PROTAGONISTI DEL LIMITE - Webdiocesi · ha insegnato Renato Zero con la sua famosa canzone Cercami...

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MENSILE DINFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO ANNO 7 N. 60 - MARZO 2014 PROTAGONISTI DEL LIMITE appuntamenti 12 percorso biblico dicesano 2 meeting dei giovani 3 milleflash 4 disabilità e catechesi 6 alessia cecchetti 7 intervista al vicario 8 ss. giovanni batt. ed ev. 9 san giacomo apostolo 10 speciale grassi e negroni 11 Era un professore di filosofia a Toronto, in Canada. Nel 1964, per quello ch’egli stesso descrive come misterioso disegno della prov- videnza, tramite un amico domenicano in- contrò il mondo degli adulti con gravi disabi- lità mentali. Ne ignorava perfino l’esistenza. Gli fu rivolto l’invito a stare un po’ con loro per aiutare in piccoli lavori. È Jean Vanier, oggi un anziano ricco di contagiosa gioia evangelica. L’ho incontrato una volta a Ciam- pino, nella nostra Diocesi di Albano, dove ci sono tre comunità dell’Arca da lui fondata. Confida: «Con loro mi sentivo molto conten- to, mi accoglievano. Quando stavo con i miei studenti, dovevo essere un professore. Con questi uomini handicappati capivo che dovevo essere me stesso. Mi hanno fatto scoprire il mistero dell’incontro tra persone come tra gli studenti non avevo mai sperimentato». Il bi- sogno di essere se stessi: è il primo, grande dono che giunge dall’incontro con chi è affet- to dalla disabilità. In genere si ritiene che queste persone abbiano anzitutto bisogno di aiuto. In realtà hanno pure una grande voglia, un intenso desiderio di donare. Fra i loro pri- mi gesti, il correre ad abbracciarti, fare, ma- gari rumorose, esclamazioni di accoglienza. È vero anche quando si tratta di catechesi ai disabili. Quello ch’è più urgente non è anda- re alla ricerca di uno specialista, ma acco- gliere e lasciarsi accogliere. La loro acco- glienza ci svela. Leggo in un recente volume dal titolo Buona Notizia. Disabili (EDB 2013) che accogliere loro vuol dire avventurarsi in una compagnia che gli permetta d’irradiare il loro volto; essere loro catechisti comporta anzitutto avere occhio capace di vedere in lo- ro, come in uno specchio, le potenzialità rea- li, lasciando emergere quel volto nuovo, che non è solo quello mostrato. Questo occhio apre allo sguardo di fede, che sa riconoscere con stupore l’opera di Dio nella vita di ciascu- no e i semi da custodire perché portino frut- to. Orientando, così, lo sguardo verso colui che salva, diventa possibile, grazie a una for- za impensabile, liberare il peso delle infermi- tà e delle infelicità e scoprire la gioia, nono- stante i limiti e deficit, di essere protagonisti dell’esistenza per come ci è stata data. X Marcello Semeraro, vescovo

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  • MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO • ANNO 7 N. 60 - MARZO 2014

    PROTAGONISTI DEL LIMITE

    appuntamenti 12

    percorso biblico dicesano 2

    meeting dei giovani 3

    milleflash 4

    disabilità e catechesi 6

    alessia cecchetti 7

    intervista al vicario 8

    ss. giovanni batt. ed ev. 9san giacomo apostolo 10

    speciale grassi e negroni 11

    Era un professore di filosofia a Toronto, inCanada. Nel 1964, per quello ch’egli stessodescrive come misterioso disegno della prov-videnza, tramite un amico domenicano in-contrò il mondo degli adulti con gravi disabi-lità mentali. Ne ignorava perfino l’esistenza.Gli fu rivolto l’invito a stare un po’ con loroper aiutare in piccoli lavori. È Jean Vanier,oggi un anziano ricco di contagiosa gioiaevangelica. L’ho incontrato una volta a Ciam-pino, nella nostra Diocesi di Albano, dove cisono tre comunità dell’Arca da lui fondata.Confida: «Con loro mi sentivo molto conten-to, mi accoglievano. Quando stavo con i mieistudenti, dovevo essere un professore. Conquesti uomini handicappati capivo che dovevoessere me stesso. Mi hanno fatto scoprire ilmistero dell’incontro tra persone come tra glistudenti non avevo mai sperimentato». Il bi-sogno di essere se stessi: è il primo, grandedono che giunge dall’incontro con chi è affet-to dalla disabilità. In genere si ritiene chequeste persone abbiano anzitutto bisogno diaiuto. In realtà hanno pure una grande voglia,un intenso desiderio di donare. Fra i loro pri-

    mi gesti, il correre ad abbracciarti, fare, ma-gari rumorose, esclamazioni di accoglienza.È vero anche quando si tratta di catechesi aidisabili. Quello ch’è più urgente non è anda-re alla ricerca di uno specialista, ma acco-gliere e lasciarsi accogliere. La loro acco-glienza ci svela. Leggo in un recente volumedal titolo Buona Notizia. Disabili (EDB 2013)che accogliere loro vuol dire avventurarsi inuna compagnia che gli permetta d’irradiare illoro volto; essere loro catechisti comportaanzitutto avere occhio capace di vedere in lo-ro, come in uno specchio, le potenzialità rea-li, lasciando emergere quel volto nuovo, chenon è solo quello mostrato. Questo occhioapre allo sguardo di fede, che sa riconoscerecon stupore l’opera di Dio nella vita di ciascu-no e i semi da custodire perché portino frut-to. Orientando, così, lo sguardo verso coluiche salva, diventa possibile, grazie a una for-za impensabile, liberare il peso delle infermi-tà e delle infelicità e scoprire la gioia, nono-stante i limiti e deficit, di essere protagonistidell’esistenza per come ci è stata data.

    X Marcello Semeraro, vescovo

  • Domenica 9 marzo si èsvolto, presso la Par-rocchia La Resurrezio-ne, il 1° convegno dei catechi-sti del Vicariato di Aprilia perdiscutere e meditare su alcunipunti fondamentali della cate-chesi e raccontare come i ca-techisti delle parrocchie delterritorio testimoniano e ri-svegliano nella comunità lamemoria di Dio. Don Alessan-dro Tordeschi, vicario di Apri-lia, e don Felipe Gil, respon-sabile vicariale della cateche-si, hanno introdotto l’inter-vento di don Jourdan Pinhei-

    ro, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, che ha sot-tolineato alcune citazioni della esortazione apostolica dipapa Francesco Evangelii gaudium, invitando i presenti aleggerla, rileggerla, usarla per la preghiera, rivedere i sin-goli punti per sperimentare la gioia dell’evangelizzazione.Essere catechista è una vocazione, non un lavoro: non si fail catechista, ma si è catechista, perché coinvolge tutta lavita. Ripartire da Cristo significa avere familiarità con Lui,imitarlo nell’uscire da sé e andare incontro all’altro, nonavere paura di andare con Lui nelle periferie. Don Felipe Gilha invitato tutti ad approfittare della Quaresima per ravviva-re la relazione con Dio nella Chiesa e accogliere il messag-gio del Signore per testimoniarlo con gioia agli altri e conl’aiuto dello Spirito Santo non entrare nella tentazione, chedilaga nella cultura attuale di abbandonare il programmabattesimale di Gesù.

    Giovanni e Grazia

    «Vorrei insistere perché la par-tecipazione all’Eucarestiasia veramente, per ogni bat-tezzato, il cuore della domenica: un im-pegno irrinunciabile, da vivere non solocome precetto, ma come bisogno diuna vita cristiana veramente consape-vole e coerente». Questo scriveva papaGiovanni Paolo II nella consapevolezzache veramente l’Eucarestia è il cuore eil vertice della vita cristiana. In questiultimi mesi ci siamo abituati ad ascoltare le riflessioni del nostrovescovo sulla Celebrazione eucaristica domenicale e in partico-lare sul radunarsi nella fede dei battezzati per celebrare i “San-ti Misteri”. In questa prospettiva il Settore apostolato biblico del-l’Ufficio catechistico diocesano ha organizzato un percorso perl’approfondimento della Sacra Scrittura: Fate questo in memo-

    ria di me: convocati alla mensa dellaParola e dell’Eucarestia. Aiutati da al-cuni esperti abbiamo approfonditomolte pagine della Scrittura per com-prendere il senso del celebrare comeChiesa l’Eucarestia: don Luca Mazzin-ghi, presidente dell’Abi, ci ha intratte-nuti sul significato di Assemblea radu-nata nel nome del Signore per Israele,padre Luca De Santis, professorepresso la Pontificia Università “San

    Tommaso d’Aquino”, ha riletto le pagine evangeliche sulla mol-tiplicazione dei pani e dei pesci nella doppia dimensione Eucari-stica e di assemblea e Mauro Meruzzi, della Pontificia Universi-tà Urbaniana, ci ha aiutato a riflettere a partire dalla Prima Let-tera ai Corinzi sul radunarsi in assemblea per spezzare il pane.

    Alessandro Saputo

    dalla diocesi2

    Martedì 11e martedì18 mar-zo, si è svolto, indue luoghi diver-si del territoriodiocesano, l’in-contro annuale diLaboratorio pa-storale che coin-

    volge tutti i sacerdoti della Diocesi. Quest’anno la rifles-sione introdotta dal vescovo Marcello Semeraro ha avu-to come oggetto la Tappa eucaristica. Il Convegno pa-storale diocesano di giugno ha avviato un lavoro di stu-dio che coinvolge tutti i membri della Chiesa locale a ri-flettere e offrire il proprio contributo per l’elaborazionedi questa Tappa, così come proposta dal progetto dioce-sano di Iniziazione cristiana delle giovani generazioni. Icatechisti, nel loro convegno annuale di settembre, e ilConsiglio pastorale diocesano, negli incontri dei mesiscorsi, hanno riflettuto approfondendo l’aspetto dei treanni di catechesi da offrire ai bambini che, accompa-gnati dalle loro famiglie, chiedono di partecipare per laprima volta al banchetto eucaristico. Ai sacerdoti il ve-scovo ha chiesto di riflettere sull’altro aspetto di questatappa: il progressivo inserimento nell’assemblea euca-ristica domenicale. Dopo l’introduzione di monsignor Semeraro, i sacerdotisi sono divisi in gruppi per confrontarsi sulla realtà del-le assemblee eucaristiche domenicali, a partire ciascu-no dalla propria esperienza parrocchiale, e sui passi ne-cessari per renderle sempre più vive, gioiose, e capacidi esprimere il volto di una Chiesa “in uscita”.

    Gualtiero Isacchi

    PERCORSO BIBLICO DIOCESANOSi è svolto a Nettuno l’annuale appuntamento proposto dall’Apostolato biblico

    LABORATORIO PASTORALEI sacerdoti e la Tappa eucaristica

    IL VANGELO DELLA GIOIAAd aprilia il 1° Convegno vicariale dei catechisti

  • dalla diocesi 3

    Quattro laboratori, un solotema: Nella Sua squadra.Domenica 16 marzo, nel-l’oratorio Don Bosco di Ariccia,più di 140 ragazzi e animatori sisono allenati durante il 2° Mee-ting diocesano dei giovani in 4tempi per esercitarsi a faresquadra. Fare squadra signifi-ca: avere lo stesso beat, chetutti hanno imparato con il CupSong: battere con un bicchieredi plastica un ritmo particolaresul quale cantare When I’m gone di Anna Kendrick, muoversia ritmo con il ballo Mr. Jack, memorizzando movimenti e co-ordinandosi con gli altri, mettersi in cerca dell’altro, come ciha insegnato Renato Zero con la sua famosa canzone Cercamie, infine, scoprire durante la preghiera che chi mi sta accantoè quella perla preziosa che dà valore alla mia storia: un dono,un tesoro da parte del Buon Dio. L’altro, il fratello come hadetto monsignor Tonino Bello, ha come ognuno di noi un’alasoltanto: per trovare il coraggio di aprire l’unica ala per volareoccorre essere in due. A mezzogiorno, la celebrazione eucari-stica ha radunato tutti i presenti sul monte della Trasfigurazio-ne – il Vangelo della II domenica di Quaresima – insieme ai di-

    scepoli. Ognuno, con il suo ca-rattere particolare, gioca nellasquadra di Gesù e viene da Luitrasfigurato. Cristo, infatti, ilcentro della storia, attrae conla Sua bellezza e illumina ognitempo. Adulti e giovani hannocondiviso la fatica e la bellezzadell’allenamento e della vitto-ria. Infine, dopo una lunga eimpegnativa giornata, l’entu-siasmo di tutti e la soddisfazio-ne erano ben visibili sui volti

    dei protagonisti di questo grande evento. A conclusione delMeeting – organizzato grazie alla collaborazione del Servizio dipastorale giovanile, il Centro oratori diocesano e il Centro dio-cesano per le vocazioni – ci siamo lasciati con un arrivederci,fissando già nuovi appuntamenti. Il primo sarà la Giornatamondiale diocesana della gioventù, il 13 aprile domenica dellePalme, il secondo il Cresifest (per i cresimandi di quest’anno)il 30 aprile. Il prossimo, e ultimo, Meeting dei giovani primadell’estate avrà luogo il 1° giugno sempre ad Ariccia. Per ulte-riori informazioni: www.pastoralegiovanilealbano.it o su Face-book www.facebook.com/groups/pastoralegiovanilealbano.

    Rudi Piccolo

    La Parrocchia San Pietro in Formisdi Campoverde, ad Aprilia, sta so-stenendo la campagna Dai vita adun sogno. Adotta un pancione in Congodella fondazione Sofia Onlus (www.fon-dazionesofia.org), una organizzazionenon profit dei padri e fratelli della So-cietà del Divin Salvatore, una congre-gazione religiosa fondata nel 1881 daun sacerdote tedesco e attualmentepresente nei cinque continenti. Nataper sostenere lo sviluppo di progetti a favore dei deboli e op-pressi nel mondo, la congregazione opera facendo dell’ispi-razione cristiana e della carità universale una pratica quoti-diana. Il progetto Dai vita a un sogno. Adotta un pancione inCongo è stato ideato per accompagnare le future mammedella regione del Kapanga, nella Repubblica Popolare delCongo, verso un parto sicuro ed è nato prendendo atto delfatto che, in questo territorio, un bambino su cinque non ar-riva a compiere cinque anni e una mamma su duecentomuore di parto. Le donne, infatti, sono spesso costrette apartorire in casa, in una regione priva di elettricità e di mez-zi di trasporto, e dove non hanno modo di accedere a curemediche, rischiando la propria vita e quella dei bambini.

    La comunità della Parrocchia di Cam-poverde, e in particolare le donne,hanno risposto all’appello della fonda-zione Sofia Onlus impegnandosi inquesto progetto che porta la comunitàa vivere in una realtà missionaria chefa della carità, e quindi dell’amore pergli altri, il centro della propria fede. Lacomunità parrocchiale vuol far proprioquanto affermato da papa Francescoquando si è schierato apertamente e

    decisamente contro la ricchezza e in difesa dei più umili, af-fermando che, «quando il potere, il lusso e il denaro diven-tano idoli, si antepongono all’esigenza di una equa distribu-zione delle ricchezze. Pertanto, è necessario che le coscien-ze si convertano alla giustizia, all’ uguaglianza, alla sobrietàe alla condivisione». La fondazione Sofia Onlus desidera im-pegnarsi nel programmare e organizzare nella comunità diCampoverde degli incontri, aperti a tutta la Diocesi, cheavranno per oggetto la missionarietà della Chiesa, ricordan-do che la stessa non è un’organizzazione assistenziale, ben-sì una comunità di persone che vogliono vivere e condivide-re lo stupore dell’incontro con Gesù Cristo.

    Alessandro Cardinale

    SOSTENERE LA MATERNITÀA Campoverde avviata la campagna Dai vita a un sogno: adotta un pancione in Congo

    NELLA SUA SQUADRADomenica 16 marzo si è svolto presso l’oratorio Don Bosco di Ariccia il 2° Meeting dei giovani

  • a cura di GIOVANNI SALSANO

    Nuova Nursery school nella Diocesi di MakeniÈ stata aperta a metà mar-zo dal Centro missionariodella Diocesi di Albano unanuova Nursery School – in-titolata al vescovo Marcel-lo Semeraro – nel quartie-re Stocco Leprosy Hospitaldi Makeni in Sierra Leone.La scuola, realizzata attra-

    verso la ristrutturazione di un edificio preesistente, con uncosto di 10mila euro, è gestita dalle Piccole discepole diGesù e accoglie 50 bambini di età inferiore ai 6 anni, offren-do loro istruzione, l’occorrente per la scuola, assistenzamedica e un pasto al giorno. «La Nursery School – spiegamonsignor Pietro Massari, direttore del Centro missionario– si trova nel quartiere dove fino a venti anni fa c’erano ilebbrosi e ancora se ne vedono i segni».

    A Falasche incontro-dibattito sulla famigliaSi è svolto lunedì 10 marzo, nelle sale della ParrocchiaSant’Antonio Abate nel quartiere di Falasche, ad Anzio, unincontro – dibattito sul tema Non parlarmi dei tuoi. La na-scita, la crescita della famiglia nuova tra genitori, suocerie nonni, al termine della settimana intensiva diocesana dipreparazione dei giovani sposi alle nozze (3-10 marzo).L’incontro, che ha visto la partecipazione di numerose per-sone – tra cui molti genitori e suoceri dei ragazzi impegna-ti del corso diocesano – è stato guidato dallo psicologo Gi-gi Avanti e da monsignor Carlino Panzeri, direttore dell’Uf-ficio per la pastorale della famiglia della Diocesi di Albano.

    La consacrazione della nuova chiesa a PavonaDal 15 al 23 marzo Pavona ha vissuto giorni di festa in oc-casione del 50° anniversario di fondazione della Parroc-chia San Giuseppe Sposo di Maria Vergine, che ha vistomercoledì 19 marzo il culmine con l’atteso rito, presiedutodal nostro vescovo Marcello, della consacrazione e dedica-zione della nuova chiesa, costruita in via Pescara, poco di-stante dal vecchio edificio. Tra le iniziative realizzate, unaconferenza su san Giovanni Battista Piamarta, fondatoredella congregazione Sacra Famiglia di Nazareth, e un con-vegno a cura di monsignor Adriano Gibellini sul tema Il ri-to di dedicazione di una chiesa. Il 23 marzo, il vescovoemerito di Albano, Dante Bernini, ha presieduto una solen-ne concelebrazione dell’eucaristia.

    Celebrato il 9 marzo il rito di elezione per 13 catecumeniÈ stato celebrato nella Cattedrale di Albano il 9 marzo, pri-ma domenica di Quaresima, il rito di elezione per 13 catecu-meni della Diocesi di Albano – provenienti da paesi diversi:Cuba, Algeria, Bosnia Erzegovina, Brasile, Marocco, Alba-nia, Italia, Capo Verde – che riceveranno nella notte di Pa-squa i sacramenti dell’Iniziazione cristiana: Battesimo, Cre-sima ed Eucarestia. Il Rito di elezione o dell’iscrizione delnome, è un momento solenne, centrale per la vita del cate-cumeno, in cui la Chiesa, dopo aver sentito la testimonianzadei padrini e dei catechisti, per verificare la preparazione deicatecumeni e aver conferma della loro volontà di diventarecristiani, decide di ammetterli ai sacramenti pasquali

    Appuntamenti di aprile del Museo diocesanoArte e letteratura saranno pro-tagoniste ad aprile al MuseoDiocesano di Albano. Doppioappuntamento il 5 aprile: alle10 è in programma Cose MaiViste 2.0 – Visita al Museo Dio-cesano di Albano, a cura delParco Regionale dei Castelli

    Romani e dell’associazione Picus, mentre alle 17,30 si svol-gerà la conferenza Caspar De Crayer, un pittore fiammingonella Cattedrale di Albano, a cura di Valerio D’Angelo, segui-ta da una visita in cattedrale. Martedì 22 aprile, infine, alle 18è in calendario Incontro con l’Autore – Giuseppe Ghisellini,con Roberto Libera e Salvatore Merra. A intervistare Ghisel-lini saranno Fabio Pelle e Marco Cottini.

    Convegno degli IdRÈ in programma il 5 e 6 apri-le, presso l’istituto Murialdodi Albano, il corso di aggior-namento per gli insegnanti direligione cattolica della Dio-cesi di Albano, sul tema Larelazione virtuale sostitutivadi quella reale, a cura dell’Uf-ficio diocesano per l’insegna-mento della religione cattoli-ca. Il corso inizierà sabato 5aprile alle 15,30 con il saluto

    della direttrice dell’Ufficio, Gloria Conti, seguito dall’inter-vento di Giuseppe Savagnone, direttore Ufficio cultura del-la Diocesi di Palermo e da un dibattito in aula. Il giornosuccessivo i lavori si svolgeranno dalle 9 alle 18: relatoresarà monsignor Domenico Pompili, direttore dell’UfficioCei per le Comunicazioni sociali.

    milleflash4

  • annunciatori del vangelo6

    Uno degli aspetti significativi delpercorso di rinnovamento chesempre più si sta delineando nellaChiesa di oggi riguarda la nuova prospet-tiva di fraternità, di apertura, di evange-lizzazione. Essa chiama noi cristiani a unrinnovamento quotidiano nel modo di vi-vere i rapporti, rinnovamento che ci ap-pare ancor più radicale quando l’“altro”con cui ci è chiesto di relazionarci è unapersona disabile.

    Le domande che sorgono dal limiteDavanti al limite e alla disabilità sorgono sempre varie doman-de: quale dimensione religiosa può possedere un disabile? Puòandare oltre l’ABC della catechesi? Vivere un autentico cammi-no di relazione con Dio e con i fratelli, fino alla santità? Sembraun azzardo o pura retorica parlare di “vita spirituale” per le per-sone disabili. Solo alla luce della Parola di Dio possiamo com-prendere il senso di un percorso di fede che parte da un cam-mino di iniziazione alla vita cristiana sino all’incontro con il Pa-dre e i criteri per progettarlo affinché la persona disabile pos-sa divenire soggetto nell’evangelizzazione. Il concetto cristianodi persona, infatti, ha fondamento nella Scrittura, che non defi-nisce l’uomo in se stesso, ma lo coglie nella sua relazione conil Signore, poiché il suo essere profondo è determinato dallasua chiamata all’esistenza. Anche il disabile è persona chiama-

    ta alla comunione, a immagine e somiglianza del Dio-Trinità.Qui si fonda la possibilità e la necessità di una sua educazionealla vita spirituale. Per affrontare in modo concreto il tema del-la disabilità vorrei partire da una richiesta non espressa, maineludibile, che ci giunge dalle persone disabili: “Pensami adul-to”. Questo è il grido di tanti ragazzi con disabilità che non vor-rebbero sempre essere percepiti come eterni bambini, fuori daltempo, oppure come angeli, a causa della disabilità.

    La bellezza del mistero dell’uomoPensando ad un disabile intellettivo o a un pluridisabile a voltenon si riesce a cogliere la bellezza del mistero dell’uomo, ma sene coglie soprattutto il limite. Ci chiediamo: cosa capirà quandoriceve il Corpo di Cristo? Come può partecipare alla Lectio? Aquesto proposito, la tradizione pedagogica cristiana, valorizzatada molti documenti del Magistero, parladella disabilità insistendo sulla promo-zione integrale della persona (fisica, in-tellettiva, emotiva-affettiva, relazionale,morale e spirituale). Ecco perché i per-corsi educativi non devono trascurare ta-le obiettivo: il compito della catechesi èquello di formare a una fede che condu-ca l’uomo alla “statura di Cristo”. Oggi le“buone prassi” educative tendono a valo-rizzare la dimensione della progettualità,offrendo, da un lato, spazi idonei perché

    LA BELLEZZA DI GESÙ CRISTO MUOVE IL CREDENTE

    DIO CI HA VOLUTI FIGLI E PER LUI SIAMO TUTTI UGUALILa testimonianza di fede di Alessia Cecchetti

    Ciao a tutti, sono AlessiaCecchetti, ho diciassetteanni, i capelli castani, gliocchi marroni e frequento il 4°anno del Liceo Artistico Capo-grossi a Pomezia. Ho un fratellopiù grande e si chiama Marco edha 22 anni. Sono nata a Roma mavivo ad Ardea a Nuova Florida. Imiei genitori si chiamano AnnaMaria e Antonio. Ho fatto un per-corso di fede facendo prima ilBattesimo ad Ardea nella chiesa

    San Pietro il 13 ottobre 1996, poi, la prima comunione, nel-la chiesa San Gaetano da Thiene il 6 maggio 2007 e poi horicevuto il sacramento della Cresima nella chiesa di SantaCaterina da Siena l’8 ottobre del 2011. Nella mia vita Dio è aldi sopra di tutto. È al primo posto. Lui ci fa capire che non bi-sogna mai arrenderci, ma farsi coraggio e rialzarci ogni vol-ta che ci abbattiamo. Quello che lui vuole è che noi percor-riamo la via che ci ha dato fino alla fine, perché si sa che cia-scuno di noi nella propria vita può incontrare delle difficoltàma, Dio è presente in ognuno di noi e il suo amore è infinito.Io sono nata con la sindrome di Down, per molti può sem-brare terribile ma non è così, io vado a scuola tutti i giorni,

    vado in palestra e lì mi scateno ballando zumba, il sabatovado all’oratorio e frequento tanti amici e la domenica vadoagli scout e lì sono diventata una scolte, inoltre spesso micapita di uscire a cena o a pranzo con ragazzi di un gruppo odi un altro, perciò faccio tutto e mi diverto, nonostante lasindrome. Questo, grazie all’aiuto del Signore, e per questoio credo in Lui. Essere Down o avere altre patologie, non vuoldire che ci dobbiamo chiudere e avere il terrore che qualcu-no ci prenda in giro, ma, facciamoci vedere agli occhi delmondo. A Dio non importa se sei sano o no, l’unica cosa chea lui importa è il tuo cuore, quante volte lo hai cercato, ci havoluti come figli e per lui noi siamo tutti uguali. Dio è pre-sente ogni giorno, ogni momento nella mia vita. Io mi confi-do con il Signore ogni volta che ne sento il bisogno, perchého la sicurezza che lui esiste, e questo lo sento attraversol’amore dei miei genitori e l’affetto dei miei amici. Lo so chetutti noi dobbiamo percorrere la strada della nostra vita cheha molti ostacoli, ma alla fine Dio ci ha promesso il suo Re-gno. Per salire nel Regno dei Cieli, dobbiamo passare primasotto la tempesta, ma dopo la tempesta esce il sole. Io vor-rei che questo mondo fosse migliore, che la gente accettas-se con amore i ragazzi con disabilità, gli anziani, i poveri, ipiù umili, perché Gesù è uno di noi, perciò sorridiamo per-ché dopo la tempesta esce il sole.

    nick vujicic

  • la catechesi con i disabili 7

    Se tutti i cristiani sono «pietre vive», costruite «comeedificio spirituale, per un sacerdozio santo e per of-frire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante GesùCristo» (1Pt 2,4), questo certamente vale anche per lapersona con disabilità. Quale possibilità hanno le personedisabili di scoprire la propria particolare vocazione all’in-terno delle comunità ecclesiali e di contribuire attivamen-te alla missione redentrice che il Signore Risorto ha affi-dato alla sua Chiesa? In continuità con la cura maternaespressa dalla Chiesa, e mentre si riflette sul necessario“ripensamento” della pastorale della Iniziazione Cristia-na, si vuole nuovamente sottolineare che le persone condisabilità sono nel cuore e al centro della Chiesa: membria pieno titolo della Chiesa, testimoni di fede e annunciato-ri essi stessi del messaggio evangelico. È un invito a nonlasciare sole le persone disabili, ad essere loro vicine e acreare un clima nel quale tutti, senza eccezione, possanosentirsi a casa loro: in chiesa, nelle feste della comunità,nella preparazione e nella celebrazione dei sacramenti, inspecie dell’Iniziazione Cristiana. Il “giorno del Signore”potrà così manifestare la variegata ricchezza e la presen-za “in festa” di tutti i credenti in Cristo. Da quanto espres-so è scaturita l’esigenza di accompagnare pastoralmentele persone con disabilità e le loro famiglie nell’Iniziazionecristiana. Per rispondere adeguatamente alla realtà pre-

    sente nella nostra Dioce-si, l’Ufficio catechisticodiocesano – Settore cate-chesi con le persone condisabilità, ha organizzato,in via sperimentale, unpercorso tematico Cate-chesi e disabilità – Livello1, per i catechisti e percoloro che abbiano unaspiccata sensibilità inquesto settore e intenda-no dedicarsi all’accompa-gnamento dei soggetti inargomento. Il percorso èstato avviato l’11 marzo esi svolgerà fino a maggiopresso la Parrocchia San Michele e Santa Maria Goretti diAprilia. Articolato su cinque tappe e sette incontri, seguele seguenti tematiche: bambini e ragazzi con disabilità: vi-sibilità ed emarginazione, l’Iniziazione cristiana dei bam-bini e ragazzi con disabilità, l’attenzione alle persone consindrome di Down, l’attenzione alle persone sorde.

    Franco Piccioni

    PERCORSO DI FORMAZIONE DIOCESANOIl ruolo e la vocazione delle persone con disabilità nella missione della Chiesa

    la persona disabile cresca nell’identità, e, dall’altro, creando lecondizioni affinché diventi protagonista del suo percorso evolu-tivo. La grande sfida a cui, come Chiesa, siamo chiamati ora èquella di fare delle nostre parrocchie dei luoghi privilegiati, incui queste “buone prassi” siano vissute e testimoniate. È evi-dente che ciò richiede una grande cura nella formazione ed unnotevole impegno dei formandi, in primis delle équipe di accom-pagnatori, catechisti- educatori, ma necessariamente anche ditutta la comunità. A questo proposito vorrei proporre alcuni in-put per includere la persona disabile in comunità.

    Il linguaggio della prossimitàLa tenerezza è una modalità interpersonale che si manifesta an-che a livello corporeo, attraverso lo sguardo, il contatto fisico,l’abbraccio; è importante saper vivere in modo maturo la dimen-

    sione della tenerezza, favorendo relazionisane, evitando i rapporti simbiotici, mor-bosi o bilaterali. Ciò aiuta a sconfiggere lapaura della solitudine, la non-accettazio-ne di sé, l’aggressività. Poiché l’atto di fe-de riguarda l’uomo nella sua totalità,l’educazione alla fede deve prendere inesame tutti gli aspetti della persona.

    Il compito dei catechisti-educatori“Uno semina e l’altro miete” (Gv 4,37).Prima “di fare per” è importante “essere

    con” la persona disabile. “Èquesto il grande atto educati-vo: accompagnare la personaverso la pienezza della suaumanità” In comunità. Ma lapedagogia più adatta è quelladi Cristo, una pedagogia co-munitaria, una pedagogiamultipla che coinvolga i nostrisensi, che tenga conto dei sen-si vicarianti che la persona hae accompagnati attraverso re-lazioni affettivamente signifi-cative e proposte continuative.

    Il ruolo della comunità ecclesialeL’accoglienza è il primo segno, ma non basta “aprire le portedi casa” togliendo le barriere architettoniche o comunicative:siamo chiamati a fare spazio, ad includere, ad accompagna-re, perché compagno deriva da “cum pane”, mangiamo lostesso pane. L’educazione deve avere una logica comunitariae realizzarsi nell’accoglienza, nell’impegno intelligente ecreativo, nella gioia.

    suor Veronica DonatelloResponsabile del Settore per la catechesi delle persone disabili

    Ufficio Catechistico Nazionale

    LA BELLEZZA DI GESÙ CRISTO MUOVE IL CREDENTE

  • visita pastorale 2010 - 20148

    La Visita pastorale del vesco-vo di Albano, giunta al quar-to anno, è arrivata a Nettu-no, l’ultimo Vicariato. L’avveni-mento, a lungo atteso e prepara-to, offre l’occasione per ascoltareil vicario, don Massimo Silla, par-roco del Sacro Cuore. «Mi sembraimportante – afferma don Massi-mo – sottolineare il modo del tut-to peculiare con il quale questa visita ha preso avvio: in ge-nere il primo incontro del vescovo è con i sacerdoti del Vica-riato, invece questa volta, per una serie di coincidenze, ilprimo incontro è stato con i Consigli pastorali. Credo che sidebba leggere l’evento come un segno e notare come siadavvero significativo che il vescovo abbia incontrato per pri-mi i laici, i più stretti collaboratori dei parroci, e a loro abbiaespresso gratitudine e riconoscenza per aver scelto di met-tere a disposizione tempo, impegno e competenze. Mi augu-ro che tutti i fedeli possano vedere nel vescovo che viene avisitarli l’immagine di Cristo Buon Pastore». Dai laici ai sa-cerdoti: che cosa è emerso dall’incontro del 25 febbraiopresso il Santuario? «È stato un incontro cordiale e fraterno– racconta don Massimo – nel corso del quale monsignor

    Semeraro ha fortemente sottoli-neato il valore, la dignità e l’im-portanza della Messa domenica-le: un argomento ripreso anchenel corso della veglia di aperturadella Visita a Nettuno e moltosentito dal vescovo. In quella se-rata ha voluto anche ricordare lastoria toccante ed edificante dellaprima comunione di Maria Goretti

    e sottolineato l’importanza della domenica dies domini edell’Eucaristia come cuore della domenica, affermandoinoltre che l’Eucaristia domenicale è fare festa insieme, vi-vendo la gioia di trascorrere del tempo con chi amiamo». Edopo la Veglia di apertura, l’avvio vero e proprio con la Visi-ta nella Parrocchia Santi Giovanni Battista ed Evangelista:«È la Chiesa madre – dice don Massimo – ed è nel cuore del-la città, dunque il cammino per le strade di Nettuno inizia daqui. L’augurio è che grazie a questa esperienza le varie co-munità parrocchiali possano intraprendere un cammino co-munitario imparando a sentirsi parte di una grande, ma uni-ca famiglia nella quale ciascuno, al di là delle diversità, sisenta chiamato a collaborare mettendo a disposizione del-l’altro talenti e carismi».

    Presso il Santuario della Ma-donna delle Grazie – SantaMaria Goretti, il vescovoMarcello Semeraro, sabato 8 mar-zo dalle 21, ha presieduto la Vegliadi preghiera per l’inizio della Visitapastorale al Vicariato di Nettuno.La liturgia è iniziata con la benedi-zione lustrale impartita dal vesco-vo ai fedeli, rappresentanti dellevarie parrocchie del territorio cit-tadino. I canti, animati dal corodella Parrocchia Sacro Cuore, e leletture ben scandite hanno ritmato con tensione l’intero in-contro. Il vangelo proclamato è stato quello di Marco, relati-vo all’ultima cena, in cui Cristo istituisce l’Eucarestia. Il ve-scovo ne ha evidenziato la connessione con l’evento della vi-sita: una città è invitata a entrare nel cuore della Chiesa, cheè appunto l’Eucarestia. Maria Goretti, divenuta martire san-ta dopo poche comunioni, invita ciascuno a crescere nellafede. Occasione preziosa per ascoltare il battito del cuoredella Chiesa è certamente l’assemblea domenicale. E se ècompito di ogni Parrocchia custodire la domenica, è propriola domenica che custodisce ogni Parrocchia, salvandonel’identità come popolo di Dio: la domenica va dunque conser-

    vata piuttosto che osservata. Lacelebrazione domenicale è unanello fondamentale per la comu-nicazione del Vangelo e dell’azionemissionaria della Chiesa e con laParola e con il corpo di Cristo, i fe-deli possono uscire dalla Chiesa,come l’espressione caratteristicadi papa Francesco. Sono i fedeliche non stanno ad aspettare, maprendono l’iniziativa, camminanocon la comunità che cresce e fe-steggia insieme. Tutto ciò compor-

    ta una conversione pastorale, che trova, nel corpo e sanguedi Gesù nell’Eucarestia, i motivi per un profondo cambia-mento che, senza trasformare le cose, dà alle stesse unaforza nuova. Questo può avvenire in tutti noi che, pur deboli,fragili, imperfetti riceviamo il dono di una vita nuova. È lapresenza viva di Gesù che anima la vita dello Spirito. Nella li-turgia si sono susseguiti un tempo di adorazione, scanditoda una preghiera di supplica, la benedizione eucaristica e lapreghiera di invocazione per la migliore efficacia della Visitapastorale, come riconoscimento della presenza del buon pa-store fra la gente di Nettuno.

    Aldo Garau

    LA DOMENICA CUSTODISCE LA PARROCCHIACelebrata nel Santuario della Madonna delle Grazie la veglia di apertura

    INTERVISTA AL VICARIO DON MASSIMO SILLAL’incontro del vescovo con i consigli pastorali parrocchiali: un segno significativo per l’impegno dei laici

  • visita pastorale 2010 - 2014 9

    Domenica 16 marzo, II diQuaresima, il vangelo del-la Trasfigurazione ha avu-to una attualizzazione tutta par-ticolare nella Parrocchia SantiGiovanni Battista ed Evangelistadi Nettuno, convocata attorno al-l’altare con il vescovo in Visitapastorale, accolto dai canti delcoro e del popolo in festa.

    Trasfigurare l’esperienza cristiana parrocchiale“A valle” ci sono le fatiche e la routine di una comunità par-rocchiale antica, ricca di tradizioni che – si direbbe – vannoavanti per conto loro, ma che invece richiedono continuamen-te energie, accoglienza, mediazione, cura e tempo, tanto tem-po. La bella tradizione della festa della Madonna delle Grazie,che nella prima settimana di maggio coinvolge tutte le par-rocchie di Nettuno, è un punto focale che catalizza l’attenzio-ne della comunità per molta parte dell’anno pastorale e, d’al-tra parte, offre un’occasione unica di contatto tra la fede cri-stiana e tutta la città e la sua cultura. “Sul monte” della Visi-ta pastorale, monsignor Semeraro ha fatto conoscere e gu-stare ai fedeli una visione più organica di Chiesa, feconda, ge-neratrice di nuovi figli, e proiettata al futuro, capace di rinno-varsi. Ha fatto sperimentare la bellezza di essere figli di Dio emembra vive del corpo vivo che è la Chiesa. Ha collocato larealtà parrocchiale nella visione stessa della Diocesi, dando-le maggiore risalto e rilievo. Ha aperto al soffio dello SpiritoSanto che fa godere della comunione e spinge alla missione.

    Vedere la quotidianità con occhi nuoviScendendo dalmonte, il ve-scovo ha pro-iettato la co-munità versola quotidianitàcon occhi nuo-vi e con ungrande slancioper incremen-tare i percorsiche la Diocesida qualche an-

    no ha maturato e reso operativi, soprattutto nel campo del-la pastorale familiare e della pastorale battesimale e cri-smale. Ha dato a tutti un forte richiamo all’urgenza dellaformazione dei giovani della comunità e di una pastoraleadeguata per i moltissimi giovani che affollano la notte delborgo. Ha paragonato la Parrocchia ad uno di quei secolariulivi pugliesi che hanno già dato molti frutti, ma che sonochiamati ad esprimere nuovi germogli per nuove stagionialtrettanto feconde. Di questa proiezione al futuro nonmancano i segnali, riconoscibili soprattutto nella parteci-pazione giovanile in alcuni ambiti, tra i quali il vescovo ha

    citato la Confraternita e il Centro di ascolto, senza esclude-re le realtà dei catechisti e animatori, del Gruppo liturgico edell’Azione cattolica e dei ministranti.

    L’incontrro con le diverse reltà parrocchialiLa cronaca degliincontri del ve-scovo con alcuneespressioni dellacomunità ab-braccia tutta lagiornata di ve-nerdì 14 marzo esi conclude conl’incontro deibambini e dei ra-gazzi che frequentano i percorsi della catechesi per la primacomunione e la Confermazione, e i loro genitori, domenica 16marzo al termine della solenne Concelebrazione eucaristica.Sono stati tutti incontri pieni di gioia e di affetto.

    Il vescovo e il mondo della scuolaL’Istituto delleMaestre Pie Fi-lippini ha pre-sentato al ve-scovo la ricchez-za plurisecolaredel suo impegnoeducativo a Net-tuno: agli stu-denti monsignorSemeraro ha ri-volto la sua parola appropriata e costruttiva. L’incontro con glialunni e gli insegnanti è continuato alla scuola San Giovanni,particolarmente gioioso, quasi a sugellare un passaggio deli-cato e provvidenziale che ha permesso il rilancio di questaamata scuola cattolica. Cordiale e armoniosa, come la sua or-chestra, è stata l’accoglienza riservata al vescovo all’IstitutoComprensivo Nettuno IV, che comprende tre ordini di scuola:infanzia e primaria Salvo D’Acquisto e la secondaria di primogrado Giuliano da Sangallo.

    La visita agli anziani e ai malatiLa giornata di venerdì è continuata con la visita agli anziani eagli infermi della casa Angeli custodi, dove il vescovo caloro-samente accolto dai dirigenti e dagli operatori, ha potuto ri-volgere la sua paterna attenzione e la sua benedizione agliospiti raccolti in cappella. Infine, prima dell’incontro con ilConsiglio pastorale e con il Consiglio degli affari economicidella Parrocchia, il vescovo si è intrattenuto con i rappresen-tanti delle Caritas parrocchiali presso il Centro di Ascolto in-terparrocchiale Città di Nettuno, al quale ha riservato elogi el’incoraggiamento per i gravosi impegni presenti e futuri.

    Francesco Angelucci

    SANTI GIOVANNI BATTISTA ED EVANGELISTAChiamati ad esprimere nuovi germogli per nuove feconde stagioni

  • visita pastorale 2010 - 201410

    SAN GIACOMO APOSTOLOLa Visita pastorale: invito ad andare incontro ai lontani

    Sabato 22 marzo,accolto dai bambi-ni e dagli adole-scenti impegnati nell’iti-nerario catechetico, i lo-ro genitori e i catechisti,monsignor Semeraroha dato inizio alla Visitapastorale nella Parroc-chia San Giacomo Apo-

    stolo a Nettuno. L’applauso di oltre 300 presenti ha salutato ilvescovo che ha ricevuto in dono dei disegni dai bambini, chepoi gli hanno rivolto una serie di domande a cui non si è tira-to indietro.

    Invitare all’Eucaristia domenicaleAi catechisti ha riconosciuto un linguaggio che testimonia laloro partecipazione ai percorsi diocesani, mentre ai bimbi haricordato santa Maria Goretti che, di fronte alla morte, seppemettere a frutto il prezioso sacramento, ma anche – parlan-do ai genitori – come la comunione abbia un seguito comeprimizia nello stesso matrimonio e in tutte le solennità spe-ciali e accompagna tutta la vita del cristiano, fino al termine.Soprattutto, essa si rivive nella Messa domenicale, in cui iparrocchiani possono sentirsi unica famiglia, che si nutre conil pane dell’Eucarestia.

    Sollecitare le diverse vocazioniSuccessivamente il vescovo ha incontrato i vari gruppi dellaParrocchia, incoraggiando tutti a una fattiva partecipazione,senza improvvisazioni e senza trascurare il reciproco aiutoper suscitare e seguire le vocazioni di ciascuno e per l’avvici-namento di chi, proveniente da altre religioni, intende fre-quentare un catecumenato per l’ingresso nella Chiesa. Rela-tivamente all’oratorio, è stata sottolineata l’esigenza di esse-re luogo educativo per maturare esperienza intergenerazio-nale, proseguendo l’opera delle famiglie, in un tempo in cuiviene messo in discussione lo stesso fondamento della fami-glia, basato sulla dualità uomo-donna, anche con il crescen-te affidamento dell’educazione dei bambini a terzi.

    Incentivare una pastorale sinergicaIn merito alla Confra-ternita, il vescovo hasottolineato la possi-bile sinergia con leazioni della Caritas,che in Parrocchia stapassando dall’averdato ai richiedenti so-lo vestiario al soste-gno economico. La vi-

    sita di monsignor Semeraro è proseguita con gli incontri inuna casa di accoglienza, con un’anziana allettata e una fami-glia della comunità. Successivamente il parroco, don CarloRota, ha presentato le realtà delle sei comunità neocatecu-

    menali esistenti in Par-rocchia. Il vescovo hasottolineato l’esigenzadi vedere il camminonon come un procedereche lascia dietro lespalle eventi da consi-derare acquisiti unavolta per tutte, ma co-me tappe che si ripre-sentano e coinvolgonol’esterno e l’interno di ciascuno, rinnovando il singolo cristia-no, in una progressione, in cui sempre si ricomincia.

    Rispondere alle esigenze del territorioSuccessivamente, ha in-contrato i collaboratori delConsiglio pastorale parroc-chiale, che hanno tratteg-giato vari aspetti della vitaparrocchiale, facendoemergere il tipo di parteci-pazione dei fedeli, in cuisono evidenti le gravi as-senze dei componenti dell’età di mezzo, con una percentualecomplessiva di praticanti domenicali che si attesta sul 10%della popolazione, in un territorio con significative difficoltàsociali (basso livello di istruzione, pendolarità dei lavoratori,diffidenza e ridotta integrazione...) e la presenza di operatoridi fede diversa, cristiani non cattolici e testimoni di Geova. Iltutto per sottolineare l’urgenza di uscire dalla chiesa edificioper andare incontro ai lontani. Il vescovo ha incoraggiato glioperatori a puntare all’essenziale, sulle opportunità che sca-turiscono dalle esigenze proprie della Parrocchia, facendo te-soro dalle indicazioni di papa Francesco, che invita a cammi-nare, uscendo anche a rischio di farsi del male e utilizzandotutte le opportunità di formazione.

    Testimoniare il Vangelo viventeDomenica 23 marzo,alle 10,30 è stata cele-brata la santa Messapresieduta dal vescovo,concelebrata con ilparroco don Carlo Rotae altri sacerdoti. Nellasua omelia monsignorSemeraro ha preso co-me filo conduttore il te-ma dell’acqua dellaSamaritana, sottolineando come alla fede si arrivi per testimo-nianza, per aver toccato con mano. E tale è il compito della co-munità cristiana: essere Vangelo vivente. E testimoni si diven-ta nella semplicità, nell’aprire il cuore all’altro, per cogliere idesideri profondi, privilegiando la verità, senza rimproverare.

    Aldo Garau

  • esempi di santità in diocesi 11

    LA SANTITÀ: SPAZIO ALLE POSSIBILITÀ DI DIOA Marino tumulate nella Basilica le spoglie di Zaccaria Negroni e di Mons. Guglielmo Grassi

    «Il Santo ècolui chesi apre al-le possibilità diDio». Queste pa-role del vescovoMarcello Semera-ro aiutano a inter-pretare la storia ele opere di monsi-gnor Guglielmo

    Grassi e Zaccaria Negroni. Dal 1° al 3 marzo le spoglie diNegroni sono state accompagnate dalla popolazione mari-nese, attraverso un suggestivo itinerario nei luoghi dellasua vita, dalla tomba di famiglia alla Basilica di San Barna-ba, per essere tumulate, unitamente alle spoglie di monsi-gnor Grassi, nella parte centrale della Basilica. Sono statitre giorni ricchi di memoria, preghiera e identità per la cit-tà di Marino, che ha visto la partecipazione di tutta la popo-lazione, delle autorità civili e militari. «Il Santo – ha aggiun-to il vescovo nell’omelia – si pone nelle mani di Dio. Se noileggiamo in questa prospettiva la storia dei due Servi di Dioche oggi onoriamo; se noi consideriamo la loro esistenzaterrena nella prospettiva delle possibilità di Dio, davvero

    come la Vergine possiamo innalzare il canto: “Grandi coseha fatto l’Onnipotente”». Le grandi cose potrebbero portareentrambi alla beatificazione, per essere intercessori edesempio per tutta la comunità diocesana, a partire dalla co-munità parrocchiale di San Barnaba, che nel parroco mon-signor Pietro Massari e nell’associazione Pro beatificazionesono stati i promotori di questo importante evento. «La fi-gura di Zaccaria Negroni – ha aggiunto il vescovo – non èscritta nei libri di storia. Ma sta nella storia della santitàdella nostra Chiesa di Albano. Monsignor Grassi non stanegli annali della storia della grande Chiesa, ma è vivo nel-la storia di santità della nostra comunità cristiana». Le di-verse appartenenze di Negroni – politica, associazionismocattolico e sociale – hanno spinto tutti a un riflessione sulcontributo del cristianesimo all’attuale situazione storica,intercettando nella figura geometrica del poliedro un’im-magine capace di veicolare un modo efficace di vivere ilVangelo: vivere il Vangelo in maniera esemplare significadiffonderne il sapore, l’odore, «Questi due nostri fratelli –ha concluso il vescovo – non si sono accontentati di esseredelle persone buone, sante, rette, oneste. Si sono ancheimpegnati perché la loro rettitudine, la loro vita buona esanta fosse diffusiva di bene».

    Gianfranco Pica

    MONS. GUGLIELMO GRASSIIl Servo di Dio nasce a Genzano il3 marzo 1868. Ordinato sacerdoteil 19 maggio del 1894, è nominatocanonico teologo nella Collegiatadi Genzano. Si impegna nella pre-dicazione e nelle opere di aposto-lato sociale, fonda un Circolo distudi sociali, una Cooperativa di

    consumo ed un forno popolare, ed organizza i contadini inuna Sezione della Lega del lavoro di Roma.Si stabilisce a Roma per sei anni dove tiene la direzione spi-rituale del Noviziato delle Suore di San Vincenzo.Nel 1908, nominato abate-parroco di Marino, promuove lanascita della Cassa cattolica di credito cooperativo agrariodi Marino (Attuale Banca di credito cooperativo “San Barna-ba” di Marino), fonda la casa cinematografica San Marco,realizza l’Oratorio e il cinema teatro Vittoria Colonna, lascuola tipografica Santa Lucia, istituisce le associazioni lai-cali femminile e maschile delle Piccole Discepole e dei Di-scepoli di Gesù. Nel 1931, nonostante la censura fascista neproibì la stampa e la diffusione, pubblicò e diffuse l’encicli-ca Non abbiamo bisogno di Pio XI, successiva al decreto discioglimento dell’Azione cattolica proclamata da Mussolini,che gli costa la condanna da parte del regime. Il 24 febbra-io 1937, viene consacrato vescovo titolare di Damiata. Muo-re il 14 settembre 1954. Il 19 novembre 2011 il vescovo di Al-bano apre il processo per la sua beatificazione.

    ZACCARIA NEGRONIIl Servo di Dio nasce il 17 febbraio1899 a Marino. A Torino si laurea inIngegneria, si iscrive all’Azione catto-lica, alla Fuci e al Partito popolare.Tornato a Marino si dedica all’educa-zione dei giovani, collaborando conmons. Grassi.Eletto consigliere nazionale, nel 1928

    riceve l’incarico di Delegato centrale aspiranti di Ac. Nel 1937 è tra i fondatori dell’editrice AVE e de Il Vittorioso.Durante il regime fascista, attivista del Partito popolare edell’Azione cattolica, viene condannato al confine, con suc-cessivo condono in diffida. Il 4 giugno 1944 viene nominatoSindaco di Marino per la sua generosa attività di presidentedel Comitato di liberazione. Nel 1949 viene eletto presiden-te dell’Azione cattolica della Diocesi di Albano, incarico ri-confermato per sei volte, fino al 1976.Nel 1953 viene eletto senatore della Repubblica e nel 1958deputato al Parlamento. Dal 1957 al 1966 è presidente na-zionale dell’Associazione cristiana artigiani Italiani, e del-l’Ente nazionale per l’artigianato e la piccola industria dal1963 al 1970, sempre con lo stesso spirito apostolico. Dal1970 al 1973 è docente di religione e preside della Scuolamagistrale mons. Grassi di Marino. Muore il 1° dicembre1980. Il 7 ottobre 1997, il vescovo di Albano apre il proces-so per la sua beatificazione, la cui fase diocesana si chiu-de il 21 maggio 2005.

  • appunti12

    APPUNTAMENTI02 - 03 APRILEGiornata di formazione per i presbiteri più giovaniGuida: Mons. Giuseppe Sovernigo. Tema: Discerni-mento pastorale e accompagnamento vocazionale.Casa delle Suore dell’Assunzione – Genzano di Roma.

    05 – 06 APRILECorso di Aggiornamento per gli IdR Relatori: il prof. Giuseppe Savagnone (docente e di-rettore dell’Ufficio cultura della Diocesi di Palermo) emons. Domenico Pompili (direttore Ufficio nazionalecomunicazioni sociali). Tema: La relazione virtualesostitutiva della relazione reale. Istituto Murialdo.

    09 APRILEFormazione dei diaconi permanentiSeminario vescovile, ore 18.30.

    11 APRILERiunione dei direttori degli uffici pastoraliCuria diocesana, ore 10.00.

    13 APRILE• Domenica della Passione del Signore – “Palme”Il vescovo presiederà la Celebrazione eucaristicanella Basilica Cattedrale, ore 10.30. • Giornata mondiale della Gioventù• Pasqua con il vescovoPercorso di vita e di fede con gli sposi che vivonoin situazione di separazione, divorzio e nuovaunione. Seminario vescovile, ore 16.00.

    17 APRILE• Messa CrismaleIl vescovo presiederà la Celebrazione eucaristicanella Basilica Cattedrale alle ore 10.00.• Messa in Coena DominiIl vescovo presiederà la Celebrazione eucaristicanella Basilica Cattedrale alle ore 18.00.

    18 APRILELiturgia della Passione del SignoreGiornata per le Opere della Terra SantaIl vescovo presiederà l’azione liturgica del venerdìsanto nella Basilica Cattedrale alle ore 17.30.

    19 APRILESolenne Veglia PasqualeIl vescovo presiederà la Celebrazione eucaristicanella Basilica Cattedrale (ore 22.00) in cui riceve-ranno i sacramenti dell’Ic 13 catecumeni.

    20 APRILEDomenica di Pasqua – Risurrezione del SignoreCompleanno del vescovo emerito, Dante Bernini.

    23 APRILESan Giorgio martire, onomastico del Papa

    25 APRILEOrdinazione sacerdotale del diacono Nicola RivaBasilica Cattedrale, ore 18.00.

    27 APRILE• Riconsegna della veste bianca da parte dei neofitiBasilica Cattedrale, ore 17.00.• II Domenica di PasquaCanonizzazione dei beati Giovanni XXIII e GiovanniPaolo II. Piazza San Pietro in Vaticano, ore 10.00.

    APPUNTAMENTI DELLA VISITA PASTORALE

    03 APRILEIl vescovo incontra alle 19.00 le corali (ParrocchiaSan Giacomo)e alle 21.00 le confraternite (Parroc-chia Ss. Giovanni B. e Ev).

    04 e 06 APRILEParrocchia Sant’Anna in Nettuno.

    Reg. n. 13/08 del 08.05.2008 presso il Tribunale di Velletri

    Direttore Editoriale: Mons. Marcello Semeraro

    Direttore responsabile: Dott. Fabrizio Fontana

    Coordinatore di redazione: Don Alessandro Paone

    Hanno collaborato:Francesco Angelucci, Alessandro Cardinale, MarioCardinale, Massimo Castellucci, Alessia Cecchetti,Aldo Garau, Giovanni e Grazia, Gualtiero Isacchi, An-tonello Palozzi, Gianfranco Pica, Franco Piccioni, Ru-di Piccolo, Jourdan Pinheiro, Laura Rossi, GiovanniSalsano, Alessandro Saputo, Luca Vita.

    Piazza Vescovile, 1100041 Albano Laziale (Rm)Tel. 06/93.26.84.024 - Fax 06/93.23.844

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    Stampa: Tipografica Renzo PalozziVia Vecchia di Grottaferrata, 400047 Marino (Rm) - Tel. 06/93.87.025

    Questo numero è stato chiuso il 27.03.2014

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    Mensile di informazionedella Diocesi Suburbicaria di AlbanoAnno 7, numero 60 - marzo 2014