Infoanziani Gennaio/Febbraio

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STARBENE news Inserto al bimestrale Infoanziani.it Gennaio/Febbraio 2012 Numero 51 LE AZIENDE SANITARIE INFORMANO: L’A.S.S. n°3 premiata a Roma PAG.5 A.S.S. n°5: L’infermiere di comunità PAG.7 INSERTO STARBENE NEWS: Grandi atleti si nasce PAG.1 Frutti rossi contro le rughe PAG.4 LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO INFORMANO: Acqua santa e tradizione PAG.9 L’Associazione A.V.U.L.S.S. di Gemona PAG.10

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Infoanziani Gennaio/Febbraio

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Gennaio/Febbraio 2012 Numero 51

LE AZIENDE SANITARIE INFORMANO: L’A.S.S. n°3 premiata a Roma PAG.5A.S.S. n°5: L’infermiere di comunità PAG.7

INSERTO STARBENE NEWS: Grandi atleti si nasce PAG.1 Frutti rossi contro le rughe PAG.4

LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO INFORMANO:Acqua santa e tradizione PAG.9L’Associazione A.V.U.L.S.S. di Gemona PAG.10

Sommario:LE AZIENDE SANITARIE INFORMANO: L’A.S.S. n°3 premiata a Roma PAG.5

A.S.S. n°5: L’infermiere di comunità PAG.7

INSERTO STARBENE NEWS:

Grandi atleti si nasce

Il fuso orario

L’orienteering

Contro l’osteoporosi

STARBENE news

LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO INFORMANO: Comitato Parenti Ospiti I.G.A. PAG.9

A.V.U.L.S.S. PAG.10

NEWS IN BREVEGli alimenti ricchi di fibre allungano la vita PAG.11

PAG.1

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www.infoanziani.it GENNAIO/FEBBRAIO 2012N° 51

Informazioni per i lettori:

Registrazione Aut.Trib. di UD n.24 del 10.05.2005 Bimestrale gratuito Direttore editoriale Sandro Di Filippo Direttore responsabile Sandro Di Filippo Editore Newprojects.it S.r.l. Viale Palmanova, 22 33100 Udine Tel. 0432 526981 - Fax 0432 624246 [email protected] - [email protected] Layout Elisa Gorsa - Newprojects.it S.r.l. Collaboratori Azienda per i Servizi Sanitari n°3 “Alto Friuli” Azienda per i Servizi Sanitari n°5 “Bassa Friulana” Comitato Parenti Ospiti I.G.A. (Magda Minotti) A.V.U.L.S.S. (Pierino Clocchiatti) Pubblicità commerciale Newprojects.it S.r.l. Viale Palmanova, 22 33100 Udine Tel. 0432 526981 - Fax 0432 624246 [email protected] - [email protected] Stampa Tipografia Menini - Spilimbergo (PN) Abbonamenti Inviare i propri dati a: Newprojects.it S.r.l. Viale Palmanova, 22 33100 Udine Fax 0432 624246 [email protected] - [email protected]

A.S.S.n°3 “Alto Friuli”LE AZIENDE SANITARIE INFORMANO:

Il 15 dicembre, presso la Camera dei De-putati il Ministro della Salute ha conferito all’ASS3 Alto Friuli la qualifica “2 Bollini Rosa” quale Azienda premiata per il suo impegno nel portare la salute più vicino alle donne, specificamente nella Struttura Ospedaliera S.Antonio Abate di Tolmezzo. Roberta Pinzano, Direttore dell’ Ostetricia di Tolmezzo, e Olga Passera, Direttore del Marketing Sociale dell’ASS3, hanno ritira-to il premio, consistente in una targa da poter esporre al pubblico per certificare la rispondenza delle strutture alle esigenze dell’utenza femminile.

COS’è IL PROGRAMMA ONDA: “L’Osservatorio Nazionale sulla salute del-la Donna (O.N.Da), impegnato sin dalla sua nascita nella promozione e nella tutela del-la salute femminile, ha avviato nel 2007 il Programma Bollini Rosa con l’obiettivo di individuare e premiare gli Ospedali italia-ni “vicini alle donne”, che offrono percor-si diagnostico-terapeutici e servizi dedicati alle patologie femminili di maggior rilievo clinico ed epidemiologico, riservando par-

ticolare attenzione alle specifiche esigenze dell’utenza rosa. Da un lato il Programma ha lo scopo di promuovere la medicina di genere all’interno delle strutture ospedalie-re, che rappresenta un fattore cruciale per migliorare la qualità e l’accessibilità dei ser-vizi; dall’altro consente la creazione di una rete di ospedali “a misura di donna”, a cui le utenti possono rivolgersi scegliendo, sulla base dei servizi offerti resi visibili attraverso un canale di informazione privilegiato e tra-sparente, le strutture più attinenti alle proprie necessità. L’esperienza maturata nel corso di questi cinque anni ha permesso di rinnovare integralmente il Programma, strutturando il Bando di concorso - rivolto a tutte le strutture ospedaliere del territorio nazionale e a quel-le in lingua italiana all’estero - su una nuova metodologia di valutazione degli Ospeda-li, basata su criteri obiettivi e specifici. Gli Ospedali aderenti all’iniziativa sono stati valutati e premiati, con l’attribuzione da 1 a 3 bollini rosa, esclusivamente per i servizi offerti dai reparti che curano le patologie di specifico interesse femminile.La nuova Guida Nazionale Bollini Rosa in formato digitale, consultabile in oltre 17.000 farmacie sul territorio italiano, oltre a dare visibilità a tutti i componenti del nuovo net-work Bollini Rosa, ha lo scopo di fornire alle donne uno strumento concreto e pratico per poter scegliere le strutture a cui rivolgersi più vicine e rispondenti alle proprie esigen-ze. Nel nuovo sito www.bollinirosa.it, inte-ramente dedicato all’iniziativa e alle attività correlate, sono consultabili dall’utenza tutti gli ospedali premiati con i relativi servizi, suddivisi per regione, con la possibilità...

L’Azienda per i Servizi Sanitari n.3 premiata a Roma dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna

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Grandi atleti si nasce

Per raggiungere obiettivi sportivi di alto livello, bisogna essere “predispo-sti”. A scoprirlo i ricercatori dell’IRC-CS Istituto Ortopedico Galeazzi che, in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Udine e dell’Univer-sità Vanderbilt nell’Iowa e l’Universi-tà del Tennessee, hanno studiato 205 atleti, di cui 53 di livello agonistico e 152 dilettanti e 458 non atleti. Lo stu-dio ha esaminato il DNA di sportivi e non per verificare la presenza di una variante (polimorfismo) del gene del recettore dell’interleuchina1, la mole-cola responsabile dell’infiammazione dell’apparato muscolare in conse-guenza agli sforzi fisici. Negli atleti agonistici questo gene è presente in misura doppia rispetto ai non spor-tivi. Quindi l’atleta agonistico ha la caratteristica di presentare una rispo-sta infiammatoria maggiore presso la propria struttura muscolare, ma pos-siede anche la capacità di recuperare più velocemente rispetto a chi non fa sport, riuscendo quindi ad allenarsi di più degli altri. È chiaro che si tratta di una predisposizione e che l’effet-tiva capacità atletica dipende anche da fattori ambientali e motivazionali. Questo studio ha la peculiarità di ri-volgere l’attenzione verso i meccani-smi di danno/riparazione che stanno alla base dell’allenamento e del recu-pero dallo sforzo. Occorre considerare che lo studio è interessante anche per le possibili ricadute sulla patologia, poiché gli stessi meccanismi posso-no essere alla base di una predisposi-zione alle lesioni muscolo-tendinee e alla loro velocità di riparazione.

In collaborazione con Italiasalute - Direttore responsabile Riccardo Antinori

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CURIOSI Tà

IL FUSO ORARIO I LUNGhI VIAGGI IN AeReO POSSONO eSSeRe ANChe CAUSA DI S T ReSS

Sempre più persone scelgono ormai mete lonta-ne per passare le proprie vacanze o anche solo per la curiosità di scoprire nuovi mondi e nuove tradizioni. Ma i lunghi viaggi in aereo possono essere anche causa di stress, specialmente se si passano più di fusi rari in modo rapido. Un viaggio in direzione “trasversale” cioè da est a ovest (e viceversa) può attraversare facilmente più di 4 fusi orari ed alterare perciò notevolmen-te i ritmi cronobiologici dell’organismo. Andando verso ovest, per esempio dall’Italia all’America Latina, si può partire di notte verso le 0.30 e arrivare di mattina verso le 10.30 dello stesso giorno, ma dopo più di 15 ore di volo, una cosa assolutamente strana per il nostro organi-

smo che prevede una du-rata della notte di 7-8 ore e perciò si sente già “nel po-meriggio”. Verso est invece le ore ven-gono perse, anche se si recupereranno poi comun-que nel viaggio di ritorno perché sarà nella direzione opposta. I disturbi nei voli verso est sono molto più ac-centuati che in quelli verso ovest e questo è logico, per-

ché le differenze di orario tendono a sommarsi dato che si viaggia in direzione opposta al movi-mento di rotazione terrestre. è stato valutato che un volo di 6 ore verso est, anche attraversando un solo fuso orario (se il volo avviene in diagonale) necessita ben di un giorno di riposo per essere completamente in piena for-ma, mentre il ritorno verso ovest non da pratica-mente nessun disturbo. Per prevenire il malessere che si associa ai bru-schi cambi di orario e che consiste in: sonnolen-za o insonnia, senso di confusione, inappetenza, insomma in una serie di disturbi veramente fasti-diosi che assomigliano molto a quelli che si han-no quando si passano le “notti in bianco”, la pri-ma cosa da fare è di non gettarsi a capofitto nelle attività del luogo, ma concedere all’organismo un adeguato periodo di adattamento e di riposo. Appena partiti poi, bisogna cercare al più pre-sto di dimenticare i ritmi imposti dagli orari a cui siamo abituati quotidianamente e sincronizzarsi, come pasti e come riposo, sugli orari della nuova meta anche concedendosi riposi forzati in aereo, e per questo tappi alle orecchie e mascherina su-gli occhi possono essere molto utili.

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STARBENE NEWS 3

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L’idea di perdervi fra i boschi e cercare una via d’uscita vi inquieta? Pare che in realtà faccia miracoli a livello nervoso e fisico. Lo affermano gli appassionati di oriente-ering, o più semplicemente orientamento o sport dei boschi, una vera e propria disci-plina sportiva caratterizzata da una serie di punti di controllo definiti in gergo “lanterne”, fra i quali si muo-vono i partecipanti dotati solo di bus-sola e cartina topografica. L’ambien-tazione ideale dello sport è costituita appunto dai boschi, ma si organizza-no gare anche all’interno di centri ur-bani e dei centri storici in particolare.Un percorso standard consiste nella partenza, punti di controllo indicati tramite cerchi (centrati nell’oggetto da trovare) uniti tra loro da linee im-maginarie e caratterizzati da numeri che indicano l’ordine di percorrenza, un punto d’arrivo.Alle lanterne, ognuna delle quali è numerata, cor-risponde un luogo da visitare per compiere cor-rettamente il percorso. I concorrenti hanno una descrizione della lanterna con scritto: categoria del concorrente, lunghezza percorso (in linea d’aria), dislivello, codice di riconoscimento e la posizione (a nord/sud del sasso).L’orienteering è un’espressione sportiva che na-sce abbinando la corsa al concetto di orientamen-to, ma si sono poi sviluppate alcune sotto-disci-pline che utilizzano altri strumenti come gli sci o la mountain bike. Tutti questi sport coniugano l’attività all’aria aperta nella natura ad una prepa-razione fisica e mentale di alta qualità. Chi par-tecipa è stimolato ad utilizzare alcune capacità

fondamentali, come la velocità di spostamento e la resistenza, due aspetti che com’è ovvio solle-citano l’apparato cardio-respiratorio, oltre alla ca-pacità di orientamento spaziale, che chiama in causa le nostre qualità neuro-cognitive. Da considerare anche l’aspetto psicologico, dal momento che per una buona gara è necessario superare degli imprevisti e mantenere la lucidità per assumere le decisioni giuste in breve tempo. L’orienteering nasce come molte altre discipline che hanno un contatto diretto con la natura nei paesi scandinavi agli inizi del ‘900. In Italia comin-cia a diffondersi in ambito amatoriale negli anni ‘50 in Trentino, ma nel 1986 nasce la F.I.S.O., la Federazione Italiana Sport Orientamento, che comprende non solo l’orienteering classico, quel-lo basato sulla corsa per intenderci, ma anche le ultime varianti a cui si è già accennato.

SALU T e

ORIeN T eeRINGORIeN TARSI FRA I bOSChI FA beNe ALLA SALU T e

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ALIMeN TAZIONe

CON T RO L’OS T eOPOROSIUNA DIe TA PIù RICCA DI PROT eINe CON T RAS TA LA PeRDI TA OSSeA

Il segreto per mantenere in salute le nostre ossa sta nell’alimentazione e per l’esattezza in una dieta più ricca di proteine e meno di carboidrati. A dirlo è una nuova ricerca di un team canadese. I ricercatori hanno evidenziato come una dieta ipocalorica in cui sia presente una percentuale preponderante di proteine sia significativamente più efficace nel mantenere una buona salute delle ossa in quelle persone con problemi di peso che devono necessariamente adottare un regime die-tetico restrittivo.Gli scienziati hanno esaminato per un totale di 16 settimane tre gruppi di donne in sovrappeso e obese ma prive di altre patologie, proponendo loro un’alimentazione basata sui latticini e un’atti-vità fisica che prevedeva una fase aerobica com-binata con due cicli di sollevamento pesi. L’ autore dello studio e responsabile del dipar-timento di Kinesiologia, spiega: “I nostri risultati dimostrano l’importanza della composizione del-la dieta per mantenere la salute delle ossa ed evi-tare danni accelerati durante la perdita di peso grazie all’assunzione di proteine da latticini”.Lo studio precedente dello stesso team di ricerca

aveva evidenziato negli stessi soggetti che segui-vano diete diverse una perdita di peso legata tut-tavia ad effetti diversi. Le persone che consumano più proteine registrano infatti una perdita di grassi maggiore rispetto a quella della massa magra, l’aumento dei livelli di vitamina D e la riduzione dell’ormone paratiroideo che è sempre associato a una perdita ossea. Ma l’effetto si prolunga an-che nel tempo, con una riduzione del rischio di osteoporosi in età avanzata.

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UN MeLOGRANO AL GIORNO LeVA LA RUGA DI TORNOFRU T T I ROSSI RICChI DI VI TAMINe e AN T IOSSIDAN T I

La melagrana è un frutto povero di proteine e grassi ma appor-ta circa il 10% del fabbisogno giornaliero raccomandato di vitamine C e B6 ed è ricca di potassio. La sua caratteristica più importante è comunque, la forte concentrazione (da 1 a 2,8 grammi/litro, contro i 2 grammi del vino rosso e 1 grammo del tè) di due classi di polifenoli: le antocianine, che conferiscono

il colore rosso al frutto, e i tan-nini idrolizzabili, oltre a esteri dell’acido ellagico. A queste sostanze si deve il 90% dell’at-tività antiossidante del succo di melagrana, capace quindi di catturare i radicali liberi respon-sabili dell’invecchiamento cellu-lare. Le proprietà benefiche del succo di melagrana sono state dimostrate da numerosi studi clinici. Questa bevanda riduce i

fattori di rischio cardiovascolare, ha un effetto protettivo sulla car-tilagine articolare, prevenendo o limitando il rischio di osteoartri-ti, svolge azione preventiva su alcuni tipi di tumori (cavo orale, colon, prostata, seno), ha un’at-tività debolmente estrogenica, interessante per il trattamento dei sintomi della menopausa, e sembra avere anche un’ azione neuroprotettiva.

di esprimere un giudizio sulla base della propria esperienza diretta.Con il nuovo Programma Bollini Rosa O.N.Da conferma il proprio impegno nel promuovere, anche all’interno delle strutture ospedaliere, un approccio “di genere” nella definizione e nella programmazione strategica dei ser-vizi socio-sanitari, imprescindibile per poter garantire, secondo i principi fondamentali di parità ed equità delle cure, il diritto alla salute non solo delle donne ma anche degli uomini.” (Francesca Merzagora - Presidente O.N.Da).I CRITERI PER L’ASSEGNAZIONE DEI BOLLINI E LA SITUAZIONE NELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA I criteri considerati per l’assegnazione alle Strutture Ospedaliere di 1, 2 o 3 Bollini Rosa con validità biennale sono stati i seguenti:• Presenza di Unità Operative che cura-no patologie femminili specifiche: presenza all’interno della struttura ospedaliera di Uni-tà dedicate all’assistenza e alla cura delle patologie femminili di maggior rilievo clinico ed epidemiologico.• Appropriatezza del percorso diagnostico terapeutico: applicazione di livelli di cura e assistenza atti a garantire un’adeguata ge-stione della patologia, con particolare at-tenzione alle caratteristiche psico-fisiche e alle specifiche esigenze dell’utenza femmini-le (servizi clinici).• Posizionamento della paziente al centro delle cure: centralità della donna e tutela della sua dignità attraverso l’umanizzazione delle cure (servizi accessori).

Le domande del questionario di valutazio-ne sono state definite da un gruppo multidi-sciplinare di esperti, in accordo con le Linee guida del Ministero della Sanità e delle So-cietà Scientifiche e a ciascuna di esse è stato attribuito un punteggio, a seguito del quale vi è stata l’ assegnazione di 3 (massimo), 2, 1 o nessun Bollino Rosa.Nella Regione Friuli Venezia Giulia le strut-ture che hanno conseguito i Bollini sono specificate nello schema seguente:3 BOLLINI: Trieste, I.R.C.C.S. Burlo Garofolo2 BOLLINI: Azienda per i Servizi Sanitari n. 3 Alto FriuliOspedale di TolmezzoCasa di cura Privata S.Giorgio Spa di PordenoneAzienda Ospedaliera Santa Maria degli Angeli di PordenoneAzienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti di Trieste

A.S.S.n°3 “Alto Friuli”LE AZIENDE SANITARIE INFORMANO:

L’Azienda per i Servizi sanitari n.3 premiata a Roma dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna

...continua da pag.5

6A cura di: Roberta Collica e Stefano Aristelli, Marketing Sociale ASS3

L’esperienza dell’Infermiere di Comunità nella Bassa Friulana vanta ormai 10 anni. Avviata il 29 ottobre 2001 nel Comune di Gonars, l’attività, nel decennio a seguire, è stata via via implementata, per giunge-re oggi a contare 20 sedi di infermiere di comunità (pari a 28 Comuni coinvolti sui 31 presenti nel territorio dell’ASS 5), con una copertura del 94% dell’intero territorio aziendale. Entro la fine del 2011, è prevista l’attivazione di una sede anche nel Comune di Cervignano del Friuli.è importante ricordare che l’esperienza è nata con la finalità di rispondere ai nuo-vi e importanti bisogni socio-sanitari del-la popolazione, conseguenza dell’allunga-mento della vita, del costante aumento delle malattie croniche e degenerative, dei disagi sociali tipici del nostro tempo, quali la solitu-dine, le dipendenze e altro ancora.L’infermiere di comunità, nel suo lavoro, non si limita ad assicurare la sola prestazione: la sua lettura dei bisogni, sia espressi che po-tenziali, è globale e si adopera affinché le risposte siano adeguate ad accompagnare la persona assistita, assieme alla sua fami-glia, in un progetto di salute e di vita.Per realizzare tutto ciò, l’infermiere di comu-nità collabora con il Medico di Medicina Ge-nerale, l’assistente sociale, il fisioterapista, il medico specialista nella cura del dolore, gli assistenti domiciliari e con gli altri operato-ri professionali sanitari e sociali presenti sul territorio.In questi dieci anni, numerosissimi cittadini hanno potuto conoscere l’infermiere di comu-nità e usufruire del suo servizio.

C’è chi si è recato in ambulatorio perché ha avuto bisogno di fare i prelievi del sangue o una medicazione, un ciclo di iniezioni o sem-plicemente per ricevere informazioni su come ottenere i presidi.C’è chi è stato assistito a domicilio, perchè sofferente di gravi malattie (esiti da infar-to, broncopolmonite acuta, ictus, tumore...), o per difficoltà a camminare. Le indagini sulla qualità percepita da parte dei cittadini hanno evidenziato in sintesi:• la miglior capacità di risposta ai nuovi bi-sogni di cura dei cittadini• la maggior prossimità e accessibilità dell’in-fermiere• il migliore rapporto fiduciario che si crea tra infermiere e utente• la migliore offerta assistenziale che, oltre la dimensione tecnica della prestazione ero-gata, va verso una dimensione sociale e re-lazionale che consente una reale presa in carico della persona e della sua famiglia• il maggior coinvolgimento dei cittadini nel-le scelte che riguardano la propria salute e

A.S.S.n°5 “Bassa Friulana”LE AZIENDE SANITARIE INFORMANO:

L’infermiere di comunità compie 10 anni: un bilancio dell’esperienza

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quella della collettività.Da queste indagini è emerso, inoltre, che l’at-tività assistenziale erogata dall’Infermiere di Comunità risulta essere utile e di sostegno non solo all’assistito, ma anche alla sua fa-miglia, evidenziando in questo senso il ruolo fondamentale che tale figura può svolgere per sostenere e valorizzare anche il lavoro di cura infor-male prestato da chi assiste. Inoltre, la qualità del servizio, in ter-mini di organizza-zione, accessibili-tà, cordialità e di soddisfazione dei bisogni, è stata definita dagli as-sistiti molto buona. I risultati più signi-ficativi che riguar-dano l’attività sono:• la percentuale di anziani (con età superiore di 64 anni) residenti e assistiti dagli infer-mieri di comunità è la più alta della Regione: 15,6% ASS 5; 10,8% media Regione FVG• un significativo incremento dei volumi di at-tività sia in termini di numero persone assi-stite che hanno usufruito del servizio (utenti anno 2010 verso anno 2001: +353%), sia in termini di numero di accessi (accessi anno 2010 verso anno 2001: +219%) • un minor numero di interventi medi per utente (accessi medi/utente anno 2010 verso anno 2001: -29%), che può essere interpre-tata come il risultato di un forte investimento nel tempo, da parte dell’infermiere di comu-nità e, per contaminazione, di tutti gli attori dell’equipe assistenziale, di un maggior coin-

volgimento da parte dei pazienti stessi, dal-le famiglie e dalla comunità • una capacità di prendersi cura del mala-to in tempi più brevi rispetto al passato a fronte di una complessità clinico-assistenziale sempre maggiore • un aumento dell’efficienza motivata dalla riduzione dei tempi dedicati agli spostamenti

e dall’uso appro-priato dell’ambu-latorio infermieri-stico• un aumento si-gnificativo dell’at-tività educativa e di addestramento dei pazienti e di chi li assiste • una diminuzione significativa dei ricoveri ospeda-lieri con un tasso di ospedalizza-

zione tra i più bassi della Regione (alla data del 31.07.2011: 132,8 tasso di ospedaliz-zazione ASS5; 142,5 tasso medio di ospe-dalizzazione Regione FVG). Un ringraziamento doveroso va a tutti gli in-fermieri che, con dedizione e competenza, hanno contribuito a raggiungere i notevoli ri-sultati di cui sopra e a migliorare la qualità della vita dei cittadini delle nostre Comunità.Un grazie va rivolto anche alle amministra-zioni dei Comuni dell’ASS5 “Bassa Friulana” che, in quanto istituzioni del territorio, hanno saputo agire in modo costruttivo e collabo-rativo, consentendo l’attuazione di questo straordinario progetto innovativo al servizio della popolazione.

A cura di: Dott.ssa Marta PordenonInfermiera Referente Distretto Sanitario Est di Cervignano del Friuli

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RISULTATI DELL’INDAGINE SULLA qUALITà PERCEPITA REALIZZATA NEL PERIODO 2002- 2007

Acqua: energia fecondatrice e purificatrice che implica sempre una trasformazione, una rigene-razione o, meglio, una rinascita, tanto da assu-mere una rilevante valenza nei miti ed in quasi tutti i rituali religiosi. Per i cristiani divenne necessaria per il battesimo e per la purificazione dei fedeli prima del loro ingresso nelle basiliche e per quella dei sacer-doti durante il sacrificio.In seguito si usò benedirla con formule che la fanno divenire, a sua volta, strumento di benedi-zione dall’efficacia specifica. La proverbiale potenza dell’acqua benedetta sul demonio, tanto temuto perché ingannatore e signore dell’inferno, in opposizione a Dio, signore del cielo, era talmente radicata da considerarla un supplizio per il maligno che, solo toccandola, gli avrebbe procurato ustioni e dolori atroci. La Chiesa, come scrive la Ciceri, fissò i riti per la benedizione dell’acqua («l’acqua vera e naturale» come stabilito nel Concilio di Tren-to -1545/1563-) al solstizio d’inverno (Natale- Epifania in concomitanza della nascita-battesi-mo di Gesù), e alla Pasqua maggiore (ri-nascita - resurrezione, passaggio di Cristo dalla morte alla vera Vita). Momenti dell’anno ben precisi questi, che sot-tolineano il profondo simbolismo ed efficacia dell’acqua lustrale. L’acqua “pasquale” era usata, e tuttora si usa, soprattutto per la benedizione delle persone, quella dell’Epifania, per gli animali e le cose. E proprio il sei gennaio, appena comparivano le prime ombre della notte, ecco esplodere, qua e là, i bagliori dai pignarûi benedetti, per accre-scerne il valore propiziatorio, con l’acqua consa-crata da poche ore. L’acqua santa, quel giorno, oltre ad aspergere il falò epifanico, era data da bere agli animali domestici per prevenirne malattie o accelerarne la guarigione, sempre per intercessione di Sant’Antonio Abate che, il 17 di gennaio, era ricordato quale loro protet-tore dalla nostra società, che fino al secondo dopoguerra, era prettamente contadina. L’uso che si faceva dell’acqua santa era molte-plice e la quotidianità era pervasa da riti o da pratiche che la chiamavano in causa, comincian-do dai segni della croce, la mattina e la sera, che tutti facevano dopo aver immerso le dita tal bussul de aghe sante.Ecco l’acqua purificatrice impiegata dal plevan per benedire le case nel periodo pasquale. Poco dopo, a san Marco e all’Ascensione, segui-va la benedizione dei campi con le Rogazioni

per chiedere a Dio di concedere e conservare i frutti della terra, per perorare la sua protezione sugli abitati, allontanare da essi e dai loro abi-tanti la peste, la fame e la guerra e allontanare dai campi le calamità naturali che potevano di-struggerne frutti.Rogazioni, ancora un legame tra uomini, territo-rio e pratiche religiose.L’acqua santa che aveva “segnato” l’inizio del cammino di ogni persona, ne “segnava” anche la conclusione attraverso segni di pietas e di speranza nella Pace eterna. Un intreccio di sim-bologie ormai dimenticate. In tutte le case l’ac-qua santa e l’ulivo benedetto si conservavano con deferente sacralità in un posto privilegiato, il “mobile bene” della sala, o al sicuro nella ca-mera dei genitori perché: “…la virtût de aghe de Pifanie e passe siet mûrs”.Toccava alle donne, generalmente, “farsi ca-rico” dei problemi di salute della famiglia e degli eventuali animali posseduti, non facendo mai mancare in casa, a supporto delle “tera-pie profane”, quanto era divenuto “sacro” con la benedizione del sacerdote. Oltre all’acqua e all’olivo, si custodivano gelosamente candele ed altro, tra cui tozzi di pane o cibo non deperibile che, come già ricordato, erano considerati una panacea per tutti i mali. Formule e rituali, nella quotidianità della nostra gente, univano il sacro ed il profano, una reli-giosità popolare che, a volte, era in bilico con la magia… Certi che l’origine del male del corpo fosse quasi sempre il diavolo che vi si era rintanato, la don-na di casa, solitamente la più anziana, faceva bere tre (numero che rappresenta la Trinità) sor-sate d’acqua santa e, se necessario, bagnava le parti ammalate, sempre per tre volte, con quel liquido consacrato, che avrebbe fatto scappare il maligno da uno degli orifizi dell’infermo. Per un’ulteriore certezza che ciò avvenisse, questi atti erano accompagnati dal Patri, Filio et Spiri-tui Sancto o dal Gloria Patri, cui seguivano pre-ghiere in latino sì maccheronico, ma pur sempre imitazione di quella lingua incomprensibile e più che mai potente, perché usata in Chiesa…Paura, ingenuità, superstizione, speranza nella sacralità: una miscellanea di sentimenti ed atti, per appianare e credere in una vita meno dif-ficile…Era proprio così?A cura di: Magda Minotti

Comitato Parenti Ospiti I.G.A.

LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO INFORMANO:

La aghe sante inte tradizion /Acqua santa e tradizione

9Iniziativa realizzata con il sostegno della

L’articolo integrale è presente sul sito internet: www.infoanziani.it

Dal cassetto dei ricordi:

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L’associazione Avulss (associazione per il volontariato nei servizi socio-sanitari) di Gemona del Friuli alla presen-za di oltre 100 persone, ha festeggiato presso il Cen-tro Parrocchiale Salcons i suoi primi 20 anni di impegno al servizio di un volontariato nell’ambito socio-sanitario, volto all’aiuto nella sofferenza e nella solitudine di ogni persona in difficoltà. è un bel traguardo per i volontari dell’associazione che operano in gruppi coordinati e sot-to la guida di responsabili presso l’Ospedale S.Michele di Gemona, nelle case di riposo, nelle strutture protette e nei domicili. Infatti era il 23 gennaio 1991 quando a seguito di un corso di formazione, voluto e curato dal Monsignor Giuseppe Turchetti, promotore e nostra guida spirtuale, che un gruppo di 22 persone senza scopo di lucro, iniziò a dar vita ad una organizzazione di volon-tariato socio-sanitario operando in silenzio e con discre-zione.I primi tempi furono davvero “pionieristici” poichè fino ad allora nulla esisteva di simile, parte di quei volontari sono ancora molti attivi nell’associazione con una forte motivazione verso quei principi che l’Avulss ci aveva tra-smesso attraverso il suo fondatore don Giacomo Luziet-ti. Principi di condivisione, ascolto, accoglienza, condivisi dall’allora presidente Dottor Attilio Nardoni, che ci ha guidato fino all’agosto 1995.Dopo un primo momento di smarrimento per la repentina perdita del nostro presidente, la guida dell’associazione

fu affidata ad Adele Calderini che, con dedizione, com-petenza, spirito di sacrificio seppe far crescere tra di noi quella comunione, intesa come “dono” per perseguire quegli obiettivi che ci eravamo preposti.Obiettivi e principi che ci vedono impegnati a continuare la formazione attraverso corsi, lezioni ed approfondi-menti per essere sempre più “professionali” nelle varie richieste di aiuto.L’associazione Avulss di Gemona in questi anni ha or-ganizzato e promosso progetti e convegni aperti alla popolazione su tematiche di interesse comune, volti a diffondere lo spirito e lo scopo del volontariato, inoltre l’associazione ha promosso 4 corsi base preparando cir-ca 200 persone all’attività del volontariato.In tale occasione, Don Federico e Don Alan, hanno espres-so note di apprezzamento per la preziosa e silenziosa opera svolta da tutti i volontari che in ogni ambito dedi-cano un po’ del loro tempo alla nostra comunità.Parole di apprezzamento e di sostegno all’attività svolta dall’associazione sono giunte dal Sindaco Urbani Paolo e dal Direttore Generale dell’Ass 3 Beppino Colle.Siamo consapevoli che avremmo potuto fare di più e me-glio, noi comunque ci siamo messi in cammino sperando che il nostro sentimento di solidarietà diventi “contagio-so” anche per la generazione dei più giovani. Siamo cer-ti che il volontariato darà un contributo al cambiamento della società stimolando la comunità e le istituzioni per realizzare al meglio, insieme, il bene comune, soprattutto a tutela dei soggetti più deboli.L’incontro si è concluso con un momento conviviale augu-rando a tutti i volontari dell’Avulss di continuare ad esse-re “faro” nel mondo della sofferenza.

L’A.V.U.L.S.S. informa:L’Associazione di Gemona del Friuli:

Iniziativa realizzata con il sostegno della

Associazione di Gemona del Friuli33013 Gemona del Friuli (UD)Via Padre David Maria Turoldo 7Tel. 0432 970166 - Cell. 3408614598 e-mail: [email protected]

L’articolo integrale è presente sul sito internet: www.infoanziani.itA cura di: Diana Dapit Presidente dell’associazione Avulss di Gemona del Friuli

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Gli alimenti ricchi di fibre allungano la vita

NEWS IN BREVE:

L’alimentazione influisce sulla nostra salute, sulla qualità della vita, ed anche sulla sua durata. Secondo un recente studio chi assume molte fibre può sperare di vivere più a lungo di chi non lo fa, in media il 22% in più. La ricerca in questione ha esaminato le abitudini alimentari di un campione composto da oltre 30.000 persone, con età compresa tra i 50 e i 71 anni intervistati riguardo i loro menu-tipo. Dai risultati è emerso che gli uomini che hanno assunto una media di cir-ca 30 grammi di fibre al giorno e le

donne che ne hanno mangiati più di 25 grammi hanno una speranza di vita il 22% maggiore rispetto a coloro che ne hanno consumati tra i 10 e 12,6 grammi al giorno. Gli alimenti prediletti sono per lo più cereali integrali come grano, avena e orzo. Una dieta ricca di fibre alimentari derivate da cibi vegetali integrali può fornire svariati benefici per la salute. Le fibre hanno proprietà antinfiammatorie quindi forniscono un arma in più contro infiammazioni, malattie infettive e respiratorie. Chi mangia tre porzioni al giorno tra cereali non raffinati e pane e riso in-tegrali è protetto dall’ipertensione e, di conseguenza, vede diminuire il rischio di infarto fino al 15% e di ictus fino al 25%. Infine le fibre hanno un’importante azione detossificante nei confronti dell’intestino: asportano dal colon sostanze potenzialmente cancerogene.

GERMOGLI DI GRANO

Sconfiggere l’invecchiamento cellulare con i germogli di gra-no. La nostra vita frenetica e l’alimentazione, spesso carente di nutrienti fondamentali, sot-topongono il nostro organismo a continuo stress ossidativo.Cosa significa? Una delle prin-cipali cause di invecchiamento e di alcune patologie sono i radicali liberi. Tutte le cellule utilizzano energia in forma di ossigeno e da questa atti-vità vengono prodotte specie reattive dell’ossigeno. Questi radicali tendono a reagire con altre molecole per stabilizzar-

si, ma così facendo possono creare danni reagendo impro-priamente con lipidi, proteine o acidi nucleici. In condizioni omeostatiche i danni dei radi-cali liberi sono contrastati da antiossidanti endogeni. Questo alimento sta diventando molto popolare in quanto considera-to una sana ed economica fon-te di cibo. Assicurarsi un ade-guato apporto di vitamina E significa fortificare le proprie difese immunitarie e ridurre i danni degenerativi delle no-stre cellule.

La dislessiaL’importanza di una diagnosi corretta

Si pensa che la causa di questo disturbo risieda in alterazioni di più funzioni neuro-cognitive quali il linguaggio, i processi di memorizzazione, l’attenzio-ne e le abilità visuo-motorie. Il disturbo coinvolge la velocità e la correttezza con cui si legge, si eseguono compiti di aritmeti-ca e il conseguente apprendimento attraverso la lettura stessa. Fino ad oggi la dislessia si riteneva espressione esclusivamente di un disturbo del linguaggio. è molto importante riconoscere il disturbo che troppo spesso ancora viene confuso con pigrizia o con scarso interesse per lo studio per potere intervenire tempe-stivamente riducendo le difficoltà dei bambini dislessici, è altresì necessario non confondere la dislessia con altri problemi dello sviluppo del bambino che possono interessare aspetti psicologici, neuro-psicologici e relazionali.

Quando la scrittura diventa segnale

La grafologia, o studio della scrittura, consiste nella scienza che si oc-cupa di analizzare ogni atto grafico individuale.Il gesto dello scrivere è una profonda manife-stazione dell’unità psico-logica e fisiologica dello scrivente.Per esempio, i bambini che risultano affetti da malattie del sistema ner-voso, come la balbuzie,

ecc... frequentemente hanno una scrittura ro-vesciata, cioè inclinata all’indietro, verso il mar-gine sinistro del foglio. I malati di fegato mostra-no, generalmente, una scrittura discendente, che non mantiene il rigo immaginario di base, ma che tende a cadere verso il basso, e la loro grafia inoltre si presenta decisa, angolosa e co-

stante.Nei tossicodipendenti si rileva una grafia tremo-lante ed incerta, che è anche sintomo di altre affezioni. Gli ipertiroidei presentano una scrittura le cui principali caratte-ristiche sono una pres-sione grafica irregolare, una forma arrotondata e slegata, una velocità accelerata, una scrittura esitante.