Qui Summaga, n. 85, 2012

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Il bollettino della parrocchia di Summaga di Portogruaro chiuso in redazione il 5 maggio 2012.

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EditorialeL’anno della fede

Il ricordo di due eventi che hanno segnato il volto della chiesa contemporanea: il cinquan-tesimo anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II e il ventesimo anniversario del-la promulgazione del "Catechismo della Chiesa Cattolica" ha indotto il papa BenedettoXVI a indire "L'anno della fede". Nella Lettera apostolica "Porta fidei" dell’11 ottobre2011, infatti, il papa descrive i tempi e gli impegni per quest'anno che incomincerà l'11ottobre 2012 e terminerà il 24 novembre 2013, solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Redell'universo.Nell'intenzione del papa, quest'anno dovrà essere un'occasione propizia perché tutti i cri-stiani comprendano più profondamente che il fondamento della fede cristiana è "l'incon-tro con un avvenimento, con una Persona che da alla vita un nuovo orizzonte e con ciò ladirezione decisiva". “Anche ai nostri giorni la fede - continua il papa - è un dono da riscoprire, da coltivare,da testimoniare, perché il Signore conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezza e la gioiadell'essere cristiani".Perché il papa ha sentito la necessità di indire quest’anno della fede? Il cardinal Kasper, acui fu fatta la stessa domanda, rispose che è in atto una grave crisi della fede specialmen-te tra i giovani, benché battezzati molti non hanno nessun contatto reale con la vita dellaChiesa e con i sacramenti.Noi preti, catechisti, animatori, operatori pastorali ci imbattiamo, ogni giorno, in un anal-fabetismo religioso, in una indifferenza e in una insignificanza nella vita quotidiana ditanti giovanissimi, giovani ed adulti del fatto religioso.Che dobbiamo fare per riscoprire, coltivare e testimoniare la fede? Penso che prima di tut-to, per noi credenti, sia di convincerci che la fede non è un atto intellettuale, ma un mododi essere e di vivere nelle mani di Dio. La confessione di fede è preghiera, perché domandaa Dio di rivelare il suo mistero, come diceva il grande san Tommaso d’Aquino. L’atto difede non termina nella ripetizione verbale di formule vere, esso rimane aperto a riconosce-re la Realtà Vivente che quelle parole indicano. Per San Tommaso la Realtà Vivente è Diostesso. Dobbiamo convincerci e sperimentare che è Lui che agisce in noi e non siamo noi adoverlo “dimostrare”. Inoltre dobbiamo ricordarci sempre che il “Credo” è un condensatodella fede di tutte le generazioni di cristiani che ci hanno preceduto: nella fede non siamosoli davanti a Dio. Si è sempre in una comunione che abbraccia tutti i secoli. Questo èimportante per trovare conforto e gioia nella compagnia dei santi e di tanti testimoni checi hanno indicato il cammino verso Cristo. Dobbiamo ancora ricordarci che nella fede si è“portati” sia all’inizio che lungo il cammino della vita: non siamo noi a conservare la fede,come una proprietà acquisita, ma siamo custoditi nella fede dalla Santissima Trinità. Vi affido queste semplici riflessioni sulla fede, come introduzione a quest’anno che vivre-mo insieme, con una bellissima immagine di essa. Il dono della fede non è una spinta, unacarica iniziale che Qualcuno ci da all’inizio (al battesimo) e poi andiamo avanti da soli, enon è nemmeno un sistema di illuminazione cementata sull’asfalto per illuminare il per-corso. La fede piuttosto assomiglia ad una lanterna che portiamo in mano e si muove connoi, illuminando il breve tratto di strada che abbiamo davanti: la luce necessaria e suffi-ciente per compiere il prossimo passo.

Don Giuseppe

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to per dare una nuova letturaunitaria dei diversi cicli affre-scati di Summaga, che vannoinseriti in un ambito culturaleche interessa l’intero Nord Estdell’Italia. In più occasioni hoespresso l’opinione che i dipin-ti di Summaga potrebbero tro-vare importanti agganci conaltre realtà più o meno vicine.Qualcuno propone, ad esem-pio, dei collegamenti con gliaffreschi della chiesetta medie-vale di San Vito in centro a Tre-viso, accanto a quella di SantaLucia, di recente restaurati.

L’approfondimento

Torniamo al convegno di Vene-zia. “I risultati del restaurodegli affreschi dell’abside sini-stra dell’Abbazia di Summaga

Il restauro come atto critico:Venezia ed il suo territorio

L’ultimo restauro degli affre-schi dell’abside di sinistra del-l’Abbazia permette di capiremeglio gli affreschi dell’absidemaggiore. Lo ha affermatol’ispettore Luca Majoli in unrecente convegno, svoltosipresso l’Università Ca’ Foscaridi Venezia: “Il restauro comeatto critico: Venezia ed il suoterritorio”. Di questo restauroabbiamo parlato diffusamentenei numeri precedenti di QuiSummaga. C’è poco altro daaggiungere a livello divulgati-vo. Lo riprendiamo perché ilconfronto tra gli affreschi delledue absidi, operato in quelconvegno, costituisce un signi-ficativo passo in avanti. Unulteriore progresso dovrebbeessere dato da un studioapprofondito al massimo livel-lo delle università del Trivene-

inducono a rivedere le cono-scenze sul celebre ciclo diaffreschi dell’abside maggiore,sia per la lettura critica com-plessiva dell’opera sia per laconoscenza della sua vicendamateriale”. E’ questa l’idea guida espressada Luca Majoli. Ricordiamoche i lavori dell’ultimo restau-ro sono stati finanziati dallaSoprintendenza per i Beni Sto-rici Artistici per le province diVenezia, Belluno, Padova eTreviso, sotto la direzione del-lo stesso Majoli, mentre l’ese-cuzione è stata curata dallarestauratrice pordenoneseAnna Comoretto, tra il luglio2009 ed il febbraio 2010. Leconoscenze maturate con leoperazioni di restauro portanoad affermare che le due absidisono state affrescate dallo stes-so maestro, il Giovanni Vene-ziano (Venetianus Johannes)attestato dalla scritta sotto lafinestra centrale, e nel medesi-mo periodo di tempo, tra ilsecondo ed il terzo decenniodel Duecento. Il restauro hapermesso infatti di portare inevidenza i particolari che atte-stano la presenza della stessacalligrafia pittorica nelle dueabsidi: dall’impostazione, adesempio, di alcune mani deisoggetti dipinti fino alle deco-razioni degli sfondi. Questiparticolari hanno il valore diuna firma o di un’improntadigitale.

Le diversevicende conservative

Eppure, a prima vista, le dueabsidi sembrano un po’ diver-se. Majoli ha spiegato il perché: Abside maggiore.

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“Si tratta di un testo figurativonato unitariamente, ma che haavuto storie conservative pro-fondamente differenti”.Il ciclo di affreschi dell’absidemaggiore è stato riscoperto nel1925, venne messo in luce condiverse e lunghe campagne direstauro, affidate a diversegenerazioni di restauratori,che hanno seguito metodi ecriteri differenti, propri deltempo in cui operavano: nellaseconda metà degli anni venti(Angelo Moro), negli anni cin-quanta e sessanta (Mario Bot-ter, coadiuvato dal giovanefiglio Girolamo “Memi” ), trala fine degli anni ottanta e l’ini-zio degli anni novanta(“Memi” Botter). L’abside disinistra ha una storia bendiversa perché era isolata dalresto della chiesa: fino al gran-de restauro architettonicodegli anni 1960-65 era ricom-presa in ambiente separato dalcoro e dalla navata con tramez-

zi in muratura, frutto dellaristrutturazione settecentescavoluta dall’abate commenda-tario Carlo Rezzonico, futuropapa Clemente XIII. Gli anzia-ni ricordano che in quell’am-biente venivano conservatialcuni arredi sacri usati soltan-to per le festività solenni, leprocessioni ed i funerali. Conl’eliminazione dei tramezzi leabsidi furono ricomprese nel-l’originale disegno unitarioduecentesco e, sotto la calcebianca dell’intonaco, si inizia-rono ad intravvedere gli affre-schi del catino di sinistra.Furono, però, “dimenticati”: ilpossibile restauro si rivelavamolto impegnativo a causadella consistenza della manodi calce, difficile da rimuoverea causa della tenace carbonata-zione. Il problema dell’absidesinistra venne affrontato soloda “Memi” Botter, alla conclu-sione dei suoi interventi sul-l’abside maggiore (primi anninovanta): si cominciarono leopere di descialbatura, chefurono interrotte per ragionieconomiche e per la difficoltàdi rimuovere fino in fondo glistrati di calce particolarmenteresistenti.

Le novità

Solo la restauratrice AnnaComoretto è riuscita a rimuo-vere la calce per intero, ren-dendo interamente leggibilel’affresco. Durante il restaurosono state fatte anche appro-fondite analisi sui materialiusati negli affreschi, rilevandola presenza di lapislazzuli (unapietra molto costosa di prove-nienza orientale). Inoltre, lapreparazione di base dell’into-naco per gli affreschi è risulta-ta molto accurata, più simile aquella delle tavole dipinte odelle pergamene miniate. Que-sta situazione andrebbe verifi-cata anche sull’abside maggio-re. E’ certo che le conoscenzematurate con il restauro piùrecente inducono a mettere indiscussione una parte delleacquisizioni precedenti.

Antonio Martin

Abside di sinistra come appariva nel1965.

Abside di sinistra dopo il restauro.

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Spigolature60) Rendite abbaziali nel Cinquecento(da P. Paschini, Spigolature concordie-si, Tip. del Seminario, Vittorio Vene-to 1951, pp. 24-25)

Il prete friulano Pio Paschini è statouno dei più insigni storici dellaChiesa, alla metà del secolo scorso.Svolgeva la sua attività d’insegna-mento e di ricerca a Roma, doveaccettò l’invito di Pietro Lotti a pub-blicare qualche pagina di spigolatureconcordiesi in omaggio all’ordinazio-ne presbiterale di don Pietro Garla-to (successivamente vescovo, primadi Palestrina e poi di Tivoli). Unpaio di tali pagine sono riservatealla questione delle rendite dellacommenda abbaziale di Summaganel Cinquecento. Sulla base diriscontri archivistici vaticani,Paschini puntualizzava il dato – giànoto in termini generali agli storicilocali – della distinzione tra il titolodi abate di Summaga, conferito pri-ma a Filippo Rois o Ruiz (e poi a suofratello Alessandro), e il diritto dipercepire i frutti delle proprietàabbaziali, spettante per vari decenninel XVI secolo a Giovanni BattistaDovizi da Bibiena. Quest’ultimo, dinobile casata toscana, nel 1538 capi-tanava contro i Turchi una navepontificia quando fu catturato edimprigionato per qualche tempo.Paschini documenta che ancora nel1571 i frutti delle rendite abbazialidel Bibiena valevano «più di millescudi». Nel 1585, dopo la morte delBibiena e di Alessandro Rois, il nun-zio di Venezia comunicava che ilreddito dell’abbazia era stimato tra i1.500 ed i 2.000 ducati. Perciò laSerenissima si mosse per conferirloal vescovo di Verona e nobile vene-ziano, il card. Valier. Questi ne entròin possesso pochi mesi dopo, datoche il papa in precedenza l’avevapromessa al card. Alberto Bolognet-ti (morto però nello stesso maggiodel 1585).

61) Tracce della commenda nel Quattrocento(dal Cattastico di scritture spettantialla casa Valvasona per Fratta, in A.Battiston - V. Gobbo [a cura], Ilcastello di Fratta studi, immagini,documenti, ed. La bassa, Latisana -S.Michele al T. 1995, pp. 35-37

Dalla prima metà del Quattrocento,l’abbazia fu di fatto affidata a com-mendatari. La commenda era alloraritenuta una pratica legittima. Oggila riteniamo moralmente discutibilee deplorevole sul piano spirituale.Doveva essere riservata a personedi rilievo culturale ed ecclesiale, perassicurare loro una rendita fissa, espesso fu così; ma talora finì peraccontentare la bramosia di posses-si, privilegi e onori di personaggivanagloriosi e rapaci, che si serviva-no di questa carica per ergersi sopragli altri o semplicemente per con-durre una vita comoda. Non tutti,ma più di uno. Gli abati con il titolocommendatizio percepivano i ricaviannuali dei possessi terrieri accre-sciuti dall’abbazia nel corso deisecoli. Perciò tali abati (o i loro dele-gati) si trovano nominati spesso nel-le scritture notarili di quell’epoca.Ne compare ad esempio qualchetraccia nel regesto delle scritture deinobili Valvason di Fratta, in unvolume di storia locale pubblicatopiù di tre lustri fa, ma che conservaintatti valore ed interesse (a diffe-renza di altri libri, più recenti emaggiormente pubblicizzati, mascritti con incuria e scarso rigore).Un paio di atti registrano che tra1487 e 1489 l’abate commendatariodi Summaga, tramite i suoi agenti,si trovò temporaneamente implica-to dal dinamico Giacomo GiorgioValvason nella questione dei diritticonsuetudinari sul bosco della Boa-

da, nei pressi di Giussago, dov’eradislocato qualche terreno di perti-nenza abbaziale. La questione siprotrasse per qualche anno: unperiodo comunque molto più brevedell’istituto della commenda.

62) Reghena - reganeum - regana-tium(dal Glossarium Mediae et InfimaeLatinitatis del Du Cange)

E’ ancora poco indagato l’etimo delnostro fiume, piccolo ma familiare.C’è chi lo fa risalire al termine prela-tino reca (torrente). In documentiquattrocenteschi relativi a proprietàsituate lungo la vicina roggia Ver-siola si nomina l’esistenza di qual-che Reganatium.Quest’ultimo termine pare ricondu-cibile a reganeum, che indica laseconda fienagione, in luoghi doveuna polla d’acqua si alimenta e s’in-grossa tra fine estate e il primoautunno. Ne resta traccia nellaparola francese régain. Così dice ildizionario del Du Cange, relativo allatino medievale (e interamenteconsultabile anche on-line nel sitowww.documentacatholicaomnia.eu).Chissà che appassionati di linguisti-ca e di archivistica non ci regalinoulteriori informazioni per capiresempre più quale significato volevaattribuire a questo corso d’acqua chigli ha dato il nome.

R. S.

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"Il cuore del poeta è esilarante e sa raccogliere le voci dell’umanità e cantare:è una voce che canta per tutti"

(D.M. Turoldo)

Da ‘Ballata della speranza’

“… Anche il grano attendeanche l’albero attendeattendono anche le pietretutta la creazione attende.VIENI VIENI VIENI, Signore

vieni da qualunque parte del cieloo degli abissi della terrao dalle profondità di noi stessi(ciò non importa) ma vieni,VIENIVieni Signore Gesù,vieni nella nostra notte,questa altissima nottela lunga invincibile notte,

Allora tutto si riaccenderàalla sua luce... E una nuova città scenderà dal cielobella come una sposaper la notte d'amore ... quando appunto Egli dirà"ecco, già nuove sono fatte tutte le cose"

allora canteremoallora ameremoallora allora.

MARANATHA', VIENI SIGNORE GESU'!

David Maria Turoldo(in Il sesto angelo, Milano, 1976,pp. 4-8)

Il poeta esprime l’impazienza per la seconda venuta del Signore, quando tutta la creazione saràtrasfigurata. Troppe volte si è attratti da altri immagini, da altre prospettive: non senso, vuoto,disperazione, morte... Fra David Maria ricorda nella ballata come l'arrivo del Signore sia momen-to di riconciliazione universale e di gioiosa liberazione.

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David, pensando al Re-poetadei Salmi.Uomo di forte spiritualità, egliaffermò “è difficile dire di crede-re: credere è un’autentica rivo-luzione” e nel secolo delle incer-tezze, diventò il poeta di quellacertezza che trae consistenzadall’amore assoluto, universale,per gli uomini, Dio, la natura.Turoldo ebbe un ruolo impor-tante anche dal punto di vistapolitico e sociale. Con ErnestoBalducci, Tonino Bello, AlbinoBizzotto, Padre Dossetti, donPrimo Mazzolari, don Milani,Alex Zanotelli ecc. è stato unodegli esponenti più rappresen-tativi di un rinnovamento delcristianesimo e assieme di unnuovo umanesimo sociale. Hasempre espresso lo stare ferma-mente dentro la Chiesa ma nellostesso tempo starvi criticamen-te, opponendo fermamente ad

Padre David Maria Turoldo

Quando si parla di David MariaTuroldo aggettivi e definizioni sisprecano: ingombrante, intran-sigente, coscienza inquieta del-la Chiesa. Ma chi era ? Un fratescomodo, da molti classificatocome comunista, sempre vicinoai più bisognosi, uno che dove-va essere allontanato ed isola-to... Per Andrea Zanzotto«Turoldo era portatore diun’utopia splendente, volta acambiare il mondo».Giuseppe Turoldo nacque aCoderno di Sedegliano, inFriuli, il 22 novembre 1916 (inseminario i confratelli veneti lochiamavano affettuosamenteBepo Rosso, per via dei capelli,allora fulvi), da una famigliapovera e religiosa. A 13 annientrò nell’Ordine dei Servi diMaria e il 2 agosto 1935 emise lasua prima professione religiosa,assumendo il nome di fra’ ogni perbenismo bigotto, una

dialettica controllata da unacoscienza aliena da compromes-si. Non di rado le sue prese diposizione crearono notevoleimbarazzo e furono causa discandalo in taluni ambienti cat-tolici.Fu uno dei principali sostenitoridel progetto Nomadelfia, il vil-laggio nato per accogliere gliorfani di guerra “con la fraterni-tà come unica legge”, fondatoda don Zeno Saltini nell’ex cam-po di concentramento di Fosso-li: “ fraternità evangelica dellacittadella del sole”, come lachiamava padre Davide. Perl’appoggio dato all’opera di donZeno, allora non compresa,Turoldo venne “inviato all’este-ro”. Rientrato in Italia nel 1955,

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testimone di pace, profeta di speranzaA vent’anni dalla morte

Davide Maria Turoldo.

Casa natale a Coderno di Sedegliano.

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lavorò a Firenze accanto al notosindaco il Servo di Dio GiorgioLa Pira (1904-1977), una delletante luminose amicizie, umili egrandi di quel suo tempo. Nel 1961 fu nel convento di San-ta Maria delle Grazie, a Udine.Qui iniziò a frequentare PierPaolo Pasolini, grazie alla cuicollaborazione realizza il film,

Gli Ultimi, film che rappresentail Friuli con la sua umanitàdimenticata; un Friuli, terra iso-lata, povera e depressa che faràdella propria miseria “pasoli-nianamente” non una vergognama un valore, una fonte di forzada imporre al resto del mondo.(Interessante fu il binomio chene permise la realizzazione:quello tra due persone di diver-sa estrazione sociale e culturale,un poeta cattolico e un criticomarxista entrambi impegnati arappresentare un mondo, quellocontadino, che stava scompa-rendo, preso da esempio diquella omologazione di cui ciparla Pasolini).Poichè era sua ferma convinzio-ne che «La realizzazione dellapropria umanità è il solo scopodella vita», nel 1964 si mise allaricerca di un posto, dove racco-gliere le forze e muovere pernuove iniziative; lo trovò nel-l’antica abbazia di Sant’Egidio aFontanella di Sotto il Monte(Bergamo) il paese d’origine dipapa Giovanni XXIII, che fece

restaurare con amore e cultodella bellezza; fece dell’abbazialuogo di richiamo ecumenico edi accoglienza, per innumerevo-li persone e gruppi, centro dispiritualità denominato“Casa di Emmaus”.Come poeta e scrittore, Turoldoè un autore spigoloso, dialettico,scandaloso, che impone alla

coscienza unadura lotta chereclama unascelta di cam-po, etica senon religiosa.Fra i motiviricorrenti dellasua poesia è ils e n t i m e n t odella morte, inun tempo chefa di tutto perdimenticarla efuggirla. Lamorte perTuroldo aiutaa vivere per-ché aiuta a

misurare le cose, a ritrovare ilsenso della speranza - altro temaricorrente: (“vorrei tramandarequesto scandalo della speranza”dice, mentre è già minato dalcancro allo stomaco).Tutta la vita di Turoldo è unapro-vocazione,fino alla morteavvenuta nelConvento diSan Carlo aMilano il 6 feb-braio 1992. Iltelegiornale diquel giorno cifece ascoltare lesue ultime paro-le, furono paro-le di incitamen-to ad assistere lepersone piùbisognose, imalati, i poveri,gli oppressi ditutta la società.L’ultima parolapubblica chepronuncia è“cantare … por-

tando il Cristo fra le braccia”. Emi pare che questa sia la sintesidi tutta la sua vita di grandemistico, predicatore e poeta.

“Perché anima mia, sei così tri-ste, perché sospiri e ti abbattisu me? Nel tuo Dio e Signoreconfida!Potrò ancora cantar le sue lodi, lui, del mio volto salvezza, mioDio!”.(Padre Turoldo, dalla rielaborazionedel Salmo 43)

Opere di David Maria Turoldo

Della sua vastissima produzione poe-tica segnaliamo due raccolte di versi:Il sesto angelo (poesie scelte - prima edopo il 1968), Mondadori, Milano1976; e O sensi miei (poesie 1948-1988), Rizzoli, Milano 1990, 1993. Tra le opere di carattere religiososegnaliamo: La morte ha paura; (conBartolomei e Levi) Dialogo sulla tene-rezza; Lettere dalla casa di Emmaus; Laparabola di Giobbe, Il mio amico donMilani; Colloqui con papa Giovanni, tut-ti edite dalla casa editrice Servitium,Sotto il Monte. Il Diavolo sul pinnacolo,Cinisello Balsamo, Paoline. Tra le tra-duzioni, si distinguono I Salmi, Deho-niane, 1973. Ha pubblicato anche unlibro di narrativa: ... e poi la morte del-l’ultimo teologo, Torino, Gribau-di,1969.

Padre Turoldo con don Zeno.

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E Dio vide che era cosa buona...

"In principio Dio creò il cielo e laterra...". Così inizia il testo bibli-co con il libro della Genesi, unapagina famosissima che passa inrassegna la creazione nei primicinque giorni: la luce, il firma-mento, le acque e la terra, edancora germogli, erbe ed alberida frutto, esseri viventi per leacque, gli uccelli per il cielo e glianimali per la terra e ... "Diovide che era cosa buona!". Al vertice della creazione, ilsesto giorno, Dio crea l'uomo ela donna, e ad ogni essere uma-no, creato ad immagine di Dio, èdata la libertà, l'intelligenza e lacapacità di amare, e il compito digovernare con saggezza la sua crea-zione.Spesso però l'uomo ha interpre-tato la sua superiorità sulla crea-zione come un motivo per sfrut-

Una nuova pagina "verde" per il Qui Summaga

tare i doni ricevuti senza scru-poli, recando danno alla natura,ma in ultima analisi, a se stesso.Infatti, se l'acqua e l'aria sonoinquinate, se gli alberi vengonodistrutti, il primo a rimetterci èproprio l'uomo, e la sua cronaca,spesso drammatica dei nostrigiorni, lo ricorda a tutti.Abbiamo modificato in profon-dità gli ecosistemi del nostropianeta. La produzione, il con-sumo e lo sviluppo straordina-rio della tecnologia hanno datouna svolta vantaggiosa allanostra vita, ma al contempo cihanno fatto trascurare la casache ci accoglie. Troppo impe-gnati a guardare i "nostri" biso-gni, siamo stati poco attenti aibisogni della terra sulla qualeviviamo... insomma, a volte sia-mo ospiti scomodi!

Dobbiamo imparare a vivere insintonia ed in pace con il Creato-re e con il creato, godere dellecreature senza rovinarle, instau-rare un rapporto di rispetto conle piante, gli animali, l'ambiente,coniugare lo sviluppo ed il pro-gresso anche con la responsabi-lità nei confronti della vita inogni sua forma.A partire da questo numero diQui Summaga, vogliamo perciòdedicare uno spazio dedicatoall'ambiente, per riflettere sulnostro territorio e per dareanche alcuni suggerimenti chepossono orientare i nostri com-portamenti in senso "ecologi-sta". Cominciando, nel prossimonumero, dalla nostra Summaga,e dalle nostre scelte.

MG

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Dal Brasile...a Summaga

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Non c’è tesoro più grande chevivere le belle sorprese che lavita ci regala. E di queste bellesorprese ne ho avute parecchiein breve spazio di tempo, nelcorso di due viaggi indimentica-bili in Italia. Nell’ottobre del2010, mi sono recata a Concor-dia per conoscere i luoghi in cuinacquero e vissero il mio nonnopaterno, i miei zii e mio padre.Grazie alle ricerche di UgoPerissinotto ho avuto il privile-gio di incontrare i parenti lonta-ni e riscattare la storia della mia

famiglia. Ritornando in Italianell’aprile 2011, Ugo mi ha fattoun’altra bella sorpresa, portan-domi a fare un giro che non miaspettavo. In un bel pomeriggiodi primavera abbiamo raggiun-to Summaga. Che bella! Ci sia-mo diretti in centro paese perconoscere la chiesa abbaziale diSanta Maria Maggiore. Lì, nel novembre del 1847,come risulta dai registri parroc-chiali, si erano sposati i mieiantenati Angelo Zulian, nato aConcordia il 26 luglio 1823 e

Teresa Angela Drigo, nata aSummaga il 23 maggio 1827.Siamo rimasti un po’ sul sagra-to, fotografando il luogo e con-versando sull’emozione diconoscere la chiesa dove si era-no sposati i trisavoli. Poco dopoè apparso don Giuseppe che ciha permesso di visitare la chiesae mi ha donato un libro: che gio-ia poter scorgere tanta bellezza,tanti affreschi meravigliosi! Ilparroco deve aver notato la miaespressione di felicità e di fede,dato che mi ha visto accendere

Presentando il Rapporto della Fondazione Migrantes nello scorso numero del bol-lettino, ci siamo lasciati con l'augurio di ospitare contributi di nostri emigranti inItalia e nel mondo. Con nostra grande sorpresa e gioia abbiamo avuto una prontarisposta dal Brasile. Ci scrive Mariangela, che con entusiasmo ci racconta di lei,della sua famiglia e della città in cui vive.

Da Americana (Brasile) a Summaga, accumulando il mio tesoro Di Mariângela Zulian

Una finestra

sul mondo

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una candela a Sant’Antonio.Sant’Antonio è anche il patronodella città di Americana, doveabito, e famoso in Brasile peressere il santo casamenteiro,protettore dei matrimoni. Miamadre gli fu sempre devota ericordo che spesso, com’è costu-me qui in Brasile, quando per-deva qualche cosa gli tirava viadalle braccia il Bambin Gesù,restituendoglielo solo quandoritrovava ciò che aveva perduto!Colgo l’occasione per ringrazia-re molto la gentilezza del parro-co don Giuseppe Liut e SantoAntonio per avermi aiutato adottenere un così bel regalo inquel momento. Il tempo a disposizione per visi-tare Summaga è stato poco, madavvero ricco di emozione. Ugomi ha scritto, riguardo alle tantescoperte sui miei antenati «Sonocose successe un secolo fa...comunque se i loro effetti anco-ra si fanno sentire sulle nostrevite una ragione ci sarà...». Esicuramente delle ragioni cisono, anche se oggi non le cono-sciamo. Ragioni che hanno affi-dato a me il privilegio di poterriscattare la storia della famiglia,che in Brasile cominciò nel 1913,quando mio nonno GiovanniZulian, sua moglie CarolinaPasian e i loro quattro figli (tracui mio padre Giovanni, di solicinque anni), lasciarono Concor-dia prendendo a Fossalta il tre-no per Trieste. Da lì si imbarca-rono per il porto di Santos, quin-di giunsero a San Paolo. Inizia-rono la nuova vita lavorandoalla coltivazione del caffè nellafazenda Santa Stella a Presiden-te Alves, una cittadina situatanello Stato di San Paolo e qui, interra brasiliana, formarono leloro famiglie.

Americana, la città dove abitodal 1970, è una delle città brasi-liane che deve molto agli italia-ni. Attualmente conta circa 205mila abitanti ed è caratterizzatada una grande diversificazioneindustriale nell’area tessile,metallurgica, delle confezioni,dei servizi, possedendo, inoltre,un settore commerciale abba-stanza grande e forte. La città fu fondata dai sudistiamericani, che arrivarono quinel 1866 dopo la Guerra diSecessione e si dedicarono allacoltivazione del cotone e delleangurie del tipo Georgia Rattle-

snake, di forma allungata.Comandati dal colonnello Nor-ris, ex combattente della guerracivile ed ex senatore dell’Alaba-ma, gli americani diedero vita alnucleo agricolo di Santa Barbarad’Oeste, che attrasse immigratidi diverse regioni, formandol’abitato di Villa dos America-nos, da cui "Americana". Furonoloro che costruirono la primafabbrica di tessuti di cotone, laFábrica de Tecidos Carioba, cheebbe un ruolo fondamentalenello sviluppo della città. Dopogli americani la città accolsemolti immigrati tedeschi, che

Una veduta di Americana nel 1906.

La Igreja Matriz Nova di Sant’Antonio (1950-1977) in stile neoclassico.

Americana. Un po’ di storia

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grazie alla loro manodoperaspecializzata e all’iniziativa del-la famiglia Müller portaronoavanti l’industrializzazione delsettore tessile con la creazionedella Vila Operária Carioba neiprimi decenni del Novecento.Gli italiani arrivarono ad Ameri-cana nel 1887 e si dedicaronoalla coltivazione del caffè. Furo-no i benvenuti per la loro espe-rienza in campo agricolo, in unPaese che all’epoca, dopo l’abo-lizione della schiavitù, necessi-tava di manodopera nel settore.Vissero un periodo molto diffici-le, sfruttati dai grandi fazendeirosdel caffè e del cotone, ma supe-rarono le difficoltà con coraggio,diventando in seguito industria-li e commercianti. I cognomi ita-liani qui sono molti: Zanetti,Rossi, Beretta, Padovese, Zocca,Luchesi, Santarosa, Sacilotto,Rozalem, Bertini... e tra gli altri,noi, gli Zulian. L’influsso di tanti immigratiportò in città anche una diffe-renziazione religiosa. Gli emi-granti riuscirono ad affrontare ledifficoltà pregando e votandosiai propri santi. Mentre gli italia-ni costruivano chiese cattoliche,gli americani costruivano chiesepresbiteriane e il Cemitério doCampo, un cimitero in apertacampagna, tra le fazendas, per-ché i protestanti praticavano ilbattesimo in età adulta e all’epo-ca - caratterizzata, tra le altrecose, da un'elevata mortalitàinfantile - era proibito seppellirepersone non battezzate nei cimi-teri. Attualmente la città possie-de una grande varietà di chieseprotestanti, evangeliche e catto-liche con una convivenza pacifi-ca tra di loro. La prima chiesacattolica fu costruita nel 1896,dedicata a Sant’Antonio daPadova. Ai giorni nostri è statarestaurata ed è bellissima! San-t’Antonio, patrono della città,viene commemorato il 13 giu-gno con grandi feste nellacomunità cattolica. Anche lanuova grande Igreja Matriz (la

chiesa principale) è dedicata alsanto ed è uno dei punti turisti-ci della città per la bellezza dellasua architettura neoclassica e idipinti all'interno. Negli anni Settanta, con l’arrivodelle multinazionali, si verificòun grande sviluppo industrialee ciò portò una grande mesco-lanza di culture e di costumi,dato che arrivarono qui famiglieda diverse aree del Brasile con lasperanza di trarre beneficio dalprogresso della città e dellaregione.Americana è una bella città, cir-condata dai fiumi Piracicaba eJaguari, possiede un complessonaturalistico formato dal ParqueEcológico Municipal, dal JardimBotânico e Horto Municipal chesi estende su un’area di 210 milametri quadrati, con uno zoo eun centro studi e ricerche sullaconservazione della flora regio-nale e l’educazione ambientale.Abbiamo varie facoltà universi-tarie, scuole primarie, seconda-rie e tecniche che offrono moltepossibilità di formazione educa-tiva e professionale a tutta lapopolazione della regione. Con tanti studenti presenti incittà, c’è una vita notturna mol-to movimentata nei bar, risto-ranti, sale e teatri. La cucina italiana è una delle

preferite, se non quella che vaper la maggiore, dopo il churra-sco e la feijoada, naturalmente!Abbiamo molte pizzerie e casasde massas, ristoranti dove sipossono mangiare piatti tipicidella cucina italiana. Ma dopo imiei viaggi mi sono resa contoche quello che mangiamo qui èdiverso dalla vera cucina italia-na. Il modo di cucinare la pastae di preparare il sugo qui in Bra-sile ha subito degli adattamenti,ma anche così restano sempremolto saporiti, grazie a quel piz-zico di creatività brasiliana chenon guasta mai. Una curiosità aproposito del cibo: mi sonoparecchio sbigottita quandosono entrata nella prima pizze-ria italiana a Portogruaro. Dopoaver scelto il tipo di pizza cihanno portato una pizza ciascu-no! Immaginatevi, non sono riu-scita a finirne nemmeno lametà...! Qui in Brasile ordiniamouna pizza per mangiare in tre oquattro persone. Normalmentetagliamo la pizza in otto pezzi ene mangiamo due ciascuno, giàè tanto. Così come non mangia-mo “il primo” e “il secondo”. Disolito mangiamo la pasta nellostesso piatto della carne. Adessoho capito perché mio padremangiava sempre l’insalatadopo il piatto principale! In Bra-

La vecchia Igreja Matriz di Sant’Antonio.

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sile si serve prima l’insalata epoi il piatto tradizionale di risocon fagioli, legumi e carne, o lapasta. Nonostante la grande influenzaeuropea, Americana è, cometante città brasiliane, una cittàsenza molta tradizione storica.Abbiamo in Brasile centri storicinel sud del Paese, dove ci sonole colonie italiane e tedesche, aBahia e Minas Gerais, ma nonabbiamo una cultura storica cheeduchi e sensibilizzi la popola-zione, a differenza di quanto hovisto fare in Italia.In ogni caso, nonostante le diffe-renze di costumi e di educazio-ne, sono convinta che la mesco-lanza di popoli ci abbia dato unagrande virtù: siamo molto ricet-tivi verso il diverso e il pregiudi-zio legato alle differenze razzia-li e religiose non esiste. Ringrazio per lo spazio conces-somi in questa rivista e invitotutti i lettori a conoscere Ameri-cana! Le porte della città sonoaperte e, davvero, “siamo tuttibuona gente!”. Sant’Antonio è qui per accoglie-re tutti i visitatori.

Uno scorcio del parco ecologico cittadino.

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La vita della comunità

In data 13.12.2011 haavuto luogo la primariunione con la qualesi è insediato il nuovoConsiglio PastoraleParrocchiale cherimarrà in carica finoal dicembre 2016.I nominativi dellepersone, elette dallacomunità, che locompongono sono:don Giuseppe Liut,mons. UmbertoFabris, RiccardoAlessandrini, Delfi-no Appolonio, Mari-lena Banini, Fiorella Bella-mio, Matteo Brun, Idilio Buo-so, Maria Diletta Carneletto,Luciana Frigo, Nives Gobba-to, Marilisa Gorda, TizianaMartin, Graziella Marzin,Ivana Miglioranza, FrancescaMilan, Elena Mio, RobertoPastorini, Sonia Pierasco,Valeria Segatto. In data 13.01.2012 si è nuova-mente riunito ed ha avutocome argomento preponde-rante l'imminenza della visitadel vescovo della nostra UnitàPastorale.Particolarmente significativa èstata la riunione svoltasi il28.02 nella quale i componentiil CPP sono stati chiamati aprendere decisioni importantiriguardo il nostro bollettinoparrocchiale.Il parroco ha iniziato la sedutadichiarando come il "Qui Sum-maga", voluto e ideato damons. Umberto Fabris 40 annifa, sia stato ed sia tuttora stru-mento di aggregazione e dicondivisione; ha affermatocome esso abbia contribuito a

costruire la cultura locale conarticoli di carattere storico,artistico, sociale ed etico, abbiapromosso i valori in cui ci rico-nosciamo e, fatto non menoimportante, rappresenti anco-ra per gli emigranti mezzo persentirsi partecipi del nostrotessuto sociale. Don Giuseppeha informato però che neglianni il costo della pubblicazio-ne è notevolmente aumentatoe che negli ultimi due le offertenon sono riuscite a coprire lespese (bilancio negativo); haproposto così un'attenta rifles-sione sui dati e preventivi pre-sentati. E' stato ribadito a più voci l'im-portanza della pubblicazione,di come negli anni il "QuiSummaga" si sia arricchito dispunti ed argomenti nuovi e cisi è interrogati su quale tipo diperdita, anche sentimentale, siavrebbe con la chiusura dellostesso. Si è riflettuto inoltre su alcunedefezioni di persone che vivo-no a Summaga, ma che pro-vengono da altre località, di

persone poco interes-sate a riceverlo, cer-cando di capire lacausa, rispettandonela scelta.Alla fine i membri delCPP all'unanimitàhanno convenuto nelcontinuare con ledue uscite semestralidi non oltre sessantapagine, confidandoche questa decisione,unita a qualche altraaccortezza in sede dip r o g e t t a z i o n e ,dovrebbe far dimi-

nuire le spese di stampa e dispedizione. Il CPP ha avvalorato poi larichiesta di chi oggi si occupadel bollettino, di formare unaredazione per una offertaancora più convincente chesoddisfi i lettori diversi peretà, conoscenze, passioni e si èimpegnato a pubblicizzare larichiesta di collaborazione, aindividuare possibili nomina-tivi, auspicando che si faccianoavanti quanti, nelle disponibi-lità e competenze più diverse,ritengono di poter contribuirea garantire la continuità delbollettino. In data 7 maggio il CPP hariflettuto sulle indicazioni dimons. Vescovo Giuseppe Pel-legrini riguardo all'organizza-zione e attività pastorali futuree prende l'impegno di recepir-le con spirito comunitario.

Don Giuseppe LiutIl Segretario: Fiorella Bellamio

Nuovo consiglio pastorale parrocchiale

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Prima confessione

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Domenica 25 marzo i bambini della terza ele-mentare si sono accostati per la prima volta alsacramento della confessione.Nelle lezioni di catechismo precedenti la festadel Perdono hanno capito l'importanza di que-sto sacramento imparando e commentando i 10comandamenti.Il messaggio che ora ogni bambino porta dentrodi sé è che Dio è buono, ama tutti noi ed èdisponibile a perdonare ogni nostra mancanzaverso Lui ed il prossimo.

I ragazzi durante il rito erano molto emoziona-ti ma tutto si è svolto alla perfezione, tanto chedon Giuseppe si è complimentato con loro, datoche nelle prove ci sono stati momenti di confu-sione.La conclusione della celebrazione è stata unmomento di grande gioia per bambini e genito-ri proseguita poi al rinfresco preparato conamore dalle mamme.

Le catechiste Caterina e Stefania

Emma BandiziolGiorgia BandiziolMatteo BarbuioMichele BergamoDavide BonfadaEleonora CarrerFilippo Dal MoroAlessandro GjergjiElena GozMatteo GrandoAlessia ParroAlessandro Federico ScanuSofia Zanet

25 marzo 2012

Giorgia, Matteo, Michele,Davide, Eleonora, Filippo,Alessandro, Elena, Matteo,Alessandro Federico, Alessia,Emma e Sofia.

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Cresima

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Il rito essenziale della Confermazione è l'unzione con ilsacro crisma (olio misto con balsamo, consacrato dalVescovo), che si fa con l'imposizione della mano da par-te del ministro che pronunzia le parole sacramentaliproprie del rito. Tale unzione viene fatta sulla fronte del battezzato conle parole: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo cheti è dato in dono».L'effetto della Confermazione è la speciale effusione delloSpirito Santo, come quella della Pentecoste. Tale effusio-ne imprime nell'anima un carattere indelebile e apportauna crescita della grazia battesimale: radica più profon-damente nella filiazione divina; unisce più saldamente aCristo e alla sua Chiesa; rinvigorisce nell'anima i donidello Spirito Santo; dona una speciale forza per testimo-niare la fede cristiana.

Giulia AlessandriniCarmen BarroEliana BattistonAndrea BrunettiGiulia ChiarottoRiccardo ChiarottoAlessandra CremascoGiovanna De FranceschiDario FagottoAlex GerolinDavide GoiAlberto IppolitoGiada PravatoSofia SamassaMassimiliano SegatoSjria TerrezzaAnnalisa TrevisiolGiulia Zucchet

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Aia

JacopoGiulia

Anna Margherita

Piccoli artistidella Scuola Materna

Marta Giovanni

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I comandamenti dei bambini

1 Ogni mattina salutare il nuovo giorno e le persone che incontriamo.

2 Ringraziare chi ci presta attenzione.

3 Parlare meno e ascoltare di più.

4 Rispettare gli altri anche quando noncondividiamo il loro modo di faree pensare.

5 Perdonare chi ci ha offeso.

6 Donare con generosità a chi ne ha bisogno.

7 Regalare un sorriso e una parolaai nonni, alle persone sole, agli ammalati.

8 Impegnarsi nello studio e nei compiti quotidiani.

9 Fermarsi ad ammirare un fiore, a carezzare un animale...

10 Ogni sera elevare un cantoalla vita per tutte le occasioni avute di creare un mondo migliore.

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Festa della PaceCome ogni avventura che sirispetti, anche la storia che vivoglio raccontare inizia con..."C'era una volta", in una casa dimontagna presso Tramonti, ungruppo di giovani educatori cheaveva deciso di ritagliarsi unweek-end di inizio dicembre perprepararsi al Natale, lasciando acasa le distrazioni e i pensieri ditutti i giorni. Tra una risata e un momento diriflessione si discuteva di comeandava l'anno di Azione Cattoli-ca nelle varie parrocchie, deiproblemi coi ragazzi e... dellaFesta della Pace!Ebbene sì, era ora di iniziare apensare chi avrebbe ospitato

quest'anno l'abituale Festa. Sil-va, educatrice di Pradipozzo, midisse sorridendo: <Hei Summa-ga, tocca a voi quest'anno!>. Iola guardai un pò spaesata e trame e me pensai: <Già siamo inquattro gatti a fare da animatri-ci, se ci mettiamo pure a orga-nizzare una festa non arriviamoa fine anno!>. La proposta però era interessan-te e un pò per questo, un pò pernecessità, dopo aver discussocon le altre educatrici, decidem-mo, pur con qualche perplessità,di dare il via a questa Festa del-la Pace nella nostra parrocchia.A fine dicembre, davanti a unabuona pizza, stabilimmo l'idea

di fondo (una sorta di guida conle finalità e gli obiettivi da rea-lizzare), come sempre ispiran-doci alle parole pronunciate dalSanto Padre durante la celebra-zione della Giornata Mondialedella Pace, che avviene il 1 gen-naio.L'augurio di Benedetto XVI perquesto nuovo anno riguardal'educazione dei giovani allaPace tramite la giustizia e lalegalità, intese come rispetto deidiritti universali e come unichevie per la costruzione di unfuturo ricco di speranza, fede epace.Parlare ai giovani di legalità egiustizia non è però così sempli-

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ce, così abbiamo preparato iragazzi delle parrocchie coin-volte (Annone, Concordia-Por-togruaro, Pradipozzo, San Sti-no,Villanova) con giochi emomenti di riflessione sull'im-portanza della giustizia e sulleconseguenze concrete dell'in-frangere le leggi.La data prevista per la Festa erail 26 febbraio... sembrava cosìlontano!

Man mano che la programma-zione della festa procedeva tra ilrecupero del materiale necessa-rio per i giochi e i regali finali, lastesura della scenetta e tutto ilresto, il tempo trascorreva velo-ce e in men che non si dica arri-vò la fatidica domenica.Le nuvole sopra di noi si faceva-no sempre più vicine e minac-ciose e, per un momento, ci fece-ro temere il peggio... incuranti

di tutto iniziammo con canti eballi che scacciarono il bruttotempo!L'inizio dei giochi fu precedutoda una scenetta recitata da noieducatori, con lo scopo di spie-gare ai ragazzi il tema e l'am-bientazione della giornata.Una volta divisi in squadreognuno seguì il proprio capo-gruppo nei vari stand. La mattinata si concluse con lapartecipazione alla Messa nellanostra Abbazia... vedere tuttiquei ragazzi in Chiesa personal-mente mi ha riempito il cuore!Dopo il pranzo, preparato daicuochi del Viviamo Summaga eservito dalle ragazze dell'ACG,abbiamo ripreso i giochi divisi asquadre.La giornata si è conclusa poi conla scenetta finale e... una bellamerenda!Pian piano i ragazzi sono torna-ti nelle rispettive parrocchie enoi educatori, sistemando l'ora-torio, abbiamo ripensato soddi-sfatti alla giornata trascorsainsieme e a quanto siano prezio-se queste occasioni in cui abbia-mo la possibilità di conoscere, digiocare, di interagire con perso-ne geograficamente vicine a noima spesso lontane.Ho visto i miei ragazzi contentidi quest'esperienza e i loro sorri-si ripagano tutta la stanchezza ela fatica che ci sono nel prepara-re incontri simili.Mi piace pensare che anche unabambina, ormai ragazza, moltolontana da noi - vive in India-sorride grazie al contributo chedurante la Festa della Pace rac-cogliamo per lei, per garantirleun futuro più sereno. Il suonome è Aysha e l'ACR dellaZona Bassa porta avanti que-st'adozione a distanza da anni.Aysha significa "vita, prosperi-tà", che è proprio quello che ciauguriamo di regalare a questaragazza con il nostro piccolosegno, dando anche un esempioconcreto di impegno ai nostriragazzi.

Eleonora

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CaritasAnche quest'anno la Caritas parrocchiale tramite ilcompaesano Roberto Cremasco ha fatto pervenireper la festa di san Nicola e per il santo Natale deipacchi dono all'ospedale infantile di Lubiana.Il direttore generale dell'univerzitetni klinicni cen-ter Ljiuljana ringrazia.

Carissimi!Ringraziamo molto i responsabili del Centro clinicoin Ljubljana per i doni di San Nicolò offerti ai bam-bini malati. Bambini e genitori sono stati molto feli-ci.Auguriamo voi e anche vostri più vicini buone festenatalizie. E felice anno nuovo.Cordiali saluti!

Mag. Simon VrhunecGeneralni direktor UKC Ljubljana

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Qualche tempo fa ho avuto laimmensa gioia di comunicarViche il sogno era diventato realtà:la falegnameria.Ora voglio condividere con Voiun’altra gioia, che in tanti abbia-mo goduto, i frutti di questosogno.I miei ragazzi di strada, accom-pagnati da un giovane maestro,hanno realizzato alcune opereche fanno loro onore. Dopo la falegnameria sognavo

Missione compiuta

di costruire una Chiesa, peroffrire ai miei cristiani un luogod’incontro e soprattutto di pre-ghiera semplice e accogliente. Il22 di gennaio dell’anno in corsocon una solenne celebrazione acui ha presenziato il Vescovotitolare monsignore EugenioOrelliano, si è benedetta la Chie-sa, la casa parrocchiale e tre auleche serviamo per le moltepliciattività: riunione dei vari gruppie soprattutto per la catechesi ai

ragazzi, giovani e adulti. I ragaz-zi della falegnameria hannocostruito porte, banchi, sedie(un centinaio) mobili della casaparrocchiale ed altre cose. Tuttoquesto si è potuto realizzareanche per la generosità inizialeche tutti Voi avete dimostrato edato.Grazie infinite e che il Signorebenedica anche le Vostre opere.

P. Marcello Tronchin

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Medjugorje

Ogni mese in abbazia si effettua un incontro di preghiera secondo il metodo di Medjugorje

Il 4 luglio prossimo un gruppodi pellegrini delle parrocchie diPradipozzo e Summaga si diri-gerà verso Medjugorie.Leggendo il programma, rivi-viamo il percorso e le profondeemozioni vissute l’anno scorso. Una qualche idea, vista la riso-nanza mediatica data al luogodove dal 1981 la Beata Verginecontinua ad apparire ai veg-genti, anche chi non c’era maistato, già l’aveva.I dubbi in alcuni però persiste-vano: ”Sarà tutto vero? Che siafrutto di suggestione collettiva?Mai sentito dire che la Madon-na continui a presentarsicostantemente puntuale percosì lungo tempo. D’altra parteneppure la chiesa si è ufficial-mente dichiarata in merito”.Certo è, che per molti, soprat-tutto per chi già aveva affronta-

to quel percorso, leapparizioni erano unaverità assoluta ed indi-scutibile.Per tutti, comunque,sono stati cinque giornivissuti intensamente,di riflessione e preghie-ra.L’escursione al monteKrizevac, la Via Cruciscon l’abbraccio allaCroce dove ognuno dinoi ha depositato il far-dello di dolore, delu-sioni e preoccupazioni.La salita al monte Pod-brdo, luogo delle primeapparizioni di Maria,dove ai piedi della sua immagi-ne abbiamo pregato chiedendoaiuto e protezioni per tutti e lapace per il mondo intero. La visita al “Cenacolo”, volutoda suor Elvira come rifugio eaiuto a giovani ragazzi. L’in-contro con la comunità “Casasollievo Jaweh”, fondata daalcuni giovani padovani decisiad abbandonare tutto per aiuta-re i poveri.

Incontri che ci hanno commos-so ed allo stesso tempo donatogioia e prospettive di un futuromigliore di pace e bontà.

“L’albero buono si riconoscedai suoi frutti” Il fatto di conti-nuare a ritrovarci, in pace eserenità a pregare per le nostrefamiglie e per il mondo intero,è già un segno di grazia; l’avervisto persone afflitte e dispera-

te riprendere lavita con una nuo-va luce sul voltoed uno statod’animo più fortee coraggioso è giàdi per sè un mira-colo che ci fa dire“Ma allora è tuttovero”.

G.M.N.

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Pellegrinaggio Pradipozzo - Summaga

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Messaggio2 Aprile 2012

“Cari figli, comeRegina della pacedesidero dare avoi, miei figli, lapace, la vera paceche viene attraver-so il Cuore del mioFiglio Divino.Come Madre pre-go che nei vostricuori regni lasapienza, l’umiltàe la bontà, cheregni la pace, cheregni mio Figlio. Quando mioFiglio sarà il Sovrano nei vostricuori, potrete aiutare gli altri a

conoscerlo.Quando la pacedel cielo vi con-quisterà, coloroche la cercano inposti sbagliati ecosì danno doloreal mio Cuorematerno la rico-nosceranno. Figlimiei, grande saràla mia gioia quan-do vedrò che acco-gliete le mie paro-le e che desiderateseguirmi. Non abbiate pau-ra, non siete soli.

Datemi le vostre mani ed io vi gui-derò. Non dimenticate i vostripastori. Pregate che nei pensieri

Messaggio2 Maggio 2012

“Cari figli, con amore materno iovi prego: datemi le vostre mani,permettete che io vi guidi. Io, comeMadre, desidero salvarvi dall’in-quietudine, dalla disperazione edall’esilio eterno. Mio Figlio, conla sua morte in croce, ha mostratoquanto vi ama, ha sacrificato sestesso per voi e per i vostri peccati.Non rifiutate il suo sacrificio e nonrinnovate le sue sofferenze con ivostri peccati. Non chiudete a voistessi la porta del Paradiso. Figlimiei, non perdete tempo. Niente èpiù importante dell’unità in mioFiglio. Io vi aiuterò, perché ilPadre Celeste mi manda affinché

insieme possiamo mostrare la viadella grazia e della salvezza a tutticoloro che non Lo conoscono. Nonsiate duri di cuore. Confidate in meed adorate mio Figlio. Figli miei,non potete andare avanti senzapastori. Che ogni giorno siano nel-le vostre preghiere. Vi ringrazio”.

Messaggio25 Aprile 2012

“Cari figli! Anche oggi vi invitoalla preghiera e ad aprire il vostrocuore verso Dio, figlioli, come unfiore verso il calore del sole. Io sonocon voi e intercedo per tutti voi.Grazie per aver risposto alla miachiamata“.

siano sempre con mio Figlio, che liha chiamati affinché lo testimoni-no. Vi ringrazio”.

Citazione del giorno da unmessaggio di Medjugorje(8 maggio 2012 )

“Figlioli, vivete in un tempo nelquale Dio vi dona grandi gra-zie, ma voi non sapete utilizzar-le. Vi preoccupate di tutto ilresto, e dell’anima e della vitaspirituale il minimo. Svegliate-vi dal sonno stanco della vostraanima e dite a Dio con tutta laforza Si. Decidetevi per la con-versione e la santità. Sono convoi, figlioli, e vi invito alla per-fezione della vostra anima e ditutto quello che fate.”

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Congratulazioni

Ci congratuliamo vivamentecon Paolo Barbuio per il premioEuropean Reportage SilverCamera 2011, ottenuto recente-mente alla FEP - European Pro-fessional Photographer of theYear Awards 2011, prestigiosacompetizione riservata ai foto-grafi "di mestiere"europei, manon solo.Oltre duemila sono state le ope-re che hanno concorso a questaedizione. La giuria internazionale ha sele-zionato le immagini valutando:impatto visivo, composizione,originalità, abilità tecnica, creati-vità, capacità di comunicare ilmessaggio e di suscitare emo-zioni. Paolo è stato premiato nellasezione reportage, con l'opera:Remenber Beslan.

Paolo BarbuioEuropean Reportage Silver Camera 2011 - Bruxelles

La scuola di Beslan, Ossezia delNord, era stata sequestrata il 1settembre 2004 da 32 ribelli fondamentalisti islamici e sepa-ratisti ceceni. Tre gioni dopo perliberare gli ostaggi, fecero irru-zione le forze speciali russe; nel-l'azione morirono 386 persone,fra queste 186 bambini, ed inol-tre 700 feriti.Il reportage vuole documentarele tensioni non ancora risolte inuna terra divisa da odio razzialee politico, cercando di esseretestimone discreto di una quoti-dianità non più da prima pagi-na, dove gli interessi reali ven-gono decisi molto distante daquesto posto ed è sia con fotoche con interviste che vuole rac-contare l'uomo qualunque;quindi ciò che resta a distanza dianni nelle vittime e nei lorofamiliari, quali siano le lorocicatrici sia fisiche che psichiche,

quale sia stata la soglia di sop-portazione durante il sequestro:le parole, le violenze, che cosa èora per loro quella scuola, se èstata data loro una verità, checosa è che rappresenta quelcimitero fatto solo per loro.La sequenza fotografica inizianella associazione Madri di Ble-san e poi in senso cronologicoseguendo le varie funzioni reli-giose e via via nei luoghi dellastrage, nelle famiglie dove chimagari con gravi mutilazionicerca di tornare alla vita e si ritie-ne fortunato, ed infine doveriposano questi piccoli angeli;cercando con le foto di rappre-sentare le reazioni alle domande,gli stati d'animo e questo vuotoassoluto che rimane e che non siriesce a lenire in alcun modo.Nella palestra sono stati lasciatidei peluche dai genitori per col-mare il senso di abbandono che

Foto premiata con l’oro European Reportage Silver Camera 2011 - Bruxelles.

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quei bimbi hanno provato, dellebottiglie d'acqua perché nonveniva loro permesso di bere. Larabbia del perché noi, perchènon ci rispondono, perché nonci aiutano. Ed infine il cimitero con unascultura che diventa la casa diquesti angeli che comunica pie-tà e dolore e al contempo dan-done un aspetto surreale e dovei congiunti si intrattengono nonsolo in sacro silenzio, ma anchea mangiare in compagnia deiloro angeli. Questo lavoro nonda risposte, ma solleva doman-de... e immagini di riflessione.Ma chi è Paolo Barbuio? Moltidi noi lo conoscono nelle vesti diattore nel "La compagnia delledindie", ultimamente nel ruolodi Ulisse che resiste alle lusin-ghe delle sirene e di Eros, diodell'amore. Nato a Summaga il20 agosto del 1963, a otto anni siè trasferito con la famiglia a Por-togruaro dove è rimasto fino al1994, anno in cui è ritornato invia Noiare al n° 78 dove vivecon la moglie Monica e il figlioMatteo di otto anni. La sua pas-

sione per la fotografia è frutto diuna macchina fotografica rega-latagli in occasione del comple-anno; l'iniziale curiosità si è tra-formata ben presto in profondointeresse nel raccontare attra-verso l'immagine. Ha compiuto i suoi studi a Mila-no dove ha acquisito un altolivello di specializzazione; oggiè uno dei pochi fotografi italianiad aver ottenuto il QEP (Quali-fied European Photografer).Fotografo professionista, lavo-ra per clienti internazionali nelmondo del disegn e della modamade in Italy. Nei suoi "scatti" rivela una spic-cata sensibilità e un grandetalento artistico; coglie "aspettilirici" del presente, manifestauna forte empatia con i soggettiritratti e attraverso l'obiettivocattura pensieri, emozioni e sen-timenti: immagini che racconta-no storie...

L.M.

Che cos'è la FEP

La Federazione Europea deiFotografi Professionisti è unarete di 24 associazioni nazionalidi fotografi professionisti appar-tenenti a 21 Paesi europei e rap-presenta circa 50.000 fotografi.www.europeanphotographers.eu

Premi e riconoscimenti

2012 Silver Awards Nikon Contest Storie Fiof

Fiof Fondo Internazionale Orvieto Fotografia

2011Fep European Professional

Photografer of the Year Winner Fep European Reportage

Silver Camera

2011Fep Federation European Professional Photografer

2011 Fep Gold Award ReportageFep Federation European Professional Photografer

2011Fep Silver Awards Reportage

2011Silver Awards Reportage Fiof

Fiof Fondo Internazionale Orvieto Fotografia

2011Bronze Awards Reportage Fiof

Fiof Fondo Internazionale Orvieto Fotografia

2009Bronze Awards Advertising Fiof

Fiof Fondo InternazionaleOrvieto Fotografia

QEP - Qualified EuropeanPhotographer

Fep Federation of EuropeanProfessional Photographer

Foto utilizzata da Epson per pubblicizzare il Premio.

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Laureati

Davide Mascarin16-04-2012 · Dottore in

“Scienze e Tecnologie Alimentari”presso l’Università degli Studi di Udine.

Titolo della Tesi: «Determinazione Gas-Croma-tografica del contenuto totale di Tirosolo edIdrossitirosolo in Oli di Oliva e confronto con ilmetodo HPLC. » Lo scopo della Tesi era testare una nuova metodologia dianalisi dell’olio di oliva che consentisse di distinguere oli dielevata qualità da oli ottenuti da materie prime scadenti. Le frodi in commercio nel settore oleicolo sono, infatti, mol-to frequenti, e perciò necessario un continuo monitoraggiodi questi prodotti che salvaguardi il consumatore dalla frodee che certifichi il reale valore di un prodotto come l’olio extravergine di oliva.

Noris Battiston21-03-2012 · Laurea in

“Ingegneria industriale curr. elettrica”.

Tesi: «Studio sperimentale delle perdite magne-tiche nei motori universali».

Marco SartoriLaurea magistrale (5 anni) in

“Architettura per il Paesaggio”presso l’Università IUAV di Venezia

Tesi sui problemi urbanistici, energetici e socialidelle piccole realtà urbane del Nord-Est intitola-ta: «Ecologie territoriali nel Nord-Est».

Ilaria Zanon30-03-2012 · Laurea in Economia Aziendale

“Tra gioco e creatività: la nuova formazione professionale”

L’obiettivo della mia tesi è stato quello di illustrare comeattraverso l’uso del gioco sia possibile stimolare la creativi-tà e come tutto questo sia strettamente collegato ad un con-testo organizzativo aziendale. Mi sono soffermata sull'im-portanza di creare un nuovo modello di formazione profes-sionale, un modello che sia adatto ad una società mutevoleed in continua evoluzione, un modello che consenta alle per-sone di diventare e di restare competitive nello scenario delmercato del lavoro postindustriale, delineando un concettodi formazione più vicino al singolo, attento alle sue qualitàe capacità, che gli consenta di sviluppare la propria creativi-tà e le proprie intuizioni.

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Anniversari

40 anni di matrimonio

60 anni di matrimonio

65 anni di matrimonio

60 anni di matrimonio

70 anni

60 anni di matrimonio27

25 anni di matrimonio

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Auguri a...Juti

Mi è stato affidato l’incarico di dire “due parole”per i novanta anni di Juti.Conoscendolo, so perfettamente che questo salu-to e il sentimento che vorrei comunicare sarannoper lui (persona discreta e schiva) “imbarazzan-ti”, “troppo”, che “non serviva”. Vero? Mi è molto difficile riuscire ad esprimere in paro-le quello che la tua persona significa - credo dipoterlo dire - per tutta la nostra Comunità.Non è facile parlare di sincerità, d’altruismodisinteressato, d’attenzione agli altri, di “servi-zio”, di disponibilità, del saper essere personafidata e di riferimento.Qualsiasi cosa io dirò, come succede spesso conle parole, non basterà a dire tutta la tua bellezzae la tua ricchezza. Di quanto sei stato e sei impor-tante per noi.Essere vissuti accanto a te per tanti anni è stata edè una grande ricchezza e una grande fortuna.Ci hai trasmesso una gran convinzione:Si può ancora scegliere di essere qualcosa per glialtri.Si può scegliere di stare nella comunità, anchefacendo il proprio mestiere.Si può essere straordinari anche nelle cose ordi-narie della vita. Semplicemente.Di questo, davvero, ti siamo grati... e oggi te lodobbiamo proprio dire, perché queste cose (spe-cialmente di questi tempi), si dicono troppo poco.Tutta la comunità di Summaga si stringe intornoa te per i tuoi novanta anni, i cantori del coroErmens, del Coro le Voci dell’Abbazia e del CoroLe Rondinelle, ti fanno dono di questo libro conla seguente dedica:Tanti auguri Juti e che per molti anni ancora latua voce calda e potente risuoni tra le navate diquesta nostra bellissima ed antica chiesa.

GrazieSummaga, 29 Aprile 2012 Idilio

Al Cavalier Luigi Goi

Carissimo Cavalier Luigi,ti faccio tanti auguri con tutto il cuore per questotraguardo che oggi hai raggiunto: novant'anni edin buona salute!Io personamente, anche se un anno più giovane dite, posso ben dire che sei una persona di grandevalore.Sono particolarmente felice per te e mi sento ono-rato nel consegnarti questo diploma mandato daRoma, che ti sei ampiamente meritato, non solocome combattente ma anche per aver assolto congrande impegno a tante funzioni ed incarichi cheti sono stati affidati.Siamo sempre stati amici fin dall'infanzia e midispiace solo che a condividere questo momentodi grande gioia non sia presente la tua amataEdda. Però sono sicuro che lei è tra noi e ci guardadall'alto.Sei sempre stato un uomo onesto e vero, per que-sto meriti tutti gli elogi ed onori che ti vengonoriconosciuti.Grazie per tutto quello che hai dato a tanti di noicon semplicità e sensibilità, e augurandoti ancoraun lungo cammino; a nome della nostra sezione"REDUCI E COMBATTENTI" di Summaga diPortogruaro ti stringo in un abbraccio affettuoso.

Il tuo amicoCav. Senatore Mascarin

Juti con il diploma dell'Associazione nazionale combat-tentie reduci, consegnato in occasione del compimento dei90 anni! Elogio

90 primavereIl 24 aprile Luigi "Juti" ha compiuto 90anni! Gli auguri più sentiti da figli, gene-ri,nuore, nipoti, pronipoti e parenti tutti!

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SessioneCombattenti e Reduci

Non scrivo mai memorie o ricor-di dei nostri combattenti, maquesto è un caso particolare dalquale non ho potuto esimermidal farlo.Paolina Zanet sposa BiasonNatale, ancora giovane è chiama-to alle armi, fa il suo dovere neimesi prescritti e viene congeda-to.Da quella unione nascono Narci-so e poi Anna, una bella famigliache vive serenamente nella casadi via Casai. Tutto corre liscio esereno.Dopo alcuni anni, nel cielo si

addensano nubi oscure e minac-ciose, si parla di nuovo di guerra.Natale viene richiamato allearmi ed il destino lo vede asse-gnato sul fronte del conflitto.Lui così buono e bravo, che sigodeva i suoi cari, non avrebbemai pensato gli toccasse una cositriste sorte.Con gran dolore si rassegna, unultimo bacio ai suoi cari, ai suoiparenti, ed è la partenza.Non appena arrivato al reggi-mento, è subito spedito al fronte,in prima linea.Lì è il suo destino, il caro Natale

è uno dei primi militariitaliani che versa il suosangue per la Patria, allaquale ha obbedito,lasciando nel dolore piùstruggente la sua bellasposa, i figli e tutti i con-giunti.E’ il momento più duro

da superare, è il sogno di unavita infranta e spezzata, nelmomento più bello a cui ognifamiglia aspira.I figli crescono, lei deve provve-dere alle esigenze che credevadiverse. Gli anni passano, Paolina si faforte, non si perde d’animo e tro-va occupazione in una azienda,con nel cuore sempre vivo il pen-siero dello sposo. Le lacrime rigano il suo volto,ma bisogna andare avanti.Trova casa a Cavanella di Con-cordia, ma Summaga è semprenella sua mente.Si iscrive alla sezione combatten-ti per ricordare il suo caduto.Nel nostro cimitero viene spessoa trovare i suoi cari.Paolina vive per circa settantaanni in vedovanza, a 95 annilascia la vita terrena per riunirsiLassù con il suo caro Natale.

Il 6 Novembre scorso in un clima patriottico sonostati ricordati i novanta anni dell’erezionedel nostro monumento, a ricordo dei Caduti, uno deiprimi sorti in Itali, per onorare la memoria di chi die-de la vita per la Patria.Nello stesso sacro marmo ci sono i nominativi di chiperse la vita per la Patria nel 1940-1945.Nei primi mesi del 2012 ci hanno lasciato BrunoBravin e Giorgio Bergamo “Savà”.

Nel ricordo diPaolina Zanet ved. Biason

I familiari:“Vogliamo ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi,

vogliamo pensare che ancora ascolti, che come allora sorridi”

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Ti raccontoil fiume Reghena

Tutti i giorni, due volte al giorno,d’estate e d’inverno, a “bordo”del mio nuovo fiammante ciclo-motore RIZZATO da 50 cm³ edalla potenza di ben… un solocavallo, mi recavo per impegnidi lavoro, da Summaga, doveabitavo ed abito ancora, a Porto-gruaro.In questo breve viaggio, uscitada Via Villa e attraversato il cen-tro del paese, percorrevo la vec-chia Statale 53, che taglia longi-tudinalmente l‘abitato, e cheproseguendo verso Portogruaro,segue una dolce ansa del FiumeReghena costeggiata da un’am-pia golena; attraversa poi il pon-te a grandi arcate che sovrappas-sa il Fiume Reghena, e più avan-ti, valica i due dossi delle duelinee ferroviarie chiamati “l’Al-ta”, per poi procedere lungo unrettilineo alberato fino a Porto-gruaro.Questa strada era un tempo luo-go di passeggiata di parecchiportogruaresi che, all’ombra del-le folta chioma dei grandi plata-ni verdeggianti lungo entrambi isuoi lati, nelle prime ore pomeri-diane raggiungevano “l’Alta” epoi rientravano in Città.Successivamente, realizzata lavariante della vecchia StradaStatale 53 sopra descritta, uscitada Via Villa, mi immettevo suquesta al primo incrocio, attra-versavo il nuovo ponte sul Fiu-me Reghena, percorrevo un’am-pia rotonda per poi più avantivalicare un lungo cavalca-ferro-via e ricongiungermi con quelviale alberato della vecchia sta-tale.La fretta per non giungere inritardo al mio posto di lavoro ol’ansia nel rientrare a casa per lemie incombenze familiari, nonmi permettevano certo di soffer-marmi a guardare il paesaggiocampestre attraversato dalla sta-tale e nemmeno quello che mi

offriva il grande Fiume Reghenasovrappassato dal ponte, goderedel sinuoso e dolce scorrere del-la sua corrente, seguire con losguardo le sue arginature e lesue ampie golene verdeggianti epunteggiate di piccoli fiori dicampo durante la buona stagio-ne e le sue acque limpide e tran-quille o, a volte, in alcune gior-nate della cattiva stagione, tur-bolenti, scure, minacciose inva-denti anche le golene facendoaumentare smisuratamente ilsuo specchio d’acqua.In tempi successivi lo stessoviaggio lo facevo con una picco-la automobile che gli amici defi-nivano “a luci rosse” non per ilcolore rosso della sua carrozze-ria ma proprio per le luci rossedelle varie spie sul cruscotto,olio, benzina, batteria e altro chelampeggiavano anche durantetutto il viaggio.Da quella piccola vettura ancorapiù difficile gettare lo sguardo alpaesaggio che cominciava amutare con l’ampliarsi dell’areaedificata della periferia di Porto-gruaro e al Fiume rimasto invecesempre uguale. Ma un giorno d’estate pieno disole ho sentito il desiderio di

sostare su quel ponte della Stata-le 53 che attraversa il fiumeReghena, ponte sul quale tantevolte sono transitata e, guardan-do le sue acque scendere da set-tentrione, ho chiesto al fiumeche scorreva lentamente, di rac-contarmi la sua storia.Le acque d’incanto si sono incre-spate sotto la spinta di una leg-gera brezza che mi accarezzavail viso, e il Fiume ha iniziatosommessamente a raccontarmitutto il suo percorso.Sorridendo soddisfatto mi disse:“a circa 20 chilometri da dove tuti trovi ho la mia origine, con ilnome di Roggia “Mussa”, a Estdi Casarsa della Delizia da dovescendo, sottopassando prima laStatale 13 e poi la linea ferrovia-ria Treviso-Udine, lungo un trac-ciato sinuoso che attraversa lazona di risorgiva, un tempo pra-tiva e ricca di polle d’acqua affio-ranti, aumentando e ravvivandocosì la mia portata, e bagno lafrazione di San Giovanni diCasarsa e di San Floriano. Prima di giungere a Prodolone,sempre serpeggiando in ansepiù o meno strette, mi divido indue rami che abbracciano l’abi-tato di questo paese e mi riuni-

Ponte sul Reghena.

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sco molto più a valle, nei pressidi San Valentino dove scambiole mie acque con quelle dellaroggia “Versiola” - roggia que-sta che gravita nel sistema idro-logico del fiume Lemene – e, piùa valle, fra Borgo Fabia e SantaCaterina, ad ovest di S.Vito alTagliamento, ripeto lo scambio. Proseguendo il mio corso versovalle, con l’approssimarsi dellalinea ferroviaria Portogruaro -San Vito al Tagliamento, mi divi-do ancora in due rami, non pri-ma però di aver preso il nome di“Sestian”, dando vita, con la miaramificazione, al “Sestianut”;sottopassata con i due rami laferrovia, creo una verdeggianteisola contornata dalle mie acquevive e fresche che un tempomarginavano, all’esterno versooriente e a Sud, con indefinitiprati acquiferi, isola che si allun-ga per circa 700 metri terminan-do poco prima della stradaMarignana - Savorgnano.A valle di detta strada il mio cor-so d’acqua presenta numeroserettifiche artificiali, che escludo-no le mie antiche anse punteg-giate da piccoli isolotti, mentrelungo la mia sponda sinistra,due scoli secondari rettilinei ame affluenti, emungono le acqueche un tempo allagavano i terre-ni latistanti.Oltrepassato il confine fra iComuni di S.Vito al Tagliamentoe Sesto al Reghena, sempre con ilnome di ”Sestian”, mi biforco eprocedo serpeggiante fino allastrada per la “Melmosa” dovericevo in sinistra il canale artifi-ciale di una zona da tempo boni-ficata, mentre il mio ramo secon-dario, sulla mia sinistra, ripren-de il nome di “Sestianut”, comeil precedente e, deviando, siimmette in un rivo che scendeda Savorgnano con il nome di“Acqua del Molino”.Ti dirò che questo ultimo rivo ècostituito dalla “Roggia di Villa”e dal Fosso “Maglant” che dopoun percorso di circa un chilome-tro in alvei separati, si riunisco-no prima di affluire nel “Sestia-nut” e raccogliendo tutte leacque da casa Berti a Sesto alReghena prosegue prendendo ilnome di “Roggia del MolinoFabris”.

Per essere preciso sia il mioalveo e sia il rivo “Acqua delMolino” hanno anche appendicisecondarie che io raccolgo aNord di Casa Berti.Riprendendo il racconto del miocorso che ho lasciato presso lalocalità “Melmosa”, a seguitodello sdoppiamento del mioalveo in due ramificazioni e suc-cessivo ricongiungimento, hocreato un’isola detta del “Violi-no” e a valle di questa mi ricon-giungo in un alveo sufficiente-mente regolare che chiamereidefinitivo, anche se ancora abba-stanza tortuoso, e qui assumofinalmente il nome di Fiume“Reghena”. Tutto questo mio scorrere èimmerso in una campagna chemuta i suoi colori con il mutaredelle stagioni, delimitata da fos-si e da rivi alberati in ordinatefile di piante svettanti verso ilcielo e altre basse e capitozzate,paesaggio che si rispecchia sullemie acque dolcemente mossedalla corrente che porta a valletutti i ricordi.A Sesto al Reghena, creo unanello liquido che fa cornice allasecolare Abbazia Benedettina diSanta Maria in Silvis e che cir-

conda l’abitato, e dopo un alle-gro e fragoroso salto d’acqua,che in passato faceva muovere leruote di un grande molino e imacchinari per la pilatura delriso, mi presento, a seguito del-l’intervento dell’uomo, inalvea-to e arginato lungo entrambe lesponde fino al “Molino dellaSega”, assumo il nome di “Cana-le Nuovo Reghena” e lascio laparte terminale del mio vecchioalveo alle acque del Fiume Cao-maggiore che al “Molino dellaSega” io accolgo alla mia destra,mentre in sinistra mi si immetteil “Maglant”.Ti voglio ricordare che la roggia

Molino della Sega, 1953.

Stima per riparazione ruota, gore e altro del Molino della Sega, 10 novembre 1783.

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del Molino Fabris sopra citata,prende proprio il nome dell’anti-co molino e che quindi, nel mioscorrere e “saltare”, e lo dico conorgoglio, ho mosso da dataimmemorabile gli ingranaggi dimolini, di segherie e di una pilaper il riso.Infatti mi piace rammentarti chele “origini” del “Molino dellaSega” risalgono ai tempi dellaSerenissima Repubblica di Vene-zia e che con tutta probabilitàapparteneva alla antichissima enobile famiglia veneziana deiCornaro anche detti Corner; maquesto penso tu lo sappia perchéti ho visto un giorno sfogliare unantico documento, datato 10novembre 1783, relativo a unastima per la riparazione propriodelle ruote, delle gore e di altro,del Molino della Sega allora diproprietà di Antonio Cornaro. Da qui entro in una depressioneassai irregolare da me creata inun passato lontano con profon-de corrosioni, depressione checostituisce la mia valle, dove intempi successivi ho depositatolimo minuto misto a sostanzeorganiche, ricoprendo così il fon-do ghiaioso che in alcuni puntiancora oggi affiora, mentre inaltri tocca la profondità di 3 - 4metri.A lato della mia valle si alterna-no più o meno distanti tra loro,alti “costoni”, a tratti con dolcipendii e a tratti molto più ripidi,che raggiungono i prospicientiterreni a quota più elevata.All’inizio del secolo passato, percontenere le mie acque, non

sempre placide e tranquille, dal“Molino della Sega” al FiumeLemene, dove sfocio, sono stateelevate su entrambe le mie spon-de alte arginature lasciandoperaltro al mio corso ampiegolene sia sulla mia destra chesulla sinistra.In questo ultimo tratto di circasette chilometri, dopo esser sce-so con ampie e sinuose anse edolci curve fino a lambire Sum-maga, piego ad occidente por-tando i riflessi dell’antica Abba-zia; non appena sottopassatal’attuale Strada Statale 53, supe-rato il ponte lungo il vecchiotracciato della stessa, il pontedella linea ferroviaria Treviso -Portogruaro e a breve distanzaquello della ferrovia Venezia -Portogruaro, formo, con unamia appendice, una piccola isolache, anni addietro, ha assunto ilnome del protagonista di un tra-gico fatto di cronaca: Cannaroz-zo. Sottopasso anche il viadotto del-la tangenziale Nord di Porto-gruaro e sempre con ampie edolci anse, percorro l’ultimo miotratto; poco prima di immetter-mi nel fiume Lemene, sulla miasinistra idrografica, e dopo aver“assistito” al varo delle lussuosee bellissime imbarcazioni del-l’antico e famoso “CantiereCamuffo”, ricevo le acque dello“scaricatore di piena” dello stes-so fiume provenienti da nord diPortogruaro lungo il vecchiotracciato della “Roggia Versio-la”.Dal “Molino della Sega” al

Lemene le mie acque rispecchia-no anche sei piccoli edifici inmuratura a vista rifiniti da corni-ci e coronamenti in cotto accop-piati a delle poco più alte torret-te coperte, fino a poco tempoaddietro, da un tetto a padiglio-ne di cotto, e ora brutalmenteelevate e coperte a terrazzo, tor-rette alle quali si ancorano i cavidell’energia elettrica, forzamotrice questa degli stessiimpianti.Questi sono sei impianti con larispettiva cabina di trasforma-zione dell’energia motrice, per ilsollevamento delle acque deiterreni depressi compresi, da unlato dalle scarpate esterne dellemie due arginature e dall’altrodai terreni a quota più elevata,che sono stati strappati alleacque malarigene che invadeva-no e impaludavano il territorioanche fino alla porte di Porto-gruaro, con le opere di bonificala cui storia, tu che hai trascorsotanti anni tra le “scartoffie” d’ar-chivio dei Consorzi di Bonificadi Portogruaro e che hai cono-sciuto i protagonisti di questagrande impresa, denominata ini-zialmente “Bonifica del BacinoReghena” ora - “SottobacinoReghena del Consorzio di Boni-fica Veneto Orientale” - nonchètutti coloro, tecnici e operatoriche l’hanno conservata efficienteed attiva e potenziata negli anni,mi saprai certamente ben rac-contare.Tu fino a qui mi hai seguito nelracconto del mio lungo percorso“costruito” parte dalla natura eparte dall’uomo; hai imparatotutti i miei nomi che sono cam-biati nel sinuoso mio scendere avalle, hai goduto con me deiriflessi che porto dell’Abbazia diSesto al Reghena e di quella deltuo paese, ma ora io mi riposo,raccolto e quasi immobile tra lemie sponde, e ti ascolto”.

(continua)Lucia Segato

Archivio del Consorzio Veneto Orientale diPortogruaro.

Intervista con il geom. Antonio Martecchi-ni, ex funzionario dell’Ente Consorzio diPortogruaro con consultazione della suabiblioteca.Impianto idrovoro.

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Come eravamo

Summaga 17.6.1965

Prima Comunione

Paolo Tonello, Francesco Mio, SergioTrevisan, Giuseppe Dal Mas, Ulderi-co Giavedoni, Luciano Zadro, VitoBattiston, Dario Milan, Renzo Ales-sandrini, Domizio Mio, Roberto Bar-bui, Franco Lanaro, Luciano Toma-don, Alessandro Gonella, LeoMascarin, Lucio Salotto, Gianni Boz-za, Girolamo Lenardon, Lilo Roma-nin, Gianpaolo Romanin, Gianni Bat-tiston, Paolo Battiston, MarinoVenier, Bruno Riccò; Graziella Vec-chio, M. Eugenia Goi, Claudia Zanin,Nadia Sparetta, Renata Tesolin, VallìFagotto, Franca Benvenuto, Gabriel-la Zordan, Edi Biason, Gigliola Ram-pazzo, Fiorella Bellamio, EmanuelaBoscari, Lidia Zanet, Ivana Zanet,Luana Gurizan. La pianeta del nuovo paramento 1962

Un particolare della Prima Comunione.

(proprietà della sig. Marzia Quattrin)

(proprietà della sig. Marzia Quattrin)

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Concorso AVISAnche nell'anno 2011 l'Aviscomunale di Portogruaro (gruppogiovani) è entrato entra negli Isti-tuti superiori, classi IV. L'iniziativa ha proposto per ilXIV anno una borsa di studio nelricordo del dottor Valentino Moroche si dedicò a promuovere e dif-fondere il dono del sangue e dellasolidarietà. Al concorso hanno partecipatoanche i nostri ragazzi.La premiazione si è svolta alla pre-senza della Preside dell'IstitutoLuzzato, dott.ssa Michela Borin,del Presidente Floriano Florean,dell'assessore Irina Drigo e il refe-rente scuola Avis provinciale,Antono Napoli.

I classificato: Sabrina Delle Vedove

II classificato:Massimo Rossetto

III classificato:Chiara Bertapelle eRachele Bozzato

Di seguito il testo che ha meritato ilprimo premio; siamo convinti che lalettura dello stesso contribuisca allariflessione e presa di coscienzariguardo ai propri comportamenti.

"L'impegno verso gli altri èanche impegno verso se stessi;è scelta di uno stile di vitaresponsabile e spesso richiedeil coraggio di andare controcor-rente. Ne siamo capaci?"

"L'impegno verso gli altri èanche impegno verso se stessi".Forse è questo il concetto chemolte persone fanno fatica acomprendere. Dedicarsi aglialtri non significa, infatti, trala-

sciare o abbandonare se stessi,anzi. Impegnarsi verso il prossi-mo significa contribuire indiret-tamente al benessere di tutti,perché anche ciò che non ci toc-ca ci riguarda, perché anche ciòche accade altrove ha inevitabil-mente ripercussioni sulla nostravita. Così, le difficoltà che si pre-sentano durante il nostro cam-mino non sono solo problemipersonali, ma problemi di tuttala collettività, la cui soluzionenon spetta esclusivamente alsingolo individuo, bensì all'inte-ra comunità che lavora sinergi-camente per migliorare e, senecessario, cambiare lo statodelle cose.Per questo, quello verso gli altrisi rivela un vero e proprio impe-gno, nonché una scelta di unostile di vita responsabile. E',infatti, un cammino impegnati-vo che non va intrapreso conleggerezza, ma con la consape-volezza che prendersi cura dichi ci circonda è dono prezioso ecompito serio.Aiutare il prossimo è importan-te, aiuta a crescere come persona

e a capire che nella vita ci sonovalori che è necessario mantene-re e non permettere che ci ven-gano strappati via. Solidarietà,rispetto, coraggio... i valori incui crediamo non hanno prezzoe sono loro che, in manieracosciente o no, guidano le nostrescelte. La maggior parte di essi èiscritto da sempre nell'animodell'uomo. Ciò che è cambiato,che continua a cambiare, è ilnostro modo di percepirli e lapriorità che diamo loro.E' questione di forza. Non siamoforti se ci lasciamo travolgeredalla sete di successo, dalla bra-ma di potere, rinchiudendoci trale mura del nostro egoismo.Non siamo forti se, per paura dirimanere isolati, ci rifugiamonella "sicurezza" della massa.Non siamo forti, se permettiamoa degli sciocchi programmi tele-visivi di addormentare il nostrocervello, impedendoci di riflet-tere e facendoci perdere di vistaciò che di realmente importantec'è al mondo. Siamo forti, seseguiamo i nostri valori, se nonci adagiamo sulla comodità del

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conformismo, adeguandoci sem-pre e comunque a quelli chesembrano gli orientamenti dellamassa.Tuttavia non possiamo dimenti-care che noi dobbiamo viverecon quella massa, alla fine nefacciamo tutti parte. Ma noi pos-siamo fare qualcosa: andarecontrocorrente, perché il fiume,per effetto della corrente, segui-rà sempre il suo corso, bello obrutto che sia, però l'uomo è piùdi quel fiume. Noi siamo più diquel fiume. Ma ne siamo capaci?Siamo in grado di andare con-trocorrente? Si, ne siamo capaci.Tutti! Le vere domande da porsisono "Lo vogliamo"? Siamo con-vinti dei valori in cui crediamo osiamo disposti a seppellirli allaprima difficoltà?", perché l'unicomodo per non uniformarsi allamassa è rimanere saldamenteancorati ai propri principi,tenendo sveglia la nostracoscienza, il nostro punto diriferimento.Non sarò ipocrita; non vogliodire di non guardare i program-mi televisivi, di non essereambiziosi, o di rinunciare ad unlavoro prestigioso. Il mio unicoconsiglio spassionato è quello dimantenere accesa la coscienza, èlei che ci illuminerà le strade piùbuie. E sono contenta di riuscireancora a sorprendermi, a sentir-mi indignata quando sento distupri, suicidi, episodi di razzi-smo o violenza. Contenta, per-ché ciò che significa che la miacoscienza è ancora viva, che nonè stata uccisa dall'assuefazione aquesti fatti di cronaca, perchéciò significa che la ripetitività ditali eventi non ha ancora susci-tato in me l'indifferenza. Sonosicura che questo lo devo ancheall'attività di scoutismo che pra-tico e a tutti i gruppi e associa-zioni di volontariato, tra cuil'Avis, i quali mi dimostranogiorno dopo giorno che non esi-ste solo la massa, ma che c'è tan-ta gente in gamba al mondo,gente che non scende a compro-

messi pur di raggiungere il suc-cesso, gente che lotta per quelloin cui crede, gente che aiuta ilprossimo. E' questa la strada dapercorrere! L'impegno sociale e la solidarie-tà possono rappresentare unaconcreta e possibile via d'uscitaalla crisi politica, economica, masoprattutto sociale dei nostri

giorni, di cui i giovani sono i pri-mi a farne le spese.Brecht disse "L'uomo fa di tutto,può volare e può uccidere, maha un difetto: può pensare".Ed è questo il difetto che ciascu-no di noi ha, il più bel difettoche potessimo avere. Sta a noiimparare ad usarlo a dovere:pensare da soli, agire per tutti!!!

"Un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso.”

(Gandhi)

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Sempre con noi!

Sabato 7 aprile, vigilia di Pasqua,alcuni nostri compaesani hannoavuto l'opportunità di passare asalutare la nostre care suoreCarmela e Flora Maria nella lororesidenza di Moncalieri (To). E'stata per loro una piacevole sor-presa.Hanno ricordato più volte conimmensa gioia il periodo tra-scorso a Summaga come il piùedificante e produttivo dellaloro lunga missione cristiana.Hanno chiesto di salutare tutti iSummaghesi che le ricordano eanche i nuovi che non hannopotuto conoscere. Pregherannoper noi, lo hanno promesso e noisappiamo che lo faranno vera-mente. Non dimentichiamoci diloro! ... e i Summaghesi, bambini di

ieri, adulti di oggi, le ricordanocon tanto affetto e, quando "cir-colano" nei pressi dell'asilo, siaspettano di vederle uscire dallaporta o camminare indaffaratenel cortile. I ricordi dell'infanzia sono i piùcari e "tenaci", radici che alimen-tano la nostra pianta; per questosuor Carmela e suor Maria sonosempre tra noi e continuano afarci sentire il loro amore e i loroinsegnamenti.

Grazie, suor Carmela e suor Maria!

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Ringraziamento

La giornata del Ringraziamento,che anche quest’anno è stata pre-parata dai coltivatori diretti, conl’aiuto di alcune persone di buo-na volontà (perché i coltivatorisono sempre meno) è riuscitapiuttosto bene.Erano presenti alla Santa Messadi ringraziamento: il segretariodei coltivatori Antonio Tessari eil presidente regionale dei colti-vatori Antonio Piazza.Il presidente dell’associazioneregionale si è complimentato nelvedere la chiesa così ben addob-bata con i frutti che la terra cioffre.Durante la messa, anche il mionipotino, di sei anni, ha notatoche le pannocchie appese sullecolonne erano di due colori, gial-le e bianche e mi ha chiesto ilperché. Allora gli ho spiegato che, lapannocchia una volta macinata,diventa farina con la quale si

prepara la polenta bianca o gial-la secondo la pannocchia usata.Terminata la messa, l’ho accom-pagnato a vedere da vicino l’ad-

dobbo dell’altare e gli ho fattonotare che c’era la polenta gialla.Spero che altre nonne o mamme,abbiano fatto vedere ai loronipotini o figli i frutti della terrache ogni anno il Signore ci offre(perché i bambini di oggi pensa-no che il latte lo faccia Milka, lamucca viola della pubblicità, alsupermercato).Al termine della messa, c’è statala benedizione dei mezzi agrico-li e di tutti i mezzi trasporto.Alla fine, preceduta da una bre-ve riflessione d’attualità sulmondo agricolo, da parte delpresidente, ci siamo ritrovati tut-ti attorno ad una tavolata imban-dita e preparata dai coltivatori,ai quali va il nostro grazie. Attor-no al tavolo gavemo fatto quat-tro ciacoe, magnà un toc de pin-za e bevù un ombra de vin bonper festeggiar San Martin.Grazie Signore dei frutti dellaterra

Una nonna

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6 novembre 2011

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Gita in Slovenia

La tradizionale gita primaverileci ha portato quest’anno in Slo-venia.La storia dello stato Sloveno ini-zia il 26 giugno 1991, data dellapropria indipendenza dallaJugoslavia. La lingua ufficiale èlo sloveno, ma nei tre comunilitoranei di Capodistria, Isolad’Istria e Pirano, dove ci sono lemaggiori comunità italiane, èaffiancata la lingua italiana. Idati di un censimento del 2002riportano che in Slovenia ci sono3762 abitanti di nazionalità ita-liana.Le signore organizzatrici hannovoluto, con questa breve gita,farci conoscere una parte di que-sto Stato.Con la nostra guida Valentina,che ci aspettava a Trieste, abbia-mo oltrepassato il confine e cisiamo avviati verso Pirano, cittàpresumibilmente fondata, come

Venezia, da profughi aquileiesifuggiaschi di fronte agli Unni.Dall’830 fino al 935, fu soggettaal Regno d’Italia. Dal 1283 fu sottomessa alladominazione veneziana dellaSerenissima che durò fino allasua caduta del 1797; poi passòsotto il dominio Austriaco. Lacittà era abitata quasi esclusiva-mente da italiani. Evacuata inparte durante la Grande Guerra,venne in seguito assegnataall’Italia. Alla fine della secondaguerra mondiale, venne inseritanella zona - B - del Territoriolibero di Trieste e soggettaall’amministrazione Jugoslava.E’ ancora presente a Piranoun’esigua minoranza italiana.Arriviamo in piazza Tartini, cheprende il nome dal famoso violi-nista e compositore di Pirano; alcentro è eretto il monumento asuo ricordo. I palazzi che la cir-

condano sono il Municipio, ilpalazzo della Giustizia, la Log-gia e la chiesa di San Pietro. Conla nostra guida abbiamo visitatoil chiostro di san Francesco, ilDuomo di San Giorgio e il faro.Siamo ripartiti poi per Portoro-se, noto centro balneare e terma-le, che si trova sulla costa adria-tica orientale nella baia di Pira-no. Dopo aver pranzato, siamoripartiti verso casa.Durante il viaggio di ritorno, cisiamo fermati a Duino Aurisina,per visitare il castello, costruitosulle rovine di un avampostoromano. La sua edificazione fuvoluta da Ugo di Duino nel1389. Di proprietà da oltre 420anni dei principi della Torre eTasso, dal 2003 è aperto al pub-blico.Infine, abbiamo fatto un’ultimasosta a Redipuglia, per visitare il

Sacrario.Dopo il tradizionalespuntino serale, ci sia-mo avviati verso Sum-maga.Ringraziamo le signo-re organizzatrici chepropongono periodi-camente queste gite,che riescono ad abbi-nare momenti disocializzazione edamicizia con appro-fondimenti culturali escoperta di nuovelocalità.

R.C.

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19 novembre - In questa domenica terminava iltempo di votazione per il rinnovo del ConsiglioPastorale Parrocchiale. Lunedì 20 si è svolto loscrutinio.

18 novembre - Abbiamo avuto tra noi per unasettimana vocazionale i tre seminaristi PaoloGruarin, Lorenzo Agnolin e Devis Parisetto.Ci hanno parlato della loro vocazioneal sacerdozio ministeriale;hanno animato gli incontridi catechismo e tutte le atti-vità settimanali pastorali.Per i ragazzi è stata una espe-rienza molto costruttiva.

20 novembre - "Le signore dei ciclamini" si sonoincontrate per ricordare le attività svolte durantel'estate attraverso gli "scatti" .

27 novembre - In tutte le domeniche d'avvento las. messa delle ore 10 è stata "presentata" da dueclassi del catechismo partendo dalla II elementare.

3 dicembre - La santa messa è stata animata dalgruppo alpini di Portogruaro per ricordare tutti icaduti in guerra.

5-12-19 dicembre - Nei tre lunedì di Avvento, neilocali parrocchiali di Lison, per l'Unità Pastorale,si sono svolti tre incontri di Lectio Divina sul-l'Annunciazione e l'Incarnazione di nostro Signo-re GesùCristo.

Cosedi Casa nostra

1-2 novembre - Con grande concorso di personesi sono svolte nel pomeriggio in cimitero le santemesse in suffragio dei nostri cari defunti.

6 novembre - Giornata della memoria dei com-battenti e reduci e 90° anniversario dellacostruzione del monumento ai caduti. Dopo las.messa, l'assemblea si è recata in corteo in piaz-za e ha deposto la corona d'alloro, ricordando chel'Opera è una delle prime erette nel Veneto.

12 novembre - I ragazzi di IIª superiore che sipreparano alla santa cresima si sono recati a visi-tare il monastero benedettino di Poffabro. E' sta-to uno dei momenti di scoperta delle claustrali,dell'importanza della preghiera e dell'ospitalitàsecondo il motto di san Benedetto "Ora et labora".

13 novembre - Giornata del ringraziamento. Neidiscorsi dopo la santa messa si è ricordato ilmomento difficile che vive l'agricoltura insiemead altri settori dell'economia.Interessante l'esposizione dei trattori d'epoca.

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21 dicembre - Don Giuseppe, portando l'eucare-stia agli anziani ammalati, ha donato come pre-sente una tovaglietta in lino ricamata dalle signo-re del mercatino. Gli ammalati hanno ringraziatole signore che hanno lavorato con cuore per loro.

22 dicembre - Si è svoto il tradizionale concerto diNatale "Cantiamo il Natale" dei cori "Le rondinel-le", "Voci dell'Abbazia", "Coro Ermens". Ricco,armonioso e simpatico il repertorio dei tre cori par-rocchiali; entusiata la numerosissima assemblea.

31 dicembre - Sempre numerosa la partecipazio-ne alla s. messa di ringraziamento con il canto del"Te Deum" di fine anno.

5 gennaio - Si è svolta la benedizione dell'acqua,del sale e della frutta. Alla sera il tradizionale falòepifanico organizzato da “Viviamo Summaga”in collaborazione con il Gruppo AVIS locale cheorganizza ogni anno la lotteria della befana.Anche questa volta la vecchina, brutta e con ilnaso adunco, ma sempre sorridente, è arrivatadal "cielo" su una scopa magica.

6 gennaio - Benedizione dei bambini, bacio aGesù Bambino e premiazione dei presepi familia-ri: anche quest'anno numerosi e bellissimi.

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11 dicembre - Si sono incontrati gli sposi perricordare il loro anniversario di 25, 50, 60 e 65anni di matrimonio: esempi di fedeltà coniugalesostenuta dalla grazia del sacramento.

11 dicembre - Ancheil nostro coro "Vocidell'Abbazia" ha par-tecipato allo spetta-colo di beneficenzaal teatro comunale“Luigi Russolo” conl'esecuzione di alcu-ni canti.

13 dicembre - Si è riunito in I seduta il nuovoConsiglio Pastorale Parrocchiale.

15 dicembre - In questi giorni si sono terminati ilavori di sistemazione del parcheggio accantoalla casa canonica.

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13 gennaio - Incontro del Consiglio PastoraleParrocchiale. Nell'odg anche il placet, secondoregolamento, dei membri del Consiglio per gliAffari Economici: Bruno Fagotto riconfermato,Marilisa Gorda Piccolo riconfermata, AngeloMilan riconfermato, Renato Milan, StefanoSimonatto riconfermato, Graziano Stival.

22 gennaio - Alla s. messa delle ore 10 c'è stata labenedizione delle vesti, promessa di servizioall'altare e vestizione dei nuovi chierichetti/e.

25 - 28 gennaio - I vari gruppi parrocchiali, cate-chisti, Caritas, animatori e il Consiglio PastoraleParrocchiale, Consiglio Affari Economici si sonoincontrati insieme con gli operatori pastorali del-la Forania con il vescovo in visita pastorale.

28 gennaio - Partecipazione numerosissima,attenta e solenne alla I s. messa in abbazia delnostro vescovo mons. Giuseppe Pellegrini.

11 febbraio - I giovani cresimandi con genitori epadrini celebrano il sacramento della penitenzain seminario a Pordenone.

18 febbraio - Diciotto ragazzi/e della Parrocchiadi IIª superiore hanno ricevuto il sacramento del-la s. Cresima con l'imposizione delle mani daparte di mons. Ovidio Poletto, nostro amatovescovo emerito.22 febbraio - Mercoledì delle ceneri, inizio dellaquaresima. Nella s. messa serale l'imposizionedelle ceneri, numerosi i partecipanti alla celebra-zione.

7 marzo - Tutti i bambini delle elementari che fre-quentano il catechismo hanno partecipato la ViaCrucis.

15 marzo - Inizio del percorso di preparazione almatrimonio di otto copie di fidanzati. Il percorsosi svolgerà in dieci incontri settimanali.

19 marzo - Tutti i ragazzi delle medie e di I supe-riore hanno partecipato ed animato il pio eserci-zio della Via Crucis.

19 marzo - Con questa sera e tutti i lunedì di qua-resima nell'oratorio a Cinto Caomaggiore: lectiodivina per tutta l'Unità pastorale, sulla I lettera dis. Giovanni.

25 marzo - Tredici bambini/e di terza elementarehanno ricevuto l'amore misericordioso di Dio,accostandosi per la prima volta al sacramentodella riconciliazione.

6 aprile - Venerdì santo i giovani dell'Azione Cat-tolica parrocchiale hanno animato la processionedella passione e la Via Crucis. I suggestivi cantiad ogni stazione sono stati eseguiti dal coro "Vocidell'Abbazia".

Ricercate Gesùnella vita quotidiana

Il Papa scrive a noi (Vogliamo vedereGesù, messaggio per la XIX GiornataMondiale della Gioventù)“Cercate il volto di Cristo con gli occhidell’anima per mezzo della preghiera edella meditazione della Parola di Dio,perché la contemplazione del volto diCristo non può che ispirarsi a quanto dilui ci dice la scrittura”.

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Lettere e Recensioni

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9-2-2012

Carissimi amici,

Vengo dopo esser stato fuoridue mesi a casa mia per il luttodella morte di mio papà, mortoil 5-11-2011. Spero che stiate tut-ti bene. Anch'io dopo quello checi è successo, abbiamo già supe-rato la crisi di essere senza geni-tori in questo modo come tantealtre persone. Le mie sorelle efratelli ed io ormai abbiamoaccettato il fatto che era meglioper lui invece di soffrire cosìtanto con quell'età avanzata. Luiadesso è nel riposo eterno, lanostra tristezza nonostante.Comunque noi altri dobbiamoandare avanti.A questo puntofaccio referimento a quei stu-denti e studentesse che aspetta-no qualcosa da me. Siamo giàall'inizio delle scuole qui inUganda. Per favore fatemi sape-re qualcosa per quanto riguardaqualche finanziamento delleloro 'fees'. Siamo riconoscentidella vostra difficoltà con questacrisi globale economico. Ma spe-ro che possiate trovare ancoraqualcosa anche per noi. Soprat-tutto per quei bambini che viavevo parlato già l'anno scorso.Sono già a scuola ed ho già datola mia parola ai capi delle scuo-le di lasciar i bambini studiarementre aspettiamo quello chepotete trovare. Grazie tanto perla vostra comprensione.Un salutone a tutti quanti.

P. Clemente

Tomaseni 29-04-2012

Molto Reverendo Don Giuseppe,

con queste poche righe desideroesprimerle i miei sentimenti diriconoscenza e di gratitudineper la generosa offerta che mi hafatto avere attraverso mia sorel-la Bruna Segatto.Un grazie sincero anche da par-te dei miei superiori. E' commo-vente per noi quando qualcunosi ricorda dei bambini orfani eabbandonati che non hannonulla, soltanto il bellissimo donodella "vita" con un grande vuotodentro, e anche con fatica si rie-sce a riempire per costruire inqueste fragili vite, la personaper il domani capace di gestirsiman mano che cresce e si matu-ra e così potersi realizzare cometutti gli altri. In questo caso, lanostra missione educativa-for-mativa non è facile abbiamobisogno anche della sua pre-ghiera perchè il Signore ci doniancora forza e coraggio perandare avanti e orienti il nostrovivere attraverso i nostri sempli-ci gesti quotidiani.Anche noi non mancheremo dipregare per Lei, la presenza diCristo Risorto sia per Lei forza esostegno nel suo delicato mini-stero sacerdotale.Porgo a Lei e a tutti i suoi collaboratoridistinti ossequi

Con stimaSuor Maria Natalia Longato

Tomaseni 13-12-2011

Gentili Signoredel "Gruppo mercatino"

Care Signore con queste pocherighe desidero rigraziare tutteper l'offerta che mi avete fattoavere tramite mia sorella Bruna.Il Signore ricompensi ciascunadi voi per le fatiche e il tempoprezioso che sapete trovare peril servizio degli altri.Ora che il Natale è ormai vicinocolgo l'occasione di porgere aciascuna i migliori auguri diogni bene, un sereno Natale eun luminoso e proficuo AnnoNuovo!Sempre con tanta riconoscenzaassicuro la mia preghiera perciascuna di voi. Il Signore vi aiu-ti ad essere sempre più forti nelservire i più poveri, donando ilvostro tempo per i meno fortu-nati. Con affetto per i meno for-tunati

Con affetto e stimaSr. Natalia Longato

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GentileFam. BravinVia Luigi Gobbesso, 2230026 Summaga di Portogruaro (Ve)

Roma, 30 Agosto 2011

Gentile Famiglia Bravin,Vi scriviamo per comunicarVi che la sig.raMichele Anne Schorf, a nome di amici e paren-ti, ha fatto una donazione alla nostra organizza-zione in memoria di Franco.La donazione andrà a sostegno di tutti i proget-ti di assistenza medica che Medici Senza Fron-tiere porta avanti in oltre 60 paesi del mondo.Cogliamo l'occasione per porgerVi le nostre piùsentite condoglianze.

Valentina RosaDirettore Raccolta Fondi

Medici Senza Frontiere Italia

Gentile Michele SchnorfVia Gobbesso 2230026 Portogruaro (Ve)

Roma, 20 Settembre 2011

Gentile Michele Scnorf,La ringraziamo vivamente per la generosadonazione di € 780 a sostegno del'attività uma-nitaria di Medici Senza Frontiere.Il suo contributo ci consente di essere presentiaccanto a chi soffre ed è di incoraggiamento afare ancora di più, permettendoci di risponderecon indipendenza ed efficacia ai bisogni urgen-ti delle popolazioni vittime di conflitti e crisi intutto il mondo. La provenienza privata deinostri fondi ci permette, infatti, di finanziare lenostre attività in maniera indipendente e sullabase delle priorità mediche identificate.Anche con il suo aiuto Medici Senza Frontierepuò ricostruire ospedali distrutti, curare feriti,assistere i malati nei campi profughi, garantirecure mediche di base in quelle aree del mondodove l'accesso all'assistenza medica è un mirag-gio per i soggetti più vulnerabili.L'anno scorso abbiamo effettuato più di7.334.000 visite mediche ambulatoriali, trattatocirca 983.300 pazienti per malaria, vaccinato1.330 persone contro la meningite e 4.500.000bambini contro il morbillo, distribuito577.000.000 di litri di acqua potabile e trattatopiù di 174.000 pazienti per colera.Oltre 2.000 operatori umanitari, attualmentepresenti in più i 60 paesi, intervengono quoti-dianamente contro la malattia, la disperazione el'ingiustizia. Le sfide che abbiamo di fronte sonosempre più difficili da affrontare, ma non perquesto le motivazioni che ci sostengono vengo-no meno.Essere indipendenti è un dovere, ma anche unprivilegio che è reso possibile dalla generositàdei nostri sostenitori a cui va tutta la nostra gra-titudine. Grazie quindi per aver scelto di affron-tare con noi questa sfida! Anche lei fa parte dei3,7 milioni di sostenitori nel mondo di MediciSenza Frontiere.

Valentina RosaDirettore Raccolta Fondi

Medici Senza Frontiere Italia

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Tra i nostri fiori...IL FILADELFO

Sa, chiunque abbia incontrato ilprofumo del filadelfo, quantoesso sia capace di imprimersinella memoria.Eppure tale intensa fragranza, ilcolore candido dei suoi fiori eun nome fra i più belli, richiamoall’amore fraterno, non sonobastati a risparmiare al Philadel-

phus l’oblio degli appassionati equindi i margini del giardino.Le specie esistenti, per lo piùrustiche e robuste, sono indicatefra le 40 e le 70, originarie delleAmeriche, dell’Estremo Orientee dell’Europa caucasica. Aspetti scientifici a parte,vaghezza regna pure sul loro

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Filadelfo Fiore del Mese di VilleGiardini n° 433 Autore: Daniele MongeraSu gentile concessione di VilleGiardini, edizioni Mondadori.

nome comune, dai nostri “fiord’angelo” e “fior d’arancio”, alMock Orange (“falso arancio”) e“syringa” degli anglosassoni,simile al “seringat” dei francesi,giusto per confonderli con i lillà,insieme introdotti in Europa nel1562. Da allora, il Philadelphus coro-narius, la specie più conosciuta,è stato così scambiato e diffusoda poterlo trovare in quasi tutti igiardini, anche popolari, di unacerta età. Nella sua veste semplice e unpo’ rigida esso può raggiungereanche i quattro metri d’altezza;si trova facilmente in commer-cio, mentre le varietà orticolesono a disposizione, con pochealtre specie e in un numero assailimitato, di alcuni vivai.Il loro profumo varia in dolcez-za ed energia, fino alle specie incui è assente: in quel caso sirimediano tisane di foglie algusto di cetriolo o si sezionanoalcuni rami vecchi (le piantesfiorite vanno moderatamenteringiovanite, ogni tanto) dalcentro cavo ad uso di cannellida pipa.

Vivai Garbuio, Vallà di Riese Pio X (Tv) Tel. [email protected]

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RosmarinoRosmarinus officinalis L.

Il rosmarino è una pianta arbustiva originariadel bacino del Mediterraneo e per tutti noi è dicasa. Il piccolo arbusto sempreverde, un po’contorto, legnoso, presente nei piccoli orticellile cui foglie aghiformi sono una delizia percompletare un buon piatto di pollo arrosto conle patate o del pesce alla griglia, entra comearomatizzante e come condimento nella cucinamediterranea.

Da un punto di vista terapeutico il rosmarino èstato sempre considerato come la pianta antiinvecchiamento per eccellenza per la sua attivi-tà sia sulle funzioni del cervello sia su quelle divari altri organi.

Il rosmarino è stato sempre ritenuto capace distimolare l’attività cerebrale e di migliorare lamemoria; per questo motivo i letterati e gli stu-denti greci e romani si cingevano la fronte concorone di rosmarino quando dovevano impe-gnarsi in esercizi intellettuali particolarmenteimpegnativi.

Versando alcune gocce di Olio Essenziale diRosmarino in una lampada per aromi oppure acandela si diffonde nell’ambiente un profumoche migliora la concentrazione e aiuta lamemoria, rende pulita l’aria, equilibra l’umore.Profumare un fazzoletto con poche gocce diOlio Essenziale di Rosmarino e annusarlo spes-so schiarisce la mente e mantiene viva lamemoria.

L’olio essenziale di Rosmarino è impiegato inestratti di ampio uso in profumeria, liquoreriae farmacia.

Nella moderna fitoterapia si sfruttano alcuneproprietà biologiche degli estratti di Rosmari-no e in particolare sul tubo digerente: facilita laperistalsi, e allo stesso tempo ha un’azioneantispastica sulla muscolatura liscia.

Il Rosmarino agisce sul corpo operando un’in-tensa attività depurativa e drenante soprattut-to a livello epatico e biliare, stimola l’elimina-zione di tossine da tutto l’organismo, migliorala circolazione e riduce i ristagni di liquidi.

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Il volto dei nostri bambini

Leonardo Moimas(Sagrado - Go)

Nicola Tesolin

Leonardo Grandi Linda Brunetti(Portogruaro)

Margherita Zanette

Gli Angeli

Dove sono fiori rosa/azzurrialle finestreverranno gli aquiloni poseranno con ali di farfallasulle foglie verdeggiantidi un qualsiasi mattino sospinti da un refolo giocoso per far sorridere un bambino

Poi cosparsi di rugiadain voli d'alba se ne andrannoper altre direzionicome angeli venuti da lontano

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AnagrafeParrocchiale

BATTESIMINicola Tesolindi Daniele e Serena Marzin

Leonardo Grandidi Alessandro e Manuela Casara

MATRIMONIAlessio Doratiotto conNicoletta Zamberlan

DEFUNTIMaria Dalla Pozza

il 29-11-2011

Attilio Zanuttoil 28-12-2011

Ines Vecchioil 15-01-2012

Bruno Bravinil 22-1-2012

Luigi Fontanelil 25-1-2012

Giorgio Bergamoil 4-2-2012

Tullia Lucchiniil 8-2-2012

Clotilde Colussoil 18-2-2012

Giuseppe Giordanoil 9-3-2012

Celestina Daneluzziil 24-3-2012

Anna Rizzettoil 4-4-2012

Mario Arreghiniil 4-4-2012

Umberto Faorlinil 26-4-2012

Daniela Vianelloil 2-5-2012

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Ricordo di Maria Dalla Pozza

Per la nonna Maria

"Ciao nonna! come va?!""Tutto come sempre, tutto vecchio, "nessuna nuo-va, buona nuova"!Così replicavi all'esordio di ogni nostra telefonata. Nonna cara... avevi proprio ragione! Perché ci haidato prova che quando la notizia c'è, è pessima edil suo effetto praticamente devastante: si perdonole parole, la comunicazione diventa pianto fatto dilacrime pesanti, brucianti, dolorose.Si fa largo lo smarrimento, il dispiacere lascia pre-sto spazio alla disperazione ed allo sgomento,sidiffonde la tristezza nel cuore ed un senso di vuo-to nell'anima che solo una persona meravigliosacome te poteva autografare.Una Signora Donna, a casa, a scuola, nella vita.Fine ed elegante, sempre ben curata, garbata neimodi e nei gesti, composta e riservata, rispettosain ogni occasione, discreta e dignitosa, di un'intel-ligenza profonda ed una cultura invidiabile, fortee indipendente, fedele a se stessa ed integra nellasua grande fede.Una persona che nella sua semplicità è stata sem-plicemente esemplare.Valori di una Donna d'altri tempi che riusciva alcontempo ad essere estremamente moderna perapertura mentale e comprensione... Perché, sebbe-ne il saggio appunto non tardasse ad arrivare, iltuo sostegno ed incoraggiamento non mancavanomai. Io ne ho le prove! Tante!!!GRAZIE NONNA!A te che sei stata immancabilmente presente sem-pre, anche a distanza. A te che hai avuto il pensiero ad ogni ricorrenza.A te che non hai dimenticato il premio ad ogni tra-guardo scolastico.A te che sei stata la nostra Mamma, la nostra Non-na!Ed io, che continuerò a pensarti fra le tue dolci abi-tudini in quel di via Franca, a trovare la tua pre-senza in ogni ricordo e a cercare ancora consola-zioni e saggi consigli, voglio salutarti secondonostra abitudine telefonica:

"Ciao nonna, ci aggiorniamo più in là".Per sentirti ancora una volta, tutta amorevole dol-cezza, in un semplice:"Ciao cara, stammi bene, saluta tutti sai... e ricor-dati, io sono qui!"Perché alcune cose sono eterne e sopravvivonooltre il tempo, oltre la vita. Come te cara Nonna!Maria Rita

«La vita che mi hai ridatoora te la rendonel canto».

Padre David Maria Turoldo

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Ricordo di Bruno e Franco Bravin

Quando ho ricevuto la telefonata quella fredda enebbiosa mattina di domenica 22 gennaio ho sen-tito una vertigine.Il mio caro papà non c’era più.Te ne sei andato nel sonno, così…, semplicemen-te…, come semplicemente avevi vissuto fino allabella età di 86 anni.E subito la mente è andata a pescare l’ultimo ricor-do di te, del pomeriggio precedente quanto mi haisalutato allegramente come al solito.Mi hanno detto che la sera precedente, dopo avergiocato a carte, avevi salutato la mamma e gli altrifamiliari congedandoti con parole scherzose pri-ma di andare a letto.L’ultimo ricordo, ma quanti ce ne sono…Una vita spesa dedicandoti al lavoro e alla fami-glia e, fino a quando le forze ti hanno sostenutohai anche coltivato i tuoi campi e la vigna. Miricordo quando bambina mi convincevi a venirtiad aiutare a raccogliere le “pannocchie” con lapromessa di raccontarmi le storie che a tua voltaavevi imparato da tuo nonno “Samuèl” quando loaccompagnavi per le stalle. Favole uniche che poiraccontavi anche ai nipoti. E’ stato forse allora che hai imparato a raccontarele cose con ironia? E le parole che storpiavi per cat-turare una risata….? Ti piaceva stare in compa-gnia, ma a casa tua e con la tua famiglia. Ma anchele feste erano per te un buon pretesto per aggre-garti oppure per dar inizio ad un canto. Quantevolte anch’io ho intrattenuto amici raccontandodei tuoi simpatici aneddoti.Eri un papà speciale, anche nella malattia. Certonon te ne sei fatte mancare, ma le hai affrontatetutte con serenità e fiducia tant’è vero che sei riu-

scito a superarle; anche con l’aiuto della devozio-ne che avevi per Sant’Antonio Abate del qualeconservavi con orgoglio un quadro trovato abban-donato in una casa e che te ne eri preso cura nonfacendogli mai mancare un fiore fresco. Consiglia-vi a tutti di rivolgesi a lui in caso di bisogno e a noidicevi sempre, sollevando il dito indice a segno dimonito: “puoi chiedergli tutto, ma no schei”.Caro papà, sei stato amato per la tua semplicità ela forza dei tuoi esempi di uomo giusto e onesto.Ma lo strazio di perdere pochi mesi prima il tuoamatissimo figlio primogenito che hai compiantocon dignità nascondendo le lacrime per sostenerechi vedevi più fragile di te, coccolando la tua com-pagna di una vita, la tua Linda, è stato per noi l’ul-timo insegnamento.Ora sei con lui, con FrancoUna terribile malattia in poche settimane ti hastrappato alla tua famiglia.Sei partito giovane per lavorare. Hai vissuto inAfrica per qualche anno e poi il tuo lavoro ha con-tinuato a portarti spesso lontano, in varie parti delmondo, anche in zone pericolose e tormentate daguerre civili dove per poter svolgere il tuo lavoroa volte dovevi avere la scorta. Questo ti ha fattoapprezzare il valore di vivere in famiglia. E con latua hai deciso di tornare nella natia Summaga,anche per poter stare vicino ai genitori che stava-no invecchiando. Sei stato una guida per me. Ericapace ad essere presente anche lontano. Non sodescrivere il vuoto che hai lasciato…In tua memoria è stata fatta una raccolta a MediciSenza Frontiere, una Associazione in cui tu crede-vi.In questa pagina i familiari ringraziano tutti colo-ro che hanno dato contributo alla raccolta.

Mi mancate Grazie Papà, Grazie Franco

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... a una persona cara...

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Ricordo di Anna Rizzetto

L'AssenzaTroverai le sue parolela sua vocenelle stanze piene di silenzio

vedrai i suoi passi nella polvereche si formerà nel tempo

troverai le cose che ha toccatoil contorno delle manidisteso sopra il tavolo in cucina

forse saprai quanto ti mancaguardando le sue fotoricordando un gesto... un riso

... poi la ricorderaiin silenzio e al buio la chiameraicome quando eri bambina

... così quando le persone carese ne vannodi loro resta l'ombrala forza di una mano sulla spalla

... dentro la notte le ritroverai di una presenza così fortepesante come un domani di assenza

AlRo

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Li ricordiamo con amore nella preghiera

Guido Boccolonn. 3-9-1919 - m. 15-12-2011

anni 92

Bruno Bravinn. 6-6-1925 - m. 22-1-2012

anni 86

51

Maria Dalla Pozzaved. Milan

n. 2-5-1924 - m. 29-11-2011anni 87

Attilio Zanutton. 9-10-1935 - m. 28-12-2011

anni 76

Tullia Lucchinived. Pirtali

n. 15-10-1920 - m. 8-2-2012anni 91

Clotilde Colussoved. Benvenuto

n. 12-6-1921- m. 18-2-2012anni 90

Luigi Fontaneln. 29-9-1919 - m. 25-1-2012

anni 92

Giorgio Bergamon. 26-8-1933 - m. 4-2-2012

anni 78

Giuseppe Giordanon. 21-11-1938 - m. 9-3-2012

anni 73

Ines Vecchioved. Gruarin

n. 14-3-1924 - m. 15-01-2012anni 87

Maria Celantin Gardiman

n. 3-6-1920 - m. 16-1-2012

Marisa Miglioranzain Palma

m. 4-3-2012anni 69

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Daniela Vianelloin Rezzadore

n. 4-9-1951 - m. 2-5-2012

Luciano Tesolinn. 5-5-1939 - m. 21-1-2008

anni 68

Umberto Faorlin n. 30-9-1922m. 26-4-2012

Perdono,da dove arrivi mi chiedo,quando tutto il maleche sento contorcere il mio essere si quieta,se ti chiamo.Da quale parte di me nasce la tua forza?.Dal desiderio di comprendere chi mi ferisce,di giustificare?  Si.Così spezzo le catene e mi sento liberaper il senso che gli do.Se non ti conoscessi non vivrei il dono della vita,non scoprirei quel più in là, che sono sempre io.Sei la linfa del mio ramo, in quel fiore nuovovedo il mio centro che batte.Mi emoziono... In una mano tengo stretto l'amore,che diventa sempre più pieno quando nell'altralascio libero il perdono.

Gigliola Biason

Celestina Daneluzziin Valvason

n. 24-3-1936 - m. 24-3-2012anni 76

Mario Arreghinin. 20-10-1937 - m. 4-4-2012

anni 74

Anna Rizzettoved. Alessandrini

n. 29-4-1921 - m. 4-4-2012anni 90

Ci sono dolori per cui non esistono parole in nessun dizionario. Dolori e angosce davanti alle qua-li la risposta migliore è il silenzio. Di fronte a certe tragedie, a certe sofferenze non servono né filo-sofie, né prediche. E il rimedio migliore, dico rimedio non risposta, sarà semplicemente la tua par-tecipazione di amico, la tua presenza amorosa, il tuo "essere con" la persona sofferente, l'ammala-to. La miglior risposta quindi è "essere con", è il silenzio, l'accettazione per quanto possibile.

D. M.Turoldo

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Le offerte alla Chiesa

“Girovagando” in Internet, mi sono imbattuto in untesto dal titolo: “Perché si rendono note le offerte deiSummaghesi alla Chiesa?”.Complice l’anonimato della rete, l’autore del testo inquestione, esprime le sue critiche sulla consuetudinedi pubblicare nel bollettino “Qui Summaga” nomi diparrocchiani, gruppi, famiglie e i relativi importi ver-sati a sostegno della Parrocchia.Nel testo si citano, in momenti diversi: il compensoche Adriano Celentano ha pubblicamente dichiaratodi voler devolvere a famiglie bisognose (a seguito dipolemiche sorte per l’esorbitante somma offertaglidalla televisione pubblica...), il Vangelo di Matteodove si tratta l’importanza di non ostentare gesti dibeneficenza e si riporta testualmente un passo dellaParola sempre concernente il non fare mostra delleopere di bene (Matteo, 6,1-4).Richiamando, poi, l’uso della pubblicazione dellarubrica “La Generosità dei Summaghesi” come una“leggerezza” ed un “errore” commesso da mons.Umberto, così come da don Giuseppe, l’autore deltesto termina con un’incitazione a “smetterla disbandierare ai quattro venti” le opere di generositàdefinendo la succitata rubrica come un “elenco deipiù meritevoli”.Il testo mi ha spinto ad alcune riflessioni che vorreicondividere con Voi tutti.Innanzi tutto credo che questa via di comunicazione– Internet – seppur diffusissima ai nostri giorni siaparticolarmente inadeguata: se una persona avesseuna qualche critica da fare circa l’operato, in questocaso, di un sacerdote, di un Consiglio Parrocchiale,di un comitato di redazione e, infine, di persone egruppi a cui fa piacere vedere pubblicato il propriocontributo alla comunità, sarebbe opportuno che loaffermasse e si confrontasse apertamente, senzanascondersi dietro una pagina web.In secondo luogo, per riferirmi ai passaggi del testo,non paragonerei l’elenco delle offerte dei nostri par-rocchiani, alla pubblicità della donazione di Celenta-no (350.000euro). Di là da questo paragone, chepotrebbe anche non rilevare, trovo se non altro pre-suntuoso citare testualmente il Vangelo interpretan-dolo letteralmente come un esegeta nella convinzio-ne, evidentemente, di averne compreso messaggiche forse nessuno tra noi comprende fino in fondo.Il contenuto malevolo del testo mi sembra una provadi “incomprensione” delle Scritture...Sapendo bene, come membro del Consiglio Pastora-le Parrocchiale, quale sia lo spirito di chi offre il pro-prio contributo (dal più esiguo al più ingente, questonon ha alcun’importanza) per sostenere le attività

Parrocchiali e consapevole di quanto abbiamo potu-to fare proprio grazie a questa “Generosità dei Sum-maghesi” (che qui è stigmatizzata come un peccatoperché resa pubblica e, quindi, privata di qualsiasigiusta valenza), non vedo come la pubblicità nellarubrica di questo Bollettino possa in alcun modoledere o, quasi, “sporcare” tutto il bene e la benevo-lenza che esprimono, perché proprio di benevolenzae di bene qui credo si tratti.Non citerò le Scritture, ma mi viene in mente qualco-sa circa la “pagliuzza” e la “trave” e, soprattutto, miviene in mente che il bene o il male non è nellasostanza, nella realtà di ciò che vediamo e viviamo,ma in quello che scegliamo di vedere. Il pensieromalevolo è dentro di noi, non fuori.Così, se in una scelta come quella di pubblicare deinomi, per condividere uno sforzo comune e, consen-titemelo, per coinvolgere anche persone che non ave-vano mai pensato di poter partecipare a migliorare esostenere la loro Comunità Cristiana, vogliamovedere “vanità” ed “ostentazione” e perdere di vista,quindi, il contenuto di quei gesti, la loro finalità“buona”, si può fare. Allora tutto potrebbe diventareun male. Così è male non fare la beneficenza, è malefarla e stamparla su un Bollettino, è male non parlar-ne perché qualcuno potrebbe comportarsi in modoscorretto e appropriarsi indebitamente delle offertedestinate alla Parrocchia... ed ecco ancora la malevo-lenza... Il Vangelo cosa dice circa la malevolenza?L’autore del testo, seppure... conoscitore delle Scrit-ture, non lo dice...Ora vorrei finire questo scritto, perché non era miaintenzione dare motivo di sterili polemiche ed inuti-li malizie.La pubblicazione dei nomi di coloro che hanno volu-to dare il loro contributo alle opere parrocchiali, èsempre stata fatta per fini buoni, per rendere tuttipartecipi di ciò che facciamo, per essere il più possi-bile davvero trasparenti. Ci sembra un modo di sentirci partecipi e non haalcun fine d’ostentazione.Data la gran quantità d’informazioni che i mezzi dicomunicazione ci trasmettono quotidianamente:notizie di lotte, di difficoltà, di conflitti, anche di tra-gedie, non vedo come il pubblicizzare opere buonepossa essere lesivo o contrastare con la Parola. Sequalcuno ha peccato di vanità, lo saprà certo dentrodi sé.Ringrazio tutti quelli che continuano ad essere soli-dali con la Comunità nel bene.

Idilio Buoso

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PERCHÈ SI RENDONO NOTE LE OFFERTE DEI SUMMAGHESI ALLA CHIESA?

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La generosità dei SummaghesiIn ogni numero di «Qui Summaga» si riporta l’elenco di persone, famiglie, gruppi

che devolvono generosamente offerte per le opere ed attività parrocchiali, per le missioni e solidarietà. La comunità sentitamente ringrazia.

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OFFERTE PER CELEBRAZIONI SACRAMENTALI

BATTESIMO DI GRANDI LEONARDO - DAI GENITORI 100,00 BATTESIMO DI MOIMAS LORENZODAI NONNI MIGLIORANZA 20,00 BATTESIMO DI PASTORINI FRANCESCO DAI GENITORI 50,00 BATTESIMO DI TESOLIN NICOLA - DAI GENITORI 100,00 CRESIMA DI FAGOTTO DARIO - DAI NONNI 50,00

OFFERTE "IN MEMORIA DI"

ARREGHINI MARIO - DALLA MOGLIE 200,00 BERGAMO GIORGIO - DALLA FAMIGLIA 100,00 BOZZA PRIMO - DAI PARENTI 150,00 BRAVIN BRUNO - DAI PARENTI 230,00 BRAVIN BRUNO - DALLA FAMIGLIA 200,00 CECCOTTO TIZIANA - DAI GENITORI 90,00 COLUSSO CLOTILDE - DALLA FAMIGLIA 150,00 DANELUZZI CELESTINA - DALLA FAMIGLIA 100,00 DELLA POZZA MARIA -DALLA FAMIGLIA 500,00 DI MARCO IOLANDA - DALLA FAMIGLIA 200,00 FONTANEL LUIGI - DALLA FAMIGLIA 120,00 GIORDANO GIUSEPPE - DALLA CLASSE 1938 100,00 GIORDANO GIUSEPPE - DALLA FAMIGLIA 150,00 LUCCHINI TULLIA - DAI FIGLI 100,00 MARZINOTTO AMELIO - DALLA FAMIGLIA 50,00 MARZINOTTO GINO - DALLA MOGLIE E DAI FIGLI 300,00 MIGLIORANZA MARISA - DAL MARITO 50,00 MIGLIORANZA POMPEO - DA IRINA 50,00 MIGLIORANZA POMPEO - DALLE FAMIGLIEMIGLIORANZA 140,00 PASCOTTO MARCELLA - DAI NIPOTI CLARAE SILVANO DA MONCALIERI (TORINO) 50,00 PASCOTTO MARCELLA - DALLA FAMIGLIA 100,00 PASIAN SILVIA - DALLA FAMIGLIA 50,00 RIZZETTO ALESSANDRINI ANNA - DAI FIGLI 200,00 SEGATTO LINO - DA MARZOTTO VITTORIO 3.000,00 SEGATTO LINO - DA MARZOTTO DIAMANTE 3.000,00 SEGATTO LINO - DA MARZOTTO MATTEO 3.000,00 TOMADON VITTORIA - DA PINOS PIERINA 50,00 TREVISANUT NATALINA - DALLA FAMIGLIA 100,00 VECCHIO INES VED. GRUARIN - DALLA FAMIGLIA 100,00 VELLO LUCIANO - DAI NIPOTI SARA E DARIO EDAL PRONIPOTE SIMONE 50,00 VELLO LUCIANO - DALLA FAMIGLIA 250,00 ZANOTTO LUIGIA - DALLA FAMIGLIA 200,00 ZANUTTO ATTILIO - DALLA FAMIGLIA 200,00 ZANUTTO ATTILIO - DALLA FAMIGLIA (PER IL CORO) 50,00 ZANUTTO ATTILIO - FAMIGLIA BELLAMIO 100,00

OFFERTE PER ATTIVITA' CARITATIVE - CARITAS

PARROCCHIALEFLOSS ELISA 130,00 GRUPPO PREGHIERA 100,00 IN MEMORIA DI BERGAMO GIORGIO 347,00 IN MEMORIA DI DI MARCO IOLANDA - FAMIGLIA 100,00

SEI PERSONE CHE HANNO VOLUTO MANTENEREL'ANONIMATO 383,00

OFFERTE PER BOLLETTINO "QUI SUMMAGA"

ANDREON GABRIELLA - AZZANO DECIMO (PN) 40,00 BARBON ORIETTA E CIRO - NAPOLI 50,00 BASSO ZANIN INES - CONCORDIA SAGITTARIA 20,00 BATTISTELLA CESARE E LONGATO ANNA VERGHERA (VARESE) 100,00 BATTISTON MARIA IN COLLAVITTI - PORTOGRUARO 10,00 BATTISTON RINA - SESTO AL REGHENA (PORDENONE) 20,00 BIANCO LUCIANO - CONCORDIA SAGITTARIA 10,00 BIROLINI PATRIZIA - MILANO 20,00 BIZZARO LUCIANO ED ELISA - PORTOGRUARO 20,00 BOCCALON GUIDO - PORTOGRUARO 50,00 BOCCALON LORETTA - PORTOGRUARO 15,00 BORNACIN VALMEN - FOSSALTA DI PORTOGRUARO 20,00 BOSCARI GIOVANNI 50,00 BOZZA CARLO - TESON DI CONCORDIA SAGITTARIA 15,00 BUSELLATO RINO - PRADIPOZZO 50,00 CALZAVARA GRIGOLETTO GRAZIELLA - ZELARINOMESTRE (VENEZIA) 30,00 CATARUZZA PINO LORENZO E PICCOLO WANDAAURONZO (BELLUNO) 50,00 DAL MAS MARIA TERESA 20,00 DEMO TARCISIO - PASIANO (PORDENONE) 20,00 UNDICI PERSONE CHE HANNO VOLUTO MANTENEREL'ANONIMATO 420,00 DRIGO CATERINA DAL BELGIO 100,00 DRIGO GRAZIELLA - AZZANO DECIMO (PORDENONE) 30,00 DRIGO LINDA - CARONNO (VARESE) 20,00 FAMIGLIA BASSO - PRAMAGGIORE 20,00 FAMIGLIA VELLO 30,00 FILIPPI TERESINA - ROGNO (BERGAMO) 150,00 GARDIMAN CARMELA - MONCALIERI (TORINO) 25,00 IN MEMORIA DI BOCCALON GUIDO - DAL FIGLIOCLAUDIO 100,00 LUCCHETTA VALENTINO - CORSICO (MILANO) 30,00 LUCCHETTA VALENTINO E MASCARIN GIUSEPPINA 60,00 MARTIN ANTONIO - ANNONE VENETO 10,00 MASCARIN SENATORE - CINTO CAOMAGGIORE 30,00 MIGLIORINI SARA 5,00 MIOR AMELIA - PORTOGRUARO 20,00 MIOR ELSA 10,00 MIOR MARIO - GOLASECCA (VARESE) 100,00 MARZINOTTO TREVISAN NORMA 50,00 PANTAROTO GINA - VEROLENGO (TORINO) 50,00 PARONCILLI GILBERTO - SAN GIOVANNI DIPOLCENIGO (PORDENONE) 100,00 PASTORINI CINZIA - JESI (ANCONA) 20,00 PIASENTIN VILLOTTA ANTONIA - PORTOGRUARO 50,00 PICCOLO OLGA - COMO 20,00 PIRTALI MARINO 50,00 QUERINI AMALIA - CONCORDIA SAGITTARIA 15,00 ROUBY ZANOTTO LUCIENNE - MARMANDE(FRANCIA) 30,00 SEDRANI PAOLO - PORTOGRUARO 30,00

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SEDRANI PAOLO - PORTOGRUARO 20,00 SEGATTO ELIO - RACCONIGI (CUNEO) 20,00 SORELLE STIVAL E COGNATO - PORTOGRUARO ECONCORDIA SAGITTARIA 60,00 STIVAL DINA - PRATA (PORDENONE) 50,00 STIVAL LINA - PORTOGRUARO 50,00 TESOLIN ALDO - MILANO 50,00 TESOLIN IVANA - CENCENIGHE (BELLUNO) 20,00 TREVISANUT GIANNINO - PORTOGRUARO 30,00 UNA FAMIGLIA DI CINTO CAOMAGGIORE 50,00 VELLO CARMELO - PRADIPOZZO 30,00 VENIER ITALIA 5,00 VERONESE VITTORIO - PRADIPOZZO 25,00 VIA AMENDOLA E VIA SANTA ELISABETTA TRAMITE CARNELETTO SARTORI DILETTA 335,00 VIA CAVARIOL E VIA DEL BOSCO - TRAMITE BARBONLUIGINA 125,00 VIA FORNACE,VIA ALTA E VIA CASAI DEL TAU'TRAMITE MIGLIORANZA D'ACHILLE CLAUDIA 155,00 VIA FRANCA - TRAMITE GRIGOLETTO LUCIA EBRUN MARTA 400,00 VIA FRANCA - TRAMITE STIVAL DORIANO 105,00 VIA GOBETTI E VIA SANTA GIUSTINA - TRAMITECONTE ROSANNA 235,00 VIA MAUTE,VIA PRAMORIN E VIA CA' TIEPOLOTRAMITE PIERASCO ASSUNTA 305,00 VIA MONTECASSINO - TRAMITE TREVISIOLROSANNA 390,00 VIA MONTECASSINO,VIA REZZONICO E VIAEINAUDI - TRAMITE CAMPANER LUCIANA ETREVISIOL ROSANNA 194,40 VIA NOIARE - TRAMITE PASIAN ROSANNA 180,00 VIA NOIARE E VIA GOBBESSO - TRAMITE STIVALLETIZIA 130,00 VIA NOIARE E VIA SAN GIUSTO - TRAMITEZANET MARILENA 105,00 VIA SAN BENEDETTO E PIAZZA DE BORTOLITRAMITE GOI BERTILLA 285,00 VIA SANT'URBANO TRAMITE BASSO ORIANA 252,00 VIA SUBIACO E VIA AQUILEIA - TRAMITE MARTINCESARINA 250,00 VIA VILLA,VIA ALBERTO E VIA CA' TIEPOLOTRAMITE ZANET INES 470,00 VIA VILLA,VIA RISERE,VIA DELLE ABBAZIE E VIATREVISO - TRAMITE SIMONATTO ARGENTINA EMONIA 560,00 VIA VIOLA E VIA CASAI DEL TAU' - TRAMITEANDREON AGNESE 220,00 ZADRO ELSA - BUSTO GAROLFO (MILANO) 100,00 ZANON LUIGI - PORTOGRUARO 50,00 ZANOTTO GABRIELLA - PAGNACCO (UDINE) 50,00 ZANOTTO ILENIO - PORTOGRUARO 50,00 ZAVATTIN MARIA - VILLOTTA DI CHIONS(PORDENONE) 10,00 ZORDAN MARIO E MILAN EVELINA 100,00 ZULIAN MAURIZIA - GRUARO 10,00

OFFERTE PER USO LOCALI PARROCCHIALI

CLAN VILLOTTA 1 20,00 FESTA DI COMPLEANNO DI FAGOTTO NICOLE 50,00 FESTA DI COMPLEANNO DI LUBIATO LEONARDO 30,00 FESTA DI COMPLEANNO DI FAGOTTO ALICE 20,00 FESTA DI COMPLEANNO DI BOTTAN 25,00 FESTA DI COMPLEANNO DI VENIER ALESSANDRO 50,00 FESTA DI COMPLEANNO DI VOGRIG BETTINA 20,00 FESTA DI COMPLEANNO TRAMITE BRUN MATTEO 40,00

FESTA DI COMPLEANNO DI FERRARESSO EDOARDO 30,00 I BAMBINI DELLA SCUOLA MATERNA IN OCCASIONEDI "ARRIVA BABBO NATALE" 30,00

OFFERTE PER OPERE PARROCCHIALI

"BUSTE DEL BUON CUORE SUMMAGHESE" 5.861,00 60° ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO DI MASCARINSENATORE 60,00 AMICI DELLE BOCCE 300,00 ANNIVERSARIO MATRIMONIO DI PINAZZA FURIOED ELDA - PORTOGRUARO 50,00 ARREGHINI ORNELLO 20,00 ASSOCIAZIONE "VIVIAMO SUMMAGA" 500,00 ASSOCIAZIONE ORNITOLOGICA VENETOORIENTALE 650,00 BENEDIZIONE CASERA DRIGO - GLI AMICI 30,00 BENEDIZIONE CASERA DRIGO - I PARENTI 20,00 BENEDIZIONE FAMIGLIE 30,00 BENEDIZIONE MACCHINE COMUNITA' FILIPPINA 30,00 BERGAMO GABRIELE 20,00 BOSCARI GIOVANNI 50,00 BOZZA GIANNINO 40,00 CLASSE 1934 100,00 CLASSE 1941 255,00 CLASSE 1951 150,00 CLASSE 1966 40,00 CLASSE 1966 150,00 DEMO TARCISIO - PASIANO (PORDENONE) 20,00 DRIGO LIONELLO 50,00 DUE PERSONE IN OCCASIONE DEGLI ANNIVERSARIDI MATRIMONIO 200,00 FAMIGLIA BRAVIN LUCIANO 50,00 FAMIGLIA MARCHESAN DAVIDE 100,00 FAORLIN LUIGI 50,00 FLOSS ELISA 100,00 FLOSS ELISA 30,00 GRUPPO ALPINI SEZIONE DI PORTOGRUARO 50,00 GRUPPO DI PREGHIERA MADONNA DI MEDJUGORIE 37,20 GRUPPO DONNE DEL MERCATINO IN OCCASIONEDELLA PESCA DI BENEFICENZA 500,00 IN MEMORIA DI VELLO LUCIANO DAI NIPOTI SARAE DARIO E PRONIPOTE SIMONE 50,00 IN MEMORIA DI VELLO LUCIANO - DAI NIPOTI SARAE DARIO E DAL PRONIPOTE SIMONE 50,00 IN OCCASIONE DELL'ANNIVERSARIO DI DON RENZOSTEFANI - DA UNA PERSONA 60,00 IN OCCASIONE LAUREA DI SIMONATO IRENELA FAMIGLIA 50,00 MARTIN SEVERINO 50,00 MARZINOTTO ANNA 30,00 PELLEGRINAGGIO ALLA DIOCESI DI VICENZA 50,00 PER ACQUISTO FIORI ALCUNE FAMIGLIE DI VIANOIARI 60,00 QUERINI LINA 30,00 ROSALEN MARIA 20,00 SEGATTO IGINO 100,00 SEGATTO LUIGI 30,00 SEZIONE COMBATTENTI E REDUCI - SUMMAGA 150,00 SIGNORE DELLA DOMENICA 155,00 STIVAL DORIANO 100,00 STIVAL NARCISO 30,00 UN GRUPPO DI PERSONE 12,00 UNA PERSONA IN ONORE ALLA MADONNA PERGRAZIA RICEVUTA 100,00 SETTANTACINQUE PERSONE CHE HANNO VOLUTOMANTENERE L'ANONIMATO 1.731,00

S.E.&O.

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INVALIDICIVILI

La procedura telematica per il rico-noscimento di invalidità civile, handi-cap, e disabilità, va a rilento. E’ passa-to oltre un anno dall’entrata in vigoredelle norme che hanno attribuitoall’INPS nuovi compiti per il ricono-scimento di invalidità civile, handicape disabilità e si registrano ancora gra-vissime inefficienze, che stanno pro-vocando disagi a persone già dram-maticamente colpite, costrette adaspettare mesi e mesi prima di vede-re riconosciuti i loro diritti.L’INPS si era impegnata a non supe-rare il periodo di 120 giorni per con-cludere l’iter amministrativo delledomande.La realtà di oggi sta dimostrando chel’istituto non ha saputo raggiungere isuoi obiettivi.I ritardi nel riconoscere i diritti stannoaumentando. L’istituto non ha favo-rito la collaborazione con le Asl e lesue procedure informatiche, nonsperimentate, hanno ostacolato illavoro di tutela dei patronati.Il patronato che ha presentato la pra-tica per il riconoscimento dell’invali-dità civile, dell’handicap o della disa-bilità, infatti, non viene messo in con-dizione di seguire l’iter della doman-da, di informare il suo assistito, disvolgere il ruolo sociale che la leggegli attribuisce, e per questo motivonon può tacere lo stato dei fatti. Ladoverosa guerra ai falsi invalidi non sipuò fare cancellando i diritti di tuttigli altri disabili veri, come sta acca-dendo.

C.R. FNP CISL

Oggi le famiglie hanno a disposizione opportunità per migliorare il loro bilan-cio familiare attraverso il riconoscimento del diritto a godere di prestazionisociali agevolate. L’accesso a queste prestazioni è legato al possesso di deter-minati requisiti soggettivi e alla situazione economica della famiglia.L’ISE (Indice Situazione Economica) e l’ISEE (Indicatore Situazione EconomicaEquivalente) sono gli strumenti adottati da molti enti pubblici e privati pervalutare la situazione economica delle famiglie.L’ISE è un parametro che determina la situazione economica del nucleo fami-liare e scaturisce dalla somma dei redditi e del 20% del patrimonio mobiliare eimmobiliare di tutto il nucleo familiare che, rapportato ad una scala di equiva-lenza che varia in base al numero dei componenti del nucleo familiare, diven-ta ISEE.

Le principali prestazioni agevolate collegate all’ISEE sono:- servizi socio sanitari domiciliari- agevolazioni per servizi di pubblica utilità (sconti su bollette di luce, gas, tele-fono)- esenzione ticket sui farmaci- asili nido e altri servizi per l’infanzia- prestazioni scolastiche (libri di testo, borse di studio)- agevolazioni per tasse universitarie.Per accedere a tali prestazioni non esiste un termine generalizzato infatti lascadenza per la presentazione delle domande così come i criteri per ottenerele prestazioni sono regolamentati dai soggetti che le erogano (Enti o Comuni).La dichiarazione (DSU) ha validità di un anno dalla sottoscrizione e può esse-re utilizzata da qualsiasi componente il nucleo familiare e per qualsiasi presta-zione.Rivolgetevi tranquillamente al CAF CISL sede di Portogruaro, dal lunedi alvenerdi dalle 8:30 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 19:00; gli operatori saranno avostra completa disposizione per fissare un appuntamento per elaborare lapratica ISEE e tanto altro ancora.

R.C.della FNP Cisl

Integrazioni e correzioni al numero 84 “Qui Summaga”

Ci scusiamo per le involontarie omissioni:Pag. 24 Finisce la scuola… è scritto da Anna Giorgiae per gli errori:pag. 17 Classe 1950pag. 45 leggesi “Portogruaro” invece che Cartograferpag. 64 Sig. Marzia nella foto seconda in alto a sinistra

MESTRE VENEZIA - Via Ca’ Marcello 10 tel. 041 2905811

PORTOGRUARO - Via Liguria,19 tel. 0421 223360

ISEE

I N F O R M A Z I O N I U T I L I

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