F. Butera: Italian way of doing industry e il lavoro della conoscenza
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Progetto di ricerca azione della rete
”Navigare Competenze”
USR Umbria
per l’attuazione delle nuove Indicazioni nazionali A.S 2013-2014
ISTITUTO COMPRENSIVO GIOVANNI XXIII -TERNI
Docente referente : Ins. Mariarosaria Notarfonso
Docente coordinatore gruppo di progetto: Ins. Gioia Perziano
Gruppo di progetto :
Dirigente scolastico: Prof.ssa Roberta Bambini
Scuola infanzia: Ins. Paola Falcocchio
Ins. Maria Rosaria Pelliccia
Scuola primaria: Ins. Stefania Cresta
Ins. Genoveffa Mascia
Ins. Mariarosaria Notarfonso ( Clil)
Ins. Gioia Perziano
Scuola secondaria: Prof.ssa Elisa Antonini
Prof.ssa Ada Fiorucci
Un sentito ringraziamento
alla Prof.ssa C. Degli Esposti
alla Prof.ssa F. Falcinelli
alla Prof.ssa C. Laici
alla Prof.ssa D.Saccardo
per il prezioso contributo offerto
per la realizzazione
di questo lavoro.
PREMESSA
Nell’anno scolastico 2012/2013 è stato avviato uno studio attento delle nuove Indicazioni nazionali con lo scopo di migliorare
la qualità degli interventi didattici valutando le prestazioni degli alunni soprattutto in termini di processi cognitivi coinvolti.
Il lavoro proposto nelle sezioni della scuola dell’Infanzia, nelle classi 5^ della Scuola Primaria e nelle classi 1^ della SSI°
dell’IC Giovanni XXIII – Terni, è stato realizzato attraverso la pianificazione di microattività didattiche in un contesto
situato. Ciò ha permesso di limitare il campo dell’azione educativo-didattica e di ridurre l’artificiosità e le informazioni
sovrabbondanti.
Metodologia proposta
Cosa deve fare il docente
Cosa deve fare l’alunno
1. Aiutare l’alunno a circoscrivere il problema.
2. Definire con l’alunno quali competenze, abilità e
conoscenze siano necessarie per superare il
problema.
3. Ascolto attento da parte del docente della
narrazione dell’alunno per l’individuazione delle
difficoltà incontrate, dei punti logici deboli o poco
strutturati.
1. Collaborare con gli altri nell’individuare il problema
2. Cooperare con gli altri per la risoluzione del
problema.
3. Riflettere individualmente e poi in gruppo sul
percorso attivato per giungere alla risoluzione.
Come procedere per una didattica per competenze?
Qual è la situazione/ problema da
risolvere?
1.
Quale compito di
prestazione
svolgere?
3.
Quali competenze sono
richieste per superare il
problema?
2. Quali le abilità e le
conoscenze da
mettere in campo?
4.
Condivisione di
obiettivi e metodi tra
alunni e docenti.
5.
6
DIDATTICA PER COMPETENZE
ATTRAVERSO GLI EAS
Episodi di apprendimento situato
Il gruppo di lavoro ha cercato di utilizzare, come approccio metodologico comune, quello degli Eas (Rivoltella, 2013). L’episodio di
apprendimento situato può essere definito come “ una porzione di azione didattica, ovvero l’unità minima di cui consta l’agire didattico
dell’insegnante in contesto”. Si tratta dunque di una didattica breve, fondata su micro-contents, ossia, piccole unità di sapere promosse e realizzate
attraverso una didattica fondata su tre momenti :
fase preparatoria
fase operatoria
fase ristrutturativa.
Questo ritmo ternario dell’agire didattico mette bene in luce le azioni chiave dell’azione didattica. L’eas è costruito sull’esperienza elemento
fondamentale sia nel momento preparatorio , sia nel momento operatorio. Esso prevede due elementi :
la selezione
la rapidità
MODALITA’ DI APPRENDIMENTO MESSE IN CAMPO CON GLI EAS
ESPERIENZA
1
IMITAZIONE
2
RIPETIZIONE
3
EAS
INTRODUZIONE
PERCHE’ LE FORME GEOMETRICHE ?
Il nostro percorso didattico sulle Forme geometriche nasce dalla rilevazione di una difficoltà oggettiva nei nostri studenti
a rappresentare situazioni spaziali, difficoltà per altro confermata dai dati statistici delle ultime rilevazioni Invalsi, in cui
emerge, a livello nazionale, una percentuale di apprendimento decisamente più bassa proprio nell’ambito “Spazio e
figure”. Forse perché mancano ai nostri ragazzi occasioni concrete, pratiche di costruzione dello spazio. Forse perché lo
spazio non è un fatto vissuto concretamente ma è un qualcosa sempre più virtuale. Abbiamo proposto, pertanto,
un’attività in cui dare maggiore rilievo all’operatività, al “fare” per offrire ai ragazzi la capacità di comprendere
attraverso un “sapere agito”.
Scopo del presente lavoro sarà, dunque, quello di realizzare un percorso di insegnamento /apprendimento finalizzato ad
incrementare non solo il successo scolastico, ma anche quello di ridurre la disequità nei percorsi formativi. Ciò attraverso
l’utilizzo, da parte dell’alunno, di scelte consapevoli, motivate, che siano espressione di una cittadinanza attiva e vissuta
in prima persona.
Il percorso, tenendo conto degli stili di apprendimento di ogni alunno, partirà da una esperienza concreta per giungere
alla sua rappresentazione.
ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO
Incontri gruppo di progetto
25 FEBBRAIO
Incontro di progetto con i docenti dei diversi ordini coinvolti per la definizione dei criteri e delle
modalità operative necessari per la realizzazione di un curricolo verticale ed orizzontale.
Condivisione degli strumenti ( scheda progetto, diario di bordo etc.) e scelta della tematica da
sviluppare attraverso un approccio situazionista al curricolo.
Lettura delle Indicazioni nazionali / curricolo d’Istituto per individuare le competenze da promuovere.
Definizione delle attività da progettare per la Scuola Primaria tenendo conto delle diversità degli
alunni.
4 MARZO
Incontro dei docenti della classe I della SS1° per definire le micro-attività da proporre agli studenti.
6 MARZO
Incontro dei docenti della Scuola dell’infanzia per definire le microattività da proporre ai bambini di 5
anni.
18 MARZO
Incontro di tutti i docenti coinvolti per predisporre uno schema comune di presentazione del lavoro.
Integrazione del lavoro con metodologia clil.
Lettura commentata al testo di Pier Cesare Rivoltella “Fare didattica con gli EAS”
28 MAGGIO Confronto sulla progettazione finale.
12 GIUGNO Editing.
RICERCA-AZIONE DELLA RETE “NAVIGARE COMPETENZE” USR UMBRIA
ISTITUTO COMPRENSIVO GIOVANNI XXIII TERNI
SCUOLA DELL’INFANZIA “BRECCIAIOLO” A.S. 2013-14
INS.: M. ROSARIA PELLICCIA E PAOLA FALCOCCHIO
SULLA STRADA QUANTI CARTELLI DALLE FORME DIVERSE E DAI COLORI PIU’ BELLI.
IL NOSTRO AMICO FORMANTINO SORRIDENDO LI SALUTA
IO SONO IL E TI DICO UN PERICOLO PUOI TROVARE.
IO SONO IL E TI COMANDO UN DIVIETO PUOI INCONTRARE.
IO SONO IL E TI INFORMO STAI ATTENTO !
IO SONO IL SON RETTANGOLARE CON IL ROSSO TI FACCIO FERMARE.
IL NOSTRO AMICO FORMANTINO NON SI SPAVENTA E CAMMINANDO FA’ UN SALUTINO.
SCHEDA PROGETTUALE INFANZIA BRECCIAIOLO
PROGETTO: “ Le forme geometriche nello spazio vissuto”“ FORME…IN
…STRADA”
ISTITUZIONE SCOLASTICA: IC Giovanni XXIII Terni
SEZIONI: I e IV sez. ALUNNI COINVOLTI: Tutti i bambini di 5 anni.
TOT: 23 bambini
INSEGNANTI REFERENTI: M. Rosaria Pelliccia e Paola G. Falcocchio DATA DI COMPILAZIONE: 1 marzo 2014
COMPETENZE EUROPEE ( PREVALENTI )
TRAGUARDI DI COMPETENZA
CAMPI DI ESPERIENZA ( prevalenti e concorrenti)
ABILITA’ L’ALUNNO SA
CONOSCENZE
1. Competenza digitale
2. Competenza matematica
3. Competenza scientifico-
tecnologica
4. Consapevolezza ed espressione culturale
Il bambino gioca in modo costruttivo e creativo con gli altri.
IL SE’ E L’ALTRO
Conoscere la propria realtà territoriale;
Ripercorrere le tappe del lavoro svolto insieme;
Raggiungere una prima consapevolezza dei propri diritti e doveri, delle regole del vivere insieme.
Raggruppamenti; Seriazioni e Ordinamenti; Serie e ritmi; Simboli, mappe e percorsi; Figure e forme.
Identifica alcune proprietà degli oggetti;
Utilizza simboli per registrare quantità;
Individua le posizioni di oggetti nello spazio;
Segue correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali.
LA CONOSCENZA DEL MONDO
Formulare ed elabora ipotesi;
Effettuare raggruppamenti ,
classificazioni e misurazioni;
Elaborare successioni e
contemporaneità;
Individuare la posizione di oggetti;
Identificare e nomina le forme
geometriche;
Interpretare simboli e scritte.
MEDIATORI DIDATTICI Verranno utilizzati mediatori didattici
attivi
iconici
simbolici
analogici
ludici
corporei
RUOLO DEL DOCENTE L’insegnante sarà un “conduttore”- un “facilitatore”, capace sempre più di semplificare la complessità del sapere per non annoiare il bambino. Attiverà delle valide motivazioni “STIMOLI” capaci di spingere il bambino verso l’azione, verso “IL FARE” Predisporrà un percorso educativo che tenga conto delle competenze di ogni singolo bambino. Garantirà una didattica “TUTORIALE”, non centrata sul sapere e sui contenuti ma centrata sull’alunno e in particolare sui suoi modi di apprendere.
RUOLO DELL’ALUNNO L’alunno per risolvere un problema individuerà i saperi e le conoscenze necessarie, cercandoli nel modo a lui più congeniale. Nella scuola dell’infanzia si avvicina agli schemi investigativi dei classici “ perché ?, chi?, che cosa?, quando?, come?” per poi sviluppare le competenze proprie della matematica. Le richieste delle insegnanti aiuteranno il bambino ad operare sviluppando e potenziando il pensiero logico-matematico, attraverso curiosità che andranno verificate, ipotizzando più ipotesi per giungere ad una soluzione attuando, fra le varie strategie, quella a lui più congeniale. In questo modo il bambino “costruirà” il suo sapere attraverso il fare. Diventerà il protagonista, costruttore, del proprio apprendimento.
METODOLOGIA La metodologia sarà quella della scoperta, personale e collettiva, legata all’apprendimento ATTIVO. Questo tipo di apprendimento ben si realizza nella metodologia del laboratorio, propria della scuola dell’infanzia. La didattica laboratoriale coinvolge in modo diretto, attivo e collaborativo tutti i bambini attraverso una progettualità flessibile nelle modalità, nei tempi e negli spazi.
SPAZI Gli spazi saranno stimolanti e adeguati al percorso: sezione, salone, cortile e aula laboratorio. L’ambiente sarà strutturato in modo da garantire uno spazio coinvolgente, sereno, cooperativo e stimolante.
MODELLO DI PROGETTAZIONE PER EAS IST. COMPRENSIVO GIOVANNI XXIII
*le fasi e le azioni saranno pianificate in itinere (vedi sviluppo dell’attività)
Descrizione della situazione stimolo: In un ambiente accogliente e allegro, per
stimolare la voglia di “FARE” dei bambini, è stato predisposto un grande
tappeto/plastico rappresentante un percorso stradale, corredato di segnali,
cartelli stradali di varie forme, automobiline e camioncini. Attraverso il gioco è
stato deciso di costruire un simpatico camioncino di nome “FORMANTINO” e
con una filastrocca si racconta le sue esperienze stimolanti per le nostre.
ISTITUTO COMPRENSIVO GIOVANNI XXIII: Scuola dell’infanzia
“BRECCIAIOLO”
Docenti: M. Rosaria Pelliccia e Paola G. Falcocchio
Classe/ Sezioni: I e IV sezioni n. alunni : 23 bambini di 5 anni
Definizione compito in situazione: I bambini riproducono, con le scatole di
cartone, un camioncino di nome “FORMANTINO” dopo aver conosciuto,
sperimentato e riflettuto sulla conoscenza delle forme geometriche.
Disciplina/ Campi di esperienza:
1. IL SE’ E L’ALTRO e
2. LA CONOSCENZA DEL MONDO
n . alunni BES : Nessuno
COMPETENZE NECESSARIE PER SVOLGERE IL COMPITO
1. Competenza digitale;
2. Competenza matematica;
3. Competenza scientifico-tecnologica;
4. Consapevolezza ed espressione culturale:
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO ATTRAVERSO I QUALI
RAGGIUNGERE LE COMPETENZE
Conoscere la propria realtà territoriale;
Ripercorrere le tappe del lavoro svolto insieme;
Raggiungere una prima consapevolezza dei propri diritti e
doveri, delle regole del vivere insieme.
Formulare ed elabora ipotesi;
Effettuare raggruppamenti , classificazioni e misurazioni;
Elaborare successioni e contemporaneità;
Individuare la posizione di oggetti;
Identificare e nomina le forme geometriche;
Interpretare simboli e scritte.
PIANIFICAZIONE DEL PERCORSO* Azioni del docente* Azioni dell’alunno* logica didattica
FASE PREPARATORIA Problem solving
Osservazione /esperienza
FASE OPERATORIA
Learning by doing
applicazione
FASE RISTRUTTURATIVA Reflective learning
Riflessione
h
METODOLOGIA DEL PROGETTO
FASE PREPARATORIA
COMUNICAZIONE
L’alunno riceve uno
STIMOLO/CONSEGNA.
Si attivano le strategie del
PROBLEM SOLVING
FASE OPERATORIA
PROGETTAZIONE
I bambini producono un
ARTEFATTO e condividono,
discutono, cooperano e “fanno”.
Comprendono e applicano le
strategie del LEARNING BY
DOING.
FASE RISTRUTTURATIVA
VALUTAZIONE
Vengono attivate le strategie
del REFLECTIVE
LEARNING (apprendimento
riflessivo).
I bambini riflettono, fissano
un concetto, si attiva la
conoscenza
CENTRALITA’ DEL BAMBINO
Dal programma … ai risultati.
Dal contenuto erogato dal docente … alla prestazione dell’alunno.
Dalla centralità del percorso … alla centralità del risultato.
Dalla centralità della scuola … alla centralità del bambino
SVILUPPO DEL PERCORSO
Il percorso progettato della scuola dell’infanzia si articola nelle tre fasi metodologiche, in linea con una progettualità comune per tutti i tre ordini scolastici dell’istituto. Ogni fase si sviluppa in tre lezioni. Le nove lezioni delle tre fasi del percorso, evidenziate con colori diversi, si articolano in uno o due incontri. Il progetto scelto dalla scuola dell’infanzia “FORME IN STRADA” tende ad avvicinare ogni bambino alla matematica, utilizzando una modalità ludica e partendo dal bagaglio di conoscenze che il bambino già possiede. Le conoscenze dei bambini sono rintracciabili nel movimento, nella musica, nella quotidianità.I bambini al loro ingresso nella scuola dell’infanzia hanno con sé un bagaglio di conoscenze accumulate durante le esperienze già vissute: le passeggiate, la televisione e anche giocando, guardando, riflettendo. In sezione il bambino sperimenta il sapere matematico attraverso i giochi: opera seriazioni, raggruppamenti, classificazioni, misurazioni, localizzazioni, pone in relazione, riflette “ su”…, progetta, inventa e rappresenta. Ogni giorno, il bambino, raggruppa, scompone e classifica i giochi nei vari contenitori dopo aver giocato con la cesta delle costruzioni , la scatola degli animali, l’angolo della cucina, l’angolo dei libri… Durante le attività di routine interpreta la realtà in modo qualitativo e quantitativo attraverso la rappresentazione dei presenti/assenti, opera con gli insiemi raggruppando in base alla sezione, ai presenti e agli assenti , ai maschi e alle femmine. Quando ascolta una storia analizza il prima e il dopo, ordina le sequenze temporali e spaziali . Durante l’attività di educazione motoria associa il movimento alla conoscenza matematica operando anche attraverso gli errori la sua costruzione del sapere matematico. Quindi partendo dal presupposto che la matematica si conosce nella quotidianità della vita e attraversa trasversalmente tutti i campi d’esperienza, abbiamo pensato di avviare i bambini, seguendo un percorso di ricerca e di scoperta, alla conoscenza sempre più strutturata della matematica. I bambini durante tutto il percorso, dopo uno stimolo iniziale, verranno accompagnati da un personaggio ludico “Formantino”, il camioncino che costruiranno e con lui sperimenteranno le forme nella realtà circostante arrivando ad un intervento di tipo razionale sulla realtà . A tale scopo verranno utilizzate le tecniche di tipo laboratoriali proprie della scuola dell’infanzia. Il bambino attraverso il “proprio fare” insieme scopre i segreti della matematica, diventa protagonista del proprio sapere in un ambiente coinvolgente e sereno dove gioca e sperimenta e dove l’insegnante è solo un attento osservatore che media il sapere, possiamo dire che assume il ruolo di “ guida” L’esperienza offre ai bambini l’opportunità di conoscere attraverso il “ FARE” nelle molteplici situazioni, prosegue parallelamente con “il porsi davanti” “provare strategie e spiegazioni”. Il bambino diventa “COSTRUTTORE” del proprio sapere. Possiamo sintetizzare e dire che:
“Il compito del bambino è imparare attraverso il FARE, il compito dell’insegnante è di permettere tutto ciò”.
FASE PREPARATORIA
PRIMA LEZIONE
INCONTRO
Progetto: Le forme geometriche nello spazio
vissuto”“NAVIGARE COMPETENZE” USR UMBRIA
Scuola: INFANZIA “BRECCIAIOLO”
Sezioni : I e IV
n° allievi coinvolti: 23
Allievi con bisogni particolari: NESSUNO
Insegnante referente:
Maria Rosaria Pelliccia e Paola Falcocchio
Data di compilazione: INCONTRO: 28,03,14
DIARIO DI BORDO
Descrizione delle attività svolte
FASE PREPARATORIA: INCONTRO: Abbiamo messo a disposizione dei bambini fogli A4 e cartoncini neri e abbiamo sperimentato la realtà attraverso il colore bianco e
nero. I bambini hanno mostrato subito curiosità.
Problemi o difficoltà incontrati
Nessuno
Punti di forza dell’esperienza in corso
INTERESSE DA PARTE DEI BAMBINI POTER OSSERVARE LE MODALITA’ CON CUI CIASCUN BAMBINO AFFRONTA UN PROBLEMA /QUESITO:Cogliere relazioni topologiche (aperto-
chiuso) e spaziali (sopra-sotto). STRATEGIE TIPICHE DEL LABORATORIO
Punti di debolezza dell’esperienza in corso NELLA CONSIDERAZIONE DELL’ ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO UN LASSO TEMPORALE SUPERIORE AVREBBE PERMESSO UN ULTERIORE APPROFONDIMENTO
Dinamiche di inclusione degli allievi con bisogni particolari
Nessuno
SECONDA LEZIONE
PRIMO INCONTRO
SECONDO INCONTRO
Progetto: “Le forme geometriche nello spazio
vissuto”“NAVIGARE COMPETENZE” USR UMBRIA
Scuola: INFANZIA “BRECCIAIOLO”
Sezioni : I e IV
n° allievi coinvolti: 23
Allievi con bisogni particolari: NESSUNO
Insegnante referente:
Maria Rosaria Pelliccia e Paola Falcocchio
Data di compilazione: PRIMO INCONTRO: ,03,04,14
SECONDO INCONTRO: 07,04,14
DIARIO DI BORDO
Descrizione delle attività svolte
FASE OPERATORIA: PRIMO INCONTRO: Abbiamo letto la filastrocca di Formantino, il simpatico camioncino dalle tante forme geometriche.
Il personaggio è diventato un amico dei bambini, nel suo percorso incontra le forme geometriche che gli danno indicazioni, consigli, e
comandi… Inizia una discussione che porta i bambini a voler costruire il nostro amico e mascotte… Le insegnanti hanno invitato i bambini a
ricercare nell’ambiente scuola oggetti con forme diverse da poter utilizzare: scatole, fogli, forbici, ruote, colla.
SECONDO INCONTRO: Tutti insieme intorno ad un grosso tavolo, abbiamo progettato e costruito il nostro FORMANTINO. Possiamo
dire che la loro esplorazione, comprensione e curiosità li ha coinvolti verso l’apprendimento.
Problemi o difficoltà incontrati
Nessuno
Punti di forza dell’esperienza in corso
INTERESSE DA PARTE DEI BAMBINI POTER OSSERVARE LE MODALITA’ CON CUI CIASCUN BAMBINO AFFRONTA UN PROBLEMA /QUESITO:Operare tenendo conto di parametri
spaziali; Prevedere ed effettuare strategie.
STRATEGIE TIPICHE DEL LABORATORIO
Punti di debolezza dell’esperienza in corso NELLA CONSIDERAZIONE DELL’ ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO UN LASSO TEMPORALE SUPERIORE AVREBBE PERMESSO UN ULTERIORE APPROFONDIMENTO
Dinamiche di inclusione degli allievi con bisogni particolari
Nessuno
TERZA LEZIONE
INCONTRO
Progetto: “Le forme geometriche nello spazio
vissuto”“NAVIGARE COMPETENZE” USR UMBRIA
Scuola: INFANZIA “BRECCIAIOLO”
Sezioni : I e IV
n° allievi coinvolti: 23
Allievi con bisogni particolari: NESSUNO
Insegnante referente:
Maria Rosaria Pelliccia e Paola Falcocchio
Data di compilazione: PRIMO INCONTRO: 09,04,14
DIARIO DI BORDO
Descrizione delle attività svolte
FASE OPERATORIA: INCONTRO: Abbiamo giocato con i blocchi logici, materiale strutturato composto da 48 pezzi. I bambini hanno liberamente
sperimentato le forme con giochi di classificazione in base alla grandezza, forma, spessore e colore.
Problemi o difficoltà incontrati
Nessuno
Punti di forza dell’esperienza in corso
INTERESSE DA PARTE DEI BAMBINI POTER OSSERVARE LE MODALITA’ CON CUI CIASCUN BAMBINO AFFRONTA UN PROBLEMA /QUESITO: Individuare somiglianze e differenze;
Seriazione e classificazione STRATEGIE TIPICHE DEL LABORATORIO
Punti di debolezza dell’esperienza in corso NELLA CONSIDERAZIONE DELL’ ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO UN LASSO TEMPORALE SUPERIORE AVREBBE PERMESSO UN ULTERIORE APPROFONDIMENTO
Dinamiche di inclusione degli allievi con bisogni particolari
Nessuno
FASE RISTRUTTURATIVA
PRIMA LEZIONE
INCONTRO
Progetto: “Le forme geometriche nello spazio
vissuto”“NAVIGARE COMPETENZE” USR UMBRIA
Scuola: INFANZIA “BRECCIAIOLO”
Sezioni : I e IV
n° allievi coinvolti: 23
Allievi con bisogni particolari: NESSUNO
Insegnante referente:
Maria Rosaria Pelliccia e Paola Falcocchio
Data di compilazione: PRIMO INCONTRO: 11,04,14
DIARIO DI BORDO
Descrizione delle attività svolte
FASE RISTRUTTURATIVA: INCONTRO: . “SCOPRO LA FORMA” Nella scheda, analizzata prima al computer, i bambini individuano e colorano la forma che rappresenta
meglio l’oggetto posto a fianco.
Problemi o difficoltà incontrati
Nessuno
Punti di forza dell’esperienza in corso
INTERESSE DA PARTE DEI BAMBINI POTER OSSERVARE LE MODALITA’ CON CUI CIASCUN BAMBINO AFFRONTA UN PROBLEMA /QUESITO: Discriminare e riprodurre forme e colori;
utilizzare strategie. STRATEGIE TIPICHE DEL LABORATORIO
Punti di debolezza dell’esperienza in corso NELLA CONSIDERAZIONE DELL’ ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO UN LASSO TEMPORALE SUPERIORE AVREBBE PERMESSO UN ULTERIORE APPROFONDIMENTO
Dinamiche di inclusione degli allievi con bisogni particolari
Nessuno
SECONDA LEZIONE
INCONTRO
Progetto: “Le forme geometriche nello spazio
vissuto”“NAVIGARE COMPETENZE” USR UMBRIA
Scuola: INFANZIA “BRECCIAIOLO”
Sezioni : I e IV
n° allievi coinvolti: 23
Allievi con bisogni particolari: NESSUNO
Insegnante referente:
Maria Rosaria Pelliccia e Paola Falcocchio
Data di compilazione: PRIMO INCONTRO: 28,04,14
DIARIO DI BORDO
Descrizione delle attività svolte
FASE RISTRUTTURATIVA: INCONTRO: Abbiamo organizzato un percorso/gioco con la palla in cui i bambini hanno dovuto palleggiare senza perdere la palla.
I bambini dopo un percorso, dovendo riconoscere le forme a seguito di un comando, sono entrati in un quadrato, un triangolo, un cerchio e un rettangolo assumendone, in gruppo, la forma.
Problemi o difficoltà incontrati
Nessuno
Punti di forza dell’esperienza in corso
INTERESSE DA PARTE DEI BAMBINI POTER OSSERVARE LE MODALITA’ CON CUI CIASCUN BAMBINO AFFRONTA UN PROBLEMA /QUESITO:Effettuare strategie; Discriminare forme;
decodificare e operare con parametri spaziali. STRATEGIE TIPICHE DEL LABORATORIO
Punti di debolezza dell’esperienza in corso
NELLA CONSIDERAZIONE DELL’ ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO UN LASSO TEMPORALE SUPERIORE AVREBBE PERMESSO UN ULTERIORE APPROFONDIMENTO
Dinamiche di inclusione degli allievi con bisogni particolari
Nessuno
TERZA LEZIONE
INCONTRO
Progetto: “Le forme geometriche nello spazio
vissuto”“NAVIGARE COMPETENZE” USR UMBRIA
Scuola: INFANZIA “BRECCIAIOLO”
Sezioni : I e IV
n° allievi coinvolti: 23
Allievi con bisogni particolari: NESSUNO
Insegnante referente:
Maria Rosaria Pelliccia e Paola Falcocchio
Data di compilazione: INCONTRO: 30,04,14
DIARIO DI BORDO
Descrizione delle attività svolte
FASE RISTRUTTURATIVA:
INCONTRO: In questo ultimo incontro i bambini insieme alle insegnanti e poi singolarmente riflettono sulle conoscenze acquisite.
Si attivano le strategie di riflessione e le insegnanti aiutano a fissare i concetti.
Come riconosciamo il cerchio, il quadrato, il rettangolo, il triangolo?. Quali sono le loro caratteristiche?.
I bambini hanno mostrato la loro approvazione per il progetto svolto e si sono divertiti a osservare le loro foto sul computer.
Possiamo dire che attraverso il FARE sono intervenuti in modo razionale sulla realtà riuscendo a risolvere situazioni problematiche;
effettuando e risolvendo ipotesi, assumendo comportamenti strategici.
Le insegnanti con i bambini hanno festeggiato giocando con formantino.
Il lavoro svolto è stato rielaborato con i bambini creando un libricino e alcuni cartelloni. L’utilizzo delle foto rappresentanti il percorso
didattico-educativo ha permesso ai bambini di rielaborare le conoscenze raggiunte, e raccontare il percorso didattico svolto ai propri
genitori.
Problemi o difficoltà incontrati
Nessuno
Punti di forza dell’esperienza in corso
INTERESSE DA PARTE DEI BAMBINI POTER OSSERVARE LE MODALITA’ CON CUI CIASCUN BAMBINO AFFRONTA UN PROBLEMA /QUESITO: Capacità di risolvere situazioni
problematiche e capacità di agire sulla realtà.
STRATEGIE TIPICHE DEL LABORATORIO
Punti di debolezza dell’esperienza in corso NELLA CONSIDERAZIONE DELL’ ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO UN LASSO TEMPORALE SUPERIORE AVREBBE PERMESSO UN ULTERIORE APPROFONDIMENTO Dinamiche di inclusione degli allievi con bisogni particolari Nessuno
“Le forme geometriche nello spazio vissuto”
a.s. 2013-2014
Scuola primaria Campitello- Carducci
Istituto comprensivo Giovanni XXIII- Terni
Ins. S.Cresta – G.Mascia- G. Perziano
Aspetti organizzativi e metodologici
Mediatori didattici
Verranno utilizzati mediatori didattici
attivi
iconici
simbolici
analogici
Ruolo del docente
L’insegnante sarà un facilitatore, mediatore dell’apprendimento ed un regista dell’azione
educativa, Il docente, infatti, attraverso opportuni stimoli, attraverso la regolazione dei diversi
momenti didattici guiderà gli allievi alla scoperta ed infine alla rappresentazione dell’oggetto
culturale. Condividerà con l’alunno gli obiettivi, le finalità del percorso didattico.
Ruolo dell’alunno L’alunno sarà co-costruttore del proprio sapere, agendo in prima persona, collaborando e
producendo insieme agli altri un artefatto espressione dell’oggetto di apprendimento, in un clima
relazionale di rispetto di se stesso e degli altri.
Metodologia
La fase della “osservazione” e del “fare” costituiscono elementi portanti nella progettualità del
percorso. Sarà messa in relazione la complessità dei nuovi modi di apprendere con un’opera di
guida attenta al metodo riconoscendo e valorizzando le diverse situazioni individuali presenti
nella classe imparando ad accettare la sfida che la diversità pone. La metodologia privilegiata
sarà quella laboratoriale. Verrà, pertanto, incoraggiato l’apprendimento collaborativo, e tra pari,
perché l’apprendimento è un fatto di costruzione sociale, attraverso l’esperimento, il gioco, la
manipolazione ma anche la narrazione. Infatti, solo invitando gli allievi a narrare ciò che hanno
sperimentato, fatto, vissuto saranno poi effettivamente capaci di riflettere e comprendere
Sarà, dunque, valorizzata l'esperienza e le conoscenze degli alunni favorendo l'esplorazione e la
scoperta guidata per la soluzione di problemi. Saranno promosse le capacità metacognitive per
rendere consapevoli gli alunni del loro modo di apprendere. Saranno utilizzate strategie centrate
sull'uso di giochi logici e linguistici. I materiali usati saranno sia strutturati che non, lavagna
interattiva (LIM), vocabolario; diagrammi e grafici, e software Open Source per la
memorizzazione e la rielaborazione orale dei contenuti e la risoluzione di problemi.
Il lavoro procederà dall’osservazione delle principali forme geometriche, nel riconoscimento
delle stesse in oggetti del presente e del passato e nella loro riproduzione. Seguirà una fase di
organizzazione e catalogazione delle esperienze fatte ed infine una fase di formalizzazione delle
esperienze stesse.
Alcune delle attività saranno proposte seguendo la metodologia Clil.
Spazi
Tutte le attività proposte saranno realizzate all’interno di un’aula polifunzionale dotata di Lim per
condurre ricerche, visitare opportuni siti didattici utili per la realizzazione delle figure
solide/piane, per commentare insieme quanto scoperto in un clima di collaborazione ed
interazione tra pari.
Valutazione
La valutazione del percorso progettuale sarà formativa e tenderà a valutare , oltre all’operato
degli alunni anche la metodologia utilizzata; in fase conclusiva sarà anche sommativa. Inoltre , il
percorso prevede l’individuazione dei punti di forza e di debolezza della azione educativo
didattica come strumento di apprendimento organizzativo e coinvolgimento all’interno del team
project .
SCHEDA PROGETTUALE PRIMARIA
PROGETTO: “Le forme geometriche nello spazio vissuto” Istituzione Scolastica: IC Giovanni XXIII Terni
Classe: 5 C e 5 D scuola primaria di Campitello
Allievi coinvolti (numero): 23 Allievi con bisogni particolari: 2
Insegnante referente: Gioia Perziano classe 5C – Genoveffa
Mascia Classe 5 D Data di compilazione: 1 marzo 2014
COMPETENZE
EUROPEE
TRAGUARDI
DI COMPETENZA * inserire in questa colonna, in
corrispondenza delle competenze
europee, i traguardi rispetto alla
disciplina scelta per la realizzazione
della ricerca-azione
DISCIPLINE
CONOSCENZE * inserire in questa colonna, le
conoscenze che concorrono al
raggiungimento del traguardo di
competenza corrispondente
ABILITÀ * inserire in questa colonna, le
abilità che concorrono al
raggiungimento del traguardo di
competenza corrispondente
1) comunicazione nella
madrelingua;
- Comprendere
- Rappresentare
- Raccontare le esperienze
Tutte
2) comunicazione nelle lingue
straniere L2
3) competenza matematica e
competenze di base in scienza
e tecnologia
-Descrive e denomina figure in
base a caratteristiche
geometriche, ne determina misure
, ne progetta e costruisce modelli
di vario tipo.
-Utilizza strumenti per il disegno
geometrico.
-Costruisce rappresentazioni
(grafici e tabelle)
Italiano
Matematica
Tecnologia
Scienze
Spazio e figure.
Poligoni regolari e non.
I solidi.
-Descrivere e disegnare
figure geometriche
identificando elementi
significativi.
-Riprodurre una figura in
base ad una descrizione,
utilizzando gli strumenti
opportuni.
-Impiegare alcune regole del
disegno tecnico per
rappresentare semplici
oggetti. 4)competenza digitale -Usa dispositivi tecnici
- analizza un messaggio
componendolo nelle sue parti
costitutive.
-Controlla i tempi circa l’utilizzo
delle nuove tecnologie.
-Produce contenuti nel rispetto
della sicurezza propria e altrui.
Tutte Uso di dispositivi tecnici
Utilizzo critici dei media
Produzione e pubblicazione
responsabile dei contenuti
-Usare dispositivi tecnici
-Analizzare i messaggi di
diverso tipo
-Controllare i tempi del
proprio consumo
-Utilizzare responsabilmente
i contenuti realizzati
5) imparare a imparare Tutte 6) competenze sociali e civiche Tutte 7) spirito di iniziativa e
imprenditorialità Tutte
8) consapevolezza ed
espressione culturale -Usa carte geo-storiche ,anche con
l’ausilio di simboli convenzionali.
-Usa la linea del tempo per
organizzare conoscenze (le forme
nell’antichità).
-Usa le tracce per comprendere il
patrimonio artistico culturale.
Tutte
Storia
Geografia
Paesaggio
Uso delle fonti
I Romani
-Rappresentare le
informazioni che
scaturiscono dalle tracce del
passato presenti nel
territorio vissuto.
-Leggere una carta storico-
geografica.
-Elaborare le informazioni
acquisite usando anche
risorse digitali.
Dal curricolo ideale al…
curricolo reale
MODELLO DI PROGETTAZIONE PER EAS IST. COMPRENSIVO GIOVANNI XXIII
Descrizione della situazione stimolo: durante una lezione di
tecnologia gli alunni sono invitati ad osservare il funzionamento di
alcuni oggetti tra cui una caffettiera e ne scoprono per caso le
forme.
ISTITUTO COMPRENSIVO GIOVANNI XXIII
Docente/i Gioia Perziano cl 5C- Genoveffa Mascia Cl. 5D
Classe: 5 c /5d n. alunni : 23
Definizione compito in situazione: i ragazzi riproducono una
caffettiera di carta di base ottagonale
Disciplina/e: matematica/
tecnologia
n . alunni BES : 2 alunni
COMPETENZE NECESSARIE PER SVOLGERE IL
COMPITO
Competenza matematica
Descrive e denomina figure in base a caratteristiche
geometriche, ne determina misure , ne progetta e costruisce
modelli di vario tipo.
Utilizza strumenti per il disegno geometrico
Costruisce rappresentazioni ( grafici e tabelle)
Competenza digitale
Usa dispositivi tecnici
Produce contenuti nel rispetto della sicurezza propria ed
altrui.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO ATTRAVERSO I QUALI
RAGGIUNGERE LE COMPETENZE
1. Descrivere ed identificare figure geometriche identificando
elementi significativi.
2. Riprodurre una figura in base ad una descrizione
utilizzando gli strumenti opportuni
3. impiegare alcune regole del disegno tecnico
4. usare dispositivi tecnici
5. utilizzare responsabilmente i contenuti realizzati
PIANIFICAZIONE DEL PERCORSO* azioni del docente * azioni dell’alunno* logica didattica
FASE PREPARATORIA Fornisce uno
stimolo/dà una
consegna
Svolge quanto richiesto
dal docente
Problem solving
Osservazione
/esperienza
FASE OPERATORIA
Definisce i tempi
dell’attività
Produce un artefatto Learning by doing
applicazione
FASE RISTRUTTURATIVA Valuta gli artefatti Riflette sul percorso Reflective learning
Riflessione
Schema riassuntivo
Sviluppo del
percorso
Fase
preparatoria
Osservazione Problem-solving
Fase
operatoria
Applicazione Learning by doing
Fase
ristrutturativa
Riflessione Reflective learning
SVILUPPO DEL PERCORSO
“ Ma che forma è?”
FASE PREPARATORIA
“OSSERVIAMO LA FORMA DELLE COSE” Il presente lavoro inizia con uno sguardo di natura tecnologica ad una serie di oggetti presenti intorno a noi per comprenderne il funzionamento,
il materiale e la forma per poi passare ad una eventuale fase di realizzazione.
Agli alunni viene richiesto di portare degli oggetti che ricordassero la forma dei solidi più conosciuti. Gli alunni presentano alcuni oggetti di uso
domestico come un macinapepe, un frullatore, un cavatappi, etc. L’oggetto che incuriosisce di più i bambini è quello della caffettiera la cui
forma ricorda quella di un ottagono. Da qui il collegamento reticolare con la matematica ed in particolare con la geometria per il calcolo dei
perimetri e delle aree.
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante L’alunno osserva, scopre le forme, le caratteristiche e i materiali
degli oggetti nello spazio a lui vicino.
L’insegnante osserva e riconosce insieme ai ragazzi le forme degli oggetti
attivando uno sguardo tecnologico che guidi poi gli allievi ad assumere un
atteggiamento responsabile verso ogni azione trasformativa dell’ambiente,
nell’ottica di un’autentica formazione del senso civico.
Dallo sguardo tecnologico… allo sguardo esplorativo!
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante
L’alunno esegue quanto richiesto dall’insegnante ricercando forme
solide in oggetti presenti a casa.
L’insegnante invita i ragazzi a ricercare anche a casa altre forme
geometriche di oggetti.
Ma ora ritorniamo alla nostra caffettiera…
I FASE OPERATORIA
OSSERVANDO BENE SCOPRIAMO CHE LA CAFFETTIERA E’…
UN OGGETTO DALLE TANTE FORME
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante L’alunno osserva da solo e con gli altri le parti dell’oggetto e ne
riconosce le forme. Descrive le caratteristiche e le disegna.
L’insegnante divide la classe in piccoli gruppi secondo criteri di casualità; dà
istruzioni per il disegno delle figure. Fornisce stimoli ai gruppi .
OTTAGONO MAGGIORE
CERCHIO
CILINDRO
OTTAGONO MINORE
TRONCO DI
PIRAMIDE
I FASE OPERATORIA Osservando la forma dell’oggetto i ragazzi ne individuano subito alcuni aspetti geometrici: la forma della caffettiera è
quella di un ottagono. I ragazzi misurano il lato e ne ricalcano la forma su un cartoncino per calcolarne il perimetro e
l’area.
I ragazzi vengono poi invitati a riprodurre altre basi come quella della caffettiera, ma con un diverso numero di lati.
Riconoscono un poligono regolare da un poligono non regolare e ne fanno una classificazione.
Riproducono poi lo sviluppo di un tronco di piramide di base ottagonale.
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante L’alunno prova ad immaginare il possibile sviluppo della figura solida.
Costruisce la figura chiedendo aiuto in caso di bisogno. Collabora con
gli altri alunni. Ricerca in internet informazioni relative all’invenzione
della MOKA. Redige una scheda tecnica con l’uso di wikipedia.
L’alunno scopre, sempre attraverso Internet, che al museo di Arte
moderna di New York( MOMA) è presente la caffettiera moka
inventata da A. Bialetti. Il design italiano è conosciuto in tutto il
mondo.
L’insegnante commenta con i ragazzi le informazioni raccolte dalle quali si
scopre che la parola moka indica una regione dello Yemen “Arabia felix”
nota per la produzione del caffè e che tale parola compare anche nel
romanzo di avventura “Il giro del mondo in 80 giorni”. L’insegnante legge
in classe alcune parti del libro. Il percorso si presta a molteplici collegamenti
multidisciplinari.
II FASE OPERATORIA
Riproduciamo una caffettiera di carta…cominciando dalla caldaia
Non ci resta che assemblare i pezzi… ed ecco il prototipo della nostra caffettiera!
Ovviamente da migliorare… Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante Dopo avere realizzato lo sviluppo del tronco piramidale ed il cerchio, gli
alunni assemblano i pezzi utilizzando a loro piacere tecniche diverse. I
bambini redigono una scheda per la costruzione dei pezzi componenti la
caffettiera specificando la lunghezza dei lati del poligono e delle facce del
solido ne calcolano facilmente l’area totale .
Osserva le dinamiche relazionali all’interno dei gruppi, in particolare la
capacità, da parte degli alunni ,di collaborare nel piccolo e nel grande
gruppo, la capacità di chiedere e dare aiuto. Il docente visiona la scheda
redatta dagli alunni .
III FASE OPERATORIA
Il nostro lavoro continua con la realizzazione dei solidi…con l’uso di stecchini e plastilina
costruiamo alcuni solidi e ne individuiamo gli elementi essenziali :
FACCE-SPIGOLI-VERTICI
IL NOSTRO LAVORO : UN MONDO DI CUBI, PRISMI E PIRAMIDI
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante Gli alunni divisi in piccoli gruppi realizzano i solidi richiesti riflettendo
sulle caratteristiche delle figure. Gli alunni utilizzano metodi diversi per
pianificare la costruzione dei solidi riconoscendone le tre dimensioni:
altezza, larghezza , lunghezza.
L’insegnante osserva gli allievi per comprendere le diverse strategie da loro
utilizzate per la rappresentazione dapprima mentale dell’oggetto, poi concreta.
Incoraggia l’approccio collaborativo e la riflessione consapevole alla
costruzione del sapere.
III FASE OPERATORIA
ED ORA VI MOSTRIAMO COME CON RIGHE, COMPASSI, SQUADRE
ABBIAMO LAVORATO…
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante Dopo aver svolto molteplici attività relative al concetto di equiestensione
e di sviluppo di solidi realizziamo un cartellone di sintesi . Ogni alunno
è in grado di commentarlo indicando per ogni figura le caratteristiche che la identificano. Gli alunni riconoscono la differenza tra figure
bidimensionali e tridimensionali.
Invita gli alunni ad elaborare ulteriori schemi concettuali relativi ai solidi.
Attraverso la Lim vengono visitati siti didattici come wwwbabyflash.com
per la realizzazione dei solidi e delle principali figure geometriche.
IV FASE OPERATORIA
Vi presentiamo il nostro lavoro finito…Ognuno di noi ha realizzato la sua
caffettiera…
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante Gli alunni dopo la realizzazione del prototipo di caffettiera sono
invitati a riprodurre la caffettiera elaborando uno schema per la
realizzazione dell’oggetto definendone anche le misure. Ne descrivono
le fasi ed infine calcolano le aree dei due tronchi di piramide.
L’insegnante fa narrare agli alunni le fasi di realizzazione dell’oggetto. Ascolta
con attenzione la narrazione aiutando l’alunno a comprendere eventuali punti
logici deboli, gli errori commessi, le difficoltà incontrate, ma anche i punti di
forza, promuovendo così la capacità di riflettere sul proprio modo di apprendere.
FASE CONCLUSIVA
Dopo vari tentativi…
Un ottagono perfetto… un tronco di piramide perfetto!
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante L’alunno è ora in grado di riprodurre un ottagono ed un solido perfetto. Invita gli alunni a narrare la loro esperienza e a riflettere sugli errori.
FASE RISTRUTTURATIVA
Abbiamo formulato ai ragazzi queste domande…
Ogni alunno è stato invitato a rifletterci….
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante Analizza gli artefatti in modo critico; riflette con l’aiuto
dell’insegnante sul processo. Gli alunni elaborano un areogramma
circolare per il calcolo delle percentuali delle risposte date.
Valuta gli artefatti; corregge le misconcezioni; fissa i concetti e soprattutto
l’importanza della osservazione.
Invita i ragazzi a ripetere le fasi per la realizzazione dell’areogramma:
trasformazione dati in percentuale e calcolo dell’ampiezza angolare. Utilizzo
del goniometro.
Cosa ho imparato?
Come ho imparato?
Quando ho imparato?
Come abbiamo imparato?
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante
L’alunno dopo aver calcolato le ampiezze angolari, utilizza il goniometro
per disegnare le ampiezze. Lo stesso lavoro viene proposto per le altre
domande.
L’insegnante controlla i ragazzi nel calcolo delle percentuali e nel calcolo
delle ampiezze angolari.
Alla domanda “Come ho imparato?” ecco le risposte della classe 5c ( 11 alunni)
n. 3 alunni “ divertendoci”
n. 3 alunni “ abbiamo lavorato in gruppo”
n. 3 alunni “ abbiamo appreso facilmente il calcolo delle aree”
n. 2 “ ho rispettato gli altri e sono stato rispettato nel gruppo”.
Alla domanda “ Cosa ho imparato?”
n. 4 alunni : come si costruiscono i solidi
n. 5 alunni : come calcolare le aree
n. 3 alunni : a guardare le cose in modo diverso
Alla domanda “ Quando ho imparato? Questa è senza dubbio la domanda più interessante, perché ha permesso di
comprendere il momento in cui c’è stato lo scatto verso la nuova informazione. Il collegamento tra vecchia informazione e
nuova informazione per permettere un apprendimento significativo.
“quando ho finalmente immaginato la costruzione della figura ho compreso come calcolarne le aree. 8 alunni su 11
Percorso di storia /geografia /matematica per un curricolo orizzontale
“ Centuriamo il cortile della scuola” Il lavoro nasce da una necessità oggettiva dei bambini di suddividere lo spazio cortile in modo tale che ogni classe possa avere una propria area in
cui giocare al momento della ricreazione. Utilizzando le tecniche e gli strumenti degli antichi Romani, ed in particolare le unità di misura come il
pes, misurano la lunghezza e la larghezza del cortile. Un genitore ha realizzato un groma di legno con la quale gli alunni si sono divertiti a tracciare
linee diritte ed ortogonali.
FASE PREPARATORIA
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante Gli alunni misurano il cortile in larghezza e in lunghezza utilizzando le
unità di misura dei Romani come il pes .
L’insegnante invita gli alunni a compiere ricerche su internet per
valutare la corrispondenza del pes alla nostra unità di misura:
Pes = 29,65 cm
FASE OPERATORIA
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante Gli alunni in gruppo svolgono ricerche su Internet e su libri di testo
per scoprire le tecniche di misurazione dei Romani ed in particolare
degli agrimensori romani.
L’insegnante, dopo una discussione collettiva, guida gli alunni nella
navigazione in Internet e li conduce all’apprendimento per scoperta.
FASE OPERATORIA
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante Sul modello del castrum romano riproducono un accampamento
romano.
L’insegnante invita gli alunni a ricercare su wikipedia informazioni
sul castrum romano. Utilizzando la Lim visionano la struttura del
castrum e individuano le linee ortogonali corrispondenti al cardo e al
decumano.
FASE OPERATORIA
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante Dopo aver tracciato una linea AB all’interno del cortile, gli alunni
posizionano la groma nel punto intermedio C, incrocio delle due
direzioni da tracciare.
Ruotando la stelletta, tracciano la seconda linea ED con la stessa
procedura .
Collabora con gli alunni nell’utilizzo della groma.
FASE OPERATORIA
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante Gli alunni, dopo aver individuato gli assi ortogonali, con l’ausilio di
una squadra misurano l’ampiezza degli angoli e scoprono che sono
retti. A questo punto verificano le distanze con i piedi. Infine
localizzano i quattro punti cardinali.
Osserva le dinamiche di esecuzione dell’attività e di utilizzo dello
strumento, nonché quelle relazionali.
FASE RISTRUTTURATIVA
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante Gli alunni, dopo aver trasformato le unità di misura romane( 1 pes=
29,65 cm) , riproducono la pianta del cortile in scala 1:100
Osserva le modalità di esecuzione del lavoro. Invita gli alunni a narrare,
a ricostruire l’esperienza.
Scheda valutativa docente Istituto comprensivo Giovanni XXIII-Terni
Legenda: indicare per ogni alunno il livello di competenza A (alto)–I (intermedio)- B (base)
Alunni classe 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
Competenze sociali
-Partecipa consapevolmente alle attività
proposte
-Collabora per un progetto comune
-Si autocontrolla nelle diverse situazioni
Competenze logico- comunicative
Legge e comprende testi di vario tipo
Legge e comprende testi che coinvolgono
aspetti logico-matematici
Comunica utilizzando in modo appropriato il
lessico acquisito
Competenze digitali
-Utilizza nuove tecnologie , linguaggi
multimediali e strumenti propri
delle discipline per risolvere problemi.
-Utilizza diversi tipi di rappresentazione per
risolvere problemi
Progetto: LE FORME GEOMETRICHE
NELLO SPAZIO VISSUTO
Scuola: IST. COMPRENSIVO GIOVANNI XXIII -TERNI
Classe e n° allievi coinvolti:23
Allievi con bisogni particolari: 2
Insegnante referente: Gioia Perziano Cl.5C
Genoveffa Mascia cl.5D
Data di compilazione: aprile 2014
DIARIO DI BORDO
Descrizione delle attività svolte
Allegata
Problemi o difficoltà incontrati
Nessun problema rilevato
Punti di forza dell’esperienza in corso
Attraverso la didattica del fare i contenuti delle Indicazioni nazionali sono stati meglio compresi dagli alunni e meglio utilizzati dagli insegnanti.
Tutte le attività svolte sono state realizzate in funzione del compito di realtà e attraverso modalità operative concrete che hanno offerto agli
studenti una forte motivazione all’apprendimento, una maggiore consapevolezza di ciò che veniva fatto e perché.
Punti di debolezza dell’esperienza in corso
Necessità di avere a disposizione più ore.
Dinamiche di inclusione degli allievi con bisogni particolari
Le dinamiche relazionali adottate hanno permesso la partecipazione di tutti gli alunni.
Il presente modello è stato proposto a tutti gli alunni
ISTITUTO COMPRENSIVO GIOVANNI XXIII –TERNI SCHEDA DI AUTOVALUTAZIONE :
competenze relazionali e metacognitive ALUNNO: CLASSE: SCUOLA PRIMARIA
OSSERVAZIONI Molto Poco Per niente
-Il lavoro mi ha interessato?
-ho contribuito con le mie idee e le mie conoscenze al lavoro
di gruppo?
-ho chiesto agli altri le loro idee e le loro conoscenze?
- ho chiesto aiuto quando ne avevo bisogno?
-ho contribuito a mantenere attivo il gruppo?
- ho coinvolto tutti i miei compagni di gruppo nel lavoro?
Sono soddisfatto dei risultati ottenuti ( sì perché,no perché, solo in parte perché , per niente perché)
Data docente alunno:
PERCORSO CLIL
“OBJECTS AND SHAPES”
A.S 2013/2014
RICERCA- AZIONE DELLA RETE
“Navigare competenze” USR Umbria
Scuola primaria Carducci
Ins. M.R Notarfonso
FASE PREPARATORIA
“COSTRUIAMO LE FORMA CON LE COSE”
Nel primo quadrimestre agli alunni viene richiesto di portare del materiale di recupero per realizzare semplici addobbi di
Natale che ricordassero la forma dei poligoni fino ad allora conosciuti.
Focalizzando l’attenzione sul TRIANGOLO abbiamo realizzato:
.
COSA FA L’ALUNNO COSA FA L’INSEGNANTE L’alunno esegue quanto richiesto dall’insegnante
cercando forme solide in giocattoli presenti a casa.
L’alunno scopre le forme, le caratteristiche degli oggetti
nello spazio a lui vicino
L’insegnante invita i ragazzi a ricercare anche a casa altre forme
geometriche di giocattoli. Osserva con loro le caratteristiche dei
giocattoli
Mese di aprile: l’insegnante invita gli alunni a portare a scuola alcuni giocattoli per scoprirne le forme…
I FASE OPERATORIA
Il pallone da calcio non è una sfera ma…
Scopriamolo
insieme!
COSA FA L’ALUNNO COSA FA L’INSEGNANTE L’alunno osserva da solo e con gli altri le parti dell’oggetto e ne
riconosce le forme. Descrive le caratteristiche e le disegna.
L’insegnante dopo aver invitato la classe a dividersi in piccoli gruppi
secondo criteri di casualità, fornisce stimoli ai gruppi .
I ragazzi individuano subito alcuni aspetti geometrici del pallone: la forma del pallone da calcio è un insieme di pentagoni
ed esagoni regolari. I ragazzi misurano i lati e ne ricalcano la forma su un cartoncino per calcolarne l’area.
I ragazzi riproducono altri solidi, ma con facce formate da poligoni uguali. Riconoscono un poligono regolare da un
poligono non regolare e ne fanno una classificazione.
Riproducono poi lo sviluppo di un dodecaedro.
COSA FA L’ALUNNO COSA FA L’INSEGNANTE Visualizza attraverso la LIM il video per la realizzazione di un
football di tessuto per bambini.
Ricerca in internet informazioni relative alla produzione dei palloni
da calcio. Trae conclusioni in relazione al diverso significato che un
pallone da calcio può avere in diversi contesti ambientali :strumento di
gioco nei paesi industrializzati, impegno di lavoro per i bambini del
“terzo” mondo. NEGAZIONE dei DIRITTI …
L’insegnante commenta con i ragazzi le informazioni raccolte. Legge
alcune interviste raccolte da operatori Unicef. Il percorso si presta a
molteplici collegamenti inter disciplinari.
Ma ora ritorniamo al nostro Soccer ball (football …
Gli alunni hanno lavorato in coppia seguendo le indicazioni della scheda:
Read and Make a Dodecahedron
you will need
Glue, hobby knife, needle, toothpick and ruler
Instructions
1) Copy the diagram on paper or cardboard.
2) Cut out the outline of dodecahedron with a scissor.
3) Color the even numbers and the odd numbers with two different colours
Fold all the fins that protrude from the edges of the map. Try to mount the dodecahedron before putting the glue so you don't make mistakes.
4) Begin to assemble the left map that has more fins.
5) Put the glue on one of the flaps of the dodecahedron and just plug it into where it stands. Press with your fingers because it is well fastened.
Do the same with the other fins.
6) You have half of your already mounted dodecahedron.
7) Now do the same with the other half.
8) Put glue on the fins, place them where matches, press. Same procedure for all the fins.
9) Here you have the two halves of your dodecahedron.
10) Now put the glue on flaps that remain and the two middle of dodecedro among them. If it is difficult to make them coincide and attach them,
place the adhesive on both sides that go together.
11) Your dodecahedron is ready!
III FASE OPERATORIA
Riproduciamo un pallone da calcio!
Ecco il nostro soccer ball!
COSA FA L’ALUNNO COSA FA L’INSEGNANTE Dopo avere realizzato lo sviluppo del diagramma, gli alunni assemblano i
pezzi utilizzando a loro piacere tecniche diverse. I bambini redigono una
scheda per la costruzione dei pezzi componenti il pallone specificando la
lunghezza dei lati dei poligoni e delle facce del solido ne calcolano
facilmente l’area totale .
Osserva le dinamiche relazionali all’interno dei gruppi.
IV FASE OPERATORIA
Il nostro lavoro finito…
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante Gli alunni confrontano il loro lavoro individuale con quello dei
compagni, ricordano le fasi della costruzione del pallone più grande,
realizzato lavorando a coppie. Cercano le soluzioni e le risposte ai
problemi emersi durante il laboratorio.
L’insegnante osserva il lavoro degli alunni.
V FASE OPERATORIA
COMPITO di REALTA’
Name…………………………………………………Surname……………………………………….class….
1) COMPLETE with the words in the box
hexagonal dodecahedron
vertices faces
twelve regular
A dodecahedron is a polyhedron with twelve……………... If the……………. faces of the……….. are our regular pentagons, then it is a ……………………….dodecahedron Soccer ball is a truncated icosahedron. 12 regular pentagonal faces, 20 regular…………….. faces, 60 ………………………….and 90 edges.
2) Answer
1) How many faces has the dodecahedron?
2) How many edges has the dodecahedron?
3) How many vertices has the dodecahedron?
4) How many faces has the Soccer ball?
5) How many edges has the Soccer ball?
6) How many vertices has the Soccer ball?
3)DECIDE IF THESE SENTENCES ARE TRUE or FALSE and put X
TRUE FALSE
The biggest Soccer ball is black and white
My dodecahedron has only regular pentagons
My Soccer ball is black and white
Soccer ball has 12 edges.
Soccer ball has only hexagonal faces
4) Complete: The biggest Soccer ball is brown……………
Nome…………………………………………………Cognome ……………………………………….classe….
Leggi
BAMBINI LAVORATORI NEL MONDO
Dai telegiornali e dai quotidiani abbiamo saputo che, nel mondo, sono più di 250
milioni i bambini che lavorano.
La loro età varia dai 4 fino ai 15 anni.
Essi lavorano dalle dodici alle sedici ore al giorno, e a volte anche più, e per il loro
lavoro vengono pagati con poche lire oppure ricevono due banane e una zuppa, per
esempio nelle piantagioni di cacao.
I lavori di questi bambini sono "forzati", perché essi non possono alzare gli occhi,
distrarsi, andare in bagno, bere e parlare durante il lavoro e vengono anche picchiati se
non lo fanno bene e in tempo.
I bambini lavoratori vengono utilizzati nelle cave di pietra (dove il lavoro è
faticosissimo e dove rischiano di diventare ciechi per la polvere e il riverbero del sole),
nelle miniere (dove rischiano di prendere malattie respiratorie), nelle vetrerie o
lavorano nelle discariche a raccogliere i rifiuti e a rivenderli
Milioni di bambini sono utilizzati per cucire i palloni di cuoio e le scarpe da ginnastica per i campioni dello sport, e che acquistiamo pure noi.
Qui nel distretto di Sialkot non conosco un ragazzino che non lavori. Io ho cominciato a 7 anni, aiutavo un parente. Adesso sto sotto padrone, 9-10
ore al giorno a cucire palloni, a mano. Sempre lo stesso lavoro, mi rovino le dita e non imparo altro. Questa è la zona industriale del Pakistan, si
produce di tutto. Ci sono molte fabbriche di strumenti chirurgici, bisturi ecc. Ma più di tutto si fanno palloni di cuoio, da rugby e da calcio. I
palloni che mi arrivano hanno i marchi più diversi, molti li conosco, credo siano famosi in mezzo mondo." (Latif, 11 anni, cucitore di palloni -
Pakistan)
"Qui a scuola si sta bene, si gioca e canta, si può studiare. Ma al lavoro, se eravamo in ritardo ci picchiavano. Ci rimproveravano sempre: "non
alzate gli occhi, arrotolate bene le sigarette, sbrigatevi". Si lavorava dalle 8 di mattina alle 9 di sera, con un'ora per mangiare. Avevo male alle
mani, alle gambe, al collo, alla schiena. I padroni preferiscono i bambini per le mani piccole, ma soprattutto perché ci pagano meno della metà dei
grandi. Tutti i nostri genitori erano indebitati con i padroni, gli interessi si accumulavano e noi dovevamo continuare a lavorare. Se non ci
avessero aiutato, non ne saremmo usciti mai." (Sona, 12 anni, ex sigaraia - India) (fonte: UNICEF)
In diversi Paesi del mondo, ci sono molti bambini costretti a fare i soldati nelle guerre o a produrre e vendere droghe, oppure a lavorare nei campi,
nelle piantagioni di caffè, di cacao, di canna da zucchero. Perché c'è il lavoro minorile?
Milioni di famiglie sono povere e, quindi, i bambini lavorano per contribuire a mantenere la famiglia o a pagare i debiti dei loro genitori.
I bambini vengono preferiti agli adulti perché hanno le mani più piccole, e quindi più veloci e abili, per arrotolare sigarette, annodare i fili nei
tappeti, cucire..., non si ribellano ai padroni e vengono pagati pochissimo, anche se lavorano molto di più dei grandi.
Per lavorare, essi rinunciano al gioco, all'istruzione e anche alla salute e ad altri diritti.
Tra noi e i bambini lavoratori ci sono molte differenze nel tipo di vita.
La nostra vita è fortunata. Per noi è bella, felice e piena di affetto.
Abbiamo tutto il necessario per vivere bene e anche di più.
Possiamo divertirci con i giochi, i giocattoli, la TV, il computer, i videogiochi.
Possiamo avere anche troppo e cose non necessarie: le playstation, per esempio, che ci fanno anche male alla salute, i dolci, la cioccolata, le
caramelle, le chewing gum, le figurine,...
Viviamo in una casa accogliente e confortevole, con la famiglia che non è povera e che ci vuole bene.
Indossiamo bei vestiti.
Frequentiamo la scuola e possiamo acquistare tutto il materiale che ci occorre: pennarelli, pastelli, quaderni, libri, penne, astucci e zaini firmati.
Non dobbiamo lavorare, fino a quando non saremo maggiorenni.
Abbiamo del tempo libero, pratichiamo degli sport, andiamo in vacanza al mare o in montagna, a visitare città.
Da noi arrivano Babbo Natale e la Befana, che ci portano tanti regali, e la Pasqua con le uova di cioccolato con dentro la sorpresa.
WORLD CUP 2002 - Incontro di presentazione di “Un altro mondiale è possibile” - Il Pais, sabato 16 marzo 2002
Sul terreno di gioco dei mondiali, prima ancora che le squadre di calcio nazionali, si affronteranno due grandi marche dell’abbigliamento e delle
scarpe sportive, Nike e Adidas, che insieme si spartiscono oltre il 50% di questo settore di mercato. Sono due sponsor importanti della Coppa del
mondo. Adidas è il primo sponsor in assoluto, i mondiali si giocheranno con il suo pallone; personale, arbitri, guardialinee indosseranno e
calzeranno il suo marchio; Nike è sponsor tecnico di 7 squadre nazionali. I più grandi campioni calzano scarpe sportive dell’una o dell’altra marca.
Adidas e Nike sono note ai consumatori critici e alle organizzazioni per la difesa dei diritti dei lavoratori di tutto il mondo anche in relazione agli
eventi calcistici. Nel 1996 fa il giro del mondo un articolo pubblicato dalla rivista Life che mostra alcuni bambini pakistani intenti alla cucitura di
palloni da calcio a marchio Nike e logo Fifa. Nel distretto di Sialkot, dove si concentra l’80% della produzione mondiale di palloni da calcio,
lavorano oltre 10 mila bambini nella cucitura dei palloni. Nel 1998 Adidas è accusata da un ex internato in un campo di lavoro in Cina di far uso del
lavoro forzato di prigionieri politici per la produzione di palloni da calcio per i mondiali del 1998 (15 ore al giorno per 1 dollaro e 50 al mese).
2) Metti X nella colonna giusta
Vero_ Falso
VERO FALSO
Latif cuce i tappeti in Grecia
In India i bambini preferiscono lavorare invece che andare a scuola
Nel mondo lavorano più di 250 milioni i bambini
L’articolo del giornale parla dei prossimi mondiali di calcio
Nel distretto di Sialkot, dove si concentra l’80% della produzione
mondiale di palloni da calcio, nessun bambino lavora nella cucitura
dei palloni.
Nel 1998,in Cina i bambini che lavoravano 15 ore al giorno per
cucire i palloni, ricevevano 1 dollaro e 50 al mese.
I bambini vengono preferiti agli adulti per lavorare per alcune
caratteristiche fisiche.
La marca NIKE non utilizza bambini per cucire i palloni
In Europa la legge vieta il lavoro dei minori
In Italia si considera bambino tutti coloro che non hanno compiuto 18
anni
3) Rispondi
1) Cosa significa che i lavori di questi bambini sono “FORZATI”?
2) Quali sono i diritti che vengono negati ai bambini di cui si parla nel brano precedente?
4)Leggi, completa, risolvi il seguente problema. Rifletti per trovare una risposta “veloce” alla seconda domanda
Il soccer ball bianco e nero che hai finito di costruire a casa per compito è formato da poligoni regolari : n°………….pentagoni e
n°……… esagoni, con i lati che misurano cm.1 ciascuno. Il soccer ball colorato che abbiamo costruito a scuola è formato da poligoni regolari con i lati che misurano cm.6 ciascuno.
1) Calcola la misura della superficie totale del soccer ball bianco e nero.
2) Calcola la misura della superficie totale del soccer ball colorato.
FASE RISTRUTTURATIVA
Abbiamo chiesto ai ragazzi di rispondere a queste domande :
Ogni alunno è stato invitato a rifletterci…. Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante Riflette sul lavoro svolto. Commenta con gli alunni il percorso realizzato.
Come ho
imparato?
Cosa ho
imparato?
Quando
ho
imparato?
Alla domanda “Come ho imparato?” ecco le risposte della classi 5^A_5^ B
( 28 alunni)
n. 3 alunni “ divertendoci”
n. 13 alunni “ abbiamo realizzato qualcosa di utile”
n. 3 alunni “ abbiamo USATO il calcolo delle aree”
n. 2 “ ho rispettato gli altri e sono stato rispettato nel gruppo”.
n. 7 alunni “ho costruito le cose insieme alla maestra”
Alla domanda “ Cosa ho imparato?”
n. 4 alunni : come si costruiscono i solidi
n. 10 alunni : come calcolare le aree
n. 3 alunni : a guardare le cose in modo diverso
n. 11 alunni: a costruire cose che posso pure usare
Alla domanda “ Quando ho imparato?
Questa è senza dubbio la domanda più interessante, perché significa comprendere il momento in cui c’è stato
lo scatto verso la nuova informazione. Il collegamento tra vecchia informazione e nuova informazione.
n. 11 alunni: quando non ho dovuto più guardare il video alla LIM per ritrovare il
” verso”
n. 17 alunni: quando ho capito che il pallone bianco e nero e quello più grande colorato sono formati dallo
stesso numero di poligoni
n. 10 alunni: quando ho capito che nel compito di realtà le risposte ci sono già tutte, le debbo solo trovare.
“LE FORME GEOMETRICHE NELLO SPAZIO VISSUTO”
Progetto di ricerca azione della rete
”Navigare Competenze”
USR Umbria
per l’attuazione delle nuove Indicazioni nazionali
Scuola secondaria di I grado A.S. 2013/2014
Prof.sse E. Antonini- A. Fiorucci
SVILUPPO DEL PERCORSO SCHEDA PROGETTUALE SECONDARIA
PROGETTO: “Le forme geometriche nello spazio vissuto” Istituzione Scolastica: IC Giovanni XXIII Terni
Classe: 1° A TP
Allievi coinvolti (numero): 14 Allievi con bisogni particolari: 1
Insegnante referente: A. Fiorucci – E. Antonini Data di compilazione: marzo 2014
COMPETENZE
EUROPEE
TRAGUARDI
DI COMPETENZA * inserire in questa colonna, in
corrispondenza delle competenze
europee, i traguardi rispetto alla
disciplina scelta per la realizzazione
della ricerca-azione
DISCIPLINE
CONOSCENZE * inserire in questa colonna, le
conoscenze che concorrono al
raggiungimento del traguardo di
competenza corrispondente
ABILITÀ * inserire in questa colonna, le abilità
che concorrono al raggiungimento del
traguardo di competenza corrispondente
1) comunicazione nella
madrelingua;
- Comprendere
- Rappresentare
- Raccontare le esperienze
- Usa la comunicazione orale per
collaborare con gli altri
- Ascolta e comprende testi di vario
tipo
- Espone oralmente gli argomenti di
studio e di ricerca
Geografia
Matematica
Strumenti della geometria
-Narra esperienze selezionando
informazioni significative in base
allo scopo
2) comunicazione nelle lingue
straniere L2
3) competenza matematica e
competenze di base in scienza
e tecnologia
-Riconosce e denomina le forme
del piano e dello spazio e le loro
rappresentazioni, costruisce
modelli di vario tipo e coglie
relazioni tra gli elementi,
- Riconosce e risolve problemi e ne
spiega il procedimento seguito,
Italiano
Matematica
Spazio e figure.
Poligoni regolari e non.
- Riprodurre una figura utilizzando
gli strumenti opportuni.
- Descrivere figure geometriche
piane al fine di comunicarle agli altri
-Conoscere definizioni e proprietà
delle principali figure piane;
riconoscere figure geometriche in
- produce argomentazioni in base
alle conoscenze teoriche acquisite
-Utilizza e interpreta il linguaggio
matematico e ne coglie il rapporto
con il linguaggio naturale
base alle proprietà;
- individuare invarianti in alcune
trasformazioni geometriche.
-Utilizzare il linguaggio naturale in
modo corretto e passare da
linguaggio naturale a linguaggio
simbolico e viceversa
4)competenza digitale -Usa dispositivi tecnici
-Controlla i tempi circa l’utilizzo
delle nuove tecnologie.
-Produce contenuti nel rispetto
della sicurezza propria e altrui.
Tutte Uso di dispositivi tecnici
Utilizzo critici dei media
Produzione e pubblicazione
responsabile dei contenuti
-Usare dispositivi tecnici
- Controllare i tempi del proprio
consumo.
- utilizzare software di geometria
dinamica in modo autonomo per
costruire figure;
- Ricercare in Internet immagini e
foto sulle quali lavorare
-Utilizzare responsabilmente i
contenuti realizzati 5) imparare a imparare Tutte 6) competenze sociali e civiche Tutte 7) spirito di iniziativa e
imprenditorialità Tutte
8) consapevolezza ed
espressione culturale -Usa carte geo-storiche ,anche con
l’ausilio di simboli convenzionali.
-Usa la linea del tempo per
organizzare conoscenze (le forme
nell’antichità).
-Usa le tracce per comprendere il
patrimonio artistico culturale.
Tutte
Storia
Geografia
Paesaggio
Uso delle fonti
Città greca, romana,
medioevale, rinascimentale,
moderna
-Rappresentare le informazioni che
scaturiscono dalle tracce del passato
presenti nel territorio vissuto.
-Leggere una carta storico-
geografica.
-Elaborare le informazioni acquisite
usando anche risorse digitali.
FASE PREPARATORIA
Osserviamo le forme geometriche nello spazio vissuto. Iniziamo l’attività con un’uscita in cortile per stimolare i ragazzi ad osservare ed analizzare le strutture sia naturali che di tipo architettonico nello
spazio a noi vicino. Facciamo osservare ai ragazzi che in natura non esistono figure piane, ma tutto ciò che ci circonda è solido.
Invitiamo gli alunni a porsi problemi e a prospettare soluzioni. ( Es: cosa sono e a cosa servono le figure piane?)
Tornati in classe i ragazzi discutono e vengono invitati a riflettere su quanto osservato. Infine i ragazzi vengono invitati a descrivere in modo veloce
e semplice l’attività svolta .Successivamente l’insegnante presenta ai ragazzi alcune immagini predisposte in modo da mettere a confronto strutture
geometriche nella natura, nell’arte, in manufatti o opere d’arte.
Documentazione:
foto
documento word con immagini “immagini a confronto”Cronaca del lavoro fatta da tutti gli alunni.
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante L’alunno osserva, scopre le forme, le caratteristiche e i
materiali degli oggetti nello spazio a lui vicino.
In classe osserva le immagini proposte e, guidato, analizza
forme e strutture per trovare analogie e differenze.
Infine scrive la cronaca di quanto fatto nella giornata.
L’insegnante osserva e riconosce insieme ai ragazzi le forme
degli oggetti attivando uno sguardo che guidi poi gli allievi ad
analizzare le strutture.
Predispone un file con immagini sia di strutture prese dal
mondo della natura che da manufatti o opere ingegneristiche in
modo da stimolare la curiosità, l’osservazione e l’analisi.
Guida il dibattito.
Invita i ragazzi a scrivere la cronaca della giornata.
Dalle figure solide alle figure piane
In classe vengono presentate immagini di solidi; l’insegnante spiega il significato di “vista” e fa vedere, utilizzando la LIM, immagini ed esempi
predisposti. Gli alunni vengono invitati a discutere tra loro e a confrontarsi.
Poi viene chiesto ai ragazzi di osservare e riconoscere le varie viste in immagini predisposte e proiettate sulla LIM. Infine i ragazzi, suddivisi in
gruppi, eseguono un esercizio di riconoscimento di viste, osservando, analizzando, discutendo e confrontandosi.
L’insegnante con l’aiuto di geogebra presenta spezzate aperte e chiuse e giunge alla definizione di poligono.
Costruisce poligoni e li modifica in modo da far capire alcuni concetti quali poligoni concavi e convessi e poligoni regolari; propone poi la visione
di spezzoni di un documentario sulle forme in natura e nell’arte (“the code”)
COSA FA L’ALUNNO COSA FA L’INSEGNANTE L’alunno ascolta, osserva, discute, in gruppo lavora alla scheda
predisposta.
L’insegnante invita i ragazzi ad osservare alcuni solidi e le loro viste, proietta
alcune schede e chiede ai ragazzi di riconoscere la vista.
Distribuisce schede strutturate e invita i ragazzi a discutere in gruppo e a
completare la scheda.
Condivisione dei risultati.
Con geogebra costruisce spezzate aperte, chiuse, poligoni e loro elementi,
muovendo le figure invita i ragazzi a denominarle.
A sinistra l’esercizio proposto ai
ragazzi e risolto in gruppo
I FASE OPERATORIA
L’insegnante fa sistemare i ragazzi in gruppi (precedentemente costituiti con assegnati ai vari componenti specifici compiti) e spiega loro quale
attività dovranno svolgere. Si tratta di costruire ed analizzare i triangoli. Distribuisce ad ogni gruppo striscioline di cartoncino precedentemente
preparate con l’aiuto dell’insegnante di tecnologia, e due fogli di carta .
A questo punto chiede ai ragazzi di disegnare su di un foglio triangoli fissando arbitrariamente 3 punti e di rispondere alla domanda se, dati 3 punti
sia sempre possibile costruire un triangolo.
Successivamente fornisce ai vari gruppi numerose striscioline di cartoncino di varie misure ( indicate su ciascuna strisciolina) e dei
fermacampioni e chiede ai ragazzi di provare a costruire tutti i possibili triangoli. I ragazzi possono raccogliere i dati in una scheda predisposta, e
dall’analisi degli stessi arrivano la regola di costruibilità dei triangoli. (Scheda faseoper1)
COSA FA L’ALUNNO COSA FA L’INSEGNANTE L’alunno disegna, costruisce, si confronta con i compagni, cerca
soluzioni alle domande proposte. Completa la tabella, cerca di
generalizzare le conclusioni e trascriverle con parole semplici.
Infine, con la guida dell’insegnante, discute le risposte date dai vari
gruppi e arriva ad enunciare la regola.
Verbalizza il lavoro svolto.
L’insegnante divide la classe in gruppi secondo criteri prestabiliti; dà
istruzioni per il lavoro. Fornisce stimoli ai gruppi, guida la discussione,
e cerca un ’equilibrio tra fasi operative e graduali sistemazioni
teoriche per permettere un percorso che, partendo da evidenze visive o
da ragionamenti su figure, arrivi gradualmente ad argomentazioni e
concettualizzazioni sempre più rigorose.
L’insegnare fa notare che il triangolo è una forma presente in molte
strutture architettoniche proprio per la sua rigidità. Invita i ragazzi a
ricercare figure che abbiano poligoni come struttura.
II FASE OPERATORIA
L’insegnante ripropone lo stesso percorso didattico già effettuato con i triangoli, questa volta con i quadrilateri. I ragazzi dovranno scoprire che, dati
quattro punti, questi devono essere non allineati a gruppi di tre per costruire un poligono di 4 lati. Inoltre costruendo le figure, otterranno anche
figure non sempre convesse; infine dovranno arrivare alla regola di costruibilità dei quadrilateri. Anche in questa fase, i ragazzi possono
raccogliere i dati in una scheda predisposta. (Schedaoper2)
COSA FA L’ALUNNO COSA FA L’INSEGNANTE L’alunno disegna, costruisce, si confronta con i compagni, cerca
soluzioni alle domande proposte. Completa la tabella, cerca di
generalizzare le conclusioni e trascriverle con parole semplici.
Infine, con la guida dell’insegnante, discute le risposte date dai vari
gruppi e arriva ad enunciare la regola.
Verbalizza il lavoro svolto.
L’insegnante dà istruzioni per il lavoro. Fornisce stimoli ai gruppi,
guida la discussione, e cerca un ’equilibrio tra fasi operative e graduali
sistemazioni teoriche per permettere un percorso che, partendo da
evidenze visive o da ragionamenti su figure, arrivi gradualmente ad
argomentazioni e concettualizzazioni sempre più rigorose.
Propone poi ai ragazzi di disegnare sul quaderno le figure ottenute
usando gli strumenti della geometria e trascrivendo i risultati ottenuti e
generalizzando con un linguaggio simbolico-matematico.
Documentazione:
Scheda predisposta
foto
Cronaca del lavoro fatta da tutti gli alunni.
III FASE OPERATORIA
In inizio di lezione , l’insegnante invita i ragazzi a riprendere in mano le figure costruite nei due precedenti lavori. Chiede quindi di analizzarle per
cercare analogie e differenze. Scrive alla LIM una serie di domande guida e invita i ragazzi a discutere tra loro e prospettare risposte.
(Schedaoper3).
I ragazzi scoprono che esistono figure rigide e figure articolabili, che alcune proprietà sono comuni ai triangoli e ai quadrilateri.
Il lavoro della giornata prosegue poi con due momenti operativi:
1. Nel primo momento i ragazzi dovranno costruire quadrati e rettangoli usando le bacchette di cartoncino già utilizzate nelle altre attività, poi
dovranno muovere queste figure e analizzare l’insieme delle figure ottenute dopo la trasformazione. Seguendo una scheda preparata
dall’insegnante, i ragazzi dovranno denominare le figure ottenute e osservare le proprietà delle stesse. In particolare dovranno scoprire quali
proprietà delle figure di partenza si conservano e quali no.
2. Nel secondo momento essi dovranno costruire figure utilizzando bacchette di cartone e un filo elastico. Partendo da due bacchette uguali, le
uniamo con un fermacampione nel loro punto medio, colleghiamo poi con il filo elastico gli estremi delle bacchette ed otteniamo
nuovamente dei quadrilateri. Questa volta, però, il quadrilatero generico sarà un rettangolo e solo in un caso particolare si otterrà un
quadrato. Stessa cosa partendo da due bacchette di diversa lunghezza. Anche in questo caso i ragazzi saranno guidati nelle loro
osservazioni da una scheda preparata. (Schedaoper4)
Al termine del lavoro, l’insegnante chiede ai gruppi di redigere un verbale del lavoro, ai capogruppo di esporre i risultati ai quali sono pervenuti,
sintetizza le risposte dei vari gruppi, organizza le conoscenze acquisite in un sistema organico e strutturato.
COSA FA L’ALUNNO COSA FA L’INSEGNANTE L’alunno costruisce aiutato dai compagni, gli oggetti e li muove ottenendo
figure diverse. Insieme ai compagni del gruppo discute e confronta le proprie
idee, produce ipotesi esplora situazioni, costruisce le sue conoscenze in modo
attivo lavorando per rispondere a situazioni problematiche concrete. Seguendo
le richieste della scheda, risposte alle domande-guida proposte.
Alla fine dell’attività ogni gruppo predispone un verbale del lavoro.
L’insegnante stimola l’allievo nella ricerca attiva, aiuta i gruppi ad
organizzarsi nel lavoro e li supporta nelle difficoltà pratiche.
Chiede agli alunni di descrivere per iscritto l’attività svolta.
Quando tutti i gruppi hanno terminato il lavoro, attiva una
discussione matematica a classe intera garantendo interazione e
confronto, per arrivare ad alcune generalizzazioni e alla
formalizzazione di alcune fondamentali proprietà delle figure
osservate.
Documentazione:
foto
Scheda strutturata
Cronaca del lavoro fatta da tutti gli alunni.
IV FASE OPERATORIA
A questo punto i ragazzi conoscono i quadrilateri particolari e hanno scoperto le loro proprietà attraverso l’esperienza concreta.
Si tratta di sistemare le loro conoscenze e organizzarle in un sistema organico, strutturato e formalizzato.
L’insegnante, con l’uso della LIM, riproduce le figure utilizzando gli strumenti della geometria e dopo aver chiesto agli alunni di enunciare
definizioni e proprietà di ciascuna figura, le trascrive con linguaggio simbolico-matematico.
I ragazzi, a loro volta, riproducono sul quaderno le figure utilizzando gli strumenti della geometria e trascrivono regole e proprietà. Vengono anche
sollecitati a passare dal linguaggio verbale a quello simbolico e viceversa.
Dopo aver controllato che tutti gli alunni siano riusciti a disegnare in modo abbastanza corretto le varie figure, l’insegnante ripropone di disegnare i
quadrilateri stavolta utilizzando geogebra. I ragazzi già conoscono questo programma e lo hanno precedentemente utilizzato per costruire segmenti e
spezzate, ora invece dovranno utilizzarlo per disegnare poligoni, facendo riferimento alle proprietà che hanno scoperto.
Il lavoro con geogebra risulta più complesso del previsto in quanto i ragazzi tendono a focalizzare l’attenzione su una sola proprietà di ogni figura,
ma l’insegnante fa vedere che, se la figura non è stata ben costruita, muovendo un suo punto, questa si trasforma in tutt’altro. Invita quindi i ragazzi
che in questa attività sono di nuovo divisi in gruppi ad aiutarsi e a utilizzare tutte le proprietà delle figure conosciute o in modo corretto la
definizione.
COSA FA L’ALUNNO COSA FA L’INSEGNANTE L’alunno copia dalla lavagna, usa gli strumenti della geometria per
costruire figure sul suo quaderno, risponde all’insegnante ed interagisce
con i compagni nel ripetere le varie proprietà.
In gruppo costruisce con geogebra il quadrato, il rombo, il rettangolo ed il
parallelogramma, cooperando in modo costruttivo per superare le
difficoltà. In particolare alcuni ragazzi che a casa più si sono esercitati con
geogebra aiutano i compagni meno pratici.
L’insegnante disegna alla LIM, invita i ragazzi a ripetere quanto
scoperto nella precedente lezione, scrive con linguaggio simbolico
definizioni e proprietà, invita i ragazzi a passare da linguaggio verbale
a linguaggio simbolico e viceversa.
Aiuta i ragazzi a costruire le figure con geogebra seguendo in
particolare alcuni gruppi più in difficoltà. Guida alla scoperta di nuove
funzioni di geogebra per verificare le proprietà delle figure (lunghezza
segmento, misura angolo)
Alcune figure costruite con geogebra:
Vai al Quadrato
Vai al Rettangolo
Vai al parallelogramma
Vai al Rombo
Compito di realtà.
I ragazzi hanno lavorato su piante di città e storia……………………. e sulle figure geometriche piane.
Inoltre hanno osservato come intorno a loro nel mondo vissuto, nell’arte, nell’architettura, nelle strutture …….. si ritrovino
molte figure studiate; hanno poi imparato ad utilizzare geogebra (alcune funzioni)
Ora abbiamo chiesto ai ragazzi di ricercare, scegliere, lavorare con geogebra su immagini scelte dagli ragazzi stessi ( prese da
Internet).
Ecco cosa abbiamo ottenuto:
Progetto: LE FORME GEOMETRICHE
NELLO SPAZIO VISSUTO
Scuola: IST. COMPRENSIVO GIOVANNI XXIII TERNI
Classe 1 A n° allievi coinvolti 14
Allievi con bisogni particolari: 1
Insegnante referente: Elisa Antonini
Ada Fiorucci
Data di compilazione:
DIARIO DI BORDO
Descrizione delle attività svolte
Allegata
Problemi o difficoltà incontrati
Nessun problema rilevato
Punti di forza dell’esperienza in corso
Attraverso la didattica del fare i contenuti delle Indicazioni nazionali sono stati meglio compresi dai discenti e meglio utilizzati dagli insegnanti.
Tutte le attività svolte sono state realizzate in funzione del compito di realtà e attraverso modalità operative concrete che hanno offerto agli
studenti una forte motivazione all’apprendimento, una maggiore consapevolezza di ciò che veniva fatto e perché.
Punti di debolezza dell’esperienza in corso
Necessità di avere a disposizione più ore per la programmazione e per la sistemazione dei lavori.
Mancanza di un’aula di informatica per cui la parte relativa ai lavori al PC e alla sistemazione dei prodotti è stata possibile grazie alla volontà e
all’interesse delle famiglie che hanno permesso ai propri figli di portare a scuola i portatili personali.
Dinamiche di inclusione degli allievi con bisogni particolari
Le dinamiche relazionali adottate hanno permesso la partecipazione di tutti gli alunni, hanno favorito i rapporti interpersonali all’interno del
gruppo-classe, dimostrando che l’apprendimento veicolato attraverso il coinvolgimento attivo risulta più coinvolgente e stimolante e permette
agli alunni con difficoltà di ricoprire ruoli gratificanti, accrescendo così la loro autostima.
ISTITUTO COMPRENSIVO GIOVANNI XXIII –TERNI SCHEDA DI AUTOVALUTAZIONE :
competenze relazionali e metacognitive ALUNNO: CLASSE: SCUOLA SECONDARIA
OSSERVAZIONI Molto Poco Per niente
-Il lavoro mi ha interessato?
11 2 0
-ho contribuito con le mie idee e le mie conoscenze al lavoro
di gruppo? 11 1 1
-ho chiesto agli altri le loro idee e le loro conoscenze?
7 4 1
- ho chiesto aiuto quando ne avevo bisogno?
5 7 1
-ho contribuito a mantenere attivo il gruppo?
8 3 2
- ho coinvolto tutti i miei compagni di gruppo nel lavoro?
11 1 1
Sono soddisfatto dei risultati ottenuti ( sì perché,no perché, solo in parte perché, per niente perché)
- Si perché abbiamo fatto tutto per bene e le professoresse sono contente;
- Questo lavoro mi è piaciuto, ma non ho accettato il fatto che certi compagni si sono comportati sgradevolmente; comunque mi sono divertita;
- E’ stato molto divertente
- Si perché tutti abbiamo contribuito e ognuno a modo suo si è impegnato;
- si perché ora so il motivo della costruzione di una città, come decidevano il luogo e ho conosciuto meglio le forme
- Si perché questo progetto ci ha insegnato a usare meglio il PC e a conoscere meglio la mia città
- Si perché anche se a fatica sono riuscita a spiegare a tutto il mio gruppo cose che né io, né loro sapevamo; è stato educativo e divertente
- Sono soddisfatta perché è qualcosa che abbiamo fatto tutti assieme con risultati positivi, è stata un’esperienza divertente e diversa dal solito.
Data docente alunno:
"SVILUPPO DEL PERCORSO"
"Parola chiave: LA FORMA"
FASE PREPARATORIA
Viene posta alla classe una domanda :"Che cosa si intende con la parola forma?
-L'insegnante proietta sulla Lim varie immagini:
-Si analizza l'etimologia della parola, partendo da un'immagine.
Antico stampo per il formaggio
Vengono invitati gli alunni a riflettere sui vari utilizzi del termine e su quali sono i vari ambiti in cui viene adoperato.
Gli alunni dopo aver analizzato l'etimologia del termine forma, ritrovano il suo utilizzo negli ambiti disciplinari svolti (grammatica:morfologia; storia: forme di
governo). Esaminano le immagini e affermano che in una scultura c'è una forma ben precisa, le persone hanno una forma, come le città. Dunque la realtà presenta
una molteplicità di forme. Gli alunni, utilizzando internet, ricostruiscono la polisemia della parola forma .
Documentazione:
-Immagini
-L'insegnante fornisce delle schede per la creazione della polisemia della parola.
-Cronaca del lavoro realizzata dagli alunni
Cosa fa l’alunno
Cosa fa l’insegnante
La classe partendo dalle immagini, dalla parola-chiave "forma"
riflette sulla realtà, sulle varie declinazioni del termine e ambiti di
utilizzo, per poi realizzare la polisemia del termine.
Il lavoro svolto viene corredato da una cronaca, che documenta il
percorso.
La classe partendo dalle immagini, dalla parola-chiave "forma"
riflette sulla realtà, sulle varie declinazioni del termine e ambiti di
utilizzo, per poi realizzare la polisemia del termine.
Il lavoro svolto viene corredato da una cronaca, che documenta il
percorso.
La docente fornisce lo stimolo delle immagini, della parola-chiave e guida gli
alunni nella discussione e trattazione dell'argomento, supportandoli nella
realizzazione della ricerca lessicale(ricerca fatta in internet ).
La docente fornisce lo stimolo delle immagini, della parola-chiave e guida gli
alunni nella discussione e trattazione dell'argomento, supportandoli nella
realizzazione della ricerca lessicale(ricerca fatta in internet ).
Una diversa declinazione della forma: Le piante delle città
Vengono proiettate sulla Lim varie immagini di piante di città:
Pianta della città di Atene Pianta della città di Pella
Pianta della città di Mileto Pianta della città di Roma
L'insegnante dopo aver presentato le immagini delle piante , chiede agli alunni di descriverle. La classe , considerando le diverse epoche a cui
appartengono le piante e le civiltà che le hanno prodotte, individuano alcune fondamentali componenti delle piante, in modo particolare ,in
riferimento alla pianta di Atene e Roma. L'insegnante pone alla classe una domanda:"Le città hanno una forma?" .Gli alunni discutono tra loro e si
confrontano. L'insegnante con l'aiuto della Lim proietta, tutte le piante che verranno analizzate nel percorso. Gli alunni vengono suddivisi in gruppi,
ad ogni gruppo viene assegnata una pianta da esaminare.
COSA FA L’ALUNNO COSA FA L’INSEGNANTE La classe osserva, discute e si confronta sulle immagini delle
piante.
L'insegnante stimola negli alunni l'osservazione e l'analisi delle immagini. Chiede di
riconoscere alcune caratteristiche presenti nelle piante e di individuare le analogie e
le diversità . Distribuisce delle schede con domande per l'analisi , invita i ragazzi a
discuterne nel gruppo e a completare gli esercizi individualmente. La scheda di
analisi permette di partire dalle informazioni-base che si vogliono esplorare , per poi
selezionare quelle utili e sintetizzarle in concetti. Questi ultimi devono essere poi
ordinati, si devono identificare connessioni e legami. Dopo l'esecuzione degli
esercizi, vengono condivise le diverse risposte date da ogni alunno.
I FASE OPERATORIA
L'insegnante fa dividere i ragazzi in diversi gruppi ,a cui assegna una pianta da esaminare . Gli alunni devono descrivere le diverse strutture e le
epoche in cui sono state prodotte. L'analisi delle piante viene realizzata attraverso le risorse digitali e con l'aiuto di una scheda predisposta
dall'insegnante.
COSA FA L’ALUNNO COSA FA L’INSEGNANTE L'alunno analizza le piante, si confronta con gli altri componenti del
gruppo. Inizia la ricerca nei vari siti, indicati dall'insegnante,delle
principali notizie storiche e architettoniche relative alle piante. La ricerca
viene supportata e guidata dalla scheda operativa fornita. Ogni gruppo
scrive le risposte relative ai quesiti di analisi della scheda.
L'insegnante dopo aver diviso gli alunni in gruppo,fornisce le
informazioni fondamentali per svolgere l'attività di ricerca. Guida la
discussione, l'organizzazione e il lavoro degli alunni. In questa fase si è
data molta importanza alla selezione delle informazioni e dei dati da
utilizzare per realizzare il percorso di indagine.
II FASE OPERATORIA
REALIZZAZIONE DEL TESTO “ La forma nello spazio vissuto”
COSA FA L’ALUNNO COSA FA L’INSEGNANTE
Ogni gruppo, dopo aver selezionato ed esaminato le informazioni
fondamentali, realizza la propria parte del testo "La forma nello spazio
vissuto", relativa alla pianta assegnata .
Documentazione:
Scheda predisposta
Immagini
Cronaca del lavoro fatta da tutti gli alunni.
L'insegnante valuta la selezione delle informazioni fatta dagli alunni;dà
istruzioni , guida la stesura del percorso, cercando di mantenere sempre
attivo il confronto e la discussione .
III FASE OPERATORIA: Pier Paolo Pasolini descrive la forma della città di Orte.
“… La forma della città":inquadra la città di Orte, nell’armonia del paesaggio naturale, dove le forme urbane medievali si disegnano e modellano
perfettamente lungo la linea delle colline e del bosco. Ma la forma della città, il profilo della città, la massa architettonica della città è incrinata, è
rovinata, è deturpata da qualcosa di estraneo,,delle case popolari, costruite senza alcun criterio estetico e senza nessun rispetto per la
conformazione del paesaggio. , Pasolini spiega il motivo del suo «dolore», dell’«offesa», della «rabbia» che prova di fronte a quella visione. : non
è più l' esaltazione di un’opera d’arte, come dovrebbe essere da programma, ma la scoperta cruda e drammatica della speculazione edilizia
selvaggia e indiscriminata, nel caso specifico dell’Italia, ma, in generale, la barbarie della modernità e dello “sviluppo senza
progresso”. Pasolini parla con una sincerità scoperta che nulla teme . ( La forma della città – trasmesso dalla RAI nel 1974)
L'insegnante proietta sulla Lim il video: http://www.youtube.com/watch?v=NLgpg1LbiU4
Il video ha sicuramente un maggiore impatto di un testo scritto, possiede la capacità evocativa delle immagini in movimento e rimanda a contesti
concreti , che permettono all'alunno di operare un confronto con la realtà personale. La visualizzazione permette la comunicazione di concetti
secondo modalità spesso non disponibili diversamente. Insegnare con le immagini significa, fornire stimoli nuovi, e più motivanti e che facilitano la
comprensione.
Cosa fa l’alunno Cosa fa l’insegnante L'alunno prende gli appunti durante la visione del documentario, discute e
confronta le proprie opinioni con quelle dei compagni e riflette sui contenuti
fondamentali presentati.
L'insegnante fornisce una scheda con i punti da sviluppare e
analizzare nel documentario che permette di ordinare e organizzare
le informazioni in un insieme,il più possibile integrato. Segue gli
alunni nei vari momenti dell'attività, supportandoli nella
comprensione , con chiarimenti e spiegazioni. Grande importanza è
stata data alla discussione e al confronto in classe e alla valutazione
delle opinioni e valutazioni personali.
Documentazione:
Documentario
Scheda strutturata
Cronaca del lavoro fatta da tutti gli alunni.
Fase ristrutturativa
Compito di realtà I ragazzi hanno lavorato sulle piante delle città e sul contesto storico in cui sono sorte . Hanno osservato come intorno a loro,
nella realtà, nell’arte, nell’architettura, sono presenti forme diverse. I ragazzi hanno realizzato la ricerca delle informazioni, per
realizzare il prodotto "La forma nello spazio vissuto", in Internet.
Bibliografia
“Fare didattica con gli eas” (Pier Cesare Rivoltella) Ed. La Scuola
“ Indicazioni Nazionali per il curricolo”
“ Passa … parole” –Chiavi di lettura delle Indicazioni 2012- G. Cerini – Homeless
Book