DIARIO DI QUARANTENA - scuola Belli

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a.s. 2019-2020 S.M.S. G.G. BELLI - I.C. PARCO DELLA VITTORIA DIARIO DI QUARANTENA DELLA IIB A CURA DI FLORENCE GRANOZIO E ROBERTA GEREMIA

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a.s. 2019-2020

S.M.S. G.G. BELLI - I.C. PARCO DELLA VITTORIA

DIARIO DI QUARANTENA DELLA IIB

A CURA DI FLORENCE GRANOZIO E ROBERTA GEREMIA

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Sommario

Introduzione

Marcello Barletta

Cecilia Bernini

Gian Reniel Brundu Evangelista

Andrea Byrde

Davide Ciuffi

Andrea Colavolpe

Laurentia Corbucci

Costanza Correll

Emma Di Ianni

Giacomo Di Raimo

Margherita Donnarumma

Sofia Donnarumma

Isabella Flannelly

Flavio Fratini

Viola Gulinucci

Andrea Losacco

Isabel Lotti

Matteo Magliocchetti

Riccardo Martinetti

Virginia Sofia Miraglia

Filipposaverio Mitidieri

Niccolò Muccifuora

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Sveva Muccifuora

Ginevra Pellegrini

Giulia Proietti

Sofia Scarcella

Emanuele Scognamiglio

Maria Teodonio

Emanuela Tondini

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Introduzione

Cari ragazzi,

ci è capitato di vivere insieme (anche se a distanza) un periodo sospeso che mai

avremmo potuto immaginare e che spero sia una parentesi delle nostre vite che riusciremo a chiudere ben presto.

Ho pensato, tra le varie attività che vi ho proposto, di farvi scrivere una pagina di diario, con l’intenzione poi di raccoglierle e spedirvele come ricordo di questi

giorni di quarantena e per celebrare in qualche modo la festa del libro che quest’anno non ha avuto luogo.

Leggendo, e poi rileggendo, le vostre pagine, mi sono accorta come al loro

interno vi sia tutto quello che abbiamo sofferto ma anche tutte le nostre speranze. Vi ho letto la noia, l’ansia, la paura, l’orgoglio e anche un po’ di patriottismo, la

commozione, la mancanza dei nostri amici, nonni…

Ma la cosa che più mi ha colpito è la vostra capacità di reagire, al di là tutte le

emozioni negative che occorreva mettere nero su bianco, per potervi un po’ sfogare. Traspare, tra le righe, la vostra grande vitalità: videochiamate con gli

amici, cinque piani di scale di corsa al giorno, ginnastica via Skype, allenamenti, giochi con la famiglia (ma, perché no, anche sane litigate), coccole al vostro

animale domestico (abbiamo anche un coniglio!), impegno nello studio, gioco al pallone in garage o nel giardino condominiale, flash mob, osservare il panorama

mozza fiato di Roma dal terrazzo condominiale, notare pappagallini verdi affacciandovi dalla finestra. La vita non si è fermata.

La scuola dalle vostre pagine ne esce come una presenza ingombrante (basta vedere la quantità di disegni che vi rappresentano seduti alla scrivania, davanti ad

un computer). Questa DAD è stata faticosa: forse noi docenti vi abbiamo caricato di ansia e alcuni di voi si sono sentiti un po’ persi. Io però penso che abbia svolto

un ruolo importante: sia per vivere una certa normalità sia perché ci ha fatto sentire paradossalmente molto vicini, visto che abbiamo continuato sebbene virtualmente

a vederci e a sentirci.

Ci è mancato stare insieme davvero, ci sono mancati i rapporti fisici con i nostri

amici, ma questa mancanza ci aiuta a trarre da questa esperienza alcuni insegnamenti preziosi: siamo esseri sociali (nessun uomo è un’isola, direbbe

qualcuno), abbiamo bisogno degli altri, siamo uniti da un medesimo destino, cosa che spesso ci dimentichiamo, e che invece, quando siamo più fragili e vulnerabili,

riconosciamo come unica grande verità.

A questo punto non mi resta che abbracciarvi con tanto affetto sperando che a settembre si possa fare davvero e che tutto riprenda come prima, meglio di prima.

Perdonatemi se troverete errori o refusi nei vostri testi, me ne assumo tutta la responsabilità! Sono ormai un editor un po’ frettoloso e presbite…

Roberta Geremia

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Marcello Barletta

Roma, 16 marzo 2020

Caro diario,

Oggi ho avuto una mattinata alquanto turbolenta, dato che stanotte mi sono

addormentato verso l'una. Ho avuto le video lezioni di inglese e tedesco e, anche se erano abbastanza facili, ho avuto paura di addormentarmi per tutto il tempo.

La giornata è stata difficile, visto che per tutto il pomeriggio e la sera ho dovuto studiare e soprattutto suonare il piano per inviare dei video alla professoressa di

pianoforte: oggi sarebbe stato il mio giorno di lezione. È stato abbastanza stressante registrare tutti i pezzi perché anche se sbagli solo qualche nota devi

ricominciare, per questo ci ho messo tanto.

Poi, niente, è stata una giornata noiosa come tutte le altre di questa lunga

quarantena. Mi piacerebbe uscire a fare qualsiasi cosa: giocare a calcio, andare al parco, incontrare gli amici... Vorrei che tutto questo non fosse mai successo.

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Cecilia Bernini

Roma, 17 marzo 2020

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Gian Reniel Brundu Evangelista

Roma, 18 marzo

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Andrea Byrde

Roma, 19 marzo 2020

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Davide Ciuffi

Roma, 20 marzo 2020

Caro diario,

È già da un po‘ di tempo che è chiusa la scuola per un virus, che sta contagiando un sacco di persone. Questo è arrivato come un fulmine dal cielo ed è come se

avesse cominciato a colpire tutte le persone.

Le prime giornate trascorse a casa non sono andate tanto male, perché potevamo ancora uscire per fare le nostre azioni quotidiane, ma dopo un paio di giorni, il

governo ha deciso di non farci uscire neanche per andare a trovare i nostri parenti, per proteggerci dal contagio.

Possiamo solo andare a fare la spesa perché sono aperti solo i supermercati, mentre tutti gli altri negozi sono chiusi.

Le emozioni che provo in questo momento difficile per tutti noi sono queste:

tristezza e noia.

La tristezza è quella più intensa perché non posso più incontrare i miei migliori

amici e neanche i miei nonni, zii e cugini.

Ero abituato, caro diario, ad andare a trovare i nonni tutti i fine settimana.

Andavamo da loro a trascorre delle belle giornate, per aiutarli oppure solo per

salutarli, per raccontarci come andava la vita e ci divertivamo molto anche a giocare e a cucinare con loro. Invece ora possiamo sentirci solo con il telefono o

con il computer.

Per quanto riguarda i compagni di classe, per fortuna possiamo dire che la tecnologia ci ha aiutato, infatti possiamo comunicare tramite Skype e tramite le

video lezioni, che la scuola mette a disposizione.

Tutti giorni, caro diario, ci sono dei momenti in cui mi annoio, non posso fare

sport e non posso uscire per fare una passeggiata, ma devo stare chiuso in casa ore ed ore.

Tutto mi sembra rallentato. Confrontandomi con qualche mio amico, mi sono

accorto che viviamo più o meno tutti le stesse emozioni.

Oggi ad esempio ho già fatto tutto quello che dovevo fare: ho giocato ai

videogiochi, ho letto un pò, ho guardato la tv, ma manca ancora tanto tempo prima di andare a dormire e non so più cosa fare… Quindi dopo un po‘, si espande nella

testa questa noia, che prende il sopravvento, per poi lasciare spazio alla tristezza. E rifletto: è strano come tutte le cose che facevamo ogni giorno e sembravano

abitudini comuni come le altre adesso ci appaiono preziose. Dal semplice andare a prendere il giornale, alla visita al centro commerciale a comprare un paio di scarpe,

all’appuntamento con il dentista. Per esempio mia sorella dovrebbe andarci, ma il dentista ha detto che non è una cosa urgente e si può aspettare, anche se crea

disagio.

La mia mente pensa anche più in là di questo mese, pensa all'estate e la cosa

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che mi preoccupa è che forse non potremo andare al mare, in vacanza, e mi

angoscia questo pensiero.

Mi rendo conto che non dobbiamo buttarci giù di morale, ma cercare di mangiare

sano, di lavarci sempre le mani, e soprattutto mantenerci in forma.

Perché la cura del nostro corpo è molto importante specialmente ora, perché così abbiamo più possibilità di non ammalarci e di stare bene anche con noi stessi.

Adesso vado a mettere in moto la fantasia per non annoiarmi.

A domani!

Davide

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Andrea Colavolpe

Roma, 23 marzo 2020

Dopo la comparsa di questo virus, tutte le persone devono rimanere chiuse in

casa per evitare il contagio. Da una parte questa permanenza in casa (nel mio caso) ha un lato positivo: per andare a scuola non devo più trascorrere ore su autobus e

metro, visto che abito piuttosto lontano, ma posso rimanere sul divano di casa e, per fare lezione, usare il mio tablet. D'altro canto, però, rimanendo a casa, mi

annoio tantissimo. I primi giorni questa noia non si sentiva, ma poi, piano piano è diventata insopportabile.

La mia giornata inizia alle nove e mezza perché devo seguire le lezioni; sono molto interessanti e sono migliori di quelle normali perché posso fare colazione

mentre si svolge la lezione, posso stare in tuta invece di mettermi quei jeans stretti e se sono fortunato non vengo neanche interpellato. Terminate le lezioni mi sento

libero e mi metto a giocare ai videogiochi. Finiti anche i compiti, comincio ad annoiarmi. Provo di leggere un giornaletto, suono un po' il violino ma niente da

fare: la noia rimane. Sento la mancanza di uscire, di incontrarmi con gli amici. Però, adesso, ho il tempo di pensare, di riflettere, che non avevo quando la mia vita era

normale... adesso penso alle cose più curiose (il numero di stelle nell'universo...). Nel tardo pomeriggio io e la mia famiglia giochiamo ai giochi da tavolo e la sera

guardiamo un film. Ogni sera mi dico la stessa cosa: finirà questo periodo di noia?

Andrea

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Laurentia Corbucci

Roma, 24 marzo 2020

Caro diario,

Oggi è stato un giorno speciale per me.

Come sempre mi sveglio alle nove, ed è un’impresa da eroi scendere dal letto.

Piano piano mi vesto e vado a fare colazione, ancora con gli occhi chiusi prendo il computer e mi collego alle lezioni; poi, quando i professori dicono che dobbiamo

prendere i libri, mi accorgo di averli dimenticati in camera e mi devo portare il computer appresso.

Finalmente le lezioni sono finite e faccio una pausa andando in giardino a giocare col ping-pong; non è che io sia molto brava, però da raccatta palle non ho rivali!

Sfortunatamente devo tornare a studiare, ma cercando il bianchetto mi accorgo

di non averlo più e istintivamente vado da mio fratello che infatti lo stava usando: mi è toccato litigare per riaverlo!

A quel punto ero troppo stanca per studiare quindi ho fatto una pausa fino all’ora di pranzo.

Il pomeriggio non ho fatto molto, sono stata la maggior parte del tempo a

suonare la chitarra.

La sera ci siamo stesi sul divano tutti insieme e ci siamo visti Pelé.

Laurentia

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Costanza Correll

25 marzo 2020

Caro Diario,

Siamo ancora in quarantena, non so bene che giorno sia perché ho perso il conto,

sicuramente abbiamo passato il numero venti; comunque oggi mi sono svegliata, ovviamente in ritardo come mio solito; sì, anche in quarantena riesco ad alzarmi

tardi per le lezioni, quindi cerco di fare colazione velocemente mentre sento i

rimproveri di mia madre, stranamente durati meno del solito. Una volta finito cerco di darmi una sistemata, mi siedo sul letto e mi collego alla lezione delle 9:30 ancora

mezza addormentata. Cerco di non cadere in tentazione di riaddormentarmi nelle coperte così calde e confortevoli, e quando la tentazione si fa più forte mi trasferisco

alla scrivania, sperando di riuscire a scampare al sonno.

Finite le tre ore di lezione mi ributto sul letto con il cellulare, che all’inizio della quarantena sembrava il mio unico passatempo, anche se devo dire che adesso mi

sono quasi stancata di stare sempre al telefono e mi comincia a mancare la normalità. Non faccio nemmeno in tempo a finire il mio pensiero che sento mia

madre che urla a me e mio fratello di andare a mangiare. Dopo aver finito di

pranzare vado fuori in balcone a prendere un po’ d’aria fresca e un po’ di sole.

Poi vado a fare i compiti…

Una volta che li ho finiti mi rimetto a pensare sul letto. Penso al fatto che mi manca tutto, la mia vita, i miei amici, il calore di un abbraccio di un amico o

semplicemente poterlo guardare in faccia dal vivo e non da uno schermo; anche la

scuola in fondo un po’ mi manca… forse ci serviva proprio un’emergenza sanitaria come il Corona Virus per farci capire il bello delle piccole cose che non possiamo

più avere…ma in fondo non è proprio l’uomo che desidera sempre quello che non può avere, quello che non riesce a raggiungere? Devo dire che questa quarantena

mi ha fatto capire quanto possa essere bella la libertà, poter fare tutto senza avere troppe restrizioni e senza sentirsi costantemente in gabbia.

Giuro che appena la quarantena finisce passo 15 giorni fuori casa; devo dire che

ho capito quanto mi piaccia viaggiare, io ho sempre amato partire, anche i viaggi più piccoli, semplicemente il fatto di poter cambiare, anche se ci sono andata mille

volte in un posto e lo conosco come le mie tasche, eppure continua a sorprendermi

sempre di più.

Dopo aver finito con i miei film mentali vado a cenare, e poi torno in camera; per me questo è il momento più malinconico della giornata perché chatto con i miei

amici o li videochiamo e ci rimango per un bel po’ di ore ed è lì che mi accorgo di quanto mi mancano, anche se stando così tanto tempo lontana dalle persone capisci

veramente chi ci tiene a te, chi ti cerca, chi vuole passare del tempo con te.

Adesso però devo andare a dormire, alla prossima, caro Diario,

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Baci,

Costanza

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Emma Di Ianni

Roma 26 marzo 2020

Caro diario,

Le giornate sono ormai monotone, mi sembra quasi di stare in uno di quei film in cui si ripete sempre lo stesso giorno: la mattina mi sveglio con "l'angelico"

miagolio del mio gatto che alle sette deve mangiare poi, cercando di non svegliare nessuno, vado a preparare la colazione (spesso facendo anche più rumore del

normale) e, affranta, alle nove e dieci inizio le videolezioni. Almeno quelle cambiano e, dopo quella che sembra un’eternità, finiscono.

Poi certo mi alleno tutti i giorni, suono la chitarra e ho pure imparato a suonare

l'ukulele, ma spesso le giornate possono essere lunghissime.

Però ci sono anche dei lati positivi: ho scoperto che ho un talento a fare i pancake

e ormai li faccio quasi tutte le domeniche per la mia famiglia, poi ho avuto più tempo per scrivere e anche per chiamare mio padre (che adesso lavora meno ore

del solito) e poi, ironicamente, sto sentendo più spesso i miei amici, specialmente quelli fuori scuola, e ovviamente adesso che sono aperte le librerie ho preso un

sacco di libri. Mia madre è riuscita anche a convincermi a pulire la stanza: ci è voluto un po’, specialmente per mettere a posto i cassetti in cui ho trovato di tutto

(anche il mio gatto, anche se non so come ci sia entrato o da quanto stesse lì)!

Parlando di mia madre, ecco che mi chiama: credo che devo andare ad

apparecchiare!

Ci vediamo domani,

Emma

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Giacomo Di Raimo

Roma, 27 marzo 2020

Io non avrei mai immaginato di vivere una situazione come questa, con l’obbligo

di restare a casa e di uscire solo per necessità primarie. Questa situazione la vivo con paura e tristezza, pensando a tutte le persone che stanno in ospedale con il

Coronavirus e a tutti i medici che rischiano la vita per salvare quella degli altri. Penso che in questa guerra al coronavirus i medici e tutto il corpo sanitario siano il

nostro esercito che rischia la vita per il bene del paese, proprio come quello della Prima e della Seconda Guerra mondiale.

La cosa che mi mette più ansia sono i numeri, infatti anche se durante la giornata riesco a distrarmi, quando verso ora di cena escono i bollettini giornalieri non riesco

a non deprimermi un po', posso dire che è il momento più brutto della mia giornata.

Durante il giorno ci sono alcuni momenti in cui tutta la gente canta e suona fuori dal balcone, questi mi riempiono di gioia e di positività, io mi unisco sempre con

molta felicità e uno di questi giorni vorrei fare un concerto cantando tutte le mie canzoni preferite fuori dal balcone, sperando che qualcuno si unisca a me, sarebbe

fantastico.

In questo momento stanno cantando, mi unisco a loro, torno tra cinque minuti,

non andare!

Eccomi, è stato bellissimo, abbiamo cantato a squarcia gola, a un tratto ho

salutato il vicino e ci siamo scambiati due parole, non lo avevo mai fatto. Penso che questo Coronavirus ci stia facendo legare proprio come paese e mi sembra una

cosa molto bella.

Oltre alle lezioni online e ai compiti in questo periodo ascolto molta più musica. Povero papà, già non sopporta la musica che ascolto, ora la dovrà sentire pure di

più del solito. Inoltre parlo molto di più al telefono con i miei amici, il che mi

permette di restare in contatto con loro, cosa fondamentale in questo periodo. Ho anche fatto uscire lo chef che è in me, ho preparato le crêpes e le mozzarelle in

carrozza, buono!

Insomma, sto trovando molto più tempo di restare solo con me stesso, senza essere disturbato da nessuno, magari palleggiando e ascoltando la musica con le

cuffiette.

Sono sicuro però che usciremo più forti da questa faccenda, in fondo siamo

italiani, ce la siamo già cavati in situazioni molto brutte!

Quando tutto questo sarà finito racconteremo questa storia con orgoglio, anche se questi mesi lasceranno un segno indelebile nella mia vita e, come una cicatrice,

non mi abbandoneranno mai.

Giacomo

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Margherita Donnarumma

Roma, 30 marzo 2020

Caro diario,

Oggi è il 30 marzo e come tutte le mattine mi sono svegliata in ritardo per le

lezioni. Stamattina avevo un certo languorino così mia mamma mi ha cucinato i pancakes con il miele. Dopo colazione sono salita per prepararmi ma, come sempre,

mi sono solo messa la felpa sopra il pigiama e per sembrare ancora più preparata

ho deciso di mettermi almeno un po’ di mascara, visto che ero in ritardo. Penso di essere la persona più ansiosa del mondo e infatti anche per questa lezione avevo

l’ansia di arrivare in ritardo, ma alla fine ce l’ho fatta!

Dopo le lezioni ho fatto una videochiamata con i miei amici e devo ammettere che mi mancano molto, in particolare alcuni.

Mi sono soffermata tanto a pensare alle persone a cui voglio bene. A volte provo molta tristezza a non poterle vedere più, mi ricordo come ci divertivamo tutti

insieme: erano proprio dei bei momenti. Ho pensato anche a quando litigavamo e quei ricordi mi rendevano triste perciò ho capito che, anche se in questo momento

è difficile, dobbiamo provare a sorridere più spesso. Ma soprattutto dobbiamo stare vicino alle persone a cui vogliamo bene: alla nostra famiglia, ai nostri amici e anche

ai nostri animali domestici.

Oltre a pensare e riflettere molto, cerco di essere molto organizzata ed ordinata. Mi piacciono questi aspetti del mio carattere e probabilmente mi aiutano in questo

frangente per evitare la noia. Oggi i miei genitori mi hanno aiutato a sistemare la

camera mettendomi un tavolino come scrivania. Devo dire mi piace molto come sta ora e poi è stata un’occasione in più per stare con la mia famiglia. Poi ho passato

del tempo con la persona più importante della mia vita, ovvero mia sorella Sofia: insieme abbiamo sistemato anche la sua camera e ci siamo divertite; anche se può

sembrare un’attività noiosa, con lei so sempre come divertirmi, ecco perché sono felice.

Lo so che molte persone si annoiano in quarantena e dicono che è pesante stare

chiusi in casa e non li biasimo, ma io anche se vorrei più di ogni altra cosa ritornare a vedere i miei amici e andare a scuola non mi annoio tanto e cerco di sorridere il

più possibile.

Una cosa che faccio con molto piacere è la ginnastica. Di solito la faccio con la

mia migliore amica in videochiamata per non perdere il bellissimo rapporto che abbiamo e mi diverto molto con lei anche se a distanza, ma oggi l’ho fatta con mia

sorella.

Ovviamente per rilassarmi ho deciso di guardare su Netflix la mia serie preferita

che mi ha appassionato molto.

Verso le 16:00 ho iniziato a fare i compiti e ho interrotto all’ora di cena. C’era del pesce buonissimo e come a tutti i pasti abbiamo fatto il ringraziamento.

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Dopo cena con la mia famiglia cerchiamo di fare un gioco da tavola insieme, di

solito Cluedo o Risico e mi diverto tanto anche se perdo sempre. Stare con la mia famiglia mi rende molto felice ma soprattutto mi sento fortunata perché ci vogliamo

molto bene. Di solito faccio anche molte videochiamate con i miei parenti per

salutarli.

La sera, prima di addormentarmi, mi rendo conto di quanto questa situazione mi preoccupi: presto molta attenzione a lavarmi le mani e a non uscire di casa, seguo

tutte le istruzioni che ci hanno dato e in cuor mio ringrazio i medici che stanno facendo il possibile per curarci e aiutarci, ma anche i professori che cercano di

esserci vicini e di continuare a farci imparare cose nuove.

Margherita

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Sofia Donnarumma

Roma, 31 marzo 2020

Questo periodo di quarantena è per me unico. Sono sicura che questo momento

che stiamo vivendo non sia bellissimo a causa della paura che abbiamo per questo corona virus.

È un momento difficile per tutti, ma io lo sto usando per riflettere su quello che

sta accadendo.

La paura che possiedo io in questo momento è estrema, non tanto per me ma

per i miei genitori. Non bisogna fregarsene di ciò che sta realmente accadendo, perché le autorità e gli scienziati, i medici ci stanno comunicando di proteggere noi

stessi, le nostre famiglie, i nostri cari e gli amici, ma soprattutto dobbiamo cercare di proteggere e di aiutare le persone che in questo momento stanno passando un

orribile periodo, è difficile per tutti noi.

È sicuramente molto noioso starsene a casa tutto il giorno non potendo uscire,

vedersi con gli amici, andare al cinema o al parchetto, ma ci si può distrarre con dei giochi da tavola.

Anche questa sera, dopo aver mangiato il pesce buonissimo che cucina mia

mamma, abbiamo giocato a uno di quelli che possediamo, visto che abbiamo comprato su Amazon sia Cluedo che Risico: ci divertiamo molto, anche per merito

di Antonio mio fratello, un vero comico.

Per fortuna non restiamo indietro con il programma per merito delle

professoresse che ci tengono tre video lezioni a mattinata, facendoci svolgere alcuni esercizi o temi per continuare a studiare. Dopo le video lezioni pranzo con la mia

famiglia, facendo ad ogni pasto una piccola preghierina per ringraziare Dio di proteggerci ogni giorno.

Finito di mangiare io e mia sorella riviviamo la scuola avviandoci nelle nostre

camere per studiare e completare tutti gli esercizi da svolgere, dettati dalle

professoresse.

La cosa che in questi giorni ritengo più divertente è fare ginnastica, allenarsi e allungarsi per tenermi in forma, lo faccio spesso. Oggi l’ho fatta con mia sorella che

mi faceva da tutor. Per riscaldarci abbiamo iniziato con dei semplici esercizi per la schiena e il collo, ma abbiamo continuato con quelli più difficili per le gambe e le

braccia.

Un’altra cosa che ritengo emozionante e divertente è fare le video chiamate con

i miei amici che mi fanno sempre ridere e mi rallegrano la giornata che magari si presentava noiosa. Ne ho fatte due oggi una con sette persone su un’app chiamata

house party e l’altra con una mia amica.

Per rilassarmi, poi, guardo Netfix e le varie serie divertenti.

Questo periodo ci serve per accorgerci di quanto possano essere importanti le

amicizie e la scuola perché senza di essa non solo saremmo ignoranti ma non avremmo neanche amici, il che sarebbe orribile.

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Dobbiamo cercare di affrontare questo periodo insieme.

Sofia

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Isabella Flannelly

Roma, I aprile 2020

Caro diario,

Questa quarantena in questi giorni si è mostrata divertente ma anche abbastanza

stressante.

Stressante perché non solo c'è un virus che si diffonde molto velocemente e

uccide tantissime persone tra cui specialmente anziani e quindi sono molto preoccupata per i miei tutti i miei famigliari, ma anche perché ora tutti i compiti

sono delle specie di verifiche e questo mi agita un po’.

Poi avendo i genitori separati devo comunque andare da una casa all'altra però,

per non farlo troppo spesso, ora sto cinque giorni in una casa e poi vado nell'altra; questo è un problema per i miei compiti e ogni volta che mi trasferisco devo portare

con me tanti libri.

D’altro canto mi sto anche davvero divertendo a stare a casa, in questi giorni sto

facendo tantissimi esercizi di ginnastica, sto imparando il giapponese e ad usare meglio il computer, visto che ora mi serve per i compiti e prima, non usandolo quasi

mai, sapevo praticamente solo cercare le cose su Safari. Ora sto inoltre facendo videochiamate con parenti che ancora non avevo conosciuto per assicurarmi che

stiano bene e soprattutto sto spendendo molto più tempo con i miei genitori.

Ho tanta paura per i miei parenti: la mia nonna irlandese se prende il virus ci

sono davvero poche possibilità che sopravviva, l'altra nonna che sta in campagna è molto forte, ma comunque mi dispiace che lei debba stare da sola a casa a

preoccuparsi e sono ansia anche per mia zia che è una dottoressa e continua a lavorare con pazienti molto malati.

In questi giorni vado abbastanza spesso a passeggiare, ma giusto fino alla piazza che sta sotto casa, per prendere un po' di sole e d'aria fresca e per camminare un

po'.

Isabella

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Flavio Fratini

Roma,2 aprile 2020

Caro diario,

Oggi mi sono svegliato presto per seguire le lezioni on line e praticamente

dormivo in piedi… non ne posso più di vedere le belle giornate fuori, mentre io sono chiuso dentro casa. Per quanti giorni sto a casa non so neanche più com’è fatto

l’asfalto! Dopo aver seguito con fatica le lezioni, vado a pranzare, ma visto che non

vogliamo ingrassare, mio padre fa un chilo di insalata molto triste; l’insalata è buona, ma purtroppo mio padre esagera con l’aceto, e io e mia sorella cerchiamo

di sopravvivere al gusto amaro.

Il pomeriggio sto per un’ora sul divano a rilassarmi e poi inizio con i compiti. Io i compiti non li adoro, ma farli addirittura il giorno prima delle vacanza di Pasqua

mi distrugge mentalmente e fisicamente. La sera, dopo aver finito i compiti, faccio una doccia rilassante e poi vado sul mio letto finché non è pronta la cena.

Ogni sera a cena, dato che con questo coronavirus si sta a casa, mio padre si diverte a cucinare, molto spesso fa la pizza, la pasta e molte altre cose; ma a

chiudere tutto c’è: qualche dolce fatto da mia madre e mia sorella o un gelato. Io preferisco i dolci però mangio volentieri anche il gelato.

Dopo aver mangiato penso che mia sorella l’abbiamo vista solo ai pasti, perché

è sempre nella sua camera a chiacchierare con le amiche! E mi sembra strano! Poi i miei genitori vedono un film e resto con loro a fargli compagnia, ma intanto gioco

con il telefono.

Poi mi accorgo che anche questa giornata è passata con un po' di malinconia

perché mi manca non poter vedere i miei amici e non poter uscire da queste quattro mura della mia casa. Anche questa sera per stare sereno penserò che tutto andrà

bene e che presto potrò tornare a giocare e rivedere i miei amici.

Flavio

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Viola Gulinucci

Roma, 3 aprile

Caro diario,

Ormai siamo chiusi in casa da quattro settimane e non ce la faccio più. Come se

non bastasse, non possiamo neanche vedere i nostri amici e io muoio dalla voglia di riabbracciarli e di stare tutti insieme.

Passando tutti questi giorni in casa sto diventando molto più pigra, ho sempre meno voglia di fare le cose e passo molto tempo sul telefono. So che non va bene

e che fa male, ma ogni volta che cerco di inventarmi qualcosa per passare il tempo (come ad esempio fare un po' di ginnastica oppure suonare il flauto), va a finire

quasi sempre che non ho più voglia di farla e mi ributto sul divano.

Fortunatamente il nostro condominio ha un garage privato, dove a volte io e una

mia amica del piano di sotto andiamo in pattini per svagarci un po' e stare all’aria aperta.

Molto spesso, mentre sto a casa, vado nella mia camera e ascolto la musica per

circa un’ora. Mi rilassa molto e mentre la ascolto penso a quando potremo rivederci e stare di nuovo tutti insieme. In questo momento è la cosa che desidero di più.

Immagino che sono ritornata in classe, è di nuovo tutto come prima e finalmente rivedo i miei compagni… e mi tiro un po' su di morale.

La cosa che mi manca più di tutte in assoluto è stare con le persone, non solo con i miei amici, ma con la classe in generale, fare tutte le cose che facevo prima,

divertirmi insieme a loro e vederli praticamente ogni giorno. Sì, anche questo è un po' strano. Siamo passati dal vederci ogni giorno per sei o più ore a non vederci

mai.

Spero davvero tanto che questa situazione si risolva il prima possibile.

Per oggi è tutto, alla prossima!

Viola

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Andrea Losacco

Roma, 6 aprile 2020

Caro diario,

Siamo al trentesimo giorno di quarantena e io inizio a parlare con i muri, ma la

cosa più preoccupante è che mi rispondono!

Molte volte, se mi alzo troppo velocemente vedo scuro e mi gira la testa più

veloce del solito; inizio ad avere anche dubbi sulla mia identità…, ma perché sto scrivendo?

La mia giornata si svolge così: mi sveglio la mattina, la maggior parte delle volte

tre minuti prima della video lezione…

Nella pausa tra la prima video lezione e la seconda faccio colazione alla velocità

della luce e poi si procede con le video lezioni. Nel pomeriggio pranzo, faccio i compiti e mi rilasso

Alle 18.00 inizio a fare ginnastica, poi faccio la doccia e vado a cena. Dopo cena

di solito guardo un film o una serie, ma la maggior parte delle volte faccio

videochiamate con i miei amici per passare del tempo insieme anche se a distanza; però mi mancano moltissimo, soprattutto una persona: non riesco a stare senza,

penso sempre a lei e mi manca più di tutti.

Ciao, caro diario, ci vediamo domani e spero di non parlare più con i muri!

Giovanni (era questo il mio nome?)

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Isabel Lotti

Roma, 7 aprile 2020

Caro diario,

Non c’è molto da raccontare. È da sei settimane che sono chiusa in casa a bere aranciata e solo per un virus che partito dalla Cina ed è diventato un problema

mondiale.

La mia routine giornaliera non è tanto diversa quella che si usa nelle vacanze, a parte che la mattina devo fare le lezioni virtuali con le nostre prof e poi il resto della

mattina e il primo pomeriggio li spendo per fare i compiti.

Nelle ore libere faccio cose che avrei voluto fare e per le quali, prima della quarantena, non avevo il tempo: ho trovato il modo di dipingere con nuove tecniche

oppure ho iniziato ad imparare lo spagnolo e ora, visto che io e le mie sorelle non potevamo usare uno stesso computer, ne abbiamo ricevuto uno per uno.

Abbiamo risolto anche dei problemi come: liberare dalla roba che non ci serviva uno dei balconi, per poter prendere un po’ di sole; io e le mie sorelle lo abbiamo

arredato con una tenda in cui divertirci e poi, vicino alla tenda, abbiamo piantato

delle lenticchie per un progetto di scienze.

Tutto questo è solo la piccola percentuale di cose belle, per il resto è tutto un inferno… è come una tortura: non puoi uscire e divertirti all'aria aperta, non puoi incontrare i tuoi amici. Anche per il compleanno di mio padre è stato tutto virtuale:

abbiamo visto pure dei parenti che non vivono a Roma ed è stato bello risentirli, ma non è stata la stessa cosa che fare una festa.

Nessuno esce più dalla propria casa e appena guardo fuori dalla finestra alle undici di sera non sento quel frastuono che fanno gli autobus quando partono, invece vedo quell’unica macchina che passa e anche un’ambulanza che corre per

salvare il prossimo.

E pensare che siamo arrivati fin sulla luna e ci facciamo intimidire da un virus piccolo come noi rispetto alla Terra!

Isabel

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Matteo Magliocchetti

Roma, 8 aprile 2020

#33esimo giorno di quarantena o meglio ennesimo giorno che dovremo stare

rinchiusi nella nostra casa con le grida dei genitori che cercano di far smettere invano il millesimo litigio o meglio il millesimo, asfissiante nervosismo tra fratelli.

Mentre io penso: “Anche oggi i miei amici faranno la storia su Istagram, dicendo: “Netflix and chill #33rd day” con un pezzo di pizza accanto l’ipad?! Altro che chill!!!

Qua si parla della III Guerra mondiale in famiglia! Tralasciando la tragedia vera e propria che sta vivendo TUTTO il mondo!

Beh, caro diario mio, che ti racconto? Sto sempre a fare le stesse cose ogni santo giorno di questa quarantena! Comunque, come sai, quasi come ogni mattina ho

aperto gli occhi alle 7:00 dicendo tra me e me per abitudine: “Devo andare a scuola! Ah, no, vero, una delle pochissime cose positive di questa quarantena: posso

dormire di più…”, quindi richiudo gli occhi e mi riaddormento. Ma già sono le 9:15 quando entra mia madre dicendomi che devo alzarmi. Io ribatto che tanto devo

solo accendere il computer, digitare la password, il nome e cognome della professoressa e fare due click, e sono già là dentro con la maggior parte dei miei

compagni che disattivano tutto per l’intera durata della lezione con la scusa, quando la professoressa li chiama, che non gli funziona il microfono, come se fossero sotto

osservazione 24h su 24! Ma poi vedo lui, un mio compagno con il suo pigiamino tattico che dice, mentre si siede: “Buongiorno professoressa” con un’aria allegra

che mi fa rosicare un po’, visto la mia disforia attuale! Alle 9:25 entra mio padre

dicendomi di alzarmi e io ribatto ugualmente con lo stesso discorso fatto a mia madre. Neanche ho il tempo di richiudere gli occhi, che devo rialzarmi per entrare

in quella prima video lezione del giorno, che ormai, oltre che duro lavoro è diventato uno svago!

Bene! Oggi apro il computer, digito la password, il nome della Geremia, faccio i

due click, e mi ritrovo nella classe 3E!

Ma io dico… professori, già dobbiamo stare rinchiusi in casa, ci manca pure che

ci dite di entrare nella classe più grande di un anno! Vabbè, neanche un minuto che sono entrato finalmente nella giusta video lezione: quella della professoressa

Venuti.

Finita l’ora sono corso in cucina con il telefono in mano, ho versato il latte in una tazza e poi nel microonde, ho aspettato un minuto e trenta per poi mettere sei

biscotti e mangiar tutto in fretta senza cercare di strozzarmi: per fortuna, missione riuscita!

Finalmente c’era l’ora della Geremia, molto interessante, solo che abbiamo finito in ritardo, così che, per quelli che fanno Religione (tra cui io) non c’era tempo di

riposarsi che dovevano già entrare nell’ora successiva; per grazia del Signore della durata di soli 25 minuti!

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E vai! Finite le video lezioni! Ecco che arriva la solita disforia, aspettando la foto

del R.E. dal gruppo classe (vista la mia sfiga, non riesco accederci da più o meno una settimana). E nel frattempo è pronto il pranzo!

Vado a mangiare, sparecchio e ritorno qua, in camera mia, a continuare i compiti, con l’obiettivo di finirli prima delle 14:30 per fare una passeggiata con mia madre

prima della videochiamata con i mister e compagni di calcio. Ma ovviamente non ce l’ho fatta, quindi dopo la videochiamata esco con mia madre a fare una

passeggiata di 5 km, per poi tornare a casa e fare i cinque piani del mio palazzo cinque volte correndo senza fermarmi come al solito!

Ah, ora, me del futuro, penserai che avrò un po’ di relax! Invece ti sbagli: torno a casa e faccio gli addominali, panchetti, plunk (non so se si scrive così), pettorali

e flessioni e poi la doccia calda, rilassante.

Finalmente mi riposo un po’ (giocando con i gatti o con la famiglia), e poco dopo vado a tavola a mangiare la buonissima cena preparata da mia madre! Dopo cena

mi metto davanti alla TV a vedere il mio programma preferito del martedì o meglio i miei due programmi preferiti: prima “Striscia la notizia e poi “Pechino Express”,

ecco che sono le 23:50 che vado al mio letto e leggo per circa 15-30 minuti se non di più, poi chiudo il libro e penso: “Quando finirà tutto questo?”… e mi addormento.

Matteo

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Riccardo Martinetti

Roma, 15 aprile 2020

Caro diario,

Oggi, come ormai solito, sono restato a casa, diciamo che piano piano mi ci sto

abituando, anche se la voglia di uscire e di ritornare a scuola c’è.

Tutto è cominciato alle 8:30 di mattina, mi sono alzato dal letto e ho iniziato a

ciondolare per casa alla ricerca di fare qualcosa, poi tra la colazione e un po’ di Tv, verso le 9:10 mi sono accorto dell’orario: c’era lezione di inglese, poi un’oretta di

buco e quindi tedesco.

Durante l’ora di buco è successo un caos: ci siamo visti tutti in videochiamata, c’era un casino terribile perché parlavamo insieme…, ad un certo punto poi Andrea

se ne è uscito con le sue solite battute e siamo scoppiati a ridere.

Insomma, dopo l’ora di tedesco c’era ovviamente bisogno di un po’ di

allenamento, quindi ho fatto un po’ di addominali e 40 minuti di ellittica, una bella doccia e subito a pranzo. Diciamo che tutto quello che avevo smaltito sull’ellittica

lo ho ripreso e anche di più!

Ci siamo fatti delle belle risate con mio padre e la solita litigata con mio fratello

che praticamente da quando siamo chiusi in casa è prassi. Poi è arrivato il momento più bello della giornata: suonare. Mentre suono mi dimentico della quarantena e

non penso a quello che c’è intorno a me, cosa che in questi momenti aiuta molto.

Dopo un po’ mi sono messo a studiare e fare i compiti. Infine sono stato a vedere qualche film, ho fatto altre videochiamate con gli amici e poi una buona cena.

Tutto sommato quella di oggi non è stata tanto pesante come giornata rispetto ad altre durante le quali non ce la facevo più, e comunque stare in famiglia è sempre

bello.

Caro diario, ora vado a dormire, perché sono molto stanco… a domani,

Riccardo

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Virginia Sofia Miraglia

Roma 16 aprile 2020

Ciao diario,

Era da un po' che non ti scrivevo… oggi per la prima volta da computer e non da

cartaceo, ma c'è un motivo e oggi te lo voglio raccontare. Purtroppo è partito un virus dalla Cina che si diffonde molto velocemente e ha colpito in particolar modo

l'Italia e ora siamo tutti in quarantena evitare di contagiarci; prima solo la

Lombardia era zona rossa, ma ora lo è tutta l'Italia!

All’inizio pensavo: che bello rimanere a casa senza andare a scuola, ma poi dopo circa una settimana, mi ero già stancata perché non potevo uscire con i miei amici

né da sola se non per acquistare beni necessari e di quello si occupa mia madre quindi le volte che esco è al massimo per andare in terrazzo…

Che dire, mi annoio molto e vorrei molto tornare a scuola, non avrei mai pensato di dire questa frase.

Poi però ho capito che non sono in vacanza quindi ho iniziato a svegliarmi prima,

ad organizzarmi e a non stare tutto il giorno sul divano a guardare Netflix. Sono iniziate le video lezioni e per quanto mi riguarda non mi dispiace questo metodo di

studio: iniziano alle nove e mezza e finiscono alle dodici e un quarto, poi vado a mangiare, dopo pranzo mi rilasso un po' e verso le 4 inizio i compiti da mandare

alle prof. (per questo che oggi ti scrivo sul computer). Nel tardo pomeriggio faccio un po' di sport, poi per concludere la giornata mangio e infine vedo un film o sto in

videochiamata e vado a letto e poi inizio una nuova giornata.

Come mi sento?

Alla fine la convivenza forzata con la mia famiglia non è così male, certo avrei

preferito non farla, ma basta sapersi organizzare e far qualcosa. In questi giorni mi sono scoperta di più, ho scoperto che mi piace fare dolci, ho scoperto che il flauto

non era quel brutto strumento che ritenevo, ho provato a disegnare e ho capito che

non fa per me, chi sa se troverò altre cose?

A presto, diario,

Virginia

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Filipposaverio Mitidieri

Roma, 17 aprile 2020

Oggi pensavo a quanto velocemente stiano passando questi giorni di quarantena.

La maggior parte dei miei compagni durante questi improvvisi giorni di isolamento si annoia, mentre io a dir la verità me la passo piuttosto bene. Mi sono organizzato

una piccola routine che mi sta facendo volare le giornate.

L’unica parte che non vivo bene della mia tipica giornata da quarantena è quella

in cui con la mia famiglia ci riuniamo sul divano a guardare il telegiornale che parla di coronavirus. Durante quei pochi minuti provo paura, paura per mio padre che

ogni giorno fa avanti indietro dalla sua farmacia a casa. La farmacia si trova fuori Roma in un paesino che si trova a circa 20 minuti da Saxa Rubra. Il paese si chiama

Nazzano, ha poco più di 1000 abitanti e dai suoi racconti sembra sia popolata principalmente da gente anziana.

Io diciamo che papà l’ho sempre immaginato come il farmacista di paese a cui

gli anziani raccontano gossip, ma so che questa visione è un po’ fantasiosa…

Chiusa questa piccola parentesi, vi parlo della mia tipica giornata da quarantena

che è divisa in tra fasi: - Video lezioni /compiti (mattina) -Momento di svago parecchio lungo (pomeriggio) -Momento Film commovente accompagnato da cena

(sera).

Ora voglio riferirti una breve riflessione che ho fatto oggi mentre ascoltavo la radio. In pratica sentivo un cronista che diceva: “Lavatevi sempre le mani” e in

quel momento mi è venuto in mente che lavarsi le mani durante un’epidemia è una

cosa molto intuitiva e che è ridicolo che nel 2020 ti consiglino di fare una cosa che probabilmente anche durante il Medioevo avrebbero detto di fare. Quello che voglio

dire è: caspita, siamo in un periodo storico pieno di innovazioni tecnologiche e a livello medico siamo riusciti solo a consigliare in caso di un’epidemia che ci

dobbiamo lavare le mani!

Filippo

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Niccolò Muccifuora

Roma, 20 aprile 2020

Questa mattina non sono stato svegliato, come quasi ogni giorno normale

accade, dagli schiamazzi dei liceali che si trattengono nel giardinetto sotto casa mia prima di entrare a scuola, ma dalla sirena di una ambulanza. E quando succede

normalmente, non è mai un bel segnale.

Le nostra giornate sono da circa un mese e mezzo scandite da bollettini e

telegiornali, statistiche e immagini tristissime per cui il suono dell’ambulanza stavolta mi è sembrato quasi famigliare.

Prima di alzarmi dal letto ho pensato ai miei amici, in particolare a quelli di scuola,

con cui condivido da due anni giornate bellissime.

Ho fatto velocemente la colazione e seguito in video due lezioni. Fa strano vedere

la mia classe sul video, manco fossimo in una missione spaziale, io sulla Luna e gli altri giù alla base. Ma mi ci sto abituando.

Dopo un pranzetto leggero sono salito in terrazzo con i miei. È un nono piano e

si vede tutta Roma, fino ai Castelli Romani.

Mentre gli altri giocavano con la corda, io mi sono affacciato dal terrazzo e mi

sono guardato intorno. Una città deserta: silenzio e il fischio del vento tra gli alberi spogli.

In lontananza il Colosseo, l’Aventino (dove Romolo e Remo si sfidarono a

guardare gli avvoltoi e sappiamo tutti come finì), Monte Mario e l’Altare della Patria.

Poi il mio sguardo è stato attirato come l’ago della bussola là dove è la mia scuola.

Ed ho pensato a loro, ai miei amici, alla gioia che proverò a rivederli e a tutte le cose che avremo da raccontarci. Non su queste giornate, tutte uguali, ma su quello che potremo fare, se ʼsto maledetto virus ci farà tornare a scuola.

Intanto, oltre allo studio e alla chitarra, faccio modellismo o mi connetto con gli amici per partitelle con la play station, ma quando sono da solo mi piace pensare

ad un futuro senza quarantena, libero di girare, viaggiare, incontrare. Non credevo

di resistere così a lungo dentro casa eppure ci sto riuscendo. Forse sto crescendo, mi creo i miei spazi e i miei interessi. Casa è abbastanza piccola, ma c’è spazio per

tutti noi.

Nel mio letto penso al mio futuro. Non farò il medico (ho paura degli aghi e non ne posso più di vedere dottori in televisione, anche se si comportano da eroi). Forse

farò l’ingegnere, ma ho ancora le idee confuse e comunque c’è tempo per scegliere.

Intanto mi godo questo silenzio, l’aria pulita e la mia famiglia, pensando a quelle

che stanno soffrendo.

Un altro giorno è passato, speriamo finisca presto questa incredibile reclusione.

Niccolò

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Sveva Muccifuora

Roma, 21 aprile 2020

Inizia a essere molto faticoso vivere sotto lo stesso tetto in quattro. Spero che

non si ripeta mai più.

Oggi, come tutti i giorni, mi sono svegliata di malumore. Sono subito stata accalappiata dalle grinfie delle video lezioni e dal suono delle ambulanze che

passano sotto casa.

Una volta finite le lezioni, sono rimasta seduta a fissare il computer rimasto

acceso. Penso alle persone infette da questo virus, a come stanno; alle battaglie che i medici, ogni giorno devono affrontare per curare queste persone.

Questo pensiero mi è tornato in mente anche qualche ora dopo.

Non ero più seduta a fissare lo schermo. Avevo finito di pranzare e insieme a mio padre e mio fratello ero andata in terrazzo per giocare e prendere un po’ di aria

fresca. Ero stanca di saltare la corda, così mi sono avvicinata alla ringhiera ed ho iniziato ad osservare il paesaggio. Intanto pensavo ai miei amici.

Questo pensiero è stato interrotto dalla sirena di una ambulanza. Intanto si è

avvicinato mio padre e mi ha fatto da guida turistica, indicandomi tutta Roma.

Allora mi sono lasciata trasportare dalla mia immaginazione: desideravo volare.

Avrei voluto sorvolare tutta Roma, desolata e tranquilla, insieme ai gabbiani e alle cornacchie che strillavano in cielo. Sugli altri terrazzi c’erano persone che facevano

ginnastica o fumavano, parlandosi a distanza.

Continuavo senza preoccuparmi a sporgere la testa dal terrazzo. Questa volta, guardando verso il basso, incontravo con lo sguardo una persona anziana con due

pesanti buste della spesa in mano. Più in là, un uomo a rovistare nei cassonetti.

Mi sembra che in queste giornate ci sia più povertà e tristezza in giro e penso di

essere una ragazza molto fortunata.

Stavolta non è la solita ambulanza a farmi saltare, ma Niccolò che mi dice di rientrare a casa.

Per le scale non incontriamo nessuno, tutto tace.

È ora di cena e di telegiornale.

Mangio velocemente, ma non ce la faccio a vedere tanta sofferenza sul video.

So che dobbiamo resistere, come ci dicono tutti. Resisterò anch’io, anche se non

è facile.

Sveva

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Ginevra Pellegrini

Roma, 22 aprile 2020

Caro Diario,

Ci incontriamo di nuovo io e te, eccomi a scrivere i miei pensieri di questi

interminabili giorni.

Uffa!

Non ce la faccio più. Voglio uscire, ma non posso, sicuramente è per quello che

dicono al telegiornale, di tante persone che muoiono per questo terribile virus.

Io passo il tempo a fare i compiti, a suonare, a vedere le serie TV su Netflix con

mia madre e a fare zumba con mio padre.

Più passa il tempo e più è noioso e pesante stare a casa. Vivo questo momento con ansia, e provo un’infinita tristezza per tutte le persone che stanno soffrendo e

stanno morendo.

Però non mi arrendo, perché penso che, finito tutto ciò, potrò riabbracciare i miei

compagni di classe e i miei amici.

Potrò tornare a suonare e a fare concerti, e a divertirmi all’aria aperta.

Tante volte penso a come passerò l’estate: chiusa dentro casa con il

condizionatore acceso oppure al mare con i miei amici a ridere e a scherzare come ogni anno?

Vedremo cosa ci riserverà il futuro! Una soluzione giusta ci sarà, e mi auguro il

mare.

Spero che questa pandemia finisca presto e sono fiduciosa che gli scienziati

troveranno il vaccino che ci salverà tutti e ci farà tornare alla nostra splendida vita.

Ginevra

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Giulia Proietti

Roma, 23 aprile 2020

"Questa quarantena non la sto vivendo poi così male", o almeno era quello che

pensavo fino a qualche giorno fa, ma adesso sta diventando impossibile passare le giornate, ed ogni minuto sembra infinito.

Penso che la cosa che mi faccia più male sia non poter uscire di casa e non vedere

per un bel po’ di tempo i miei amici.

Ma in fondo chi se lo sarebbe mai aspettato che sarebbe arrivato un virus

invisibile che ci avrebbe costretto a rimanere chiusi in casa!

Forse è la prima volta in tutta la mia vita che ogni giorno mi ripeto: "Non vedo l'ora di tornare a scuola", perché mi mancano tutti i miei compagni con cui

facevamo di tutto, e che sono per me la mia seconda famiglia.

Mi ritengo però molto fortunata, perché io ho un modo per riuscire a rilassarmi:

la musica.

Con lei riesco ad uscire dalla mia cameretta, ed a volare via in un mondo bellissimo.

Non vedo l'ora di tornare alla mia vita normale, rivedere i miei amici ed i miei compagni, e poter tornare ad uscire di casa per fare passeggiate infinite e vasche

interminabili in piscina.

Penso che la cosa che mi faccia più paura di questo virus sia che ci possa trattenere in casa anche per altri mesi, e sinceramente non penso di riuscire a

sopportare altri giorni rinchiusa in casa, ma non sono io a decidere per quanto

tempo ancora dovremo farlo.

Tuttavia rimango nella mia cameretta con l'unico grande desiderio che tutto questo finisca il prima possibile.

Giulia

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Sofia Scarcella

Roma, 24 aprile 2020

Caro diario,

Oggi, come ogni mattina dal lunedì al venerdì, mi alzo alle 8,30 e mi preparo

velocemente per fare la prima videolezione del giorno. Non mi piacciono molto le videolezioni: stando a casa mi distraggo facilmente e, nonostante ciò, mi bruciano

spesso gli occhi. Usiamo la didattica a distanza perché è più o meno dall’inizio di

marzo che siamo in quarantena a causa di un nuovo Coronavirus chiamato Covid-19. Ormai è considerata un’emergenza sanitaria mondiale. È inizialmente partito

dalla Cina, più precisamente da Wuhan. Ci sono molte “storie” sulla nascita di questo virus, ma non si sa quale sia vera.

In questa quarantena l’unica persona che esce in questa casa è mio padre, è lui

che va a fare la spesa e altre cose importanti. Quando esce si ostina a non mettere la mascherina, lui dice di mettersela, ma io lo conosco, è testardo e so che non la

mette. Questa cosa un po’ mi preoccupa. Mia mamma, per paura che mio padre si contagi uscendo, lo ha praticamente obbligato ad andare a dormire nella vecchia

casa di mio nonno.

Tornando a oggi, mia madre come al solito è molto in ansia, lo sono un pochino

anche io, ma non glielo dico, sennò si preoccuperebbe ancora di più. Dopo pranzo ho pulito la mia camera, cosa strana, almeno questa quarantena su di me ha avuto

anche qualche effetto positivo. Ieri mia sorella ha iniziato una prova gratuita su Disney+, è come Netflix, ma ha tutti i film della Disney. Oggi ho rivisto “La bella

addormentata nel bosco” e domani vorrei vedere “Cenerentola”. Dopo ho fatto una videochiamata con Costanza. Poi, non sapendo più cosa fare, ho fatto una torta,

era abbastanza buona e considerando le mie scarse doti culinarie sono contenta del risultato. In seguito ho deciso di cambiare “arredamento” alla scrivania e ho fatto

il cambio stagione all’armadio, tanto non si uscirà penso fino a maggio. In tutto

questo si è fatto pomeriggio tardi così ho letto un capitolo di un libro e ho guardato un po’ di video su YouTube. Mentre li guardavo mi sono addormentata fino a che

mia madre mi ha svegliato per cenare.

Adesso sono le 9 di sera e al momento ho appena finito un film che avevo iniziato ieri. Tra un po’ andrò a letto sperando di non fare troppo tardi perché domani devo

fare altre videolezioni.

Tua,

Sofia

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Emanuele Scognamiglio

Roma, 27 aprile 2020

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Maria Teodonio

Roma, 28 aprile 2020

Caro diario,

Oggi mi sento molto triste perché mi sono messa a pensare a tutta la gente che

sta soffrendo per questo virus che sta uccidendo tante persone.

Sono felice però che posso passare più tempo con la mia famiglia e aiutarli in

casa.

Questo tempo libero mi fa riflettere sul periodo che stiamo vivendo.

Sto cercando di videochiamare tutti i miei amici e familiari, soprattutto i miei

nonni che, anche se sono i miei vicini di casa, non posso vedere e mi mancano tanto.

Mi rendo conto che questo virus sia come un segno del destino perché stavamo

distruggendo il nostro mondo. Lo abbiamo inquinato, i ghiacciai si sono sciolti, ci sono stati molti incendi, è come se la terra si stesse vendicando dei nostri errori.

Credo che tutti dovremmo rimanere a casa e magari avere il servizio a domicilio da parte dei supermercati, così finirebbe prima questa terribile tragedia.

Con il passare delle settimane mi sto rendendo conto del fatto che sia molto

difficile rimanere a casa, mi sto annoiando molto, ma come dice anche mia madre, la noia porta alla creatività. Sto migliorando nel disegno, ho imparato a cucire, a

saltare la corda e la noia mi ha portato perfino a sistemare la mia stanza, cosa che non succedeva da millenni.

Oggi ho scritto i miei pensieri, spero che questo virus finisca presto e che io possa uscire di casa il prima possibile.

A domani,

Maria

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Emanuela Tondini

Roma, 29 aprile 2020

Mi sono svegliata con una strana sensazione, cioè di voler fare molto, ma dopo

aver fatto colazione mi sono ricordata delle video lezioni, che mi mettono molta ansia, anche se fanno pure ridere perché alcune professoresse non sanno usare

molte bene la tecnologia. Tra una video lezione e l’altra ci sono poi dei momenti di svago, con videochiamate e chiacchierate su WhatsApp.

Dopo aver fatto video lezioni, finalmente mi è tornata quella voglia di fare che poche ore prima era scomparsa.

Dopo altre videochiamate, con un po’ di tristezza, la mia famiglia ed io abbiamo

cominciato a pulire: io mi sono occupata della camera dei miei genitori, mia sorella ha vinto la nostra camera, mio padre il salotto; mia madre invece cucinava e

metteva apposto la cucina.

Dopo aver fatto le pulizie di casa ho apparecchiato e poi, finalmente, abbiamo

mangiato e mia sorella ha sparecchiato.

Dopo pranzo ho parlato 5 minuti con la mia migliore amica: è stato molto divertente, ma poi era arrivato il momento di fare i compiti che mi ha fatto

rattristare, ma sono obbligata a farli e così con malincuore mi ci sono messa.

Mi piacevano i primi giorni di quarantena, in cui ci affacciavamo alle finestre e ai

balconi per fare i flash mob: secondo me erano momenti molto belli che mi facevano capire che ce la potevamo fare e mi davano molta gioia.

Adesso, il momento della giornata che preferisco è l’ora di ginnastica, che

facciamo su Skype con mia madre che insegna e io, mio padre, i miei zii e i miei

cugini che siamo i suoi alunni. Facciamo ginnastica tutti i giorni, durante la settimana alle 7:00, e nel weekend alle 6:00.

Finita la ginnastica andiamo a farci una doccia, mia madre poi prepara la cena,

io apparecchio e poi infine ceniamo. Per concludere la serata ci vediamo un film tutti e quattro insieme e poi andiamo a letto.

Penso che questo coronavirus sia stato e continui ad essere una cosa terribile e difficile da affrontare, ma con il nostro impegno a non uscire più di casa siamo

riusciti almeno in parte a fermare i contagi e ormai, tra pochi giorni, pian piano cominceremo a riprendere una vita più normale.

Comunque da tutta questa lunga esperienza ho capito che alla fine in casa ci si

può stare, è difficile, ma ci si può stare!

Andrà tutto bene!

Emanuela

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