R&A n. 1/2 Gennaio-Febbraio 2009

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Free Service Edizioni - Falconara M. (AN) - Rivista Mensile di Informazione e Aggiornamento di Cultura Ambientale - Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Ancona n° 1/2 GENNAIO FEBBRAIO 2009 Anno X 7,00

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Il 21 dicembre 2008, a seguito di inci-dente stradale, è deceduto il Direttore Artistico di Regioni&Ambiente, Vini-cio Ruggiero.Diplomato di Istituto d’Arte, pur avendo conseguito l’abilitazione all’insegnamento di Educazione Artistica (Scuola Media) e Discipli-ne Pittoriche (Istituti Superiori), di fronte alla prospettiva di un lungo e defatigante precariato di supplenze nella sua Regione o di allontanarsene per ricevere incarichi duraturi, ave-va ben presto iniziato la sua attività professionale di graphic designer presso una nota industria grafica marchigiana.In seguito, aveva affiancato al lavoro indipendente un’attività autonoma, avviando uno Studio dove si occupa-

va nel poco tempo che gli restava a disposizione di pubblicità, architettura, arredo, fotografia, ecc.Queste esperienze gli offrirono l’idea di dar vita, assieme ad altri due soci, alla Free Service srl che, accanto ai servizi del preesistente Studio, aggiunse quelli editoriali, con la pubblicazione di Codici di Leggi Regionali e Naziona-li, soprattutto su tematiche ambientali. Dedicandosi a tempo pieno a questa impresa, derivò la decisione condivisa di sperimentare la diffusione di uno strumento informativo e di aggiornamento normativo, che fosse di facile e tempestiva fruizione per operatori e pubblica amministrazione. Nacque così Regioni&Ambiente, divenuta in pochi anni una delle più apprezzate riviste del settore, anche grazie alle sue doti di creatività.Questa capacità di individuare la soluzione più opportuna, a dispetto delle perplessità iniziali di collaboratori e ristrettezza di tempi e strumenti, indi-spensabili per altri, si era dispiegata negli allestimenti di aree per Convegni e Fiere, per conto di Enti ed Organismi istituzionali, ricevendone attestazioni di benemerenze, come in occasione dell’ultima edizione di ECOMONDO di Rimini, progettando “Caffè Scienza”, sponsorizzato dal PolieCo.Il suo entusiasmo per ogni innovazione e la sua apertura verso nuove idee, indispensabili per saper affrontare con successo ogni attività imprenditoriale, li esercitava nella quotidianità, sia nella produzione artistica, partecipando a qualche mostra collettiva, dove si segnalava per sperimentazione continua di tecniche e materiali, sia nel tempo libero. È stato tra i primi a solcare le onde del mare con il windsurf (vinse un Campionato italiano nella categoria Master) ad intraprendere il volo su deltaplano (interrotto presto dopo una rovinosa caduta), a sperimentare il kitesurf (soluzione mediana dei due veicoli), ad usare lo snowboard sulle piste innevate. Praticò anche l’immersione subacquea, per poter esercitare la fotografia della vita marina di cui era cultore, tanto da allestire a poco a poco nella sua abitazione un grande acquario marino. Dedicare la Copertina di questo numero all’Anno Europeo della Creatività e dell’Innovazione è anche un modo per rendergli omaggio, riconoscendo l’importanza di tali prerogative nelle attività umane, siano esse culturali, sociali ed economiche, delle quali Vinicio era personificazione.Sappiamo che la sua assenza umana e professionale non potrà essere colmata, ma memori della sua lezione cercheremo di “tracciare la strada, camminando”.

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In copertina: Il famoso cubo di Ernö Rubik, Ambasciatore dell’Anno Europeo della Creatività e dell’Innovazione

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8 CAMBIAMENTI CLIMATICI

Poznañ (Polonia), 1°-13 dicembre 2008Conferenza sui cambiamenti climaticiIniziato il conto alla rovescia per CopenaghenTutti convinti che bisogna intervenire,ma non si sa ancora chi dovrà sopportarne gli oneri

12Approvata anche dal Parlamento UE la Strategia “Clima-Energia”il Pacchetto della discordiaAnalisi delle modifiche e confermedopo l’accordo in seno al Consiglio UE

18 MANIFESTAZIONI E CONVEGNI

Genova, 5-7 marzo 2009Riflettori puntati su Energethica®:Etica e sostenibilità si riaccendono a Genova!

a cura di Micaela Conterio

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20Montichiari (Brescia), 2-4 aprile 2009Metalriciclo: verso un nuovo successoOttima risposta degli espositoriall’edizione 2009 che presenterà interessanti novità

a cura di Micaela Conterio

22Si moltiplicano le iniziative nell’anniversario di Kyoto“Gli europei devono risparmiare energia” Le luci si spegneranno il 13 febbraio

24 INFORMAZIONE E AGGIORNAMENTO

Pubblicato dall’ISTAT l’Annuario delle statistiche ambientali 2008In aumento la CO2 nell’aria; al suolo si cosparge più azoto

30 ENERGIE ALTERNATIVE E RINNOVABILI

Energie rinnovabili di origine agricolaProspettive e meccanismi d’incentivo

di Marta Brambilla

32 IL COMMENTO

Pubblicata la Direttiva 2008/99/CEReclusione o sanzioni pecuniarie per i reati ambientaliL’Italia non può più tentennare

MATERIALE IN INSERTO

Direttiva Parlamento europeo e Consiglio UE 2008/99/CETutela penale dell’ambienteGazzetta Ufficiale dell’Unione europea 6 dicembre 2008 n. L. 328

36 EQUITÀ E SOSTENIBILITÀ

“Sto lavorando ad un sogno, anche seè molto lontano” … più di quanto si immagini!Obama ha presentato il suo “Green Team”,ma quello “Grigio” ha più poteri e risorse

42 INNOVAZIONE E RICERCA

Anno Europeo della Creatività e dell’Innovazione“La strada si traccia andando”Innovazione scientifica e tecnologica,l’Italia nell’ultimo gruppo. USA al 1° posto

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46 SERVIZI AMBIENTALI

COSMARILa raccolta differenziata in provinciadi Macerata raggiunge quota 47%Grazie a cittadini, a Comuni, alla Provincia ed al Consorzio

di Luca Romagnoli

48VIRA Soluzioni srlBarriere galleggiantiPer mari più sicuri e puliti

di Michele Colombo

50Pulsa a Fano il cuore “marino” dei cesariA parlarci del nuovo Porto turistico, gemmadell’Adriatico, è il Direttore Galileo Ferraresi

di Alberto Piastrellini

53 PARCHI, RISERVE E AREE PROTETTE

Istituito il più grande Parco marino del mondoBush chiude con un botto “verde”Protetta la meravigliosa biodiversità del Pacifico centrale

56 AGENDA 21

Carta del Turismo SostenibileSostenibilità, competitività e identità nelle destinazioni turistiche

a cura di Antonio Kaulard

59 AMBIENTE E ARTE

Roma, 7 febbraio - 29 marzo 2009 - Palazzo delle Esposizioni “Madre Terra” unica e magnificaRassegna fotografica del National Geographic Italiadedicata alla salvaguardia del Pianeta

di Guglielmo Pepe

62 €CO-FINANZIAMENTI

66 I QUESITI DEL LETTORE

66 AGENDA - Eventi e Fiere

AMBIENTE ABRUZZO NEWS

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CAMBIAMENTI CLIMATICI

Tutti convinti che bisogna intervenire, ma non si sa ancora chi dovrà sopportarne gli oneri

INIZIATO IL CONTO ALLAROVESCIA PER COPENAGHEN

Poznañ (Polonia), 1°-13 dicembre 2008 - Conferenza sui cambiamenti climatici

In un articolo apparso sul quotidiano britannico “The Indi-pendent” del 9 gennaio 2009,la riunione della Conferenza delle Parti (COP15) dell’UNFCCC e del Protocollo di Kyoto (MOP5), che si svolgerà a Copenhagen dal 7 al 18 dicem-bre 2009 per definire un nuovo Accordo internazionale sui cambiamenti climatici dopo la naturale scadenza nel 2012 del primo periodo di impegni sottoscritti a Kyoto, avrà un impatto storico quale quello che si è determinato con il Congresso di Vienna (1814-1815) che ha dovuto per ridefinire gli assetti statali europei dopo le guerre napoleoniche o con la Confe-renza di pace di Parigi (1919) che ha tentato di ricostruire il nuovo ordine mondiale dopo la I Guerra mondiale o con le Conferenze di Yalta e Potsdam (1945) che hanno cercato di fare la stessa operazione dopo la II Guerra mondiale. Allora, tuttavia, si trattava di ridefinire i confini della nazioni che, pur importanti, erano soggetti a cambiamenti. A Copen-hagen, invece, si dovranno prendere decisioni su qualcosa di ben più fondamentale per la vita sulla terra: la stabilità della biosfera; ovvero elaborare un’azione comune per con-servare gli strati di atmosfera, suolo e mare, che avvolgono il nostro Pianeta e che ci consentono di vivere.Tutti i Governi sono ormai convinti che il problema non può essere rinviato, ma le proposte risolutive non sono ancora condivise. C’è bisogno di tagliare drasticamente le emissioni, ma non si è stabilito chi deve sopportarne gli oneri!

A Poznañ (1°-13 dicembre 2009), dove si è svolta la quat-tordicesima Conferenza Mondiale delle Parti dell’UNFCCC

e la quarta Conferenza dei Paesi che hanno sottoscritto il Protocollo di Kyoto precedente, con l’obiettivo di coinvolge-re sia le economie industrializzate che non si erano ancora impegnate, sia i Paesi in via di sviluppo che ne erano stati esentati e che sono diventati nel frattempo grandi emettitori di gas ad effetto serra (Cina e India sono collocate ormai al 1° e 3° posto nella classifica dei principali Paesi che emetto-no gas climalteranti), si è evidenziato che le divergenze da appianare sono ancora molte, anche se ufficialmente tutti si sono dichiarati soddisfatti per i risultati ottenuti.

Andiamo con ordine.A Poznañ, in modo più specifico, si sono svolti lavori re-lativi a:- 14a Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle

Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nation Framework Convention on Climate Change - UNFCCC) COP14;

- 4a sessione della Conferenza delle Parti del Protocollo di Kyoto (Conference of the Parties serving as the Meeting of the Parties to the Kyoto Protocol) - COP/MOP4;

- 29a sessione dell’Organo sussidiario per il supporto scien-tifico e tecnologico (Subsidary Body for Scientific and Technological Advice) - SBSTA29;

- 29a sessione dell’Organo sussidiario per l’attuazione (Sub-sidary Body for Implemantation) -SBI29;

- 4a sessione del “Gruppo di lavoro ad hoc sull’azione cooperativa di lungo termine”(Ad Hoc Working Group

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on Long-term Cooperative Action) - AWG-LCA4 della Convenzione;

- 2a parte della sesta sessione del “Gruppo di lavoro ad hoc sugli ulteriori impegni per i Paesi inclusi nell’ Allegato 1 che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto” (Ad Hoc Wor-king Group on Further Commitments for Annex I Parties under the Kyoto Protocol) - AWG-KP6 del Protocollo.

A conclusione della Conferenza si è svolto l’Incontro ad Alto Livello dei Ministri governativi e dei Capi di Stato (High Level Segment).

La Conferenza era attesa soprattutto come momento impor-tante del processo negoziale di due anni lanciato lo scorso dicembre a Bali (ndr: vedi “Bali: avanti con giudizio”, in Regioni&Ambiente, n. 1-2 gennaio-febbraio 2008, pag. 8 e segg. L’importanza della Conferenza, inoltre, era determi-nata non solo dal fatto che essa cadeva a metà strada del processo, ma per passare, dopo un intero anno di estese di-scussioni sugli elementi principali di un futuro accordo, dalla fase interlocutoria a quella più strettamente negoziale.Hanno partecipato all’evento circa 11.000 persone di 190 Paesi, tra delegati governativi e rappresentanti del mondo delle Organizzazioni intergovernative e non governative, della Ricerca e della Stampa.Due, in particolare, le situazioni che hanno limitato i la-vori:- la fase di transizione presidenziale negli USA;- le incertezze sull’adozione del “Pacchetto-Energia”da parte

dell’UE.John Kerry a capo della delegazione del Senato americano, incaricato dal neopresidente Obama, ovviamente assente, di fargli un dettagliato resoconto, aveva subito chiarito che quella di Poznañ “non è un una vera e propria sessione negoziale, ma un negoziato per approntare la discesa che dovrà condurre a Copenhagen”.Impossibilitati ad assumere posizioni gli USA (alla Confe-renza stante le cronache è stato salutato con entusiasmo lo staff che il neo Presidente Obama ha scelto per le questioni ambientali ed energetiche), il ruolo di “recalcitranti” è stato svolto da altri Paesi industrializzati (Giappone, Canada ed Australia) che non hanno accolto favorevolmente la pro-posta di riduzione a medio termine tra il 25%-40% delle emissioni entro il 2020, rispetto ai livelli del 1990, mentre i PVS, con in testa la Cina, hanno insistito per tali obiettivi senza i quali non possono essere raggiunti quelli a lungo termine.La Cina, forte dell’apprezzamento rivoltole dal Segreta-rio generale dell’ONU, Ban Ki-moon che incontrando la delegazione cinese aveva affermato che “la Cina sta rispon-dendo in modo positivo ai cambiamenti climatici in atto elaborando una strategia climatica nazionale che mira a risolvere il problema delle proprie emissioni, fornisce al

contempo un esempio per gli altri Paesi”, ha insistito per definire obiettivi di medio termine: “Solo con il rispetto dei principi dell’UNFCCC e del Protocollo di Kyoto, con la loro applicazione totale, efficace e sostenuta, potremo vedere un risultato equo e fattivo a Copenhagen - ha dichiarato il Ministro Xie Zhenhua, Vicedirettore della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma ed a capo della dele-gazione cinese - Tutti i tentativi di deviare, non rispettare e ridefinire l’UNFCCC o di negare il Protocollo di Kyoto ovvero di fondere il processo dell’UNFCCC con quello del Protocollo di Kyoto, sarebbero nocivi e condurrebbero ad una Confe-renza di Copenhagen sterile”.Si è trattato di una vera e propria indisponibilità a discute-re una proposta dell’UE che prevedeva la riduzione delle emissioni dei PVS dal 15% al 30% nei prossimi dieci anni, in cambio di tagli tra 80% e 95% in Europa.Intervenendo alla Conferenza, l’ex Vice Presidente degli Stati Uniti e premio Nobel per la Pace 2007 Al Gore, dopo aver osservato che alla Conferenza si avvertiva un’atmosfera di pessimismo, si è detto, comunque ottimista sul fatto che a Copenhagen si raggiungerà il necessario accordo: “Io dico che si può fare e che deve essere fatto”.Ha ricordato ai delegati che la Cina ha approvato il suo Pia-

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no nazionale per migliorare l’efficienza energetica, così che “Nessuno potrà più dire che la Cina si mette di traverso”.Citando, Jim Hansen (ndr: Direttore del Goddard Institute for Space Studies della NASA, dopo la pubblicazione di uno studio condotto assieme ad un team internazionale di scienziati, ha affermato che la proposta di riduzione delle emissioni del 20% entro il 2020 farebbe aumentare la tem-peratura di 6 °C e non di 3 °C, come pensa l’IPCC), Gore ha fatto notare che mentre la scienza ci offre la prova che il cambiamento climatico continua senza sosta, la lobby delle imprese fa resistenza, tentando di frapporre ostacoli e rallentamenti:“Mi appello alla gente del mondo per parlare con più forza. Abbiamo bisogno di concentrarci in modo chiaro e meno ammiccante su questa crisi, mentre i politici se ne stanno con le mani in mano senza far nulla”.Riferendosi, poi, alle decisioni che l’UE stava per assumere sul “Pacchetto clima-energia”, che di fatto dimostrano un dissidio tra esigenze ambientali e problemi economici, Gore ha usato l’espressione di “lotta tra speranza e paura”.Anche il Segretario ONU Ban Ki-moon, nel corso della riu-nione ad alto livello, ha fatto riferimento “alle decisioni che attualmente stanno prendendo i leader europei a Bruxelles e che avranno conseguenze notevoli per il mondo intero”.Dopo aver sollecitato l’UE ad assumere un ruolo di lea-dership, “che il mondo ha mostrato di desiderare e di cui oggi abbiamo bisogno”, nell’adottare misure in grado di tagliare drasticamente le emissioni dei Paesi membri, Ban ha osservato che “ Oggi abbiamo bisogno di una solidarietà globale sul cambiamento climatico, che costituisce la sfida della nostra epoca”.“Abbiamo bisogno di un nuovo accordo verde. Si tratta di un accordo che funzioni per tutte le nazioni, ricche e pove-re - ha detto il Segretario ONU, secondo il quale il Green New Deal costituirà un forte stimolo per risolvere la crisi finanziaria in atto, investendo in un’economia a basso te-nore di carbonio - un investimento che oltre a combattere il cambiamento climatico, creerà milioni di posti di lavoro verdi e stimolerà una verde crescita”.

Il Segretario dell’UNFCCC Yvo de Boer, sempre nella riu-nione ad alto livello, aveva sollecitato i delegati affinché “la Conferenza adotti un’agenda di negoziati per l’anno pros-simo, decidendo per un’intensificazione di questi colloqui e designando i Presidenti dei due Gruppi di lavoro con il mandato di redigere il testo da negoziare più avanti”.(ndr: si tratta di AWG-LCA e di AWG-KP).In effetti, è stato approvato un Piano di Lavoro, prima di

Copenhagen, con un apposito calendario:- 29 marzo 8 aprile, a Bonn i Gruppi di Lavoro si ritro-

veranno per discutere di un documento di sintesi delle proposte avanzate dai vari Paesi sugli obiettivi e mezzi per ridurre l’effetto serra, al fine di predisporre un testo negoziale, entro giugno;

- 1°-12 giugno, sempre a Bonn, si riuniranno per l’appunto, oltre ai Gruppi di Lavoro, gli Organi di supporto scientifico e tecnologico e per l’attuazione;

- agosto-settembre, in luogo da definire, i Gruppi di Lavoro si riuniranno ulteriormente per arrivare a dicembre nelle condizioni per un accordo pragmatico.

Una riunione dei Capi di Stato sul clima potrebbe essere convocata a New York in settembre dal Segretario generale dell’ONU; mentre l’Unione Europea ha suggerito di svolgere in autunno, prima della Conferenza di Copenhagen, un incontro ministeriale con la nuova Amministrazione USA.In merito alla riduzione delle emissioni, i Paesi industrializ-zati che avevano sottoscritto il Protocollo di Kyoto, hanno raggiunto il compromesso di una riduzione tra il 20% e il 40% nel 2020 rispetto al 1990, impegnandosi a comunicare i loro piani entro l’inizio della prima sessione del Gruppo di Lavoro ad hoc.

Progressi migliori, secondo la dichiarazione finale, sono stati compiuti sulla contabilizzazione delle riduzioni delle emissioni risultanti da attività di deforestazione e degrado delle foreste (REDD). Per l’aspetto riguardante le regole e le modalità per contabilizzare e quantificare le variazioni di carbonio contenuto nelle foreste pluviali a seguito della riduzione della deforestazione e della gestione sostenibile delle foreste, la Conferenza ha dato il suo consenso a studi di metodologia, che permettano di definire scenari di rife-rimento comparabili e misurabili, sempre che, aggiungiamo noi, le regole siano definite prima della Conferenza di Co-penhagen. Su questo aspetto, peraltro, alla cui Dichiarazione ha dato la sua approvazione la Commissione Europea, oltre a singoli Paesi (Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Paesi Bassi), non c’è stata concordia. Alcuni Paesi, Brasile in testa, non ritengono che tali aspetti metodologi possano es-sere affrontati con successo, avendo come base esclusiva di riferimento le Linee Guida dell’IPCC; mentre altri Paesi (Au-stralia, Canada, Nuova Zelanda, USA) non hanno accettato alcun riconoscimento di potenziali diritti, anche in termini di benefici economici delle popolazioni indigene, derivanti dalle attività di REDD, impedendo il loro coinvolgimento al meccanismo di sviluppo pulito (CDM). In proposito, il

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Brasile ha proposto di ampliarne le regole per permettere progetti di afforestazione e riforestazione anche nelle aree che ospitano piantagioni da legno giunte al termine del ciclo produttivo. In mancanza di un progetto CDM, infatti, molte ex piantagioni rischiano di essere convertite ad attività non forestali, con ricadute negative in termini ambientali.

Anche il Fondo di Adattamento, previsto dal Protocollo di Kyoto, ha avuto uno slancio operativo, poiché si è concor-dato che i PVS possano accedervi, anche se le somme a disposizione, modestissime rispetto alle necessità, e, soprat-tutto l’incapacità dimostrata dalla Conferenza di non poterne rimpinguare l’entità, ha sollevato il manifesto risentimento dei PVS. Si è perciò deciso di alimentarlo ulteriormente con una quota del Meccanismo di Sviluppo Pulito (CDM) previsto dal Protocollo di Kyoto, mentre non si è raggiunta intesa sugli altri due meccanismi (Joint Implementation e Emission Trading).

Con la decisione su “Sviluppo e trasferimento delle tecno-logie” è stato approvato, inoltre, il Programma del Global Environment Facility, che ha lo scopo di aumentare il livello degli investimenti, innalzando anche gli investimenti del settore privato richiesti dai PVS per le tecnologie sia per la mitigazione che per l’adattamento, sollecitandone al più presto l’attuazione.“I Governi hanno mandato un forte segnale politico che, malgrado la crisi economica e finanziaria, si possono mo-bilitare fondi significativi per la mitigazione e l’adattamento nei Paesi in Via di sviluppo, con l’aiuto di un’intelligente architettura finanziaria e delle istituzioni che forniscono il supporto finanziario - ha affermato de Boer nella Dichia-razione conclusiva - Ora abbiamo una conoscenza molto più chiara di dove dobbiamo indirizzarci per progettare un risultato che definirà gli impegni dei Paesi sviluppati, il sostegno finanziario richiesto e le istituzioni che offriranno tale sostegno quale parte del risultato di Copenhagen”.

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Analisi delle modifiche e conferme dopo l’accordo in seno al Consiglio UE

Approvata anche dal Parlamento UE la Strategia “Clima - Energia”IL PACCHETTO DELLA DISCORDIA

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La Commissione UE annunciò nel Di-cembre 2007 a Bali, nel corso della Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, l’adozione di una Strategia elaborata sulla base degli obiettivi che il Consiglio euro-peo aveva fissato in materia di lotta ai cambiamenti climatici e di promozione delle energie rinnovabili, il cosiddetto “triplo 20” (20% di risparmio energeti-co, rispetto ai consumi attuali; 20% di riduzione dei gas serra entro il 2020, rispetto al 1999; 20% di incremento delle produzioni energetiche da fonti rinnovabili, comprensivo dell’obbligo del 10% per i biocarburanti).Sembrò ai più che l’Unione Europea volesse assumere un vero e proprio ruolo di leadership nel contrastare il global warming in atto, per puntare anche ai grossi interessi economici che sottendono alle tecnologie per ridurre le emissioni e ai commerci e scambi dei diritti ad emettere, anche in con-siderazione che gli USA subivano un certo isolamento sulla questione, stante la reiterata volontà espressa dall’Ammi-

nistrazione Bush di non sottoscrivere il Protocollo di Kyoto.A distanza di un anno dall’adozione del Pacchetto “Clima ed Energia” (23 Gen-naio 2008), la situazione è cambiata, anche alla luce di quanto avvenuto alla 15a Conferenza delle Parti UNFCCC, svoltasi in Dicembre a Poznan (ndr: per il dibattito intervenuto e le conclusioni raggiunti si rinvia al relativo articolo nelle pagine precedenti di questo stes-so numero di Regioni&Ambiente).Gli Stati Uniti sembrano intenzionati a riprendere un ruolo decisivo per arre-stare l’innalzamento del livello dei mari, sotto la presidenza Obama.La Cina, nonostante abbia superato gli stessi USA quale grande Paese inqui-natore, ha dimostrato la volontà a farsi promotrice della necessità di dar vita ad una economia carbon free, come testimoniano la riduzione di consumo di energia (la crisi economica indub-biamente ha avuto un suo peso) e i giganteschi investimenti fatti per im-pianti di energia rinnovabile.Ma è, soprattutto, l’Europa che, avendo

tenuto tutti in ansia fino all’ultimo, per le incertezze sulle notizie che prove-nivano da Bruxelles, circa le difficoltà di raggiungere un accordo per il “Pac-chetto”, si è rivelata troppo debole e non in grado di garantire quell’autore-volezza che aveva cercato di acquisire, agli occhi dei vari Paesi, soprattutto di quelli emergenti, e delle alte persona-lità presenti alla Conferenza che non hanno lesinato battute mordaci.

È pur vero che l’impianto complessivo della strategia è rimasto inalterato, ma le polemiche innescate e le dichiara-zioni che hanno preceduto il Consiglio UE hanno avuto vasta eco mediatica. In particolare, quelle del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che trovando “assurdo parlare di emissioni quando c’è la crisi in atto”, minacciava una rottura se le richieste italiane, che avevano trovato appoggio nei Paesi dell’Est dall’economia fragile e dalla dipendenza energetica dal carbone, non avessero trovato soddisfazione.Bisogna osservare, comunque, che an-

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detti “triloghi” (riunioni congiunte tra Commissione, Parlamento e Consiglio), dove si sono raggiunte intese compro-missorie sui testi proposti.

Il Pacchetto si compone di 6 strumenti legislativi:• la Direttiva “Emission Trading Sche-

me” (Sistema di commercio delle emissioni);

• la Decisione congiunta Parlamento e Consiglio sull’“Effort Sharing” (Ri-partizione degli sforzi) per ridurre le emissioni di gas climalteranti;

• la Direttiva sulle Fonti energetiche rinnovabili, compresi i biocarbu-ranti;

• la Direttiva “Carbon Capture and Storage” (Cattura e stoccaggio della CO

2);

• la Direttiva sulla Qualità dei carbu-ranti, compresi i biocarburanti;

• il Regolamento sui nuovi standard di emissioni delle auto.

Vediamo quali sono le novità e le con-ferme dei singoli provvedimenti.

Direttiva Emission Trading Scheme (ETS)Il Sistema europeo di scambio delle quote di emissione è stato il provve-dimento del Pacchetto più modificato rispetto al testo iniziale.La Direttiva che andrà a sostituire nel periodo 2013-2020 l’attuale sistema pre-visto dal Protocollo di Kyoto, ridurrà le emissioni di gas ad effetto serra del 20% entro il 2020.È stato pure confermato che l’obiettivo salirà al 30% in caso di un accordo per il dopo Kyoto (2013) alla Conferenza di Copenhagen (dicembre 2009), an-che se tale adeguamento non sarà più automatico come era previsto, ma sarà assoggettato ad una nuova procedura legislativa ed andrà in vigore solo dopo che l’eventuale Trattato internazionale avrà efficacia.Il Sistema ETS coinvolge 10.000 im-pianti europei del settore Energetico (impianti di produzione di energia, raffinerie) e Manifatturiero (industrie siderurgiche, metallurgiche, della car-ta, del cemento, dei laterizi, del vetro, della ceramica), responsabili del 40% delle emissioni di CO

2. Dal 2012 ne

farà parte anche il Trasporto aereo (Direttiva 2008/101/CE in GUUE del 13 gennaio 2009); mentre il Trasporto marittimo ne sarà coinvolto dal 2013, sempre che non venga trovato un ac-cordo entro il 2011.

9 anni, pari all’1,14% del PIL), sulla base del modello PRIMES, messo a punto dalla Commissione e reso noto in settembre, riguardante i potenziali impatti del Pacchetto.“Non so da dove vengano queste cifre, ma non rappresentano i costi da noi stimati per le proposte che abbiamo avanzato - dichiarava il Commissario UE all’Ambiente Stavros Dimas - la stima dei costi aggiuntivi, secondo la Commissione è pari allo 0,66% del PIL. Il riferimento all’1,14% del PIL potrebbe derivare dallo studio della Commissio-ne, ma si riferisce ad uno scenario che non corrisponde alla nostra proposta legislativa”.Dimas, infatti, dopo aver ricordato che quel metodo utilizzato non ha tenuto conto dei “meccanismi flessibili” (ETS, CDM, JI) che riducono sostanzialmente i costi in tutta l’UE e non sono costi che fanno perdere decimali di PIL, ha osservato che “si tratta di costi che, alla fine, saranno reinvestiti nella vostra stessa economia per ridurre la sua in-tensità energetica e le sue emissioni di carbonio. L’Italia deve ricordare che ci sono anche gli impegni di Kyoto, con obiettivi che in questo momento non è in grado di raggiungere, mentre le proposte del Pacchetto si riferiscono agli anni successivi al 2012”.“Vorrei sottolineare una cosa, io spe-ro - ha concluso Dimas - che nessun impianto italiano debba, alla fine, pa-gare delle multe: il sistema ETS è stato creato per ridurre i costi dell’industria. Le imprese hanno la flessibilità di sce-gliere, fra due opzioni, quella che per loro è meno cara: fare gli investimenti interni necessari a ridurre le emissioni dei propri impianti oppure acquisire sul mercato ETS i diritti di cui hanno biso-gno per coprire le proprie emissioni”.

L’accordo raggiunto dal Consiglio eu-ropeo l’11 e il 12 dicembre 2008, pur non rivedendo gli obiettivi del 20-20-20 entro il 2020, né gli obiettivi dai singoli Paesi membri per le energie da fonti rinnovabili sui consumi finali, ha intro-dotto modifiche rispetto alle proposte originarie che hanno accontentato alcuni Stati o settori dell’economia e allungato i tempi di introduzione della normativa.Il “Pacchetto Clima-Energia” varato dal Parlamento, quindi, ha tenuto con-to sia degli accordi presi nel vertice dell’11 e del 12 dicembre 2008, sia dei precedenti negoziati svolti nei cosid-

che la Germania, senza esporsi troppo, lasciava intravvedere le preoccupazioni per le sue industrie. Eppure, la Ger-mania aveva fermamente voluto la soluzione di politica energetica comune e vincolante durante il semestre tedesco di Presidenza UE, tanto che il Cancellie-re Angela Merkel aveva commentato la conclusione del Consiglio UE 8-9 marzo 2007 che definiva il Piano di Azione per la nuova politica energetica d’Europa, “la dimostrazione della capacità dell’UE di essere in grado di agire per porre l’Europa alla testa della lotta mondiale contro il cambiamento climatico” (cfr: “Il numero 20: dai sogni all’azione. Approvata la nuova politica ener-getica UE” in Regioni&Ambiente, n. 4, aprile 2007, pag. 31 e segg.).

L’Italia aveva iniziato ben presto a ri-mettere in discussione gli obiettivi del Pacchetto, tanto che, in gennaio, dopo l’adozione della proposta della Com-missione UE, l’allora Vicepresidente di Confindustria per l’Energia e il Coor-dinamento delle politiche industriali e ambientali, Emma Marcegaglia dichia-rava: “riguardo alle proposte di direttive presentate oggi, occorrerà nei prossimi mesi lavorare molto per non penalizza-re la competitività dei settori industriali ed europei ed evitare un’inaccetabi-le delocalizzazione con conseguenze sui livelli occupazionali. L’obiettivo di consumo di energia primaria da fonte rinnovabile assegnato all’Italia, pari al 17% entro il 2020, sarà difficilmente sostenibile per il nostro Paese sotto il profilo tecnico... Occorrerà valutare con grande attenzione anche la pro-posta di direttiva Emission Trading che rischia di avere un pesante impatto sul settore industriale italiano”.Il Ministro dell’Ambiente e della Tute-la del Territorio e del Mare, Stefania Prestigiacomo alla sua prima “uscita ufficiale”, durante la riunione dei Mini-stri dell’Ambiente dei G8, tenutasi nel maggio 2008 a Kobe (Giappone), aveva chiesto una rivisitazione degli obiettivi di Kyoto, dai cui presupposti derivano le proposte del Pacchetto.Sono, poi, continuate per tutto l’au-tunno le polemiche tra Italia e Commissione UE, raggiungendo il momento più acuto quando l’Italia ha presentato un rapporto sui costi che deriverebbero all’economia italiana, qualora rimanessero i limiti e i tempi previsti nel Pacchetto “Clima-Energia” (più di 18 miliardi di euro all’anno per

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La Direttiva inserisce regole precise per l’assegnazione di quote di emissione tramite procedura d’asta, ma non av-verrà più, come previsto dal disegno iniziale, sulla base di piani nazionali, bensì attraverso uno schema europeo.Inoltre, il testo originario prevedeva che fossero azzerate al 2030 le quote assegnate gratuitamente a tali settori e che non superassero al 2013 il tetto del 21%, mentre il restante 79% avrebbe dovuto essere assegnato dal mercato.Ora, l’80% dei permessi sarà distribuito gratuitamente nel 2013, con una de-crescita graduale fino al 30% nel 2020 ed una “prospettiva” di azzeramento nel 2027.Sono state pure modificate le regole per identificare le industrie che usufruiran-no delle assegnazioni gratuite, perché considerate a rischio di delocalizzazione (carbon leakage) a seguito dell’incre-mento dei costi, connesso con l’obbligo dei diritti di emissione. Le nuove rego-le sono state definite in modo tale da consentire l’inclusione dei settori del vetro, della ceramica, della carta e dei tondini del cemento armato. Secondo questo criterio, il 90% delle industrie non energetiche potrà beneficiare di diritti di emissione gratuiti.Il settore termoelettrico, nonostante i reiterati tentativi del Governo italiano, non usufruirà di alcuna deroga e pa-gherà da subito il 100% delle quote di emissione.Solo le centrali dei Paesi dell’Est euro-peo usufruiranno di deroghe per cui fino al 2013 avranno il 70% di quote gratuite che diminuiranno poi gradual-

mente fino al 2020 quando saranno tutte a pagamento.Durante il periodo di transizione fino all’entrata in vigore della Direttiva stes-sa (2012), è previsto che le PMI che effettuano attività di combustione che determinino meno di 25 tonnellate di CO

2 equivalente, possano essere esclu-

se dal sistema ETS, sulla base di alcune condizioni tecniche specificate nella Direttiva. Queste imprese, comunque, dovranno adottare egualmente “misure equivalenti” per il contenimento delle emissioni ed ogni Stato membro dovrà gestire un sistema efficace di monito-raggio per le dovute verifiche.Gli impianti che emettono meno di 5.000 tonnellate di CO

2 equivalente

avranno la possibilità di ricorrere ad una specie di “autocertificazione”, os-sia di attuare un sistema semplificato di monitoraggio e verifica, per rientrare nell’esclusione dal sistema ETS.

Decisione Effort SharingSi tratta della Decisione “Condividere lo sforzo” che il Parlamento UE ha adot-tato in modo sofferto (93 voti contrari e 60 astensioni), sulla base del com-promesso raggiunto nel Consiglio per attribuire agli Stati membri le quote di emissione da ridurre nei settori non compresi nella Direttiva ETS (Trasporti, Agricoltura, Edilizia, Servizi, Impianti industriali di piccola dimensione), an-che se dovranno essere rispettati, gli obiettivi vincolanti delle emissioni UE del 20% entro il 2020 e il sotto-obiettivo nazionale che, per l’Italia, è rimasto fissato al 13%, nonostante le pressanti

richieste del Governo, che potranno essere conseguiti, tuttavia, attraverso quote annuali decrescenti, assegnate dalla Commissione UE per il periodo 2013-2020.I tetti stabiliti potranno essere superati, utilizzando fino al 5% delle emissioni spettanti per l’anno successivo, così come le quote non utilizzate in un anno potranno essere usufruite nel successivo.È prevista la possibilità di uno scambio gratuito di quote di emissione tra Stati membri, fino al 5% del tetto annuale assegnato e la possibilità di ricorrere a meccanismi flessibili (Clean Develop-ment Mechanisms, progetti realizzati nelle economie emergenti o nei Paesi in via di sviluppo; Joint Implementa-tion, negli Stati dell’ex URSS) per una quota non superiore al 3% delle emis-sioni accertate nel 2005 e limitate al 50%. Si prevede che in questo modo solo il 30% delle riduzioni dei settori non ETS verrà realizzato in Europa.Il ricorso a tali strumenti per godere di crediti viene limitato al 50% delle riduzioni previste per il periodo 2008-2020 e dovrà concernere “riduzioni di emissioni reali, verificabili, addizionali e permanenti”.Si è consentito, inoltre, a 12 Paesi (tra cui l’Italia) di aumentare di un punto percentuale fino ad un massimo del 4% di far ricorso a crediti esterni ag-giuntivi (CDM e JI) per conseguire gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni.L’Italia si era fortemente impegnata su questo fronte per consentire di ridurre

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l’onere per le imprese italiane nonché per implementare la realizzazione di impianti energetici nell’area balcanica, in Albania in particolare dove già nei primi giorni di dicembre 2008 erano stati sottoscritti accordi, tanto che il Ministero dell’Ambiente ha prolun-gato fino al 22 marzo il bando per presentare progetti CDM, di riduzio-ne di emissioni di gas serra nei settori dell’efficienza energetica in edifici pub-blici, idroelettrico ed eolico nel Paese delle aquile.

Direttiva Fonti RinnovabiliLa Direttiva interessa il settore elettrico, quello dei trasporti, del riscaldamento e raffreddamento e prevede che entro il 2020 si debba far ricorso per il 20% alle fonti rinnovabili.L’obiettivo è suddiviso in sotto-obiettivi nazionali vincolanti per gli Stati mem-bri, che per l’Italia è del 17%, rimasto tale qual era in origine, nonostante il Governo italiano si sia battuto per ri-durlo al 13%. Peraltro, a nessun Paese è stata accordata una riduzione.È previsto il ricorso ai Certificati ver-di, ma non hanno alcun valore ai fini dell’obbligo e servono solo come forma di certificazione della natura rinnova-bile delle fonti utilizzate in origine (Garanzia d’Origine).Sono contemplati, comunque, strumen-ti di flessibilità che puntano più sulla cooperazione strategica tra Stati che non su meccanismi di mercato qual era in origine.In particolare, la Direttiva prevede che gli Stati membri con un eccesso dell’energia rinnovabile, rispetto al loro target, possano trasferire ad altro Stato membro parte della propria energia rinnovabile. Lo scambio non deve es-sere necessariamente fisico: è, infatti, consentito il cosiddetto “trasferimento statistico” che, a fronte di accordi tra

gli Stati interessati, permette di spostare quantità di energia rinnovabile dal regi-stro di un Paese a quello di un altro.È consentito agli Stati membri di attiva-re progetti congiunti per la produzione di elettricità da fonti rinnovabili, per includere l’energia prodotta nel cal-colo degli obblighi di uno dei Paesi coinvolti.Anche in questo caso potranno essere computate quote di energia rinnovabi-le prodotte da Paesi extra-comunitari, purché la realizzazione degli impianti sia iniziata almeno nel 2016.È stato introdotto l’obiettivo del 10%, entro il 2020, di fonti rinnovabili nei trasporti, con una revisione dell’obiet-tivo nel 2014, al fine di verificarne la realizzabilità. Oltre all’uso degli agro-carburanti, che potrebbero sottrarre terreni alle colture alimentari, è possi-bile raggiungere l’obiettivo anche con l’utilizzo di veicoli ibridi, elettrici o ad idrogeno.

Direttiva Carbon Capture and Sto-rage (CCS)La Direttiva sulla cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica (CO

2) è volta ad

introdurre nella legislazione europea un quadro normativo per l’uso di tale tecnologia, definendo un percorso per valutare i siti sperimentali che dovreb-bero essere realizzati di qui al 2015.Sono 12 i progetti pilota di cui il Con-siglio UE aveva preso impegno di avviarne la sperimentazione.Si tratta di una tecnologia che per-metterà di “sequestrare” la CO

2 dagli

impianti industriali e di convogliarla con veri e propri gasdotti verso siti ge-ologici di profondità in cui il gas viene pompato e immagazzinato.Per far fronte ai costi notevoli per met-tere a punto tale tecnologia, verranno utilizzati i circa 10 miliardi di euro, derivanti dalle aste dei permessi ETS,

relative all’acquisto di quote previste tra i 300 e i 500 milioni di tonnellate di CO

2.

I siti di stoccaggio e le strutture di tra-sporto dovranno essere verificate dagli operatori dei nuovi impianti termoelet-trici, sulla base dei criteri ambientali e di sicurezza previsti dalla Direttiva stessa che contempla pure la valutazio-ne tecnica ed economica della cattura e dello stoccaggio della CO

2.

Direttiva sulla Qualità dei CarburantiÈ il provvedimento che ha suscitato meno polemiche e discussioni. Si tratta di ridurre i gas climalternati, limitan-do le emissioni prodotte dal settore trasporti sull’intero ciclo di vita dei combustibili.In particolare, l’obiettivo vincolante è di ridurre del 6% entro il 2020 le emissioni generate dalla produzione e dall’uso di carburanti, anche se ci si augura che si possa arrivare al 10% con un più diffuso utilizzo di mezzi elettrici e di permessi dei meccanismi flessibili.La Direttiva si applica a veicoli stradali, trattori agricoli forestali, imbarcazioni da diporto e dovrà essere recepita en-tro il 2010.

Regolamento sui nuovi limiti di CO2

per le autoQuesto Regolamento è stato adottato con divisioni all’interno del Parlamen-to UE. Nei mesi scorsi c’era stata “battaglia” con pressing della lobby automobilistica sul Parlamento e sul Consiglio UE, per tentare di ammor-bidire la proposta originaria. Come sempre accade in questi casi si è infine raggiunto un accordo di compromesso. Il nuovo provvedimento prevede che i produttori europei di auto riducano le emissioni inquinanti del 18%, pari a 130 grammi di CO

2 per chilometro, ma

gradualmente:- il 65% della flotta automobilistica

dovrà conformarsi entro il 2012;- il 75% entro il 2013;- l’80% entro il 2014;- il 100% entro il 2015.Per accontentare i più agguerriti parla-mentari che contestavano tali misure è stato inserito un “contentino”, per cui entro il 2020 il taglio dovrà raggiungere il 40%, ossia 95gr./Km.Anche per quanto attiene le mul-te da applicarsi in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi da parte delle case automobilistiche era stato raggiunto un accordo tramite un “tri-

Potenza elettrica in GW nell’UE a 27 secondo le previsioni del Rapporto Energy [R]evolution(elaborato per Greenpeace dall’Istituto di termodinamica del Centro Aerospaziale Tedesco

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logo” per un sistema progressivo di applicazione delle penali che il Parla-mento UE ha accolto:- per 1 gr. di sforamento 5 euro;- per 2 gr. di sforamento 15 euro;- per 3 gr. di sforamento 25 euro;- da 4 gr. in poi di sforamento 95 euro.Per il periodo transitorio 2012-2018 le somme delle penali andranno a sommarsi (es.: per uno sforamento di 3 gr. saranno 25+15+5=40 euro, a vettura prodotta); mentre dal 2019 per ogni grammo di eccesso è fissata una penale di 95 euro, la cifra che il Commissario all’Ambiente Stavros Dimas aveva previsto per ogni grammo di sforamento fin dal 2012.Aver concesso così tanto tempo all’industria automobilistica europea (soprattutto a quella tedesca che aveva “puntato i piedi”) per approntare solu-zioni tecnologiche in grado di ridurre le emissioni e i costi per i consumatori, ri-schia di compromettere la competitività internazionale delle industrie europee, visto che l’Oriente asiatico si è già mos-so per tempo e l’Amministrazione USA, stante il programma elettorale Obama-Biden, non concederà aiuti alle case automobilistiche statunitensi senza la contropartita dell’immissione sulle strade di autoveicoli meno impattanti (il recente accordo FIAT-Chrysler ne è una riprova).La Direttiva prevede poi deroghe per le piccole case automobilistiche con una produzione annua inferiore alle 10.000 auto, purché abbiano fabbriche e centri di progettazione separati; per quelle con produzione tra le 10.000 e le

300.000 auto, l’obiettivo fissato è pari al 25% delle emissioni causate dalle auto costruite nel 2007.Infine, se sono previste multe per chi non adempie ai limiti prefissati, sono altresì riconosciuti “supercrediti” desti-nati all’incentivazione della produzione di modelli a bassissima emissione o elettrici, ibridi e ad idrogeno.

Questo è il Pacchetto Clima-Energia. Non ci sarà alcuna revisione degli obiettivi vincolanti né di quelli europei né di quelli nazionali, come chiedeva l’Italia, e il previsto Rapporto che la Commissione UE pubblicherà nel giu-gno 2010, con proposte conseguenti a Trattati internazionali “per tener conto dei risultati”, servirà eventualmente ad aumentare gli impegni degli Stati mem-bri, non certo a diminuirli.Anche i costi previsti non hanno subìto alcuna correzione, avendo la Commis-sione duramente negato le stime fatte dal Governo italiano per argomentare l’insostenibilità economica del Pac-chetto.Le conclusioni del vertice di Bruxelles, peraltro, hanno lasciato soddisfatti sia coloro che giudicavano improponi-bili le modifiche alle proposte della Commissione UE (Sarkozy, Barroso) sia quanti richiedevano sostanziali modifiche (Berlusconi, Tusk). Tuttavia permangono ricriminazioni e polemi-che che, momentaneamente sopite, potrebbero riaccendersi.Un esempi ne viene dalla presentazione dello studio, commissionato dall’ENEL alla

Società di consulenza Mckinsey e presen-tato il 22 gennaio 2009 nel corso della Tavola Rotonda organizzata da Confin-dustria a Roma su “Contributo dell’Italia nella lotta al cambiamento climatico”, rischia di riaccendere le diatribe.In “Definire le misure più efficaci per la lotta al cambiamento climatico”, questo il titolo del Rapporto, il limite massimo di taglio delle emissioni di gas serra, possibile per l’Italia, è stimato al 9% entro il 2020 rispetto ai livelli 2005, a meno che non si faccia “un massiccio ricorso al nucleare o al sistema Clean Development Mechanism”.Ovviamente, agenzie e giornali hanno ripreso questo assunto dello studio, en-fatizzandone il valore e rinfocolando diatribe.Bisogna osservare che tale studio si riferisce a scenari del Pacchetto così come originariamente proposto, senza le variazioni intervenute in dicembre. Tanto è servito, però, per dar voce a commenti interessati, che vorrebbero rinegoziare ulteriormente il Pacchetto, come ha fatto Corrado Clini, Direttore Generale per la Ricerca ambientale e Sviluppo del Ministero dell’Ambiente, che intervenendo all’incontro, secondo quanto riferito il 23 gennaio dal portale QualEnergia, avrebbe parlato di ne-cessità di spostare al 2030 gli obiettivi del Pacchetto, osservando che l’Italia dovrebbe cominciare da subito a far valere la clausola di revisione, senza aspettare il 2010.Ma la clausola non prevede che gli obiettivi possano solo aumentare?

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MANIFESTAZIONI E CONVEGNI

a cura di Micaela Conterio

Etica e sostenibilità si riaccendono a Genova!

RIFLETTORI PUNTATISU ENERGETHICA®:

Genova, 5-7 marzo 2009

ENERGETHICA®, Salone internaziona-le dell’energia rinnovabile e sostenibile, si svolgerà nella sua 4a edizione dal 5 al 7 marzo 2009 in Fiera di Genova, scommettendo come sempre su etica, sostenibilità, efficienza e qualità del mercato e dei prodotti.Con la collaborazione di più di 50 part-ner tra istituzionali, tecnici e media, ospiterà oltre 300 espositori, 30 conve-gni, 250 relatori e 50 interventi sulle “Isole delle Idee”.Tra le maggiori novità si segnala Acquaethica, area espositiva e dimo-strativa sull’utilizzo e sulla gestione delle risorse idriche, con la mostra di prodotti e servizi attinenti a raccolta, stoccaggio, distribuzione, utilizzo e ri-sparmio, trattamento e riciclo, analisi e controllo dell’acqua e un’“Isola delle Idee” dedicata.Verrà ampliata la zona sull’edilizia sostenibile con il Cantiere Ecocasa, spazio dimostrativo del progetto “Ca-sa Ecologica” in fase di realizzazione ad Albenga: il cantiere di quest’anno si concentrerà, oltre che sugli aspetti strutturali della costruzione, anche su particolari di ambienti interni della casa che presentano aspetti di innovazione, seguendo le tre macro aree “Energia - Acqua - Rifiuti”.Si potenzierà, inoltre, l’area mobilità sostenibile con zona test drive.Per il settore della Domotica ci si soffermerà in particolare sul tema del-la contabilizzazione del calore come mezzo di risparmio energetico nei con-domini con riscaldamento centralizzato o teleriscaldati.Grazie alla campagna “risparmia con Energethica®”, durante i tre giorni di fiera gli amministratori condominiali potranno entrare in contatto con le aziende ed usufruire di uno “sconto Energethica®” sull’acquisto del sistema per la contabilizzazione del calore e conseguente termoregolazione. Ulteriore nuovo focus sarà l’area dedi-cata alle Bioenergie, coordinata nei contenuti grazie alla preziosa collabo-razione dell’Università di Genova.

I visitatori troveranno nuovamente l’Isola delle Idee Energethiche, dove ogni mezz’ora si susseguiranno inter-venti autorevoli.

Fitto sarà il programma dei Convegni e Seminari collaterali a Energethica®, che saranno suddivisi in base al tipo di visitatori attesi in fiera:- giovedì, il target saranno le pubbliche

amministrazioni;- venerdì, le imprese, gli artigiani, gli

studi tecnici;- sabato, gli amministratori, gli instal-

latori e i privati più in generale.In ogni giornata gli eventi collaterali tratteranno tematiche diverse per dar modo ai visitatori di scegliere l’argo-mento che più interessa.

A partire da questa edizione, Ener-gethica® introduce una nuova sezione espositiva all’interno del suo evento fieristico annuale: il Mercatino etico.In quest’area allestita con bancarelle per ricreare l’ambiente proprio dei mercati, le aziende non appartenenti al reparto energetico, ma con stili di pro-duzione o prodotti etici, presenteranno la loro offerta ai visitatori, professionali e privati, già orientati verso un consu-mo critico e consapevole e interessati a conoscere nuove realtà e proposte.

Anche in questa edizione verrà asse-gnato il Premio Energethica 2009, realizzato con il sostegno di Intesa Sanpaolo, conferendo al vincitore una somma di € 4.000,00 e tutta la visibilità del Circuito Energethica.Il Concorso è rivolto ai giovani (saran-no ammessi candidati di età inferiore ai 35 anni, ai quali non sono richie-sti particolari titoli di studio) che presenteranno progetti innovativi e “so-stenibili” nell’ambito del tema: Impianti di Cogenerazione (o Trigenerazione) distribuita da biomasse agricole e/o fo-restali di taglia inferiore al Megawatt elettrico (per informazioni e bando:www.energethica.it/Premio_home.htm, scadenza 15 febbraio 2009).

Si consolida ulteriormente, quindi, il ruo-lo pionieristico di Energethica®, Salone Internazionale dell’Energia Rinnovabile e Sostenibile, che raduna, oltre alle “solu-zioni energethiche” più avanzate, anche realtà tecnologiche focalizzate sulla so-stenibilità nel suo complesso, aprendosi anche all’“ethica” in senso più ampio.Energethica® vi attende dal 5 al 7 mar-zo a Fiera di Genova!

La Manifestazione si svolge dalle ore 9:00 alle ore 18:00Costo ingresso: intero € 14, ridotto€ 10 (con preregistrazione online)

Per informazioni e preregistrazione, necessaria per godere della riduzione: www.energethica.it/fiera_Visit1_it_gb.htm

Per informazioni sui programmi degli eventi collateriali:www.energethica.it/Eventi_home.htm

Per ulteriori informazioni consultare il sito www.energethica.it o contattare l’organizzatore:Emtrad s.r.l.Via Duccio Galimberti, 712051 ALBA (CN)Tel e fax: [email protected]

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Prosegue a ritmo sostenuto l’organizzazione di quella che si preannuncia come la migliore edizione di Metalriciclo, Salo-ne Internazionale delle Tecnologie per il Recupero e il Riciclo dei metalli ferrosi e non ferrosi, la Qualità dell’Ambiente e l’Efficienza Energetica in programma dal 2 al 4 aprile 2009 al Centro Fiera del Garda di Montichiari, Brescia.La Fiera sta infatti registrando un consistente incremento della superficie espositiva: tante le adesioni di operato-ri italiani ed esteri del settore e di nuovi espositori, che contribuiranno a rendere ancora più completa l’offerta già ricca della manifestazione, mettendo in mostra il meglio del know-how del comparto. Produttori di impianti, com-mercianti di metallo, fornitori di servizi per l’ambiente, produttori di tecnologie per il recupero e il riciclo di rottame stanno aderendo con entusiasmo all’evento; nomi “di peso” dell’industria internazionale del rottame.È questa un’ulteriore conferma del fatto che, in due sole edizioni, Metalriciclo si è assicurato il titolo di evento di rife-rimento per il sistema del recupero e riciclo dei rottami, con la precedente edizione (2007) che ha registrato 148 aziende espositrici ed oltre 4.000 visitatori specializzati.I temi del riciclo, dell’ambiente e dell’energia sono al centro di molti eventi che vanno moltiplicandosi in Europa, e un po’ ovunque si “cavalca l’onda” di tematiche certo attuali ma anche alla moda. Metalriciclo si distingue da questo filone di manifestazioni dedicate all’ambiente grazie alla specializzazio-ne che lo caratterizza. Metalriciclo è infatti il primo e unico evento dedicato esclusivamente al recupero e al riciclo dei metalli ferrosi e non ferrosi, una fetta importante dell’ampio e articolato sistema del riciclo, che nasce non a caso a Brescia, nel cuore dell’industria metallurgica italiana, in una provincia dove viene utilizzata circa la metà dei rottami recuperati in tutta Italia e dove sono concentrate le principali attività che compongono l’articolata filiera del recupero dei metalli.

Le novità messe in pista per il 2009L’edizione 2009, presenterà alcune interessanti novità, allar-gando l’attenzione a nuove aree, ma sempre rigorosamente all’interno della filiera metallurgica.“Il nostro obiettivo - spiega Mario Conserva, Amministra-tore Delegato di Edimet - è quello di rendere più completa l’offerta espositiva di impianti, macchine, prodotti, attrez-zature e sistemi per recuperare metallo dal ciclo produttivo e per farlo in modo sempre più efficiente ed ecocompatibile. Ecco perché l’edizione 2009 di Metalriciclo, che dà il via alla biennalità della manifestazione, si focalizzerà anche sui temi della qualità dell’ambiente e dell’efficienza energetica, mettendo al centro quella che ci piace chiamare la metal-lurgia sostenibile”.L’area Qualità dell’ambiente presenterà tecnologie, sistemi e attrezzature per il trattamento, la bonifica e la depurazione delle acque, il controllo, il trasporto e l’evacuazione dei gas e dei fumi, l’analisi, la misura e il controllo, mentre quella dell’Efficienza energetica offrirà esempi di metodi e mo-delli per una ottimizzazione dei consumi durante i processi di trasformazione del metallo, anche attraverso il revamping degli impianti, e per la ricerca di soluzioni alternative alle fonti tradizionali di energia.Tra le altre novità in programma figura una merceologia im-portante, costituita da tutto quanto necessario per recuperare

a cura di Micaela Conterio

Ottima risposta degli espositori all’edizione 2009 che presenterà interessanti novità

Montichiari (Brescia), 2-4 aprile 2009

METALRICICLO:verso un nuovo successo

AIB CONFINDUSTRIA - Associazione Industriale BrescianaAIM - Associazione Itaiana di MetallurgiaAPER - Associazione produttori Energia da Fonti RinnovabiliASSIRAL - Associazione Italiana Raffinatori AlluminioASSOFERMET - Associazione Nazionale dei Commercianti in Ferro e Acciai, Metalli Non Ferrosi, rottami Ferrosi, Ferramenta e AffiniASSOFOND - Federazione Nazionale FonderieASSOMET - Associazione Nazionale Industrie Metalli Non Fer-rosiBIR - Bureau of International RecyclingCCIAA DI BRESCIA - Camera di Commercio di BresciaCIAL - Consorzio Imballaggi AlluminioEAA - European Aluminium AssociationECODOM - Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio Elettrodome-sticiENEA - Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’AmbienteFACE - Federation of Aluminium Consumers in EuropeFEDERACCIAI - Federazione Imprese Siderurgiche ItalianeFEDERFINITURAOEA - Organisation of European Aluminium Refiners and Remel-tersPROVINCIA DI BRESCIA - Assessorato all’Ambiente Ecologia Attività Estrattive EnergiaREGIONE LOMBARDIA - Assessorato a Reti e Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo SostenibileUNCSAAL - Unione Nazionale Costruttori Serramenti Metallici

Recycling InternationalRecycling International ha scelto di essere main media partner di Metalriciclo 2009. La rivista, guidata dal giornalista Manfred Beck, è oggi l’unico periodico indipendente al mondo destinato specificamente all’industria globale del riciclo. Una rivista che, grazie alla serietà e professionalità di esperti che curano le diverse rubriche, è una fonte di informazione preziosa per gli operatori del comparto.

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e riciclare gli sfridi da lavorazione meccanica: recupera-re metallo in ogni fase del processo produttivo è sempre più importante per le aziende, considerato il suo elevato valore, soprattutto quando si tratti di leghe speciali.Le stesse officine meccaniche, ma anche molte fonderie, vanno via via attrezzandosi con sistemi per il recupero dei trucioli. È per rispondere alle esigenze di un mercato in evo-luzione che Metalriciclo ha deciso di allargare l’esposizione a impianti e attrezzature per questa particolare tipologia di recupero e riciclo di metallo. Una scelta che certo gli operatori accoglieranno con soddisfazione.

Trading Area 2009Ha riscosso grande successo nelle precedenti edizioni e viene riproposta rafforzata a Metalriciclo 2009 la Trading Area, lo spazio espositivo riservato agli operatori coinvolti nella pro-duzione e commercializzazione di metallo secondario, creata con lo scopo di favorire l’incontro tra domanda e offerta. Un salotto esclusivo dove incontrare fornitori e clienti, effettuare trattative one-to-one, concludere affari, particolarmente ap-prezzato da refiners e remelters che vi espongono sempre più numerosi ad ogni edizione.Quest’anno, la Trading Area sarà ancor più caratterizzata rispetto al passato e comprenderà nuovi servizi per gli espo-sitori, tra i quali una area lounge riservata.

Dal 2 al 4 aprile non solo ricicloA rafforzare ulteriormente l’edizione 2009 dell’evento ci sarà l’affiancamento ad Alumotive, la Mostra internazionale della subfornitura in alluminio, metalli e materiali tecnologici per l’industria dei trasporti che si svolgerà in padiglioni attigui a quelli riservati a Metalriciclo e che ha già suscitato interesse e consensi da più parti.Sfruttando al meglio le sinergie che legano l’industria dei trasporti e il sistema del recupero, gli organizzatori daranno pertanto vita a due eventi distinti ma comunicanti, dall’ele-vato contenuto tecnologico ed innovativo.Riciclo delle auto a fine vita; progettazione dei mezzi di tra-sporto “finalizzata al recupero”; attenzione al recupero degli sfridi di lavorazione meccanica; protezione dell’ambiente

attraverso il controllo delle emissioni e la depurazione delle acque durante il processo produttivo: sono questi solo alcuni dei temi che accomunano Metalriciclo ed Alumotive.

Mostra fotografica “Come eravamo”Grazie alla privilegiata collaborazione con Assofermet, Metalriciclo 2009 sarà arricchita da una rassegna fotografica unica nel suo genere. La rassegna, dal titolo “Come eravamo”, segue il pa-ziente lavoro di ricerca e selezione di immagini che illustrano il lavoro dell’operatore del rottame dagli anni Cinquanta ad oggi, effettuato da Assofermet per la preparazione del volume “Assofermet 1948-2008” realizzato in occasione dei 60 anni di vita della associazione.

Quando le lattine riciclate fanno arteCIAl, il Consorzio Imballaggi Alluminio, esporrà a Metalriciclo 2009 alcuni oggetti realizzati con lattine di alluminio recupe-rate, opere di grande impatto come la caffettiera gigante, la monoposto di F1, la “biciclettona”.

ELV, RAEE, REACH fra i temi trattati nei ConvegniMetalriciclo sarà anche l’occasione per fare il punto su al-cune questioni normative che coinvolgono pesantemente gli operatori dell’industria italiana del riciclo. L’Accordo quadro sui veicoli a fine vita, la normativa sul riciclo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, l’impatto del Regolamento UE sull’uso delle sostanze chimiche duran-te il trattamento dei rottami - REACH, saranno fra i temi affrontati a Metalriciclo con Rappresentanti del Governo, delle Associazioni e degli Operatori.È in programma anche una Tavola Rotonda politico-istitu-zionale organizzata in collaborazione con “Alluminio per le Generazioni Future”, che si svolgerà giovedì 2 aprile.

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Riciclo delle auto a ffine vita; prppp ogettazione dei mezzi di tra-spspspspspssporoorororo tooooototo ““““““fififffiff nananananaananalilililiizzzzzzzzz atattta aaaa alalalala rr r recececececcupupupupupupuperrero”o””; ;;; atatatttetetetetetenznnznznzn ioiooooonenenenenenn a a a aaal l ll rerereerer cucucucuc pepepepepepeeperororrrororr d d dd ddegegegegegege lililililili sfsfsfsfsfsfsfsfrririririrrididididididdid dddd ddddi lalalalalalalavovovovovovov rarararararaziziziziziziziziononononononononeee e e e e mememememememeccccccccccccananannanananiciciccicicccaaaaaaa; ;;;; prprprprprrprrototototootottezezezezezezezezioioioioioioioneneneneeee ddd dd deleleleleee l’l’l’l’l’amamamamamamammbibibibibibbienenenenenntetetetetetet

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Le luci si spegneranno il 13 febbraio

“GLI EUROPEI DEVONORISPARMIARE ENERGIA” Si moltiplicano le iniziative nellʼanniversario di Kyoto

In occasione dell’anniversario dell’en-trata in vigore del Protocollo di Kyoto (16 febbraio), sono molte le iniziative in programma per sensibilizzare i cit-tadini che c’è una grande potenzialità di energia pulita e gratuita disponibile: il risparmio.Ovviamente, oltre ai vantaggi economi-ci che ne derivano e che in momenti di difficoltà per molte famiglie non sono trascurabili, si tratta di attirare l’atten-zione dei media sull’urgenza di mettere nelle agende politiche le questioni am-bientali.

Così, per il quinto anno consecutivo Caterpillar, il noto programma di Rai2, chiederà a tutti gli ascoltatori e alle va-rie organizzazioni che hanno aderito alla campagna: “M’illumino di meno”, di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili dalle ore 18.00 alle ore 19.30 di venerdì 13 febbraio 2009.Nelle precedenti edizioni “M’illumi-no di meno” ha contagiato milioni di persone impegnate in un’allegra e coin-volgente gara etica di buone pratiche ambientali: semplici cittadini, artigiani e commercianti, aziende, associazioni, musei, scuole, università, ecc.

I ristoranti organizzeranno cene a lume di candela, mentre le Associa-zioni astrofile, approfittando del buio, daranno vita, in molte piazze, ad osser-vazioni astronomiche, in special modo nelle città le cui amministrazioni hanno deciso di oscurarne simbolicamente siti e monumenti più importanti.Molte città si sono, poi, mobilitate per coinvolgere comuni gemellati all’estero: un “passaparola” virtuoso che, anche tramite il coinvolgimento delle Amba-sciate, ha permesso di spegnere le luci in molti Paesi.Lo scorso anno, Terna Spa, il gestore responsabile della trasmissione e di-

bientali.

Immagine satellitare del Pianeta di notte (fonte: NASA Observatory)

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spacciamento dell’energia elettrica, in una nota informativa, diffusa sui risulta-ti dello spegnimento, comunicava che: “Nel pomeriggio di oggi, alle ore 18.00, in concomitanza dell’avvio dell’iniziati-va in oggetto, ha rilevato una riduzione istantanea del fabbisogno di energia elet-trica dell’ordine di 400 MW, equivalente al consumo di 7 milioni di lampadine”.Si tratta di un valore significativo in termini assoluti, ma considerando che 400 MW costituiscono circa l’1% del fabbisogno nazionale, si può osservare che i margini di coinvolgimento e mi-glioramento sono piuttosto ampi.La campagna è già iniziata il 12 gennaio e si protrarrà fino al 13 febbraio, appun-to, dando voce al racconto delle idee più interessanti e innovative, in Italia e all’estero, per razionalizzare i consumi di energia e di risorse, dai piccoli gesti quotidiani, agli accorgimenti tecnici che ognuno può declinare a proprio modo per tagliarne gli sprechi.

Anche Legambiente ha aderito alla “giornata del silenzio energetico” del 13 febbraio, data di avvio per il quinto anno de “La settimana amica dell’ambiente” che si protrarrà fino al 20 febbraioe che è stata indetta nell’ambito della campagna “Cambio di clima”. Durante tale periodo si alterneranno varie iniziative: stand di degustazione a zero chilometri, pedalate di gruppo, serate a luci spente, ma anche convegni e conferenze a tema.Traendo occasione dall’evento per sot-tolineare come l’Italia rispetto a molte altre nazioni europee abbia aumentato le sue emissioni di gas serra del 9,9%, Legambiente si fa promotrice di infor-mazioni per piccole, ma diffuse azioni individuali, capaci di far risparmiare energia e denaro, su: lampadine di maggior efficienza e di minor costo; come non sprecare l’acqua; quanto è possibile risparmiare lasciando a casa l’auto; quali sono i vantaggi di un ade-guato isolamento di un edificio; ecc.

Il Parlamento Europeo, che ha pa-trocinato l’iniziativa di Caterpillar,

ma l’Unione Europea, parteciperà attivamente alla campagna per il ri-sparmio e l’efficienza energetica con l’iniziativa della Direzione Genera-le Energia e Trasporti: Settimana Europea dell’Energia Sostenibile (EUSEW), giunta alla 3a edizione.I numerosi eventi ed iniziative pre-visti, sia in Bruxelles che in altre città europee, svilupperanno i concetti chiave che evidenziano la natura mul-tisettoriale dello sviluppo dell’energia sostenibile, sottolineando la necessità di lavorare insieme per raggiungere un obiettivo comune: dalle risorse per l’energia rinnovabile al rendimento energetico; dalla politica dell’Unione Europea all’azione locale; dall’energia distribuita alla pianificazione; dalle tecnologie ai mercati; dalla legislazio-ne all’educazione sul comportamento; dalle costruzioni ai trasporti.“Gli europei devono risparmiare ener-gia - ha commentato il Commissario UE all’Energia, Andris Piebalgs - Con un risparmio del 20% di energia che viene attualmente sprecato, l’Europa contribuirà

alla lotta contro i cambiamenti climatici e ridurrà i consumi che sono, per ora, in au-mento, e la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili da Paesi terzi”.Nell’ambito di EUSEW 2009, il 10 febbraio alla presenza dello stesso Commissario all’Energia e del Presidente della Commissione UE José Manuel Bar-roso, avrà luogo la cerimonia del “Patto dei Sindaci (Convenant of Mayors)”, l’iniziativa lanciata lo scorso anno, volta a sostenere gli obiettivi fissati dall’UE per ridurre le emissioni di CO

2 nelle città

europee, il cui consumo di energia è in continuo aumento e corrisponde ad ol-tre i 50% delle emissioni di gas-serra.Sono 27 le città italiane invitate a se-guito della loro adesione formale con delibera del Consiglio comunale e che si sono impegnate ad adottare entro un anno dalla ratifica del Patto, uno specifico Piano di Azione sull’energia sostenibile che indichi le politiche e le misure da attuare per raggiungere gli obiettivi (ndr: per un’analisi sul “Patto dei Sindaci”, vedi Regioni & Ambiente, n. 3 marzo 2008, pag. 18 e segg.)

M’ILLUMINO DI MENO 2009

Buone abitudini per il 13 febbraio (e anche dopo!)1. spegnere le luci quando non servono2. spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici3. sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal

muro in modo che possa circolare l’aria4. mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’acqua ed evitare sempre che la

fiamma sia più ampia del fondo della pentola5. se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre6. ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria7. utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne8. non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni9. inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni10. utilizzare l’automobile il meno possibile e se necessario condividerla con chi fa lo

stesso tragitto.

E ricordati di spegnere tutte le luci e i dispositivi elettrici non indispensabili venerdì 13 febbraio alle ore 18!

M’ILLUUUMMIINNOO DDI MMENNOO 22000099

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INFORMAZIONE E AGGIORNAMENTO

IN AUMENTO LA CO2 NELL’ARIA;AL SUOLO SI COSPARGE PIÙ AZOTO

Pubblicato dall’ISTAT l’Annuario delle statistiche ambientali 2008

Il maggior interesse verso strumenti di conoscenza dei problemi ambien-tali e la diffusione dell’informazione quale strumento fondamentale per contrastarli, richiedono una strategia complessiva che perduri nel tempo e un flusso continuo di informazioni in grado di favorire il monitoraggio e la valutazione delle politiche adottate.Al riguardo un contributo viene offerto dall’Annuario delle Statistiche Ambien-tali che l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) pubblica sin dal 1984 e che si è affermato e consolidato nel tempo soprat-tutto in risposta alla crescente domanda di informazioni statistiche in campo ambientale, pur con tutti i limiti che una lettura superficiale dell’indagine e la relativa interpretazione del contenuto informativo possono presentare.I dati presentati si riferiscono al perio-do 2006-2007 e, laddove disponibili, sono corredati di ampie serie storiche sui fenomeni osservati.I temi trattati nei sedici capitoli sono: clima, acqua, aria, conservazione della natura, radiazioni, sismicità, energia, agricoltura, industria, trasporti, turismo, insediamenti abitativi, rifiuti, rumore, ambiente urbano, ricerca e controlli.Ogni capitolo è dedicato ad uno spe-

cifico tema, arricchito da numerose rappresentazioni grafiche, da un glos-sario e da riferimenti alla più recente normativa nazionale e comunitaria.Per le tematiche quali acqua, aria, energia, trasporti, rifiuti e rumore, sono presentati anche i dati sulla percezione dei cittadini nei confronti dell’ambiente1.

ClimaTemperatura e precipitazioneLa temperatura media del 2007 rilevata dalle stazioni della rete del Servizio me-teorologico dell’aeronautica militare2 è stata di 14,8 °C, con un aumento rispetto ai valori climatici del 1961-1990 di 1,3 °C. Tale variazione è stata, nelle stesse sta-zioni, superiore a quanto verificatosi nei due anni precedenti. In particolare, nel 2006 si era avuto un incremento di 1,0 °C e nel 2005 di 0,3 °C.L’aumento della temperatura si è ma-nifestato nei primi otto mesi del 2007, con punte più alte a gennaio, febbraio ed aprile, e ha raggiunto il massimo nelle stazioni del Nord (+1,6 °C).Sempre nel 2007 si sono registrate preci-pitazioni, nella media delle stazioni, pari a 640 millimetri di pioggia. Rispetto al valore climatico del trentennio 1961-1990, il 2007 si è caratterizzato come un anno

poco piovoso: le stazioni in esame hanno presentato, infatti, un deficit medio di 100 millimetri di precipitazione. Anche nel 2006 si era registrata una riduzione delle precipitazioni, rispetto al valore climatico, di 69 millimetri, mentre nel 2005 si era conteggiato un aumento di 64 millimetri.In calo, nel 2007, anche il numero dei giorni di precipitazione: rispetto alla media climatica, ci sono stati in media otto giorni piovosi in meno.In controtendenza le stazioni collocate nelle isole, ed in particolare in Sicilia, dove si è registrato nel 2007 un aumento, rispet-to al valore climatico, sia del quantitativo di precipitazioni (circa 150 millimetri nella media delle stazioni) che del numero di giorni piovosi (quattro giorni).Dall’analisi degli eventi estremi legati alla temperatura (giorni di gelo, notti tropicali, giorni estivi, ondate di calore, giorni caldi, giorni freddi), effettuata confrontando i dati del 2007 con le medie del trentennio 1961-1990, emer-ge che nelle zone del Centro-nord, in particolare in quelle di montagna, si è registrato un aumento della condi-zione di calore mentre nelle zone del Sud, in particolare in quelle di collina, è prevalso un maggiore raffreddamento

Figura 1 - Andamento della concentrazione di fosforo totale in alcuni laghi profondi subalpini -Anni 1973-2006 (in microgrammi al litro)Fonte: Elaborazione su dati dell’Istituto per lo studio degli ecosistemi del CNR

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gestori affidatari in più.Nel 2007 la popolazione residente in comuni in cui erano presenti uno o più gestori cui è stato affidato il SII è di 35 milioni di abitanti, pari al 60% della popolazione totale, con un aumento del 20,6% rispetto al 2005.A livello regionale, la percentuale di po-polazione nei comuni in cui ha operato uno o più gestori del SII è superiore al 68%, fatta eccezione per Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Campania, Calabria e Sicilia, regioni in cui la percentuale è stata inferiore al 36% (Figura 2).

In Molise e Valle d’Aosta, infine, il pro-cesso di organizzazione del SII non era stato ancora avviato.Al 31 dicembre 2007 la gestione da par-te di Società o Aziende specializzate ha interessato l’85,7% della popolazione relativamente al servizio della rete di distribuzione dell’acqua potabile e il 76,4% della popolazione nel caso del servizio della rete fognaria. La restante parte di popolazione era residente in comuni in cui prevaleva la gestione comunale mista (Gestori comunali e Gestori specializzati).Per effetto dell’attuazione della legge Galli6, tra il 1999 e il 2007 è aumentata di quasi 24 punti percentuali la popola-zione residente in comuni con servizio di distribuzione dell’acqua potabile a prevalente gestione specializzata men-tre la popolazione residente in comuni con servizio di fognatura effettuato da

Como. Tale inquinante ha raggiunto, i 20 µg/l nel lago di Garda, gli 11 µg/l nel lago Maggiore ed è stato bassissimo nel lago d’Orta, con un valore pari a 4 µg/l. L’analisi delle serie storiche dal 1973 al 2006 mette in evidenza un significativo miglioramento, a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, nel lago di Co-mo e nel lago Maggiore, mentre sono peggiorate le condizioni del lago d’Iseo e del lago di Garda (Figura 1).

Acque marine costiereOsservando l’andamento dell’indice Trix5 si è notato, in quattro stazioni lungo le

coste dell’Emilia Romagna, una leggera riduzione negli ultimi anni del periodo 1996-2006. I valori massimi sono stati rilevati nella stazione di Porto Garibaldi posta più a Nord, a ridosso del delta del fiume Po; i valori minimi si sono riscon-trati nella stazione di Cattolica che è la più meridionale della costa adriatica.

Servizi idriciLa gestione dei servizi idriciAl 31 dicembre 2007 risultavano inse-diate 91 Autorità d’Ambito Territoriale ottimale (AATO), mancava l’insediamen-to dell’Autorità nell’ATO interregionale Lemene. L’affidamento del Servizio Idri-co Integrato (SII) da parte delle Autorità ad almeno un Gestore è avvenuto in 67 dei 92 ATO previsti (pari al 72,8%), ma solo in 62 il Gestore che ha ricevuto l’affidamento del SII è stato anche ope-rativo. Rispetto al 2005 risultavano 15

rispetto ai valori climatici. Le ondate di calore3 nel 2007, hanno avuto una durata complessiva media di 30 giorni. In 5 stazioni del Mezzogiorno non è stata registrata alcuna ondata di calore, mentre il valore massimo di 70 giorni di ondate di calore è stato osservato a Termoli. Da notare anche i 42 giorni di ondate di calore osservati a Passo Rol-le, stazione posta a oltre duemila metri di quota in provincia di Trento.

Qualità delle acqueCorsi d’acquaNel 2006 i più elevati valori medi annuali

della concentrazione di azoto totale4, con la quale è generalmente fornita una misu-ra della qualità dei corsi d’acqua, si sono riscontrati nella stazione Calcinaia sul fiu-me Arno; seguiti da quelli registrati nella stazione di Pontelagoscuro sul fiume Po e quelli nella stazione Ponte degli Alberi sul fiume Metauro. I valori medi più bassi si sono registrati sul fiume Adige nella stazione di Badia Polesine. Dall’analisi delle serie storiche non si sono osservate variazioni significative per l’Adige e per il Metauro; per il Po si è notato, invece, un leggero aumento delle concentrazioni negli ultimi anni, mentre per l’Arno si è registrato un decremento.

LaghiIl contenuto di fosforo totale è rimasto elevato nel lago d’Iseo, con un valore nel 2006 di 62 microgrammi per litro mentre si attesta sui 32 µg/l nel lago di

Figura 2 - Percentuale di popolazione residente in comuni in cui opera il gestore del Servizio idrico integrato per regione al 31 dicembre 2007 Fonte: Istat, Rilevazione Enti gestori dei servizi idrici 2007

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gestori specializzati è aumentata di ol-tre 40 punti percentuali.

Carico inquinante potenziale delle ac-que reflueLa necessità di depurazione delle ac-que reflue urbane è sintetizzata dalla stima degli abitanti equivalenti, che rappresentano una valutazione del carico organico potenziale prodotto dalle attività domestiche e dalle attivi-tà economiche, basata sull’equivalenza un abitante equivalente = 60 grammi al giorno di BOD57.In Italia, con riferimento al 2005, il cari-co organico potenziale totale prodotto dalle acque reflue urbane, comprensive dei reflui generati dalla micro industria manifatturiera (fino a 5 addetti), è stato pari a 102 milioni di abitanti equiva-lenti. Considerando anche l’ammontare dei reflui prodotti dalla piccola, media e grande industria, il carico organico complessivo ammontava a 174,8 milio-ni di abitanti equivalenti.Il turismo ha generato un carico inqui-nante particolarmente significativo nelle regioni del sud (13,4%), raggiungendo il valore massimo in Calabria (24%).

AriaNel 2005, rispetto all’anno base 1990, sono aumentate le emissioni8 relative sia al biossido di carbonio (13,1%) sia al protossido di azoto (6,4%), mentre sono diminuite del 4,9% quelle di me-tano. Tali inquinanti contribuiscono all’accrescimento dell’effetto serra. Alla fine dello stesso anno si è assistito ad

un decremento, rispetto al 1990, delle emissioni di tutte le sostanze acidifican-ti; in particolare, per gli ossidi di zolfo la riduzione è del 77,3%, per quelli di azoto del 42,7% e per l’ammoniaca dell’11,4%. I composti organici volatili non metanici, che assieme agli ossidi di azoto sono i principali responsabili dell’ozono troposferico, si sono ridotti, dal 1990 al 2005, del 38,7%.Le stime del 2005, confrontate invece con l’anno precedente, sono risultate in contrazione per tutte le sostanze fin qui esaminate, ad eccezione di quelle relative alle emissioni di biossido di carbonio (Figura 3).Dal 1990 al 2005 sono diminuite an-che le emissioni di quasi tutti i metalli pesanti ad eccezione del selenio (Se), dell’arsenico (As) e dello zinco (Zn), per i quali si registra un incremento, pari rispettivamente a 26,0%, 8,9% e 0,2%. Nel 2005, rispetto al 1990, in particolare per il piombo (Pb) si è osservato un decremento di notevole entità (93,9%). Le emissioni di benzene, monossido di carbonio e PM10, nello stesso periodo, sono diminuite, rispettivamente del 77,0%, del 46,5% e del 28,1%.

Nel 2006 le centraline che misurava-no la qualità dell’aria hanno segnalato aumenti, rispetto al 2005, dei supera-menti orari o giornalieri dei limiti per la protezione della salute umana. Per il biossido di zolfo i superamenti so-no aumentati del 5,3% e del 2,2%, a seconda che si faccia riferimento al li-mite orario o a quello giornaliero. Per

il biossido di azoto, il PM10 e l’ozono, la quota di stazioni ove si sono regi-strati superamenti dei valori limite è cresciuta, rispettivamente, del 7,6%, del 2,4% e dello 0,4%. Per l’ozono, in par-ticolare, più del 90,0% delle centraline, in ognuno dei due anni considerati, ha segnalato superamenti del valore obiettivo (Prospetto 1).

Conservazione della naturaAree protetteIn Italia sono 2.563 i siti compresi nella rete Natura 20009 e includono un’area di circa 6,2 milioni di ettari, pari al 20,6% della superficie nazionale (dati aggior-nati a febbraio 2008). A livello regionale, l’incidenza di superficie territoriale pro-tetta raggiunge il massimo in Abruzzo (39,2% della superficie regionale) e il minimo in Emilia Romagna (11,6%).Rispetto al precedente aggiornamento del 2006, si è evidenziato che il numero dei siti è aumentato di venti unità, e la superficie territoriale coinvolta è au-mentata di circa il 6%, passando da 5,8 milioni agli attuali 6,2 milioni di ettari.

Attività venatoriaFra il 2004 e il 2005 i cacciatori sono diminuiti di 14 mila unità, attestandosi a 792 mila.Nel 2005 le aziende faunistico-venatorie sono 1.689, con estensione complessiva di circa 1,2 milioni di ettari.Rispetto all’anno precedente si è registrato un lieve aumento sia del numero di azien-de che della corrispondente superficie.

Prospetto 1 - Centraline con superamento dei valori limite per la protezione della salute umana per inquinante - Anni 2005-2006 (valori percentuali)Fonte: Elaborazione APAT (ora ISPRA) su dati ARPA, APPA, Regioni, Province e Comuni

Figura 3 - Stima delle emissioni di gas serra, sostanze acidificanti e precursori dell’ozono troposferico - Anno 2005 (variazioni percentuali rispetto al 2004)Fonte: Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (APAT ora ISPRA)

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Incendi forestali e alberi danneggiatiNel 2006 si sono verificati complessivamen-te 5.641 incendi forestali, sviluppatisi per circa 15,4 mila ettari di superficie forestale, colpendo in modo particolare la macchia mediterranea. Rispetto al 2005, quando i roghi erano stati 7.950, si è assistito ad una diminuzione di circa il 30% del numero degli incendi. In diminuzione anche la su-perficie forestale percorsa dalle fiamme che è passata da 19.399 ettari del 2005 a 15.398 ettari. La mappa territoriale degli incendi forestali ha evidenziato che il 64,6% degli incendi forestali si è verificato nel Mezzo-giorno. La causa scatenante l’incendio è stata volontaria nel 68,2% dei casi.Nel 2007 la rete nazionale degli ecosistemi forestali istituita dal Ministero delle politi-che agricole alimentari e forestali (Mipaaf) e coordinata dal Corpo Forestale dello Stato, ha indicato che il 75,3% degli alberi esaminati è considerato danneggiato, per lo più in modo lieve o moderato. Il valore registrato nel 2007 si è mantenuto in linea con la media osservata negli ultimi dodici anni, sebbene rispetto al 2006 l’incidenza percentuale di alberi danneggiati sia au-mentata di 8,5 punti percentuali.

RadiazioniLe radiazioni sono flussi di particelle, in base all’energia di queste ultime si distingue tra radiazioni ionizzanti (più energetiche) e radiazioni non ionizzanti. Con lo sviluppo della tecnologia, alle sorgenti naturali di radiazioni si sono affiancate sorgenti artificiali. Ne sono un esempio diverse apparecchiature mediche, gli elettrodomestici e i radar. Nel corso del 2006 i dati relativi alle radiazioni ionizzanti mostravano una

situazione pressoché invariata rispetto all’anno precedente. In particolare il fondo naturale di radiazione ionizzante di tipo gamma misurato in aria è stato, in media, 107,0 nGy/h10 corrispondente ad una dose equivalente di circa 0,94 mSv/anno11 per persona. Negli alimenti la concentrazione di attività media di cesio 137 (radionuclide artificiale) si è mantenuta bassa e molto al di sotto dei limiti di legge, qualora presenti12, se si escludono alcuni campioni di funghi spontanei. Nel latte vaccino, ad esem-pio, tale concentrazione si è attestata sui 0,19 Bq/l13 come media di tutti i cam-pioni esaminati. Nel 2007, tra le sorgenti di radiazione elettromagnetica non io-nizzante, si sono contati 24.186 impianti di diffusione televisiva e 53.650 stazioni radio base per la telefonia mobile.L’energia massima che potrebbe essere emessa al secondo dall’insieme di tutti questi impianti era di 257.774 MW di cui il 98,3% dagli impianti di diffusione televi-siva ed il restante 1,7% dalle stazioni radio base (Figura 4). Nonostante il maggior nu-mero, le stazioni radio base della telefonia mobile hanno contribuito in misura esigua

alla potenza irradiata. Queste percentuali si riferiscono però ad energie emesse in intervalli di frequenza diversi.

SismicitàNel 2007 si sono registrati in totale 16 terremoti, nessuno dei quali ha avuto una magnitudo maggiore di 4,9.Soltanto tre terremoti hanno superato il valore di 4,4, il più forte dei quali si è registrato il 4 luglio 2007 con una magni-tudo di 4,9 ed ha avuto l’epicentro nelle isole Eolie; questo evento sismico non ha

causato danni per la notevole profondità dell’ipocentro (oltre 270 km).Dalla serie storica degli ultimi 25 anni (1983-2007) relativa ai terremoti a par-tire da magnitudo 4,0, emerge che dal 1983 non si sono registrati terremoti superiori a magnitudo 5,914.

EnergiaIl 2006 è stato caratterizzato da una riduzione sia dei consumi energetici pri-mari che dei consumi finali, nonostante l’incremento del PIL. Conseguentemen-te anche l’intensità energetica del PIL, che nel periodo 2002-2005 aveva assun-to un andamento crescente, nel 2006 mostra una inversione di tendenza.La diminuzione dei consumi finali e dell’intensità energetica del PIL è at-tribuibile soprattutto alle temperature miti verificatesi nel corso degli ultimi mesi dell’anno, che hanno contribui-to alla riduzione degli impieghi di gas per riscaldamento di tutti i settori ed in particolare del settore Civile (Resi-denziale e Terziario), in cui gli usi per riscaldamento sono predominanti. Per la prima volta dopo oltre un decennio

infatti, gli impieghi di gas sono diminui-ti passando da 71,2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) del 2005 a 69,7 Mtep del 2006.La composizione dei consumi energetici per fonte mostra come nel 2006 siano stati ancora prevalenti i consumi di prodotti petroliferi (47,9%), seguiti da quelli di gas naturale (29,4%) e di ener-gia elettrica (18,2%). Il carbone e le fonti rinnovabili hanno avuto una incidenza rispettivamente del 3,1% e dell’1,4%.

Figura 4 - Impianti di diffusione televisiva e stazioni radio base - Anno 2007 (composizione percentuale) Fonte: Elaborazione Istat su dati del Ministero delle comunicazioni

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Agricoltura e altre attività primarieL’attività agricola sta attraversando da diversi anni una contrazione, che ha portato, nel 2005, la Superficie Agri-cola Utilizzata (SAU) ad assumere un valore pari a 12,7 milioni di ettari (ri-spetto ai 14,9 milioni di ettari del 1990) comprensiva di seminativi (7,1 milioni di ettari), coltivazioni permanenti (2,3 milioni di ettari) e prati permanenti e pascoli (3,3 milioni di ettari).Le quantità di prodotti fitosanitari di-stribuite per ettaro sono generalmente aumentate dal 1997 al 2006. I valori (in chilogrammi per ettaro) assunti da fungi-cidi, insetticidi e acaricidi, erbicidi e vari erano nel 1997 rispettivamente il 5,0; 1,1; 1,0; 0,9 e nel 2006 registrano rispettiva-mente i seguenti valori: 5,7; 1,2; 1,0; 1,2.Fra i nutrienti si segnala un aumento dell’azoto distribuito, passato dagli 80,8 chilogrammi per ettaro del 1997 ai 92,1 del 2006 (+13%).In Italia nel corso del 2005 sono stati allevati 6,2 milioni di bovini e bufalini, 7 milioni di ovini, 0,9 milioni di caprini, 8,8 milioni di suini Nel 2006, invece, i capi bovini e bufalini allevati risultavano pari a 6,3 milioni di capi, 8,2 milioni gli ovini, 0,9 i caprini e 9,3 i suini, eviden-ziando quindi un sostanziale aumento di quasi tutte le specie di capi.

Industria e serviziFra il 2003 ed il 2005 gli investimenti per la protezione dell’ambiente effettua-ti dalle imprese dell’industria in senso stretto sono cresciuti del 45,2% in tutti i livelli dimensionali, ma l’apporto delle grandi imprese è stato comunque il più significativo: nel 2005, circa l’80% degli investimenti ambientali complessivi (pa-ri a 1.515 milioni di euro) è realizzato nell’ambito della classe dimensionale più elevata (sopra i 250 addetti), oltre il 20% (pari a 390 milioni di euro) è stato

invece nella classe fino a 249 addetti.In Italia, al 31 dicembre 2007, si contano oltre 1.000 impianti a rischio di incidente rilevante con un incremento del 2,4% dal 2004. L’aumento si osserva in particolare in Basilicata, Calabria e Molise mentre si registrano diminuzioni nella provincia di Bolzano, in Liguria e nel Lazio.Nell’ambito dei sistemi di gestione am-bientale dei processi aziendali, per le imprese italiane c’è stato un aumento di Registrazioni EMAS15 (una nel 1997, 754 nel 2007); le richieste per le licenze di marchio di qualità ecologica Ecolabel16 sono risultate in crescita soprattutto tra il 2006 e il 2007 (+81,6%).

TrasportiDal 1995 al 2006 il totale dei flussi passeggeri è aumentato in misura mag-giore del PIL, ad eccezione degli ultimi due anni, durante i quali la dinamica risulta stagnante. I flussi merci, per con-tro, hanno sempre fatto registrare un andamento alterno, con una crescita consistente dal 1995 al 1998, superiore sia alla crescita del PIL che al traffico passeggeri, una flessione fino al 2003 e una successiva crescita fino al 2005.Nel 2006 il traffico merci ha fatto registrare una nuova flessione, pari al 6,3%, rispetto all’anno precedente. Dal 1996 al 2006 è cresciuto del 26% il numero di veicoli in circolazione, con un massimo per la cate-goria dei motocicli, +109%, e un minimo per quella dei motocarri (-26%).Le autovetture, che al 2006 rappre-sentavano il 77% del parco veicolare nazionale, sono aumentate complessiva-mente del 18%, facendo registrare delle variazioni differenti in base al tipo di alimentazione: quelle a gasolio nell’arco dello stesso periodo, sono aumentate del 258%, mentre le autovetture a ben-zina sono diminuite dell’11,6%.

TurismoDal 1996 al 2006 l’offerta di strutture ricettive è progressivamente aumentata fino a raggiungere, proprio nell’ultimo anno, un valore complessivo di circa 135 mila esercizi ricettivi (+98,6% dal 1996) che disponevano di 4,5 milioni di letti (+28,3% dal 1996).Anche dai dati sul movimento dei clien-ti negli esercizi ricettivi, sempre per gli anni dal 1996 al 2006, si è osservato co-me gli arrivi (ossia il numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi) siano cresciuti di oltre il 34,0% e le giornate di presenze (ovvero il numero delle notti trascorse dai clienti nei vari esercizi) del 26,0%.Dai flussi sul turismo internazionale in Italia si rilevava una crescita comples-siva del 19,0% dei visitatori frontalieri, che nel 2007 risultavano più di 71 mi-lioni, contro i 60 milioni del 1996.

Insediamenti abitativiAl 2007 la densità di popolazione sul terri-torio italiano è stata di 196 abitanti per kmq (era 195 abitanti per kmq nel 2006 e 167 nel 1961); essa assume il valore massimo al Nord-Ovest con 270 residenti per kmq e quello minimo nelle Isole con 134 abitanti per kmq. Per quanto concerne le tendenze evolutive del patrimonio abitativo, si rileva che nel 2005 le nuove abitazioni sono state 311.000, con forti aumenti nel Trentino-Alto Adige e in Sardegna.

RifiutiNel 2005 sono stati prodotti 62,7 milioni di tonnellate di rifiuti speciali17, di cui il 90,2% non pericolosi e il 9,6% perico-losi. Rispetto al 2004 si è registrato un decremento del 2,5% per i rifiuti non pe-ricolosi ed un incremento dell’8,6% per i rifiuti speciali pericolosi18. I rifiuti speciali complessivamente gestiti nel 2005 sono stati 101,6 milioni di tonnellate di cui il

Figura 5 - Rifiuti urbani raccolti per abitante e percentuale di raccolta differenziata - Anni 2000-2006 (variazioni annue percentuali)Fonte: Elaborazione Istat su dati dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (Apat, ora Ispra)

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93,0% non pericolosi e il 7,0% perico-losi. Il 65,1% dei rifiuti non pericolosi e il 27,2% di quelli pericolosi sono stati avviati ad operazioni di recupero.Nel 2006 i rifiuti urbani raccolti ammon-tavano a 32,5 milioni di tonnellate, pari a 551,8 kg per abitante, con un incremento del 2,7% rispetto all’anno precedente. Il 25,8% di questi rifiuti sono stati raccolti in modo differenziato, con un incremento del 6,0% rispetto al 2005.Le quantità maggiori di raccolta dif-ferenziata sono state relative ai rifiuti organici (2,7 milioni di tonnellate), alla carta (2,5 milioni di tonnellate) ed al vetro (1,2 milioni di tonnellate).La figura 5 mostra come tra il 2000 ed il 2006 la percentuale di raccolta differenziata sia sempre aumentata ma con un andamento decrescente, mentre gli incrementi annui del totale di rifiuti urbani raccolti, in termini di chilogram-mi per abitante, siano rimasti piuttosto contenuti e inferiori al 3,0%.Il 45,0% dei rifiuti urbani è stato avviato in discarica, che rappresenta ancora la princi-pale forma di gestione per questi rifiuti. Il 23,2% è stato sottoposto a trattamento mec-canico-biologico, il 13,4% è stato avviato al recupero di materia, il 10,2% incenerito e l’8,2% avviato a compostaggio.

RumoreNel 2006 soltanto il 31,5% dei comuni italiani, in cui risiedeva il 42,5% della po-polazione, ha approvato la zonizzazione acustica del territorio, nonostante sussista l’obbligo per tutti i comuni già dai primi anni Novanta. Nonostante l’incremento rispetto al 2003, anno in cui la percen-tuale di tali comuni era pari al 17,4%, la risposta delle amministrazioni locali al problema dell’inquinamento acustico risulta ancora insoddisfacente.Le Agenzie Regionali e Provinciali dell’Am-biente (ARPA, APPA), hanno effettuato nel 2006, 3.583 controlli per monitorare i livelli di rumore e gli eventuali supera-menti dei limiti imposti dalla normativa vigente, l’84,8% dei quali è stato solleci-tato da esposti dei cittadini. Nel 49,3% dei controlli effettuati si è registrato almeno un superamento dei limiti previsti dalla normativa vigente. Se si calcola tale va-lore limitatamente ai casi in cui il 100,0% dei controlli è stato effettuato a seguito di esposti, tale percentuale sale al 68,6.

Spesa per Ricerca e ControlliDal 2002 al 2005 l’incremento comples-sivo della spesa per ricerca e sviluppo intra-muros delle istituzioni pubbliche

è stato del 5,3%. Il maggior volume di spesa è stato effettuato per finalità di salvaguardia ambientale non specificata (oltre 602 milioni di euro, pari al 22,3% del totale della spesa), seguito dalla spesa per la protezione e la promozione della salute umana (più di 582 milioni di euro pari al 21,6%) e dalla spesa per l’esplo-razione e utilizzazione dell’ambiente terrestre (309 milioni di euro, l’11,5%).In base ai dati relativi all’attività svolta dal Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, che svolge attività di po-lizia giudiziaria in materia ambientale, su 6.953 controlli effettuati su tutto il territo-rio italiano si sono registrati esiti di non conformità nel 37% dei casi, concentrati soprattutto nel settore dell’inquinamento del suolo (1.633 risultati di non confor-mità) e dell’inquinamento idrico (332 risultati di non conformità).Ai fini di tutela ambientale nel 2007 sono state segnalate 2.972 persone e sono stati effettuati 144 arresti su tutto il territorio nazionale. In relazione ai reati in campo ambientale si segnala inoltre il valore di oltre 14,4 milioni di euro di contravvenzioni comminate e il valore di circa 727 milioni di euro di sequestri effettuati.L’andamento degli ultimi anni nel settore degli illeciti nei confronti delle leggi am-bientali ha denotato, nel periodo compreso fra il 2001 ed il 2005, un miglioramento ed una progressiva diminuzione della dinami-ca complessiva degli illeciti (-18,3%).

1 I dati di riferimento sono tratti dall’Inda-gine multiscopo delle famiglie “Aspetti della vita quotidiana”, vari anni.2 L’analisi meteo-climatica relativa all’anno 2007 è stata effettuata utilizzando 61 stazioni della rete del Servizio meteorologico dell’aero-nautica militare (Smam) distribuite su tutto il territorio italiano, per le quali sono disponibili i dati del 2007, confrontati con i valori climatici stimati, in accordo con l’Organizzazione me-teorologica mondiale (Omm), con riferimento alla media degli anni 1961-1990.3 Numero di giorni in cui, in un intervallo di almeno sei giorni consecutivi, la tempe-ratura media è maggiore del 90° percentile del valore climatico di riferimento.4 I dati sulle qualità dei corsi d’acqua si rife-riscono a cinque fiumi principali: Adige, Po, Metauro, Arno e Tevere. Essi sono rilevati dalle Agenzie territoriali per la protezione dell’am-biente e trasmessi al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Le infor-mazioni di base sono tratte dai prelievi mensili, effettuati a partire dal mese di gennaio del 1997 fino al mese di dicembre del 2006 nelle stazioni più prossime alla foce dei fiumi: Adige a Badia Polesine, Po a Pontelagoscuro, Metauro a Ponte degli Alberi, Arno a Calcinaia.

5 Riassume in un valore numerico la com-binazione di parametri chimico-fisici e chimici fornendo una valutazione della qualità delle acque.6 Legge del 5 gennaio 1994, n. 36 “Di-sposizione in materia di risorse idriche” e successive modifiche.7 Tale valore corrisponde a quanto media-mente immesso nelle acque di scarico da un abitante residente stabilmente, secondo la definizione data dalla vigente normativa in materia di protezione e depurazione delle acque dall’inquinamento (D.lgs 152/06).8 Le stime sono calcolate con riferimento a 10 macrosettori: combustione - energia e indu-stria di trasformazione; combustione - non industriale; combustione - industria; processi produttivi; estrazione, distribuzione combusti-bili fossili/geotermico; uso di solventi; trasporti stradali; altre sorgenti mobili; trattamento e smaltimento rifiuti; agricoltura.9 Rete di siti ecologici finalizzata a con-servare la diversità biologica presente nel territorio ed, in particolare, di tutelare una serie di habitat e specie animali e vegetali.10 Gy (Gray ) esprime l’unità di misura della dose assorbita di radiazione nel Sistema inter-nazionale. L’esposizione di 1 Gy corrisponde ad una radiazione che deposita 1 joule di energia per chilogrammo di materia (sia tes-suti biologici che qualsiasi altra cosa).11 Sv (Sievert) esprime l’ unità di misura della dose equivalente e della dose efficace di radiazione nel Sistema internazionale. Ha le stesse dimensioni della dose assorbita, ovvero energia per unità di massa. Rispetto alla dose assorbita, la dose equivalente e la dose efficace riflettono gli effetti biologici della radiazione sull’organismo.12 In base all’art. 3 del Regolamento Cee n. 737/90 nei seguenti prodotti: selvaggina, bacche selvatiche, funghi selvatici e pesci carnivori di lago, la radioattività massima cumulata di 134Cs e 137Cs non deve essere superiore a 600 Bq/kg.13 Bq (Bequerel) esprime l’unità di misura derivata della radioattività nel Sistema inter-nazionale indicante l’attività di un materiale in cui si ha un decadimento al secondo.14 Si considerano i terremoti il cui epicentro è ubicato sul territorio italiano e nei paesi confinanti in prossimità dell’arco alpino e nell’Adriatico centro settentrionale, in mare e nelle aree continentali.15 EMAS, Eco Management and Audit Scheme, è il Sistema comunitario di ecogestione e audit16 Il termine inglese Ecolabel è composto dal-le parole Eco, che sta per Ecologic, e label (etichetta)17 I rifiuti speciali sono al netto della stima dei rifiuti da costruzione e demolizione effettuata dall’APAT (ora ISPRA) che per il 2005 risulta essere pari a 45,9 milioni di tonnellate.18 La base informativa utilizzata per il cal-colo dei rifiuti prodotti è il Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD), ciò com-porta una sottostima dei rifiuti effettivamente prodotti dovuta sia agli esoneri, previsti dalla normativa vigente, sia all’evasione nella pre-sentazione della dichiarazione.

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Impianto biogas Cowatec AG della Cowatec GmbH (fonte: Cowatec AG)

di Marta Brambilla

Prospettive e meccanismi d’incentivo

ENERGIE RINNOVABILIDI ORIGINE AGRICOLA

ENERGIE ALTERNATIVE E RINNNOVABILI

L’esigenza di sviluppare delle tecnolo-gie che permettano di produrre energia da fonti rinnovabili, come alternativa allo sfruttamento delle fonti fossili tra-dizionali, sta diventando di primaria importanza a livello nazionale e inter-nazionale.L’Unione Europea, partendo dalle sca-denze previste dal Protocollo di Kyoto, ha varato il nuovo piano comunitario per la mitigazione di cambiamenti climatici e per la promozione del-le energie rinnovabili, adottato il 23 gennaio 2008. Il pacchetto di norme, soprannominato “20 - 20 - 20”, preve-de che entro il 2020 vengano raggiunti gli obiettivi di riduzione del 20% del-le emissioni di gas serra, di riduzione del 20% dei consumi energetici e di incremento del 20% della produzione di energia da fonti rinnovabili. Tali mi-sure accresceranno significativamente il ricorso a fonti energetiche rinnovabili, anche tramite l’imposizione di obiettivi vincolanti in capo ai Paesi membri.All’Italia viene chiesto di ridurre del 13% le emissioni di gas serra nei set-

tori non inclusi nel sistema di scambio delle emissioni e di incrementare del 17% i consumi energetici da fonti rin-novabili, a partire dai livelli del 2005. Queste scadenze, se non adeguatamen-te affrontate, genereranno inevitabili procedure di infrazione da parte della Commissione Europea, devono essere considerate come l’ulteriore apertura di un mercato che è caratterizzato da notevoli possibilità di espansione tec-nica ed economica.Un primo passo è stato compiuto dall’Italia con la Legge Finanziaria 2008 (Legge n. 244 del 24 dicembre 2007), che ha offerto innovazioni rilevanti per i produttori di energia rinnovabile. Il sistema incentivante si serve di mecca-nismi in parte già collaudati, come il mercato dei certificati verdi e l’appli-cazione del conto energia, e in parte ancora in via di definizione, come il rilascio di certificati bianchi per l’effi-cienza energetica.Le innovazioni introdotte, anche se non del tutto rese effettive, costituiscono un significativo passo avanti rispetto

alla situazione normativa precedente, soprattutto per quanto riguarda le im-prese di carattere agricolo.Innanzitutto, le biomasse agroforesta-li vengono specificatamente favorite rispetto ad altre tipologie di fonti ener-getiche rinnovabili; tale vantaggio viene formalizzato con il più elevato valore del coefficiente moltiplicativo dell’ener-gia prodotta, al fine del riconoscimento del numero dei Certificati Verdi, e uno dei più alti valori in Europa della tariffa omnicomprensiva (valore dell’incentivo più energia prodotta) per impianti di potenza inferiore a 1 MWe.Ma le innovazioni previste non fini-scono qui.Allo scopo di favorire l’ingresso nel mercato dei Certificati Verdi di piccoli produttori di energia, la taglia di tali certificati varia, passando da un valore pari a 50 MWh a 1MWh. Inoltre, questa proposta normativa permette di cumu-lare gli incentivi ministeriali con altre forme di sostegno, anche promosse a livello locale (come le misure previste dal Piano di Sviluppo Rurale).

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al censimento del 1999 (fonte: Cen-tro Ricerche Produzioni Animali). La digestione anaerobica è un processo biologico di degradazione che, in as-senza di ossigeno, trasforma la sostanza organica in “biogas”, una miscela co-stituita prevalentemente da metano e anidride carbonica, caratterizzata da un elevato potere calorifico.Nel caso in cui l’impianto venga dimen-sionato in modo tale da poter essere alimentato solamente con substrati prodotti all’interno dell’azienda, quali reflui derivanti dall’attività zootecnica, è l’azienda stessa ad assumersi il control-lo completo del processo, divenendo quindi diretta produttrice di energia, e non solo di un intermedio di processo, come nel caso della produzione dei biocarburanti. Nel caso in cui l’azienda non sia in grado di produrre al suo interno le biomasse necessarie ad ali-mentare l’impianto, il meccanismo più conveniente è quello della filiera corta, un sistema di integrazione tra azien-de agricole, che prevede di reperire i substrati da destinarsi al processo di digestione entro un raggio di 70 km dall’impianto che li utilizza per pro-durre energia.Il quadro normativo delineato offre nu-merose opportunità alle aziende che decidono di investire nella produzione di energia rinnovabile agricola, investimenti che seguono una logica vincente: non solo vantaggi economici per le aziende che producono energia, ma soprattutto vantaggi ambientali per tutti!

tariffa omnicomprensiva, che prevede un’unica tariffa cumulata (certificato verde più energia) corrisposta per ogni kWh di energia venduta.Tuttavia, il ritardo conseguente all’ema-nazione dei decreti attuativi ha creato parecchi problemi agli imprenditori che si erano mossi tempestivamente, confidando su una tariffa omnicom-prensiva pari a 0,30 € per kWh, e che si sono trovati a dover far fronte agli investimenti compiuti ricevendo solamente un acconto dal Gestore del Servizio Elettrico (GSE). Attualmente, il valore proposto per la tariffa omni-comprensiva è di 0,22 € per kWh, un valore che comporta una significativa riduzione dei ricavi attesi sulla base delle proposte normative elaborate un anno or sono.Ciò nonostante, questo genere di spinte normative, finalizzate alla diffusione di tecnologie avanzate per la produzio-ne di energia da biomasse agricole, ha avuto il merito di stimolare un numero crescente di imprese a oltrepassare i limiti della loro consueta attività e di sperimentare nuovi settori produttivi.Il processo di produzione di energia a partire dalla gassificazione di reflui zootecnici e biomasse agricole è la filiera energetica meglio consolidata nelle imprese agricole europee, sia in termini di numero di impianti che di potenza installata. In Italia il processo di espansione di tali tecnologie si è già avviato, registrando un aumento del numero di impianti del 60%, rispetto

Ancora, la promozione della filiera corta e delle intese contrattuali inten-de sviluppare un sistema distribuito di produzione energetica, che resti stret-tamente legato al territorio, che limiti gli impatti prodotti sull’ambiente dal trasporto delle biomasse, con un con-seguente risparmio dei costi di gestione collegati all’approvvigionamento di bio-massa. Infine, l’incremento della durata dei Certificati Verdi fino a 15 anni, e l’istituzione del “conto energia” anche per le biomasse agricole, per l’energia prodotta in eccesso rispetto all’energia consumata per la propria attività azien-dale, costituiscono notevoli vantaggi per programmare più rapidamente il tempo di ritorno dell’investimento.In tal modo viene offerto alle aziende agricole un’opportunità per differen-ziare la propria attività, introducendo tecnologie innovative e redditizie, che permettono nel contempo di gestire particolari problematiche aziendali (come quelle legate alla gestione dei reflui) e di generare una nuova fonte di reddito.Grazie a questi provvedimenti nor-mativi, infatti, le imprese agricole che installano un piccolo impianto di pro-duzione di biogas per la generazione di energia elettrica possono scegliere tra due meccanismi incentivanti: da un lato il meccanismo tradizionale, che preve-de di ottenere certificati verdi per ogni kW di energia prodotta, e vendere il surplus energetico al gestore della rete elettrica, dall’altro il meccanismo della

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IL COMMENTO

È stata finalmente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 6 dicembre 2008 la Direttiva 2008/99/CE, definitivamente adottata dal Parlamento eu-ropeo il 21 maggio u. s., riguardante i reati ambientali gravi da considerare “penalmente rilevanti” in tutta l’UE, sia che siano commessi intenzionalmente sia per grave negligenza, inclusi l’istigazione, il favoreggiamento e l’incitamento (nrd: il testo della Direttiva in questione è pubblicato nell’Inserto di cui alle pagine successive).

La Commissione UE aveva dovuto riformulare la sua proposta originaria di Direttiva, che prevedeva, nei casi più gravi, sanzioni fino a 10 anni di reclusione e fino a 1,5 milioni di Euro, e l’eventuale obbligo di riparare i danni, a seguito di Sentenza della Corte di Giustizia europea, che annullava di fatto la Decisione quadro del Consiglio europeo che defi-niva un certo numero di infrazioni contro l’ambiente sulla base della Convenzione del Consiglio d’Europa adottata a Strasburgo il 4 novembre 1998 (sottoscritta dall’Italia il 6 novembre 2000, ma non ratificata) sulla protezione dell’am-biente attraverso il diritto penale.La Corte ha, infatti, statuito che, sebbene in linea di principio le norme penali so-stanziali, così come quelle di procedura penale, non rientri-no tra le competenze della Comunità, ciò non può tuttavia im-pedire al legislatore comunitario, allorché l’applicazione di san-zioni penali effettive, proporzionate e dis-suasive da parte delle competenti autorità nazionali costituisce una misura indispen-sabile di lotta contro violazioni ambientali gravi, di “adottare provvedimenti in rela-zione al diritto penale degli Stati membri” quando esso li ritenga necessari a garantire la piena efficacia delle

norme comunitarie in tema di tutela dell’ambiente (Sentenza C-176/03 del 13 settembre 2005).La Corte ha insistito, tuttavia, sul fatto che la Comunità in linea di principio non dispone di competenze in materia penale: quest’ultima, secondo il Trattato UE, rientra nella sovranità degli Stati membri.

Spetterà quindi agli Stati membri fissare le sanzioni (an-che se è auspicabile che in sede di recepimento vengano riproposte quelle originarie previste dalla Commissione) per i reati che rientrano nella Direttiva in questione e che riguardano le attività pericolose, le specie protette e i rifiuti. Su questi ultimi, in particolare potranno essere perseguiti penalmente i reati relativi a raccolta, trasporto, recupero ed eliminazione degli stessi che “provochino o possano provo-care il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, del suolo o delle acque oppure alla fauna o alla flora”.Andranno puniti anche l’uccisione, la distruzione, il pos-

sesso e la cattura, di esemplari di specie protette animali o vegetali, salvo talune eccezioni, e qualsiasi azione che provochi il significativo deterio-ramento di un habitat all’interno di un sito protetto.Infine, rientrano tra le azioni sanzionabili la produzione, l’impor-tazione, l’esportazione e l’immissione sul mercato o l’uso di sostanze che riducono lo strato di ozono.Sono contemplati anche lo scarico, l’emissione o l’immissione nell’aria, nel suolo o nelle acque di un quantitativo di sostanze o radiazioni ionizzanti, nonché la produzione, la lavora-zione, il trattamento, la conservazione, il deposito, il trasporto, l’importazione, l’espor-tazione e lo smaltimento di materiali nucleari o di altre sostanze radiat-

L’Italia non può più tentennare

Pubblicata la Direttiva 2008/99/CE

RECLUSIONE O SANZIONIPECUNIARIE PER I REATI AMBIENTALI

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tive pericolose, che abbiano le stesse conseguenze descritte sopra sulle persone e sulla qualità dell’aria, del suolo, delle acque o sulla fauna e flora.Secondo la Direttiva, gli Stati membri dovranno anche provvedere affinché le persone giuridiche possano essere dichiarate responsabili dei reati previsti “quando siano stati commessi a loro vantaggio” da qualsiasi persona che agisca individualmente o in quanto parte di un organo societario, che detenga “una posizione dominante in virtù del potere di rappresentanza, di prendere decisioni o dell’esercizio del controllo in seno alla persona giuridica”.La Direttiva, inoltre, chiede garanzia che le persone fisiche “possano essere dichiarate responsabili quando la carenza di sorveglianza o di controllo abbia reso possibile commettere uno dei reati oggetto del regolamento a vantaggio della persona giu-ridica da parte di una persona soggetta alla sua autorità”.La Direttiva, corredata in Allegato di un lungo elenco de-gli atti legislativi comunitari la cui violazione si configura come un illecito, dovrà essere recepita dagli Stati membri dell’Unione Europea entro dicembre 2010, introducendo nelle loro legislazioni “sanzioni pecuniarie o reclusive”.

In Italia, nonostante i tanti propositi formulati e le numerose discussioni intervenute nel corso di varie legislature, non si è ancora riusciti ad introdurre nel codice penale un capitolo che riguardi i reati ambientali.L’inserimento nel D. Lgs. 231/2001 del delitto di organizza-zione di traffico illecito di rifiuti nella normativa ambientale nazionale aveva fatto sperare nell’avvio di un processo, considerato il consenso raccolto da parte di tutti gli schie-ramenti politici.Al Senato sono tuttora giacenti in attesa di approvazione ben 5 disegni di legge che prevedono l’integrazione dell’Art. 452 del codice penale con alcuni reati ambientali.Così all’indomani della presentazione nel Consiglio dei Mi-nistri del 24 aprile 2007 del Ddl “Disposizioni concernenti i delitti contro l’ambiente. Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l’integrazione della relativa disciplina”, che inseriva nel codice penale una serie di delitti (solo in taluni casi previsti in forma colposa), al fine di un più

incisivo contrasto degli attentati al bene ambientale inteso nell’accezione più ampia, il magistrato Maurizio Santoloci scrisse un editoriale sulla testata giornalistica on line Diritto all’ambiente, da lui diretta, in cui evidenziando che “in Italia non esiste un vero reato per prevenire e reprimere i grandi crimini ambientali. Ma non esiste neppure un reato importante per contrastare gli illeciti ambientali importan-ti, per così dire comuni”, sottolineava che “la svolta non è solo giuridica ma anche di politica giudiziaria e di cultura sociale, perché con questo pacchetto è stato riconosciuto il grave problema del crimine ambientale ed è stato tracciato un percorso repressivo chiaro e coerente con la realtà delle cose concrete ed in linea con le regole europee”.Ora l’Unione Europea ha sottratto al nostro Paese ogni alibi, costringendolo a portare a termine il processo di riforma.

Quell’unico inserimento legislativo di introduzione del de-litto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti (unico del genere in Europa) aveva permesso un’efficace attività investigativa che ha fatto accertare il coinvolgimento di numerosi altri Stati, sia europei che asiatici (il 47% dei rifiuti sequestrati erano diretti in Cina e il 16% ad Hong Kong), mentre le Commissioni parlamentari di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, costituitesi nelle ultime quattro legislature, avevano evidenziato che dietro ogni crimine ambientale si nascondeva sempre un illecito interesse.Il rispetto della normativa costituisce un elemento determi-nante per la tutela dell’ambiente.Se si guarda i dati relativi alle violazioni di legge compiute in campo ambientale in Italia si può cogliere l’entità del fenomeno. Nell’annuale “Rapporto Ecomafia” di Legambiente, aggior-nato al 31 marzo 2008 si testimonia che nel 2007:- gli illeciti accertati sono stati 30.127 (+ 27,3% rispetto al

2006);- le persone denunciate 22.069 (+ 9,3%);- i sequestri effettuati 9.074 (+ 19%).Il Corpo Forestale dello Stato ha individuato il numero maggiore di illeciti ambientali (58%); mentre è il Coman-

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do Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente ha effettuato il maggior numero di arresti (150).L’attività di controllo svolta dal CCTA, posto alle dipendenze del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, viene riportata anche nell’Annuario Statistico Italiano 2008 pubblicato recentemente dall’ISTAT.Per il 2007 si rileva un valore di oltre 14 milioni di Euro di contravvenzioni comminante ai trasgressori di leggi ambien-tali, in decremento del 65% rispetto al 2006, ma in crescita del 6,3 rispetto al 2005. Sempre nel 2007 su 6.953 controlli dei Carabinieri in tutto il territorio nazionale, nel 37% dei casi è stata riscontrata una situazione di non conformità alla normativa vigente. Purtroppo si deve osservare che il numero dei controlli è risultato in diminuzione, tanto che nel giro di due anni si sono quasi dimezzati.

Intanto, la Commissione UE con la Comunicazione del 18 novembre 2008 ha formulato piani per migliorare l’ap-plicazione del diritto dell’Unione Europea in materia di tutela ambientale, composto da più di 200 atti normativi che coprono materie quali i cambiamenti climatici, la qualità dell’aria, la gestione dei rifiuti, la protezione delle risorse idriche e della biodiversità, i controlli sui prodotti chimici e la valutazione dell’impatto ambientale. “Dobbiamo assicurare che l’Europa applichi effettivamente le misure ambientali che sono state approvate - ha dichiarato il Commissario all’Ambiente Stavros Dimas - Alla luce della presente Comunicazione auspico di poter lavorare ancora strettamente con gli Stati membri. Questo include la predispo-sizione di norme di elevata qualità che tengano pienamente conto degli aspetti applicativi e l’adeguata preparazione della loro applicazione. Se si possono trovare vie semplici e veloci per risolvere i problemi, occorre utilizzarle. Se dovesse essere necessario ricorrere alle vie legali, la Commissione intende farlo nella maniera più efficiente e coerente possibile”.La Commissione ha lasciato intendere che laddove persi-stono problemi gravi, come la tolleranza delle discariche abusive o i molteplici casi di mancato trattamento delle acque reflue urbane, promuoverà azioni legali strategiche piuttosto che azioni individuali.Nella Comunicazione vengono segnalati alcuni fattori che pos-sono determinare problemi applicativi, come ad esempio:- insufficiente attenzione per i termini e la correttezza in

sede di attuazione della normativa nazionale e regio-nale;

- carenze a livello di conoscenze e di consapevolezza delle amministrazioni nazionali e regionali;

- carenza di capacità amministrative;- politiche e procedure di applicazione carenti a livello na-

zionale e regionale;- sottoinvestimenti o ritardi negli investimenti nelle infra-

strutture necessarie alla riduzione dell’inquinamento.

Nella Comunicazione, inoltre, vengono indicati alcuni dei modi in cui la Commissione può intervenire per migliora-re l’applicazione della normativa comunitaria, tramite una combinazione di misure miranti ad affrontare una serie di aspetti applicativi.

Il Parlamento europeo è andato oltre, approvando il 20 novembre 2008 una Risoluzione, proposta dalla Commis-sione per l’Ambiente, in cui si chiede alla Commissione UE di proporre entro la fine del 2009 una Direttiva sulle ispezioni ambientali comunitarie, chiarendone le defi-nizioni e i criteri.Tale posizione del Parlamento ha bloccato di fatto l’in-tenzione della Commissione, esplicitata in una precedente Comunicazione del 2007, di affrontare la questione soltanto mediante una Raccomandazione non vincolante e l’inse-rimento di specifici criteri giuridicamente vincolanti nella legislazione settoriale.La Risoluzione ha sottolineato che “un’applicazione corretta e uniforme del diritto ambientale comunitario è essenziale” e che qualsiasi mancanza in questo senso “verrebbe meno alle aspettative del pubblico e pregiudicherebbe la reputazione della Comunità quale efficace guardiano dell’ambiente”.Il Parlamento ha proposto, infine, di concentrarsi maggior-mente su un “aiuto a misure di educazione e di informazione sulla protezione dell’ambiente”, il cui contenuto preciso dovrebbe essere determinato su scala locale, regionale o nazionale, in funzione dei bisogni e dei problemi osservati nel territorio in questione.

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I

(ndr: si avverte che il testo della Direttiva inserito nelle pagine di questo Inserto non riveste carattere di ufficia-lità e non sostitutivo in alcun modo della pubblicazione ufficiale cartacea).

Il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione eu-ropea,

visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l’articolo 175, paragrafo 1,

vista la proposta della Commissione,

visto il parere del Comitato economico e sociale eu-ropeo,

previa consultazione del Comitato delle regioni,

deliberando secondo la procedura di cui all’articolo 251 del trattato,

considerando quanto segue:

(1) Ai sensi dell’articolo 174, paragrafo 2, del trattato, la politica comunitaria in materia di ambiente deve mirare ad un elevato livello di tutela.

(2) La Comunità è preoccupata per l’aumento dei reati ambientali e per le loro conseguenze, che sempre più frequentemente si estendono al di là delle frontiere de-gli Stati in cui i reati vengono commessi. Questi reati rappresentano una minaccia per l’ambiente ed esigono pertanto una risposta adeguata.

(3) L’esperienza dimostra che i sistemi sanzionatori vigen-ti non sono sufficienti per garantire la piena osservanza della normativa in materia di tutela dell’ambiente. Tale osservanza può e dovrebbe essere rafforzata mediante la disponibilità di sanzioni penali, che sono indice di una riprovazione sociale di natura qualitativamente diversa rispetto alle sanzioni amministrative o ai meccanismi risarcitori di diritto civile.

(4) L’introduzione di regole comuni sui reati consente di usare efficaci metodi d’indagine e di assistenza, all’inter-no di uno Stato membro o tra diversi Stati membri.

(5) Un’efficace tutela dell’ambiente esige, in particolare, sanzioni maggiormente dissuasive per le attività che dan-neggiano l’ambiente, le quali generalmente provocano o possono provocare un deterioramento significativo

Direttiva Parlamento europeo e Consiglio UE 2008/99/CE

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2009

della qualità dell’aria, compresa la stratosfera, del suolo, dell’acqua, della fauna e della flora, compresa la con-servazione delle specie.

(6) L’inosservanza di un obbligo di agire può avere gli stessi effetti del comportamento attivo e dovrebbe quindi essere parimenti passibile di sanzioni adeguate.

(7) Pertanto, tali condotte dovrebbero essere perseguibili penalmente in tutto il territorio della Comunità qualora siano state poste in essere intenzionalmente o per grave negligenza.

(8) La legislazione elencata negli allegati della presente direttiva contiene disposizioni che dovrebbero essere soggette a misure di diritto penale per garantire che le norme sulla tutela dell’ambiente siano pienamente efficaci.

(9) Gli obblighi imposti dalla presente direttiva riguar-dano unicamente le disposizioni della legislazione elencata negli allegati della presente direttiva che ob-bligano gli Stati membri, in sede di attuazione della legislazione, a prevedere misure di divieto.

(10) La presente direttiva obbliga gli Stati membri a prevedere nella loro legislazione nazionale sanzioni pe-nali in relazione a gravi violazioni delle disposizioni del diritto comunitario in materia di tutela dell’ambiente. La presente direttiva non crea obblighi per quanto riguarda l’applicazione di tali sanzioni, o di altri sistemi di appli-cazione della legge disponibili, in casi specifici.

(11) La presente direttiva lascia impregiudicati gli altri sistemi relativi alla responsabilità per danno ambientale previsti dal diritto comunitario o dal diritto nazionale.

(12) Poiché la presente direttiva detta soltanto norme minime, gli Stati membri hanno facoltà di mantenere in vigore o adottare misure più stringenti finalizzate ad un’efficace tutela penale dell’ambiente. Tali misure devono essere compatibili con il trattato.

(13) Gli Stati membri dovrebbero fornire informazioni alla Commissione sull’attuazione della presente diretti-va per consentirle di valutare gli effetti della direttiva stessa.

(14) Poiché l’obiettivo della presente direttiva, vale a dire una più efficace tutela dell’ambiente, non può es-sere realizzato in misura sufficiente dagli Stati membri e può dunque, a causa delle dimensioni e degli effetti

TUTELA PENALE DELL’AMBIENTEGazzetta Uffi ciale dell’Unione europea 6 dicembre 2008 n. L. 328

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II

della presente direttiva, essere realizzato meglio a livello comunitario, la Comunità può intervenire in base al prin-cipio di sussidiarietà sancito dall’articolo 5 del trattato. La presente direttiva si limita a quanto è necessario per conseguire tale obiettivo in ottemperanza al principio di proporzionalità enunciato nello stesso articolo.

(15) Ogni qual volta vengano adottati nuovi atti legisla-tivi in materia di ambiente, essi dovrebbero specificare, ove opportuno, che la presente direttiva è di appli-cazione. Ove necessario, l’articolo 3 dovrebbe essere modificato.

(16) La presente direttiva rispetta i diritti ed osserva i principi fondamentali riconosciuti, in particolare, nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea,hanno adottato la presente direttiva

Articolo 1Oggetto

La presente direttiva istituisce misure collegate al diritto penale allo scopo di tutelare l’ambiente in modo più efficace.

Articolo 2Definizioni

Ai fini della presente direttiva s’intende per:a) “illecito” ciò che viola:

i) gli atti legislativi adottati ai sensi del trattato Ce ed elencati all’allegato A; ovvero,

ii) in relazione ad attività previste dal trattato Eura-tom, gli atti legislativi adottati ai sensi del trattato Euratom ed elencati all’allegato B; ovvero

iii) un atto legislativo, un regolamento amministrativo di uno Stato membro o una decisione adottata da un’autorità competente di uno Stato membro che dia attuazione alla legislazione comunitaria di cui ai punti i) o ii);

b) “specie animali o vegetali selvatiche protette”:i) ai fini dell’articolo 3, lettera f), quelle figuranti:

- nell’allegato IV della direttiva 92/43/Cee del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e semina-turali e della flora e della fauna selvatiche,

- nell’allegato I e a cui si fa riferimento all’arti-colo 4, paragrafo 2, della direttiva 79/409/Cee del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici;

ii) ai fini dell’articolo 3, lettera g), quelle figuranti nell’allegato A o nell’allegato B del regolamento (Ce) n. 338/97 del Consiglio, del 9 dicembre 1996, relativo alla protezione di specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio;

c) “habitat all’interno di un sito protetto” qualsiasi ha-bitat di specie per le quali una zona sia classificata come zona a tutela speciale a norma dell’articolo 4, paragrafi 1 o 2, della direttiva 79/409/Cee o qualsiasi

habitat naturale o un habitat di specie per cui un sito sia designato come zona speciale di conservazione a norma dell’articolo 4, paragrafo 4, della direttiva 92/43/Cee;

d) “persona giuridica” qualsiasi soggetto giuridico che possieda tale status in forza del diritto nazionale ap-plicabile, ad eccezione degli Stati o delle istituzioni pubbliche che esercitano i pubblici poteri e delle organizzazioni internazionali pubbliche.

Articolo 3Infrazioni

Ciascuno Stato membro si adopera affinché le seguenti attività, qualora siano illecite e poste in essere inten-zionalmente o quanto meno per grave negligenza, costituiscano reati:a) lo scarico, l’emissione o l’immissione illeciti di un

quantitativo di sostanze o radiazioni ionizzanti nell’aria, nel suolo o nelle acque che provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, alla qualità del suolo o alla qualità delle acque, ovvero alla fauna o alla flora;

b) la raccolta, il trasporto, il recupero o lo smaltimento di rifiuti, comprese la sorveglianza di tali operazioni e il controllo dei siti di smaltimento successivo alla loro chiusura nonché l’attività effettuata in quanto commerciante o intermediario (gestione dei rifiuti), che provochi o possa provocare il decesso o lesio-ni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, alla qualità del suolo o alla qualità delle acque, ovvero alla fauna o alla flora;

c) la spedizione di rifiuti, qualora tale attività rientri nell’ambito dell’articolo 2, paragrafo 335, del rego-lamento (Ce) n. 1013/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2006, relativo alle spedizioni di rifiuti, e sia effettuata in quantità non trascurabile in un’unica spedizione o in più spedi-zioni che risultino fra di loro connesse;

d) l’esercizio di un impianto in cui sono svolte attività pericolose o nelle quali siano depositate o utilizzate sostanze o preparazioni pericolose che provochi o possa provocare, all’esterno dell’impianto, il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, alla qualità del suolo o alla qualità delle acque, ovvero alla fauna o alla flora;

e) la produzione, la lavorazione, il trattamento, l’uso, la conservazione, il deposito, il trasporto, l’importa-zione, l’esportazione e lo smaltimento di materiali nucleari o di altre sostanze radioattive pericolose che provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, alla qualità del suolo o alla qualità delle acque, ovvero alla fauna o alla flora;

f) l’uccisione, la distruzione, il possesso o il prelievo

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III

di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette, salvo i casi in cui l’azione riguardi una quantità trascurabile di tali esemplari e abbia un impatto trascurabile sullo stato di conservazione della specie;

g) il commercio di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette o di parti di esse o di prodotti de-rivati, salvo i casi in cui l’azione riguardi una quantità trascurabile di tali esemplari e abbia un impatto tra-scurabile sullo stato di conservazione della specie;

h) qualsiasi azione che provochi il significativo deteriora-mento di un habitat all’interno di un sito protetto;

i) la produzione, l’importazione, l’esportazione, l’immis-sione sul mercato o l’uso di sostanze che riducono lo strato di ozono.

Articolo 4Favoreggiamento e istigazione ad un reato

Gli Stati membri provvedono affinché siano punibili pe-nalmente il favoreggiamento e l’istigazione a commettere intenzionalmente le attività di cui all’articolo 3.

Articolo 5Sanzioni

Gli Stati membri adottano le misure necessarie per assi-curare che i reati di cui agli articoli 3 e 4 siano puniti con sanzioni penali efficaci, proporzionate e dissuasive.

Articolo 6Responsabilità delle persone giuridiche

1. Gli Stati membri provvedono affinché le persone giuridiche possano essere dichiarate responsabili dei reati di cui agli articoli 3 e 4 quando siano sta-ti commessi a loro vantaggio da qualsiasi soggetto che detenga una posizione preminente in seno alla persona giuridica, individualmente o in quanto parte di un organo della persona giuridica, in virtù:a) del potere di rappresentanza della persona giu-

ridica;b) del potere di prendere decisioni per conto della

persona giuridica; oc) del potere di esercitare un controllo in seno alla

persona giuridica.

2. Gli Stati membri provvedono altresì affinché le perso-ne giuridiche possano essere dichiarate responsabili quando la carenza di sorveglianza o controllo da parte di un soggetto di cui al paragrafo 1 abbia re-so possibile la commissione di un reato di cui agli articoli 3 e 4 a vantaggio della persona giuridica da parte di una persona soggetta alla sua autorità.

3. La responsabilità delle persone giuridiche ai sensi dei paragrafi 1 e 2 non esclude l’azione penale nei confronti delle persone fisiche che siano autori, inci-tatori o complici dei reati di cui agli articoli 3 e 4.

Articolo 7Sanzioni per le persone giuridiche

Gli Stati membri adottano le misure necessarie affinché le persone giuridiche dichiarate responsabili di un reato ai sensi dell’articolo 6 siano passibili di sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive.

Articolo 8Attuazione

1. Gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva anteriormente al 26 dicembre 2010.

Quando gli Stati membri adottano tali misure, queste contengono un riferimento alla presente direttiva o sono corredate di un siffatto riferimento all’atto della pubblicazione ufficiale. Le modalità di tale riferimen-to sono decise dagli Stati membri.

2. Gli Stati membri comunicano alla Commissione il testo delle disposizioni essenziali di diritto interno che essi adottano nel settore disciplinato dalla pre-sente direttiva e una tavola di concordanza tra tali disposizioni e la presente direttiva.

Articolo 9Entrata in vigore

La presente direttiva entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

Articolo 10Destinatari

Gli Stati membri sono destinatari della presente diret-tiva.

Fatto a Strasburgo, il 19 novembre 2008.

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IV

ALLEGATO A

Elenco della normativa comunitaria adottata in base al trattato CE la cui violazione costituisce un illecito ai sensi dell’articolo 2, lettera a), punto i), della presente direttiva.

- Direttiva 70/220/CEE del Consiglio, del 20 marzo 1970, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle misure da adottare contro l’inquinamento atmosferico con le emissioni dei veicoli a motore(1).

- Direttiva 72/306/CEE del Consiglio, del 2 agosto 1972, per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle misure da adottare contro l’inquinamento prodotto dai motori diesel destinati alla propulsione dei veicoli(2).- Direttiva 75/439/CEE del Consiglio, del 16 giugno 1975, concernente l’eliminazione degli oli usati(3.

- Direttiva 76/160/CEE del Consiglio, dell’8 dicembre 1975, concernente la qualità delle acque di balneazio-ne(4).

- Direttiva 76/769/CEE del Consiglio, del 27 luglio 1976, concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative alle restrizioni in materia di ammissio-ne sul mercato e di uso di talune sostanze e preparati pericolosi(5).

- Direttiva 77/537/CEE del Consiglio, del 28 giugno 1977, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle misure da adottare contro l’inquinamento prodotto dai motori diesel destinati alla propulsione dei trattori agricoli o forestali a ruote(6).

- Direttiva 78/176/CEE del Consiglio, del 20 febbra-io 1978, relativa ai rifiuti provenienti dall’industria del biossido di titanio(7).

- Direttiva 79/117/CEE del Consiglio, del 21 dicembre 1978, relativa al divieto di immettere in commercio e impiegare prodotti fitosanitari contenenti determinate sostanze attive(8).

- Direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici(9).

- Direttiva 82/176/CEE del Consiglio, del 22 marzo 1982, concernente i valori limite e gli obiettivi di qualità per gli scarichi di mercurio del settore dell’elettrolisi dei cloruri alcalini(10).

- Direttiva 83/513/CEE del Consiglio, del 26 settembre 1983, concernente i valori limite e gli obiettivi di qualità per gli scarichi di cadmio(11).

- Direttiva 84/156/CEE del Consiglio, dell’8 marzo 1984, concernente i valori limite e gli obiettivi di qualità per gli scarichi di mercurio provenienti da settori diversi

da quello dell’elettrolisi dei cloruri alcalini(12).

- Direttiva 84/360/CEE del Consiglio, del 28 giugno 1984, concernente la lotta contro l’inquinamento atmo-sferico provocato dagli impianti industriali(13).

- Direttiva 84/491/CEE del Consiglio, del 9 ottobre 1984, concernente i valori limite e gli obiettivi di qualità per gli scarichi di esaclorocicloesano(14).

- Direttiva 85/203/CEE del Consiglio, del 7 marzo 1985, concernente le norme di qualità atmosferica per i biossidi di azoto(15).

- Direttiva 86/278/CEE del Consiglio, del 12 giu-gno 1986, concernente la protezione dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’utilizzazione dei fanghi di de-purazione in agricoltura(16).

- Direttiva 86/280/CEE del Consiglio, del 12 giugno 1986, concernente i valori limite e gli obiettivi di qualità per gli scarichi di talune sostanze pericolose che figurano nell’elenco I dell’allegato della direttiva 76/464/CEE(17).

- Direttiva 87/217/CEE del Consiglio, del 19 marzo 1987, concernente la prevenzione e la riduzione dell’in-quinamento dell’ambiente causato dall’amianto(18).

- Direttiva 90/219/CEE del Consiglio, del 23 aprile 1990, sull’impiego confinato di microrganismi genetica-mente modificati(19).

- Direttiva 91/271/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue ur-bane(20).

- Direttiva 91/414/CEE del Consiglio, del 15 luglio 1991, relativa all’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari(21).

(1) GU L 76 del 6.4.1970, pag. 1.(2) GU L 190 del 20.8.1972, pag. 1.(3) GU L 194 del 25.7.1975, pag. 23.(4) GU L 31 del 5.2.1976, pag. 1.(5) GU L 262 del 27.9.1976, pag. 201.(6) GU L 220 del 29.8.1977, pag. 38.(7) GU L 54 del 25.2.1978, pag. 19.(8) GU L 33 dell’8.2.1979, pag. 36.(9) GU L 103 del 25.4.1979, pag. 1.(10) GU L 81 del 27.3.1982, pag. 29.(11) GU L 291 del 24.10.1983, pag. 1.(12) GU L 74 del 17.3.1984, pag. 49.(13) GU L 188 del 16.7.1984, pag. 20.(14) GU L 274 del 17.10.1984, pag. 11.(15) GU L 87 del 27.3.1985, pag. 1.(16) GU L 181 del 4.7.1986, pag. 6.(17) GU L 181 del 4.7.1986, pag. 16.(18) GU L 85 del 28.3.1987, pag. 40.(19) GU L 117 dell’8.5.1990, pag. 1.(20) GU L 135 del 30.5.1991, pag. 40.(21) GU L 230 del 19.8.1991, pag. 1.

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V

- Direttiva 91/676/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa alla protezione delle acque dall’inqui-namento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole(22).

- Direttiva 91/689/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa ai rifiuti pericolosi(23).

- Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (24).

- Direttiva 92/112/CEE del Consiglio, del 15 dicem-bre 1992, che fissa le modalità di armonizzazione dei programmi per la riduzione, al fine dell’eliminazione, dell’inquinamento provocato dai rifiuti dell’industria del biossido di carbonio(25).

- Direttiva 94/25/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 giugno 1994, sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri riguardanti le imbarcazioni da diporto: le disposizioni modificate dalla direttiva 2003/44/CE(26).

- Direttiva 94/62/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 1994, sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio(27).

- Direttiva 94/63/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 1994, sul controllo delle emissioni di composti organici volatili (COV) derivanti dal deposito della benzina e dalla sua distribuzione dai terminali alle stazioni di servizio(28).

- Direttiva 96/49/CE del Consiglio, del 23 luglio 1996, sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al trasporto di merci pericolose per ferrovia(29).

- Direttiva 96/59/CE del Consiglio, del 16 settembre 1996, concernente lo smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili (PCB/PCT)(30).

- Direttiva 96/62/CE del Consiglio, del 27 settembre 1996, in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente(31).

- Direttiva 96/82/CE del Consiglio, del 9 dicembre 1996, sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti con-nessi con determinate sostanze pericolose(32).

- Direttiva 97/68/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 1997, concernente i prov-vedimenti da adottare contro l’emissione di inquinanti gassosi e il particolato inquinante prodotti dai motori a combustione interna destinati all’installazione su mac-chine mobili non stradali(33).

- Regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio, del 9 dicembre 1996, relativo alla protezione di specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio(34).

- Direttiva 98/8/CE del Parlamento europeo e del Con-siglio, del 16 febbraio 1998, relativa all’immissione sul mercato dei biocidi(35).

- Direttiva 98/70/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 ottobre 1998, relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel (36).

- Direttiva 98/83/CE del Consiglio, del 3 novembre 1998, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano(37).

- Direttiva 1999/13/CE del Consiglio, dell’11 marzo 1999, sulla limitazione delle emissioni di composti orga-nici volatili dovute all’uso di solventi organici in talune attività e in taluni impianti(38).

- Direttiva 1999/30/CE del Consiglio, del 22 aprile 1999, concernente i valori limite di qualità dell’aria am-biente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo(39).

- Direttiva 1999/31/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti(40).

- Direttiva 1999/32/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999, relativa alla riduzione del tenore di zolfo di alcuni combustibili liquidi(41).

- Direttiva 2000/53/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 settembre 2000, relativa ai veicoli fuori uso(42).

- Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque(43).

(22) GU L 375 del 31.12.1991, pag. 1.(23) GU L 377 del 31.12.1991, pag. 20.(24) GU L 206 del 22.7.1992, pag. 7.(25) GU L 409 del 31.12.1992, pag. 11.(26) GU L 214 del 26.8.2003, pag. 18.(27) GU L 365 del 31.12.1994, pag. 10.(28) GU L 365 del 31.12.1994, pag. 24.(29) GU L 235 del 17.9.1996, pag. 25.30) GU L 243 del 24.9.1996, pag. 31.(31) GU L 296 del 21.11.1996, pag. 55.(32) GU L 10 del 14.1.1997, pag. 13.(33) GU L 59 del 27.2.1998, pag 1.(34) GU L 61 del 3.3.1997, pag. 1.(35) GU L 123 del 24.4.1998, pag. 1.(36) GU L 350 del 28.12.1998, pag. 58.(37) GU L 330 del 5.12.1998, pag. 32.(38) GU L 85 del 29.3.1999, pag. 1.(39) GU L 163 del 29.6.1999, pag. 41.(40) GU L 182 del 16.7.1999, pag. 1.((41) GU L 121 dell’11.5.1999, pag. 13.(42) GU L 269 del 21.10.2000, pag. 34.(43) GU L 327 del 22.12.2000, pag. 1.

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VI

- Direttiva 2000/69/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2000 concernente i valo-ri limite per il benzene ed il monossido di carbonio nell’aria ambiente(44).

- Direttiva 2000/76/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 dicembre 2000, sull’incenerimento dei rifiuti(45).

- Regolamento (CE) n. 2037/2000 del Parlamento eu-ropeo e del Consiglio, del 29 giugno 2000, sulle sostanze che riducono lo strato di ozono(46).

- Direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 marzo 2001, sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati(47).

- Direttiva 2001/80/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2001, concernente la limita-zione delle emissioni nell’atmosfera di taluni inquinanti originati dai grandi impianti di combustione(48).

- Direttiva 2002/3/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2002, relativa all’ozono nell’aria(49).

- Direttiva 2002/95/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 gennaio 2003, sulla restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche(50).

- Direttiva 2002/96/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 gennaio 2003, sui rifiuti di apparec-chiature elettriche ed elettroniche (RAEE)(51).

- Direttiva 2004/107/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 dicembre 2004, concernente l’arsenico, il cadmio, il mercurio, il nichel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell’aria ambiente(52).

- Regolamento (CE) n. 648/2004 del Parlamento eu-ropeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004, relativo ai detergenti(53).

- Regolamento (CE) n. 850/2004 del Parlamento eu-ropeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, relativo agli inquinantiorganici persistenti(54).

- Direttiva 2005/55/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 settembre 2005, concernente il ravvi-cinamentodelle legislazioni degli Stati membri relative ai provvedimenti da prendere contro l’emissione di in-quinanti gassosi e di particolato prodotti dai motori ad accensione spontanea destinati alla propulsione di vei-coli e contro l’emissione di inquinanti gassosi prodotti dai motori ad accensione comandata alimentati con gas naturale o con gas di petrolio liquefatto destinati alla propulsione di veicoli(55).

- Direttiva 2005/78/CE della Commissione, del 14 novembre 2005, che attua la direttiva 2005/55/CE del Parlamento europeo e del Consiglio concernente il rav-

vicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai provvedimenti da prendere contro l’emissione di in-quinanti gassosi e di particolato prodotti dai motori ad accensione spontanea destinati alla propulsione di vei-coli e contro l’emissione di inquinanti gassosi prodotti dai motori ad accensione comandata alimentati con gas naturale o con gas di petrolio liquefatto destinati alla propulsione di veicoli e ne modifica gli allegati I, II, III, IV e VI(56).

- Direttiva 2006/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 febbraio 2006, relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione(57).

- Direttiva 2006/11/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 febbraio 2006, concernente l’inquina-mento provocato da certe sostanze pericolose scaricate nell’ambiente idrico della Comunità(58).

- Direttiva 2006/12/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006, relativa ai rifiuti(59).

- Direttiva 2006/21/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2006, relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive(60).

- Direttiva 2006/40/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2006, relativa alle emissioni degli impianti di condizionamento d’aria dei veicoli a motore(61).

- Direttiva 2006/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 settembre 2006, sulla qualità delle acque dolci che richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci(62).

- Direttiva 2006/66/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 settembre 2006, relativa a pile e accu-mulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori(63).

(44) GU L 313 del 13.12.2000, pag. 12.(45) GU L 332 del 28.12.2000, pag. 91.(46) GU L 244 del 29.9.2000, pag. 1.(47) GU L 106 del 17.4.2001, pag. 1.(48) GU L 309 del 27.11.2001, pag. 1.(49) GU L 67 del 9.3.2002, pag. 14.(50) GU L 37 del 13.2.2003, pag. 19.(51) GU L 37 del 13.2.2003, pag. 24.(52) GU L 23 del 26.1.2005, pag. 3.(53) GU L 104 dell’8.4.2004, pag. 1.(54) GU L 158 del 30.4.2004, pag. 7.(55) GU L 275 del 20.10.2005, pag. 1.(56) GU L 313 del 29.11.2005, pag. 1.(57) GU L 64 del 4.3.2006, pag. 37.(58) GU L 64 del 4.3.2006, pag. 52.(59) GU L 114 del 27.4.2006, pag. 9.(60) GU L 102 dell’11.4.2006, pag. 15.(61) GU L 161 del 14.6.2006, pag. 12.(62) GU L 264 del 25.9.2006, pag. 20.(63) GU L 266 del 26.9.2006, pag. 1.

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VII

- Direttiva 2006/118/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, sulla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal dete-rioramento(64).

- Regolamento (CE) n. 842/2006 del Parlamento eu-ropeo e del Consiglio, del 17 maggio 2006, su taluni gas fluorurati ad effetto serra(65).

- Regolamento (CE) n. 1013/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2006, relativo alle spedizioni di rifiuti(66).

- Regolamento (CE) n. 715/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2007, relati-vo all’omologazione dei veicoli a motore riguardo alle emissioni dai veicoli passeggeri e commerciali leggeri (Euro 5 ed Euro 6) e all’ottenimento di informazioni sulla riparazione e la manutenzione del veicolo(67).

- Regolamento (CE) n. 1418/2007 della Commissione, del 29 novembre 2007, relativo all’esportazione di alcuni rifiuti destinati al recupero, elencati nell’allegato III o IIIA del regolamento (CE) n. 1013/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, verso alcuni paesi ai quali non si applica la decisione dell’OCSE sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti(68).

- Direttiva 2008/1/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 gennaio 2008, sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento(69).

(64) GU L 372 del 27.12.2006, pag. 19.(65) GU L 161 del 14.6.2006, pag. 1.(66) GU L 190 del 12.7.2006, pag. 1.(67) GU L 171 del 29.6.2007, pag. 1.(68) GU L 316 del 4.12.2007, pag. 6.(69) GU L 24 del 29.1.2008, pag. 8.

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VIII

ALLEGATO B

Elenco della normativa comunitaria adottata in base al trattato Euratom la cui violazione costituisce un illecito a norma dell’articolo 2, lettera a), punto ii), della pre-sente direttiva.

- Direttiva 96/29/Euratom del Consiglio, del 13 maggio 1996, che stabilisce le norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti(1).

- Direttiva 2003/122/Euratom del Consiglio, del 22 dicembre 2003, sul controllo delle sorgenti radioattive sigillate ad alta attività e delle sorgenti orfane(2).)

- Direttiva 2006/117/Euratom del Consiglio, del 20 novembre 2006, relativa alla sorveglianza e al controllo delle spedizioni di rifiuti radioattivi e di combustibile nucleare esaurito(3).

(1) GU L 159 del 29.6.1996, pag. 1.(2) GU L 346 del 31.12.2003, pag. 57.(3) GU L 337 del 5.12.2006, pag. 21.

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FORMULARelazione + casi concreti più frequenti + question time

RELATORIDott. Maurizio Santoloci - Magistrato di Cassazione

La nozione base di “rifiuto” e “non rifiuto”. Il sottoprodotto e materie prime secondarie disciplinate dal D.Lgs. n. 152/2006; confronto con le nuove definizioni di sottoprodotto e MPS poste dalla direttiva 2008/98/CE. La gestione dei rifiuti nella costruzione giuridica del D.L.gs n. 152/06; confronto con la nuova costruzione giuridica posta dalla direttiva 2008/98/CE

Dott. Roberto Rossi - Sostituto Procuratore della Repubblica presso il tribunale di BariFondazione Santa Chiara per lo studio del diritto e dell’economia dell’ambiente in Roma e Brussels

Aspetti penali della nuova direttiva europea in materia di rifiuti

Prof. Franco S. Toni di Cigoli - Università degli Studi di PadovaBritish Institute of International and Comparative Law (BIICL) in LondonFondazione Santa Chiara per lo studio del diritto e dell’economia dell’ambiente in Roma e Brussels

Adattamento del diritto nazionale al diritto comunitario in materia di rifiuti, con riguardo alla gestione di questi e con riferimenti al sistema consortile

ORARIOore 9:00 - 17:30

Informazioni:Dott.ssa Claudia SalvestriniConsorzio PolieCoP.zza Santa Chiara, 49 - 00186 RomaTel. 06 6896368 - [email protected]

FORMAZIONE 2009

CALENDARIO

Bari, 12 Febbraio 2009Siracusa, 12-13 Marzo 2009Oristano, 23 Aprile 2009Treviso, 14 Maggio 2009Bologna, 18 giugno 2009Varese, 9 Luglio 2009Lucca, 17 Settembre 2009Napoli, 15 Ottobre 2009Alessandria, 19 Novembre 2009Pesaro, 17 Dicembre 2009

Per motivi organizzativiProgramma e Calendario potrebbero subire variazioni

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EQUITÀ E SOSTENIBILITÀ

Bob Geldof, cantante famoso per le sue canzoni, ma anche per la sua battaglia contro la povertà, ha dichiarato in un’in-tervista rilasciata all’Agenzia Giornalistica RCS (Agr) che il concerto che ha anticipato l’insediamento del Presidente USA Barack Obama: “È stato più che altro una festa dell’ottimi-smo, l’ho trovato banale, ad eccezione dell’interpretazione di Pete Seeger e Bruce Springsteen in This Land Is Your Land di Woody Guthrie. Lì c’e stato il vero senso celebrativo”.Scritta nel 1940, ma diffusa solo nel 1945 con l’attuale titolo (l’originale “Dio benedisse l’America per me” era la rispo-sta polemica alla patriottica “Dio benedica l’America”), la canzone del socialista Guthrie è divenuta con il tempo un vero cult della canzone folk americana e vi furono dissensi e perplessità quando George W. Bush la utilizzò durante la campagna elettorale nel 2000.La riproposizione effettuata in occasione del concerto al Lincoln Memorial di Washington (D.C.) per la cerimonia di formale insediamento del nuovo Presidente, da due icone

del folk e rock, quali Seeger (89 anni) e Springsteen (60 anni), ha assunto il valore simbolico della sua giusta col-locazione.È risaputo che Bruce “The Boss” Springsteen ha sempre espresso con la sua musica denuce sociali, come è altret-tanto noto che ha sempre partecipato polemicamente alle campagne elettorali statunitensi fin da “Born in the USA” (1984), prendendo netta posizione con la politica espressa dal partito Repubblicano, fino ad appoggiare apertamente la campagna di Obama nel corso del 2008, con suoi concerti che precedevano i comizi del Senatore dell’Illinois, dalla East alla West Coast, organizzati per raccogliere fondi.In occasione dell’insediamento di Obama è uscito il suo nuo-vo album “Working on a dream”, dal titolo di uno dei brani inseriti e già distribuito singolarmente in precedenza.Se poi si pensa che in quegli stessi giorni si è celebrato l’an-niversario della nascita di Martin Luther King, il riferimento al suo celebre discorso “I have a dream” è piuttosto facile

Obama ha presentato il suo “Green Team”, ma quello “Grigio” ha più poteri e risorse

“STO LAVORANDO AD UN SOGNO,ANCHE SE È MOLTO LONTANO”… PIÙ DI QUANTO SI IMMAGINI!

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e scopertamente pubblicitario è l’intento, anche perché la canzone dopo tutto ha risvolti intimistici.Più disincantato il comportamento di Seeger, la cui elabo-razione del vecchio gospel “We Shall Overcome”, divenne per volontà dello stesso King l’inno del movimento per i diritti civili, alla fine degli anni ’50.In un’intervista su “Il Venerdì di Repubblica” del 14 no-vembre 2008, Seeger ha dichiarato “Ho sempre votato. Oggi la mia preferenza è andata ad Obama, ma so che farà compromessi che non mi piaceranno”. Rispondendo quindi, alla domanda se intravedesse in Obama un nuovo Martin Luther King rispondeva “No, ma potrebbe aprire la strada a qualcuno che gli somigli”.Probabilmente, di fronte alla crisi finanziaria e alle resistenze dei poteri forti, il neo-Presidente sarà costretto a rivedere misure e tempi del suo programma e magari accettare con-dizionamenti, quel che più conta, però, è che venga attuata quella discontinuità socio-culturale con la precedente ammi-nistrazione che la gente ha intravisto nella sua vocazione.

La squadra ambientaleIn questo contesto, la scelta della squadra di Governo è fondamentale per capire le reali intenzioni politiche dell’Am-ministrazione Obama.Limitiamo la nostra analisi, come abbiamo fatto in prece-denti articoli, agli aspetti di politica ambientale statunitense, che hanno riflessi importanti per il mondo intero, stante il ruolo di leadership che gli USA hanno avuto in passato, escludendo gli otto anni di presidenza Bush.“L’energia pulita sarà fondante per ricostruire l’economia americana”, ha dichiarato Bracken Hendricks, analista del Center for American Progress e Consigliere presidenziale per la squadra che dovrà gestire la transizione.Nel suo “Stimulus Plan”, il pacchetto di misure che Obama presenterebbe subito dopo il suo insediamento per dare impulso all’economia, sono contenute spese ingenti per progetti eco-compatibili, in cui il risparmio energetico e la riduzione dell’inquinamento saranno componenti essenziali per il rilancio dell’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro.Non è dato ancora sapere a quanto ammonterà la cifra annua che verrà destinata per il pacchetto (si parla di una cifra da 450 a 700 miliardi di dollari), ma di certo una buona fetta verrà assorbita dalla parte del programma Obama-Biden, in cui sono previsti interventi sull’edilizia, sull’efficienza ener-getica in edilizia, per nuove e vecchie costruzioni, nonché misure per ridurre il consumo energetico all’origine, incentivi statali e dei governi locali per gestire la transizione e per progetti infrastrutturali.Durante la campagna, Obama aveva promesso un provvedi-mento per affrontare il Global Warming tramite la riduzione delle emissioni di carbonio, pur consentendo alle imprese di acquistare e far commercio dei permessi per emettere (Cape and Trade). Con le entrate derivanti dalla vendita di tali permessi (sono previsti 150 miliardi di dollari in dieci anni) verranno finanziati progetti per l’efficienza energetica e per l’implementazione di fonti di energia rinnovabili, in modo da ridurre progressivamente la dipendenza degli USA dai combustibili fossili.

Vediamo più analiticamente i componenti della squadraDal 1976 è insediato, presso la Casa Bianca, l’Ufficio per

la Politica Scientifica e Tecnologica (OSTP) che svolge un importante ruolo per le scelte politiche nazionali, a capo del quale c’è il consulente scientifico del Presidente, ruolo che in passato è stato svolto da apprezzate personalità.Secondo un Rapporto di aggiornamento critico del Woodrow Wilson International Center for Scholars, presentato nel giugno dello scorso anno, il ruolo del consulente scientifico: “dovrebbe assolvere ad un compito centrale nella definizione delle priorità di finanziamento per la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica”.Scienza e Tecnologia hanno ormai assunto un ruolo decisivo per sostenere lo sviluppo economico e sociale e per affron-tare con successo le sfide del XXI secolo, per cui il nuovo Presidente dovrebbe “nominare un individuo di straordi-narie conoscenze perché, oltre ad avere la sua totale fiducia, deve aver accesso ad ogni tipo di informazione ed essere coinvolto nella definizione delle politiche nazionali”.Il 20 dicembre 2008, il Presidente Barack Obama, ha scelto per questo ruolo, John Holdren (n. 1944), Direttore della Kennedy School’s Science, Technology , Public Policy Pro-gram, presso il Belfer Center for Science and International Affairs dell’Università di Harvard. Holdren, laureato in ingegneria spaziale e fisica dei plasmi, è uno specialista di politiche e tecnologie energetiche, di cambiamenti climatici e di controllo delle armi nucleari. È stato uno strenuo sostenitore della necessità che il Gover-no sottoponga a regolamentazione la riduzione dei gas ad effetto serra.Pertanto, il suo curriculum si inserisce adeguatamente nel piano del neo-Presidente di voler allontanare il Paese dall’uso dei combustibili fossili per ridurre la produzione di CO

2 dell’80%, rispetto ai livelli del 1990, entro il 2050.

Inoltre, Holdren propugna una forte innovazione in termini di efficienza e di sviluppo di fonti rinnovabili di energia: “Oggi più che mai, la scienza è la chiave per la nostra so-pravvivenza sul pianeta e la nostra sicurezza e prosperità come nazione - ha sottolineato Obama annunciando il suo consulente scientifico - è ora di far ritornare la scienza al primo posto dell’ordine del giorno, lavorando per ripristinare il ruolo di leader mondiale dell’America nel campo della scienza e della tecnologia”.

La settimana prima (15 dicembre 2008), Obama aveva annunciato i nominativi dei membri della sua squadra di Governo che si occuperà di energia e ambiente, subito denominata “Green Team”, con il compito di sviluppare le politiche di riduzione delle emissioni di carbonio e di creare posti di lavoro (green jobs) in grado di trainare l’economia statunitense caduta in una profonda recessione.

Steven Chu (n. 1943), guiderà il Dipartimento per l’Energia.Direttore del Laboratorio Nazionale “Lawrence” all’Univer-sità di Berkeley (Ca) e Premio Nobel per la Fisica nel 1997, Chu è un esperto in questioni climatiche e impegnato nella ricerca sulle fonti energetiche alternative.In un articolo su “I biocarburanti del futuro saranno prodotti su misura”, apparso su “The Economist” il 19 giugno 2008, dove veniva illustrato un progetto messo in piedi dall’Istituto di Bioscienze per l’Energia (EBI), in collaborazione con il Lawrence Laboratory di Berkeley e finanziato dalla BP, Chu veniva indicato come l’uomo “dell’economia del glucosio, in grado di sostituire l’attuale economia del petrolio. Il glu-

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cosio, il più comune monomero dello zucchero, sarebbe trasformato in carburante e perfino in polimeri equivalenti a quelli derivati dal petrolio come le bioplastiche, in impianti localmente distribuiti e inviati a tutto il mondo”.“La nomina di Chu - ha detto Obama con un’implicita nota polemica nei confronti dell’Amministrazione Bush - deve esse-re un segnale per tutti che la mia amministrazione valorizzerà la scienza e farà le proprie scelte basandosi sui fatti”.Alcuni esponenti del Partito democratico, tuttavia, avreb-bero espresso perplessità per la mancanza di esperienza politica di Chu.

Passando poi a presentare gli altri membri del Green Team, Obama ha affermato che “la squadra che ho qui riunito oggi è l’unica in grado di affrontare le grandi sfide dell’attuale momento. Questi individui sono esperti di direzione e manager compiuti, pronti per riformare l’azione di governo e ad aiutare a trasformare l’economia in modo che i nostri concittadini siano più prosperi, la nazione più sicura e il Pianeta protetto. Sono ansioso di lavorare con loro nei prossimi anni”.

Carol M. Browner (n. 1955), sarà Assistente del Presidente per l’Energia e i Cambiamenti Climatici.A capo dell’Agenzia Federale per l’Ambiente (EPA) sotto l’Amministrazione Clinton, la Browner è l’attuale Presidente della National Audobon Society per la conservazione della flora e della fauna statunitensi.Per lei Obama ha creato un nuovo ruolo, una specie di coordinatore delle varie Agenzie federali che hanno compe-tenze in materia energetica ed ambientale, tanto che i media l’hanno già ribattezzata la “zarina del clima”.Il suo curriculum è ricco di incarichi politici prestigiosi ed è stata collaboratrice, tra gli altri di Al Gore e dell’ex Segretario di Stato Madeleine Albright, ma soprattutto, vuole una chiara rottura con l’Amministrazione Bush da lei definita “la peggiore Amministrazione di sempre sulle tematiche ambientali”.

Lisa Jackson (n. 1962), sarà a Capo dell’Environment Pro-tection Agency (EPA).In molti ritenevano che con un nuovo Presidente l’EPA sarebbe stata, tra le varie Agenzie federali, quella che avreb-be subito le maggiori modifiche dei vertici, essendo stata accusata in più occasioni di assumere deliberazioni sotto l’in-fluenza delle scelte politiche della Casa Bianca, tanto che nel febbraio 2008, 19 leader sindacali che rappresentano 10.000 dipendenti dell’EPA, su 17.000 che vi svolgono le attività, avevano inviato una lettera a Stephen L. Johnson, Ammini-stratore dell’EPA, sostenendo che egli aveva ripetutamente violato gli standard di integrità scientifica dell’Agenzia.Già nel giugno 2007, dopo che l’Agenzia federale aveva deciso di negare allo Stato della California di regolamen-tare le emissioni di scarico delle automobili, respingendo la decisione che il riscaldamento globale rappresenti una minaccia per il benessere pubblico, Obama aveva dichiarato che “la lentezza con cui è monitorata la qualità dell’acqua e dell’aria è profondamente inquietante, che un’altra Ammi-nistrazione deve cambiare, dando nuovo slancio all’EPA”.“Il ritardo non è più un’opzione. Il diniego non è più una ri-sposta accettabile - ha dichiarato ancora sull’argomento Obama in un messaggio in videotape rivolto ai Delegati di Governo alla Conferenza ad alto livello sui cambiamenti climatici di Pechino (cfr: “Il drago si fa verde”, in Regioni&Ambiente, n. 12 dicembre 2008, pag. 8 e segg.), assicurando che avrebbe spinto per un sistema federale di Cap and Trade - la posta in gioco è troppo alta, le conseguenze sono troppo gravi”.Gli ambientalisti, inoltre, ritengono che se l’EPA istituisse quanto prima un limite alle emissioni in atmosfera, già previ-sto da una sentenza della Corte Suprema dello scorso anno, sarebbe un vero impulso per i legislatori ad approntare una normativa di riferimento, anche se ha destato perplessità tra gli ambientalisti le dichiarazioni del Presidente della Camera dei rappresentanti USA, Nancy Pelosi.Conversando con i giornalisti in Campidoglio in merito al-pp gg pp gg

John Holdren Steven Chu

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la scadenza di Dicembre 2009 per la conclusione di un negoziato per un nuovo accordo internazionale sui cambia-menti climatici, la Pelosi avrebbe affermato che pur essendo sensibili su Copenhagen e su tutto ciò che ne consegue e nonostante i Democratici abbiano i voti necessari per far passare la Legge sul “Cap and Trade”, non è in grado di garantire che il neo-Presidente possa firmare tale legge prima di Copenhagen (Environmental News Network, 16 gennaio 2009).La Jackson, ingegnere chimico, sembra essere ritagliata su misura per questo ruolo, avendo lavorato per 16 anni all’EPA, principalmente nei programmi di bonifica di siti inquinati e di controllo e vigilanza sulla gestione dei rifiuti pericolosi. Quindi, ha svolto il ruolo di Commissario del Dipartimen-to di Protezione Ambientale dello Stato del New Jersey, divenendo, successivamente Capo di Gabinetto del Gover-natore. Giudicata dai suoi detrattori troppo “politicizzata” nel prendere decisioni, resta tuttavia l’impressione che si tratti di una “tosta”.

Infine, Nancy Sutley (n. 1962), presiederà il Consiglio sul-la Qualità Ambientale, la divisione dell’amministrazione statunitense che “coordina gli sforzi federali in materia am-bientale e lavora a stretto contatto con le Agenzie e gli altri uffici della Casa Bianca nell’implementazione di politiche ed iniziative ambientali”.La Sutley, “Deputy Major” (Vicesindaco) e Assessore di Los An-geles con deleghe all’energia e all’ambiente, è stata consulente per l’energia dell’ex governatore della California Gray Davis, e membro del Consiglio di Amministrazione del Metropolitan Water District for Southern California, cui spetta la “patata bollente” di assegnare e aggiudicare i diritti di approvvigio-namento idrico in uno Stato perennemente assetato.Ha conseguito notorietà per essere stata individuata dal Sindaco di Los Angeles come la persona più adatta a far centrare l’obiettivo che si era prefissato di fare della sua

città “la più verde delle grandi città d’America”, allorché la Sutley ammodernò i 500 edifici più vecchi, renden-doli più efficienti energeticamente e imponendo norme ambientalmente sostenibili per i nuovi edifici commericiali di grandi dimensioni.Laureata in Scienze Politiche con un Master in Pubblica Amministrazione alla Kennedy School of Governement ad Harvard, le vengono unanimemente riconosciute doti di ottima amministratrice in grado di risolvere abilmente que-stioni burocratiche.

I media hanno dato meno risalto, anche perché avvenute successivamente, alle nomine di altri Segretari le cui com-petenze hanno, tuttavia, notevoli risvolti ambientali e che possono, soprattutto, disporre di ingenti risorse finanziarie. Ci riferiamo, in particolare, ai Segretari agli Interni, all’Agri-coltura e ai Trasporti, che per le personalità degli incaricati, si potrebbe definire la “Squadra Grigia”, considerando che tali scelte hanno suscitato delle perplessità.

Kenneth L. Salazar (n. 1955), Segretario agli Interni, le cui competenze vanno dall’uso del territorio, alla gestione delle risorse idriche, alla conservazione della biodiversità.Senatore Democratico del Colorado, che, come riportano le agenzie di stampa, al di fuori delle sedi istituzionali è difficile incontrare senza stivali e cappello da cowboy.L’avvocato Salazar, che si dichiara “moderato”, ha assunto in varie occasioni decisioni contrarie a quelle della base del partito.È stato Direttore del Colorado Departement of Natural Re-sources (CRD), contribuendo a creare un vasto programma di conservazione del territorio e come Senatore si è fatto promotore di una proposta di legge (decaduta) per proteg-gere in modo permanente ampie aree naturali degli USA. Ma ha poi sostenuto l’Amministrazione Bush nello svincolare le terre pubbliche del Nord-Ovest del CRD (Rohan Plateau) a pp pp ( )

Carol M. Browner Lisa Jackson Nancy Sutley

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fini di sfruttamento petrolifero. Contrario alle perforazioni all’interno del National Artic Wildlife Refuge e fautore di una limitazione di quelle off-shore al largo della Florida, ma ha votato contro l’aumento del carburante standard, contro l’abrogazione delle agevolazioni fiscali per le società petrolifere, contro la legge che avrebbe imposto di tener conto del riscaldamento globale nei progetti di rete ed ap-provvigionamento idrico.Durante la Campagna elettorale per le primarie del partito Democratico ha sostenuto il candidato Joe Liebermann, discusso Senatore Democratico, favorevole alla guerra in Iraq, durante le primarie del Partito Democratico.Quando si era diffusa la voce di una sua candidatura, 150 gruppi e associazioni ambientaliste, avevano inviato il 18 dicembre, una petizione ad Obama, affinché prendesse in considerazione la nomina di Raúl Grijalva, Deputato De-mocratico dell’Arizona, anche lui di origine ispanica, con un curriculum ambientalista di tutto rispetto, ma non hanno ricevuto ascolto. Alla nomina di Salazar gli ambientalisti hanno affermato che sono stati molto contenti di tale scelta le comunità rurali e i gruppi industriali e minerari.

Tom Vilsack (n. 1950), Segretario all’Agricoltura, Diparti-mento che incide sulla qualità dell’ambiente, visto che ha competenze in merito alle produzioni e pratiche agricole e al controllo sul patrimonio forestale.Fortemente contrario ai sussidi statali per le grandi aziende agricole e fautore, viceversa, della piccola impresa familiare, l’ex Governatore democratico dell’Iowa è, come Obama, un sostenitore dei biocarburanti e dei prodotti biologici, ma è a favore della soppressione dei diritti delle città e contee di limitare l’uso delle sementi geneticamente modificate, per lasciare che queste decisioni siano mantenute dallo Stato. Nell’Iowa, l’etanolo per autotrazione derivato dal mais ha avuto notevole incremento di produzione, nella convinzione che questa soluzione dà un contributo alla lotta contro il

riscaldamento globale, in attesa di soluzioni tecnologiche più sostenibili, in grado di estrarlo da rifiuti e scarti agricoli.Durante la Campagna elettorale, ha dichiarato di voler pro-muovere l’agricoltura biologica, ma è anche assertore della necessità di diffondere le biotecnologie, tanto da risultare “tifoso” (“cheerleader” è il termine usato in un articolo di AlterNet on-line del 18/12/2008) della TransOva, una società dell’Iowa specializzata nella clonazione dei bovini.Figura controversa, quindi, che ha suscitato contrastanti giudizi, tanto che quando si è diffusa la voce di una sua probabile nomina all’USDA, l’Associazione dei Consumatori di Cibi Organici (OCA), aveva organizzato una massiccia campagna di 20.000 e-mail inviate a Obama per abbando-nare tale ipotesi.Probabilmente, oltre a meriti e demeriti, c’era stato un precedente accordo tra i due, al momento del ritiro della candidatura di Vilsack nella corsa alla Casa Bianca.

Ray LaHood, (n. 1945), Segretario ai Trasporti, Dipartimento che ha competenze per la costruzione di strade, per i tra-sporti ferroviari, per la navigazione aerea e marittima, per le norme di sicurezza e i limiti di velocità delle auto.L’ex-insegnante di Scuola Superiore gestirà, insomma, una consistente fetta delle ingenti somme dello “Stimulus Plan” come i fondi per il salvataggio delle Case Automobilistiche e per la costruzione di nuove infrastrutture.Dovrà, quindi, incrociarsi con altri aspetti della politica am-bientale quali: l’uso di carburanti, l’innovazione tecnologica, la pianificazione urbana e la sostenibilità dei trasporti.La costruzione di nuove autostrade nelle aree periferiche delle grandi città è la richiesta più urgente che proviene da tutti i Governatori.Questa impostazione, però, non è condivisa dagli ambientalisti che in un articolo su World Changing del 12/01/2009 hanno osservato che costruire nuove strade non si concilia con un programma ambientale, sarebbe come q p g ,

Ray LaHoodTom VilsackKenneth L. Salazar

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costruire nuovi impianti a carbone per produrre energia elettrica. In questo momento, critico niente potrebbe es-sere più dannoso della costruzione di nuove strade: “non si può costruire una strada per farci uscire dall’ingorgo in cui ci si trova”.Si indicavano, quindi, alcuni punti prescrittivi: fermare lo sprawl (limitare le costruzioni alle periferie urbane) e inve-stire su trasporti pubblici e locali.Il Capo redattore (Alex Steffen) di World Changing in un articolo apparso, su The Times del 07/12/2008, aveva sotto-lineato che gli Stati Uniti: “hanno bisogno di un Segretario ai Trasporti che segua questi parametri, senza questa visione nessuna delle promesse di Obama su clima, città, efficienza energetica, nuovi posti di lavoro, potrà essere soddisfatta”.Pertanto la nomina di LaHood non è piaciuta agli ambientalisti, ma neppure a molti democratici.È vero che c’è uno stretto legame tra cambiamenti climatici e uso del territorio, ma Obama ha bisogno di creare subito nuovi posti di lavoro, finanziando progetti già pronti o da completare (“shovel ready”).È pur vero che Obama, nel corso della Campagna elettorale aveva promesso di inserire nella sua Amministrazione espo-nenti Repubblicani, ma la critica che gli viene mossa è quella di aver loro affidato i Trasporti, rinunciando a nominare il Governatore, ugualmente Repubblicano, della California, Arnold Schwarzenegger che era in lizza e dava maggiori garanzie di politiche sostenibili.

A ridurre l’impatto negativo agli occhi degli ambientalisti, c’è da tener conto che Obama può fare affidamento sulla que-stione climatica e sui temi della sostenibilità, dell’esperienza politica e scientifica di altre due personalità del calibro di: Al Gore e James Hansen.L’ex Vicepresidente USA nell’Amministrazione Clinton , non-ché candidato alle presidenziali del 2000, e “sconfitto” da George W. Bush, ha rinunciato alla politica attiva, nonostante

avesse acquisito grande notorietà per l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace (2007), per dedicarsi alla divul-gazione dei pericoli che minacciano l’umanità a causa del Global Warming.

Meno conosciuto al grande pubblico, è lo scienziato della NASA James Hansen (n. 1941), Direttore del Goodard In-situte of Space Science e considerato il “padrino” scientifico del riscaldamento globale, essendo stato il primo, in un Rapporto del 1988, a segnalarne i pericoli.In occasione del XX anniversario della sua audizione al Se-nato statunitense, ha scritto un articolo, pubblicato sul The Guardian del 23 giugno 2008, in cui, ricordando quel suo intervento che aveva suscitato polemiche, ribadiva la sua netta contrarietà alla costruzione di impianti termoelettrici a carbone che a suo dire è la maggiore delle cause antropiche dell’immissione in atmosfera di gas ad effetto serra.“Se l’umanità vuole conservare un pianeta simile a quel-lo in cui si è adattata la vita e sviluppata la civiltà, studi paleo-climatici e quelli sul cambiamento climatico in corso, suggeriscono che il livello di CO

2 [in atmosfera] dovrà essere

ridotto dagli attuali 385 ppm [parti per milione], addirittu-ra nel mese scorso è stato di 386,7 ppm, ad un massimo di 350 ppm”.Gli USA, ha osservato Hansen, non dovrebbero più utilizzare gli impianti a carbone dopo il 2025 e nel resto del mondo, nel 2030, senza attardarsi sulle tecnologie di sequestro e cattura del carbonio (CCS) che non sono ancora in grado di offrire sicurezza ed efficienza in termini di costi.Nello stesso articolo Hansen preannunciava il suo soste-gno alle dimostrazioni in corso in Gran Bretagna contro l’installazione di nuovi impianti (ndr: per tutta l’estate atti-visti ambientalisti hanno manifestato contro una centrale termoelettrica situata sulla costa del Kent).Hansen aveva attirato l’attenzione dei media, dopo l’usci-ta del libro “Censoring Science” (dicembre 2007) di Mark Bowen, in cui si mette in risalto l’attacco politico a cui lo scienziato era stato sottoposto per aver detto la verità sul riscaldamento globale.Con una serie di successive interviste ed interventi Hansen, ribadendo le sue opinioni, invitava il Presidente che sareb-be stato eletto ad intraprendere un “Piano Marshall” del carbonio, simile appunto a quello che, dopo la II Guerra Mondiale aveva garantito la ricostruzione economica dell’Eu-ropa, per aiutare il Sud del mondo a costruire le proprie alternative “pulite”.Ovviamente, dopo essere riuscito ad imporle “a casa pro-pria”.

James Hansen

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Anno Europeo della Creatività e dell’Innovazione

Innovazione scientifica e tecnologica, l’Italia nell’ultimo gruppo. USA al 1° posto“LA STRADA SI TRACCIA ANDANDO”

INNOVAZIONE E RICERCA

Caminante, son tus huellasel camino, y nada màs;caminante, no hay camino, se hace el camino al andar.Al andar se hace camino,y al volver la vista atràsse ve la senda que nuncase ha de pisar.Caminante, no hay camino,sino estelas en la mar.……….

Antonio Machado (1875-1939)Cantares XXIX da “Proverbios Y Can-tares”

Quando il famoso cantautore catalano Joan Manuel Serrat intona i versi della strofa di poesia che abbiamo propo-sto in epigrafe, da lui messi in musica nel 1969, la folla presente al concerto accompagna coralmente la canzone, quasi a riconoscersi nell’assunto di Machado (non abbiamo volutamente tradotto pedissequamente i versi per non incorrere nel rischio di compro-metterne il significato, oltre che di perderne ritmo e assonanze): la strada che intraprendiamo non esiste fin tan-to che non viene tracciata dal nostro andare ed è già storia nel momento stesso in cui ci voltiamo a guardarla, offrendoci stimoli per proseguire e inviti a non aver paura ad abbandonarla.

Crediamo che in un momento parti-colare di crisi economica e sociale, di fronte alla quale rischiamo di non rico-noscerci e di restare smarriti, bisogna rimettersi in gioco e riscoprirsi in grado di intraprendere strade nuove e nuove teorie, con pratiche e strumenti creativi ed innovativi.Abbiamo la presunzione, inoltre, che sia questo l’obiettivo principale dell’ “Anno europeo della creatività e dell’innovazione” (European Year of Creativity and Innovation), proclamato da Parlamento europeo e Consiglio UE e che è stato ufficialmente lanciato il 7 gennaio 2009 a Praga con lo slogan “Imagine. Create. Innovate”.

La cerimonia, a cui ha presenziato il Presidente della Commissione José Ma-nuel Barroso, il primo Ministro ceco Mirek Topolánek che presiederà il Con-siglio europeo nei prossimi sei mesi, i vari rappresentanti di Governo degli Stati membri e alcuni Ambasciatori dell’Anno Europeo:- il sociologo finlandese Esko Tapa-

ni Aho, Vicepresidente esecutivo di Nokia, ex Primo Ministro della Fin-landia e Presidente del Fondo per l’Innovazione Finlandese;

- il tedesco Karlheinz Brandenburg, Capo Area della Ricerca di “Electro-nic Media Techniques” e Direttore dell’Istituto Fraunhofer per la tecno-logia Digitale per i Media (IDTM), che con i suoi studi ha contribuito allo sviluppo dei moderni metodi di decodifica audio quali MP3, MPEG-2 e AAC;

- lo psicologo maltese Edward de Bo-no, fondatore del Centro Mondiale per un Nuovo Modo di Pensare di Malta e iniziatore degli studi sul pen-siero laterale che sovrintende alla creatività;

- la francese Dominique Langevin, fisi-ca della chimica, Direttrice del Centro Nazionale della Ricerca Scientifica (CNRS) e quale esperta di creme ed emulsioni ha vinto nel 2005 il Premio Oreal-UNESCO per l’Europa “Donne di Scienza”;

- l’architetto ungherese Aron Loson-czi, inventore del calcestruzzo che trasmette la luce (LiTraCon) con cui ha conseguito numerosi premi inter-nazionali;

- l’economista danese Bengt-Åke Lund-vall, Direttore dell’Unità di Ricerca Danese per le Dinamiche Industriali (DRUID), il più famoso ricercatore europeo in materia di innovazione;

- il romeno di origine che vive da trent’anni in Francia, Radu Mihãile-anu, poeta, regista, sceneggiatore e produttore, conosciuto al pubblico italiano, soprattutto, per il film tragi-comico “Uno treno per vivere”;

- la microbiologa ceca Blanka Rihova,

Vicedirettore e Capo della Divisione di Immunologia e Biologia Geneti-ca presso l’Istituto di Microbiologia dell’Accademia delle Scienze della Cekia;

- l’architetto ungherese Ernö Rubik, designer, scultore e inventore, forse il più conosciuto degli Ambasciatori al largo pubblico per il Cubo che ha preso il suo nome, con il quale puz-zle meccanico ha ottenuto numerosi premi in vari Paesi.

Costoro hanno partecipato ad una Tavola Rotonda nel corso della quale hanno adottato una serie di raccoman-dazioni per i Governi e le Istituzioni, esprimendo al contempo il loro impe-gno a contribuire al successo dell’Anno europeo del dialogo interculturale (la Presidenza Ceca ha scelto quale motto per caratterizzare i sei mesi di lavoro “Europa senza Frontiere”) e per favo-rire un dibattito a lungo termine sulla creatività e sull’innovazione, che so-no cruciali per la futura posizione nel mondo dell’Europa.C’è stato unanime consenso sul fatto che gli investimenti per l’istruzione e per il conseguimento di competenze e capacità creative degli europei do-vrebbero costituire le priorità di azione delle Istituzioni dell’Unione Europea e dei Governi.Gli ambasciatori hanno sottolineato, inoltre, che sarebbe un errore fonda-mentale ridurre le spese per ricerca, sviluppo e istruzione, nel contesto dell’attuale crisi. A loro dire la crea-tività e l’innovazione sono strumenti essenziali per affrontare le sfide del-la nostra epoca, tra cui l’incremento demografico, la globalizzazione, i cam-biamenti climatici, e per la transizione dell’Unione Europea verso una società basata sulla conoscenza.“La creatività e la capacità di innovare sono qualità umane fondamentali - ha dichiarato il Commissario europeo per l’Istruzione, la Formazione, la Cultu-ra e la Gioventù, Jan Figel’ – esse albergano in ognuno di noi e ad es-se ricorriamo in numerose situazioni

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terno che all’esterno del mercato del lavoro, sull’importanza della creatività, della conoscenza e del-la flessibilità ai fini di un’esistenza prospera e appagante in un’epoca segnata da rapidi progressi tecnolo-gici e da una sostenuta integrazione globale, offrendo alle persone i mez-zi per migliorare le prospettive di carriera in tutti settori in cui la cre-atività e la capacità di innovazione svolgono un ruolo importante;

i) promuovere il design quale attività creativa che contribuisce significa-tivamente all’innovazione, nonché le capacità di gestione dell’inno-vazione della progettazione, ivi compresi nozioni di base in materia di protezione delle de la proprietà intellettuale;

j) sviluppare la creatività e la capacità di innovazione nelle organizzazio-ni private e pubbliche attraverso la formazione, e incoraggiarle ad uti-lizzare al meglio le capacità creative sia dei lavoratori sia dei clienti.

Le misure da adottare per conseguire gli obiettivi di cui sopra comprendono le seguenti attività a livello europeo, nazionale, regionale o locale in rela-zione agli obiettivi e alle tematiche

dell’anno europeo della creati-vità e dell’innovazione:• conferenze, eventi ed

iniziative volti a pro-muovere il dibattito e a sensibilizzare all’impor-tanza della creatività e della capacità di inno-vazione;

• campagne di informa-zione e di promozione per diffondere messag-gi chiave;

• definizione di esem-pi di buone pratiche e diffusione di infor-mazioni sull’azione a favore della creatività e della capacità di in-novazione;

tutti i bambini fin dalla tenera età, anche nelle attività prescolastiche;

d) sensibilizzare all’importanza della creatività, dell’innovazione e dello spirito imprenditoriale sia per lo svi-luppo personale che per la crescita economica e l’occupazione, favoren-do una mentalità imprenditoriale, in particolare tra i giovani, attra-verso la cooperazione con il mondo dell’impresa;

e) promuovere nel campo della ma-tematica, delle scienze e delle tecnologie l’insegnamento di com-petenze sia di base che avanzate, favorevoli all’innovazione tecnolo-gica;

f) sollecitare l’apertura al cambiamen-to, alla creatività e alla risoluzione di problemi in quanto competenze favorevole all’innovazione e ap-plicabili ai più disparati contesti professionali e sociali;

g) aprire ulteriormente l’accesso a va-rie forme di espressione creativa sia lungo l’intero percorso scolastico, sia attraverso attività non formali e in-formali destinate ai giovani;

h) sensibilizzare il pubblico, sia all’in-

ed occasioni, consapevolmente e non. Con questo Anno Europeo, vorrei far sì che cittadini europei comprendano che, promuovendo i talenti umani e la capacità umana di innovare, si può dar vita ad un’Europa migliore e aiu-tarla a sviluppare il suo potenziale sia economico e sociale”.“Non c’è mai stato momento migliore per l’Europa di mostrare flessibilità - ha insistito Figel’- Non sappiamo quanto tempo durerà questa crisi e quanto sarà profonda. Ma quando sarà finita, coloro che hanno investito in creatività e inno-vazione saranno più competitivi”.

L’Anno Europeo della Creatività e dell’Innovazione, secondo quanto previsto nel documento deliberativo, ha per obiettivo principale di soste-nere gli sforzi degli Stati membri per promuovere la creatività attraverso l’apprendimento permanente in quan-to motore dell’innovazione e fattore chiave dello sviluppo di competenze personali, professionali, imprenditoriali e sociali, nonché del benessere di tutti gli individui nella società.L’obiettivo specifico consiste nel mettere in evidenza, tra l’altro, i seguenti fattori che possono contribuire a stimolare la creatività e la capacità di innova-zione:a) creare un ambiente

propizio all’innova-zione e all’adattabilità in un mondo in rapi-da evoluzione;

b) sottolineare l’aper-tura alla diversità culturale quale mez-zo per favorire la comunicaz ione interculturale e pro-muovere legami stretti fra le arti, così come con le scuole e le uni-versità;

c) stimolare la sensibili-tà estetica, lo sviluppo emozionale, il pensiero creativo e l’intuizione in

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nazionale, regzione agli ob

dell’anvi•

a stimolare lai innova-

e in

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• realizzazione di indagini studi su scala comunita-ria o nazionale.

Senza entrare nel merito delle polemiche che sono state alimentate nell’autun-no scorso circa le risorse destinate alla Ricerca dal-la Finanziaria 2009 che vertevano su una loro ridu-zione ovvero sulla necessità di evitare una distribuzio-ne a pioggia, attenendoci ai numeri non c’è dubbio, tuttavia, che per il settore quale destinate dalla Finan-ziaria 2009 hanno subito una consistente riduzione, soprattutto, in quei settori pubblici che ne dovrebbero esserne i promotori (Mini-stero Istruzione, Università, Ricerca e Ministero per i Beni e le Attività culturali, ENEA, ecc.).Si potrebbe osservare che se le stime di Eurostat in-dicano per il nostro Paese un calo del PIL del 2%, è normale che anche le vo-ci di spese subiscano una contrazione che non sposta in termini percentuali la lo-ro incidenza sul PIL.Il problema, però, è che le spese sostenute da imprese, istituzioni pub-bliche, istituzioni no profit e università, assommava-no soltanto all’1,14% del PIL, secondo le rilevazioni dell’ISTAT relative alla Ri-cerca e Sviluppo in Italia, diffuse il 2 novembre 2008, a carico, peraltro, per più della metà delle imprese private.Non ci si deve stupire, quindi, se l’Italia perde posizione nelle varie clas-sifiche che vengono stilate

in proposito.Da ultimo, la Rete Informa-tiva, Scienza e Tecnologia (RISeT), presso il Ministero degli Esteri, che distribuisce le informazioni tecnologi-che ad alto valore aggiunto raccolte dagli addetti scien-tifici e tecnologici, ha reso noto con un comunicato stampa all’ANSA del 24 dicembre 2008 che nel-la graduatoria COSTII (Composite S&T Innova-tion Index), relativa alla capacità di innovazione scientifica e tecnologica, l’Italia tra i Paesi OCSE si colloca nell’ultimo gruppo, con Repubblica Ceca, Slo-vacchia e Polonia.Né poteva essere diversa-mente dal momento che l’indice COSTII, che viene utilizzato dalla IMD Busi-ness School (Svizzera) tiene conto della capacità e dei risultati dei Paesi, ma anche dell’operatività dell’or-ganizzazione e dei loro indirizzi programmatici, elaborati su dati OCSE-IMD (International Institute for Management Development) e WEF (Word Economic Fo-rum), prendendo in esame le varie posizioni consegui-te dai singoli Paesi nelle graduatorie stilate a livello mondiale sulla competitivi-tà scientifica e tecnologica, dalle quali l’Italia risulta oc-cupare tra il 42° posto (il migliore) per competitività tecnologica e il 49° posto (il peggiore) per l’Indice di Competitività Globale (vedi tabella).

Fonte: WEF

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Puli Ecol recuperi srlvia A. Merloni, sn Zona ind.le Taccoli62027 San Severino Marche (MC)Tel. 0733 645643 - [email protected]

Puli Ecol Recuperi srl

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SERVIZI AMBIENTALI

di Luca Romagnoli

LA RACCOLTA DIFFERENZIATA IN PROVINCIADI MACERATA RAGGIUNGE QUOTA 47%Grazie a cittadini, a Comuni, alla Provincia ed al Consorzio

La raccolta differenziata nella provin-cia di Macerata ha raggiunto nel mese di dicembre 2008 il 46,88%, rispetto al 29,85% dello scorso anno. Con questo risultato il COSMARI e la Provincia di Macerata si pongono a livelli altissimi, sia a confronto delle altre province mar-chigiane che di quelle del centro-Italia, raggiungendo e superando, come pre-visto, gli obiettivi fissati dalla legge.

Questo importante traguardo è sta-to raggiunto tramite una politica di gestione dei rifiuti congegnata in ma-niera unitaria tra Provincia, Comuni e COSMARI, e soprattutto con la perseve-ranza con cui 15 Comuni hanno avviato sul proprio territorio il servizio di rac-colta “porta a porta”, contribuendo ad intraprendere una vera e propria rivo-luzione nel modo di concepire i rifiuti da parte dei cittadini che, ormai, hanno ben compreso come plastica, carta e cartone, vetro, alluminio, barattolame metallico, contenitori in tetrapak, oli vegetali esausti e organico, possono essere una risorsa ossia materie da riciclare e riutilizzare, con innegabili vantaggi per l’ambiente.

A riprova di ciò, ci sono i dati delle percentuali raggiunte dai Comuni che,

da quando hanno adottato il “porta a porta”, sono attualmente comprese tra il 57 e l’80%.Da sottolineare, poi che con questa nuova metodologia di differenziazio-ne e raccolta domiciliare si è riusciti ad invertire i risultati raggiunti con il tradizionale sistema di raccolta fatta con i cassonetti stradali, contribuendo ad aumentare la percentuale di raccolta differenziata, mantenere la propria città più pulita e far diminuire la produzione pro-capite di rifiuti.

La sensibilità dei Cittadini, l’identità di opinioni tra Comuni e COSMARI, la stretta collaborazione con gli Assesso-rati all’Ambiente della Regione Marche e della Provincia di Macerata, i servizi di qualità erogati da Sintegra e dalle Cooperative sociali coinvolte, insieme al sistema integrato di trattamento e smaltimento dei rifiuti praticato con la complessa e moderna impiantistica del Consorzio, hanno definito un modello che è guardato da operatori ed enti con estrema attenzione.Non è casuale che alcune importanti città degli Emirati Arabi, dell’Africa e dell’Albania, nonché ampie aree di alcune regioni italiane, hanno chiesto al COSMARI di ideare specifici progetti

volti a migliorare il loro sistema di con-ferimento e raccolta dei rifiuti.

In definitiva, il 2008 ha registrato nuovi record e ottime performances in di-versi ambiti, confermando il COSMARI come una realtà in continua crescita ed evoluzione, sempre al passo con i tempi, con investimenti adeguati per ammodernare gli impianti e per miglio-rare i servizi erogati. Questa dinamica realtà, sempre pronta a rispondere ai bisogni dei cittadini e dei Comuni soci, è preparata a stringere collaborazioni e sperimentazioni insieme ad università, enti e partner privati, perseguendo una politica di contenimento dei costi, evi-tando aumenti a carico dei cittadini e favorendo economie di scala.La riconferma del Consiglio d’Ammi-nistrazione e del Presidente Fabio Eusebi, la nomina a Vicepresidente di Daniele Sparvoli consentiranno di elaborare strategie innovative e un nuo-vo piano industriale che, ovviamente, continuerà lungo la strada intrapresa, che è quella di ampliare il servizio di raccolta differenziata “porta a porta” ad altri Comuni maceratesi.Nel 2009, infatti, è previsto l’avvio della seconda fase di ampliamento del servizio a Recanati e Porto Recanati e il suo avvio a Morrovalle, Treia e Castelraimondo.Inoltre, si proseguirà negli investimenti per l’impiantistica con l’installazione di un nuovo sistema di filtraggio dei fumi del camino. Attualmente, tutti i monito-raggi fatti dall’ARPAM dimostrano come le emissioni sono sempre al di sotto dei limiti di legge e le diverse analisi fatte danno sempre esito negativo.Per combattere il problema dei “cat-tivi odori”, derivanti dall’impianto di trasformazione della frazione umida

COMUNI CHE HANNO SUPERATO IL 35% DI RACCOLTADIFFERENZIATA CON IL SISTEMA A CASSONETTI

A DICEMBRE 2008

Sefro 36,91%Matelica 35,82%Treia 35,15%

NELL’ANNO 2008

Sefro 34,72%Matelica 36,22%Treia 36,71%

DATI RELATIVI AI COMUNI DOVE È ATTIVO IL SERVIZIO “PORTA A PORTA”

A DICEMBRE 2008

Appignano 73,72%Montecosaro 75,88%Montelupone 71,56%Urbisaglia 65,08%Potenza Picena 70,14%Tolentino 68,98%Corridonia 67,92%Loro Piceno 64,38%Ripe San Ginesio 64,26%San Severino Marche 64,05%San Ginesio 62,45%Civitanova Marche 59,75%

Camerino 57,69%Recanati 42,03%Porto Recanati 42,03%(in questi ultimi due Comuni è coinvolta solo una parte della popolazione).

NELL’ANNO 2008

Appignano 75,61% (avviato a dicembre 2007)Montecosaro 50,92% (avviato a luglio 2008)Montelupone 75,45% (avviato da tre anni)Urbisaglia 69,77% (avviato a luglio 2007)Potenza Picena 66,92% (avviato a giugno 2007)Tolentino 46,68% (avviato a luglio 2008)Corridonia 48,87% (avviato ad aprile 2008 prima fase, seconda fase ottobre 2008)Loro Piceno 62,09% (avviato a luglio 2007)Ripe San Ginesio 31,94% (avviato a giugno 2008)San Severino Marche 52,73% (avviato a aprile 2008)San Ginesio 62,53% (avviato a luglio 2007)Civitanova Marche 44,26% (avviato a prima fase dicembre 2007,seconda fase giugno 2008, terza fase dicembre 2008)Camerino 55,04% (avviato a giugno 2007)Recanati 34,72% (avviato a dicembre 2008, interessate 3.500 famiglie)Porto Recanati 26,62% (avviato a ottobre 2008, interessate 3.000 famiglie)

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Consorzio Obbligatorio Smaltimento RifiutiSede legale e operativaLoc. Piane di Chienti - 62029 Tolentino (MC)Tel. 0733 203504 - fax 0733 [email protected] - www.cosmari.sinp.net

in compost, si provvederà a migliorare la situazione con il posizionamento di doppie porte, cercando di effettuare le lavorazioni in ambienti chiusi dotati di apparecchiature di filtraggio.Infine, verrà raddoppiata la linea di selezione manuale dei rifiuti.Per quanto riguarda, invece, la disca-rica di contrada Collina è prevista la chiusura nei tempi concordati, rispet-tando, quindi, i “patti” con i cittadini e con l’Amministrazione comunale, cioè nell’autunno del 2009.

I dati relativi all’anno 2008 ed allo scor-so mese di dicembre sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa, tenutasi presso la sede consortile del COSMARI, dal Presidente Fabio Euse-bi, dal Direttore Giuseppe Giampaoli e dall’Assessore all’Ambiente della Pro-vincia di Macerata Carlo Migliorelli.

Questo l’andamento mensile della percen-tuale media, su base provinciale, della raccolta differenziata:gennaio 32,46%, febbraio 35,28%, marzo 33,48%, aprile 34,06%, maggio 36,10%, giugno 35,88%, luglio 39,63%, agosto 38,74%, settembre 41,47%, ottobre 44,63%, novembre 45% e dicembre 46,88%

QUANTITATIVI DI MATERIALI RACCOLTI PER CATEGORIE

QUANTITATIVI DI MATERIALI RACCOLTI

A DICEMBRE 2008

Batterie 5.860 kgCarta 188.620 kgCarta raccolta a domicilio 408.960 kgCarta raccolta presso i pubblici uffici 14.280 kgCartone 297.740 kgCartone domiciliare 347.270 kgIndumenti usati 20.100 kgIngombranti 127.950 kgLegno 133.660 kgOli vegetali 7.095 kgOrganico da grandi utenze 407.590 kgOrganico domiciliare 1.455.860 kgPlastica 352.550 kgPneumatici 25.150 kgVerde conferito in impianto 347.500 kgVetro 182.650Vetro domiciliare 364.030 kg

NELL’ANNO 2008

Batterie 98.510 kgCarta 4.728.330 kgCarta raccolta a domicilio 1.295.670 kgCarta raccolta presso i pubblici uffici 266.190 kgCartone 3.090.730 kgCartone domiciliare 4.034.940 kgIndumenti usati 301.220 kgIngombranti 1.520.915 kgLegno 1.825.427 kgOli vegetali 67.645 kgOrganico da grandi utenze 4.373.480 kgOrganico domiciliare 112.798.890 kgPlastica 3.890.020 kgPneumatici 266.740 kgVerde conferito in impianto 4.399.299 kgVetro 3.583.370Vetro domiciliare 3.181.850 kg

A DICEMBRE 2008

Materiali vari raccolti ed avviati al recupero ed al riciclo 4.817.703 kg (3.128.514 kg del 2007)Indifferenziato 5.459.893 kg (7.350.956 kg del 2007)percentuale media del 46,88% (29,85% del 2007)

NELL’ANNO 2008

Materiali vari raccolti ed avviati al recupero ed al riciclo 51.148.354 kg di (38.658.573 kg nell’anno 2007)Indifferenziato 79.850.352 kg (98.487.471 kg nell’anno 2007) percen-tuale media, su base annuale del 39,04% (28,19% nel 2007).In totale nell’anno 2008 sono stati prodotti 130.998.706 kg di rifiuti, contro i 137.146.044 kg dell’anno 2007.

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di Michele ColomboPresidente della Vira Soluzioni srl

VIRA Soluzioni srl

BARRIERE GALLEGGIANTI

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PERCHÉRidare il piacere di vivere un mare pulito e sicuro, nella convin-zione che la restituita limpidezza delle acque possa diventare un ulteriore stimolo per una cultura di rispetto e protezione del mare. Per ridurre l’inquinamento marino non basta una barriera galleggiante di contenimento, serve l’attenzione e la sensibilizazione ai problemi delle acque pulite. La barriera galleggiante oltre ad essere un primo concreto intervento, può e deve essere un promemoria quotidiano per una soluzione incisiva e definitiva che si deve radicare e sviluppare in una cultura della salvaguardia e del rispetto per l’ambiente e per l’acqua, indispensabili strumenti e compagni di vita.

CHI SIAMOVIRA Soluzioni srl è un’azienda nuova, con personale giovane e disponibile.I suoi tecnici sono cresciuti al fianco di esperti del settore nella produzione di barriere e manufatti in tessuto gom-mato e non.La missione aziendale è la realizzazione di soluzioni efficaci nel rispetto del cliente e di tutta la catena dei suoi fornitori. I prodotti VIRA Soluzioni sono studiati e realizzati in Italia. Ad una nuova ma già completa gamma di modelli VIRA Soluzioni offre un servizio di valutazione e progettazione personalizzata. VIRA Soluzioni collabora ed è rivenditore autorizzato di prodotti Tacconi, azienda leader in Italia e Europa nella costruzione di prodotti in tessuto gommato. Questa preziosa collaborazione è ulteriore motivo di or-goglio per VIRA Soluzioni srl che può così contare sulla massima serietà ed affidabilità per quanto riguarda la qualità finale relativa alla realizzazione dei suoi progetti.

A COSA SERVONO LE BARRIERE GALLEGGIANTILa barriera galleggiante protegge le coste di mari, laghi o fiumi da inquinanti superficiali o immersi e può servire per delimitare, contenere ed indirizzare sostanze oleose ed altri inquinanti, evi-

tandone lo spargimento incontrollato in attesa della bonifica. La barriera può inoltre servire per delimitare zone di acque sicure, divenendo una discreta ma efficace protezione da meduse e alghe o da imbarcazioni a motore.

COSA SONO LE BARRIERE GALLEGGIANTILe barriere galleggianti sono manufatti che non riducono l’inquinamento marino, lacustre o fluviale, ma aiutano a circoscriverlo per una successiva bonifica o a tenerlo lontano dalle coste e rive, evitando disagi ai bagnanti, e alle strutture. Le barriere si differenziano principalmente per:- il materiale con cui sono costruite;- il tipo di galleggiamento;- la lunghezza e la capacità di filtro del grembiule immerso. Ogni barriera può essere realizzata con accorgimenti che possono renderla maggiormente efficace nel contrastare un particolare inquinante o corpo indesiderato.Possono essere gonfiabili, rigide o a galleggiamento solido e, ad una parte emersa di varia forma segue una parte im-mersa di diversa lunghezza e capacità di filtro.Sono composte da spezzoni modulari con terminali unibili ad innesto rapido e possono essere facilmente rimosse e custodite, non necessitano di manutenzioni particolari e sono facilmente riparabili, da personale non particolarmente qualificato.Le barriere VIRA Soluzioni sono costruite con materiali e compo-nenti di alta qualità per essere riutilizzate e durare negli anni.

COME SI UTILIZZANOLe barriere vengono posizionate considerando correnti, fon-dale e esigenze di accesso alla zona protetta. Si ancorano a corpi morti, opportunamente dimensionati, attraverso cime e catene che permettano l’escursione dell’onda. Solitamente si preparano a terra o sul ponte della nave e si trascinano in posizione, trainate da piccole imbarcazioni a motore. L’ancoraggio a corpi morti viene effettuato attraverso l’uso

Per mari più sicuri e puliti

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di grilli o moschettoni. Una volta posizionate le barriere non necessitano di particolari accorgimenti. Se gonfiabili le barriere abbisognano di controllo della corretta pressio-ne all’incirca ogni dieci giorni. Le barriere sono adatte ad essere utilizzate anche con mare mosso, tuttavia in caso di mare agitato o in previsione dell’arrivo di una mareggiata è preferibile ritirarle o metterle in bando.

MODELLIVIRA Soluzioni ai tradizionali modelli aggiunge una vasta gamma di prodotti dedicati alle diverse esigenze: barriere per la protezione delle spiagge e coste, per il contenimento di oli; barriere antitorbidità per dragaggio; barriere peri-metrali; barriere per fiumi e laghi; barriere per esondazioni e barriere per canali comunicanti.

NOVITÀVIRA Soluzioni ha aggiunto ai tradizionali modelli tre nuove barriere: • ECO BLU, “trasparente” a basso impatto visivo; • ECO VERDE, leggera ed economica; • TECNO, ad alta stabilità per interventi rapidi in mare aperto.

MATERIALIVIRA Soluzioni nei suoi progetti e prodotti privilegia l’uti-lizzo del tessuto gommato di “neoprene” rispetto al tessuto spalmato in PVC. Il tessuto gommato pur essendo più co-stoso del tessuto in PVC, preserva l’investimento nel tempo perchè offre una maggior resistenza sia meccanica che chi-mica, è facilmente riparabile anche sul posto e non impone limitazioni costruttive quanto a forme e saldature. Tuttavia per completezza dell’offerta, VIRA Soluzioni è in grado di offrire anche manufatti in tessuto di PVC.

ALTRI PRODOTTIVIRA Soluzioni realizza anche altri prodotti, tutti ricon-ducibili all’utilizzo della tecnologia dei prodotti in tessuto gommato; quali: tende, serbatoi, strutture gonfiabili, teli tecnici, cuscini per cave, mentre altri due nuovi prodotti sono in fase di brevetto.VIRA Soluzioni srl sarà presente alla Fiera “Balnearia”

Vira Soluzioni S.r.l.Via De Gasperi 4/6 - 23880, Casatenovo (LC)Tel. +39 039 [email protected] - www.virasoluzioni.com

di Marina di Massa che si terrà dal 1° al 5 marzo, stand nn. 1050-1051 corsia 31, dove sarà possibile osservare, riscontrare e valutare i modelli di barriera dedicata alla protezione delle coste, compresi i nuovi modelli ECO BLU ed ECO VERDE. VIRA Soluzioni e i suoi tecnici sono, comunque, a disposi-zione per chiarimenti, richieste e preventivi gratuiti.

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di Alberto Piastrellini

A parlarci del nuovo Porto turistico, gemma dell’Adriatico, è il Direttore Galileo Ferraresi

PULSA A FANO IL CUORE“MARINO” DEI CESARI

Il nome di Fano ha il potere di evocare diverse immagini a seconda della di-rezione e dei “sentieri” che percorre il pensiero e la memoria. Per gli storici, Fano è l’antica Fanum Fortunae, colonia romana in posizione strategica al termine della via Flami-nia. Per i cultori delle tradizioni è la città che ha dato i natali al più antico car-nevale d’Italia. Per i cinofili il nome è legato al Fano Film Festival; per gli appassionati di vela e offshore è “l’ombelico adriatico” della cantieristica navale.Per i vacanzieri, infine, è un tranquillo luogo di villeggiatura estiva caratte-rizzato dalla tipiche spiagge sabbiose dell’antico “Golfo di Vinegia”, come ve-niva chiamato anticamente il bacino dell’Adriatico.

Ma Fano riserva anche altre sorprese.Da storico borgo marinaro, la cui attività principale, per secoli, è stata legata alle attività piscatorie, ha sapu-to rinnovarsi ed aprirsi alla modernità, recuperando in chiave attuale quella vocazione marina che lo accompagna sin dalla fondazione.Ecco allora che, grazie all’intrapren-denza di un gruppo di imprenditori privati, è nato il nuovo porto turistico “Marina dei Cesari”, una infrastruttu-ra elegante, al servizio della città e dei diportisti, che colpisce lo spettatore per valore estetico e funzionalità.Non solo; i frutti più succosi raccolti all’indomani dei processi innescati con l’evoluzione portuale, si possono così riassumere: • crescita notevole di nuovi posti di

lavoro; • grande accelerazione di vari, alaggi

e consegne di imbarcazioni proprio nel cuore della realtà fanese;

• nascita ed implementazione del Fa-no Yacht Festival (l’edizione 2008, la IVa, ha visto la partecipazione di 150 espositori e 30 mila visitatori, candi-dandosi a rappresentare a pieno titolo la nautica dell’Adriati-co);

• l’improvviso sviluppo di tutte le attività commerciali e di servizio connesse al mon-do della nautica;

• la nascita, a Fano, di una sede staccata della Facoltà di Economia dell’Università di Urbino con un Master internazionale in Nautical Business Management;

• la costituzione di uno specifico Cen-tro di studio e di ricerca dedicato alla nautica e al suo indotto.

Naturalmente Nautica per Fano non vuol dire solo barche e navigatori: vuol dire anche turismo, ricettivi-tà, ristorazione, commercio, settori che stanno cominciando a reagire positivamente a queste dinamiche opportunità innescando un mecca-nismo virtuoso di crescita.

Fano, le sue colline e la sua Valle del Metauro sono il cuore di un territorio ancora tutto da scoprire, che nasconde e protegge borghi medievali, paesaggi

ri alaggiri, alaggi i proprio e; e del Fa-2008, la

ne di 150 , candi-pieno atiti-

Galileo Ferraresi, il Direttore delPorto Turistico “Marina dei Cesari” di Fano

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da sogno, tesori dell’arte e incantevoli residenze storiche dove assaporare tem-pi e sapori altrove dimenticati. Per meglio conoscere la realtà del Porto Turistico “Marina dei Cesari”, ed apprezzarne vieppiù le strategie ambientali e le potenzialità di arric-chimento culturale del tessuto cittadino, abbiamo intervistato il Direttore, Gali-leo Ferraresi.

Da quali esigenze nasce la volontà di dotare il Porto di Fano di una nuova struttura turistica, appositamente pensata per armatori e diportisti?L’idea è scaturita dalla considerazione che il tratto di costa adriatica marchigiana non era in grado di offrire risposte alle esigenze dei diportisti che, di fatto, erano concentrati sulla costa romagnola.A dire il vero c’erano sì dei Club nautici ad Ancona (prima della realizzazione della nuova Marina Dorica) e qualcosa a Porto S. Giorgio (AP), ma niente a Fano, dove, tuttavia, operavano diverse aziende navali.

Direttore, può farci una panoramica dei “numeri” e dei servizi del Porto Turistico “Marina dei Cesari”?Il porto occupa un’area di circa 90.000 m2 dei quali, circa la metà è

occupata dal bacino vero e proprio.La fonda, con una profondità costante di 3,5 m e un’imboccatura di 45 m è in grado di ospitare oltre 430 natanti dai 6 ai 30 m.Stiamo effettuando qualche modifica per rispondere a varie richieste circa l’ormeggio di natanti di lunghezza su-periore ai 37 m. Abbiamo un piazzale-lavori con un Travel Lift da 75 tonn., che costituisce il fiore all’occhiello della cantieristica locale. Il centro di assistenza tecnico nautico è in grado di rispondere alle sempre maggiori richieste degli armatori, di-sponendo di proprio personale e di una qualificata rete di professionisti in grado di offrire servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria. L’area è monitorata costantemente da un sistema di sicurezza con telecamere, che garantisce un controllo attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7.Completano la struttura a terra: una ban-china carburante, 4 blocchi di servizi igienici, servizio di portierato attivo 24 ore su 24, 450 parcheggi, 140 box coper-ti, negozi, un servizio bancomat, un bar, un ristorante e una lunga passeggiata panoramica sulla diga foranea. In tutta l’area è possibile l’accesso In-ternet via wireless.

Sono inoltre disponibili una serie di servizi nautici, volti ad assolvere le più svariate esigenze dei diportisti.

Come si sono coniugate le esigenze dei fruitori della struttura con quel-le dell’integrazione paesaggistica ed ambientale?Basta guardare il contesto nel quale è inserito il nuovo Porto turistico per rendersi conto del valore aggiunto, in termini estetici ed economici, offerto dallo stesso all’insieme delle strutture collocate nei pressi.Nei confronti dell’ambiente, poi, ab-biamo cercato di utilizzare al meglio materiali e aree verdi per costruire una struttura che coniugasse funzionalità ad eleganza e che costituisse una sorta di “messaggio” alla cittadinanza a vivere il mare con rispetto e consapevolezza.

Come è organizzata la gestione dei rifiuti prodotti dai natanti e dalle strutture presenti nell’area?Quello della corretta gestione dei rifiuti prodotti dai natanti è un problema che ci siamo posti sin da subito.Posso dire con orgoglio che il Porto di Fano è stato fra i primi, in Italia, a dotarsi di un proprio Piano-Porto per i rifiuti.Di fatto abbiamo tre moduli di raccolta

Foto: Giovanni Furlani

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dei vari prodotti-rifiuti di provenienza navale: acque di sentina, acque nere e oli-motore. Siamo in attesa di una apposita Con-ferenza di servizi che stabilisca chi è il gestore di questi rifiuti, per ottimizzare il servizio.Per quanto riguarda, invece, i rifiuti so-lidi, abbiamo un’azienda chegestisce la raccolta differenziata tramite appositi contenitori.Diciamo che malgrado qualche difficol-tà in merito a questioni burocratiche, le istituzioni competenti ci hanno ri-conosciuto la volontà e l’impegno nell’affrontare di petto la questione rifiuti.

A questo proposito state pensando di intraprendere un percorso volto all’ottenimento di una certificazione ambientale per l’area del porto tu-ristico?Diciamo che risolto il problema cui ac-cennavo poc’anzi, saremmo la prima Marina, in Italia, ad essere in regola con tutte le normative vigenti e quindi potremmo anche metter mano ad un percorso di certificazione.

Il Porto Turistico non è solo uno spazio per i possessori di barche, ma anche un contenitore di inizia-tive della città ed una vetrina delle eccellenze del territorio.Come si pone il Porto Turistico nei confronti del contesto urbano della città?Si consideri che l’utenza media del porto turistico proviene al 60% dalla città di Fano, per il 30% dalle province limitrofe e per il 10% da altre regioni (Abruzzo, Lazio, Lombardia).Quindi, primi risultati emersi dalla rea-lizzazione dell’infrastruttura sono stati: la scoperta di una grande interesse cit-tadino per la diportistica e l’afflusso di “investitori” dal territorio circostante.In questo contesto, il porto turistico è stato e continua ad essere un volano per l’economia cittadina, oltre che pre-stigioso contenitore di eventi fruibili non solo dal consesso dei soci, ma da tutta la comunità.Penso, ad esempio, alle iniziative cul-turali, di spettacolo ed intrattenimento che hanno nel porto turistico la loro location più emozionante, come il Fa-no Jazz o alla possibilità di fruizione attuale per chi fa jogging e a quella

futura con l’apertura della “Passeggiata del Lisippo” lungo la diga foranea.(ndr: il nome deriva dal celebre scultore greco a cui si attribuisce la statua ellenistica raffigurante un atleta vittorioso, ripescata accidentalmente da un peschereccio fa-nese, nel 1964, successivamente trafugata attraverso una serie di vendite illecite, fino ad approdare al Jean Paul Getty Museum di Malibù, California, dove attende di tor-nare in Italia al termine di una contesa giudiziaria tuttora irrisolta).Inoltre, la presenza di un ristorante pre-stigioso all’interno del Centro Nautico e di una apposita “piazza” pensata per eventi cittadini, fanno del Porto turistico un luogo aperto alla comunità fanese e non un club per pochi eletti.In questo senso, Marina dei Cesari, sta sempre più diventando un vero e pro-prio promotore delle iniziative fanesi e un volano di comunicazione per l’im-magine di Fano in Italia e in Europa.

Marina dei CesariLungomare Mediterraneo, sn61032 Fano (PU)Tel. +39.0721.800279Fax +39.0721.813854

Foto: Matrix

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PARCHI, RISERVE E AREE PROTETTE

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Il Presidente degli Stati Uniti Gorge W. Bush, annunciando nel gennaio del 2008 di aver promesso alla moglie Laura di istituire un grande parco marino nell’oceano Pacifico, aveva dichiarato: “Abbiamo la solenne responsabilità di proteggere i nostri mari e di mostrare preoccupazione per la vita ani-male e vegetale che li abitano. Gli oceani offrono diletto e prosperità a tante persone, sia per la navigazione da diporto e quella per trasporto delle merci, sia come per le attività di pesca. Per essere buoni amministratori degli oceani, dobbia-mo garantire alle generazioni future la possibilità di godere delle grandi benedizioni del nostro patrimonio naturale”.Così, a pochi giorni dall’insediamento del suo successore Barack Obama, utilizzando una Legge del 1906 che permette al Presidente di sottrarre dallo sfruttamento porzioni di terri-torio federale senza richiedere l’approvazione del Congresso, Bush ha voluto uscire di scena con un botto “verde”, uno atto ambientalista: l’istituzione della più grande riserva marina del mondo.In realtà si tratta di tre parchi marini (Marine National Mo-numents) per una superficie complessiva di 195.000 miglia quadrate, che si estendono dalle Isole Marianne settentrionali fino al piccolo atollo di Palmyra vicino alle Hawaii, Stato dove nel 2006 era stato istituito il Parco marino di Papa-hanaumokuakea (138.000 miglia quadrate).Vi si trovano ben 25 reef (barriere di corallo) che ospitano una enorme biodiversità sia di specie che di habitat.L’area riveste per polinesiani e micronesiani un valore cul-turale, ma per gli USA hanno un valore storico poiché in quelle acque e su quegli isolotti si sono svolte epiche batta-glie navali e terrestri contro i giapponesi durante la II Guerra

Mondiale, che vengono continuamente rivisitate da scrittori e cineasti americani, tra cui ricordiamo i film:- “Duello nel Pacifico” (Hell in the Pacific, 1968) di John

Boorman;- “La battaglia di Midway” (Midway, 1976) di Jack

Smight;- “Flags of Our Fathers” (rimasto con il titolo originale, 2006)

di Clint Eastwood.

Bisogna quindi renderne merito all’Amministrazione Bush, come ha fatto qualche ambientalista: “Il governo degli Stati Uniti deve essere applaudito per l’impegno profuso - ha di-chiarato Scott Hajost, Direttore esecutivo di International Union for Conservation of Nature (IUNC) USA - Ci augu-riamo che l’intera regione della Fossa delle Marianne sia protetta, non soltanto i suoi fondali, perché se continuerà a questi ritmi l’attività di pesca in superficie, molte delle rare creature che vivono nelle acque profonde dell’Arcipelago moriranno di fame”.Molti altri ambientalisti, però, pur salutando felicemente la notizia, hanno ricordato che tale azione di Bush non compensa le numerose altre iniziative da lui intraprese per ridurre l’efficacia di leggi ambientali al fine di favorire le trivellazioni off shore o nei parchi della regione artica, e, soprattutto, lascia il suo ufficio senza aver preso alcuna decisione per la riduzione dei gas ad effetto serra.

Per singolare coincidenza, proprio un secolo fa il Presidente Teodoro Roosvelt aveva istituito il Parco Nazionale del Gran Canyon (1908), la più profonda incisione (fino a 1.600 metri)

Protetta la meravigliosa biodiversità del Pacifico centrale

Istituito il più grande Parco marino del mondo

BUSH CHIUDE CONUN BOTTO “VERDE”

Sullo sfondo “Champagne Vent”: fuoriuscita spumeggiante da una bocca vulcanica sottomarina nelle Marianne di CO2 liquida sottoposta ad enorme pressione (fonte:NOAA)

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Palmyra Atoll (fonte: EDF)

Pesce angelo (Euxiphipops xanthometapon)al pascolo tra la barriera corallina (fonte: flickr)

Uno dei fenomeni più interessanti di queste aree è l’interazione tra forme divita basate sulla sintesi chimica e quelle dovute a fotosintesi (fonte:NOAA)

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della superficie terrestre, scavata dal fiume Colorado nello Stato dell’Arizona. Ora viene tutelata la spaccatura maggiore dei fondali marini.

Infatti, Mariana Trench Marine National Monument la più estesa (95.000 miglia quadrate) delle tre aree tutelate, vicina all’isola di Guam (“dove comincia il giorno americano”, essendo il lembo di territorio non incorporato negli USA più orientale del globo terrestre: longitudine est 144° 47’), comprende le Ma-rianne settentrionali ed include la zona conosciuta come Fossa delle Marianne, la più grande depressione marina conosciuta (10.911 metri sotto il livello del mare), con collaterali vulcani sottomarini e bocche termiche altamente acide che offrono un laboratorio naturale eccezionale per lo studio dell’acidificazione degli oceani e dei suoi effetti sulla barriera corallina e sulla vita marina di superficie. Questa piscina di zolfo bollente liquido (Brimstone Pit) è l’unica che si conosca sulla Terra (un’altra è stata individuata su Io, una delle lune di Giove).Si stima che in queste zone sopravvivono 19 specie di rari mam-miferi marini, tra cui la balena dal rostro e la megattera in via di estinzione. Vi trova rifugio Megapodio della Micronesia (Mega-podius laperouse), minacciato dalle volpi volanti, l’unico uccello

conosciuto che utilizzi il calore vulcanico per incubare le sue uova. Vi sono più di una dozzina di specie di uccelli migratori che vi nidificano e sono presenti più di 200.000 esemplari di granchio del cocco (Birgus latro), il più grande artropodo terrestre (può raggiungere i 17 Kg) che vive soltanto su quelle isole e tartarughe marine verdi in via di estinzione, fregate, albatross.

Un’altra Riserva (Pacific Remote Marine National Monument) si compone di isole ed atolli a Sud e ad Ovest delle Hawaii:- Palmyra Atoll, 50 isolotti mai permanentemente abitati;- Wake Island, base militare che durante la II Guerra Mon-

diale fu occupata dai giapponesi e sottoposta a pesanti raid aerei da parte degli americani, ad uno dei quali par-tecipò come prima missione di guerra George W. Bush;

- Kingman Reef che è stato recentemente al centro di un intenso studio che ne ha individuato la maggior ricchezza di biodiversità di qualunque altra area corallina;

- Howland and Baker Island, che furono avvistate per la prima volta da una nave baleniera nel 1842, ma sulle loro sabbie assolate sono falliti tutti i tentativi di colonizzazione;

- Jarvis, conosciuta come Isola del Guano dei Minatori che fu abitata dal 1858 al 1879 per sfruttarne i depositi di guano, escrementi fossilizzati dei numerosi uccelli marini che tut-tora la abitano, utilizzato come potente concime organico composto: fosforo (15%), azoto (6%), potassio (3%);

- Johnston Atoll, abbandonato dai militari, dove vive la foca monaca hawaiana.

Secondo il Vicepresidente del Environmental Defense Fund, David Festa “Ci sono pochi luoghi al mondo come le isole del Pacifico Centrale, dove il tempo sembra essersi fermato e in cui l’attività umana si arresta per osservare la bellezza mozzafiato della fauna e flora”.

Quindi, Rose Atoll Marine National Monument, il più piccolo dei tre parchi, dalla forma di diamante, si colloca ad est delle Samoa americane ed è il lembo di territorio federale più meridio-nale (latitudine sud 14° 31’). Sui due isolotti (Rose Island e Sand Island) posti sul bordo nord-occidentale della barriera corallina nidificano rare specie di procellaria, berta, sterna e fregata.

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Fregata maggiore (Fregata magnificens): è considerato l’uccello più veloce del mondo poiché in picchiata può raggiungere i 400 Km/h

Granchio del cocco (Birgus latro) alle prese con la difficileoperazione di apertura del frutto, per la cui abilità prende il nome

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AGENDA 21

a cura di Antonio KaulardSegreteria Coordinamento Agende 21 Locali Italiane

Sostenibilità, competitività e identità nelle destinazioni turisticheCARTA DEL TURISMO SOSTENIBILE

Il 27, 28 e 29 novembre 2008 si è tenuta a Riccione la 2a Conferenza Internazionale sul Turismo Sosteni-bile, promossa da Provincia di Rimini e Regione Emilia-Romagna.Alla Conferenza sono intervenuti nu-merosi e autorevoli relatori come Luigi Cabrini, direttore di UNWTO, l’Or-ganizzazione Mondiale del Turismo, Murray Simpson, ricercatore dell’Uni-versità di Oxford e coordinatore del Rapporto delle Nazioni Unite “Climate Change Adaptation and Mitigation in the Tourism Sector”, e Iuliana Gabriela Aluas, Commissario Europeo della DG Impresa e Industria.Il tema dominante delle relazioni è sta-to il cambiamento climatico, un evento “presente e non futuro”, come ha pun-tualizzato Luigi Cabrini, “in aumento e con un impatto specifico ed evidente anche nel settore del turismo.”Queste, in estrema sintesi, le conclusio-

ni al termine della Conferenza affidate a Malcom Bell, direttore esecutivo di South West Tourism, dinamica Agenzia regionale per il turismo del Sud-Ovest dell’Inghilterra: “Occorre un cambiamen-to più veloce. È necessario fare un salto di scala, cambiare il sentiero di sviluppo. Il cambiamento climatico e i fenomeni ad esso collegati si stanno muovendo mol-to più velocemente delle nostre politiche per un turismo sostenibile. Il turismo so-stenibile è percepito come un turismo di nicchia, mentre deve diventare il concetto di riferimento per l’intero settore. Ci sono temi come il cambiamento climatico che non sono negoziabili: le crisi economi-che vanno e vengono ma il cambiamento climatico che abbiamo innescato è inelut-tabile a meno che non intraprendiamo importanti e decisive azioni per contra-starlo. Ma come affrontare le questioni? Dobbiamo incoraggiare - attraverso le persone che si occupano di marketing

e comunicazione - permanenze più prolungate piuttosto che vacanze brevi: “slow tourism” potrebbe essere lo slogan del nuovo corso. E’ necessario investire su infrastrutture di qualità per un turismo sostenibile come, ad esempio, in treni di qualità. Grandi le potenzialità a livello locale per cambiare il modello di sviluppo turistico. Il turismo deve essere sviluppato e gestito nell’ambito dei limiti ambientali e sociali condivisi, pagando qualcosa in termini di profitti economici.”

Al termine della Conferenza si è svolta la cerimonia ufficiale di approvazione della Carta di Rimini per un Turismo Sostenibile: un documento che sinte-tizza i risultati dei lavori svolti prima e durante la Conferenza, con il contribu-to degli organizzatori, dei moderatori, dei relatori, dei partecipanti alle diverse sessioni di lavoro.

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Queste, in estrema sintesi, lele c cononclclususioio- pepepppppppp rsrsononee chchee sisi o occupupppanano o dii mmararkeketingngg

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e “città dei residenti”.Prima che tale rapporto generi effetti negativi sulla popolazione residente e ne comprometta la qualità della vita, è bene correre ai ripari, mettendo in cam-po nuove visioni, strategie, programmi, progetti, interventi che rendano duratu-ro lo sviluppo turistico, minimizzando l’impatto sull’ambiente e massimizzando il benessere sociale. Inoltre, dal mo-mento che il cambiamento climatico rappresenta una delle maggiori sfide mondiali, minimizzare l’impatto sul ri-scaldamento globale, mediante strategie di mitigazione e adattamento, deve esse-re considerato di massima importanza.A fronte di questa indubbia complessità che caratterizza il futuro delle destina-zioni turistiche di massa, la Carta di Rimini del turismo Sostenibile e Com-petitivo 2008, individua una serie di raccomandazioni e proposte da mettere in campo da parte dei soggetti, pubblici e privati, finalizzate a favorire la cresci-ta sostenibile del settore turistico.

Destagionalizzazione, diversificazione e qualificazione dell’offerta turistica• stimolare i processi di destagionaliz-

zazione con l’obiettivo di distribuire le presenze in modo più uniforme nell’arco dei mesi ed anche all’in-terno della settimana dell’offerta turistica e per favorire altresì la per-manenza nel settore dei lavoratori;

• investire sulla valorizzazione dell’identità locale e sulla cultura dell’ospitalità quali valori aggiunti fondamentali della propria offerta turistica, nelle sue diverse articola-zioni in prodotti e servizi turistici;

• attuare politiche per la diversifica-zione dell’offerta turistica, in grado di intercettare le nuove motivazioni della domanda turistica, nella direzio-ne del turismo congressuale, turismo fieristico e d’affari, turismo sportivo, turismo culturale e artistico, turismo enogastronomico, turismo accessibi-le, turismo del benessere;

• favorire per le destinazioni turisti-che mature e di massa i processi di riqualificazione urbana attraverso strumenti normativi e finanziari volti ad accelerare i percorsi di trasfor-mazione urbana e territoriale delle località turistiche rendendo operanti i valori e i principi della sostenibi-lità ambientale: costruendo meno e meglio, favorendo costruzioni e trasporti a basso impatto energeti-co, spendendo la risorsa territorio

Competitivo denominata NECSTOUR, composta da Regioni Europee, istituzioni, rappresentanze di reti e organizzazioni di carattere internazionale, la Carta di Rimini per un Turismo Sostenibile e Competitivo promuove, insieme ai Partner di NEC-STOUR, l’impegno a:• operare attivamente alla promozione

di adeguati strumenti di concerta-zione per il dialogo sociale e per garantire adeguati processi parte-cipativi espressamente riferiti alle problematiche dello sviluppo soste-nibile del turismo;

• contribuire attivamente alla mitiga-zione e adattamento ai cambiamenti climatici nel settore turistico in con-formità con la Strategia Climatica dell’Unione Europea;

• dedicare, nei rispettivi livelli di com-petenza, una specifica attenzione alle seguenti dieci Tematiche da presidiare per garantire una vera operatività e ap-plicabilità delle politiche e degli obiettivi strategici per il turismo sostenibile:• impatto dei trasporti• qualità della vita dei residenti e

della popolazione turistica• qualità del lavoro• allargamento del rapporto doman-

da/ offerta rispetto all’obiettivo della destagionalizzazione

• tutela attiva del patrimonio cultu-rale funzionale al turismo

• tutela attiva del patrimonio am-bientale funzionale al turismo

• tutela attiva delle identità delle de-stinazioni

• diminuzione e ottimizzazione utilizzo delle risorse naturali con particolare riferimento all’acqua

• diminuzione e ottimizzazione con-sumi di energia

• diminuzione e gestione dei rifiuti

RACCOMANDAZIONILa Carta di Rimini per un Turismo Soste-nibile e Competitivo 2008, vuole riservare un’attenzione particolare alla sfida del turismo sostenibile nelle destinazioni turistiche di massa, intese come distretti turistici che attraggono un numero di visitatori assolutamente rilevante rispet-to al flusso turistico complessivo. Quasi sempre tali destinazioni costituiscono il core business del settore turistico di una nazione e, nella maggioranza dei casi, sono nella fase di maturità del loro ciclo di sviluppo. Per tali destinazioni appare della massima importanza il rapporto fra i flussi turistici e gli abitanti o, più in generale, il rapporto fra “città turistica”

La CARTA di RIMINI per un TURISMO SOSTENIBILE e COMPETITIVOLa Carta di Rimini per un Turismo Soste-nibile e Competitivo del 2008, convalida gli Aalborg Commitments del 2004 in rife-rimento al Turismo Sostenibile. Fa propri gli indirizzi dell’Organizzazione Mondiale del Turismo per l’affermazione del turi-smo sostenibile, e in particolare a:• fare un uso ottimale delle risorse

ambientali, che costituiscono un elemento chiave per lo sviluppo del turismo, tutelando il mantenimento dei processi ecologici essenziali e contribuendo a conservare il patri-monio naturale e la biodiversità;

• rispettare l’autenticità socio-culturale delle comunità ospitanti, promuovere la conservazione del loro patrimonio culturale, materiale ed immateriale, dei loro valori tradizionali, e con-tribuire alla comprensione e alla tolleranza fra diverse culture;

• assicurare in un’ottica di lungo termine benefici socio-economici equamente distribuiti a tutte le parti interessate, tra cui la stabilità dell'occupazione;

• garantire la partecipazione informata di tutte le parti interessate;

• monitorare in modo costante gli im-patti;

• mantenere un elevato livello di sod-disfazione dei turisti aumentando la loro consapevolezza sui temi della sostenibilità.

La Carta di Rimini per un Turismo So-stenibile e Competitivo 2008, preso atto che la Commissione Europea con la re-cente Comunicazione “Agenda per un turismo europeo sostenibile e competi-tivo” dell’ottobre 2007, ha chiaramente individuato le direttrici di azione per il medio-lungo periodo, ne condivide gli indirizzi fondamentali:• adottare una strategia olistica ed in-

tegrata;• programmare a lungo termine;• effettuare un monitoraggio continuo;• raggiungere un ritmo di sviluppo

appropriato;• coinvolgere tutte le parti in causa;• utilizzare le migliori conoscenze di-

sponibili;• ridurre al minimo e gestire i rischi

(principio di precauzione);• riflettere gli impatti sui costi;• fissare e rispettare i limiti nella capa-

cità di accoglienza.Tenuto altresì conto che sulla base della “Agenda per un turismo europeo soste-nibile e competitivo” è nata una Rete Europea per un Turismo Sostenibile e

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con attenzione e lungimiranza, re-cuperando il grande valore aggiunto rappresentato dalla qualità e dalla bellezza del paesaggio locale;

• investire sulla qualità del lavoro e profes-sionale, anche attraverso la formazione di base e l’aggiornamento continuo;

• tenuto conto della predominanza delle piccole e medie imprese qua-le tessuto produttivo dell’industria turistica, favorire i percorsi e i pro-cessi di aggregazione tra le imprese turistiche attraverso la creazione e lo sviluppo di reti imprenditoriali all’interno della filiera turistica;

• favorire i processi di crescita e compe-titività delle piccole e medie imprese turistiche, attraverso strumenti di in-centivazione finanziaria e fiscale per le imprese impegnate in ristrutturazioni, riqualificazioni, processi di innovazio-ne e accorpamento, e in particolare:

• favorire il passaggio dalla gestione delle strutture turistico ricettive in affitto alla proprietà delle stesse at-traverso incentivi, misure normative e finanziarie specifiche;

• favorire strumenti e politiche per il miglioramento delle performance am-bientali da parte delle imprese turistiche attraverso l’adozione e l’applicazione di sistemi di gestione ambientale, di marchi ecologici volontari, “acquisti verdi”;

• promuovere l’inserimento, all’inter-no dell’azienda, delle più aggiornate tecnologie informatiche e telemati-che per offrire on-line nuovi servizi informativi sulla struttura ricettiva, le promozioni last minute, la dispo-nibilità ricettiva, le prenotazioni e pagamenti, e per la fidelizzazione dei clienti (newsletter, periodici, ecc.);

• integrare le procedure di gestione aziendale per rendere più efficiente l’organizzazione interna dell’azienda.

A livello territoriale al fine di ga-rantire un sistema locale durevole e sostenibile si raccomanda e propone:• Qualificazione degli insediamenti

turistici:- interventi sul tessuto insediativo

turistico consolidato: sviluppo di programmi generali di riqualifi-cazione sostenibile per sezioni territoriali strategiche, accorpamen-to e arretramento delle strutture ricettive, ripristino delle visuali a mare, valorizzazione degli spazi liberi residui, mantenimento dei varchi a mare di connessione en-troterra/costa, pedonalizzazione

MONDO• 230 milioni di persone nel mondo impiegate nel settore turistico• 10.4% del PIL mondiale generato dal settore turistico• Da 165 milioni nel 1970 a 846 milioni nel 2006 gli arrivi• 4,1% la crescita dell’industria turistica stimata entro il 2020

UNIONE EUROPEA• 4% del PIL comunitario proviene dal settore turistico; diventa l’11% quando si

includono i collegamenti agli altri settori• 2 milioni di imprese (prevalentemente medie e piccole)• 8 milioni gli addetti, 4% dell’intera forza lavoro, che salgono a 24 milioni (12%)

quando si prendono in considerazione i collegamenti ad altri settori

Fonte: stime del World Travel & Tourism Council (WTTC) e dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO)

dei lungomare, riordino delle strut-ture precarie insistenti sull’arenile, limitazione e riduzione degli inter-venti di impermeabilizzazione dei suoli;

- qualificazione edilizia degli edifici a destinazione ricettiva: risparmio ener-getico, uso delle energie rinnovabili, ottimizzazione del ciclo del’acqua e dei rifiuti.

• Miglioramento delle condizioni di accessibilità e di mobilità e riduzione della congestione veicolare:- potenziamento dei nodi di mobi-

lità di accesso all’area: aeroporto, stazioni ferroviarie, trasporto ma-rittimo, parcheggi scambiatori in prossimità delle aree urbane e dei caselli autostradali, in modo particolare attraverso incentivi al trasporto pubblico;

- sviluppo di un sistema integrato e flessibile di mobilità interna all’area volto a garantire ampie possibilità di spostamento senza l’utilizzo dell’auto privata: linee di trasporto dedicato in sede propria, forme di mobilità collet-tiva anche ad uso privato (car sharing e taxi collettivo), reti integrate di mo-bilità lenta;

- facilitazione di accesso alla mobili-tà collettiva: integrazione tariffaria, promozione coordinata dei servizi di soggiorno con i servizi di mobilità;

- migliorare il sistema delle piste ciclabili e delle zone pedonali, coordinandole con il trasporto pubblico, all’interno di un piano di mobilità integrata;

- riduzione degli effetti dovuti alla mobilità delle merci anche con ri-ferimento alla fornitura turistica: city logistics e coordinamento delle cate-gorie produttive.

• Valorizzazione dell’intero distretto turistico:- tutela e valorizzazione delle risorse

naturali e paesaggistiche del territorio: sviluppo della rete ecologica provin-ciale, predisposizione e attuazione di specifici progetti di valorizzazio-ne ambientale, connessione fisica e ambientale costa/entroterra con il mantenimento e il ripristino della continuità verso mare;

- promozione di misure a favore della mitigazione e adattamento ai cam-biamenti climatici per un turismo più sostenibile e competitivo;

- promozione di forme compatibili di fruizione ambientale: turismo verde, reti fruitive tematiche (naturalistiche e storico - testimoniali), coordina-mento temporale degli eventi;

- consolidamento dell’identità ter-ritoriale: coinvolgimento della comunità locale per la definizione di regole condivise di trasforma-zione territoriale;

- integrazione del sistema produttivo locale di qualità: filiera corta, pro-mozione dei prodotti tipici presso le strutture ricettive, marchio unico di qualità.

Per maggiori informazioni:http://conferenzats2008.provincia.rimini.it/

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AMBIENTE E ARTE

di Guglielmo Pepe - National Geographic Italiafoto: National Geographic©

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Rassegna fotografica del National Geographic Italia dedicata alla salvaguardia del Pianeta

Roma, 7 febbraio - 29 marzo 2009 - Palazzo delle Esposizioni

“MADRE TERRA”UNICA E MAGNIFICA

Panorami struggenti per la loro bel-lezza.Lembi di foresta vergine.Orizzonti incontaminati e quasi irrag-giungibili.Donne e bambini felici della propria esistenza.Uomini in lotta per la sopravvivenza.Ambienti devastati dalla furia della natura e dell’uomo.Animali liberi nel loro ambiente e altri a rischio di sopravvivenza.Le immagini di “Madre Terra” racconta-no il pianeta in cui viviamo - dal punto di vista ambientale, della flora, della fauna, del paesaggio - in modo inimi-

tabile. Perché gli occhi dei fotografi che collaborano con National Geographic sono unici. Lo potranno verificare di persona tutti quelli che vedranno la Mostra che National Geographic Italia promuove al Palazzo delle Esposizioni di Roma.Dopo quella dell’anno scorso, ideata in occasione del nostro decennale, che proponeva un percorso fotografi-co attraverso gli elementi che forgiano il pianeta, “Madre Terra” riprende lo stesso filo del discorso, sviluppandolo lungo un viaggio che passa per i con-tinenti e per i poli.Per due mesi (dal 7 febbraio al 29

marzo) 101 immagini di 58 fotografi di tutto il mondo racconteranno l’am-biente in cui viviamo come in un solo, grande, reportage dedicato alla Terra.Con questa esposizione non lanciamo un allarme (perché altri hanno il dove-re istituzionale di farlo e di intervenire), sulle condizioni in cui versa il mondo e sui rischi che corriamo.Vogliamo dare un contributo alla con-sapevolezza: larga parte della comunità scientifica è concorde - nonostante i mutamenti climatici stagionali che pos-sono far sembrare il contrario - sul fatto che le emissioni di gas serra prodotte dall’iperconsumo di combustibili fossili,

Nuova Zelanda. Un tuatara aggrappato a una roccia al largo della North Island; questo rettile è considerato un fossile vivente (foto di Frans Lanting)

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Antartide. Picchi montuosi spuntano sulla distesa innevata della Terra della Regina Maud (foto di Gordon Wiltsie)

Argentina. Il ghiacciaio Perito moreno si staglia sul Lago Argentino in Patagonia (foto di Peter Essick)

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stiano producendo danni gravi all’eco-sistema. Senza dimenticare l’intervento diretto dell’uomo che, per soddisfare interessi economici talvolta scriteriati, distrugge interi territori, fondamentali per la salvezza di specie animali e della biodiversità.Così vediamo foreste pluviali che per-dono sempre più spazio, orsi polari e tigri dell’India che diminuiscono anno dopo anno, ghiacciai che si riducono a vista d’occhio, deserti che avanzano, popolazioni ridotte alla fame e alla sete da guerre criminali e dall’impoverimen-to del loro ambiente.

Con l’aiuto dei “nostri” fotografi cerchiamo di rendere immediatamente percepibile quello che sta avvenendo. Perché se la comunità scientifica, nonostante i negazio-nisti, appare abbastanza convinta che se non si interviene con la necessaria ener-gia, il mondo va incontro a una catastrofe, non è lo stesso per le persone.Tra le popolazioni prevale la disinfor-mazione, il disinteresse, lo scetticismo. Con la Mostra vogliamo tentare di supe-rare questi ostacoli e far vedere, grazie all’immediatezza, alla meraviglia e alla sincerità delle immagini, che “Madre Terra” si può salvare.

Questo obiettivo, abbracciato dalla National Geographic Society negli ul-timi anni, è stato indicato con forza da Barack Obama: il neopresidente americano e larga parte dei governi europei affermano di volersi impegna-re per una economia sostenibile, per le energie alternative, per il risparmio energetico.Ci speriamo anche noi.Ma non sappiamo se, come e quando vedremo un mondo migliore. Sappia-mo però di non avere altri pianeti a disposizione: “Madre Terra” è unica. E magnifica.

Papua Nuova Guinea. Una danzatrice col corpo ricoperto di cenere durante il Festival Sing-Sing di Goroka (foto di Jody Cobb)

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In questo numero segnaliamo tre misure che hanno un unico filo conduttore: la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.Si tratta nello specifico di un bando a carattere nazionale e di due bandi regionali.

Il Ministro Stefania Presti-giacomo: “Grazie a questo bando avremo una ulterio-re possibilità di stimolare la collaborazione tra universi-tà, consorzi o associazioni di enti per svolgere progetti di ricerca riguardanti tecnolo-gie, modelli e casi di studio nel settore dell’efficienza energetica proprio con par-ticolare riferimento alle aree urbane. In attesa che l’op-zione nucleare possa dare il suo contributo al nostro mix

energetico dobbiamo puntare con il massimo impegno a promuovere le tecnologie esistenti ma anche a indurne di nuove, capaci di farci consumare meno e meglio e di sfrut-tare in condizioni economiche più competitive sole, vento, biomasse. Passa per questa strada anche la fondamentale battaglia per il miglioramento della qualità dell’aria nelle nostre città, che è parte integrante e fondamentale della sfida globale sul clima”.

FinalitàIl presente bando finanzia la realizzazione di studi e pro-getti di ricerca finalizzati alla realizzazione di interventi nei seguenti settori:a. incremento dell’efficienza energetica negli usi finali e

utilizzo delle fonti di energia rinnovabili, con partico-lare riguardo agli interventi mirati alla riduzione delle emissioni inquinanti in aree urbane;

b. produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogento da fonti di energia rinnovabili;

c. interventi sui sistemi di locomozione ed infrastrutture

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MAREBando per il fi nanziamento di progetti di ricerca fi nalizzati ad interventi di effi cienza energetica e all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili in aree urbane (G.U. n. 299 del 23 dicembre 2008)

dedicate, per il miglioramento della qualità ambientale in aree urbane.

I progetti finanziati dovranno essere caratterizzati da elevata replicabilità e dalla possibilità di un rapido trasferimento dei risultati all’industria per l’attuazione degli interventi stessi.

Risorse disponibiliPer l’attuazione del programma di contribuzione sono pre-viste risorse pari a 10 milioni di euro.

Soggetti beneficiariPossono presentare domanda di contributo imprese asso-ciate anche in forma temporanea, purché comprendano enti pubblici di ricerca la cui quota di partecipazione non sia inferiore al 50%.In via facoltativa l’associazione potrà comprendere anche organizzazioni di categoria, agenzie energetiche locali, ESCO, agenzie, enti o istituti preposti alla comunicazione, informa-zione e formazione in materia ambientale, enti pubblici.

Costi ammissibili a contributoLe spese ammissibili che costituiscono il costo di investi-mento sono riferibili esclusivamente alle seguenti voci:a. spese per ricercatori o esperti in materia per la defini-

zione del progetto e per l’analisi dello stato dell’arte;b. fornitura di software, hardware e strumentazioni di

misura, esclusivamente se strettamente necessari all’ot-tenimento dei risultati attesi;

c. competenze tecnico-scientifiche per l’effettivo sviluppo della ricerca e per la definizione e messa a punto degli interventi di cui al comma a della finalità;

d. competenze per la valutazione dell’impatto potenzia-le, in termini energetici e di incremento della qualità dell’ambiente urbano, degli interventi proposti;

e. realizzazione di casi studio o di prototipi, compresi i sistemi di monitoraggio per la valutazione delle presta-zioni degli stessi;

f. campagne di diffusione dei risultati, compresa la pub-blicazione di linee guida per la realizzazione degli interventi studiati in aree urbane.

Il costo complessivo ammissibile per ogni progetto dovrà essere:- non inferiore ai 300.000 euro;- non superiore a 3 milioni di euro.La percentuale massima di contributo è pari al 50% dei costi ammissibili, siano essi relativi alla ricerca industriale e/o allo sviluppo sperimentale. In caso di collaborazione tra una grande impresa e un organismo di ricerca il contributo relativo allo sviluppo sperimentale non potrà superare il 40% dei costi ammissibili.

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Durata dei progetti di ricercaLa durata del progetto di ricerca dovrà essere non infe-riore ai 12 mesi e non superiore ai 24 mesi. Nei soli casi in cui la ricerca preveda la realizzazione di prototipi, la sperimentazione relativa alle prestazioni degli stessi e la validazione dei risultati, la durata massima del progetto potrà essere di 30 mesi.

Presentazione delle domandeOgni soggetto singolo o associato, può presentare un solo progetto ed ogni singolo ricercatore potrà partecipare ad un solo progetto.Le domande, debitamente sottoscritte da un soggetto dele-gato a tale funzione per ciascuno dei soggetti partecipanti, e con l’allegata prescritta documentazione relativa dovranno essere inoltrate esclusivamente a mezzo plico raccomandato con avviso di ricevimento, che dovrà necessariamente con-tenere la dicitura “Bando per il fi nanziamento di progetti di ricerca fi nalizzati ad interventi di effi cienza energetica e all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili in aree urbane”, il nome del soggetto proponente ed un nome identificativo del progetto proposto come da allegato, pena la non am-missione istruttoria.All’istruttoria verranno ammesse solo le domande che ri-sultino spedite a partire dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del comunicato relativo all’emanazione del presente bando e non oltre 5 mesi dal primo giorno utile alla ricezione.Le istanze dovranno pervenire al seguente indirizzo:Direzione per la Salvaguardia Ambientale - Divisione IX, Energie rinnovabili - Bando “Fonti rinnovabili in ambiente urbano: ricerca e innovazione” - Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare - Via Cristoforo Co-lombo, 44 - 00147 Roma.

Per maggiori informazioni e per scaricare gli allegati si rinvia al sito: www.minambiente.it - Settore Bandi.

“I progetti per produr-re energia da fonte solare nelle aree delle discariche esaurite - ha spiegato l’assessore all’Ambiente, Nicola De Ruggiero - sono un modo per non sprecare ulteriormente il territo-rio. La realizzazione di campi fotovoltaici può

contribuire alla riqualificazione ambientale delle aree, con-sentendo, attraverso la vendita dell’energia elettrica prodotta, di affrontare i costi di post-conduzione.”L’attività istruttoria delle domande di ammissione all’agevo-lazione verrà conclusa entro 90 giorni dalla data di ricezione

della domanda, mentre gli interventi finanziati dovranno essere realizzati entro 36 mesi dalla data di ammissione all’agevolazione.

Risorse DisponibiliIl primo stanziamento disponibile (Fondi POR/FESR) è pari a 10 milioni di euro.

Soggetti beneficiariPossono presentare domanda di agevolazione gli enti locali, singoli o associati, le imprese ed i consorzi, in qualità di pro-prietari o titolari di altro diritto reale o di godimento, rispetto all’area oggetto dell’intervento, per almeno cinque anni successivi alla completa realizzazione dell’investimento.

Obblighi del richiedenteIl richiedente, nei cinque anni successivi alla completa re-alizzazione dell’investimento, non può:- alienare, cedere a qualunque titolo, distogliere dall’uso

originario i beni acquistati o le opere realizzate nell’am-bito dell’investimento che ha beneficiato dell’agevolazione ovvero

- introdurre modifiche sostanziali negli impianti, attrezza-ture, infrastrutture, realizzati fruendo dell’agevolazione quando a ciò consegua un loro trasferimento al di fuori del territorio regionale o una destinazione o un utilizzo sostanzialmente diversi da quelli per cui l’agevolazione è stata concessa.

Caratteristiche dei sitiGli investimenti devono essere realizzati in un sito adibito a discarica esaurita ed attualmente in fase di gestione post-operativa, avente le seguenti caratteristiche:- discariche di rifiuti inerti o di rifiuti non pericolosi;- superficie minima del sito di 10.000 m2;- localizzazione nel territorio della Regione Piemonte.

Iniziative ammissibiliLa misura promuove investimenti destinati ad avviare o potenziare la produzione di energia elettrica da fonte solare utilizzando le superfici dei siti di cui al paragrafo precedente. Gli interventi dovranno tener conto dell’esigenza di minimiz-zare gli impatti sulle aree non direttamente interessate dalle vasche di coltivazione, del corretto inserimento ambienta-le e paesistico, della valutazione dell’effetto riflettente dei pannelli e dell’eventuale disturbo arrecato al contesto (es. fenomeni di abbagliamento in relazione alla viabilità).Sono ammissibili tutte le tipologie di impianto fotovoltaico di potenza superiore ai 50 kWp, comprese quelle che utilizzano celle a film sottile di terza generazione, componentistica avan-zata, celle di silicio cristallino ad elevata efficienza e sistemi di concentrazione, purché rispettino le caratteristiche contenute all’Allegato I del D.M. 19 febbraio 2007 “Criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conver-sione fotovoltaica della fonte solare, in attuazione dell’articolo 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387”.Sono altresì ammissibili gli impianti per la produzione di energia elettrica da fonte solare mediante cicli termodi-namici che rispettino le condizioni stabilite all’art. 4 del D.M. 11 aprile 2008 “Criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica da fonte solare mediante cicli termodinamici”.

REGIONE PIEMONTEBando Produzione di energia elettrica da fonte solare su discariche esaurite ed in fase di gestio-ne post-operativa

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Tempi di realizzazione e inizio lavoriGli interventi finanziati dalla presente misura devono essere realizzati entro 36 mesi dalla data di ammissione all’age-volazione.Sono ammissibili alle agevolazioni esclusivamente gli in-vestimenti avviati successivamente alla presentazione della domanda.

Tipologia e entità delle agevolazioniLe agevolazioni sono concesse tramite finanziamento agevolato integrato, ove consentito dal massimale dell’equivalente sov-venzione lordo - E.S.L.4, da un contributo in conto capitale.Al momento della presentazione della domanda di accesso all’agevolazione il richiedente dovrà indicare a quale delle seguenti tipologie di agevolazione intende accedere:TIPOLOGIA 1 - Aiuti di stato a finalità ambientaleTIPOLOGIA 2 - Aiuti “de minimis” (vedi bando)

Costi ammissibiliSono ammissibili le seguenti voci di spesa:I. spese tecniche per: progettazione, direzione lavori, col-

laudo e certificazione degli impianti;II. fornitura dei materiali e dei componenti necessari alla

realizzazione degli impianti;III. installazione e posa in opera degli impianti;IV. eventuali opere edili strettamente necessarie e connesse

all’installazione degli impianti o all’integrazione con le strutture esistenti.

Domanda di ammissione all’agevolazioneLe domande, corredate dalla documentazione prevista (vedi bando) a pena di inammissibilità, sono presentate a partire dalle ore 9.00 del 1° dicembre 2008 con raccomandata a.r. o corriere espresso a Finpiemonte spa, Galleria San Federico, 54 - 10121 Torino.La procedura di presentazione delle domande è a sportello e le stesse saranno esaminate nel rispetto dell’ordine cro-nologico di arrivo della domanda telematica.

Per ulteriori informazioni consultare il sito della regione Piemonte alla sezione Bandi.

“Siamo certi che il bando POR dedicato all’efficienza energetica ripeterà il successo dei precedenti bandi per interventi simili - ha dichiarato l’Assessore all’Ambiente, Marco Amagliani - Grazie anche a questa misu-ra, perfettamente in

linea con le indicazioni strategiche del Piano Energetico Ambientale Regionale, si riduce il deficit elettrico della nostra regione e la nostra dipendenza dalle fonti non rinnovabili e, soprattutto, ci ripariamo dai contraccolpi degli altalenanti prezzi del petrolio e delle altre fonti energetiche esauribili”.

Si tratta di due bandi distinti che proponiamo in accorpati, evidenziando le parti di differenziazione.

ObiettiviL’intervento concorre al raggiungimento dei seguenti obiettivi previsti dal POR:- obiettivo operativo: incrementare la produzione di energia

da fonti rinnovabili;- obiettivo specifico: promuovere uno sviluppo energetico

sostenibile attraverso l’utilizzo delle fonti rinnovabili, il miglioramento dell’efficienza energetica e la promozione del risparmio energetico;

- obiettivo globale: contribuire al perseguimento di uno sviluppo energetico equilibrato e sostenibile del territorio regionale, superando alcuni fattori nodali che creano situazioni di forte dipendenza rispetto alle fonti energetiche esterne alla regione e migliorando le performance del sistema regione in termini di risparmio e di efficienza energetica.

BeneficiariEnti locali ai sensi del D. Lgs. n. 267/2000 e Enti pubblici che svolgono attività di interesse pubblico non economico, singoli o associati.

Criteri di ammissibilitàOltre ai requisiti generali di ammissibilità formale, i progetti sono inoltre ammissibili sulla base dei seguenti criteri:1. rispetto della normativa e della pianificazione urbanistica

e di settore vigente o adottata alla data di presentazione della domanda, con particolare riferimento al PEAR;

2. livello di progettazione definitivo, ai sensi della normativa vigente sui lavori pubblici;

3. soglia minima dell’investimento ammissibile euro 40.000,00.

Termini di ammissibilitàSono considerate ammissibili quelle spese sostenute dal beneficiario finale entro tale periodo:- inizio ammissibilità delle spese: 1° gennaio 2007;

REGIONE MARCHEBando “Promozione energia rinnovabile:a) solare fotovoltaicob) solare termico”

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- termine ammissibilità delle spese: entro 90 giorni dalla data di emissione del certificato di collaudo o del certifi-cato di regolare esecuzione.

Una spesa si intende sostenuta a far data dalla prestazione svol-ta/bene consegnato e dall’avvenuta quietanza di pagamento.

Interventi e spese ammissibiliSono oggetto di richiesta di contributo la realizzazione di:a) impianti fotovoltaici;b) impianti solari termici;che possono essere localizzati in tutto il territorio regionale.In particolare, sono considerate ammissibili le spese con-sistenti in:- spese tecniche nei limiti del 10% del costo totale ammissi-

bile dell’intervento;- spese per la realizzazione e l’installazione di impianti, per

opere a rete, per opere civili murarie ed assimilate e per l’acquisizione di attrezzature e apparecchiature funzionali all’installazione e funzionamento degli impianti stessi;

- acquisizioni di sistemi ed apparecchiature per il mo-nitoraggio in fase di esercizio dell’impianto in quanto strettamente necessari alla realizzazione dell’intervento.

Intensità del contributoL’entità massima del contributo pubblico è pari al 80% del costo dell’investimento sostenuto ammissibile a finanziamento. I contributi verranno concessi agli interventi utilmente col-locati nella graduatoria considerando la somma complessiva dell’investimento proposto ammissibile, fino alla concorrenza delle somme disponibili.

Risorse finanziarieLe risorse finanziarie attivate con il presente Bando, in termini

di contributo pubblico - dato dall’insieme delle quote FESR, fondo di Rotazione ex L 183/87 e Regione - sono pari a:a) Euro 3.000.000,00 per il solare fotovoltaico;b) Euro 1.847.324,41 per il solare termico;il tasso di partecipazione del FESR al contributo pubblico è pari al 39,09%.

Criteri di selezioneL’istruttoria e la valutazione dei progetti, sulla base dei criteri previsti (vedi bando) sono effettuate dalla Regione Marche - PF Aree Protette, Protocollo di Kyoto, Riqualifica-zione Urbana, che può avvalersi a sua discrezione di una Commissione tecnica da costituire appositamente e/o dalla consulenza di altri servizi regionali e/o Agenzie Regionali e dovrà essere conclusa entro 90 giorni dalla scadenza dei termini per la presentazione della domanda di contributo.

Domanda da presentareLa domanda di partecipazione, corredata dalla documen-tazione prevista (vedi bando) deve essere trasmessa alla Giunta Regione Marche - Servizio Ambiente e Paesaggio - PF Aree Protette, Protocollo di Kyoto, Riqualificazione Urbana - Via Tiziano, 44, 60125 Ancona, entro il 18 marzo 2009, in busta chiusa e sigillata recante all’esterno l’indicazione del mittente e la dicitura:a) “Bando POR - Asse 3 - Intervento 3.1.1.40.01 Promozione

energia rinnovabile: solare fotovoltaico”.b) “Bando POR - Asse 3 - Intervento 3.1.1.40.01 Promozione

energia rinnovabile: solare termico”.

Per ulteriori informazioni consultare il sito della regione Marche alla sezione Bandi.

Bilancio Regionale 2009: anticrisi, equo e solidaleLa Regione Marche si presenta al nuovo anno con i conti in ordine, i rating positi-vi e un’attenzione speciale alle fasce de-boli della popolazione, alle famiglie, alle piccole imprese. Il Bilancio regionale 2009 si caratterizza, infatti, per una spe-ci ca nalità anticiclica e anticrisi, a tu-tela del lavoro, della coesione sociale e dello sviluppo.“Il lavoro, la creatività imprenditoriale, la coesione sociale sono la vera ricchez-za delle Marche - spiega il presidente della Regione Gian Mario Spacca. - Li vogliamo difendere con determinazione, con progetti concreti di sostegno al red-dito, al potere d’acquisto, agli investi-menti di sviluppo. Il 2009 sarà un “annus horribilis”. Ma sarà anche l’anno della “resistenza”: con l’impegno, la responsa-bilità e la ducia che contraddistinguono i marchigiani, insieme supereremo gli ostacoli che si presenteranno”.“Di fronte ad un anno che si prospetta pieno di dif coltà come non mai - affer-ma l’assessore al bilancio Pietro Marco-lini - l’approvazione del bilancio di pre-visione permette alla Regione di avviare senza soluzione di continuità la gestione nanziaria 2009: gli interventi previsti, a

partire da quelli per le imprese e le fami-glie, potranno diventare immediatamen-te operativi. Il dibattito consiliare ha ulte-riormente arricchito la manovra di bilan-cio rafforzando le misure in grado di contrastare il negativo trend economico in atto.”Il pro lo generale della manovra nan-ziaria 2009 della Regione può essere così riassunto:

“Un risultato - spiega il presidente - che diventa ancora più signi cativo perchè è stato ottenuto senza comprimere i livelli di produzione sanitaria, ovvero i servizi diretti al cittadino. Ottimizzazione e ri-quali cazione del sistema a vantaggio di servizi diffusi e di qualità; miglioramen-to dell’appropriatezza delle attività; ridu-zione dei costi amministrativi e gestiona-li; utilizzo di nuove tecnologie nell’orga-nizzazione dei servizi; riduzione delle li-ste di attesa: sono questi alcuni dei cardi-ni di un’azione di quali cazione che ha posto la sanità delle Marche ai vertici di eccellenza del Paese”.Rating - Standard&Poor’s conferma A+ stabile, massimo tra le Regioni, uguale al livello dell’Italia. Le motivazioni che hanno condotto alla conferma del rating, si legge nel comunicato uf ciale di Standard&Poor’s, sono principalmente legate “al moderato livello di indebita-mento, ai risultati nanziari e manageria-li raggiunti dalla sanità marchigiana e alle considerevoli risorse nazionali e co-munitarie per gli investimenti”.Evasione - Recuperati 57 milioni di euro dal 2005.

Il Bilancio 2009 si inserisce nel Piano predisposto dalla Regione per fronteggiare la diffi cilissima congiun-tura internazionale e nazionale, che prevede per l’anno prossimo tre linee di intervento complementari:

1. Tutela del lavoro e della co-esione sociale: sostegno al reddito ed al potere di acquisto di lavoratori, famiglie e soggetti deboli, con i fondi di solidarietà, per il sociale, per gli ammortizzatori in deroga.

2. Massima liquidità per le Marche: sostegno fi nanziario alle

PIANO INVESTIMENTI STRATEGICI: 7 MILIARDI EURO

Infrastrutture viarie e trasporti: 4,8 miliardi euroInfrastrutture immateriali: 75 milioni euro (banda larga)

Innovazione e sviluppo DUP: 1,2 miliardi euroInfrastrutture sanitarie: 560 milioni euro

Piano-casa: 200 milioni euroInfrastrutture scolastiche: 122 milioni euro

Risorse regionali - Aumentano le risor-se complessive a disposizione della co-munità, da 592 a 608 milioni di euro.Fondi di solidarietà• 5 milioni per il Fondo sociale su af tti,

mutui e precariato, integrabile con ap-porti delle Fondazioni bancarie;

• 5 milioni per il Fondo per il lavoro che controgarantisce nuovi nanziamenti richiesti dalle PMI per evitare impatti occupazionali della crisi nanziaria. Complessivamente il plafond di nan-ziamenti agevolati dal Fondo potrà ammontare a circa 200 milioni di euro;

• 47 milioni euro per il fondo per gli am-mortizzatori sociali in deroga per le imprese con meno di 15 addetti;

• prosecuzione del progetto contro il ca-rovita ed il blocco dei prezzi.

Pressione scale - I tributi manovrabili

si riducono di -2,95%; 2 cittadini marchi-giani su 3 continuano a non pagare l’ad-dizionale Irpef in nome dei principi di equità e progressività. Debito - Viene ridotto ulteriormente, da 1.277 a 1.272 milioni di euro. “L’azione di rigore nanziario - sottolinea il presi-dente Spacca - sta dando ottimi risultati. La sempli cazione e la razionalizzazio-ne della pubblica amministrazione sono una priorità assoluta. Il controllo rigoro-so della spesa pubblica regionale si riper-cuote positivamente anche sul debito: si liberano così risorse prima vincolate a onorare spese improduttive, come quelle per interessi. Risorse che possono essere pro cuamente destinate agli impieghi a favore della comunità regionale”.Sanità - Si consolidano i conti in ordine, con un disavanzo azzerato secondo i re-port 2008 del Ministero dell’Economia.

Più risorse per la comunità,

conti in ordine, rating positivi

PIANO ANTICRISI DELLA REGIONETRE PRIORITÀ:

LAVORO, LIQUIDITÀ E INVESTIMENTIpiccole imprese attraverso il Fondo di solidarietà e garanzia, per facili-tare l’accesso al credito e limitare impatti occupazionali negativi, e con l’attivazione di nuovi fi nanziamenti BEI, FEI, FEG.

3. Investimenti strategici: oltre 7 miliardi di euro di investimenti programmati ed in corso - le dimen-sioni sono quelle di una Finanziaria nazionale - in infrastrutture viarie e di trasporto, in reti immateriali a banda larga, in innovazione e ricerca, in in-frastrutture sanitarie e scolastiche, in interventi del Piano-casa regionale.

MARCHE REGIONI A STATUTO ORDINARIO

LA RIDUZIONE DEL PESO DEI TRIBUTI PROPRI Incidenza % dei tributi propri sulle entrate effettive - serie storica 2004-2007

Fonte: Issirfa-CNR

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i quesiti dei lettori: L’ESPERTO RISPONDE

agenda Eventi e Fiere

In presenza di un deposito incontrollato di rifiuti, qual è l’organo competente ad emanare l’ordinanza di rimozione: il sindaco o il responsabile dell’ufficio tecnico comunale?Anteriormente all’emanazione del D. Lgs. n. 152/2006, la giurisprudenza prevalente era orientata nel senso di ritenere che, sebbene l’art. 14 del D. Lgs. n. 22/1997 stabilisse che “il sindaco dispone …”, la competenza all’adozione dell’ordinan-za di rimozione dei rifiuti spettasse all’organo dirigenziale, in quanto, successivamente allo stesso D. Lgs. n. 22/1997 l’art. 107 del Testo Unico degli Enti Locali (D. Lgs. n. 267/2000) aveva tracciato, in termini generali, una netta distinzione di competenze tra organi di governo e organi dirigenziali dell’ente, attribuendo a questi ultimi tutte le funzioni di carattere gestionale, qual è appunto quella concernente la rimozione di un deposito incontrollato di rifiuti.Tuttavia, poiché il D. Lgs. n. 152/2006 ha riproposto, all’art. 192, comma 3, la dicitura “il sindaco dispone …”, si è posto l’interro-gativo se fosse ancora valido il criterio generale di ripartizione della competenza stabilito dall’art. 107 del D. Lgs. n. 267/2000 oppure se l’art. 192 del D. Lgs. n. 152/2006, in quanto norma sopravvenuta e speciale, derogasse a tale criterio generale.Questa seconda interpretazione è stata fatta propria dalla giurisprudenza amministrativa. In particolare, il Consiglio di Stato, con decisione del 25 agosto 2008 n. 4061 (recen-temente ripresa anche dal T.A.R. Veneto con sentenza 14 gennaio 2009 n. 40) ha affermato che “l’art. 192, comma 3, del D.lgs. n. 152/2006, che è norma speciale sopravvenu-ta rispetto all’art. 107, comma 5, del D.lgs. n. 267/2000,

attribuisce espressamente al Sindaco la competenza a disporre con or-

dinanza le operazioni necessarie alla rimozione ed allo smalti-

mento dei rifiuti previste dal comma 2”, per cui “tale

previsione, sulla base degli ordinari criteri preposti

alla soluzione delle antinomie norma-

tive (criterio della specialità e criterio

cronologico), prevale sul disposto dell’art. 107, comma 5, del D.lgs. n. 267/2000”.Pertanto, in definitiva, attualmente la competenza spetta al sindaco.

Può un sindaco disporre la delocalizzazione di un impianto IPPC in forza delle norme sulle industrie insalubri?No. Lo ha stabilito il T.A.R. Lombardia Brescia, senten-za 12 dicembre 2008, n.1767. Nell’occasione il giudice amministrativo ha chiarito che l’autorizzazione integrata ambientale - istituto introdotto nel nostro ordinamento dal D. Lgs. 18 febbraio 2005 n. 59 - si propone, a fini di mag-giore efficacia ed efficienza, di sostituire con un unico titolo abilitativo i molti di essi che in precedenza erano necessari per far funzionare un impianto industriale inquinante. Con l’A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) risulta per-tanto contraddittorio un potere come quello riconosciuto al Sindaco dagli artt. 216 e 217 T.U.L.S. in relazione al D.M. 5 settembre 1994: se al Sindaco stesso fosse consentito, attraverso la dichiarazione di insalubrità, di obbligare in qualsiasi momento l’industria destinataria del provvedimen-to, ancorché fornita di A.I.A., ad allontanarsi dall’abitato, è evidente che di autorizzazione integrata, e onnicomprensiva, non si potrebbe più parlare, e l’obiettivo della legge sareb-be frustrato. In proposito, quindi, il D. Lgs. n. 59/2005, al comma 11 dell’art. 5, ha previsto un coordinamento fra le due discipline, imponendo all’autorità che rilascia l’A.I.A. di acquisire, in sede di istruttoria, le “prescrizioni del Sindaco di cui agli articoli 216 e 217 del regio decreto 27 luglio 1934 n. 1265”, di tenerne conto nel rilascio dell’autorizzazione; al Sindaco ha conferito poi un potere di intervento anche a posteriori, consentendogli “in presenza di circostanze intervenute successivamente al rilascio dell’autorizzazione” e qualora “lo ritenga necessario nell’interesse della salu-te pubblica” di chiedere alla Regione il riesame, in vista ovviamente di una revoca o modifica, dell’autorizzazione stessa. In sintesi, il potere di far allontanare un’industria in quanto insalubre è degradato a potere di intervento e di promozione procedimentale nei riguardi della Regione, che ormai accentra tutte le competenze in materia.

Roma, 5-6 febbraio 2009Conferenza dell’Industria Solare - Italia (CIS-IT 2009)Sede: Hotel Hilton - Aeroporto di FiumicinoOrganizzazione: Severine Schniepp - Solarpraxis AGZinnowitzer Straße 1 - D-10115 Berlin - GermaniaTel. + 49 (0) 30 | 726 296-326 - Fax + 49 (0) 30 | 726 [email protected] - www.solarpraxis.de

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10N° GENNAIO-FEBBRAIO 2009

BBRAIO 2009

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Regione AbruzzoServizio Gestione Rifiuti3° Rapporto sulle raccolte differenziateAd un anno dall’approvazione del Piano Regionale perla Gestione dei Rifiuti, il documento fa il puntodella situazione presentando i dati relativi al 2007a cura di Fabio Bastianelli p. 4

Gestione dei rifiuti: il puntodell’Osservatorio regionalePresentiamo una sintesi dellaRelazione attività 2007/2008 a consuntivoa cura di Alberto Piastrellini p. 8

Ridurre e riciclare per vivere meglioProgramma di prevenzione e riduzione della produzione di RSUdi Alberto Piastrellini p. 13

Approvato il piano triennale di interventidi forestazione e valorizzazione ambientaledi Roberto Paoloni p. 20

Rifiuti sanitari: ottimizzare la gestioneRegione Abruzzo e Direzione Sanità hanno firmato un Protocollo d’Intesa nel solco di politiche ambientali finalizzate all’organizzazione di un sistema integrato della gestione dei rifiuti.di Roberto Paoloni p. 22

Manifestazioni e ConvegniRiciclabruzzo 2008Ad un anno dall’approvazione del PRGR, la Regione Abruzzo ha promosso un workshop operativo di incontro/confronto sullo stato di attuazione, coinvolgendo partner e stakeholders.di Alberto Piastrellini p. 25

Provincia di Teramo“La terra ringrazia”: recupero ecologicocon il compostaggio domesticoa cura del Servizio Pianificazione e Gestione dei RifiutiOsservatorio provinciale Rifiuti p. 28

Eco NewsBuone notizie per l’orso marsicanoDopo i tristi episodi di avvelenamento, la popolazionedi plantigradi sembra riprendersi con dieci nuovi nati.di Alberto Piastrellini p. 30

INDICE

In copertina: Fonte Vetica (foto Fernando Di Fabrizio)

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REGIONE ABRUZZO

a cura di Fabio Bastianelli

Mentre l’anno 2008 si apprestava a volgere al termine, il Servizio Gestione Rifiuti, in collaborazione con l’Osser-vatorio Regionale dei Rifiuti, gli Osservatori Provinciali dei Rifiuti e grazie ai dati forniti da ARTA Abruzzo, dai Consorzi intercomunali Rifiuti e dai Comuni della regione, ha redat-to il 3° Rapporto sulle Raccolte Differenziate, relativo all’anno 2007.Il Report si inserisce in un quadro internazionale che vede l’Unione Europea dotarsi di nuovi strumenti normativi “al passo coi tempi” e in un contesto nazionale dalla stratificata e spesso incoerente produzione normativa.In questo ambito, la Regione Abruzzo, che qualche anno fa ha inteso scrollarsi di dosso un passato non proprio felice per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e ha iniziato un “impegnativo, ma entusiasmante cammino di attuazione della riforma del settore introdotta con la L. R. 19/12/2997, n. 45”, che, come ha ricordato il Dott. Franco Gerardini, Dirigente del Servizio Gestione Rifiuti della Regione: “Sta cominciando a dare i suoi frutti”.Questa, in sintesi, lo stato dell’arte per quanto riguarda pro-blematiche in itinere di risoluzione e risultati raggiunti.

Emergenza ed adeguamento impiantistico per lo smal-timento RUPerdurano, purtroppo, alcune difficoltà nel merito delle atti-vità di smaltimento dei rifiuti urbani., soprattutto nei territori delle Province di Teramo e L’Aquila, prive di adeguate vo-lumetrie. La Regione Abruzzo, in collaborazione con gli Enti interessati, si è impegnata, negli ultimi mesi, per raggiungere, entro il 2009 la realizzazione di ampliamenti degli impianti esistenti (Atri, Tortoreto, Notaresco, Fara Filiorum Petri, etc.) e la previsione di nuove discariche da realizzare (Gioia dei Marsi, Capistrello, Notaresco, Collecorvino, Pianella, Capello, etc.). Nel frattempo importanti impianti sono entrati in esercizio come la discarica di Sulmona e l’impianto di trattamento e Compostaggio di Aielli in Provincia di L’Aquila, e l’im-pianto di bioessicazione di Chieti che entrerà in funzione entro giugno 2009. I lavori per l’impianto di bioessicazione di Teramo inizie-ranno a partire dai primi mesi del 2009. Se, tuttavia, l’adeguamento impiantistico e strutturale è un pro-blema che si sta affrontando con la dovuta programmazione, occorre sottolineare che é ancora troppo alta la percentuale dei rifiuti che viene avviata a smaltimento, circa l’80 % (la media europea è al disotto del 50%).Il potenziamento delle attività di recupero-riciclo per ridurre le quantità di rifiuti urbani da conferire in discarica, è quindi una priorità.

Riforma dell’architettura istituzionale Uno dei punti di svolta del nuovo PRGR è l’istituzione di 4 Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), in sostituzione dei 14

Consorzi Comprensoriali esistenti.La Regione ha approvato gli atti preliminari (schemi di Sta-tuto e Convenzione), mentre è stata avviata dalle Province la procedura di cui alla L. R. 45/07 e, proprio a fine 2008 è stato insediato l’ATO n. 1, quello della Provincia di Teramo. Le altre Province stanno procedendo non senza difficoltà. Per l’estrema frammentarietà delle gestioni dei servizi d’igiene urbana, con cui si caratterizza questa realtà regionale, l’isti-tuzione di 4 ATO, rappresenta un percorso coerente con le disposizioni di legge ed equilibrato, in grado di affrontare le complessità del comparto ambientale ed attuare una “prima” efficace riorganizzazione delle gestioni, soprattutto se si tiene conto della realtà urbanistica, socioeconomica e del sistema impiantistico di trattamento e smaltimento esistente.

Prevenzione e riduzione dei rifiutiTra i driver della nuova programmazione di settore finaliz-zata alla realizzazione di una gestione integrata del ciclo dei rifiuti, vi è l’avvio concreto, di politiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti. Con DGR n. 1012/08 è stato approvato il primo “Programma per la prevenzione e riduzione della produzione dei rifiu-ti”, denominato: “Ridurre e riciclare per vivere meglio”.Si tratta di un insieme di n. 12 progetti che hanno lo scopo di diffondere buone pratiche ambientali finalizzate a ridurre i rifiuti nella nostra Regione. Il Programma potrà essere avviato a partire dai primi mesi del 2009 ed è stato già anticipato da alcune iniziative territoriali come il “compostaggio domestico” e le “ecofeste”.Per maggiori informazioni sul Programma, si rimanda alla lettura dell’articolo a pag…..

Politiche di filiera e flussi prioritariSono state avviate alcune strategie di eco-gestione di flussi prioritari di rifiuti (filiere) per:• imballaggi e rifiuti di imballaggio: (Accordo Regione

Abruzzo - CONAI);• frazioni organiche (umido e verde): Accordo Regione

Abruzzo - Consorzio Italiano Compostatori (CIC) finalizzato alla creazione del Marchio “Compost Abruzzo”;

• rifiuti agricoli: Accordo di programma Regione Abruzzo, Province, Consorzi comprensoriali, ANCI, Associazioni di categoria;

• rifiuti portuali: Protocollo d’intesa “Porti puliti” - Regione Abruzzo, Autorità marittime, Comuni, Aziende d’igiene urbana;

• rifiuti da C & D: (in elaborazione) un accordo regionale con Province ed Associazioni di categoria;

• CDR: (in elaborazione) un accordo con cementifici ed altri impianti industriali.

Fiscalità ecologicaPer la diffusione di “buone pratiche ambientali”, un aspetto

Servizio Gestione Rifiuti

Ad un anno dall’approvazione del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti,il documento fa il punto della situazione presentando i dati relativi al 2007

3° RAPPORTO SULLERACCOLTE DIFFERENZIATE

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ancora poco considerato è quello della leva fiscale. Con la L. R. 17/06 sul tributo speciale, sono stati introdotti alcuni meccanismi per incentivare la riduzione, il trattamento dei rifiuti, la RD, il recupero. Inoltre, nell’ottica di incentivare l’impegno degli Enti Locali, la Regione Abruzzo, per il 3° anno consecutivo, ha riconosciuto “contributi premiali” ai Comuni che raggiungono gli obiettivi di legge per la RD (per i dati riferiti al 2007, RD > 40%, sono stati stanziati circa 300.000 euro per i 21 Comuni aventi diritto). L’implementazione della rete delle stazioni ecologiche avrà l’effetto di veder riconosciuto quel “bonus fiscale” ai cittadini che conferiscono rifiuti riciclabili, così come per le attività di “compostaggio domestico”. In questo senso, sono in fase di elaborazione i regolamenti-tipo dei servizi d’igiene urbana e delle stazioni ecologiche con la previsione di misure incen-tivanti le buone pratiche ambientali.

Comunicazione, educazione, formazioneTale capitolo è decollato con l’Accordo quadro Regione Abruzzo - CONAI di cui alla DGR n. 130/06. Una gamma di iniziative sviluppate nell’ambito del progetto “Riciclando si impara” del CONAI, in cui attraverso l’organizzazione di corsi a carattere provinciale si è formato un gruppo di docenti (circa n.100), in grado di sviluppare iniziative di educazione ambientale nelle scuole.Così come è possibile citare l’insieme degli eventi organizzati per informare ed educare i cittadini (es. Cartoniadi, Riciclabruzzo, Amici del riciclo, iniziative del Sistema INFEA, etc.).L’azione in questo campo è propedeutica per diffondere una nuova cultura dell’ambiente e formare i cittadini di domani.

RD e Riciclo Il nuovo PRGR prevede soprattutto l’aumento dei livelli di intercettazione delle frazioni riciclabili dei rifiuti (oltre la RD) e la riorganizzazione dei servizi di raccolta differenziata (RD), un aspetto sul quale sono già avviati i programmi necessari. Questo significa diffondere nuovi modelli dei servizi di RD, con priorità, per i “sistemi domiciliari integrati”, (raccolta dif-ferenziata “porta a porta” e/o di “prossimità”) che garantiscono efficacia ed efficienza sia sul piano quantitativo (peso e volume RU), che qualitativo (caratteristiche merceologiche). Orbene, stante i dati raccolti dall’Osservatorio Regionale Rifiuti (ORR), nel 2007 sono state intercettate dai servizi di raccolta differenziata (RD) 132.295 tonnellate di rifiuti. La percen-tuale di RD media su base regionale, calcolata con il nuovo “Metodo standard di certificazione delle percentuali di rac-colta differenziata e di riciclo dei rifiuti urbani”, si attesta a circa il 19%, calcolata considerando le frazioni merceologiche avviate effettivamente al recupero di materia.

Positivo il risultato ottenuto dalla Provincia di Teramo, che, grazie all’implementazione dei sistemi di RD domiciliari sul territorio (12 Comuni su 47) ha raggiunto 50.734 t/a di ma-

teriali intercettati dalla RD.Molto positiva, inoltre, la percentuale di RD regionale.Raggiunta, a partire dal 2002: si registra, infatti, una variazione di incremento nel 2007 del +2,81% rispetto al 2006. Il trend positivo di incremento delle percentuali RD, caratte-rizza anche le singole province.

I dati raccolti, rappresentati dalla tabella successiva, evidenzia-no una positiva variazione di incremento della RD a partire dal 2004/2005 e proseguita nel 2006/2007, numeri che dimostrano l’efficacia delle nuove politiche di pianificazione nel settore della gestione dei rifiuti.

Analizzando il quadro re-gionale riferito alle frazioni merceologiche, si evince, in particolare, che la frazio-ne organica rappresenta il 32,29% del totale raccol-to in modo differenziato; seguono carta e cartone con il 27,85%.Purtroppo è ancora in-

sufficiente la percentuale di RD di plastica e metalli, rispettivamente del 4,23% e 4,02%. A tal proposito l’ORR ha avviato uno studio analitico delle

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due frazioni merceologiche per individuarne le cause, coin-volgendo il CONAI ed i Consorzi di Filiera di riferimento (COREPLA e CIAL). Dalle prime riflessioni, emerge un fenomeno rappresentato dalla scarsa efficienza del sistema di gestione delle piattaforme ecologiche che non avviano un flusso consistente delle suddette frazioni merceologiche al sistema CONAI - Abruzzo.

Il Servizio Gestione Rifiuti, nell’ambito delle iniziative avviate per affrontare concretamente il rapporto intercorrente tra la corretta gestione dei rifiuti e la riduzione delle emissioni climalteranti, così come indicato nel Protocollo di Kyoto, ha provveduto ad elaborare, in collaborazione con il Consorzio Italiano Compostatori (CIC), il 1° Rapporto Compost in cui si evidenziano i benefici in termini di risparmio di emissioni di CO

2 equivalenti, dovuto al recupero dei rifiuti delle frazioni

organiche ed avviate al compostaggio.Nel campo della gestione dei rifiuti, il processo del riciclo comporta contemporaneamente una serie di effetti positivi che possono essere così sintetizzati: • risparmio di materia prima vergine;• risparmio di energia;• minori emissioni di gas serra.(Quest’ultimo vantaggio si ottiene con il minor conferimento in discarica, che riduce, al contempo, la produzione di metano quale prodotto di scarto e la minor produzione/trasformazione di materia prima nei processi industriali).Dai dati riferiti al Report 2007, in relazione alla quantità di carta e cartone avviati ad un processo di riciclo in Abruzzo, si stima che la RD abbia prodotto un risparmio di 62.789.000 kg/ CO

2 equivalenti.

L’ORR sta verificando l’intero beneficio in termini di risparmio CO

2 equivalente dovuto all’intera filiera del riciclaggio, delle

frazioni secche ed organiche.

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a cura di Alberto Piastrellini

Ad un anno dalla pubblicazione della L. R. n. 45 del 19 dicembre 2007, che, di fatto, ha rivoluzionato il sistema della gestione dei rifiuti nella regio-ne Abruzzo, riallineando a standard nazionali ed europei una legislazio-ne regionale che, per troppi anni era rimasta aleatoria, l’Osservatorio Re-gionale Rifiuti, ha fatto il punto della situazione, producendo una Relazione a consuntivo che prende in conside-razione le attività svolte dallo stesso ORR, nel periodo compreso fra il 1 luglio 2007 (data di inizio dell’attività dell’ORR) ed il 31 dicembre 2008. Il documento, inoltre, rendiconta i risultati raggiunti, ai sensi dell’art. 8, comma 4, lett. h), L.R. n. 45/2007 ed ai sensi dell’art. 2, comma 3 dell’allegato 1 alla DGR n. 1148 del 16.10.2006, recante: “Organizzazione e funzio-namento dell’Osservatorio Regionale Rifiuti”.Per meglio fornire al lettore un ser-vizio di informazione, crediamo sia utile ricapitolare lo scopo e i compiti dell’ORR.

PremessaL’Osservatorio Regionale Rifiuti (ORR), istituito ai sensi dell’art.8 L.R. n.45/2007 (ex art. 7 L.R. n.27/2006“Disposizioni in campo ambientale”), è un organo di consulenza ed assistenza della Giunta Regionale per l’attuazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (approvato ai sensi della L.R. n.45 del 19 dicembre 2007), ed opera per elevare la qualitàdelle politiche e degli interventi nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti della Regione. In particolare, l’ORR esercita le seguenti funzioni:• provvede, alla verifica annuale delle

quantità dei rifiuti prodotte e confe-rite al servizio pubblico di raccolta e gestione e della loro destinazione finale;

• provvede, con riferimento ad ogni singolo Ambito Territoriale Ottima-

le (ATO) e Comune, alla verifica annuale delle quote percentuali di rifiuti prelevate mediante la raccolta differenziata, per l’accertamento del raggiungimento dei livelli indicati nel PRGR;

• certifica ed attesta annualmente i dati sulla produzione dei rifiuti, sui risultati della raccolta differenziata e sui costi applicati dai singoli im-pianti;

• verifica i risultati quali-quantitativi ottenuti nel campo della produzione del compost “grigio”, del compost di qualità e degli ammendanti;

• avanza proposte per l’aggiornamen-to e l’ottimizzazione delle modalità di rendicontazione della produzione dei rifiuti e della raccolta differen-ziata;

• avanza proposte alla Giunta regionale sulle modifiche e sugli ag-giornamenti da apportare al PRGR e, in generale, sulle materie inerenti la gestione integrata dei rifiuti;

• collabora con l’Osservatorio Na-zionale sui Rifiuti (ONR) e gli Osservatori Provinciali Rifiuti (OPR), per le finalità previste all’art. 10, comma 5, della L.N.93/01;

• collabora con l’A.R.T.A. Abruzzo e con il Catasto regionale per la re-alizzazione e l’aggiornamento di banche dati condivise in rete sulla gestione dei rifiuti;

• può provvedere, su richiesta del Servizio Gestione Rifiuti, all’otti-mizzazione delle risorse economiche disponibili, all’elaborazione di pro-grammi, proposte e pareri in materia di gestione integrata dei rifiuti;

• collabora con le Università e con gli Istituti di ricerca per specifici studi di settore.

Ulteriori azioni dell’ORR, finalizzate in particolar modo per il comparto dei rifiuti speciali, sono le seguenti:• analisi dei costi di recupero e smal-

timento;

• analisi inerenti il posizionamento tecnologico di settori produttivi par-ticolarmente critici sotto il profilo della produzione dei rifiuti;

• promozione di accordi e protocolli d’intesa, finalizzati all’innovazione tecnologica per la riduzione della produzione dei rifiuti e all’adozione di corrispondenti soluzioni organiz-zative e progettuali;

• analisi di bilancio dei rifiuti prodotti dai comparti critici (audit di setto-re);

• studi settoriali su specifiche tipologie di flussi di materiali e loro oppor-tunità gestionali, in linea con gli indirizzi europei in materia;

• studi di fattibilità tecnico/economica per l’individuazione di nuove solu-zioni di recupero in riferimento a particolari tipologie di residui.

Struttura Organizzativa dell’ORRL’ORR, ai sensi della DGR n. 1148 del 16.10.2006, recante: “Organizzazione e funzionamento dell’OsservatorioRegionale Rifiuti”, è composto dai se-guenti soggetti:• Il Coordinatore dell’ORR, dott. Fran-

co Gerardini dirigente del Servizio Gestione Rifiuti, su delega del Diret-tore Area Parchi Territorio Ambiente Energia, che coordina e dirige tutte le attività del ORR

• Il Comitato ORR, composta dal Direttore Area Parchi Territorio Am-biente Energia, n. 2 rappresentanti nominati del Servizio Gestione Ri-fiuti, n. 1 rappresentante nominato del Servizio Sviluppo sostenibile, n. 4 rappresentanti nominati degli OPR, n. 4 rappresentanti nomina-ti degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), n. 1 rappresentante nomi-nato dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali – Sezione regionale di L’Aquila, n. 2 rappresentanti dell’AR-TA Abruzzo. Il Comitato supporta il coordinatore nelle scelte delle azio-ni che l’ORR dovrà attuare per il

GESTIONE DEI RIFIUTI: IL PUNTODELL’OSSERVATORIO REGIONALEPresentiamo una sintesi della Relazione attività 2007/2008 a consuntivo

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raggiungimento degli obiettivi, pro-muove interventi nel campo della formazione, dell’individuazione di nuovi flussi informativi da studiare e redige insieme al coordinatore il rapporto annuale.

• La Segreteria tecnico-ammini-strativa dell’ORR, che supporta le attività dell’ORR e del Comitato ORR..

Formazione/informazione, Comu-nicazione e promozioneLe attività in calce, rappresentano una parte dei compiti che l’ORR si è assun-to con la sua istituzione, compiti che vanno nella direzione della collabora-zione e del supporto ad Enti Locali ed Associazioni nell’ambito della promo-zione di eventi mirati alla diffusione di dati, buone pratiche, eventi formativi ed informativi (Workshop tematici, Seminari, Forum, Convegni, parteci-pazione ad Eventi nazionali sul tema della gestione dei Rifiuti).Di seguito riportiamo l’elenco delle iniziative organizzate nel range tem-porale in oggetto alla sintesi:• 22 settembre 2007 - Comuni

Ricicloni Regione Abruzzo - Edi-zione 2007, Orsogna (CH) – Teatro comunale; in collaborazione con Legambiente Abruzzo.

• 5 ottobre 2007 - Forum tema-tico “L’economia del riciclo in Abruzzo - le nuove sfide: tra prospettive di mercato ed inno-vazione tecnologica”, organizzato dalla Regione Abruzzo, in collabora-zione con il CONAI e Confindustria Abruzzo, presso l’Auditorium Palaz-zo Ignazio Silone (AQ).

• 6 – 10 novembre 2007 – Evento “ECOMONDO 2007” Organizza-zione dell’AREA ABRUZZO con la presenza della Regione Abruzzo – Assessorato Ambiente, Territorio, Parchi, Energia, coinvolgendo il Servizio Politiche per lo Sviluppo Sostenibile, Servizio Gestione Rifiuti,

Servizio Energia, ARTA Abruzzo, le province di L’Aquila, Chieti, Pescara e Teramo, l’Albo Regionale Gestori Ambientale, l’Istituto Abruzzese per la Qualità, l’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scola-stica (Ex IRRE).

• 13 dicembre 2007 – Workshop formativo sulle raccolte diffe-renziate “RICICLABRUZZO 2007”, presso l’Auditorium “Leonardo Pe-truzzi” - Museo delle Genti, via delle Caserme n.22, Pescara, nell’ambito del protocollo d’intesa sottoscritto tra Regione Abruzzo e CONAI “Ge-stione integrata degli imballaggi e rifiuti da imballaggio”.

• 19 marzo 2008 - Fase di Start-up per l’elaborazione del program-ma straordinario per lo sviluppo delle Raccolte Differenziate, pres-so la Provincia di Pescara,

• Progetto di educazione ambienta-le “Riciclando si impara”, rivolto ai docenti delle scuole secondarie di II° grado, organizzato in collabo-razione con il CONAI, nell’ambito del Protocollo d’Intesa sottoscritto tra Regione Abruzzo e il CONAI. Il seminario di Educazione Ambientale si è svolto con il seguente calenda-rio: Provincia di Teramo, il giorno 11 aprile 2008 presso l’Auditoruim dell’Istituto Tecnico Commerciale e Programmatori “B. Pascal”; Provincia di L’Aquila, il giorno 29 aprile 2008 presso Sala Celestiniana presso la Basilica di Collemaggio; Provincia di Pescara e Chieti il giorno 30 set-tembre 2008 presso la sala “Figlia di Iorio“ della sede provinciale di Pescara.

• 11 luglio 2008 in occasione dell’inaugurazione del nuovo im-pianto di compostaggio del Comune di Aielli (loc. La Stanga, Avezzano), l’ORR ha organizzato un Forum Te-matico dal titolo “Verso il marchio di qualità – compost Abruzzo”, finalizzato alla promozione dell’uti-

lizzo dei rifiuti compostabili ai sensi della LR n.22/2007.

Va sottolineato che spesso i compo-nenti della segreteria tecnica dell’ORR sono stati invitati, da parte di enti Pub-blici ed Associazioni, a partecipare come relatori in occasione di incontri, Seminari e Convegni. Nello specifico l’ORR ha partecipato a:• 11 dicembre 2007 - Incontro di

formazione per insegnanti e cittadi-ni organizzato dall’Amministrazione di Guardiagrele, presso la scuola materna di Guardiagrele sull’applica-zione di buone pratiche di riduzione della produzione dei rifiuti.

• 5, 12 marzo 2008 – Partecipazione e supporto ai corsi di formazione sulla raccolta differenziata per in-segnanti delle scuole elementari e medie organizzato dal consorzio CIRSU sul tema: Il sistema integrato della gestione dei rifiuti in Abruz-zo.

• 17 maggio 2008 - Seminario infor-mativo organizzato dal CEA della Riserva Naturale Orientata del Mon-te Salviano, dal CEA dell’Università di L’Aquila dal titolo: “ RIFIUTI: dalla riduzione nella produzione alla raccolta differenziata, esempi virtuosi e buone prassi nella Regione Abruzzo”.

• Luglio 2008 – partecipazione all’in-contro organizzato dal consorzio COGESA e rivolto a tutti i comuni facenti parte del consorzio, per l’at-tuazione di pratiche di riduzione della produzione dei rifiuti ed in particolare per la diffusione della pratica di compostaggio domestico.

• 12 luglio 2008 - Incontro con la cittadinanza di Villalfonsina (CH), organizzato dall’amministrazione comunale, dal titolo “La riduzione della produzione dei rifiuti e la rac-colta differenziata” con la finalità di aumentare la raccolta differenziata nel Comune.

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• L’ORR, coinvolto dall’Agenzia Nazio-nale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica (Ex IRRE Abruzzo), ha partecipato diversi incontri (come ad es. 21 marzo 2008, 17 aprile 2008, etc.) con i rappresentanti del Parla-mento Regionale degli Studenti per lo sviluppo di un progetto regionale sulle tematiche dei Rifiuti da svol-gersi nell’anno scolastico 2008/2009, che ha coinvolto tutti gli studenti abruzzesi del triennio delle scuole superiori attraverso i rappresentanti del parlamento degli studenti.

• L’ORR è stato coinvolto in attività di formazione dalla società ASM L’Aquila nell’ambito di un pro-getto denominato: “Amici del Riciclo - Cento e cento giardini” per la promozione del compostag-gio domestico. Tutti gli incontri di formazione (3) si sono svolti nell’ot-tobre del 2008.

• 5-8 novembre 2008 - “ECOMON-DO 2008

• 13 novembre 2008 - Ridurre e ricicla-re per vivere meglio - Presentazione del Programma di riduzione della produzione dei rifiuti realizzato dall’ ORR presso l’Auditorium EX Aurum di Pescara .

• 22 novembre 2008 – Comuni Rici-cloni, Pineto (TE), in collaborazione con Legambiente.

• 19 dicembre 2008 - “RICICLA-BRUZZO 2008”, presso l’Auditorium L. Petruzzi del Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara. L’evento, si è caratterizzato dalla sottoscrizione di un Protocollo operativo tra Regione, CIC (Consorzio Italiano Composta-tori) e ACIAM SpA, finalizzato alla produzione di compost di qualità (“Compost Abruzzo”) certificato dal CIC.

Attuazione di Protocolli di Intesa ed Accordi di ProgrammaLa Segreteria Tecnico-Amministrativa tra le varie attività, svolge anche nume-

rose funzioni tecnico-amministrativefunzionali all’attuazione delle attività dell’ORR. Nello specifico L’ORR ha collaborato alla stesura di diversi at-ti fra Delibere di Giunta e determine dirigenziali per un numero di circa n. 60 atti ed ha seguito numerosi proce-dimenti per l’attuazione di protocolli di intesa ed accordi di programma. Le attività dell’ORR si sono espletate anche nella stesura ed il monitoraggio dell’andamento dei seguenti protocolli d’intesa ed accordi diprogramma attraverso il coordinamen-to e la partecipazione a diversi gruppi di lavoro:• Accordo di programma sottoscritto

dalla Regione Abruzzo e il Consor-zio Italiano Compostatori (CIC) in data 09 novembre 2006, per deli-neare le azioni da intraprendere sul territorio regionale nel settore della raccolta e trattamento delle frazioni organiche compostabili e nell’uti-lizzo degli ammendanti compostati con l’obiettivo di aumentare la quo-ta di rifiuto organico trasformato in composto di qualità, ottenere il mar-chio di qualità, riconosciuto dal CIC, “Compost Abruzzo” e garantire nel tempo la qualità del suolo agrico-lo.

• Protocollo d’Intesa sottoscritto in data 28 marzo 2006 dalla Regione Abruzzo e il CONAI finalizzato alla gestione integrata degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio, e allo sviluppo della raccolta differen-ziata degli imballaggi e rifiuti di imballaggio provenienti da utenze domestiche e non domestiche al fi-ne di facilitarne l’avvio al recupero e al riciclo.

• Protocollo d’Intesa per la realiz-zazione di un progetto sperimentale denominato “Ecofeste – Scarabeo verde”, sottoscritto il 18 luglio 2007 tra la Regione Abruzzo e l’ARCO Consumatori. Il Progetto consta della realizzazione di eventi

con finalità di riduzione della pro-duzione di rifiuti di imballaggio, e di migliorare la sostenibilità dei con-sumi e delle raccolte differenziate. Il Protocollo è stato rinnovato anche per l’anno 2008.

• Protocollo d’Intesa per l’attuazione del progetto sperimentale “Amici del Riciclo”, sottoscritto in data 02 agosto 2007, tra la Regione Abruz-zo, il CIRSU SpA ed il Comune di Giulianova. Il progetto sperimenta-le prevede la riorganizzazione dei servizi di raccolta differenziata e il coinvolgimento dei cittadini in attivi-tà di sensibilizzazione, informazione ed educazione per implementare l’attività di raccolta differenziata.

• Protocollo d’Intesa approvato dalla Regione Abruzzo, in collaborazione con la Provincia di Pescara, per la realizzazione di un progetto speri-mentale denominato “Ecoacquisti”, finalizzato alla riduzione della pro-duzione dei rifiuti ed in particolare di imballaggi e rifiuti di imballaggio, derivanti da attività commerciali, sottoscritto il 21 novembre 2007

• Protocollo d’Intesa per l’attuazione del progetto sperimentale “Amici del Riciclo”, sottoscritto in data 06.03.2008 , tra la Regione Abruz-zo, il Comune di Pescara e la società ATTIVA

• Protocollo di intesa tra Regione Abruzzo e CO.GE.SA. Srl, Consorzio Intercomunale per la Gestione dei Servizi Ecologici ed Ambientali di Sul-mona. Progetto sperimentale “Dalla Natura … Alla Natura - La buona pratica del compostaggio domestico: Campagna di promozione ed attua-zione del compostaggio domestico nella Valle Peligna” sottoscritto dalle parti il 30 novembre 2007, finalizzato alla diffusione della pratica di compo-staggio domestico per alcuni comuni della Valle Peligna (Bugnara, Introdac-qua, Pettorano sul Gizio, Roccacasale, Villalago, Vittorito).

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• Protocollo d’intesa tra la Regione Abruzzo, Direzione Parchi Territorio Ambiente Energia – Servizio Gestione Rifiuti, ARTA Abruzzo e l’Associazio-ne GEV Chieti; progetto sperimentale denominato: “Attività di tutela am-bientale finalizzata alla prevenzione e contrasto di smaltimenti abusi o de-positi incontrollati di rifiuti in ambiti fluviali” sottoscritto tra le parti in da-ta 9 ottobre 2007.

• Protocollo d’intesa per la crea-zione di isole eco-didattiche nelle scuole ed il supporto agli insegnanti alle attività didattiche denominato “Isole eco-didattiche” ed approvato con DGR n. 1013 del 29.10 2008 (tutt’ora in iter di sottoscrizione) tra Regione Abruzzo, CONAI, Ufficio Scolastico Regionale per l’Abruzzo, Associazioni ambientaliste ed Azien-de d’igiene urbana.

• Protocollo di Intesa per la diffu-sione del compostaggio domestico integrale per tutte le utenze servite dal comune nell’ambito della diffu-sione dei sistemi integrati di raccolta differenziata denominato “100% compostaggio domestico Progetto sperimentale per la realizzazione di un sistema integrato domiciliare di raccolta dei rifiuti urbani” appro-vato con DGR 1190 del 4.12.2008 in attesa pubblicazione e in iter di sot-toscrizione tra la Regione Abruzzo ed Il Comune di Giuliano Teatino.

L’ORR ha supportato, inoltre, il Servi-zio Gestione Rifiuti e ha contribuito alla stesura ed all’attuazione diparticolari accordi volontari:• Accordo di Programma fra la

Regione Abruzzo, Assessorato all’Ambiente, Assessorato alle Poli-tiche Agricole, le province di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo, Anci, A.R.S.S.A. ed i consorzi intercomu-nali rifiuti, Federazione Regionale Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori, Unione Regionale Agri-

coltori, Copagri, Fagri, Associazione Regionale Allevatori sulla gestione dei rifiuti agricoli, sottoscritto il 10.09.08 denominato “Impresa agri-cola puliti”.

• Protocollo di Intesa sulla gestio-ne dei rifiuti portuali denominato . “Porti Puliti ” sottoscritto il 6 ago-sto 2008 e stipulato fra la Regione Abruzzo e Ministero delle Infrastrut-ture e dei Trasporti, la Direzione Marittima Regionale di Pescara, i Comuni di Pescara, Ortona, Vasto, Giulianova, L’Ente Porto di Giulia-nova, i Consorzi nazionali Cobat e Coou, Sogesa Spa, Attiva Spa, Orto-na Ambiente Srl, Pulchra Ambiente Spa.

• Protocollo di Intesa sulla gestio-ne dei rifiuti sanitari denominato: “Ottimizzazione della gestione dei rifiuti sanitari” sottoscritto il 07.feb-braio 2007 dalla la Direzione Parchi Territorio Ambiente Energia e la Di-rezione Sanità.

Inoltre l’ORR ha contribuito alla pre-disposizione degli atti amministrativi necessari per l’istituzione dell’Osser-vatorio Regionale sul Compostaggio (ORC) all’interno dell’ORR, previsto dalla LR n. 22/2007, art. 6 “Promozio-ne dell’utilizzo dei rifiuti compostabili e degli ammendanti per la tutela della qualità dei suoli”.

Supporto ai sistemi di raccolta dif-ferenziataGià ad ottobre 2007, a pochi mesi dal-la sua istituzione, l’ORR ha pubblicato il “2° Rapporto sulle Raccolte Dif-ferenziate 2006”, successivamente, a dicembre 2008 è stato pubblicato il “3° Rapporto sulle Raccolte Diffe-renziate 2007”.Concreto il supporto e la collaborazio-ne alle singole attività messe in campo dalle vari AA. PP per l’implementa-zione di sistemi RD privilegiando la modalità domiciliare, quali:

• monitoraggio e gestione dell’avvi-so pubblico “Riduciamo con …” finalizzato alla raccolta di progetti sperimentali dedicato alla riduzio-ne della produzione dei rifiuti e del volume dei rifiuti urbani nonché alla ottimizzazione dei sistemi di raccolta differenziata. Attraverso il bando pubblico, il Servizio Gestione Rifiuti ha ricevuto oltre 20 progetti, i quali, valutati da una commissione interna in base all’originalità, inno-vatività ed utilità rispetto al territorio di competenza, potranno essere inseriti, qualora ne sussistessero le risorse finanziarie, in specifiche iniziative della Regione Abruzzo da realizzare attraverso appositi accordi volontari.

• Contribuito all’attuazione del bando dedicato all’assegnazione ed incen-tivi a favore dei Comuni, singoli o associati per la diffusione delle RD domiciliari ed il riciclaggio dei rifiuti urbani per l’acquisto di attrezzature fisse o mobili e per piani di comu-nicazione;

• elaborazione del I° Programma straordinario per lo sviluppo delle raccolte differenziate e del recupero, ai sensi della L. R. 45 del 19. 12. 2007, art. 24, c.3, che coinvolge n. 13 Comuni mediograndi abruzzesi (ovvero con il nr. abitanti superiore a 20.000);

• Contribuito e supportato il Servi-zio nell’assegnazione dei contributi premiali ai comuni finalizzati al-lo sviluppo ed al miglioramento della qualità delle raccolte dif-ferenziate, attraverso il Bando pubblico approvato con DGR 1224 del 29.11.2007;

• monitoraggio dei comuni abruzzesi con percentuale RD 2006 inferiore al 6%, dato quest’ultimo identificato dall’ORR come “soglia patologica”, ai fini di stimolarli ad implementare più efficaci servizi di RD;

• mappatura regionale a rete degli

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impianti quali, piattaforme ecologi-che (Tipo “A” e Tipo “B”), stazioni ecologiche (centri di raccolta), im-pianti di compostaggio di qualità ed altri impianti per il trattamento meccanico-biologico al servizio del-la raccolta differenziata;

• mappatura dell’assetto gestionale per comune, fase del servizio di gestione rifiuti e delle tariffe di conferimento agli impianti di smaltimento

• elaborazione del nuovo metodo normalizzato per il calcolo delle percentuali sulla raccolta differen-ziata, ai sensi della LR n.45/2007, (v. par. di riferimento);

• organizzazione della manifestazione Cartoniadi 2008, cioè le olimpiadi di carta e cartone rivolta ai comuni medio grandi della Regione Abruzzo escludendo i capoluoghi di provin-cia che hanno già svolto la gara nell’anno 2006;

• campagna di comunicazione ed informazione sulla raccolta differen-ziata mediante cartelloni pubblicitari sugli autobus sviluppata con la col-laborazione del Servizio Politiche dello Sviluppo Sostenibile;

• implementazione del “Catasto Telematico Gestione Rifiuti”, ov-vero un sistema web che permette l’acquisizione dati via internet sul ciclo integrato della Gestione Rifiuti in Abruzzo, coinvolgendo i comuni abruzzesi e gli impianti che svol-gono attività di gestione rifiuti in Abruzzo;

• organizzazione rete degli “Amici del Riciclo”, costituita mediante la sperimentazione di protocolli d’intesa finalizzati prioritariamente all’attuazione di un programma di riorganizzazione dei servizi di rac-colta differenziata, secondo modelli integrati; promozione dell’impegno dei cittadini nel settore della ge-

stione integrata dei rifiuti, anche in forme di attività di volontariato, attuazione di un’iniziativa sperimen-tale di “comunicazione ambientale”, finalizzata alla sensibilizzazione dei cittadini nel settore della gestione in-tegrata dei rifiuti, in particolare delle raccolte differenziate; incremento della quantità dei materiali ricicla-bili avviati ad effettivo recupero; riduzione della quantità di rifiuti da smaltire in discarica, in coeren-za con gli obiettivi del D. Lgs.36/03, recante: “Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti”, promuovendo anche l’at-tività del compostaggio domestico.

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di Roberto Paoloni

Riduzione della produzione dei rifiuti a monte della loro raccolta e riciclaggio spinto delle varie frazioni merceo-logiche sono gli obiettivi principali della nuova Direttiva europea di riferimento. Si consideri, infatti, che se da un lato l’aumentare della quantità di rifiuti prodotti da una società è indice di crescita economica e aumento dei consumi, di contro è dimostra-zione di depauperamento dell’ambiente e delle risorse naturali, senza contare che, al di là della quantità dei rifiuti prodotti, un peso notevole lo riveste la qualità (intesa come tipologia di sostanze e loro potenziale inquinante).In uno scenario nazionale e comunitario che, pur con tan-ti ammonimenti e dichiarazioni di intenti alle spalle, non presenta significativi segnali di inversione di tendenza nella produzione dei rifiuti, sempre più la prevenzione assume importanza capitale nell’approccio alla problematica della gestione dei rifiuti.Nuovi indirizzi programmatici, quindi, dovrebbero essere sempre più: • progettazione consapevole dei prodotti che tenga conto

del loro intero ciclo di vita con interventi su metodi e tec-niche di produzione che minimizzino il ricorso a materie prime;

• promozione di consumi sostenibili e stili di vita più so-bri.

Quest’ultimo punto, assume oggi, in tempi di crisi globale, un valore tanto più urgente quanto necessario.Purtroppo, negli ultimi vent’anni, in Italia, l’ammontare dei rifiuti prodotti è raddoppiato (da 15 a 30 milioni di t/a) e gli imballaggi (plastica, carta, cartone, ..etc.), costituiscono circa il 40% in peso ed il 50-60% in volume del totale dei rifiuti prodotti, provenienti soprattutto dalle utenze familiari e dalla grande distribuzione commerciale. Lattine, vasetti di vetro, bottiglie di plastica, confezioni di polistirolo, cello-phane, occupano almeno la metà delle pattumiere di casa e generano complessivamente 12 milioni di tonnellate di RSU (il 40% della spazzatura che si produce ogni anno in Italia). Inoltre, con questi trend, le previsioni degli esperti evidenziano che al 2020 la produzione dei rifiuti aumenterà del 45% rispetto alla produzione del 1995.Come accennato poc’anzi, malgrado, le normative nazionali e comunitarie tentino di apportare significativi cambiamenti nei processi produttivi e nello stile dei consumi, tanta lun-gimiranza si scontra con una esperienza “sul campo” che dimostra come si riesca ad intervenire con un certo peso solo a valle dei processi produttivi.Ma questo, ovviamente non basta.Proprio per agire nella direzione della auspicabile mini-mizzazione delle materie prime e della prevenzione nella produzione di rifiuti che, la Regione Abruzzo, ai sensi della L. R. n. 45 del 19 dicembre 2007 “Norme per la gestione integrata dei rifiuti”, già a fine ottobre 2008, con D.G.R.

n. 1012, si è dotata di un Programma di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti, che rappresenta il frutto della condivisione di strumenti ed obiettivi espressi da tutti gli stakeholders che hanno lavorato al PRGR.Il Programma ha una durata triennale (2009-2011), con l’ulteriore possibilità - attraverso i progetti che saranno pre-sentati - di essere verificato ed aggiornato semestralmente e/o annualmente.Esso è organizzato in fasi e prevede sempre una forte con-divisione da parte di tutti gli attori. Il Servizio Gestione Rifiuti, provvederà ad insediare un Tavo-lo Tecnico regionale, con la partecipazione di rappresentanti dei Servizi regionali coinvolti, dell’ORR e degli OPR e ad effettuare un monitoraggio complessivo delle attività. La tempistica d’attuazione delle azioni è delineata da un preciso cronoprogramma:

Attività TempisticaPresentazione del Programma regionale Novembre 2008Attivazione Tavolo Tecnico Dicembre 2008Pubblicazione Bandi Pubblici Gennaio 2009Presentazione Progetti Aprile 2009Approvazione graduatorie dei progetti ammessi Giugno 2009Avvio attività dei progetti ammessi Ottobre 2009Realizzazione e verifi ca progetti Ottobre 2010Pubblicazione nuovi Bandi Pubblici Gennaio 2010Presentazione nuovi progetti ammessi Aprile 2010Approvazione graduatorie dei progetti ammessi Giugno 2010Avvio attività dei progetti ammessi Ottobre 2010Realizzazione e verifi ca progetti Ottobre 2011

Con l’obiettivo di incidere effettivamente sulla prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti (l’obiettivo del PRGR pre-vede la riduzione della produzione di rifiuti del 5% al 2011 a partire dal dato 2005), il programma prevede i seguenti step:• analisi delle cause e degli effetti della produzione dei ri-

fiuti;• progetti specifici finalizzati alla prevenzione e riduzione

della produzione dei rifiuti;• individuazione dei soggetti destinatari;• scelte della pianificazione e obiettivi di sostenibilità da

perseguire;• quadro delle azioni da svolgere da parte dei soggetti in-

teressati;• attività di formazione, di sensibilizzazione ed informa-

zione;• risorse finanziarie, incentivi e sostegni economici dispo-

nibili ed attivabili.

La produzione di RU in AbruzzoDalle analisi condotte dall’Osservatorio Regionale dei Rifiuti

RIDURRE E RICICLAREPER VIVERE MEGLIOProgramma di prevenzione e riduzione della produzione di RSU

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(ORR), si può considerare stabilizzato l’andamento della produzione dei rifiuti urbani (RU) nel territorio abruzzese nel corso dell’ultimo triennio 2005-2007; in particolare, la produzione di RU nel 2007 (698.699 t/a) risulta essere au-mentata rispetto al 2006, di una variazione percentuale poco significativa (0,25%).La stabilizzazione della produzione di RU regionale triennio in esame rappresenta una condizione necessaria per con-seguire il raggiungimento dell’obiettivo strategico previsto dal nuovo PRGR, che prevede al 2011 una riduzione del 5% della produzione rispetto al 2005. Tuttavia confrontando la produzione di RU 2007 rispetto al dato registrato nel 2002, risulta un incremento del 14,25%.Se si allarga la focale al periodo 2002-2006 e all’intero pa-norama nazionale, l’Abruzzo si è collocato al 2° posto nella classifica nazionale (dopo la Puglia con il +15,1%) nella gra-duatoria delle Regioni del Sud Italia con la maggior crescita nella produzione di RU.

Cosa succede nelle Province?Se si osservano i dati relativi alla produzione di RU per singola provincia, risulta essere quella di Teramo la più virtuosa, con un decremento del -2,81% della produzione, dato ancora di più interessante considerato l’aumento della percentuale di RD raggiunta nel 2007 (29,64%, ovvero +6,85 rispetto al 2006). La Provincia di Chieti non conferma il trend di diminuzione raggiunto nell’anno 2006 rispetto al 2005, registrando un aumento della produzione del +1,69% nel 2007 rispetto al 2006. Anche la provincia di Pescara registra, seppur con-tenuto, un aumento. L’Aquila, purtroppo, registra un aumento quantificabile nell’1,22%

Va detto, inoltre, che la Provincia di Chieti è la realtà terri-toriale che produce più rifiuti rispetto alle altre. Dai dati raccolti si può desumere come la produzione di RU della Provincia di Pescara, supera quella della Provincia di L’Aquila a partire dal 2005, dimostrando un andamento di crescita della produzione di RU superiore alle altre province, insieme a quella di Chieti.

L’andamento della produzione pro-capite annua di RU nel periodo 2002-2007, conferma i risultati di stabilizzazione osservati per la produzione RU complessiva negli ultimi tre anni (2005-2007). Si registra, infatti, una stabilizzazione della produzione di rifiuti pro-capite nel 2007, a 532 kg/ab/a.La Provincia di Teramo si distigue dal resto della Regione per la diminuzione della produzione pro-capite del -4,27% nel 2007 rispetto al 2006, pari a 555 kg/ab/a che, tuttavia,

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rimane superiore alla media regionale pari a 532 kg/ab/a. Risultato, questo, comunque, in controtendenza rispetto all’aumento contenuto della popolazione provinciale (1,5%), riconducibile ad una generale contrazione dei consumi ed un leggero calo delle presenze turistiche nel territorio.Nella Provincia di Chieti (519 kg/ab/a, variazione % produ-zione RU 2006/2007 pari a -0,89%) e in quella di Pescara (526 kg/ab/a, variazione % produzione RU 2006/2007 pari a -0,54%), la produzione pro-capite ha, approssimativamente, l’andamento crescente dei dati degli anni passati, con un dato al di sotto della media italiana, ma più elevato rispetto alla media delle Regioni del Sud.

Malgrado il “VI° Programma d’azione comunitaria per l’am-biente” (Decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio UE – 22 luglio 2002, n. 160/2002/CE) preveda espressamente il disaccoppiamento dei parametri PIL - Produzione RU, in Abruzzo si è evidenziato come solo ad un calo dei consumi sia conseguita una leggera diminuzione della produzioni di rifiuti. Ciò conferma l’importanza e la necessità di interventi concreti che agiscano a monte della produzione stessa.

Il Piano Regionale per la Gestione dei RifiutiIl PRGR della Regione Abruzzo, focalizza nella prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti le azioni program-matorie principali e, per il raggiungimento di tali obiettivi,

individua le seguenti priorità: 1. prevenzione e riduzione della produzione e pericolosità

dei rifiuti;2. recupero e riciclo di materiali e prodotti di consumo;3. recupero energetico dai rifiuti, complementare al riciclo

ed a chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti;4. smaltimento in discarica, residuale ed in sicurezza.In particolare sono previste (art. 22, comma 2 della L. R attuativa n. 45/2007:a) azioni, criteri e strumenti incentivanti o penalizzanti fi-nalizzati a contenere e ridurre la quantità di rifiuti prodotti da parte di soggetti pubblici e privati;b) campagne informative, formative ed educative rivolte all’intera popolazione e particolarmente alle scuole, che promuovono l’adozione di comportamenti tali da favorire la prevenzione e la riduzione dei rifiuti, quali l’acquisto di prodotti durevoli, facilmente riparabili, col minimo di im-ballaggio necessario e con imballaggio riusabile;c) campagne informative rivolte ai produttori, ai commer-cianti ed agli artigiani, che promuovono la riduzione dei rifiuti di ogni tipo, con particolare riguardo agli imballaggi ingombranti e nonriutilizzabili;d) divulgazione ed incentivazione della pratica del compo-staggio domestico degli scarti alimentari e di giardinaggio;e) promozione ed incentivazione del non utilizzo di stovi-glie monouso nelle mense e nelle feste pubbliche o aperte al pubblico;f) indizione di concorsi a premio aperti alle diverse categorie economiche e sociali, al fine di promuovere ed incentivare la prevenzione e la riduzione di rifiuti;g) sperimentazione, adozione, diffusione ed incentivazione dell’impiego di materiali e prodotti derivanti dal riciclo.

Per il raggiungimento delle Azioni di cui sopra è previsto il ricorso a 3 diverse tipologie di strumenti:• accordi volontari o di programma;• strumenti economici;• azioni informative.

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OBIETTIVI STRATEGICI DEL PROGRAMMA

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I 12 PROGETTI CHE ATTUERANNO LE AZIONI PREVISTE DAL PROGRAMMADI PREVENZIONE E RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI

N. NOME DESCRIZIONE INIZIATIVA SOGGETTO PROMOTORE

1 COMPOSOLE - DIFFUSIONE DEL COMPOSTAGGIODOMESTICO

Promozione delle pratiche del compostaggio domestico da parte di utenze domestiche e non domestiche. Organizzazione di iniziative come: “Compost in piazza”. Organizzazione di corsi di formazione sul compostaggio domestico (autocom-postaggio).

Comuni, Consorzi Intercomunali e/o loro Società SpA, Comunità Montane, associa-zioni ambientaliste, deiconsumatori e del volontariato, gruppi por-tatori di interesse.

2 MERCATO DEL RIUSO - ALLUNGAMENTO DELLA VITA BENI INGOMBRANTI E DUREVOLI

Incentivazione al riutilizzo di beni ingombranti e durevoli, rifi uti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) presso le stazioni ecologiche e/o centri di raccolta. Creazione di punti vendita del riuso. Diffusione del mercato del riuso. Creazione di una rete commerciale del riuso. Scambio con la cooperazione internazionale per il riuso di prodotti informatici e beni durevoli.

Comuni e/o loro Consorzi Intercomunali e/o loro Società SpA, Associazioni.

3 PROMOZIONE DELL’UTILIZ-ZO DI PANNOLINIECOCOMPATIBILI

Promozione in vari ambiti dell’utilizzo di pannolini ecocom-patibili.

Comune, ASL, Strutture assistenziali, sociali e sanitarie, gruppi portatori di interessi, .. etc.

4 UFFICIO ECOCOMPATIBILE Con il D.L. 25.06.2008, n. 112, convertito con legge 6.08.2008, n. 133, all’art. 27 “Taglia carta”, è stato previsto che, al fi ne di ridurre l’utilizzo della carta, dal 1° gennaio 2009, le amministrazioni pubbliche devono ridurre del 50% rispetto a quella dell’anno 2007, la spesa per la stampa delle relazioni e di ogni altra pubblicazione prevista da leggi e regolamenti di-stribuita gratuitamente od inviata ad altre amministrazioni.Il progetto intende coinvolgere i Servizi di Enti pubblici, con lo scopo di diffondere pratiche e procedure di stampa e di fotocopiatura tese a minimizzare in particolare i consumi di carta. Realizzare un piccolo codice di comportamento a ridotto impatto ambientale per la vita in uffi cio.Le azioni suggerite sono raggruppabili sulla base della loro prevalente fi nalità:a) minimizzare la produzione di rifi uti e consentirne una mi-gliore gestione;b) ridurre i consumi idrici ed energetici e l’inquinamento dell’aria e dell’acqua;c) rendere più salubre e vivibile l’ambiente di lavoro.

Enti pubblici, Università, Istituzioni scolasti-che, ..etc.

5 BORSE PER LA SPESA “ECOSHOPPERS”

Il numero di sacchetti di plastica per la spesa utilizzati ogni anno in Italia ha ormai raggiunto la soglia delle 300.000 tonnellate (per produrli servono 430.000 t di petrolio, con un’emissione in atmosfera di circa 200.000 tonnellate di CO2). La Finanziaria 2007 mette al bando le buste di plastica dal 1° gennaio 2010. L’obiettivo è la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, il rafforzamento della protezione am-bientale ed il sostegno alle fi liere agro-industriali nel campo dei biomateriali. Il progetto, pertanto, vuole offrire al con-sumatore la possibilità di utilizzare tipologie alternative di buste/contenitori per la spesa, prevede l’introduzione degli shoppers riutilizzabili/compostabili/biodegradabili e di borse riutilizzabili in carta o stoffa (PELD, mater-bi) o altri materiali di lunga durata (cestini e carrelli in materiale riciclato – PET), in sostituzione delle borse in plastica presso gli esercizi com-merciali, riducendo i quantitativi di materia plastica immessi nel circuito dei rifi uti.

Comune, Associazioni di categoria, ambien-taliste, dei consumatori e del volontariato.

6 ECONEGOZIO - VENDITA DI PRODOTTI SFUSI PRESSO LA DISTRIBUZIONE COM-MERCIALE

Incentivazione alla distribuzione “bulck” (alla spina), prodotti sfusi (detersivi, acque minerali, latte, .. etc.), a costi inferiori rispetto a quelli confezionati, presso la distribuzione commerciale (cd. “di-spenser”). Il risparmio aumenta, ovviamente, ad ogni ricarica, ed è un risparmio non solo economico legato al fatto che comunque si paga solo il liquido e non il fl acone, ma anche ambientale: ogni volta che si riutilizza il contenitore e si evita dunque di far pro-durre un contenitore in plastica da 60 grammi che poi andrebbe smaltito, si evita un consumo di 1,5 kwh di energia, lo spreco di 240 litri di acqua e l’emissione di 14 grammi di CO2.

Comune, Associazioni di categoria, Asso-ciazioni ambientaliste, dei consumatori e del volontariato.

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7 ECOACQUISTI Il progetto prevede azioni di prevenzione dei rifi uti attivate presso punti vendita commerciali e GDO e la promozione di azioni legate agli ecoacquisti (prodotti con imballaggi ricicla-bili, senza imballaggi, vuoto a rendere, ..etc.). Organizzazione di campagne del “vuoto a rendere”. Farm Delivery - fi liera corta. Organizzazione di “Gruppi di acquisto ecologici” (GAE), “Gruppi d’Acquisto Solidale” (GAS).

Provincia, Comune, Associazioni.

8 ECOFESTE Questa azione già avviata nella Regione Abruzzo in collabo-razione con l’ARCOCONSUMATORI, intende diffondere nelle sagre e manifestazioni paesane e di vario tipo, la sommini-strazione di cibo senza contenitori usa e getta, l’utilizzo di stoviglie lavabili, stoviglie compostabili, materiali riciclabili, nonché promuovere il risparmio energetico (distribuzione di lampadine ad alta effi cienza, a basso consumo, .. etc.).

Comune, Proloco, Enti pubblici, Associa-zioni dei consumatori, ambientaliste e del volontariato.

9 AMICI DEL RICICLO Reclutamento di volontari per azioni di sensibilizzazione della cittadinanza ai temi ambientali. Il progetto è fi nalizzato alla creazione di una rete regionale di “Amici del riciclo”, per l’implementazione dei programmi e degli indirizzi della L.R. 45/2007 (nuovo PRGR) e dei Piani d’Ambito (PdA).

Comune, Consorzi Intercomunali e/o loro Società SpA, Associazioni.

10 BUON SAMARITANO Attuazione della legge 25 giugno 2003, n. 155 “Disciplina della distribuzione dei prodotti alimentari a fi ni di solidarietà sociale”. La legge consente la distribuzione delle eccedenze alimentari derivanti dalla grande distribuzione verso strutture di sostegno agli indigenti. Il Progetto, pertanto, coinvolge le grandi distribuzioni commerciali, le mense ed i ristoranti per il recupero delle derrate alimentari ancora commestibili o pasti non consumati, per destinarli ad enti assistenziali ONLUS, che gestiscono mense per indigenti.

Comune, Associazioni di categoria, GDO, associazioni ambientaliste, dei consumatori e del volontariato.

11 ACQUA IN BROCCA In Italia vi è il maggior consumo di acqua in bottiglia con 194 lt/ab nel 2006. Un dato in costante aumento che si è triplicato in poco più di 20 anni (nel 1985 erano appena 65 litri).Programma di prevenzione e riduzione della produzione dei rifi uti - 2008 10 Non esiste nessun obbligo di legge a vendere esclusivamente acqua minerale in bottiglia. L’acqua in botti-glia non è qualitativamente migliore dell’acqua di rubinetto. Utilizzando di più l’acqua di rubinetto si conseguono vantaggi ambientali e per la collettività vantaggi economici. Il progetto intende promuovere l’utilizzo dell’acqua di rubinetto presso gli esercizi pubblici aderenti all’iniziativa.

Comune, Associazioni, Associazioni ambien-taliste, dei consumatori e del volontariato, associazioni dicategoria.

12 PROMOZIONE DEL GREEN PUBLIC PROCUREMENT

Attuazione del D.M. 8 maggio 2003, n. 203 “Norme affi nché gli uffi ci pubblici e le società a prevalentecapitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quaota di prodotti ottenuti damateriale riciclato nella misura non inferiore al 30% del fab-bisogno medesimo”. Attuazione del D.M.Ambiente 11 aprile 2008 “Approvazione del Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nelsettore della pubblica amministrazione”. Organizzazione di po-litiche di riduzione da parte del Comune che vengono espresse in un Protocollo di Intesa sugli Acquisti pubblici verdi (GPP), condiviso dai Settori che nesottoscriveranno gli atti. Organizzazione di “Gruppi di acquisto ecologici” – GAE.

Regione, Provincia, Comune, Aree protette, Uffi ci di Enti pubblici.

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di Roberto Paoloni

La Giunta Regionale d’Abruzzo ha va-rato il nuovo Piano di intervento nel settore forestale e della valorizzazione ambientale del territorio regionale. Il documento programmatorio, pub-blicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo in data 12 novembre 2008, prevede di destinare gli stanzia-menti regionali disponibili per il settore forestale alla realizzazione di interven-ti preliminari e propedeutici rispetto all’attuazione delle misure forestali del Piano di Sviluppo Rurale: la esiguità dei fondi disponibili ha imposto di dare priorità alle iniziative di ordine piani-ficatorio del settore forestale. Una simile impostazione è desumibile dalle tre linee di intervento portanti del Piano stesso: 1 - dare attuazione all’inventario forestale regionale, da collegarsi a quello nazionale e che consentirà alla Regione, non solo di porre sulla con-

creta e certa conoscenza delle proprie risorse forestali le basi di tutta la pro-grammazione di settore per il futuro, ma anche di poter disporre di dati ed informazioni completi in merito alle problematiche connesse al rispetto del protocollo di Kyoto e dei collegati cre-diti di emissione. 2 - incentivare la redazione dei Piani di gestione dei patrimoni forestali dei Comuni: si tratta dei “Piani regolatori” indispensabili per le amministrazioni pubbliche per poter procedere alla gestione dei boschi rica-denti nel proprio territorio in maniera economicamente e socialmente valida ma con il dovuto rispetto delle valenze ambientali delle stesse formazioni fore-stali. Inoltre, la dotazione del Piano di gestione diventa condizione indispen-sabile per l’accesso ai finanziamenti da parte dei possessori di boschi per buona parte delle misure forestali del

Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013. Finanziandone la Redazione, la Giun-ta Regionale ha creato i presupposti per cui i Comuni possessori di boschi possano beneficiare degli aiuti della Unione Europea. 3 - condurre lo studio di un nuovo strumento normativo che garantisca la corretta produzione e commercializ-zazione di materiale vegetale forestale in Regione, e parallelamente riordi-nare il sistema dei vivai forestali pubblici regionali che necessitano di adeguamenti strutturali e organizzativi al fine di assicurare che la collettività regionale disponga di piante forestali da impiegare nella costituzione di nuo-vi boschi e di nuovi impianti arborei di ottimo livello ed atto a conservare l’integrità dell’ambiente naturale. Infine, si è dato spazio alla promozione della costituzione di verde pubblico fruibile direttamente dagli abitanti dei

APPROVATO IL PIANO TRIENNALEDI INTERVENTI DI FORESTAZIONEE VALORIZZAZIONE AMBIENTALE

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centri urbani della Regione Abruzzo, allo scopo di garantire che anche i cit-tadini che hanno difficoltà di spostarsi per raggiungere le aree boscose inter-ne, possano godere dei benefici che derivano dalla disponibilità di parchi pubblici inseriti in maniera armonio-sa nell’ambiente naturale del nostro Abruzzo. Nello specifico, gli obiettivi che si pone il Piano sono volti al raggiungimento dei seguenti fini: • tutela dell’ambiente, attraverso

il mantenimento e l’appropriato sviluppo delle risorse forestali, il miglioramento del loro contributo al ciclo globale del carbonio, il man-tenimento della funzionalità degli ecosistemi forestali, la conservazione e lo sviluppo della diversità biolo-gica, il mantenimento e lo sviluppo delle funzioni protettive nella gestio-ne forestale con particolare riguardo all’assetto idrogeologico e alla tutela delle acque;

• rafforzamento della competitività della filiera foresta-legno attraver-so il mantenimento e la promozione delle funzioni produttive delle foreste

anche con interventi tesi a favorire il settore della trasformazione ed utiliz-zazione della materia prima legno;

• miglioramento delle condizioni socio-economiche degli addetti, con particolare attenzione alla for-mazione delle maestranze forestali, alla promozione di interventi per la tutela e la manutenzione ordinaria del territorio in grado di stimolare l’occupazione diretta e indotta, al-le iniziative di valorizzazione della funzione socio-economica della fore-sta assicurando un adeguato ritorno finanziario ai proprietari delle aree boscate;

Ovviamente, tali obiettivi generali avranno bisogno di essere esplica-ti attraverso indirizzi specifici che il Piano, così indica:

1. Valorizzare e tutelare il patrimo-nio forestale regionale (Proteggere il territorio dai fenomeni erosivi e di dissesto idrogeologico, Contribuire al ciclo globale del carbonio, Tu-telare la biodiversità; Mantenere e migliorare le altre funzioni e le con-dizioni socioeconomiche, Mantenere la salute e la vitalità dell’ecosistema

forestale, Mantenere e sviluppare adeguatamente le funzioni protet-tive del bosco);

2. Incrementare le superfici fore-stali, sviluppare e migliorare le attività Vivaistiche

3. Aumentare e valorizzare il pa-trimonio forestale di proprietà regionale.

4. Sviluppare le filiere del legno e incrementare la redditività del settore.

5. Creare e diffondere la cultura forestale.

Il Piano, elaborato dalla Direzione Agricoltura, Foreste, Sviluppo Rurale, Alimentazione, Caccia e Pesca - Ser-vizio Foreste della Giunta Regionale, nella sua globalità rispecchia l’impo-stazione metodologica ed operativa che caratterizza la Struttura medesima e che punta a garantire il rispetto de-gli interessi generali del territorio della Regione Abruzzo, attraverso la salva-guardia dell’ambiente e l’incentivazione di quelle iniziative che garantiscano e tutelino tutti gli interessi sociali ed eco-nomici collegati al sistema bosco.

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di Roberto Paoloni

L’esigenza di riallineare il corpus normativo regionale ai dettami della normativa nazionale di riferimento e a quella europea in materia di rifiuti e la volontà di risolvere problemati-che incancrenite nel territorio, onde rilanciarne le possibilità in termini di qualità dell’offerta e della vita, hanno spinto da tempo l’Amministrazione centrale abruzzese a prendere di pet-to la questione rifiuti, intervenendo puntualmente in tutti gli aspetti della complessa questione.Implementazione della raccolta diffe-renziata; gestione corretta delle varie frazioni merceologiche; mercato dei materiali da riciclo e riciclati, ridefi-nizione del parco impiantistico per la gestione dei rifiuti: sono solo alcuni aspetti toccati dalla L. R. n. 45 del 19 dicembre 2007, recante: “Norme per la gestione integrata dei rifiuti”.In quest’ottica, già nel 2006, con De-libera di Giunta Regionale n. 1527 del 27 dicembre, la Giunta aveva deciso di revocare la precedente D.G.R. n. 174 del 21 febbraio 2005, con la quale era stata approvata una bozza di Accordo di Programma denominato: “Progetto Rifiuti Sanitari Sicuri”, in quanto la stessa trovava il suo fondamento giu-ridico nel D. Lgs n. 22 del 5 febbraio 1997 (Decreto Ronchi), abrogato e superato dall’allora neo-nato D. Lgs. 152/06 e s.m.i.Con lo stesso atto amministrativo, la Giunta aveva inteso approvare uno schema di Protocollo di Intesa denominato: “Ottimizzazione del-la gestione dei rifiuti sanitari”, contenente le azioni, le iniziative ed i programmi da attuare per una migliore gestione dei rifiuti sanitari nella regione Abruzzo, Protocollo da sottoscrivere tra la Direzione Parchi, Territorio, Ambiente ed Energia e la Direzione Sanità -Servizio Ospedali-tà pubblica e privata, lucrativa e non lucrativa.Orbene, stante l’effettiva sottoscrizione

del Protocollo fra i due enti coinvolti, avvenuta il 7 febbraio 2007, la Regione Abruzzo, intende ora dare compi-mento agli impegni sottoscritti, e con l’intento di conoscere lo stato dell’arte delle attività promosse dal documen-to e chiarire gli aspetti gestionali di quei rifiuti sanitari che possono es-sere oggetto di raccolta differenziata, sta organizzando un Tavolo di lavoro rivolto ai Comuni che hanno presidi ospedalieri sul loro territorio, ad ASL e alle Società che gestiscono l’igiene urbana dei Comuni.Non è nascosta la volontà di sottoli-neare e far emergere le opportunità economiche e di salvaguardia am-bientale derivanti dalla stessa gestione ottimale di quella particolare frazione merceologica rappresentata dai rifiuti sanitari.A questo punto, per meglio offrire ai Lettori di Ambiente Abruzzo News gli adeguati strumenti informativi sul contenuto del Protocollo, abbiamo ritenuto doveroso, fornire una sintesi dello stesso, così come sarà richiamato e discusso durante il Forum di Pescara, al quale parteciperanno, tra gli altri: l’ing Franco Tavani, consulente della Regione Abruzzo, incaricato dell’attua-zione del Protocollo, Davide Sgarzi, Servizio Sanità Pubblica della Regione Emilia-Romagna e Annalisa Venturi Casadei, consulente ambientale Azien-da USL Cesena, che hanno riportato le loro peculiari esperienze.Dunque, il Protocollo di intesa (della durata di 3 anni) parte dalla conside-razione che, da un lato, la Direzione Parchi, Territorio, Ambiente ed Energia è “impegnata a realizzare politiche ambientali finalizzate all’organiz-zazione di un sistema integrato della gestione dei rifiuti, che preveda priori-tariamente la prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti stessi”, dall’altro, la Direzione Sanità della Regione Abruzzo, “è impegnata a qualificare la spesa sanitaria nonché

a realizzare economie di scala nella gestione di specifici servizi a partire da quelli dedicati alla riduzione dei rifiuti”.Quindi, considerato che il dettato nor-mativo (D.P.R. 245/03) prevede: • “che le autorità competenti e le

strutture sanitarie adottano ini-ziative dirette a favorire in via prioritaria la prevenzione e la riduzione della produzione dei rifiuti sanitari che devono essere gestiti in modo da diminuirne la pericolosità, da favorirne il reim-piego, il riciclaggio ed il recupero e da ottimizzarne la raccolta, il trasporto e lo smaltimento” (art. 1, comma 3);

• “che le strutture sanitarie devono provvedere alla gestione dei rifiuti secondo criteri di sicurezza e provve-dere alla gestione dei rifiuti prodotti secondo criteri di economicità” (art. 1, comma 4);

• “che le Regioni incentivano il re-cupero dei rifiuti sanitari da parte delle strutture sanitarie. Ai medesimi fini i Comuni possono stipulare ap-posite convenzioni con le strutture sanitarie” (art. 5, comma 6);

richiamata allo stesso tempo, la L.R.28.04.2000, n. 83 avente per ogget-to: “Testo unico in materia di gestione dei rifiuti contenente l’approvazione del Piano regionale dei rifiuti“, per quanto concerne “La raccolta differen-ziata dei rifiuti sanitari” (Cap. 4.1.4.1.) che prevede, in particolare: • limiti di produzione per le diverse

tipologie di strutture sanitarie, al fine di limitare il conferimento improprio di rifiuti sanitari non pericolosi e infetti o di rifiuti non sanitari nel circuito dei rifiuti infetti;

• l’attivazione di sistemi di raccolta differenziata nelle strutture ospeda-liere delle frazioni recuperabili, con particolare riferimento a:

• carta e cartone;• vetro, compresi i flaconi per infu-

Regione Abruzzo e Direzione Sanità hanno firmato un Protocollo d’Intesa nel solco di politiche ambientali finalizzate all’organizzazione di un sistema integrato della gestione dei rifiuti.

RIFIUTI SANITARI:OTTIMIZZARE LA GESTIONE

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sioni e soluzioni (purché vuoti e privati di aghi e deflussori);

• plastica, in particolare contenitori per liquidi;

• rifiuti alimentari (scarti di cucina) e sfalci delle attività di manutenzione del verde;

• materiali metallici non contamina-ti;

• rifiuti pericolosi quali pile, batterie e mercurio,

gli estensori del Protocollo hanno rite-nuto di richiamare l’attenzione sui dati della produzione di rifiuti sanitari nel territorio regionale, facendo riferimen-to a quelli risultati dalle dichiarazioni MUD a partire dal 2003.In questo quadro generale la coo-perazione tra operatori pubblici e privati, assume un ruolo fondamen-tale e in quest’ottica si inseriscono gli strumenti degli accordi e contratti di programma che, secondo le previsioni del D.Lgs.152/06, sono finalizzati alla prevenzione e riduzione della quan-tità e pericolosità dei rifiuti, al loro recupero, riutilizzo e riciclaggio ed, infine, al conseguimento di livelli ot-timali di utenza raggiunta dai servizi di smaltimento.È in questo senso che il Protocollo è stato pensato; e infatti, all’Art. 1 (finali-tà ed ambito di applicazione), si legge: “Il presente “Protocollo d’intesa” (di seguito: “accordo”), persegue la fina-lità di attuare politiche comuni tra gli Assessorati all’Ambiente ed alla Sanità della Regione Abruzzo e la gestione sostenibile dei rifiuti sanitari da parte delle strutture sanitarie regionali, al fine di garantire in particolare:a) un’elevata protezione ambientale

durante lo svolgimento delle attività di raccolta deirifiuti sanitari;

b) la riduzione delle quantità da av-viare a smaltimento, promuovendo il recupero, il riciclaggio e/o la steri-lizzazione dei rifiuti sanitari a solo rischio infettivo;

c) una specifica attenzione alla prevenzione, alla raccolta differen-ziata dei materiali riciclabili ed ai costi di gestione dei rifiuti sanitari prodotti nelle diverse strutture sa-nitarie abruzzesi”.

Gli obiettivi specifici (art. 2) che si intendono perseguire attraverso uno sforzi sinergico fra tutti gli stakehol-ders sono così riassumibili:a) conoscere l’attuale situazione ed

organizzazione in tema di gestio-ne dei rifiuti sanitari (quantitativi prodotti, costi e modalità di recu-pero e/o smaltimento, criteri di attribuzione dei codici CER, even-tuali procedure adottate per una corretta gestione dei rifiuti sanitari, ecc.), nelle diverse strutture sanita-rie a livello regionale;

b) proporre linee guida e istruzio-ni operative per tutte le strutture sanitarie al fine di uniformare i comportamenti e ridurre le varia-bili;

c) rendere osservabili, compatibili e valutabili i comportamenti adot-tati in tema di gestione dei rifiuti sanitari;

d) proporre l’utilizzo di modalità di gestione e di tecnologie di tratta-mento di rifiuti sanitari tendenti a favorire prioritariamente il recupero di materia delle frazioni riciclabili nonché di energia;

e) attivare i servizi d’igiene degli Enti Locali per una più attenta collaborazione con le strutture sa-nitarie;

f) proporre ed elaborare le linee di una campagna di informazio-ne-educazione per tutti i soggetti interessati alla migliore gestione dei rifiuti sanitari.

Per raggiungere tali obiettivi, la Dire-zione Parchi Territorio Ambiente Energia - Servizio Gestione Rifiuti si è impegnata a: • incaricare un tecnico esperto nella

gestione dei rifiuti al fine di ela-borare e coordinare tutte le azioni necessarie a raggiungere le finalità indicato nell’accordo;

• mettere a disposizione le proprie strutture tecnico - amministrative del Servizio Gestione Rifiuti per l’ac-quisizione di tutte le informazioni necessarie sulla gestione dei rifiuti sanitari;

• prevedere specifiche risorse finanzia-rie nell’ambito dei propri strumenti di programmazione di spesa, da destinare a politiche di riduzione della produzione dei rifiuti sanitari ed iniziative per la diffusione delle attività di riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti, di raccolta.

Dal canto suo, la Direzione Sanità - Servizio Ospedalità pubblica e privata lucrativa e non lucrativa, si è impegnata a:a) fornire un elenco completo del-

le strutture sanitarie (pubbliche e private) presenti nella Regione Abruzzo;

b) mettere a disposizione le proprie strutture tecnico-amministrative del Servizio per l’attuazione delle fina-lità del presente accordo;

c) prevedere specifiche risorse fi-nanziarie nell’ambito dei propri strumenti di programmazione di spesa, da destinare a politiche di riduzione della produzione e pericolosità dei rifiuti sanitari e iniziative per la diffusione delle raccolte differenziate, riciclo, ecc;

d) sensibilizzare il personale dei servi-zi sanitari interessati ed il servizio pubblico collegato, alla corretta ge-stione dei rifiuti sanitari, garantendo la circuitazione dell’accordo ed illu-strandone il significato e le ricadute tecniche e giuridiche presso tutti gli operatori economici interessati e coinvolti nella sua attuazione;

e) fornire al personale delle strutture sanitarie le informazioni e le istru-zioni specifiche necessarie per la

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corretta gestione dei rifiuti sanitari come previsto dall’accordo e da eventuali direttive tecniche condi-vise che ne conseguiranno;

f) organizzare annualmente, per la du-rata di sottoscrizione dell’ accordo, almeno una giornata di formazione sui temi della corretta gestione dei rifiuti sanitari;

g) disporre che le diverse ASL, provvedano a stipulare appositi accordi - contratti, previa adozio-

ne degli atti amministrativi previsti per legge, prioritariamente con i servizi d’igiene dei Comuni e/o Consorzi Intercomunali (ATO) e/o loro Società SpA, finalizzati alla massimizzazione della raccolta differenziata ed avvio a riciclo dei rifiuti recuperabili.

“Sono convinto - ha dichiarato il Di-rigente del Servizio Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo, Franco Gerar-

dini - della validità di questo accordo che si pone in linea con le tante altre inziative messe in atto da questa Di-rezione per dare compimento al PRGR e garantire, quindi, al territorio e alla cittadinanza abruzzese, l’ottimizza-zione della risorsa rappresentata dai rifiuti e, al contempo, il contenimento delle spese di smaltimento e futura bo-nifica dei siti di stoccaggio”.

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MANIFESTAZIONI E CONVEGNI

di Alberto Piastrellini

Puntuale, come un “compleanno”, il 19 dicembre 2008, la Regione Abruz-zo - Servizio Gestione Rifiuti e l’Osservatorio Regionale Rifiuti, ha organizzato RICICLABRUZZO 2008, momento di incontro/confronto pubbli-co, ad un anno dall’approvazione del Piano Regionale Gestione Rifiuti, L. R. n. 45 del 19 dicembre 2007.L’incontro, che ha avuto luogo presso l’Auditorium “Leonardo Petruzzi” - Mu-seo delle Genti d’Abruzzo di Pescara, ha fatto il punto sullo stato di attuazione del Piano e ha contribuito a socializzare alcuni Accordi volontari che la Regione stessa ha stipulato con vari Enti, per dare compimento agli impegni previsti dal Piano stesso.Non solo, nell’occasione, è stato sot-toscritto il “Protocollo operativo per la certificazione del compost di qualità”, Accordo Regione Abruzzo - Consorzio Italiano Compostatorie (C.I.C.) e ACIAM Spa.“Il 19 dicembre è una data importante per noi abruzzesi - ha ricordato Fran-co Gerardini, Dirigente regionale del Servizio Gestione Rifiuti - perché ricor-re l’anniversario dell’approvazione del nuovo PRGR, lo strumento normativo e pianificatorio che ha dato un nuovo stimolo alla politica regionale nei con-fronti della gestione dei rifiuti e che, pur non ancora totalmente operativo, anche nella sua fase di realizzazione intermedia, sta cominciando a mostra-re i suoi frutti”.Ricordando i processi istituzionali na-zionali concretizzatisi nella Delega al Governo per la riorganizzazione del Testo Unico Ambientale e le solleci-tazioni europee in materia di rifiuti, cristallizzate nella nuova Direttiva di riferimento, Gerardini ha tenuto a pre-cisare come “la L. R. n. 45 sia in linea con il dettato comunitario per quanto concerne la gerarchizzazione delle di-namiche di approccio al problema dei rifiuti: minimizzazione della produ-zione, riciclaggio, recupero energetico e discarica”.Nello spiegare obiettivi ed attività in

itinere per quanto riguarda l’applica-zione della L. R. n. 45, Gerardini ha fatto una sintesi dei “punti di svolta” rappresentati dalle azioni realizzate e in programma, previste dal Piano, confor-tando i presenti con dati positivi circa l’aumento della Raccolta Differenziata dei rifiuti urbani, anche se, ha dichiara-to: “la sfida che ci aspetta è quella di un miglioramento progressivo dei servizi di raccolta differenziata e dell’ade-guamento impiantistico e strutturale a livello regionale”.Il rapporto stretto fra pianificazione delle politiche di gestione dei rifiuti, pianificazione del territorio e comuni-cazione è stato l’argomento principe della relazione di Marco Famoso, Responsabile Ufficio Attività Ammini-strative - Servizio Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo.“La pianificazione territoriale ha sen-so se c’è una reale condivisione degli obiettivi - ha spiegato Marco Famoso - e questa condivisione può sussistere solo se gli utenti finali recepiscono, dalla comunicazione istituzionale, il giusto messaggio non altrimenti frain-tendibile”.Ricordando come la comunicazione pubblica, in base ai principi della Con-venzione di Aarhus, debba rispondere a precisi criteri di educazione, divul-gazione e promozione, Famoso ha ricordato ai presenti come il rischio del mancato raggiungimento degli obiettivi di un dato Piano, siano da riscontrar-si, non solo nella assenza oggettiva di una buona comunicazione, ma anche: “nell’eccesso della stessa comunicazio-ne che genera confusione di notizie e indica un non comune accordo fra gli Enti deputati alla stessa”.Entrando nel vivo del tema proposto per la giornata, il primo intervento tecnico è stato quello della Dott.ssa Elisabetta Bottazzoli, rappresentante CONAI, che nell’ambito delle attività di riciclaggio promosse dalla Regio-ne Abruzzo, è intervenuta illustrando obiettivi e risultati dell’Accordo Quadro Regione Abruzzo - CONAI.

A partire da una disamina dell’Accordo nazionale ANCI-CONAI e dalla presen-tazione dei dati della RD nazionale e regionale, la Dott.ssa Bottazzoli ha ri-cordato come il Protocollo di Intesa sottoscritto dalla Regione Abruzzo e Consorzio Nazionale Imballaggi, in data 28 marzo 2006 (in scadenza il prossimo 28 marzo 2009), persegue le finalità di: 1. migliorare la gestione integrata degli

imballaggi e dei rifiuti di imballag-gio;

2. promuovere politiche ed interventi di riduzione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio;

3. supportare gli Enti territoriali com-petenti per lo sviluppo della raccolta differenziata degli imballaggi e rifiuti di imballaggio, provenienti da uten-ze domestiche e non domestiche, al fine di facilitarne l’avvio al recupero e al riciclo presso utilizzatori del ter-ritorio nazionale.

Per addivenire a questi obiettivi, ha ri-cordato la dott.ssa Bottazzoli, sono stati approntati diversi strumenti ed attività condivise: • Eventi, seminari tematici, forum e

workshop volti alla promozione della RD;

• Educazione ambientale, formazione ed aggiornamento agli insegnanti - Progetto Isole Ecologiche (che vede coinvolti gli Insegnanti partecipanti al corso “Riciclando si impara”, le Province e gli Osservatori Provinciali Rifiuti, le Associazioni ambientaliste, i Comuni e le società di gestione);

• Protocolli di Intesa volti all’attuazione di progetti sperimentali di coinvol-gimento di associazioni, comuni, consorzi e società di gestione.

Lo stato di convenzionamento e le rese di raccolta sono tuttora migliorabili, ha ricordato la rappresentante CONAI e, per il periodo 2008-2009, prevede azioni specifiche relativamente a:

• Analisi piattaforme e stazioni ecolo-giche

• Forum dei Consorzi di Filiera (CO-MIECO, COREPLA, COREVE, CNA,

RICICLABRUZZO 2008Ad un anno dall’approvazione del PRGR, la Regione Abruzzo ha promosso un workshopoperativo di incontro/confronto sullo stato di attuazione, coinvolgendo partner e stakeholders.

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CIAL, RILEGNO)• Studio sui flussi dei materiali di pla-

stica da RD• Analisi e studio sulle tariffe di con-

ferimentoInoltre sono previste azioni di:diffusione ed implementazione dei sistemi di Raccolta Differenziata, attraverso il supporto agli Enti locali, Consorzi e/o Enti gestori delegati, tra-mite la stipula di Protocolli di intesa sia sul piano tecnico-gestionale sia in riferimento ai piani di comunicazione e sensibilizzazione; riduzione della produzione dei ri-fiuti, attraverso:

• Piano Regionale sulla riduzione della produzione dei rifiuti;

• Protocollo di intesa con la Grande Distribuzione Organizzata

Conclusa la sessione introduttiva, il Convegno è proceduto analizzando una serie di Accordi volontari nati con la volontà di raggiungere gli obiettivi di riduzione dei rifiuti e tutela ambientale, previsti dal PRGR.Il primo presentato è stato quello fra Regione Abruzzo, Guardia di Finan-za - Comando Generale Abruzzo e ARTA.Sulla tematica relativa al rilevamento e contrasto alle fonti di inquinamento, sono intervenuti: il Colonnello della Guardia di Finanza, Paolo Ventura

e Gaetano Basti Direttore Generale ARTA Abruzzo.Il Protocollo (D.G.R. n. 601 del 5 giugno 2006), come ha ricordato il Co-lonnello Ventura: “si è concretizzato nell’istituzione di un gruppo di lavoro e coordinamento istituito presso la regio-ne Abruzzo e composto da due delegati per ciascun soggetto partner”.“Il gruppo - ha proseguito - definisce il piano degli interventi programmando le attività di ricognizione, rilevazione dei siti d’interesse, indagine e verifica della stato di degrado delle aree indi-viduate”.Ricordando come sulla base delle

segnalazioni aeree della Guardia di Finanza, l’ARTA esegue, poi, sopralluo-ghi ed eventuali prelievi per aggiornare la banca dati all’interno del SIRA, il Colonnello ha posto l’accento sulle indagini giudiziarie per l’individuazio-ne dei responsabili dell’inquinamento individuato e sulle indagini analitiche di pre-caratterizzazione dei siti poten-zialmente contaminati.“Ad oggi - ha dichiarato il Colonnello - la Guardia di Finanza ha effettuato 17 voli per un totale di 35 ore e sono stati rilevati 117 siti potenzialmente inqui-nati, attualmente sottoposti a verifica da parte dei tecnici ARTA”.“Dall’attivazione del progetto spe-rimentale - ha concluso - sono stati effettuali 11 sequestri di aree destinate

illecitamente allo smaltimento di rifiuti pericolosi”.“Purtroppo - gli ha fatto eco il dott. Basti - il 19% di RD non è un risultato eclatante, anche se rispetto al passato rappresenta un significativo passo in avanti”.“Disgraziatamente - ha proseguito - stiamo rilevando un aumento degli abbandoni illeciti di rifiuti nel territo-rio abruzzese”.Il secondo Accordo di Programma presentato è stato quello tra Regio-ne Abruzzo e Consorzio Italiano Compostatori (C.I.C.), per il quale è intervenuto il Direttore, Massimo

Centemero.“Elevare la qualità del compost e delle relative matrici, al fine di conseguire una riduzione dei rifiuti organici e un arricchimento sicuro del suolo, senza ricorrere ad ammendanti di origine chimica, è lo scopo del nostro operare - ha ricordato il dott. Centemero - e per questo, sin dal 2001, abbiamo ipo-tizzato un marchio che certificasse il compost di qualità, la sua tracciabilità e rintracciabilità, al fine di una sua migliore collocazione sul mercato”.“Con la Regione Abruzzo - ha prose-guito - abbiamo avviato da tempo un percorso volto all’individuazione di un impianto in grado di soddisfare l’iter certificativo standard del nostro mar-chio e, dopo la verifica dei vari impianti

La firma dell’Accordo di Programma: ACIAM/CIC.Da sinistra Luigi Ciaccia, Massimo Centemero, Franco Gerardini

Consegna della Menzione speciale “RiciclAbruzzo 2008” ai rappresentanti del Consorzio Ambiente spa e del comune di Spoltore (PE)

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di compostaggio presenti sul territorio, siamo pronti a sottoscrivere un accor-do di programma con ACIAM Spa che gestisce l’impianto di Aielli e che presto vedrà il compost prodotto, certificato con il marchio C.I.C.”.“Siamo convinti - ha dichiarato en-tusiasticamente il Presidente ACIAM, Luigi Ciaccia, all’atto della firma dell’Accordo - che con questa iniziativa si contribuisce a diminuire considere-volmente la quantità dei rifiuti organici avviati in discarica”.Ultimo Accordo di Programma pre-sentato è stato quello tra la Regione Abruzzo e il Consorzio Intercomunale

per la Gestione dei Servizi Ecologici ed Ambientali di Sulmona, CO.GE.SA. Srl, denominato; “Dalla Natura… Alla Natura - La buona pratica del compostaggio domestico”.Obiettivo dell’iniziativa, così come ricordato dal consulente CO.GE.SA., Antonello Antonelli: “la promozione e attuazione del compostaggio domestico come pratica per la trasformazione e il recupero della frazione verde organica dei rifiuti di cucina e di giardino, da riutilizzare come compost negli spazi verdi di pertinenza delle abitazioni e conseguente riduzione dei flussi di ri-fiuti biodegradabili in discarica”.Dall’analisi dei 4 step in cui l’iniziativa è stata divisa: 1. promozione attività sul territorio;

2. consegna compostiere alle utenze;3. monitoraggio e supporto alle utenze;4. verifica dell’attività svolta dalle uten-

ze;sono emerse le tre conclusioni seguenti:1. La maggioranza delle utenze si è

dimostrata molto attenta alle temati-che inerenti la raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti, ponendo numerosi quesiti a riguardo. Questo dato conferma la disponibilità del territorio all’attuazione di modelli di gestione dei rifiuti quali la raccolta differenziata domiciliare e l’ulteriore diffusione del compostaggio dome-stico;

2. l’attivazione del compostaggio dome-stico ristabilisce un contatto diretto tra la le utenze e le amministrazioni comunali in tema di gestione dei rifiuti e permette di aprire un tavo-lo di confronto sulle reali necessità del territorio per quanto concerne la raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti e i loro modelli di gestio-ne;

3. l’azione di comunicazione e sen-sibilizzazione ha rappresentato un elemento portante del progetto, ed insieme un’ occasione di confronto con i cittadini a cui và riconosciuto il ruolo di primi attori nella gestione della raccolta differenziata e con cui condividere le azioni progettuali sin dal loro inizio.

Infine, al termine di un dibattito aperto con il nutrito pubblico dell’Auditorium, il Convegno si è concluso con la con-segna dei riconoscimenti speciali ad altrettante buone pratiche il cui rico-nosciuto valore di esperienza positiva nel settore della riduzione e riciclo dei rifiuti a livello locale, è stato riconosciu-to dalla Regione Abruzzo.Sono stati pertanto premiati:• il Consorzio Comieco, per l’iniziativa

“Cartoniadi 2008”• il Consorzio Ambiente Spa/Comune

di Spoltore, per il modello implemen-tato di raccolta porta a porta;

• il Consorzio CO.GE.SA. per il proget-to: “Dalla Natura… Alla Natura - La buona pratica del compostaggio domestico”.

• il Servizio Sviluppo Sostenibile della Regione Abruzzo, per le attività pro-mosse a livelle del Sistema INFEA nell’ambito della settimana dell’UNE-SCO per lo Sviluppo Sostenibile;

• Scarabeo Verde/Arco Consumatori, per il Progetto “EcoFeste”;

• la Rete Amici del Riciclo/Attiva Spa, per l’iniziativa omonima che consta di un’azione di crescita della sensi-bilità dei cittadini nel merito delle azione volte alla riduzione della quantità di RU alla fonte.

Elisabetta Bottazzoli e Franco Gerardini Un momento del Convegno

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PROVINCIA DI TERAMO

a cura del Servizio Pianifi cazione e Gestione dei Rifi uti - Osservatorio Provinciale Rifi uti

Com’è noto la finalità della legislazione in campo ambientale è quella di ridurre la produzione di rifiuti e di incentivare il recupero e il riciclaggio, garantendo un elevato grado di protezione della salute dell’uomo e dell’ambiente. A tal fine la normativa nazionale istituisce degli obiettivi di raccolta differenziata intesa al riciclaggio fissando delle percentuali minime da raggiungere nel tempo, prevedendo altresì una drastica riduzione del conferimento in discarica del rifiuto biodegradabile in tempi brevi.Gli studi dimostrano che circa un terzo dei rifiuti che si producono è composto da rifiuti organici, cioè di origine naturale, che possono essere reintrodotti nel ciclo della natura, pertanto per conseguire gli obiettivi predetti è es-senziale la raccolta differenziata dello scarto organico (scarto di cucina, di giardino ecc.) destinato successivamente al compostaggio.Questo punterebbe non solo alla riduzione della produ-zione dei rifiuti, ma anche a generare dei flussi importanti di sostanza organica pulita che può essere trasformata in terricci e ammendanti di qualità. Consapevole di ciò, la Provincia di Teramo si è attivata già da tempo in tal senso con un progetto per la promo-zione del compostaggio domestico denominato “La Terra Ringrazia”.L’iniziativa è stata portata avanti in quel contesto di grave crisi del settore dello smaltimento che ha interessato la pro-vincia stessa, e forse anche per questo ha suscitato maggiore consapevolezza tra gli attori sociali coinvolti. In particolare, ha ottenuto ottimi risultati nell’ambito della formazione degli amministratori, tecnici e vigili dei Comuni che hanno aderito all’intesa con l’Amministrazione Provinciale. Nel contempo circa mille famiglie hanno dato il loro contri-buto ed il loro esempio dimostrando che gli scarti organici possono essere utilmente impiegati in una esperienza di

biologia applicata “fai-da-te” per l’autoproduzione di ter-riccio fertile. Il Progetto si evidenzia per l’impostazione tesa al coinvolgi-mento degli Enti e delle aziende che operano nel campo dei rifiuti sul territorio provinciale, attraverso la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa in cui vengono definiti obiettivi ed azioni concrete per diffondere la pratica del compostaggio domestico.Gli obiettivi fondamentali del protocollo sono:• promuovere la riduzione dei rifiuti;• diminuire i quantitativi di rifiuti da conferire in discarica;• ridurre i costi di smaltimento;• prevenire la produzione di inquinanti atmosferici;• migliorare le proprietà biologiche, fisiche e chimiche del

terreno;• creare un rapporto di reciproca collaborazione con i cit-

tadini.

L’iniziativa è rivolta ai cittadini ed alle Istituzioni scolastiche della provincia ed il requisito fondamentale per partecipare all’iniziativa è quella di disporre nella propria abitazione di un giardino, orto, parco o comunque di avere la possibilità di utilizzo del compost prodotto.La partecipazione al Progetto “La Terra ringrazia” si manife-sta compilando l’apposito modulo per l’adesione allo stesso, disponibile presso il Comune di appartenenza aderente all’iniziativa, dove, qualora previsto, è possibile ritirare la compostiera; in alternativa è possibile partecipare, dimo-strando di possederne una.Il protocollo prevede, altresì, la modifica dei regolamenti comunali per istituire una detassazione dal 20% al 40% per i cittadini che sottoscrivono un impegno al compostaggio domestico con l’amministrazione comunale, riconoscendo e premiando i comportamenti più virtuosi. Il bonus fiscale sarà applicato dall’Ufficio Tributi del Comune, solo a seguito dell’esito positivo delle verifiche annuali di corretto utilizzo della compostiera. Al fine di promuovere la pratica del compostaggio domestico la Provincia di Teramo si è impegnata a garantire un’ade-guata divulgazione del progetto, assicurando il supporto necessario ai Comuni, Consorzi Intercomunali e/o loro So-cietà S.p.A. del territorio, aderenti all’iniziativa per tutta la durata dell’iter procedurale.Ha pertanto attivato una capillare campagna promozionale organizzando corsi di informazione e formazione alla pratica del compostaggio domestico e attraverso la diffusione di mezzi informativi come stampe e pubblicazioni (es.: il manualetto pratico per il recupero ecologico degli scarti di cucina e del giar-dino con il compostaggio domestico: La Terra ringrazia).In particolare, dal 2005 al 2008 la Provincia ha organizzato diversi corsi di formazione per i consorzi intercomunali come il MO.TE. Ambiente S.p.A., il Consorzio Piomba-Fino, il C.I.R.S.U.

“LA TERRA RINGRAZIA”:RECUPERO ECOLOGICO CON ILCOMPOSTAGGIO DOMESTICO

Ing. Ferdinando Di Sanza, Dirigente del Settore Ambiente Energia

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e l’Unione di Comuni - Città Territorio Val Vibrata, ha parteci-pato agli incontri pubblici durante i quali sono state distribuite le compostiere ed ha prestato ai cittadini l’assistenza necessaria per migliorare la raccolta differenziata, attivando periodiche verifiche per un costante monitoraggio dell’esperimento.Sulla base di queste esperienze da oggi e per i prossimi due anni, in collaborazione con il Centro di Educazione Ambientale di interesse regionale “Scuola Verde” di Isola del Gran Sasso, si intende capillarizzare il progetto consolidando

I NUMERI, IN BREVE, DEL PROGETTO “LA TERRA RINGRAZIA”

• 4 i Consorzi intercomunali gestione rifiuti coinvolti;• 85 gli istruttori ambientali formati;• 1.000 le compostiere distribuite da parte dei Comuni più sensibili;• Numerosi e corsi realizzati per cittadini e tecnici comunali;• 184 tonnellate/anno di scarti di cucina in meno per i servizi di raccolta rifiuti;• 30% il risparmio sulla bolletta nei Comuni più virtuosi.

le esperienze realizzate, ampliando la platea di comuni e il numero delle famiglie da coinvolgere.Nelle dimore di queste famiglie pioniere del compostaggio domestico, ma anche in molte scuole della provincia dove insegnanti e ragazzi sono stati coinvolti nell’esperienza del compostaggio in un percorso di educazione ambientale, è stata seminata la speranza che da piccole azioni quotidia-ne possa nascere una nuova sensibilità per un consumo responsabile.

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di Alberto Piastrellini

ECO NEWS

Mentre l’anno si è aperto sotto l’influsso di vénti contrari, di crisi economica, da un lato, di rivoluzione “verde”, dall’al-tro, una notizia apparsa tra le pagine del Corriere della Sera, a firma di Ful-co Pratesi (Presidente onorario WWF Italia), porta una boccata d’ossigeno a quanti, amanti della natura e della bio-diversità, avevano accolto con orrore le uccisioni di esemplari di Orso marsicano (Ursus arctos marsicanus) in Abruzzo.Ebbene, dai dati raccolti dai ricercatori del Piano d’Azione Tutela Orso Mar-sicano (P.A.T.O.M.), sembra che siano stati individuati 6 esemplari femmina con

la prole dell’anno. Di queste, quattro recavano appresso

due cuccioli, mentre, le restanti due, un solo pic-colo. Dieci nuovi nati, pertanto, che tenteranno di allontanare la mi-naccia di estinzione di

questo caratteristi-co e sfuggente

animale.

BUONE NOTIZIE PERL’ORSO MARSICANODopo i tristi episodi di avvelenamento, la popolazionedi plantigradi sembra riprendersi con dieci nuovi nati.

L’articolo ricorda che: “hanno contri-buito a questo successo le varie azioni di controllo dei Guardaparco e del Cor-po forestale dello Stato, le campagne di sensibilizzazione e l’aumentata ca-pacità di risarcimento danni da parte dell’Ente Parco. Hanno contribuito, inoltre, anche la messa in opera di oltre quarante recinzioni elettrificate fornite dal WWF e dai forestali per la difesa di ovili e apiari e la piantagione di molti alberi di melo da parte dei volontari nel versante laziale del Parco”. Si spera, conclude l’articolo, che al-lorquando gli animali usciranno dal letargo invernale, altri cuccioli si ag-giungeranno alla popolazione ursina, facendola lievitare ad un livello di sicu-rezza di non meno di 100 esemplari.Ricordiamo che lo status di conservazio-ne della popolazione di Orso bruno del centro Italia è particolarmente critico, anche a causa della scarsità di informa-zioni disponibili e proprio per questo si è ritenuto già da tempo necessario coor-dinare le politiche di gestione territoriale

attuate dai diversi soggetti che hanno competenza in questo campo, allo sco-po di superare le carenze conoscitive che limitano l’efficacia degli interventi di conservazione e gestione.Si consideri che per la sua particolare biologia, l’orso ha un areale che inte-ressa territori di scala sovraregionale e sovranazionale, per cui i confini regio-nali non possono rappresentare linee che caratterizzano misure eccessiva-mente diversificate d’intervento.È stato perciò predisposto e sottoscrit-to un Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso marsicano (PATOM) tra Mi-nistero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Corpo Forestale dello Stato, Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, Istituto Nazionale di Fauna Selvatica, Parchi e Riserve naturali ed Enti locali interessati dalla presenza di questa specie, coordina-ti dalla Regione Abruzzo, per le attività di monitoraggio, con-servazione e gestione.

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