Quaderno ARSIA 2/2004 - demetralab.it · 6 QUADERNO ARSIA 2/2004 5. Appendice 85 5.1 Norme di...
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• Quaderno ARSIA 2/2004
ARSIA - Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel settore Agricolo-forestaleVia Pietrapiana, 30 - 50121 Firenzetel. 055 27551 - fax 055 2755216/2755231www.arsia.toscana.itemail: [email protected]
Coordinamento della pubblicazione:Claudio Carrai, ARSIA
Gli Autori: • Paolo Baroncelli, Demetra snc• Stefano Landi, Demetra snc• Paolo Marzialetti, CESPEVI
• Nicola Scavo, agronomo
RingraziamentiSi ringraziano per la collaborazione nel corso delle rilevazioni aziendali il dott. Andrea Lari (AgrariaCastellare srl), il dott. Massimo Gragnani (CIPAAT), il dott. Michele Bellandi (IRIPA) e le numerose aziende chehanno fornito preziosi dati.
Cura redazionale, grafica e impaginazione:
LCD srl, Firenze
Stampa: EFFEEMME LITO srl, Firenze
Fuori commercio, vietata la vendita
© Copyright 2004 ARSIA Regione Toscana
Uso razionale delle risorse nel florovivaismo:i fertilizzanti
Paolo Baroncelli, Stefano Landi, Paolo Marzialetti, Nicola Scavo
ARSIA • Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazionenel settore Agricolo-forestale, Firenze
Sommario
Presentazione 7Maria Grazia Mammuccini
Premessa 9
1. Generalità sulla fertilizzazione nel florovivaismo 111.1 Premessa 111.2 Gli elementi nutritivi 111.3 Coltivazione su terreno 121.4 Coltivazione su substrato 20
2. Asportazioni e apporti 232.1 Premessa 232.2 Presentazione dei dati 242.3 Fiori recisi 252.4 Fronde recise 352.5 Piante in vaso da interno 372.6 Piante ornamentali da esterno 48
3. Rilevazioni aziendali 533.1 Premessa 533.2 Criteri di scelta delle aziende 533.3 Rilevamento e tabulazione dei dati 543.4 Presentazione dei risultati 543.5 Fiori recisi 563.6 Fronde recise 613.7 Piante in vaso da interno 623.8 Piante ornamentali da esterno 66
4. Lettura comparativa dei dati 694.1 Premessa 694.2 Fiori recisi 714.3 Fronde recise 764.4 Piante in vaso da interno - Valori per unità di superficie 784.5 Piante in vaso da interno - Valori per vaso 814.6 Piante ornamentali da esterno 83
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5. Appendice 855.1 Norme di campionamento del terreno 855.2 Interpretazione delle analisi del terreno 855.3 Interpretazione delle analisi dei substrati 925.4 Caratteristiche delle acque di irrigazione 945.5 Linee generali per la diagnosi di disordini nutrizionali 945.6 Tabelle varie 96
Riferimenti bibliografici 99Bibliografia citata 99Bibliografia consultata 102
Presentazione
Fertilizzanti, energia, acqua costituiscono iprincipali fattori produttivi delle colture agrarie.Nel settore florovivaistico, così come in tutti glialtri settori dell’agricoltura, è in atto una lungaserie di iniziative, anche di tipo normativo, volte adiminuire o, meglio, a razionalizzare l’uso di que-sti fattori, riconducendo le attività produttive sullavia di una agricoltura più sostenibile.
L’ARSIA nel corso degli ultimi anni ha promos-so e finanziato numerose azioni tese a disegnare unquadro realistico della situazione regionale in meri-to all’impiego di questi fattori, con l’obiettivo didefinire disciplinari di produzione integrata, ai sensidella L.R. 25/99, applicabili alle nostre realtà.
Queste attività hanno consentito inoltre di rea-lizzare strumenti conoscitivi e operativi utili ai tec-nici e ai coltivatori responsabili, anche al di fuoridi eventuali obblighi assunti all’interno della mi-sura 6.2 del Piano di Sviluppo Rurale della Re-gione Toscana.
Questo Quaderno sui fertilizzanti è il secondocontributo, dopo quello relativo all’efficienza ener-getica delle serre, a cui seguirà un terzo dedicatoalla gestione responsabile dell’acqua, risorsa ogget-to di sempre più preoccupate attenzioni.
L’augurio e la speranza, come sempre, sono diaver realizzato uno strumento gradito e, soprattut-to, utile ai tecnici e agli operatori florovivaisti.
Maria Grazia MammucciniAmministratore ARSIA
Premessa
Questo lavoro nasce da una constatazioneemersa nel corso delle sedute delle due commissio-ni che hanno realizzato i disciplinari di produzioneintegrata per il settore florovivaistico della RegioneToscana. Tali disciplinari sono utilizzati come rife-rimento sia per l’applicazione della misura 6.2 delPiano di Sviluppo Rurale regionale, sia per l’otte-nimento del marchio di produzione integrata“Agriqualità”, rilasciato dalla Regione Toscana inbase alla L.R. 25/99. La constatazione riguarda lacarenza, talora la totale mancanza, di riferimentichiari e precisi in materia sia di asportazioni dellecolture floricole e vivaistiche ornamentali che diopportuni apporti di fertilizzanti.
Definire i limiti degli apporti di fertilizzanti daritenere “sostenibili”, o meglio razionali, è risulta-ta quindi operazione tutt’altro che agevole, ancheper l’enorme quantità di colture presenti nel setto-re e le altrettanto numerose tipologie del processoproduttivo, forse in numero pari alle aziende floro-vivaistiche. I dati esistenti in merito sono in generedispersi, riferiti a situazioni molto diversificate espesso reperibili su fonti difficilmente raggiungibi-li. Perciò con questo lavoro, svolto in collaborazio-ne tra il dr. Paolo Marzialetti del CESPEVI di Pistoia,il dr. Stefano Landi e il dr. Paolo Baroncelli dellasocietà Demetra di Pescia (PT) e il dr. Nicola Sca-vo, agronomo che opera nel comprensorio florovi-vaistico toscano, si è inteso in particolare:• raccogliere in maniera il più organica possibile il
maggior numero di informazioni bibliografichesulle asportazioni delle colture ornamentali;
• raccogliere ogni consiglio di concimazione suqueste colture reperibile in bibliografia;
• raccogliere un campione puramente indicativodelle pratiche di concimazione adottate nelleaziende per le principali colture;
• confrontare infine tutti questi dati tra loro econ gli attuali limiti di concimazione riportatiin alcuni disciplinari in vigore o comunque infase di definizione.
Tutti questi propositi si possono riassumerenell’obiettivo di ottenere una fotografia semplifica-ta di un settore molto complesso e diversificato.Questa semplificazione ha comportato quindi, purin una precisa e attenta ricerca delle fonti biblio-grafiche, l’impossibilità di rispettare rigidi principistatistici di rilevamento e trattamento dei datiaziendali; d’altra parte è da ritenere già un impor-tante risultato per gli Autori l’essere riusciti a rac-cogliere in questo Quaderno una ricca serie di datidifficilmente reperibili.
Al fine di rendere più facilmente fruibile questoinsieme di informazioni si è poi deciso di inserire nelcapitolo iniziale una sintetica esposizione dei piùevoluti criteri di elaborazione dei piani di concima-zione e di aggiungere un’Appendice che raccogliedati utili nella gestione della nutrizione delle piante.
Pur senza la pretesa di essere esaustivo, questoQuaderno rappresenta comunque una ricca raccol-ta di riferimenti di base utili a tecnici e coltivatorinella direzione di un uso più ragionato dei fattoridella fertilizzazione.
“…la parte più importante, il nocciolo della polemica, se così la possiamo chiamare,
era individuabile nel fatto che io avevo riferitoche le dosi... di concimi usati nel Sanremese
per la coltura del garofano erano eccessive rispetto alle esigenze…”
P.L. Ghisleni (1966)
1.1 Premessa
La fertilizzazione è una pratica colturale diimportanza rilevante per le sue ripercussioni suirisultati della coltivazione, sul bilancio economicoaziendale e sull’ambiente. Non ci sono dubbi sulfatto che concimare poco significa ottenere unascarsa produzione in quantità e in qualità maanche che concimare troppo causa problemi allacoltivazione (soprattutto in serra), spreco di risor-se e danni a carico dell’ambiente. D’altra parte,bisogna ricordarlo, il modesto peso economicodei fertilizzanti rispetto al complesso dei costiaziendali, induce i coltivatori e i tecnici a esserepoco sensibili all’utilizzo razionale e misurato diquesta pratica; tale mancanza di attenzione è sem-pre più in attrito con quella sensibilità ambienta-le che, ormai affermatasi a livello di opinionepubblica, si sta diffondendo anche a livello nor-mativo.
Da questa evoluzione nascono nuovi stimoliper l’aggiornamento delle pratiche agricole menoattente all’uso razionale dei fertilizzanti attraversoadeguati approcci (impostazione del piano di ferti-lizzazione) e fondamentali conoscenze (valori delleasportazioni colturali e loro dinamica).
Purtroppo non è possibile fornire “ricette” difertilizzazione valide per ogni tecnica colturale eogni ambiente: è più corretto invece proporre unaprocedura di calcolo che consenta al tecnico didefinire la fertilizzazione più adatta nella realtàspecifica.
Chiunque abbia predisposto un piano di conci-mazione sa che nella sua elaborazione devono esse-re inserite variabili difficilmente definibili con esat-tezza (ad esempio, l’entità delle asportazioni); diconseguenza è sempre presente una componentesoggettiva ed empirica che non ne riduce l’impor-
tanza, anzi determina la necessità di introdurre unapproccio il più rigoroso possibile nella pratica dicampo.
Di seguito riportiamo i criteri basilari con iquali può essere definito un piano di concimazio-ne razionale.
1.2 Gli elementi nutritivi
L’indispensabilità di molti elementi per la vitadelle piante è stata ormai chiaramente dimostrata;se anche uno solo di questi elementi è presente inquantità insufficiente la pianta mostra segni di sof-ferenza e può addirittura morire. All’opposto, unaconcentrazione eccessiva può essere parimentidannosa.
Per ciascuno degli elementi nutritivi si puòdisegnare un grafico che ha schematicamente l’an-damento riportato in fig. 1.1.
Come è chiaramente visibile nel grafico, si pos-sono identificare 3 zone:a) per basse concentrazioni di nutriente ogni ag-
giunta produce una evidente risposta produtti-va della pianta, in questa zona la concimazionepuò essere economicamente conveniente;
b) si raggiunge poi un livello nutrizionale oltre ilquale ogni ulteriore apporto non comportaincremento di produzione; in questa fase si par-la di “consumo di lusso” e il concime apporta-to è inutile per la pianta, dannoso per l’am-biente e rappresenta un inutile costo per il col-tivatore;
c) aumentando ancora la quantità del nutriente siosservano crescenti effetti negativi sulla piantadovuti allo stress salino e/o a fenomeni di tos-sicità diretta da parte di specifici ioni.
1. Generalità sulla fertilizzazione nel florovivaismo
A seconda della quantità necessaria per la vitadelle piante, gli elementi nutritivi vengono con-venzionalmente suddivisi in due grandi gruppi:
Macroelementi Microelementi
(Assorbiti in (Assorbiti inmaggiore quantità) minore quantità)
Azoto N Ferro Fe
Fosforo P Manganese Mn
Potassio K Rame Cu
Calcio Ca Zinco Zn
Magnesio Mg Boro B
Zolfo S Molibdeno Mo
Anche il sodio (Na) e il cloro (Cl) vengonoassorbiti dalle piante svolgendo per lo più funzionifisiologiche; in genere a preoccupare è il loro ecces-so in quanto non è raro riscontrare loro accumulinel suolo o nel substrato in particolare in serra e uti-lizzando acque che ne contenga quantità eccessive.
Nei paragrafi che seguono ci occuperemo pre-valentemente – per esigenze di semplicità e brevità– di azoto, fosforo e potassio, che sono gli elemen-ti cardine della concimazione. Gli altri tre macroe-lementi (calcio, magnesio e zolfo) sono forniti allacoltivazione in modo “involontario” con l’utilizzodi concimi correttivi e l’acqua d’irrigazione, nonsono generalmente oggetto di un calcolo specifico.Questo modo di operare può essere ritenuto accet-tabile salvo quando si è in presenza di accertatecarenze o nel caso di coltivazioni fuori suolo.
Un criterio simile viene generalmente adopera-to anche per l’apporto dei microelementi a propo-sito dei quali abbiamo comunque inserito un breveparagrafo.
Naturalmente ci occuperemo anche di fertiliz-zazione organica e di correzione dei pH anomali.
1.3 Coltivazione su terreno
1.3.1 Le fasi di un piano di fertilizzazioneIl diagramma di fig. 1.2 rappresenta un esempio
di una catena di eventi che l’agricoltore può tro-varsi ad affrontare se decide di impostare razional-mente la fertilizzazione di una coltivazione.
Leggendo lo schema è interessante associare aogni passaggio il tempo necessario affinché essopossa svolgersi. Se la parte iniziale (prelievo del ter-reno, ritiro dei risultati e definizione del piano diconcimazione) richiede solitamente circa due setti-mane, la parte successiva può essere quasi impreve-dibile in quanto entrano in gioco fattori aleatoriche gli agricoltori e i tecnici ben conoscono: con-dizioni meteo o del terreno sfavorevoli, reperibilitàe consegna dei fertilizzanti e via dicendo. Nondeve essere inoltre dimenticata la quantità di gior-ni necessari per la rimozione della salinità del suolonell’eventualità di scoprirne, con le analisi, unapresenza eccessiva.
Si deve quindi ricordare che per una buonaimpostazione della fertilizzazione, attraverso l’au-silio delle analisi di laboratorio e dei piani mirati difertilizzazione, la catena di operazioni da svolgeredeve essere adeguatamente programmata per giun-gere alla semina o al trapianto nel periodo richiestodalla specifica coltura senza comprimere oltremo-do le fasi preparatorie.
1.3.2 Le analisi del terrenoIl terreno rappresenta – a differenza della mag-
gior parte dei substrati – un’importante riserva dielementi nutritivi. Non è possibile elaborare unpiano di concimazione razionale senza conoscernele caratteristiche e le condizioni; è quindi necessa-
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Fig. 1.1 - Effetti diquantità crescenti di nutrienti sul livelloproduttivo delle piante
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Fig. 1.2 - Fasi principali di un piano di fertilizzazione
rio ricorrere periodicamente all’analisi del terreno(cfr. 5.1).
Nell’interpretazione delle analisi (cfr. 5.2) sideve tenere presente che:• i parametri possono essere determinati con me-
todiche diverse, per cui il risultato analiticodeve essere valutato utilizzando i riferimenti diquella specifica metodica, che viene riportatasul certificato di analisi;
• nelle coltivazioni florovivaistiche, soprattutto inserra, si considerano come “ottimali” le dota-zioni “elevate” o “medio-elevate”;
• la dotazione di alcuni elementi può essere espres-sa in modi diversi; ad esempio l’azoto nitricocome azoto (N) o come ione nitrato (NO3
–), ilfosforo come P o come anidride fosforica (P2O5)ecc. (cfr. tab. 5.27).
1.3.3 Calcolo del piano di fertilizzazioneLa tab. 1.1 riporta gli interventi di fertilizzazio-
ne che possono derivare dalla interpretazione del-l’analisi del suolo; a ciascun intervento corrispon-de un paragrafo identificato con una lettera maiu-scola.
Tab. 1.1 - Interpretazione delle analisi del terreno e conseguenti interventi di fertilizzazione*
Parametro Risultato Intervento prima della piantagione Intervento dopo la piantagione
Inferiore al limite max
Salinità Dilavamento preventivo Monitoraggio periodico Superiore al limite max (20-40 l/mq da ripetere 1-3 volte) della salinità
e nuova verifica della salinità
Sostanza Inferiore al limite min. Fertilizzazione organica (A)organica Superiore al limite min. Fertilizzazione organica facoltativa
Utilizzazione di concimi Basso Correzione (B) a effetto alcalinizzante
(vedi tab. in Appendice)
pH Ottimale Impiego equilibrato dei fertilizzanti
Utilizzazione di concimiElevato Correzione (B) a effetto acidificante
(cfr. tab. in Appendice)
Azoto totale Da inserire nel bilancio Concimazione azotata (C)e/o solubile dell’azoto (C)
FosforoBasso Concimazione arricchimento (D/1) Concimazione di produzione
assimilabile(D/2)1
PotassioOttimale
scambiabile Elevato Concimazione di produzioneridotta (D/2)1
* Alle lettere riportate tra parentesi corrisponde un paragrafo nelle pagine seguenti.1 Nel caso non si utilizzi fertirrigazione, per colture annuali e se il terreno non è fortemente sabbioso, tutta la concimazione
fosfo-potassica può essere distribuita prima della piantagione.
Analisi terreno
A - LA FERTILIZZAZIONE ORGANICA
L’apporto di sostanza organica influisce sulla fer-tilità del suolo dal punto di vista fisico, chimico emicrobiologico. Questo significa che oltre a ottene-re un miglioramento delle caratteristiche fisiche delsuolo (struttura, permeabilità, areazione ecc.) e unbenefico effetto sulla popolazione microbica, siapportano quantità significative di elementi nutriti-vi (cfr. 5.25) che verranno messi a disposizione dellapianta a seguito del processo di mineralizzazione.
Come riportato nella fig. 1.3, la degradazionedella sostanza organica comprende due processi:umificazione e mineralizzazione. L’umificazioneproduce sostanze organiche stabili (humus) cheapportano benefici al suolo da un punto di vistafisico e chimico-fisico; la mineralizzazione invecerende disponibili gli elementi nutritivi attraverso lacompleta degradazione della sostanza organica.
A seconda del tipo di fertilizzante, può prevale-re l’uno o l’altro processo con effetti molto diver-si sulla coltivazione. Per alcuni prodotti la forma-zione di humus è estremamente scarsa a vantaggiodella liberazione di nutrienti; in qualche modo
questi fertilizzanti possono essere considerati allastregua di concimi chimici; altri prodotti subisco-no invece un prevalente processo di umificazione,con un importante effetto di “miglioramento”delle caratteristiche del suolo, ma con una libera-zione di nutrienti molto lenta. In linea generalepossiamo dire che i primi vengono classificati dallalegge 748/84 come “concimi organici” e i secondicome “ammendanti organici naturali”, questedizioni vengono riportate in etichetta e possonoessere una prima indicazione sul comportamentodel prodotto. Nella tab. 5.25 vengono riportateanche alcune indicazioni sui tempi di mineralizza-zione (Graziano, 1991), ma è molto difficile esse-re esaustivi su questo argomento vista la enormevarietà di fertilizzanti organici offerti dal mercato.Un ulteriore aiuto per prevedere il comportamen-to di uno specifico prodotto può provenire dallaconoscenza di pochi e semplici principi:• al fine di consentire una buona trasformazione in
humus, il fertilizzante deve contenere quantitàsignificative di cellulosa e lignina, sostanze pre-senti nei residui vegetali e non in quelli animali;
• un parametro di estrema importanza è il rap-
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porto tra il contenuto di carbonio organico equello di azoto totale (C/N) del fertilizzante:prodotti con rapporto C/N piuttosto basso (<25) vengono decomposti con liberazione diuna parte dell’azoto che viene messo a disposi-zione della coltura; se il rapporto C/N è com-preso tra 25 e 40 non c’è significativa liberazio-ne dell’azoto; nel caso di rapporti C/N mag-giori di 40 viene temporaneamente sottrattodal suolo una parte dell’azoto minerale da partedei microrganismi (Bonciarelli, 1980);
• il processo di maturazione dei fertilizzanti orga-nici comporta una riduzione del rapporto C/N.
Premesso che ogni tipo di fertilizzante organi-co ha specifiche indicazioni d’utilizzo nel vastomondo agricolo, dobbiamo però chiederci qualisiano più indicati nel florovivaismo; la nostra opi-nione è che in questo settore l’apporto di sostanzaorganica sia da intendere principalmente comeincremento della fertilità e non come apporto dinutrienti e quindi siano da preferire i prodotti aprevalente produzione di humus. L’uso di prodot-ti organici per la gestione della nutrizione nel“breve periodo” – pur diffuso in alcuni territori –ci sembra da sconsigliare perché si tratta di unostrumento certamente meno preciso e general-mente più costoso rispetto ai concimi minerali.
Le quantità da apportare sono legate al tipo diconcime utilizzato e alla dotazione di sostanzaorganica del suolo, risulta quindi difficile dare indi-cazioni precise data la vastità dei prodotti in com-mercio; da considerare anche che elevate dotazio-ni di sostanza organica sono comunque migliorati-ve per ogni condizione pedologica. Il fertilizzanteorganico di maggior pregio è il letame maturo, nelflorovivaismo se ne utilizzano quantità dell’ordinedi 400-500 q/ha e oltre; tuttavia la disponibilità diquesto prodotto si è ridotta nel corso degli anni eparallelamente è cresciuta l’offerta di sostitutivi tal-volta integrati con elementi in forma minerale.
Le quantità di azoto, fosforo e potassio apporta-te con la fertilizzazione organica possono esserefacilmente calcolate utilizzando la tab. 5.25 e devo-
no essere considerate nei calcoli dei piani di fertiliz-zazione descritti nei prossimi paragrafi. Si deve peròconsiderare che questi nutrienti verranno messi adisposizione della pianta in modo graduale e che sihanno perdite significative. Anche qui non è possibi-le stabilire regole valide per tutti i fertilizzanti orga-nici; nel caso del letame si suggerisce di considerareuna disponibilità del 30% dei nutrienti nel primoanno e del 20% nel secondo anno.
B - LA CORREZIONE
Può essere necessario modificare il pH del suoloper adattarlo alle esigenze delle diverse specie (cfr.tabb. 5.5 e 5.6); questo si può realizzare utilizzan-do gli specifici prodotti riportati di seguito, tuttaviasi deve ricordare che anche molti concimi hanno uneffetto sul pH del suolo (cfr. tab. 5.23) e dunque lascelta dei concimi più opportuni può essere unimportante complemento all’intervento di corre-zione vera e propria.
Nel caso di correzioni di entità rilevante (supe-riori a 1,5-2,0 unità pH) consigliamo di suddivi-dere la dose complessiva in 2-3 anni, preferibil-mente verificando il pH dopo alcuni mesi dallaprima distribuzione. Questo evita variazioni trop-po repentine nel pH del suolo e consente di quan-tificare con maggior precisione la quantità di cor-rettivo da apportare in quanto ogni suolo ha spe-cifiche dinamiche di risposta alle variazioni del pH.
AcidificazioneSalvo il caso dei terreni salso-alcalini, che rappre-
sentano una condizione del tutto particolare e nonmolto frequente, di cui quindi non ci occuperemo,l’abbassamento del pH può essere realizzato con lozolfo. L’azione dello zolfo è piuttosto lenta e siesplica completamente solo nell’arco di diversi mesi.Nel caso di prodotti pellettati e temperature relati-vamente basse è necessario un tempo maggiore. Lequantità riportate in fig. 1.4 sono solo indicative e,si ricorda, vanno opportunatamente frazionate perassecondare i tempi di reazione di ogni suolo.
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Fig. 1.3 - Processidi degradazione della sostanza organica: mineralizzazione e umificazione
AlcalinizzazionePer aumentare il pH di un suolo possono esse-
re utilizzati diversi prodotti, in fig. 1.5 vengonoriportate le dosi indicative di calce idrata per diver-si tipi di suolo. Nel caso si preferisse utilizzare uncorrettivo diverso sarà necessario moltiplicare ladose ottenuta dal grafico per il corrispondentecoefficiente (tab. 1.2). La “dolomite” contienequantità rilevanti di magnesio ed è quindi indicatanel caso in cui l’analisi del suolo abbia evidenziatocondizioni di carenza. Anche per questa tabellavale la stessa raccomandazione usata per la prece-dente a proposito del frazionamento delle quantitàindividuate di correttivo.
C - LA CONCIMAZIONE AZOTATA
Il calcolo della concimazione azotata è piutto-sto complesso e comunque diverso da quello dellaconcimazione fosfatica e potassica. La complessità
deriva dal particolare comportamento delle diverseforme di azoto nel suolo. In gran parte questo ele-mento si trova nel terreno sotto forma organica equindi non direttamente utilizzabile dalle piante.L’azoto organico viene progressivamente minera-lizzato, cioè trasformato nelle forme assorbite dallepiante: nitrati (NO3
–) e ammonio (NH4+).
L’azoto in forma nitrica è però facilmente dila-vabile con le piogge e le irrigazioni. Si può dun-que parlare di un “bilancio dell’azoto” che pren-de in considerazioni i vari apporti e le varie perdi-te. Un bilancio dell’azoto completo dovrebbecomprendere numerose voci, molte delle qualidifficilmente valutabili, soprattutto nelle coltiva-zioni florovivaistiche; di seguito ne proponiamopertanto una versione semplificata, forse a scapitodel rigore scientifico, nel tentativo di offrire aglioperatori un punto di partenza per successivevalutazioni.
Concimazione azotata (kg/ha) = Na – Nd – Nm + Np
Na (kg/ha): asportazione della coltura(Vedi cap. 2). Per molte colture le asportazioni diazoto reperibili in bibliografia sono piuttostodiverse tra di loro; i motivi di questa variabilitàsono vari e discussi nel par. 2.1, ma dal punto divista pratico ciò può comportare un certo imba-razzo; si suggerisce di preferire i valori ottenuti in
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Fig. 1.4 - Quantità dizolfo necessaria perraggiungere pH 6,5
Fig. 1.5 - Quantità dicalce idrata necessariaper raggiungere pH 6,5(da Demolon, 1952 -modificato)
Tab. 1.2 - Correttivi alcalinizzanti
Correttivo Formula Coefficiente
Calce idrata Ca (OH)2 1,00
Carbonato di calcio CaCO3 1,35
Dolomite CaMg (CO3)2 1,25
condizioni di coltivazione simili a quelle aziendalie comunque di escludere i valori estremi.
Nd (kg/ha): azoto disponibile (nitrico + ammoniacale) Può essere calcolato in due modi diversi a secondache si disponga del dato analitico dell’azoto totale(preferibile in pieno campo) o di quello nitrico +ammoniacale (generalmente determinato nei ter-reni di serra):
Azoto totaleNd (kg/ha) = Da • P • Ntot (g/kg) • 100
Azoto nitrico + azoto ammoniacaleNd (kg/ha) = Da • P • (ppm NO3 - N + ppm NH4 - N) • 10
Da (t/mc): densità apparente del suolo (tab. 1.3)P (m): profondità di lavorazione o profondità inte-ressata dall’apparato radicale (0,20-0,50).
Nm (kg/ha): azoto mineralizzato (kg/ha) annoPuò essere stimata utilizzando la tab. 1.4.
Np (kg/ha): perdite di azoto per lisciviazioneDi difficile quantificazione in quanto l’entità dellalisciviazione è legata, come già accennato, alla pio-vosità e all’irrigazione nel caso di colture di pienocampo, o al solo regime irriguo nel caso di colturein serra. In ogni caso viene dilavato principalmen-te l’azoto nitrico. Si possono considerare verosimi-li – solo a titolo indicativo – perdite nell’ordine del20-50% dell’azoto disponibile.
Il quantitativo di azoto ottenuto da questobilancio può essere somministrato attraverso con-cimi minerali e/o organici (vedi sez. A). Data ladilavabilità dell’azoto nitrico è opportuno ripartir-ne la somministrazione in numerosi interventi.
D - LA CONCIMAZIONE FOSFO-POTASSICA
Per il fosforo e il potassio il terreno rappresen-ta una importante riserva, peraltro poco dilavabiledalle piogge e dall’irrigazione. Nel caso la dotazio-ne del suolo sia “ottimale” è sufficiente evitare unsuccessivo impoverimento restituendo con le con-cimazioni la quantità asportata dalle piante (conci-mazione di produzione), nel caso invece la dotazio-ne si riveli scarsa sarà necessario procedere a unaconcimazione di arricchimento da sommare allaconcimazione di produzione come si veda in D/2.
D/1 - Concimazione di arricchimentoPer il calcolo della concimazione di arricchimento
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Tab. 1.3 - Densità apparente del suolo
Tipo di suolo Da (t/mc)
sabbioso 1,4
medio impasto 1,3
argilloso 1,2
Tab. 1.4 - Quantità di azoto (kg/ha) mineralizzato in un anno
Sostanza organica %
0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0
C/N < 9
sabbioso 21 42 63 84 105 126
medio impasto 13 26 39 52 65 78
argilloso 9 18 27 36 45 54
C/N 9-12
sabbioso 18 35 53 70 88 105
medio impasto 12 24 36 48 60 72
argilloso 6 12 18 24 30 36
C/N > 12
sabbioso 12 24 36 48 60 84
medio impasto 10 20 30 40 50 66
argilloso 3 6 9 12 15 18
Fonte: AA.VV., 1988.
(sia per il fosforo che per il potassio) si utilizza laformula seguente:
Concimazione di arricchimento (kg/ha) = Da • P • (Vo-Va) • C • 10
Da (t/mc): densità apparente del suoloP (m): profondità di lavorazione o profondità inte-
ressata dall’apparato radicale (0,20-0,50)Vo (mg/kg o ppm): contenuto ottimale dell’ele-
mento nel suolo Va (mg/kg o ppm): contenuto dell’elemento nel
suolo rilevato con un’analisi chimicaC: coefficiente di insolubilizzazione/fissazione
(figg. 1.6 e 1.7).
Alcune considerazioni:• i coefficienti di insolubilizzazione e di fissazio-
ne, oltre a essere stimati sommariamente attra-verso i grafici riportati, possono essere determi-nati analiticamente per ogni specifico terreno.
• è opportuno eseguire i calcoli utilizzando Vo eVa espressi direttamente in P2O5 e K2O (anzi-ché P e K) in modo da ottenere apporti espres-si con lo stesso criterio dei titoli dei concimi;
• è necessario considerare la quota eventualmenteapportata con i concimi organici (cfr. sez. A);
• se il quantitativo risultante è superiore a 250
kg/ha di P2O5 o 300 kg/ha di K2O si consigliadi ripartire la concimazione di arricchimento in2-3 o più anni.
D/2 - Concimazione di produzioneSe il suolo è dotato di nutrienti nella giusta misura,la concimazione deve semplicemente evitare chevenga impoverito dalle asportazioni delle piante.Sarà necessario dunque distribuire nutrienti nellastessa quantità delle asportazioni previste; per ilpotassio è tuttavia opportuno aumentare gli appor-ti per compensarne il dilavamento come riportatoin tab. 1.5.
Per molte colture le asportazioni di fosforo epotassio reperibili in bibliografia sono piuttostodiverse tra di loro (cfr. cap. 2); i motivi di questavariabilità sono vari e discussi in par. 2.1, ma dalpunto di vista pratico ciò può comportare un certoimbarazzo; anche qui si suggerisce di valutare qualicondizioni di coltivazione più si avvicinano a quel-
18 Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 4
Fig. 1.6 - Coefficiented’insolubilizzazione del fosforo
Fig. 1.7 - Coefficiente di fissazione del potassio
Tab. 1.5 - Perdite di potassio per dilavamento
Argilla % kg di K2O per ettaro all’anno
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le aziendali e comunque di escludere i valori estre-mi. La ripetizione periodica delle analisi del suoloè poi un potente strumento di verifica dell’entitàdella concimazione di produzione; infatti quando– in suoli inizialmente mediamente dotati – si assi-ste a importanti variazioni (> 20-30%) della con-centrazione di nutrienti, si deve pensare ad appor-ti eccessivi o scarsi.
Se il terreno fosse eccessivamente dotato difosforo e/o potassio è consigliabile apportare l’ele-mento in quantità inferiore alle asportazioni; incaso di dotazioni particolarmente elevate si puòarrivare alla sospensione degli apporti.
E - I MICROELEMENTI
Come abbiamo visto, i microelementi sonoassorbiti in modesta quantità dalle piante, ma sonoindispensabili alla vita quanto i macroelementi; adifferenza di questi ultimi possono però indurrefenomeni di tossicità anche a concentrazioni relati-vamente basse. Si consiglia quindi di utilizzarli soloquando l’analisi del suolo metta in evidenza dota-zioni basse.
Nel cap. 5 sono riportate tabelle di riferimentoper valutare le analisi di suolo e un elenco dei pro-dotti da utilizzare per apportare microelementi congli interventi di concimazione. Occorre precisareche la disponibilità dei microelementi per le pianteè fortemente condizionata dalle caratteristiche del
suolo, in particolare dal suo pH; in termini moltogenerali possiamo affermare che – a eccezione delmolibdeno – la loro disponibilità viene sensibil-mente e progressivamente ridotta a pH superiori a6,5-7,0. Spesso dunque si instaurano condizioni dicarenza anche in presenza di quantità sufficientidell’elemento, non disponibile per l’assorbimento acausa del pH elevato. In questi casi un ulterioreapporto non costituisce una soluzione; si possonoallora utilizzare microelementi in “forma chelata”nei quali la presenza di un “agente chelante” impe-disce la insolubilizzazione. La scelta dell’agentechelante più opportuno può essere fatta conside-rando i dati presentati nella tab. 1.6 e in fig. 1.8 (daReed, 1996 rielaborato).
1.3.4 La scelta dei concimi e la modalitàdi distribuzioneUna volta definite le quantità di N, P2O5 e K2O
che intendiamo distribuire rimane la scelta del tipodi concime e della modalità di distribuzione.
Riguardo al tipo di concime diamo solo qual-che suggerimento:• i concimi semplici (tab. 5.23) sono generalmente
meno costosi dei concimi composti e consento-no di variare liberamente i rapporti tra i nutrien-ti, d’altro canto richiedono l’acquisto e la distri-buzione di un numero maggiore di prodotti;
• i concimi hanno un effetto sul pH del suolo(tab. 5.23) ed è opportuno utilizzare quelli chemeglio si adattano alle proprie condizioni.
19U S O D E L L E R I S O R S E N E L F L O R O V I V A I S M O : I F E R T I L I Z Z A N T I
Tab. 1.6 - Stabilità dei chelati di vari agenti chelanti con diversi microelementi
(stabilità relativa attribuendo valore 100 al Fe-EDDHA)
Agente chelante Fe Mn Cu Zn
EDTA 77 43 57 49
DTPA 83 49 66 57
EDDHA 100 * 71 51
* non forma chelati stabili N.B. - Boro e molibdeno non formano chelati
Fig. 1.8 - Stabilità di chelati di Fe in relazione al pH del suolo
A proposito delle modalità di distribuzionericordiamo che:• l’azoto (in particolare sotto forma nitrica) viene
facilmente dilavato con piogge e irrigazioni,non è dunque conveniente distribuirlo con leconcimazioni di fondo e la dose complessivadeve essere ripartita nel maggior numero possi-bile di interventi assecondando lo sviluppodella coltivazione;
• il fosforo e il potassio vengono trattenuti nelsuolo (salvo nei terreni fortemente sabbiosi) edè quindi conveniente distribuirne almeno unaparte con la concimazione di fondo.
In linea generale si possono distinguere due situa-zioni:
• uso della fertirrigazione: si consiglia una conci-mazione di fondo con la sola eventuale quota diarricchimento, il resto di N, P2O5 e K2O ver-ranno distribuiti durante la coltivazione;
• uso della concimazione solida: si consiglia didistribuire tutto il fosforo e potassio (quota diarricchimento + quota di produzione) con laconcimazione di fondo (con l’esclusione deiterreni fortemente sabbiosi) e di ripartire l’azo-to come già descritto.
1.4 Coltivazione su substrato
1.4.1 Considerazioni generaliLa coltivazione in substrato è in realtà un insie-
me di tecniche abbastanza diverse tra di loro, cherichiedono una diversa gestione della concimazio-ne. Tanto per fare un esempio, non è possibileaffrontare nello stesso modo la coltivazione di pian-te ornamentali da esterno in vaso e la coltivazionedi una specie da fiore reciso in lana di roccia. Tutta-via si possono fare alcune considerazioni generali:• i substrati comunemente usati non rappresenta-
no una importante riserva di nutrienti e non ècorretto pensare a una concimazione di arric-chimento come nel terreno;
• l’analisi iniziale del substrato deve essere intesacome verifica di anomalie di pH, conducibilitàelettrica e presenza di eventuali problemi ditossicità;
• le analisi durante la coltivazione sono inveceimportanti per monitorare gli apporti di concimie individuare precocemente eventuali anomalie.
1.4.2 Tecniche di distribuzioneGeneralmente si utilizzano i concimi a cessione
controllata o la fertirrigazione, talvolta le due tec-
niche vengono combinate nella stessa coltivazioneper “coprire” fasi diverse del ciclo produttivo.
I concimi a cessione controllata, se utilizzati,vengono miscelati al substrato prima dell’invasaturae talvolta si rendono necessari anche 1-2 o piùinterventi di copertura. È diffusa la pratica di utiliz-zare concimi organici in sostituzione dei concimi acessione controllata di sintesi; in questo caso i tempidi rilascio dei nutrienti sono variabili a seconda delprodotto utilizzato e difficilmente prevedibili.
La fertirrigazione viene realizzata con concimiidrosolubili (semplici o complessi) con frequenzedi distribuzione variabili.
Molte pagine sono state scritte a favore dell’u-na o dell’altra tecnica, valutandone gli aspetti piùpropriamente agronomici, ma anche quelli econo-mici e ambientali; ancora una volta generalizzare èimpossibile, ci limitiamo a descrivere le caratteristi-che salienti di ciascuna, lasciando alla singola realtàcolturale una valutazione definitiva.
Concimi a cessione controllata• il rilascio dei nutrienti è legato alla temperatura
del substrato: temperature elevate possonocondurre a pericolosi incrementi della salinità;
• la distribuzione in copertura comporta unimportante dispendio di manodopera;
• possono essere utilizzati con impianti irrigui sia“a goccia”, sia “a pioggia”;
• l’uniformità di distribuzione non è legata allauniformità dell’impianto irriguo;
• non è necessario disporre di impiantistica parti-colare che richiede controlli e manutenzione;
• possono essere utilizzati – in colture di pien’a-ria – anche in periodi in cui non si effettuanoirrigazioni.
Fertirrigazione• in colture di pien’aria e in stagioni piovose dif-
ficilmente si possono soddisfare le esigenzenutritive;
• è consigliabile utilizzarla solo con impianti “agoccia”;
• è necessario un impianto per la preparazionedella “soluzione nutritiva” che richiede con-trolli e manutenzione;
• ciascun nutriente può essere dosato in modomolto preciso;
• il costo dei concimi è molto più basso rispetto ai“cessione controllata”, specie utilizzando conci-mi semplici;
• è possibile ottenere un elevato livello di auto-mazione con sensibile riduzione dell’impiegodi manodopera.
20 Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 4
1.4.3 Quantità e concentrazioniLe quantità di concimi apportate nella coltiva-
zione in substrato raramente vengono riportate auna quantità di nutrienti per ettaro. Più frequente-mente nella pratica colturale si parla di “quantità diconcime a cessione controllata per metro cubo disubstrato” senza valutare che l’utilizzo di vasi divolume diverso per la stessa tipologia di piantacomporta una differenza sensibile nella quantità dinutrienti distribuita. Forse nel caso della fertirriga-zione è ancora più difficile quantificare gli apportiper unità di superficie, perché abitualmente il cri-terio guida, è quello della concentrazione di conci-me nella “soluzione nutritiva” con evidenti diffe-renze quantitative a seconda della frequenza di
distribuzione e del volume irriguo che spesso –come la nostra indagine, descritta nel cap. 3, hamesso in evidenza – il coltivatore non conosce.
È evidente che questi criteri “pratici” di valuta-zione delle quantità di concime sono molto sem-plici, alla portata di tutti e – tutto sommato – com-portano buoni risultati di coltivazione; molte pub-blicazioni scientifiche danno indicazioni di questotipo. Tuttavia suggeriamo – quando è possibile – dicalcolare le quantità di nutrienti distribuite nelcorso dell’anno e compararle con le asportazionitipiche della specie che riportiamo nel prossimocapitolo. Nel caso si discostino in modo sensibilepuò essere opportuno rivedere i criteri della conci-mazione con vantaggi per l’azienda e l’ambiente.
21U S O D E L L E R I S O R S E N E L F L O R O V I V A I S M O : I F E R T I L I Z Z A N T I
2.1 Premessa
La quantità di macroelementi asportata da unacoltura per ottenere una produzione quali-quanti-tativamente ottimale è un dato di enorme interes-se agronomico; pur con i limiti legati al calcolo diun esatto bilancio nutrizionale, questo dato con-sente di ottimizzare la gestione della concimazionecon rilevanti benefici per le aziende (riduzione deicosti e miglioramento produttivo) e per l’ambien-te (riduzione di input chimici).
In questo lavoro abbiamo cercato di reperirequanto la bibliografia internazionale rende dispo-nibile a questo proposito per le specie florovivaisti-che. In molti casi gli autori si limitano a suggerirequantità di nutrienti da apportare o concentrazio-ni delle soluzioni nutritive siano esse da utilizzarein terreno o in “fuori suolo”; abbiamo deciso diraccogliere e presentare anche questo tipo di infor-mazione perché comunque significativa.
Il lavoro si è sviluppato su due piani comple-mentari; anzitutto sono stati consultati i testi e lepubblicazioni (nazionali e internazionali) reperibi-li in alcune biblioteche specializzate: CESPEVI, sedeARSIA di Capannori, Università di Pisa, ScuolaSuperiore Sant’Anna di Pisa, Istituto Sperimentaleper la Floricoltura ecc.; successivamente la ricerca èstata eseguita attraverso una banca dati internazio-nale (Cab abstracts) utilizzando varie combinazio-ni delle parole chiave nutrient, uptake, absorptioninsieme ai nomi delle diverse colture o gruppi dicolture. La ricerca su banca dati ha consentito diindividuare un numero rilevante di pubblicazioni,disponibili in forma di abstract.
È stata quindi operata una prima selezioneattraverso la lettura degli abstracts e molti articolisi sono rivelati immediatamente non attinenti aquesto lavoro; quelli selezionati sono stati reperi-
ti presso le varie biblioteche o direttamente pres-so l’Autore. Non è stato possibile accedere adalcuni articoli apparentemente interessanti perchépubblicati su riviste di scarsa diffusione (per esem-pio dell’Europa dell’est o dell’America Latina).Non tutto il materiale accessibile in forma inte-grale ha fornito informazioni interessanti; colpiscein particolare la scarsa quantità di sperimentazio-ni pubblicate riguardanti la quantificazione delleasportazioni. In molti casi sembra si preferiscaimpostare prove con livelli crescenti di concima-zione al fine di individuare la dose ottimale, spes-so con risultati contrastanti tra Autori diversi. Inaltri casi si valuta la distribuzione temporale delleasportazioni per definire i periodi di massimaasportazione, ma senza quantificare il dato com-plessivo. Si deve comunque considerare che l’at-tenzione verso un uso razionale dei fertilizzanti èpiuttosto recente.
A completamento di questo lavoro, la ricerca èstata condotta anche sul web utilizzando i più im-portanti motori di ricerca e le parole chiave sopraricordate, sia in lingua italiana che in inglese.
Può meravigliare il fatto che i valori delle aspor-tazioni relativi a una specie siano talvolta sensibil-mente diversi tra le varie fonti; tuttavia bisognaricordare che la sperimentazione in questo campopresenta sensibili difficoltà:• le quantità asportate da una medesima specie
variano in funzione di numerose variabili chepossiamo così riassumere:- varietà coltivata (Sarro et al., 1989)- tecnica colturale (investimento, durata ciclo,gestione dell’irrigazione e della concimazione,potatura ecc.)- condizioni pedoclimatiche;
• le piante hanno la capacità di assorbire quantitàdi nutrienti superiori a quelle necessarie a soste-
2. Asportazioni e apporti
nere una normale crescita, vanno cioè incontroa “consumi di lusso”;
• gli approcci sperimentali per la determinazionedelle asportazioni possono essere diversi e nonfornire risultati completamente concordanti.
2.2 Presentazione dei dati
Le fonti consultate utilizzano criteri diversi perdefinire le asportazioni (ad esempio, alcuni le riferi-scono alla pianta, altri all’unità di superficie), inoltrespesso le condizioni ambientali e la tecnica coltura-le sono sensibilmente diversi. Il nostro intento eraquello di confrontare fonti diverse, dunque i datinumerici sono stati resi omogenei, quando questoera possibile senza forzature, e sono state riportatesintetiche informazioni sulle condizioni di coltiva-zione. I valori delle asportazioni riferiti al singolociclo colturale sono stati, se possibile, riportati a unintero anno solare. Sono anche riportati, in tabelle
separate, i consigli di concimazione (“apporti consi-gliati” e “concentrazione della soluzione nutriti-va”), che possono essere utili per valutare l’insiemedelle informazioni che gli operatori si trovano adisposizione e che determinano le loro scelte.
Se la pubblicazione riporta quantità asportatediverse nelle varie tesi, si è scelto il valore più bassocompatibile con una produzione che rispetta glistandard commerciali. Alcune pubblicazioni ripor-tano semplicemente le asportazioni o le concima-zioni azotate consigliate e suggeriscono il ricorsoalle analisi del suolo e delle foglie per il fosforo e ilpotassio.
Le tabelle che seguono presentano delle colon-ne con molti spazi vuoti: abbiamo preferito lasciar-li per non omettere quei dati, anche se pochi, checompaiono in riferimento ad alcune colture e chepossono essere di interesse per alcuni. Gli spazivuoti confermano anche la frammentarietà e diso-mogeneità delle informazioni disponibili nellabibliografia internazionale.
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Serra o pien’aria
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Serra o pien’aria
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Areageografica
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3.1 Premessa
L’indagine svolta in azienda presentava alcunedifficoltà:• i dati non sono forniti dall’azienda agricola mavanno ricavati presupponendo un’approfondita co-noscenza del ciclo produttivo (par. 3.3);• gli imprenditori sono piuttosto riluttanti a for-nire anche i pochi dati sulle concimazioni effettiva-mente realizzate e in qualche caso non hanno unachiara visione di ciò che davvero viene fatto a talproposito sulle diverse colture.
Entrambi i problemi suddetti sono stati supera-ti grazie all’aiuto di figure professionali che opera-no una reale assistenza tecnica agronomica.
3.2 Criteri di scelta delle aziende
Le aziende prese in considerazione erano sceltecasualmente sul territorio regionale nei compren-sori che sono più rappresentativi dal punto di vistaflorovivaistico: la Versilia, la Piana lucchese, ilPesciatino, Pistoia, Montevarchi e il Grossetano.
3. Rilevazioni aziendali
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Tab. 1 - Elenco delle aziende e informazioni sul metodo di lavoro
La casualità è relativa, poiché la scelta è ricadu-ta, in realtà, su aziende dalle quali ci si aspettavanodati attendibili (la tab. 1 evidenzia alcuni parametriche possono essere indicativi del livello tecnicodelle aziende censite). Cioè non abbiamo potuto,né voluto, fare un’indagine a tappeto con un cam-pione davvero casuale perché avrebbe sortito effet-ti disastrosi per i nostri fini e che andrebbe con-dotta, eventualmente, con altri scopi. In questomodo è stato possibile ottenere informazioni suffi-cientemente attendibili.
Poche sono le aziende che hanno fornito datidi nessuna elaborabilità (3 su 41), poiché nonattendibili.
Naturalmente, per salvaguardare la riservatezzadei dati le aziende vengono citate solo in modoalfanumerico.
3.3 Rilevamento e tabulazione dei dati
Le interviste sono state condotte in azienda daun agronomo con lunga esperienza nel settore econ la collaborazione, ove necessario, delle figureprofessionali dell’assistenza tecnica, visti i problemiesposti in premessa.
È stata approntata appositamente una scheda dirilevazione che ha permesso di raccogliere i dati re-lativi agli apporti di fertilizzanti nei diversi mo-menti del ciclo colturale e che successivamente ve-nivano poi elaborati come azoto, anidride fosfori-ca e ossido di potassio per ettaro.
È stato scelto poi il criterio di esporre distinta-mente la concimazione di fondo e quella di coper-tura per dare una visione più analitica della tecnicadi concimazione adottata.
Laddove è stata eseguita una concimazione difondo con letame sono stati presi a riferimento icontenuti medi riportati da Giardini (1982): 0,5%N - 0,2% P2O5 - 0,7% K2O.
Sulla stessa scheda e per ogni coltura, oltre aidati fondamentali relativi a N, P, K, sono state rac-colte una serie di informazioni che consentono disituare i dati di concimazione in un contesto agro-nomicamente più completo; gli stessi dati sonostati poi riportati sulle tabelle che seguono.
3.4 Presentazione dei risultati
a) Colture da fiore reciso con ciclo inferiore all’annoI dati rilevati sono riferiti a un singolo ciclo col-
turale per tutte le colture. Nel caso del crisantemo
autunnale si è ritenuto opportuno, al fine di ren-dere tra di loro confrontabili i dati, riportare anchegli apporti di nutrienti riferiti a un anno di coltiva-zione, ipotizzando sostanzialmente una ripetizionecontinua della coltivazione (cosa agronomicamen-te poco corretta). Questo criterio introduce un fat-tore di approssimazione nella supposizione cheapporti di nutrienti e trattamenti antiparassitarisiano uniformemente ripartiti durante l’anno; tut-tavia questa approssimazione ci sembra compatibi-le – almeno per le coltivazioni in serra – con gliobiettivi di questo lavoro. Del resto anche i disci-plinari della Regione Toscana suggeriscono un cri-terio analogo nello stabilire i quantitativi massimidi azoto consentiti.
Per le bulbose invece si è voluto riportare soloil dato di apporti per ciclo poiché il ciclo ha unadurata variabile, a seconda dell’epoca in cui si col-loca (indicato nelle tabelle), e non ha senso molti-plicare per n volte come operato nelle altre coltureipotizzando una ripetizione nel corso dell’anno.
b) Colture vivaisticheVista la grande quantità di specie coltivate a
scopo ornamentale, è stata fatta una classificazionemerceologica e non per specie. È stato poi indica-to se si tratta di coltura in vaso o in piena terra.
Nel caso di colture in vaso la concimazione difondo è stata calcolata a partire dal titolo e dallaquantità di concime aggiunta al volume unitario disubstrato e stimando il volume di substrato cheinsiste su un ettaro. Ciò è coerente poiché i rinva-si, laddove si opera in vivaio solo in vaso, sonoannuali.
La concimazione di fondo annuale in pienocampo è stata calcolata molto semplicemente sapen-do la quantità e il titolo dei concimi utilizzati; per illetame si è tenuto conto del titolo sopra esposto.
Gli apporti fertirrigui o comunque di copertu-ra sono facilmente addizionabili in entrambe lesituazioni.
Per colture nelle quali il ciclo è del tipo vaso-terra-vaso manca in tabella il dato riferito distinta-mente alla concimazione di fondo e di coperturadel singolo anno, in quanto è variabile da un annoall’altro. Pertanto in tabella si trova solo il dato an-nuo medio che è una media matematica dei diver-si anni di ciclo.
c) Colture da interno in vasoIl dato fornito dal coltivatore era quello relati-
vo alla concimazione del substrato e la fertirriga-zione quindi il dato certo era la concimazione diuna certa partita di piante. Questi dati sono stati
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tabulati in due modi differenti (cioè per ettaro eper vaso) per i motivi esposti di seguito.
Le piante da fiore in vaso non vengono coltiva-te con la stessa densità per l’intera durata del ciclo,ma vengono spaziate, di solito, due volte nel corsodella coltivazione e nella maggior parte dei casi ilciclo di coltivazione ha una durata inferiore all’an-no. Variando la superficie occupata durante l’annoè difficile riferire gli apporti di nutrienti all’unità disuperficie e per anno. Inoltre va considerato chel’azienda è spesso occupata da più colture che sisuccedono e/o sono consociate sulla stessa super-ficie. Tutto questo ha reso complessa e in qualchemodo “approssimata” l’elaborazione del dato rile-vato. Meno problematico è il caso del crisantemoda vaso, poiché il numero di vasi/mq è costantedurante il ciclo colturale quando è coltivato per lafioritura spontanea; il dato riferito all’anno è otte-nuto quindi matematicamente con gli stessi criteriesposti per il crisantemo reciso.
Nonostante queste difficoltà di stima si è cerca-to di riferire i dati alla superficie e per anno, poiché
i disciplinari della Regione Toscana utilizzano que-sto criterio.
È invece molto più preciso e realistico il datodegli apporti per pianta indicato nell’appositatabella poiché indica il risultato del rilevamento inazienda. Dal punto di vista tecnico è molto piùinteressante la valutazione: se si devono modifica-re gli apporti di nutrienti è questo il parametro cheva considerato; perciò abbiamo anche inserito unatabella che riporta le quantità riferite a pianta (o, sesi vuole, a vaso) per due motivi:• il dato è confrontabile con quelli reperiti nella
letteratura internazionale, che generalmenteesprimono le asportazioni in mg/pianta;
• può essere più facilmente interpretato dall’agri-coltore e dal tecnico.
Unica eccezione è quella dell’azienda Z1 nellaquale si coltivano solo due specie (di diverse taglie)sulle stesse superfici pertanto si è ottenuto un datolordo annuo per l’intera serra, ma non è stato pos-sibile estrapolare un dato per singolo vaso.
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Superficie (m2)
Substrato
Serra o pien’aria
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Piante• m-2
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Fertirrigazione
Note
Concimazione fondo kg• ha-1• ciclo-1
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Superficie (m2)
Substrato
Serra o pien’aria
Ciclo
Piante• m-2
Volume irriguom3• ha-1• anno-1
n°trattamentiantiparassitari• anno-1
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Superficie (m2)
Substrato
Serra o pien’aria
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Piante• m-2
Volume irriguom3• ha-1• anno-1
n°trattamentiantiparassitari• anno-1
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Superficie (m2)
Substrato
Serra o pien’aria
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Piante• m-2
Volume irriguom3• ha-1• anno-1
n°trattamentiantiparassitari/ciclo
Fertirrigazione
Note
Concimazione fondo kg• ha-1• ciclo-1
Concimazione copertura (totale ciclo)kg• ha-1
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Superficie (m2)
Substrato
Serra o pien’aria
Ciclo
Piante• m-2
Volume irriguom3• ha-1• anno-1
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Serra o pien’aria
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Piante• m-2
Volume irriguom3• ha-1• anno-1
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Volume irriguomc/ha/ciclo
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Fertirrigazione
Note
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Ciclo
Piante• m-2
Volume irriguomc/ha/ciclo
n°trattamentiantiparassitari/ciclo
Fertirrigazione
Note
Concimazione fondo kg• ha-1• ciclo-1
Concimazione copertura (totale ciclo)kg• ha-1
Totale ciclokg• ha-1
Totale annokg• ha-1
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Substrato
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Ciclo
Piante• m-2
Volume irriguom3• ha-1• anno-1
n°trattamentiantiparassitari• anno-1
Fertirrigazione
Note
Concimazione fondo kg• ha-1
Concimazione coperturakg• ha-1
Totale ciclokg• ha-1
Totale annokg• ha-1
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NP 2
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Azienda
Superficie (m2)
Substrato
Serra o pien’aria
Ciclo
Piante• m-2
Volume irriguom3• ha-1• anno-1
n°trattamentiantiparassitari• anno-1
Fertirrigazione
Note
Concimazione fondo kg• ha-1
Concimazione coperturakg• ha-1
Totale ciclokg• ha-1
Totale annokg• ha-1
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NP 2
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4.1 Premessa
In questo breve capitolo sono riassunti e tra-sformati in una forma grafica di più immediatacomprensione i dati relativi alle asportazioni, agliapporti consigliati e ai consumi aziendali rilevatiper alcune delle più diffuse colture ornamentali.Come in altre parti del Quaderno si è dovuti ricor-rere a una semplificazione estrema e, con questa,ad alcune generalizzazioni che devono essere cor-rettamente interpretate.
Per una più facile lettura dei grafici si riporta diseguito una spiegazione delle diverse parti che licompongono.
Per ogni pianta o fiore ciascun grafico riporta
delle colonne che indicano il livello minimo, illivello massimo e la loro media ponderata. Nel gra-fico sotto riportato, relativo all’azoto in gerbera dafiore reciso, si trovano la colonna relativa ai valoridelle asportazioni riportati in letteratura, agliapporti consigliati da diversi autori e ai consumireali di alcune aziende di riferimento. La larghezzadelle colonne non ha alcun significato, serve solo auna migliore lettura.
In alcuni grafici sono riportate anche delle lineeorizzontali continue che attraversano le colonne erappresentano il valore massimo di apporti previstodai disciplinari attuali adottati dalla Regione Tosca-na per le produzioni integrate: in verde il livellomassimo in coltura su substrato (nella maggior
4. Lettura comparativa dei dati
Fig. 9 - Esempio di grafico per la letturacomparativa dei dati
Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 470
parte dei casi sotto serra), in marrone il livello mas-simo per coltura su terreno. Va tenuto presenteche quando il grafico si riferisce a un ciclo piùbreve di dodici mesi tale valore massimo è riporta-to alla frazione di anno in cui si svolge la coltura.Ciò ha chiaramente gli stessi limiti descritti nel par.3.4.
Con un colpo d’occhio si riesce così a coglierequali siano le reali esigenze della pianta, quali gliapporti consigliati dai vari Autori e quale sia l’ap-porto reale in alcune aziende di riferimento; infine,come sia posizionato il limite adottato nei discipli-nari regionali. Questo quadro, in qualche modosinottico, sarà senz’altro utile anche ai fini di even-tuali revisioni dei disciplinari stessi.
Un commento sintetico a tutti i grafici cheseguono appare arduo. Probabilmente ciascuno diessi può offrire lo spunto a lunghe e proficuediscussioni ed è questo l’intento con cui i graficivengono proposti. Senza dimenticare ancora unavolta che non sono pochi i vuoti di conoscenza eche questo Quaderno vuole essere solo uno stru-mento di ausilio per capire meglio e, dove necessa-rio e possibile, correggere.
In linea generale gli apporti consigliati supera-no le asportazioni e, in alcuni casi, i consumi realiaziendali sono minori degli apporti e più prossimialle asportazioni (per esempio in ruscus, calla, cri-
santemo autunnale e programmato, fresia, gladio-lo, lilium). Nel caso delle colture vivaistiche sinotano consumi superiori sia ad asportazioni chead apporti consigliati: in questo caso deve esserecomunque tenuto presente che i dati bibliograficipresi come riferimento sono derivati da sperimen-tazioni non perfettamente aderenti alla realtàregionale e quindi necessiterebbero di verifiche adhoc. Nel caso del ciclamino i consumi per vaso sonomolto più alti delle asportazioni e degli apporticonsigliati per quanto riguarda il potassio (consu-mi di lusso, par. 1.2) in conseguenza della notacorrelazione alta dose di potassio-alta qualità delfiore, mentre gli apporti aziendali di azoto sonopiù vicini alle reali asportazioni in quanto un ecces-so di azoto porta alla produzione di foglie grandima flaccide e più suscettibili ad attacchi parassitari.
I consumi del crisantemo da vaso sono moltopiù alti delle asportazioni in quanto il ciclo si svol-ge all’aperto con ritmi evapotraspirativi moltosostenuti e la concimazione è nella quasi totalitàaffidata agli interventi fertirrigui: ne consegue chegli apporti di concimazione sono più che altro infunzione delle necessità irrigue; inoltre una grossaparte degli interventi fertirrigui viene dispersa difatto. Questa quantità, secondo autori americani(Neal & Henley, 1992), può arrivare al 50% eancora più all’aperto.
4.2 Fiori recisi
Calla Crisantemo autunnale(valori riferiti a un anno di coltivazione) (valori riferiti a un ciclo di coltivazione)
U S O D E L L E R I S O R S E N E L F L O R O V I V A I S M O : I F E R T I L I Z Z A N T I 71
Crisantemo programmato Fresia(valori riferiti a un ciclo di coltivazione) (valori riferiti a un ciclo di coltivazione)
72 Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 4
Garofano Gerbera(valori riferiti a un anno di coltivazione) (valori riferiti a un anno di coltivazione)
73U S O D E L L E R I S O R S E N E L F L O R O V I V A I S M O : I F E R T I L I Z Z A N T I
Gladiolo Lilium(valori riferiti a un ciclo di coltivazione) (valori riferiti a un ciclo di coltivazione)
74 Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 4
Rosa(valori riferiti a un anno di coltivazione)
75U S O D E L L E R I S O R S E N E L F L O R O V I V A I S M O : I F E R T I L I Z Z A N T I
76 Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 4
4.3 Fronde recise
Asparagus Eucalyptus(valori riferiti a un anno di coltivazione) (valori riferiti a un anno di coltivazione)
77U S O D E L L E R I S O R S E N E L F L O R O V I V A I S M O : I F E R T I L I Z Z A N T I
Ruscus(valori riferiti a un anno di coltivazione)
78 Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 4
4.4 Piante in vaso da interno - Valori per unità di superficie
Ciclamino Crisantemo (fioritura autunnale)(valori riferiti a un ciclo di coltivazione) (valori riferiti a un ciclo di coltivazione)
79U S O D E L L E R I S O R S E N E L F L O R O V I V A I S M O : I F E R T I L I Z Z A N T I
Geranio Poinsettia(valori riferiti a un ciclo di coltivazione) (valori riferiti a un ciclo di coltivazione)
80 Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 4
Piante verdi(valori riferiti a un anno di coltivazione)
81U S O D E L L E R I S O R S E N E L F L O R O V I V A I S M O : I F E R T I L I Z Z A N T I
4.5 Piante in vaso da interno - Valori per vaso
Ciclamino Crisantemo(valori riferiti a un ciclo di coltivazione) (valori riferiti a un ciclo di coltivazione)
82 Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 4
Geranio Poinsettia(valori riferiti a un ciclo di coltivazione) (valori riferiti a un ciclo di coltivazione)
83U S O D E L L E R I S O R S E N E L F L O R O V I V A I S M O : I F E R T I L I Z Z A N T I
4.6 Piante ornamentali da esterno
Conifere Latifoglie e arbusti(valori riferiti a un anno di coltivazione) (valori riferiti a un anno di coltivazione)
5.1 Norme di campionamento del terreno
Un corretto campionamento è la fondamentale pre-messa per ottenere analisi di terreno utili per l’elabora-zione del piano di concimazione; è una operazione piut-tosto semplice che deve essere però eseguita nel rispettodi alcune norme fondamentali:• l’appezzamento da cui si preleva il campione deve
essere uniforme, cioè all’interno dell’area presceltanon devono esserci differenze nel colore, nell’aspet-to, nella sensazione al tatto, nell’ordinamento coltu-rale e nei risultati produttivi;
• è necessario che il campione portato in laboratoriorappresenti tutto l’appezzamento, si deve quindiprelevare il terreno in almeno 15 punti diversi sceltia caso su tutta la superficie; non si dovrebbe scende-re sotto i 6 prelievi per ettaro;
• dopo l’asportazione dei primi centimetri di suolo,con l’eventuale vegetazione, eseguire i singoli cam-pionamenti alla massima profondità di lavorazioneprevista; in linea generale per le colture erbacee ilcampione prelevato è preso nei primi 25-40 cm e perle colture arboree si può scendere anche a 40-50 cm;
• una volta raccolti, i singoli prelievi devono esseremescolati accuratamente; 1 kg di questo terreno saràil campione da inviare al laboratorio in un sacchettodi materiale plastico pulito; evitare di conservare alungo il campione e di esporlo a temperature elevate;
• aggiungere una etichetta (non deve essere messa incontatto con il suolo) che riporti:– nome, indirizzo, numero di telefono, e dati fisca-
li dell’azienda;– nome o numero che identifichi l’appezzamento;– tipo di analisi da eseguire;– coltura.
5.2 Interpretazione delle analisi
del terreno
Interpretare una analisi del terreno significa valutar-ne i risultati per stabilire se sono adeguati alla coltivazio-ne d’interesse. L’operazione richiede l’utilizzo di tabelleche riportiamo di seguito; si tenga presente che alcuniparametri possono essere determinati con diverse meto-diche analitiche e che la valutazione di ogni risultato
deve essere fatta utilizzando la specifica tabella riferitaalla metodica utilizzata, che dovrebbe essere indicata sulcertificato di analisi. Le metodiche reperibili in biblio-grafia sono molte (Hanan, 1998); alcune prevedono unestraente unico per molti nutrienti, altre prevedonoestraenti diversi per i singoli elementi. Quelle che si sonorealmente affermate e per le quali disponiamo di validetabelle di riferimento sono relativamente poche. Lanostra scelta si è orientata verso queste ultime, come delresto prevede anche la legislazione italiana (D.M. 11maggio 1992 e 13 settembre 1999).
Alcune tabelle riportano valutazioni generiche deltipo “dotazione scarsa” o “dotazione elevata” che sonoapplicabili a qualsiasi tipo di terreno e coltivazione; nonsono disponibili tabelle specificatamente riferite alle col-tivazioni florovivaistiche quindi, data la loro elevataintensità colturale, si consiglia di assumere quali “otti-mali” le dotazioni “elevate” o “medio-elevate”.
5.2.1 pH e salinità
5.2.1.1 pH
5.2.1.2 Salinità – conducibilità elettricaIl contenuto di sali solubili del suolo (salinità) viene
comunemente valutato attraverso la misura della condu-cibilità elettrica (CE) in estratti acquosi di suolo. Sitenga presente che il rapporto tra la quantità di suolo equella di acqua utilizzati nell’estrazione determina l’en-tità della diluizione dei sali nell’estratto, quindi il valoredi CE può essere valutato solo conoscendo il tipo diestrazione; inoltre il valore della CE è variabile in fun-zione della temperatura e per convenzione i risultati ven-gono generalmente riferiti a 25°C.
5. Appendice
Tab. 5.1 - Classificazione dei suoli in funzione del pH
Valutazione Valore
fortemente acido < 5,4acido 5,4 - 6,0subacido 6,1 - 6,7neutro 6,8 - 7,3subalcalino 7,4 - 8,1alcalino 8,2 - 8,6fortemente alcalino > 8,6
Una ulteriore complicazione può derivare dal fattoche possono essere utilizzate varie unità di misura peresprimere la CE e alcuni laboratori preferiscono espri-mere la salinità direttamente in grammi di sali per chilo-grammo di terreno.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza:
• la conducibilità elettrica può essere espressa in varieunità di misura, il più comune è il Siemens per cen-timetro (S/cm) o meglio i suoi sottomultipli: ilmicroSiemens per centimetro (µS/cm) e il milliSie-mens per centimetro (mS/cm) o il suo equivalentedeciSiemens per metro (dS/m):
1000 µS/cm = 1 mS/cm = 1 dS/m
• le estrazioni più comunemente utilizzate nel nostropaese sono: la pasta satura (ECe), il rapporto 1:2(peso/volume) e il rapporto 1:5 (peso/volume); l’e-strazione in pasta satura fornisce risultati ben corre-lati con la risposta delle piante, tuttavia è di esecu-zione poco pratica e non è sempre utilizzato. Gli altridue rapporti di estrazione sono invece piuttostoveloci e frequentemente utilizzati, sebbene i risultatiottenuti siano meno significativi. Di seguito riportia-mo la tab. 5.4 con i coefficienti per la conversionedella CE ottenute con gli estratti 1:2 e 1:5 in CEdella pasta satura: si tratta di valori puramente empi-rici e solo indicativi in quanto non esiste un metodorigoroso per la conversione.
• nel caso che il valore di CE sia riferito a una tempe-ratura diversa da 25°C deve essere moltiplicato per icoefficienti riportati nella tab. 5.2.
86 Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 4
Tab. 5.2 - Coefficenti di moltiplicazione del valore di CE > 25°C
Temperatura di lettura (°C) 18 20 22 24 26 28 30 32
Moltiplicare per 1,16 1,11 1,06 1,02 0,98 0,94 0,91 0,87
Tab. 5.3 - Valori limite di CE in pasta satura (dS/m a 25°C) e relativa riduzione di crescita
Riduzione di crescita (%)
Tipo di piante 0 10 25
Molto sensibili 1,0 1,4 1,8
Sensibili 1,4 2,0 3,0
Moderatamente tolleranti 2,5 3,4 4,8
Tolleranti 4,5 5,8 8,0
Molto tolleranti 8,0 10,0 13,0
Fonte: Handreck e Black, 2002.
Tab. 5.4 - Conversione approssimativa della CE degli estratti 1:2, 1:5
e della salinità in CE della pasta satura (ECe)
Tipo di suolo moltiplicare CE dell’estratto 1:2 per moltiplicare CE dell’estratto 1:5 per moltiplicare i g/kg di sali per
Sabbia 6 15 4,7
Franco-sabbioso 5 12 3,9
Medio impasto 4 10 3,1
Franco-argilloso 3,6 9 2,8
Argilloso 3,2 8 2,5
Fonte: Chandler e George, 2001 - modificata.
Tab. 5.5 - pH ottimale e tolleranza alla salinità per specie vivaistiche
5.2.1.3 pH e salinità per le diverse specie
Specie pH ottimale Tolleranzaalla salinità
Abelia x grandiflora 6,0-8,0 s
Acacia 6,0-8,0 t
Acer negundo 6,0-8,0
Acer saccharum 6,0-7,5
Aesculus parviflora 6,0-8,0
Ailanthus altissima 6,0-7,5
Amelanchier canadensis 5,0-6,0
Amorpha fruticosa 6,0-7,5
Andromeda 5,0-6,0 s
Aralia spinosa 6,0-7,0
Aronia arbutifolia 5,0-6,0
Baccharis halimifolia 7,0-8,0
Berberis julianae 6,0-8,0
Berberis sargentiana 6,0-8,0
Berberis thunbergii 6,0-7,5 ss
Berberis verruculosa 6,0-8,0
Bougainvillea 5,5-7,5 mt
Buddleia davidii 6,0-7,5
Bupleurum 6,0-8,0
Buxus sempervirens 6,0-7,5
Callicarpa americana 6,0-8,0
Callistemon macropunctatus 6,0-7,5 mt
Calycanthus fertilis 6,0-8,0
Calycanthus floridus 6,0-7,0
Camellia japonica 4,5-5,5 s
Camellia sasanqua 4,5-6,5 s
Campsis grandiflora 6,0-7,0
Catalpa bignonioides 7,0-8,0
Catalpa speciosa 6,0-8,0
Ceanothus americanus 4,5-6,0
Cedronella 4,5-5,5
Celastrus scandens 4,5-6,0
Cercis canadensis 5,5-6,5
Chaenomeles japonica 5,5-7,5
Chamaecyparis obtusa 5,0-6,0
Chamaecyparis pisifera 6,0-7,0
Chamaecyparis thyoides 4,5-5,0
Chionanathus virginicus 5,0-6,0
Cinnamomum camphora 6,0-8,0 s
Clematis paniculata 6,0-7,0
Clethra alnifolia 4,5-5,0
Cornus florida 5,0-7,0
Cornus mas 6,0-8,0
Cornus sericea 6,0-8,0
Coronilla 5,5-7,5
Specie pH ottimale Tolleranzaalla salinità
Cotoneaster spp. 6,0-7,0
Crataegus laevigata 6,0-7,0
Cydonia oblonga 6,0-7,5
Cytisus scoparius 5,0-6,0
Daphne 6,5-7,5
Deutzia gracilis 6,0-7,5
Deutzia scabra 6,0-8,0
Deutzia x lemoinei 6,0-8,0
Elaeagnus spp. 6,0-8,0 mt
Euonymus fortunei radicans 6,0-7,0 mt
Euonymus spp. 6,0-8,0 mt
Exocorda racemosa 5,5-6,0
Forsythia spp. 6,0-8,0
Fuchsia 5,5-6,5 s
Gardenia jasminoides 5,0-6,0 ss
Gelsenium sempervirens 5,0-6,0 s
Genista 6,5-7,5
Ginkgo biloba 6,0-7,0
Gleditsia triacanthos 6,0-8,0
Halesia carolina 5,0-6,0
Hedera helix 6,0-8,0 mt
Heliotropium 6,0-8,0 mt
Hibiscus syriacus 6,0-7,5 mt
Hydrangea spp. 6,0-7,5 s
Hypericum calycinum 6,0-8,0
Ilex aquifolium 4,0-5,5
Ilex crenata 5,0-6,5
Ilex glabra 4,0-5,0
Ilex opaca 5,0-6,0
Ilex verticillata 5,0-6,0
Itea virginica 6,0-7,0
Jacaranda 6,0-7,5 mt
Jasminum nudiflorum 6,0-8,0 mt
Juglans nigra 6,0-8,0
Juniperus communis 6,0-6,5
Juniperus horizontalis 5,0-6,0
Juniperus sabina 6,0-6,5
Juniperus virginiana 5,0-5,7 s
Kalmia latifolia 4,5-6,0
Kerria japonica 5,5-7,5
Kolkwitzia amabilis 6,0-7,5
Lagerstroemia indica 5,0-6,0 s
Lantana 5,5-7,0 mt
Leucothoe catesbaei 4,5-6,0
Ligustrum ovalifolium 6,0-7,0 t
87U S O D E L L E R I S O R S E N E L F L O R O V I V A I S M O : I F E R T I L I Z Z A N T I
Legenda: ss: molto sensibile; s: sensibile; mt: moderatamente tollerante; t: tollerante; tt: molto tolleranteFonte: www.cespevi.it/, Handreck e Black, 2002, Barbieri e De Pascale, 1992 e ter Berg, 2000.
Segue Tab. 5.5 - pH ottimale e tolleranza alla salinità per specie vivaistiche
88 Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 4
Specie pH ottimale Tolleranzaalla salinità
Liquidambar styraciflua 5,0-7,0 mt
Liriodendron tulipifera 6,0-7,0
Lonicera spp. 6,5-8,0
Lonicera japonica 6,0-7,5
Lonicera sempervirens 6,0-7,5
Maclura pomifera 6,0-7,5
Magnolia acuminata 5,0-6,0
Magnolia grandiflora 5,0-6,0 s
Magnolia x soulangiana 5,0-6,0 mt
Magnolia stellata 5,0-6,0
Magnolia virginiana 4,0-5,0
Mahonia aquifolium 6,0-8,0
Malus pumila 5,0-6,6
Myrtus communis 6,0-8,0 mt
Nerium oleander 6,0-7,5 mt
Nyssa sylvatica 6,0-7,0
Oxydendrum arboreum 5,5-6,5
Pachysandra terminalis 4,5-5,5 ss
Parthenocissus quinquefolia 5,0-7,5 mt
Parthenocissus tricuspidata 6,0-8,0 mt
Paulownia tomentosa 6,0-8,0
Philadelphus coronarius 6,0-8,0
Picea abies 5,0-6,0
Pieris japonica 5,0-6,0
Pinus mugo 5,5-6,5
Pinus strobus 4,5-6,0
Pinus sylvestris 5,0-6,5
Pinus virginiana 5,0-6,0
Pittosporum tobira 6,0-7,5 s
Platanus occidentalis 6,0-7,5
Poncirus trifoliata 6,0-8,0
Populus alba 6,0-8,0
Prunus spp. 5,5-6,5
Prunus armeniaca 5,5-6,5
Prunus cerasifera 6,5-7,5 s
Prunus domestica 6,5-7,5 s
Prunus glandulosa 6,0-7,0
Prunus persica 6,0-7,5 s
Pyracantha coccinea 6,0-8,0
Pyrus spp. 5,5-6,5
Pyrus communis 6,0-7,5 mt
Quercus alba 5,0-6,5
Quercus coccinea 6,0-7,0
Quercus palustris 5,0-6,5
Quercus phellos 5,0-6,0
Quercus rubra maxima 4,5-6,0
Specie pH ottimale Tolleranzaalla salinità
Quercus velutina 6,0-7,0
Quercus virginiana 5,0-6,0
Rhamnus cathartica 6,0-8,0
Rhododendron arborescens 5,5-6,0 ss
Rhododendron calendulaceum 5,0-6,0 ss
Rhododendron canescens 4,5-5,0 ss
Rhododendron carolinianum 4,5-5,0 ss
Rhododendron catawbiense 5,0-6,0 ss
Rhododendron maximum 4,5-6,0 ss
Rhododendron obtusum 4,0-6,0 ss
“Amoenum”
Rhododendron periclymenoides 4,5-5,5 ss
Rhododendron viscosum 4,5-5,0 ss
Rhus glabra 5,0-6,0
Rhus typhina 5,0-6,0
Robinia hispida 6,0-7,0
Robinia pseudoacacia 6,0-8,0 t
Rosa spp. 5,5-7,0 s
Rosa rugosa 6,0-7,0 s
Rosa wichuraiana 6,0-7,0 s
Salix babylonica 5,0-6,0
Sambucus canadensis 6,0-8,0
Sassafras albidium 6,0-8,0
Smilax spp. 5,0-6,0
Sophora japonica 6,0-8,0
Sorbus aucuparia 6,0-7,5
Spiraea x bumalda 6,0-7,0
Spiraea x vanhouttei 6,0-7,0
Stewartia malacodendron 5,0-6,0
Styrax japonicus 5,0-6,0
Symphoricarpos orbiculatus 5,5-7,5
Syringa vulgaris 6,0-7,5
Tamarix gallica 6,0-8,0
Taxodium distichum 5,5-6,5
Taxus cuspidata 6,0-7,0
Thuja occidentalis 6,0-7,5
Tsuga canadensis 5,0-6,0
Vaccinium corymbosum 4,0-5,0
Viburnum acerifolium 4,0-5,0
Viburnum opulus 6,5-7,5
Viburnum plicatum tomentosum 6,5-7,5
Vinca minor 6,0-7,5
Vitex agnus-castus 6,0-7,0
Weigela florida 6,0-7,0
Wisteria floribunda 6,0-8,0
Yucca filamentosa 5,5-7,0 s
Legenda: ss: molto sensibile; s: sensibile; mt: moderatamente tollerante; t: tollerante; tt: molto tolleranteFonte: www.cespevi.it/, Handreck e Black, 2002, Barbieri e De Pascale, 1992 e ter Berg, 2000.
Tab. 5.9 - Valutazione della dotazione di potassio scambiabile
Potassio scambiabile (K2O mg/kg o ppm)
Tessitura o capacità di scambio cationico (CSC meq/100g)*
sabbiosa medio impasto argillosa< 10* 10-20* > 20*
molto bassa < 50 < 70 < 100
bassa 50-100 70-120 100-140
media 100-140 120-180 140-220
elevata > 140 > 180 > 220
Tab. 5.6 - pH ottimale e tolleranza alla salinità per specie floricole
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Specie pH ottimale Tolleranzaalla salinità
Alstroemeria 6,5-7,5 s
Anemone 6,5-7,5 mt
Anthurium spp. 5,0-6,5 ss
Asparagus spp. 6,0-7,0 mt
Aster 6,0-7,0 s
Azalea 5,0-5,5 s
Bocca di leone 6,0-7,0 ss
Bulbose 6,0-7,0 ss-s
Calla 6,0-7,0 mt
Ciclamino 5,5-6,5 mt
Crisantemo 6,0-7,2 mt
Dieffenbachia 5,0-6,5 mt
Epipremnum 5,0-6,5 mt
Felci 5,5-6,0 ss
Ficus elastica 5,0-6,0 mt
Fresia 6,5-7,2 mt
Garofano 6,5-7,5 t
Genziana 6,5-7,5
Specie pH ottimale Tolleranzaalla salinità
Geranio 6,0-6,5 mt
Gerbera 5,5-6,5 s
Gladiolo 6,0-7,0 s
Gypsophila 6,5-7,5 t
Iris 6,0-6,5
Lilium 6,0-7,0 s
Limonium 6,0-7,0 s
Lisianthus 6,0-7,0
Ortensia 4,5-6,0
Peonia 6,5-7,5
Philodendron 5,0-6,0 mt
Poinsettia 5,5-6,5 s
Ranuncolo 6,0-7,0 mt
Rosa 6,0-7,0 mt
Ruscus 6,0-7,0
Statice 6,0-7,0
Tulipano 6,0-7,0 s
Violaciocca 6,5-7,5
Legenda: ss: molto sensibile; s: sensibile; mt: moderatamente tollerante; t: tollerante; tt: molto tollerante
5.2.2 Macronutrienti
Tab. 5.7 - Valutazione della dotazione
di azoto
Azoto totale (‰)
molto bassa < 0,5
bassa 0,5-1,0
mediamente dotata 1,0-1,5
ben dotata > 1,5
Azoto disponibile (N mg/Kg)
(azoto nitrico + azoto ammoniacale)bassa < 10
media 10-20
ben dotata > 20
Tab. 5.8 - Valutazione della dotazione
di fosforo assimilabile
Fosforo assimilabile – met. Olsen (P2O5 mg/kg o ppm)
molto bassa < 20
bassa 20-40
media 40-60
alta > 60
Fosforo assimilabile – met. Bray-Kurtz (P2O5 mg/kg o ppm)
molto bassa < 23
bassa 23-46
media 46-69
alta 69-92
molto alta > 92
5.2.3 Micronutrienti
Tab. 5.12 - Valutazione della dotazione di micronutrienti assimilabili
Ferro, manganese, rame, zinco assimilabili – met. Lakanen-Ervio (mg/kg o ppm)
Ferro Manganese Rame Zinco
bassa < 50 < 5 < 5
media 50-100 50-100 5-10 5-10
elevata > 100 > 10 > 10
tossica > 100 > 100
Ferro, manganese, rame, zinco assimilabili – met. Lindsay-Norwell (mg/kg o ppm)
Ferro Manganese Rame Zinco
molto bassa < 2,5 < 1,0 < 0,2 < 0,5
bassa 2,5-4,5 0,5-1,0
media > 4,5 > 1,0 > 0,2 > 1,0
90 Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 4
5.2.4 Altre caratteristiche
Tab. 5.10 - Valutazione della dotazione di calcio scambiabile
Calcio scambiabile (Ca mg/kg o ppm)
Tessitura o capacità di scambio cationico (CSC meq/100g)*
sabbiosa medio impasto argillosa< 10* 10-20* > 20*
molto bassa < 350 < 1000 < 1700
bassa 350-550 1000-1600 1700-2700
media 550-700 1600-2100 2700-3500
elevata > 700 > 2100 > 3500
Tab. 5.13 - Valutazione della dotazione di sostanza organica
Sostanza organica (% o g/100g)
Tessitura o CSC meq/100g*
sabbiosa medio impasto argillosa< 10* 10-20* > 20*
molto bassa < 0,8 < 1,0 < 1,2
bassa 0,8-1,4 1,0-1,8 1,2-2,2
media 1,5-2,0 1,9-2,5 2,3-3,0
elevata > 2,0 > 2,5 > 3,0
Tab. 5.11 - Valutazione della dotazione di magnesio scambiabile
Magnesio scambiabile (Mg mg/kg o ppm)
Tessitura o capacità di scambio cationico (CSC meq/100g)*
sabbiosa medio impasto argillosa< 10* 10-20* > 20*
molto bassa < 10 < 20 < 30
bassa 10-25 20-70 30-120
media 25-60 70-180 120-300
elevata > 60 > 180 > 300
La tessitura o granulometria Rappresenta una delle caratteristiche di base per giu-
dicare un terreno; la sua conoscenza contribuisce all’im-postazione dei piani di fertilizzazione e all’individuazionedi aree favorevoli alla coltivazione di colture di pregio.Queste ultime sono infatti coltivate, con maggiore succes-so, in suoli ben dotati di sabbia dove l’elevata macroporo-sità assicura ottimi livelli di arieggiamento e di drenaggiogarantendo ideali condizioni di crescita ai vegetali. D’altraparte, bisogna ricordare che queste peculiarità impongo-no l’adozione delle migliori tecniche irrigue e di fertiliz-
zazione per controbilanciare la difficoltà da parte dei ter-reni sabbiosi di trattenere l’acqua e gli elementi nutritivi.
Per valutare un suolo dal punto di vista granulome-trico è necessario:• conoscerne la ripartizione in sabbia, limo e argilla
che sono generalmente classificati con i criteri sug-geriti dall’United State Department of Agriculture(USDA) o dall’International Society of Soil Science(ISSS); la differenza tra le due classificazioni è nellimite dimensionale che separa il limo dalla sabbia(20 µm per la ISSS e 50 µm per il USDA);
• utilizzare i corrispondenti schemi (triangoli delle tes-siture) riportati in fig. 5.1;
• riportare i valori delle singole frazioni granulometri-che sui relativi lati del triangolo;
• tracciare, dai tre punti individuati, una linea paralle-la alla freccia corrispondente al lato della frazionegranulometrica;
• individuare l’area su cui ricade il congiungimentodelle tre linee;
• classificare infine il suolo in esame tramite le lettereindicate nell’etichetta nell’area (A = argilloso; L =limoso; S = sabbioso; F = franco, di medio impasto).
91U S O D E L L E R I S O R S E N E L F L O R O V I V A I S M O : I F E R T I L I Z Z A N T I
Tab. 5.14 - Valutazione della dotazione di calcare
Calcare totale %
suolo non calcareo < 1
suolo poco calcareo 1-10
suolo mediamente calcareo 10-25
suolo calcareo 25-50
suolo molto calcareo > 50
Calcare attivo %
bassa < 1
media 1,0-3,5
elevata 3,5-10
molto elevata > 10
Tab. 5.15 - Valutazione della capacità
di scambio cationico
Capacità di scambio cationico
C.S.C. (meq/100g)
bassa < 10
media 10-20
alta > 20
Fig. 5.1 - Triangoli delletessiture. Fonte: AA.VV. (2000),modificato
Tab. 5.17 - Intervalli suggeriti per pH e concentrazione di nutrienti essenziali nell’estratto saturo
Fonte: Bailey et al.
5.3 Interpretazione delle analisi dei substrati
Le analisi dei substrati vengono generalmente esegui-te utilizzando un estraente unico per tutti i parametri,molto spesso questo estraente è l’acqua. Sarebbe impossi-bile riportare in modo esauriente le numerose metodichecitate nella bibliografia internazionale (Hanan, 1998).
Ci limitiamo a una selezione degli estratti acquosi piùdiffusi. È necessario precisare che i valori di riferimentoche riportiamo sono solo indicativi e non possono essererigidamente utilizzati nell’ampia gamma di colture insubstrato che il nostro florovivaismo utilizza; il ricorsofrequente all’analisi consentirà di adattare i valori di rife-rimento alla specifica condizione aziendale.
5.3.1 Estratto saturoSi tratta di portare il substrato a saturazione con
acqua; dopo filtrazione vengono determinati pH, con-ducibilità elettrica (CE) e concentrazione dei varinutrienti; come già detto a proposito della pasta saturaper il terreno (cfr. par. 5.2.1.2), si tratta di una metodicache, se correttamente eseguita, risulta ben correlata conl’effettiva risposta colturale, ma non è di facile e veloceesecuzione e quindi non molto diffusa.
5.3.2 Estratto 1:1,5 volume/volume (Sonneveld et al., 1974)È stato introdotto quale alternativa più “pratica” all’e-
stratto saturo per i soli substrati a prevalente origine orga-nica. L’estrazione viene eseguita aggiungendo a 100 ml disubstrato, già portato alla capacità di campo e compressoa 1 kg/cm2, 150 ml di acqua distillata. Dopo 20 minutidi agitazione e successiva filtrazione vengono determinatipH, conducibilità elettrica (CE) e concentrazione dei varinutrienti. La necessità di una accurata compressione lorende utilizzabile, di fatto, solo in laboratorio.
5.3.3 Estratto 1:2 volume/volume (Sonneveld e Van den Ende, 1971)Anche questo metodo è stato introdotto quale alter-
nativa più “pratica” all’estratto saturo per i soli substrati aprevalente origine minerale; al contrario del precedente èdi esecuzione piuttosto semplice e può anche essere uti-lizzata in campo. Da non confondere con l’estrazioneomonima utilizzata per la salinità del terreno: in quel casosi tratta di rapporto in peso, in questo di rapporto in volu-me. L’estrazione viene eseguita aggiungendo a un volumedi acqua distillata tanto substrato (già portato alla capa-cità di campo) quanto basta a raggiungere 1,5 volumi. Peresempio: si prendono 500 ml di acqua in un cilindro gra-duato e si aggiunge substrato (alla capacità di campo) finoad arrivare a 750 ml. Dopo 20 minuti di agitazione e suc-cessiva filtrazione vengono determinati pH, conducibilitàelettrica (CE) e concentrazione dei vari nutrienti.
92 Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 4
Tab. 5.16 - Valori di riferimento per CE (dS/m a 25°C) dell’estratto saturo
Valutazione CE
Molto bassa, probabile carenza di nutrienti < 0,75
Bassa, adatta per piante sensibili alla salinità, per altre colture probabile carenza di nutrienti 0,75-2,0
Ottimale per la maggior parte delle piante, eccessiva per quelle sensibili alla salinità 2,0-3,5
Eccessiva per la maggior parte delle piante, tollerabile per piante resistenti alla salinità 3,5-5,0
Eccessiva per tutte le piante 5,0-6,0
Fonte: Handreck e Black, 2002 modificato.
Parametro Intervallo ottimale (mg/l)
pH 5,0-6,0
Azoto nitrico (NO3––N) 80-150
Azoto ammoniacale (NH4+–N) 2-10
Fosforo (P) 10-20
Potassio (K) 75-150
Calcio (Ca) 125-175
Magnesio (Mg) 40-60
Solfati (SO4– ––S) 75-125
Parametro Intervallo ottimale (mg/l)
Sodio (Na) < 25
Cloruri (Cl–) < 25
Ferro (Fe) 1,0-2,0
Manganese (Mn) 1,0-2,0
Rame (Cu) 0,1-0,5
Zinco (Zn) 1,0-2,0
Boro (B) 0,1-0,5
Molibdeno (Mo) 0,1-0,5
93U S O D E L L E R I S O R S E N E L F L O R O V I V A I S M O : I F E R T I L I Z Z A N T I
Tab. 5.20 - Intervalli suggeriti per pH, CE e concentrazione di nutrienti essenziali nell’estratto 1:2
Fonte: Tesi, 1994 modificato.
Parametro Intervallo ottimale (mg/l)
pH 5,0-6,0
Conducibilità elettrica (ds/m a 25°C) 0,8-1,5
Azoto nitrico (NO3––N) 50-70
Azoto ammoniacale (NH4+–N) 3-6
Fosforo (P) 3-5
Parametro Intervallo ottimale (mg/l)
Potassio (K) 70-100
Calcio (Ca) 50-80
Magnesio (Mg) 25-35
Cloruri (Cl–) < 80
Tab. 5.18 - Valori di riferimento per CE, macroelementi, sodio e cloruri nell’estrazione 1:1,5
(mg/l o ppm sulla soluzione estratta)
Parametro Non fertilizzato Leggermente Moderatamente Pesantemente fertilizzato fertilizzato fertilizzato
Conducibilità elettrica (ds/m a 25°C) < 0,3 0,5 1,0 1,5
Azoto nitrico (NO3––N) < 10 28 45 56
Azoto ammoniacale (NH4+–N) < 4 14 25 35
Fosforo (P) < 4 15 23 30
Potassio (K) < 12 43 70 98
Calcio (Ca) < 28 28 40 72
Magnesio (Mg) < 15 17 24 44
Solfati (SO4– ––S) < 29 29 38 48
Sodio (Na) < 39 < 39 < 39 < 39
Cloruri (Cl–) < 60 < 60 < 60 < 60
Fonte: ter Berg, 2000.
Tab. 5.19 - Concentrazioni massime tollerabili per elementi potenzialmente tossici nell’estratto 1:1,5
(mg/l o ppm sulla soluzione estratta)
Parametro Colture sensibili Colture moderatamente sensibili Colture tolleranti
Conducibilità elettrica (ds/m a 25°C) < 0,6 < 1,2 < 1,6
Azoto nitrico* (NO3––N) < 84 < 84 < 84
Azoto ammoniacale (NH4+–N) < 28 < 84
Fosforo (P) < 45 < 45 < 45
Potassio* (K) < 235 < 235 < 235
Calcio* (Ca) < 120 < 240 < 240
Magnesio* (Mg) < 73 < 73 < 73
Solfati* (SO4– ––S) < 96 < 190 < 190
Sodio (Na) < 39 < 57 < 80
Cloruri (Cl–) < 60 < 89 < 125
Ferro (Fe) < 1,1 < 1,1 < 2,2
Manganese (Mn) < 0,16 < 0,27 < 0,55
Rame (Cu) < 0,19 < 0,19 < 0,19
Zinco (Zn) < 0,39 < 0,52 < 0,65
Boro (B) < 0,11 < 0,32 < 0,43
Fluoro (F) < 0,95 < 0,95 < 3,8
Bromuri (Br–) < 2,0
* Un eccesso di questo elemento non comporta direttamente sintomi di tossicità, ma può determinare una CE elevata.N.B. Una coltura può essere sensibile nei confronti di un elemento e tollerante nei confronti di un altro.Fonte: ter Berg, 2000.
5.4 Caratteristiche delle acque di irrigazione
L’acqua è uno dei principali fattori di produzione inagricoltura, ma la sua qualità è quasi sempre data perscontata. Al fine di giudicare l’idoneità di un’acqua perl’irrigazione si riportano i criteri di classificazione pro-posti da Giardini et al. (1993) che fissano i limiti diaccettabilità dei parametri che caratterizzano un’acqua.In questa classificazione vengono definite quattro classiper i parametri chimici fondamentali, due classi per iparametri complementari e tre classi per i parametrimicrobiologici fondamentali.
La tab. 5.22 non deve essere applicata in senso stret-to ma con la necessaria elasticità valutando l’acqua inesame nella sua complessità, correlando opportunamen-te i vari parametri, tenendo conto delle caratteristicheidrologiche del suolo che ospiterà la coltivazione e con-siderando se quest’ultima sarà condotta in serra o inpieno campo.
Per la produzione florovivaistica soltanto le acque concaratteristiche analitiche entro i limiti riportati nella primaclasse della tabella possono essere, in linea generale,impiegate senza limiti di utilizzo. Per le acque che hanno
caratteristiche che ricadono nella seconda classe devonoessere invece adottati opportuni accorgimenti come, peresempio, l’impiego di volumi di irrigazione tali da impe-dire accumuli salini nel suolo. Sempre per la seconda clas-se è consigliabile (soprattutto per la conducibilità elettri-ca, il sodio, i cloruri e i solfati) considerare accettabili peril florovivaismo i valori più bassi dell’intervallo indicato.
I limiti riportati nelle ultime due colonne, infine,identificano acque che solo eccezionalmente, e conmolta cautela, possono essere impiegate per la coltiva-zione di colture di pregio.
5.5 Linee generali per la diagnosi di disordini nutrizionali
La diagnosi dei disordini nutrizionali è spesso com-plessa e richiede di affiancare a un attento e approfondi-to esame dei sintomi, l’analisi del suolo e la diagnosticafogliare. Non è tra le finalità di questo lavoro una tratta-zione dettagliata sull’argomento; ci limitiamo a propor-re (tab. 5.21) delle linee guida per una prima valutazio-ne dei sintomi.
94 Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 4
Tab. 5.21 - Diagnosi di disordini nutrizionali
Parte di pianta Sintomo Distribuzione Carenza Eccesso
ClorosiUniforme N (S)
Internervale o a macchie Mg (Mn)
Foglie mature Apice e margine K B
Necrosi Internervale Mg (Mn)
A punti Mn (B)
Colorazione antocianica P
Foglie giovani Clorosi
Uniforme Fe (S)
e apici vegetativi Internervale o a macchie Zn (Mn)
Necrosi (clorosi) Ca, B, Cu
Deformazioni Mo (Zn, B)
Fonte: Marschner, 1995 - modificato.
95U S O D E L L E R I S O R S E N E L F L O R O V I V A I S M O : I F E R T I L I Z Z A N T I
Tab. 5.22 - Limiti di accettabilità per i parametri delle acque d’irrigazione
Parametri chimici fondamentali Unità di misura Classe I Classe II Classe III Classe IV
pH 6-8,5 5-6 / 8,5-9 4-5 / 9-10 < 4 / > 10Conducibilità elettrica mS/cm a 25°C < 750 750-2500 2500-4000 > 4000SAR < 6 6-20 20-28 > 28Sodio mg/l < 50 50-180 180-210 > 210Cloruri mg/l < 100 100-250 250-350 > 350Solfati mg/l < 100 100-2500 2500-3800 > 3800Boro mg/l < 0,3 0,3-2 2-4 > 4Cromo trivalente mg/l < 0,1 0,1-1 1-1,2 > 1,2Cromo esavalente mg/l < 0,003 0,003-0,03 0,03-0,05 > 0,05Cadmio mg/l < 0,003 0,003-0,03 0,03-0,06 > 0,06Rame mg/l < 0,2 0,2-5 5-6 > 6Mercurio mg/l < 0,004 0,004-0,04 0,04-0,12 > 0,12Nichel mg/l < 0,2 0,2-2 2-2,4 > 2,4Piombo mg/l < 1 1-10 10-12 > 12Selenio mg/l < 0,002 0,002-0,02 0,02-0,03 > 0,03Zinco mg/l < 2 2-10 10-12 > 12Alluminio mg/l < 5 5-20 20-24 > 24Berillio mg/l < 0,1 0,1-0,35 0,35-0,6 > 0,60Cobalto mg/l < 0,05 0,05-4 4-5 > 5Ferro mg/l < 2 2-5 5-20 > 20Litio mg/l < 1 1-2,5 2,5-5 > 5Manganese mg/l < 0,2 0,2-10 10-12 > 12Fluoro mg/l < 1 1-15 15-18 > 18Molibdeno mg/l < 0,01 0,01-0,02 0,02-0,05 > 0,05Vanadio mg/l < 0,1 0,1-1 1-1,2 > 1,2Arsenico mg/l < 0,02 0,02-0,2 0,2-0,6 > 0,6Tensioattivi mg/l 0,5 0,5-1 1-2 > 2Oli minerali mg/l < 5 5-10 10-20 > 20Grassi animali e vegetali mg/l < 20 20-40 40-80 > 80Fenoli mg/l < 0,5 0,5-5 5-50 > 50Aldeidi mg/l < 0,4 0,4-0,8 0,8-1 > 1Solventi organici aromatici mg/l < 0,02 0,02-0,04 0,04-0,2 > 0,2Solventi organici azotati mg/l < 0,025 0,025-0,05 0,05-0,1 > 0,1Solventi clorurati mg/l < 0,2 0,2-0,4 0,4-1 > 1Cianuri mg/l < 0,05 0,05-0,1 0,1-0,2 > 0,2Mercaptani mg/l < 0,15 0,15-0,3 0,3-0,5 > 0,5Policlorodifenili mg/l – – – > 0,01Fitofarmaci totali mg/l < 0,05 0,05-0,08 0,08-0,1 > 0,1Fitofarmaci clorurati mg/l < 0,015 0,015-0,03 0,03-0,05 > 0,05Fitofarmaci fosforati mg/l < 0,05 0,05-0,1 0,1-0,2 > 0,2
Parametri complementari Classe A Classe B
Solidi sospesi inorganici mg/l < 30 > 30BOD5 mg/l < 20 > 20COD mg/l < 35 > 35Azoto totale mg/l < 40 > 40Fosforo totale mg/l < 10 > 10Bicarbonati mg/l < 250 > 250
Parametri microbiologici Classe A Classe B Classe C
Coliformi totali MPN/100 ml < 5000 5000-12000 > 12000Coliformi fecali MPN/100 ml < 1000 1000-12000 > 12000Streptococchi fecali MPN/100 ml < 1000 1000-2000 > 2000Uova di elminti n. uova vitali/l Assenti 0-1 > 1
Fonte: Giardini et al., 1993.
96 Q U A D E R N O A R S I A 2 / 2 0 0 4Tab
. 5.2
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107U S O D E L L E R I S O R S E N E L F L O R O V I V A I S M O : I F E R T I L I Z Z A N T I
Collana Quaderni ARSIA
1/97. Supporti conoscitivi per l’attività di consulenza gestionale alle imprese agricolea cura di G. Franchini, G. Lorenzini
2/97. Progetto di meccanizzazione di vigneti su pendici terrazzate a forte declivitàa cura di M. Vieri, M. Giovannetti, P.P. Lorieri, S. Tarducci, M. Zoli, M. Beltrami
3/97. Indagine sugli aspetti ecologici ed economici dei vaccinieti nell’Appennino Tosco-emilianoa cura di I. Ronchieri, T. Mazzei
4/97. L’analisi del processo decisionale in agricoltura secondo il modello EPAAV nell’applicazione ad un caso concreto. I. Malevolti
5/97. Vitigni extraregionali: osservazioni comparative sul comportamento agronomico e tecnologico di 17 cultivar ad uva bianca in ambiente collinare toscano. G. Di Collalto, S. Mancuso, R. Bandinelli
6/97. Alcuni vitigni regionali minori tradizionalmente coltivati in Toscana: principali caratteristiche descrittiveG. Di Collalto, R. Bandinelli
7/97. Osservazioni comparative su alcune forme di allevamento della vite in ToscanaG. Di Collalto, R. Bandinelli, P. Petroni
8/97. Osservazioni comparative sulla produttività delle viti e la maturazione dell’uva in alcuni cloni di vitigni toscaniG. Di Collalto, M. Giovannetti
9/97. Ricerche sul germoplasma viticolo della Toscana: 1. Vitigni ad uva da coloreP.L. Pisani, R. Bandinelli, A. Camussi
1/98. Il bacino idrografico del torrente Sova in Casentino. Studio preliminare per la pianificazione degli interventi di sistemazione idraulico-forestale in un bacino montano. R. Chiarini, C. Fani, M. Miozzo, G. Nocentini
2/98. Introduzione alla “Qualità” nel settore agroalimentare. P. De Risi, R. Moruzzo3/98. Linee guida per l’applicazione del D.Lgs. 155/97 nelle aziende agricole toscane. Settore vinicolo4/98. Linee guida per l’applicazione del D.Lgs. 155/97 nelle aziende agricole toscane. Settore oleicolo5/98. Linee guida per l’applicazione del D.Lgs. 155/97 nelle aziende agricole toscane. Settore miele6/98. Linee guida per l’applicazione del D.Lgs. 155/97 nelle aziende agricole toscane. Settore ortofrutticolo7/98. L’innovazione nell’agricoltura toscana. Analisi del fabbisogno e criteri per la definizione delle priorità di azione
G. Brunori8/98. Il Vin Santo in Toscana. Composizione e caratteri sensoriali. P. Buccelli, F. Giannetti, V. Faviere
ARSIA, la comunicazione istituzionaleal servizio dell’agricoltura
L’attività editoriale
L’ARSIA svolge la propria attività editoriale attraverso unaspecifica linea, articolata in varie collane (monografie, qua-derni tecnici, atti di convegni e seminari, manuali tecnici) eprovvede direttamente alla loro diffusione. L’Agenziaregionale, infatti, pubblica i risultati di studi, ricerche e spe-rimentazioni, realizzati dai propri tecnici o commissionati
all’esterno, con l’intento di fornire attraverso la stampa (outilizzando gli strumenti telematici) il materiale tecnico perla divulgazione e l’aggiornamento.L’elenco aggiornato di tutte le pubblicazioni edite dal-l’ARSIA è consultabile in internet all’indirizzo:
www.arsia.toscana.it/vstore
1/99. Linee guida per l’allevamento di galliformi destinati al ripopolamento ed alla reintroduzioneF. Dessì Fulgheri, A. Papeschi, M. Bagliacca, P. Mani, P. Mussa
2/99. Il latte ovino in Toscana. Indagine sulle aziende di produzione e studio dell’influenza dei fattori alimentari sulla qualità del latte
3/99. Rapporto sull’economia agricola della Toscana, a cura di R. Pagni4/99. Strategie delle imprese agricole familiari e sviluppo rurale integrato, a cura di I. Malevolti5/99. I danni causati dal cinghiale e dagli altri ungulati alle colture agricole. Stima e prevenzione6/99. Linee guida per l’applicazione del D.Lgs. 155/97 nelle aziende agricole toscane. Settore cerealicolo7/99. Il formaggio pecorino toscano, a cura di R. Bizzarro8/99. Linee guida per l’applicazione del D.Lgs. 155/97 nella produzione delle conserve vegetali9/99. Il legno di castagno e di douglasia della Toscana. Qualità del legno e selvicoltura.
Classificazione e valori caratteristici del legname strutturale
1/2000. Le tecniche di immissione della piccola selvaggina. R. Mazzoni della Stella2/2000. Risultati delle prove funzionali su linee gocciolanti integrali (Parte I). M. Bertolacci3/2000. La coltivazione del fungo pioppino in Toscana. Valutazione della fattibilità tecnica ed economica
di un sistema produttivo. G. Nocentini, M. Coluccia, G. Gaggio, S. Salvadorini
1/2001. L’oidio della vite in Toscana. P. Cortesi, M. Ricciolini2/2001. Linee guida per la ricerca europea nel settore agricolo-forestale e della pesca. G. Torta3/2001. L’igiene dei prodotti agroalimentari. Guida pratica4/2001. Metodologie alternative di lotta alle parassitosi gastrointestinali degli ovini
1/2002. Il miele in Toscana. Miglioramento della qualità e valorizzazione2/2002. Il monitoraggio fitosanitario delle foreste, a cura di A. Guidotti3/2002. Risultati delle prove funzionali su linee gocciolanti integrali e irrigatori a pioggia. Parte II. M. Bertolacci
1/2003. Anagrafe bovina - Istruzioni per l’uso2/2003. Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: i fabbisogni energetici (+ CD). M. Vieri, M. Ceccatelli3/2003. Come produrre energia dal legno. G. Mezzalira, M. Brocchi Colonna, M. Veronese4/2003. Interventi di ingegneria naturalistica in Toscana. Prime esperienze di monitoraggio
A.L. Freschi, G. Nocentini, F. Dinardo5/2003. Macchine irroratrici agricole: controlli e tarature per una maggiore efficienza e sicurezza di impiego
R. Russu, M. Vieri
1/2004. Miglioramento qualitativo delle produzioni vitivinicole e del materiale di propagazionea cura di A. Gemmiti
2/2004. Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: la fertilizzazioneP. Baroncelli, S. Landi, P. Marzialetti, N. Scavo
IN PREPARAZIONE:3/2004. Trasformare la comunicazione rurale. Scenari ed esperienze in alcuni paesi europei
G. Brunori, P. Proietti, A. Rossi
Finito di stampare nell’aprile 2004
da EFFEEMME LITO srla Firenze
per conto diARSIA • Regione Toscana