più ad AlessandroIOSKK.

Fig. l - Elecraft K2

14 I Rke 112006 I

Facciamo ora una panoramicadi kit per QRP parlando della" ci­liegina sulla torta" cioè la Ele­craft ed i suoi prodotti.

Quando ho conosciuto questaDitta esistevano solo due appa­rati, il Kl ed il K2 ed in Italia c'e­rano un solo K2 montato e posse­duto da Attilio I l BAYed un soloKI montato e posseduto e .. mo­dificato da Giuliano IOCG;poi .... l'esplosione, si è sparsa lavoce, la Ditta ha prodotto altri beiprodotti, il mondo QRP e non hascoperto questo gioiellino edoggi Elecraft è sinonimo di buonlavoro, di affidabilità ed anche diuna certa serietà. Ed ecco per­ché abbiamo lasciato in fondoalla nostra panoramica lo spazioche la Elecraft meritai

Passiamo ad esaminare quelloche viene offerto al mercato. Pre­metto che una miriade di notizieed informazioni sono rilevabili

dal sito Internet: http://www.ele­craft.com/ .

La nostra panoramica abbrac­cerà di seguito (anche se non inquesto stesso numero) i seguentiprodotti:- K2 transceiver multibanda

SSB/CW- KI transceiver mono/multiban­

da CW con modifica per SSBbyIOCG

- KXI transceiver portatile bi­banda e moduli aggiunti CWIn questo numero esaminere­

mo il K2 e quello che lo riguarda,lasciando gli altri apparati ed al­cuni accessori aggiunti, per leprossime puntate.

K2 transceiver HF multibanda

Inizio rubando alcune paroleall' amico Attilio Sacco, I l BAY:"Con questo kit è iniziata unanuova era per il QR?, non piùapparecchi per frati trappisti oinguaribili old timer, ma appa­recchi che superano nel con­fronto quelli compera ti fatti. conmille 1ucette e con il grido di do­1ç>redella moglie!E la rivincita, la rivincita del "faida te" (se sei buono) che è me­glio! Nel caso è veramente me-

1· f"glO.Poco dopo la metà degli anni

'90, ormai dieci anni fa, quindi,nel mondo del QRP si cominciò aparlare del K2, del modo di co­struire questo kit soprattutto del­le prestazioni. Le voci all'iniziosembravano esagerate perché siparlava di prestazioni notevoli,

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Fig. 3· Alcune comparazioni come ricavate dai laboratori ARRL

ARRL Lab Recelver Test Data ComparlsonsXX/YY = (preamp-ofl) I (preamp-on); 14Mhz operation, 500 Hz CWfitler, AGC off, High Ip mode.Ali measurements in dB. Lab lesls I",a rigs can va'V by several dB, so resuhs wilhin 2-3dB are rougho/ equìvalenl.

RIG

MOS (dOmIIMOl1roIMO oroIp3 (dOmIIp2 (dOm)Phase Noise

Sensitivity

20 kHz spaoingQuI of bandldBc :at+4 kHt)SiQOat Reiection5 kHz $pdCÌng

20 kHz. s:paeing5 kHz sp.&clng

pre·ampoff

preoff/onpreotf/on

K2

-1301-1369197/95+21/+8 (20kHz)80/79-124

+21/+8 (5kHz)IC-7800

-127/-138/-142891 04N03/1 02+37/+21/+1198/87/84-120

(20kHz)(1." ,

Su Note 2+22/+7.7/+0.5 (5;-

kHz)

...Ten·Tec Orion

-128/·1369295/94+23/+13,1,;'·138

(20kHz)+22/+11 (5kHz)' ~FT-1000MP

-1281-1358397/94386188·118

IC·756PRO

·128/·136/·809519118815.4 14.3/·6.964/63/43·130140

.Su Note 2FT-817

-126/-134noIles/ed871845/-5.6841ll8.4-103

IC-703

-131/-1417689/9111N.956147-118

IC-706MKIIG

-136/-1427489/86-1.3/-1136.4/38.5-118

lfIIro li The /C--7800, 1C--756PRO & PROli have two dilferenlgain preamps. Numbers are for Pre<Jff I Pre ti/ Pre t2.

Fig. 2 . Elecraft K2/100 (K2 + KPAIOO . modulo PA da 100 W) visi·bile l'aletta di raffreddamento del PA, sul retro

sembra che il K2 sia piuttostosensibile, e piuttosto immune aintermodulazione del III ordine,specie quando i due segnali diprova sono vicini (spaziatura a 5kHz). Una nota che vorrei sottoli­neare riguarda il valore dell'IP3,ilvalore del punto di intersezionedel 3° ordine (Vcolonna della ta­bella): per il K2, questo valorenon cambia se la spaziatura deidue segnali di prova passa dai20 kHz ai 5 kHz, mentre pernC7800, ad esempio, i valorisono ben diversi, variando di ol­tre lO dB. Questo significa che ilI mixer dell' apparato tende adintermodulare e quando aiutatodall' azione di filtraggio del I filtropost-mixer, si comporta egregia­mente, ma quando quest' azionenon è più notevole, come per se­gnali piuttosto vicini (spaziaturaa 5 kHz), le prestazioni peggiora­no.

L'ultima colonna riporta undato relativo alla "pulizia spettra­le" dell' oscillatore locale che ènotevole.

Prescindendo dal fatto chesembrerebbe far uscire il K2come il migliore o uno fra i po­chissimi apparati seri sul merca­to e senz' altro il migliore consi­derando le prestazioni ed il suoprezzo, possiamo dedurre chequesto transceiver è stato benprogettato. I "numeri" dei gua­dagni e delle perdite sono statiben distribuiti, e il suo comporta-

Oscillatorelocale/VFO:PLL sintetizzato,doppio VFOA/B- operazioni iso­frequenza e split- RITe XITinse­ribile

Keyer inte­grato: possibileuso di paddleesterno, di keyeresterno (esclu­de l'interno), ta­sto verticaleInoltre: NoiseBlanker / Atte­nuatore RX /

CWin QSKAlimentazione: lO - 15 V dcDim.: 7.3 alt. x 19.8 largh. x

20.8 prof - peso: ca 1.5 kg senzamoduli opzionali

In sintesi un apparato a cui nonmanca nulla, compatto, leggeroe completo.

In fig. 3 viene mostrata una ta­bella comparativa di prestazionidi apparati attualmente sul mer­cato. Questa tabella è tratta dauna più completa di dati e di ap­parati (vengono considerati an­che apparati di diversi anni fa),tratta dal sito della Elecraft. mache riporta i risultati di test effet­tuati nei laboratori ARRLper ve­rificare prestazioni di intermodu­lazione e sensibilità.

Da questa tabella, che comevedete è piuttosto aggiornata

specie se consideriamo che siparlava di un KIT,e QRP, e tuttisiamo abituati ai compromessi inquesti casi ... Quindi come scriveAttilio, incredulità e scetticismoerano di casa un po' in tutti, spe­cie in noi da quest' altra partedell'Oceano, visto che il K2 pro­veniva dagli USA.

Lentamente questo apparatoha cominciato a suscitare curio­sità, interesse e i più coraggiosihanno provato, anche perché ilcoraggio stava nello spendereuna cifra non proprio bassa, fracosto effettivo, spedizione e .. do­gana ..

Oggi Elecraft è sinonimo dibuon prodotto, il K2 non è piùsolo un kitper QRP, ma anche unkit per coloro che vogliono unbuon apparato da portare in /panche con potenza di 100 W. Unapparato affidabile, piccolo, noningombrante, essenziale, senzamolti "gadget". ma funzionale al100% (fig. 2).

Passiamo ad esaminarne le ca­ratteristiche tecniche essenziali:

Frequenze: bande HAM 10m- 80 m + modulo opzionale per160 m

RX: supereterodina singolaconv.; IF 4 MHz ca; larghezza dibanda variabile e programmabi­le

Modi di emissione: CW edSSB (con modulo opz.) + even­tuali modi digitali

Potenza output: regolabile da100 mW a 15W output + modulodi potenza da l 00 W

Sensibilità RX: O 15 f.1 V,preamplificatore disinseribile

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Fig. 6 - Un K2 in portatile, by N7CEE

Quello che c'è da dire riguar­da i calcolo del costo. All'appa­rato così com'è è il "modulobase" (costo attuale $ 599 ), se sivuole qualcosa di completo sidevono aggiungere i moduli:SSB ($ 89), Noise blanker ($ 39),160 metri ($ 39), a cui possiamoaggiungere l'accordatore d'an­tenna automatico ($ 159), il filtrosudio ($ 79), e l'eventuale DSP ($219, nel qual caso il filtro audionon serve) .Arriviamo ad un costoche è attorno o poco più di 1100dollari. Possono sembrare tanti,è vero e tanti sono, ma conside­riamo i costi di apparati sul mer­cato un FT817 oggi, senza filtri

Fig. 5 - Modulo KAF2 (filtro audio optional)

durla, pur variando il valore di IFche originariamente è di 4 MHzcirca, mentre io ho usato i 2.5MHz.

Costruito il mio prototipo, rea­lizzato solo per il CW in trasmis­sione, posso dire che la cosa miha lasciato meravigliato, il ricevi­tore era sensibile ed andavabene. Ilmio prototipo era per i40m, perché considero questa unabanda difficile e quindi un buonbanco di prova per i ricevitori.Ho usato quel RTXper circa 3-4mesi specie di sera quando ilQRM si fa serrato ed ho sempreavuto un ottimo comportamento.Questo mi decise poi a passareall'acquisto del kit.

Senz' altro, oltre che al progettoben calibrato come guadagni edattenuazioni, c'è da dire che l'a­vere limitato il funzionamento afettine di frequenze attorno allebande OM e quindi aver previstoil filtraggio RF nella parte front­end, fa sì che il mixer, malgradosia un normale mixer a diodi da+7 dBm, lavori in modo ottimale;l'avere limitato le conversioni aduna soltanto ed il valore di IFai 4MHz, elimina fonti di spurie e diintermodulazione ulteriore. L'o­scillatore locale è "pulito" e tuttoquesto ne fa un buon transceiverdal prezzo non proprio basso,ma dalle prestazioni degne diapparati costosi come automobi­li

Fig. 4 - Modulo KDSP2 (filtro DSP optional)

mento supera apparati più costo­si e con più "lucette". All'atto pra­tico la prova in aria è semprequella che toglie ogni dubbio.

Personalmente posso dire que­sto: possiedo il K2 ormai da dueanni, ho partecipato a svariaticontest usandolo in condizioni lepiù diverse e su frequenze diver­se. Posso dire che ho ascoltatosegnali da tutto il mondo anchein condizioni di propagazionenon eccellenti, ma soprattuttoche usato specie in 40m con pi­le-up furiosi su frequenze vicine,ho sempre ascoltato e collegatobene i miei corrispondenti; nonho mai patito situazioni di musi­che e segnali "spuri" di vario ge­nere. Posso dire che l'apparatomi soddisfa in pieno.

Immagino che anche i posses­sori di apparati più "illustri"pos­sano dire lo stesso ed infatti la fi­nalità qui non è quella di stabilireil migliore, di fare una scala divalori, bensì di stabilire se un"semplice kit", un apparato chein circa 150-200 ore di lavoromontiamo con le nostre mani,può reggere il confronto con ap­parati che non ci azzarderemmoneanche ad aprire per vederecome sono fatti dentro.

E questo è vero, il K2 va bene!Personalmente aggiungo an­

che che quando venni a cono­scenza di questo apparato inda­gando su Web, scoprii che sulsito Elecraft è scaricabile ogniforma di documentazione a ri­guardo dei suoi prodotti, fra cui ilK2 e relativo schema elettrico.Sinceramente la parte RX misembrava un po' poco sensibilee semplice ed ho deciso di ripro-

16 L ... _u_'

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Fig. 7 - Un Elecraft K2 in "posizione di uso" Fig. 8 - Autocostruzione di W40P

IFe senza DSP e senzaATU co­sta sui 600 Euro, siamo su questiprezzi. E' pur vero che l'FT817 ha50 MHz, VHFed UHF,ma le pre­stazioni sono ben diverse (fig. 3).

Non voglio rimarcare superio­rità od inferiorità, lo ripeto, vogliosolo dire che per quello che que­sì'apparato offre, ilprezzo è nellamedia. Quanti sarebbero in gra­do di autocostruire un apparatodi simili dimensioni e prestazio­ni? (fig. 4 e 5).

Inoltre nulla vieta di fare l'ac­quisto rateizzato, partendo dallabase ed aggiungendo i moduliman mano, certo pagando lespese di spedizione ogni volta.Ognuno fa le sue scelte e questenon riguardano queste pagine.

Un paio di commenti in margi­ne, per chi come il sottoscritto edaltri derelitti è "malato" ... e nonriesce a non mettere le mani do­vunque.

Per prima cosa visto quello cheil buon Giancarlo I7SWX hascritto e sperimentato sul mixerda lui ideato o comunque messoa punto, e viste le misure fatte davari OM, ben dotati di strumenta­zione seria, sarebbe cosa assaisaggia ed interessante speri­mentare questo tipo di mixer suun K2. Lo scrivente si è propostoed invero il buon I7SWXera di­sposto a dare aiuto ed appoggio(morale!), ma il tempo a tutt'oggiancora non mi è bastato, per faredelle misure sul prima e dopo,più la modifica. Quindi forsequando leggerete queste righeci saremo riusciti, ma purtuttavia,essere in più di uno a fare queste"follie" non sarebbe male, edanzi potrebbe portare ad un di­screto aumento del bagaglio cul­turale riguardante il mixer-SVVXcome tanti ormai chiamano il cir­cuito di cui sopra ...

Altra nota che mi fa molto pia­cere scrivere riguarda l'amicoGiuliano IOCG il quale ha "do­nato" il K2, modificandone sol­tanto l'oscillatore locale. Abbia­mo già detto, e nell'ambiente èarcinoto, che Giuliano ha realiz­zato un VFO-DDS assai "pulito",che usa l'AD995 l come integra­to e che è assai flessibile e sem­plice da utilizzare. L'idea di rea­lizzare un RTXcompleto (o perchi vuole, solo in CW), basatosulla filosofia del K2, con l'OLbasato sul DDS di IOCG, non sa­rebbe assolutamente un'ideamalvagia, ma, anzi. porterebbealla realizzazione di un ottimoRTX.decisamente di alto livello,pur se autocostruito (figg. 9 elO).

A questo proposito vi mostro infig. 8 anche la realizzazione diW40P che ha fatto una sorta dimix, utilizzando ilcontenitore ac-

Fig. 9 - I:ottimo "transceiver K2 by IOCG" Fig. lO - I:interno del "transceiver K2 by IOCG"

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Page 14: RadioKit 2006 01

qui stato dalla Elecraft, ma riem­piendolo di circuiti autocostrui­ti. ...

E poi c'è chi dice che autoco­struire non è bello o non portabei risultati ....

Meditate gente ... meditate .....Infine due optional da non tra­

scurare:

KDSP2: filtro DSP interno conclock autonomo

Il KDSP2 è un modulino optio­nal che si può inserire anche aposteriori e che provvede ad unfiltraggio DSP in BF, fornendovarie configurazioni filtranti pro­grammabili dall'utente. Si trattadi un' azione di filtraggio chesenz' altro fa da complemento aquella a quarzi effettuata in IF inmodo direi egregio. Vengonopreviste 4 diverse soglie di ridu­zione di noise in CW ed SSB, edun filtronotch automatico, attiva­bile in SSB. Chiaramente il costo($ 219) impone una riflessionesulla effettiva necessità e deside­rio di installare questa scheda ..

KAF2:filtro audio

Per chi ritiene di spenderemeno denaro (costo $ 79), o ri­manda !'installazione del DSP atempi successivi, la Elecraft offrequesto altro modulo, detto KAF2,che è un filtro di tipo ellittico diBF, anch' esso inseribile a poste­riori nel transceiver. Ilfiltroè usa­bile in CW, o in ricezione dati(PSK31): i componenti attivi im­piegati sono stati progettati inmodo da essere a "basso rumo­re" e fornire quella selettività ag­giunta che non guasta in usi incondizioni pesanti (contest).Nulla vieta di utilizzare altri filtriBF esterni, ilvantaggio di questeschede optional è la possibilità diinserirle nel transceiver ed avereancora un apparato piccolo ecompatto e trasportabile.

Il costo, abbiamo detto, è circaun quarto del DSP e costituisceuna alternativa, non di pari effi­cacia, ma pur sempre molto benfatta ed efficace al DSP. In meritoal DSP, tuttavia, consiglio chi fos­se interessato, di leggersi quantoscrivono gli OM che l'hanno18 " .

montato: non sempre i parerisono concordi e qualche dubbioviene, prima di "sganciare" oltre200 Euro di optional..

3° CANDLELIGHTTESTUna serie di tra'smissioni a

bassa potenza e bandastretta in HF

Lo scopo di questa sfida è quello di pro­muovere le tecniche di comunicazione abassa potenza e a banda stretta in ondecorte. Sono previste tre sessioni di tra­smissione nel periodo novembre 2005 ­gennaio 2006 durante le quali moltepli­ci stazioni trasmetteranno simultanea­mente su più bande HFcon livellidi po­tenza molto bassi.La sfida per i radioamatori e radioascol­tatori partecipanti consiste nel riceverele parole chiave nascoste nei messaggitrasmessi.

Domenica 15 gennaio 2006,08:00 - 18:00 ureBanda Stazione Locator Frequenza kHzModo Potenza160m SP5ZCC K002pf 1919.190QRSS320mW160m DKIIS JN59wk 1919.200 (punto)1919.202 (linea)DFCWIO, silenzio di 3", spaziatura dop­pia2mWBOm"Beacon misterioso". Maggiori in­formazioni saranno disponibili sul sitoInternet dell' evento una settimana primadella sessione.40m OE5EEP JN67tw 7000.990 QRSS320mW40m ON5SL JOlOtt 7000.970 QRSSIO2mW30m IKIz:rw JN35tc IO137.400 QRSS IO20mW30m ON61H J020kv 10137.300 QRSS32mW

Ogni variazione all'elenco riportato inquesto comunicato verrà pubblicato sulsito www.uba.be (selezionare English ecliccare su Lotest nella barra di naviga­zione in alto).Ogni stazione trasmetterà ciclicamenteun messaggio composto da un codiceidentificativo seguito da tre copie dellaparola chiave, secondo il seguenteschema:[codice identificativo] [parola chiave][parola chiave] [parola chiave]Ilcodice identificativo è "CC". La parolachiave è priva di significato ed è compo­sta da 5 caratteri (dalla A alla Z, da Oa9), in cui ogni carattere appare una voltasola. Le trasmissioni possono anche in­tervallare l'identificativo in CW come ri-

chiesto dai regolamenti internazionaliper i radioamatori.I log devono essere inviati a mezzo postaelettronica a [email protected] entro unasettimana dal termine della sessione ditrasmissione Ogni log deve riportare al­meno le seguenti informazioni:- il proprio nominativo o l'identificativoSWL- il proprio QTH locator (es. JN35tc,JN56fg)-la frequenza e i caratteri ricevuti per lasingola frequenza (NB frequenza, nonbanda)Per le bande con due stazioni è possibileinviare le lettere ricevute su entrambe lefrequenze, ma solamente la parola chia­ve che darà il miglior punteggio verràconsiderata. Inoltre è possibile inviare illog per più bande: i punteggi sono con­teggiati per banda.Informazioni aggiuntive eventualmenteallegate ai log (screenshot, osservazioni,...) saranno inserite nel documento rias­suntivo di ogni sessione.I punteggi sono conteggiati per banda edipendono da quattro fattori:- d: distanza in km tra il TXe il RXsullabase del QTH locator- k: fattore costante equivalente a 600km(distanza approssimativa tra terra e lostrato F2 e ritorno)- n: numero di caratteri copiati corretta­mente nella parola chiave- p: potenza della stazione trasmittente(in Watt)Un certificato verrà inviato ad ogni par­tecipante. Certificati speciali potrannoessere assegnati in caso di performanceeccezionali.Questo è un evento di solo ascolto. Ipartecipanti devono riuscire a copiarecorrettamente quante più lettere possi­bili delle parole chiave trasmesse sullevarie frequenze annunciate. È necessa­rio disporre di un ricevitore SSB/CW in­terfacciato al personal computer tramitescheda audio.Le trasmissioni avverranno su frequenzeaccuratamente misurate: gli ascoltatoridovranno calibrare preventivamente ipropri ricevitori. così da non dover an­dare in cerca di segnali lenti e nascostinel rumore. Una possibile procedura dicalibrazione e sintonizzazione è pubbli­cata sul sito www.paolocravero.tkUn'ottima spiegazione dei modi trasmis­sivi utilizzati per questo evento si trovaall'indirizzo http/ /www.qsl.net/on7yd/I36narro.htm, e la traduzione in italianoa: http/ /izBbzxhomelinux.net/ I36nar­ro.htmEntrambe le pagine riportano in appen­dice un elenco dei software utilizzabiliper la ricezione dei modi QRSS e DFCW

email: hamqrp@gmaiLit

[!kJ

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IlNTENNE

taBRperi6mdi Massimiliano Morgante ; IW2BLP

J

Da parecchio tempo ormai,mi balenava in testa l'ideadi realizzare una EH, que­

sto nuovo concetto di antenna ....Lo so...pareri contrari, discus­

sioni, limiti fisici dell' antenna etante altre cose ancora mi face­vano sorgere dubbi sulla possi­bile realizzazione ed utilizzo del­la stessa ...ma di contro le motiva­zioni più forti che mi spingevanoa questo tipo di approccio eranodue: la prima, un minimo ingom­bro di questa antenna, la secon­da il basso costo di realizzazio­ne ...direi quasi nullo. Prima dicimentarmi nell'impresa mi sonoinformato molto su Internet leg­gendo parecchio ed ho trovatomolti spunti realizzativi corredatidi schemi.

Frequentando da poco la se­zione ARI di Milano, ho cono­sciuto Alfredo IK2RPI.un radio a­matore molto in gamba e digrande esperienza anche nellarealizzazione delle antenne EH.

Detto fatto e un martedì sera,Alfredo mi consegna una EHperi sei metri dicendomi di copiarlaesattamente nello schema e nel­la realizzazione.

Premetto che per fare questaantenna mi sono preso un meset-

to senza fretta, e che chiaramen­te lo scopo era anche di riempiredei momenti di hobby, pertantosenza fare nulla al galoppo.

Comprato il PVC, il rame e delfilo elettrico mi cimento subito emi confronto con misure, schemie saldature.

Devo dire che una volta capitobene lo schema, il resto viene dasé ...

Il primo prototipo realizzatoaveva un paio di errori abbastan­za grossolani, che Alfredo mifece correggere poche seredopo.

Una cosa fondamentale è inse­rire un paio di distanziali neltubo PVC che servano a tenereben separati i due cavi, in posi­zione centrale uno e laterale l'al­tro ... diciamo come fosse unaguaina interna di un cavo coas­siale.

Le saldature dovrebbero esse­re piccole e ben fatte, ma datoche non posso certo affermare diessere il mago del saldato­re ....HI!I anche quelle le dovettirifare. L'antenna andrebbe rea­lizzata in un solo pezzo, ma es­sendo molto piccola, il consiglioè di realizzarla in due pezzi e poiunirli.

Diseguito pubblico alcune fotoscattate a realizzazione ultimata.

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L'antenna è stata tarata con unMFI antenna tester e risuona incentro banda. Il R.O.S. è l: l,O ecomunque basta spostare dipoco il filo che compone le spiredel network che tutto si può va­riare.

Ovviamente un grande graziead Alfredo IK2RPIe ai suoi pre­ziosi consigli, fondamentali inquesta realizzazione.

I primi QSO effettuati con lapotenza di 5 watt sono stati conGrecia, Portogallo, Irlanda eSud Italia .....e tanti sono anco­ra da collegare. Da notare l'e-

strema silenziosità di que­st'antenna.

Ora però Alfredo IK2RPI. chenon vuole sentirselo dire, ma èda considerare come uno deipadri dell' antenna EHin Italia, cisvela con precisione tutti i segreticostruttivi di questa versione.

La EH per i 6 metri(come l'ho fatta io)by [email protected]

Materiale occorrente: 40 cmtubo plastica per impianti elettri­ci grigio chiaro o bianco 0 20

mm; n° 2 manicotti per detto; n° 2lastrine di rame 63x66 mm (per icilindri) spessore 2 decimi di mil­limetro. Circa 220 m filo per im­pianti elettrici, sezione 1.5 qua­dri Il materiale per i condensa­tori è descritto nei disegni.

Tagliare un pezzo di tubo da170 mm e, rispettando le quote,avvolgere le lastrine di rame at­torno al tubo e saldare.

Le saldature devono esseredalla stessa parte. Tagliate il filoa m l. lO e saldate una estremitàalla fine della saldatura lato infe­riore del cilindro superiore. Av-

15

Manicotto

~----l---- --- Ql~lettricoA __.L_. f -r-- Cond~-~~~~

18 6____. \-1-----

B I~J________ L _1/2B 1/2B

C iIi nd rettoçentr;rrQt~

Foro ugualeal diametro

del filo

63

20

63

oIl)M

An nLo

1'1_--1

10- -- Bronzo130T -- 10 40 fosforoso

L-..J U

--

--- -1-0 2/10

3010

----

7 pF

28

~Thr---t H

123

l~Jj C1

1 Ram.

C2 l...# l 6,8 pF

________'" 2/1 O

I: ll-~~~~l~~;

9.7 pF ..

I

141

l..J-24

.~ 20 I Rke 1/2006

Page 17: RadioKit 2006 01

Armature condensatori

volgere una spira (attenzione alsenso) e, alla fine della spira pra­ticare un foro; infilare il filo e la­sciarlo penzoloni. Saldare l'altrofilo al termine della saldatura delcilindro inferiore lato superiore.Avvolgere una spira (attenzioneal senso) praticare un foro comein precedenza e infilare il restan­te filo e lasciarlo penzoloni. Infi­lare nel tubo un cilindretto di ma­teriale isolante (Teflon-Nylon-Er­talon non caricato o anchesughero.

Detto cilindro deve avere unforo al centro e uno al limiteesterno. Ilfilo proveniente dal ci­lindro superiore va fatto passareal centro, quello del cilindro in­feriore va fatto rasentare la pare­te interna del tubo. Posizionarlopoco più sotto del bordo superio­re del cilindro inferiore.

Predisporre 1'altro pezzo ditubo con i fori come da disegno,orientandoli nella direzione diprovenienza del filo.

Infilare il manicottino "A"in te­sta al secondo tubo. Infilare il filorasente alla parete nel primoforo. Infilare il filo provenientedal centro e lasciarlo penderetutto alla fine del tubo. Fino aquesto punto si è lavorato con ifili laschi.

Ora unire i due tubi e, con mol­ta attenzione, mettere in tiro i filiassicurandosi che siano centratie orientati verso i fori del tubo in­feriore. Avvolgere le 9 spire diL2, infilare nel foro il filo restantee, rasentando la parete farlouscire dall'ultimo foro in basso.Infilare l'altro filonel secondo ci­lindretto centratore e fare scorre­re detto cilindretto fino a posizio­narlo fra il secondo e il terzo foro.Con l'ausilio di un cavetto sottile,infilato dall' esterno verso l'inter­no nel terzo foro, saldate la suaestremità al filo penzoloni e ri-

Condensatore A

chiamatelo fuori dal terzo foro.Avvolgere le 7 spire di L l e infi­late alla fine il quarto foro facen­do uscire il filo dal foro sottostan­te.

Costruzione dei condensatori

Tagliare uno dei manicotticome da disegno e ricavare duemezzi manicotti che saranno ildielettrico e supporto dei con­densatori. Ritagliare da rame2/ l O l'armatura interna e sago­marla in modo che alloggi per­fettamente all'interno del mezzomanicotto. Arrotondare tutti glispigoli e incollare con colla bi­componente.

Ritagliare da bronzo fosforosoo, alla peggio, latta da 2/10 l'ar­matura esterna, seguendo esat­tamente il disegno. Sagomareall'esterno del mezzo manicottoin modo che risulti un poco piùstretto. Posizionare un dado diottone da 3 MAsul foro, lato dellagobba, e saldarlo. Incollare laparte più stretta dell'armaturaserrando con un morsetto inmodo che la parte maggiore ri­sulti ora aderente. Inserite ungrano o una vite 3MA nel dadosaldato e il gioco è fatto.

Spellate per un paio di millime­tri il filo nei punti dove vanno sal­dati i condensatori e saldarli.

Con l'aiuto di un analizzatoredi antenne tipo MFJ 259 B o su­periore effettuate le necessariemesse a punto.

Allargare le spire della bobinainferiore per facilitare la risonan­za.

A questo punto, quando cioè ilROS sarà l: l, la reattanza la piùbassa possibile e l'impedenzaalla frequenza di centro bandadi circa 50 Q

Condensatori in opera

Insieme LC

Incollare il manicottino cheunisce la parte superiore a quel­la inferiore.

Fare colare un poco di collanella giunzione e girare il mani­cottino.

Per proteggere l'antenna, infi­lateci sopra un tubo di diametromaggiore.

Con l'aiuto di un poco di gom­mapiuma sistemata in testaall'antenna e sopra il manicotti­no si otterrà il bloccaggio deltubo esterno di protezione.

Ovviamente la stessa protezio­ne deve essere chiusa in testa.

(tratto dalla NewsLetterdella Sezione A.R.!. di Milano)

Page 18: RadioKit 2006 01

IINTENNE ~

On~efncaceantenna a telaio~",edle

di Carlo Bramanti

Inquesti tempi sono arrivati sulmercato del surplus, a prezzoabbordabile, dei ricevitori

professionali degli anni '70 cherappresentano il meglio, in pre­stazioni, che si sia realizzato.

Questi ricevitori non sono certoadatti allo" spippolatore", ma seli usiamo per ascoltare e non pergiocare sono eccellenti.

La loro sensibilità è tale che cisi svincola dalla qualità dell' an­tenna, ma se li vogliamo utilizza­re per l'ascolto delle onde lun­ghe o medie generalmente sof­frono di due difetti:la desensibiliz­zazione talvolta appositamenteapplicata alle onde medie stessee !'ingresso, in generale a 50 Q,che non si sposa alle migliaia diohm di reattanza che si hannosulle onde medie con le antennegeneralmente disponibili.

Chi ha un' antenna alta lO me­tri e lunga 20, può non prosegui­re nella lettura di queste mienote, ma la grande quantità diamatori che si ritrovano, comeme, un antenna sulla facciata diun edificio, vicina a tutti gli osta­coli possibili, farebbe bene aleggerlo"

L rovesciata

L'altezza efficace di un anten­na a L rovesciata non è altro chela sua distanza da ostacoli a ter­ra. Nel mio caso la distanza me­dia da strutture metallica è unmetro e l'altezza effettiva è l me­tro, corrispondente alla calcola-

22 ..I Rke 1/2006 I

ta. La parte orizzontale serve soloa dare della capacità all'antennastessa ed abbassarne la reattan­za. Se la radiofrequenza inci­dente è, per esempio, 50 mValmetro, la tensione all'uscita saràappunto 50 mV. Ilcavo scherma­to della calata, indispensabile inambiente rumoroso, ne dimezzal'uscita( -6 dB).Inoltre per anten­ne molto più corte del quartod'onda, che è il nostro caso nelleonde medie, !'impedenza dell'an­tenna si può considerare intera­mente capacitiva e nel nostrocaso equivalente alla reattanzadi un condensatore da 200 pF.Oltre al dimezzamento che da ilpartito re della calata si deveconsiderare che ad l MHz uncondensatore da 200 pF ha circaun migliaio di ohm di reattanza.

A questo punto un ingresso da50 Q farà da partitore tra 800 e50 ovvero ridurrà il segnale di al­tre 17 volte. In totale l'altezza ef­fettiva andrà ridotta di 40 volteovvero diventerà 2,5 cm circa.

Sistém"a consigliato per onde medie

3 spireComune Conduttore

Tutto questo se mi si concedeuna certa approssimazione.

Stilo

Vorrei far notare che per averel'altezza efficace dell' antenna fi­lare accennata, basterebbe unostilo di 2 metri. Però uno stilo delgenere ha una reattanza capaci­tiva equivalente a quella di uncondensatore di una ventina dipF, che, su 50 Q, darebbe unacaduta lO volte superiore alla fi­lare, senza contare la calataschermata. Il discorso sarebbevalido solo interponendo unadattatore attivo di impedenza,telealimentabile, del resto facil­mente realizzabile e già realizza­to, ma ciò prevaricherebbe loscopo di questo breve articolo.

Telaio

L'altezza efficace accennata sipuò ottenere anche con delleantenne a telaio in quanto vale

RICEVITORE 50n

Page 19: RadioKit 2006 01

Antennaa telaio

4+5 spire

Balun 4/1

Inserzione di un balun tra antenna e rice­vitore. Avvolgimento 15 + 30 spire bipola­ri. filo di 0.3 mm su nucleo in fenitetoroidale. Alternativa più complessa

1 MHz10 ~Hz

Antenna filare

2,5 cm(0,025 cm)

Antenna filare ed adattatore attivo

100 cm100cm

Antenna filare e trasformatore/adattatore

25 cm2,5 cm

Quadro di 3 spire

2,5 cm(0,025 cm)

Quadro 15 spire e condensatore in serie

12,5 cm0,125 cm

Quadro 30 spire

0,25 cm

Quadro 3 spire, trasformatore 1/200 e condensatore

2cm

Stilo da 1 m

0,125 cm

Stilo da 1m con adattatore attivo

50 cm50 cm

Stilo da 1 m e trasformatore adattatore

3,25 cm

Heff=2pigreco moltiplicato il nu­mero di spire, per superficie inmetri quadrati, diviso per la lun­ghezza d'onda: penso che siauna sorpresa rendersi conto chenel nostro caso sarà sufficienteun quadro di 3-4 spire e con 60cm di lato.

Non ci facciamo spaventaredagli assurdi schemi che trovia­mo nelle riviste e nei testi delramo, compreso quanto ho ac­cennato in RadioKit delluglio-a­gosto 1997, valido ma non risolu­tivo.

Questa antenna si applica di­rettamente all'ingresso senza al­tri artifici e da un segnale dellostesso livello di quello della miaantenna filare. Se mettiamo il te­laio al centro di una stanza di unpalazzo in cemento armato il se­gnale si ridurrà di lO dB ovverodi 3 volte. ma vicino ad una fine­stra raddoppierà.

Ma perché così poche spire?Se usiamo uno di quei vecchi te­lai usati nelle radio degli anni '20che hanno circa 15 spire ed uninduttanza di circa 300 .uH. ci ri­troviamo. ad l MHz. un impe­denza di 2000 Q che con un par-

15 spire

titore di 50 Q riduce il segnale di40 volte. Si deve, invece, realiz­zare un telaio con una reattanzavicina all'impedenza dell' in­gresso ovvero una cinquantinadi ohm che non è altro che quelloillustrato. A 10kHz, invece, ilquadro da 15 spire già ci per­mette rascolto.

Riassumendo direi che per ra­scolto delle frequenze intorno aquelle illustrate sotto le spire do­vranno essere:12 kHz 27 spire75 kHz Il spire200 kHz 7 spirel MHz 3 spire

Sistema standard. molto più complicato

Telaio risonante

Ilclassico schema di telaio riso­nante in parallelo costringe aprelevarsi da una presa parzialedel telaio per impedire che labassa impedenza del ricevitoreannulli la risonanza; se mai si po­trebbe far risuonare il telaio conun variabile in serie all'ingresso,ma il giuoco non vale la candela.lo vediamo dalla tabella qui sottoche riassume le altezze efficaciottenibili dalle varie soluzioni ap­plicate ad un ingresso di 50 Q.

Per chi cerca il pelo nell'uovotrovo doveroso accennare cheper accoppiare il quadro, che èun dispositivo bilanciato. all'in­gresso del ricevitore, che è nor­malmente sbilanciato, la soluzio­ne ideale sarebbe un dispositivodi "balun" che i radioamatoriben conoscono e del quale po­trete trovare le caratteristiche co­struttive su qualche vecchio "Ra­dio Handbook": il risultato è unmigliore "null" ed una diminu­zione dei disturbi residui.

-- -~ -- --- -~~~~--~~--~.- ,

Page 20: RadioKit 2006 01

RICETetlSMlSSIONE-IlCCESSORI ~

Callbrotore per S-meter

di Rinaldo Briatta 11VW

se 10

S9

S8 •

Calibratore è strumento dicontrollo per un altro stru­mento.

Viene da pensare si tratti distrumento complesso e in effettitalvolta un calibratore lo è ma bi­sogna vedere di quale calibrato­re si tratta e per quale calibrazio­ne venga usato per stabilirne lacomplessità; nel nostro caso sitratta di strumento semplice,molto semplice e di facile realiz­zazione oltre che di facilissimoutilizzo.

Devo dire che l'idea non è miache anzi l'ho presa pari pari dauna recensione pubblicitaria ap­parsa su una rivista americana(QST, tanto per non far nomi)dove è stato analizzato un sem­plice calibratore appunto, ven­duto in kite che può essere utiliz­zato in molte applicazioni.

24 I Rke 1/2006 I

Avevo qualche giorno "libero"da utilizzare e allora ... ; intantoho visto che avevo già in mano icomponenti necessari e metterloinsieme è stato questione di ungiorno o poco meno.

Anche se lo spunto mi è venutodalla lettura dell' articolo citato ilproblema della calibrazione de­gli S-meter era cosa di cui senti­vo parlare, e sparlare; infatti so­vente si ascoltano commenti suirapporti passati tra QSO in ban­de, come dire, chiaccherecce (iquaranta metri ovviamente) dovenon succede quasi mai che i rap­porti passati tra i corrispondentisiano almeno comparabili: na­scono, volutamente o no, discus­sioni interminabili che hanno poidivagazioni le più varie involven­do i ricevitori. il QSB, la propa­gazione trasversale (??), le an­tenne e ovviamente l'abilità deglioperatori.

Bisogna fare un passo indietroe andare a chiedersi cosa sia l'in­dicazione della scala -S- o essemeteI.

Dunque per -S- si sottintendeStrength ovvero forza, forza deisegnali ricevuti: quanto forte misenti? QSA? Da qui l'installazio­ne, la presenza, sul ricevitore diuno strumento che indichi l'in­tensità, o forza, del segnale:

Ora l'intensità del segnale ri­cevuto dovrebbe essere misuratainflVo anche più modernamen­te in dBm, infatti in alcuni ricevi­tori professionali la scala dellostrumento è scritta appunto in

flV; questo comporta però che ilricevitore abbia lo stesso guada­gno per tutta l'estensione dellabanda ricevuta, quindi riceva da1,5 fino a 30MHz, con guadagnostrettamente lineare entro un dB:per un apparato radio amatoria­le non è neppure pensabile, chegià negli apparati professionalidal costo proibitivo risulta nonsemplice da ottenere.

Storicamente la scala dell'indi­cazione dell'intensità del segna­le nasce in casa Collins con i pri­mi apparati per radio amatori equindi negli anni '50 o pocodopo; si tratta pertanto di appa­rati a valvole operanti per bandee con prima conversione a quar­zo e di conseguenza la sensibili­tà è certo ottima ma non identicada banda a banda: più sensibili­tà nelle gamme intermedie emeno nelle alte e nelle basse; im­possibile scrivere la scala in flVeallora la Collins inventa, per cosìdire, la scala della forza, dellostrength, nasce cosi la scala del­lo S-meter che ha come puntocentrale di indicazione il livellodi 50 flV che vengono fatti corri­spondere a S9. E' un'indicazionefittizia ma efficace e corrispon­dente ad un segnale forte e benintelleggibile; in ordine praticoaffinché si avverta una variazionesignificativa occorre che un in­cremento o un decremento delsegnale sia di circa 6dB e di con­seguenza ogni punto della scalaa scendere sarà un decrementodi sei dB a punto: -6dB sono S8,

Page 21: RadioKit 2006 01

Xtal

C3

C1

C2

R13

LED

R2 R3 R5

~ 8=9+10

R12

Elenco componenti

RI = 100 kQR2 = R3 = I kQR4 = 12 QR5 = 47 QR6 = lO QR7=R8=RIO=RII = 15QR9 = RI2 = 56 QRI3 = 820 QLe resistenze R2-;-RII sono al 1%CI = 20 pFC2 = 100 nFC3 = 4,7 ,uF Tanl 16 VQ I = JFET2N5245 o equival.ICI = 78L05DI = IN914, BAY71TI = media frequenza 1O,7MHzXtal = vedi testo

altri -6dB sono S7 e così via;eguale ma meno definita è !'indi­cazione in aumento, quella deipiù lO, più 20 e avanti; la Collinsdefinì solo la scala da S l a S9che applicò sui suoi apparatiamatoriali ma si sa, la Collins è laCollins e ha fatto scuola cosi an­che gli altri costruttori. allora tuttimade in USA seguirono il suostandard.

Ma in verità lo strumento S-me­ter non indica direttamente !'in­tensità del segnale, non è una

misura diretta come potrebbeessere un misuratore di campo;lo strumento è mosso dal circuitodi AGC, il controllo di guada­gno, quindi la sua indicazionedipende anche dal guadagnodegli stadi amplificanti del rice­vitore ma soprattutto dal guada­gno del circuito di controllo delguadagno stesso; in altre parolese il circuito di AGC ha una pen­denza di guadagno ripida, !'in­dicatore avrà lo stesso andamen­to indipendentemente dal veroguadagno degli stadi amplifi­canti del ricevitore. Di conse­guenza la scala delI'indicazionedello S-meter segue l'andamen­to delI'amplificatore di AGC e,anche se strettamente corre lataal guadagno del ricevitore, se nepuò discostare e talvolta di molto;questo è uno dei motiviper cui sesi analizza l'intero andamentodella scala di S-meter di radoessa corrisponde ad incrementidi +/ -6dB per punto; in genereoccorre accontentarsi di unacorrispondenza dello S9 o pocopiù.

Ora se si controllano le provedi laboratorio effettuate sugli ap­parati amatoriali e pubblicate daRadioKit si nota che nessuna in-

dicazione è uguale ad un' altra eogni apparato ha una indicazio­ne che differisce, di poco o ditanto, dal l'altro; talvolta apparatidello stesso modello hanno diffe­renti indicazioni e il motivo diqueste differenze risiede proprionel sistema di misura relativo alguadagno del circuito di AGCaccomunato al guadagno dellamedia frequenza dello stesso ri­cevitore; che si può fare? Nonmolto ma qualcosa di certo.

Una cosa utile è quella di utiliz­zare un generatore con scaladell' attenuatore affidabile etracciare una corrispondenza tramicrovolt e S-meter e, se possibi­le, effettuare una taratura delloS-meter con almeno lo S9 corri­spondente a 50 flV di ingresso;questa regolazione andrebbe ef-'fettuata a metà escursione di fre­quenza, quindi a 14 MHz, e veri­ficata a 28 e a 1,8 MHz.

Difficile trovare un generatoreaffidabile ecc ... ? In effetti non èfacilissimo per chi non è operan­te o impiegato nel settore.

Allora si può adottare una solu­zione più semplice che è quelladi farsi un proprio calibratorecon il quale controllare il ricevi­tore.

Page 22: RadioKit 2006 01

Costruzione

Dunque ilcalibratore è formatoda un semplice oscillatore a cri­stallo la cui uscita risulta attenua­ta fino al livellodi 50 IlV più sem­plice di così

Lo schemino (fig. l) riporta unoscillatore con JFET, quarzo ingate e drain accordato; questadisposizione consente di ottene­re un segnale d'uscita quanto­meno povero di armoniche; ilcircuito è alimentato da una pilala cui tensione verrà ridotta e sta­bilizzata.

Il circuito accordato posto suldrain è formato da un trasforma­tore di media frequenza per ra­dioline ex 10,7 MHz a cui si ag­giunge una capacità per con­sentire l'accordo a 7 MHz, dalsecondario, di qualche spira sol­tanto, si effettua il prelievo del se­gnale calibrante; ilquarzo da meutilizzato genera in fondamenta­le la frequenza di 7,069 MHzquindi in banda 40 metri; nullavieta che lo stesso circuito possaessere realizzato su altra fre­quenza cambiando il quarzo eovviamente l'accordo del prima­rio della suddetta bobina postasul drain.

Il livello del segnale al secon­dario di TI è di circa 570 mV(cir­ca + 7dBm), e quindi occorre at­tenuarlo il che avviene tramite larete resistiva di attenuazione (di40dB circa) fino a raggiungere illivello di 100 IlV: questo livellosarà utilizzato per l'uscita l; ora siaggiunge un attenuato re da-6dB e avremo l'uscita 2 che valeproprio 50 IlV, i famosi ed equi­valenti allo S9; poi mettiamo an­cora altri -6dB e avremo un livel­lo di uscita che equivale a S8.

Ci sono troppi ... circa ... inquanto su scritto? non preoccu­patevi perché la regolazione fi­nale di precisione tramite il nu­cleo di Tl rimette tutto in regolaeliminando tutti i circa.

Se aggiungiamo un IC stabiliz­zatore, un LED,un interruttore epoco altro abbiamo belle che fi­nito; il circuito è così sempliceche non ho previsto uno stampa­to, ho messo i componenti su unapiastrina di vetronite ramata sal­dandovi i piedini dei componen-

261 Rke 112006 I

ti che vanno a massa e che faran­no da supporto per quelli" caldi"o comunque in tensione.

Ci vuole anche uno scatolinosul cui frontale ci sono tre con­nettori tipo RCAe che fornirannoi tre livelli corrispondenti allo S9+ lO, allo S9 e allo S8; oltre adun LED e un interruttore a pul­sante, a pulsante per non scari­care inutilmente la batteria cheerogherà energia solo a pulsantepremuto nel corso della calibra­zione.

Collaudo ed uso

Si deve essere certi che il cali­bratore funzioni ma anche dellacorrettezza dei livelli di segnaleerogati; occorre un oscilloscopiocon il quale si potrà constatare lasinusoide di oscillazione tra iconnettori del secondario di Tl,un piedino è a massa; la regola­zione del nucleo di Tl consenteo meno l'innesco dell' oscillazio­ne e inoltre permette, pur restan­do nel range di oscillazione, divariare il livello del segnale diuscita e questo sarà utile per re­golarne l'esatta intensità.

Poi questo segnale sarà misu­rato e deve avere un' ampiezza di575 mVefficaci (1,6 Vpicco-pic­co) con la sonda dell' oscillosco-

pio, quindi senza carico; se i va­lori dei resistori della rete di atte­nuazione sono corretti alloraautomaticamente i livelli pro­messi sono mantenuti

Per concludere in gloria do­vreste disporre del misuratore dipotenza descritto su RadioKitanno 2003, n° 2, a pago 25; intale caso avreste le misure diret­tamente in IlV e in dBm almenopartendo dal livello massimo ov­vero 100 IlV, corrispondenti a S9+ lO nella scala Collins.

Usare questo calibratore è fa­cilissimo:basta connetterlo diret­tamente alla presa antenna delvostro ricevitore o transceiver,sintonizzare sulla frequenza di7069, premere il pulsante e ...controllare se il vostro Smeter èonesto, se è scarso o se è abbon­dante e poi, se necessario e nelcaso sia possibile, effettuare unaregolazione della scala tramite iltrimmer che sovente è presentenell' apparato.

L'impedenza di uscita del cali­bratore è di 50 Q e quindi adattaa ogni tipo di ricevitore o tran­sceiver.

Altro non rimane oltre che au­gurarvi buon lavoro e ottime cali­brazioni.

Page 23: RadioKit 2006 01

CIRCOITl-COMPONENTI

tlf 124 tow POlFerrJnernllonalll1lllDllrler

di Roberto Perolti L.IW2BY/i

Tra le varie serie di operazio­nali vale la pena conosceremeglio il gruppo LM x24,

dove x sta a indicare un suffissoche varia da l a 3. La serie è pro­dotta dalla NationaL ed è dispo­nibile presso quasi tutti i negozidi elettronica, data la sua appli­cazione in vari apparecchi con­sumer come radio, televisori, cdplayer ecc. E' inoltre prodotta daaltre industrie elettroniche conaltra sigla, ma con le stesse ca­ratteristiche, per motivi di "con­quista del mercato".

Di cosa stiamo parlando

La serie Lmx24 consta di 4 am­plificatori operazionali indipen­denti, racchiusi in un unico con­tenitore a 14 piedini. Questiamp.op. sono ad alto guadagnoe compensati in frequenza. Inol­tre sono specificatamente pro­gettati per operare a singola ali­mentazione su un vasto range ditensioni. E' anche possibile l'usocon alimentazione duale qualo­ra lo schema lo prevedesse comeimposizione di funzionamento.

Il loro consumo di corrente ~particolarmente basso. indipen­dentemente dalla tensione di ali­mentazione. Data la notevoleelasticità di funzionamento ri­spetto al voltaggio ed alla cor­rente assorbita, questi compo­nenti possono esser facilmenteinseriti in circuiti logici, in cui

come è noto viene usata una ten­sione di + 5Vper le alimentazio­ni.

I vantaggi ottenibili

l) Eliminazione della rete dicreazione della tensione duale.Questo è particolarmente impor­tante in circuiti che usano ali­mentazioni singole, come rice­trasmettitori, dispositivi di bassafrequenza, trasmettitori, ecc.

Si eliminano componenti dapiazzare durante la realizzazio­ne dello stampato, diminuendo ilnumero di piste e di spazio utiliz­zato.

2) Quattro operazionali com­pensati in un singolo case. Leuscite e gli ingressi di ogni ope­razionali sono stati disposti inmodo da semplificare il lavoro diposizionamento dei componenti,specie nel caso di filtria più poli.

3) Utilizzabile direttamente incircuiti logici con alimentazionea 5V (ad esempio in interfaccefra l'esterno e una porta COMP.C.).

4) Elasticità nell' alimentazionee basso consumo di corrente.Condizione importante per con­tenere i consumi nell'uso a batte­rie, specie se ricaricabili.

Caratteristiche

Ampio guadagno di tensionein corrente continua = 100dB.

Ampia larghezza di banda aguadagno unitario = l MHz

Ampio range di tensioni di fun­zionamento.

Con alimentazione singola: da3 Vcc a 32 Vcc.

Con alimentazione duale: da+/- 1,5Vcc a +/-16 Vcc.

Bassissimo consumo di corren­te, essenzialmente indipendentedalla tensione di alimentazionedell'integrato: 700 {lA.

Suggerimenti d'uso

Per ridurre il consumo di po­tenza, gli amplificatori hannouno stadio di uscita che in casodi piccoli segnali lavora in classeA. passando in classe B quandovengono applicati segnali mag­giori. Ovviamente se si supera lapossibilità dell'integrato (40mA)è necessario pilotare dei transi­stor PNP o NPN per incrementa­re la potenza di uscita.

Se si lavora su segnali BFin cir­cuiti audio, dove il carico è ac­coppiato capacitivamente all'u­scita dell' amplificatore, va inseri­to un resistore fra l'uscita dell'am­plificatore e la massa per incre­mentare la corrente di polarizza­zione in classe A e diminuire ladistorsione di cross-over. In cir­cuiti in continua, o in applicazio-

.ni di telecomunicazione questoparticolare può essere tralascia­to.

Eventuali corto circuiti fra l'u-

IRke 1/2006 [ 21

Page 24: RadioKit 2006 01

Alcuni esempi circuitali

(vista dall'alto)

Piedinatura Lm124 Lm224 Lm324 Seguono ora alcune simulazio­ni di circuiti che si possono rea­lizzare utlizzando LM 124 otte­nute tramite calcolo matemati­co con PC.

Esistono vari software di calco­lo disponibili in rete: personal­mente uso il programma DOSFiltry 1.20 prodotto da OK1DAEPetr Lebduska che è gratuito. Ilsuddetto applicativo è in gradodi calcolare filtri attivi e passivi.con vari tipi di configurazione,mostrare lo schema elettrico sul­lo schermo ed eventualmentemodificare valori e tipi di appros­simazione. Il salvataggio delloschema avviene su un formato.obr che è propietario, ma nullavieta, come ho fatto io in questoarticolo, di "scattare un istanta­nea" allo schermo e poi gestirlanel formato di immagine preferi­ta generalmente .JPG o .GIF.

Il primo circuito simulato (fig.2) è un rivelatore di rumore persquelch FM. Questo circuito se­para la componente di rumoresuperiore a 3,5 kHz dalla fonia ela invia a dei diodi che la rivelanoe la usano per controllare l'aper­tura e la chiusura dello squelch.Il circuito ha una perdita nellabanda passante di 0.5 dB. L'atte­nuazione in banda fonia rag­giunge i 35 dB. Per ottenere il ri­sultato si sono usati più operazio­nali dello stesso integrato. Notatecome i valori dei condensatorisono mantenuti uguali.

Il circuito di fig. 3 ha poco ache fare con la radio è il circuitodi un filtro passabasso da appli-

7

out3

8

oùt2

6

in2-

in3-

5

Come si può notare gli ingressie le uscite sono state posizionatein modo razionale riguardo alcablaggio. I piedini di alimenta­zione positiva e massa sonosimmmetrici fra di loro. Si consi­glia di montare il componente suzoccoli con contatto a tulipano,che permettono un facile posi­zionamento (ed eventuale estra­zione) del componente senza ri­schio di danneggiare i pino

in3+

in2+

4V+

3

GND11

12

in1+

in4+

case dil14

in4-

in1-out1

out4

V+ = pin4gnd = pin11

Fig l - Disposizione dei terminali

scita di un operazionale internoe la massa o l'alimentazione va ri­mossa SUBITO In caso contrariol'aumento di corrente erogataporterà a un innalzamento dellatemperatura dei componenti chedistruggerà l'integrato. In casodi dubbi si possono inserire delleresistenze di limitazione in seriealle uscite atte a impedire un au­mento incontrollato della corren­te di uscita (max 40 mA).

Fig. 2 - Butterworth 6th order high-pass

A = 1.000 Overall gain is O.OOdB

+A

RI = 10.249 kQR2 = 686539 QR3 = 274.616 QR4 = 256.220 QR5 = 3751318 QR6 = 1875.659 QCI = C2 = 10.000 nFC3 = C4 = OIOO,uFC5 = C6 = 10.000 nFIl = 4.000 kHz12 = 6000 kHz

_r •• __ "=",,=,,,,=,,~~ _· ..:zal Rke 112006 I

Page 25: RadioKit 2006 01

I

A= 2.000 Overall gain is 12.04 dB

Fig. 3 - Butlerwarth 5th arder law-pass

R2

C2

R1

RI = 98363 QR2 = 257.518 QR3 = 80.865 QR4 = 148459 QR5 = 335.808 QCI = C2 = C3 =C4 =C5 = 10000,uFIl = 100.000 Hz12 = 300.000 Hz

care all'ingresso di un amplifica­tore che controlla un subwoofer.Si tratta di un circuito con un at­tenuazione di 35 dB a 300 Hz efrequenza di taglio a 100 Hz.

Lo schema di fig. 4 è un passa­banda centrato a 1kHz: potreb­be essere utile per un filtroCW inbassa frequenza in un vecchio ri-

Fig. 4

cevitore o in uno autocostruito.Sono usate 2 sezioni ed è alimen­tato a 5Vcc. Loschema è tratto dauna application notes della NA­TIONAL.

Per realizzare filtricome questivanno utilizzate resistenze diprecisione e condensatori adalta stabilità. In caso non fossero

disponibili, ci si dovrà attenderedelle risposte "spostate" da quel­le simulate, e bisognerà interve­nire sul circuito ritoccando i va­lori. Si può consigliare l'uso ditrimmer multigiri di qualità, da ri­toccare in fase di taratura e poisigillare con smalto per unghie altermine del lavoro.

Bibliografia

IN

BF

FILTRO PASSABANDA FO = 1 kHzq = 25

O.01mF

+5Vcc

Ritengo utile segnalare alcunivolumi su cui trovare qualcosa inpiù sull'argomento:

GENERAL PURPOSE LINEARDEVICESDATABOOK National1989 - E' l'elenco di tutti gli ope­razionali prodotti dalla casa. Perognuno oltre i dati vi sono gli ap­plicativi e vari schemi. Ultima­mente si trovano presso le biblio­teche degli ITIS, in quanto le

OUTI case tendono a rendere disponi­bili le informazioni via Internet.

- Il dm3 - su vari numeri di Ra­diokit: descrizione di un ricetra­smettitore HF di Rinaldo BriattaIl UW, in cui vengono mostratevarie applicazioni dell'uso deglioperazionali nel settore radio.

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IRke 1/2006 ~ 29

Page 26: RadioKit 2006 01

I

ENERGIE /Il rERNIlTlYE

nacolvento

di Marco Barberi 11i9BHN

PawagaPompa eolica per acqua a serviziodel villaggio (abitanti serviti.::. 2000). Co­struttore: Tozzi e Bardi, Grosseto.

Premessa

Il titolo per gli appassionati dicinema forse è accattivante, maClark Gable e Rossella O'Haranon c'entrano: è solo che dopo inostri due precedenti incontrisulla energia elettrica solare mi èstato richiesto di dire qualcosa suun altro modo di produrre ener­gia, ossia dal vento.

Anche questo tipo di energiaderiva sempre dal nostro unicomotore primo, la stella che ci ri­scalda e ci illumina: il sole. Unodegli effetti della sua radiazioneè proprio quello di mettere inmovimento le masse d'aria delnostro pianeta, talvolta con effettianche catastrofici ma quasi sem­pre utili e spesso anche gradevo­li.

Storicamente l'utilizzo direttodella energia del vento è statouno dei più antichi e diffusi. daltempo dei Persiani fino ai giorninostri: basti pensare alle grandipale dei mulini. tuttora esistentispecie sulle coste olandesi. op­pure alla navigazione a vela oggiridotta ad hobby e a gare inter­nazionali ma che ha consentitoall'uomo sin dall'inizio della sua~ra storica scambi. esplorazioni.scoperte.

A differenza del solare però, dicui abbiamo visto l'utilizzo trami­te pannelli per la produzione di­retta di energia elettrica, e chepuò consentire anche la produ­zione diretta di energia termicatramite un altro tipo di pannelli. ilvento ci dà direttamente soloenergia meccanica: la qualepuò essere usata come tale, ecome tale lo è stata sinora nei se­coli, oppure trasformata in ener­gia elettrica facendo girare inmaniera opportuna dei genera­tori.

Alcune nozioni di base

Ancor prima di parlare breve­mente su come sfruttare l'ener­gia del vento - ossia delle mac­chine - è necessario fare unapremessa tanto banale quantopoco considerata: ossia se co­minciamo a pensare di installareuna macchina eolica, è indi­spensabile accertarsi che nelluogo della futura installazione ilvento ci sia.

"Che il vento ci sia" significa

due cose: la prima, che esso siapresente per un buon numero diore al giorno o almeno per unnumero di ore o di giorni statisti­camente certo. La seconda chesia un vento "adatto" ossia nétroppo debole né troppo forte,ossia in termini tecnici con unrange di velocità compreso tra 3e 12-15 m/s: in termini pratici ciòsignifica che non sia né una bavadi vento né una bufera. Per capi­re il concetto basta pensare allevele di una barca, che hanno an­ch' esse un certo range di funzio­namento ottimale, proprio comele macchine eoliche: con unabava di vento le vele non spingo­no (e le macchine non partono... ) mentre con una bufera levele vanno ammainate o molto ri­dotte pena la rottura o peggio (ele macchine vanno frenate o di­sattivate .... ).

È fondamentale conoscerel'andamento giornaliero e sta­gionale del vento nella zona incui si pensa di installare unamacchina, e purtroppo, a diffe­renza del sole, non ci sono datiattendibili e già pronti da ricer­care e utilizzare in quanto l'an­damento del vento è condiziona­to moltissimo - oltreché dallazona geografica in generale ­dalla situazione orografica loca­le: ad esempio è molto probabileche ci sia vento "utile" sulle coste(effetto giorno-notte) come acca­de ad esempio nel Grossetano,patria storica dell' eolico in Italia;oppure sui picchi montagnosi ocollinari. quali le Murge e moltezone dell'Appennino.

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Chalk

•••~,cretese

pale (detta area di cattura) cosìcome per una vela la spinta saràproporzionale alla sua superfi­cie. Solo in seconda battuta l'e­nergia dipenderà alla forma del­la vela stessa: e questo è il secon­do fattore, assai meno intuitivo.

Infatti ilnumero e la forma dellepale NON incidono sul TOTALEdell' energia ricavabile maSOLO sul modo con cui essa vie­ne ricavata: ossia, detto in formabanale e senza ricorrere a for-

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ROTORI IBRIDI

ROTORI AD ASSE ORIZZONTALE

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ROTORI AD ASSE VERTICALE

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L.~c-.J //'Savonius

I vari tipi di rotori (da: l'energia eolica di Paolo Cella, ed. Longanesi)

il tipo di macchina è diverso, ediversa ne è l'immagine: le palenon sono tante, tozze e corte mapoche, fini e allungate, più similiad un elica di aereo o viste da vi­cino ad un' ala sempre d'aereo.Ma perché?

Il diverso disegno della mac­china dipende da due fattori fon­damentali: il primo, comune atutte le macchine, è che potremo"catturare" solo l'energia che"batte" nell' area descritta dalle

È assai improbabile invece cheve ne sia sui dolci colli toscani emen che mai in Val Padana.

Non c'è altro da fare che con­durre rilevazioni accurata permesi, e a volte anni: basarsi sulleimpressioni personali non portamai a buoni risultati, e poi se lamacchina non produce ossia staferma o si frena continuamentela colpa se la pigliano le povereenergie dolci "che sono propriouna fregatura", e non chi ha sba­gliato installazione.

Ma ammettiamo di avere il po­sto giusto e il vento giusto: comefacciamo ad utilizzarlo? Intantobisogna vedere se ci serve ener­gia meccanica come tale oppureenergia elettrica

In genere l'energia meccani­ca, con le macchine eoliche,oggi come oggi non serve piùper macinare cereali o per lavo­razioni varie, ma viene utilizzataquasi esclusivamente per il pom­paggio dell'acqua. Tutti avrannovisto o ricorderanno l'immaginedi quelle grosse girandole su unalta struttura spesso in legno,cara a molti filmwestern: in effettiqueste macchine esistono sin da­gli ultimi decenni del1'800, esono ancora prodotte ed in uso inmoltissimi paesi. Hanno unagrande robustezza ed una dura­ta notevole: chi vi sta parlando haavuto l'occasione, nel 1995, dismontarne una vecchia per sosti­tuirla con una nuova; quella vec­chia chiaramente non ne potevapiù, ma come risultava dai regi­stri della fabbrica (italiana !) erastata costruita nel 1896 dal bis­nonno dell'attuale titolare .

La resa dipende dalla tagliadella macchina, oltreché dalvento: si va da un migliaio di litril'ora ad oltre seimila, tanto chespesso - specie nei PVS - biso­gna ricorrere a dei trucchetti pernon seccare i pozzi, come adesempio di ributtare nel pozzo iltroppo-pieno del serbatoio dicarico.

In questo tipo di macchine l'as­se delle pale è collegato, tramiteun eccentrico in modo da realiz­zare il moto di va e vieni, diretta­mente all'asta che comanda lapompa a pistone.

Per produrre energia elettrica31

Page 28: RadioKit 2006 01

un alternatore da auto ad esem­pio comincia a produrre qualco­sa attorno ai 1000-1200 giri/min, e arriva ad una buona pro­duzione solo attorno ai 3/4000.

Aparte l'uso di generatori assaiparticolari impiegati in alcunemacchine commerciali (e le co­siddette wind-turbine ossia i ge­neratori di emergenza degli ae­rei militari) proprio per questonon è possibile calettare diretta­mente l'elica su un normale ge­neratore.

Avremmo sempre troppi pochigiri: perché con venti deboli lamacchina non produce, mentrecon venti forti i giri saranno sem­pre pochi per un problema lega­to al diametro dell' elica, che nonpuò girare più veloce di tanto. In­fatti - e purtroppo - più il diame­tro dell' elica aumenta (per averepiù potenza) più cresce la veloci­tà periferica delle singole pale: equando tale velocità si avvicina aquella del suono succedonocose strane con l'aereodinamicadella pala, ossia essa comincia avibrare fino ad autodistruggersiproprio come succedeva alle alidei vecchi aerei ad elica quandoscendevano troppo forte in pic­chiata senza freni aereo dinami­ci.

La cosa non è affatto difficile:ad esempio bastano solo 5-600giri/min per una elica attorno ai2 metri di diametro ... e la colpaè di una certa formuletta che fini-" "sce con omega erre

Ecco anche perché, come ac­cennato di sfuggita prima, il re­quisito fondamentale di tutte lemacchine di una certa taglia, os­sia un diametro dell' elica oltrecirca l metro, è di avere un siste­ma valido e affidabile di frenatu­ra automatica: che nella praticaviene realizzato in vari modi. dalpasso variabile delle pale sinoalla rotazione automatica dellamacchina nel letto del vento.

Le macchine che abbiamo vi­sto sinora hanno l'elica perpen­dicolare al flusso del vento, ossiasono ad asse orizzontale: un' altrafamiglia di macchine è invecedetta ad asse verticale.

Tale tipo di macchina, di cui lapiù nota è detta a rotore Savo­nius, ha lo svantaggio di avere un

lo

IIICentro dirotazione

011 50 cm ~i 10,10,10,10.10I I I II I I II I l I

! •• ~5 !"i il l l l l!~~l I

La moltiplica di giri è fatta concorone e catene da bicicletta.

Rapporto raggiungibile = 1:30/40

La potenza ricava bile con unrotore di 0,50 x 1 m, con vento di10 m/sec è di circa 40 watt.

Palo di sostegno

gazione della potenza stessa.Nel primo caso avremo per così

dire una "prima ridotta " dove labassa velocità e la grande cop­pia si sposano perfettamente conla pompa a pistone; nel secondocaso avremo una" quinta" velocee molto utile per i generatori elet­trici. anche se questa "quinta"non può essere veloce più' ditanto per un altro motivo.

I generatori elettrici hanno bi­sogno, in genere, di un numerodi giri abbastanza elevato, alme­no qualche centinaio di giri alminuto ma di solito assai di più:

Taglio•••

Tubo PVC0300

Frenomanuale

Tamburoruota -+

APE Piaggio

Schema costruttivo di un rotore tipo Savonius

mule che pure esistono, moltepale corte e tozze gireranno pia­no ma avranno molta coppiamentre poche pale fini e snellegireranno assai più veloci macon minor coppia. Gli appassio­nati di nautica sanno benissimola differenza di resa e di impiegotra una vela latina e una velaquadra, mentre noi poveri terra­gnoli possiamo ricorrere all'e­sempio di un motore diesel datrattori e ad un benzina da moto­cicletta: la potenza totale può an­che essere la stessa in assoluto,ma è assai diverso il modo di ero-32

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rendimento minore ma è assaipiù semplice come costruzionein quanto non necessita di freniautomatici né di sistemi di rota­zione. Vi sono poi vari altri tipi dirotore (ad esempio, chi non ri­corda quello del catamarano nelfilm Waterworld, tecnicamenteun Darreus?) ma non sono diffusinella pratica e hanno più che al­tro un interesse scientifico e di ri­cerca.

Ho promesso, quando parlavodel solare, che non avrei fattodella matematica ma una solaformuletta a questo punto conce­detemela, una formuletta (dettaformula di Betz) che ci dicequanto può produrre una certamacchina eolica:

P=CxKxAxv3

Nella quale:p è la potenza teorica estraibileC è una costante sperimentale

che dipende dal tipo di rotoreutilizzato: vale ad esempio circa0,3 per le girandole da pompag­gio acqua, 0.40 per un rotore a 2pale sottili, 0,2 per il Savonius ecosì via.

K è un valore dipendente dalleunità di misura. Usando per P iKilowatt, per A i metri quadrati eper V i metri al secondo, il valoredi Kè pari a 6.40xl OA

A è 1'area del rotore espressa inmetri quadrati

V è la velocità del vento espres­sa in metri al secondo.

Riflettendoci sopra si può ve­dere che la potenza ricavabileda una macchina eolica è data sìdal sistema costruttivo, ma lecose più importanti sono il dia­metro dell' elica (o dal1'area diciò che capta il vento) e soprat­tutto la velocità del vento stessoche influisce in ragione delCUBO della velocità.

Ciò significa anche che TUTTIgli sforzi cui è sottoposta la mac­china variano in progressionecubica: quindi occhio alla instal­lazione, dal palo alla base ai ti­ranti tutto deve essere solidissi­mo. Pena guai anche grossi.

Credo che a questo punto mol­te cose comincino ad essere piùchiare ad esempio, se dovessimoscegliere una macchina su uncatalogo, potremmo già comin­ciare a valutarne le prestazioni inmaniera critica:- È importante la velocità del

vento alla quale si ha la parten­za della macchina: più bassa ètale velocità e migliore è lamacchina stessa.

- È importante la velocità delvento alla quale si ha la produ­zione massima, e se vi è un si­stema di frenatura a che veloci­tà del vento esso interviene.

- È importante esaminare ilgrafi­co della produzione: tantomaggiore e più ripida è la pri­ma parte della curva tanto mi­gliore è la macchina

(Continua)

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Page 30: RadioKit 2006 01

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rete e del

di IIrmando flccardo 11f2X'IP

Introduzione all'uso di unnodo EchoLink

In più occasioni sono stati pre­sentati degli articoli tecnici ine­renti il progetto EchoLink e l'im­plementazione di un nodo VoIP.Con ilpresente si vuole iniziare afornire una sorta di guida praticaverso la scoperta e l'uso consa­pevole di questi sistemi che, inquanto innovativi sul nostro terri­torio, non sempre vengono utiliz­zati nella maniera corretta.

Dal momento che in Italia il si­stema che ha preso maggior­mente piede è l'EchoLink inco­minceremo questo viaggio pro­prio da questo sistema,descrivendone i modi operatividisponibili all'utilizzatore radioper poi giungere alla configura­zione di un nodo radio EchoLinko di una stazione client PC.

Innanzitutto partiamo con ildire che la rete EchoLink consi­ste di più di 3000 nodi sparsi intutto il mondo, 65/70 dei qualipresenti in Italia. I nodi EchoLinksono suddivisi in quattro tipolo­gie base, come elencato di se­guito:• Nodi radio in simplex (suffisso-L);

• Nodi radio in semi-duplex (suf­fisso -R);

• Nodi client Pc. sprovvisti d'in­terfaccia radio (senza suffisso);

• Nodi costituenti i servers dei re­flectorsEbbene l'utilizzatore radio del­

la rete EchoLink avrà a che fare

3.41 Rke 1/2006 I

con i nodi del primo e secondotipo, essendo questi muniti d'in­terfaccia radio e quindi disponi­bili agli OM per i loro collega­menti. Pertanto ci occuperemodi descrivere come si presenta lacosa a livello radio e quali sianole possibilità offerte dalla rete.

Nodi -L o -H.

Come visto nell' introduzione inuna rete EchoLink esistono duetipologie di nodi radio, i link sim­plex e i link semi-duplex associa­ti ad un ripetitore

La desinenza -L infatti indicalink mentre la -R indica repeatere ci consente di capire qualesarà il modo operativo del nodo.Questo è vero se fossimo degliutenti radio muniti anche di com­puter. in quanto tale informazio­ne risulta disponibile solo attra­verso la consultazione deglielenchi delle stazioni operativesu EchoLink. Ovviamente per unoperatore radio sprovvisto dicomputer e connessione Inter­net. capire la natura del nodoEchoLink di zona dipende daimodi operativi radio; un nodo ditipo link simplex opererà su fre­quenze simplex e non presente­rà alcuno scostamento in fre­quenza, pertanto il suo ingressoe la sua uscita saranno sulla stes­sa frequenza. In alcuni casi. lad­dove il gestore abbia deciso direalizzare un cross-link tra duebande, si potrebbe avere un in­gresso su una banda e l'uscita su

un'altra (Es VHF/UHF, HF/VHFecc)

Per quanto riguarda un link se­mi-duplex esso sarà attivo me­diante un ripetitore su cui è statoinstallato il sistema EchoLink;pertanto si dovrà operare impo­stando lo shift tra RX e TX e l'e­ventuale tono CTCSS/DCS.

A livello di funzionamentoVoIP, l'utilizzatore avrà a disposi­zione gli stessi comandi sia che sitratti di un nodo -L o -R, dal mo­mento che la gestione del soft­ware è la stessa; infatti ciò checambia è la configurazionedell'impianto radio e la copertu­ra offerta dal sistema.

Un nodo simplex in genere ser­ve a coprire una zona piuttostomodesta, dal momento che deveconsentire a tutte le stazioni pre­senti sulla frequenza simplex disentirsi da sole, senza l'ausilio dinessuna funzione di ripetizionedel segnale. Al contrario unnodo semi-duplex via ripetitore,fornendo la ripetizione del se­gnale, consente di estendere lacopertura in quanto le stazioniradio locali si sentiranno sempree comunque attraverso il ripetito­re.

Elenco dei nodi disponibili eprocedure di connessione

La funzione principale di unnodo EchoLink è quella di per­mettere l'interconnessione viaInternet di nodi distanti tra loro,in modo da favorire il QSO tra

Page 31: RadioKit 2006 01

Fig. l - Una stazione locale digita la sequenza DTMF "5678" per connettersi al nodo remo­to.

operatori radio locali del primonodo con quelli del nodo che si èdeciso di connettere.

Per fare questo ogni nodo èmunito di un numero identificati­vo univoco che ne consente l'in­dividuazione in tutta la rete mon­diale EchoLink. un po' come se sitrattasse di un numero telefonicoassociato ad un abbonato dellarete telefonica mondiale.

Per poter collegare un nodo dinostro interesse dovremo primaconoscerne il codice numerico,consultando la lista dei nodiEchoLink.

A tal proposito esistono almenodue possibilità:• Disponendo di una connessio­

ne Internet si possono consul­tare gli elenchi pubblici pre­senti sul server di EchoLinkall'indirizzo dell'URL http:/ /www.echolink.org/logins.jspda cui è possibile avere la listadei nodi attivi in tempo reale;

• Nel caso siate sprovvisti di ac­cesso Internet. potreste chie­dere aiuto al gestore del nodoEchoLink di zona in modo chepossa fornirvi i codici numericidei nodi di vostro interesse.

Una volta in possesso di que­st'informazione sarete quasipronti ad effettuare la vostra pri­ma connessione. Per fare ciòavrete comunque bisogno di unapparato radio munito di tastieraDTMF, dal momento che l'inter­faccia che vi consentirà di co­mandare il nodo passerà attra­verso la codifica DTMF.

Dall'esempio di figura l si puòvedere come una stazione localedel nodo # 1234 digita la se­quenza numerica "5678" via ta­stiera DTMFin modo da imparti­re un comando al suo nodo dizona. In questo caso il nodo# 1234 interpreterà il comandocome una richiesta di connessio­ne e si collegherà al nodo remoto#5678, offrendo così la possibili­tà alle stazioni locali di # 1234 diparlare con le altrettante stazionilocali del nodo #5678. Va preci­sato che le stazioni locali di unnodo non devono effettuare nes­suna connessione nei confrontidel proprio nodo di zona, inquanto già in grado di operare

/1DTMF #5~78 I

CJ

via radio in modo locale. Per cuile stazioni locali del nodo # 1234saranno già automaticamente ingrado di operare e impartire co­mandi al nodo fintanto che ne ri­ceveranno il segnale e sarannoricevuti dal nodo stesso.

Se da un punto di vista tecnicoabbiamo visto come procederealla connessione al nodo remotointeressato, vediamo adesso lenorme operative per procederealla connessione.

Per prima cosa bisogna sem­pre ricordare che un nodo VoIP èuna risorsa condivisa tra molti ra­dioamatori. pertanto è semprebuona educazione accertarsiche il nodo sia libero prima diusarlo, analogamente a quantosi fa prima di effettuare una chia­mata DXin HF; accertandosi chela frequenza prescelta sia libera.

Pertanto la stazione in procintodi usare il nodo, se dopo un bre­ve periodo di ascolto non sentenessun traffico, dovrà annun­ciarsi con il proprio nominativoin modo da identificarsi e subitodopo dovrà controllare lo stato difunzionamento del nodo. Pre­messo che ogni gestore può per­sonalizzare i codici di controllodel proprio nodo, in questi arti­coli si farà riferimento ai coman­di standard di EchoLink. Per unmaggiore approfondimento sisuggerisce di contattare il gesto­re del proprio nodo di zona peravere maggiori dettagli circa leprocedure operative del nodo.

Tipicamente basterà inviare ilcomando DTMF "08" e il nodoEchoLink vi risponderà nel casoin cui risultasse connesso a qual­che altro link o repeater, fornen-

Internet

Nodo EchoLink #5678

dovi la lista delle stazioni connes­se.

A questo punto se il nodo risul­ta già connesso con un altronodo, è buona norma chiederese qualche altra stazione locale èinteressata al QSO, prima di pro­cedere con la propria richiestadi connessione. Se il nodo a cuirisulta connesso il nodo di zonanon è di vostro interesse, previaconferma di eventuali stazioni inascolto, potrete procedere allasua disconnessione con il co­mando "#". Adesso potrete effet­tuare la connessione di vostro in­teresse digitando il numero dinodo a cui volete connettervi.

Una volta terminato il QSO èsempre buona norma chiederese altre stazioni in ascolto voglio­no tentare lo stesso collegamen­to, altrimenti si potrà procederecon la disconnessione del nodo.

E' buona norma lasciare unnodo che risultava disconnessoprima del vostro collegamentonello stesso stato di libero ad ac­cettare connessioni esterne.

Ancora una volta appurato chenessun' altra stazione locale vo­glia tentare lo stesso QSO, potre­te usare ilcomando" #" per effet­tuare la disconnessione e lascia­re in parcheggio il vostro nodolocale.

In aggiunta a questi tre coman­di ve ne sono altri che possonoessere usati per gestire le con­nessioni tra nodi. in base ad unaricerca che viene demandata alnodo stesso; infatti in questo casosi tratterà di effettuare connessio­ni di tipo random (casuali) a nodipresenti in rete.

Vediamo una lista più comple-35

Page 32: RadioKit 2006 01

ta di comandi usabili per le con­nessioni e disconnessioni:• 00 per connettere una stazione

casualmente;• O l per connettere un nodo -L o

-R casualmente;• 02 per connettere un reflector

casualmente;• 03 per connettere un utente

casualmente;• 001 per connettere casual­

mente un nodo presente nellalista dei favoriti;

• 011 per connettere casual­mente un nodo -L o -R presen­te nella lista dei favoriti;

• 021 per connettere casual­mente un reflector presentenella lista dei favoriti;

• 031 per connettere casual­mente un utente presente nellalista dei favoriti;

• # per disconnettere la stazioneconnessa per ultima;

· ## per disconnettere tutte lestazioni connesse;

• 09 per riconnettersi all'ultimastazione disconnessa;

• 08 per avere lo stato delle con­nessioni del nodo;

• * manda in esecuzione il mes­saggio delle info del nodo;

·07+call+# esegue una ri­chiesta d'informazione che ri­torna il numero del nodo dellastazione cercata e lo stato diconnessione;

• 06+numero richiede le infosul nodo e lo stato di connes­sione.

Si ricorda che questi sono i co­mandi standard di EchoLinkogni gestore ha la possibilità dipersonalizzarli e pertanto è sem­pre meglio chiedere informazio­ni al gestore del proprio nodo dizona prima di procedere all'inviodei comandi senza conoscernel'effetto.

Durante il QSO in VoIP

Abbiamo così visto come pro­curarci la lista delle stazioni daconnettere, come verificare lostato del nodo e come effettuareuna connessione e disconnessio­ne tra nodi VoIP. Adesso si trattadi capire in che modo un QSOvia VoIP differisca da un normaleQSO via ripetitore tradizionale,in modo da prestare attenzionead alcuni semplici consigli.

Innanzitutto va precisato che adifferenza di un QSO tradiziona­le, in questo caso dovremo tene­re in conto gli effetti dei ritardi edella latenza dovuti alla presen­za dell'interconnessione Inter­net. Infatti in una comunicazioneradio via ripetitore tradizionale visono i tempi di aggancio e sgan­cio tra l'RXe il TXoltre che i tem­pi di commutazione delle even­tuali schede sub-toni. Si parlacomunque di tempi molto corti,per cui questo ci porta a consi­derare normale avere dei ritardiquasi impercettibili.

Nel caso del VoIP, oltre a questiritardi dovuti al ripetitore radio,bisogna aggiungerne altri dovutiai tempi di latenza di Internet,che porta i pacchetti a passareda un nodo all'altro con un certotempo di propagazione. Questofa sì che la comunicazione deb­ba essere gestita attraverso deibuffers che permettano di evitareperdite di pacchetti e di conse­guenza "buchi" nella comunica­zione; infatti ogni pacchetto per­so si traduce in un momento di si­lenzio nel contatto. Ovviamentel'introduzione di questi buffersproduce un progressivo ritardonella propagazione dei pacchet­ti su Internet e questo ci porta adover adottare un comporta­mento appropriato alla situazio­ne.

Per prima cosa bisogna consi­derare che prima di riprendere ilmicrofono, dovremo aspettarecirca 3 secondi, questo per per­mettere al sistema remoto con­nesso di poter sganciare ed es­sere pronto a ricevere la nostrachiamata. Inoltre questa piccolapausa consentirà ad eventuali al­tre stazioni in ascolto di potersiannunciare, evitando di accaval­larsi nelle comunicazioni sopra­tutto nel caso di nodi VoIP conmolti utilizzatori.

Quindi trascorsi questi 3 se­condi prima di riprendere, si do­vrà premere il PTT ed evitare diparlare istantaneamente, in

FK 8SS81S MOS-FETfront-end- 0.8 dBNF@145 MHzmixerIP3+16 dBm

• ". " .L ,RXgrn20N28dB

FJ(~8SSI-,I.15 MOS'fETfront-endEK 8SS""30 0,8 d8 [email protected] - " " r· mixe. IP3+30 dBm

FK-8SSH60 RXgrin22N28dBIiK;:-855G 1S G~ FETf.ont-endElK 855630 0,3 cf' NF@145MHz,...... ,: ... I ofLmixer IP3 +30 dBm

FK -8SSG60 RXgain 21 N 27 dB

Fu-18' "S'S'81 O MOS-FETf.ont-endR.-4 0,8 dBNF@71 MHzFK-8SS830 mixe. IP~~+l~_dBm

". -1Ot gernZO"Z8dB

FILo..G5S G,.•..ft'tgeAs~,.front-endllO}'ir.n..-o l"'''' (f.Z5dBNF071 MHzK-8SSG3~mlll.de3_ .•3o.dBm

RXgein 21 N 27 dB

FK-855H 1 O MOs-FETf.o•.•t-end. 0,8 dB NF @ 81 MHzFK-855H30 mix".IP3+30 dBm

RXiì8i •.•22 N 28 dB

FK 855G 1 O GeAsFETfront-end- 0,25 dBNFo 81 MHz

FK -855G3nmille. !f3 +30 d!J."!"-RX lJem'"21~1 itB

!~~~~~-F K_855D"''fìO-MOS-FET·f.onr-end~ O,8dBNF@51MHzFK-855830 mixe. IP3+16dBm

RXgein 20 N 28 dB

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• TCXO 0,2 ppm -Iow no!se - test warm up • TcXO 0.2 ppm -Iow nolse - test warm up • TCXO 0,5 ppm -Iow no!se· test warm up

• RF OUT B10/H10/G10-12WRMS • RFOUT B10/H10/G10-12W RMS • RFOUT B15/H15/G16-15WRMS8301 H30 1G30 - 30 W RMS 8301 H30 1G30 - 30 W RMS H30 1G30 - 30 W RMS, H60 1G60 - 60 W RMS

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Page 33: RadioKit 2006 01

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glia di ascoltare prima di intro­mettersi in un QSO già iniziato,per capire anche in che linguasta avvenendo il QSO. Moltospesso i QSO sono in lingua in­glese, pertanto se vorrete cimen­tarvi in un QSO sarebbe preferi­bile fare un minimo di pratica,così come si fa in banda HF doveil 90% dei collegamenti avvienecon stazioni internazionali in in­glese.

La prossima puntata approfon­diremo EchoLink e VoIP.

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'L montato direttamente nel punto di alimentazionedell'antenna, o alla fine di una linea di alimentazione. L'unitàdi controllo va posta nella stazione dell'operatore.L'unità di controllo è connessa alla porta di connessione PCdel vostro ricetrasmettitore. In base alla frequenza delricetrasmettitore, l'unità di controllo adatta continuamentefino a tre reattanza nel network per un miglior SWR, cosìl'adattamento migliore viene garantito sia in modotrasmissione che in modo ricezione.

esserci parecchie stazioni inattesa;

• Non appena avrete premuto ilPTT aspettate almeno un se­condo prima di parlare, perpermettere al sistema d'inizia­re a trasmettere in digitale lavostra voce, evitando di far per­dere le prime parti del vostroQTC.

Specifiche (rete a T standard)lnput impedanee: 50 Q, +/-j OQOulpul impedanee range: 10 lo 2500Q**, +/-j Olo 2500 Q**

•• Transmission rale: upl lo 2.5 kW CW** /4 kW PEP**Frequeney: 1.8 lo 29.7 Me**Frequency sleps: 20 lo 220 ke, depending on bandMemories: 44Variable elemenls: 2x500 pF / 6kV, 1 x 241'H / 10 AFree swilehing funclions: 2Power: 115/230 VAC, 50...60 Hz, 21 VA

* Icom via CI-V, altri attraverso software drivers, per favore chiedere.

** A seconda della frequenza e dell'impedenza di carico.

In aggiunta a queste conside­razioni di base, ricordate chesiete sempre su un sistema con­diviso con altri OM, per cui evita­te di usare un nodo VoIP per faredei QSO locali tra OM della stes­sa zona troppo lunghi, dove pe­raltro potreste usare una fre­quenza simplex o un ripetitore dizona. Un sistema VoIP consentein genere di estendere la portatadella frequenza simplex o del ri­petitore locale senza limiti, a li­vello mondiale, pertanto è prefe­ribile utilizzarlo per contatti alunga distanza difficilmente rea­lizzabili in altro modo.

Inoltre considerando la naturamondiale del sistema, si consi-

quanto bisognerà dare al siste­ma il tempo d'iniziare a trasferireil segnale audio proveniente dalvostro apparato.

Pertanto un buon consiglioconsiste nel premere il PTT easpettare almeno un secondoprima d'iniziare a parlare. Inquesto modo potrete essere sicu­ri che ilvostro QTC verrà ascolta­to sin dall'inizio, evitando di per­dere le prime parole del passag­gio.

Questi sono due particolari im­portanti da ricordare sempre eda rispettare quando si è in pro­cinto di usare un nodo VoIP. No­nostante si tratti di pochi secondidi attesa, purtroppo a meno dinon pensarci per le prime volte,viene sempre la tentazione di ri­prendere troppo in fretta incap­pando inevitabilmente nel ri­schio di parlare insieme a qual­cun altro o di far perdere leprime parole del proprio QTC.

Sebbene questi ritardi sianosempre presenti per via dellaconnessione Internet, la loro en­tità dipende molto dal numero distazioni interconnesse sul lato In­ternet. Finora si è consideratosolo il caso di un nodo EchoLinkconnesso ad un altro nododall' altra parte; vi sono delle cir­costanze in cui il vostro nodo lo­cale risulta connesso ad un re­flector che di fatto consente amolti altri nodi di partecipare almedesimo QSO. In tali circo­stanze i ritardi complessivi nellecommutazioni tra nodi potrebbe­ro subire un incremento a causadella presenza del reflector stes­so.

Ad ogni modo per riassumerequeste regole importanti possia­mo usare questa lista:• Quando opererete via nodi

EchoLink dovrete sempre con­siderare che non siete su un ri­petitore o frequenza simplextradizionale, bensì siete su unsistema interconnesso che ri­chiede dei tempi di attesa;

• Prima di riprendere a parlareaspettate sempre almeno 3 se­condi per dare a tutti la possi­bilità di annunciarsi nel QSo.Ricordatevi che a volte il vostronodo potrebbe essere connes­so ad un reflector e potrebbero

Page 34: RadioKit 2006 01

L 'fIsperTO TeORICO --

Misura della resistenza diIngresso e di uscita di un

ampllncatoreFra le misure più utili da eseguirsi su uno stadio amplificatore, la misura della resistenza in input e in

output è senz'altro fra quelle elettive

di Nico Grilloni

Ilmassimo trasferimento di se­gnale da una sorgente a uncarico si ha, come siè illustrato

in un precedente articolo, quan­do si realizza un buon adatta­mento delle impedenze tanto iningresso quanto in uscita. Nelcaso di uno stadio amplificatoremolto semplice, del tipo, peresempio, illustrato nella figura l,è opportuno che l'impedenza diingresso sia ilpiù possibile egua­le all'impedenza della sorgentedel segnale V; di ingresso e chel'impedenza di uscita del mede­simo stadio si adatti - ovvero sia il

più possibile eguale - all' impe­denza dello stadio che segue.

Definizione della resistenzadi ingresso

Si applichi una tensione alter­nata all'ingresso dello stadio dicui alla figura l. Poiché dal pun­to di vista dei segnali alternativi ilpositivo e il negativo deli' alimen­tazione Va si possono considera­re entrambi a massa e parimentia massa, per la presenza dellacapacità Ce di bypass, si può

considerare i'emettitore del tran­sistor Q, il circuito di ingressodello stadio in oggetto si può di­segnare come nella figura 2

La corrente totale Ir erogatadal generatore assume quindii'espressione:

dove Il e 12 sono rispettivamentele correnti nella resistenze R l eR2' mentre h è la corrente dibase del transistor.

Il rapporto fra il valore dellatensione V; di ingresso e la cor-

Fig. l - Stadio amplificatore con B}Tin connessione a emettitorecomune

Fig. 2 - Le resistenze Rl e R2 del partitore di ingresso, rispetto adun segnale alternato applicato in ingresso, sono fra loroin parallelo. La resistenza di ingresso è pertanto fornitadal rapporto fra la tensione applicata e la corrente totale1"['

ViVi

Va

R1

R2

.i..,.."""" _

;1;1. 38] Rke 1/20061

Page 35: RadioKit 2006 01

Fig.3 - Simbolo grafico di un generico am­plificatore.

Vi Vo Vi

Fig. 5 - Stadio amplificatore in bassa fre­quenza che ha un altoparlantecome carico.

p

rente IT fornisce ilvalore della re­sistenza di ingresso Hjn dello sta­dio amplificatore. Si ha pertanto:

Definizione della resistenzadi uscita

Si consideri adesso il genericoamplificatore di cui alla figura 3dotato di guadagno di tensionepari a G. In assenza di carico ocon un carico di alto valore oh­mico in uscita, la relazione fratensione di ingresso e tensione diuscita è, come noto, la seguente:

Ciò dal momento che il guada­gno è sempre espresso comerapporto fra tensione di uscita etensione di ingresso.

Se adesso supponiamo che ilcarico HL in uscita diminuisca,(ossia diminuisca il suo valoreohmico), constateremo, in lineadel tutto generale, che la tensio­ne Vo di uscita diminuirà e il suodecremento sarà tanto più mar­cato quanto maggiore sarà il de­cremento del valore ohmico del

Fig. 4 - Circuito utile per esplicitare il si­gnificato della resistenza di uscitadi uno stadio amplificatore.

carico applicato. Il processo ap­pena descritto si manifesta comese in serie al carico HL vi fosseuna resistenza Ha così come illu­stra la figura 4.

Per quanto noto sui partitori ditensione, la tensione Va di uscitaassume allora 1'espressione:

Da questa si vede che se HL

tende all'infinito si ha Va = ~, eciò significa che, in assenza dicarico, la tensione di uscitaeguaglia la tensione applicata(tensione a vuoto), mentre se HL

tende a zero (uscita in cortocir­cuito) Va tende a zero. E ancora:se Ha tende a zero si ha Va = ~,mentre se Ha tende al1'infinito siha che la Va tenderà a zero.

Nell'ipotesi. per esempio, di unamplificatore di bassa frequenzanel quale il carico HL sia un alto­parlante di impedenza Hp - figu­ra 5 - per quanto concerne lapotenza fornita a quest'ultimodallo stadio amplificatore si ha:

V2p=~

Hp

Ma poiché per la tensione Va siha:

Fig.6 -Lacurva riportata in diagramma in­dica che esiste un valore della re­sistenza Ho al quale è massimo iltrasferimento di potenza dall'am­plificatore al carico.

L'analisi di questa espressioneconduce alla curva di cui alla fi­gura 6 dalla quale si evince chela potenza trasferita all'altopar­lante è massima quando 1'impe­denza di quest'ultimo è egualealla resistenza di uscita dello sta­dio amplificatore. In tal caso1'espressione della potenza di­Vlene:

Misura della resistenza diingresso

Il circuito idoneo alla misuradella resistenza Hjn di ingressodello stadio amplificatore è ri­portato nella figura 7. Qui la resi­stenza H in serie al generatore disegnale ~ ha valore noto. Essen­do:

Fig. 7 - Circuito che esplicita il metodo dimisura della resistenza di ingres­so.

Vi Vo

RL

elevando quest'ultima al qua­drato e sostituendo nella prece­dente si ricava:

2 Hp

p = Vj • (Hp + HS)2

R

TVi

1

I. Rke 112006 l 39 ~

Page 36: RadioKit 2006 01

Resistenza di ingressoPer la misura della resistenza

di ingresso si dispongono i volt­metri come in figura, ossia nellacondizione di misurare, rispetti­vamente, la tensione ai morsettidel generatore di segnale e latensione ai terminali di ingressodello stadio. La resistenza carat­teristica dei voltmetri è di 100MQ ed è quindi tale da non cari­care il circuito sotto misura. Ilpri­mo voltmetro misura una tensio­ne ~ = 1.411 mV mentre il se­condo voltmetro misura una

derà dal valore della resistenzaRo e dello stesso carico

Poiché, in genere, è noto il va­lore attribuito alla resistenza dicarico RL' per ottenere il valoredella resistenza Ro di uscita è suf­ficiente misurare la tensione ~ avuoto, ossia la tensione in uscitain assenza di carico, e quindi latensione Vo a carico inserito. Perla misura di queste tensioni val­gono le stesse considerazioniesposte per la misura della resi­stenza di ingresso. Si ricorreràquindi al voltmetro elettronico oall'oscilloscopio.

Si badi bene che le tensioni suindicate sono sempre alternate esi riferiscono ai valori efficaci

Esempio 1Si consideri lo stadio amplifica­

tore di cui alla figura 9 dotato diun guadagno pari circa a 70. Cisi proponga di misurare la resi­stenza di ingresso e la resistenzadi uscita.

Si comprende allora come, inpratica, sia quindi possibile ri­condurre lo schema a blocchi dicui alla figura 8 a al semplice cir­cuito della figura 8 b. In assenzadi carico (o per RL -'j> 00) si ha ov­viamente Vo = ~, mentre in pre­senza di un carico generico latensione in uscita, secondoquanto espresso dalla [3], dipen-

Fig. 8 b - Circuito a cui può essere facil­mente ricondotto lo schema ablocchi di cui alla figura 8 a.

~. Se, viceversa, RL tende a zero(uscita dell' amplificatore in cor­tocircuito) dalla stessa espressio­ne si ricava Vo = O. Ciò indicache nel passaggio da vuoto (as­senza della RL) a carico (presen­za della RL) la tensione di uscitaVo decresce e decresce tanto piùsensibilmente quanto più è ele­vato il carico, ossia quanto più èbasso il valore della stessa RL

Ricavando dalla [2] l'espres­sione della resistenza Ro si ha:

V-VR = R e 1 O [3]

O L VO

[1]

r-TlflRLl Itl- -

Misura della resistenza diuscita

Per ricavare quindi il valoredella resistenza di ingresso, es­sendo il valore della resistenza Rnoto, è sufficiente misurare letensioni ~ e V. La misura di que­ste tensioni va eseguita con volt­metro elettronico o anche con·oscilloscopio. Solo ricorrendo aquesti strumenti si ha infatti unamisura valida perché non in­fluenzata dagli stessi strumenti.Ricorrendo al tester si ottengonorisultati notevolmente approssi­mativi e quindi non corrispon­denti alla realtà del circuito. Ciòperché il tester va a "caricare"con la sua impedenza sempremodesta lo stesso circuito di mi­sura.

si ricava da questa l'espressioneidonea al calcolo dellaRjn- Si ha:

VR =Re--

in V-V1

Fig. 8 a - Circuito che esplicita il metodo dimisura della resistenza di uscita.

Se il carico è disinserito si hainvece: RL

20k

+12V

R100

Fig. 9 - Rilevamento tramite voltmetri ad elevata impedenza della resistenza di ingressodi uno stadio amplificatore realizzato con un BII nella connessione a emettitorecomune.

[2]

Vo = ~

Infatti, ove nell' espressionedella Vo a carico inserito si pongaRL -'j> 00 si ha, per l'appunto, Vo =401 Rke 1/2006 I

Il circuito idoneo alla misuradella resistenza di uscita Ro è ri­portato nella figura 8 a. Se il cari­co RL è inserito è valida l'espres­sione:

Page 37: RadioKit 2006 01

Eseguendo il calcolo analitica­mente supponendo di utilizzareun BJTBC 107 che. per una cor­rente di collettore pari a l mA(corrente alla quale lavora il BJTnel circuito) ha un valore del pa­rametro hje pari a 8.5 kQ, poichéè:

1.383

Rin = 100 -1.411-1.383 - 4.94kQ

Rjn = hje / / RE

essendo RE il valore del parallelodelle resistenze R l e R2 del parti­tore di ingresso, pari a 12680 Q,si ricava:

RL

20k

tensione V = 1.383 mV. La resi­stenza disposta in serie al gene­

+12V I ratore è R = 100 QApplicando l'espressione [l] si

ricava:

Fig. lO - nvalore della resistenza di ingresso può essere ricavato anche tramite un volt­metro e un amperometro.

Fig. Il b -Misura della tensione ai morsetti di uscita dello stadio amplificatore con caricoinserito.

Fig. Il a - Misura della tensione ai morsetti di uscita dello stadio amplificatore con caricodisinserito.

1.058 xlO-3

210,2 X 10-9 = 5,03 kQ

Si può constatare come la dif­ferenza fra ilvalore ricavato in si­mulazione (4,94 kQ) e il valoredesunto dal calcolo (5,08 kQ)differiscano di assai poco. Maappare chiaro come sia più sem­plice e immediato, sempre nelcaso si disponga di un voltmetroad alta impedenza, ricorrere allamisura piuttosto che al calcolo.Fra l'altro, sempre per la deter­minazione della Rjn, sarebbe ne­cessario conoscere la resistenzadi ingresso hie del transistor allacorrente le di collettore prefissa­ta. Ma a parte la dispersione del­le caratteristiche dei BJT,sareb­be necessario conoscere i datidel transistor utilizzato, dati nonsempre facilmente reperibili.

Sempre in merito alla misuradella resistenza di ingresso è op­portuno far notare come la stessapossa rilevarsi tramite una letturavoltamperometrica ponendo incircuito un amperometro e unvoltmetro così come riportatonella figura lO.

Per una tensione V; eguale, invalore efficace a 1,058 mVe unacorrente Ir = 210,2 nA si ha unaresistenza Rjn:

12680 x8500 = 5,08 kQRjn = 12680 + 85M

+12V

RL20k

~1kHz

-2m/2mV

-2m/2mV

~1kHz

I Rke 112006 I 41

Page 38: RadioKit 2006 01

Fig. 12 a - Misura della resistenza di ingresso di uno stadio amplificatore con opera­zionale.

Si noti che lo studio teorico delcircuito dello stadio amplificato­re con transistor nella connessio­ne a emettitore comune conduce

Esempio 2Si consideri ora ilcircuito di cui

alla figura 12 a rappresentativodi uno stadio amplificatore conop-amp in configurazione noninvertente con guadagno pari aIl. Lo stadio è stato dimensiona­to per la banda audio, ossia peruna banda passante che, a -3dB, si estende da circa 20 Hz a20 kHz come mostra il diagram­ma della risposta in frequenzaesposto nella figura 12 b.

Qui, mentre la posizione reci­proca dei marker orizzontali c e dindica i - 3 dB, i marker verticalia e b indicano, rispettivamente,le frequenze di taglio superiore einferiore. Si legge: Xa = 20,96kHz e Xb = 19,71 Hz. I voltmetriin alternata indicano, il primo, ilvalore efficace della tensione V;applicata (V; = 352.4 mV)e il se­condo il valore efficace dellatensione in entrata all'amplifica­tore (V = 345,5 mV).

Applicando respressione [l] siha:

345,5Rin = 100 • _ u. = 5 kQ

ad un valore della resistenza diuscita eguale, con ottima ap­prossimazione, al valore attribui­to alla resistenza di collettore Rc'Si può quindi constatare comeanche in questo caso, essendoRc = 2,2 kQ, il valore teorico nonsi discosti dal valore desunto dal­la misura.

RL5k

S1

47kRp5k

Ro = 20000.11 1.2-l 00,4

= 2.15 kQ

con SI chiuso - carico RL inserito-lo stesso voltmetro - figura Il b-legge una tensione Va = 100.4mV,Applicando respressione [3]si ricava quindi:

-Vi

-500m/500mV IR

I ICi

JV' 100

I2.2uF1kHz n

Questo valore - e non potevaessere diversamente - è presso­ché eguale al valore preceden­temente ricavato con la sola let­tura voltmetrica.

Resistenza di uscitaPer misurare la resistenza di

uscita si farà ricorso al circuito dicui alla figura Il a nel quale èpresente un deviato re in gradodi inserire e disinserire il caricoRL· Con SI aperto - carico disin­serito - il voltmetro legge unatensione V; = 111,2 mV, mentre

Fig. 12b - Risposta in frequenza dello stadio amplificatore con op-amp di cui alla figura12 a. La banda passante (banda audio) si estende da circa 20 Hza circa 20 kHz.

Xa: 2O.96k Xb: 19.71 a·b: 20.94k

Ve: 17 .60 Vd: 20.60 e-d:-3.000Offsets X: 0.000 Y: 0.000

-

~

-..../

V

/II24

16!

o

-8

-16

-241 10 100 1k

Rel=Groun<! X=lrequeney(Hz) Y=vo~age(db)100 1000

La resistenza di ingresso èquindi pari a 5 kQ e non potevaessere diversamente dal mo­mento che. in questo caso, la re­sistenza di ingresso dello stadiocon op-amp coincide col valoreattribuito alla resistenza Rp.

Nota per il lettore

I diagrammi qui riportati sono stati rica­vati con il software di simulazione Cir­cuitMaker della Microcode EngineeringInc. - Utah - USA. che utilizza SPICE (Si­

mulation Program with lntegrated Cir­cuit Emphasis) realizzato dalla Microco­de Engineering Inc. - Utah - USA. SitoInternet: microcode.com.

Page 39: RadioKit 2006 01

PRorE SOL CIiMPO ~

1I0Rltll3BO

da lO ItRz a 500 11Hzcon un solo 100Dl

di Ilngelo Brunero / lli l f!.LD- ~

Si tratta di un'antenna da in­terni per ricevere, stando aquello che riportano le spe­

cifiche, segnali radio dalle VLFalle UHF. Ho avuto occasione divedere e testare uno dei primiesemplari in circolazione in Eu­ropa, in Germania, alla fiera diFriedrichshafen edizione 2005,presso lo stand AOR: uno standpiuttosto piccolo ed anche pocoappariscente, dove però tre sim­patici personaggi (due europeied un giapponese, come si vededalla foto; la mano è la mial) sidavano da fare ad attirare queipassanti che, incuriositi da qual­che cartello ben colorato, si fer­mavano o anche solo rallentava­no la loro corsa. Ero in compa­gnia di un gruppetto di amicidell'AIR (Associazione ItalianaRadioascolto), e siamo tutti statiattirati da questa "spira" di cuivado a scrivere; certo non la spi­ra di qualche serpente, ma labrillante metallica spira di un' an­tenna da interni, altrimenti dettasingle indoor loop

Ci siamo guardati in faccia,ammirati ed un po' increduli perquello che ci veniva proposto.Abbiamo scambiato qualchebattuta con i tre personaggi chevedete nella foto ma, abituati adessere scettici fino alla dimostra­zione del contrario, non ci sonobastate le parole, i data sheet i

commenti; abbiamo richiesto, omeglio preteso, una dimostrazio­ne con un nostro ricevitore (c'èchi non lascia mai a casa il fazzo­letto, chi ha sempre il coltellinosvizzero, noialtri giriamo semprecon un ricevitore ... deformazio­ne professionale!).

Siamo rimasti semplicementeesterrefatti da questo prodotto ...abbiamo effettuato le prove sin­tonizzando diverse emittenti inonda media, con contorno dineon, computer, schermi, appa-

recchi ed apparati elettrici di tuttii tipi e di tutti i generi; abbiamoprovato e riprovato, ruotato edascoltato. Le varie emittenti, a se­conda di come si posizionavarantenna, venivano fuori chiaree limpide da un marasma inde­scrivibile di rumore, una verabolgia dantesca. Un vero pecca­to che resemplare fosse unico,per sola esposizione e dimostra­zione, perché eravamo prontiall'acquisto Ci è stato detto cherantenna sarebbe stata disponi-

Page 40: RadioKit 2006 01

AC POWER SUPPLY

DC15V

o

Come si usa

Fig. 4

Nella posizione OTHERS l'an­tenna è in grado di sintonizzare ilresto, ovvero da 60 kHza 3 MHz eda 40 MHz a 500 MHz.

Le connessioni sono semplicis­sime e non presentano difficoltàanche per i meno esperti. Comesi vede dalla figura 4, si dà ali­mentazione all' apparecchio, siconnette il loop al control boxtramite il suo connettore BNC,sul retro del control box c'è unapresa per connettere il cavettocoassiale che andrà al ricevitore.Niente di più semplice.

Una volta impostata la sintoniasul ricevitore, basterà andare aselezionare la porzione di bandacorrispondente sul commutatoredi sintonia dell' antenna, effettua­re la sintonia fine con la manopo­la tuning, ed eventualmente ruo­tare il solo loop (il control box ri­mane fermo e stabile) perdiscriminare un segnale da unaltro o da una fonte di rumore.L'antenna, come tutti i 100p, è bi-

-TUNINGDtAL

(CONTROL BOX)

...:..0··· ..-.0_

RECBVER

LOOP ELEIIIEHT

RECEIVER

ANTENNAlNPUT

e,

BNCCO~LPATCHLEAD

40 kHzPer segnali campione emessi in

Giappone60 kHz

Per S1Wali campione emessi in J.US e3-10 MHz

Per le HF da 100 a 30 metri

9-40 MHz

Per le HF da 33 a 7 metri

Fig. 3

4TUNIIIG

Il comando tuning è la sintoniafine, ovvero raccordo su una de­terminata frequenza, preimpo­stabile da un selettore a scatti. Lapreselezione avviene su:

Fig. 2

bile nell' arco di un mese in Italia,ma il realtà ho dovuto aspettarefino agli inizi di ottobre per aver­la in mano, grazie anche ai buo­ni uffici del fornitore di fiducia,Negrini Elettronica, di Beinasco(TO).

L'antenna

Figlia del modello LA350 e pa­rente prossima del modelloWL500, questa antenna da inter­ni ha caratteristiche davvero uni­che. A differenza degli altri mo­delli. non ha parti staccate, in­serti per le varie bande, ferritidifferenti per coprire le ondelunghe o loop di diverso diame­tro per le varie bande delle HF;1'antenna è composta esatta­mente dagli elementi che si ve­dono in figura 2: un alimentato­re, un control box, un loop, uncavo coassiale intestato conBNC.

Cuore dell'antenna è l'amplifi­catore, un gioiello di miniaturiz­zazione e compattezza, in gradodi amplificare di ben 20 dB i se­gnali catturati e sintonizzatidall' antenna in un estesissimoarco di frequenza, da 10kHz a250 MHz, con figura di rumorebassissima ed un intercept pointdi 3° ordine di ben + lO dBm.

La sintonia dell' antenna avvie­ne direttamente sul loop che,come si vede dal particolare del­la fig. 3, è provvisto di un paio dicomandi.

56 I Rke 1/2006 Il

Page 41: RadioKit 2006 01

Fig. 5 - Il cuore del control box

direzionale. ovvero ha due dire­zioni opposte di direttività, orto­gonalmente al piano del loop,mentre sul piano delloop offre ilminimo dell'efficienza. L'anten­na non ha un guadagno variabi­le, per cui per ovviare alla pre­senza di segnale troppo forte sipuò intervenire o spegnendo l'a­limentazione (pulsante rosso delcontrol box), o agendo sul gua­dagno RF o sul comando di atte­nuazione RF della radio.

Le prove

L'antenna è stata oggetto disvariate prove, indoor come out­door (in casa e all'aperto), dalsottoscritto e dai reduci dellaspedizione all'HAM RADIO diFriedrichshafen. Vi aspetterestemiracoli da un loop di 30 cm didiametro? Forse miracoli no, maprestazioni eccezionali sicura­mente si. Rispetto a filari randomdi una ventina di metri, in HFper­de uno o due punti a secondadella banda, ma il nostro loop celo siamo posizionato al caldo, sultavolo vicino al ricevitore, senzaessere andati sul tetto a sporcarcile mani o a rompere tegole, sen­za essere andati in giardino atentare lanci di fionda sulle cimedei pini del vicino; in ogni caso in

casa ci è possibile discriminarele fonti di rumore o separare duesegnali interferenti, direzionan­do illoop alla bisogna.

Se il paragone viene fatto conl'antenna a stilo del ricevitore ocon un filo, anche lungo, ma po­sizionato in casa, davvero nonc'è storia: la LA380 è di gran lun­ga più performante.

A mio giudizio il meglio di sé laLA380 lo dà in onda media, doveper avere lo stesso segnale oc­correrebbero realizzazioni out­door lunghe e complesse, filirandom di decine e decine dimetri, che spesso non possonoessere ruotati; i rumori classici

Specifiche tecniche

Frequency 10 kHz-500 MHz

rangeI (preselected 3 MHz- 40 MHz)

Impedance

50 OHM (nominai)

Connector

BNC

Weight

Approx 500 9 without accessories

Cable1 m RG58A/U (BNC plugs)

Power

External DC 12V (9-15V), approx

50 mA

Accessori a corredo

LA380 control box with 30 cm loop

AC power supply 12V-300mA

BNC-BNC coaxial patch lead

Operating manual

delle onde medie, che tanto di­sturbano le orecchie degli ascol­tatori cittadini, possono esserenel migliore dei casi cancellati,più spesso estremamente atte­nuati, grazie alla possibilità diruotare semplicemente il loopfino a trovare la migliore ricezio­ne.

Conclusioni

Come scrivevo più sopra, nonsono il solo ad essere stato parti­colarmente colpito dalle presta­zioni di questa antenna; è un' an­tenna indoor, cioè da apparta­mento o da interni, ed è in questoambito che deve essere provata,testata e valutata. Tuttavia reggebene anche il confronto con an­tenne esterne di tipo random,quelle utilizzate solitamente dachi fa radioascolto, broadbandtanto per intenderci. E lo reggemolto bene non solo in onda cor­ta, ma anche in onda media ed inonda lunga; molti ricevitori por­tatili infatti non sono dotati di an­tenna in ferrite interna ed allevolte, seppure tale ferrite è pre­sente, è del tutto insufficiente percaptare i segnali in onda lunga.Ebbene, con la LA380 non cisono ~tati davvero problemi disorta. E un prodotto fatto davverobene, ben curato nei dettagli enella realizzazione. E non è solofatto bene: funziona anche benelEvidentemente in linea con laproduzione AOR. ..

Un vero peccato che non siastata prevista una alimentazioneinterna, a pile; per una radioportatile anche l'antenna do­vrebbe essere portatile! Ma lapresa per l'alimentazione ester­na c'è (e perbacco, è fatta davve­ro bene), quindi basta un po' diinventiva.

Il marchio AOR è distribuito inItalia da ICALs.p.a.

[email protected]

IRke 112006 [57

Page 42: RadioKit 2006 01

z LflBOetlTORIO-STRVMENTI

']O parte

di Roberto Mondirola INtBrl!.

Fig. 1- Risetime Measurement. E' evidenziata la parte significativa di un reticolo dotatodelle linee del 10% e 90% (Sistema Tektronix ormai adottato dalla quasi totalitàdelle case costruttrici). A e B sono i punti di intersezione allO e 90 %. Al e BI è ladistanza in quadretti e frazioni di essi che moltiplicata per il valore impostato dal­la Base Tempi ci darà il tempo di Risetime.

Linea del 10%

Linea dello 0%

Linea del 90%

Linea del1 00%

81

sia compresa verticalmente tra ledivisioni dello O e del 100%(equivalente a cinque quadretti)non tenendo conto dell' eventua­le picco di undershoot e/ o diovershoot.

Da questa impostazione ne ri­sulterà che la proiezione oriz­zontale del tratto di curva, com­presa tra l'intersezione tra la li­nea tratteggiata del 10% [A] equella del 90% [B], misurata inquadretti e frazioni di essi. molti­plicata per il valore di tempo im­postato sulla manopola TIME/

•• ":' ••••• , •••••• "' ••••• 10 ••••• 10 •••••

Tempo di RisetimeA1

••••••••• ,JJ •••••••••••••••.•••••••• 4- •••••••••••• , •••••••••••• I••••••••••••••••••• ••••••.••• • •••• ••• ·.1 •• •••• ••••• ·,

undershoot

trigger sul positivo ( ricordiamoche il comando SLOPE si riferi­sce al posizionamento del puntodi trigger che può essere impo­stato, appunto tramite questo co­mando, sul tratto ascendente ­slope positivo - o discendente ­slope negativo- del segnale inesame.

Dopo aver individuato la por­zione di segnale che ci interessaed essendoci assicurati che il co­mando V AR sia sulla posizionedi riposo, disporremo l'immagi­ne in modo che la forma d'onda

Come abbiamo già visto nellapuntata precedente, uno dei fat­tori importanti di un segnale im­pulsivo (Rke n.lO-2005 fig.3pago 41) è il tempo di salita, ov­vero il tempo che il segnale im­piega per passare dallo stato dizero al massimo valore sull'assey

Vediamo come operare per ef­fettuare questa misura, valida siaper segnali impulsivi che per unqualsiasi segnale alternativo, uti­le per valutarne il fronte di salita(Risetime) o discesa (Falltime).

A questo scopo utilizzeremo ledue righe orizzontali tratteggia­te, presenti sulla griglia del di­splay.

Quella inferiore che, come ri­cordiamo, sta ad indicare il 10%e quella superiore che sta ad in­dicare il 90%.

Nel caso di misura del tempo disalita ci riferiremo al tratto com­preso tra la linea tratteggiata del10% a quella del 90%, viceversaper la misura del tempo di disce­sa sarà il contrario, ovvero ci rife­riremo al tratto compreso tra la li­nea del 90% e quella del 10%.

Dopo aver impostato roscillo­scopio per ottenere una tracciastabile(]), cercheremo, per quan­to possibile, di impostare sul di­splay un solo impulso (o un soloperiodo )(2).

Se siamo interessati a misurar­ne il tempo di salita, disporremoil comando SLOPE della sez.

58 I Rke 1/2006 I

Misura del tempo di salita(Risetime measurements)

II

j('i-

:1't

Page 43: RadioKit 2006 01

Note

A

8 quadretti

Fig. 4

Esempio di calcolo.Se per esempio la distanza A-B

sarà di 0,8 si moltiplicherà que­sto valore per 450 ottenendo:Differenzadi Fase = 0,8 x45 = 360

Nel caso avessimo dovuto ini-

B

zialmente invertire il segnale,dovremmo aggiungere al risulta­to di cui sopra i 1800 sottratti pre­cedentemente ottenendo: 360 +1800 = 2160

l) A questo punto della nostra trattazio­ne si da per scontato che l'uso dei singo­li comandi del nostro oscilloscopio cisiano diventati familiari, pertanto, persemplicità non verranno più indicati isingoli posizionamenti dei comandi mapiù brevemente verranno solo indicatequelle impostazioni importanti relativespecificatamente alla misura che si deveeseguire.2) Il fatto di predisporre per visualizzareun solo evento (o impulso o periodo) sul­lo schermo è solo un fatto di comoditàdatasi la migliore visibilità dei particola­ri. ma nulla vieta di effettuare una misu­ra, avendo visibili più eventi contempo­raneamente.3) Il riferimento, nel caso di segnale in­cognito, è suggerito farlo sulla medianaorizzontale unicamente perché se fosseriferito alla prima linea inferiore orizzon­tale, nei casi di OFFSET negativo assaipronunciato, si rischierebbe di non ve­dere la traccia perché potrebbe esserefinita fuori schermo.

(Continua)

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I Rke 1/2006 [61: ..~

Page 44: RadioKit 2006 01

SVRP/.,VS ~

Clr~Sil

di Giuseppe Balletta

Costruzione

18SliGiall'ACCESSORY SOCKET po­sto sul retro dell'RTX (o da col­legare al PTT);

- il cavetto di alimentazione al­ternata di rete;

- i relè sono due:• uno a doppio scambio, di cui

uno scambio per interruzionealimentazione anodica dellostadio finale controfase di B.F,ed un altro scambio per inter­ruzione alimentazione anodicadello stadio preselettore di am­plificazione di A.F e di primaconversIOne.Tale relè a doppio scambio èposto nel ricevitore (vedi foto4), nelle immediate vicinanzedel potenziometro di regola­zione della tensione di alimen­tazione stabilizzata degli oscil­latori.

• uno a singolo scambio permessa a massa dell' ingressoantenna del ricevitore in tra­smissione.Tale relè a singolo scambio èposto nell' alimentatore (vedifoto 3).

Alimentatore: dopo avere rea­lizzato il circuito stampato dell' a­limentatore ed aver montato su diesso i componenti, esso verrà po­sizionato in un idoneo contenito-

Circuitoelettrico

Esaminandolo schema elet­trico si nota chetale dispositivoprevede unpiccolo alimen-tatore, esternoal ricevitore,per i relè di co­

mando di ATTE-SA che vengono attivati, o dalpulsante del PTT,o dal dispositi­vo di commutazione accessoriaposto sul retro dell'RTX (Acces­sory Socket) che viene posto inchiusura all'atto di messa in tra­smissione.

L'alimentatore è il classico ali­mentatore stabilizzato a 12 Vperi relè con negativo sollevato, che,al comando di trasmissione, vie­ne posto a massa.

Dal retro dell' alimentatore fuo­riescono:- il cavetto RG58 provvisto di

connettore da collegare allapresa di antenna ricevitore;

- il cavetto bifilare dei 12 Vprov­visto di jack da collegare allaboccola ZF del ricevitore (dinorma non utilizzata e pertantosenza connessioni);

- il cavetto bifilare provvisto diconnettore da collegare

Agli OM fortunati possessoridel ricevitore SIEMENS E311 farà senz' altro comodo

sfruttarne le eccellenti potenzia­lità (senz' altro superiori agli ulti­mi ritrovati della tecnologia cosìdetta avanzata della recente pro­duzione commerciale) accop­piandolo al proprio trasmettitorecon il dispositivo di STAND BYche ho realizzato senza porremodifiche devastanti alla origi­nalità dell' apparecchio.

Dopo tale premessa, non vo­lendo entrare oltre nel merito diquanto già a suo tempo descrittocon recensione su alcune rivistecirca le eccellenti qualitàdell'apparato, desidero descri­vere come si può realizzare undispositivo di ATTESAdell'appa­recchio al comando di trasmis­sione del TX.

Foto l -

62 I Rke 112006

Page 45: RadioKit 2006 01

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t12V

-12V

ZOCCOLO ACCESSO~ [d"ll'I/TX

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Elenco componenti

Trasformatore 18V - 7WIC / LM7812 + aletta di raffedda­mentoDiodo lN4007 - n° 3

Cond. elettrolitico 2200 ,uF 25VCond. elettrolitico 10,uF 25VCond. poliestere 100 nF - n02Condensatore ceramico (Disco o Tu­betto) 1000pF 1000VResistenza 2,2 kQ 1/2WResistenza 1.8 kQ 1/2WLED rossoLED verde

Connettore PL con ghiera a 4 foriRelè 12 Vcc - l scambio + zoccoloRelè 12 Vcc - 2 scambi + zoccoloColonnina lilettata - altezza 2 cm/foro lilettatma 3 mm - n° 2Contenitore 12 x 14 x 6 cm circa(grandezza minima)

re assieme al trasformatore di ali­mentazione.

Sul frontale posteriore del con­tenitore si posizionerà e fisseràcon viti, previa idonea foratura, ilconnettore di antenna, e si utiliz­zer à uno dei 4 fori di fis-saggio ghiera per mon-tare una colonnina filet­tata, alta 2 cm, che devesupportare, a mezzo viteda 3 MA,lo zoccolo + ilrelè ad uno scambio perla commutazione in­gresso antenna del rice­vitore.

Dal frontale posterio­re, attraverso idonea fo­ratura, o idonee foratu­re, dovranno uscire idue cavetti bifilari, di cuiuno per i + 12Ve comu-

ne, ed un altro per i - 12Ve co­mune, provvisti ambedue degliidonei connettori.

Ilconnettore dei + 12Ve comu­ne è un jack di diametro legger­mente inferiore a quelli usati per

Folo2

IRke 1/2006 63

Page 46: RadioKit 2006 01

I;,[-i~

r~

Foto 3

le cuffie, in quanto tale è il forodel connettore ZF posto allaestrema destra e in basso delpannello anteriore del ricevitore.

Il jack, per intenderci è quellousato per i microfoni sugli appa­rati DRAKE.

Qualora non si riuscisse a tro­vare nel surplus (anche militare)tale connettore, sarà giocoforzasustituire jack maschio e connet­tore femmina da pannello conquelli standard in commercio.

Per l'ingresso ZFdel ricevitore,che di solito non viene utilizzato,esiste solo il connettore senzaconnessione di fili.

Tale presa è utilizzata soloquando al ricevitore sono colle­gati degli accessori particolaricome il convertitore per ondelunghe, il modem per 1'RTTY,oaltri

Costruito e collaudato 1'ali­mentatore cortocircuitando ilconnettore dei -12V e comune,si procederà alla molto modestamanomissione del ricevitore.

Ricevitore: la prima operazio­ne da effettuare è il praticare unpiccolo foro con filettatura da 3mm sul piano del telaio riguar­dante la sezione alimentatricedel ricevitore, a lato del poten­ziometro di regolazione dellatensione anodica degli oscillato­ri, tenendo in debito conto le di­mensioni dello zoccolo relè (vedifoto 4)

In questo foro filettato si avvite­rà la porzione filettata di una co­lonnina alta 2 cm.

64 I Rke 1/2006 I

Foto 4

+180V - Amplificatore RF e la Conversione

Foto 5

Foto 6

Su essa si avviterà lo zoccolodel relè

Un piedino dello zoccolo ri­guardante la alimentazione bo­bina del relè andrà collegato amassa con paglietta sotto la co­lonnina.

L'altro piedino dello zoccolo ri­guardante il + di alimentazionebobina relè andrà con un cavettoa collegarsi al terminale isolatodel connettore ZF del pannellodel ricevitore.

La seconda operazione è quel­la di dissaldare dal rispettivo an­coraggio il filo di alimentazioneanodica (+ 180V)(foto 5) del mo­dulo amplificatore-preselettoredi alta frequenza e di prima con­versione, di allungarlo, e di por­tarlo in parallelo, con altro filo

Page 47: RadioKit 2006 01

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zoccoli dei moduli, individuato lozoccolo ove è inserito il modulodi B.F. e di ultima conversione, èquella di dissaldare dal rispettivoancoraggio il filo di alimentazio­ne anodica del modulo (+ l 85V)dal rispettivo ancoraggio, il 4°della seconda fila, e praticare lastessa procedura precedente­mente descritta, portando i duefiliai reofori dello zoccolo riguar­danti l'altro dei due scambi delrelè in chiusura.

In definitiva ai reofori dellozoccolo del relè vanno saldati n°5 fili.

Tale mazzetto di fili va tenutoinsieme in un tubetto di guaina inplastica o sterling di adeguatodiametro e di adeguata lunghez­za (vedi foto 6 e schema elettri­co).

Nella speranza di aver fattocosa gradita agli OM possessoridell'E311, di non avere dimenti­cato, nella descrizione, altri par­ticolari. auguro buon lavoro, rite­nendomi a disposizione per ulte­riori chiarimenti sull'apparato esull'argomento.

QUT

t121J

~100K

--rn:=::l­

1N4007

~100K

IN

t18U

Disposizione componenti

02200mr -m:::::J-

. + I I 1N4007

~~81N4007 ~ ~ 10mF

-c::::::JIJ- 2,2K 1,8K

Circuito stampato, lato saldature visto dall'alto. Dimensioni: 43 x 75 mm

saldato, in sostituzione, all'anco­raggio precedentemente libera­to, fino ai reofori dello zoccolo ri­guardanti uno dei due scambidel relè in chiusura.

Il reoforo da liberare (dellaportata anodica) è il terzo deicinque presenti sul lato posterio­re del modulo, ed è in buona mo­stra.

La terza operazione, dopo ave­re capovolto il ricevitore, rimossoil lamierino di protezione degli

IRke 1/2006 I 65