Qualsiasi persona è preziosa P · Qualsiasi persona è preziosa P ... Mi sembra questo un dono di...

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1 Qualsiasi persona è preziosa P er il prossimo decennio la Chiesa italiana ha fatto la scelta pastorale di inve- stire sulla “emergenza educativa”. Oggi i genitori e gli educatori, di fronte ai cambiamenti veloci che avvengono nella società, si trovano con il fiato corto. “Quello che oggi è cambiato, in modo tumultuoso e rapido, sono alcuni punti di riferimento, un tempo precisi e fondati, che la cultura e la società moderna stanno mettendo in forte crisi, per cui si parla di vera e propria emergenza educativa. Educare non è mai stato facile, ma oggi appare a molti genitori, docenti, sacerdoti e catechisti, educatori un’impresa ardua e spesso addirittura impossibile. D’altra parte, si aprono anche impreviste opportunità per chi sa mettersi in gioco con im- pegno e responsabilità e sa gestire le relazioni educative in modi nuovi, coinvolgen- ti, che sanno affrontare senza timore il problema”. Queste parole del nostro Arcivescovo ci spingono a investire tempo e occasioni sull’educare e a ricercare strade nuove per rifondare la relazione, che è il fondamen- to di ogni educazione. Il bullismo, la maleducazione, l’indifferenza sono i segnali più inquietanti di un modo errato di rapportarsi agli altri. Siamo nell’imminenza del Natale. Forse ne abbiamo smarrito il significato profon- do, che è l’atto educativo estremo di Dio nei confronti dell’uomo: il farsi compagno di viaggio. “Con il Natale qualcosa di diverso comincia: Dio nasce in mezzo agli oppressi, e ci dice che qualsiasi persona è preziosa perché è carne di Dio” (C. Singer). Dio che si fa carne per incontrare le nostre carni ferite e doloranti e per medicarle. Dio, che è Amore, va a medicare là dove nessuna persona può entrare (e, forse, neppure noi!): il nostro cuore. Forse alcuni di noi Dio lo hanno smarrito; altro lo hanno accantonato in un angolo, come si fa con qualcosa che momentaneamente non serve, nell’attesa che torni utile; altri lo hanno presente così come sono presenti tante persone e attività che ri- entrano nella routine quotidiana, scontate e senz’anima; per altri, ancora, è presenza viva con cui si costruisce un rapporto vitale, così come lo si vive tra persone che si amano. Evidentemente è quest’ultimo caso un rapporto, una relazione educante. Ed è anche questo l’aspetto più fragile di questo nostro tempo. Il soggettivismo, messo in rilievo dalla cultura contemporanea, spinge verso “la tendenza a ridurre il bene all’utile, la verità alla razionalità empirica, la bellezza al godimento effimero”. Tendenze che rendono fragilissima ogni relazione. E, quindi, il compito educativo. Come comunità cristiana, in collaborazione con il Comune, vogliamo proporre nei prossimi mesi di febbraio e marzo alcuni incontri formativi, quasi una “scuola geni- tori”, che coinvolga le realtà familiari del nostro paese nel difficile compito educa- tivo verso le generazioni più giovani. Ma, forse, anche verso noi adulti. Mi sembra questo un dono di Natale conseguente alla festa che stiamo per celebra- re. Accogliendo l’invito di Gesù a cambiare i nostri cuori, ad amarsi gli uni gli altri, riusciremo più onestamente a riconoscere la preziosità di ogni persona. Un sincero buon Natale a tutti. p. Giacomo Ghu

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Qualsiasi persona è preziosa

Per il prossimo decennio la Chiesa italiana ha fatto la scelta pastorale di inve-stire sulla “emergenza educativa”. Oggi i genitori e gli educatori, di fronte ai cambiamenti veloci che avvengono nella società, si trovano con il fiato

corto.“Quello che oggi è cambiato, in modo tumultuoso e rapido, sono alcuni punti di riferimento, un tempo precisi e fondati, che la cultura e la società moderna stanno mettendo in forte crisi, per cui si parla di vera e propria emergenza educativa. Educare non è mai stato facile, ma oggi appare a molti genitori, docenti, sacerdoti e catechisti, educatori un’impresa ardua e spesso addirittura impossibile. D’altra parte, si aprono anche impreviste opportunità per chi sa mettersi in gioco con im-pegno e responsabilità e sa gestire le relazioni educative in modi nuovi, coinvolgen-ti, che sanno affrontare senza timore il problema”.Queste parole del nostro Arcivescovo ci spingono a investire tempo e occasioni sull’educare e a ricercare strade nuove per rifondare la relazione, che è il fondamen-to di ogni educazione. Il bullismo, la maleducazione, l’indifferenza sono i segnali più inquietanti di un modo errato di rapportarsi agli altri.Siamo nell’imminenza del Natale. Forse ne abbiamo smarrito il significato profon-do, che è l’atto educativo estremo di Dio nei confronti dell’uomo: il farsi compagno di viaggio. “Con il Natale qualcosa di diverso comincia: Dio nasce in mezzo agli oppressi, e ci dice che qualsiasi persona è preziosa perché è carne di Dio” (C. Singer). Dio che si fa carne per incontrare le nostre carni ferite e doloranti e per medicarle. Dio, che è Amore, va a medicare là dove nessuna persona può entrare (e, forse, neppure noi!): il nostro cuore.Forse alcuni di noi Dio lo hanno smarrito; altro lo hanno accantonato in un angolo, come si fa con qualcosa che momentaneamente non serve, nell’attesa che torni utile; altri lo hanno presente così come sono presenti tante persone e attività che ri-entrano nella routine quotidiana, scontate e senz’anima; per altri, ancora, è presenza viva con cui si costruisce un rapporto vitale, così come lo si vive tra persone che si amano. Evidentemente è quest’ultimo caso un rapporto, una relazione educante.Ed è anche questo l’aspetto più fragile di questo nostro tempo. Il soggettivismo, messo in rilievo dalla cultura contemporanea, spinge verso “la tendenza a ridurre il bene all’utile, la verità alla razionalità empirica, la bellezza al godimento effimero”. Tendenze che rendono fragilissima ogni relazione. E, quindi, il compito educativo.Come comunità cristiana, in collaborazione con il Comune, vogliamo proporre nei prossimi mesi di febbraio e marzo alcuni incontri formativi, quasi una “scuola geni-tori”, che coinvolga le realtà familiari del nostro paese nel difficile compito educa-tivo verso le generazioni più giovani. Ma, forse, anche verso noi adulti.Mi sembra questo un dono di Natale conseguente alla festa che stiamo per celebra-re. Accogliendo l’invito di Gesù a cambiare i nostri cuori, ad amarsi gli uni gli altri, riusciremo più onestamente a riconoscere la preziosità di ogni persona.Un sincero buon Natale a tutti. p. Giacomo Ghu

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Nell’incontro con i giovani tenuto dal nuovo vescovo della nostra Diocesi, Mons. Cesare Nosiglia, venerdì 19

novembre 2010 presso la parrocchia del San-to Volto in Torino, il discorso da lui rivolto ai presenti, è stato accolto con entusiasmo da più parti per il linguaggio semplice, profon-do, concreto e diretto, che ha saputo toccare la sensibilità di tutti i giovani della Diocesi, attenti al nuovo dialogo e alla nuova apertura verso di loro. Ecco alcuni passaggi significa-tivi del suo discorso.“Cari giovani e ragazze,vi ringrazio di essere qui questa sera e di aver raccolto il mio invito. Vi chiedo di credere nelle vostre possibilità, di crescere nell’amo-re e nella fede, ma anche di mettere a disposizione del vostro Vescovo e della Chiesa di Torino, quanto di più bello e grande avete nel vostro cuore: il vostro entusiasmo e la vostra voglia di fare e di impegnarvi per il Signore e per gli altri.Osare, rischiare per il Signore fidandosi di Lui: è quanto fa Maria. Essa crede nell’impossibile di Dio e si affida con fiducia al dono del suo Spirito, lei, giovane ragazza di Nazareth, si mostra persino temeraria quando decide di andare in fretta dalla cugina Elisabetta per portare il suo aiuto e il suo servizio. Non pensa a sé stessa, alla condizione umana che sta vivendo, incinta com’è del Figlio di Dio, ma corre verso chi ritiene sia nel bisogno più di lei.E’ il carisma di voi giovani e ragazze che si manifesta in questa corsa di Maria, sono le vostre speranze e sogni che guidano le scelte di donare e amare, senza trop-pi calcoli, spontaneamente, lasciandovi portare là dove vi ispira Dio nel cuore.Ecco cosa vi chiedo cari amici: osare in nome del Signore. Non accontentatevi di ciò che siete e che fate: siate ambiziosi di puntare in alto, verso un di più di amore e di generosità. Osate per andare là dove il Signore vi manda, in mezzo ai vostri coetanei anzitutto. Se voi possedete Cristo e la sua Parola, lo porterete con voi sem-pre, in ogni ambiente di vita, di studio e di lavoro. Vi assicuro: non temete perché il Signore è con voi per proteggervi.Pensando al Beato Piergiorgio Frassati, San Domenico Savio e altri santi e beati, possiamo ben dire che in questa terra torinese, la Parola di Dio è stata seminata con abbondanza nel cuore di tanti giovani e ragazze come voi, che hanno accolto poi la chiamata del Signore a questo compito missionario così impegnativo.Io mi auguro che sappiate anche voi dare una risposta positiva alle chiamate del Signore, per le necessità della nostra Chiesa di oggi. Abbiamo bisogno di sacerdoti, di religiosi e religiose, di missionari, giovani generosi che sappiano mettere la vita a servizio del Signore e degli altri, nella nostra terra e nel mondo intero. Se qualcu-no di voi sente nel cuore o ha pensato qualche volta di prendere in considerazione

Il nostro arcivescovo ai giovani: “incontriamoci”

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queste Vocazioni, mi scriva, mi incontri: sarò lieto di ascoltare e di aiutarlo a pren-dere una decisione su questa scelta decisiva per la vita. Io ho un sogno nel cuore: quello di potervi ascoltare e amare sinceramente e incon-trare non solo tutti insieme, ma anche personalmente se voi lo vorrete. E questo per starvi vicino ed aiutarvi, ma anche perché sono convinto che voi potete aiutarmi a svolgere bene il servizio di vescovo in questa amata Chiesa di Torino. Vorrei che ogni giovane e ragazza che lo desidera potesse avvicinare il vescovo senza troppe anticamere. Una via immediata e semplice è quella dei media. Vi comunico pertan-to l’e-mail: [email protected] e il blog www.iltesoro.org!Cari giovani amici, preghiamo insieme Maria Santissima, la Vergine Consolata nostra Patrona, perché ci aiuti a camminare come lei, speditamente e con gioia, incontro al Signore e agli altri. Maria ci dia un po’ del suo entusiasmo e della sua temerarietà nel credere seriamente al Dio dell’impossibile e il suo coraggio di osa-re sulla sua Parola, sempre e con fiducia.A Te Madre dolcissima e piena d’amore affido questi amici e tutti i giovani e ra-gazze della Diocesi di Torino, infondi nel loro cuore la certezza di essere amati da Gesù e da te, quale figli privilegiati del tuo cuore.E’ consolante per tutta la nostra Diocesi avere un nuovo Vescovo così fortemente aperto ai giovani, sempre più bisognosi di un dialogo leale e sincero. In nome di Dio mettiamoci in loro ascolto.

La redazione

Cresimati (21/XI/2010) - Agnello Michela, Banche Edoardo, Brunetto Ales-sio, Candelo Cristian, Colazzo Maristella, Crosetto Simone, D’Addezio Martina, Dalmasso Andrea, Falduto Domenico, Falvo Pierre, Farisé Davide, Fontana Mattia, Gea Ivan, Gecele Alessandro, Giacometto Daiana, Goffi Riccardo, Gualtieri Marco, Maddaleno Fabio, Malara Elisa, Malara Giorgia, Marchese Giorgia, Pattaro Ales-sia, Penzo Alessia, Raschillà Asia, Reale Andrea, Rinaldi Daniele, Simeone Chiara, Tarsia Angela, Turatti Alexia, Vignola Luca, Zucco Shauni, Zucco Vincenzo

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Dio educa il suo popolo

Domenica 28 No-v e m b r e

presso la scuola materna del ca-poluogo si è te-nuto l’incontro delle famiglie della nostra Uni-tà Pastorale con la partecipazione di Don Giancarlo Isoardi. Il tema era: Dio educa il suo popolo.L’intervento di Don Isoardi, in perfetto stile Salesiano, ha saputo coinvolgere tutti i pre-senti, spaziando dal tema spirituale a quello molto concreto dell’educazione dei nostri figli.Sono stati evidenziati dei punti essen-ziali, eccone alcuni: capire la personalità del proprio fi-

glio, rispettando le sue inclinazioni naturali;

stimolare la sua creatività con dol-cezza ma fermezza, non permettere mai che cada nell’indolenza;

accettare le contraddizioni delle ge-nerazioni che separano genitori e figli, non perdendo mai di vista la necessità della correzione puntando sempre al salto di qualità;

porre dei limiti chiari alle loro richie-ste;

lanciarli oltre i loro limiti perché ten-dano sempre a migliorarsi;

proporre con la propria vita un esem-pio di coscienza retta ed onesta;

stimolarli perché si costruiscano un progetto di vita, una finalità concreta a cui tendere con fiducia e speranza.

La seconda parte dell’incontro si è svol-ta a gruppi per poter riflettere su ciò che avevamo appena ascoltato e scambiarsi esperienze.Gli interventi dei genitori sono stati nu-merosi e concreti.Fondamentale è l’accordo che deve es-serci tra i genitori sulla linea da seguire per l’educazione, un disaccordo provoca nel figlio un’insicurezza, una mancanza di punti di riferimenti solidi.I modelli di educazione nella nostra epoca non sono più solo proposti da fa-miglia, scuola, parrocchia, ma molta in-fluenza hanno la televisione e il gruppo degli amici.Ecco allora che l’educazione deve esse-re aggiornata quotidianamente cercando di avere con il proprio figlio un rappor-to unico e personale, e quando sembra

Consigli pratici per l’educazione dei figli

Incontro per famiglie

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che le nostre parole scivolino sopra di loro senza attecchire ricordarsi sempre che dove noi non arriviamo, Dio arriva ed opera.Le esigenze del lavoro portano i genitori

ad allontanarsi molte ore al giorno dalla famiglia , questo può generare sensi di colpa che si tenta di cancellare offren-do al proprio figlio un mondo di “cose

vuote e fredde”, di evitargli ogni fatica e di spianargli la strada da ogni difficoltà, tutto questo purtroppo impedisce la cre-scita vera della loro personalità.I giovani vivono nella nostra epoca non

il disagio della privazione ma il disagio da troppo benessere, ecco allora la necessi-tà di una vita so-bria.Dai genitori più maturi con figli ormai grandi, un raggio di spe-ranza: ciò che di buono si è semi-nato non va mai perso e prima o poi germoglia e fruttifica.Un grazie di cuo-re a Don Isoardi

che ha saputo aiutarci a chiarirci le idee su un argomento tanto importante.

La commissione famigliadell’ Unità Pastorale 25

VALORIZZA TUO FIGLIO Nella misura in cui lo amie lo rispetti tuo figliocresce e diventa personamatura e responsabileEgli s’accorgeche ti interessi di luie dei suoi problemisolo quando è sicuroche tu gli vuoiveramente beneNon dire mai:

“Non ho tempo!Non vedi come sono occupato?Ho cose ben più importanti “Ricordati: certe paroleAllontanano tuo figlio da te.Osserva, con occhio d’amoree di pazienzatuo figlio che cresce,che rivela il suo carattere,che scopre la vita.Se non lo valorizzi tu tuo figliochi potrà farlo?

“Che i giovani non solo siano amati,ma che essi stessi conoscano di essere amati”

(Don Bosco, Lettera di Roma, 1884)

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Essere in pochi

Per i cristiani italiani, e non solo, sta diventando un’esperienza comune quella di non essere più numerosi come un tempo. Quante persone c’erano a messa? Poche.

E all’incontro di preghiera? Pochissime. E alla riunione settimanale? I soliti... Nelle parrocchie o nelle associazioni ecclesiali è ormai frequente udire dialoghi del genere. E’ facile allora, delusi e malinconici, mettersi a ricordare i tempi d’oro in cui la sala era troppo piccola per contenere tutti. Ora invece sembra quasi di rivivere “Sette piccoli indiani”: chi sopravviverà sino alla fine? E viene da domandarsi: forse il Cristianesimo ha esaurito la sua carica vitale, ha ormai fatto il suo tempo? Se apro il vangelo alla ricerca di una risposta trovo che non è così. I tempi sono mutati, essere cristiani nella nostra società non è più normale e scontato. Stiamo entrando in una nuova epoca nella quale saremo sempre più una minoranza. Ma proprio qui sta il punto: questo è perfettamente in linea col vangelo. Gesù infatti non parla mai dei suoi discepoli come di una potenza numerica. Al contrario li chiamava “Piccolo gregge”, li paragonava ad un grano di senape, diceva che lui sareb- be stato presente dove “due o tre”, non duemi- la, sarebbero stati uniti nel suo nome. Accade- va poi un fatto strano: quando lo seguiva tanta gente invece che compiacersi diventava più esigente, a co-sto di scoraggiare tutti: “Siccome molta gente andava con lui. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio disce-polo» (Vangelo di Luca). Anche ai suoi dodici apostoli un giorno ebbe il coraggio di domandare: «Volete andarvene anche voi?». Insomma, non era interessato alla quantità, non giudicava il successo della sua missione in base al numero dei parte-cipanti. Era disposto ad avere pochissimi seguaci, li voleva però autentici, pronti a dare anche la vita per Lui. Solo in questo modo i suoi discepoli sarebbero diventati capaci di testimoniare il vangelo agli altri. I pagani infatti vedendo i primi cristiani dicevano stupiti: «Guardate come si amano e sono pronti a morire l’uno per l’al-tro», come ci riferisce il romano Tertulliano.Penso quindi che possiamo trasformare la nuova situazione da deprimente a moti-vante, come una occasione provvidenziale per ritrovare lo spirito cristiano autenti-co. Non più cristiani per abitudine, tradizione, paura di Dio, ma per scelta convinta, anche controcorrente. Non che essere tanti sia un male, ma anche l’essere in pochi aiuta a riscoprire dei tesori: il valore insostituibile di ognuno, la conoscenza reciproca, l’unità.

p. Michele Marongiu

“Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20)

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Spazio-Oratorio

Invece se sei più grandicello e frequenti il biennio della scuo-la superiore, non disperare!! Ti aspettiamo al ‘BIGRUPPO’ giovedì 23 Dicembre in Ora-torio dalle 20.00 alle 22.00 (ricordati i 5 € per la pizza!) per condividere i vostri dubbi, problemi, sorprese e scoper-te con giochi e attività. NON MANCARE!!!

Un giorno a scuola, durante l’intervallo...Carlo: ‘Ciao Matteo, cosa farai sabato pomeriggio? Perché non vieni a casa mia così facciamo insieme i compiti e poi giochiamo alla Play?’Matteo: ‘...mmm, veramente io andrei all’oratorio...’Carlo: ‘All’oratorio?!?!? Ma non è domenica?’Matteo:’ No!! Adesso è al sabato, dalle 15.00 fino alle 17.00 e in più possiamo anche andare un’ora prima e gli animatori ci aiutano a fare i compiti!’Carlo: ‘ Davvero?!?!? E allora cosa facciamo?’Matteo: ‘Beh..possiamo andare alle 14.00, facciamo i compiti insieme e poi passiamo il resto del pomeriggio con i nostri amici e gli animatori!!’Carlo: ‘..non so...ma sei sicuro che ci siano anche i nostri amici?’Matteo: ‘Certo!! E poi possiamo sempre incontrare e conoscere altri bambini.’Carlo: ‘Ok!! Allora ci vediamo sabato alle 14.00...in ORATORIO!!’E TU? CI SEI? NON PUOI MANCARE =)

...Hai ricevuto la Cresima? Frequenti la terza media? Ti manca catechismo? Vorre-sti continaure a incontrarti con i tuoi compagni? Sei la persona giusta per noi!!! Ti aspettiamo al ‘dopocresima’ sabato 18 Dicembre nei saloni parrocchiali dalle 18.00 alle 20.00. E’ un’occasione per trascorrere un paio di ore insieme ai tuoi amici affrontando attraverso giochi e discussioni alcuni temi della vita quotidiana sotto un’ottica cristiana.

Spazio-Dopo Cresima

Spazio-Bigruppo

Per qualsiasi informazione ti aspettiamo in Oratorio ogni sabato dalle 15.00 alle 17.00 o puoi chiedere a un animatore

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rante la nevicata, su a Belmonte, presso la comunità dei frati minori francescani, tutta la comunità ha vissuto le forti emo-zioni della loro PARTENZA, soprattutto quando Marco, Lisa e Laura hanno letto la loro lettera della partenza davanti an-che ai loro genitori.La commozione era davvero forte, per-ché ogni PARTENZA, implica un di-stacco dalla Comunità, da alcune abitu-dini e alcune sicurezze, proprio perché è giunto il momento di “giocarsi in prima persona”.Quando, come atto finale, ho posto lo

zaino sulle spalle di-cendo a ciascuno di loro: “Va’ per la tua strada e non voltarti più indietro”, abbrac-

ciandoli, abbiamo provato una forte gioia perché stavamo consegnando alla società dei nuovi “Adulti” pronti ad im-pegnarsi per lasciare il mondo migliore di come l’hanno trovato”.Ancora una volta “il tempo dedicato ad educare, è stato il tempo pieno che sa impegnarsi per costruire un futuro più umano e più accogliente”.

Cosimo Diaferia

Esploriamo insieme:notizie dal Gruppo Scout S. Francesco 1

Il week end 27 e 28 novembre 2010, a Belmonte, la nostra terza branca educativa, comunità di giovani e ra-

gazze dai 17 ai 22 anni, ha festeggiato la “Partenza “di tre nostri scout giunti al termine del loro percorso di crescita e formazione. I partenti, Marco Dolce, Lisa Morutto e Laura Berardo, hanno potuto così vivere il momento più signi-ficativo del cammino scout dopo ben 12 anni di vita nella nostra comunità.Sono entrati nel gruppo che avevano 8 anni! Un cammino lungo ed impegnati-vo, ma sicuramente gioioso, avventuro-so e formativo, durante il quale hanno dovuto spesso fare i conti con le difficoltà della loro crescita, facendo appel-lo alle loro motivazioni, alla loro volon-tà e alla loro fedeltà per continuare a vi-vere un cammino impegnativo che non rinuncia mai a chiedere ai giovani.Per essere al centro della loro crescita, hanno accettato di essere fortemente responsabilizzati. Il metodo educativo scout, che è l’educazione alla “Libertà”, li ha portati a guardare la realtà con oc-chio critico proprio per imparare a sce-gliere attraverso l’osservare, il dedurre e l’intervenire.Nel sentirsi pronti a “Partire” hanno ufficialmente di-chiarato l’intento di essere per sem-pre fedeli alla vo-cazione Scout che è quella di “aiutare gli altri in ogni cir-costanza”, di ser-vire il prossimo in nome di Dio.Domenica 28 no-vembre 2010, du-

Va’ per la tua stradae non voltarti indietro

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Se tu sei fra coloro che sono in grado di ascoltare il messaggio, lo sentirai forte e chiaro ...“E venne chiamata due cuori“ di Mor-gan Marlo. Un racconto straordinario,affascinante,un viaggio illuminante,un’occasione invidiabile.Nel magico Oriente,contemplando il cielo in una notte limpida, comprendiamo di non comprendere le meravigliose opere di Dio... per dimostrare che la matematica possiede bellezza e veri-tà: ”L’uomo che sapeva contare” di Tahan Malba (Ed. Salani).Gli adulti, a volte, mettono un confine di separazione tra lettera-tura per ragazzi e letteratura per adulti,”perdendosi” così letture interessanti e piacevoli. Sette romanzi sul Paese fantastico di Nar-nia, “Le cronache di Narnia” di C.S. Lewis . Uno dei capolavori della letteratura inglese del Novecento. Lewis era convinto,che un libro non merita di essere letto a dieci anni se non merita di essere letto anche a cinquanta. Da leggere anche “La storia infinita“di Michael Ende … Caro mio, ci sono persone che non potranno mai arrivare in “Fantàsia”. Ci sono persone che possono farlo, ma che poi resta-no là per sempre. Infine ci sono quei pochi che vanno in “Fantàsia” e tornano indietro, come hai fatto tu. E questi risanano entrambi i mondi. Cosa ne è stato della nipote di Olga la nonna protagonista di “Va dove ti porta il cuore”? E’ tornata dall’America per riappacificarsi con la nonna, ma ha trovato una lunga lettera-diario a lei indirizza-ta ...”Ascolta la mia voce”di Susanna Tamaro (Ed. Rizzoli). Un viag-gio solitario che condurrà la protagonista alle origini della propria inquietudine.Un bestseller mondiale degli anni ‘70, ancora oggi, forse più oggi che ieri. Una metafora sugli amanti dalla libertà che lottano contro un generale alla ricerca di un avvenire più sicuro ...”La collina dei conigli “di Richard Adams (Ed. Rizzoli). Se quando eri più giovane ti sei perso l’occasione di leggerlo, se sei giovane oggi leggilo, se ieri l’occasione l’hai colta, puoi sempre rileggerlo... e poi riflettiamo.Seduto su una poltroncina del treno o di un pullman, mentre sei seduto in una sala d’attesa e aspetti il tuo turno, mentre aspetti tuo figlio all’uscita di scuola, quando hai una manciata di minuti, si può leggere “La banalità del bene “ di Enrico Deaglio (Ed. Feltrinel-li). Storia di Giorgio Perlasca. Una storia vera. G. Perlasca nel 1944 a Budapest spacciandosi per il console spagnolo salvò migliaia di ebrei dallo sterminio... Per non dimenticare e non far dimentica-re...Colui che non è in grado di darsi conto di tremila anni rimane al buio e vive alla giornata (Johann Wolfgang Goethe)... “Il mon-do di Sofia “di Jostein Gaarder (Ed. Longanesi). Domande su do-mande, storie dentro storie, intrecci con intrecci. Barbara

L’angolo del lettore:ti proponiamo...

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E’ ancora buio quando, alle 6,45 del mattino, ci ritroviamo in 7 persone

più Padre Pio, che sarà la nostra guida nel pellegrinaggio, in piazza San Fran-cesco d’Assisi dove ci attende il pullman che, dopo aver caricato l’altra parte del gruppo a San Maurizio, ci accompagne-rà all’aeroporto di Malpensa.Il primo impatto con il personale del Terminal è davvero spiacevole poiché, cosa già preannunciataci dalla guida, veniamo sottoposti ad un “interrogato-rio”, che dura alcuni interminabili mi-nuti, sul perché del viaggio, sul bagaglio che portiamo e sul percorso che faremo, il tutto sotto lo sguardo vigile di soldati armati.Un po’ turbati riusciamo ad imbarcarci. Il volo è gradevole, così come lo è il per-sonale israeliano di bordo.Arrivati a Tel Aviv notiamo subito l’ele-vato sbalzo di temperatura che di giorno non scenderà quasi mai sotto i 30°.Con il pullman ci trasferiamo ad Haifa, terza città d’Israele. Veniamo ospitati dalle suore del Carme-lo e nella loro chiesa partecipiamo alla S. Messa celebrata per il nostro gruppo da Padre Pio, Padre Fabrizio e Padre Giacomo. E’ strano come vivo questa funzione. Mi sento più partecipe, mi

sembra che tra di noi si respiri un’aria di famiglia!Nei giorni successivi visitiamo il Mon-te Tabor, il Lago di Tiberiade, il Monte delle Beatitudini, Cana, Nazareth (dove alloggiamo per 2 notti), Gerico, Mar Morto (dove mi sono concessa anche un bagno), Betania, Gerusalemme (qui abbiamo alloggiato 4 notti), Museo dell’Olocausto, Ein Karem, Betlemme,

Nelle foto: Gerusalemme vecchia vista dal monte degli Ulivi (sopra); Yad Vashem: me-moriale dei bambini (sotto); Sul lago di Tibe-riade: sullo sfondo Cafarnao (a fianco)

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Muro del Pianto, Monte degli Ulivi e, nell’ultimo giorno Emmaus.Non ho elencato tanti altri posti visitati, non perché siano meno importanti, ma perché vorrei raccontarvi alcune mie personali esperienze.La prima forte emozione l’ho provata a Nazareth, nella chiesa dell’Annuncia-zione, che ingloba la grotta dove Maria ha ricevuto il messaggio dell’Angelo. La Messa vissuta in questa cornice ha un forte sapore di unità, fratellanza e soli-darietàLa seconda è stata nel deserto, dove i no-stri sacerdoti hanno celebrato la Messa utilizzando come altare una pietra posta quasi all’altezza del suolo. Ricordo an-cora la luce del tramonto che colorava di rosso le alture che ci circondavano ed il vento che sventolava i camici dei Padri.La terza, nell’orto degli ulivi, dove ho percepito fortemente la presenza di Gesù con i dodici che, nonostante l’esplicita Sua richiesta, non sono stati in grado di vegliare e pregare.L’ultima e più intensa emozione l’ho vissuta a Emmaus, dove tutti noi siamo stati toccati dalla coinvolgente commo-zione di Padre Pio e dall’intensità della sua omelia.

Certo che l’aver avuto Padre Pio come guida è stata per noi una grande fortu-na, poiché questo era per lui il 46° viag-gio in Terra Santa e la sua cultura e le sue conoscenze ci hanno permesso di gustare il tutto alla luce del Vangelo e del Vecchio Testamento.Penso che d’ora in poi, ogni volta che leggerò un brano del Vangelo, non po-trò non rivivere l’emozione di quei posti, dove Gesù ha voluto nascere, forse non per caso…!!!Se qualcuno mi chiedesse cosa ho tro-vato in Terra Santa, mi sento di rispon-dere che in quella terra, così provata dalle lotte, dalle divisioni, distrutta e riedificata troppe volte, io ho incontrato Gesù.L’unica nota negativa nel secondo gior-no del nostro viaggio, è stata la partenza di una coppia di San Maurizio che ha ricevuto la notizia che la loro nipotina era stata ricoverata e versava in gravi condizioni. Da quel giorno e per tutto il nostro viaggio il gruppo ha pregato in-tensamente per la piccola, certi che le nostre preghiere sarebbero state ascol-tate. Mi è stato riferito che ad oggi la bimba, seppure ancora grave, sta un po’ meglio. A lei i nostri più cari auguri.

Lia Chissotti

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Speciale rinnovo delConsiglio pastorale parrocchiale(CPP)

Il Consiglio pastorale parrocchiale è un organismo ecclesiale molto impor-tante perché, se ben funzionante, promuove la responsabilità dei membri della parrocchia.L’attuale Consiglio, costituito nel 2005, ha terminato il suo compito e nell’ul-tima seduta ha deciso di proporre l’elezione del nuovo Consiglio pastorale nei primi mesi del 2011 (facilmente domenica 13 marzo). Le elezioni si svolgeranno al termine di ogni messa (in parrocchia e alla Cap-pella dell’Assunta) segnando su un foglio che riporta i nomi dei candidati le proprie preferenze. Questo atto è un momento di grande responsabilità.Per favorire la presenza più rappresentativa di tutta la comunità parrocchiale si è pensato di eleggere un rappresentante per ogni borgata (Capoluogo, Sant’Anna, Madonna, Centro, Gamberi, Coriasco, Grangia) secondo moda-lità da precisare.Di seguito pubblichiamoalcuni stralci dello Statuto per dare la possibilità ad ognuno di prepararsi per tempo al momento delle elezioni.

Dallo Statuto del Consiglio Pastorale ParrocchialeArt. 1 – Natura1.1 Il Consiglio pastorale parrocchiale è l’organismo ecclesiale nel quale presbiteri, diaconi, religiosi e laici prestano il loro aiuto nel promuovere l’attività pastorale della comunità parrocchiale. Esso consente, garantisce e promuove la correspon-sabilità dei membri della parrocchia, sotto la guida del parroco che fa le veci del Vescovo, rendendolo, in certo modo, presente.1.2 Il Consiglio pastorale parrocchiale ha funzioni consultive. Di quanto deliberato o suggerito nelle riunioni ed approvato, le eventuali Commissioni ed i singoli ope-ratori pastorali sono invitati a tener conto.Art. 2 - Compiti2.1 I compiti del Consiglio pastorale parrocchiale sono:• esaminare le attività pastorali in rapporto alle necessità della comunità, compren-dente sia coloro che partecipano alle stesse, sia coloro che non vi prendono parte;• confrontare tali attività con i programmi diocesani e zonali, individuando le esi-genze prioritarie del territorio;• portare a conoscenza i problemi, le soluzioni, i risultati del lavoro pastorale svolto o da svolgere, per ricevere, dare e accettare suggerimenti e aiuti;• promuovere iniziative per rafforzare lo spirito di unione tra tutte le componenti parrocchiali, nel rispetto delle differenze di età, cultura e formazione;• elaborare un programma di durata almeno annuale, individuando un obiettivo da raggiungere e verificando periodicamente l’attuazione del programma stesso.2.2 Il Consiglio pastorale parrocchiale mantiene inoltre legami con il Consiglio

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pastorale zonale e con le strutture pastorali diocesane mediante propri rappresen-tanti stabili od occasionali.Art. 3 - Composizione3.1 Il Consiglio pastorale parrocchiale deve risultare immagine della comunità parrocchiale: in esso pertanto sono chiamati a far parte i rappresentanti di tutte le componenti ecclesiali presenti nella parrocchia.3.2 I consiglieri debbono:• essere in piena comunione con la Chiesa;• essere capaci di comprendere i problemi della comunità;• essere disponibili all’ascolto e al servizio;3.3 Possono essere membri del Consiglio tutti i fedeli, battezzati e cresimati, do-miciliati nella parrocchia o stabilmente operanti in essa, che abbiano compiuto i 18 anni. Hanno, invece, diritto al voto quanti hanno compiuti i 16 anni.

Identikit del ConsigliereIl consigliere:•offrelasuaparola,lesueproposteelesuecritichedopoaverlematuratenelconfrontoconlaParoladiDio•fadell’esperienzaecclesiale,dicuilaliturgiaè“fonteeculmine”,lacon-dizioneessenzialeperverificareognigiornolesuescelte•èattentoaciòcheCristohaoggidaoffrirenellanostrasituazionedichiesalocale,tenendopresentechenonbastaparlare,mabisognaagireeprega-re•èlegatoallabase,siaperchéviveincomunità,siaperchésiservedituttiglistrumentiperscoprireeconoscereleattesedellagente•ricercacostantementel’unitàconisacerdotieconifratellidifede•vive la suaetà intensamente,ma si senteunitoallepersonedellevariegenerazioni•sacoglierel’essenzialedellavitadellaChiesaconfrontandosiconlevicen-deelerealtàdelmondonell’attenzioneai“segnideitempi”•èsempredispostoamettersiindiscussione•èdisponibileapartecipareagliincontrieatuttoillavorodelC.P.P.

IL PRINCIPIO DEL “MEGLIO” Meglio il poco ma uniti che molto ma disuniti: a nulla servirà l’organizzazione

più accurata se non esprimerà l’unità dei cuori. Meglio il poco di molti che il molto dei pochi: puntare sul più alto coinvol-

gimento possibile, ricercando e suscitando disponibilità, facendo sì che “tutti diano tutto in qualcosa”.

Meglio il possibile oggi che l’ideale non si sa quando: rispettare il cammino di ognuno, la possibilità di ognuno, anche quando non è l’ideale ma solo il “possibile”. Non tralasciamo il “buono” perché ci manca l’”ottimo”.

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La mamma di Gesù1. Gabriele ne è uno2. Il tempo in cui ci troviamo3. Lo sposo di Maria4. Il 25 dicembre è …5.

L’evangelista più corto6. L’8 dicembre festeggiamo 7. Chi va da Maria?8. La città dove si trova 9. Maria

Il mese in cui ci troviamo10. Dopo le letture c’è …11. Gesù è il nostro …12. Una parente di Maria13.

L’angolo dei bambini

BARZELLETTE

INDOVINACosafaunabitantediSaronnoquandorima-nedeluso?Restaconl’amarettoinboccaCOLMOQualèilcolmoperuncartografo?Far seccare una pian-tina

da Popotus - Avvenire

L’ALBEROPIU’ GRANDE

Nel 1991 ha frantu-mato ogni record

entrando a pieno titolonel Guinness dove restasaldamente al comandodella classifica: l’alberopiù grande delmondo èa Gubbio, adagiato sullependici delmonte Igino.E’ formato da 250 pun-ti luminosi verdi che nedisegnano il profilo trac-ciando sul terreno i con-tornidiunabetealto650metri. All’interno dellasagoma risplendono al-tre 300 luci multicolori,accese fino al 9 gennaioprossimo.

CRUCIVERBA

Definizioni verticali

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Arsen, che ha per tanti anni vissuto ed operato nella nostra comunità, quest’an-no ha celebrato i 25 anni di Diaconato. Attualmente svolge il proprio ministero presso la la Parrocchia di Rocca Cana-vese.

Arsen, ci racconti un po’ della tua sto-ria?Negli anni ‘50 mia madre desiderava tanto che io mi consacrassi a Dio. Pro-vai, ma mi sembrò che la mia strada fos-se un’altra. Allora mia mamma scrisse a Padre Pio, oggi Santo, perché pregasse affinché io potessi consacrarmi a Dio. Padre Pio le rispose con una lettera scri-vendo che mamma iniziasse a pregare la Madonna delle Grazie e avrebbe ottenu-to la il dono della mia consacrazione.Nel 1966 venni in Italia con una valigia di cartone e con il passaporto che il re-gime da poco cominciava a concedere ai cittadini. Non parlavo ancora la lingua italiana. Fui ospitato presso le suore di clausura certosine dove era cappellano un padre certosino che conobbi nella certosa in Slovenia. Dopo tre mesi, per una combinazione fortuita una persona mi presentò ai frati del Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese l’8 dicem-bre, festa dell’Immacolata, e fui assunto come inserviente, in seguito come cen-tralinista, poi infermiere e infine capo-sala.Come è nata la tua vocazione diacona-le?Nel 1981 il nuovo parroco di San Fran-cesco al Campo, don Osvaldo, una sera a casa nostra mi disse che io avrei do-vuto diventare diacono. Risposi con un

netto “Io no, mai”. Mi chiese il perché del no. Risposi che non ne ero degno. E lui, “Se è per questo neppure io sono degno di essere prete, ma è il Signore che chiama. Comunque tu e tua moglie pregate lo Spirito Santo perché vi illu-mini per capire se il Signore ti chiama”. Dissi di sì, più per educazione che per convinzione. Il giorno dopo andai a la-vorare (allora ero caposala), passai in reparto ed il cappellano, che era fra Gil-berto, dopo una conversazione mi disse ex abrupto “Tu dovresti farti diacono”. Rimasi interdetto. Tornato a casa rac-contai a Grazia questa cosa e le dissi che forse poteva essere il volere del Signore. Dopo due settimane iniziai la scuola per il diaconato. Nel 1985 un mese prima della mia ordinazione il padre certosino mi telefonò e mi disse che la suora cuoca del monastero era ricoverata nell’ospe-dale di Ciriè e che avrei dovuto andare a trovarla perché mi avrebbe comunicato una cosa importante. Stupito e curioso per quello che la suora doveva dirmi an-dai a trovarla.Mi disse: “Sig. Arsen, in quei tre mesi che era stato nostro ospite avevo notato attraverso la grata “un giovane croato” che era lei e che andava ogni giorno alla Santa Comunione. Un giorno ebbi come un lampo e chiesi al mio confessore il permesso di poter da quel momento of-frire la mia vita perché quel giovane un giorno si consacrasse al Signore. Ecco, questo le volevo comunicare”. Potete immaginare la mia gioia, ma nello stes-so tempo mi dissi: se cinque persone, tra questi un santo, hanno dovuto pregare per la mia vocazione, vuol dire che per

Cinque personeper un caso... difficile!

A 25 anni dall’ordinazione diaconale di Arsen

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il Signore ero un caso assai difficile.Il 29 giugno dell’ 85, nella Solennità dei ss. Pietro e Paolo, fui or-dinato diacono dal Card. Ballestrero a San Francesco al Campo. Durante la Messa dell’ordinazione, mentre il Car-dinale imponeva le sue mani sul mio capo chiedendo la discesa dello Spirito santo su di me, in quei momenti di silen-

BENVENUTI AL SUD un film-commedia di Luca Miniero, con Claudio Bisio e Angela Finocchiaro. Pregiudizi e luoghi comuni in una Italia ancora divisa fra nord e sud, fra” terroni “e “polentoni”.

Due anni fa, in Francia usciva “Giù al Nord”: in questo caso i “terroni” o i “cafoni” sono quelli del Nord al con-fine con il Belgio. Direttore delle poste veniva trasferito per punizione dalla Provenza alla zona del Pas de Calais . Stessi pregiudizi stessi luoghi comuni.In” Benvenuti al Sud “ invece Claudio Bisio (diretto-re delle Poste Italiane), viene trasferito dalla provincia milanese nel Cilento, in un paesino vicino a Napoli, per punizione perché si era finto invalido per superare la gra-duatoria per andare a vivere finalmente nella tanto sospi-rata Milano. Come Giù al Nord, anche il nostro direttore e sua moglie (Angela Finocchiaro) dovranno rivedere i loro pregiudizi.Commedia molto divertente con una comicità intelligen-

te e sottile che porta come argo-mento ancora un’ Italia divisa da preconcetti distor-ti, razzismo, chiusura culturale, paure.Per chi ha visto “Giù al Nord” può essere considerato un rifacimento italiano, che comunque vale la pena vedere o meglio vederli!Complimenti al regista L. Miniero per essere riuscito a trattare argomenti di uno certo spessore,con una leggerezza che non vuol dire superficialità, ma profondità facendo-ci sorridere e ridere di noi stessi e della nostra bella Italia così maltrattata.Un modo intelligente per incominciare a fe-steggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia, per incominciare a considerarci cittadini italiani, europei ed infine, ma non ultimo del mondo.

Carlo

zio chiesi al Signore di poter spendere tutte le mie forze per il suo Regno fino all’ultimo mio respiro. Durante i 25 anni del mio ministero diaconale ho ricevuto grazie su grazie. Mi sono sforzato con l’aiuto di Dio di vivere la Sua volontà. Questo è stato il cardine della mia pas-sione per la Chiesa.

Un caro saluto a tutti da Arsen

Un film per volta

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Alcuni dei bambini che frequenta-no la nostra scuola rettificano gli adulti quando dicono loro che van-no all’asilo. Hanno ragione! Sicu-ramente, infatti, è molto cambiato dal tempo in cui lo frequentavano i loro nonni! E’ mutata la menta-lità che vedeva l’asilo come un parcheggio, in cui si aspettavano solamente i genitori che tornavano dal lavoro, è cambiata completa-mente la struttura triennale e per poter accedere all’insegnamento ora occorrono tre anni d’universi-tà. Nella nostra scuola dell’infanzia ogni anno ha uno specifico tema che occupa tutti i momenti della giornata. E tutti, pedagogisti e psicologi, sono d’accordo che quello che una volta si chiamava asilo debba essere oggi chiamato scuola dell’in-fanzia, cioè luogo di educazione. E oserei dire scuola di base. Con questi principi la scuola del Capoluogo, esistente da 83 anni, porta avanti con entusiasmo l’educa-zione dei più piccoli. Le suore, insieme alle altre insegnanti, sono consce di questa responsabilità educativa, consapevoli che i bambini sono portati ad imitare, a co-piare, a cercare un punto di riferimento e che la loro mente è come se fosse carta as-sorbente. Aiutate da una formazione permanente, le insegnanti sanno che l’infanzia è il periodo più decisivo dell’esistenza umana e, anche se con fatica, affrontano con serietà il compito dell’educazione dandosi da fare per i bambini a loro affidati. Ce ne sono 90 quest’anno e anche se sono una marea di cuccioli nessuno è anonimo: tutti sono chiamati per nome e curati individualmente. Partendo dal programma

di quest’anno scolastico, la natu-ra, insieme ai genitori i bambini stanno preparando la recita per il Santo Natale che si svolgerà nel pomeriggio del 19 dicembre nella palestra comunale. Anche se alcu-ni sanno appena esprimersi, con il dono gratuito della loro semplicità sapranno comunque dare un mes-saggio natalizio a tutti coloro che parteciperanno: “Gesù è venuto in mezzo a noi e per questo siamo felici di annunciarlo a tutti”.Buon Natale e felice anno nuovo!

Vai all’asilo?No, … vado a scuola!

Voci dalla scuola dell’infanzia

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Dal 22 ottobre al 28 novembre, i team di Medici Senza Frontiere, nei Centri

per il trattamento del colera (CTC) allestiti dall’organizzazione a Port-au-Prince, nella regione di Artibonite, a Nord e a Nord-ovest del Paese, hanno curato più di 41.000 per-sone colpite dal colera o che manifestavano sintomi riconducibili alla malattia.In tutto il paese MSF ha allestito 30 Cen-tri per il trattamento del colera, di cui 13 a Port-au-Prince, dove i team forniscono as-sistenza medica a 1.200 nuovi casi al gior-no. Le strutture realizzate da MSF hanno una capacità di 3.200 posti letto, compresi i 1.100 di Port-au-Prince.Nella regione di Artibonite, dove l’epide-mia ha avuto origine, MSF ha curato 20.325 casi. Il numero delle ammissioni si è stabi-lizzato. Nell’area di Port-au-Prince, sono state curate 12.100 persone affette da cole-ra, di cui più di 3.500 casi curati nell’ultima settimana di novembre. La settimana prece-dente, 4.500 persone erano state ricoverate nei centri allestiti nella capitale.Nel Nord, a Cap Haitien e nelle zone limi-trofe, dall’inizio del suo intervento MSF ha curato 5.800 persone, di cui 1.900 nell’ul-tima settimana di novembre. A Nord-Ovest (Port de Paix e aree circostanti), MSF ha curato 3.100 casi dall’inizio delle operazio-ni, di cui 1.000 nuovi casi solo la settimana scorsa, un numero inferiore rispetto a quello della settimana precedente (1.300 casi).

Medici senza frontiere

In un clima di crescente incertezza, la Ca-ritas moltiplica gli sforzi.

Manifestanti in piazza per denunciare brogli nelle elezioni presidenziali, mentre è ancora in corso lo scrutinio dei voti. Un ulteriore elemento di incertezza per la popolazione di Haiti che, dopo il violento sisma dello scor-so gennaio, si trova ora a fare i conti con un’epidemia di colera. Secondo gli ultimi dati sono già più di 70.000 le persone con-tagiate.Caritas Italiana, a fronte dell’emergenza co-lera, ha già impegnato più di 500.000 euro in progetti di sostegno alla popolazione colpita e in programmi di prevenzione che raggiun-geranno nei prossimi 3 mesi oltre 100.000 persone. Costruzione di latrine, distribuzio-ne di filtri per la depurazione delle acque e una campagna informativa capillare, sono le attività principali che Caritas Italiana ha avviato, in accordo con Caritas Haiti, e che stanno interessando varie località, in parti-colar modo il dipartimento di Artibonite e la città di Gonaives, Hinche, comune nel Di-partimento del Centro, e la capitale Port-au-Prince. Sono state già distribuite dalla rete Caritas presente ad Haiti oltre 84mila pa-stiglie per la disinfezione delle acque, 600 taniche di acqua depurata e 600 kit igienici a favore di 1633 famiglie.Caritas Italiana è presente ad Haiti con ope-ratori espatriati e – dopo il terremoto - ha avviato interventi per quasi 9 milioni di euro di cui circa 3,5 destinati all’emergen-za e 5,5 per progetti nei seguenti ambiti: ri-costruzione, socio-economico e animativo/formativo.

Caritas italiana

Per sostenere gli interventi in corso:

C/C postale n°87486007 intestato a Medi-ci Senza Frontiere Onlus, via Volturno 58, 00185 Roma specificando nella causale: Emergenza Haiti(altre modalità su www.medicisenzafrontie-re.it)

C/C postale n° 347013 intestato a Caritas Italiana, Via Aurelia 796, 00165 Roma spe-cificando nella causale: Emergenza Haiti(altre modalità su www.caritasitaliana.it)

Haiti:isola-ospedale

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La scuola dell’infanzia parrocchiale si è ingranditaIl 16/10/2010, dopo 6 mesi di estenuanti lavori, quello che fino ad anno fa sembra-va un sogno irrealizzabile è divenuto realtà: infatti è stata inaugurata la seconda sezione di Borgata Madon-na.Ora l’edificio compren-de 2 aule, 1 salone gioco, 1 spogliatoio per bambini più quello delle insegnan-ti e del personale, 2 bagni per i bambini, 1 bagno per i portatori di handicap e uno per il personale più il refet-torio.Attualmente si possono ac-cogliere fino a 56 bambini ma un domani potrebbero diventare 75.Cogliamo l’occasione per ringraziare pubblicamente prima di tutto Padre Fabri-zio che ha firmato i progetti e ci ha permesso di attuare questo progetto e poi tutti coloro che ci sono stati vicini in questi mesi, con offerte in denaro (anche se di de-biti ce ne sono ancora e tanti), in materiale e lavoro di volontariato.

Il Comitato di gestione

Educare: diamoci una mano“L’educazione è strutturalmente legata ai rapporti tra le generazioni, an-zituttoall’internodella famiglia,quindinelle relazioni sociali.Moltedelledifficoltàsperimentateogginell’ambitoeducativosonoriconducibilialfattoche lediversegenerazionivivonospesso inmondiseparatiedestranei. Ildialogorichiedeinveceunasignificativapresenzareciprocaeladisponibi-litàditempo”.

Neimesidifebbraio e marzo 2011(indatadadefinirsi)proponiamoquat-troincontri,sottolaguidadiunopsicologo,alloscopodi”darci una mano” peraiutarelefamiglieneldifficilecompitoeducativo.

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MESE DI DICEMBRE 2010

Dal giorno 16 avrà inizio la novena di Natale che si terrà tutti i giorni tranne: il sabato, i giorni prefestivi e la sera dedicata alla funzione penitenziale, con i seguenti orari:

alle ore 16,45 per i bambini e ragazzi del catechi-smo; seguirà la S. Messa; alle ore 21,00 per i giovani e gli adulti.

GIOVEDÍ 16 - Ore 14,30 recita natalizia dei bambini della Scuo-la dell’Infanzia – Sezione di Borgata Madonna.

SABATO 18 - Ore 21,00 nella chiesa parrocchiale, Concerto di Natale del Coro e della Banda Musicale “LA VITTORIOSA”.

DOMENICA 19 - Ore 15,00 Presso la palestra comunale, recita natalizia dei bambini della Scuola dell’Infanzia – Sezione Capo-luogo.

MERCOLEDÍ 22 - Ore 15,30 S. Messa per Anziani e Ammalati.

GIOVEDÌ 23 - Ore 21 Celebrazione comunitariia della Penitenza

VENERDÍ 24 - Ore 22,30 Veglia di Natale con i bambini e gli animatori dell’oratorio

Ore 24,00 S. Messa di mezzanotte

SABATO 25 DICEMBRE - NATALE DEL SIGNORE S. Messe Ore 9,00 e 11,00

DOMENICA 26 - SANTA FAMIGLIA - S. Messe: ore 9,00 e 11,00

VENERDÍ 31 - Ore 18,00 S. Messa con canto del TE DEUM.

MESE DI GENNAIO 2011

SABATO 1° - Maria ss. Madre di Dio - S. Messe ore 9.00 e 11,00

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

PER LA COMUNITA’ PARROCCHIALE