Progetto continuità: Laboratorio di scrittura · amavano le stesse materie, ... belli di tutta la...

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Progetto continuità: Laboratorio di scrittura

IC “A. Manzoni” – Cava Manara

classe 1 A - a.s. 2015- 2016

Alunni: Albergati Tommaso, Arcadipane Monica, Bayro Leonard, Barbieri Michele, Bellotti Luca, Ben Maoui Olfa, Bertoni Chiara, Bilotta Francesco, Bisceglia Veronica, Coppini Giulia, Hasa Reginaldo, Marzola Rachele, Montani Gaia, Moroni Danilo, Paladino Valentina, Piazza Camilla, Rigolon Gaia, Sanesi Filippo, Siviero Lorenzo, Spada Diana, Speciale Silvia, Sticchi Cecilia, Tancredi Laura, Trovato Simon, Verrascina Federico, Vetrone Gabriele, Zangari Martina.

Docenti : Cristina Religioso e Monica Zucco

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SopravvivereallesuperioriLisa era una ragazza di 15 anni che doveva cominciare le scuole superiori e, visto che abitava in una grande metropoli, scelse tra le tante una scuola a cui non si era iscritta nessuna delle sue amiche, quindi era molto terrorizzata al pensiero di affrontare un ambiente totalmente nuovo. Mancavano solo due settimane all’inizio della scuola e nella sua testa le emozioni impazzivano. Paura diceva: “Mancano 15 giorni, 360 ore 21.600 minuti all’inizio della scuola; AIUTO!” Disgusto, scocciata disse: “ Paura, calma! Non è la fine del mondo” Gioia la incoraggiava: “ Suvvia è un buon motivo per fare nuove amicizie!” Purtroppo quei quindici giorni passarono in fretta ed arrivò il primo fatidico giorno. La mattina, per tranquillizzarsi, Lisa andò a scuola ascoltando la musica. Ad un certo punto si scontrò con un ragazzo e non capì più niente. Paura avvertì: “ Allarme. ragazzo carino!” Gioia disse: “Con calma, ora, prova a parlargli”. Lisa accennò: “Scusa se ti ho urtato”. Il ragazzo rispose:” No, tranquilla, non è successo niente”. Così lei se ne andò rincuorata. Suonò la campanella d’entrata, gli alunni si riunirono tutti nell’atrio, i professori fecero l’appello delle varie sezioni e lei capitò proprio con il ragazzo incontrato appena prima e scoprì che si chiamava Edoardo. Dopo qualche tempo la professoressa di Storia assegnò una ricerca e formò diverse coppie di lavoro. A Lisa toccò di stare in coppia proprio con Edoardo. Il giorno seguente, prima di incontrarsi in biblioteca per la ricerca, Lisa era agitatissima. Nella sua testa Paura disse: “Se succede qualcosa e faccio brutta figura? Se cado? Se mi trova antipatica? Se lo trovo stupido?” Tristezza: “E se non si presenta?”. Gioia disse:”Pensiamo positivo: andrà tutto bene!” Lisa andò in biblioteca, dove trascorse tutto il pomeriggio e scoprì che lei ed Edoardo avevano tante cose in comune: ridevano alle stesse battute, parlavano allo stesso modo, amavano le stesse materie, ascoltavano la stessa musica. Prima di salutarsi Edoardo chiese a Lisa se quella sera potevano andare al cinema insieme e lei, entusiasta, rispose di sì. Gioia nella testa disse:”Evviva, il nostro primo appuntamento!” Quando tornò a casa i suoi genitori le dissero: “Questa sera dobbiamo andare a trovare zia Gertrude!” Lisa non disse niente e se ne andò in camera sua. Rabbia esclamò: “Vogliono la guerra? E che guerra sia!” Disgusto tuonò: “Proprio quella vecchia e racchia ziaccia!” Tristezza piagnucolò: “Non potrò uscire con Edoardo!?” Dopo cena, Lisa si finse indisposta, così i suoi genitori furono costretti a lasciarla a casa. Arrivò l’ora dell’appuntamento e Lisa uscì dalla finestra di camera sua.

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Quell’appuntamento fu bello, ma anche angosciante perché Lisa sapeva di aver fatto una cosa sbagliata. Paura la perseguitava dicendo: “No, Lisa: è sbagliato, non dovevi farlo!” Arrivata a casa c’erano già i suoi genitori ad aspettarla, molto impazienti e arrabbiati. La sgridarono e la misero in punizione, decidendo Che non l’avrebbero più fatta uscire di casa fino alla fine della scuola! Tristezza disse: “NOOOO, è finita la pacchia! Rabbia: “Ebbene, voi mi avete messo in punizione, ma tanto io ve la faccio pagare!” In quel periodo a scuola organizzavano molte feste e Lisa , per frequentare Edoardo, si chiudeva nella sua camera e, uscendo dalla finestra, partecipava a tutte le feste senza che i suoi genitori se ne accorgessero. Finì la scuola ed arrivò il periodo delle vacanze. Lisa era molto triste; Tristezza mugolava: “Non potrò più vedere Edoardo” Paura: “E se Edoardo incontra una bellissima ragazza?” Rabbia: “Se torna dalla vacanze con un’altra, gli sparo!” Turbata tutti questi pensieri, partì per il mare con i suoi genitori. Quando arrivò al mare si trovò davanti Edoardo e Lisa esclamò: “Cosa ci fai tu qui?” Edoardo rispose: “ Mio padre ed il tuo lavorano nella stessa azienda e sono amici da lungo tempo. Peccato che noi lo abbiamo scoperto solo ora!” Gioia esclamò: “Sarà la vacanza più belle di tutta la mia vita!”

BISCEGLIAVERONICA,MONTANIGAIA,STICCHICECILIA

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LISAEGLIOCCHIBLULisaeraunaragazzinadiundiciannichedovevaincominciarelaprimamedia.Isuoi

genitori l’ avevano iscritta ad una scuola dovenon avrebbe trovato nessunadelle

sue amiche. Ogni giorno che passava l’avvicinava all’incubo, lei era sempre più

preoccupata:duesettimane,15giornie360oreall’iniziodellascuola!!!

<<Calmati!!!Nonè la finedelmondo!!!>> rispondevaDisgusto conaria scocciata

dal Quartier Generale delle Emozioni . Ogni giorno Lisa si ripeteva che sarebbe

andato tuttobene,maquestonon faceva chepeggiorare il suo statod’animo. Le

duesettimanepassaronoinfrettaedarrivòilgiornocheLisatemevadipiù:ilprimo

giornodellemedie.

Quella mattina si alzò, andò a fare colazione, si vestì ed uscì di casa. Durante il

percorsotiròfuorilecuffietteel’MP3einiziòadascoltarelamusicapercercaredi

distrarsi dai pensieri negativi. Stava camminando, quando ad un certo punto si

scontròconqualcuno.Appenaalzògliocchividecheeraunragazzo: loguardònei

suoibellissimiocchiazzurriperunpaiodisecondi.Queisecondisarebberostatiipiù

bellidituttalagiornata,purtroppoduraronopochissimoeciascunodeidueragazzi

seneandò.Lisasiincamminòversol’ingressodellascuola,sifermòedincominciòa

ripensare “ agli occhi azzurri del ragazzo” che gli mancavano come se non lo

vedessedaanni.Nelfrattempoalquartiergeneraledellesueemozionierascattato

un’allarmerosae ilpannellodi controllonon rispondevaai comandi,aduncerto

puntoinmezzoalpannellouscìunenormepulsanterosaconuncuoresopra.Tutti

correvano di qua e di là alla ricerca del manuale delle istruzioni. L’allarme

continuava a suonare , quando finalmente Paura trovò il manuale, da cui rimase

schiacciato perché pesava troppo per lui. Tutti si avventarono sulmanuale e non

badaronoallostatodisalutediPaura,aprironoilmanualealcapitolo15elessero:

” Se suona un’ allarme ed improvvisamente esce dal pannello di controllo un

pulsante rosa con un cuore, vuol dire che si è innamorata. Per fermare l’allarme

bisognaschiacciareilpulsanterosaoprendereun’asciaedistruggereilcampanello

d’allarme.”

<<Iovotoperl’ascia,chièconme?>>disseRabbiacongiàun’asciainmano,Gioia

fermò subito la situazione dicendo:<< Noi non useremo nessun ascia ! Voi non

capite?Lisasiè innamoratadelmisteriosoragazzocongliocchiazzurri!Dobbiamo

assolutamenteschiacciareilpulsanterosa,cosìsiinnamoreràdeltutto!!Allorachiè

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conme?>>.Tuttialzarono lamanocompresoRabbia,e ,quandoGioia schiacciò il

pulsante e l’allarme finì, Rabbia disse fra sé e sé: << Secondome erameglio la

soluzionedell’ascia…>>.

Finita tutta quella confusione, ricominciarono a riprendere il controllo della

situazione.

Impegnate nel risolvere la situazione, le emozioni non si erano accorte che la

Presidedella scuola stava leggendo l’elencodellevarie sezioni, chiamandounoad

uno i ragazzi e le ragazze presenti per dividerli nelle classi, quando sentirono

pronunciare : “Gatti Edoardo!” e poco dopo : “ Luna Lisa”. Al nomedi “Edoardo”

raggiunse la classe il “misterioso ragazzodagli occhi azzurri” e, quando Lisa sentì

pronunciarediseguitoilsuonome,perpocononsveniva.

Lisapassòtuttalagiornatatranquillamente,sifecenuoveamiche,conobbelesue

profelesuepaurescivolaronovia.

Passarono alcuni mesi, quando un giorno, la prof di Storia assegnò un lavoro di

coppiasuiLongobardie,perdeciderelecoppie,tiròasorte.IlcasovollecheLisaed

Edoardofinisseroincoppia.AppenaLisaseppelanotiziaandòinpanico!

Afinemattinatasimised’accordoconEdoardoperilluogodovefarelaricercasui

Longobardi: si erano dati appuntamento in biblioteca mercoledì alle 15:30. Lisa

passòunasettimanad’infernoperchéEdo lepiaceva tantoedavevapauradidire

una cavolata di fronte a lui. Giunto quel giorno Lisa sudava freddo, arrivò in

biblioteca, si sedette al computer e aspettò Edoardo. Quando la raggiunse,

incominciaronoaparlareeLisa scoprì cheavevamoltecose incomunecon lui.Al

terminedellorolavoro,EdoardochieseaLisasevolesseandarealcinemaconlui,

lei accettò senza pensarci e si diedero appuntamento per il venerdì sera.Mentre

tornava,nellasuatesta,Gioiaerafelicissima.Lisa,tornataacasa,loraccontòsubito

aisuoigenitori.Lamammasifeceunpo’cupaeseriaeledisse:<<SentiLisa,loso

cheseifelicissima,manonpuoiandarealtuoappuntamento.Tiseidimenticatache

venerdì sera siamo a casa della ziaMafalda e non possiamo rifiutarci?>>. In quel

momento Lisa cadde nella disperazione più nera: non poteva neanche andare al

cinemaconEdoardo!!!Sirifugiòincameraadescogitareunpianopersaltarelacena

a casa della zia Mafalda. Pensò a lungo quando le venne una fantastica idea!

Avrebbe dovuto fingere di essere ammalata in modo tale che i suoi genitori la

lasciassero a casa da sola, ma prima avrebbe chiesto loro a che ora sarebbero

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tornati. Loro sarebberoandatialla cena con la zia, lei sarebbeandataal cinemae

sarebbetornataprimadelloroarrivo.

Venerdìseratuttofilò liscio,almenofinoaquandotornòacasa,dovetrovò isuoi

genitorisedutisuldivanochelastavanoaspettandoconariaminacciosa.Nellasua

testa Paura stava impazzendo e stava schiacciando tutti i pulsanti esistenti sul

pannellodicontrollo.Lisafumessainpunizioneenonsarebbepotutausciredicasa

per un mese!!! Nella sua testa Rabbia stava dando di matto, mentre gli altri

cercavanodicalmarla.

Lisapassòquelmesecomesefosse inprigione.Quandofinìquelterribileperiodo,

era ormai giugno e la scuola era terminata. Lisa era tristissima perché non aveva

potutorincontrarsiconEdoardodopolascuolaeavrebbepassatol’estateincollina

conisuoigenitori,unlorocollegaelasuafamiglia.

ArrivòilgiornodellapartenzaeLisanoneracontentadipartireperlavacanza,ma,

quandosiavvicinòallamacchina,videchesuamammastavaparlandoconlamoglie

delsuocollega,mentreilmaritostavacaricandolevaligienellamacchinadelpapàdi

Lisaederaaiutatodalfiglio:Edoardo!

Quelgiornoalquartiergeneraledelleemozionisifeceunagranfestaesidicepure

chequalcunoabbiaesageratoconlefetteditortaeicalicidispumante!!!

variantediVeronicaBisceglia,GaiaMontani,CeciliaSticchi

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Le emozioni di Marco

Una notte d’estate, precisamente d’Agosto, un ragazzino di nome Marco non riesce a dormire perché, anche se doveva frequentare ancora un anno di scuola media, già pensa agli studi successivi ed é indeciso su quale liceo scegliere. Ad un tratto sente delle voci e pensa che siano i suoi genitori, ma dopo qualche attimo di silenzio capisce che quelle voci vengono dalla sua mente. Le voci si presentano e Marco si rende conto che sono le sue emozioni: Gioia, Disgusto, poi venivano Rabbia, Tristezza e Paura. L’estate finisce, lui ritorna a scuola e non riesce a controllare la voce delle sue emozioni e questo diventa un problema perché anche gli altri, a volte, le sentono e lui non sa come giustificare tutto quel chiacchiericcio. Le sue emozioni, comunque, lo aiutano a superare le difficoltà che gli si presentano durante l’anno. Tuttavia arriva il momento di scegliere la scuola superiore: scientifico o classico? Avrebbe voluto scegliere lo scientifico perché era bravo in matematica, ma anche il classico perché era bravo in italiano. Allora chiede consiglio alle sue emozioni, ma Gioia e Disgusto dicono di preferire il classico, mentre le altre lo scientifico. Quindi si scatena una gran lite tra loro e il ragazzo è sempre confuso; questo si ripercuote sul suo rendimento scolastico. Le professoresse sono molto preoccupate e intanto nella testa di Marco regna il caos. Finalmente le professoresse convocano la madre di Marco, le spiegano la faccenda e lei decide di mandarlo dallo psicologo. In quel momento le emozioni si fanno sentire e criticano tantissimo l’idea della mamma. Allo stesso tempo capiscono che litigare tra di loro non fa il bene di Marco e che per lui devono cercare un accordo. Così lo lasciano libero di decidere da solo, e lui alla fine sceglie il classico.

CamillaPiazzae

ChiaraBertoni

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IL GATTO PARLANTE

Una bambina di nome Chiara un giorno perse due delle sue emozioni, Rabbia e Paura, che entrarono per caso nella testa del gatto di casa, il quale incominciò inspiegabilmente a parlare. Passati due giorni, Gioia mandò Disgusto a cercarle, ma non riusciva a trovarle fino a che anche lui entrò nella testa del gatto. Passarono altri due giorni e non tornando nessuno, Gioia mandò Tristezza a cercarli e anche lei saltò nella testa del gatto. Da quel momento nessuno si fece vivo e Gioia decise di muoversi alla ricerca delle compagne, ma prima mise delle sfere sostitutive delle emozioni che temporaneamente non avrebbero fatto spegnere la mente di Chiara. Trovate le sue compagne, Gioia cercò di farle ragionare, ma Paura disse di non voler lasciare la testa del gatto che così sarebbe rimasto senza emozioni e senza parole! Anche le altre erano d’accordo con lei, allora Gioia insieme a loro trovò il modo di creare dei cloni, così sia Chiara che il gatto avrebbero potuto avere le loro emozioni. E vissero felici e contente.

Martina Zangari e Diana Spada

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IL RAGAZZO NATO CON UN EMOZIONE SOLA

C' era una volta un bambino che era nato con un problema: riusciva a provare una

sola emozione, la rabbia. Il nome del bambino rabbioso era Marco. Le maestre della

scuola materna lo isolavano dagli altri e lo mettevano in una stanza con un punching

ball in modo che si sfogasse con quello e non con gli altri bambini. Marco non

aveva amici ed era cresciuto così, fino all'età in cui iniziò a frequentare la scuola

media. L' unica cosa che lo tranquillizzava era il suo cane, Toby. Era un pastore

tedesco grande, morbido e affettuoso con cui Marco adorava dormire, passeggiare,

giocare … insomma vivere!

Un giorno, tornato da scuola non vide Toby venirgli incontro e allora si preoccupò.

Andò sul retro e vide il cancello aperto, subito capì che Toby doveva essere

scappato: la casa confinava con i campi di proprietà del padre. Correndo e

contemporaneamente urlando a squarciagola, andò nei campi a cercare il suo cane.

Dopo poco tempo vide tornare Toby tutto contento per la passeggiata fatta. Marco,

nel vederlo, provò un sentimento nuovo, unico per uno che fino a quel momento

aveva solo provato la rabbia. Dentro di lui nacque un'emozione estremamente

piacevole e che lo faceva star bene: la gioia!!!

Il giorno dopo, Marco era tutto

felice e la gente vedendolo così, gli

chiese se stesse bene; le prof. gli

diedero perfino il permesso di stare

insieme agli altri senza restrizioni e

un suo compagno gli portò pure lo

zaino fino all'armadietto. Quel

ragazzo tanto gentile si chiamava

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Elia. Marco per prima cosa lo ringraziò, poi due si misero a chiacchierare e, dopo

pranzo erano già diventati amici. Il tempo passò e un giorno Elia diede a Marco la

spiacevole notizia che avrebbe dovuto trasferirsi. Marco, che ormai si era abituato a

pensare solo positivo pensò che fosse uno scherzo e non diede peso alla questione.

Ma il giorno dopo andò a casa di Elia e lo trovò a trasportare scatole su un camion

pronto a partire. Marco capì che Elia si stava veramente trasferendo! Quando il

camion partì, Marco sentì di stare male, per questo scoppiò in un pianto dirotto:

sembrava che due cascate scendessero dai suoi occhi. Dentro di lui nacque la

tristezza e capì la cosa più importante del mondo: che l'amicizia vera è un legame

forte che neanche la separazione può intaccare.

Il giorno dopo, Marco tornò a scuola tutto triste per l' amico perduto. Un gruppo di

ragazzi più grandi, vedendolo molto triste, cominciarono a deriderlo; lui gli ignorò,

ma il giorno dopo e l'altro ancora quei ragazzi continuarono a prenderlo in giro, fino

a quando lui gli urlò contro. Allora quei ragazzi andarono dalla prof, dicendole che

Marco li aveva maltrattati. La prof senza ascoltare ragioni, portò Marco dalla

Preside che lo mise in punizione. In Marco quei ragazzacci avevano fatto nascere

una nuova emozione: il disgusto.

Un po' di tempo dopo, Marco doveva andare in gita al rettilario. Mentre con i

compagni passava davanti alla teca di un cobra, quello lo attaccò, ma andò a

sbattere contro il vetro. Marco si spaventò comunque moltissimo! Indovinate cosa

successe … esatto! Dentro di lui nacque l'ultima emozione: la paura.

Da quel momento Marco era diventato una persona vera in carne, ossa e anima,

con tutte le emozioni che lo avrebbero aiutato a crescere.

Leonard Bayro e Filippo Sanesi

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LEEMOZIONICRESCONO

La famiglia Nardi era molto contenta: mamma Giorgia finalmente era in attesa di un bimbo per la gioia del papà Enrico. Durante i nove mesi, Giacomo cresceva nella pancia di mamma Giorgia ed insieme a testa gambe e braccia, iniziavano a nascere le prime emozioni: Gioia in una bolla gialla come il sole, Tristezza dentro una bolla azzurra come una lacrima, Paura dentro una bolla nera come il buio, Rabbia dentro una bolla rossa come il fuoco ed infine Disgusto dentro una bolla verde come gli spinaci. E così Giacomo era in compagnia di Gioia quando la mamma ascoltava la musica, Tristezza quando la mamma e il papà discutevano, Paura quando pensava al momento della nascita, Rabbia quando non riusciva a muoversi bene nella pancia perché lo spazio era poco, Disgusto quando la mamma mangiava gli spinaci. Il 15 maggio Giacomo nacque; era una bella giornata di primavera ed il bimbo sentì forti le emozioni che crescevano sempre di più. Quel giorno Gioia era presente più che mai perché splendeva il sole, gli uccellini cinguettavano ed erano sbocciate le rose. Durante la notte le emozioni dormivano insieme a Giacomo, ma quando mamma Giorgia e papà Enrico mettevano il piccolo nella culla e spegnevano la luce, Paura si svegliava facendo piangere Giacomo; così si svegliava anche Tristezza, poi Rabbia perché non riusciva a riaddormentarsi. I genitori però avevano un trucco: dondolavano la culla e facevano sentire a Giacomo una dolce musica. Così le emozioni ed il bimbo si calmavano e lui tornava a dormire. Ad un anno l'emozione più forte delle altre era Disgusto: la mamma aveva iniziato a dargli da mangiare non più solo il buon latte con i biscotti, ma tutto il resto e soprattutto quella disgustosa verdura. A tre anni Paura aveva preso il sopravvento su Disgusto: la cameretta nuova di Giacomo era bellissima, ma dormire da solo al buio gli faceva tanta paura. A sei anni Tristezza divenne la più forte: Rudy, il pesce rosso, morì e contemporaneamente Alex, l'amico dell'asilo di Giacomo si trasferì in un'altra città. Gli anni passarono e far convivere le emozioni diventò sempre più difficile.

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A dodici anni Giacomo frequentava la prima media. Fu in quell'anno che Rabbia divenne la più forte: il ragazzo veniva spesso messo in punizione dai genitori per il suo comportamento e per i brutti voti presi a scuola. E poi ci si metteva anche il Genoa, la sua squadra del cuore, a perdere le partite! A quattordici anni tutto cambiò! Giacomo conobbe Davide, un ragazzo che si era trasferito in città da poco tempo. Divennero subito amici; studiavano e giocavano insieme a calcio. Il ragazzo iniziò a prendere degli ottimi voti e così anche le punizioni scomparvero per dare il posto a dei bei regali. Ecco che finalmente la più forte emozione divenne Gioia! Giacomo riuscì così a convivere con le sue emozioni peggiori e dopo qualche tempo, quando conobbe Lucrezia, scoprì qualcosa che non era un’emozione, ma un concentrato di nuove emozioni. Scoprì infatti un sentimento bellissimo: Amore !

ReginaldoHasaeDaniloMoroni

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Leemozioniritrovate C’ era una volta un ragazzo di nome Edward al quale i genitori, visto che non avevano

abbastanza soldi per mantenerlo, dissero che dovevano partire per lavoro e che sarebbero tornati il più presto possibile. Dopo alcuni mesi i genitori non tornarono e lui andò a vivere a casa dai suoi nonni. Per quello che era accaduto, il ragazzo iniziò a perdere tutte le emozioni tranne la tristezza.

Un giorno di primavera , mentre Edward stava facendo i compiti, qualcuno bussò alla sua porta: era una bambina,Tiffany, la sua nuova vicina. Dopo quel momento i due ragazzi iniziarono a studiare e a giocare insieme ed Edward recuperò tutte le sue emozioni.

Quando arrivò il compleanno di Edward, andarono in montagna a festeggiarlo , ma arrivati alla baita che li avrebbe ospitati Tiffany sembrava sparita. Edward entrò nella baita e tutti gli dissero: “ Buon Compleanno!” . Allora vide Tiffany con un regalo. Edward si chiese cosa ci fosse dentro, lo apri e non vide niente, ma appena si girò vide due persone: erano i suoi genitori!!!

Gli dissero che avevano guadagnato abbastanza soldi per poter stare tutti insieme. Edward, per la bella notizia e per il ritorno dei suoi genitori, si mise a piangere e corse verso di loro ad abbracciarli.

Dopo aver festeggiato il compleanno con una bella torta al cioccolato e dopo aver scartato i regali, Edward tornò a casa con i suoi cari e vissero felici e contenti.

GabrieleVetroneeMicheleBarbieri

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LE EMOZIONI DI JESSICA C’ERA UNA VOLTA UNA BAMBINA DI NOME JESSICA, CHE ERA STATA ADOTTATA QUAND’ERA ANCORA PICCOLA POICHÉ I SUOI GENITORI L’AVEVANO ABBANDONATA. PER NON FAR SOFFRIRE LA PICCOLA JESSICA, I GENITORI ADOTTIVI NON LE RIVELARONO NULLA. PURTROPPO I GENITORI ADOTTIVI DELLA PICCOLA JESSICA EBBERO UN INCIDENTE STRADALE CHE SI RIVELÒ MORTALE, JESSICA AVEVA ANCORA QUATTRO ANNI, ERA TROPPO PICCOLA PER CAPIRE LA PERDITA DELLE PERSONE A LEI CARE E VENNE TRASFERITA IN UN ORFANOTROFIO. DOPO SETTE ANNI, IL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO, LE ARRIVÒ UNA LETTERA CHE DICEVA :”CIAO PICCOLA MIA, SO CHE QUESTO NON BASTERÀ A COLMARE IL VUOTO CHE TI HO LASCIATO. SE TU DECIDERAI DI ASCOLTARMI POTRÒ SPIEGARTI. SO CHE TU NON MI CONOSCI AFFATTO, MA IO SO PERFETTAMENTE CHI SEI..”. LA BAMBINA SI SPAVENTÒ, MA CON IL CUORE IN GOLA CONTINUÓ A LEGGERE: “ TU SEI LA MIA BAMBINA..ED IO SONO LA TUA MADRE BIOLOGICA ” LA BAMBINA NON ESITÓ UN ATTIMO A GETTARE LA LETTERA PER TERRA, CON LE LACRIME AGLI OCCHI. IN QUEL’ISTANTE TUTTO CAMBIÓ, JESSICA INIZIÓ A SENTIRSI STRANA: ERA SOPRAFFATTA DALLE EMOZIONI. ERA UNA COSA MAI SUCCESSA NELLA SUA VITA MA L’EMOZIONE CHE PROVAVA DI PiÙ ERA LA RABBIA, PERCHÈ CAPI’ TUTTO: CHE ERA STATA ADOTTATA, CHE LA MAMMA ADOTTIVA NON LE AVEVA DETTO NULLA, TUTTO.. INOLTRE NELLA LETTERA C’ERA SCRITTO L’INDIRIZZO DI CASA DELLA FAMIGLIA BIOLOGICA. ALLORA NON ASPETTÓ ALTRO, PRESE LA GIACCA E SCAPPÓ DALL’ORFANOTROFIO … PRESE IL TRENO E DOPO UN’ORA RAGGIUNSELA CASA DELLA FAMIGLIA BIOLOGICA. SI TROVÓ DAVANTI AD UN PALAZZO ENORME. LEI CON MOLTA PAURA, MA NELLO STESSO TEMPO CURIOSA DI CONOSCERE LA VERITÀ, SUONÓ AL NOME INDICATO.

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UNA VOCE DISSE:” ECCOTI, TI STAVAMO ASPETTANDO..” LEI CON DECISIONE SALI LE SCALE ENTRÓ A CASA E TROVÓ LA SUA VERA FAMIGLIA. CON IL CUORE CHE LE PULSAVA IN GOLA, FECE UNA SMORFIA DI DISAGIO E IMBARAZZO INSIEME .I GENITORI LA ACCOLSERO BENE CON BISCOTTI, BIBITE E COSE SIMILI. LA RAGAZZA LI RINGRAZIÓ, MA VOLLE SPIEGAZIONI. LA MAMMA LE SPIEGÓ PERCHE L’AVEVA ABBANDONATA... ERA STATA ABBANDONATA DAL MARITO, NON AVEVA LA POSSIBILITÀ DI CURARLA, NÉ CASA E NÈ SOLDI PER CRESCERE BENE UNA BAMBINA . JESSICA SI RIEMPÌ DI TRISTEZZA, MA DOPO TANTI PIANTI TUTTO ANDÓ A FINIRE PER IL MEGLIO: CONOBBE TUTTA LA SUA FAMIGLIA, TRA CUI I SUOI FRATELLI, MARCO E DAVIDE, AVUTI DA UN NUOVO MARITO, CHE SI RIVELARONO SIMPATICI ED AMOREVOLI.. JESSICA EBBE FINALMENTE L’ISTRUZIONE E L’AMORE DI UNA VERA FAMIGLIA, QUELLA CHE SI MERITAVA. Olfa Ben Maoui e Valentina Paladino

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LE VOCI DELLE EMOZIONI Mia da piccola era una bambina molto allegra, ma anche molto spericolata. Così un giorno al parco si arrampicò e scivolò su un piede e cadde. Mentre era per terra sentì una vocina che disse:<<Ahi! Mi sono fatta male!>>. La piccola non capì chi stesse parlando perché intorno c’erano tanti bambini. Mia diventò grande; un giorno era in camera sua che guardava la TV. Ad un tratto suonarono al campanello, la bambina di nuovo sentì una vocina che diceva : <<Chi è?>>. Mia pensò fosse sua mamma a chiedere chi fosse, ma non sapeva che erano state le sue emozioni a parlare. Erano state loro a parlare anche quando era caduta dall’albero! Mia andò ad aprire la porta, era la sua amica Alice con una bambola in mano. Le bambine felicissime andarono in camera e cominciarono a giocare. Mia, stanca di giocare con la bambola di Alice, tirò fuori la sua e la mostrò all’amica. Alice esclamò:<<Bella!>>. Mia per educazione ricambiò il complimento anche se non era del tutto sincero, perché in fondo la bambola di Alice era proprio brutta. Disgusto, un’emozione non molto simpatica, si mise in mezzo ed esclamò :<<Beh, in fondo non è proprio così bella…>>. Alice rimase di stucco e se ne andò delusa. Mia, rimasta sola in camera si chiese tra sé e sé chi fosse stato a fare quel brutto commento ad Alice,visto che lei non aveva aperto bocca. Nel silenzio della sua camera la bambina udì una vocina acuta che disse : <<Sono stata io!>>. Mia intimorita ribatté : <<Chi è stato a parlare?>> . Di nuovo :<<Sono io, Disgusto, la tua emozione … quella che senti sempre quando mangi le carote!!>>. Mia fece un balzo sul letto, ma si fece coraggio e incredula rispose : <<Oh mamma , ma sei tu che mi hai parlato quando son caduta dall’albero!>>. A quel punto Disgusto rispose che non era stata lei, ma il suo amico Paura e le disse che poteva chiamare qualsiasi emozione nel caso ne avesse avuto bisogno e la salutò. A Mia sembrava strano parlare senza avere una persona davanti e quindi decise di fare un disegno dove c’erano tanti personaggi ed ognuno rappresentava un’emozione, così ogni volta che chiamava una emozione le sembrava di parlare con qualcuno. Da quel giorno, Mia imparò ad usare le emozioni nel modo giusto,ad esempio, quando era triste chiamava Gioia e quando era impaurita chiamava Coraggio.

RACHELE MARZOLA & SILVIA SPECIALE

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Ronny e le sue emozioni C’era una volta un ragazzo di nome Ronny che non aveva fortuna con le ragazze. Provò

ad invitarne tante fuori a cena, ma tutte lo rifiutavano perché parlava solo di videogiochi. Una notte, mentre lui dormiva, atterrò una navicella con cinque alieni nel suo giardino. I loro nomi erano: Rabbia, Gioia, Disgusto, Tristezza e Paura. All’inizio lui ebbe un po’ paura , ma, dopo aver capito che non gli avrebbero fatto del

male, prese confidenza e chiese loro di aiutarlo a trovare la donna ideale. Loro accettarono volentieri, anzi era proprio quello il motivo per cui erano sbarcati sulla

Terra. Ronny invitò una ragazza di

nome Martina a cena e si mise sotto al cappello i cinque alieni che lo aiutarono a socializzare con lei.

Ogni alieno aveva un ciuffo da tirare per far capire a Ronny che emozioni esprimere.

Ad esempio: se il ciuffo veniva tirato a sinistra lui doveva essere arrabbiato, succedeva altro per le quattro emozioni rimanenti.

Martina, durante la cena, parlò molto di vestiti e di moda, ma Ronny - per non contraddirla - l’assecondò e si mostrò divertito.

Alla fine della serata, lei confessò che era una “nerd” proprio come lui. Dopo questa notizia, Ronny si sentì molto felice e nelle cene successive non parlarono

solo di vestiti, ma anche di videogiochi, trovando un’intesa perfetta . I cinque alieni aiutarono molto Ronny nella relazione con Martina e dopo molte uscite i

due s’innamorarono e decisero di sposarsi. Dopo il matrimonio i cinque alieni dissero a Ronny che sarebbero dovuti tornare sul

loro pianeta. Ronny non era felice di questo, ma gli alieni per consolarlo gli dissero che la loro

missione era compiuta e che lui sarebbe stato una ottimo marito. Il ragazzo era contrario alla loro partenza, ma li lasciò tornare.

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Nella vita ogni persona deve sempre usare al meglio le proprie capacità, cosi facendo si riesce a raggiungere i propri obiettivi. E se a volte ci vuole l’intervento di qualche emozione aliena … beh, pazienza!!!

Albergati Tommaso e Bellotti Luca

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LE EMOZIONI IN CINA

C’era una volta in Cina Orientale un castello dove vivevano tre sorelle: Gioia, Allegria e Felicità. In questo castello regnava l’armonia che le tre sorelle sprigionavano e che coinvolgeva tutti gli abitanti e gli eventuali ospiti. Nella Cina Occidentale c’era, invece, un castello oscuro, abitato dal re

Rabbia, dalla regina Disgusto e dal principe Paura. Qui naturalmente si viveva malissimo: tutti erano arrabbiati, disgustati e terrorizzati dai loro terribili sovrani. Un bel giorno i regnanti, stanchi di aver notizie del castello pieno di amore, riunirono il loro esercito per dichiarare guerra alla Cina Orientale e distruggere per sempre quel luogo di felicità. La servitù del castello d’amore vide un schiera di soldati avvicinarsi e

corse dalle tre sorelle per avvertirle. Le tre sorelle andarono nel panico, anche se erano sempre state ottimiste. Fecero di tutto per fermare l’attacco, ma inizialmente senza successo. Poi Allegria, esperta di magia buona, preparò un incantesimo e lo lanciò

sui soldati nemici, che da cattivi divennero buoni. Tornarono nel castello dell’odio, portandovi allegria e felicità. Anche re Rabbia, regina Disgusto e principe Paura ne furono contagiati e tra i due castelli regnò per sempre la pace.

FrancescoBilotta

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Sara e Anna, insieme per sempre Saraeraunabambinadidiecianni, nata inunpiccolopaesino inSpagna.Era alta e molto snella, con lunghi capelli bruni e molto ricci. In lei latristezza era l’emozione dominante: i suoi genitori la maltrattavano,lapicchiavano, la malnutrivano … Un giorno, la polizia arrivò a casa sua perportarla in un orfanotrofio. All’inizio avevamolta paura ,ma da un angolovidespuntareunabambinadinomeAnnaconcuistrinseunaforteamicizia.Sara ed Anna, con tutte le altre bambine dell’orfanotrofio, formarono unapotente squadradibasket chevinseun’importante partitanazionale.Comepremio, lebambinericevetteroparecchi soldideiBigTimeRushdicui tutteerano fan. In questo periodo era gioia al primo posto sul podio delleemozionidiSara.

Arrivò il giorno di Natale e una giovane coppia, Marco e Fabiana,festeggiavano con tristezza e solitudine quella festività, dato che nonavevano e non potevano avere figli. Fabiana e Marco ebbero però unamagnifica idea: andare all’ orfanotrofio per adottare una bambina. UnavoltaarrivatiscelseroSara,ma,videroquantaerafortel’amiciziafraSaraeAnna e quanta era la loropauradi doversi dividere per sempre.Allora, leadottaronoentrambe,donandoloroamoreefelicità.

Anche se non ne facevano più parte, Anna e Sara continuarono afrequentare le bambine dell’ orfanotrofio e la squadra di basket. Un giornoSara e Anna andarono al parco a giocare e incontrarono i veri genitori diSara che volevano rapirle! Sara eAnna si misero a correre verso lacentrale di polizia, dove i genitorivenneroarrestati.

Le due sorelle tornarono a casa daFabiana e Marco a cui raccontaronola loro avventura e dissero cheavevanoprovatomoltapaura.

Da allora in poi tutti visserorealmentefeliciecontenti

MonicaArcadipaneeGaiaRigolon

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JACK IMPARÒ Un giorno nel Kansas c’era un bambino di nome Jacopo soprannominato Jack. Jack non sapeva andare in bici e per questo i suoi amici lo prendevano in giro. Anche le emozioni di Jack non erano in grado di andare in bici, ma pensarono che se loro cinque avessero imparato, anche Jack lo avrebbe fatto. Dopo una settimana di allenamento Paura imparò, invece le altre emozioni non riuscirono e chiesero a Paura se potesse insegnar loro. Per Paura era già stato terrorizzante imparare per sé, quindi non voleva essere il loro insegnante, ma Rabbia lo terrorizzò di nascosto, minacciando di fargli molto male se non gli avesse insegnato. Allora impaurito, Paura gli insegnò. Una settimana dopo Rabbia imparò e se ne infischiò degli altri. Corse sulla postazione di controllo delle emozioni e guidò Jack in bici, ma il ragazzo cadde e si ruppe un braccio. Allora Rabbia, dispiaciuto, andò via e disse che non sarebbe tornato finché Jack non sarebbe guarito del tutto. Due settimane dopo Jack guarì e quindi Rabbia tornò, ma con una bella idea, cioè quella di far imparare anche agli altri ad andare in bici. Finito l’addestramento, tutti erano in grado di utilizzare la bici e subito dopo Gioia incoraggiò anche Paura ad usarla. Così tutti insieme guidarono Jack e lui non venne più deriso. Ogni pomeriggio, dopo i compiti, Jack andava in bicicletta con i suoi amici e se ne fece anche dei nuovi. Quattro anni dopo Jack divenne campione italiano di free-style in bicicletta e guadagnò molti soldi

FedericoVerrascinaeLorenzoSiviero

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LEEMOZIONIAIUTANO…AVOLTE

Matteo era un ragazzino di dieci anni e viveva a Milano. Frequentava la quinta elementare in una scuola comunale e da quell‘anno iniziò ad avere paura delle medie. Questo perché sua sorella Martina, che era in prima superiore, continuava a raccontargli delle sue esperienze in prima media: non aveva mai tempo per giocare perché stava sempre sui libri, e lei era già una che studiava molto. Questo lo spaventava perché lui non era molto bravo a scuola, e chissà quanto avrebbe dovuto studiare!

Finì l’anno scolastico e Matteo venne promosso. Così, dopo le vacanze estive, arrivò il giorno temuto, cioè il primo giorno di scuola media! Quando Matteo entrò in classe si guardò in giro e vide che non c’era nessuno dei suoi amici. Così, disperato e pieno di paura, si sedette all’ultimo banco dell’ultima fila, in fondo. Ma, quando entrò la prof. di italiano, lui notò, in prima fila, una ragazza alta, con una folta chioma di capelli castani mossi, gli occhi verdi e carnagione chiara. Da quel momento Matteo non capì più niente, cioè si rimbambì completamente e sentì una forte gioia e, forse, dentro di lui apparve un sentimento: l’amore!

Oltre all’amore, però, incontrò anche il dolore conoscendo Riccardo, il bullo, che gliene fece passare tante, come quella volta che, uscendo da scuola, se lo ritrovò davanti! Riccardo lo prese, lo mise in un cestino della spazzatura e buttò la sua cartelletta in un fosso. Ma, in particolare, un giorno Matteo tornò a casa con un occhio nero e si mise a sedere su una sedia a fissare il muro.

Ad un certo punto la sua mano prese un foglio e una biro ed iniziò a scrivere. All’inizio Matteo non capì, ma poi, leggendo la lettera, comprese tutto. Nella lettera c’era scritto:- Caro Matteo, sappiamo che ti senti impaurito e angosciato. Non ci crederai, ma noi siamo le tue emozioni e possiamo comunicare con te in questo modo. Sappiamo che sei in difficoltà e noi vorremmo aiutarti a conquistare Alessandra (così si chiamava le ragazza che gli piaceva) e a sconfiggere Riccardo. Ci stai?

A Matteo la proposta sembrò interessante, così accettò e l’allenamento iniziò. Per prima cosa l’emozione Gioia gli insegnò come comportarsi senza fare il babbeo di fronte ad Alessandra, mentre l’emozione Rabbia gli insegnò come schivare e attaccare Riccardo. Così, due giorni dopo (perché tutto questo si era svolto nel weekend), Matteo tornò a scuola e riuscì nel suo intento, cioè invitò Alessandra a

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fare merenda con lui e riuscì anche a convincere Riccardo a non dargli più fastidio senza nemmeno averlo picchiato (con grande dispiacere di Rabbia).

Il sabato pomeriggio, prima che arrivasse Alessandra, l’emozione Disgusto gli consigliò come vestirsi, parlare e comportarsi. La merenda riuscì bene e i consigli dell’emozione Disgusto servirono, perché ad Alessandra iniziò a piacere Matteo . Dopo un po’, lei gli chiese di essere il suo fidanzato e lui ovviamente accettò. Così Alessandra e Matteo divennero la coppia più invidiata della scuola.

Grazie ai consigli delle sue emozioni, Matteo riuscì a crearsi tanti legami, tra cui quello con Fabrizio, che sarebbe diventato il suo migliore amico e sarebbe stato l’unico a sapere del suo segreto. Alla fine dell’anno scolastico Matteo si rese conto che le scuole medie non erano poi così male come pensava all’inizio, anzi, per certi versi erano davvero interessanti!

GiuliaCoppinieLauraTancredi

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LEEMOZIONIDIJACOPO

Jacopoèilprotagonistadiquestanostrastoria. Jacopoeraunragazzointelligente,

magro,dimediaaltezza cheavevaun fratellogemellodinomeLuca. Insieme idue

ragazzi eranodei “combinaguai” chenon facevanoaltro che chiacchierare tra loro

durante le lezioni, disturbare e altre cose del genere. Per la sfortuna delle

professoresse,allemediecapitaronoproprioinsiemenella1^D.

Idueragazzieranoamiciperlapelleeavevanoungrandesegreto:quellodiparlare

con delle vocine nella testa di Jacopo (che scopriremo essere le sue emozioni).

Jacopo ci provava gusto a trascorrere interi pomeriggi a parlare con suo fratello e

queste vocine che si sentivano dentro la sua testa. Un giornomentre parlava con

loro, le vocine si sentirono sempre più vicine e uscirono una per volta. La prima

creaturacheuscìdallatestadiJacopoeraunpo’strana,avevalaformadiunpugno.

EraRabbiaedisse:”IosonoRabbiaesonoquellochetihasemprefattoadirare”.Poi

usciunacreaturamoltoalta,aformadi

uncavoelettrico.EraPauraedisse:”Io

sono Paura e sono quello che ti ha

sempre protetto e ti proteggerà,

facendotiagireconprudenza”.Poiuscì

l’unicatraquellecreaturechesembrava

unessereumano,cioèGioia,edisse:”Io

sono Gioia e sono quella che ti sa

renderefelice”.Dopofu lavoltadiuna

creatura molto grassa che aveva la

forma dei biscotti chiamati “gocciole”,

solo che era tutta blu. Era Tristezza e

disse: “Io sono Tristezza e sono quella

chetifadiventaretristeetifasentirein

colpa quando fai qualcosa di brutto.

UscìancoraunacreaturaverdechesembravaunaverduraederaDisgusto;disse:“Io

sono Disgusto, quella che ti fa vomitare solo a vedere le verdure”. Infine uscì una

creaturina più piccola delle altre, sembrava appena nata. Era Amore ( in realtà un

sentimento nato dall’unione di Gioia e Rabbia). Disse: “ Io sono Amore, sono un

sentimentoesonomoltopiccoloperchétunontiseiancorainnamoratodinessuno.

Ti chiedo se, per favore, potresti innamorarti così potrò diventare più grande; in

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cambiopotreiaiutartiasvolgereleverificheascuolaeprenderebeivoti,perchésono

davverointelligente”.

Il ragazzo dopo un po’ di mesi di prima media s’innamorò e iniziò a prendere

buonissimi voti. Suo fratello cominciò ad invidiarlo perché consegnava tutte le

verificheesatte.Quindiungiorno,mentresuofratelloparlavaconlesuecreaturine,

egliglielerubò,leportònellasuastanzaesichiuseachiave.

A un certo punto Jacopo urlò e i genitori gli chiesero: “Cosa c’è Jacopo?”. Jacopo

rispose:“Lucamiharubatodeipupazzi!!!”,maigenitorisimiseroaridere.Luiallora

andòda Luca, spaccò la porta della camera conun calcio, entrò e si riprese le sue

emozioni.Leriportònellasuatestaedeciseditenerlelìpersempre.

SuofratelloLucanongliparlòpermoltotempofinchénonfinìlascuola,quando,per

lafelicitàdellaconclusionedell’annoscolastico,sidimenticòdelleemozionidiJacopo

e dei successi che grazie ad esse aveva conseguito. Anzi decise di far crescere e

maturarelesueemozioni,inmododanondoverinvidiareopeggiorubarequelledel

fratellogemello…

Entrambidagrandesisposaronoevisserofeliciecontenti.

SimonTrovato