Qui Summaga n. 84, 2011

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Il bollettino della parrocchia di Summaga di Portogruaro chiuso in redazione il 15 novembre 2011.

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EditorialeCarissimi parrocchiani,da due mesi stiamo vivendo in diocesi il nuovo piano pastorale:

"Ascoltare per educarci alla corresponsabilità" Tutti sappiamo che il "nuovo" per reggere, deve avere solide radici, e queste radici le ritroviamo in: "Nuove relazio-ni", "Nuovi stili di vita", "Nuove presenze", orientamenti promossi dal Convegno diocesano del dicembre 2005 "Iomando voi". Chiediamoci allora quanto ci siamo impegnati a migliorare noi stessi, interroghiamoci se effettivamen-te come persone e come comunità abbiamo fatto qualche progresso nel perseguire gli obiettivi proposti: siamo diven-tati più accoglienti e disponibili o ci è ancora difficile metterci in gioco con spirito evangelico? Valutiamo nel fratel-lo l'opera di Dio o siamo pronti a sottolineare i suoi limiti per dar voce al nostro "Io"? Viviamo nella verità e ci con-frontiamo autenticamente per crescere assieme o giustifichiamo in mille modi le nostre "tendenze"? Ci sforziamoogni giorno di essere testimoni di Gesù e del suo insegnamento... cadendo e rialzandoci con umiltà o inseguiamofalsi miti proposti dal consumismo e dal moderno individualismo? A fine della giornata facciamo un esame atten-to di ciò che abbiamo incontrato nel nostro cammino e gli abbiamo dato un significato cristiano?Il Catechismo degli adulti ci ricorda che: ... "la vita è un cammino di conversione e la Chiesa è un popolo di peni-tenti chiamato a rinnovarsi incessantemente sotto il giudizio esigente e misericordioso della parola di Dio". Il nostrovescovo emerito mons. Ovidio così si esprimeva nel consegnarci le attese del convegno: ... "come discepoli, manda-ti in missione, sperimentiamo tutti una chiamata: Gesù che ci sceglie e ci invia, ha stima e fiducia per la libertà del-l'uomo e ci invita a collaborare all’annuncio del Vangelo (relazioni)". Il vescovo precisava: "Come ai discepoli, mandati in missione, Gesù ci ricorda che i contenuti profondi del Regnovengono rispecchiati nel nuovo stile di vita dei suoi annunciatori. Il nuovo stile comporta alcuni atteggiamenti niti-di e irrinunciabili: un'attenzione preferenziale per i poveri e i sofferenti, una tenerezza operosa, un'azione liberatri-ce dal peccato e dal male, una compassione piena di misericordia e di benevolenza (nuove relazioni). Come ai disce-poli, mandati in missione, ci viene richiesto di avere un bagaglio "leggero", essenziale, che non appesantisca e ral-lenti i passi sulle vie del Vangelo. Gesù ci domanda un comportamento ispirato a sobrietà e vigilanza, a gratuità edisponibilità (stili di vita). Come discepoli, mandati in missione, veniamo preparati ad affrontare e sopportare con-trasti e rifiuti. La nostra sorte non è diversa da quella del Signore Gesù (nuove presenze).Ho riportato un lungo riferimento di mons. Ovidio al piano pastorale degli anni scorsi per poter, io per primo, contutti voi considerare se siamo in cammino e pronti, con l'aiuto dello Spirito Santo, che non manca mai, ad accoglie-re il piano pastorale del nuovo anno.Mons. Giuseppe, nostro nuovo vescovo, invita a un: "percorso esigente che, vuole maturare in tutti un'autenticacorresponsabilità, radicata e fondata nell'ascolto attento della Chiesa e del mondo in particolare della Parola". E con-tinua: "E' mio desiderio inserirmi con gradualità, mettendomi in ascolto di tutti voi e delle comunità". Io, comevostro parroco, mi impegno in questo compito e auspico che la Comunità tutta sappia "ascoltare". Ascoltare è com-patire e condividere. E' quindi un invito al singolo, ai gruppi, alla comunità intera all'apertura e al coinvolgimen-to; un richiamo all'interiorità e a rivolgere lo sguardo verso l'Alto.Invoco l'illuminazione dello Spirito Santo in questo Natale perchè il cammino sia per tutti fecondo.

Don Giuseppe, parroco

Don Giuseppe, mons. Umberto, il Consiglio Pastorale e il Consiglio per gli Affari Economici

augurano un Santo Natale e un felice Anno Nuovo

Editoriale

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Andiamo fino a Betlemmecome pastori

"Andiamo fino a Betlemme. Il viaggio è faticoso, lo so. Molto più faticoso di quantosia stato per i pastori. I quali, in fondo, non dovettero lasciare altro che le ceneri delbivacco e le pecore ruminanti tra i dirupi dei monti. Noi, invece, dobbiamo abbando-nare i recinti di cento sicurezze, i calcoli smaliziati della nostra sufficienza, le lusin-ghe di raffinatissimi patrimoni culturali, la superbia delle nostre conquiste… perandare a trovare che? “Un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”…Mettiamoci in cammino senza paura. Il Natale di quest’anno ci faccia trovare Gesù e,con lui, il bandolo della nostra esistenza redenta, la festa del vivere, il gusto dell’es-senziale, il sapore delle cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il pia-cere della collaborazione, la voglia dell’impegno storico".

(Don Tonino Bello, vescovo)

Andiamo fino a Betlemme

Andiamo fino a Betlemme, come i pastori.

L'importante è muoversi.

E se invece di un Dio glorioso,

ci imbattiamo nella fragilità di un bambino,

non ci venga il dubbio di aver sbagliato il percorso.

Il volto spaurito degli oppressi,

la solitudine degli infelici,

l'amarezza di tutti gli uomini della Terra,

sono il luogo dove Egli continua

a vivere in clandestinità.

A noi il compito di cercarlo.

Mettiamoci in cammino senza paura.

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concelebrazione, per questavostra preghiera a mio favore.Nello stesso tempo un'invocazio-ne di preghiera perché il Signoremi conceda di essere sempre fede-le al mio sacerdozio, come ho cer-cato di esserlo in questi 40 anni.Quarant'anni di sacerdozio: inquesti giorni mi sono sentito spin-to a guardare ciò che ha caratteriz-zato i decenni. Mi sento spinto adire a voi tutti, una parola di spe-ranza e di incoraggiamento; unaparola maturata nell'esperienza,sul fatto che il Signore è buono.Soprattutto però, questa è un'oradi gratitudine al Signore, perl'amicizia che mi ha donato e chevuole donare a tutti noi. Gratitu-dine alle persone che mi hannoformato ed accompagnato. E intutto ciò si cela la preghiera, cheun giorno il Signore nella sua bon-tà ci accolga e ci faccia contempla-re la sua gioia e il suo volto.Fin dalla mia giovane età, in Bel-gio, ero sempre attento ad ascolta-re i racconti dei miei genitori sullaloro terra natia (Summaga/Pra-maggiore). Mi parlavano dellepersone, dei ritmi di vita, deicostumi, delle usanze... e dellaloro fede. Da allora questi inse-gnamenti sono rimasti impressinella mia mente per non essernemai cancellati. Le storie appresedai miei genitori mi hanno fattosentire sempre parte di questa ter-ra meravigliosa e con il passaredegli anni hanno avuto un pro-fondo rilievo nella mia vita. Dalladomenica, 21 agosto 2011, si sonorinvigoriti e rimarranno ancorapiù robusti e sani nel mio animo.Come contraccambiare la vostraamicizia, dedizione, premure e sti-ma nei miei riguardi,se non cele-brando e pregando con e per voitutti con l'affetto di figlio e fratello.Ogni eucarestia è un inno di rin-graziamento al Signore per i gran-di doni che continua ad elargire

Don Renzoringrazia

Don Giuseppe,Monsignor Umberto,Cara Comunità di Summaga

Rientrato dalle ferie, la "vita ordi-naria" d’impegni e attività pasto-rali ha preso il sopravvento. Non atal punto però, che la mente ed ilcuore non ritornino di tanto intanto ai giorni emozionanti tra-scorsi a Summaga quest'anno.Continuamente mi sfilano davan-ti agli occhi persone, luoghi, paro-le care... Siete stati grandiosi...Ringrazio ancora calorosamente edi cuore tutti voi che avete contri-buito e collaborato a solennizzarequesto giorno di ringraziamento edi ricordi cari. Ho gioito di cuoreper Summaga che sa ringraziare ilSignore che sa ringraziare il Signo-re, per il dono del sacerdozio (anchese vissuto lontano da casa, missio-

nario tra ipopoli delmondo).Mi sia ancoraconsentito, diringraziareper primo ilSignore, per i40 anni chemi ha conces-so di vivere ilsacerdozio.Un ringrazia-mento a tuttivoi, che avetevoluto parte-cipare alla

alla sua chiesa nel corso della suastoria.Ecco il mio augurio a tutti voi: cheDio vi tenga sempre nel palmodella sua mano; ogni giorno, e inparticolare quando affrontate gliimpegni anche gravosi, che sietechiamati continuamente a soste-nere.E il Signore continui ad aiutareanche me nel cammino in questaterra di Germania.

Don Renzo StefaniKrefeld 15.09.2011

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Missione Cattolica italiana, Corneliusstr. 22, 47798 Krefeld,

Tel.&Fax: 0049-2151-546228

Summaga 16 novembre 2011

Carissimo don Renzo,Le invio tramite il giornaleparrocchiale "Qui Summaga",questa breve lettera per rin-graziarLa caldamente per lagiornata del suo 40° anno disacerdozio svoltosi nei mesiscorsi.E' stata una giornata meravi-gliosa dove ho passatomomenti di vera amicizia eserenità assieme ai suoi fami-gliari e a molti summaghesi.Caro don Renzo, ho conosciu-to nella mia vita molte perso-ne, ma Lei mi ha colpito per lasua umiltà e per la sua corte-sia.Ritengo che Lei stia svolgendouna grande opera in terra diGermania in favore delle fami-glie di emigranti italiani, man-tenendo un contatto direttocon la madrepatria, in partico-lare assolvendo con fermezzaad un ruolo di padre spiritua-le in un momento molto diffi-cile per la crisi economica emorale che attanaglia la socie-tà moderna.Colgo l'occasione di inviare imigliori auguri di Buone feste,sperando di rivederLa al piùpresto a Summaga.Grazie ancora di cuore per laserenità e simpatia che infon-de a tutti.Con ammirazione e rispetto

Mario RossiComplesso statuario nella Cattedrale diMönchen-Glabach.

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Abbazia di Summagae San Giovanni Apostolo

L’enigma San Giovanni. Dopo ilcompletamento dei restauri del-l’abside di sinistra della chiesaabbaziale con lo scoprimentototale della figura di San Gio-vanni evangelista si pongonoimportanti interrogativi, nonsolo ai critici d’arte ma anchealla gente comune che cerca diinterpretare l’affresco. Per quale motivo il pittore due-centesco ha dedicato all’autoredel quarto Vangelo una rappre-sentazione così in vista? La scrit-ta “In principio erat Verbum” èinfatti il primo versetto di quelVangelo e permette di identifi-care con sicurezza il soggettocentrale rappresentato come unvecchio dalla calvizie pronun-ciata, segno di saggezza ed

autorevolezza. Appartiene almondo giovanneo anche iltema dell’Agnello di Dio (Gv 1,29) rappresentato al centro del-la volta a botte. E’ l’evangelistaGiovanni a riportare la testimo-nianza dell’altro Giovanni, ilBattista, che vedendo Gesùvenire verso di lui affermò:“Ecco l’agnello di Dio, eccocolui che toglie i peccati delmondo”. L’Agnello è uno dei principalisimboli di Cristo, ripreso ancorada San Giovanni diffusamentenell’Apocalisse, l’ultimo librodel Nuovo Testamento. Nellafigura dell’agnello si fondono isimboli già presenti nei libri delVecchio Testamento: il “servo”del profeta Isaia, che porta i pec-

cati degli uomini e si offre come“agnello di espiazione” el’agnello pasquale dell’Esodo,simbolo della redenzioned’Israele.La restauratrice Anna Comoret-to e Luca Majoli, direttore deilavori di restauro nonché fun-zionario della Soprintendenzaal Patrimonio Storico. Artisticodel Veneto Orientale, affermanodi aver riscontrato nell’affrescodell’abside di sinistra e soprat-tutto nella volta a botte una qua-lità della preparazione pittoricache si riscontra solitamente sol-tanto nelle tavole dipinte e neicodici miniati. Si tratta di unlavoro eseguito da un pittoremolto preparato anche dal pun-to di vista tecnico.

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San Giovanninell’abside maggiore

Gli affreschi dell’abside di sini-stra, sempre secondo Majoli,sono contemporanei a quellidell’abside maggiore: risalgonoalla prima metà del Duecento esono opera dello stesso maestro,quel Giovanni Veneziano, il cuinome è stato individuato datempo nell’iscrizione sottostantela finestrella centrale. Dell’arti-sta, sicuramente d’ambito roma-nico-bizantino, non si conosceancora null’altro. Le diversità nell’aspetto odiernodegli affreschi delle due absidisono spiegate dalla differentestoria conservativa e di restauro.San Giovanni è presente bendue volte nell’abside maggiore:nel semicatino attraverso ilsimbolo dell’aquila, dipintosulla sinistra in alto rispettoalla Madonna in mandorla; nelregistro centrale, Giovanni èuno dei dodici apostoli, che,rappresentati all’interno di arca-telle, fanno corona alla figuracentrale di Gesù Cristo. Il simbolo dell’aquila è il meglioconservato dei quattro, dipintocon particolare accuratezza, chesolo da vicino può essere com-pletamente apprezzata (io ebbila fortuna di farlo durante irestauri degli anni ’80 eseguiti

dal maestro“Memi” Bot-ter). Degli altritre simboli èleggibile soloil leone di SanMarco, in bas-so a destra,mentre quellidi San Matteo(l’uomo) e diSan Luca (iltoro) sonoandati perdutiquasi comple-tamente e vi sipossono intra-vedere solodei frammen-ti. Nel registrocentrale l’apo-stolo Giovan-ni dovrebbeessere identi-ficato nelsecondo adestra del Cristo subito dopoquello che dovrebbe essere SanPaolo: l’iconografia è quasi lastessa dell’abside di sinistra, conla calvizie pronunciata e le vestidello stesso colore. Il condizio-nale è d’obbligo perché deidodici apostoli solo San Pietro, ilprimo a sinistra del Cristo, èidentificabile con certezza permezzo delle chiavi.

Va rilevato che nel Medio Evo sirappresentava San Giovannicome un vecchio perché storica-mente fu l’ultimo apostolo amorire, in tarda età, l’unico permorte naturale e non per marti-rio. Solo a partire dal Quattrocento,e più ancora nel Rinascimento,San Giovanni sarà rappresenta-to come un giovane, forse ricor-dando il ruolo da lui avuto nelcorso dell’Ultima Cena dellaPassione.

San Giovanninel sacello romanico

Gli affreschi più antichi dell’Ab-bazia di Summaga sono quellidel sacello romanico alla basedel campanile. Vengono datatiattorno al Mille e Cento, annopiù anno meno, cioè tra la finedell’undicesimo secolo e l’iniziodel dodicesimo. La raffigurazione più importan-te è quella della Crocifissionedella parete sud, la più antica adaffresco nella diocesi di Concor-dia-Pordenone. San Giovanni èrappresentato assieme allaMadonna ai piedi della Croce:Maria dolente sulla sinistra dichi guarda e l’Apostolo sulladestra. La scena sembra propriouscita dal Vangelo di San Gio-vanni, l’unico che ricorda l’apo-stolo prediletto come testimoneoculare della morte di Cristo(Gv, 19,30). Anche nel sacellosono rappresentati i simboli deiquattro evangelisti, poco leggi-bili, sui quattro pennacchi dellavolta.

Antonio Martin

Aquila, simbolo dell’Evangelista Gio-vanni a sinistra in alto rispetto allaMadonna.

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57) Quale fine per i beni abbaziali?(dall’Archivio di Stato di Venezia, Deputazione ad piascausas, b. 16)

Nel 1766 la Repubblica di Venezia aveva dato vita adun nuovo organismo per riformare il settore ecclesia-stico, secondo un indirizzo giurisdizionalista, piùtenue di quello asburgico. Tale magistratura, che peruna decina d’anni svolse un febbrile lavoro di raccoltadati e di proposte, viene chiamata deputazione ad piascausas (ma ufficialmente era la “Deputazione straordi-naria aggiunta al Collegio dei Dieci Savi sopra le deci-me in Rialto”). In una lettera del 29 dicembre 1786 indi-rizzata al serenissimo principe, i deputati si occupava-no del seminario diocesano sito in Portogruaro perlamentarne la deplorevole situazione economica. Pren-dendo spunto dall’«accresciuto prezzo dei viveri senzaverun aumento di entrata perché costituita in contan-ti», imploravano l’uso dei beni provenienti dalla sop-pressa abbazia di Summaga e dalla cassa opere pie per

far fronte allo sbilancio economico del seminario. Larichiesta si faceva forte d’un decreto del 30.4.1781 (ecircolare applicativa del successivo 7 dicembre), inbase alla quale si prevedeva di distribuire anche aiseminari - una volta sussidiate le parrocchie povere –quanto restava dei beni provenienti dalla soppressionedei benefici. Gli studi finora pubblicati sul seminarioportogruarese non consentono di verificare se una par-te dei beni abbaziali prese davvero quella strada.Sarebbe un bell’impiego di tempo, da pensionati, quel-lo di cercare di ricostruire quale fine fecero le numero-se proprietà abbaziali, attraverso la copiosa documen-tazione dell’ultimo commendatario Carlo Rezzonico(nipote del più celebre omonimo, divenuto papa), giàin parte analizzata dagli storici veneti.

58) Cornici(da G. Trevisan, Le pitture murali al tempo dei Benedetti-

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Spigolature

Verona, chiesa benedettina dei santi Fermo e Rustico.

ni, in P. Golinelli – C.G. Brenzoni, I santi Fermo e Rusti-co. Un culto e una chiesa in Verona, Verona 2004, pp. 185-197)

È bello, mentre si legge qualche saggio documentatosu altri posti (in questo caso, quelli di provenienza del-l’attuale vescovo di Concordia), imbattersi in qualcheriferimento all’abbazia di Summaga. Gli affreschi della“nostra” chiesa sono insieme semplici e carichi di mae-stosa sobrietà. Nella chiesa benedettina veronese deisanti Fermo e Rustico ce ne sono di simili. Ma colpisceun’osservazione dello studioso che li presenta: alcunidi essi sono compresi all’interno di una cornice colorrosso e, in un caso, viene conservata «a tratti la corniceoriginaria a fascia doppia rossa e ocra con intermissio-ne di un raro motivo a perline bianche “fra parentesitonde”, una sorta di stilizzazione estrema del motivo aovuli e dardi delle cornici antiche e medievali». Comenegli affreschi del sacello di Summaga, citato per unraffronto di analogia. A conferma che nei secoli delbasso medioevo c’erano relazioni e scambi a vasto rag-gio, non comprimibili negli attuali perimetri ammini-strativi o turistici.

59) De bot

Trent’anni fa un drappello di anziani aveva aderito conentusiasmo all’avventura di raccogliere tracce delnostro passato. Qualcuno di loro è ancora tra noi; i piùsono andati avanti. Avevano dedicato molte ore ad unaricerca appassionata: con tenacia ed entusiasmo giova-nile, coordinati con maestria e pazienza, hanno scava-to nella memoria per dare alle stampe (in ciclostile) undizionario del linguaggio parlato a Summaga nella pri-ma metà del Novecento. Avevano operato senza mar-keting, senza tante cerimonie, compilando un’operasquisita (perché quanto è preservato in un paese comeil nostro, in apparenza piccolo e marginale, a saperloben guardare, si muove in flussi culturali e religiosimolto vasti nel tempo e nello spazio). Il loro rimane atutt’oggi un volume prezioso, che periodicamente sfo-glio con profitto, per rintracciare modi di dire, o sem-plicemente per controllare il significato di termini chesi utilizzano sempre meno. Qualche rara volta miappunto parole dialettali sentite da piccolo, ma nonritrovo nel dizionario, forse dimenticate (tra le moltis-sime registrate), o forse escluse perché non ritenuteveramente autoctone: da bisòte a crunciar, a matuthet,musigna, scalmanà, ‘sisini, speocioso, stìroa, subioti, fino atotonèl (per bambino, francesismo da toton, trottola).L’unica assenza che spiace è quella dell’espressione debot (che non vuol dire soltanto a momenti, forse è ancheun residuo del romanzo deforme, torto). Ogni volta chela sento o mi compare sulla lingua, rivedo il sorrisobonario e salace di zio Paulin che, appena qualcunocadeva senza volerlo, ne accompagnava il commento:«De bot te cascava». Ho capito pian piano quanta sag-gezza c’era nell’invito ad accettare le cadute e i falli-menti della vita con un ironico o autoironico de bot.

R. S.

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Che cosa state cercando?

Che cosa state cercando? Questala domanda al centro della setti-mana agostana che ha contrad-distinto la Giornata Mondialedella Gioventù (la GMG 2011)svoltasi a Madrid. Molti giovani,anche delle nostre parrocchie,con lo zaino in spalla e tantoentusiasmo, hanno voluto vive-re questa particolare esperienza.Ne ho incontrati alcunie ho chiesto loro se hanno trova-to quanto cercavano, se hannodavvero portato a casa “qualco-sa”. Una serie di risposte chehanno focalizzato il senso ed ilsignificato del “credere oggi”,ma soprattutto una volontà dicamminare insieme per tentaredi raggiungere “un porto sicu-ro”. Temi indubbiamente impegnati-vi che partono da alcuni presup-posti che proprio nella capitalespagnola sono stati più volteesplicitati, non solo dal Papa edai numerosi vescovi presenti,ma anche da altri autorevoliesponenti del pensiero cattolico.Non possiamo accettare, è statodetto, che Dio venga confinatonella sfera individuale, come senon centrasse con tutto l’uomo,sia nella sfera privata che inquella pubblica. E’ chiaro dun-que che la trincea del cambia-mento è rappresentata dalla“cultura”, perché lo stessoapproccio al mistero di Dio èl’elemento che genera e qualificala cultura stessa. “Tenere il cuoreaperto alla verità”, come dicevaS. Agostino, deve significareessere disponibili a farsi giudica-re dalla verità, soprattutto quan-do ci dice di cambiare i nostricomportamenti o si è tentati diseguire la via più comoda. Piùsemplicemente, come ha esplici-tato il card.Bagnasco, essere aperti alla veri-tà è un atto di intelligenza e dicuore. Ecco allora la necessità dicapire, come hanno sottolineato

gli stessi giovani, da dove parti-re e verso quale mèta andare,perché altrimenti si corre ilrischio di essere una sorta divagabondi, naufraghi della vita,che tirano a campare vivendoalla giornata. Veniamo messiogni giorno di fronte alle nostreresponsabilità, ha affermato uncapo scout. Ogni giorno, nellavita pratica, siamo tutti chiamatiad agire, a fare una scelta dicampo, quindi anche davantialla “possibilità di Dio” non èpensabile appellarsi solo allapropria coscienza, perché, cosìfacendo, significherebbe muo-versi come Dio non esistesse.Cercare Dio, significa essere cer-catori di gioia, così molte volte siè espresso il card. Tettamanzi.Come non essere d’accordo se siguarda alla straordinaria stagio-ne dell’esistenza giovanile, ricol-ma certo di domande, di attese,di sogni e di progetti, ma anchedi sfide e di inquietudini chespesso finiscono per essere subi-te perché imposte da altri, che inpratica detengono la leva dei“poteri”. Davvero tanti oggihanno privilegi esagerati, ma idiritti contano più dei privilegied è proprio sui diritti fonda-mentali che ci giochiamo - tutti -il futuro. L’invito che è stato lan-ciato a Madrid ai giovani di tut-to il mondo è quello di coltivarenon solo la propria intelligenzama anche la propria libertà.Anche la fede esige la libertà,perché chiede, come dice un mioamico prete (non più giovane),di essere educata ed esercitata,di essere custodita ed usatabene, appunto come un “beldono”. Ascoltare per educarci alla corre-sponsabilità, questo il motto delpiano pastorale 2011-2012 dellanostra diocesi di Concordia-Por-denone che interpella credenti enon nella costruzione della cittàterrena. Un invito rivolto dun-

que a tutti, in particolare a quan-ti ricoprono posti di responsabi-lità, perché i nostri paesi e lenostre comunità non hanno solobisogno di strade, di servizi e dipiazze, ma soprattutto di qual-cuno che prepari una stanza incui sia possibile mangiare assie-me. Città, parrocchie ed associa-zioni di volontariato, così intese,non diventano distanti, estraneeo peggio piegate l’una sull’altra,ma con ruoli distinti dovrannocollaborare in un costante rap-porto dialettico e costruttivo.Rimane però un interrogativo difondo: perché dopo il sacramen-to della confermazione la stra-grande maggioranza dei giovanisembra volatilizzarsi e lascia, difatto, la pratica cristiana? Que-stione annosa e risposte difficilida dare, anche da parte deglistessi “addetti ai lavori”, gerar-chia ecclesiale compresa. Qualeallora la vera sfida?Se i giovani, come detto,nonsono dei viandanti, come rag-giungere quanti non entranomai in una chiesa, quanti sfida-no il proprio destino in assurdesfide notturne, chi è solo o chi èconvinto di bastarsi da solo?Cosa stanno cercando? La fede ela religione rappresentano anco-ra degli strumenti validi peruscire da una monotonia di vitache alla fine rende schiavi? DaMadrid, sentendo anche le testi-monianze di chi ho incontrato,pare proprio sia possibile perchésiamo pellegrini verso un desti-no che ci è stato promesso e pre-parato. Basta sapersi mettereconcretamente in ascolto ed agi-re con la sapienza del cuore,per-ché è radicalmente diverso cam-minare verso una mèta dove sia-mo attesi ed amati, ha ribaditopapa Benedetto, dal percepirsi almondo senza vederne unaragione.

Gigi Villotta

25 ottobre 2011 (S.Crispino)

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Beato Clemente Vismara

Clemente Vismara, brianzolo diAgrate, che ha vissuto nelleforeste della Birmania per 64ininterrotti anni, dal 1924 al1988, il 26 Giugno 2011 in piazzaDuomo a Milano, è stato procla-mato beato. Un missionariomolto “normale”, ovvero non èmorto martire e nemmeno dive-nuto vescovo: è “solo” la copiaconforme di tantissimi altri pre-

Agrate Brianza 1897 - Mongping 1988

«La vita è bella solo se la si dona»

ti e suore che hanno speso lavita per annunciare il vangelo eaiutare popoli poveri e lontani.Ma padre Vismara è eccezionaleanche per la ragione opposta,ovvero perché è assolutamente“unico”: un missionario che…comprava i bambini!

Clemente, il patronodei bambini

Detta così, sembra una cosascandalosa. E invece è una bel-lissima avventura. Quella dipadre Clemente VismaraPadre Clemente è soprattuttoun “patrono dei bambini”, gra-zie proprio alla singolare attivitàche l’ha portato nel tempo adallevare ed educare ben diecimi-la “figli” delle poverissime tribùdel nord birmano. Quelle eranoinfatti le zone “d’oro” del papa-vero da oppio e siccome troppe

persone abbandonavano fami-glia e lavoro per istupidirsifumando droga, il missionarioitaliano aveva preso l’abitudinedi “acquistare” per pochi soldi ipiccoli abbandonati, in modo datoglierli ai genitori malati e allamiseria della strada. Lui inveceli affidava alle suore che li cre-scevano, li nutrivano, li faceva-no studiare. Gli orfanotrofi dipadre Clemente erano semprepieni di clienti e d’allegria; eadesso, nella Birmania cheormai si chiama Myanmar, statosituato nel sudest asiatico, all’in-circa a metà strada tra l’India ela Cina, un sacco di uomini edonne lo ringraziano ancoracome fosse un papà. Era uno tosto padre Clemente,che aveva fatto la guerra nelletrincee del 1915-18 come sergen-te e poi aveva saputo sopporta-re solitudine e fatiche nellagiungla asiatica, eppure untenerissimo papà che non avevaperso la voglia di sorridere, per-sino di se stesso; un uomo prati-

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“Ha avuto successo colui che ha vissuto bene, ha riso spesso e amato molto.Chi si è guadagnato la fiducia e l’ammirazione di persone intelligenti e l’amo-re di bambini piccoli; chi ha trovato il proprio posto e ha portato a termine ilproprio compito; chi ha saputo apprezzare la bellezza della Terra e non ha maimancato occasione di esprimerla; chi ha lasciato il mondo meglio di come l’hatrovato, grazie ai fiori che ha coltivato, a una poesia completata, a un’animasalvata. Chi ha cercato sempre il meglio negli altri e ha dato loro il meglio disé; colui la cui vita è stata una fonte di ispirazione, il cui ricordo una benedi-zione."

(Ralph W. Emerson)

co, sempre indaffarato a costrui-re scuole o chiesette in legno e aprocurare sacchi di riso per isuoi affamatissimi ospiti, manello stesso tempo, capace discrivere articoli appassionantisu una rivista per i ragazzi ita-liani.La vita è bella se viene spesa pergli altri… Sì, dal fondo di unaforesta quasi isolata dal mondocivile, senza contatti con amici eparenti, padre Clemente hamandato un messaggio preziosoper tutti: il dovere di essere utili.Lui che non ha mai smesso di“essere utile” nemmeno dopo lamorte. Il miracolo per cui è diventatobeato, infatti, è la guarigione di

un bambino birmano di 10 annicaduto da un albero.

Il ragazzo miracolato per intercessionedi padre Clemente Vismara.

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Una finestrasul mondo

Il numero scorso di “Qui Sum-maga” ci ha suggerito di appro-fondire il tema: "migranti, paesidi origine e paesi d'insediamen-to". Nel mondo globalizzatopensiamo vada approfondital'analisi dell'emigrazione: feno-meno molto più complesso diun tempo in cui persone più omeno indigenti si spostavano incerca di condizioni di vita piùumane. Sono sotto i riflettorii migrantes che "sbarcano" daterre povere per una speran-za di sopravvivenza, ma oggisi verificano spostamentianche dai paesi occidentaliverso stati diversi da quellid'origine e molti sono anche iSummaghesi che attualmen-te si trovano lontano dallaterra di origine. Incominciamo presentandoil Rapporto della FondazioneMigrantes che fornisce datiaggiornati sulla migrazionedegli Italiani nel mondo,inviatoci da don Renzo, e ciauguriamo di continuare conuna rubrica in cui ospitare icontributi di migranti che cidescrivono aspetti della quo-tidianità nel nuovo paese diinsediamento. Il nostro intento èquello di creare un "networkpaesano" che ci integri in unacultura più aperta, consapevoledelle diversità, ma che sa arric-chirsi delle stesse.

La Fondazione Migrantes hapresentato nel novembre scorsoil quinto "Rapporto Italiani nel Mondo" perché sia uno stru-mento di lavoro che tolga dal-l'invisibilità gli Italiani del

mondo. Il Rapporto di oltre 500pagine realizzato con il contri-buto di circa 60 autori pubblicaanche una ricerca promossa dal-la Fondazione Migrantes cheper il 2010 si è concentrata sucinque Paesi (Canada, Francia,Regno Unito, Romania e Spa-gna), dove sono stati sommini-strati 649 questionari. Dai dati

raccolti emerge che questi emi-granti hanno un'istruzionesecondaria medio-alta (67%), sisentono per lo più integrati.Secondo i dati del Rapporto, gliItaliani residenti all'estero sono4.028'370 e rappresentano il6,7% della popolazione italiana.Un numero quasi pari agliimmigrati residenti in Italia. Piùdella metà degli Italiani all'este-ro (54%) pari a circa 2.013.000persone) è costituita da giovanial di sotto dei 35 anni. Di questi,

3 su 10 sono minorenni (606.000,circa un sesto dell'intera popola-zione italiana che vive oltre con-fine), oltre 2 su 5 hanno un'etàcompresa tra i 18 e i 24 anni(quasi 860.000) e più di un quar-to (27%, pari a circa 547.000individui) appartiene alla fasciad'età più avanzata, quella com-presa tra i 25 e i 34 anni. La mag-

gior parte di questi giovani èconcentrata in Europa (2,2milioni, pari al 60,6% deltotale). Contrariamente aquanto si pensa - spiegano iricercatori - quella degli Ita-liani nel mondo è una pre-senza in aumento. Al termi-ne di più di un secolo e mez-zo di flussi migratori la pre-senza italiana nel mondopuò definirsi in prevalenzaeuromericana, come attesta-no le quote di pertinenza diciascun continente: Europa(55,3%), America (39,3%) e,molto più distanziate, Ocea-nia (3,2%), Africa (1,3%) eAsia (0,9%). Tra i Paesi diinsediamento, l'Argentinasupera di poco la Germania(entrambe oltre le 600 mila

unità), la Svizzera accoglie mez-zo milione di italiani, la Franciasi ferma a 370 mila, il Brasileraggiunge i 273 mila e Australia,Venezuela e Spagna superano le100 mila unità. La maggioranzadegli italiani residenti all'estero,il 34,3 % è di origine meridiona-le (oltre 1 milione e 400 milasono del Sud e quasi 800 miladelle Isole); il 30,6% provienedalle regioni settentrionali (oltre600 mila dal Nord-Est e altret-tanti dal Nord Ovest); il 15,2%

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Facci capire dove corre la storiaGesù Cristo Re, facci comprendere fino in fondo questa verità così grande che i nostri bal-bettamenti non sanno oggi percepire in tutta la sua interezza. Facci capire che davvero tusolo sei il Santo, tu solo sei il Signore, tu solo l'Altissimo.Facci capire che tutta la storia converge verso di te, tutto questo tumulto delle nazioni,tutto questo sospiro di poveri converge verso di te. Facci capire fino in fondo che questealluvionalità delle spinte della storia convergono verso quest'unico letto del fiume che seitu, Signore Gesù.E allora forse sarà più facile, anche per noi, polarizzare tutta la nostra vita attorno a te.

(Don Tonino Bello, vescovo: Omelia, 24 novembre1991)

(611.929) è, infine, originariodelle regioni centrali. La primaregione per numero di emigratiè la Sicilia (654.561), seguita daCampania (421.227), Lazio(360.213) e Calabria (351.777).Secondo il Rapporto, oltre agliItaliani che hanno mantenuto oacquisito la cittadinanza, quindicon passaporto e diritto di voto,vi sono gli oriundi, dai 60 agli 80milioni. Nel nostro Paese i flussicon l'estero si sono ormai ridot-ti: un po' più di 50 mila l'annoquelli in uscita, e un po' di menoquelli di ritorno. Dal Rapportoemerge che nel mondo vi sono23.988 corsi di lingua italianaper un totale di 393.897 allievi.In particolare, quasi tutti i 92istituti italiani di cultura sparsinel mondo organizzano corsi dilingua italiana. Inoltre vi sonoalmeno 186 scuole italiane e 114sezioni italiane presso scuolestraniere (30.662 alunni).Il mondo dell'emigrazione ita-liana ha ormai più di un secolo emezzo. Oggi tutto è cambiatocon gli Italiani all'estero. Sonocomunità adulte, sono soggettipolitici che stanno crescendo inconsapevolezza e contano 18Parlamentari Italiani espressinella Circoscrizione Estero.Sono sempre più giovani i nuo-vi emigranti, anche se le proble-matiche maggiori sono deglianziani soli all'estero.

La Chiesa italiana ha una lungastoria di impegno a favore delladiaspora italiana. Un impegnoche continua, anche se deve farei conti con la caduta delle voca-zioni alla vita religiosa e presbi-teriali, che portano ad averemeno sacerdoti da destinare siacome 'fidei donum' che comemissionari e cappellani al servi-zio degli Italiani all'estero. Si fadiffusa nel contesto europeol'esigenza di ripensare e rilegge-re il lavoro pastorale a partiredalla nuova mobilità umana,senza dimenticare l'importanza

della presenza di missioni e mis-sionari (preti, diaconi, religio-se/i, laici).I nuovi sacerdoti/missionariche hanno scelto di fare un ser-vizio alle Missioni CattolicheItaliane sono cinque: 1 in Belgio(diocesano), 3 in Svizzera (2 dio-cesani e 1 religioso) e 1 in Ger-mania (religioso); 4 sono i sacer-doti rientrati dalle missioni: 1dal Belgio, 1 dalla Svizzera, 1dalla Gran Bretagna e 1 dallaGermania. Una comunità è statachiusa in Germania.

Gruppo di coordinamento "Giovani veneti nel mondo".

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La vita della Comunità

Il Consiglio Pastorale Parroc-chiale (CPP), eletto nel 2006, haterminato quest’anno il suomandato. In questi cinque anni ha ricoper-to una funzione estremamenteimportante per la comunità cri-stiana, è stato il suo centro pro-pulsore. I suoi membri infatti si sono riu-niti periodicamente per studiareiniziative circa il bene della par-rocchia, hanno analizzato lasituazione pastorale della stessae individuato vari ambiti d’azio-ne. Il CPP ha innanzitutto coordi-nato le attività svolte dai grup-pi quali l’AC, la CARITAS (dicui anche il mercatino fa parte),i Cori, il Catechismo... Per quanto riguarda l’AC ricor-diamo il lavoro svolto da partedi alcuni appartenenti al CPPper ricostituire l’ACG dopoalcuni anni di assenza.Ha posto le linee guide dellaformazione cristiana dellacomunità e della persona: finoa poco tempo fa la formazione

nei periodi di Avvento e Quare-sima era svolta negli ambienti diuna delle parrocchie dell’UnitàPastorale, poi dall’anno scorso èstata delegata a iniziative dellaforania e solamente pubbliciz-zata dalle nostre comunità. Sisente ora il bisogno di tornareindietro e riproporre qualcosache possa dare un segno più for-te alla nostra Unità Pastorale.Per quanto riguarda le attivitànon ordinarie nella vita dellaparrocchia, vanno segnalatealcune iniziative in ambito cul-turale come la presentazione dellibro “Storia strutturale dellanostra Abbazia” ad opera delladott.ssa Cleonice Vecchione del-la sopraintendenza, che hariscosso molto successo, anchefuori parrocchia, e il convegnosu Carlo Rezzonico a 250 annidalla sua investitura pontificia.Per la parte religiosa ricordiamola serata in memoria di mons.Luigi Padovese, indimenticabi-le “martire” summaghese;festacelebrativa dei 40 anni di sacer-dozio di don Renzo Stefani; i

concerti di natale dei nostricori, che ci accompagnano nelcorso degli anni liturgici; i per-corsi per fidanzati che si appre-stano al sacramento del matri-monio.Dobbiamo inoltre segnalare lafesta dell’ACG svoltasi a Sum-maga e preparata dai nostriragazzi; la nascita di nuovi luo-ghi di ritrovo dietro all’area del-l’ex asilo con la costituzione diun piccolo parco giochi e l’av-vio di momenti di incontro esvago per adulti e anziani.Alcune di queste iniziative han-no portato da subito frutto, peraltre dovremmo attendere anco-ra.Sarà compito del nuovo CPPportare a buon fine ciò che èrimasto in sospeso e cercare conforze nuove di far crescere e for-tificare ulteriormente la comuni-tà affinchè questa possa far fron-te alle nuove importanti sfideche la attendono.

RPsegretario del CPP

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A noi piace chiamarlo

“Percorsi Promessi Sposi”Proprio così: percorso. Un ter-mine che evoca un obiettivo daraggiungere insieme, una stradainsieme, una strada da percorre-re insieme. La strada che condu-ce al Matrimonio come unionecristiana responsabile e consa-pevole. Nessuna pretesa da par-te nostra (don Giuseppe e lequattro coppie di sposi che que-st’anno lo hanno aiutato) diinsegnare l’Amore, né tantomeno le regole per vivere feliciin coppia, bensì un momento diriflessione, di scambio e di con-fronto con se stessi e con l’altro.Accogliere il Sacramento delMatrimonio significa stringereuna promessa con Dio, la pro-messa di un matrimonio unico,fedele e indissolubile. Un pattoimpegnativo, che consacral’amore della coppia, la scelta di

abbandonare l’intimità fra i dueper diventare unità di fronteall’intera comunità cristiana.Essere marito e moglie significaessere compagni, dividere insie-me il pane di ogni giorno, condi-videre ogni attimo della propriagiornata per crescere insieme,come famiglia e come figli diDio. Significa condividere imomenti di gioia, ma ancheimparare la pazienza nello stareinsieme, nell’accettarsi a vicen-da come doni e nell’ascoltarsi.Dio ci ha voluti insieme, ci haresi partecipi di un meravigliosodisegno affinché possiamo esse-re testimoni del Suo Amore. UnAmore gratuito, che si dona sen-za chiedere nulla in cambio, chesa perdonare, che sa ascoltare.La scelta che ciascuna coppia difidanzati è chiamata a fare pre-

parandosi al matrimonio è sicu-ramente impegnativa, ma deveessere soprattutto affrontata inassoluta libertà e consapevolez-za.Quest’anno erano nove le cop-pie che tra aprile e giugno han-no frequentato il “Percorso Pro-messi Sposi” organizzato nellanostra parrocchia e dobbiamosinceramente dire che in moltecircostanze hanno saputo met-tersi in gioco, percependo il rap-porto di coppia in modo nuovoe propositivo. A tutti i nostri sin-ceri auguri per un felice e dura-turo futuro assieme sperandoche anche questa esperienza,seppure breve, possa esserericordata come un momentopositivo di crescita di coppia.

D&G

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Prima Confessione

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Domenica 27 Marzo 2011 14 bambini della 3ª elementare si sonoaccostati per la prima volta al sacramento della confessione oriconciliazione. Sono arrivati tutti con largo anticipo, pronti e conun po’ di emozione. Un’emozione visibile in tanti modi: c’era chiparlava meno del solito, chi andava avanti e indietro, c’era anchechi diceva di essere emozionato. Questo bel gruppo di bambini,vivaci, ma attenti a tutti i particolari, ha vissuto un pomeriggio spe-ciale in Chiesa, assieme a tanti genitori e nonni che li accompagna-vano. Una piccola riflessione ed un esame di coscienza hanno pre-parato i bambini alla confessione individuale. Una volta confessa-ti, si vedevano i loro volti molto più tranquilli e soddisfatti, conten-ti di aver incontrato il perdono di Gesù. Il pomeriggio si è conclu-so con festa e giochi in oratorio. L’augurio a questi splendidi bam-bini è di vivere con gioia questo e molti altri giorni insieme.

Diletta

Camilla, Gioia, Diana, Simone, Davide, Stefano, Romano, Giulio, Andrea, Federico,Alberto, Andrea, Alessandro, Simonefilippo.

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CatechismoLettera a Gesù Bambino

"Gesù donami un cuore grande e generoso perogni bimbo bisognoso.E fa che io sia gentile e ricco di bontà con le perso-ne di ogni età.Signore Gesù insegnami ad amare e amarti ognigiorno di piùe, se sono un po' birichino, aiutami ad essere unbravo bambino."

Diego

Caro Gesù Bambino,ti scrivo per dirti che il 25 settembre è nato il miocuginetto Riccardo. La gioia era tanta, ma è durata poco in quantodopo due giorni dalla nascita, i dottori si sonoaccorti che aveva un problema all'intestino ed èstato trasportato d'urgenza all'ospedale Burlo diTrieste. A oggi è passato un mese e pian piano si stariprendendo, vorrei che tu Gesù Bambino aiutassiil mio cuginetto appena nato, ma soprattutto per-chè è stato operato.Vorrei anche che tu, caro Gesù Bambino, aiutassi eprotegessi la mia famiglia e tutti i miei parenti.

Gaia

Caro Gesù Bambino,qui davanti a te nel presepio provo una grandetenerezza mentre ti osservo posato nella mangiato-ia; vorrei coccolarti come faccio con il mio cuginet-to. Tu sei venuto a portare la pace nel mondo e inquesto giorno, così importante per tutti noi, vogliofarti un regalo per ringraziarti: ti prometto che cer-cherò di ubbidire ai miei genitori e ai miei familia-ri, di essere più paziente con i miei amici, di fare icompiti con attenzione e ogni giorno di stare un po'con te per diventare più bravo. Ti chiedo di soste-nere e benedire tutti i miei cari e tutti i bambini delmondo.

Un bacio da Mattia

Caro Gesù Bambino,ci stiamo avvicinando al Natale e anche quest'annoavrei tante cose da chiederti, per esempio che fini-scano le guerre nel mondo e che ci sia la pace. Aiu-ta i bambini orfani e poveri che non sono così for-tunati come noi. Grazie Gesù Bambino che ci aiutiogni giorno.

Alessia

Caro Gesù,il giorno 15 maggio 2011 ho ricevuto per la primavolta la comunione ed è stata una grande emozio-ne; malgrado il giorno di poggia, mi resteràimpresso nella mente, per tutta la vita, un bellissi-mo ricordo. Da quel giorno tutte le domenichevado a messa e ricevo il corpo di Cristo ed ognivolta il mio cuore si riempie di gioia. Visto che sonoancora piccola, ti chiedo di proteggermi e diaccompagnarmi per tutta la vita, guidata dalla fedein te.Ti ringrazio per il bene che sento che mi vuoi, masappi che anch'io te ne voglio tanto... ma propriotanto.

Celeste

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Caritas

E’ dal 1994 che Summaga, ini-zialmente tramite la Caritas Par-rocchiale, interviene con aiutiumanitari destinati alla SCOFIJ-SKA CARITAS (la Caritas Dio-cesana di Lubiana) per mezzodel centro di raccolta “Suore diMaria” di Gorizia.Abbiamo conosciuto una suorainstancabile, Suor Michelangela,che ci ha accompagnato fra icampi profughi di Cerknica(Slovenia), per portare il nostroaiuto umanitario a queste perso-ne fuggite dalla guerra appenaterminata in Iugoslavia. Moltiricorderanno le raccolte di gene-ri alimentari, di vestiario edaltro effettuate in parrocchia.Ma nello stesso tempo ci haindirizzato anche verso Don

SCOFIJSKA KARITAS LJUBLJANA

Miro Slibar, parroco degli Ospe-dali del Centro Clinico di Lubia-na, dove - nei reparti infantili –sono ricoverati molti bambinigravemente ammalati prove-nienti anche da Cernobil, ove sitrova la famigerata centralenucleare.Per il Centro Clinicovengono confezionatidei pacchi dono checontengono un pelu-che o qualche altro gio-cattolo e dei dolciumi,che vengono dati aibambini il 6 dicembre,giorno di San Nicola.Dopo la morte di SuorMichelangela, abbia-mo continuato la colla-borazione con Suor

Edith, sem-pre dellaCaritas diLubiana.Da anni, con il per-messo del DirettoreDidattico del I° Circo-lo di Portogruaro econ la collaborazionedel personale dellaScuola Materna diSummaga, coinvol-giamo i bambini, invi-tandoli a portare edonare loro stessi unpiccolo peluche o ungiocattolo, scelto tratanti che probabil-mente ognuno di loropossiede, che poisono utilizzati nellapreparazione dei pac-chi dono.La Nuova CaritasParrocchiale non haritenuto di continuarea sostenere questa

attività, mentre ha mantenutoun altro intervento, cioè il con-tributo economico per il sog-giorno dei disabili sloveni al vil-laggio PIO XXII di Bilione. L’ini-ziativa è allora continuata pervolontà “privata” di un piccologruppo di persone, che hanno

visto con i propri occhi i bambi-ni ricoverati nei reparti infantilidell’Ospedale di Lubiana, e con-tinuerà ancora.Nell’ultima spedizione del27.11.2010, sono stati inviatidoni ai bambini presso gli Ospe-dali di Lubiana: confezioni digiocattoli e peluche colli 15, can-celleria colli 1, dolciumi colli 4.Per le finalità istituzionali dellaCaritas di Lubiana: vestiario col-li 17, scarpe colli 3. Per Natale n.30 tra panettoni e pandori. Il tra-sporto è gentilmente offerto, atitolo gratuito, dalla ditta MioDino, che ha sin dall’inizio mes-so a disposizione un mezzo ditrasporto ed il personale neces-sario.In altra parte del giornale poteteleggere la lettera di ringrazia-mento di suor Edith.

Roberto

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Anniversari

Classe 1951

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Classe 1944 a Feltre arroccato sul "Colle dele Capre", nella splendida cornice delle Dolomiti.

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LaureatiSummaga è un piccolo paese, siamo soltanto 1800abitanti circa, eppure nel nostro piccolo sappiamodistinguerci in tanti modi: la parrocchia e le attivitàche le girano intorno, le sagre paesane… Insomma,Summaga è un paese vivo, fatto di persone in gamba.In questo contesto ci inseriamo noi giovani che, dopoanni di studi più o meno tormentati abbiamo rag-giunto il traguardo della laurea in questo anno appe-na passato: ambiti diversi, ma stessa passione e vogliadi arrivare alla meta tanto ambita.

C’è Marta, laureata a luglio in Biotecnologie pres-so l’Università di Trieste con una tesi dal titolo“Analisi del ruolo di BRD7 nell'inibizione dellatrasformazione di cellule epiteliali mammarieindotta dall'oncogene H-RasV12”: Biotecnologie èun ambito di studio specifico il cui scopo è entrarenel mondo della ricerca e, perché no, un giornoarrivare a studiare e sconfiggere malattie oggi pri-ve di cura come il cancro, oggetto di studio dellatesi. Un percorso affascinante e nello stesso tempocomplesso, ma che può dare grandi soddisfazioni,già a partire dal primo passo costituito dalla lau-rea triennale: il fatto di poter svolgere il tirocinio inun laboratorio di ricerca apre molte prospettive,senza contare poi il premio del risultato finale chefa sempre piacere. È stata una scelta che ha porta-to anche a vivere fuori casa: certo stare in città pergran parte della settimana allontana un po’ dalpaese, ma la volontà di rimanere attaccati alle pro-prie radici vince sempre!

C’è Helena, laureata a fine ottobre in Infermieristi-ca presso l’Università di Padova… dire Padova faun certo che, visto che i tre anni di corso si sonosvolti nella sede staccata di Portogruaro, propriovicino casa. La convinzione iniziale del “vogliofare l’infermiera” è stata molto spesso barcollante,quante crisi tra un tirocinio e l’altro, la domandaricorrente era: Sono davvero pronta a dedicare lamia vita e il mio lavoro a coloro che soffrono?

Decidere di intraprendere questa strada non è faci-le, e il primo giorno in cui entri in ospedale non siscorda mai! Ci si sente infallibili ma allo stessotempo molto fragili… quante cose da sapere,quanti magoni da mandare giù! Alla fine però ladeterminazione e la volontà hanno avuto lameglio e il traguardo più ambito è stato raggiuntocon la discussione di una Tesi che si intitolava:“Ricoveri inopportuni nei reparti per acuti deipazienti oncologici negli ultimi mesi di vita. Atti-vazione di cure palliative domiciliari”. Ora sonopronta ad abbandonare la divisa da tirocinante perindossare finalmente la divisa bianca da Infermie-ra, con la speranza di affrontare questo nuovocammino con la stessa determinazione che mi hapermesso di arrivare fino a qui!!

C’è Elena, laureata a novembre in Lettere all’uni-versità Ca’ Foscari di Venezia; proclamata dotto-ressa in una cerimonia ufficiale, “all’americana”(con tanto di lancio del “tocco”), svoltasi nellosplendido scenario di piazza San Marco. La sceltadella facoltà è nata dalla passione per la letteratu-

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Marta Milan

Helena Empolini

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ra, che ha permesso non solo di cogliere l’arte nel-la sua totalità, ma anche di guardare al mondo inmodo diverso. Il percorso, infatti, concluso con unatesi dal titolo “Dalla Bella Addormentata a Prome-teo: lettura di due racconti di Primo Levi”, ha per-messo di conoscere il panorama culturale italiano,ma anche di riflettere su alcuni aspetti della con-temporaneità. Un cammino non semplice, e certa-mente non aiutato dal pendolarismo e dall’acquaalta, ma che alla fine si è rivelato molto soddisfa-cente. Ora attendono nuove sfide: i due anni dellaSpecialistica in Filologia e letteratura italiana.

C’è Beatrice, laureata in Consulente del Lavoropresso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Universi-tà degli Studi di Padova. Lo scorso 21 Marzo dopola discussione della sudata tesi «Impossibilitàsopravvenuta della prestazione nei contratti di

collaborazione coordinata e continuativa a tempodeterminato» arriva finalmente l’ambito titolo diDottore! È un’emozione immensa conquistare untraguardo così importante, soprattutto perchè lastrada che si percorre per raggiungerlo è caratte-rizzata da ostacoli, paure e sacrifici... sacrifici del-lo studente certo, ma anche e soprattutto dellefamiglie che stanno alle spalle... e che per fortunaci sono sempre a dare tutta la forza di cui si habisogno! Ma l’università non è solo questo... per-chè 3 anni fuori casa fanno crescere e maturare...perchè permette di conoscere persone nuove conle quali confrontarsi e dalle quali imparare... per-chè dà un mare di soddisfazioni quando superil’esame, quando il voto è dei migliori, quando“arrivi” grazie solo alla tua determinazione! Eanche se per fare questo lavoro con gli studi nonsarà mai finita, si ritorna a casa ricchi di esperien-za, vogliosi di trasmettere e pronti a riscoprire tut-to con “occhi nuovi”.

Guardando le nostre corone d’alloro sicuramente consi-gliamo ad altri giovani di provare questa esperienza.Fiere del traguardo raggiunto, ripensiamo alla comuni-tà summaghese, a cui siamo fortemente legate e ringra-ziamo di aver trovato al suo interno un valido sostegno.Orgogliose, sentiamo di appartenere a questa comunitàcome a una grande famiglia, in cui, come spesso capita,nonostante qualche divergenza, ci si vuole molto bene.

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Ipotesi di soluzione degli allagamenti dell'area urbana di Concordia Sagittaria

nel bacino di bonifica Bandoquerelle/Palù Grande

Relatore ch.mo ing. Vincenzo BixioCorrelatore dott. Andrea De Götzen

dott. ing. Ornella Oliva

Laureando Antonio Zordan

Elena Simonatto

Beatrice De Franceschi

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BenvenutoVan Hai

Siamo Massimo e Claudia, spo-sati da 9 anni e da Aprile genito-ri di Van Hai, vietnamita di 7anni.Ci raccontate qualcosa del-l’esperienza dell’adozione? La nostra esperienza adottiva ènata quando, dopo aver tantodesiderato avere dei figli abbia-mo sentito che l’apertura allavita poteva passare anche attra-verso l’adozione. Abbiamo ini-ziato un percorso interiore, colti-vato giorno dopo giorno, ascol-tando famiglie adottive, facendosempre più nostro il pensiero

che la famiglia diventasse inter-nazionale, che un bimbo delmondo diventasse nostro figlio.Siete bravi … bravi quelli cheadottano, fanno una buonaazione! Anche noi la pensavamo così,poi abbiamo sempre più com-preso che non si tratta di unabuona azione né di essere bravi,ma solamente la risposta ad unachiamata, forse una vocazione,almeno per noi è stato così: unpiccolo seme, coltivato nel cuore,condiviso nella coppia e grazie aDio realizzato.

Perché avete adot-tato un bambino giàgrande?Le coppie che siaprono all’esperien-za adottiva, purindicando una fasciadi età plausibile,rimangono apertealle proposte cheseguono, consape-voli che la priorità èil diritto del bambi-no di avere unafamiglia, e mai vice-versa. Un bambinopiccolo è più deside-rato ed è normaleche sia così, non soloperché i suoi bisognisono molto simili aquelli del bambinoche nasce, ma ancheperché forma il suocarattere nella nuo-va famiglia e le espe-rienze che ha giàmemorizzato posso-no essere minime,…, mentre se è piùgrande, il bagaglio

delle esperienze acquisite puòessere pesante, l’abbandono puòessere stata un’esperienza recen-te e di cui ha ancora viva la feri-ta. Le difficoltà per i bambinigrandi possono essere molte, e lacoppia ne deve essere cosciente esentirsi pronta ad affrontareanche tante incognite. Ridotta èdunque la speranza per i bambi-ni grandi di essere inseriti in unafamiglia, almeno per il Vietnam.Noi abbiamo sentito in cuornostro di essere aperti anche aquesta possibilità, accogliendoun bimbo il cui carattere eramolto formato, accettando ilrischio di una personalità forte eprovata, mettendoci in giocofino in fondo. Poi la partenza, … con una vali-gia carica di attesa, di trepida-zione, un volo per la Vita, inqualche modo un viaggio di solaandataSì è proprio così, sicuramente unviaggio senza ritorno nel sensoche le cose cambiano e non è piùcome prima. Certo si viene pre-parati, il percorso dell’adozioneè lungo (anni) e di tempo permeditare, attendere, condividerece n’è tanto. E’ certo un’incogni-ta il viaggio, il momento dell’in-contro, e le sorprese sono sem-pre garantite. Nel nostro casosapevamo che non ci saremmocapiti con le parole per moltotempo, visto che aveva pienapadronanza della lingua vietna-mita, che aveva già un suo carat-tere, ma chissà quale. Cheavremmo prima o poi fatto iconti con la sua storia e forse conun certo rifiuto. Ma anche con ilsuo desiderio di ritornare infamiglia, di provare l’affetto

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esclusivo di figlio. Insomma leemozioni, i pensieri, le preoccu-pazioni, erano continuamentemescolate e ci hanno anche toltoore di sonno.Com’è andato l’incontro convostro figlio?L’incontro con Van Hai è statobello, forte, carico, ma semplice,una novità per noi e per lui, conmille attenzioni a dare il megliodi sé. Ma non è stato il culminedell’esperienza, i giorni successi-vi infatti, ha più volte manifesta-to disagio e ci ha messi alla pro-va. Potremmo forse dire chel’esperienza più forte che abbia-mo fatto è stata volerci bene franoi coppia come non mai, perfargli spazio, per accogliere ilsuo inimmaginabile e consape-vole dolore, per dimostrargli chegli volevamo bene, da sempre.Ci raccontate un momento discoraggiamento?L’esperienza più intima e pro-fonda dell’adozione è l’incontrocon il dolore, ben prima che siconcretizzi il percorso adottivo.Le difficoltà da affrontare sonotante e continue: durante l’atte-sa, per la burocrazia, le lungag-gini, …, dopo l’incontro con ilbambino per le incomprensioni,per i momenti di contenimentodella sua rabbia, la sua diffiden-za e i problemi nel comunicare.Tutto ciò ci ha richiesto un amo-re ancora più grande, capace dimettere l’altro al primo posto, adesempio per permetterci l’unl’altro di riposare e mangiarequalcosa.Anche se eravamo perfetti estra-nei per lui e non potevamo pre-tendere amore a prima vista,potevamo certo fargli sentire cheeravamo lì solo per lui. E così, giorno dopo giorno, lecose sono migliorate, grazieanche all’aiuto che ci è stato datosia dalle altre famiglie adottive,sia dalle persone che gli hannoparlato in vietnamita. Van Hai èstato così preparato per la par-tenza in Italia con mamma epapà.

Il rientro a casa com’è andato?Siamo rientrati in Italia il 14Maggio, e già all’aeroporto unacomitiva internazionale (parenti,amici e loro figli anche adottati)ci attendeva, con palloncini ecartelloni: Hai era felice. Anchedavanti a casa una quarantina dipersone gli hanno dato il benve-nuto, e lui pareva a casa sua, si èsubito messo a giocare con ibambini che c’erano. Emozio-nante è stato il momento in cui,dopo che gli è stata proposta unabicicletta, è corso incontro allamamma che ritornava da messae ancora non sapevamo che luiera capace di correre in bici.Subito lega con altri bambinidella via, li cerca e gioca conloro, è sempre più sereno, alle-gro, simpatico e sta bene. VanHai così ritorna ad essere il bam-bino solare, educato, estroversoche ci avevano descritto primadella partenza.E adesso come sta andando?Sono ormai passati 5 mesi e ognicosa sta ritornando al suo giustoposto, tale da mostrarci chel'esperienza vissuta in Vietnamormai è come se fosse avvenutatanto tempo fa.Van Hai non manifesta piùmomenti forti di disagio, ridetanto, scherza, gioca a briscola,

dama, scacchi, pingpong e vamolto volentieri a scuola, fre-quenta la prima elementare e sifa capire bene.Per concludere possiamo direche l’esperienza tragica dell’ab-bandono è una ferita che non sicicatrizza mai fino in fondo, chefa sempre male, ma che talvoltafa scoprire particolari progettidell’amore di Dio. Come mam-ma e papà, ancora non cogliamofino in fondo quale avventuraDio ci ha chiesto di vivere. Desi-deriamo accompagnare Van Hainella vita, senza calpestare la suapersonalità, senza dare per scon-tato che l’inserimento è già com-piuto, facendo nostro il suo pas-sato, quindi farlo crescere e lan-ciarlo nella vita, consapevoledell’amore particolare di Dio perlui.La nostra esperienza di adozio-ne è tuttora un percorso impe-gnativo ma bellissimo!Gioia, dolore, abbandono, acco-glienza, sentimenti ed emozionis’intrecciano continuamente, ecostruiscono in modo forte ilsenso della famiglia.Pensiamo che è proprio il figlioche Dio ha voluto per noi, egli èun dono per la nostra famiglia eper la comunità.

HCM

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50° di professione religiosa di

Suor Rosa Simonatto

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Quest’anno ricorre per noi unmomento importante; il 50° diprofessione religiosa di SuorRosa. Nata a Portogruaro e vis-suta a Giussago, la giovaneAnna Simonatto all’età di 17anni decide di diventare la spo-sa di Cristo, guidata dal com-pianto Don Luigi Zaccarin esostenuta dalla famiglia intra-prende questo difficile cammi-no, con la consapevolezza divoler dedicare la sua vita aglialtri. Anna dopo tre anni dinoviziato ha giurato fedeltà aCristo con i voti perpetui ed èentrata a far parte dell’ordinedelle suore “Dimesse” prenden-do il nome di Rosa, il convento èla sua nuova casa e la sua fami-glia. Tuttavia non dimenticaquella d’origine sia nei momen-ti lieti che nei momenti tristi, haassistito amorevolmente i geni-tori in punto di morte, si è sem-pre preoccupata della salute deifamigliari.

Si è prodigata per 50 anni a ser-vizio delle comunità dove veni-va inviata per svolgere la suamissione sia negli asili del Friu-li che nella missione in Svizze-ra. Come segno di riconoscenzala comunità di Giussago dallaquale era partita 50 anni fa, havoluto festeggiarla con una S.Messa di ringraziamento, suc-cessivamente nel duomo diUdine alla presenza del vesco-vo della città sono state festeg-giate tutte le suore della con-gregazione che quest’anno han-no compiuto i 50, 60 e 70 annidi professione religiosa.Anche noi famigliari abbiamovoluto far festa con lei con unpranzo conviviale a Summagaassieme ai parenti in un climadi amicizia e cordialità e in que-sta circostanza sia don Giusep-pe che mons. Umberto negliindirizzi di saluto hanno sotto-lineato il ruolo che queste reli-giose hanno e la missione che

sono chiamate a svolgere nellasocietà.Auguriamo a Suor Rosa di con-tinuare per tanti anni il propriocammino.Grazie Suor Rosa.

La famiglia

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Come eravamoPersonaggi "storici"

anni 1930-40

“Catina Moretta”.

(Foto Cordiale Marson)

Diedo Dal Mas "sensa el mus".

Gigi Brusin e moglie.

Umberto Corbetta (terzo a ds) e amici.

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Finisce la scuola...finiscono le preoccupazioni

Che fiori!! (fotografati nella roccia lungoil torrente dentro il bosco di Tramonti)

Ora è tempo di riposare, ma soprattutto… didivertirsi!È il 27 giugno e anche quest’anno il gruppochierichetti parte alla volta dei monti.Tutti sono pieni di gioia, divertiti e curiosi discoprire cosa si cela dietro l’idea di una setti-mana lontano da casa, lontano da mamma epapà, ma con i propri amici, gli animatori etante persone disposte a rendere l’esperienzameravigliosa.Tra una pioggerellina leggera e rari sprazzi disole, tra giochi e scherzi, attività e momenti diriflessione, fragorose risate e copiosi piantipassano i giorni, i momenti belli e quelli vuoti.La settimana è caratterizzata da un tema con-duttore, la “Parabola del figliol prodigo”, cheha impegnato ogni giorno un po’ del nostrotempo e che ci ha portato, al termine di questaavventura, a realizzare una graziosa e simpa-tica scenetta interpretata dai ragazzi e presen-tata attraverso i loro occhi.La settimana, come ogni anno, si conclude conla messa che vede la partecipazione attiva dichierichetti e rondinelle e con il momento con-viviale del pranzo al quale hanno partecipatofamiglie, ragazzi e quanti si sono dedicati allabuona riuscita di questa breve vacanza tra imonti.

Estate

Ragazzi

Che fame!!!

"Che panorama"!!!

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Gita a Noale

Ecco che dopo alcuni anni, ilparco acquatico di Noale ci hanuovamente ospitati, dandoci lapossibilità di trascorrere unagiornata diversa dal solito!Luciana aveva organizzato lapartenza per il 30 luglio, ma iltempaccio non ci ha permessodi stare all’aria aperta, questoperò non ci ha arresi... anzi, lagiornata è stata rimandata allasettimana successiva che ci haaccolti con un sole cocente, cosìla mattina del 6 agosto eravamotutti pronti e attrezzati per parti-re!Eravamo impazienti e curiosi diarrivare, così dopo un’ora dipullman siamo giunti a destina-zione, dove siamo stati sistema-ti negli appositi spazi riservatialle comitive.Senza esitare, i bambini si sonosubito tuffati nelle piscine, pro-vando il brivido degli scivoliadiacenti, mentre le mamme,più tranquille (ma solo all’ini-

6 AGOSTO 2011

zio) si sono pro-curate le sdraieper concedersi unpo’ di relax eprendersi il sole.Dopo la pausapranzo, di cui ibambini se neerano quasidimenticati, per-ché travolti dalmassimo diverti-mento, anchealcune mamme sisono date allapazza gioia: con osenza paura dell’acqua, hanno deciso di provaregli scivoli del parco, rallegrandocosì i loro figli che hanno volutoimmortalare quei momenti indiversi scatti fotografici.Le ore del pomeriggio, quindi,sono volate tra giochi, spruzzi,svago e momenti di lunghechiacchierate, finchè ci siamoriuniti per sistemarci, fare un’ul-

tima foto di gruppo e per giun-gere al pullman che ci ha ripor-tati a casa, stanchi ma contenti.Un grazie speciale va a Lucianache si è occupata della gita,all’autista che si è reso disponi-bile, e a tutti i partecipanti chehanno reso fantastica questagiornata!

Una parte del gruppo che ha partecipato alla gita di Noale, gli altri.... li stanno cercando!

Estate

Ragazzi

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Il coro “Le Rondinelle”a Tramonti di Sotto

Anche quest'anno la casa ''CristoRe'' di Tramonti di Sotto ci haospitato per la settimana estivadel coro, che ha raggiunto i suoiventitre anni consecutivi.Il tema dominante è stato''Camp Rock'' sul quale, a segui-to della sua visione, ci siamoimpegnati giorno dopo giorno aprovare i balletti e la recita, rivi-sitata dalle animatrici.Queste giornate sono trascorsetra giochi, canti e le prove dellarecita, ma non possiamo dimen-ticare l'immancabile camminatache ogni anno ci porta sulle rivedel torrente e che quest'anno,con nostra grande sorpresa, si èsvolta di venerdì, così pure latanto attesa grigliata.Altrettanto emozionante è statoil torneo di ping-pong, che hacoinvolto tutti noi dal lunedì almercoledì e che è terminato gio-

vedì pomeriggio in onore dei 54anni di sacerdozio di Don

Umberto, il quale hamesso in palio 50euro contro l'eurodello sfidante. Ancheper quest'anno il Donresta “l'imbattuto”.La settimana si è poiconclusa domenica 4luglio. Il primo appunta-mento è stata la SantaMessa nella ChiesaParrocchiale, con lapartecipazione deinostri genitori, delgruppo “Chierichet-ti” e i fedeli della par-rocchia. Abbiamo poi consu-mato il pranzo neglispazi esterni dellacasa, tra il verde edun'atmosfera di tran-quillità e pace; subitodopo, con il nostroentusiasmo e un po'd'emozione, abbiamoofferto la tradizionalee attesa recita ai geni-tori, parenti e amici.

Un grazie particolare va alleanimatrici perché da Gennaio,ogni sabato, hanno impiegato illoro tempo per organizzare i bel-lissimi giochi che hanno allietatole nostre giornate, programman-do pure un momento di pre-ghiera e di riflessione, per inizia-re e terminare ogni giornata. Un ringraziamento va alle cuo-che Argentina e Ines che ognianno trascorrono la settimanacon noi preparandoci deliziosipasti e indimenticabili dolci. Non possiamo però dimenticar-ci della “compagnia della gri-gliata”, uomini che, volenterosi,non mancano a questo appunta-mento.Infine è nostro dovere ringrazia-re una persona, che da moltianni ci educa nella nostra attivi-tà canora, oltre ad organizzareinsieme alle animatrici questasettimana, e che senza di lei nonpotrebbe svolgersi.Grazie Maristella per tutto quel-lo che fai per noi.

Claudia & Giada

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Congresso Pueri CantoresNaro-Agrigento

A metà ottobre, a nome dei cori“Le Rondinelle” e “ Voci del-l’Abbazia” ho partecipato ad unincontro con i direttori dei coridella diocesi che, come noi, sonoiscritti alla Federazione ItalianaPueri Cantores, la Presidente,Laura Crosato, mi ha comunica-to che c’era ancora la possibilitàdi iscriversi ad un congresso chesi sarebbe svolto in Sicilia.Ho colto l’occasione al volo e hocercato di coinvolgere anche lealtre mie “colleghe di coro” ma,ormai, era tardi per organizzar-si, così ho deciso di partire per laSicilia in rappresentanza diSummaga. In occasione del suo decimoanno di iscrizione alla Federa-zione Italiana Pueri Cantores ilcoro di Pueri e Juvenes cantores“ Don Bosco “ di Naro ( AG ) haorganizzato un congresso adAgrigento dove sono stati invi-tati tutti i cori italiani iscritti, cisiamo ritrovati in più di duecen-to provenienti dal Veneto, FriuliVenezia Giulia, Sardegna, Tosca-na, Lazio e naturalmente dallaSicilia. Sono partita da Venezia con lostendardo del coro in valigia perpoter fare un foto nella Valle deiTempli dove, domenica 30 Otto-bre, si è tenuto un concerto. Tut-ti i cori presenti hanno cantatodurante una cerimonia alla Lucee alla Pace radunati davanti altempio della Concordia. Le pre-

visioni del tempo annunciavanopioggia e temporali ma siamostati fortunati e, a parte un ven-to molto forte, siamo riusciti asvolgere il programma stabilitoe a visitare i monumenti dellavalle. La camera di commercio diAgrigento ci ha fatto assisteread uno spettacolo sugli usi e letradizioni siciliane, un gruppodi attori ha interpretato canzonitipiche siciliane e recitato pernoi la leggenda della nascitadella Sicilia. Lunedì 31 Novem-bre abbiamo visitato la casa diPirandello e la Scala dei Turchi,il percorso per raggiungere que-sta caratteristica parete rocciosaè tutto lungo il mare, abbiamocamminato sulla sabbia sfioratidalle onde del mare ingrossatodal vento che, nei 4 giorni cheho passato in Sicilia, non ha maismesso di soffiare. Lunedì pomeriggio il coro diNaro ci ha ospitati nella chiesadi San Francesco per un concer-to di gala offerto dai cori sicilia-ni. Al termine il sindaco di Naroha incontrato i direttori e i rap-presentati di tutti i cori per unsaluto e per ascoltare le varieesperienze dei cori e della Fede-razione in Italia e nel mondo.Era presente anche l’Assistentespirituale Internazionale dellaFederazione don Stanislaw Mie-szczak, il quale ha detto chesarebbe presto andato in India

dove sta per nascerela Federazione con lapartecipazione di 12cori. La giornata si è con-clusa con la festa dicompleanno del coro“ don Bosco” nelcastello di Naro.Martedì 1 Novembread Agrigento si èsvolta la messa con-clusiva del Congres-

so, siamo andati in processionecon gli stendardi dei cori lungole vie di Agrigento fino allaCon-Cattedrale San Domenico,ogni tanto un coro intonava uncanto e la gente si fermava lun-go la strada o usciva dalle caseal nostro passaggio. La messa era presieduta da S. E.Mons. Francesco MontenegroArcivescovo di Agrigento e con-celebrata da tutti i sacerdoti cheavevano accompagnato i coripresenti al congresso. Tutti assieme, diretti da DanielePironio, giovane direttore delcoro di Castions di Strada,abbiamo cantato la messa. Sonorimasta piacevolmente colpitadalla bella omelia sulle Beatitu-dini, tema del Vangelo del gior-no e sull’importanza del servi-zio che i Pueri Cantores offronoalla comunità.Carica di cannoli e arancini hosalutato tutte le persone cono-sciute in questi 4 fantastici gior-ni e sono ritornata a casa. I pros-simi congressi internazionalisaranno a Granada nel 2012 e aWashington nel 2013... chissà sepotrò andarci ma di certo vorreiche tutto il coro potesse viverel’esperienza di un congressocome questo.

Nicoletta Zamberlan

30 ottobre 2011 - 1° novembre 2011

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Estate

Ragazzi

Lunedì 6 giugno, educatori arapporto, si comincia! Così è ini-ziata la preparazione della setti-mana conclusiva Estate Ragazzi2011. Sapevo che non sarebbestato semplice neanche que-st’anno, ma la voglia di fare, didivertirci e far divertire hannocome sempre avuto la meglio!Siamo partiti con un’idea dibase importante per questoGrest, apportare delle novità,dare ai ragazzi qualcosa di nuo-vo e, guardando indietro, pos-siamo dire di avercela fatta. Ci siamo trovati, circa 20 anima-tori, dalla prima superiore in su,per 3 mesi ogni settimana anchepiù giorni nella stessa, a creare,costruire, stampare, colorare,confrontarsi, parlare, preparare,ma non senza ridere, scherzare,divertirsi, fare tardi e soprattut-to crescere insieme. Una volta deciso, anche assiemea Don Giuseppe, che la settima-

Grestna sarebbe stata quella dal 22 al28 agosto, abbiamo definito iltema, scelta ardua quest’anno, edopo tanti “… questo no, questogià fatto, questo non ci piace…”siamo arrivati al definitivo, ilcartone animato UP! Pochi dinoi lo conoscevano, ma la tramaci ha subito appassionati, caricadi valori, amicizia, tenacia,determinazione, famiglia, amo-re, coraggio, collaborazione, e dipersonaggi alquanto fantasiosi!Narra la storia di un anzianosignore, Carl Fredericksen, che,dopo anni di lavoro, una voltaandato in pensione, decide direalizzare il proprio sogno, rag-giungere le Cascate Paradiso inSud America facendo volare lapropria casa con dei palloncinipieni di elio, e di un bambino,Russel, uno scout, a cui mancaun solo distintivo, quello di“accompagnatore per anziani”,per completare il suo medaglie-

re e ricevere finalmente le atten-zioni del padre, che accompa-gnerà Carl nella sua avventura.Nel loro viaggio incontrerannodiversi personaggi con cuifaranno amicizia, Kevin, unincrocio tra uno struzzo e unpavone di dimensioni enormi eDug, un cane dotato di un colla-re che gli consente di parlare,ma anche molteplici nemici, icani Alfa, Beta e Gamma eMuntz l’esploratore che dà lacaccia a Kevin. Alla fine Carl eRussel, dopo molteplici disav-venture, raggiungeranno, con iloro amici, le Cascate Paradiso euna volta tornati a casa, Carlpotrà consegnare a Russel l’ulti-mo distintivo insieme a tuttol’affetto che un “nonno” puòdare al proprio nipote. Dopo tanti incontri tutto erapronto, la scenografia disegnata,colorata e appesa, i libretti con lepreghiere scelte stampati e rile-

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gati, i campi da calcio e da palla-volo montati e sistemati, le stan-ze preparate per poter lavorare,i materiali acquistati, le meren-de e l’acqua (indispensabilivisto il caldo che ci ha accompa-gnati ogni giorno) comprati, iballi imparati, cartelloni segnapunti scritti, squadre fatte, gior-nate e giochi studiati a puntino.Lunedì 22 agosto, ore 15.00 sicomincia! Raduniamo i ragazzi, accendia-mo la musica e iniziamo conl’accoglienza e la divisione insquadre. Proseguiamo il pome-riggio con diversi giochi neiquali le squadre si affrontano adue a due, facciamo merenda epoi diamo sfogo alle abilitàsportive di ognuno con calcio,pallavolo e danza. Infine, come tutte le sere a segui-re, ci raduniamo in Chiesa, ani-matori e animati, consegniamoad ognuno il proprio libretto,leggiamo insieme il pezzo distoria di quel giorno, ascoltiamola spiegazione del valore che ciha accompagnati nei giochi enelle attività fatte e infine reci-tiamo tutti insieme una preghie-ra.Martedì 23 agosto, ore 10.00! E siperché una delle novità di que-

st’anno è la giornata “lunga”ovvero quella che inizia la mat-tina e finisce la sera. La mattinaabbiamo fatto giocare i bambiniin un torneo di palla avvelenata,baseball e roverino. Nel frattem-po le volonterose Maristella eArgentina, nella cucina dell’ora-torio, preparavano per circa 60di noi un succulento pranzetto ebase di pasta col ragù e paninocon l’hamburger! Dopo esserciabbondantemente rifocillatiabbiamo fatto dipingere ainostri ragazzi sei murales relati-

vi al cartone UP, lasciando darloro libero sfogo alla fantasia. Iltempo è passato in fretta e ancheoggi dopo aver giocato ed esser-ci divertiti, la giornata è trascor-sa.Mercoledì 24 agosto, ore 15.00,raduno! E poi via con i giochiall’aria aperta, la merenda,accompagnata da una generalegavettonata che ci ha permessodi sopportare meglio il caldoche ci attanagliava, lo sport e laconclusione come le altre gior-nate prima in Chiesa e poi a bal-lare l’inno del nostro Grest.Giovedì 25 agosto, ore 10.00seconda giornata lunga! In real-tà per noi educatori la prepara-zione è iniziata alle ore 8.00, sve-glia presto, sistemazione deicampi da gioco, rifornimento ditaniche d’acqua, allestimentodei gazebo per l’ombra e alle10.00 tutto era pronto. Si ma non nei dintorni dell’ora-torio, questa volta abbiamo stu-diato una cosa alternativa allacaccia al tesoro in giro per il pae-se. Abbiamo deciso di andare agiocare su un campo enorme espazioso in via Villa gentilmen-te concessoci, e tra giri con l’hu-la hop, staffette e lanci di pallinela mattinata è passata veloce-mente. Per il pranzo ci siamospostati invece all’Agriturismo

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Ca’ Menego dove ci sono statigentilmente offerti pastasciuttae gelati. Dopo essere rientrati inoratorio abbiamo insegnato ainostri bambini a fare un bellissi-mo lavoretto, gli scooby doo! Èstato un po’ difficile all’iniziocapire il meccanismo, ma glianimatori sono stati talmentebravi ad insegnare ai ragazzicome fare che poi non volevanopiù smettere. Non sono stati fat-ti tanti lavoretti quest’anno,abbiamo cambiato anche questacosa, ma quello che abbiamo fat-to ha sicuramente incuriosito inostri ragazzi. Infine il pomerig-gio l’abbiamo passato parteci-pando tutti alla caccia al tesoro aprove organizzata nei dintornidell’oratorio.Venerdì 26 agosto, ore 15.00 ini-ziano i giochi sull’acqua!Appuntamento immancabile diogni Settimana di Estate Ragaz-zi! Bambini, ragazzi, animatoritutti insieme a giocare congavettoni, secchi d’acqua, telisaponati, un vero divertimentoche ha coinvolto tutti, una gior-nata tanto stancante e intensaquanto divertente!Purtroppo per la maggior partedei ragazzi la settimana si è con-clusa così con il venerdì, ma peri più tenaci e per gli animatori ilbello doveva ancora arrivare.Domenica 28 agosto, ore 7.00, siparte! Sì quest’anno abbiamovoluto coinvolgere grandi e pic-cini e radunare tutti con questoappuntamento, purtroppo tantiragazzi e genitori non hannoaderito per molteplici motivi,ma non importa chi c’era si èsicuramente divertito e ha potu-to vedere la conclusione dellanostra Estate Ragazzi 2011.Dopo una bella pedalata di circa4 ore, tra soste, visite guidate,colazione… siamo arrivati a Ca’del Lago. Su uno spiazzo d’om-bra abbiamo partecipato tuttialla S. Messa, animata da educa-tori e ragazzi che insieme hannocantato e pregato, abbiamo poipranzato e subito dopo giocato

a tombola, proprio come si face-va anni fa, una cartella a testa,penna in mano e via a segnareper vincere facendo terna, qua-terna, cinquina, tombola e anchetombolino! Una volta terminati igiochi tutti insieme ragazzi eanimatori abbiamo dato il viaalla conclusione vera e propriadella nostra settimana. Dopoaver ballato e cantato, abbiamoletto la fine della storia di UP, efatto scrivere ai nostri ragazzi suun biglietto un loro pensiero ouna loro speranza.Dopo aver scritto su ognunol’indirizzo della nostra parroc-chia, abbiamo annodato i nostribiglietti a dei palloncini coloratie proprio come succede ai prota-gonisti della nostra storia,abbiamo fatto volare un po’ lanostra casetta di cartone e subi-to dopo abbiamo liberato nelcielo i palloncini con le nostresperanze e i nostri pensieri. Ecosì abbiamo concluso l’EstateRagazzi 2011.E’ stata una settimana impegna-tiva tanto quanto divertente pernoi animatori e speriamo lo siastata altrettanto per i nostriragazzi. Noi ce l’abbiamo messa

tutta per migliorare ciò che nonandava, cambiare un po’ le cose,rinnovarci, far divertire e far tra-scorrere ai bambini del tempo inmodo sereno. Speriamo diesserci riusciti. Il mio ringraziamento va innan-zitutto al gruppo animatori,composto da persone uniche especiali, che hanno dato il mas-simo per la riuscita di tutto que-sto, ai bambini e ai ragazzi checon il loro modo di fare sempli-ce e gioioso ci hanno datoun’immensa soddisfazione, aigenitori che ci hanno supportati,a Don Giuseppe e Don Umbertoche sono stati presenti e vicini inquesti momenti, a tutti coloroche hanno collaborato per la riu-scita di questa settimana e dellesue attività e infine sento didover fare un ringraziamentoparticolare a Lui, che ci haaccompagnati ogni giorno, nellapreparazione e nello svolgimen-to, nei giochi e nella preghiera,nelle riflessioni e nei canti, che ciha aiutati nei momenti di diffi-coltà e di sconforto e che con noiha gioito nei momenti più belli.

Elena

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Estate

Ragazzi

*Nel Medioevo l’arte dei sartores era considerata un arte “lizéra”, perché per il suo esercizio e per aprirbottega bastavano: forbici, ago e filo, ma necessitava tuttavia di conoscenze approfondite, tramandate digenerazione, grande abilità e precisione.

... finita la scuola siamo libere di ...impegnarci seriamente!

Ascoltiamo con attenzione, perchè vogliamo diventare brave con ago e filo.

Le maestre Gabriella e Mafalda, sedute in cattedra, ciosservano, pronte a intervenire in caso di "ingropa-mento fili".

Romina, Severina, Loretta e Agnese ci insegnano conmolta pazienza come si diventa esperte nell'arte diSant’Omobono (patrono dei sarti, 13 novembre).

Corso di ricamoe cucito

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iHope!La nuova frontiera della tecnologia!

I PROTAGONISTI: 45 e ripeto45 (!!!!) Straordinari, Scatenati,Super giovanissimi provenientida Summaga, Fossalta, Porto-gruaro, Concordia, Corva, FiumeVeneto e Spilimbergo, di etàcompresa tra i 14 e 17 anni.

IL FILO CONDUTTORE DEL-LA SETTIMANA: essere porta-tori di speranza, fare esperienzadelle diversità tramite le relazio-ni con gli altri, scoprire che ilconfronto è fonte di arricchimen-to e che ogni azione che si com-pie comporta delle conseguenzesulle quali bisogna assumersidelle responsabilità. Analisi deivari aspetti della propria umani-tà, in particolar modo la sofferen-za che spesso si sperimentaanche da giovani, intravedendoin essa il progetto di salvezza che

Estate

Ragazzi

Cimolais 25-31 Luglio 2011

Dio ha su ogni uomo.Si è partiti quindi da un’analisi dise stessi per raggiungere l’ambi-zioso traguardo di guardare larealtà che ci circonda con occhi disperanza. Più che un filo condut-tore, una matassa. Tra gli educatori vige la legge:“puntare alto per arrivare alme-no a metà”.

IL PROGETTO: nell’era in cui leinvenzioni di Steeve Jobs stannosbancando il mercato, brevettareun nuovo aggeggio ipertecnolo-gico, una specie di iPod, conmenù ed applicazioni molto spe-ciali.App 1: iKNOWApp 2: iPENCILApp 3: iFITApp 4: iAMApp 5: iLIGHTApp 6: iTRUST La nuova invenzione avrà ilnome di: iHOPE!!(Mi sto immaginando la faccia diqualcuno un po’ attempato che leg-gendo questo articolo e grattandosi ilsopracciglio si starà chiedendo:- cosazè tute ste “i”, un sbaglio?)

Nella settimana di campo ogniapplicazione era abbinata allasua giornata ed ogni nome riferi-to ad un preciso valore o ad unaprecisa attività. I valori che sonostati affrontati sono: la diversità ela fraternità, durante i primi duegiorni di campo, la responsabili-tà verso se stessi il mercoledì conla camminata fino al rifugio Por-denone (un po’ prima ad esseresinceri perché ha iniziato a pio-vere), la scoperta di sé stessi ilgiovedì con la splendida testimo-nianza di una teologa che ha vis-suto con noi l’intero pomeriggio,l’interiorità il venerdì con le con-fessioni e la sofferenza con la pre-sentazione di Chiara Luce Bada-

no, la responsabilità verso glialtri il sabato con l’attività del-l’arrampicata sulle pareti dellascuola di roccia ad Erto.

I PROGRAMMATORI NON-CHE’ COLLAUDATORI DEL-L’iHOPE: Don Massimo (Polce-nigo), Carlo e Luca (Portogrua-ro), Sara (Concordia), Michela(Fossalta), Mattia e Francesca(Fiume), Ramona e Stefano (Spi-limbergo), Stefano (Corva) edinfine il trio summaghese com-posto da Elena, Marco e Valeria.

L’INIZIO: Ci siamo incontratiper la prima volta in una piovo-sa serata di giugno. Sembra qua-si che la pioggia al primo incon-tro di equipe sia di buon auspicioper la perfetta riuscita del cam-po. In tutta la mia esperienza diprogrammazione campi-scuola,cascasse il mondo, al primoincontro PIOVE!!Quest’anno,oltre che di buon auspicio è stataanche un triste presagio sullecondizioni meteo della settima-na. Non c’è stato un solo giornoin cui non abbia piovuto, magaricon un piccolo scroscio la piog-gia ci ha salutato tutti i giornitranne la domenica quando eraora di rientrare. No comment.D’altronde se anche in pianurapioveva e faceva freddo figuria-moci a Cimolais dove l’umidoregna sovrano. Lunedì e martedìmai messo il naso fuori, tempera-tura esterna 9°C, interna 20°Cgrazie al grande Direttore che haben pensato di accendere ilriscaldamento a luglio!Per un mese e mezzo ci siamoincontrati con frequenza settima-nale, non senza difficoltà, consi-derato che eravamo ben tredicieducatori partecipanti più altritre che durante l’anno avevanoseguito il cammino dei ragazzi,

Che Campo!

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ma che a causa delle mancateferie non avrebbero partecipato.Sedici teste sono difficili da met-tere d’accordo, sia come disponi-bilità che come pensieri. Maivista un’equipe così numerosa. Iprimi incontri si può dire sianostati di assestamento, qualcunopuntava sul teologico, qualcunosul giocoso, qualcuno sul fanta-scientifico, qualcuno sul cinema-tografico, qualcuno sul lettera-rio….trovare il tema giusto è sta-to lo sforzo più grande finoquando nei nostri pensieri non ècomparso l’iPod. Un oggettinoche tutti i giovanissimi possiedo-no o conoscono molto bene, chepermette di visualizzare imma-gini, video ed ascoltare musica,tutte attività vicine ai ragazzi checi avrebbero permesso di pro-porre le attività con il giustoapproccio. iPod però era banale,e allora, se il tema principale erala speranza, ecco nascere l’iHo-pe!Dopo una serie di incontri perdefinire bene ruoli e orari eccogiungere il momento tanto attesodai giovanissimi: la partenza.Previsioni meteo per la settima-na, lasciamo perdere. Tempera-tura prevista, lasciamo perdereanche quella. Tam tam di sms aigiovanissimi con consigli prezio-si su cosa mettere in valigia cherecitavano: “ragazzi portate viaroba pesante che se si muovonogli intestini siamo tutti fregati”(detto in maniera molto elegan-te). Soprattutto gli educatori.Arrivati a Cimolais mancavasolo la neve e sembrava di esserea Natale.

IL CAMPO: sono passati tremesi dalla fine del campo scuolae ancora non riesco a trovare leparole giuste per descriverlo,probabilmente non ci sono. Alcu-ne esperienze toccano così tantonel profondo che ogni parola uti-lizzata per raccontarle non è suf-ficiente a trasmettere l’insieme diemozioni, sensazioni e sentimen-ti, provati nel viverle. Solo viven-dole si può capirne la grandezzae l’unicità. Chi non ha mai sperimentatomomenti forti come questi, nonpuò capire quello che io amo

definire il miracolo campo.La frase che ho detto mille volteal nostro ritorno a Summaga èche nella mia esperienza di Azio-ne Cattolica ho più campi sullespalle che anni, e facendo dueconti è proprio così, ma sono sin-cera soprattutto con i giovanissi-mi, campi come questo non liavevo mai vissuti. Non ho maipianto ad un campo, a questo hocominciato il mercoledì sera difronte alle preghiere dei fedelirecitate spontaneamente da tuttii ragazzi, se ci penso mi vieneancora il groppo in gola. Mi sonostupita il lunedì pomeriggio,appena arrivati, nel vederli can-tare seduti per terra tutti assiemesuonando bonghi e chitarrecome amici di vecchia data; misono venuti gli occhi lucidi nel

sentirli cantare a squarciagolatutta la settimana la canzone “LaGioia”, perché rappresenta ciòche provano e ciò che vogliono.Un altro momento forte è statosicuramente la veglia del giovedìsera nella quale tutti hanno postodavanti alla Croce i loro dubbi ele loro domande, profonde, forti,sulla vita e sulla Fede. Il video suChiara Luce Badano, la suamalattia e il suo incontro con Diosono stati il culmine di questaveglia terminata anch’essa conun lungo commovente abbrac-cio.Sensazionale il coraggio che han-no avuto tutti nell’affrontare l’ar-rampicata sulla parete di rocciaad Erto, muniti di scarpine edimbracatura, ovviamente conistruttore a terra che li teneva conla corda (questo lo scrivo per igenitori altrimenti l’anno prossi-

mo vado al campo da sola) sisono lanciati in questo sportestremo. Sono stati bravi, coraggiosi edintraprendenti durante tutta lasettimana, hanno dato il 100% inogni momento, durante i giochi,le attività di riflessione, imomenti di preghiera per i qualidobbiamo tutti ringraziare DonMassimo, che è stato un compa-gno di viaggio super sia per noieducatori che per i ragazzi. Han-no vissuto il campo da protago-nisti veri e la sera del sabatoattorno al fuoco fatto di luminiperché fuori ovviamente piove-va, la loro emozione è venuta agalla. Se c’è qualcosa che puòfare da cartina tornasole sullariuscita del campo sono le lacri-me dei ragazzi e degli educatori

il sabato sera, tante lacrime cam-po perfettamente riuscito e sod-disfazione a mille. E non perchésiamo sadici e ci divertiamo a farpiangere i “fioi”, ma perché lelacrime di gioia sono sempre lepiù belle, riempiono il cuore, edanno un significato al lavorosvolto durante l’intero anno, fan-no dimenticare i nervosi, le corse,le arrabbiature, e fanno ringra-ziare Dio per questa grandeopportunità che abbiamo noigiovani di Azione Cattolica.Un grazie grande ad Elena, Mar-co e ai miei giovanissimi summa-ghesi con i quali ho vissuto unmeraviglioso anno e uno splen-dido campo, e anche se quest’an-no percorriamo cammini diversili ho sempre nel cuore.

Valeria

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150° anniversariodell’Unità d’Italia

17 marzo 1861: a Torino il SenatoSubalpino, in una solenne sedu-ta, proclama la nascita del Regnod’Italia. 17 marzo 2011 : inizianole celebrazioni del 150° anno dal-lo storico evento.Ma il clima stavolta è piuttosto“freddo”. Sino a pochi giorniprima, le forze politiche digoverno erano rimaste divise trauna ostilità neppure tanto mal-celata ed un sostanziale scettici-smo.Vi ricordate la proposta di nonconcedere la festività nelle Scuo-le per non compromettere il“regolare” svolgimento delleattività didattiche? Infine, pre-valse il buon senso. Che la festaincominci – si disse – se “deve”incominciare! Ormai il fatidico anno sta percompiersi ed è stato ( lo possia-mo affermare senza tema dismentite) tutto un fiorire di ini-ziative che, da Nord a Sud, han-no fatto piazza pulita di tanteriserve e perplessità.Mostre d’arte, conferenze dicarattere storico e letterario,spettacoli musicali e rassegnecinematografiche, momenti diintrattenimento popolare dallegrandi città ai paesi più piccoli.Ed oltre a ciò un risveglio delmercato editoriale con riedizionie soprattutto nuove pubblicazio-ni, alcune specialistiche altredivulgative sui grandi temi deldibattito storiografico ma anchesugli aspetti di un Risorgimentoimpropriamente definito “mino-re” come quello relativo a pococonosciuti episodi di storia loca-le o alla storia del costume.Un ventaglio di iniziative cosìarticolato e così “ partecipato”che è andato ben oltre la cerchia

degli intellettuali, coinvolgendo,a vari livelli, ampi strati dellapopolazione, apre il campo aduna serie di riflessioni che nondebbono essere lasciate cadere.Non si tratta soltanto di analiz-zare (o celebrare) un periodo sto-rico in se stesso ma di ricono-scerne il carattere “ fondante”nella nostra identità nel passatocome nel presente.In parole più semplici, è stataun’occasione per interrogarci sucosa significava allora ma anchesu cosa significhi oggi “essereitaliani “. Provate a pensare ad un veneto,un lombardo, un toscano, unnapoletano….vissuto nel Tre-cento, nel Cinquecento o nel Set-tecento. Che cosa poteva signifi-care per costui l’Italia che dasecoli era divisa in una miriadedi Stati e Staterelli, diversi percostituzione politica, condizionieconomiche e sociali, stili di vita,soggetti direttamente o indiret-

tamente a potenze straniere? Mentre Francia, Inghilterra, Spa-gna, nel corso del Medio Evo edel Rinascimento, avevano rea-lizzato l’unità statuale (e l’indi-pendenza) , sotto l’impulso poli-tico e militare di una dinastia,l’Italia , che Stato non era, potevatrovare un’unità ideale soltantonella cultura letteraria ed artisti-ca e nella lingua ( sia pure unalingua colta e specificamente let-teraria, perché la lingua d’usocomune, la lingua parlata, conti-nuava ad essere costituita, anchetra le persone di elevata condi-zione sociale, da una molteplici-tà di dialetti tra loro non comu-nicanti!).Quanto alla Storia, il solo possi-bile richiamo nella ricerca diun’identità era quello alla gran-dezza di Roma, unico periodo,peraltro remotissimo, in cui l’Ita-lia era stata unita ed indipen-dente. Oppure, ci si appellava amomenti storici come le lotte dei

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L’orgoglio di essere italiani: riflessioni sul Risorgimento

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Comuni contro il Barbarossa oad episodi della storia rinasci-mentale, strumentalmente inter-pretati, che si riteneva avesserovisto il rifulgere dell’eroismo ita-lico individuale, come sostenevaMachiavelli.Ma queste memorie non avreb-bero alimentato un Risorgimen-to politico se non attraverso unacultura letteraria che ad esseconferì forma e linfa vitale.Come ha recentemente rilevatoPaolo Mieli, intervenuto a “Por-denonelegge”, non è dunque unparadosso affermare che ilRisorgimento è stato fatto dailibri non meno che dal pensieroed all’azione dei politici. Basta leggere i testi ”classici”della letteratura garibaldinacome “ Da Quarto al Volturno”di Giuseppe Cesare Abba o “IMille” di Giuseppe Bandi perconstatare come le memorie deipatrioti nell’impresa dei Millesiano costantemente intessute dicitazioni dai poeti latini (Virgiliosu tutti) o dai grandi classici ita-liani (Dante, Petrarca ma ancheAriosto e Tasso) ogniqualvolta sivoglia esprimere un’idea oun’emozione o suggerire un’im-magine per descrivere un pae-saggio o per dar corpo con unametafora ad una esperienza oad un sentimento personale.Questo affettuoso richiamo alleletture in quanto patrimonio“comune” è per loro un modoper riaffermare l’unità nazionaleal di là delle diversità regionali.Fratelli d’Italia! Come risuonaro-

no dolci queste parole al ligureGoffredo Mameli quando nel1848 compose a Torino il “Cantodegli Italiani” ripreso poco doposulle barricate durante le CinqueGiornate di Milano e divenutopoi il nostro inno nazionale!E vorrei ritornare di nuovo allememorie garibaldine che ho cita-to per suggerirvi la lettura dellepagine in cui Giuseppe CesareAbba narra la partenza dei Milledallo scoglio di Quarto. Vi si coglie l’attesa trepidante incui si mescolano incertezza esperanza, il saldo convincimentoin una Fede ed ancora il motodell’animo con cui ci si riconosce“fratelli” ricordando con tene-rezza il toscano, il ligure, il vene-to..., tutti italiani, concordi nel-l’impresa da compiere.Quale abissale distanza dai pre-

giudizi e dai rissosi campanili-smi di oggi! Quale senso delBene comune in questi patriotidel Risorgimento rispetto al cini-co egoismo del nostro tempo nelquale l’interesse personale sem-bra essere l’unico obiettivo daperseguire a qualunque prezzo!Un’altra considerazione che col-pisce chi si accosta allo studiodel Risorgimento è la giovaneetà di coloro che “fecero l’Italia”.Se pensiamo che nell’Italia dioggi, salvo poche eccezioni, ilpotere politico ed economico èsaldamente detenuto da ultra-settantenni che si guardano benedal cedere le loro “posizioni dicomando”, fa un certo effettoricordare che Goffredo Mameli,quando sacrificò la propria vitanella difesa della RepubblicaRomana non aveva ancora 22anni. E pochi sanno che l’etàmedia di coloro che parteciparo-no alla spedizione dei Mille eradi 25 anni.Studenti ed insegnanti morironoeroicamente a Curtatone e Mon-tanara durante la Prima Guerrad’Indipendenza; per lo più gio-vani erano coloro che combatte-rono nelle Cinque Giornate diMilano, nella difesa di Venezia edella Repubblica Romana. Equipaggiati ed armati il più dellevolte in modo approssimativo,come avvenne nella spedizionedei Mille, forti soltanto del loro

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Hanno partecipato alla "Spedizione dei Mille"alcuni patrioti del nostro territorio:- Gaetano Castion di Portogruaro- Paolo Scarpa di San Michele- Coriolano Gnesutta di Latisana

Inoltre hanno dato il loro contributo in spedizioni successive di supporto ai Mille altri volontari di Portogruaro:Cossetti AntonioGioacchino Janese di Latisana - San Michele:- Sante Scarpa, fratello di Paolo, ferito al Volturno- G. Batta Baccarin - Luigi Gardini (sergente)- Angelo Marin (caporale)- Antonio Mauro- Antonio Piaccentini- Francesco SalvadoreSp

ediz

ione

dei

Mil

le

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coraggio e della loro generosaincoscienza furono alla fine stima-ti e temuti dai loro stessi nemici.Ma il Risorgimento non si com-battè solo sul campo di battagliao nelle piazze ma dovunque siagitarono, sfidando la censura ela repressione austriaca, le nuoveidee di libertà, unità, indipenden-za. Giovani animavano i circolipatriottici nei caffè e nei salottiaristocratici, affollavano i loggio-ni dei teatri nei quali si rappre-sentavano i melodrammi di Ver-di o distribuivano “fogli volanti”come novelli cantastorie, antesi-gnani dei giornalisti di oggi.Un’ondata di immagini, parole emusica percorse febbrilmente ilnostro Paese accompagnando leeroiche vicende che si prepara-vano e si venivano compiendo.Quando rifletto su tutto ciò, miviene spontaneo pensare allecontraddizioni ed alle frustra-zioni dei giovani d’oggi, espro-priati del loro futuro dalla crisieconomica ( ma anche dalla crisidei valori) e li confronto conquesti altri giovani , certo piùpoveri e meno smaliziati, ricchisolo del loro futuro.Ma l’energia che scaturiva daideali condivisi li aiutò a supera-re, in tante circostanze, difficoltàche potevano apparire insor-montabili. Fu questa forza inte-riore che permise ad uomini edonne del Risorgimento di salta-re l’ostacolo dei loro dubbi e del-le loro paure, mettendo la sordi-na alle differenze ideologicheche avrebbero potuto dividerli ericercando piuttosto, con tenaciae determinazione, ciò che di fat-to li univa : l’amore per la Patriae la Fede in un progetto destina-to a liberare l’Italia dalla domi-nazione straniera e a riportarlacon dignità nel consesso delleNazioni civili.E’ questa l’eredità che il Risorgi-mento ci ha lasciato ed è questoil monito che le celebrazioni diquest’anno affidano alla nostrasensibilità e responsabilità di cit-tadini memori della nostra Sto-ria.

Roberto Coccolo

ODE A VENEZIA“Ode a Venezia è una poesia sul Risorgimento che narra la sfortunata sol-levazione di Venezia nel 1848, in appoggio al tentativo di unificazionedell'Italia iniziato (con prudenza e diffidenza) da Carlo Alberto (I Guerradi Indipendenza) Dopo la sconfitta di Carlo Alberto ad opera del genera-le austriaco Radetzky (il re fu poi costretto all'esilio) Venezia e Roma con-tinuarono, com’è noto, l’insurrezione, proclamando la Repubblica. Romafu soverchiata dalle forze armate del Regno delle Due Sicilie, di Francia edi Spagna, mentre Venezia, assediata dagli austriaci, fu colpita anche daun’epidemia di colera: "il morbo", più volte citato in questo malinconicocomponimento.”

È fosco l'aere, il cielo è muto,ed io sul tacito veron seduto,in solitaria malinconiati guardo e lagrimo,Venezia mia!...Passa una gondola della città."Ehi, dalla gondola, qual novità ?""Il morbo infuria, il pan ci manca,sul ponte sventola bandiera bianca!"

No, no, non splendere su tanti guai,sole d'Italia, non splender mai;e sulla veneta spenta fortunasi eterni il gemito della laguna.Venezia! l'ultima ora è venuta;

illustre martire, tu sei perduta...Il morbo infuria, il pan ti manca,sul ponte sventola bandiera bianca!

ma il morbo infuria, ma il pan le manca...Sul ponte sventola bandiera bianca!Ed ora infrangasi qui sulla pietra,finché è ancor libera,questa mia cetra.A te, Venezia,l'ultimo canto,l'ultimo bacio,l'ultimo pianto!

Ramingo ed esule in suol straniero,vivrai, Venezia, nel mio pensiero;vivrai nel tempio qui del mio core,come l'imagine del primo amore.

Ma il vento sibila,ma l'onda è scura,ma tutta in tenebreè la natura:le corde stridono,la voce manca...

Sul ponte sventolabandiera bianca!

Arnaldo Fusinato

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NotiziarioCombattenti e Reduci

Quest'anno, oltre i 150 anni dell'Unità d'Italia, celebrati solennemente da tutte le sezioni com-battenti e reduci, a Summaga durante la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate hacommemorato i 150 anni dell’Unità d’Italia il generale Ilenio Zanotto. Il sindaco, Antonio Ber-toncello, ha ricordato il 90° della costruzione del Monumento dei Caduti, uno tra i primi erettiin Italia. Per la realizzazione del monumento, a ricordo dei 40 giovani summaghesi caduti nel-la prima guerra mondiale, erano state raccolte, tra i cittadini di Summaga, ben 6.353 lire e l' 8febbraio del 1921 veniva firmata dal costruttore edile Pietro Boschin la "quietanza" a saldo del-le opere di costruzione.

A perenne ricordo

dei figli

Caduti da Eroi

nella guerra mondiale

per gli Ideali della Patria

Summaga

che diede loro i natali

ne consacra il nome nel marmo

ottobre MCMXX

Augusto Zordan Attilio ZanetNatale Minusso Luigi SpimpoloLuigi Bozza Ermenegildo PiccoloBonaventura Dazzan Antonio ZucchettoAngelo Samassa Luigi GerolinGiovanni Mior Antonio BravoAnnibale Scapin Luigi BenvenutoLuigi Spironello Luigi MinussoGiovanni De Bortoli Marco SamassaLuigi Bon Adamo TravainSante Stival Antonio BandiziolAntonio Bozza Carlo VendrameIlario Dominici Umberto LazzarettoGiovanni Papais Pietro ZavattinNatale Lenardon Carlo TravainGino Miglioranza Matteo StivalPietro Tesolin Giuseppe BandiziolAntonio Mior Sante TravainGiuseppe Drigo Angelo TonioloEnrico Canciani Benvenuto Moretto

Caduti nella prima guerra mondiale 1915-1918

L’alfiere Antonio Aneseche sempre ha retto le ban-diere in ogni manifesta-zione.

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Giovanni Balzarin Paolo LovisettoSante Bon Umberto BortolottoGuido Bottan Umberto DrigoAmelio Drigo Umberto FagottoRaffaele Brun Asterio MarollaDante Drigo Carlo MioUmberto Lazzaretto Mario SegattoAntonio Martin Vittorio FranzonLuigi Tusei Natale Biason

Caduti nella seconda guerra mondiale 1940-1945

I rappresentanti della nostra sezione, sabato 8 ottobre 2011, pressola Sala Consiliare del Municipio di Portogruaro, hanno assistitoalla presentazione della Ristampa Anastatica della “Pubblicazione- Ricordo inaugurazione del Monumento ai Caduti del 30 settem-bre 1928”. L'Evento voleva onorare i soldati portogruaresi, 276 inessa elencati, morti durante la prima guerra mondiale.

Durante la Giornata dell'Unità Nazionale e delle For-ze Armate hanno ricevuto il "Diploma di fedeltà" peraver superato i 90 anni d'età, gli ex combattenti dellaclasse 1921, i signori: Giuseppe Zanon, Angelo Zavat-tin, Bruno Trevisan.Un commosso pensiero è stato rivolto ai cari socidefunti: Giancarlo Zamberlan, Severina Segatto ved.Bianco, Luciano Falcomer, Ottorino Fagotto, LinoSegatto, Vittoria Tomadon in Zavattin, Mario Zanin,Bruno Bozza, Pompeo Miglioranza. Per tutti loro èstata invocata la Pace dei Giusti.

Il Comune di Portogruaro, in collaborazionecon le associazioni e gli enti del territorio, gio-vedì 27 gennaio, ha celebrato il Giorno dellaMemoria "in ricordo dello sterminio e delle per-secuzioni del popolo ebraico e dei deportatimilitari e politici nei campi nazisti". Nella Sala Consiliare del Municipio sono stateconsegnate le medaglie d'onore concesse dalPresidente della Repubblica in favore di cittadi-ni italiani, militari e civili, deportati ed interna-ti nei lager nazisti e destinati al lavoro coattoper l'economia di guerra. Hanno ricevuto il pre-stigioso riconoscimento i cittadini portogruare-si: Virginio Arreghini, Luigi Tusei e i familiari diAldo Bertolini, Enrico Sandron e dei summa-ghesi Domenico Boccalon e Deris Zulian.

Luigi Goi

Il Giorno della memoria 2011

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Come Chicco di Grano

Canto per un martirio

.......E le mani… le mani… quelle si le piaghefanno male…… Padre… e questo ventoche ci viene dalla mattina alla sera sulla pelleè calvario che arroventa sullo specchiodi un dolore incorniciato

Oh… il tempoconsuma sul vecchio campanile l’asprabruciatura della feritama quando si fa più vivo il giorno... strematae affranta batte la campanal’inutile certezza di quanto bella e amarasia la vita

(AlRo)

Ricordo di Mons. Luigi Padovesenel primo anniversario della Morte

Il 3 giugno di quest’anno ricor-reva il primo anniversario delmartirio in Anatolia del nostrotanto amato Vescovo MonsignorLuigi Padovese. Un gruppo di persone volente-rose, sotto la supervisione delnostro Parroco Don GiuseppeLiut, si sono organizzate pertempo allo scopo di fornire inquella circostanza un contributodoveroso alla memoria dellapersona e della sua opera. Da vari incontri serali interlocu-tori e preparatori è emersa lastesura e la scaletta di quello chesarebbe poi stato un vero e pro-

prio momento di incantevolericordo in una atmosfera dimeditato raccoglimento. Non escludendo una breve pre-ghiera; ma sapendo che unmomento liturgico particolarealla Sua memoria si sarebbesvolto il giorno successivo, sem-pre nella nostra Abbazia; la sera-ta è stata improntata alla recitadi poesie, alcune a Lui espressa-mente dedicate, e all’ascolto diopportuni brani musicali. Alcuni collaboratori si sono per-tanto attivati per reperire “atto-ri” disponibili sia per la recitadelle poesie che per le esecuzio-

ni musicali e così, tassello dopotassello, è stato realizzato il pia-no della serata. Altri ancora sisono preoccupati di ricercaredegli “sponsor” che con il lorogeneroso contributo hanno con-sentito di coprire le indispensa-bili e necessarie spese per losvolgimento del memoriale. Altri ancora si sono impegnatinella preparazione di un libret-to da distribuire a tutti i pre-senti durante l’evento, per per-mettere loro di seguire conmaggiore attenzione la recitadelle poesie e conoscere, conun breve profilo, gli attori-

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autori recitanti ed i musicisti. Si è anche provveduto all’acqui-sto di cento copie di un librettosulla vita di Mons. Luigi, intito-lato “Come chicco di grano”.Edito dopo la Sua morte, a curadella Provincia Lombarda deiFrati Cappuccini, contenevaanche il DVD che è stato poiproiettato nel cuore della serata.E’ lo stesso DVD che tutti Voiche ci leggete in questo momen-to troverete allegato a questonumero del nostro bollettinoparrocchiale. Finalmente la sera di venerdì 3giugno il momento serale è sta-to vissuto con particolare atten-zione ed emozione da coloroche hanno voluto e potuto par-tecipare.Tra i partecipanti abbiamo notatomolte presenze autorevoli e gra-dite. Ne citiamo solo alcune amemoria: il nostro Vescovo Eme-rito Mons. Ovidio Poletto; Mons.Basilio Danelon; Mons. OrioldoMarson; Mons. Sergio Deison;Mons. Giosuè Tosoni; Mons. Pie-tro Cesco; Fra Gianfranco; FraLicinio e il nostro emerito Parro-co Mons. Umberto Fabris.Tra le autorità civili: il vice sin-daco Prof. Gigi Villotta, l’asses-sore alla cultura signora AnnaMaria Foschi, ma soprattuttoerano attenti ascoltatori molticompaesani, e anche molte altrepersone da fuori paese, che han-no voluto con la Loro presenzaonorare il ricordo di Mons. Lui-gi e la memoria delle sue nume-rose visite e presenze attive nel-la nostra Comunità.Con quest’articolo riassuntivo,vogliamo ricordare a costoro, esoprattutto portare a conoscen-za di quelli che non hanno potu-to partecipare, lo svolgimentopiacevole di quell’incontro.

A grosse linee la serata era arti-colata in tre parti.

Quella centrale, la più impor-tante, prevedeva la proiezionedel video già accennato, che ha

emozionato non poco il pubbli-co presente e che potrà ora emo-zionare anche Voi che lo riceve-te con questa copia di “QuiSummaga”. Il video, precedutodalla lettura di un breve ricordodi “Padre Luigi” (così venivaancora chiamato amichevol-mente nonostante la Sua Ordi-nazione Episcopale) e seguitodalla lettura di una Sua letterascritta ai confratelli al momentodella Sua nomina a Vicario Apo-stolico dell’Anatolia, ha costitui-to il momento più toccante e piùvero a ricordo del nostro amatoLuigi.La prima parte, con la prolusio-ne di Don Giuseppe, e la terzaparte, con l’amichevole ricordodi Luigi da Parte di Mons. Ovi-dio Poletto e la sua preghierafinale, si sono invece sviluppatecon un’armoniosa, delicata epiacevole alternanza di poesie emusiche. A chi ha avuto il compito diredigere questo breve articolonon resta pertanto che un obbli-go, una raccomandazione e unarichiesta.

L’obbligo di ringraziare tutticoloro che in qualche modo, conil contributo di tempo e di lavo-ro, hanno consentito di realizza-re la serata. Sono molti e nonpensiamo di poterli citare quitutti quanti. Ci permettiamo tut-tavia di menzionare, per tutti,l’amico Roberto Alessandriniche è stato il primo promotore eideatore dell’iniziativa e Miche-le Giro che, lavorando per lo piùnell’ombra, si è sobbarcato buo-na parte del lavoro preparatorioed ha condotto con la solitadiscreta maestria lo svolgimentodella serata.

La raccomandazione a tutticoloro che riceveranno il bollet-tino con l’allegato DVD, saremoallora sotto Natale, di trovare iltempo per vederlo e riviverecosì, o scoprire in quel momen-to, la visione di alcuni momenti

di vita del nostro compianto eillustre compaesano. Era nato difatto a Milano, ma non abbiamomai cessato di consideralo a tut-ti gli effetti (e anche Lui si consi-derava tale) figlio della nostraterra. Per chi non avesse i mezzitecnici per poterlo visionare (uncomputer o un lettore di DVD),consigliamo di accordarsi conqualche parente o vicino perpoterlo fare. Sarà forse ancorapiù piacevole poterlo vedere incompagnia di altri. Questipotranno tenersi il disco comericordo o per visionarlo in futu-ro o anche, se lo vogliono, rega-larlo ad altri abitanti del nostroterritorio che non siano destina-tari del nostro Bollettino.

Una richiesta (l’argomento puòsembrare delicato, ma ci per-mettiamo comunque di accen-narne): chi ha organizzato eseguito quest’opera non ha avu-to il coraggio di tornare daglisponsor e nemmeno di trovarnedi nuovi che permettessero difinanziare l’acquisto di 1300copie DVD (tante quanto sonole copie del “Qui Summaga”).Abbiamo fatto affidamento sul-la riconosciuta disponibilità deinostri concittadini (residenti enon) che sicuramente saprannodimostrasi ancor più generosidel solito nel contribuire a que-sta edizione speciale del LoroBollettino “Qui Summaga” almomento in cui lo riceveranno.Chi venisse invece a scoprirequest’esigenza solo al momentodella lettura di quest’articolo,può sempre, se lo vuole, rivol-gersi anche successivamentealla Parrocchia per portare il suocontributo. Contiamo in questomodo di coprire le spese e, sequalcosa dovesse avanzare, saràaccantonato per poter celebrareanche nel 2012 la ricorrenza delmartirio del nostro amato fratel-lo Luigi.

Per tutti, uno degli organizzatori

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P.S. L’unico rammarico di chi hariassunto qui i momenti piùsignificativi di questa serata èquello di non poter, attraversoqueste pagine, farvi ascoltare lesplendide esecuzioni musicalidelle tre giovani musicisteValentina Baradello, MariaEleonora Nardi e ValentinaDanelon che magistralmente, econ estrema professionalità,hanno alternato i loro branimusicali alla lettura dei branipoetici, eseguendo un adeguatorepertorio con musiche di Para-dies, Faurè, Tournier, Respighi,Krumpholtz, Bach, Gounod,Pachelbel.

Chi volesse comunque recupe-rare e godere anche l’ascolto diquesta non secondaria parte delmemoriale può rivolgersi alnostro Parroco per prenotareuna copia in DVD della registra-zione della serata.

Il tre giugno dello scorso anno lanotizia dell’uccisione di Mons.Luigi Padovese ha scosso ilmondo intero, e particolarmentequelli che hanno avuto l’onore ela gioia di conoscerlo. A distan-za di un anno siamo ancora sgo-menti al pensiero della sua fine,di come sia avvenuta, e ancoraci interroghiamo sul perché siastato compiuto quell’orribilegesto. Più di una volta avevamoavuto occasione di dirgli chestavamo in pensiero per lui eche ci spaventava il fatto chenon avesse più la scorta di pro-tezione che gli era stata assegna-ta dopo l’uccisione, nella suadiocesi, di don Santoro. Lui cirispondeva serenamente che lasituazione era migliorata e checomunque aveva Murat che loproteggeva ... Parlava propriodel suo uccisore! ... Si fidava dilui, lo considerava un amico, un

figlio. Come non credergli, vistoche noi stessi famigliari aveva-mo conosciuto questa persona econstatato il rapporto di fiducia,di amicizia e di rispetto che liaccompagnava? Questa suafiducia, come ora tutti sappia-mo, è stata purtroppo tradita nelpeggiore dei modi. Era consapevole Luigi, e lo ave-va dichiarato più volte, magarisorridendo bonariamente, comesapeva fare Lui, che per il mon-do mussulmano il concetto diintegrazione esisteva: volevadire però che un cristiano pote-va diventare musulmano, manon il contrario. Eppure, nono-stante questa amara consapevo-lezza, continuava ad avere mol-te speranze e perseguiva la suamissione evangelica in terra tur-ca con amore e apertura al dialo-go nei confronti del mondomussulmano, senza mai con-trapporsi ad altri, ma sempreconfrontandosi con dolcezza edapertura ai suoi interlocutori.Non era indubbiamente lo stes-so per gli altri e crediamo chequesto suo atteggiamento amo-revole, conciliante e quindi daimitare non sia piaciuto ad alcu-ni, al punto di decretarne lamorte fisica. Non abbiamo maicreduto infatti alla tesi del gestofolle compiuto da una personasconvolta dalla malattia menta-le. Conoscendo bene Luigi, trop-pi indizi, sin dal primo momen-to, ci hanno portati a pensareche la sua uccisione, per noi ilsuo Martirio, sia stata in qualchemodo, se non proprio program-mata, almeno provocata daeventi ancora non rivelati.Padre Luigi, così continuavamoistintivamente a chiamarlononostante la sua consacrazioneepiscopale, ha lasciato in ognu-

IL RICORDO DI MONS. LUIGI PADOVESELETTO DA UNA NIPOTE

PRIMA DELLA PROIEZIONE DEL VIDEO

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no di noi, parenti o amici che lohanno conosciuto, un bel ricor-do che durerà sicuramente neltempo. Lui amava venire aSummaga e nella nostra diocesi.Qui si sentiva un po’ come acasa, incontrava sempre perso-ne che si prendevano cura di luie di chi lo accompagnava, ospi-tandoli in maniera semplice,schietta. Apprezzava moltissi-mo questa semplicità, perchésemplice era anche lui. Quandoancora non era vescovo, riusci-va a trovare più tempo da tra-scorrere con amici e parenti,mentre ultimamente gli impe-gni rendevano le sue visite, fittedi appuntamenti, più frettolose,ma riusciva comunque sempre aportare a tutti una ventata digioia.Luigi verrà sicuramente ricorda-to in questi giorni in tutto ilmondo. Sappiamo di molte ini-ziative in sua memoria. In parti-colare a Milano sua città natale,domani, con varie manifestazio-ni, da parte dei suoi confratellidella Provincia Lombarda deiFrati Cappuccini. Anche a Romaproprio oggi alla Pontificia Uni-versità Antonianum, dove permolti anni ha insegnato a giova-ni consacrati di tutto il mondo edove è stato anche Preside del-l’Istituto di Spiritualità, è stataintitolata a Suo nome un’aula edè stato presentato il libro intito-lato “In Caritate Veritas”, eraquesto il suo motto episcopale,opera letteraria coordinata da

Paolo Martinelli, attuale presidedell’Antonianum e che raccoglieuna sintesi degli scritti piùimportanti di Luigi. Avevamoinvitato qui da noi suo fratelloSandrino, ma ha dovuto recarsioggi a Roma e sta a quest’orarientrando per essere ovvia-mente domani a Milano per pre-siedere ai vari incontri program-mati.Abbiamo poi notizie che in Ger-mania, a Bamberga, dove Luigiera particolarmente conosciutoed amato, stanno intitolando asuo nome una piazza nella qua-le verrà eretto un suo monu-mento. Sappiamo ancora che aCucciago, un paese in provinciadi Como, il cui Parroco è un suoamico d’infanzia, hanno intito-lato a Suo nome un nuovo cen-tro culturale. Sono solo alcuniesempi, tra quelli pervenuti alla

nostra conoscenza, delle molteiniziative messe in atto perricordarlo. Anche la nostracomunità, la nostra è la Sua ter-ra d’origine, non poteva manca-re a questo appuntamento anni-versario anche se, da quando laferale notizia della sua morte cisconvolse lo scorso anno, loabbiamo costantemente e piùche mai nel cuore. Il filmato che andremo a vedereora, e che forse alcuni di Voihanno potuto ricevere entrandoin Chiesa, è stato creato con ilcontributo di Alessandro Ferra-ri, già Ministro provinciale deifrati cappuccini della provincialombarda. Raccoglie anche testi-monianze ed emozioni provate,dopo la notizia della sua morte,da alcune persone che hannofatto parte della sua vita.Nel chiudere questa mia brevememoria, vorrei condividerecon voi un sogno. Non mio, mane sono comunque la direttatestimone. Un sogno fatto daquel bimbo che vedete nella fotodi copertina del libretto che ave-te in mano.Pochi giorni dopo la morte diLuigi, aveva allora cinque anni,si svegliò una mattina e corren-do verso di me mi disse: mam-ma ho sognato Luigi, era nel cie-lo e mi sorrideva, era dentro unapalla, non di quelle che si gioca:era in una grande palla di luce!

A sera...

Mi consolano tra i sassiquelle roseche ancora profumanol’arsuraeppure sannoche gli tocca di sfiorirepoco prima dell’oscurità

(AlRo)

♪♫♪♪♫♫♪♫

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La Marmora è un nome noto amolti italiani, ricordato in lapidi,monumenti e strade di tutta lapenisola. Quattro fratelli generali nel-l’esercito del Regno di Sardegnache hanno avuto un ruoloimportante nella storia dell’eser-cito italiano legando il loro nomea quattro corpi militari ancoraoggi esistenti: Carlo Emanuele aquello dei Corazzieri; Alberto aiGranatieri di Sardegna; Alfonsoalle Batterie a Cavallo e Alessan-dro, come fondatore, ai Bersa-glieri. Altrettanto importante fu il lorocontributo alla vita politica ecivile.Nel 150° anniversario dell’Unitàd’Italia la storia patria non puòprescindere dai La Marmora, diquanto seppero trasfonderedegli antichi valori di cui eranocustodi nell’Italia del Risorgi-mento e di come il processo uni-tario sia anche il risultato di unrapporto tra uomini e territorioprodromo di quello più vastoche poi coinvolgerà l’intero terri-torio nazionale. E proprio a Torino, sede che ha

dato i Natali all’Unità d’Italia eha visto nascere il glorioso Cor-po dei Bersaglieri il 18 giugno1836, si è tenuto il 59° radunoNazionale dei fanti piumati,appuntamento al quale la sezio-ne di Portogruaro con l’affiatatogruppo bersaglieri in congedo,familiari e simpatizzanti di Sum-maga non rinuncia mai.Erano in migliaia, assiepati lun-go il percorso che da Piazza Vit-torio Veneto conduce a PiazzaCastello fino a Piazza San Carlo,ad assistere alla sfilata di dome-

nica 19 giugno applaudendo,incitando, un groppo in gola adogni apparire di striscione regio-nale. Decine e decine di macchi-ne fotografiche tenute ben alteda altrettante braccia tese, hannocercato di fermare sulla superfi-cie sensibile, un attimo da ricor-dare, una sensazione, un’emo-zione, un sentimento. Resterà indelebile nella memo-ria di tutti l’abbraccio della cittàai “suoi bersaglieri”.175 anni sono passati da quel 18giugno allorchè, all’interno dellaCaserma Ceppi in Torino, l’allo-ra Capitano Alessandro La Mar-mora addestrava personalmentei primi bersaglieri che compone-vano la Prima Compagnia pen-sando alla bellezza del bersaglie-re che “corre verso una metaraggiante e vive l’orgoglio diarrivare primo e vi arriva can-tando allegramente, come unsoffio di primavera, mentre letrombe squillano e i ritornellisegnano il ritmo”, ora come allo-ra, custodi di una tradizione diardimento e generosità, in servi-zio ed in congedo.

L.S.

59° Raduno BersaglieriTORINO 2011

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La nascita delSummaga Calcio

Per la passione di alcuni sporti-vi, amici del calcio, nel 1965comincia la storia di questosport a Summaga, a Summagaper modo di dire, perché nonessendoci ancora il campo spor-tivo si deve emigrare in quel diPradipozzo, per gentile conces-sione di don Gildo che ci auto-rizza a giocare in quello parroc-chiale. I primi anni sono di pura

partecipazione e divertimento,senza grandi pretese, aspettan-do con ansia per tutta la settima-na di disputare la partita. Nel1969 si inizia a giocare a Sum-maga nel campo in via Santa Eli-sabetta, appena costruito. Da lì,qualche anno dopo, con unasquadra composta di giocatoripreparati, ma soprattutto amici,si vince il primo campionato

della storia calcistica summa-ghese. Negli anni seguenti, inseconda categoria, si riesce acomportarsi bene, piazzandosisempre nelle prime posizioni esfiorando la promozione inalcuni tornei. Promozione cheviene centrata nel 1986, passan-do così dalla seconda alla primacategoria.

Anno 1968-69

Da sn in alto: Guido Boccalon,massaggiatore, Alfredo Nascinben,dirigente, Claudio Miglioranza,Luciano Bravin, Aldo Rampazzo,Franco Lisandro, Pietro Dorigo,Vittorino Grego, Beppino Mio,presidente.Da sn in basso: Luciano Faggioni,Fervido Mason, Carlo AnselmoMio, Aldino Lisandro, AdelinoNascinben, Gianni Zanon.

Da sn in alto: Luciano Martin,Claudio Tiso, Roberto Miglioran-za, Paolo Bernardini, FrancoLisandro, Giorgio Delle Vedove,Aldo Rampazzo, Mario Rossi.Da sn in basso: Claudio Boccalon,Flavio Sclip, Guerrino Arreghini,Renzo Gaiatto, Aldino Lisandro,Giancarlo Berti.

Summaga A.C. vincitrice del campionato 1974-75con il presidenteMario Rossi

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In questi venti anni di calcio aSummaga, bisogna ricordareuna cosa molto importante: l'af-fetto dei tifosi per questa squa-dra e la partecipazione anche dinumerose persone che vengonoda Portogruaro e Concordia perincitare i loro beniamini. Nonpassa tempo che la stessa squa-dra vince anche il campionato

regionale. Nel 1989 questi fanta-stici ragazzi arrivano primianche nel campionato di primacategoria, misurandosi l'annosuccessivo nel campionato dipromozione con squadre comeil Cartographer ed altre blasona-te. Questo è l'ultimo anno comesocietà e squadra con questonome, cioè Summaga AC., per-

ché dall'anno seguente si fa lafusione con il Portogruaro cal-cio, da qui la denominazione diCalcio Portogruaro-Summagache anno dopo anno, promozio-ne dopo promozione arriva finoin serie B.

Squadra juniores

Da sn in alto: Mauro Sartori, Ric-cardo Piasentin, Andrea Sartori,Maurizio Fagotto, Gastone Masca-rin, Cancian, Daniele Zanin. Da sn in basso: Walter Zavattin(Tutù), Mauro Piccolo (oggi vice-presidente del Summga calcio), Stefano Goi, Roberto Buoso, Stefa-no Sartori.

Giuseppe (Beppino) Mio presidente,Aldo Piccolo, dirigente con

la squadra del 1969

I primi tempi sono molto sparta-ni: ci si lava d'inverno con l'ac-qua ghiacciata del rubinetto o,come a Giussago, nell'abbevera-toio delle mucche, il ristoro è unpanino che chiamarsi panino èuna vera e propria eresia, prepa-rato da "Carlo casaro"con unafetta "trasparente" di mortadel-la, la trasferta da Summaga aPradipozzo si risolve con mezzidi fortuna, anche in bicicletta.

Si vuol ricordare i presidentisusseguitisi nell'arco dei primiventicinque anni: Giuseppe Mio(Beppino), Mario Rossi e DinoMio che hanno saputo motivarei giocatori con il loro grandeentusiasmo. Questa è in sintesi la storia per

onorare chi nell'arco di queglianni ha dato il proprio contribu-to alla società di calcio , chiama-ta Summaga A.C. che per venti-cinque anni ha divertito eappassionato centinaia di tifosi.

Uno di quei tempi

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Bocce, Briscola,Benessere

Bocce nella storia

Il gioco delle bocce è tra i più antichi. Risalgono al7000 a.C. le prime testimonianze di un gioco simi-le a quello odierno. Greci e troiani, nelle pause diguerra, disputavano delle partite e Ippocrate pro-pagandava questo esercizio come attività salutare.Anche Claudio Galeno, medico dei gladiatori e di

Marco Aurelio, le consigliava a giovani e vecchi. Efurono proprio i romani a contribuire al salto diqualità, esportando in Gallia le partiteNel Medioevo il gioco divenne una passione allimite della mania, tanto che alcuni regnanti euro-pei ne stabilirono addirittura il divieto a causa del-le furibonde liti che provocava. Tuttavia i medicidell’Università di Montpellier erano convinti chefosse un toccasana per i reumatismi.Alla fine del seicento, Carlo II d’Inghilterra lo lega-lizzò e predispose un regolamento.Uno sport vero e proprio che nella sua formaodierna venne reso popolare da Giuseppe Garibal-di durante l’unificazione d’Italia e deve il suonome alla parola latina “bottia” che significa palla.

Bocce all’ombradell’Abbazia

Anche a Summaga il gioco delle bocce ha i suoieroi e i suoi miti. I protagonisti non hanno la noto-rietà dei campioni degli sport di massa, tuttavia liriconosci subito. Arrivano appena fa sera, l’abbi-gliamento adattato alla bisogna e le borsette col

loro prezioso contenuto: 4 bocce lucidate e prontea rullare sui campi da gioco parrocchiali per con-tendersi, in interminabili partite, l’ambito titolo di“coppia vincente”.Concentrazione, breve rincorsa, il braccio che fada guida leggera e lascia andare la presa. La sferasi alza in volo e picchia decisa, quasi arrogante,sulla boccia avversaria, scompaginando la situa-zione precedente. “E’ punto!” la sentenza del cam-po. Va avanti così, senza sosta, un tiro dopo l’altro,tra giovani e meno giovani, campioni improvvisa-ti che non smettono il gioco se non per commen-ti, contestazioni, un bicchiere di vino o un caffè incompagnia.E’ il mondo delle bocce, 27 metri di pista da per-correre avanti e indietro, il pallino cercato al pun-to, bocciato, domato da un altro tiro. Impossibilenon appassionarsi. Basta osservare come si diver-tono i bocciofili e il pubblico di ogni età. Che inquesto sport ci sia ben più di quanto appare?

Benefici per corpo e mente

E’ un dato di fatto: giocare a bocce fa bene. Soprat-tutto alle persone non più giovani che in questomodo, senza sottoporsi a sforzi eccessivi, cammi-nano, fanno flessioni, muovono costantemente learticolazioni. Una specie di ginnastica dolce chetiene in movimento lo scheletro e riattiva la circo-lazione del sangue. Un altro gioco che vede riunir-

Al calar della sera i giocatori summaghesi sono sul campo.

Da sn Mario Piccolo

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si molte persone nelle serate estive all'ombra delcampanile è il gioco delle carte che tiene in allena-mento la memoria, stimola il confronto e la socia-lizzazione, si scherza, si dibatte.

Briscola tressette e scopa, strategie da 007

Il bravo giocatore è colui che indaga, studia, piani-fica la strategia migliore. Qui non si tratta di cultu-ra o privilegio di casta, qui si vince o si perde perestro, calcolo, memoria fotografica, fortuna, espe-rienza.

Settebello centoscope! è un grido di battaglia, unafilosofia, una scelta esistenziale nel mondo paral-lelo dello spariglio. Vuol dire che si deve prende-re il settebello, sempre, anche a costo di rischiarecento scope. Briscola, ma anche tressette e scopa,vuol dire che il nonno ti ha insegnato le mosse,vuol dire un’atmosfera, vuol dire amicizia. E si

può far notte attorno al tavolo a giocarsi l’ultimacarta e l’ultima fetta di anguria.E ci sono quelli che guardano, il popolo silenziosoche osserva un destino altrui, e forse parteggia perquei volti bloccati da funerea serietà, e chissà se ilgiocatore pensa veramente o fa solo finta con lamano immobilizzata a mezz’aria, il sussurro e lepause, nel gusto quasi tragico del gioco senza appello dove sbagliare significa sprecare l’esattez-za della partita perché ogni errore - come sempreaccade - non appartiene solo a chi lo commette.

Una passione per tutti

Per questi acerrimi combattenti e per i tanti che siuniranno è già pronta la rivincita per la prossimastagione. Un’altra estate all’insegna del divertimento, delgioco, del movimento senza limiti d’età per chi havoglia di sentirsi eternamente in forma, tra amici ein modo sano, ovviamente presso gli ambientiparrocchiali con la bocciofila summaghese.

Lux

Chi si preoccupa di allenare anche la mente.

Marisa e Maria Ardemia riflettono sull'asso da calare...

... non solo bocce...

Bruno: il vivandiere!

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Marciadell’Abbazia

Eccote qua… spaancando el balcon…e ogni volta xe un emosion.

Butando un ocio.. la campagna a se perde… la se riveste de verde.

Passa do veci.. e oggi è mainconia…. che l’aria fresca si porta via.

L’entusiasmo dei numerosi iscritti ai blocchi di partenza. E il paesaggio acquerellato dalla foschia...

Primo ristoro: sorrisi, cioccolata e buon umore aspettando inostri atleti.

Una strada che tutti vorrebbero percorrere, in discesa, legger-mente movimentata, con curve dolci.

Muri scrostai... piere che ga fat la storia...giorni de fame e de gloria.

In mexo a piaza... fa ombra un monumento...sapeva un ricordo e un rimpianto.

E na Abazia... che a te fa un fià soggesion...do paroe e un’orazion.

Impavidi e sicuri verso la meta.

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Ristoro in Via del Campo fra i “Pirus Pirus” (el perer) di Pino Milan.

Itinerario nella Summagarurale del Cavariol e dintorni.

E ti fontanea del Cavariol teresti a vardar, sfidar el tempo enon voer cambiar.

Uno stradone che sa di antico, di chiacchiere, di vento, profuma-to di sole.

E in prato i concorrenti se ne vengono.

Fuori forma ma non fuori alle-namento.

Fra il treno che passa fischiando, e il vento che soffia, Vi presen-tiamo Pocket (a dx) e Coffee (a sx): una botta di vitalità per inostri atleti.

10 con lode al gruppo podistico “i cento passi” organizza-tore della manifestazione, al Nicholas Zoppelletto per l’ec-cellente servizio fotografico in via Cavariol del Bosco, eall’anonimo che ha scritto i versi poetici tratti da un QuiSummaga di anni fa. Arrivederci al prossimo numero.

L.S.

Tajada in quatro... da un binario e na autostradae che confusion la xo in Levada.

Terra che tase... e no dise na paroa...xente che parla e non se sente soa.

Un cavallo di razza!

Ormai Summaga a fa parte de mi...e sta canson... mi la canto a ti...

El Reghena score... portandose via...la to storia e la mia.

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Alla scoperta del territorio

Siamo partite un pomeriggio diprimavera alla scoperta del terri-torio: la bassa friulana, così vici-na e così poco conosciuta... un"viaggio" tra natura e cultura,quasi a "chilometro zero". L'ideaè nata dal progetto di rinsaldarei legami tra persone, di ricrearequel tessuto sociale che anchenei nostri paesi tende a sfaldarsicon l'età e di condividere sempli-ci esperienze, capaci però diappassionare. All'inizio ci univa la voglia distare insieme, ma già nella cam-pagna di Varmo, il paesaggio sifaceva interessante e attirava lanostra attenzione per qualcosache non riuscivamo ancora adefinire, qualcosa che sapeva di... poesia. Siamo così arrivati aSanta Marizza, piccolo borgosorto durante il medioevo,quando il Patriarca d’Aquileiacontribuì al ripopolamento diqueste zone, devastate dallescorrerie degli Ungari.

«Santa Marizza è una piccolaisola dorata nel dormiente arci-pelago della Bassa, il tiepidonido che un Patriarca dell’AnnoMille aveva adagiato sulla ter-ra soffice delle risorgive. Qui lapianura è orizzontale come unmare calmo, senza il minimosoffio di vento: si vedono unachiesetta, le terre arate, i pacifi-ci alberi, nevi lontane sui mon-ti»

Sergio Maldini, La stazione di Varmo,Marsilio Ed.

Il fascino delle sue stradinesilenziose e degli edifici un po’diroccati ha incontrato la sensi-bilità di due grandi scrittori, chequi che qui hanno trovato quietee ispirazione, Elio Bartolini,romanziere, poeta e sceneggiato-re di alcuni tra i più importantifilm di Michelangelo Antonionie Sergio Maldini, giornalista escrittore, che all'inizio degli anni'80 dice basta alla caoticità di

Roma e sceglie come sua dimorail rustico al numero 27 di viaDue platani, trasformato nella“Casa a Nord-est” (anche titolodella sua opera premio "Cam-piello 1992).Pian piano la curiosità si trasfor-ma in stupore e la mente èrichiamata a atmosfere passate,fatte di dolci silenzi, di profumidi erbe, di colori puri, di senti-menti profondi. In alcune di noiriemergono emozioni delle sto-rie narrate, mentre altre si acco-stano alla fontanella da cui sgor-ga un'acqua freschissima.

Santa Marizza - Glaunicco - Belgrado - Arzene

18 maggio 2011 Pomeriggio tra il verde e i fiori del Friuli

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Costeggiamo il vivaio "La bota-nica" di Ruggiero Bosco, chedisegna splendidi giardini edesporta in tutto il mondo le sueverdi creazioni. Bosco ha lavora-to per lungo periodo in Inghil-terra ed, emozionato della cultu-ra di quel paese, non l'ha dimen-ticata, la si ritrova nella natura-lezza di quella sorta di salottini acielo aperto, nel sapore "colto"che fa di ogni angolo un angoloparticolare. Possiamo leggere unarticolo in "Ville e giardini" dinovembre 2011 di Daniele Mon-gera, prima di progettare unanostra visita.La nostra autista, paziente etranquilla, si destreggia con bra-vura tra le strette stradine che ciportano a Glaunicco.

«Vi giuro che al veder capovoltele casette di Glaunicco nel suospecchio argentino e tremolante,dove i caldi colori del fondo simescono col riverbero della pro-spettiva, l’animo si sollevad’ogni tristezza; e il ponticello ela riva e i salici che rompono lacorrente e gli armenti che lalambiscono delle nari prendonovita affatto nuova, e tal coloredi poesia da ricordare le Bucoli-che e l’Odissea».

«Un mulino che è lì presso aquella campestre solitudine pre-sta conforme il movimento e,sarei per dire, la parola. Tutta-via sarebbe ingiustizia se non miricredessi dall’aver chiamatoquel mulino un’opera d’arte;poiché l’è tanto antico a miogiudizio, che la capricciosanatura l’ha già rioccupato partea parte per diritto di prescrizio-ne; e le muraglie son così scon-nesse e fiorite, e il tetto è cosìineguale e muscoso McKesson tidà sembianza d’una fattura delcaso».

Ippolito Nievo, Il Varmo

Il Mulino

Del mulino si parla fin dal 1405,quando forniva la SerenissimaRepubblica di Venezia e l’Abba-zia di Sesto al Reghena dei fratiBenedettini; in tempi più recenti,nel 1881, Ippolito Nievo ambien-ta la novella paesana "Il Varmo".Fulcro tematico della novella èla storia di Tina e Pierino,soprannominati la Favita e loSgricciolo. Il loro progressivomaturare a contatto con i dolorie le difficoltà della vita sono feli-cemente proiettati dall’A. sullosfondo di questa parte dellacampagna bagnata dal fiumeVarmo, il «fiumicello» che nella

sua tranquilla corsa verso ilTagliamento diventa il mutotestimone dei sogni e delle spe-ranze, delle fatiche e delle mise-rie quotidiane dei protagonisti.Passeggiamo nel parco tra il ver-de, quando siamo invitate aristorarci con un fresco succo difrutta e pasticcini offerti dallasignora Dal Negro.La compagnia ringrazia per lacortesia dell'ospite. Si chiaccherae ci si scambiano confidenze,questa volta lasciamo da parte ilcarico pesante della quotidianitàe ci concentriamo sulla certezzache il presente ci può riservarepiacevoli sorprese, se guardia-mo con occhi nuovi.

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E’ tempo di esplorare un altroangolo fiorito, come promessodall'invito: Gabriella ci aspettanella sua azienda "Profumo dirose" a Belgrado, e non ci stiamodirigendo all'estero... Dell’esi-stenza di un castello di Belgradosi parla in un documento del1001.La località aveva nel medioevonotevole importanza strategicaperché permetteva il controllosu alcuni guadi del Tagliamentoe sui collegamenti tra il portofluviale di Latisana e la Stradal-ta; oggi conta 182 abitanti!Li incontriamo anche la signoraMaria Goi, che si unisce con pia-cere alle "Signore dei ciclamini" ericorda la sua giovinezza a Sum-

maga assieme ad alcune amichepresenti, prima fra tutte Agnese. Ammiriamo "le rose di Gabriel-la" e non resistiamo alla tentazio-ne di portarci a casa un vaso perimpreziosire la nostra raccolta.Siamo pronti per l'ultima tappa,il giardino di Arzene. Il signor Ivano ci sta gentilmenteaspettando, nonostante siamofuori tempo massimo... ci illustrale tantissime varietà di rose e cisorprende per la sua colturabotanica. Seguiamo con interesse, mentreci inoltriamo tra i sentieri deicinquemila metri fioriti. Qual-che signora si prodiga in compli-menti e alla fine della visita ha

raccolto tutte le informazioniche voleva... Il pomeriggio ha mantenuto lepromesse! Ci ha regalato oreintense che vogliamo ripetere ilprossimo anno in qualche altroangolo della Bassa. Nel frattem-po ci gusteremo il territorio visi-tato attraverso gli "scatti".

L.M.

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Dalla tradizione celtica:

Serata del solstizioe delle erbe profumate

21 giugno: il sole celebra il suotrionfo in quello che è il giornopiù lungo dell'anno e qualeoccasione migliore per ritrovarsitra i profumi e i colori della nuo-va stagione nel parco di Giorgioe Francesca e per festeggiarel'arrivo dell'estate. L'aspettativa è di trascorrerequalche ora in allegria tra le"signore dei ciclamini"; l'ora, unpo' inconsueta per una festa,promette emozioni nuove e illuogo incuriosisce: ci si chiedecome possa essere questo ango-lo di Summaga di cui si è senti-to raccontare da sposi che lohanno scelto per le foto del gior-

no più bello della vita, ora final-mente si può ammirare e giàall'ingresso... sorprende.Luciana (di Schio) accoglie conla sua straordinaria carica di"baci" le signore e spiega loro ilprogramma della serata: pas-seggiata tra i sentieri alla sco-perta del parco, formazione dei"mazzetti delle erbe profumate",lettura di racconti di vita dellaSummaga contadina di tanti

anni fa.Verso le diciannove ecco ani-marsi il parco: a piccoli gruppi,le ospiti si incamminano lungo isentieri seguendo le indicazioniche segnalano angoli suggestivi:la via dei colori che conduce alchiostro delle rose, dove si pos-sono ammirare acquerelli e olidi due valide pittrici locali Mari-sa e Mirella, la via dello scambioche permette di depositare unapiantina del proprio giardino eprendere in cambio una diversache ricordarà poi un'amica, lavia dell'amore, dove "togliereuna spina dal cuore", la via del-la salute con Antonia pronta a

distribuire "men-tine e confettini"alle signore pen-sierose per lapropria pressio-ne, la via deisogni con i gio-cattoli dell'infan-zia, la via deiprofumi con ilcorredo dellanonna, la "caldie-ra della lisiva" e imazzetti dilavanda; e anco-ra l'albero della

magia con frutti cristallini e l'al-bero dei desideri... che suggeri-sce ad ognuno come risolvereun problema e raggiungere ciòche più sta a cuore, sbalordendoper risposte così azzeccate.Il clima festoso evoca scene deltempo passato e suggerisce pro-getti di nuovi incontri, mentre ilsorriso stempera le fatiche delgiorno. Tra i partecipanti allafesta anche volti nuovi: le signo-

re Delfina, Ester, Ines, Luigina,Maria, Wilma, l'amico Bepi... Il momento del "ristoro" vedeanimarsi il gruppo nella degu-stazione di antipasti e dolci, spe-cialità offerte da cuoche provet-te e le succose fragole di Marian-gela. Delfino e Mirella con il lorosprizzone contribuiscono inmodo decisivo ad alimentare

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l'allegria: "lo spirito di-vino" fer-menta immediatamente e dal'avvio a fragorose risate. Il solese ne sta ormai andando, biso-gna passare alla parte centraledella serata. Tutti hanno portatoerbe profumate del proprio

orto-giardino per comporre unmazzetto di sette erbe; chi haportato la salvia, chi il rosmari-no, più rara la ruta. Francesca cifa trovare un grande mazzo dilavanda. Viene spiegato che nella tradi-

zione celtica, e noi viviamo inun territorio abitato anticamen-te da una tribù di Celti, le erbegiocavano un ruolo di primopiano nelle tradizioni solstiziali.È un'antica credenza che moltis-sime piante raccolte in que-st'epoca abbiano poteri quasimiracolosi e che mazzetti dierbe collocati sotto il cuscinofavoriscono i sogni divinatori. Siva alla ricerca perciò di piantearomatiche che hanno un buonaroma, come rosmarino, mag-giorana, timo... che profumeran-no per tutto l'anno le case e cheverranno bruciate l'anno succes-sivo sui falò solstiziali. Qualcuno ricorda anche come inquesto periodo, precisamente il24 giugno, San Giovanni, si rac-colgono le noci con il mallo perpreparare il nocino e nella nottedel 28, vigilia di San Pietro, siversa l'albume d'uovo in un bot-tiglione da esporre all'aperto per

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trovare al mattino "il veliero".Ognuno condivide antichi sape-ri, un ricordo, un racconto esembra proprio che il temponon sia trascorso... Sotto il gazebo Gabriella, con lasua provata abilità aiuta a for-mare graziosi mazzetti portafor-tuna: ogni signora pensa anchea figlie e nipoti: mai visto lavo-rare con tanta lena! Partecipano con interesse allespiegazioni anche don Giusep-pe e don Umberto che rassicura-no con la loro presenza soprat-tutto le signore più timide percarattere o per età.Marcella e Mucci sono in primafila per imparare bene la lezionee non si lasciano scappare unaparola sulle proprietà benefichedelle erbe. Antonietta cerca diapprendere l'arte di confeziona-re mazzetti floreali, chiede sug-gerimenti per un bouquet daesposizione, sperando che sia-no effettivamente di buonauspicio! Gabriella non si capa-cita, vede moltiplicarsi le erbesul tavolo: più mazzetti compo-ne, più erbe sbuccano da sotto iltavolo.... devono essere propriomagiche! Le signore ci hanno preso gustoe si scatenano a trovare il ramet-to più profumato, il nastro piùcolorato, fermarle è un'impre-sa... non si accorgono neppureche il parco nella notte ha assun-to un'atmosfera ancora più sug-gestiva: il campanile dell'abba-zia si staglia sullo sfondo, illu-minato da una luce cristallina,candele di citronella segnano isentieri, antiche lampade, posa-te sul prato, si fanno ammirareper la dolce luce che spandonointorno.Maria Pia aspetta il suo turnoper leggere i racconti promessi,ma il tempo è volato, sarà per laprossima volta... La festa sembra riuscita, si conti-nuerebbe volentieri a stareassieme, a scambiarsi fiori ecomplimenti, ma le zanzarehanno la meglio: sbucano dalla

siepe incuranti dei trattamentipreventivi di Francesco chedovevano dissuaderle dall'at-taccarci. Dobbiamo arrenderci...per quest'anno, ma già pensia-mo alla rivincita del prossimo.Le signore dei ciclamini con imazzetti di erbe ritornano acasa, contente diportare con sé ilgusto di una sera-ta alternativa aduno spettacolotelevisivo, il pia-cere di rivivere leatmosfere diquando ragazzesi trovavano altramonto a parla-re e sorridere deiloro acerbi amori! Un grazie di cuo-re a tutti per avervoluto condivide-

re questi momenti di "sana leg-gerezza", mentre ci auguriamosiano stati contagiati dall'entu-siasmo delle "signore dei cicla-mini". Lo STARE INSIEME ancora unavolta ci incoraggia a incammi-narci verso il futuro con serenità!

LM

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Pranzo di FerragostoGiornata non del tutto speciale...

Andiamo da Toni, ma anche lui oggi ha la giorna-ta "difficile"... non tutte le ciambelle vengono colbuco! Mangiamo l'antipasto, primi e... sosta;come in ogni festa estiva, si passa all'elezione del-la miss:

"La regina dei ciclamini"Mentre le signore puliscono il piatto, don Umber-to si concentra: deve organizzare la giuria...discute con Juti, non è cosa semplice con tutte leVeneri che ci sono in giro. Raduna gli uominidella compagnia, mentre le " giovincelle" premo-no per essere elette.

15 agosto, sorgente del Gorgazzo... a noi il pae-saggio si è presentato novembrino, offuscato dauna leggera nebbiolina che saliva da quelle chedovevano essere fresche e limpide acque; non cisiamo fatti mancare neppure uno scroscio dipioggia che ci ha inzuppato per bene nonostantedon Giuseppe si fosse raccomandato "in alto" peruna giornata di sole, almeno fino a sera....: ha pio-vuto la mattina ed è apparso il sole alla sera!Deve aver involontariamente invertito i tempidella richiesta! Non ci siamo comunque scorag-giati, siamo ricorsi alla fantasia, che spettacoloallora si è presentato ai nostri occhi: acqua cristal-lina che sgorga dalla montagna e forma unlaghetto color lapislazzuli...

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Finalmente il responso, la nostra miss è:

Marcella, anni 99siamo tutti d'accordo: congratulazioni!... in casodi svenimenti per delusione delle escluse,comunque Antonia è pronta con sali e spriz! (nel-la serata delle erbe abbiamo capito che l'acquanon fa per le signore dei ciclamini). Riprendiamoil rancio: grigliata, fegato alla veneziana conpolenta...Foto per immortalare la giornata, speriamo diricordare solo il bello: la compagnia, siamo posi-tivi!Ore 18, visita al Santuario della Madonna di Mar-sure; giriamo a destra , invece che a sinistra: nonè proprio giornata... meno male che Juti, raccon-tando e cantando, ci accompagna piacevolmentedurante il ritorno... intanto annusiamo il profu-mo dei ciclamini, gentile omaggio di Toni e tenia-mo strette le "presine".

L.M.Ci piace ricordare Marcella così:"La regina dei ciclamini"...

felice di aver vissuto pienamenteogni momento!

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Summagainbici2011

VILLA BOMBARDAPORTOVECCHIO

Uno dei luoghi più suggestivi di Portovecchio èla villa Bombarda ora Furlanis. Tipico esempio divilla di campagna veneta, su due piani sormonta-ti da un ampio timpano, la costruzione è giàdocumentata nel 1661 come proprietà dei nobiliveneti Giulio Giustinian e fratelli. Accanto allavilla sorge un piccolo oratorio pubblico, dedicatoalla B.V. Addolorata. La villa è situata lungo lerive del Lemene, all’interno di un vasto parco.

MULINI DI STALISGRUARO

Questo complesso molitorio che si trova sull’an-tico percorso che univa Cordovado all’anticaabbazia sestense deve il nome alla presenza inzona di stalle - stabulis. Si tratta di due mulini sulLemene, il più antico è citato in documenti del1432, il più recente risale alla fine del XIX sec.Funzionarono fino agli anni ‘70, poi furonodismessi. Recentemente l’AmministrazioneComunale li ha acquisiti e restaurati. La localitàdi Stalis, immersa nel verde e ricca d’acque, fufonte d’ispirazione letteraria e teatro di alcunevicende narrate dal Nievo nelle “Confessioni”.Non lontano si trova la celebre fontana di Ven-chiaredo.

ABBAZIA S. MARIA IN SYLVISSESTO AL REGHENA

L'Abbazia di S. Maria in Sylvis (così denominataperchè allora immersa in una estesa selva, dallatino "silva") venne fondata intorno alla primametà dell’ VIII sec.; nel 762 ricevette la donazionedi tre nobili longobardi Erfo, Marco e Anto allaquale seguirono numerose altre. Nell'899 subì ladevastante invasione degli Ungheri che ladistrusse quasi completamente, ma tra il 960 e il965 l’abate Adalberto II iniziò l'opera di ricostru-zione e l'abbazia accrebbe la sua potenza nonsolo sul piano religioso, ma anche civile, tanto daassumere l'aspetto di castello medioevale con ilsuo sistema difensivo formato da  torri e fossati.Con il diploma del 967 Ottone I donò al Patriar-cato di Aquileia l'Abbazia di Sesto che più tardi,nel 1420, passò sotto la dominazione dellaRepubblica Veneta che la affidò, nel 1441, a prela-ti secolari che  non vi risiedevano.  Soppressa laCommenda, i beni e le proprietà dell'abbaziavennero messe all'asta. Dopo varie vicende lagiurisdizione religiosa passò alla diocesi di Con-cordia (1818) e nel 1921 la Santa Sede le riconob-be di nuovo il titolo di "Abbazia".

I.B.

eravamo in 160

giovani e forti...

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I giovani intrepidi si apprestano all’attraversamento del gua-do...

... mentre la corrente travolge i senior...

l’itinerario...

Domenica 28 agosto

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Gita pellegrinaggio aPadova

Domenica 9 settembre 2011, almattino, siamo partiti per Pado-va per vedere la basilica di S.Antonio - che i padovani chia-mano “Il Santo” - uno dei mag-giori capolavori d’arte del mon-do. Il tempio fu iniziato nel 1232 inonore del Santo (nato a Lisbonanel 1195 circa e morto a Padovail 13 giugno 1231). Entrando in basilica abbiamoammirato l’altar maggiore e ilpresbiterio, delimitato da unaelegante balaustra sormontatada quattro statue bronzee delDonatello. Su tutto un meravi-glioso Crocifisso del 1446.Per agevolare la visita dellabasilica, il percorso era transen-nato; partendo dalla navata disinistra abbiamo visto la tombadel Santo, la Cappella dellaMadonna Mora, quella del bea-

to Luca e quindi la cappella del-le reliquie o del Tesoro.Entrando in questa cappellaabbiamo visto tre nicchie dovesono conservati decine di reli-quiari. Nella nicchia centrale èconservata la lingua del Santo,più sopra il mento e più sottol’osso joide, elemento dell’appa-rato vocale del Santo. Conti-nuando la visita abbiamo incon-trato la Cappella di san Giaco-mo e più avanti quella del Ss.Sacramento.Abbiamo partecipato alla santamessa solenne delle ore dieci,concelebrata dal nostro parrocodon Giuseppe. All’uscita abbiamo fatto visitaalla Basilica di santa Giustina.Questa Basilica venne fondatain memoria della martire Giusti-na, una giovane patrizia cittadi-na messa a morte nel 304.

Nel pomeriggio, camminandoper le vie della città, siamo arri-vati alla piazza del Duomo.Abbiamo visitato il Battisterodella Cattedrale dedicato a sanGiacomo, risalente al secolo XIcirca e poi il Duomo, costruitotra il XVI - XVIII secolo. Nellasacrestia sono conservati dipintidel Tiepolo.Molto venerato è anche il San-tuario di Padre Leopoldo Man-dic, che conserva le spoglie e lacella confessionale dal santo.Scomparso nel 1942 e canoniz-zato nel 1983, qui venerato come“il santo della riconciliazione edell’ecumenismo”.In serata abbiamo fatto ritorno acasa. Era questa è la cinquante-sima gita organizzata dalle don-ne del mercatino. Brave!

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RL 26117 è il numero di cata-logo che identifica questotarassaco, un acquerello del1985 di Luca MassenzioPalermo, alla Royal Librarydi Windsor. La proprietaria èprecisamente Sua Maestà, agiudicare dall’assegno for-mato A4 con cui il cassiere diBuckingham Palace lo pagò,quello stesso anno. Labiblioteca della Regina èdisposta su due piani: soprac’è la libreria vera e propria,mentre al piano terra ci sonole collezioni floreali, le stam-pe, i disegni di Leonardo,Michelangelo e Raffaello. A rotazione, le opere vengo-no esposte nella partemuseale visitabile del castel-lo, com’è capitato già due voltea questa pergamena di soli 34,5x 30 centimetri.Fra un esame universitario el’altro, un anno per dipingerla epenetrare le forme di un fioresolare ma insidioso, modesto eaccattivante quanto imprendibi-le. Ciascuna foglia dentellata èuna breve superficie collinare,sempre pronta a deviare la lucein modo diverso; il fiore ha lacorolla tipica di una composita,ma forse persino più complessa;mentre il pappo, cioè il ciuffo

peloso in cima al seme che for-ma il mitico “soffione”, è unadelle strutture più meraviglioseche esistano, autentica sfida alleabilità di un pittore. Non si può immaginare un pra-to primaverile senza la distesaprima gialla e poi argentea deldente di leone (quando i semisono pronti a spiccare il voloappesi ai loro parapendii), unvero e proprio industriale dellabellezza, prodigo di nettare ver-so gli insetti, di verdura fresca,radici e molto altro per gli esseriumani. Primavera è il tempo delfegato e del giallo, e guarda casouna delle funzioni principali diquest’erba perenne, raccolta del-la sua rosetta basale prima che sisviluppi il fiore, è quella depu-rativa. Nelle sue terre d’origine è unacicoria, secondo l’arabo“tarahšakūn”, e un rimedionaturale, un tonico amaro, aseguire i greci con “tarasso” (chefa portare l’accento sulla secon-da sillaba): curioso che in questo

termine si intraveda anche ilsignificato di “scompiglio”. Sembrerebbe insomma che il“pìsacàn” o “pis-en-lit” indi-chi nella confusione e nelrimescolamento la via per laguarigione, sia favorendo ladiuresi che riportando la vitanegli organi affaticati dall’in-verno, esattamente come fanei giardini un po’ troppoingessati dai tappeti all’in-glese. Con la sua radice a fit-tone ben piantata al suolo,l’adattabilità fino a 2000metri e le poche esigenze, ilTaraxacum officinale hapopolarità trasversale incucina e in erboristeria findal Medioevo e, se sono verele decine di decotti, unguenti

e ricette che l’hanno per prota-gonista (i fiori chiusi trattaticome sottaceti, per dirne una),magari saranno vere anche alcu-ne leggende e tradizioni che loriguardano.Fra le prime, quella di contene-re, oltre a ferro potassio e vita-mine, lo spirito delle fate di gial-lo vestite, nascoste nei fiori perresistere al calpestio degli uomi-ni, per questo sempre veloce arialzarsi. Delle seconde, quellache lo vuole una specie di orolo-gio, in quanto i capolini si apri-rebbero puntuali alle 5 di matti-na e si chiuderebbero otto minu-ti dopo le 8 di sera. Tuttavia, senon è certo che l’amore si misu-ri soffiando via in un sol colpotutti gli acheni dal gambo comepensano gli innamorati, è sicuroche i bambini che fanno per altrimotivi la stessa operazione sia-no assolutamente felici.

Daniele MongeraFiore del mese, VG 463, giugno 2010 - TarassacoPia, pia sona...

Tra i nostri fiori...IL TARASSACO

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Naturopatia e Fitoterapiacurarsi con le piante e non solo

La Naturopatia, deriva dal latino“natura” e dal greco “pathos” cioè“sentire secondo natura”, utilizzaun insieme di molteplici metodinaturali volti a garantire il miglio-ramento ed il mantenimento del-l’equilibrio energetico dell’essereumano.E’ in sintesi un complesso di tecni-che naturali tese alla conservazio-ne della stabilità psicofisica e disalute della persona, in relazionecon la propria costituzione e l’am-biente esterno. Alcuni fattori ambientali, quali lostress, le cattive abitudini di vita elo smog, mettono in crisi proprioquest’equilibrio.Proprio qui il Naturopata riesce aindividuare quelle che vengonotecnicamente chiamate “alterazio-ni del terreno individuale”, uninsieme di segni e di manifesta-zioni che sfuggono all’interessedella scienza medica (che si occu-pa di disfunzioni del corpo o del-la mente, le malattie) e ad indivi-duarne origine e metodi per elimi-narli, stimolando la capacità inna-ta del soggetto a recuperare il pro-prio stato di benessere.Il Naturopata, figura relativamen-te nuova nel nostro paese ma lar-gamente riconosciuta in buonaparte d’Europa, utilizza una seriedi strumenti “donati” dalla naturaper aiutare a combattere evidentistati di alterazione psicofisica, noninvadendo però il campo medicoe non sostituendosi mai a esso.Tra le pratiche utilizzate dal natu-ropata viene largamente utilizzatala fitoterapia, principale argo-mento di quest’articolo.La parola Fitoterapia deriva dalgreco phyton (pianta) e therapeia(cura) e rappresenta in assoluto laprima forma di medicina utilizza-ta dall'uomo. La fitoterapia è la forma di terapiapiù antica che precede di decine dimigliaia di anni i numerosi rime-di erboristici utilizzati in Cina, inIndia e nell’antico Egitto.Varie piante medicinali sono state

riportate alla luce durante le spe-dizioni archeologiche presso i sitidelle più antiche civiltà.L’uso delle erbe a scopo curativosi conosce sin dai tempi della prei-storia, quando i nostri antenatiimpararono casualmente a sce-gliere e selezionare nel tempo ivari frutti e tuberi con i quali ali-mentarsi, per poi individuareanche foglie e succhi di piante ingrado di mitigare il dolore causa-to dalle ferite.Le erbe sono una delle più anticheforme di cura grazie alle innume-revoli virtù curative delle piantemedicinali; il loro utilizzo prevedela conoscenza delle piante medici-

nali, officinali, aromatiche e spe-ziali, oltre che la loro eventualeraccolta e conservazione a scopoterapeutico.La fitoterapia trae origine dallamedicina popolare, cioè dallamedicina empirica e tradizionale,ma può considerarsi oggi unadisciplina scientifica, al pari dellealtre, per una serie di motivi, masoprattutto per la mole di lavori diricerca pubblicati sulle rivistescientifiche, e per l’avanzata tec-nologia estrattiva che consente diottenere dalla pianta il meglio aifini della sicurezza d’impiego edella garanzia dei risultati.Oggi si sa che la pianta deve esse-re considerata un contenitore disostanze chimiche “naturalmen-te” e variamente presenti nellefoglie, nelle radici o nei fiori, mapur sempre sostanze con una bendefinita struttura chimica, talvoltacapaci di interferire, positivamen-te o no, su alcuni processi fisiolo-

gici, quali ad esempio anche quel-li propri dell’organismo in fase dimalattia.Tra le varie sostanze presenti oggisi conoscono i polifenoli (antiossi-danti naturali), i polisaccaridi(amido, glicogeno), i terpeni(mentolo, canfora, limonene, .. ),gli alcaloidi ( sostanze azotate diorigine vegetale, quali la caffeina,la morfina, ...), le vitamine, i mine-rali, le fibre ecc.. Molti di questi servono per lastruttura della pianta stessa, per lasua vitalità, il suo metabolismo, ela sua stessa difesa (ad esempiodagli insetti e dagli animali).La fitoterapia offre possibilitàterapeutiche estremamente rile-vanti che, se usate correttamente,possono produrre ottimi risultatisulla nostra salute.Da sempre l’uomo ha cercato nelmondo vegetale e nelle piantequalcosa che lo facesse stare benequando era ammalato e la naturain genere è stata generosa, fornen-do effettivamente molti vegetalidotati di virtù terapeutiche.E’ importante tenere presente chealcune specifiche piante possonosvolgere, oltre a un’azione genera-le di cura dell’organismo, unaspecifica azione di stimolo sualcuni organi o apparati, in parti-colare sugli organi “emuntori”,cioè quelli che si occupano di eli-minare dall’organismo le scorietossiche.In genere tutte le preparazionifitoterapiche sono dotate di unacerta capacità di drenare e disin-tossicare l’organismo, ma alcunepreparazioni hanno questa capa-cità in modo più spiccato, tanto dapoter discutere effettivamente di“terapia specifica di drenaggio”.Con il termine Fitoterapia perciòs’intende la cura e la prevenzionedella malattia mediante la sommi-nistrazione di farmaci a base natu-rale.

di Cinzia Drigo, naturopata, floriterapeuta

iscritta alla FNNHP

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RecensioniSegnaliamo a genitori e bambini delle scuole elementari, i testi di Laura Gozzo,nata a Summaga e ora abitante ad Annone Veneto, e Luisella Zanette.Il corso si propone di aiutare i bambini a scoprire e comprendere le radici e lemanifestazioni della civiltà italiana ed europea per facilitare una prima alfabetiz-zazione culturale sulla Religione Cattolica, in un'ottica di confronto con la societàcontemporanea e con le altre religioni. Il linguaggio, le immagini e i fumetti ten-gono conto delle tappe di sviluppo del pensiero logico ed affettivo degli alunni.Precedentemente delle due autrici erano stati pubblicati: Gesù intorno a noi, Iltesoro nascosto, Il tesoro nel campo, La perla preziosa. Ci complimentiamo con Laura e Luisella per la sensibilità dimostrata nell'affron-tare l'educazione religiosa e la capacità di promuovere consapevolezza e respon-sabiltà in modo delicato e gioioso.Semi di gioia. 5 Vol. Con espansione online. Per la Scuola elementare, con schede operative di Laura Gozzo - Luisella Zanette.

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... e CorrispondenzaMolto Reverendo VescovoMonsignor Ovidio Poletto

Le consegno l'offerta di 1000 €, raccolta in Abba-zia, nella serata del 3 giugno in memoria dimons. Luigi Padovese, a favore della "Casa MariaMadre della vita" in Pordenone.

Per i parrocchiani di Summagadon Giuseppe Liut, parroco

San Vito al Tagliamento 13.07.2011

Carissimo don GiuseppeLe scrivo per rinnovare il mio apprezzamento ela mia gratitudine per la serata di commemora-zione della tragica morte di mons. Luigi Padove-se. Il momento vissuto insieme in abbazia è statotoccante e qualificato in ogni sua espressione.Anche il gesto di solidarietà a favore di "CasaMadre della vita" è stato testimonianza dellavolontà di voler tenere vivo l'insegnamento el'esempio di dedizione che mons. Luigi ci halasciati. La prego di comunicare il mio ringrazia-mento - lo faccio anche a nome della diocesi - agliamici che hanno collaborato con lei per questanobile iniziativa.Saluti fraterni + Ovidio Poletto

Carissimo don Giuseppe tanti, tanti saluti da parte mio, e mille grazie perl'aiuto ricevuto per i nostri bambini qui, che han-no così tanti bisogni che mi trovo di far altopar-lante per loro in mezzo a un mondo in crisi glo-bale; come vostro amico vi ringrazio di cuore.Quello che potete fare con il piccolo dono fa unmondo di differenza, di amicizia, condividenza; eun mondo in cammino assieme... Adesso scrivoper i bambini. Più tardi scriveranno loro. Crema-sco farà da interprete.La saluto e vi auguro ogni bene.

Sempre vostro amico, don Clemente

Camerino 25-7-2011

Carissimo don Giuseppe,la ringraziamo per il gentile pensiero avuto.Mons. Padovese rimane nel nostro cuore comefaro luminoso per il bene terminato e per la testi-monianza evangelica. Il suo esempio ci sostengatutti. Assicurandole la nostra preghiera, la salu-tiamo fraternamente

Madri e sorelle

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Un saluto da Castions di Zoppola...

Alcuni amici di Summaga incontrano periodica-mente la sig. Marzia Quattrin (sorella del com-pianto don Natale) che ha trascorso diversi anninel nostro paese e a cui è ancora spiritualmentelegata. La trovano sempre serena e ancora inte-ressata a ciò che di buono il giorno regala: "untramonto, un sorriso....". Ci invita a non perdere mai la speranza anche difronte alle difficoltà, ai dolori e alle malattie.Incoraggia sempre con il suo esempio gli anziania non lasciarsi abbattere dalla solitudine: "c'èsempre qualcuno da amare"!Marzia oggi vive nella casa di riposo di Castiondi Zoppola; nonostante l'età e la salute precaria,è sempre attiva e positiva. Si fa portavoce dellenecessità degli altri ospiti e della gratitudinedegli stessi in Comunità viva nella quale presen-ta le attività della struttura; nei suoi articoli infor-ma come si vive quotidianamente e straordina-riamente nella casa in cui ha chiesto di stare: "L'ultimo giovedì del mese in casa di riposo diCastions si festeggia il compleanno di quanti inquel mese sono nati. Il mese di giugno, tuttiassieme abbiamo festeggiato l'amica Albina checompiva 103 anni!!! per l'occasione ha partecipa-to anche il Sindaco di Zoppola, Angelo Masotti,che ha portato gli auguri di tutta la comunità.Alcuni volontari ci hanno rallegrato con musiche,canti e balli. Abbiamo gustato meravigliosi dolci,accompagnati dagli auguri per tutti i festeggiati.Domenica 26 maggio, nel pomeriggio abbiamoavuto la gioia della visita del Parroco, don Ugo,con i bambini della prima comunione, che con

canti e musica ci hanno donato il sorriso di Dio,condiviso, per la nostra gioia di anziani. Conriconoscenza ringraziamo: gli ospiti della Casa diRiposo"."Attività estive: siamo stati invitati dalla Casa diRiposo di Cavasso Nuovo per il VII torneoCA.SPI.CA di birilli; con noi sono stati invitatianche gli anziani ospiti della Casa di Riposo diSpilimbergo. Siamo stati accolti con gentilezza ecordialità. Il gioco si è svolto con vivacità e sere-nità. Dopo un'ora di gioco, ci hanno offerto undessert di fragole con la panna, molto fresche egustose.Le finali delle tre squadre hanno dato questa clas-sifica: I coppa alla squadra di Castions di Zoppo-la, II alla squadra di Spilimbergo e tre medaglie aCavasso Nuovo.Ringraziamo gli organizzatori delle tre squadre ela casa ospitale di Cavasso Nuovo, che sensibilealla solitudine degli anziani ci ha offerto unpomeriggio meraviglioso per noi gli ospiti".

La sig.na Marzia saluta la comunità di Summagacon un grande abbraccio: ha vivo nella menteognuno di noi!

I Summaghesi ricordano don Natale nella pre-ghiera e assicurano a lei tutto l'affetto del paese.Colgono l'occasione per porgere gli auguri piùsentiti per il suoi 87 anni, compiuti il 2 dicem-bre, con la certezza che saprà far fruttare tutti igiorni futuri.

In alto a ds la Sig. Marzia Quattrin con gli amici della casa di riposo.

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Curiosando in internet

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Di certo Internet ci ha cambiato la vita. Ormai quasi inogni nostra casa c’è un computer collegato ad Internet.Una delle caratteristiche più vistose di Internet è ilgrande successo dei “Social networks” (tradotto, retisociali); il più grande e conosciuto dei social networksè indubbiamente Facebook.Facebook nasce nel 2004 per opera di Mark Zuckerberg,studente diciannovenne dell’università di Harvardnegli Stati Uniti. A Zuckerberg viene l’idea dimettere inrete (internet) gli annuari con le foto ed i nomi degli stu-denti (facebook) che gli istituti americani pubblicanoall’inizio dell’anno accademico e distribuiscono ai nuo-vi studenti per far conoscere tra loro i ragazzi del cam-pus.In seguito molte altre università si aggiungono a quelladi Harvard e le registrazioni degli studenti al sitodiventano centinaia di migliaia. Poi il fondatore hal’idea di “aprire” le iscrizioni a tutti ed il successo è tra-volgente. Oggi Facebook “conta” oltre 500 milioni diutenti (avete letto bene, 500 milioni).Il social network è una straordinaria “vetrina” dove sipossono mettere i propri dati, i propri interessi (di tuttii tipi, dallo sport alla cultura, alla religione), le propriefoto i video e… chi ne ha più ne mette.Dopo fatta la registrazione su Facebook (tecnicamentesi chiama mettere il profilo) viene il momento degli“amici”. Diventare amico di qualcuno significa condi-videre (vedere) con lui tutto quello che viene “postato”(pubblicato) sulla “bacheca”. Tutto diventa pubblico.Le cose tue le vedono tutti i tuoi amici ed i tu vedi lecose che “postano” loro. Ci sono persone con migliaiadi amici.Un altro”pezzo forte” dei social networks è la “chat”.La chat è un mezzo per dialogare (scrivendo) in diret-ta con qualcuno. Tu scrivi, lui vede e risponde scriven-do. Botta e risposta. Particolare importante, tutto acosto zero.Qualcuno si chiederà cosa centri trattare l’argomentoInternet e Facebook su un giornale come Qui Summa-

SOCIAL NETWORKS

ga. Allora vi racconto la storia.Siamo a luglio di quest’anno. Su Facebook mi arrivauna “strana” richiesta di amicizia da un “certo” France-sco (tralascio per motivi di discrezione il cognome). Mifa Francesco: “ciao, sono un figlio di summaghesi emi-grati, sto facendo una ricerca di dati su mio nonno Gio-vanni caduto nella guerra 15/18. Tu sei di Summaga evedo che sei un amante della fotografia. Mi faresti ungrande favore? Potresti farmi delle foto del monumen-to ai caduti che c’è in piazza a Summaga e mandarme-le? Sulle prime rimango un po’ perplesso. Gli scrivo.Francesco, io neanche ti conosco, ma OK non c’è pro-blema a mandarti 2 foto, il monumento è a 300 metri dacasa mia.Detto fatto, mi armo della mia DMCFZ 18 (macchinafotografica) inforco la bici e vado a fare le foto al monu-mento. In effetti il Giovanni di cui mi scriveva France-sco c’è eccome sul monumento ai nostri caduti nellaguerra 15/18. Gli mando le foto e…. non vi dico i rin-graziamenti che mi fa. Si dice addirittura commosso eanche un po’ stupito per la cortesia tirando in ballo lasocietà moderna “con i suoi ritmi frenetici e valori qua-si a zero” (parole sue). Poi mi scrive “ora comincio adavere del materiale per onorare la memoria di mio non-no Giovanni”.Da cosa nasce cosa. Poi gli mando l’indirizzo di postaelettronica del marito di una signora nata a Summagache con molta probabilità è una lontana cugina (porta ilsuo stesso cognome), scrivendogli di fare tranquilla-mente il mio nome se vuol chiedere informazioni sullafamiglia. Ovviamente il marito della signora originariadi Summaga è ben lieto di dare informazioni sulla fami-glia di Francesco, durante le ferie va per archivi parroc-chiali, ma non trova molto della famiglia emigrata inLombardia.Nel frattempo Francesco mi chiede se posso mandarglidelle foto della casa dove abitano i suoi omonimi; iosono ben lieto di fargli due foto e mandargliele. Lo met-to manche in comunicazione con l’amica Lina che glimanda una foto dove si vede suo padre. Pensate che disuo padre non aveva neanche una foto e mi ha dettoche si è commosso (ancora) nel vederla.Ora Francesco sta continuando nella ricerca delle sue“radici summaghesi”, ci scriviamo sempre nella chat diFacebook e mi tiene aggiornato sulle novità della suaricerca.Potenza del Web (Internet)! Io ho fatto un nuovo amico,Francesco sta trovando le radici della sua famiglia, pri-ma o poi ci incontreremo sicuramente di persona maga-ri davanti ad un buon “got” di Lison-PramaggioreDOC!Si lo ribadisco, Internet ci ha cambiato la vita!

Paolo Gonella

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Concorso di disegnoper Ragazzi

Domenica 4 settembre 2011ORGANIZZATO DAL GRUPPO AMICI DEGLI ANIMALI DI SUMMAGA

E CON LA COLLABORAZIONE DELLE DONNE DEL MERCATINOIN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLE ASSOCIAZIONI

A.V.I.S. GRUPPO SUMMAGA - SU.PRA.LI.MA - MILAN CLUB SUMMAGA

IN TREPIDANTE ATTESADELLA CLASSIFICA

MAMMA, PAPA’ … AIUTO,QUANTO PESA!

GRANDE VITTORIA… E’ TUTTA TUA!

ALICE CON LA SUA COPPA,NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

(SUMMAGA)

NON CREDO AI MIEI OCCHI CHE BELLO! CHE GIOIA! ABBIAMO VINTO TUTTI

ORGOGLIODI MAMMA IN TRE SUL PODIO

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Cosedi Casa nostra

3 giugno - I anniversario del martirio di mons.Luigi Padovese. Un comitato di persone ha pro-grammato una serata commemorativa da svolger-si ogni anno per rendere vivo l'operato pastorale,teologico di questo nostro vescovo.

13 giugno - Ormai da alcuni anni la festa di San-t'Antono da Padova viene celebrata nel suo giornoliturgico. La processione aux flaubeaux (di notte,con i partecipanti forniti di candela) ha fatto dacornice nell'onorare il Santo. E' stato distribuito ilpane benedetto, segno che ricorda la carità di s.Antonio.

18-19 giugno - Sono stati graditi ospiti della par-rocchia i camperisti di "Città di Mansuè" per illoro terzo raduno nazionale.

21 giugno - Festa del solstizio: ci siamo incontratiper confezionare il "mazzetto delle erbe profuma-te"

26 giugno-3 luglio - Il coro "Le rondinelle" e ichierichetti-ministranti hanno trascorso una setti-mana di svago, giochi e formazione a Tramonti disotto in "Casa Tramonts" e nella canonica vecchia.

1 giugno - 30 giugno - Sei "grandi" volenterosi:Nevio Falcon, Danilo Fagotto, Mario Mio, IginoSegatto, Paolo Simonatto e Vittorino Trevisiol han-no tinteggiato l'ex-asilo, ora oratorio, dopo il dan-no causato dal freddo invernale 2009-10, offrendotutto il lavoro gratuitamente. A loro il grazie dellacomunità.

4-29 luglio - Nell'ambito "estate ragazzi" si è svol-to il corso di ricamo e cucito; i lavori eseguiti sonostati esposti all'ammirazione dei visitatori nellasettimana finale.

9 luglio - XVII anniversario dell'inaugurazione delsacello della "Madonna della pace". Nella chieset-ta si è celebrata la s. messa. E' seguito il rinfrescopreparato dalla borgata nell'ospitale cortile dellavetreria Buoso. I fedeli della borgata si sono incon-trati anche il 23 maggio per la celebrazione di S.Rita e il 16 agosto per s. Rocco.

18 luglio - Incontro di preghiera presso il capitellofamiliare di Giorgio Scala. Ai numerosi parteci-

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- Consueto mercatino di beneficenza organizzatoda signore volontarie che lavorano tutto l'anno perquesto scopo.

18 settembre - Il coro "Voci dell'abbazia" nel XXXanniversario dell'elezione della parrocchia Imma-colata Concezione di Pordenone ha animato la s.messa concelebrata dall'attuale parroco don Gior-gio Florean e don Giuseppe, già parroco negli anni90.

21-25 settembre - Un folto gruppo di pellegrini diSummaga e Pradipozzo si sono recati a Medjugo-rie.

25 settembre - Si è svol-ta l'annuale visita al san-tuario della Madonna diCastelmonte; i pellegrinicon molta devozionehanno rivolto le lorosuppliche a Maria e han-no fatto ritorno a Sum-maga con l'animo rin-francato.

panti quest'anno è stato donato un "rosario profu-mato" con l'effige della Madonna di Labouré.

23 luglio - Una comitiva di ragazzi, accompagnatida alcuni genitori , hanno trascorso una giornatadi svago all'”Aquaestate” di Noale.

21 agosto - Solenne celebrazione dei quarant'annidi sacerdozio di don Renzo Stefani.

22-26 agosto - Settimana conclusiva dell'Estateragazzi".

1 settembre - Concerto del DUO AELIA in abbazianell'ambito del festival internazionale di musica"A tempo”; al pianoforte Inesa Gegprifti, al violinoEgle Jarkova, musiche di Brahms, Dvorak,Mozart.

4 settembre - "Biciclettata" ad Alvisopoli e luoghidi Ippolito Nievo; hanno partecipato 120 ciclistiche si sono rifocillati all'agriturismo "Ca' del Lago"di Cinto Caomaggiore.

- Mostra ornitologica di canarini, papagalli e altriuccelli esotici ed esposizione dei disegni a temadei bambini.

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16 ottobre - Alla s. messa delle 10 è stato apertol'anno catechistico 2011-12 con il "mandato" aicatechisti e animatori e con domanda di iscrizioneal catechismo dei bambini dalle elementari allesuperiori.

23 ottobre - A Pradipozzo si è aperto ufficialmen-te il nuovo anno pastorale per l'Unità di Summa-ga, Pradipozzo, Lison, Cinto Caomaggiore e Setti-mo durante la s. messa. Il tema da svolgersi que-st'anno: Ascoltare per educarci alla corresponsabi-lità.

Giornata dell'Unità Nazionale e delle ForzeArmate, si è ricordato anche il 90° della costruzio-ne del Monumento dei Caduti, uno tra i primieretti in Italia (1921).

2 ottobre - Festa della "Madonna del S. Rosario".Ogni settimana è stato recitato il S. Rosario, quoti-dianamente in abbazia, il lunedì, mercoledì e gio-vedì nella chiesetta di s. Elisabetta, Madonna del-la pace e nel capitello di s. Sabina.

8 ottobre - I pellegrini di Medjugorie si sono tro-vati per partecipare alla s. messa a Pradipozzo e inoratorio a Summaga per un convivio nel quale èstato visto e consegnato ad ognuno il dvd del pel-legrinaggio. Tutti si sono impegnati a incontrarsi una volta almese in abbazia per la recita del s. rosario e l'ado-razione del Santissimo come vissuto a Medjugo-rie; incontro aperto a tutti i fedeli Summaghesi.

9 ottobre - Un affollato pulman si è recato in pelle-grinaggio a Padova: ha partecipato ad una messasolenne nella basilica di s. Antonio e ha visitato lachiesa di s. Giustina, la cattedrale di s. Prosdocimoe l'artistico battistero, il Santuario - convento di s.Leopoldo Mandic.

14-23 ottobre - 10ª Castagnata: 14-15-16 ottobre unaltro weekend dedicato alla Grecia e 20-21-22-23ottobre Festa d'autunno.

Tzatziki tipico della Grecia

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Il volto dei nostri bambini

Giovanni MariaFormentini

Ginevra Scandura

CelesteFalvo

LorenzoBrunzin

Nati per la paceAccanto al fiocco rosa o azzurro che annuncia la nascitadi un bambino, ora possiamo appendere anche una coccar-da con i colori della pace che vuole essere il simbolo dellanascita di un individuo, libero da stereotipi, futuro cit-tadino del mondo, portatore di pace.

([email protected])La prima coccarda della pace è apparsa il 26 giugno sullaporta di una nostra casa con l’arrivo di Celeste. Se quelgiorno ci siamo chiesti cosa potesse significare, svelato ilmistero, ci auguriamo che il fiocco multicolore porti pacee prosperità a tutti i bambini del mondo e che tanti altrifiocchi si aggiungano sulle porte di Summaga.

Noemi Zoppelletto

Cristian Specchia

Davide Marchesan

Francesco Pastorini

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AnagrafeParrocchiale

BATTESIMIPietro Beltramedi Marco e Virginia Padovese

Lorenzo Brunzindi Roberto e di Alessadra De Michiel

Alessandro Busatodi Luca e Flavia Querin

Giovanni Maria Formentinidi Stefano e Monica Sonego

Davide Marchesandi Michele e i Luigia Lazzaretto

Francesco Pastorinidi Roberto e Marta Brun

Ginevra Scanduradi Antonio e Marika Lorusso

Christian Specchiadi Gianmario e Alessandra Mio

Noemi Zoppellettodi Omar e Silvia Meneghello

MATRIMONIStefano Cavallaro con Giovanna Perdichizzi

Devis Cusin con Serena Fagotto

Matteo Sgnaolin con Manuela Piccolo

Carlo Bontempo con Monica Borsoi

Mauro Ciuto con Chiara Papais

DEFUNTIIrma Mior, ved. Stivalil 11-5-2011 a 90 anni

Mario Zaniniil 12-6-2011 a 80 anni

Danilo Bozzail 20-6-2011 a 75 anni

Maria Pigafetta in Martinil 7-8-2011 a 75 anni

Franco Bravinil 12-8-2011 a 57 anni

Luigia Marolla, ved. Zordanil 25-8-2011 a 91 anni

Vittoria Tomadon in Zavattinil 26-9-2011 a 90 anni

Luigia Bozza, ved. Stivalil 28-9-2011 a 90 anni

Luciano Velloil 2-10-2011 a 69 anni

Primo Bozzail 19-10-2011 a 91 anni

Marcella Pascotto, ved.Gardimanil 26-10-2011 a 99 anni

Gino Marzinottoil 6-11-2011 a 80 anni

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Ricordo di Irma

Mamma Irma,piccola grande donna

Sei arrivata il 5 marzo 1954 dopo solo tre mesi difidanzamento nella nostra umile casa, lì hai trova-to dolore e disperazione per la morte della mam-ma, della moglie del nostro amato papà, avvenutaa distanza di soli undici mesi una dall'altra e si ètrovato con tre bimbi piccoli di cui una di tredicigiorni, solo in un momento.Non oso immaginare i primi anni che senz'altrosaranno stati difficili per te, visto il grande impe-gno che ti eri assunta. Papà non poteva certodimenticare in un attimo la prima moglie dallaquale ha avuto tre figli, anche noi avevamo lenostre abitudini: i mei fratelli a casa nostra conuna zia di papà, io a casa degli zii, fratelli dellamamma e, forse vista la situazione ci avevano unpo' "viziati". Tu però non ti sei persa d'animo e hailavorato come una "fatina" per la tua e nostra feli-cità.Se penso al passato ti ricordo mentre facevi i lettial piano di sopra e cantavi allegramente; a volte tisedevi, ti facevi pettinare da noi che eravamo pic-cole, una volta ti ho fatto tanti codini con dei fioc-chetti colorati e tu hai riso gioiosa. Ti ricordo affa-ticata nei campi, affaccendata nella stalla (non eriabituata, visto che stavi a servizio in casa di perso-ne benestanti). In casa nostra c'era ordine e pulizia,alla sera ci guardavi i compiti e ci interrogavicome una "brava maestra". Dopo cena spesso reci-tavamo il s. rosario inginocchiati sulla sedia, dopocon i ferri facevi maglioncini, sciarpe, berretti pernoi e anche per le nostre bambole lavoravi: len-zuola, coperte, vestiti ecc... crescevamo e ci haiinsegnato i valori della vita: la fede, il rispetto, lasincerità, la moralità, la semplicità e tante altrecose. Quando siamo diventati adulti e ci siamoformati le nostre famiglie, sei stata vigile e ci haidato sempre buoni consigli. Hai gioito e coccolatoassieme a nostro papà i nostri figli, specialmenteCarolina l'ultima dei nipoti nata e cresciuta vicinoa voi, ma soprattutto con te. Non hai mai smessodi darmi consigli, anche quando sono diventatanonna di tre nipotini: Matteo, Emma, Martina chehanno più o meno la stessa differenza di età di noitre fratelli; ricordo che spesso mi dicevi: "Devi ave-re tanta pazienza, sono piccoli e vicini di età come

eravate voi". I tuoi occhi brillavano e avevi un sor-riso stupendo sulle labbra, forse ritornavi indietrocon gli anni quando noi eravamo piccoli. Lo stes-so sorriso lo hai avuto pure nell'ultimo periodo,anche all'ospedale, quando venivo a trovarti e tichiedevo: "Come va?". Tu rispondevi: “Bene” e gliocchi brillavano sempre. Nascondevi bene soffe-renza, tristezza, non volevi darci peso e sorridevicon tutti. Te ne sei andata in punta di piedi senzaun lamento la sera dell'undici maggio, il mese del-la Madonna che tu hai sempre pregato tanto neimomenti belli e brutti, soprattutto nei periodi dimalattia di papà e di tutti noi. Dopo la tua morteabbiamo trovato un biglietto che mi ha fatto e micommuove tanto quando lo rileggo; lì ci sonoscritti il bene che ci hai voluto e tanti consigli checi serviranno per andare avanti. Quello che vogliodirti ora che non ci sei più è che mi manchi tanto,mi manca il tuo sorriso, gli occhi brillanti, la tele-fonata della sera, le brevi visite che ti potevo fare eche ora farò al cimitero. In vita sei stata una mam-ma con la "M" maiuscola, una piccola ma grandedonna, ora sarai per sempre il nostro angelo custo-de e veglierai senza fine sulla tua grande famigliaassieme a papà e alla nostra mamma.Grazie per quello che hai fatto per noi e resterainel mio cuore continuamente. I momenti felici nondurano in eterno, restano solo dolci ricordi nellamemoria.

Con affetto e amore Lina

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Ricordo diSuor Serafina

Nel gennaio del 1932, in un piccolo paese dellaLombardia, a Bonate nasceva una bambina dinome Maria. Forse quel nome era un segno del cie-lo, perché da adulta il Signore l'ha "chiamata",diventando suor Serafina. Il suo ricordo è ancoravivo nella nostra comunità dove lei è rimasta daglianni 70 agli anni 90, come insegnante e poi diret-trice della scuola materna, allora ancora "asiloinfantile". Chiamava i nostri figli: i miei bambini, ineffetti lo erano, perché passavano varie ore dellagiornata con lei, giocando, ma soprattutto impa-rando le regole essenziali per una corretta educa-zione.Sembrava a prima vista autoritaria per quel suofisico robusto, alto e forse per quell'abito scuroanche austero, in realtà era una persona dolce esensibile, lo si notava guardandola negli occhi,quegli occhi azzurri che a volte o per la troppa gio-ia o per tristezza erano bagnati da qualche lacrima.Si esprimeva in un corretto italiano che talvolta sicoloriva di un leggero accento bergamascoche tanto ci piaceva. Si rivolgeva ai bambini confrasi semplici , ma significative e li coinvolgeva concanti e giochi, mentre il tempo scorreva in modogioioso e spensierato.I suoi bambini ora sono adulti, molti sono diventa-

ti anche genitori, ma il ricordo di suor Serafina èancora vivo in loro. Ha saputo infatti trasmettereemozioni, sentimenti veri, rispetto dei valori e li hapreparati ad affrontare la scuola primaria.Non dimentichiamo anche il grande contributo cheha dato nella catechesi dei bambini e dei ragazzi:sempre documentata, preparava con diligenza lelezioni per offrire una sicura base cristiana.Nel poco tempo libero, con immenso piacere, sirecava dagli anziani del paese per portare loroparole di conforto e farli sentire meno soli.La scelta religiosa le faceva ripetere in varie circo-stanze che la sua casa era il Cotolengo di Torino,senza però dimenticare le sue origini lombarde, lasua gente, i suoi familiari per cui nutriva un forteaffetto. Era anche molto legata alla comunità diSummaga e sperava di "dormire" per sempre nelnostro cimitero accanto a tanti amici. Quandoapprese che l'asilo veniva chiuso, commossa ripe-teva: "Summaga rimarrà sempre nel mio cuoreovunque il Signore mi mandi". Siamo convinti diesprimere il pensiero di tutta la comunità che l'haconosciuta, nel ringraziare suora Serafina per tuttociò che ha donato con generosità. La ricorderemosempre con stima e affetto. Grazie di cuore.

E.N.

Suor Serafina terza a sn, accanto al presidente dell'asilo, Luigi Alessandrini e don Umberto.

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Ricordo di Elda

A Elda, donna semplice, buona e coraggiosa, che ha dedicato la suavita alla famiglia e che pur abitando a Pravisdomini da tantianni ci teneva a dire che era summaghese.Grazie "sorellona" per la fiducia e il coraggio che hai trasmes-so a me e a tutti noi durante questi anni di malattia.Le persone come te lasciano un segno indelebile.Grazie Elda!

Laura (la tua "sorellina")

Ricordo di LuiginaCara Luigina,poco tempo fa te ne sei andata alla bella età di 90 anni, la maggior parte spesi per la vita, aiutando cen-tinaia di mamme a mettere al mondo i propri figli.Ti eri preparata alla tua "missione" studiando a Venezia, dove avevi conseguito con onore il titolo diostetrica. Hai iniziato questo "servizio" negli anni della seconda guerra mondiale, in tempi duri, sfidando talora anche le armi dei soldati nemici. Hai assistito le mamme di cinquanta - sessanta annifa e quei bambini li ricordavi tutti, come fossero un po' anche tuoi. Ogni volta ti lasciavi cogliere dal-lo stupore di un "cosino" roseo che cercava il calore della sua mamma... In più occasione hai versato

"lacrime silenziose", perchè il parto si presentava molto problemati-co e non c'era la certezza che tutto si completasse con il vagito di unneonato e la commozione di due genitori di fronte ad un nuovomiracolo... c'è chi ricorda la tua sensibiltà e competenza e ti ringra-zia ancora per quanto hai fatto! Non ti sei mai lamentata, anche quando venivi chiamata nel cuoredella notte o quando dovevi andare in bicicletta sotto la pioggia o laneve in case difficili da raggiungere, in piena campagna, ma misconsigliavi di intraprendere la tua stessa strada, perchè volevi evi-tarmi le tante preoccupazioni che ogni parto riserva. Hai continuato negli anni a credere nella vita e la tua generositàl'hai rivolta anche verso le mamme di terre lontane, mamme biso-gnose come quelle dei nostri paesi di tanti anni fa.La tua è stata un'esistenza provata anche da dolori e sofferenze, manon ti è mai mancato il sentimento dei tuoi famigliari che ti hannomolto amato; negli ultimi tempi sei stata accudita con tenerezza finoal "dies natalis", giorno in cui, siamo certi, sei nata a "vita nuova"! Con grande affetto

tua sorella Antonia

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nostalgia...Mamma

Si è fatto tardi mammatutto si addormenta e muore

Nell’urna delle riposte nostalgieconservo ancora tutti i tuoi ricordi

e il tuo richiamo che in fondo al giorno dopo i fuochi

portava pace ai vicoli del borgoarreso alle sere di velluto

e a me giovine madre cantavano la folle corsa a cancellare il vuotodel giorno nudo senza le tue rose

Dove ora sei non so dolce mia cara Se ancora aspetti i passi di quella bambina

che attraversava il buio della nottecredendo che a far luce al suo cammino

fossero i fuochi fatui dei miraggie non le accese stelle dei tuoi occhi

Ma ora che germogliano invisibilia questo autunno i semi dell’assenzaora che il passo mio discorde incede

come il primo che fu a cercare il volocara lo so che tu

come una volta trepida vienie accanto mi cammini

tua Anna

AlRo

L’Ora dell’Ave Mariatra i campi di Summaga

Mite e seducente è questo lembo di pianura come vellutata è la brezza che viene dal mare si riempie di nuove luci e canti l’aprica campagnae l’eco la propaga di ammalianti sinfonie Passano nel lucido fotogramma del tramonto con voli che assomigliano alle onde gli uccelli fermando d’improvviso sui fili orizzontali sui tetti sonnolenti E non cessa di stupirmi l’ora cui germoglia in sognola natura ne mi stanca il tempo/l’usura anzi... ... m’affanna ogni cosa alla partenzaE’ bello stare nella quieta sera seduto sulle pietre di questa solitudine......... immotocome l’airone che crogiolava al sole nel meriggioad ascoltare il mormorio dei campi il fruscio delle foglie che danzando cadono sull’erba inumidita con passi senza orme camminare sotto la fulgidabellezza della luna fino alle case bianche per scrivere sui muri interminabili pensieri.....

E’ l’Ave Maria.....nessun rumore ora frange il silenzio ogni cosa è quiper divenire voce/suonoe il tuo respiro sento confondersi nel tempopiccolo paese che all’andar del giorno sulla soglia ti abbandoni memore di care spoglie e di materna gratitudine desti ad aspettare il ventoquello buonoche nel racconto delle stelle qualche lacrima disperda

AlRo

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Li ricordiamo con amore nella preghiera

Emilia Dazzan, Suor Rachele,

n. 24-9-1917 - m. 4-5-2011

Eugenio Trevisanutn. 4-2-1917 - m. 19-5-2011

(Mestre)

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Maria Dossi, Suor Serafina

n. 1932 - m. 25-04-2011(Torino)

Pietro Carneletton. 28-6-1933 - m. 6-5-2011

(Carneletto)

Ottorino Salvadorn. 02-10-1914 - m. 17-06-2011

(Concordia Sag.)

Maria Pigafetta in Martin

n. 19-10-1936 - m. 7-8-2011

Mario Zaninin. 18-8-1931 - m. 12-6-2011

Danilo Bozzan. 29-10-1936 - m. 20-6-2011

Luigia Marolla, ved. Zordan

n. 24-12-1920 - m. 25-8-2011(Pradipozzo)

Luigia Bozza, ved. Stival

n. 17-4-1921 - m. 28-9-2011

Franco Bravinn. 4-2-1954 - m. 12-8-2011

Vittoria Tomadon in Zavattin

n. 7-4-1921 - m. 26-9-2011

Elda Bozzan. 28-06-1953 - m. 09-10-2011

(Pravisdomini)

Luciano Vellon. 18-5-1942 - m. 2-10-2011

Primo Bozzan. 4- 9- 1920 - m. 19-10-2011

Marcella Pascotto, ved. Gardiman

n. 24-08-1912 - m. 26-10-2011

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Natalina Trevisanut ved. Cuzzolin

n. 27-12-1937 - m.11-11-2011

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Luigia Boccalon, ved. Segatto

n. 17-3-1913 - m. 3-1-1991

Aurelio Segatton. 25-6-1909 - m. 2-7-1969

Alfredo “Niti” Tesolinn. 31-5-1937 - m. 9-10-2010

Ida Drigon. 22-11-1927 - m. 14-11-2003

Olivo Trevisanutn. 2-1-1919 - m. 6-8-2010

Giovanni Bozzan. 20-07-1917 - m. 26-10-2005

Claudio Bravinn. 19-7-1959 - m. 29-4-1994

Giovanna Bettiol, ved. Zordan

n. 22-07-1928 - m. 19-09-2005

Narciso Bravinn. 08-12-1924 - m. 03-04-1986

Ricordiamo inoltre...

Gino Marzinotton. 12-08-1931 - m. 6-11-2011

Pompeo Miglioranzan. 31-03-1920 - m. 8-11-2011

Valentina Nosella in Mongera

n. 18-09-1934 - m. 3-10- 2011

Antonio Milann. 28-12-1911 - m. 19-11-1979

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La generosità dei SummaghesiIn ogni numero di «Qui Summaga» si riporta l’elenco di persone, famiglie, gruppi

che devolvono generosamente offerte per le opere ed attività parrocchiali, per le missioni e solidarietà. La comunità sentitamente ringrazia.

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OPERE PARROCCHIALI

AMICI DELLE BOCCE 300,00ASSOCIAZIONE COMBATTENTI E REDUCI 150,00BATTESIMO BUSATTO ALESSANDRO 100,00BATTESIMO CRISTIAN MIO - I FAMILIARI 200,00BATTESIMO CRISTINA SPECCHIA - I GENITORI 150,00BATTESIMO DAVIDE MARCHESAN - I GENITORI 100,00BATTESIMO DI BRUNZIN LORENZO - LA FAMIGLIA 80,00BATTESIMO GINEVRA SCANDURRA - I GENITORI 100,00BATTESIMO GIOVANNI MARIA FORMENTINI - I GENITORI 400,00BATTESIMO PIETRO BELTRAME - I GENITORI 200,00BATTESIMO ZOPPELLETTO NOEMI 20,00BENEDIZIONA NUOVA CASA 50,00BENEDIZIONE FAMIGLIA FAVA FAGOTTO 50,00BENEDIZIONE FAMIGLIE 755,00BENEDIZIONE MACCHINA 20,00BISNONNA CEOLIN CESARINA PER LA NASCITA DELLA NIPOTE GIADA 20,00BONVICINI GIORGIO PER NOLEGGIO PANCHE 50,00BOSCARI GIOVANNI 50,00BOZZA GIANNINO 20,00CAMPERISTI CITTA' DI MANSUE' 50,00CLARA E ANDREA FAGOTTO IN OCCASIONE ANNIVERSARIO DON RENZO 50,00COMITIVA AUSTRIACA 50,00COMPLEANNO GRANDO MATTEO 40,00COMPLEANNO SEGATTO MASSIMILIANO 30,00COMPLEANNO TREVISANUT SIMONE 50,00COMPLEANNO ZANOTTO PARO LINDA 20,00DITTA BOZZATO ARDESIO 500,00DON RENZO STEFANI 150,00FAMIGLIA SCALA GIORGIO 220,00FAMIGLIE DI VIA NOIARE MESE DI MAGGIO 60,00FUNERALE BOZZA LUIGIA IN STIVAL - I FIGLI 200,00FUNERALE BRAVIN FRANCO - LA FAMIGLIA 100,00FUNERALE MARIA PIGAFETTA MARTIN - I FAMILIARI 200,00FUNERALE MIOR IRMA - LA FAMIGLIA 300,00GRUPPO DONNE DEL MERCATINO - SUMMAGA 1.000,00LA MITICA SEZIONE C 40,00MATRIMONIO AZARO ILENIA E FALCOMER DANIELE 300,00MATRIMONIO CIUTTO PAPAIS 100,00MATRIMONIO FAGOTTO SERENA A CUSIN DEVIS 200,00MATRIMONIO PICCOLO EMANUELA E SGNAOLIN MATTEO 200,00OPERE PARROCCHIALI DA MATRIMONIO 70,00PANTAROTTO MARIA 50,00

QUERINI SEVERINA 30,00SALVADOR - SAN QUIRINO – PORDENONE 10,00UNA FAMIGLIA 100,00UNA FAMIGLIA 500,00VENIER ITALIA 100,0044 PERSONE CHE HANNO VOLUTO MANTENERE L'ANONIMATO 1.950,00

BOLLETTINO “QUI SUMMAGA”

BELLOTTO ALFREDO - PORTOGRUARO 50,00BERTOLINI GIUSEPPE E BRUNA - CONCORDIASAGITTARIA 30,00BIASON MARIA 30,00BOCCALON ANNAMARIA – PORTOGRUARO 10,00BOZZA AMELIA – CONCORDIA 15,00BOZZA DINA – PORTOGRUARO 15,00BOZZA GIORGINA - LAVENO VARESE 15,00BRUNZIN MARIA TERESA – ASTI 50,00CONTE STEFANO - CAORLE 10,00DRIGO EGIDIO 10,00DRIGO LIONELLO 30,00FAGOTTO LELIA 70,00FAGOTTO LELIA 50,00FAMIGLIA CARANZANO MAROLLA - VALFENERA ASTI 40,00FAMIGLIA VELLO GIOVANNI 30,00FAORLIN VITTORIO - PORTOGRUARO 50,00FILIPPI PIETRO ED ELDA – PORTOGRUARO 10,00FILIPPI TERESINA -ROGNO BERGAMO 50,00IN MEMORIA DI TOMADON VITTORIA 50,00LISANDRO ALDINO 10,00LISANDRO NATALINA - TEGLIO VENETO 10,00MINUZZO SERGIO - LANZO TORINESE 100,00MIOR ENRICA - GOLASECCA VARESE 20,00PADOVESE DAVIDE E PAOLA 50,00PAUPON ASSUNTA - CAGLIARI 30,00PERINI GIOVANNA - LUGUGNANA DI PORTOGRUARO 10,00PLINIO E TERESINA MALOCCO 25,00QUERINI AMALIA - CONCORDIA SAGITTARIA 30,00UNA PERSONA - PRADIPOZZO 50,00VELLO ANNAMARIA - TORINO 25,00VELLO CARMELO - PRADIPOZZO 30,00VIA FORNACE ALTA E CASAI DEL TAU' TRAMITE D'ACHILEL CLAUDIA 120,00VIA FRANCA TRAMITE MIGLIORINI ANNAGIORGIA 66,00VIA FRANCA TRAMITE PAULETTO GRIGOLETTO LUCIA 410,00

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VIA MONTECASSINO TRAMITE TREVISIOL MIO 226,00VIA NOIARE TRAMITE PASIAN ROSANNA 170,00VIA SAN BENEDETTO E PIAZZA DE BORTOLI TRAMITE GOI BERTILLA 146,00VIA SAN URBANO TRAMITE BASSO ORIANA 241,00VIA SANTA ELISABETTA TRAMITE SARTORI EVELINA 240,00VIA VILLA ALBERTO E CA' TIEPOLO TRAMITE ZANET INES 370,00VIA VILLA RISERE DELLE ABBAZIE E TREVISO TRAMITESIMONATTO MONIA E ARGENTINA 500,00VIE DEL BOSCO E CAVARIOL TRAMITE BARBON LUIGINA 75,00VIE GOBETTI E SANTA GIUSTINA TRAMITE CONTE ROSANNA 265,00VIE MAUTE PRAMORIN E CA' TIEPOLO TRAMITE PIERASCO ASSUNTA 260,00VIE MONTECASSINO REZZONICO ED EINAUDI TRAMITE CAMPANER LUCIANA 220,00VIE NOIARE E GOBBESSO TRAMITE STIVAL LETIZIA 140,00VIE NOIARI E SAN GIUSTO TRAMITE ZANET BANINI MARILENA 81,00VIE SUBIACO E AQUILEIA TRAMITE MARTIN CESARINA 200,00VIE VIOLA E CASAI DEL TAU' TRAMITE ANDREON AGNESE 110,00ZANET IDA 50,00ZAVATTIN MARIA - MALGRATE LECCO 50,00ZUCCHETTO OSCAR- PORTOGRUARO 20,005 PERSONE CHE HANNO VOLUTO MANTENERE L'ANONIMATO 100,00

CARITAS PARROCCHIALE

DA AMICI - PER SUOR EDITH SLOVENIA 200,00GRUPPO DONNE DEL MERCATINO DI SUMMAGA 1.200,00

GRUPPO DONNE DEL MERCATINO PER SUORDANIELA 100,00IN MEMORIA DI MONS. PADOVESE LUIGI PER LA CASA MADRE DELLA VITA 1.000,00IN MEMORIA DI TOMADON VITTORIA - LE NIPOTI PER PADRE CLEMENTE 150,00IN MEMORIA DI ZANIN MARIO - PER PADRE CLEMENTE 100,00LE BAMBINE DEL RICAMO 200,00PER SUOR EDITH SLOVENIA 500,00UNA PERSONA CHE HA VOLUTO MANTENERE L'ANONIMATO 10,00

“IN MEMORIA DI…..”

ANESE KATIA – LA CLASSE 1970 100,00ANESE MARIA - LA FIGLIA LELIA 500,00BRAVIN NARCISO E CLAUDIO - LA FAMIGLIA 50,00CARNELLETTO PIETRO – LA FIGLIA DILETTA 200,00DI MARCO JOLANDA - LE COGNATE GIOVANNA ED ELISA 50,00MAROLLA LUIGIA - I FIGLI 150,00MAROLLA LUIGIA – LA SORELLA RITA 50,00PIGAFETTA MARIA IN MARTIN - DANIELA BERGAMO E FAMIGLIA 50,00SEGATTO LINO - IL CUGINO SEGATTO LUCIANO 25,00TOMADON VITTORIA - I NIPOTI FURLANETTO 50,00TOMADON VITTORIA - IL MARITO E I FIGLI 150,00TOMADON VITTORIA - LA COGNATA E NIPOTE VALSECCHI 100,00ZANIN MARIO - LA NUORA 50,00ZAVATTIN FRANCO - I COMPAGNI DI LAVORO 50,00

S.E.&O.

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Auguridi

Santo Natalee Felice Anno

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