Principi tecnici, organ e gest di ospedali cap 4

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Principi tecnici, organ e gest di ospedali

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Page 1: Principi tecnici, organ  e gest di ospedali cap 4

lineeguida perla progettazione

_Organizzazione funzionale

_Ospedale e territorio

_Organismo architettonico

_Requisiti prestazionali

linee guida perla progettazione

4linee guida per la progettazione

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I contributi prodotti dal Sottoprogetto per la Progettazione si rivolgono

prevalentemente agli amministratori – quali responsabili politici, estensori di

bandi per la realizzazione di ospedali, responsabili degli uffici tecnici – e ai

progettisti chiamati a disegnare ospedali per acuti in conformità ai principi e

alle politiche indicati.

L’eterogeneità dei potenziali interlocutori cui la ricerca si rivolge ha richiesto

l’elaborazione di strumenti diversificati, organizzati in quattro parti

autonome anche se interrelate.

La prima parte, eminentemente teorico-applicativa, è quella delle Linee-

Guida per la Progettazione (Capitolo 4) che è concepita come un insieme

di indicazioni metodologiche, operative e funzionali da seguire nell’intero

percorso progettuale, dall’individuazione dell’area sino alla definizione

dell’organismo edilizio e delle sue componenti architettoniche, funzionali,

strutturali e impiantistiche. Si articola in quattro paragrafi e affronta questo

percorso di messa a punto del progetto sulla base di quattro temi prioritari:

� organizzazione funzionale

� ospedale e territorio

� organismo architettonico

� requisiti prestazionali

La seconda parte ribadisce il percorso metodologico che al termine

dell’elaborazione teorica dei principi informatori e delle politiche vuole

verificarne la fattibilità simulando una successiva fase di applicazione

operativa del modello in uno scenario decontestualizzato ma concreto.

Si è dunque proceduto con un’applicazione progettuale esemplificativa in

due scenari decontestualizzati ma realistici ovvero non in due luoghi

geograficamente definiti ma in due situazioni ricorrenti nel panorama

italiano – e comunitario – attuale: un ospedale urbano o metropolitano e un

ospedale d’area di dimensione media, nato dall’accorpamento di più

strutture esistenti al servizio di un territorio a urbanizzazione diffusa.

Per entrambi i casi, la metaprogettazione si è concretizzata nello sviluppo

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dei layout organizzativi per aree funzionali, dello schema dei flussi primari e

di una sezione-guida (Capitolo 5).

Per l’esempio di dimensione maggiore, sono state anche sviluppate le piante

dei vari livelli, rappresentati poi in forma tridimensionale per verificarne

il funzionamento interno delle diverse aree funzionali.

Questo approfondimento progettuale è consultabile nel CD degli

allegati tecnici. La terza parte si rivolge prevalentemente ai progettisti di

ospedale: costituisce la messa a punto di una serie di schemi dei principali

elaborati tecnici richiesti in fase di progettazione. Non hanno ovviamente la

pretesa di essere esaustivi ma rappresentano una base da cui partire per la

redazione di quelli applicati ai diversi contesti locali.

Anche questi materiali sono consultabili nel CD degli allegati tecnici.

A completamento della terza parte e come ausilio ragionato alla

progettazione sono state inserite alcune note relative alle recenti normative

specifiche per gli ospedali in materia di prevenzione dagli incendi nonché

alcune considerazioni in merito allo sviluppo scientifico e normativo nel

campo della protezione sismica. Data la rilevanza di questi due aspetti, il

Sottoprogetto per la Progettazione ha coinvolto in questa riflessione –

e coinvolgerà in seguito per sviluppi futuri – specifici referenti istituzionali

quali l’Ispettorato Generale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per la

prevenzione incendi e il Servizio Sismico Nazionale. Il fine è di procedere

a una verifica incrociata tra gli obiettivi funzionali, gestionali e medico-

sanitari del nuovo modello di Ospedale e le finalità delle nuove normative

volte ad aumentare il grado complessivo di sicurezza delle strutture.

Anche questi materiali sono consultabili nel CD degli allegati tecnici.

La quarta parte si rivolge prevalentemente ai responsabili tecnici e politici

della programmazione sanitaria sul territorio; contiene come strumento

per la facilitazione operativa una scheda per la definizione del team di

progetto e di un programma edilizio/funzionale di un Ospedale modello.

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_Organizzazione funzionale

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_Aree funzionali omogenee

La definizione di un nuovo modello di Ospedale implica innanzi tutto una verifi-ca approfondita del modello di organizzazione interna. Dall’analisi della mission rin-novata sono state desunte le funzioni che permettono di elaborare un programmaedilizio “appropriato”, definito nelle sue parti principali e corredato dei layout più si-gnificativi.

L’obiettivo di contenere i costi di costruzione e di gestione e, soprattutto di otti-mizzare la dimensione complessiva dell’organismo ospedaliero in ragione del suofunzionamento costituisce il principale parametro di riferimento. Questo richiede unacompleta disarticolazione per Aree Funzionali Omogenee e, in sequenza, la defini-zione per ciascuna di esse di un quadro sinottico nel quale siano riportate la filoso-fia di approccio e le caratteristiche ambientali, dimensionali, funzionali e relazionali al-la luce degli obiettivi più generali del modello.

Così il metaprogetto originario della Commissione ministeriale è stato sottopo-sto a un processo di scomposizione e individuazione delle principali Aree Funzionaliomogenee.

La verifica ha investito sia il modello nel suo complesso, sia le aree omogeneeche lo compongono e, grazie alla natura multidisciplinare del team della ricerca, haavuto carattere gestionale, procedurale, economico, funzionale, architettonico, pre-stazionale/impiantistico, strutturale e relazionale.

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servizi speciali di diagnosi e cura

01_diagnostiche per immagini 02_medicina nucleare03_radioterapia04_prericoveri05_endoscopia06_prelievi 07_centro trasfusionale08_riabilitazione09_ambulatori10_laboratorio analisi cliniche11_laboratorio anatomia patologica

degenze

degenza di terapia intensiva

12_degenze intensive care (massima intensità assistenziale)

degenza ordinaria

13_degenza high care (alta intensità assistenziale) 14_degenza low care (bassa intensità assistenziale)

degenza diurna

15_degenza diurna medica 16_degenza diurna oncologica17_degenza diurna chirurgica

blocchi operatori

18_sale operatorie 19_radiologia interventistica

punto nascita

20_punto nascita

emergenza-urgenza

21_dipartimento emergenza-urgenza

servizi generali

22_farmacia (incluso deposito)23_sterilizzazione24_magazzini generali25_cucina26_mensa27_archivi sanitari 28_accettazione

(accoglienza, informazioni, prenotazioni)29_locali rifiuti e materiale speciale da smaltire30_servizi mortuari31_spogliatoi32_fisica sanitaria

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E. le aree funzionali

Sono state individuate 32 Aree Funzio-nali Omogenee elencate qui a lato.

Le singole Aree Funzionali sono statesottoposte a una doppia analisi particola-reggiata: la prima, endogena, volta a com-prenderne e ottimizzarne il funzionamentointerno in termini di layout spaziale, di si-stema relazionale e di definizione delle sin-gole unità ambientali minime; la seconda,esogena, volta a evidenziarne il sistema e ilgrado di relazioni con le altre aree funzio-nali, anche qui con l’obiettivo di ottimizzar-ne la posizione in rapporto al sistema deiflussi e dei percorsi, visti nella duplice otti-ca del paziente e del personale sanitario, allivello di privatezza, al grado di flessibilità edi espandibilità richiesti.

Al fine di definire correttamente i re-quisiti spaziali e organizzativi delle diversearee funzionali per impostare un program-ma edilizio, è stata poi realizzata una com-parazione tra le unità ambientali minime ri-chieste dalla ricerca applicata e dalla legis-lazione vigente.

Sulla base di questa comparazione so-no stati definiti i requisiti spaziali e organiz-zativi delle Aree Funzionali individuate conuna doppia articolazione: gli ambienti stret-tamente necessari per rispondere alle esi-genze innovative del modello e gli ambien-ti ulteriori – opzionali – per garantire un li-vello ottimale di attuazione dei principi-gui-da (in corsivo).

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programma architettonico

area accesso / uscita pazienti

• area attesa pazienti esterni• area attesa pazienti interni• servizi igienici per i pazienti• accettazione

area lavoro personale

• studi medici• studi tecnici• area refertazione• segreteria / amministrazione• area lavoro infermieristico pulito• area lavoro infermieristico sporco• sala riunione• servizi igienici e area armadietti per il personale• tisaneria / area ristoro / riposo personale

area operativa (radiologia / tac / moc / ecografia / mammografia / risonanza magnetica)

• sala diagnostica• spogliatoi pazienti• servizio igienico• area comandi, controllo ed apparecchiatura• area sviluppo stampa

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito (e materiale vergine)• deposito attrezzature / strumentario• deposito materiale sensibile• deposito farmaci• locale pulizie• archivio• locale / spazio ad accesso controllato per la raccolta e

l’immagazzinamento dei rifiuti tossici nocivi,fino al loro allontanamento

Quest’area specifica raggruppa tutte le funzioni diagnostichedalla radiologia tradizionale: Radiologia, Senologia, TAC,Risonanza Magnetica, MOC, Ecografia, ecc., oltre allamedicina nucleare ed endoscopia che vengono trattateseparatamente per le caratteristiche spaziali funzionaliafferenti.Il servizio sarà dotato di almeno due accessi per pazienti, unoper gli ambulatoriali e l’altro per i pazienti interni (degentiordinari e diurni, e quelli provenienti dal Dipartimentoemergenza-urgenza). Un terzo accesso secondario,eventualmente articolato in ragione dei flussi afferenti, saràriservato al personale e alle merci. In corrispondenza dell’accesso dei pazienti ambulatoriali,sarà predisposto un punto accettazione-cassa-restituzionereferti.Le aree di attesa dovranno essere distribuite incorrispondenza d’ogni sala o gruppo di sale diagnostiche,dove il paziente viene indirizzato direttamentedall’accettazione.In corrispondenza dell’ingresso degli interni andrà invecerealizzata un’area d’attesa centralizzata, predisposta perpazienti barellati, in carrozzina e deambulanti.Ciascuna diagnostica è dotata di almeno un servizio igienicoe doppio spogliatoio passante per il paziente ambulatoriale,tra la zona d’attesa e la sala stessa, per permettere unamaggiore efficienza e minori tempi d’attesa, un’area dicontrollo e comandi per il lavoro personale e un ulterioreaccesso per il personale e i pazienti interni.Le postazioni di controllo saranno poste all’esterno delle salediagnostiche; saranno tra loro comunicanti e afferenti all’areadi servizio dove sono localizzati gli studi medici, le aree per larefertazione, i servizi per il personale e lo sviluppo.

01.diagnostiche per immagini

servizi speciali di diagnosi e cura

_servizi speciali di diagnosi e cura Il progresso delle tecniche d’osservazione e diagnostica del paziente ha

avuto negli ultimi anni, soprattutto con l’introduzione del digitale, un impulso così vigoroso da rendere inimmagi-

nabile il corso dei futuri sviluppi.

Già oggi il tempo di obsolescenza di alcune attrezzature medicali si è ridotto a circa cinque/sette anni.

La diagnostica, dunque, è la grande incognita: quello che è certo e che occuperà uno spazio fisico sempre più am-

pio e centrale nell’organizzazione ospedaliera.

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RADIOLOGIEDIAGNOSTICHE

corridoio pubblico

corridoio tecnico

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

pulito

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

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02.medicina nucleare4

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La medicina nucleare ipotizzata in questo modello svolgesolo attività diagnostica; l’attività terapeutica verrà effettuatanei centri specialistici. Il servizio sarà dotato di più ingressi separati, uno per ipazienti (ambulatoriali e degenti), uno per il personale e lemerci. Grande attenzione richiede il sistema degli accessi edei percorsi del personale e della merce per evitarecontaminazioni: è indispensabile prevedere adeguati filtrid’accesso e spazi per la decontaminazione in caso di“incidenti”.Il servizio è sezionato in due aree: un’area fredda compostadall’attesa, accettazione, eventuali sale visita e servizi disupporto; e un’area calda che è costituita da un’attesa conservizi (i cui reflui sono raccolti in vasche di decadimento),area lavoro personale e laboratori, locali disomministrazione, gamma camera e PET, opportunamentefiltrati e con soluzioni impiantistiche controllate e isolate dalresto della struttura. Le aree di comando e controllo sarannoall’esterno dalle sale diagnostiche.

servizi speciali di diagnosi e cura

programma architettonico

area accesso / uscita pazienti – area fredda

• area attesa pazienti • servizi igienici per i pazienti• accettazione

area lavoro personale

• studi medici• ambulatori• area lavoro infermieristico pulito• area lavoro infermieristico sporco• sala riunione• servizi igienici e area armadietti per il personale• riposo personale• refertazione• segreteria / amministrazione

area operativa (trattamenti) – area calda

• locale filtro / decontaminazione per i pazienti• locale filtro / decontaminazione per il personale• area attesa pazienti “calda” • locale somministrazione• locale scanner captatore• laboratorio (RIA)• locale conservazione / manipolazione dotato

di filtro (camera calda)• area comando, controllo e computer• servizi igienici per pazienti con scarichi controllati• deposito rifiuti radioattivi

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• deposito attrezzature / strumentario• locale pulizie• area monitoraggio scarichi

Nota

Se si prevede la realizzazione della PET, il reparto dovràcontare su un locale per lo scanner captatore, locale ciclotronee un locale preparazione farmaci (quest’ultima attività potrebbeessere svolta in Laboratorio)

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MEDICINANUCLEARE

corridoio tecnico

corridoio pubblico

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diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

pulito

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

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03.radioterapia4

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La radioterapia si presenta come un servizio riservato, doveviene svolta l’attività diagnostica, terapeutica e il follow-up. Il servizio avrà delle aree nettamente differenziate: l’areadiagnostica costituita principalmente da sale ambulatorialiper visite diagnostiche e follow-up, un’area di terapia con ibunker per i trattamenti e studi diagnostici mirati aitrattamenti (TAC-simulatore, ecc.). Ogni area avrà i proprispazi d’attesa. Gli ingressi principali sono due, uno per i pazientiambulatoriali e l’altro per i pazienti interni e quelli trasferitida altre strutture; un ulteriore accesso è necessario per ilpersonale e le merci (eventualmente separati). Incorrispondenza dell’accesso per il paziente, sarà localizzatal’area accettazione/segreteria. Il paziente, dopo essere statoaccettato, sarà indirizzato verso l’area d’attesa corrispondente(area ambulatoriale o area trattamenti).L’unità avrà al suo interno gli spazi per il servizio di FisicaSanitaria.Questo schema funzionale non prevede l’effettuazione dibrachiterapia o terapie metaboliche.

servizi speciali di diagnosi e cura

programma architettonico

area accesso/uscita pazienti

• area attesa pazienti • servizi igienici per i pazienti• accettazione

area lavoro personale

• studi medici• area lavoro infermieristico pulito• area lavoro infermieristico sporco• sala riunione• servizi igienici e area armadietti per il personale• riposo personale• segreteria / amministrazione

area operativa (trattamenti)

• area attesa pazienti • sale visita• sala simulazione (le centrature con Tac verranno realizzate

nelle sale di radiologia diagnostica)• bunker di terapia • area controllo• un locale per la conformazione dei campi di irradiazione,

per la immobilizzazione e la protezione dell’utente in corsodi terapia, per la verifica dosimetrica;

• locale dosimetria• sale visita• servizi igienici per i pazienti (divisi per sesso)• spogliatoi per i pazienti in relazione ai bunker e alle sale

visite presenti e comunicanti con le stesse

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• deposito attrezzature / strumentario• locale pulizie

Nota

Se si prevede attività di Brachiterapia, sono da predisporre:un locale per trattamenti farmacologici brevi e un locale perla conservazione e manipolazione sostanze radioattive.

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RADIOTERAPIA

corridoio tecnico

corridoio pubblico

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diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

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04.pre-ricoveri4

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Il servizio di pre-ricoveri, come il punto prelievi, deve esserecollocato nelle vicinanze dell’atrio principale, con accessodiretto dall’area pubblica. Questo servizio consente di potersvolgere sui pazienti una serie d’esami e procedurepropedeutiche a un intervento chirurgico, in regime diricovero o, in degenza diurna, in regime ambulatoriale (pre-ospedalizzazione).L’attività diagnostica è generalmente costituita da: radiografiadel torace, visita specialistica, ECG, prelievo di sangue, visitaanestesiologica, svolte in sale-visita comunicanti, dotate dispogliatoio e collegate alla sala per la radiografia del torace.L’obiettivo è che al paziente siano eseguite in contemporaneavisita, prelievo e radiografia del torace, evitando tempid’attesa e spostamenti.

servizi speciali di diagnosi e cura

programma architettonico

area accesso/uscita pazienti

• area attesa pazienti • soggiorno• servizi igienici• accettazione • segreteria / amministrazione

area lavoro personale

• servizi igienici e area armadietti per il personale• tisaneria / area ristoro / riposo personale

area diagnostica

• sala visita dotata di spogliatoio• box prelievi• sala visita specialistica (cardiologia / anestesia) dotata di

spogliatoio• sala RX (con servizi annessi) dotata di spogliatoio• servizio igienico per i pazienti

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• deposito attrezzature / strumentario• locale pulizie

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corridoio tecnico

corridoio pubblico

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PRERICOVERI

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

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05.endoscopia4

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Il servizio di endoscopia sarà dotato di doppio accesso per ipazienti, uno per i pazienti ambulatoriali e l’altro per ipazienti interni (degenti ordinari, degenti diurni e pazientiprovenienti dal Dipartimento emergenza-urgenza). Un ulteriore accesso sarà predisposto per il personale e lemerci. In corrispondenza dell’accesso degli esterni, si collocanol’accettazione e attesa centralizzate, per accedereall’ambulatorio, alla sala diagnostica o all’apposita area dipreparazione, secondo la tipologia dell’indagine diagnostica.Le sale diagnostiche saranno tra loro collegate e servite dapercorso separato cui accedono le aree di supportonecessarie (area refertazione, area lavaggi endoscopi edisinfezione degli strumenti, depositi, ecc.).Quando necessario, dopo l’esame, il paziente viene trasferitoin un’ “attesa-osservazione protetta” per il controllo, riposo erecupero post indagine.

servizi speciali di diagnosi e cura

programma architettonico

area accesso/uscita pazienti

• area attesa pazienti• servizi igienici• accettazione

area lavoro personale

• studi medici• area refertazione• lavaggio endoscopi e alta disinfezione• area lavoro infermieristico pulito• area lavoro infermieristico sporco• sala riunione• servizi igienici e area armadietti per il personale• tisaneria / area ristoro / riposo personale • segreteria / amministrazione

sala esami

• sala visita• sale esami endoscopici (tubo digerente alto, tubo digerente

basso e urologiche, broncoscopie, procedure endoscopichemiste con RX)

• area di preparazione paziente pre-procedura• area di riposo e sosta post-esami • spogliatoio pazienti• servizio igienico

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• deposito attrezzature / strumentario• locale pulizie

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corridoio tecnico

corridoio pubblico

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ENDOSCOPIA

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

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medicipersonale

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

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È un servizio rivolto esclusivamente ai pazienti esterni. Ilcentro prelievi è differenziato dai laboratori ma deve essereubicato preferibilmente in un’area in diretta connessione coni laboratori per l’invio dei campioni. È una zona collocata vicino all’ingresso, direttamenteaccessibile dalla piazza pubblica, dove con procedura veloceil paziente viene accettato. L’area prelievo avrà sostanzialmente un ingresso per ipazienti e uno per il personale, la merce e icampioni/provette.In corrispondenza dell’accesso per i pazienti è previstaun’importante area d’attesa per l’accettazione-cassa; ilpaziente accede poi a una sub-attesa dove gli vengonoconsegnate le provette predisposte per gli esami; in seguito ilpaziente viene chiamato per l’esecuzione del prelievo.È auspicabile che l’accesso e l’uscita dall’area prelievi (sub-attesa/area box) siano separati. In quest’area entranoesclusivamente i pazienti sottoposti a esami; solo le personediversamente abili e i pazienti pediatrici potranno essereaccompagnati. Ogni box sarà attrezzato in modo che il paziente possa stareseduto o sdraiato durante il prelievo, garantendone il rispettodella privacy; i box saranno comunicanti con un’area diselezione prelievi dedicata al personale.Un punto prelievi sarà attrezzato per prelievi pediatrici,uno/due per prelievi speciali (ginecologici, ecc.). In areacollegata al lavoro infermieristico, è previsto un ambiente pereventuali emergenze o imprevisti.

06.prelievi

programma architettonico

area accesso/uscita pazienti

• attesa pazienti con servizi igienici• accettazione / cassa

area raccolta campioni / sangue – distribuzione referti

• area raccolta campioni • sistema di collegamento coi laboratori• area smistamento referti• segreteria / archivio

area lavoro personale

• area lavoro pulito• area lavoro sporco• servizi igienici e area armadietti per il personale• tisaneria / area ristoro / riposo personale

area prelievi

• sub-attesa pazienti• servizi igienici• servizio igienico per raccolta campioni• area consegna provette• box standard (q.tà in base all’attività)• box prelievi pediatrici• box prelievi speciali• area emergenza /osservazione• tisaneria / area ristoro

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• deposito attrezzature / strumentario /materiale• deposito pulizie

servizi speciali di diagnosi e cura

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PRELIEVI

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corridoio tecnico

corridoio pubblico

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

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Il centro trasfusionale comprende sia l’area donazione sia ilaboratori/emoteca collegati (aree di controllo, registro,manipolazione, rielaborazione e stoccaggio di sangue edemoderivati). È posto preferibilmente vicino all’ingresso principaledell’ospedale, direttamente accessibile dalla piazza pubblica,dove il donatore, con un iter separato, viene accettato,visitato, e subisce il prelievo senza tempi d’attesa. Non c’è sostanziale differenza di trattamento tra chi fadonazione o predeposito.In corrispondenza dell’accesso al servizio è prevista l’attesa el’accettazione: il donatore viene accettato, passa a una sub-attesa da dove verrà chiamato in sala visita per accertamentie visita; solo in seguito verrà accompagnato in sala donatori,dove verrà eseguito il prelievo.Ogni postazione-donatore sarà attrezzata in modo che ilpaziente possa stare seduto o sdraiato durante il prelievogarantendone il rispetto della privacy. Le postazioni potrannoessere separate da tende scorrevoli, che permettano aldonatore di scegliere di socializzare o essere isolato; in areacollegata al lavoro infermieristico, sarà prevista un’area-emergenze.Questa attività richiede un servizio di ristorazione postdonazione.

07.centro trasfusionale

servizi speciali di diagnosi e cura

programma architettonico

area accesso/uscita pazienti

• attesa pazienti con servizi igienici• accettazione - segreteria / archivio • registrazione• ambulatorio

area lavoro personale

• area lavoro pulito• area lavoro sporco• servizi igienici e area armadietti per il personale• locale distribuzione• laboratorio• emoteca - locale frigo • tisaneria / area ristoro / riposo personale• caposala

area prelievi

• servizi igienici• area donatori (in open plan)• area emergenza /osservazione• tisaneria / area ristoro

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• deposito attrezzature / strumentario /materiale• deposito pulizie

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corridoio tecnico

corridoio pubblico

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CENTROTRASFUSIONALE

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

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medicipersonale

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

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L’area di riabilitazione e fisioterapia sta acquistando sempremaggiore importanza come momento fondamentale delprocesso clinico. È riservata alla preparazione agli interventi ealla riabilitazione immediata post-acuta in pazienti degenti oambulatoriali, pre o post ricovero recente, affetti da disabilitàderivanti da patologie di carattere ortopedico, neurologico,pneumologico, uroginecologico, cardiologico egastroenterologico.Il servizio di riabilitazione verrà strutturato in due areeattrezzate, una per attività di gruppo (palestre statiche edinamiche) e un’altra per terapie individuali (box per attivitàdi massoterapia, terapia fisica e strumentale e manipolazioniarticolari), oltre ad ambulatori. Il servizio sarà dotato di due accessi per i pazienti, uno per ipazienti in regime ambulatoriale e un altro per gli interni: aogni accesso corrisponde un’area attesa, accettazione edeposito per carrozzine. L’attività del servizio saràinteramente programmata, quindi i tempi d’attesa presso ilservizio dei pazienti, sia interni sia esterni, saranno minimi. Il paziente sarà accompagnato nell’area di terapia individualeovvero, attraverso degli spogliatoi/filtro, alle palestre.Un ulteriore accesso al servizio sarà riservato al personale ealle merci.

08.riabilitazione

servizi speciali di diagnosi e cura

programma architettonico

area accesso / uscita pazienti

• area attesa pazienti separata per interni ed esterni, incorrispondenza con gli accessi al reparto

• servizi igienici• deposito carrozzine

area lavoro personale

• accettazione • segreteria / amministrazione • sale visita• studi medici• area lavoro infermieristico • sala riunione/programmazione• servizi igienici e area armadietti per il personale• spogliatoio personale• riposo personale

area trattamenti

• aree attrezzate per attività di gruppo (palestre), per attivitàstatiche e dinamiche;

• aree attrezzate per attività individuali (motorie, respiratorie,neuropsicologiche, ecc.)

• box (o stanze di dimensioni contenute) per attività dimassoterapia, terapia fisica e strumentale e manipolazionearticolare;

• area attrezzata per il trattamento, qualora previsto, deidisturbi comunicativi / integrativi;

• ambulatori medici per visite specialistiche e valutazionidiagnostico-prognostiche cliniche attinenti alle patologietrattate;

• servizi igienici per disabili• spogliatoi per gli utenti (maschili e femminili)

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• deposito attrezzature / strumentario• locale pulizie

Page 22: Principi tecnici, organ  e gest di ospedali cap 4

04

corridoio tecnico

corridoio pubblico

( )

-

RIABILITAZIONE

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

pulito

sporco

medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

filtro

181

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4•

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Anche l’attività ambulatoriale è una funzione in espansione inquanto riveste un ruolo fondamentale nel più generaleprocesso di deospedalizzazione, ovvero nella ricerca di unsistema che individui appropriate modalità di trattamento inrapporto alle reali esigenze terapeutiche.Svolge, oggi, un’insostituibile attività di filtro e controlloevitando il ricorso a forme di ricovero indiscriminate eimproprie.Gli ambulatori sono preposti all’erogazione di prestazionispecialistiche (diagnostiche, terapeutiche e riabilitative) anchesofisticate, afferenti alle varie discipline mediche echirurgiche, che non richiedono il ricovero del paziente. Gli specialisti impegnati operano in stretto contatto con leattività proprie dell’Ospedale contribuendo a diminuire igiorni di degenza, sia mediante la prescrizione e lavalutazione degli accertamenti diagnostici e multispecialisticiutili prima del ricovero, sia per il follow-up dei pazientidimessi.Essendo destinati soprattutto ai pazienti esterni, gliambulatori non sono correlati, in termini strutturali, alle areedi degenza dell’Ospedale. Sono collocati in una zonadirettamente accessibile dalla piazza pubblica, dove ilpaziente viene accettato e indirizzato all’area d’attesacorrispondente all’ambulatorio/gruppo di ambulatori doveverrà svolta la visita/procedura. Gli ambulatori potrebberoessere in parte portati all’esterno dell’Ospedale soprattuttoper quanto riguarda gli ambulatori indifferenziati (utilizzabilida diverse discipline specialistiche senza particolaredotazione strumentale).Gli ambulatori saranno collegati alle altre aree diagnostiche ei flussi dei pazienti esterni e interni saranno differenziati. È opportuno che gli ambulatori siano progettati in modo dafacilitare la riconversione per specialità diverse conl’eventuale sostituzione delle attrezzature medicalispecialistiche.Gli ambulatori hanno ampie zone riservate alle attese e puntid’accoglienza dedicati adiacenti agli ingressi, aree di sub-attesa in corrispondenza dei servizi infermieristici e degliambulatori in comune con i pazienti interni.Sarà predisposto un secondo accesso per degenti chedebbano sottoporsi a esami o visite specialistiche (connessecon l’attrezzatura diagnostica che richiede lo spostamento delpaziente) e ulteriori accessi riservati al personale e alle merci,in coincidenza con le zone di lavoro medico-infermieristico ei depositi.

09.ambulatori

servizi speciali di diagnosi e cura

programma architettonico

area accesso/uscita pazienti

• area attesa pazienti esterni• area attesa pazienti interni• soggiorno• servizi igienici• accettazione • cassa • segreteria / amministrazione

area lavoro personale

• studi medici• sala riunione• area lavoro infermieristico pulito• area lavoro infermieristico sporco• sala riunione• servizi igienici• tisaneria / area ristoro / riposo personale

sala esami

• sale visita standard• sale visita specialistiche• sale strumentali• sala esami funzionali• servizi igienici

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• deposito attrezzature / strumentario• deposito farmaci• locale pulizie

Page 24: Principi tecnici, organ  e gest di ospedali cap 4

04

AMBULATORI

corridoio tecnico

corridoio pubblico

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

filtro

183

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4•

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Oltre alla chimica clinica, all’ematologia, alla microbiologia,comprende l’istologia e la citologia e tutte le altre metodicheanalitiche su campioni biologici d’applicazione routinaria,avanzate, sperimentali ovvero di ricerca.Anche questa è un’area che ha subìto grandi cambiamenti ene subirà, a quanto si può prevedere, ancora di più neiprossimi anni, in particolare nel settore della biologiamolecolare e in quello dell’automazione e robotizzazione,con conseguente possibilità di riorganizzazione e dislocazionedelle attività (concentrazione produttiva per la routine, ecc.) Per accentuarne la flessibilità e le sinergie operative eprofessionali i laboratori sono da accorpare in un’areacomune piuttosto ampia e con possibilità di espansione, econdividono servizi comuni, segreterie e studi.I campioni arriveranno direttamente dal centro prelievi, dalledegenze, dagli ambulatori, sale operatorie ecc. L’area prevedeun grande spazio centrale per l’attività di base e laboratoriod’emergenza operante sulle 24 ore, e altri spazi per specialità(laboratori di secondo livello).

10.laboratorio di analisi cliniche

servizi speciali di diagnosi e cura

programma architettonico

area accettazione campioni – distribuzione referti

• area accettazione campioni (da centro prelievi, da degenzaordinaria e diurna, da pronto soccorso, ecc.)

• segreteria / archivio

area lavoro personale

• studi medici• sala riunione• refertazione• area archiviazione ed invio referti - registrazione• area lavoro pulito• area lavoro sporco• servizi igienici e area armadietti per il personale• tisaneria / area ristoro / riposo personale

area laboratori – test

• open space per routine• per ogni tipo di attività prevedere i locali per laboratorio di

settore per l’attività prevista

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• locale autoclavi di sterilizzazione• locale frigoriferi• deposito attrezzature / strumentario• locale lavaggio vetreria• deposito farmaci/materiale infiammabile e/o tossico• locale pulizie

Page 26: Principi tecnici, organ  e gest di ospedali cap 4

04

corridoio tecnico

( ,

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-

LABORATORIANALISI CLINICHE

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

pulito

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

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185

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Sempre con l’obiettivo di accentuarne la flessibilità e lesinergie operative e professionali i laboratori sono dalocalizzare in un’area adiacente a quelli di Analisi Cliniche,con possibilità d’espansione e condivisione di servizi,segreterie e studi. Devono essere in collegamento funzionale diretto con iblocchi operatori e funzionalmente legati ai servizi mortuari.I campioni istologici arriveranno direttamente dagliambulatori, endoscopia, blocchi operatori (se non dotati dispazi distaccati di laboratorio al loro interno per esamiestemporanei intraoperatori), servizi mortuari ecc.L’area prevede un grande spazio unico per l’attività dilaboratorio oltre ad archivi, studi medici, servizi di supporto,ecc.

11.laboratorio d’anatomia patologica

servizi speciali di diagnosi e cura

programma architettonico

area lavoro personale

• studi medici• sala riunione• ricezione campioni e macroscopica• refertazione – segreteria / archivio• area archiviazione – registrazione• area lavoro pulito• area lavoro sporco• servizi igienici e area armadietti per il personale• tisaneria / area ristoro / riposo personale

area laboratori – test

• area per inclusori e microtome• area per colorazione• locali microscopi• per ogni tipo di attività prevedere i locali per l’attività

prevista

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• deposito attrezzature / strumentario• locale lavaggio vetreria• archivio preparati (blocchetti), anche decentrato• archivio vetrini, anche decentrato• deposito farmaci/materiale infiammabile e/o tossico• locale pulizie

Page 28: Principi tecnici, organ  e gest di ospedali cap 4

04

corridoio tecnico

-

-

LABORATORIANATOMIA

PATOLOGICA

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

filtro

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Page 29: Principi tecnici, organ  e gest di ospedali cap 4

programma architettonico

area accesso / uscita visitatori

• sala attesa con servizi igienici• sala colloqui• box per visita videocitofonica• zona filtro per visitatori con area vestizione

area lavoro personale non protetto e accessi

• zona filtro d’entrata pazienti• ufficio caposala (controllo)• zona filtro d’entrata personale• spogliatoio personale • locale medico di guardia• sosta / riposo personale • servizi igienici• tisaneria/area ristoro• studi medici• sala riunione• segreteria

area lavoro personale protetto

• lavoro infermieristico pulito• lavoro infermieristico sporco• guardia infermieri (controllo)

area operativa

• postazione di terapia intensiva • postazione di terapia intensiva isolata con filtro e vuotatoio• postazione di UTIC• sala trattamenti / piccoli interventi• area laboratorio

servizi annessi

• deposito presidi e strumentario • deposito materiale pulito• deposito materiale sporco• deposito farmaci - anestetici• deposito materiale sterile• deposito salme• locale pulizia

4•

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Le unità di terapia intensiva, con dotazione massima di 12posti letto, occupano un’area strutturalmente definita, conpersonale qualificato e attrezzature idonee al monitoraggio,trattamento e supporto delle funzioni vitali di pazienti incondizioni critiche.Questo servizio accoglierà tutti i pazienti critici che hannobisogno di essere monitorati in continuo, post operatori,cardiologici, ecc. Le cure subintensive verranno svolte indegenza high care, attrezzata a tale scopo. Le terapieintensive hanno un collegamento facilitato con l’emergenza(mediante montalettighe dedicati), i blocchi operatori, laradiologia interventistica oltre che con i servizi diagnostici. Nelle terapie intensive sono da prevedere fondamentalmentetre tipi di accessi separati, dotati tutti e tre di filtro: uno per i pazienti, uno per il personale e le merci e uno per i parenti.L’unità comprende un’area protetta, composta dallepostazioni di terapia intensiva e i punti di monitoraggio e di lavoro medico-infermieristico; una seconda area compostada tutti i servizi di supporto sanitario per il personaledell’unità, comprende spogliatoi del personale, locale delmedico di guardia e di riposo personale, depositi e ufficiodella caposala in coincidenza con il filtro d’accesso deipazienti all’unità, per controllo e registrazione. Un terzosettore è dedicato a parenti e visitatori e avrà un’area di attesa dotata di cabine con video e sistema interfonico per il colloquio e la visione diretta dei degenti, consentendo una maggiore disponibilità di relazione trapaziente e visitatori.L’accesso dei parenti, previo filtro e vestizione, quandorichiesto, non va comunque precluso, ma anzi favorito. Incorrispondenza dell’area di accesso e attesa dei parentisaranno previste una o più sale colloqui con i medici.

12.degenze intensive care (massima intensità assistenziale)

degenze / degenze di terapia intensiva

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04

-

TERAPIAINTENSIVA

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corridoio tecnico

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

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L’articolazione ottimale delle degenze si basa su unitàstandard da 24-28 camere utilizzabili come camere singolecon spazio per accompagnatore, dotate di tutti i confortnecessari per rendere il periodo di degenza del paziente ilmeno traumatizzante possibile. Le stanze sono peròattrezzate per ricevere anche due posti letto di degenza:questo permette di ampliare la dotazione della struttura afronte di emergenze epidemiologiche o disastri naturali, osemplicemente di utilizzare i reparti con un mix di cameresingole e camere doppie. Un’unità di degenza non dovrebbecomunque superare i 44-48 posti letto complessivi. Ogni blocco di degenze è dotato di servizi di supporto per il lavoro del personale. Sono da prevedere una guardiainfermieristica posta in posizione centrale, il locale caposala,la tisaneria-riposo, depositi pulito e sporco, locali per il lavoropulito e sporco, deposito attrezzature, il bagno assistito, iservizi igienici pubblici e del personale, un soggiorno, unlocale medicheria e due studi medici-infermieristici per il lavoro e le riunioni degli addetti, il tutto preferibilmenteorganizzato con un layout a “corpo quintuplo” (camera,corridoio, servizi di supporto, corridoio e camera).

_degenze di pediatria

La scelta di realizzare un modello di Ospedale conprevalenza di camere singole – molto avanzato rispetto allestrutture ospedaliere oggi esistenti in Italia – èparticolarmente appropriata per l’area di degenza pediatrica,dove consente la presenza di un genitore accanto a ognipiccolo ricoverato. L’area pediatrica deve essere trattata con particolare attenzione anche per ciò che riguarda la dimensione e il numero degli spazi di relazione, di gioco,di scuola.Nell’area pediatrica sono previsti anche spazi per attivitàscolastiche (aula per allievi, locale per studio), ludiche e disoggiorno a uso esclusivo dei bambini, opportunamenteattrezzate e suddivise per fasce d’età, integrate da spaziall’aperto opportunamente attrezzati, da utilizzare nella bella stagione.

13.degenza high care (alta intensità assistenziale)

degenze /degenza ordinaria

programma architettonico

area accesso / uscita degenti / parenti

• sala attesa parenti con servizi igienici• sala colloqui• soggiorno

area accesso/uscita/lavoro personale

• segreteria• ufficio caposala • lavoro infermieristico pulito• lavoro infermieristico sporco• postazione infermieristica - controllo• lavoro medici• sosta / riposo personale • sala riunione • tisaneria• servizi igienici e area armadietti• studio per il medico di guardia • spogliatoio personale• studio medico / infermieristico

area operativa

• camere di degenza 1/2 pl con servizio igienico (di cui 2camere per isolati per unità di degenza)

• soggiorno / pranzo• medicherie• sala procedure particolari

servizi annessi

• deposito presidi e strumentario • deposito biancheria pulita• deposito materiale pulito• deposito materiale sporco / rifiuti / biancheria• bagno assistito• deposito farmaci • deposito materiale sterile• locale pulizie

reparti pediatrici

• aula/e didattiche• sale attività educative particolari• biblioteca• soggiorno / sala giochi ad uso esclusivo dei degenti

Page 32: Principi tecnici, organ  e gest di ospedali cap 4

191

04

corridoio pubblico

corridoio tecnico

DEGENZAHIGH CARE

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

filtro

Page 33: Principi tecnici, organ  e gest di ospedali cap 4

1.punto nascita4

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L’articolazione ottimale delle degenze si basa su unitàstandard da 24-28 camere singole con spazio peraccompagnatore, dotate di tutti i confort necessari, utilizzabilianche come camere doppie.Ogni blocco di degenze è dotato di servizi di supporto per illavoro del personale. Sono da prevedere una guardiainfermieristica posta in posizione centrale, il locale caposala,la tisaneria-riposo, depositi pulito e sporco, locali per il lavoropulito e sporco, deposito attrezzature, i servizi igienicipubblici e del personale, un soggiorno e uno studio medico.Le degenze low care potrebbero essere organizzate a “corpoquintuplo“ o a “corpo triplo”.I servizi di degenza sono contigui a un’area per ospitalità ditipo alberghiero, utilizzabile anche da pazienti autosufficientiche non hanno necessità di ricovero ma che per motivilogistici o di opportunità devono/possono essere ospitati inprossimità dell’Ospedale.

14.degenza low care (bassa intensità assistenziale)

degenze /degenza ordinaria

programma architettonico

area accesso / uscita degenti / parenti

• sala attesa parenti con servizi igienici• soggiorno

area accesso/uscita/lavoro personale

• segreteria• ufficio caposala • lavoro infermieristico pulito• lavoro infermieristico sporco• postazione infermieristica - controllo• lavoro medici• sosta / riposo personale • tisaneria• servizi igienici e area armadietti

area operativa

• camere di degenza 1 pl con servizio igienico • medicherie

servizi annessi

• deposito biancheria pulita• deposito materiale pulito• deposito materiale sporco / rifiuti / biancheria• deposito farmaci • locale pulizie

Page 34: Principi tecnici, organ  e gest di ospedali cap 4

04

DEGENZALOW CARE

corridoio pubblico

corridoio tecnico

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

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In coincidenza dell’accesso pubblico al servizio, sono collocatil’attesa centralizzata e l’accettazione, mentre a cavallo traquesti spazi e la zona degenza sono previsti gli ambulatori.Un secondo accesso è per il personale e le merci.Il paziente, superata l’accettazione, viene introdotto nell’unitàdi degenza diurna; negli spazi ambulatoriali verranno fatte levisite e i colloqui, mentre le prestazioni di diagnostica e curasaranno svolte sia a letto sia negli appositi servizi-reparti.La degenza diurna può essere a scopo diagnostico maprevalentemente è utilizzata per trattamenti legati a una curaspecifica, con la conseguente necessità di accompagnare ilpaziente nei diversi reparti dell’Ospedale.

15.degenza diurna medica

degenze / degenza diurna

programma architettonico

area accesso / uscita pazienti

• area attesa pazienti • soggiorno• servizi igienici• accettazione• segreteria / amministrazione

area lavoro personale

• studi medici • area lavoro infermieristico pulito• area lavoro infermieristico sporco• caposala• sala riunione• servizi igienici e area armadietti per il personale• tisaneria / area ristoro / riposo personale

area diagnosi - trattamenti

• area degenza • area soggiorno (poltrone)• sala visita• sala visita specialistica• ambulatorio attrezzato• spogliatoio pazienti• servizio igienico (minimo 1 ogni 4 pl)

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• locale biancheria pulita• deposito attrezzature / strumentario• deposito farmaci• locale pulizie

_degenza diurna È forse l’area che negli ultimi anni ha subito la maggiore espansione. Prevede l’erogazione di

prestazioni diagnostiche, terapeutiche e riabilitative (di natura multiprofessionale e plurispecialistica) che non

comportino ricovero ordinario e che richiedano un regime d’assistenza od osservazione medica e infermieristica

protratta (fino a un massimo di 12 ore), non attuabile in ambito ambulatoriale. Il ricovero diurno va incontro alle

esigenze psicologiche e sociali dei pazienti, soprattutto nel caso di ricoveri ripetuti o ciclici. Le degenze diurne sono

preferibilmente separate e autonome rispetto alle unità operative di degenza high care e low care. Rispondono ai

medesimi requisiti dei reparti di degenza ordinaria; possono essere previste aree open plan e stanze singole, con

servizi igienici, locale di lavoro infermieristico, locale per la caposala, ambulatori e studi medici, depositi per il

materiale sporco e pulito e servizio igienico per il personale, ad eccezione del bagno assistito, locali doccia per il

personale e medicheria (sostituita da sale visita).

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04

corridoio pubblico

corridoio tecnico

-

DEGENZADIURNAMEDICA

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

pulito

sporco

medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

filtro

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Del tutto simile alla Degenza diurna medica, si differenziaessenzialmente per gli spazi necessari all’attività dipreparazione degli antiblastici; rimane comunque unadecisione gestionale specifica per ogni struttura l’opportunitàdi effettuare questa preparazione in Farmacia ovvero nellaDegenza diurna oncologica.

16.degenza diurna oncologica

degenze / degenza diurna

programma architettonico

area accesso / uscita pazienti

• area attesa pazienti • soggiorno• servizi igienici• accettazione • segreteria / amministrazione

area lavoro personale

• studi medici • area lavoro infermieristico pulito• area lavoro infermieristico sporco• caposala• area preparazione chemio (o collegamento con farmacia)• sala riunione• servizi igienici e area armadietti per il personale• tisaneria / area ristoro / riposo personale

area trattamenti

• area degenza • sala medicazione / visita• sala colloqui psico-assistenziali• ambulatorio • spogliatoio pazienti• servizi igienici (minimo 1 ogni 4 pl)

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• deposito biancheria pulita• deposito attrezzature / strumentario• deposito farmaci• locale pulizie

Page 38: Principi tecnici, organ  e gest di ospedali cap 4

04

-

DEGENZADIURNA

ONCOLOGICA

corridoio tecnico

corridoio pubblico

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

filtro

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Vi afferiscono pazienti per interventi chirurgici o procedurediagnostiche o terapeutiche elettive, invasive e semi invasive,con ricovero limitato alle sole ore del giorno. È destinata adiffondersi (negli USA interessa più del 30% del totale degliinterventi chirurgici) ed è in crescita costante.La degenza diurna chirurgica è principalmente composta diunità con posti letto di degenza e blocco operatorio dedicato. All’ingresso pubblico dell’unità è prevista un’area diregistrazione, archivio e segreteria prospiciente la salad’attesa. Un secondo accesso tramite spogliatoi passanti e/ofiltri è previsto per il personale e le merci.I pazienti, superata l’accettazione, vengono introdottinell’unità, e hanno a disposizione i propri spogliatoi, collocatia cavallo dei flussi d’entrata e d’uscita, collegati direttamentesia con la preparazione sia con i posti letto di degenzadiurna.Il servizio avrà un suo blocco operatorio interno, oppuredovrà essere in collegamento diretto con il blocco operatoriocentrale dell’Ospedale, entrambi con percorsi veloci verso leterapie intensive e le degenze high care, per far fronte aeventuali situazioni impreviste o di emergenza.

17.degenza diurna chirurgica

degenze / degenza diurna

programma architettonico

area accesso / uscita pazienti

• area attesa pazienti • soggiorno• servizi igienici• accettazione • segreteria / amministrazione

area lavoro personale

• studi medici• area lavoro infermieristico pulito• area lavoro infermieristico sporco• caposala• sala riunione• servizi igienici e area armadietti per il personale• tisaneria / area ristoro / riposo personale

area diagnosi - trattamenti

• blocco operatorio (vedi reparto operatorio) o collegamentocon il blocco operatorio dell’Ospedale

• area degenza • sala medicazione / visita• ambulatori attrezzati• spogliatoi pazienti collegato al filtro di accesso• servizio igienico (minimo 1 ogni 4 pl)

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• deposito biancheria pulita• deposito attrezzature / strumentario• deposito farmaci• locale pulizie

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corridoio tecnico

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DEGENZADIURNA

CHIRURGICA

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

filtro

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Il complesso operatorio deve essere collocato in modo daessere protetto da ogni interferenza estranea, in contiguitàcon altri servizi, quali: le Terapie intensive, il Dipartimentoemergenza-urgenza, la centrale di sterilizzazione e la degenzadiurna chirurgica; è dotato di collegamenti rapidi e riservati.Particolare attenzione va posta, infatti, nella definizione delgiusto grado di contiguità tra funzioni correlate anche seautonome.Lo schema a doppio corridoio (pulito-sporco) ottimizza ipercorsi dei materiali e quelli dei medici /malati.All’ingresso del Blocco operatorio sono previste due zoneseparate per la preparazione e il risveglio dei pazienti, cheaccedono alla zona sterile tramite il passamalati. Il personaleaddetto accede al Blocco Operatorio attraverso gli spogliatoipassanti, dotati di servizi igienici e doccie. Accessibiliattraverso un filtro, ma interni al quartiere operatorio,saranno previsti spazi per il relax del personale, studi medici,aree colloqui e sala riunioni. Nel blocco operatorio il paziente viene portato, nel suo letto,nell’area preparazione. Al momento dell’intervento verràtrasferito (tramite passa-malati) sul tavolo operatorio eportato nella sala per l’intervento chirurgico. Finitol’intervento il paziente viene ritrasferito nel suo letto eportato all’area risveglio post-operatorio, dove verràmonitorizzato per il tempo necessario, secondo il caso.Ciascun Blocco operatorio sarà composto preferibilmente dasei sale operatorie, ciascuna con una superficie minima ditrenta metri quadri. Tutte le sale operatorie avranno l’affaccioposteriore su un corridoio dello sporco che immette nellazona filtro del montacarichi dedicato. Nella zona antistante lesale operatorie saranno previsti i lavaggi dei chirurghi. Il rifornimento di materiale pulito e sterile avviene tramitemontacarichi dedicato, fisicamente separato da quellodedicato al materiale sporco. Entrambi i montacarichi(materiale sporco e pulito) saranno direttamente collegati alservizio di sterilizzazione centralizzato. I depositi del materiale sterile, delle apparecchiature e delmateriale di medicazione hanno accesso dal corridoio pulito,così come il locale di sub-sterilizzazione e il laboratorio diemergenza.

18.sale operatorie

blocchi operatori

programma architettonico

area accesso / uscita pazienti

• zona filtro d’entrata dei pazienti• zona preparazioni pazienti• zona risveglio pazienti (recovery room)• lavoro infermieristico pulito• lavoro infermieristico sporco• guardia infermieri• area deposito e pulizia letti• spazio colloqui (medici-parenti)• attesa parenti

area accesso/uscita/lavoro personale

• spogliatoio personale femminile (filtri pulito/sporco) • spogliatoio personale maschile (filtri pulito/sporco)• sosta / riposo personale • tisaneria/area ristoro• studi medici• laboratorio anatomia patologica• sala riunione • area refertazione• zona filtro personale

area operatoria

• ufficio caposala (controllo)• trasferimento interno (passamalati)• preparazione chirurghi• sala operatoria• (S.O. chirurgia generale)• (S.O. alta specialità) • (S.O. radiologia interventistica)

servizi annessi

• zona lavaggio - substerilizzazione• deposito presidi e strumentario chirurgico• deposito attrezzature• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• deposito farmaci - anestetici• deposito materiale sterile• locale pulizia• sala gessi nel caso di attività chirurgica di ortopedia-

traumatologia

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04

-

BLOCCOOPERATORIO

corr

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lico

corridoio tecnico

-

.⁾

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

pulito

sporco

medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

filtro

201

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4•

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La Radiologia interventistica, per emodinamica, arteriografieecc., come i blocchi operatori, deve essere collocatafuori da ogni interferenza estranea, in contiguità con altriservizi, quali: le Terapie intensive, il Dipartimento emergenza-urgenza, la centrale di sterilizzazione e la degenza diurna chirurgica.Il paziente accede tramite filtro e viene portato nell’areaantistante le sale radiologiche dove sono da prevedere duezone separate per la preparazione e il risveglio dei pazienti. Il personale addetto accede attraverso gli spogliatoi passanti,dotati di servizi igienici e docce. Accessibili attraverso unfiltro, ma interni al servizio, saranno previsti spazi per il relaxdel personale, studi medici e sala riunioni. Le sale radiologiche avranno l’affaccio posteriore su uncorridoio dello sporco che immette nella zona filtro delmontacarichi dedicato. Qui potranno trovare posto i quadrielettrici di controllo delle apparecchiature diagnostiche, inmodo da limitare l’accesso del personale di manutenzionealla zona sterile.All’esterno delle sale saranno previsti i controlli e i lavaggi deichirurghi. Il rifornimento di materiale pulito e sterile avvienetramite montacarichi dedicato, fisicamente separato da quellodedicato al materiale sporco. I depositi del materiale sterile, delle apparecchiature e delmateriale di medicazione hanno accesso dal corridoio pulito.

19.radiologia interventistica

blocchi operatori

programma architettonico

area accesso / uscita pazienti

• filtro accesso pazienti• filtro accesso personale• servizi igienici – spogliatoio per il personale• zona preparazione pazienti• zona risveglio pazienti• area lavoro infermieristico

area lavoro personale

• studi medici• studi tecnici• area refertazione• segreteria / amministrazione• area lavoro infermieristico pulito• area lavoro infermieristico sporco• servizi igienici e area riposo per il personale

area operativa• sale diagnostiche• scrub• area comandi, controllo e apparecchiatura• area computer

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito (e materiale vergine)• deposito attrezzature / strumentario• deposito farmaci• locale pulizie

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04

corr

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corridoio tecnico

-

.⁾

-

RADIOLOGIAINTERVENTISTICA

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

pulito

sporco

medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

filtro

203

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4•

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Epunto nascita

Il settore materno-infantile è stato oggetto di moltiapprofondimenti nel corso degli ultimi anni e sono statipredisposti, dal Ministero della Salute, due progetti obiettivoche hanno sottolineato l’esigenza di sostanziali modifichenella organizzazione, la necessità di un forte coordinamentotra le attività territoriali in genere e quelle di ricovero, lamodifica della cultura della nascita, da intendersi comemomento familiare intimo, garantito dalla sicurezza dellastruttura ospedaliera. Dunque, non sezioni per gestanti e per puerpere bensì unluogo che risponda a un più ampio concetto di dipartimentomaterno infantile, partendo dal presupposto che la maternitànon è una malattia e privilegiando l’identificazione di modellialternativi alla classica unità di degenza e al classico bloccoparto finora realizzato con una tipologia simile a quella delblocco operatorio.Il punto nascita è composto dalla somma e aggregazionedelle funzioni del blocco parto, degenza ostetrica e nido. L’accesso per paziente e visitatori sarà unico e separato dalpercorso del resto dei degenti e visitatori della struttura; daun primo spazio di attesa si accederà alla sala visita-accettazione, all’area parto – tramite filtro – nonché all’areadella degenza ostetrica e al nido.L’area di attesa per i parenti rimane all’esterno del servizio.Le partorienti accedono al Punto nascita, a seguito di unavisita medica che accerti l’inizio del processo di nascita.

Attraverso una zona filtro, la puerpera con un soloaccompagnatore viene portata nella stanza di travaglio-parto,dove si svolgeranno sia il travaglio sia il parto. Questo localeha annessa l’isola neonatale e il servizio igienico dedicato.Il Punto nascita, se non dotato di sala operatoria propria,sarà posizionato nelle vicinanze del Blocco operatorio.Dopo il parto la puerpera verrà portata in una zona di osservazione “post-partum” e poi nell’area di degenzaostetrica. Il neonato invece verrà portato al Nido.Il nido del punto nascita sarà accessibile ai soli genitori deineonati, sotto sorveglianza del personale infermieristico. Sarà dotato al suo interno di sale per l’insegnamentoall’allattamento, al bagno del neonato e alle cure delcordone. Il personale del nido si occuperà della cura, della gestione, dell’alimentazione e della movimentazione dei neonati.La sala neonati sarà dotata di visiva per permettere la visionedei neonati ai visitatori. L’area di degenza ostetrica saràcomposta da camere singole predisposte per un eventualeaccompagnatore.Le camere devono essere trattate con particolare attenzioneconsentendo l’attività di rooming in (area attrezzata per il neonato dentro la camera di degenza) o la semplicepresenza della culla in camera.Nel punto nascita vanno previsti anche spazi di socializzazione per i visitatori.

20. punto nascita

corridoio tecnico

corridoio pubblico

( ⁄

⁄ .)

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

pulito

sporco

medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

filtro

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04

programma architettonico

area accesso / uscita pazienti - parenti

• sala attesa con servizi igienici• sala visita• zona preparazioni dei pazienti• zona osservazione – post-partum• spazio colloqui (medici-parenti)• attesa parenti• zona filtro / vestizione parenti con servizio igienico

area accesso/uscita/lavoro personale

• zona filtro d’entrata personale• spogliatoio personale • lavoro infermieristico pulito• lavoro infermieristico sporco• sosta / riposo personale /area ristoro• servizi igienici • accettazione / segreteria• studi medici• area refertazione• sala riunione

area operativa

• ufficio caposala (controllo)• preparazione medici• sala travaglio con servizio igienico• sala parto standard• isola neonatale• sala parto per procedure particolari• sala operatoria (o collegamento con blocco operatorio

dell’ospedale)• laboratorio

servizi annessi

• zona lavaggio - substerilizzazione• deposito presidi e strumentario • deposito materiale pulito• deposito materiale sporco• deposito farmaci - anestetici• deposito materiale sterile• locale pulizia

area degenza ostetricia - nido

• devono essere garantite come minimo 8 culle per neonatisani, n. 1 culla per patologia neonatale lieve, n. 2 incubatrici

• locale d’isolamento per malattie infettive presunte in atto,sia per la donna che per il neonato

..

PUNTO NASCITA

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

205

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4•

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È un punto nevralgico dell’Ospedale, dove è facile chepossano crearsi situazioni di criticità ed è perciò l’area per laquale deve essere esaminato ogni dettaglio, specie perquanto concerne il sistema di relazioni e di priorità con lealtre aree ospedaliere. Rappresenta il biglietto da visita dell’Ospedale nel rapportocon i cittadini e quindi, specie nell’accoglienza, deveesprimere protezione e affidabilità. La scelta spaziale-organizzativa è fatta sulla tipologia diassistenza del paziente. Il paziente si deve sentire subitoaccudito e preso in carico.L’eventuale ricovero di urgenza deve interferire il menopossibile con il resto dei ricoveri programmati in elezione.È importante che i flussi di ingresso siano controllabilidirettamente dalla postazione del personale, che i percorsialle zone di trattamento urgente siano ampi, diretti, veloci eche non siano in nessun modo intralciati dal flusso deipazienti di minor gravità.

Il Dipartimento emergenza-urgenza è dotato di aree per lastabilizzazione e l’intervento di emergenza, di box con lettitecnici per il trattamento, di un’area per l’attesa osservata perl’osservazione breve dei pazienti, e di una propria area didegenza (osservazione prolungata-non oltre le 48 ore), diun’area ambulatoriale (walk-in clinic) e servizi diagnostici(radiologia, ecc.) di sala gessi, e servizi di supporto.L’accesso veicolare al Dipartimento emergenza-urgenza èdotato di camera calda esterna.L’organizzazione deve consentire, al triage, l’immediatasuddivisione degli accessi in base all’urgenza-emergenza,dando le precedenze secondo il grado di gravità. Èfondamentale avere collegamenti diretti e agevoli chefacilitino il trasporto del paziente alla terapia intensiva, alblocco operatorio e agli altri servizi diagnostici. Nella walk-in clinic dovranno essere previsti degli spazi piùriservati da dedicare ad ambulatori per la visita di pazientipediatrici.

21.dipartimento emergenza-urgenza

emergenza-urgenza

corridoio tecnico

⁽ ⁾

( ⁄

⁄ .)

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

filtro

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04

programma architettonico

area accesso / uscita pazienti

• camera calda • area attesa • servizi igienici• triage• bonifica• locale polizia • accettazione / Segreteria / Amministrazione / cassa• area ristoro /Telefoni pubblici

walk in clinic (codice verde – bianco)

• area attesa con servizi igienici• sala visita• settore separato per pazienti pediatrici

area attesa protetta – osservazione (codice giallo)

• postazione protetta con letto-area visita • settore separato per pazienti psichiatrici• postazione infermieristica - controllo• servizi igienici• sala medicazione / visita• sala gessi

area emergenza (codice rosso)

• area stabilizzazione ed emergenza (minimo 2 postazioni)• postazione infermieristica - controllo• sala piccoli interventi• area attesa parenti con servizi

area lavoro personale

• studi medici• area refertazione• caposala• area colloqui parenti• area lavoro infermieristico pulito• area lavoro infermieristico sporco• sala riunione• servizi igienici• tisaneria / area ristoro• riposo personale• riposo personale paramedico (autoambulanze)• spogliatoi personale

servizi di diagnosi e terapia

• sale radiologie diagnostiche (o collegamento diretto con ilservizio ospedaliero)

• sala operatoria (o collegamento diretto con il servizioospedaliero)

• collegamento diretto con le terapie intensive• collegamenti con: blocco parto, endoscopia, degenze, ecc.

servizi annessi

• deposito materiale sporco• deposito materiale pulito• deposito attrezzature / strumentario• deposito farmaci• deposito pulizie• deposito salme• deposito barelle e sedie a rotelle• locale pulizie

-

-

EMERGENZA(P.S. - DEA - EAS)

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

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Il servizio è dotato di un’area deposito per i medicinali (conarmadi di sicurezza e frigoriferi per la custodia e laconservazione di farmaci particolari), un’area amministrativae i laboratori per la preparazione di farmaci (ad es.:antiblastici, nutrizione parenterale, ecc.). Può essere integratoda un servizio automatico per la predisposizione delle dosigiornaliere personalizzate e la distribuzione dei farmaci alledegenze e ai reparti.I presìdi saranno stoccati nei magazzini generali.Il servizio sarà strutturato in due settori, uno di deposito edevasione delle richieste per la distribuzione dei farmaci e unaltro con il laboratorio per la preparazione farmaci, studimedici e segreteria.

servizi generali22.farmacia (incluso deposito)

programma architettonico

area accesso / uscita merci

• area ricevimento / registrazione merci• area smistamento / distribuzione merci• area controllo• area ufficio amministrativo

• area preparazione materiale per distribuzione farmaci alleunità operative

area deposito merci / lavoro personale

• area deposito farmaci• area deposito presidi• deposito o armadio antiscasso per stupefacenti• armadi per la custodia dei veleni• area deposito attrezzature e utensili di laboratorio

obbligatori e strumentazione / materiale di lavoro• deposito infiammabili• area frigoriferi• servizi igienici• tisaneria / area ristoro• studi medici• ufficio responsabile• locale per preparazioni galeniche• area laboratorio• area preparazione antiblastici• area preparazione infusioni e nutrizione parenterali • area attesa + segreteria

servizi annessi

• zona lavaggio – substerilizzazione• locale pulizie• deposito materiale sporco

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04

-

FARMACIA

corridoio tecnico

-

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

pulito

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

filtro

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In questo servizio sarà sterilizzato tutto lo strumentario in uso nell’Ospedale.La centrale di sterilizzazione sarà strutturata in tre settori:un’area lavaggio e arrivo del materiale sporco, un’areaconfezionamento e un deposito sterile.Le sterilizzatrici saranno collocate tra gli ultimi due settori. A tutti e tre i settori si accederà tramite filtro, e il servizio sarà dotato di spogliatoi per il personale.Il servizio è direttamente collegato ai reparti operatori conmontacarichi separati per il pulito e lo sporco.

23.centrale di sterilizzazione

servizi generali

programma architettonico

area accesso / uscita merci / personale

• area ricevimento materiale da sterilizzare• area lavaggio carrelli• area ricevimento materiale monouso• area smistamento materiale sterile e monouso• filtro accesso personale

area deposito merci / lavoro personale

• area segreteria / amministrazione archivio• area deposito attrezzature e utensili• ufficio responsabile• area lavaggio• area confezionamento• area sterilizzatrici• area deposito materiale sterile

servizi annessi

• locale pulizie• deposito materiale sporco• deposito detersivi e materiale d’uso• servizi igienici e filtri tra le diverse aree

corridoio tecnico

( ⁄ )

corridoio tecnico

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

pulito

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

filtro

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-

STERILIZZAZIONE

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

I magazzini generali sono unificati e sezionati per tipologiadella merce. Vanno dimensionati in base alle previsioni dirifornimento dell’amministrazione. In alternativa si puòscegliere di immagazzinare le merci presso i fornitori. Sarà da prevedere un’unica area di controllo, segreteria eorganizzazione della distribuzione ai piani e ai reparti, inadiacenza all’area di arrivo del materiale.

24.magazzini generali

servizi generali

programma architettonico

area accesso / uscita merci

• area ricevimento / registrazione merci• area smistamento / distribuzione merci• area controllo / segreteria• area preparazione materiale per invio alle

unità operative

area deposito merci / lavoro personale

• area deposito merci• area deposito presidi• area deposito attrezzature / materiale di lavoro• servizi igienici• ufficio responsabile

servizi annessi

• locale pulizie

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Nella cucina vengono preparati e confezionati i pasti deidegenti e del personale; sarà dotata di servizio di dietetica. L’ ingresso delle derrate, che vengono stoccate nelle appositecelle frigo e/o depositi, sarà separato dall’ingresso delle altremerci.La cucina è strutturata in tre aree principali che coincidonocon le attività di preparazione, cottura e confezionamento.L’uscita e ritorno dei carrelli che portano i cibi alle degenzesono separati, coincidendo la prima con l’area pulita delservizio, e la seconda con l’area sporca e di lavaggio.Saranno previsti spogliatoi e servizi riservati al personale.

25.cucina

servizi generali

programma architettonico

aree accessi merci e personale

• accesso personale• spogliatoi personale• accesso derrate e materiale• segreteria / registrazione / controllo

area lavoro

• celle frigorifere divise per tipo di alimento (carni / verdure /salumi-latticini / surgelati)

• dispensa• locale detersivi• area di preparazione divisa per tipologie di piatti (carni,

verdure, piatti freddi, ecc.)• locale cottura• area diete speciali• area confezionamento vassoi• locale Chef• locale dietiste• area lavaggio e deposito stoviglie mensa• area lavaggio e deposito stoviglie e vassoi degenza• area lavaggio e deposito carrelli• area smistamento carrelli (separazione dei flussi in entrata

e uscita)

aree uscita rifiuti

• deposito materiale sporco• cella frigo per rifiuti organici• locale per contenitori rifiuti

servizi annessi

• deposito materiale pulito• deposito attrezzature • locale pulizie • servizi igienici per il personale

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04

-

corridoio tecnico

-

CUCINA

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

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medici-pazienti

aree di servizio

aree operative

accesso

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Ristorazione con cucina interna e Servizi di DieteticaA orari abituali della vita quotidiana verranno forniti pasti,preparati nella cucina interna, con servizio affidato all’esternoa professionalità specifiche, con possibilità di sceltapreventiva, che incontri i gusti del personale e procuri unmomento di soddisfacimento, pur nel completo rispetto dellenecessità cliniche dietetiche e igieniche. L’appetibilità, lasalubrità e la possibilità di una ragionevole personalizzazionedi cibi e bevande sono elementi non trascurabili di unOspedale centrato sulla umanizzazione e il benessere.

26.mensa

servizi generali

programma architettonico

aree accesso

• accesso • servizi igienici

area mensa

• area Self-service• area tavoli• area stoccaggio vassoi

servizi annessi

• deposito materiale pulito• locale pulizie

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04

Sono previsti spazi separati per materiale cartaceo eelettronico.L’archivio clinico cartaceo può essere di dimensioni nonrilevanti dato che vi sono mantenute solo le copie cartaceedelle cartelle e dei referti ambulatoriali degli ultimi uno o dueanni, provvedendo l’Ospedale a conservare su disco otticonon riscrivibile o altro analogo supporto elettronico tutta ladocumentazione, e a stamparne eventuali copie autentichesu richiesta.È sostanzialmente composto da: un’area per il controllo el’inserimento dei dati, un’area per la preparazione dellecartelle da distribuire e/o consegnare e l’area dell’archiviovero e proprio.Non si prevede un grande archivio di radiologia, poiché latecnologia sta evolvendo verso la progressiva sostituzionedelle immagini su lastra fotografica con immagini digitalizzate(conservate in originale su dischi non modificabili), e leprocedure si orientano verso la consegna di copie o originalisu richiesta non solo agli ambulatoriali ma anche ai ricoveratial momento della dimissione.

programma architettonico

aree archivio / lavoro personale

• area archivio cartelle cliniche• area lavoro d’informatizzazione cartelle cliniche• area lavoro personale• area preparazione copie e distribuzione• servizi igienici• ufficio responsabile• area arrivo / smistamento cartelle cliniche

servizi annessi

• locale pulizie • area deposito materiale di lavoro

27.archivi sanitari

servizi generali

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È una delle aree che maggiormente esprime i contenutiinnovativi e umanizzanti del modello proposto. È il primointerfaccia ospedale-paziente e, come tale, deve rassicurare,orientare e ottimizzare i tempi per l’accettazione. Acquista iconnotati di una hall di un grande albergo – un vero eproprio “front office” – e comprende spazi accessori qualibar/caffetteria/ristorante, piccoli esercizi commerciali, babypark, banca, posta, scale mobili, ambienti per le associazionidi volontariato, altro.A questa area fanno capo i servizi di prenotazione eaccettazione, anche questi fondamentali per garantire alpaziente un approccio “amichevole ed efficiente” allastruttura sanitaria.Cuore del sistema è il CUP – Centro Unico di Prenotazione –da localizzarsi in prossimità dell’accesso principale,potenziato con servizio di prenotazione telefonica per tutti iservizi ospedalieri, ambulatoriali e per i ricoveri programmati. Al CUP viene demandato anche un fondamentale ruolo diinformazione riguardo a: specialità, tipologia di esami svolti,attività socio-sanitaria e di prevenzione svolta all’interno dellastruttura e/o nel territorio.L’accettazione ambulatoriale, comprensiva della attività dicassa/ticket, sarà invece decentrata e organizzata per areeaffini, garantendo un sufficiente grado di riservatezza e dibenessere nelle aree di attesa (ove possibile è preferibile unsistema ad “arcipelago” piuttosto che un unico spazio diattesa).L’accettazione ricoveri sarà invece centralizzata e sarà anchequesta svolta in coincidenza con l’area di accoglienza dellastruttura ospedaliera. Gli accessi provenienti dal Dipartimentoemergenza-urgenza o i trasferimenti di pazienti da altrestrutture seguiranno un iter di accettazione internoall’amministrazione dell’Ospedale e separato dai ricoveriprogrammati.In questa area sarà anche predisposto un unico punto diconsegna dei referti medici di laboratorio, degli esamiradiologici, endoscopici, ecc., evitando che il paziente debbaattraversare l’Ospedale per il ritiro degli esiti. Rimane lapossibilità da incentivare che i referti vengano consegnati alpaziente o tramite sistema informatico (internet) o attraversoun punto esterno alla struttura ospedaliera (Medico diMedicina Generale, farmacia, ecc.) o per posta (su suarichiesta).

28.accettazione (accoglienza, informazioni, prenotazioni)

servizi generali

programma architettonico

accettazione ambulatoriale

• area di accettazione ambulatoriale, distribuita per reparto / servizio

• area consegna referti centralizzata (laboratorio, radiologiediagnostiche, endoscopie, ecc.)

• C.U.P. (Centro Unico di Prenotazione)

accettazione degenti

• area di accettazione centralizzata per degenza ordinaria• area di accettazione dedicata per degenti solventi

servizi annessi

• area di informazione • servizi igienici per il pubblico• servizi igienici per il personale• deposito materiale• segreteria• locale pulizie

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04

1.punto nascita

29.locali rifiuti e materiale speciale da smaltire

servizi generali

programma architettonico

area stoccaggio

• area per lo stoccaggio e raccolta temporanea dei rifiutidifferenziati: carta, vetro, lattine, plastica, umido.

• area per lo stoccaggio e raccolta temporanea dei rifiutisanitari pericolosi non a rischio infettivo

• area per lo stoccaggio e raccolta temporanea dei rifiutisanitari pericolosi a rischio infettivo

• area per lo stoccaggio e raccolta temporanea del materialeda inumare (pezzi anatomici)

• area per rifiuti liquidi a rischio infettivo / ambientale(solventi di laboratorio, radioisotopi, sviluppo e fissaggioradiologia, ecc.)

servizi annessi

• area per permettere la raccolta e smistamento dei rifiuti • deposito contenitori monouso• area lavaggio e disinfezione contenitori rigidi• locale pulizie• spogliatoio / servizi igienici personale

Dovranno essere collocati in un area distante dalla strutturaospedaliera “isola ecologica”, eventualmente annessa allacentrale tecnologica e collegata all’Ospedale tramite unpercorso protetto e coperto. La raccolta dei rifiuti dovràavvenire in modo differenziato: rifiuti urbani (carta, plastica,umido, vetro) e rifiuti speciali (ospedalieri, ecc.). I rifiutiradioattivi saranno stoccati all’interno della struttura diMedicina Nucleare da dove saranno raccolti dapersonale/ditte qualificate.

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Prevedono i locali di osservazione, conservazione epreparazione delle salme, le camere ardenti, spazi riservatiper le onoranze funebri e le sale per le autopsie.Il servizio sarà dotato di accesso esterno separato (conun’area di parcheggio dedicata) per i dolenti e l’uscita dellasalma. In corrispondenza di questo accesso e all’internosaranno previste: sale soggiorno, servizi igienici, una piccolatisaneria o area ristoro e l’ufficio di supporto e colloquio. I parenti avranno accesso esclusivamente alle camere ardenti,essendo riservate al personale addetto le aree diosservazione, preparazione e le celle frigorifere.Il servizio è collegato funzionalmente ai laboratori dianatomia patologica.È preferibile che il Dipartimento emergenza-urgenza siacollocato nelle immediate vicinanze dei servizi mortuari per iltrasporto delle salme tramite un percorso riservato che noninterferisce con quello degli esterni.Oltre una sala autoptica e un’area osservazione salme e cellefrigoriferi è predisposta una zona preparazione salmecontigua alle camere ardenti.

servizi generali30.servizi mortuari

programma architettonico

area pubblica

• area accesso• sala dolenti (area accoglienza / soggiorno)• servizi igienici dolenti• area supporto per i dolenti (ristoro / cucina / relax)

area lavoro

• camera ardente• area preparazione / vestizione salme• area osservazione• area celle mortuarie • area deposito materiale • locale preparazione personale • servizi igienici personale• ufficio responsabile / informazioni /registrazione• sala autoptica (dotata di filtri, spogliatoi, ecc.)

servizi annessi

• locale pulizie• deposito materiale sporco• deposito temporaneo parti anatomiche da smaltire

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corridoio tecnico

acce

sso

dal

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tern

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SERVIZI MORTUARI

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

relazione spaziale

obbligatorioraccomandabileopportuna

relazione funzionale

altamediabassa

relazioni esterne

relazioni interne

visitatori ambulatoriali

degenti

medicipersonale

urgenze

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aree di servizio

aree operative

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Gli spogliatoi per il personale sono centralizzati in prossimitàdell’ingresso riservato al personale per un motivo dicontrollo, di facilità di approvvigionamento, disemplificazione dei flussi e per ragioni igienico-sanitarie. Altrispogliatoi saranno collocati in corrispondenza di specificiservizi (es. blocchi operatori, terapie intensive, ecc.) per ilpersonale. È opportuno che in tutti i settori/unità sianoprevisti ambienti attrezzati per il deposito degli oggettipersonali. In prossimità degli spogliatoi centralizzati va collocato ilguardaroba e il deposito della biancheria sporca.

31.spogliatoi personale

servizi generali

programma architettonico

area accesso personale

• accesso personale• area informazioni / registrazione

area spogliatoi

• area armadietti• servizi igienici • area docce

servizi annessi

• deposito biancheria sporca• deposito biancheria pulita• locale pulizie

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32.fisica sanitaria

servizi generali

La Fisica sanitaria è sostanzialmente composta da studimedici, sale riunioni e aree di laboratorio. Questo servizio vacollocato preferibilmente in adiacenza alla Radioterapia.

programma architettonico

area lavoro personale / operativa

• studi medici / fisici• studi tecnici• sala riunione• segreteria / amministrazione• servizi igienici e area riposo per il personale• locali attrezzature / strumentario

servizi annessi

• locale pulizie

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matrice relazioni funzionali

La matrice “Relazioni Funzionali” stabilisce il legame difunzionalità e le relazioni tra le diverse aree all’interno dellastruttura, come collegamenti virtuali per determinarne laposizione in rapporto al sistema dei flussi e dei percorsi.

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matrice relazioni spaziali

La seconda matrice “Relazioni Spaziali” stabilisce la relazionespaziale tra le diverse aree, con particolare attenzione aipercorsi di pazienti e personale, e alle necessità dimovimentazione di merci, campioni, materiale in genere.

diagnosi e curadegenzapunto nascitaemergenzaservizi generali

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tare il rischio idrogeologico e/o quello sismico; l’inte-grazione con la città.

Fondamentale è l’analisi dell’area sulla quale si vaa inserire l’edificio in funzione dell’impatto che avrà sul-l’ambiente circostante. Va preso in esame il contesto fi-sico nel quale si inserisce, analizzando le caratteristichepaesaggistiche, la crescita urbana e morfologica dell’in-torno e le logiche che hanno portato allo sviluppo ur-banistico.

L’analisi prende in considerazione gli edifici, la de-stinazione d’uso e i rapporti tra edificato e aree libere,tra l’area oggetto dell’intervento e quelle circostanti, ilsistema delle infrastrutture esistenti, la viabilità pubblicae privata, il sistema dei parcheggi.

L’analisi dettagliata della normativa urbanistica for-nisce, poi, un quadro di riferimento delle potenzialitàedificatorie dell’area prescelta. Vengono quindi presi inconsiderazione gli indici urbanistici, i dati catastali, glieventuali vincoli o servitù e si evidenziano le eventualinecessità di variante rispetto agli strumenti urbanisticivigenti.

Il concetto dell’ospedale “aperto” vuol dire non so-lo struttura trasparente e leggibile ma anche ospedale-città ovvero sistema complesso plurifunzionale compo-sto da aree a diverso grado di protezione e accessibilità,comunque a elevato valore ambientale.

Così concepiti, gli ospedali, anche di media gran-dezza, necessitano di ampi spazi – 10/15 ettari – or-mai irreperibili all’interno dei centri storici; pertanto, di-vengono occasione di ridisegno di aree periferiche –aree industriali o di servizio dismesse o aree ospeda-liere esistenti.

Un ruolo fondamentale in questo senso può gio-care il parco come zona di sosta e di svago attivo per ipazienti, ma anche come luogo aperto alla città sdram-matizzato dalla paura della malattia e dell’isolamento.

Da un punto di vista architettonico, l’Ospedale de-ve integrarsi nel tessuto urbano privilegiando tipologieedilizie non dissonanti per altezza, forma e rappresen-tatività con l’intorno urbano.

_Ospedale e territorio

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_LOCALIZZAZIONE

Il secondo principio informatore del Decalogo au-spica una rinnovata “urbanità” dell’ospedale, affermandoche deve riacquistare una valenza urbana perdendo il ca-rattere di recinto esclusivo, impermeabile e specialistico,storicamente nato per proteggere i sani dai malati.

Il nuovo modello di Ospedale è una struttura aper-ta al territorio, capace – nel caso di localizzazioni all’in-terno di aree urbane o metropolitane – di “fecondare”le periferie urbane come nodo primario “condensatore”di una nuova armatura di attrezzature collettive chia-mata a ridisegnare la città.

Ma l’ospedale può acquisire questa valenza solose localizzato in coerenza con un quadro di pianifica-zione sovraordinata chiaro e definito.

La pianificazione urbanistica locale (P.R.G. Comu-nale) e generale (Piani territoriali di coordinamentoprovinciali e regionali) deve farsi carico di una correttalocalizzazione delle aree ospedaliere al fine di ottimiz-zarne il potenziale di riqualificazione urbana in un in-torno molto ampio.

Solo una localizzazione progettata tenendo contodei piani e dei processi di trasformazione delle città edel territorio consente un dialogo corretto tra il nuovointervento e la città, ed è solo in questa dimensioneche il nuovo Ospedale può diventare una grande occa-sione di ridisegno delle aree periferiche urbane.

La localizzazione dell’ospedale deve puntare allasua massima fruibilità sia in condizioni normali sia diemergenza, ottimizzando i fattori che concorrono a ga-rantire tale obiettivo.

Fra essi rivestono importanza primaria: l’accessibi-lità (in condizioni normali valutare la disponibilità dimezzi di trasporto, le caratteristiche della viabilità… incondizioni di emergenza porre attenzione alla sicurezzadei percorsi, alla possibilità di percorsi alternativi, allapresenza di punti critici come strettoie, ecc.); la sicu-rezza del sito dal punto di vista dei rischi naturali, adesempio nei riguardi dei fattori che possono incremen-

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La scelta del sito deve essere oggetto di una valu-tazione preliminare ad ampio spettro. Oltre alle proce-dure consuete di valutazione della vulnerabilità e ido-neità geomorfologica (indagini e approfondimenti diordine geologico, idrologico, geotecnico) si possanoutilizzare metodiche d’indagine speditive che consenta-no un approfondimento delle conoscenze sia relativa-mente al sottosuolo interessato da operazioni di can-tiere (volumi di scavo), sia del substrato sottostante alfuturo piano di posa d’intervento. La finalità è quella diottimizzare le tecniche progettuali e procedurali anchein relazione ai metodi esecutivi prevedibili con eviden-te migliore gestione del costo immediato delle opere ela limitazione del rischio di contenzioso successivo. Pertali finalità oggi la tecnologia offre metodi quali la map-patura georadar o la tomografia (particolarmente indi-cata in presenza di acqua salmastra) in grado anche diindividuare con precisione la presenza di sottoservizinon censiti o dismessi.

Va anche considerato che, mentre per gli interven-ti in aree urbane o suburbane il grado di conoscenzadelle problematiche connesse alla geomorfologia delsito è in genere sufficientemente approfondito e carto-grafato, per le aree oggetto d’insediamenti nuovi in am-biti non apparentemente perturbati, il grado di cono-scenza è molto minore. Dunque, proprio negli ambitidove l’intervento potrebbe modificare equilibri precarinon precedentemente indagati, ci si trova nella condi-zione di avere meno informazioni. Per tali contesti, do-ve la consuetudine vede al massimo l’inizio di un mo-nitoraggio che segue l’individuazione del sito (quindipoco significativo ai fini di progetto e di conferma discelta del sito), può essere particolarmente interessan-te acquisire informazioni e dati numerici sui movimen-ti intervenuti negli anni precedenti. Per tale scopo è og-gi disponibile, ad esempio, una interessante tecnicache vede la ricostruzione, su scala subcentimetrica, deimovimenti della superficie terrestre (nelle tre direzioni)attraverso l’elaborazione di immagini satellitari sempredisponibili, in genere, per i cinque anni precedenti allarichiesta.

La corretta valutazione del rischio geologico è allabase della scelta del sito d’intervento, o comunque,scelto il sito, è necessaria la più puntuale valutazionedei vincoli progettuali. È implicito quindi che tale anali-

_ACCESSIBILITÀ, INFRASTRUTTURE E RETI

L’accessibilità dell’area prescelta per l’insediamen-to dell’Ospedale è un fattore di primaria importanza: vaattentamente valutata la disponibilità di mezzi di tra-sporto pubblico – ferrovie, metropolitane, linee auto-mobilistiche extra urbane ed urbane, taxi – e la struttu-ra della viabilità di servizio.

La viabilità a contorno va sottoposta a una verificapuntuale al fine di evidenziarne i punti critici e studiaresoluzioni alternative.

Considerando che uno dei fattori di innovazionedel nuovo modello di Ospedale risiede nella quotidia-nità di rapporto e nell’incremento delle prestazioni di“giorno”, l’accessibilità dell’Ospedale ai pazienti esternideve essere garantita e separata dai percorsi dell’emer-genza e di servizio alla struttura.

In condizioni di emergenza va posta grande atten-zione alla sicurezza dei percorsi, alla possibilità di per-corsi alternativi, alla accessibilità veloce e in condizionidi sicurezza rispetto ai flussi veicolari dell’intorno.

L’uso sempre più diffuso dell’eliambulanza com-porta anche una analoga valutazione della accessibilitàa mezzo elicottero al fine di valutare la corretta posizio-ne dell’eliporto rispetto ai venti dominanti, alla distanzadai fabbricati e alle normative specifiche vigenti.

L’analisi delle infrastrutture e delle reti tecnologichepresenti alle quali allacciarsi per la fornitura delle varieutenze e la eventuale evidenziazione della presenza dipossibili sostanze inquinanti e della conseguente ne-cessità di bonifica completerà l’analisi dell’area/areeprescelte.

_ASPETTI GEO-MORFOLOGICIE SICUREZZA DEL SITO

Per quanto concerne gli aspetti geo-morfologici,particolare attenzione andrà posta alla valutazione del-la sicurezza del sito dal punto di vista dei rischi natura-li, ad esempio nei riguardi dei fattori che possono in-crementare il rischio idrogeologico – possibilità diesondazione, di frane… – e/o sismico – presenza difaglie vicine o di condizioni favorevoli alla amplificazio-ne dello scuotimento sismico.

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si non può essere rimandata in toto alla fase proget-tuale (della quale invece costituisce uno dei pilastri dibase), ma deve essere affrontata in sede preliminare dipianificazione e individuazione dell’intervento.

_SOSTENIBILITÀ AMBIENTALEE INTEGRAZIONE PAESAGGISTICA

Affermare un’idea nuova di “salute” attraverso larealizzazione di un Ospedale di concezione innovativaha anche una evidente implicazione in termini di soste-nibilità, specie se a questo concetto, molto abusato, dia-mo una interpretazione pervasiva e non specialistica.

Se è vero, infatti, che la malattia è sempre, co-munque, uno stato di disagio/squilibrio ambientale –chimico, fisico o psicologico – il luogo fisico ove con-centrare la diagnosi, la terapia e la ricerca clinica deveessere un sito architettonico capace di sublimare la ma-lattia proponendo un “nuovo” stato di equilibrio dina-mico tra uomo e ambiente.

Questo risponde appieno non solo all’esigenza diricreare un “parco”, magari nell’accezione inglese deiparchi tecnologici, ma anche di concepire un edificio incui l’integrazione con l’intorno ambientale sia totale, siain senso strettamente morfologico, sia in senso ener-getico ed eco-compatibile: un ospedale “giardino”.

A questo proposito bisogna, in prima istanza, pro-cedere a un’analisi dettagliata del contesto ambientaleche permetta di avere un quadro completo delle pree-sistenze di interesse storico e paesaggistico, del loro va-lore e delle relazioni che si possono instaurare con ilnuovo organismo edilizio.

Da un punto di vista tipologico, l’integrazione am-bientale implica che l’edificio venga concepito comeuna struttura a prevalente sviluppo orizzontale, di altez-za contenuta (indicativamente massimo tre piani oltreil piano terra), fortemente integrata nel paesaggio.

Trattandosi di un intervento di notevole dimensione,la salvaguardia dei valori paesaggistici dell’intorno è unofra gli obiettivi prioritari del progetto; ciò comporta una ri-costruzione attenta del paesaggio a contorno dell’edifi-cio, rendendolo coerente con la morfologia del sito.

Alla sistemazione paesaggistica dovrà anche esse-re affidato il compito di creare un microclima ottimale

attraverso l’uso calibrato di sempreverdi e di essenzespoglianti in rapporto ai venti dominanti, alle caratteri-stiche climatiche e all’esposizione; nonché di scherma-re dalla viabilità extraurbana presente e futura (adesempio con siepi compatte di sempreverdi eventual-mente sistemate su rilevati, aventi funzione di schermivisivi e di barriere al rumore a ridosso delle infrastruttu-re stradali più vicine).

Anche all’interno dell’organismo ospedaliero i giar-dini interni, i patii e gli eventuali tetti-giardino sarannopiantumati con essenze aromatiche – salvia, rosmarino,origano, lavanda ecc. In tal modo, una volta sviluppata-si la vegetazione, l’area dell’ospedale apparirà quasicompletamente integrata nel verde.

Dunque, le caratteristiche architettoniche e l’impo-stazione progettuale del modello affidano alla sistema-zione degli spazi aperti non solo una funzione orna-mentale, che resta comunque implicita, ma anche fun-zionale: il parco circostante avrà un uso integrato e “sa-lutare” ospitando anche attrezzature di ausilio alla riabi-litazione motoria all’aperto; aree di sosta attrezzate adisposizione dei visitatori e del personale; aree per ilgioco dei bambini.

Analoga attenzione andrà posta nella collocazionedelle centrali tecnologiche e dell’isola ecologica per lostoccaggio differenziato dei rifiuti, se possibile, anch’es-se parzialmente interrate e con tetto giardino.

Anche da un punto di vista energetico la realizza-zione di un complesso di grandi dimensioni può ap-portare un notevole contributo al miglioramento dellaqualità ambientale complessiva di un intorno urbanomolto più ampio di quello del semplice perimetro d’in-tervento.

L’Energy house dell’Ospedale può essere l’occa-sione, se in ambiti non serviti da sistemi centralizzati diteleriscaldamento, per realizzare un sistema di produ-zione e cogenerazione dell’energia termica e frigoriferaper un’area molto ampia e, quindi, specie in una peri-feria urbana, può essere un grande elemento di ridu-zione dell’impatto ambientale, di contenimento delconsumo energetico e di abbattimento delle emissioniin atmosfera. L’Ospedale diviene così anche elementodi “bonifica” ambientale di un intorno urbano moltoampio producendo – anche indirettamente – “salute”.

È auspicabile infatti che la realizzazione di grandi4•

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I vantaggi di un simile sistema combinato ricadono siasui costi di esercizio, essendo un sistema a elevata resaenergetica, sia sulla quantità e tipologia delle emissioni inatmosfera. Infatti un sistema centralizzato consente di farelavorare i generatori termici a rendimenti ottimali e per-mette di avere un controllo continuativo delle emissioni. Sistima che con questo sistema vi sia una riduzione del 30-35% della quantità di CO2 emessa in atmosfera.

Nel caso in cui la zona di ubicazione del comples-so ospedaliero sia servita da una rete di teleriscalda-mento pubblica preesistente, questo verrà utilizzato co-me fonte di alimentazione di calore per l’ospedale. So-no possibili due scenari:

� il calore viene prelevato dalla rete di teleriscalda-mento e l’energia elettrica dalla rete pubblica, che pre-sumibilmente sarà alimentata dalla stessa centrale dicogenerazione che alimenta il sistema di teleriscalda-mento, per cui la produzione energetica avviene con lamassima efficienza, e l’ospedale elimina ogni fonte dicombustione al proprio interno;� l’Ospedale realizza comunque un proprio sistemacogenerativo, ma allacciandosi al sistema di teleriscal-damento elimina le emissioni, nella propria area, dovu-te alle caldaie di integrazione.

La possibilità di realizzare una produzione elettricamediante celle fotovoltaiche, e quindi senza emissioni,deve essere presa in considerazione in tutti i casi in cuile condizioni del luogo di installazione, la conformazio-ne dell’edificio e le altre condizioni al contorno lascinointravedere una ragionevole possibilità di applicarlavantaggiosamente.

Un altro sistema che conviene applicare, in tutti icasi in cui vi sia la disponibilità di acqua di falda e dipozzo, è l’utilizzo di quest’acqua come sorgente freddaa triplice utilizzo:

� in inverno, l’acqua viene utilizzata come sorgentefredda per un sistema di pompe di calore per il riscal-damento ambientale. Vengono così eliminate le emis-sioni di gas combusti nell’atmosfera, dovute alle caldaie;� in estate, le stesse macchine vengono utilizzate co-me gruppi frigoriferi e l’acqua viene utilizzata per il raf-freddamento dei condensatori; la bassa temperatura

attrezzature urbane segua, oltre alla raccomandazionedella Commissione Europea per uno sviluppo urbanosostenibile (COM (98) 605), anche la direttiva quadrocomunitaria relativa alla qualità dell’aria1, che obbliga lecomunità con più di 250.000 abitanti e le aree sogget-te a livelli elevati di inquinamento, a definire e attuareprogrammi d’azione volti al miglioramento della qualitàdell’aria.

La cogenerazione, nell’ambito delle tecniche di ri-sparmio energetico, è da considerarsi la tecnologia piùperformante per quanto attiene l’aspetto termodinami-co, ingegneristico ed economico.

Si consideri, ad esempio, un impianto di cogene-razione con motore a combustione interna, alimentatoa gas metano, con rendimento elettrico del 37% e po-tenza elettrica di 1.000 kW, dotato di sezioni di recu-pero termico in grado di produrre acqua calda a 80-85°C, con un rendimento termico del 48%, pari a1234 kW termici resi. Il rendimento complessivo del si-stema è dell’85% e rappresenta, nell’ambito di sistemidi produzione energetica, un valore elevato. L’energiaprimaria consumata dal motore è di 2.703 kW.

Qualora le due forme energetiche venissero pro-dotte separatamente, il consumo complessivo di ener-gia primaria salirebbe a 4.154 kW; quindi il consumodel sistema cogenerativo corrisponde approssimativa-mente al 65% di quello che si avrebbe con i sistemiconvenzionali.

In altre parole, per ogni TEP di energia primariaconsumata dal sistema cogenerativo occorrono circa1,5 TEP per ottenere, con approvvigionamenti separatidelle due forme di energia, gli stessi servizi resi. Ulte-riori significativi benefici derivano dall’utilizzo, nel perio-do estivo, di gruppi frigoriferi ad assorbimento che uti-lizzano l’energia termica recuperata, anziché ottenere lastessa energia frigorifera da macchine a compressionealimentate da energia elettrica di rete.

Questo ipotetico sistema di cogenerazione puòessere abbinato a una centrale termica per la produ-zione centralizzata di fluido caldo, a servizio sia dell’o-spedale che di edifici pubblici/privati situati in zone li-mitrofe, divenendo di fatto un sistema di teleriscalda-mento cittadino.

1 Direttiva 96/62/CE del Consiglio, GU L 296 del 21.11.1996

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dell’acqua consente di ottenere valori di efficienza(COP) molto elevati, e quindi un risparmio energetico,con tutti i vantaggi che ne conseguono;� sempre in estate, l’acqua può essere utilizzata di-rettamente anche per il preraffreddamento dell’aria nel-le unità di trattamento, con un ulteriore beneficio in ter-mini di risparmio energetico.

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_Criteri di progettazionearchitettonico-funzionale

_L’EVOLUZIONE DEL TIPO

Non è questa la sede per affrontare il complessotema dell’evoluzione tipologica dell’ospedale; ci limite-remo a ricordare che la tipologia dell’ospedale è espres-sione della diversa organizzazione funzionale, socio-eco-nomica, volumetrica e tecnologica delle strutture sanita-rie nella loro evoluzione storica.

Il prodotto è una serie di soluzioni architettonichemolto differenti che hanno seguito il tumultuoso evol-versi della scienza medica.

Anche l’ultimo secolo non è stato da meno, produ-cendo una serie di tipologie ospedaliere che si sono pre-sto rivelate schematiche, rigide e quindi poco flessibili.

Gli ospedali a padiglioni, realizzati con corpi di fab-brica isolati, richiedevano una grande articolazione pla-nimetrica, con un rapporto molto alto superficie esternadi facciata/volume, per garantire – a fronte di una dota-zione impiantistica molto limitata – l’illuminazione e laventilazione naturale degli ambienti interni. Ampi am-bienti ospitavano le degenze che erano organizzate incorsie da circa 30 p.l. ciascuna. L’altezza degli edifici (2-3 piani), era limitata per garantire un inserimento più ar-monico nel parco che circondava l’ospedale. I padiglio-ni erano distanti tra loro per favorire il corretto soleggia-mento dei corpi di fabbrica.

Le nuove scoperte in campo medico, relative so-prattutto alla batteriologia, e in campo impiantistico, intermini di comfort ambientale e di sviluppo dei sistemidi collegamento verticale meccanizzati, hanno portato aun mutamento del modello tipologico a padiglioni, a fa-vore di corpi di fabbrica più accorpati, denominati mo-noblocco o poliblocco, anche per minimizzare i percor-si orizzontali e i costi di gestione. Si passa così, in tem-pi relativamente recenti, a edifici che hanno un’artico-lazione planimetrica contenuta, con un rapporto super-

ficie esterna di facciata/volume, molto più basso, inquanto l’illuminazione e la ventilazione degli ambientiinterni gode dell’ausilio di impianti specifici. L’altezza deicorpi di fabbrica diventa consistente, nella logica di li-mitare i costi di costruzione e di occupazione del suo-lo. All’interno dei vari piani dell’edificio trovano postosia attività di degenza che attività di diagnosi e cura, ar-rivando ad avere una buona qualità del servizio, mauna scarsa efficienza in termini di organizzazione fun-zionale e impiantistica. L’organizzazione della degenzapassa dalla suddivisione per corsie a camere pluriletto.

Negli Stati Uniti, il crescere della domanda dei ser-vizi di diagnosi e cura, in seguito all’evoluzione delle tec-nologie biomedicali, ha portato a una trasformazionedella tipologia a blocchi, orientandosi verso quella a pia-stra-torre, con una diversificazione funzionale degli spa-zi. Si arriva, così, a una netta separazione tra la zona de-dicata alla degenza, quella di diagnosi e cura e quelladei servizi. La conformazione planimetrica diviene mol-to compatta, con i piani dell’edificio dedicati a una solafunzione, favorendo una maggiore fruizione degli spazi.Lo sviluppo volumetrico dell’ospedale diviene prevalen-temente verticale per le degenze (monoblocco) e oriz-zontatale per i servizi di diagnosi e cura e dei servizi ge-nerali (piastra). L’organizzazione dei percorsi non è piùgerarchizzata e la dotazione di impianti e attrezzature èsempre più sofisticata.

In Europa invece, per privilegiare il rapporto con iltessuto urbano e per fronteggiare le nuove esigenze diflessibilità e aggregazione nel settore dei servizi di dia-gnosi e cura, si utilizzano soluzioni a prevalente svilup-po orizzontale. Si realizzano edifici a spina, con uno svi-luppo planimetrico articolato, generalmente collegati daun percorso orizzontale. I piani dell’ospedale sono or-ganizzati in modo differente e sono dedicati a una o piùfunzioni. I volumi che costituiscono le varie parti dell’e-dificio sono differenziati in base alle funzioni che ospi-tano. I percorsi sono organizzati in modo gerarchizzatosull’asse di collegamento principale, che assume anchela funzione di spina dorsale impiantistica.

_Organismo architettonico

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Un’altra tipologia che si sviluppa nello stesso pe-riodo, è quella a nastro, che prevede un contenitoreunico che permette l’intercambiabilità sia funzionaleche impiantistica all’interno dell’ospedale. Si arriva adavere un’organizzazione compatta dell’edificio per mini-mizzare la lunghezza dei percorsi, con un’altezza massi-ma di quattro piani. I piani dell’edificio sono destinati siaalle attività di degenza, collocate sul perimetro, sia aquelle di diagnosi e cura, nonché ad alcuni servizi ge-nerali, collocati al centro del piano. I percorsi non sonogerarchizzati e l’organizzazione impiantistica, semprepiù incidente nella configurazione della tipologia, si ca-ratterizza per la presenza di interpiani tecnici.

_UN NUOVO IMPIANTO TIPOLOGICO

Ad un ospedale di nuova concezione basato sullaumanizzazione e la centralità del paziente, corrispondenecessariamente una nuova tipologia da inventare? Èquesto il quesito di fondo a cui stanno cercando di ri-spondere alcuni team di progettazione in diversi contesti.

La risposta appare più complessa di un semplice “sì”o “no”. È indubbio che alcune modifiche profonde nel-l’organizzazione ospedaliera e, più in generale, nella con-cezione stessa di sanità pubblica, non a caso evolutasi inun’accezione più ampia di “salute”, indicano che l’ideaclassica di ospedale sta profondamente cambiando e ifattori che hanno implicazioni più dirompenti sono:

� l’aumento esponenziale delle prestazioni di giornoche non richiedono degenza e che stanno profonda-mente modificando il rapporto quantitativo tra l’areatecnica e l’area residenziale.� la sempre maggiore incidenza, specie nei paesi oc-cidentali, della prevenzione sistematica e pianificata,aperta a settori sempre più ampi di popolazione, da cuiconsegue una quotidianità d’uso della struttura ospe-daliera anche nella diagnostica, con un conseguenteampliamento dell’area ambulatoriale e dei laboratori� la struttura dipartimentale – ormai largamente ac-quisita – per sua natura “orizzontalmente unificante” enon “verticalmente discriminante”� un lavoro di équipe sempre più interdisciplinareche comporta e discende da una organizzazione dipar-

timentale e spesso anche interdipartimentale� il prevalere di tecniche operatorie sempre menoinvasive che necessitano di attrezzature, aree e con-nessioni fisiche e “virtuali” sempre più complesse� le funzioni di ricerca e formazione che fanno del-l’ospedale il centro di una serie di attività didattico/for-mative/sperimentali.

Sono tutti fattori che contribuiscono a configurare unnuovo impianto tipologico dell’ospedale, meno rigidodelle soluzioni precedenti, ma altrettanto esplicito nellaevidenziazione di alcune caratteristiche peculiari:

� uno sviluppo prevalentemente orizzontale in cuiindividuare aree a differente livello di accessibilità se-condo quattro gradi progressivi:

• pubbliche (informazione, accoglienza, formazione, ecc.)• semi-pubbliche (ambulatori, prelievi, centro trasfusionale, ecc.)• semi-private (day hospital, area diagnostica, ecc.)• private (piastra tecnica, ricerca, ecc.)

� un’esigenza di ridefinizione delle esigenze di com-planarità e contiguità delle aree funzionali in una logicadipartimentale e interdipartimentale� una necessità di integrazione con l’intorno e di do-mesticità d’aspetto dell’intero organismo architettonicoproprio per consentire ed esprimere una differenteidea di salute.

_FLUSSI PRIMARIE COMPLANARITÀ DELLE FUNZIONI

Il modello elaborato si propone due obiettivi ap-parentemente contrastanti: da un lato accentuare lacompattezza dell’intero complesso al fine di ottimizza-re i percorsi e rendere pressoché contigue aree funzio-nali che necessitano di una effettiva vicinanza oltrechédi complanarità; dall’altro ridurre l’altezza complessivadell’edificio al fine di accentuarne la domesticità e l’in-4

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tegrazione con l’intorno.Il primo aspetto, quello della compattezza ai fini

dell’ottimizzazione dei percorsi – funzionalità distributi-va e distinzione tra i flussi – è stata ripensata in funzio-ne della centralità del paziente, nella doppia accezionedi paziente interno e di paziente esterno. L’aspetto ti-pologico più interessante che è emerso nella verificanei due scenari è che l’ottimizzazione dei flussi – quel-li che provengono dall’esterno e che, simbolicamente,rappresentano il percorso del paziente e la sua nuovacentralità e quelli interni che appartengono alla vera epropria macchina sanitaria – rispondono a due esigen-ze speculari: l’una centrifuga e ascendente, l’altra cen-tripeta e discendente.

L’obiettivo di ottimizzarle determina un’orga-nizzazione tipologica e planimetrica nuova: una sorta diincastro tra le funzioni aperte all’esterno (centro prelievi,ambulatori, degenza diurna medica, oncologica e chirur-gica, riabilitazione, diagnostica…), preminenti ai piani bas-si e a dorsale centrale, e le funzioni interne (degenza, di-partimento emergenza-urgenza, blocchi operatori, terapieintensive, laboratori…) strettamente sanitarie, via via piùesclusive man mano che si sale verso l’alto e con circola-zione anulare.

Questa organizzazione tipologica è risultata ottima-le in entrambi gli scenari ipotizzati e ciò ne ha confer-mato la validità.

Il secondo obiettivo che è quello di realizzare unatipologia a basso impatto, ha portato a individuare unatipologia mista a blocchi integrati nell’ambiente.

È un tipo a prevalente sviluppo orizzontale conmassimo quattro piani fuori terra, con un’altezza massi-ma di circa 20 metri equivalente all’altezza di alberatu-re d’alto fusto, con i diversi corpi collegati da percorsivetrati su più livelli a cui viene affidato il ruolo di ele-menti ordinatori e figurativi preminenti.

In mezzo, una serie di patii interni separa/connet-te i diversi corpi configurandosi non come corti internechiuse ma come spazi fluidi delimitati, sui lati corti, daipercorsi vetrati che consentono la vista del paesaggiocircostante. Altro elemento fondamentale che consen-te questa compattezza di impianto è la notevole pro-fondità dei corpi di fabbrica sempre concettualmente acorpo quintuplo e, quindi, con ampie parti senza illu-minazione e ricambio d’aria diretti.

_ACCESSI, VIABILITÀ E PARCHEGGI

Come abbiamo visto, l’area oggetto dell’interventodovrebbe essere facilmente accessibile a livello territo-riale da tutte le utenze che usufruiscono della struttura.Il complesso ospedaliero sarà dotato di più accessi chedovranno essere collocati in modo tale da non avere in-terferenze. L’accesso all’area da parte dei visitatori-am-bulatoriali e quello delle urgenze, saranno ben visibili eseparati, collocati in modo tale da non interferire con lacircolazione dei mezzi privati e pubblici esterni. La retestradale interna dovrà consentire ai mezzi dei vigili delfuoco di raggiungere tutti i corpi di fabbrica. Dove possi-bile, l’area dei parcheggi sarà collocata nei piani interratiper limitare l’impatto ambientale, mentre le porzioni diparcheggio poste allo scoperto, saranno alberate.

Complessivamente la dotazione di parcheggi ri-chiesta varia tra 50 e 60% della Slp dell’intero inter-vento. Le aree di parcheggio andranno diversificate econnesse ai diversi accessi riservati. Saranno articolateper: dipendenti; non dipendenti, e quest’ultime sot-toarticolate in: visitatori, lunga sosta e ambulatoriali,emergenza-urgenza, servizi mortuari e merci. Sarà inol-tre previsto il parcheggio riservato alle autoambulanzein prossimità della camera calda del Dipartimentoemergenza-urgenza.

Si dovrà inoltre garantire la separazione dei veicoliafferenti all’ospedale secondo la tipologia, tramite via-bilità differenziata.

_visitatori, ambulatoriali L’accesso dei visi-tatori-ambulatoriali è da collocarsi verso la parte di edi-ficio aperta al pubblico, prevedendo un’area parcheggiointerrata, disposta su più livelli, e un’area di sosta co-perta – all’esterno dell’edificio – per la sosta tempora-nea di taxi e auto che consenta a persone con ridottecapacità motorie, di scendere dall’auto anche in condi-zioni atmosferiche avverse.

_urgenze Contrapposto, o quanto meno distante,sarà l’accesso per i mezzi di soccorso che avranno unpercorso separato dall’ingresso alla camera calda delDipartimento emergenza-urgenza. Il percorso potrà es-sere utilizzato anche dai privati, in caso di urgenza, e ilparcheggio sarà collocato nelle immediate vicinanze

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della camera calda. È da prevedere anche una piazzola per l’eliporto, ad

adeguata distanza dell’edificio ospedaliero, come previ-sto dalla normativa di riferimento, e nelle immediate vi-cinanze del Dipartimento emergenza-urgenza.

È auspicabile un collegamento stradale interno ri-servato alle ambulanze che consenta di raggiungere ilDipartimento emergenza-urgenza dall’accesso principa-le, evitando la viabilità comunale.

_servizio mortuario Altro ingresso separatosarà quello dedicato ai servizi mortuari, che porta alparcheggio dedicato, collocato nelle immediate vici-nanze.

_personale L’ingresso dei dipendenti che conduceal relativo parcheggio, può essere in comune con l’ac-cesso mezzi per merci, derrate, rifiuti e manutenzione.

_merci, derrate, rifiuti, personale tec-nico L’ingresso di servizio per le merci (derrate, far-maci…), l’accesso del personale tecnico e quello cheporta ai servizi tecnologici (centrali impiantistiche, rifiu-ti differenziati e generici…), possono essere unificatima distinti dagli altri accessi ospedalieri.

_INGRESSI

Gli ingressi all’ospedale rispecchiano, in gran parte,la suddivisione degli accessi all’area.

_visitatori, ambulatoriali e pazienti inaccettazione L’ingresso dei visitatori-ambulatoria-li, da collocarsi verso la parte di edificio aperta al pub-blico, deve essere facilmente identificabile arrivandodalla città. L’area d’ingresso coincide con l’inizio dellaMain street, la strada-piazza-hall pubblica e tutte le at-trezzature pubbliche quali bar, ristorante, banca, posta,baby park, negozi, aree di culto e associazioni, oltre al-le aree d’informazione, prenotazione e accettazione.

_urgenze L’ingresso per autoambulanze come peri pazienti in emergenza-urgenza che arrivano in formaautonoma, avviene attraverso la camera calda.

_servizi mortuari Anche qui l’ingresso dovràessere distinto dagli altri, in area riservata e schermatain modo di garantire la privacy dei dolenti e la riserva-tezza dell’uscita delle salme.

_personale L’ingresso dei dipendenti è separatodal pubblico e dal Dipartimento emergenza-urgenza, eviene posizionato in corrispondenza degli spogliatoicentralizzati e dei servizi per il personale (badge, areainformazione/comunicati, ecc).

_merci, derrate, rifiuti, personale tecni-co Gli accessi delle merci differenziate tra derrate ealtre merci (biancheria, materiale di consumo, farmaci,ecc.) avvengono tramite la baia di scarico (da preve-dersi parzialmente coperta). Alla centrale tecnologica eall’isola ecologica, entrambe collocate in un’area pocovisibile dall’edificio, si accede direttamente dal piazzaledi servizio.

_albergo L’ingresso verso la città, con receptionautonoma, dell’albergo-residence deve essere separatodagli ingressi ospedalieri.

_formazione L’ingresso all’area della formazioneè anch’esso distinto dall’ingresso ospedaliero ed è po-sto verso la città. All’area della formazione si accedeanche dall’interno della struttura ospedaliera per evita-re che il personale debba uscire all’esterno.

_ristorante Gli ingressi possono collocarsi sia al-l’interno che all’esterno dell’ospedale, preferenzial-mente entrambi.

_DISTRIBUZIONE INTERNA

L’organizzazione dei percorsi della struttura è unodegli aspetti più importanti che definiscono l’assettofunzionale dell’ospedale ed è realizzata tenendo inconsiderazione le seguenti esigenze:

� i degenti devono disporre di una rete di percorsi,verticali e orizzontali, coerenti con le esigenze dei varilivelli di urgenza;4

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� i percorsi dei pazienti ambulatoriali devono esserefacilmente identificabili e di rapido collegamento con lefunzioni diagnostiche;� i percorsi dei visitatori devono essere di facile col-legamento alle degenze, evitando, per quanto possibi-le, l’incrocio con gli altri flussi;� i percorsi dei materiali all’interno dell’edificio devo-no essere il più possibile separati dagli altri flussi.

I percorsi saranno fondamentalmente divisi e strut-turati in due tipologie prioritarie: una centrale “centrifu-ga” ascendente a carattere pubblico o semi-pubblico, euna anulare “centripeta” discendente di carattere tecni-co sanitario.

Per percorso pubblico si intende il percorso dei pa-zienti ambulatoriali, dei visitatori, del pubblico in gene-rale e dei pazienti interni non accompagnati da perso-nale tecnico. Questo percorso nasce all’ingresso dellastruttura e percorre atri, “piazze”, aree attrezzate conservizi pubblici e aree di attesa dei servizi di diagnosti-ca e di terapia ambulatoriale.

Il percorso tecnico è invece quello riservato al per-sonale medico e paramedico, ai degenti accompagnatidal personale. Al piano seminterrato il percorso tecnicoè principalmente destinato alle merci, al materiale spor-co e al materiale pulito (sterilizzazione, farmacia, cuci-na, ecc.), alla movimentazione di apparecchiature e al-la manutenzione.

_percorso pubblico Il percorso pubblico è de-stinato a:

� ascensori o scale mobili per pazienti ambulato-riali, immediatamente accessibili dalla hall d’ingresso,distribuiscono i pazienti dal piano d’ingresso ai piani deiservizi diagnostici;� ascensori per visitatori, posti nell’atrio d’ingresso,sono in relazione con gli ingressi dei reparti di degenzaai piani superiori.

_percorso tecnico Il percorso tecnico è desti-nato a:

� montalettighe per pazienti degenti (accompagna-ti da personale) e personale;

� montacarichi distinti per materiale pulito-sporco;� montacarichi merci utilizzati per la distribuzione dimerci particolari, apparecchiature, e dai tecnici addetti al-la manutenzione. Alcuni di questi montacarichi arriveran-no in copertura e ai piani interrati di distribuzione perconsentire una agevole manutenzione degli impianti.

Oltre ai corpi scala previsti in corrispondenza deiprincipali nuclei verticali di ascensori, saranno collocatescale di sicurezza a prova di fumo interne o esterne,posizionate in modo tale da coprire tutte le aree dell’o-spedale, per permettere l’esodo in caso di emergenzadi tutti gli utenti dell’ospedale.

_percorso visitatori I parenti-visitatori accede-ranno all’atrio dall’ingresso principale della struttura, incorrispondenza delle attrezzature pubbliche e dell’areainformazione.

I corpi verticali di collegamento posti nell’atrio saran-no riservati. Ai piani sbarcheranno in aree esterne alle de-genze laddove vanno localizzati sale di attesa/soggiorni eservizi igienici.

Tale distribuzione consente di accogliere e separa-re il flusso dei visitatori da quello degli interni, garan-tendo un elevato controllo e il quieto e ordinato svol-gersi delle attività ospedaliere.

_percorso punto nascita Per tutti gli utentiche devono recarsi al punto nascita, sia degenti sia vi-sitatori, è predisposto un nucleo di collegamento verti-cale dedicato.

_percorso pazienti esterni Tutti gli utentiche usufruiscono dei servizi di tipo ambulatoriale (cen-tro prelievi, ambulatori, diagnostica per immagini, me-dicina nucleare, radioterapia, prericoveri, riabilitazione,ecc.) posti all’interno della piastra, dovranno accedereall’ospedale dall’ingresso principale e verranno distri-buiti dall’atrio principale dove si collocano lo sportelloinformazioni, il CUP (centro unico di prenotazione), leattrezzature pubbliche, ecc. Dall’atrio, percorrendo laMain street, i pazienti esterni possono accedere ai ser-vizi ambulatoriali, diagnostici e terapeutici collocati dipreferenza nei tre piani bassi (interrato, terra e primo);questi collegamenti sono garantiti da ascensori e scale(fisse o mobili).

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I pazienti barellati che provengono da altri presidiospedalieri accedono all’ospedale dal Dipartimentoemergenza-urgenza per poi seguire i percorsi riservati aipazienti interni anche per effettuare prestazioni di tipo“ambulatoriale”.

_percorso ricoveri d’urgenza Le urgenzeche arrivano all’ospedale, in autoambulanza o conmezzi privati, devono accedere alla struttura dal Dipar-timento emergenza-urgenza. Il percorso dell’emergen-za-urgenza prevede l’accesso diretto del paziente allastruttura (area emergenza); una volta stabilizzato, i per-corsi coincideranno con quelli dei pazienti interni e delpersonale per il trasferimento ai servizi di diagnostica ecura e/o alle aree di degenza.

Nel caso al paziente non siano prescritti ulterioriesami o ricovero, ossia in caso di dimissione o trasferi-mento in altra struttura, uscirà dal Dipartimento emer-genza-urgenza dalla camera calda, senza interferire congli altri percorsi.

_percorso ricoveri programmati I ricove-randi potranno accedere alla struttura dall’ingresso prin-cipale, in corrispondenza del bancone informazione eaccettazione ricoveri (collocato nell’atrio principale). L’ac-cesso alle degenze sarà realizzato mediante i percorsiper i visitatori fino al servizio indicato dal personale del-l’accettazione. Una volta accettato nell’unità di degenza,il ricoverando diverrà un degente a tutti gli effetti.

_percorso ricoveri non programmati Iricoveri non programmati provengono prevalentemen-te dal Dipartimento emergenza-urgenza dove vengonoeseguite le procedure di accettazione o, nel caso in cuiinsorgano situazioni di emergenza dagli ambulatori oda altri reparti come le degenze diurne. Il percorso co-incide, tranne per l’ingresso all’ospedale, con i percorsidei ricoveri programmati.

_percorso personale Il percorso del persona-le è generalmente separato da quello pubblico e puòcoincidere con il percorso tecnico a tutti i piani.

_percorso degenti I degenti, quando sono dasoli o accompagnati da un visitatore, utilizzeranno i per-

corsi pubblici per visitatori; percorreranno invece tragit-ti riservati agli interni e al personale “tecnico”, solo seaccompagnati da personale medico o paramedico.

_percorsi salme Le salme verranno portate ai ser-vizi mortuari tramite il percorso tecnico con montalettighe.

_congressisti/formazione È auspicabileche il centro congressi sia all’esterno all’ospedale, maadiacente all’area per la formazione.

I flussi dell’attività congressuale sono sostanzial-mente esterni all’ospedale, e quindi non vanno a impat-tare con le attività propriamente sanitarie, ma nello stes-so tempo sono collegati con un accesso diretto dall’o-spedale e usufruibili da personale, visitatori e pazienti.

_percorso albergo L’albergo con la sua collo-cazione autonoma non ha nessun sostanziale impattosulle attività sanitarie per cui i suoi percorsi sono indi-pendenti, ma il collegamento strutturale ne consentel’uso in casi di emergenza sanitaria/epidemiologica co-me ulteriore capacità ricettiva degenziale.

_personale tecnico (manutentori) Il per-sonale di manutenzione utilizzerà i montacarichi dedi-cati al trasporto merci e avrà accesso all’interno del fab-bricato, dall’interrato agli impianti in copertura, e all’e-sterno.

_uscita rifiuti (percorso sporco) All’ester-no dell’ospedale, adiacente alla centrale tecnologica èopportuno collocare “l’isola ecologica” per lo stoccaggiotemporaneo differenziato dei diversi tipi di rifiuti: ospe-dalieri, urbani, carta, vetro, plastica, ecc. in attesa di rac-colta e invio a discarica o impianti di smaltimento. Saràopportuno individuare un percorso protetto (masche-rato e coperto) che dall’interno dall’ospedale consentala movimentazione dei rifiuti verso “l’isola ecologica”.

_percorso materiali puliti e materialisporchi Il materiale sporco e pulito sarà distribuitoe raccolto in contenitori/carrelli differenti, che ai pianiverranno movimentati lungo il percorso tecnico ridu-cendo al minimo gli attraversamenti del percorso pub-blico. Due montacarichi differenziati per tipologia, pre-4

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ceduti da appositi spazi/locali filtro, collocati possibil-mente in ognuno dei corpi fabbrica dell’ospedale, ga-rantiranno la movimentazione separata ai diversi pianidi materiali e carrelli.

_COLLEGAMENTI MECCANIZZATI

Tutti gli ascensori dell’ospedale devono aprirsi echiudersi in modo veloce e silenzioso, essere affidabilinel tempo ed essere correttamente dimensionati pergarantirne l’utilizzo a persone non autosufficienti (concarrozzina e accompagnatore). Le pulsantiere sarannocollocate in modo tale da essere accessibili a tutte le ti-pologie di utenti.

Gli ascensori per il pubblico saranno adeguati aipicchi d’affollamento che dovranno essere debitamen-te calcolati. Saranno posti in corrispondenza degli spazid’accoglienza e immediatamente individuabili

Sarà buona norma prevedere dei marciapiedi mo-bili (sia piani sia inclinati per lievi cambi di livello) perlo spostamento del pubblico, in coincidenza con learee di maggiore flusso (servizi aperti al pubblico, pa-zienti ambulatoriali e visitatori) e là dove le distanze dacoprire a piedi sono estese.

Per spostarsi verticalmente oltre a un numero ade-guato d’ascensori si tende a scegliere il sistema delle sca-le mobili che risolve il collegamento tra i piani soggetti a unintenso traffico di pubblico, eliminando i tempi d’attesa.

Per quanto riguarda i mezzi per la movimentazionedi persone e materiale all’interno della struttura, bisognaprogettare con particolare cura gli impianti di ascenso-ri/montalettighe che collegano i reparti/unità critici assi-curando una continuità di funzionamento (es. terapieintensive, blocco operatorio, pronto soccorso), nonchégli impianti di “emergenza” per garantire il collegamen-to in caso di black-out, ovvero l’eventuale evacuazionein caso di necessità. Le porte dei montalettighe devonoavere dimensioni minime nette di apertura di 130 cmmentre le cabine di almeno 1500 cm per 2700 cm, perpoter trasportare il paziente nel suo letto.

I montacarichi avranno dimensioni adeguate al tra-sporto del personale, delle apparecchiature e di stru-

menti per la manutenzione in genere. Il vano antistan-te (baia di sbarco) di questo tipo di montacarichi deveavere le dimensione adatte a consentire la movimen-tazione del materiale di trasporto.

La scelta della tipologia di impianto da usare devesalvaguardare il “benessere” dell’utente, in particolaredel paziente allettato. In tutti i casi, più importante del-la velocità di spostamento, è la stabilità d’arrivo al pia-no, l’affidabilità degli strumenti di controllo e la sicurez-za degli impianti (dispositivi d’allarme, interfono, ecc.).

_Criteri di progettazionedelle strutture

Può apparire singolare che in un’analisi volta allaindividuazione dei criteri ideali di progettazione nonchédei criteri costitutivi e di fondo di un complesso ospe-daliero moderno, trovino spazio anche riflessioni in me-rito all’impatto distributivo, funzionale ed economicodelle scelte strutturali di base. Tuttavia se si ripercorreidealmente la storia delle realizzazioni ospedaliere inItalia, fino agli interventi più recenti, si vede chiaramen-te come spesso l’impostazione strutturale del progetto(maglia strutturale, controventamenti, cavedi, limiti di-mensionali, ecc.) abbia trafitto il layout distributivo mor-tificandone, talvolta, aspirazioni e scopi più o meno di-chiarati. In particolare per gli edifici ospedalieri di realiz-zazione meno recente, che hanno quindi maggiormen-te subito le ridistribuzioni interne connesse con l’evolu-zione della tecnica ospedaliera moderna, il vincolo co-stituito da una impostazione strutturale originaria pocoversatile palesa chiaramente i propri limiti rispetto allacostante evoluzione gestionale, imprescindibile per lasopravvivenza della “macchina ospedaliera”.

Sulla base di tali premesse si è cercato di indivi-duare chiaramente i “vincoli strutturali critici” (VSC) in-tendendo, con tale definizione, gli elementi fondamen-tali dell’impostazione strutturale di un edificio ospeda-liero, la cui determinazione è vincolante in quanto co-stituente la base dell’approccio progettuale strutturale eal contempo critica in quanto potenzialmente impat-tante sulla progettazione architettonica, gestionale e del

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layout distributivo. Con la ricerca condotta, il cui esitoè sintetizzato nei capitoli seguenti, si sono individuati, inprima analisi, i principali VSC e quindi se ne è affronta-ta una analisi tecnica ed economica mirata all’indivi-duazione di soluzioni alternative o di complemento ingrado di attenuare e, quando possibile, eliminare glielementi di criticità. Per tale attività si sono attinte in-formazioni analizzando complessi ospedalieri esistenti,di realizzazione più o meno recente; inoltre si sono pre-se in considerazione le progettazioni ospedaliere diret-tamente condotte dai membri del gruppo di lavoro, po-nendo sul tavolo dell’analisi critica tutte le problemati-che di impostazione strutturale affrontate in quelle se-di, con particolare riferimento ai temi che hanno trova-to soluzione contingente e non tipica; infine si sono at-tinte informazioni dal mondo professionale del settoreattraverso contatti diretti e ricerca documentale.

Negli allegati specifici è possibile ripercorrere, mag-giormente in dettaglio, le considerazioni tecnico-econo-miche che hanno portato alle conclusioni esposte nelseguito.

_VINCOLI STRUTTURALI CRITICI

I principali Vincoli Strutturali Critici (VSC) individua-ti sono i seguenti:

� scelta della maglia strutturale;� analisi reale dei carichi ospedalieri;� scelta dei materiali da costruzione;� versatilità dell’impostazione strutturale;� geometrie di travi e solai;� macro elementi verticali: vani scale, vani ascenso-re, setti e cavedi impiantistici.

A ciascuno degli aspetti sopra elencati sono legatielementi complementari di dettaglio di non secondariaimportanza. Inoltre è stato dedicato un approfondi-mento specifico al tema della protezione degli edificiospedalieri rispetto all’evento sismico. Questa tematicaè stata affrontata considerando la più recente ed evo-luta impostazione scientifica basata su criteri prestazio-nali e di operatività predefinita del complesso, in casodi sisma, definiti in fase progettuale e verificabili sul

campo in base a metodiche di analisi di riagibilità post-sisma tali da consentire un pronto e rapido reimpiegodel fabbricato con finalità di abbattimento del dannoeconomico gestionale e del disagio sociale dovuto allalimitazione della prestazione medica.

Il tema della protezione sismica dei fabbricatiospedalieri non può più essere rimandato: l’indirizzo,che il consesso scientifico delinea chiaramente e chel’evoluzione normativa sta recependo, va verso l’attri-buzione di livelli differenziati di sismicità per l’intero ter-ritorio nazionale.

Si cominciano, in sostanza, a delineare possibilità ecriteri di calcolo innovativi e a introdurre criteri distributi-vi del rischio sismico che superano, nella sostanza, la lo-gica rigorosa e limitante della territorialità amministrativa.

_SISTEMA STRUTTURALE

_la maglia strutturale Si tratta della scelta dibase a cui sono legati buona parte dei VSC fondamentali.

Storicamente la ricerca della maglia ideale ha por-tato alla determinazione della misura base di 7,20 mcombinata ortogonalmente ancora con 7,20 m negliambiti “clinica” e con misure alternative, spesso artico-late, negli ambiti di “degenza” (corpo triplo, corpo quin-tuplo, ecc.). Vi sono ragioni per credere che questa mi-sura base di 7,20, per effetto delle più recenti evolu-zioni delle tecniche ospedaliere, gestionali degli arredie dei criteri di base di gestione degli spazi di deflusso(si vedano in merito i punti specifici), sia da ritenersi su-perata o comunque generalmente limitante e poco ver-satile. D’altro canto l’esasperazione della ricerca dellaluce libera degli impalcati, conseguente al tentativo disvincolarsi, nell’immediato, da tali aspetti limitativi haportato, in taluni casi, a strutture eccessivamente sfrut-tate (misura base di 9,60 m o addirittura 10,80 m)quindi poco versatili nel tempo, con geometrie nonmodeste (spessori considerevoli con penalizzazione si-gnificativa dell’interpiano) e con elementi verticali di ca-ratteristiche geometriche fortemente impattanti sul la-yout. Sulla base di tali premesse la determinazione del-la maglia strutturale deve passare al vaglio dei criteriformativi sopra detti e pertanto, con riferimento alleanalisi condotte nei capitoli specifici, appaiono chiare le4

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motivazioni delle scelte riportate nei due paragrafi se-guenti. Per semplicità d’esposizione si riportano alcunitra i criteri richiamati completati con le ricadute direttedi ordine strutturale e indirette di ordine impiantistico.

_edifici piastra La maglia strutturale di riferi-mento viene assunta in 7,50 m x 7,50 m.

La scelta è intimamente connessa alla determina-zione del layout ottimale, con particolare riferimento allelinee di deflusso dell’utenza nonché alle dimensioni del-le sale operatorie e dei locali di diagnostica e di servizio.

Dal punto di vista strutturale la limitazione delle lu-ci massime degli impalcati e delle travi a tali valori con-sente (considerando anche l’analisi dei carichi ospeda-lieri reali di cui al capitolo “Analisi tipica dei carichiospedalieri”) strutture orizzontali non eccessivamentesfruttate e determinazione di azioni negli elementi ver-ticali contenute. Tale ultimo aspetto consente anche (siveda il punto “Strutture e materiali”) una scelta più ra-zionale del materiale da costruzione degli elementi ver-ticali che, quando impegnati da azioni considerevoli(impalcati in luce libera notevole, combinati con carichisovrastimati) vedono la scelta del cemento armato co-me unica opzione in grado di contenere le sezioni re-sistenti nell’ambito di geometrie compatibili con il la-yout progettuale.

_edifici per degenza La maglia strutturale di ri-ferimento viene assunta con base 7,50 m x 5,80 m –6,70 m – 6,70 m – 5,80 m.

La misura 7,50 m ha sviluppo lungo l’asse longitu-dinale dell’edificio. Tradizionalmente tale misura eracontenuta in 7,20 m, ma ormai è acclarata la necessitàdi dilatare tale dimensione per consentire sia un più fa-cile transito dei moderni letti su ruote (più larghi) dallestanze ai corridoi, sia una più facile gestione degli spa-zi propri di degenza e dei servizi annessi. Tale imposta-zione porta in se i benefici strutturali già esposti nelparagrafo precedente.

Lo sviluppo delle quattro campate trasversali in lu-ce diseguale rappresenta una relativa novità tuttavia giàposta al vaglio di una serie di interventi particolarmen-te riusciti. Tradizionalmente la soluzione del corpo quin-tuplo vede alternativamente:

a) l’inserimento di una coppia di pilastri al lato deidue corridoi determinando una schematizzazione a cin-que campate;b) l’inserimento di un pilastro a lato dei due corridoi(a scelta verso il corpo servizi o verso la camera di de-

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genza) determinando una schematizzazione a tre cam-pate con una luce dell’impalcato notevolmente diffe-rente dall’altra.

Le due soluzioni hanno problematiche proprie for-temente impattanti. Premesso che gli edifici per de-genza normalmente sono edifici multipiano e quindicon strutture verticali impegnative, accade che la solu-zione a) oltre al vincolo indiretto di una mesh struttu-rale particolarmente fitta, ha il limite significativo dellacoppia di pilastri a lato corridoio, che di fatto ne impe-discono qualsiasi evoluzione distributiva nel tempo, siadei corridoi stessi sia delle stanze, nonché dei localicentrali di servizio. Si tratta inoltre di una maglia strut-turale che impedisce un layout accettabile nei piani ter-ra e interrati che possono avere destinazioni differentidalla degenza o avere funzioni connettive. Infine do-vendo mantenere il filo corridoio netto da ingombri, losviluppo verticale delle sezioni dei pilastri interni è co-stretto a una eccentricità che può essere significativa.

D’altro canto la soluzione b) comporta struttureverticali d’ingombro notevole limitando fortemente lascelta delle opzioni sul materiale da costruzione se nonaccettando decisi compromessi nel layout. Inoltre la so-luzione perde di efficienza strutturale in quanto la pre-senza di luci così significativamente diverse tra loro(1:1,5) richiederebbe l’uso di impalcati di diverso spes-sore. In genere si preferisce evitare tale impostazioneche determina strutture orizzontali in parte normal-mente impegnate e in parte decisamente sovradimen-sionate.

La soluzione proposta cerca di rispondere ai pro-blemi ora esposti aggiungendo plusvalore in termini diversatilità e di gestione ospedaliera. La campitura tra-sversale 5,80 m – 6,70 m – 6,70 m – 5,80 m è carat-terizzata da:

� quattro campate ovvero in numero intermedio trale ipotesi a) e b) con ottimizzazione dell’impegno del-le strutture verticali;� luci di dimensioni confrontabili con conseguenteottimizzazione dell’efficienza strutturale degli impalcati;� arretramento dell’asse dei pilastri laterali intermediall’interno delle partizioni tra le camere di degenza, li-berando quindi tanto i corridoi che le camere da vinco-

li perimetrali e dando la possibilità di eventuali ridistri-buzioni future;� possibilità di variare assialmente lo sviluppo verti-cale della sezione resistente degli elementi verticali in-terni con eliminazione delle eccentricità;� presenza ai piani interrati e terra di una mesh strut-turale compatibile con varie destinazioni d’uso.

Tale impostazione, infine, prevedendo i pilastri in-termedi collocati all’interno delle partizioni tra le came-re, libera da impedimenti il confine servizi sanitari/cor-ridoio permettendo l’ispezionabilità della rete idricosa-nitaria generale e locale direttamente da vani tecnici aparete con accesso diretto dal corridoio, consentendoche buona parte della manutenzione impiantistica ge-nerale e della singola utenza avvenga senza impegna-re la camera di degenza, senza creare disagio al pa-ziente e senza prevedere lo sgombero.

_VALUTAZIONE DEI CARICHI

_analisi tipica dei carichi ospedalieriStoricamente la corretta determinazione dei carichi e so-vraccarichi che impegnano le strutture ospedaliere hasempre dovuto soggiacere a tre variabili fondamentali:

1) l’identificazione dei carichi e sovraccarichi il piùpossibile aderente alla realtà; 2) la corretta determinazione dei margini aggiuntivi dicui dotare la struttura per le eventualità future; 3) la corretta determinazione della distribuzione deicarichi e sovraccarichi sul layout.

Queste tre variabili, gestite tradizionalmente spes-so in forma priva di controllo reale del contesto, hannoprodotto assunzioni talvolta radicalmente esuberanti etalvolta al limite dell’accettabilità normativa.

Qui si vogliono fissare alcuni criteri base che pos-sano limitare i gradi di libertà e di indeterminazione del-le variabili enunciate.

Preliminarmente si segnala che i carichi perma-nenti relativi a strutture e finitura sono da assumersi ov-viamente secondo il buon senso e le previsioni archi-tettoniche. Tuttavia è certamente possibile individuare4

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alcune ipotesi di base tipiche, che distinguono adesempio le destinazioni “degenza” dalle destinazioni“clinica”, e altre ipotesi tipiche che ulteriormente carat-terizzano suddivisioni interne a tali ambiti. Si possonocertamente valutare differenti valori dei carichi impian-tistici termomeccanici appesi tra degenze e clinica, maanche all’interno della clinica vi è apprezzabile differen-za tra gli impianti termomeccanici appesi in sala opera-toria piuttosto che in RMN. Al contempo le pavimenta-zioni su massetto dell’edificio per “degenza” incidonodiversamente, in termini di peso, rispetto alle pavimen-tazioni su massetto dell’edificio “clinica” e lì stesso an-cora vi è differenza tra le zone in cui a quest’ultimo vie-ne preferita la pavimentazione galleggiante. In sostanzaquindi vi sono una serie di grandezze da definirsi casoper caso in funzione anche delle scelte strettamenteconnesse con il tipo di finitura e delle dotazioni tecno-logiche specifiche del singolo intervento, ma la sche-matizzazione riportata in allegato “Carichi” dà lamisura delle diverse situazioni riscontrabili e vuole es-sere di indirizzo su come affrontare la gestione di talidifferenze in un’ottica di sistematicità e versatilità dellaprogettazione dei carichi.

Diverse sono le implicazioni legate alla determinazio-ne dei sovraccarichi. Vi sono due orientamenti in merito:

a) le azioni dovute alle apparecchiature medicali so-no da considerarsi in quota ai carichi permanenti vistala loro sostanziale permanenza nel tempo;b) le azioni dovute alle apparecchiature medicali so-no da ritenersi in quota ai sovraccarichi variabili.

Nella presente impostazione è stata percorsa deci-samente la via b) per le seguenti ragioni:

� la vita gestionale dell’ospedale è tale che le azionidovute alle apparecchiature medicali (compreso mobi-li e apparecchiature tecniche complementari) cambia-no collocazione frequentemente;� le apparecchiature stesse sono spesso semoventio comunque mobili;� l’apparecchiatura è composta anche da elementicomplementari (armadi, quadri elettrici, ecc.) a essa in-timamente legati che certamente la seguono nel corsodelle ridistribuzioni del layout;

� l’insieme dell’apparecchiatura e dei suoi elementicomplementari di solito hanno ingombri e carichi im-portanti e quindi sulla medesima superficie unitaria sa-rebbe eccessivamente penalizzante considerare l’eser-cizio di tali azioni e disgiuntamente anche del sovrac-carico accidentale per la presenza delle persone.

Il tema dei sovraccarichi trova ulteriore approfondi-mento nei seguenti paragrafi specifici.

In conclusione si evidenzia che non si entra neldettaglio dei carichi connessi con gli impianti meccani-ci generali, quando previsti in copertura agli edificiospedalieri e non in corpi di fabbrica autonomi, inquanto non tipicizzabili. Si tratta comunque normal-mente di carichi che pur avendo valori unitari ancheelevati, complessivamente difficilmente superano i 4KN/mq. Per carichi particolarmente elevati, quali pos-sono essere le centrali termiche o specifici gruppi mo-tocondensanti, va decisamente disincentivata la loroapplicazione in copertura anche, ma non solo, in rela-zione al controsenso strutturale caratterizzato dall’appli-cazione di grandi masse in sommità agli edifici creandosignificative e pericolose anomalie del comportamentostrutturale in caso di sisma.

_edifici piastra In quest’ambito sono prevedibilifunzioni ospedaliere articolate (sale operatorie, emodi-namica, terapia intensiva, sterilizzazioni, RMN, radiologia,magazzini, servizi, uffici, studi, ecc.), e sovraccarichi ap-parentemente fra loro molto differenti. In allegato “Cari-chi” è riportato un caso tipico con l’analisi di det-taglio di carichi e sovraccarichi che impegnano le variedestinazioni. Vi sono destinazioni che oltre a considera-re significativi sovraccarichi a pavimento, prevedonospecifiche dotazioni strumentali appese (sale operatorie,radiologie interventistiche, ecc.). In allegato “Carichi”

è dimostrato che assumendo 5 KN/mq in formageneralizzata sostanzialmente si dota l’edificio di risorseadeguate nell’immediato e gestibili, con margine eco-nomicamente accettabile, per il medio/lungo termine

Si può rendere necessaria la verifica di alcuni im-palcati per sovraccarichi superiori ai 5 KN/mq quali adesempio i 10 KN/mq della zona radiologia, RMN e avolte terapia intensiva (si tenga presente anche delle

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via di accesso e di manutenzione e sostituzione deimacchinari di peso elevato).

Tuttavia su una maglia di 7,50 m x 7,50 m non ècollocabile più di 1-1,5 locali per RMN piuttosto che dipostazione di terapia intensiva nonché di camere ope-ratorie; pertanto è dimostrabile (si veda allegato “Cari-chi” ) che l’orditura di travi e pilastri sarà comun-que impegnata da un carico conseguente a una distri-buzione in pianta in genere inferiore a 5 KN/mq.

Ovviamente casi e zone particolari richiederannoverifiche di dettaglio. Nei 5 KN/mq si può considera-re compreso il sovraccarico dovuto alla presenza del-le persone sulle aree lasciate libere dalle apparec-chiature in ragione di un’incidenza di 3 KN/mq. Nel-le strutture andranno previsti specifici inserti e/o pre-disposizioni per l’applicazione delle strumentazionimediche speciali sospese (scialitiche, stativi, ecc.). Insostanza gli edifici a destinazione clinica di fatto pos-sono essere dimensionati, anche con margini di ver-satilità futura, con la distribuzione di sovraccarichi di5 KN/mq e localmente di 10 KN/mq, con l’accortez-za di non impegnare mai travi e pilastri con gli effet-ti di sovraccarichi di solaio maggiori di 5 KN/mq senon per situazioni anomale oggetto di specifica verifi-ca locale.

_edifici per degenze È intuitivo che l’impiegodi un sovraccarico di 3 KN/mq, come previsto dallanorma, a parte situazioni particolari, rappresenta unadotazione già caratterizzata da ampio margine rispettoall’impegno reale.

_STRUTTURE E MATERIALI

_peculiarità e convenienza Storicamente lascelta del materiale da costruzione (acciaio calce-struzzo) è sempre stata dettata dalla compresenza dicarichi elevati e luci considerevoli. Uno degli scopidella presente ricerca è proprio quello di evidenziareche esistono alternative rispetto a questa impostazio-ne e che è possibile avere complessi ospedalieri ca-ratterizzati da luci strutturali non eccessive e carichideterminati con oculatezza e parsimonia, senza chequesto rappresenti un vincolo alla versatilità, ma anzi

ne costituisca una base di sviluppo. In tale ottica l’im-piego dell’acciaio per le strutture verticali decade dalprimato dell’unica soluzione in grado di consentireuna limitazione dell’ingombro geometrico in piantadegli elementi verticali. Infatti è dimostrabile, con lemaglie strutturali proposte, che l’ingombro del pilastroin calcestruzzo (Rck 40 N/mmq) e del corrisponden-te pilastro in acciaio (Fe430 B adeguatamente rivesti-to per finalità architettonica e di resistenza al fuoco)sono sostanzialmente confrontabili. Dal punto di vistadel costo è noto che trattasi di parametro molto lega-to alla localizzazione dell’intervento e a logiche dimercato mutevoli; tuttavia è possibile affermare chein linea di principio il costo della struttura in calce-struzzo, per come proposta, è apprezzabilmente infe-riore alla soluzione in acciaio. Nel presente paragrafonon si entra nel merito delle ulteriori possibilità offer-te dal mercato, quali ad esempio la prefabbricazione,ma è evidente che ogni scelta che vada nel senso del-la standardizzazione produttiva ha positive ripercus-sioni sull’economia dell’intervento. Per completezza diesposizione vi sono almeno altre due ragioni per lequali l’impiego del calcestruzzo è da preferirsi: effi-cienza in caso d’incendio e correlazione con il restodella struttura.

In relazione all’efficienza in caso d’incendio va det-to che la possibilità di dotare la struttura di risorse pro-prie, intrinseche e durature è sicuramente preferibile alraggiungimento della prestazione attraverso l’applica-zione di dispositivi passivi (vernici, rivestimenti, pannel-li) la cui efficienza nel tempo è assicurata da interventiricostruttivi o di manutenzione straordinaria di normadisattesi. Forse in futuro, quando troveranno maggiordiffusione e maggior economia tecnologie innovativequali i rivestimenti sublimanti, sarà possibile pensare aun comportamento in caso d’incendio confrontabile tracalcestruzzo e acciaio.

Per quanto riguarda la correlazione tra le strutturedi piano afferenti – poiché appare consolidato, e qui ri-confermato, l’impiego del calcestruzzo – il collegamen-to di tali elementi con colonne in acciaio rappresentaun problema di cura del dettaglio di connessione deci-samente complesso – oltre che costoso – la cui effi-cienza ipotizzata in progetto è spesso disattesa dallapratica costruttiva. 4

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_standard di qualità La logica prestazionaleche guida la presente ricerca costringe necessariamen-te a puntare il dito sulla sostanziale assenza, in genere,di prescrizioni operative contrattuali che definiscano i li-miti qualitativi delle forniture strutturali. Per uscire da ta-le logica è fondamentale definire in fase progettualeuna approfondita Specifica Tecnica sulla qualità, produ-zione, trasporto, posa e accettabilità dei materiali da co-struzione. In tale spirito sta evolvendo anche la norma-tiva e quindi il progettista dispone oggi di strumenti pre-scrittivi efficaci che il produttore e il posatore devono ri-spettare per obbligo normativo, eventualmente megliospecificato e dettagliato da un obbligo contrattuale.

_Criteri di progettazionedegli impianti

Per quanto riguarda l’impiantistica, i criteri generaliche devono guidare la progettazione sono i seguenti:

� costante perseguimento del progresso tecnologi-co, in modo che in ogni nuova realizzazione possanoessere superati gli inconvenienti che caratterizzano lerealtà esistenti (un esempio particolarmente indicativoè quello della ricerca continua di nuove tecnologie perevitare la formazione della legionella);� ricerca della massima prestazione negli impianti,anche andando al di là dei requisiti minimi richiesti dal-le varie normative vigenti (per esempio, per i sistemi diclimatizzazione le normative prescrivono determinati li-miti per i dati di progetto per i ricambi d’aria, le condi-zioni termoigrometriche interne, ecc., per talune areeospedaliere; la progettazione dovrà spingersi oltre que-sti limiti, differenziando opportunamente le condizioniper tutte le possibili aree ospedaliere, anche per quellenon previste dalle norme, precisando il grado di filtra-zione dell’aria, ecc.);� perseguimento della massima efficienza energeti-ca per i sistemi di climatizzazione, che in un ospedale,dovendo mantenere condizioni ambientali molto parti-colari, comportano consumi energetici elevati;� studio degli impianti in modo che vi siano facile ac-

cessibilità, facile manutenzione e sicurezza in caso difuori servizio delle diverse parti.

Le linee guida principali da seguire nella scelta del-le installazioni elettriche e degli impianti a correnti de-boli saranno le seguenti:

� ottimizzare le disponibilità delle sorgenti di alimen-tazione (esterne e di autoproduzione) nell’ottica di as-sicurare nel contempo le necessarie alimentazioni diemergenza (gruppi UPS rotanti con alimentazione die-sel o a gas);� ottimizzare i criteri di risparmio energetico, conl’impiego di stazioni di cogenerazione per sfruttare almassimo le potenzialità di recupero dall’impianto ter-mico;� installare componenti di supervisione della reteelettrica che ottimizzino la qualità dell’energia nella re-te di distribuzione interna all’insediamento; in tal sensoci si orienterà alla installazione di sistemi a selettività lo-gica per limitare i disagi in caso di guasto e si installe-ranno sistemi di supervisione “intelligenti” che, auto-maticamente, ovvero con il consenso del personale digestione della rete elettrica, effettuino le necessarieoperazioni sempre con lo scopo di limitare il diffonder-si dei disagi mantenendo elevato il livello di sicurezzagenerale;� installare – coerentemente con il punto preceden-te – comandi remoti per tutte le principali apparecchia-ture elettriche, al fine di poter controllare, per mezzodei più moderni sistemi informatici a disposizione, lostato di ogni sezione di impianto;� ottimizzare, nell’ottica di gestione dell’impianto, lamanutenzione dei vari componenti, scegliendo preferi-bilmente apparecchiature e apparati dotati di sistema didiagnostica in grado di colloquiare con il sistema di su-pervisione di impianto sopra descritto.

Il criterio generale che guiderà la scelta della tipo-logia di alimentazione elettrica, oltre a quanto già spe-cificatamente evidenziato in precedenza, sarà quello diavere possibilità di alimentazione “simmetriche”, da ef-fettuarsi – per i diversi edifici – da ciascuna delle sor-genti di alimentazione a disposizione. Tutto il sistemasarà gestito con un software di supervisione, con pos-

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sibilità di diagnostica e controllo centralizzato ovverodecentrato per zona e/o edificio e unità funzionale.

La scelta progettuale sarà di poter attingere tale ne-cessità di potenza attraverso una tripla opzione, comeevidenziato in altre parti del presente documento, ecioè dalla rete pubblica, dalla cogenerazione o dalla au-toproduzione tramite gruppi UPS rotanti (diesel oppu-re predisposti per funzionare a metano).

Un ospedale moderno deve poi essere concepitoin modo tale da dare il massimo comfort e la massimasicurezza; a tal fine sono presenti i seguenti impianti: ri-levazione e allarme antincendio, video sorveglianza aTVCC, antintrusione, controllo accessi, controllo ascen-sori, supervisione generale, chiamata infermiere, diffu-sione sonora, orologi, TV, telemetria, impianto di ca-blaggio strutturato, impianto citofonico, cerca personevia radio, controllo frigoriferi, impianti elimina code eimpianti antiratto in cucina o magazzini.

Ognuno di questi impianti, come meglio specifica-to negli allegati, ha delle peculiarità di tipo ospe-daliero che lo rendono unico; si può fare l’esempio delcablaggio strutturato che contempla il PACS, sistema in-formatico con il quale è possibile gestire i referti radio-logici direttamente su PC, in maniera completamentedigitale.

Qui di seguito si descrivono le principali linee gui-da da seguire nella scelta dell’impianto idrico.

Il sistema comprende la distribuzione e l’utilizzo ditre fluidi, e cioè: acqua fredda potabile, acqua calda po-tabile (con relativo ricircolo), acqua fredda addolcita. Lamassima sicurezza in tema di alimentazione di acquapotabile è raggiunta con l’allacciamento comunale, l’e-scavazione di un proprio pozzo e i vasconi di accumulo.

Ai fini della prevenzione contro la legionella è ne-cessario progettare l’impianto idrico-sanitario in fase in-ziale con tutti i principi utili allo scopo e realizzare l’im-pianto con la possibilità di effettuare flussaggi termiciad alta temperatura e l’inserzione di biossido di cloro eioni rame-argento. È indispensabile la possibilità di ave-re opportuni punti da dove sia possibile effettuare ana-lisi dell’acqua.

Particolare attenzione bisognerà prestare alle reti di

scarico differenziato: acque nere, acque bianche, primapioggia, fluidi radioattivi, scarichi da laboratori, scarichida radiologia, scarichi conteneti glutaraldeide, scarichiinfetti.

Le altre scelte impiantistiche sono descritte nei se-guenti punti.

� “Sostenibilità ambientale e integrazione paesaggi-stica”, dove si analizzano le scelte fondamentali in ma-teria di produzione dell’energia;� “Benessere termo-igrometrico”, dove si analizzanole scelte fondamentali in merito alle tipologie impianti-stiche da applicare nelle diverse aree;� “Sicurezza al fuoco”, dove si esaminano le predi-sposizioni impiantistiche necessarie per la prevenzio-ne/spegnimento incendi.

Oltre a questi criteri generali, occorre effettuaredelle scelte specifiche in merito alle tipologie impianti-stiche da utilizzare. Nella presente relazione sono ripor-tati cenni sui punti più importanti, rimandando agli al-legati per gli aspetti di dettaglio.

_Sicurezza e manutenzione

_SICUREZZA DEI LUOGHI DI LAVOROIN FASE DI PROGETTAZIONE

Le tematiche di seguito riportate, hanno lo scopo diripercorrere gli aspetti principali inerenti la gestione dellasicurezza del complesso ospedaliero sia durante la fasedi realizzazione dell’opera sia, poi, nella fase di gestione.

Per ottenere tali scopi, il momento della progetta-zione dell’opera si pone come apice logico-funzionalenel quale collocare-trattare-risolvere le problematicheprincipali inerenti la sicurezza e la salubrità dei luoghi dilavoro (temporanei-mobili-fissi) rivolta ai diretti interes-sati (maestranze-operatori-utenti).

La sicurezza per le sue caratteristiche peculiari rap-presenta un tema trasversale rispetto ai diversi ambitiprogettuali. Per tale motivo le interazioni sono moltepli-4

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ci e di notevole importanza; a titolo esemplificativo sene riportano alcune nei principali campi progettuali:

� architettonico: layout di cantiere, manutenzionedell’opera, aspetti assicurativi (rischio incendio, danni aterzi, ecc.);� strutturale: apprestamenti di sicurezza da adottarein cantiere, manutenzione dell’opera, aspetti assicurati-vi (rischio incendio);� impiantistico: movimentazione dei carichi in can-tiere, manutenzione dell’opera, aspetti assicurativi (ri-schio incendio).

Pertanto non si può prescindere dal concetto diprogettazione integrata tra gli attori interessati durante ta-le fase (inclusi: committente, responsabile dei lavori,ecc.).

In riferimento a quanto prima specificato le pre-senti linee guida progettuali, non hanno la pretesa dirappresentare lo strumento unico ed esaustivo del set-tore considerato, bensì un compendio ragionato di re-gole di buona tecnica progettuale-procedurale, dellequali si possono avvalere i fruitori del progetto.

_SICUREZZA IN FASEDI REALIZZAZIONE DELL’OPERA

La sicurezza in questo caso è indirizzata prevalen-temente alla salvaguardia e alla salute delle maestran-ze presenti in cantiere. Tuttavia talora occorre ancheprendere in considerazione la sicurezza di soggettiestranei al cantiere: visitatori, operatori sanitari, fruitori,ecc. Pertanto una prima grande distinzione da eseguireè la seguente:

� realizzazione di una struttura ospedaliera, priva nel-l’intorno di un complesso ospedaliero già esistente (diseguito denominata struttura ospedaliera iniziale);� ampliamento di una struttura ospedaliera già ope-rativa (di seguito denominata struttura ospedaliera inespansione).

Ai fini del D. Lgs. 494/96 e smi, questa differenzarisulta fondamentale per la stesura del documento de-

nominato Piano di Sicurezza e Coordinamento (art. 12,di seguito denominato PSC) da parte del Coordinatoreper la Sicurezza in fase di Progettazione (art. 4, di se-guito denominato CSP). Infatti al di là dei contenuti ba-se, nella struttura ospedaliera in espansione il CSP con-giuntamente ad altri soggetti di norma interessati (Re-sponsabile Servizio Prevenzione e Protezione, DirettoreSanitario, ecc.), dovranno affrontare tematiche moltodelicate, quali:

� impatti acustici verso l’interno;� impatti chimico-fisici verso l’interno (polveri, vibra-zioni, ecc.);� garanzia della vie di fuga e dei percorsi di emer-genza, durante i lavori, nel complesso ospedaliero esi-stente;� garanzia dell’operatività dell’impiantistica, durante ilavori, nel complesso ospedaliero esistente;� compatibilità tra il layout del cantiere (accessi, sta-zionamento dei mezzi, ecc.) e quello operativo delcomplesso ospedaliero esistente.

Per quanto riguarda le interazioni con le altre bran-che progettuali da prendere in considerazione durantela stesura del PSC, si ricordano:

� layout distributivo delle facciate del complessoospedaliero (altezza, andamento curvilineo, terrazzi,ecc.) in rapporto alla tipologia di ponteggio da allestire(per superfici curvilinee e articolate è più adatto il pon-teggio del tipo “tubi e giunti”);� pacchetti di finitura delle facciate (facciata ventila-ta, intonacata, ecc.), in rapporto alla distanza di allesti-mento del ponteggio (si consiglia di utilizzare ponteggidotati di mensole esterne);� tipologia delle strutture portanti in elevazione del-l’ospedale in rapporto ai dispositivi di protezione controle cadute, da prevedere già in fase di realizzazione del-la struttura stessa (sistema di trattenuta delle life-line an-negato nei getti in c.c.a., montanti per parapetti, ecc.);� caratteristiche delle operazioni da eseguire contro-terra (getti c.c.a. e impermeabilizzazioni), in rapportoagli eventuali sistemi di protezione contro possibili fra-namenti (palificata, scavi, terrazzamenti, ecc.);� collocazione dei macchinari più pesanti e ingom-

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branti (gruppi caldaie, TAC, RSMN, ecc.), in rapporto ailuoghi di destinazione e alla loro accessibilità ai sistemidi trasporto sia internamente (rulli, carrelli, ecc.), cheesternamente (autogru).� Altro aspetto importante da prendere in conside-razione è quello relativo agli oneri per la sicurezza dadestinare alle prescrizioni riportate nel PSC. Tali oneri,devono essere computati, esplicitati e non soggetti aribasso.

_Attrezzature medicali

Le strutture ospedaliere concentrano risorse ingen-ti, competenze professionali di alto livello e tecnologieparticolarmente complesse e costose.

La tendenza generale osservabile nei sistemi sani-tari dei paesi industrializzati mostra un progressivo au-mento del livello di complessità tecnologica dell’ospe-dale, coerentemente con la crescita della complessità edella gravità media delle patologie in esso trattate. Que-sto fenomeno è giustificato dalla necessità di utilizzarein maniera più appropriata una organizzazione partico-larmente “costosa”, sfruttando, per le altre prestazioni oper fasi sub-acute della patologia, setting assistenzialiextra-ospedalieri meno complessi ma che garantisconouna “assistenza” ugualmente efficace.

Questo implica che la gestione delle tecnologierappresenterà sempre più un problema chiave nella ge-stione dell’ospedale del futuro. Una questione partico-larmente critica, a tale riguardo, appare quella della “va-lutazione” delle tecnologie ai fini della loro selezione equindi dell’allocazione delle risorse finanziarie e infra-strutturali (spazi).

Alcuni centri ospedalieri, di livello internazionale,hanno affrontato in termini di strutturazione organizza-tiva questo problema. Si moltiplicano, infatti, i casi dicostituzione di unità operative dedicate al supporto del-la funzione di direzione nella fase di definizione delbudget degli investimenti in tecnologie e “selezione”dei fabbisogni espressi da parte delle unità operativeospedaliere in materia di tecnologie sanitarie. Tali unità,in genere, si ispirano alle metodologie sviluppate nel-

l’ambito di quel movimento culturale e scientifico co-nosciuto come Health Technology Assessment, che inalcuni Stati ha dato vita a organismi e strutture centralidi riferimento sulla valutazione dell’impatto clinico, or-ganizzativo e gestionale dell’innovazione.

L’unità che opera attraverso competenze multidi-sciplinari (mediche, economiche, aziendali, statistiche,epidemiologiche) si propone di realizzare una valuta-zione pluridimensionale che raccoglie:

� la valutazione dell’appropriatezza della nuova tec-nologia la cui acquisizione è avanzata da una o più uni-tà operative sulla base delle indicazioni di letteratura(studi clinici, trials, metanalisi);� la valutazione dell’impatto economico dell’utilizzodella nuova tecnologia sia in termini di costo dell’inve-stimento che di “ricavo” atteso attraverso la definizionedi business plan la cui redazione è curata delle unitàoperative richiedenti con il supporto delle professiona-lità presenti nella Unità Valutativa;� la valutazione dell’impatto organizzativo (esigenzedi personale e competenze) e infrastrutturale (spazi,impianti, ecc.) dell’acquisizione e dell’utilizzo della nuo-va tecnologia;� la valutazione della “coerenza” della nuova acqui-sizione con il piano strategico aziendale triennale e conil budget annuale corrente e degli investimenti.

L’ospedale del futuro deve nascere considerandoanche queste necessità che influenzano enormementegli aspetti costruttivi e architettonici e che suggeriscono,per le nuove strutture, una “pianificazione a priori” del-le tecnologie in base alla coerenza dei parametri valu-tativi sopra indicati.

Se è vero che la progettazione di un ospedale nonpuò prescindere dalle apparecchiature elettromedicalidestinate al suo funzionamento, questo è tanto più ve-ro in alcuni reparti dove maggiore è l’incidenza delleapparecchiature sulla struttura e sugli impianti elettricoe meccanico.

Le apparecchiature che hanno un impatto mag-giore sulle strutture sono sicuramente quelle più pe-santi o più voluminose in quanto ne è particolarmentecomplessa la movimentazione in fase di istallazione,manutenzione e sostituzione, oltre a tutte le protezioni4

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necessarie per l’utilizzo e il trasporto all’interno del fab-bricato.

Di qui la necessità di prevedere e dimensionareadeguatamente solai, vie d’ingresso e accessibilità deimezzi di trasporto.

Vanno inoltre tenute in conto le apparecchiature aforte (anche se eventualmente puntuale) assorbimen-to di energia elettrica e a forte produzione di calore, perle ricadute che comportano sugli impianti elettrici e dicondizionamento.

Altro aspetto rilevante è quello relativo alla neces-sità di alimentazione elettrica continua, per apparec-chiature (ad es.: computer, attrezzature radiodiagnosti-che computerizzate ecc.) che non consentono la mini-ma interruzione di alimentazione e che necessitanoquindi di essere connesse a gruppi di continuità, o chedevono poter nuovamente funzionare in pochi minuti(senza perdere in efficienza per l’interruzione momen-tanea di alimentazione) e richiedono quindi di essereposte sotto la rete di alimentazione di emergenza.

La progettazione delle attrezzature elettromedicaliva portata quindi avanti contemporaneamente alla pro-gettazione definitiva ed esecutiva delle varie discipline:le utenze elettromedicali specifiche per le apparecchia-ture devono infatti essere integrate con le utenze “di lo-cale”, per completezza di informazione e ottimizzazionedei tempi di progettazione.

__Criteri di progettazione dei sistemi informativi

Costituire un sistema informativo in un’azienda si-gnifica dotarla di strumenti informatici hardware e soft-ware che, riflettendo le caratteristiche dei processiaziendali produttivi, amministrativi o gestionali, migliori-no l’efficienza di tutto il processo o di parte di esso ene collezionino informazioni per un continuo monito-raggio adattattivo.

La prima fase è l’analisi di ciascun processo alloscopo di interpretarne i flussi e le azioni che lo costitui-scono, di identificare gli elementi (dati) e il loro tratta-mento (inserimento, aggiornamento, cancellazione, ela-

borazione o trasmissione) che li rappresentano.La fase successiva è l’identificazione dei compo-

nenti informatici presenti sul mercato che rispondanoalle esigenze e abbiano un costo comparabile al ritor-no dell’investimento.

Nell’identificare i componenti è indispensabile por-re molta attenzione per verificare che la soluzione pro-posta:

� non imponga un’organizzazione, ma sia coerentecon quella ottimale, nel contesto dei processi azienda-li, assimilandone i flussi;� non alteri il giusto equilibrio tra gli investimenti fat-ti per l’informatica e quelli rivolti agli strumenti primariper esercitare la “mission” dell’azienda.

È nostra convinzione che un’azienda che operanella sanità abbia caratteristiche peculiari nel fare “pro-duzione”; perché i sui “prodotti” sono il risultato di ser-vizi professionali inseriti in un ciclo produttivo con re-gole industriali.

In questo contesto lo strumento informatico deverispondere alle esigenze finanziarie e produttive di na-tura industriale che possono essere riassunte in:

� fornire livelli di servizio accettabili con costi soste-nibili;� portare efficienza attraverso la razionalizzazionedei processi e l’automazione delle attività, in particola-re per quelle a basso contenuto;� rendere omogenea l’organizzazione aziendale indi-pendentemente dalla dislocazione logistica di reparti eservizi.

L’efficacia rimane prerogativa dei servizi professio-nali realizzati tramite le attività cliniche, vera “mission”dell’azienda.

Le tecnologie che oggi trattano o trasmettono l’e-lemento costituente il sistema informativo, il dato, sonoin continua evoluzione.

L’evoluzione sta sempre più definendo in modospecifico la differenza tra ciò che è azione e ciò che èl’elemento oggetto dell’azione. Questo permette di trat-tare l’elemento (il singolo dato), nel modo più ele-mentare e semplice, senza che l’azione sia condiziona-

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ta dallo strumento che viene utilizzato. Un esempio èla tradizionale differenziazione nella comunicazione didati/fonia (derivata dalle apparecchiature di ricezione edal mezzo di trasmissione) che già oggi è in fase di ob-solescenza: infatti la fonia entra a far parte del serviziodei sistemi informativi dell’azienda.

Pertanto oggi si possono elencare e definire le pro-cedure e i servizi aziendali oggetto di informatizzazione,mentre è aleatorio fissarne le caratteristiche tecnologi-che e la collocazione nell’architettura dell’intero sistemainformativo aziendale.

Questa peculiare caratteristica evolutiva degli stru-menti informatici ha come effetto la volatilità degli in-vestimenti. Pertanto tale caratteristica deve essere unodei parametri primari nella valutazione delle scelte dicosa, come e quando informatizzare.

La struttura deve quindi essere caratterizzata dallamassima flessibilità e adattabilità all’installazione di retie impianti e alla loro continua variazione.

In ogni ambiente deve essere garantito di poter ac-cedere, con i minori interventi possibili, al sistema infor-mativo per ricevere o immettere dati in modo semplicee sicuro.

Di notevole interesse, ma ancora da valutare per gliaspetti di sicurezza, affidabilità e non interferenza con leapparecchiature medicali sono i sistemi wire less.

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_Condizioni di sicurezza

Al fine di valutare le condizioni di sicurezza che de-vono essere garantite all’interno dell’edificio, vengonoanalizzate le condizioni relative all’incolumità degli utenti,nonché alla difesa e alla prevenzione di danni dipendentida fattori accidentali, nell’esercizio del sistema edilizio.

_SICUREZZA STATICA-VALUTAZIONEE PREVENZIONE SISMICA

L’elevata complessità che caratterizza gli ospedali,sia dal punto di vista strutturale, sia da quello impianti-stico e funzionale, li rende, in generale, particolarmen-te vulnerabili alle azioni sismiche, mentre l’elevataesposizione dovuta all’affollamento, alla presenza dipazienti non autonomi, ai contenuti tecnologici, ne ren-de molto alto il rischio.

Gli ospedali sono, inoltre, edifici particolarmentestrategici dopo un terremoto, pertanto dovrebbero es-sere progettati per essere sicuri e restare in funzionedopo eventi sismici intensi.

I componenti non strutturali e gli impianti devonoessere analizzati attentamente e protetti nei confrontidelle accelerazioni e deformazioni strutturali e devonoessere considerati con la stessa attenzione dei compo-nenti strutturali. Gli ospedali vanno intesi come sistemi:ciascun ospedale è infatti costituito da un insieme dielementi tra loro interagenti.

L’adeguamento sismico degli ospedali esistenti èun compito difficile, che tende a generare sconvolgi-menti nel funzionamento dell’ospedale. Le norme perl’adeguamento sismico sia strutturale che funzionaledegli ospedali devono essere più flessibili rispetto aquelle per i progetti di nuove strutture.

Un approccio logico è rappresentato da una piani-ficazione a lungo termine che preveda il raggiungimen-to degli obiettivi di performance in fasi successive: fasi a

elevata priorità includono l’adeguamento per evitare ilcollasso strutturale e la protezione sismica di importanticomponenti non strutturali che possano costituire unpericolo per gli occupanti. L’obiettivo finale deve esserecomunque quello di garantire la funzionalità post sisma,da ottenere con un intervento di adeguamento o con lasostituzione dell’edificio.

_ASPETTI NORMATIVI DI VALUTAZIONE/PREVENZIONE DA RISCHIO SISMICO

Gli ospedali sono definiti dalle norme “opere stra-tegiche a fini della protezione civile”, ossia opere es-senziali per la gestione delle emergenze conseguenti acalamità naturali o prodotte dall’uomo. È particolar-mente importante, quindi, prevedere e migliorare leprestazioni a seguito di eventi, quali il sisma, che han-no la capacità di investire grandi estensioni di territorio.

La grande esperienza maturata in California è sta-ta la principale ragione per la quale il Servizio SismicoNazionale (SSN) ha attivato, alla fine del 1999, una col-laborazione con l’Ente che in quello Stato ha fornito unnotevole supporto alle attività di studio e normativa nelcampo della sicurezza sismica degli ospedali: l’AppliedTechnology Council (ATC); tale collaborazione ha pro-dotto un documento finale (report ATC-51) in cui sonocontenute una serie di raccomandazioni per il migliora-mento della sicurezza sismica degli ospedali italiani,con riferimento sia al breve che al lungo periodo (Alle-gato: Rapporto ATC-51 per la prevenzione sismica degliospedali, estratto da: “Italy Collaborative Recommen-dations for Improving Seismic Safety of Hospitals inItaly”).

La pericolosità sismica di un territorio è data dallafrequenza e dalla intensità degli eventi sismici che locolpiscono. Per misurare tale pericolosità si possonoutilizzare diverse grandezze. In tempi recenti è statopossibile utilizzare le registrazioni dei parametri del mo-to del terreno per descrivere l’intensità del sisma: sono

_Requisiti prestazionali

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state pertanto prodotte carte di pericolosità in termini diaccelerazione di picco al suolo (Peak Ground Accelera-tion, PGA), di velocità e di grandezze varie derivate dal-le registrazioni.

In Italia la pericolosità sismica è definita dalla indivi-duazione delle diverse zone del territorio nazionale con-siderate a bassa, media o alta sismicità. Per molti anni,fino al 1980, la classificazione ha “inseguito” i terremoticlassificando le zone che man mano subivano eventidisastrosi. Il Gruppo di Lavoro costituito dal Servizio Si-smico Nazionale nel 1997 è arrivato alla formulazione diun’ipotesi di riclassificazione, di recente ulteriormente ri-elaborata all’interno di un successivo Gruppo di ricerca.Tali studi sono stati prodotti sulla base di una metodo-logia probabilistica consolidata e impiegata a livello in-ternazionale, che prevede l’utilizzo di una zonazione si-smogenetica, derivata da un modello cinematico-strut-turale della penisola italiana, di un catalogo sismico, e dileggi di attenuazione. La proposta di riclassificazione si-smica amplia molto la fascia dei Comuni a bassa sismi-cità, nella quale risulterebbero comprese anche grandicittà e quindi grandi complessi ospedalieri che non so-no stati progettati per l’azione sismica.

Storicamente l’approccio progettuale alla base del-la realizzazione di strutture nuove accetta, nel caso dieventi sismici poco probabili, gradi di danneggiamentoanche rilevanti, purché non comportino collassi struttu-rali. Tale approccio non è auspicabile nel caso degliospedali, in cui il livello di danno compatibile con lafunzionalità è molto più basso di quello compatibilecon il requisito di non collasso, a causa dell’importanzasocio economica di tali strutture.

_NUOVI SVILUPPI NORMATIVIPER LE COSTRUZIONI IN ZONA SISMICA

Gli sviluppi in corso nell’ambito normativo per ilprogetto, la valutazione e l’adeguamento sismico diedifici e per la determinazione di nuovi criteri per indi-viduare le zone a rischio terremoti, hanno l’obiettivo diridurre il rischio sismico su tutto il territorio nazionale.

Sarà compito delle Regioni la conferma o la par-ziale rielaborazione dell’individuazione delle zone si-smiche, e la formazione e l’aggiornamento degli elen-

chi delle medesime zone. Allo stato attuale e fino alpronunciamento delle Regioni esiste una classificazio-ne innovativa del territorio, chiaramente di valido indi-rizzo. Infatti oggi è possibile disporre di una classifica-zione di tutto il territorio che individua il grado di sismi-cità di tutti i Comuni, dividendo il territorio nazionale in4 zone: la zona 1 è la più sismica e, decrescendo, si ar-riva alla zona 4, in cui è lasciato alle decisioni delle Re-gioni l’obbligo o meno della progettazione antisismica.Il problema delle situazioni progettuali in corso viene ri-solto con una precisa distinzione tra i progetti che pos-sono ancora seguire le vecchie indicazioni normative equelli che invece si devono adeguare al nuovo conte-sto normativo e scientifico (si tratta in sintesi degli edi-fici strategici e delle opere infrastrutturali di importanzarilevante per la protezione civile in caso di sisma, o chepossono assumere rilevanza in relazione alle conse-guenze di un eventuale collasso). La transitorietà delparticolare periodo evolutivo va trattata con la definizio-ne temporale di finestre applicative che prevedono unaparziale gradualità d’applicazione.

Le principali novità in corso di sviluppo sono:

� le assunzioni del solo metodo agli stati limite per iprogetti in zona sismica; � le definizione dei requisiti di sicurezza per gli edifici;� i criteri e regole per il progetto degli edifici con iso-lamento sismico.

Uno degli elementi più innovativi è l’eliminazionedella differenza tra “zone classificate” e “zone non clas-sificate” (la zona non classificata diverrà una 4ª zona dibassa intensità sismica).

Inoltre, per salvaguardare l’omogeneità della zona-zione sismica a livello nazionale, è necessario tenere inconsiderazione le caratteristiche sismiche del territorio:ad esempio è necessario che vengano prese in esametutte le zone sismogenetiche pericolose per il sito stu-diato, anche se distanti dai suoi confini.

_VALUTAZIONI DI VULNERABILITÀ SISMICA

Ulteriore importante margine di evoluzione scienti-fica, anche nei riguardi della definizione di parametri di4

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convenienza economica e gestionale diretta e indiretta,della dotazione di presidi di sicurezza nei confronti delsisma, è rappresentato dallo sviluppo di metodiche pro-gettuali che, in parallelo al soddisfacimento del dettatonormativo, tendano a identificare la “probabilità di ri-schio sismico di un determinato sito”. Il recente svilup-po normativo si integra perfettamente con tale approc-cio che prevede implicitamente l’assunzione di una dis-tribuzione del rischio sismico territorialmente completa.Per poter valutare l’affidabilità di una struttura nei con-fronti del rischio sismico è necessario conoscere le ca-ratteristiche statistiche (in termini di funzione di distri-buzione di probabilità), sia delle resistenze della strut-tura, sia delle azioni dinamiche a cui essa è soggetta.L’analisi sviluppata nell’ambito di un progetto di ricercadella Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna,perviene alla determinazione della funzione “distribu-zione di probabilità” (Probability Density Function, PDF)relativa al fatto che in una specifica località, in un lassodi tempo di osservazione t, si abbiano valori di accele-razione massima del terreno (Peak Ground Accelera-tion, PGA) superiori a valori prefissati. Tale analisi si ba-sa sulla metodologia di Cornell (1968), aggiornata se-condo quanto recentemente proposto in letteratura eadattata alla realtà statistica e/o geofisica del territorioitaliano. Si perviene alla determinazione della PDF edella corrispondente funzione di distribuzione cumulati-va di probabilità (Cumulative Distribution Function,CDF) di un sisma, che induce valori di PGA superiori avalori prefissati in un determinato sito, dovuta all’attivitàdi una singola zona sismogenetica, in un periodo ditempo t, considerando sia la magnitudo che la distanzadel luogo di interesse dall’epicentro del sisma, come va-riabili aleatorie. Assume, quindi, importanza rilevante laposizione del sito nei confronti non solo dell’area di ap-partenenza, ma anche in relazione alle zone adiacenti,ovvero alla sismicità globale del territorio circostante.

_DETERMINAZIONE DEI LIVELLIPRESTAZIONALI RICHIESTI

Una delle conseguenze scientifiche primarie deglisviluppi del Report ATC-51, di cui si è detto nei prece-denti paragrafi, è l’adozione in forma generalizzata, anche

nel panorama scientifico italiano, di alcuni principi fonda-mentali di performance che presto andranno tradotti intermini normativi e/o comunque di indirizzo progettuale.

L’ospedale è una delle strutture con il più alto co-efficiente di occupazione per i 12 mesi dell’anno. Il suoindotto economico e sociale è molto elevato; inoltre,successivamente a un evento sismico, quando la situa-zione esterna è di minima funzionalità di servizi e diprobabile alta confusione generale, la richiesta di servi-zi da parte dell’ospedale ha un picco notevole. È per-tanto chiaro che gli obiettivi della progettazione sismicanon possono limitarsi alla prevenzione del crollo dellastruttura, ma devono garantire che la struttura possaerogare un adeguato livello di servizio.

I livelli di performance minimi da garantire sono iseguenti:

� garanzia della funzionalità per un’azione con il10% di probabilità di essere superata in 50 anni (pe-riodo medio di ritorno circa 500 anni);� garanzia di non collasso per un’azione con il 2% diprobabilità di non essere superata in 50 anni (periodomedio di ritorno circa 2000 anni).

Il primo livello (detto stato limite di funzionalità) in-tende garantire che l’ospedale possa essenzialmentecontinuare ad assolvere le sue funzioni, pur in man-canza di servizi e alimentazioni esterne, per almeno 4giorni dopo un evento di notevole intensità.

Il secondo livello (definito stato limite ultimo), in-tende garantire il non collasso della struttura, pur conelevato danneggiamento per il terremoto di verifica.

I due livelli di performance rappresentano l’inter-sezione di livelli di performance della parte strutturale edella parte non strutturale.

Le performance non strutturali vengono indicatecon la lettera N seguita da A,B,C ecc, in ordine decre-scente di prestazioni, mentre quelle strutturali con lalettera S seguita da 1,2,3 ecc. L’unione di questi due ti-pi di performance dà la performance dell’edificio e siottiene omettendo la S e la N, unendo quindi il nume-ro relativo alla prestazione strutturale alla lettera relativaa quella non strutturale. La funzionalità è l’intersezionedella performance strutturale S1 con la performancenon strutturale NB (o per certi servizi NA).

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Performance strutturale S1 (agibilità immediata): ildanno strutturale è del tutto trascurabile, pertanto l’edi-ficio è in grado di essere utilizzato senza alcuna limita-zione dovuta a cause strutturali.

Performance non strutturale NB (rioccupabile): èconsentito un certo livello di danneggiamento nonstrutturale, tuttavia visto che i componenti non struttu-rali e impiantistici sono stati adeguatamente controven-tati o fissati, occupano tutti il medesimo posto. D’altraparte, si può pensare che per effetto delle accelerazio-ni alcune attrezzature non funzionino più in modo ade-guato, per cui vi può essere una certa limitazione fun-zionale.

Per alcuni servizi e quindi per certe porzioni diospedale può essere richiesta l’operatività immediata:NA (operativo).

Verificando che i livelli di performance di edificiosiano garantiti per adeguati livelli di intensità sismica siraggiunge l’obiettivo progettuale desiderato. Per l’edili-zia corrente in generale si ritiene che i livelli di serviziosiano verificati con riferimento a intensità sismiche lo-cali aventi probabilità di superamento del 50% in 50anni. Lo stato limite ultimo va invece verificato per in-tensità sismiche con probabilità di superamento del10% in 50 anni.

Il modo più razionale per affrontare il problema delprogetto è quella di verificare che ciascuno dei livelli diperformance desiderati sia soddisfatto per la relativa in-tensità sismica. Non risulta infatti sempre possibile ga-rantire che la verifica di un livello di performance ga-rantisca il soddisfacimento di altri livelli.

Nelle zone ad alta sismicità difficilmente si garanti-sce la funzionalità (1A) con tecniche costruttive tradi-zionali, anche per l’azione con una probabilità di ecce-denza del 10% in 50 anni. Si deve fare ricorso a tecni-che innovative di protezione quali l’isolamento sismico:con queste tecniche è possibile in genere senza sensi-bili costi straordinari, ottenere la funzionalità anche perazioni sismiche maggiori (ad esempio P = 2% in 50anni).

La risposta sismica dell’edificio dipende in mododeterminante dalla sua forma: le forze di inerzia sonoproporzionali alle masse, la coincidenza del centro del-le masse e delle rigidezze consente di evitare fenome-ni di torsione, la presenza di irregolarità sia in pianta

che in alzato è causa di incertezze nella valutazione del-la risposta. Considerando l’insieme di questi fattori, laprogettazione di strutture in zona sismica tende adadottare schemi strutturali il più possibile regolari e talida escludere la richiesta di prestazioni eccezionali aglielementi strutturali; la tendenza degli ultimi anni è sta-ta quindi quella di utilizzare per gli ospedali – e in ge-nerale per le opere strategiche – forme piuttosto com-patte.

Le componenti non strutturali – inclusi gli impianti– dovranno mantenere un livello di efficienza tale dagarantire il completo funzionamento dell’ospedale pereventi sismici con periodo di ritorno di 500 anni. In par-ticolare:

� nella progettazione si dovrà tenere conto della pro-babile mancanza di servizi all’esterno: corrente elettrica,acqua, linee telefoniche, ecc.;� gli elementi non strutturali e impiantistici devonoessere verificati per i livelli di sollecitazione attesi, te-nendo conto sia delle forze di inerzia che delle distor-sioni indotte dal sisma;� si dovrà controllare che nessuno dei componentinon strutturali risulti ancorato con vincoli che possanoessere labili (controsoffitti sospesi mediante un sistemadi pendini che garantisca non solo la resistenza alleazioni verticali ma anche a quelle orizzontali);� il controllo delle deformazioni imposte dalla strut-tura ai componenti non strutturali dovrà garantire chequesti ultimi rimangano integri;� si dovrà garantire che le deformazioni dei compo-nenti non strutturali siano tali da non farli urtare tra lo-ro o con componenti strutturali.

Tutti gli impianti che attraversano i giunti dovrannoessere progettati e messi in opera in modo tale da noncompromettere il funzionamento del giunto per effettodella loro rigidezza. Dovranno inoltre poter garantire direstare efficienti non solo per l’azione sismica cinque-centennale ma anche per l’azione sismica per cui si ef-fettua la verifica strutturale del giunto stesso. In questomodo si garantisce che non vi possano essere causeimpreviste di mal funzionamento strutturale, in partico-lare nelle zone deputate a consentire l’azione dell’iso-lamento sismico.4

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Al fine di ottenere le performance richieste per gliedifici strategici e sicuramente nel caso di ospedali, sa-rebbe opportuno auspicare che lo sviluppo progettualeporti, qualora l’edificio sia classificato in zone altamen-te sismiche (1ª e 2ª cat.), a un più largo impiego dei si-stemi di isolamento di base. Sono state condotte valu-tazioni economiche sulla base dell’analisi dei costi ag-giuntivi dovuti all’inserimento di un sistema di isola-mento alla base, rispetto a quelli dovuti dal dimensio-namento della struttura ospedaliera secondo le basiscientifiche della recente evoluzione normativa (Allega-to: Tecniche innovative).

I risultati ottenuti sono da intendersi indicativi; tut-tavia, se al costo puro degli isolatori si aggiunge il costodelle strutture di inserimento dei dispositivi (controso-lette, irrigidimento dei piani, ecc.) appare evidente lasostanziale compatibilità economica tra le soluzioniprogettuali esposte, anche se con valenze diverse intermini di beneficio strutturale, vulnerabilità e raggiun-gimento di prefissati requisiti prestazionali.

Inoltre, una maggior diffusione della nuove tecno-logie antisismiche contribuirà ulteriormente all’abbatti-mento dei costi, qualora abbinata allo snellimento pro-cedurale (proibitivo in assenza di norme specifiche).

In conclusione è possibile affermare che il criteriodi scelta progettuale risulta semplice e mirato grazie a:

� l’applicazione del metodo probabilistico per deter-minare l’effettiva vulnerabilità sismica di una struttura inun sito; � un’analisi comparata dei costi aggiuntivi e dei be-nefici ottenibili dalle nuove tecniche di protezione anti-sismica;� le evoluzioni contenute negli studi e nelle ricerchein corso per l’adeguamento sismico degli edifici di im-portanza strategica.

_AGIBILITÀ DELL’EDIFICIO POST SISMA

_Definizione e metodi d’intervento(applicazione del Performance Base Design)Una procedura generale per le ispezioni di agibilità postsisma è stata proposta dal SSN ed è stata sottoposta al-le Regioni per diventare uno standard a livello naziona-

le. La procedura è stata utilizzata in diversi recenti ter-remoti in Italia. Nel documento sono inserite alcuneprescrizioni specifiche per gli ospedali, sebbene le pro-cedure richiedano un ulteriore approfondimento. Inparticolare dovrebbero essere affrontate le complessitàdi alcuni ospedali e le priorità di intervento nelle primeore dopo un evento sismico.

Appare necessario organizzare le valutazioni di af-fidabilità secondo un approccio standardizzato in cuiper precisi input sismici (schematizzati anche in modosemplificato, mediante individuazione della PGA di ri-ferimento) aventi prefissate probabilità di verificarsi suun preciso periodo di osservazione t, si vanno a valu-tare le prestazioni offerte dalle strutture in esame (siadi nuova realizzazione che esistenti) in modo da col-locarle all’interno di categorie prestazionali, anch’essepredefinite.

Da alcuni anni, importanti centri di ricerca interna-zionali si stanno orientando sui seguenti quattro livelliprestazionali che costituiscono, sostanzialmente, un’e-stensione dei due livelli sopra citati:

a) Fully operational – FO – l’edificio, in fase post-si-sma, rimane completamente operativo, l’evento nonviene risentito né da parte dell’edificio (sia nelle partistrutturali che non strutturali) né dai contenuti (mac-chinari e impianti);b) Operational – O – l’edificio, in fase post-sisma, ri-mane operativo, anche se posso evidenziarsi lievi dan-neggiamenti alle parti non strutturali dell’edificio e aglielementi contenuti nell’edificio (macchinari e impianti);c) Life Safe – LS – il sistema strutturale garantisce, sot-to azione sismica, la sola protezione delle vite umane;d) Near Collapse – NC – il sistema strutturale ga-rantisce, sotto azione sismica, il mancato collasso del-l’edificio.

Come nel caso della scelta dei sismi di riferimen-to, anche i livelli prestazionali sopra riportati sono statiscelti per motivi di confrontabilità con le metodologieprogettuali in via di sviluppo per la costruzione di nuo-ve strutture. Ovviamente, in relazione alle specificheesigenze delle aziende ospedaliere e alle specifiche ca-ratteristiche delle strutture in esame, tali livelli presta-

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zionali potranno essere variati e/o integrati da livelli ag-giuntivi.

Assunto tale approccio quale riferimento di indiriz-zo per la gestione del contesto post-sisma si proponeuna procedura pratica/progettuale che consenta disemplificare e dare rapida applicabilità alla metodica diverifica.

Gli obiettivi primari da perseguire mediante analisidi affidabilità possono essere sinteticamente riassunticome segue:

1) determinazione della matrice sintetica di prestazio-ne dell’edificio, riferita alle diverse prestazioni minimegarantite dagli edifici analizzati; 2) identificazione delle zone di criticità delle strutture(da utilizzarsi sia per la definizione di apposite schedeper la valutazione del danno post-sisma che per l’iden-tificazione di possibili interventi di miglioramento delcomportamento sismico della struttura).

I livelli di operatività di diversi edifici in relazioneagli input sismici caratterizzati da diverse probabilità diverificarsi (necessari per redigere matrici sintetiche re-lative alle prestazioni degli edifici) possono essere va-lutati come segue:

� per quanto riguarda l’individuazione dei sisma di ri-ferimento, si può fare affidamento a elaborazioni stati-stiche effettuate a partire dal Catalogo Sismico NT4.1che, anche mediante l’utilizzo di leggi di attenuazionespecificatamente sviluppate per il territorio italiano,consentono di valutare i valori di PGA per tali eventi si-smici su tutto il territorio nazionale. � per quanto riguarda l’individuazione dei livelli pre-stazionali conseguenti ai diversi input sismici, i centri diricerca internazionali hanno mostrato come indagini an-che condotte con metodi semplificati mediante push-over analysis forniscano indicazioni accettabili sui livellidi prestazione attesa:

a) individuazione delle azioni sismiche di riferi-mento; b) determinazione degli spostamenti relativi tra ipiani della struttura in relazione ai vari input; c) utilizzo dei limiti prestazionali proposti in let-teratura per l’individuazione, attraverso il parame-

tro spostamento relativo, del livello di prestazioneofferto dalla struttura ai diversi input sismici.

Ovviamente la procedura proposta risulta moltosemplificata, e le analisi potranno, se possibile e/o ne-cessario, essere approfondite onde meglio compren-dere il comportamento delle strutture in esame sottoinput sismici.

Tra i vantaggi offerti da tale procedura semplificataè però doveroso citare, oltre alla relativa rapidità di ana-lisi, il fatto che la procedura possa essere sistematica-mente ripetuta per diversi edifici senza sostanziali diffe-renze nella metodologia di analisi, garanzia quindi diomogeneità di valutazione anche per analisi effettuatein tempi diversi e da differenti operatori.

Le valutazioni schematiche effettuate medianteanalisi di tipo push over, possono essere utilizzate peridentificare i punti critici delle strutture sotto esame,ossia quei punti che per primi superano le prestazio-ni minime richieste e incominciano a mostrare dan-neggiamenti per sollecitazioni sismiche via via cre-scenti. Tali punti critici possono venire utilizzati perconsentire una veloce identificazione dei danni postsisma e la conseguente identificazione del livello dioperatività che la struttura può avere a seguito dievento sismico.

L’identificazione dei punti critici e dei livelli di dan-neggiamento in essi attesi diviene quindi elementofondamentale per la creazione di apposite schede perla valutazione del danno post sisma relative a ciascunedificio analizzato.

Il livello di protezione antisismica garantito dall’in-serimento nella struttura del sistema di isolamento allabase, consente di ottenere il livello prestazionale piùelevato (FO) nella maggior parte dei casi, anche in con-dizioni di sisma con periodo di ritorno molto elevato,garantendo così l’operatività immediata delle varie fun-zioni dell’edificio.

Qualora l’edificio ospedale fosse dimensionato inbase alle normative vigenti, senza l’isolamento sismicoalla base, la metodologia sopra citata consentirebbe lavalutazione dei punti critici della struttura e del livello didanno progressivo.

Grazie all’analisi dinamica tramite spettri di rispostanormalizzati (accelerogrammi di PGA scalati), si può ca-4

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ratterizzare il valore del carico di rottura e la localizza-zione delle cerniere plastiche che innescano il cinema-tismo di crollo della struttura in esame. La possibilità dideterminare un ordine di danno e di collasso dellastruttura, identificando le sue parti di maggiore perico-lo in caso di comparsa del sisma, permette di ridefinireil progetto in base ai risultati ottenuti, nel caso in cui sitratti di un edificio non ancora costruito; di consolidarele parti strutturali più a rischio e/o di scegliere dellearee da presidiare per maggior tutela dell’utenza, in ca-so di edificio già costruito.

Tramite l’individuazione della diversa caratterizza-zione delle zone dell’edifico in esame, ottenuta in basealla differente probabilità di collasso, è possibile redige-re le schede di valutazione post sisma, con le quali vie-ne analizzata l’ottimizzazione dell’attesa per la riagibilitàdella struttura.

_strutture L’edificio sarà pensato in modo tale dagarantire il minimo disagio in caso di sisma. A livellostrutturale è previsto un sistema di isolamento median-te elementi flessibili in gomma a elevata capacità dismorzamento, posti alla base dell’edificio al livello del-le fondazioni, in modo tale che l’edificio si muova rigi-damente nella sua totalità. Ciò comporta notevoli van-taggi in termini di riagibilità post sisma dell’edificio inquanto non ci saranno disagi dovuti a cedimenti di par-ti dell’edificio. Per ottenere tale risultato bisogna attua-re altri accorgimenti.

_impianti Da un punto di vista statico, gli edificiverranno progettati in modo da non subire deforma-zioni durante un eventuale sisma.

Il problema che potrà verificarsi, in caso di eventosismico, è quindi quello dello spostamento relativo frai diversi edifici, cioè fra l’edificio principale con funzioniospedaliere e le centrali impiantistiche esterne all’edifi-cio stesso, che sono le seguenti:

� Centrale termica� Centrale frigorifera� Centrale di cogenerazione� Centrale idrica� Centrale antincendio� Centrali gas medicinali.

Per questo, le linee di collegamento fra le centralie l’edificio dovranno essere dotate di giunti di dilatazio-ne e sottoposte a stress analysis mediante appositiprogrammi di calcolo, nei quali è possibile inserire an-che l’entità dell’azione sismica (cioè il grado di sismici-tà dell’area), e verificare la resistenza delle linee al gra-do di sollecitazione impostato a programma.

Nonostante ciò, dato che il sisma è un evento chenon può essere ricondotto a una semplice schematiz-zazione computerizzata, e potrebbe assumere una en-tità non prevedibile a priori, l’assoluta integrità delle li-nee non può essere garantita con certezza. Pertanto, ènecessario prevedere degli accorgimenti ulteriori per iservizi essenziali, da preservare in caso di sisma, chesono i seguenti:

� Alimentazione gas medicinali� Alimentazione idrica� Alimentazione elettrica.

Per l’alimentazione elettrica, occorre consideraredue aspetti:

� La cabina elettrica è interna all’ospedale e, quindi,come gli altri impianti interni all’ospedale non subiràdanneggiamenti. Il problema da tenere in considerazio-ne è che, in caso di sisma, potrebbe venire a mancarel’alimentazione dalla rete esterna;� In questo caso, l’ospedale potrebbe ugualmentemantenere la propria alimentazione elettrica, tramite ilsistema di cogenerazione. Dato che la centrale è ester-na, risulta necessario preservare i cavi di collegamentoe, per questo, è sufficiente prevedere un’adeguata ric-chezza sulla lunghezza dei cavi di collegamento fra iquadri esterni e l’edificio principale, lasciando i cavi ineccesso all’interno dei quadri elettrici.

Per i gas medicinali, data l’importanza del servizio,è già previsto un sistema di alimentazione di emergen-za, per far fronte a eventuali fuori servizio delle centralidi produzione o a interruzioni delle linee di collega-mento fra le centrali e l’edificio.

Il sistema di alimentazione di emergenza prevedeche, in posizione strategica del complesso (e cioè alpiano terra in posizione possibilmente contrapposta al-

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la localizzazione delle centrali di produzione, e comun-que in una posizione da un lato accessibile a automez-zi di rifornimento, dall’altro facilmente ricollegabile allarete di distribuzione primaria dei gas medicinali), si in-stalli un attacco per alimentazione di emergenza per igas compressi principali (ossigeno, aria compressa, pro-tossido d’azoto), per l’aspirazione endocavitaria (vuoto)e per l’evacuazione dei gas anestetici. L’alimentazioneverrà quindi garantita mediante pacchi bombole.

Per il servizio idrico, la centrale prevede un sistemadi accumulo che deve coprire 8-12 ore di esercizio nor-male. In caso di sisma e di interruzione dell’alimenta-zione da acquedotto, si provvederà a:

� provvedere a rifornire i serbatoi di accumulo me-diante autobotti� limitare comunque i consumi allo stretto indispen-sabile, in modo da massimizzare la durata della riservafra un riempimento e l’altro.

_finiture Per quanto concerne le finiture, bisognamettere in atto alcuni accorgimenti in modo tale che, incaso di sisma, non si manifestino situazioni di pericolodovute a elementi non strutturali che possono cederee distaccarsi dai supporti ai quali sono ancorati.

Gli elementi che costituiscono le finiture, dovrannoessere verificati e progettati per i livelli di sollecitazioneattesi; gli ancoraggi dovranno essere alle strutture e ditipo labile (controsoffitti e corpi illuminanti appesi me-dianti pendinatura che resista a sollecitazioni verticali eorizzontali); le deformazioni dovranno garantire agli ele-menti non strutturali di restare integri.

Esiste un certo numero di fonti da usare per svi-luppare linee guida e criteri per gli elementi non strut-turali degli ospedali italiani, tra cui le prescrizioni del-l’Eurocodice e quelle di dettaglio per vari sistemi nonstrutturali emanate dall’OSHPD.

Un testo di riferimento si potrebbe ottenere dall’a-dattamento del “Manuale per la protezione sismica deicomponenti non strutturali”, basato principalmente sul-le norme sismiche californiane del 1997. Il testo forni-sce gli obiettivi prestazionali e i requisiti dei componentinon strutturali, la loro applicazione e i criteri progettua-li; specifica quando un componente non strutturale ne-cessita di protezione sismica in funzione di:

1) tipo e caratteristiche del componente 2) zona sismica 3) livello di prestazione richiesto.

Sono fornite linee guida per il progetto e l’applica-zione di ancoraggi e controventi sismici per le 15 cate-gorie di componenti non strutturali elencate in tabella.Per gli ospedali si potrebbero aggiungere un certo nu-mero di categorie, includendo le funzioni delle appa-recchiature all’interno dell’edificio.

In Italia i criteri di progetto dovrebbero prevedereancoraggi e controventamenti nelle zone ad alta e me-dia sismicità. Nelle zone a bassa sismicità i requisiti pergli ancoraggi dovrebbero essere applicati esclusiva-mente alle apparecchiature critiche, di cui è necessariala definizione.

_SICUREZZA AL FUOCO

Dopo un periodo nel quale si sono susseguite unaserie di bozze riguardanti la normativa di prevenzioneincendi, nel settembre 2002 è stato emanato il D.M.del 18.09.02, “Approvazione della regola tecnica di pre-venzione incendi per la progettazione, la costruzione e4

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1 componenti fissi al pavimento

2 componenti fissi al soffitto o appesi alle pareti

3 componenti fissi su pavimenti galleggianti

4 componenti con sistemi di isolamento dalle vibrazioni

5 componenti sospesi con sistemi di isolamento dallevibrazioni

6 tubature

7 sistemi di distribuzione dell’aria

8 sistemi di distribuzione dell’energia elettrica

9 rivestimenti

10 partizioni

11 controsoffitti

12 apparecchiature per l’illuminazione

13 scaffalature

14 ascensori e montacarichi

15 pavimenti galleggianti

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l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private”.Quindi ai fini della prevenzione incendi, e allo scopo diraggiungere i primari obiettivi di sicurezza relativi allasalvaguardia delle persone e alla tutela dei beni controi rischi di incendio, l’ospedale sarà realizzato e gestito inmodo da:

� minimizzare le cause di incendio;� garantire la stabilità delle strutture portanti al fine diassicurare il soccorso agli occupanti;� limitare la produzione e la propagazione di un in-cendio all’interno dei locali;� limitare la propagazione di un incendio a edificie/o locali contigui;� assicurare agli occupanti la possibilità di lasciare illocale indenni o di essere comunque soccorsi in altromodo;� garantire alle squadre di soccorso di poter operarein condizioni di sicurezza.

_caratteristiche costruttive L’edificio dovràessere accessibile da tutti i lati per permettere ai mezzidi soccorso di accostarsi per facilitare le operazione diintervento.

La recente norma detta prescrizioni circostanziatesulle caratteristiche costruttive a cui attenersi: l’edificiodovrà essere realizzato con una struttura e sistemi dicompartimentazione con caratteristiche REI 120 per ipiani interrati e REI 90 per i piani fuori terra; i materialiutilizzati per le finiture avranno una resistenza al fuocoadeguata.

L’edificio dovrà essere progettato in modo tale dacircoscrivere e limitare la propagazione di un eventualeincendio, suddividendo la struttura in compartimenti,distinguendo aree con diverse caratteristiche in funzio-ne delle attività svolte.

_misure d’esodo (percorsi orizzontali everticali) L’edificio dovrà essere provvisto di un si-stema organizzato di vie d’uscita, dimensionato in baseal massimo affollamento previsto per i singoli compar-timenti in funzione della capacità di deflusso, che ad-duca verso un luogo sicuro. Il percorso di esodo, misu-rato a partire dalla porta di ciascun locale, nonché daogni punto dei locali a uso comune, non dovrà essere

superiore a 40 m per raggiungere un’uscita su luogo si-curo o su scala di sicurezza esterna, e a 30 m per rag-giungere un’uscita su scala protetta.

L’edificio dovrà essere dotato di un sistema di sca-le utilizzate come percorsi d’esodo verticale (a prova difumo, o esterne) in modo tale che ogni blocco dell’e-difico abbia almeno due scale da utilizzare come viad’esodo che immettono direttamente o tramite per-corsi orizzontali protetti, in luogo sicuro all’esterno del-l’edificio.

_collocazione delle attività a rischiospecifico La normativa in questione pone qualchelimitazione riguardo la collocazione di alcune attivitàsanitarie o di servizi, considerate a rischio specifico,che sono in contrasto con alcune esigenze di tipo fun-zionale. Nella logica di limitare al massimo i percorsiall’interno dell’ospedale da parte del personale, è for-se in controtendenza collocare alcune attività conside-rate dalla normativa a rischio specifico, quali aree diservizio come i magazzini generali, la sterilizzazione,guardaroba e aree sanitarie come i laboratori di anali-si, la radioterapia, la medicina nucleare, distanti daaree destinate a prestazioni medico-sanitarie di tipoambulatoriale (B) e aree destinate a ricovero in regi-me ospedaliero (D).

Per quanto riguarda le aree a rischio specifico ac-cessibili al solo personale dipendente (laboratori dianalisi e ricerca, guardaroba, magazzini generali, archi-vio, farmacia, sterilizzazione, radioterapia, medicina nu-cleare, depositi), potrebbero essere adottate delle solu-zioni conformi particolari, in modo tale da garantire inogni caso le condizioni di sicurezza richieste, utilizzan-do particolari accorgimenti a livello tecnologico-impian-tistico (compartimentazioni REI, sistemi di esodo parti-colari, aerazione naturale, sistemi di spegnimento auto-matico, ecc.).

_impianti Le dotazioni antincendio del complessoospedaliero sono di vario tipo:

� Rete idrica antincendio� Estintori� Impianto sprinkler� Impianto di spegnimento automatico a gas inerte

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� Evacuatori di fumo e calore� Impianto di spegnimento a schiuma per elisuperficie.

La rete idrica antincendio servirà sia le aree esterneche quelle interne del complesso ospedaliero. Il criteriogenerale è quello di distribuire gli idranti in modo tale daconsentire di raggiungere tutti i punti del complesso:

� gli idranti soprasuolo devono essere posizionati inmodo che ogni parte esterna dell’edificio sia raggiungi-bile con il getto d’acqua di almeno un idrante, e co-munque a una distanza massima di 60 m tra due idran-ti adiacenti. Il posizionamento degli idranti esterni è rac-comandato tra 5 e 10 m di distanza dal fabbricato;� le cassette incendio UNI 45 devono essere posi-zionate in modo che ogni punto all’interno dell’edificiosia raggiungibile con il getto di almeno un idrante.

Gli estintori vengono invece previsti al servizio del-le aree interne del complesso e saranno distribuiti inmodo da servire tutte le aree (la normativa prevede l’a-rea massima che può essere servita da ogni tipo diestintore e il cammino massimo per raggiungere unestintore), differenziando la tipologia degli agenti estin-guenti in funzione delle aree di intervento (in generalesi utilizzerà la polvere, ma, ad esempio, nelle cabinedegli impianti elettrici si utilizzerà la CO2).

L’impianto sprinkler di spegnimento automatico, ègeneralmente richiesto dai Vigili del Fuoco per la prote-zione antincendio del magazzino generale al piano in-terrato.

L’impianto sarà di tipo a umido, in quanto tale im-pianto garantisce una maggiore prontezza di interventorispetto a un impianto di tipo a secco e non esiste ri-schio di gelo dell’acqua nelle tubazioni.

Per la rete idranti e per l’impianto sprinkler, verràprevista una vasca comune come riserva idrica, e poiciascun impianto sarà alimentato separatamente da ungruppo package di pompaggio dedicato.

Un impianto di spegnimento automatico a gasinerte è necessario per la protezione antincendio di lo-cali caratterizzati da un carico termico d’incendio eleva-to, nei quali peraltro l’utilizzo dell’acqua come mezzo dispegnimento possa portare a un danneggiamento delmateriale presente nel locale.

Nella configurazione del complesso ospedalieroipotizzata, l’impianto di spegnimento automatico trovaapplicazione nella zona destinata ad archivio al pianointerrato, locali particolari (medicina nucleare, ecc.),CED e centrale telefonica.

Un’ulteriore applicazione potrebbe essere prevista,anche in assenza di carichi d’incendio elevati, per localinei quali siano presenti apparecchiature e attrezzatureparticolarmente costose, tali per cui un eventuale incen-dio in tali locali porterebbe a un danno economico con-siderevole (esempio: acceleratore lineare, ciclotrone). Ta-li applicazioni vanno comunque limitate ai casi di effetti-va necessità, sia a motivo del costo non trascurabile perla realizzazione degli impianti di spegnimento automati-co, sia per taluni aspetti legati alla sicurezza gestionale.

Il sistema di evacuazione di fumo e calore è previ-sto per l’atrio di ingresso dell’ospedale e permette di eva-cuare il fumo generato dall’incendio col duplice effetto diridurre il rischio di soffocamento per le persone e di li-mitare la sovratemperatura dell’ambiente interessato dal-l’incendio e quindi preservare la stabilità delle strutture.

Il sistema è basato sull’impiego di lucernari posti sul-la copertura dell’atrio stesso; ogni evacuatore di fumo ecalore sarà dotato di due comandi di apertura automatici:

� uno costituito da una valvola con testina tarata ter-micamente alla temperatura di 67° C, alla quale scatte-rà l’apertura;� l’altro, basato su una centralina alla quale farannocapo i segnali provenienti dai rilevatori di fumo installa-ti nella zona protetta: in caso di segnale provenienteanche da uno solo dei rilevatori di fumo, la centralinadeterminerà il comando elettrico che provocherà l’a-pertura di tutti gli evacuatori di fumo e calore.

Infine, nella zona protetta è previsto anche un pul-sante per il comando manuale dell’apertura degli eva-cuatori di fumo e calore: il comando proveniente dalpulsante manuale verrà inviato alla centralina e, tramitequesta, provocherà l’apertura di tutti gli evacuatori di fu-mo e calore.

Infine, per l’elisuperficie è previsto un impianto an-tincendio a miscela di acqua e schiuma, che opereràmediante allagamento totale dell’area stessa in caso dinecessità, utilizzando tre monitori per il lancio della mi-4

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scela acqua+schiuma.A tal fine è prevista un’apposita stazione di pom-

paggio e miscelazione.

_CONTENIMENTO DEI RISCHI

_sicurezza dei luoghi di lavoro In riferi-mento alla normativa in materia di sicurezza dei luoghidi lavoro (D.P.R. 547 del 27.03.55, D.D. Lgs. 626 del19.09.94 e 242 del 19.03.96) l’ospedale sarà realizza-to e gestito in modo da garantire le misure generali perla protezione della salute e per la sicurezza dei lavora-tori prendendo in considerazione:

� valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza;� riduzione dei rischi alla fonte;� rispetto dei principi ergonomici nella concezionedei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nel-la definizione dei metodi di lavoro e produzione (atte-nuando il lavoro monotono e ripetitivo);� utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologi-ci, sui luoghi di lavoro;� controllo sanitario dei lavoratori in funzione dei ri-schi specifici;� allontanamento del lavoratore dall’esposizione a ri-schio, per motivi sanitari inerenti la sua persona;� misure igieniche;� misure di protezione collettiva e individuale;� misure di emergenza da attuare in caso di prontosoccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavo-ratori e di pericolo grave e immediato;� uso di segnali di avvertimento e di sicurezza;� regolare manutenzione di ambienti, attrezzature,macchine e impianti, con particolare riguardo ai dispo-sitivi di sicurezza in conformità alla indicazione dei fab-bricanti.

Nei luoghi di lavoro fissi la tutela, in termini di si-curezza e salute, si indirizza a una molteplicità eteroge-nea di soggetti, quali:

� operatori sanitari (medici, infermieri, personaleuniversitario, ecc.);� operatori non sanitari (addetti alle manutenzioni,

addetti al servizio di controllo e guardiania, ecc.);� operatori terzi (servizi bar, servizi mensa, servizibancari, ecc.);� fruitori (degenti, parenti, ecc.).

Rispetto alla realtà di cantiere emergono i seguen-ti fattori:

� layout degli spazi di lavoro pressoché costante edefinito (nel cantiere il layout è in continuo cambia-mento);� soggetti da tutelare ai fini della sicurezza e della sa-lute estremamente eterogeneo (nel cantiere è presso-ché omogeneo).

Pur risultando lo scopo finale il medesimo – ossiala tutela fisica della persona – la realtà operativa dell’o-spedale durante la fase di gestione dell’opera risultaper certi versi ribaltata. Essa si deve quindi indirizzareverso la sua variabile principale: l’eterogeneità del sog-getto da tutelare.

Per la verifica della sicurezza nei luoghi di lavoro ilprimo passaggio è quello della classificazione delle fon-ti di rischio. Questo controllo comporta un’analisi atten-ta dei luoghi, degli strumenti, delle macchine e delle la-vorazioni eseguite in un complesso ospedaliero.

Tra le principali fonti di rischio si ricordano le se-guenti.

_rischio chimico I preparati chimici utilizzati inambiente ospedaliero possono venire suddivisi princi-palmente in sei categorie:

1) prodotti detergenti;2) prodotti chimici per laboratori;3) prodotti disinfettanti;4) gas medicinali;5) prodotti per gestione lastre radiologiche, se previsti; 6) prodotti chemioterapici antiblastici.

I prodotti riportati risultano per la maggior parte uti-lizzati dagli operatori ospedalieri e dal personale ausilia-rio quindi è evidente che gli stessi dovranno essere ade-guatamente informati-formati riguardo i rischi e adottaregli specifici DPI.

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_rischio biologico Occorre fare presente i det-tami riportati dall’art. 16 paragrafo 1, della direttiva eu-ropea 89/391/CEE. Questa impone una maggiore at-tenzione riguardo il rischio biologico e le relative misuredi prevenzione per i lavoratori esposti. In particolare ladirettiva pone a carico del datore di lavoro (legale rap-presentante coadiuvato dal direttore sanitario) gli obbli-ghi di determinare natura, grado e durata espositiva deilavoratori ad agenti che possono comportare rischio bio-logico. Nell’ospedale dovranno quindi essere previstidegli apprestamenti igienici corretti, sistemi di raccolta-immagazzinamento-smaltimento dei rifiuti, utilizzo di se-gnali di presenza in alcune aree di rischio biologico, ecc.

_rischio fisico Pur non approfondendo qui laproblematica specialistica, occorre tenere presente il ri-schio derivante dalla presenza in ospedale di isotopi ra-dioattivi (in medicina nucleare e talvolta in qualche la-boratorio di analisi) e di apparecchiature che produco-no radiazioni ionizzanti (in radioterapia, radiodiagnosti-ca, sale operatorie, terapie intensive ecc.). La progetta-zione, dunque, dovrà tener conto sia delle necessariemisure proteximetriche sulle strutture (ad es.: bunker diradioterapia, protezioni in piombo di pareti ed even-tualmente pavimenti e soffitti in radiodiagnostica), siadelle procedure da prevedere per gli operatori ad es.:comandi esterni per le apparecchiature, sistemi am-bienti e percorsi di decontaminazione, sistemi di allon-tanamento e decadimento dei reflui e dei rifiuti).

_rischio incendio Questo rischio per la sua im-portanza è stato già ampiamente sviluppato nei paragra-fi precedenti. Corre l’obbligo tuttavia di ricordare i detta-mi sanciti da D.M.I. del Marzo ’98 (che classifica le strut-ture sanitarie nelle attività a rischio di incendio elevato),in particolare per quanto concerne la gestione delleemergenze (piano di emergenza), la formazione dellesquadre di emergenza e assistenza alle persone disabili.

Si ricorda inoltre la pericolosità di alcuni prodottichimici in grado di reagire tra loro e la necessità all’im-magazzinamento in locali separati, dotati di dispositiviautomatici antincendio e di sufficiente aerazione.

_rischio ergonomico Tra i rischi per la salute ela sicurezza dei lavoratori il decreto 626 ha introdotto

anche quello relativo a principi di ergonomia. In gene-rale i problemi si presentano laddove esistano compitidi movimentazione manuale dei carichi in manieracontinuata e ripetitiva (ad es.: personale infermieristicoe ausiliario per movimentazione pazienti). Vanno quin-di posti in atto tutti i possibili accorgimenti per ridurrequesti rischi, ad es.: prevedere sistemi di movimenta-zione meccanici come solleva-malati nelle degenze epassa-malati fissi o mobili nelle sale operatorie; proce-dure che limitino il peso di colli o confezioni di mate-riale da movimentare manualmente.

Possono esistere anche dei rischi legati alla scor-retta e/o prolungata postura (ad es.: chirurghi).

_rischio rumore e vibrazioni In generalel’ambiente ospedaliero risulta a basso impatto acustico.Tuttavia possono esistere alcune lavorazioni nelle areesanitarie, logistiche e dei servizi che rappresentano l’ec-cezione. Ad esempio per gli addetti alla manutenzionedegli impianti e apparecchiature, per gli utenti che sisottopongono a risonanza magnetica, ecc.

_rischio attrezzature In questa categoria so-no riassunti i dispositivi presenti nell’ospedale, preva-lentemente nella categoria arredi e attrezzature elettro-niche. Riguardo i videoterminali, si fa presente la lorosempre più larga diffusione tra gli operatori (reception,uffici, servizi al piano, ecc.), che comporta una maggio-re informazione riguardo i relativi rischi da parte del ser-vizio di prevenzione e protezione. In merito agli arrediè necessario ricordare che devono soddisfare le esi-genze antincendio, ergonomiche e di sicurezza per gliutenti (è preferibile evitare angoli e/o protuberanze ac-centuate), oltre a quelle di igiene che richiedono unaconformazione e materiali che non trattengano sporco,polvere o oggetti impropri (ad es. con piani inclinati la-vabili sulla copertura dei pensili), facile pulibilità e dis-infettabilità senza deterioramento delle superfici.

_SICUREZZA DI ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI

Il problema della sicurezza investe due aspetti:

� la sicurezza per gli utenti e per gli operatori (adesempio in caso di malfunzionamento di un impianto4

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a gas, potrebbe verificarsi un’esplosione);� la sicurezza in caso di black-out degli impianti (adesempio i problemi che si verificano nel caso in cui si fer-mi l’impianto di condizionamento di una sala operatoria).

Per un ospedale, è importante soprattutto trovaresoluzione alle problematiche relative alla sicurezza inte-sa come non interrompibilità del servizio, per quei ser-vizi la cui continuità è fondamentale.

Alcune problematiche sono già state esaminate inaltri paragrafi della presente relazione. Qui di seguito siriprendono gli aspetti di maggiore importanza:

� impianti elettrici: la continuità del servizio è garan-tita dalla presenza dell’alimentazione esterna, dai grup-pi di cogenerazione, dai gruppi elettrogeni in linea no-break e dai gruppi statici di continuità;� impianti di condizionamento: nelle aree più impor-tanti (sale operatorie, terapie intensive, ecc.) l’impianto èdi tipo a tutta aria e la continuità di esercizio è garantitada due accorgimenti: la presenza di doppi ventilatori perl’aria (uno di riserva integrale all’altro) e la presenza didoppia batteria di refrigerazione (una alimentata dal cir-cuito acqua gelida e l’altra dal circuito acqua glicolata);� alimentazione idrica: una o più vasche di accumu-lo garantiscono una riserva di almeno 10-12 ore diesercizio;� gas medicinali: in posizione strategica del com-plesso (e cioè al piano terra in posizione possibilmen-te contrapposta alla posizione delle centrali di produ-zione e comunque in una posizione da un lato acces-sibile a automezzi di rifornimento, dall’altro facilmentericollegabile alla rete di distribuzione primaria dei gasmedicinali), si installerà un attacco per alimentazione diemergenza per i gas compressi principali (ossigeno,aria compressa, protossido d’azoto), per l’aspirazioneendocavitaria (vuoto) e per l’evacuazione dei gas ane-stetici. L’alimentazione verrà quindi garantita mediantepacchi-bombole. Inoltre, dovrà essere utilizzato nel mo-do più esteso possibile l’impiego di reti di distribuzionead anello, per garantire l’alimentazione delle diversearee anche in caso di interruzione di alcuni tratti di cir-cuito per necessità manutentive.

_Condizioni di benessere

Molteplici sono gli elementi che concorrono a co-stituire l’ambiente “ideale”, o quanto meno a definire lecondizioni ottimali di confort percepito dai degenti, dalpersonale e, in generale, da chi accede a una strutturaospedaliera che nelle sue molteplici funzioni e situa-zioni deve conformarsi a norme e leggi che ne dettanoanche i diversi limiti di “performance”.

_BENESSERE TERMOIGROMETRICO

Numerose sono le scelte che devono essere fattea livello di sistema tecnologico, che portano a deciderequale tecnologia utilizzare per realizzare l’involucroesterno (murature, infissi, copertura, solaio a terra) e gliimpianti di climatizzazione-condizionamento in funzionedell’area climatica in cui si colloca l’edificio. Si evidenzia-no di seguito anche i livelli prestazionali ambientali ga-rantiti nelle varie aree funzionali e/o locali (temperatura,umidità relativa, velocità dell’aria, filtraggio).

_involucro esterno La regolazione del microcli-ma interno all’edificio dipende anche dalla natura del-l’involucro esterno e dalle relative tecnologie utilizzate.Gli elementi fondamentali da prendere in considerazio-ne sono quindi la composizione e stratificazione dellemurature di elevazione esterne, la tipologia di infissiesterni e i relativi sistemi di oscuramento interni o ester-ni, la stratificazione e composizione dei solai di copertu-ra e infine il tipo di chiusura inferiore a terra. Il progettodell’involucro esterno è da integrarsi con la progettazio-ne degli impianti di climatizzazione, in modo tale da ga-rantire livelli ottimali di benessere temoigrometrico.

Le pareti perimetrali verticali esterne devono pos-sedere i requisiti per impedire la condensazione inter-stiziale e garantire un livello costante di isolamento ter-mico, il controllo della condensazione superficiale perevitare la formazione di muffe, il controllo dell’inerziatermica estiva e invernale, l’isolamento termico permantenere condizioni microclimatiche interne costantie per ridurre lo scambio termico tra interno e esternodell’edificio, la tenuta all’aria e all’acqua. Per garantire li-

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velli prestazionali elevati si ipotizza di utilizzare tecnolo-gie avanzate quali facciate ventilate o murature iperiso-late, tenendo in considerazione il fatto che gli impiantidi climatizzazione rivestono all’interno dell’edificio unruolo molto importante per la regolazione e manteni-mento delle condizioni di comfort per tutto l’arco dellagiornata, anche in funzione dell’esposizione al sole del-le facciate, delle ombre portate dall’edifico stesso o daedifici circostanti.

Analogamente gli infissi esterni devono avere i se-guenti requisiti: controllo dell’irraggiamento termico so-lare tramite l’utilizzo di vetri speciali (a doppia camera,basso-emissivi, ecc), isolamento termico confrontabilea quello delle parti opache (infissi a taglio termico) inmodo tale da limitare i ponti termici, tenuta all’acqua eall’aria molto elevata. Inoltre dovranno essere tutti apri-bili per facilitare la pulizia di serramenti e facciata.

Gli infissi dovranno garantire livelli prestazionalimolto elevati; dovranno essere chiusi a chiave per evi-tare che gli utenti possano aprirli e provocando il mu-tare delle condizioni microclimatiche interne, con unaalterazione dei valori di temperatura e umidità dell’ariaall’interno dell’edifico, e facendo così funzionare gli im-pianti di climatizzazione in modo scorretto. La caposalae/o personale infermieristico autorizzato avranno copiadella chiave per aprire gli infissi in caso di bisogni parti-colari del paziente.

Per la regolazione del microclima interno dell’edifi-cio, ricoprono un ruolo di primaria importanza i sistemidi oscuramento posti a protezione degli infissi, colloca-ti all’esterno o all’interno dell’edificio, tenendo in consi-derazione il fatto che le tende o altri sistemi di oscura-mento esterni, rispetto a quelli interni, abbassano note-volmente il carico termico dovuto alla radiazione solarediretta.

I requisiti fondamentali che deve avere la copertu-ra sono: controllo della condensazione interstiziale esuperficiale, controllo dell’inerzia termica estiva e inver-nale, isolamento termico, resistenza e tenuta all’acquae all’aria. La copertura infine dovrà garantire livelli pre-stazionali diversi in funzione della tipologia di utilizzo:copertura continua piana calpestabile, per la manuten-zione della stessa o degli impianti, tetto giardino, co-pertura discontinua e altre.

La composizione dei vari strati del manto di co-

pertura sarà molto differente. Per garantire condizioni dibenessere termoigrometrico adeguati, si dovranno uti-lizzare tecnologie appropriate, realizzando un pacchet-to di copertura che preveda materiali con un coeffi-ciente di isolamento termico elevato, per limitare gliscambi di calore per irraggiamento verso la volta cele-ste nelle notti con condizioni di cielo sereno, nonchéeliminare eventuali fenomeni di surriscaldamento esti-vo e dispersioni di calore in inverno.

Per i solai a terra i requisiti sono principalmenteconnessi con la tipologia di terreno, la sua stratigrafia, lapresenza di eventuale acque di falda.

Di grande importanza è il corretto abbinamento trai vari elementi che costituiscono l’involucro esterno(muratura-infissi, muratura-solai, ecc.) in modo da evi-tare ponti termici o punti deboli che inneschino feno-meni di degrado patologico e facilitino il decadimentoprestazionale.

Particolare attenzione deve essere posta nella scel-ta delle superfici vetrate, che devono avere buone ca-ratteristiche di filtrazione della radiazione solare, condue finalità:

� contenendo la radiazione entrante nell’edificio silimita la potenza necessaria per il condizionamentoestivo e, quindi, si riducono sia il dimensionamentodell’impianto che i suoi consumi energetici. Solitamen-te si richiede che la superficie vetrata limiti la radiazio-ne solare che passa all’interno dell’edificio al 50% cir-ca di quella incidente;� nello stesso modo si riduce il fastidio, per gli occu-panti, dovuto a irraggiamento diretto sul corpo umano,fonte di notevole sensazione di disagio, specialmenteper quei pazienti che, per vari motivi, potrebbero esse-re bloccati a letto. A questo scopo è inoltre opportunoprevedere anche tendine interne che consentano dischermare ulteriormente la radiazione solare.

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_impianto di climatizzazione-condizionamento È ormai indispen-sabile che l’impianto di climatizzazione/condizionamento sia esteso a tutta la strut-tura e non solo alle zone dove è indispensabile per motivi tecnici, come ad esempiosale operatorie, terapie intensive, ecc.

Il primo e più importante passo per un corretto dimensionamento degli impian-ti di climatizzazione è costituito dai calcoli termofrigoriferi per la determinazione delfabbisogni di ogni ambiente, nelle due stagioni (inverno ed estate, che solitamenteè la più critica fra le due stagioni).

La definizione delle condizioni termoigrometriche e delle portate di ventilazioneda garantire alle diverse tipologie di ambienti, nonché di altre condizioni (come peresempio il livello di filtrazione dell’aria, la rumorosità ammessa, ecc.), è premessa es-senziale per definire il livello di comfort e mantenimento degli standard igienici. I va-lori che devono essere assunti a riferimento sono riportati nelle seguenti tabelle:

Nello studio, per le condizioni esterne sono state considerate tre diverse condi-zioni geografiche, per valutare l’impatto che può avere la zona climatica sul dimen-sionamento degli impianti di climatizzazione:

sale operatorie

locali annessi a sale operatorie

terapia intensiva

sterilizzazione

camere di degenza

zona pronto soccorso

radioterapia, medicina nucleare

punto nascita

radiologia, analisi, prelievi, ecc.

laboratori (g)

ambulatori

uffici, archivi, ecc.

accettazione, attesa

corridoi

albergo

auditorium, cappella

cabina elettrica / ups

locale batterie

servizi igienici

17-24 +/– 1

24 +/– 1

24 +/– 1

22 +/– 1

24 +/– 1

22 +/– 1

24 +/– 1

22 +/– 1

22 +/– 1

22 +/– 1

22 +/– 1

20 +/– 1

20 +/– 1

20 +/– 1

20 +/– 1

22 +/– 1

16 +/– 1

16 +/– 1

20 +/– 1

40 – 60%

50 +/– 5

50 +/– 5

50 +/– 5

40 +/– 5

40 +/– 5

55 +/– 5

40 +/– 5

40 +/– 5

40 +/– 5

40 +/– 5

40 +/– 5

40 +/– 5

40 +/– 5

40 +/– 5

40 +/– 5

NC

NC

NC

17-24 +/–1

24 +/– 1

24 +/– 1

24 +/– 1

25 +/– 1

26 +/– 1

24 +/– 1

26 +/– 1

26 +/– 1

26 +/– 1

26 +/– 1

26 +/– 1

26 +/– 1

26 +/– 1

26 +/– 1

26 +/– 1

max 30

max 30

NC

40 - 60%

50 +/– 5

50 +/– 5

50 +/– 5

50 +/– 5

50 +/– 5

55 +/– 5

50 +/– 5

50 +/– 5

50 +/– 5

50 +/– 5

50 +/– 5

50 +/– 5

50 +/– 5

50 +/– 5

50 +/– 5

NC

NC

NC

condizioni termoigrometriche interne

inverno estate

temp. (°c) umid. rel. (%) temp. (°c) umid. rel. (%)

ambienteNote

NC = non controllata

(a) condizioni operative / inmantenimento

(b) oppure a bilanciamento

(c) giorno / notte

(d) + = + 4 Pa / – = – 4 Pa

(e) da verificare caso per casoper le zone filtro

(f) vale la condizione piùrestrittiva fra le due

(g) le condizioni indicatevalgono per laboratori senzaattività particolari; perquest’ultimi, si applicano condizioni diverse caso percaso

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sale operatorie

locali annessi a sale operatorie

terapia intensiva

sterilizzazione

camere di degenza

zona pronto soccorso

radioterapia, medicina nucleare

punto nascita

radiologia, analisi, prelievi, ecc.

laboratori (g)

ambulatori

uffici, archivi, ecc.

accettazione, attesa

corridoi

albergo

auditorium, cappella

cabina elettrica / ups

locale batterie

servizi igienici

20 / 4 (a)

8

8 - 12

8

3

5

12 / 3 (a)

5 / 2 (a)

5 / 2 (a)

6

5 / 2 (a)

3

12

1,5

3

3

3

3

40

40

30

14

4

4

4

1

3

13

2

2

2

2

3

12

1 (b)

3

3

8

12

++++

+++

+++

+++

+

+

– –

++

+

+

+

0

0

0 (e)

0

0

0

– – –

portata aria (vol/h) sovrapress. (+)

o

depress. (–) (d)

esterna (f ) ripresa

vol/h m3/h pers. ripresa vol/h

ambiente

sale operatorie

locali annessi a sale operatorie

terapia intensiva

sterilizzazione

camere di degenza

zona pronto soccorso

radioterapia, medicina nucleare

punto nascita

radiologia, analisi, prelievi, ecc.

laboratori (g)

ambulatori

uffici, archivi, ecc.

accettazione, attesa

corridoi

albergo

auditorium, cappella

cabina elettrica / ups

locale batterie

servizi igienici

g4 + f9 + h14

g4 + f9 + h14

g4 + f9 + h14

g4 + f9

g4 + f9

g4 + f9

g4 + f8 + h10

g4 + f9

g4 + f9

g4 + f9

g4 + f9

g4 + f9

g4 + f9

g4 + f9

g4 + f9

g4 + f9

g4 + f8/9

g4 + f8/9

35

35

35

35

33 / 30 (c)

45

45

40

40

40

40

45

45

45

40

35

40

grado filtrazione aria pressione acusticaimmessa espulsa in ambiente db (a)

ambiente

f8/9

f8/9

f8/9

f8/9

f8

g4 + f8

f9 + carboni attivi

f8/9

f8/9

f8/9

f8/9

f8/9

f8/9

f8/9

f8/9

f8/9

g4

g4

g4 + f8

Note

NC = non controllata

(a) condizioni operative / inmantenimento

(b) oppure a bilanciamento

(c) giorno / notte

(d) + = + 4 Pa / – = – 4 Pa

(e) da verificare caso per casoper le zone filtro

(f) vale la condizione piùrestrittiva fra le due

(g) le condizioni indicatevalgono per laboratori senzaattività particolari; perquest’ultimi, si applicano condizioni diverse caso percaso

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� Caso 1: si considera la situazione limite “calda”, per esempio Napoli, Messina,Palermo� Caso 2: si considera la situazione climaticamente intermedia, corrispondente al-le principali città di pianura dell’Italia settentrionale (es.: Milano, Torino)� Caso 3: si considera la situazione limite “fredda” corrispondente alle principali lo-calità di media montagna dell’Italia settentrionale (es.: Bressanone o Brunico).

I risultati ottenuti per i tre casi sono riepilogati nella seguente tabella:

A seconda dell’area climatica, la potenza termica necessaria può oscillare fra 4,5MW e 9,5 MW, mentre la potenza frigorifera oscilla fra 7 MW e 12,5 MW (nell’areapiù calda si ha ovviamente la minima potenza termica accoppiata alla massima po-tenza frigorifera, e viceversa nell’area più fredda).

Negli ospedali, in qualunque ambiente abbia affinità con le attività sanitarie, èimposto per legge il ricambio forzato dell’aria ed è preferibile non avere il ricircolodella stessa. Pertanto, sono necessari impianti di ventilazione forzata con unità chetrattino solamente aria esterna, cioè a totale ricambio d’aria, senza ricircolo. Un suc-cessivo elemento di approfondimento consiste nella scelta fra impianti a tutta aria eimpianti aria-acqua.

Quanto sopra vale per gli ambienti a utilizzo ospedaliero, mentre per altre zone,come per esempio l’albergo e l’auditorium, è possibile pensare anche a soluzioni di-verse, con un parziale ricircolo dell’aria trattata. Si adotteranno (in alternativa o con-temporaneamente) le seguenti tipologie impiantistiche:

� impianti aria-acqua con aria primaria e ventilconvettori (preferibilmente a quat-tro tubi);� impianti a tutta aria con parziale ricircolo.

L’attenzione, comunque, deve essere concentrata principalmente sulle aree a uti-lizzo ospedaliero. Per queste aree è stata esaminata attentamente la possibilità di im-

1

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Napoli, Messina,

Palermo

Milano, Torino

Bressanone, Brunico

920.000

940.000

980.000

830.000

800.000

790.000

caso esempi di località potenza massima (kw) portata aria m3/h

inverno estate inverno estate

6.900

– 2.400

4.500

9.800

– 3.600

6.200

14.900

– 5.600

9.300

lorda

rec. calore

netta

lorda

rec. calore

netta

lorda

rec. calore

netta

13.500

– 1.000

12.500

10.300

– 700

9.600

7.400

– 400

7.000

Note

I valori indicati tengono già contodei seguenti coefficienti dicontemporaneità:

• inverno: 90%

• estate: 75%

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piego di impianti di tipo aria-acqua, che consentono unfondamentale vantaggio: il carico ambiente viene co-perto principalmente mediante corpi scaldanti/refrige-ranti, e quindi la portata d’aria è limitata strettamente al-le esigenze di ventilazione con aria esterna, riducendoquindi fortemente il consumo energetico per il tratta-mento dell’aria esterna (ciò vale soprattutto in estate,perché in inverno l’impiego di recuperatori di caloreconsente di recuperare una quota consistente del calo-re posseduto dall’aria espulsa).

Un ulteriore importante vantaggio di questi im-pianti consiste nel fatto che la riduzione della portatad’aria consente una parallela riduzione delle dimensio-ni dei canali per l’aria stessa, e quindi una più agevoledislocazione dei canali stessi e degli impianti in gene-rale nei controsoffitti.

Tale vantaggio, però, risulta consistente e quindi in-teressante solamente in quelle aree dove la portata diventilazione è più bassa.

L’esperienza dimostra che nella maggior parte deireparti ospedalieri la portata d’aria massima necessariain estate negli impianti di tipo a tutta aria risulta di 6-7volumi/ora.

In taluni reparti (terapie intensive, comparti opera-tori, radioterapia e similari), le portate di ventilazionesono uguali o addirittura superiori a tale valore, e quin-di l’utilizzo di impianti aria-acqua non consentirebbe co-munque di ottenere alcun risparmio; in queste tipolo-gie di reparti, l’impianto di climatizzazione sarà del tipoa tutta aria, senza ricircolo (100% di aria esterna).

Viceversa, nei reparti di degenza o nei reparti diambulatori, dove le esigenze di ventilazione sono limi-tate a 3-4 volumi/ora, il risparmio in termini di portatadi ventilazione, consentito da un impianto aria-acqua, èparticolarmente consistente (nelle aree più calde, il ri-sparmio si ha nella stagione estiva, in quelle più freddenella stagione invernale). Pertanto, in queste aree sipropone l’impiego di impianti con travi fredde (a quat-tro tubi), più aria primaria.

Oltre alla scelta del tipo di impianto, particolare im-portanza deve essere posta anche nella scelta di unacorretta distribuzione dell’aria.

Il flusso d’aria negli ambienti deve essere diffuso ea bassa velocità, in modo da evitare sensazioni di dis-agio legate all’impatto fastidioso dell’aria in movimento

sulle persone; ciò si otterà con l’utilizzo di diffusori adalta induzione.

Altro problema di fondamentale importanza nellearee a utilizzo ospedaliero è quello del mantenimentodei corretti rapporti di pressione differenziale fra aree autilizzo diverso.

Esistono sia tipologie di locali in cui, per evitarecontaminazioni da agenti esterni e mantenere le con-dizioni di sterilità necessarie, è richiesta la presenza diuna pressione ambiente superiore a quella dei localicircostanti; sia tipologie in cui, per evitare trasmissionedella contaminazione verso l’esterno, è richiesta la pre-senza di una pressione ambiente inferiore a quella deilocali circostanti.

Per questo, risulta necessario installare dei misura-tori/trasmettitori di pressione differenziale che consen-tano di valutare la differenza di pressione tra l’ambien-te controllato e quelli circostanti in modo da poter agi-re sui ventilatori di mandata e ripresa aria (che dovran-no pertanto essere a velocità variabile) al fine di man-tenere i valori richiesti di pressione ambiente.

_BENESSERE VISIVO

Al fine di garantire anche un benessere visivo, sidescrivono le condizioni che consentano di deciderequale tecnologia utilizzare per realizzare l’involucroesterno (infissi, elementi di protezione) e gli impianti diilluminazione. Si evidenziano anche i livelli prestaziona-li ambientali garantiti nelle varie aree funzionali e/o lo-cali (rapporto di illuminazione naturale, lux).

_illuminazione naturale L’involucro esternodeve avere una percentuale consistente di superfici ve-trate per garantire livelli di illuminazione naturale adegua-ti all’interno dell’edificio. Per migliorare i livelli di illumina-zione naturale, si possono utilizzare accorgimenti archi-tettonici tali da limitare elementi orizzontali o verticali chediminuiscono l’ingresso di luce naturale. Inoltre per facili-tare l’ingresso di luce naturale all’interno dell’edificio, sipossono anche utilizzare dei sistemi particolari per inca-nalare o riflettere la luce nei punti più interni dell’edificio.

Gli infissi esterni e i relativi sistemi di oscuramentosono l’elemento di regolazione del flusso di luce natu-4

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rale all’interno dell’edificio. I sistemi di oscuramentopossono essere fissi o mobili (es. lamelle frangisole) inmodo tale da garantire un livello di illuminazione uni-forme e regolabile senza avere fenomeni di abbaglia-mento. Tipologicamente i sistemi di oscuramento do-vranno essere differenziati per le parti di edificio cheospitano le degenze e quelle che contengono attività didiagnosi (ambulatori, blocchi operatori, ecc.). Per la de-genza è opportuno prevedere un sistema che garanti-sca la totale oscurabilità all’interno delle camere, men-tre per i locali destinati ad ambulatori, blocco operato-rio, e altri, si possono utilizzare sistemi che garantisco-no livelli di oscurabilità parziale.

Qualunque soluzione venga adottata, essendo ele-menti per lo più mobili, è necessario prevedere la loropulizia e manutenzione.

_illuminazione artificiale L’ambiente che cicirconda, costituito da spazio, luce e colore ha unagrande incidenza sul nostro benessere psico-fisico. Ne-gli ultimi anni numerose ricerche hanno dimostrato cheun ambiente confortevole favorisce la guarigione, an-che in caso di gravi patologie, in particolar modo se ciriferiamo alla luce, perché quest’ultima agisce sul no-stro corpo come sincronizzatore regolando secondouna precisa e necessaria scansione temporale, moltefunzioni periodiche del nostro organismo.

La quantità di fotoni che colpisce la nostra retinacontrolla numerose importantissime attività del nostrocorpo, in particolar modo quelle con andamento perio-dico, un esempio per tutti il ciclo sonno/veglia, ma an-che il ciclo ormonale, l’appetito ecc., ossia tutti elementideterminanti per il nostro benessere.

In un’analisi delle attuali strutture ospedaliere ci ren-deremmo immediatamente conto che questo aspettodella luce non è solitamente preso in adeguata conside-razione. Nella maggioranza dei casi i pazienti vivono im-mersi in uno stato costante di penombra, senza riceveresufficienti informazioni sul mutare dell’ambiente esterno.

A questa situazione luminosa il corpo risponde indue modi distinti, il primo più fisiologico, il secondo psi-cologico.

La mancanza di luce biologicamente rilevante in-duce uno stato di torpore costante che impedisce unreale riposo; inoltre la costanza delle variabili ambienta-

li produce una sorta di immobilità temporale che fa per-cepire il tempo immensamente più lungo, tanto chedue o tre giorni di degenza possono sembrarci comeuna settimana.

Una corretta illuminazione invece deve necessa-riamente tener conto di almeno due variabili fonda-mentali:

1) La quantità di luce artificiale deve essere variabilein termini di intensità. Condizione questa che ben sisposa non solo con il benessere del paziente ma an-che con le necessità della struttura. Avere un impiantoflessibile consente:

• la gestione di tutte le problematiche illumino-tecniche (notturna, generale, lettura ecc…) con unridotto numero di tipologie di apparecchi; • un minor consumo di energia elettrica; • il prolungamento della vita delle sorgenti, di-minuendo il numero dei re-lamping.

2) La qualità della luce artificiale deve essere variabi-le, come è variabile, con il trascorrere del tempo, la lu-ce del giorno. Questa flessibilità è applicabile soprattut-to in termini di temperatura di colore. Un impianto fles-sibile consente, con piccoli e non dispendiosi accorgi-menti, di riprodurre il trascorrere del tempo solare at-traverso il mutare dei toni della luce. Senza avere lapresunzione né la necessità di simulare l’alba e il tra-monto, ma con un semplice passaggio dai 3000 ai7000 K, è possibile riprodurre percettivamente l’anda-mento del sole. In questo modo il paziente ha la sen-sazione che il tempo scorra più velocemente senzaperdere la sincronizzazione del ritmo circadiano, senzacontare l’elevato grado di comfort di questo tipo dipaesaggio luminoso.

Il problema dell’abbagliamento è solamente in ap-parenza di facile soluzione poiché spesso chi progettagli spazi ospedalieri dimentica che la fruizione di talispazi è fortemente influenzata da una prevalente posi-zione di osservazione diversa da quella consueta: quel-la distesa. L’impiego di ottiche dark light, ormai ampia-mente diffuso, può non essere sufficiente. Basti pensa-re ai corridoi.

Quasi sempre le aree dedicate al passaggio sonoilluminate con una fila centrale di faretti o fluorescenze,

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con il risultato che il malato trasportato su di un lettinoattraverso questi corridoi viene colpito negli occhi conregolarità dall’emissione diretta di questi apparecchi.L’impiego per esempio di gole luminose laterali risolve-rebbe il problema in modo non solo efficace ma anchevantaggioso dal punto di vista economico.

Gli schemi di illuminazione normalmente utilizzatinegli impianti alberghieri sono spesso facilmente appli-cabili, con qualche piccolo accorgimento, per risolverele esigenze più complesse dell’ospedaliero.

_la percezione della malattia Fino ad oraabbiamo sottolineato quanto sia importante per il de-gente che lo spazio che lo circonda non ricordi conti-nuamente la malattia.

Nonostante gli attori della progettazione moltipli-chino i loro sforzi per una gradevole riqualificazioneambientale ci sono dei segni distintivi dell’ospedalitàparticolarmente difficili da eliminare. Uno di questi è iltestaletto. Quest’ultimo è di grande importanza perconcentrare gli impianti necessari per la cura del pa-ziente, e anche se tutti riconosciamo che primo requi-sito necessario del prodotto è la sua funzionalità, dob-biamo ammettere che pochissimi sforzi sono stati fattiper renderlo un po’ più gradevole.

La funzionalità del prodotto è stata spesso alibi perla sua conformazione estetica e per la standardizzazio-ne della sua installazione.

Tuttavia i produttori devono essersi accorti dellanecessità del requisito estetico in abbinamento a quel-lo funzionale e iniziano a comparire sul mercato solu-zioni più interessanti. Una di queste è l’orientamentoverticale del prodotto.

In questo modo è possibile servire due postazionicon un solo ancoraggio e “mascherare” il prodotto do-tandolo di un piano di appoggio di facile accesso per ilmalato che può sostituire il comodino.

Un’altra soluzione per alleggerirne l’impatto è esclu-dere da quest’ultimo la funzione di corpo illuminante.Per farlo è necessario che la struttura nel suo comples-so sia dotata di un impianto flessibile; questo consenti-rebbe di alleggerire il prodotto, di semplificarlo e proba-bilmente di ridurre in modo significativo il suo costo.Tanto più che l’illuminazione data dal testaletto è quasisempre insufficiente e spesso mal distribuita.

_l’illuminazione ausiliaria In una situazionedi luce complessa come quella ospedaliera è impor-tante prevedere fin dall’inizio le funzioni luce ausiliariecome la notturna e l’emergenza. Le nuove tecnologiecome i led e le pellicole ottiche mettono a disposizio-ne soluzioni molto avanzate sia dal punto di vista tec-nico che estetico-funzionale. I led in modo particolareper durata, efficienza e dimensioni si prestano per ap-plicazioni anche complesse. Per esempio queste nuo-ve sorgenti possono essere integrate nei corrimano del-le scale e dei corridoi, con un pregevole risultato este-tico e nel contempo con la possibilità di assolvere con-temporaneamente alla funzione di luce di emergenzae di segnalazione notturna.

Altre applicazioni della stessa tipologia di sorgentepossono essere studiate integrandole nell’architettura,come linee di luce affogate nella pavimentazione conresine speciali.

Un altro prodotto molto interessante sono le pelli-cole a conduzione di luce. Funzionano, come le fibreottiche, sul principio dell’angolo limite; soltanto posso-no trasportare la luce percorrendo fino a 80 m, conun’uniformità garantita dello 0.8 e alti livelli di efficien-za luminosa. È possibile ottenere un illuminamentomedio di 120 lux in un corridoio con misure standarde lunghezza 80 m impiegando soli 500 W.

Gli stessi condotti di luce possono essere montatiin verticale per esempio per l’illuminazione delle scale.Un solo punto luce, un solo accesso per la manuten-zione ed un significativo effetto scenico.

Questi prodotti, disponibili ormai da qualche annosul mercato, consentono con un moderato investimen-to iniziale di ottenere grandi vantaggi economici e digestione nel medio-lungo periodo. I led per esempiodurano circa 80.000 ore, quindi praticamente non ne-cessitano di manutenzione, sono a bassissimo consu-mo energetico a fronte di un’altissima efficienza in ter-mini di lm/W, sono infrangibili e stagni e funzionano abassissimo voltaggio, tanto che per alcune operazionidi installazione non è necessario nemmeno toglieretensione alla linea di alimentazione. Molti di questi van-taggi valgono anche per i conduttori di luce. Pensiamoa quante rampe di scale ci sono normalmente in unastruttura ospedaliera. Ogni rampa necessita di una illu-minazione tradizionale di almeno due punti luce. Con4

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un tubo a conduzione di luce possiamo illuminare 5piani di scale con un solo punto luce. Solo in operemurarie abbiamo recuperato l’investimento in tecnolo-gia, senza contare il consumo energetico e i risparmi intermini di manutenzione.

_la segnaletica In molti casi valgono le conside-razioni fatte nel paragrafo precedente sulle nuove tec-nologie di luce; aggiungiamo soltanto che nel caso deitubi di luce è possibile integrare la grafica di segnala-zione. Ritornando all’esempio della scala possiamo se-gnalare piano e servizio direttamente sul corpo illumi-nante.

Una delle lamentele più frequenti raccolte dall’u-tenza ospedaliera è la difficoltà di orientamento all’in-terno della struttura. Pannelli informativi e cartelli sonorisultati spesso insufficienti a fornire indicazioni corretteper quanto riguarda l’ubicazione dei vari reparti e servi-zi ospedalieri.

Anche in questo caso la luce può divenire utilestrumento di comunicazione attraverso forma e colore.Non sono rari esempi di applicazione del colore per dif-ferenziare diverse aree di competenza negli uffici o di-verse aree espositive nei musei, la stessa strategia po-trebbe essere applicata alla differenziazione dei repartiospedalieri, magari rafforzata da una finitura estetica delcorpo illuminante. Nulla è più immediato e facilmentecomprensibile di forma e colore, che del resto sono iprimi passi del nostro apprendimento visivo.

_il piano di manutenzione In molti casi ilproblema della manutenzione viene affrontato a im-pianto ultimato. Questo comporta una sostanziale dis-organizzazione delle operazioni con costi aggiuntivi so-stenuti in termini di tempo necessario alle operazioni ecosto delle stesse. Se la manutenzione viene progetta-ta insieme all’impianto è possibile ottenere enormi van-taggi sotto tutti i punti di vista. Per esempio è possibileutilizzare sorgenti luminose con caratteristiche simili intermini di durata per zone, in modo da arginare il di-sagio del re-lamping a spazi circoscritti e con tempi ri-stretti. Le sorgenti utilizzate dovrebbero essere con du-rata non inferiore alle 5000 h e a basso consumo ener-getico. Inoltre l’uso di alimentazioni elettroniche contri-buisce a prolungare la vita e l’efficienza delle sorgenti,

eliminando ronzii e sfarfallii. Se a queste considerazio-ni aggiungiamo la flessibilità dell’impianto sulla qualeabbiamo tanto insistito possiamo ridurre le spese ener-getiche e di manutenzione fino al 70% nel medio lun-go periodo.

Un’ultima considerazione, ma non ultima per im-portanza, va fatta sulla pulizia dei corpi illuminanti. Ledifferenze di calore e i conseguenti moti dell’aria intor-no agli apparecchi possono contribuire, in maniera de-cisiva, all’efficienza complessiva dell’impianto a causadella polvere. La forma e i materiali che costituisconol’apparecchio, opportunamente selezionati, possono ri-durre il fenomeno in modo significativo; tuttavia un ul-teriore progresso potrebbe essere fatto utilizzando gliapparecchi a zero movimentazione di polveri, disponi-bili sul mercato ormai da qualche anno ma purtroppoancora poco conosciuti.

L’installazione dei corpi illuminanti per l’illuminazio-ne artificiale degli ambienti assicurerà un livello di illu-minamento di esercizio, in tutti i locali dell’insediamen-to, nel rispetto delle raccomandazioni di cui alla NormaUNI 10380 e successive varianti, in funzione del tipo diattività svolta all’interno del locale stesso. La NormaUNI 10380 indica infatti i requisiti che deve avere l’illu-minazione per essere adeguata, in modo da salvaguar-dare la sicurezza, la salute e il benessere dei fruitori de-gli ambienti; tale concetto, ribadito dal DLgs 626/94,era già inserito nel DPR 547/55.

_BENESSERE ACUSTICO

Si descrivono tutte le condizioni che consentano didecidere quale tecnologia utilizzare per realizzare l’in-volucro esterno (murature, infissi, copertura, solaio aterra) le partizioni interne (pareti interne, infissi interni,solai intermedi) e gli impianti di climatizzazione – con-dizionamento, per abbattere la trasmissione dei rumoriinterni ed esterni. Si evidenziano anche i livelli presta-zionali ambientali garantiti nelle varie aree funzionalie/o locali (pressione acustica risultante negli ambienticon impianti di condizionamento in funzione).

_rumori esterni La Legge 447 del 1995 “LeggeQuadro sull’Inquinamento Acustico” impone rigida-

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mente in 40 dB(A), il limite che le pareti esterne, in-clusi i serramenti devono garantire. L’involucro esternoè l’elemento di regolazione e mediazione tra l’internodell’edificio e l’esterno per quanto riguarda i rumori ae-rei prodotti nell’intorno dell’edificio (traffico, aerei, ecc.).

Gli elementi fondamentali da prendere in conside-razione sono quindi la composizione e stratificazionedelle murature di elevazione esterne, la tipologia di in-fissi, la stratificazione e composizione dei solai di co-pertura.

Il requisito fondamentale che devono avere èquindi l’isolamento acustico ai rumori aerei esterni.

Per quanto concerne le murature esterne, per arri-vare ad avere dei livelli prestazionali alti, si possono uti-lizzare, oltre alle tecnologie tradizionali – che prevedo-no murature con materiali pesanti (laterizi, blocchetti incalcestruzzo, ecc) con controparete interna in carton-gesso con interposti pannelli di materiale fonoisolantee con l’eventuale utilizzo di sistemi di facciata ventilataall’esterno – anche tecnologie leggere, come ad esem-pio involucri esterni iperisolati, che sfruttano le capacitàdi isolamento acustico dei materiali utilizzati nella stra-tificazione della muratura (lana minerale, ecc.).

Gli infissi hanno un ruolo molto importante per ga-rantire i livelli di isolamento acustico attesi, in quantoavendo molti punti di discontinuità (ponti sonori), sonol’elemento tecnologico sul quale soffermarsi maggior-mente sia a livello di progettazione che di realizzazione.Maggiore attenzione va posta nella scelta del tipo di in-fisso da utilizzare (vetri e sistemi di tenuta, guarnizioni),nella realizzazione degli elementi di interfaccia tra infis-so e muratura (le fessure vanno doppiate con materia-le di “massa”). Per abbattere ulteriormente il rumoreesterno, si possono utilizzare anche degli schermi riflet-tenti collocati all’esterno in modo tale che le onde so-nore non colpiscano direttamente le parti trasparentidell’involucro che sono le più vulnerabili.

_rumori interni Per quanto concerne l’isola-mento acustico dai rumori interni all’edificio prodottidalle persone, dagli impianti e dalle attrezzature medi-cali, che si propagano per via aerea o per via solida, l’at-tenzione va posta sulla progettazione delle partizioni in-terne all’edificio quali murature, controsoffitti, solai, in-fissi interni.

La tecnologia da privilegiare per le murature, an-che per il grado di flessibilità che garantisce, è quellache prevede l’utilizzo di sistemi leggeri come il carton-gesso su struttura metallica che, a seconda dei livelli diisolamento acustico che si vogliono ottenere, è da uti-lizzarsi con sistemi a lastra doppia, con o senza lana mi-nerale, di diverso spessore e densità, interposta all’in-terno dell’intercapedine. Particolare attenzione richiedel’esecuzione dei giunti acustici da realizzarsi tra le variemurature interne in cartongesso, tra muratura e solaio,tra murature interne e quelle esterne. Per eliminare iponti acustici dovranno essere adottati alcuni accorgi-menti, opportunamente combinati a seconda delle si-tuazioni: particolari profili metallici, l’interposizione trastruttura di ancoraggio e profili metallici di elementi digiunto acustico (nastro di guarnizione isolante), il riem-pimento dei giunti tra muratura e infissi con materialedi “massa”.

Il controsoffitto dovrà avere caratteristiche diverseper garantire livelli di comfort acustico differenti in basealle zone in cui viene collocato. Si possono utilizzarecontrosoffitti riflettenti o assorbenti. A tal proposito sipossono utilizzare controsoffitti composti da fasce late-rali in gesso e fascia centrale in doghe d’alluminio, ocon doghe d’alluminio microforato con materassinoacustico a elevato assorbimento acustico, piuttosto checontrosoffitti in cartongesso a orditura metallica concompleta stuccatura dei giunti.

Per quanto concerne la trasmissione dei rumoriper via solida, bisogna intervenire sui solai, sugli im-pianti e sui punti di connessione tra impianti e elementidi partizione interna dell’edificio. Per ridurre la trasmis-sione dei rumori d’urto è necessario interrompere lacontinuità per via solida delle vibrazioni. A tal propositoi solai avranno un manto di rivestimento smorzante, esarà realizzato un taglio acustico fra pavimento e solaiointerponendo un materiale elastico (fibra minerale,ecc.), mentre i controsoffitti sull’intradosso del solaiosaranno completamente desolidarizzati dal solaio equindi sospesi elasticamente.

Altri punti critici da tenere sotto controllo sono igiunti acustici tra le varie partizioni interne all’edificio.

Per quanto concerne gli impianti, l’attenzione vaposta sull’isolamento acustico degli impianti meccanicie di scarico e dei punti di passaggio dei medesimi nel-4

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le murature in gesso rivestito, in modo tale da limitarele superfici di contatto.

Le centrali (termofrigorifera, cogenerazione, gas me-dicinali) con macchine che producono forte rumore, so-no collocate all’esterno dell’edificio principale e, comun-que, verranno realizzate in modo da minimizzare il ru-more in uscita e far sì che il rumore residuo al perimetrodel fabbricato ospedaliero sia inferiore a 40 dB(A).

I rumori interni all’edificio sono dovuti fondamen-talmente all’impianto di condizionamento, soprattuttoper i sistemi ad aria. Gli impianti verranno realizzati conopportuni accorgimenti (per esempio: silenziatori inte-grati nelle unità di trattamento aria in centrale e ulte-riori silenziatori integrati nelle cassette a portata varia-bile poste in ambiente), in modo da contenere il ru-more negli ambienti occupati al di sotto dei limiti di ac-cettabilità, che sono indicati in allegato per ogni tipolo-gia di area.

_BENESSERE RESPIRATORIO-OLFATTIVO

Si descrivono tutte le condizioni che consentano didecidere quale tecnologia utilizzare per realizzare l’in-volucro esterno (infissi) e gli impianti di climatizzazione– condizionamento, per avere un corretto e adeguatoricambio dell’aria. Si evidenziano anche i livelli presta-zionali ambientali garantiti nelle varie aree funzionalie/o locali (ricambi d’aria naturale, ricambi d’aria d’e-strazioni e di rinnovo, sovrappressioni e depressioni ri-spetto all’esterno).

_aerazione naturale Per quanto concernel’aerazione naturale, il ricambio dell’aria è garantito inparte dalle ampie finestrature che verranno previstesull’involucro esterno e in parte dall’impianto meccani-co. Gli infissi possono avere un grado di permeabilitàall’aria più o meno alto in modo tale da favorire l’in-gresso di aria esterna dai giunti, o da altri elementi checompongono l’infisso, come i cassonetti ventilanti chepermettono il ricambio d’aria negli ambienti con cor-renti a bassa velocità, piuttosto che serramenti partico-lari con meccanismi meccanici di apertura di fessureche permettono l’ingresso dell’aria. Per avere quindi co-sti inferiori di gestione e di realizzazione degli impianti

meccanici, si possono attuare delle soluzioni che per-mettano di diminuire i ricambi d’aria da garantire conl’impianto, favorendo l’ingresso di aria esterna negliambienti. Per quei locali nei quali non è possibile ga-rantire l’aerazione naturale, si prevedono dei sistemi diaerazione meccanica per i ricambi d’aria necessari.

_aerazione artificiale I livelli di comfort am-bientale e purezza dell’aria necessari in un ospedale,possono essere ottenuti solamente con impianti dicondizionamento a ventilazione forzata.

I sistemi che vengono quindi utilizzati con questiimpianti, per garantire un adeguato comfort ambienta-le, devono tenere conto, oltre che delle condizioni ter-moigrometriche da realizzare (temperatura e umiditàrelativa), anche del grado di purezza dell’aria. Questoviene ottenuto agendo su:

� numero di ricambi d’aria in immissione ed estra-zione;� grado di filtrazione dell’aria immessa;� sovrapressione o depressione da mantenere inambiente, rispetto alle aree limitrofe.

Per quanto riguarda le condizioni di sovrapressionee depressione da mantenere, il problema è particolar-mente importante in aree a destinazione d’uso partico-lare, già descritte nel punto “Impianto di climatizzazio-ne-condizionamento”, al quale si rimanda.

_Condizioni di gestione emanutenzione

La pulibilità, la manutenibilità, la flessibilità e laconseguente adattabilità dei singoli spazi alle variabilinecessità dei fruitori sono esigenze fondamentali di unorganismo ospedaliero e sono strettamente connesse.

Il continuo evolversi delle tecnologie diagnostiche,il mutare dei processi di diagnosi e cura e il continuomodificarsi del peso e della struttura di alcune aree fun-zionali fanno della flessibilità il vero tema fondante diuna corretta progettazione ospedaliera.

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L’esperienza quotidiana insegna che anche ospe-dali molto avanzati a concezione innovativa subiscono– ripetutamente e ciclicamente – profonde trasforma-zioni e adattamenti radicali.

Le scelte di tipo tecnologico, strutturale e impianti-stico devono consentire la possibilità di cambiare desti-nazione d’uso a intere porzioni di edificio, limitando almassimo il disagio per gli utenti dell’ospedale e facili-tando e velocizzando al massimo l’intervento di ristrut-turazione.

_FLESSIBILITÀ DELL’ORGANISMO ARCHI-TETTONICO

L’impianto complessivo dell’ospedale e le soluzio-ni tecnico-costruttive devono garantire tre livelli di fles-sibilità di scala differente: per l’intero complesso, peraree funzionali, per singolo ambiente.

Il primo livello di flessibilità è quello dell’impiantocomplessivo, che deve consentire che siano già indivi-duate le possibili aree di ampliamento e che questesiano coerenti con l’impianto originario.

Il secondo livello di flessibilità che deve essere as-sicurato investe la effettiva trasformabilità delle areefunzionali, cioè la possibilità che fra aree funzionali cisiano degli slittamenti fra le varie parti, e questo puòessere ottenuto solo con “spazi polmone”, prevedendocioè degli spazi che sono in una condizione di non fi-nito, disposti in punti strategici di confine tra aree fun-zionali contigue.

Il terzo livello di flessibilità, altrettanto importante, èla trasformabilità delle singole aree funzionali, ovvero lapossibilità di modificare agevolmente le unità ambien-tali di base e questo implica l’uso di materiali e solu-zioni tecnologiche appropriate, tendenzialmente “a sec-co”, su una maglia ordinatrice e con uno spazio tecnicodi servizio distribuito in maniera uniforme.

_aree di espansione esterne Di fondamen-tale importanza è pensare all’ospedale non come unedificio concluso e finito, ma come una struttura in con-tinua evoluzione e trasformazione, in funzione del con-tinuo mutare dell’esigenza di nuovi spazi per nuove at-tività.

L’ospedale deve essere progettato in modo taleche ci sia la possibilità di ampliare l’edificio realizzandonuovi corpi di fabbrica e che questi ampliamenti risulti-no coerenti con l’impianto complessivo sia da un pun-to di vista figurativo che tecnologico e strutturale. Lapredisposizione di allacciamenti impiantistici primari ela previsione dei possibili ampliamenti nella valutazionee nel dimensionamento degli impianti sono elementifondamentali per garantire un’effettiva possibilità di am-pliamento in tempi rapidi.

_aree di espansione interne Al fine di ga-rantire poi una diversa distribuzione delle aree funzio-nali con eventuali ampliamenti, l’unico modo possibileè quello di prevedere, all’interno dell’edificio, quelli cheabbiamo definito “spazi polmone” ovvero delle aree dalasciare al rustico, senza finiture, ma con i circuiti degliimpianti principali disponibili, da collocare se possibilenelle vicinanze di quei reparti o in quei piani, dove siprevedono trasformazioni o ampliamenti futuri.

_modificabilità delle unità ambientali dibase La modificabilità interna delle unità ambientali dibase delle Aree Funzionali deve essere garantita attraver-so una serie di scelte progettuali di differente natura:

� uso più esteso possibile di soluzioni “a secco” qua-li partizioni, controsoffittature, finiture e componenti diarredo che consentono un intervento veloce, sufficien-temente “pulito”, poco rumoroso e complessivamentepoco invasivo;� adozione di una maglia modulare ordinatrice cheregoli l’organizzazione interna delle unità-base e dellecomponenti favorendone la standardizzazione;� presenza di un interpiano tecnico il più esteso pos-sibile e di altezza utile adeguata integrato dalla massimaforabilità possibile dei solai, e un apparato di colonnemontanti regolari e ispezionabili dai percorsi principali;� cavedi primari per gli impianti tecnologici, mecca-nici, elettrici, accessibili e ispezionabili a tutti i livelli edistribuiti uniformemente nei corpi di fabbrica.

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_FLESSIBILITÀ DEL SISTEMA TECNOLOGICO

È fondamentale avere all’interno dell’ospedale unaflessibilità tale da garantire cambiamenti di layout inter-no minimizzando i costi, i disagi agli utenti e i tempi diesecuzione delle opere necessarie. Per avere livelli ele-vati di flessibilità bisogna operare scelte di tipo tecnolo-gico, strutturale e impiantistico. È necessario, in sede diprogettazione basica, effettuare scelte di tecnologie co-struttive – strutture, impianti e opere civili – che garan-tiscano in sede di costruzione e, soprattutto a regime,di poter intervenire con il minor impatto. Più che le fi-niture civili è importante garantire l’accessibilità e l’ispe-zionabilità degli impianti per una corretta e immediatamanutenzione. Per minimizzare i costi di gestione emanutenzione dell’edificio, bisogna garantire la sostitui-bilità di elementi tecnologici degradati attuando dellescelte di tipo progettuale mirate.

_FORABILITÀ DELLE TRAVI E DEI SOLAI

_versatilità dell’impostazione struttura-le Nel definire l’impostazione strutturale di un com-plesso ospedaliero è necessario tenere presente chel’evoluzione normativa, le tecniche di erogazione deiservizi sanitari, nonché l’evoluzione della scienza medi-ca, comportano frequenti interventi di trasformazionedistributiva e prestazionale del complesso. Tale necessi-tà, insita nella natura stessa della macchina sanitaria, hatrovato storicamente un notevole ostacolo nella rigidez-za degli schemi strutturali spesso privi di risorse specifi-che. È dimostrabile che con modestissimi incrementi dicosto e razionalità progettuale è possibile dotare la strut-tura del complesso di risorse tali da:

� trasformare la maggior parte degli interventi di ri-strutturazione attendibili in interventi precodificati dimanutenzione ordinaria;� consentire gli interventi più incisivi con modestoaggravio progettuale ed esecutivo.

In genere il limite più importante, che effettiva-mente coinvolge le strutture, è caratterizzato dalla dis-tribuzione impiantistica che in sede di ridistribuzione

del layout comporta la creazione di connessioni verti-cali in posizioni diverse dalle originarie. Tale frequenzadell’evoluzione – in linea generale – coinvolge mag-giormente gli edifici “Clinica” ed in misura trascurabilegli edifici “Degenza”.

_forabilità dei solai Per assicurare ampia ver-satilità nonché semplicità ed economicità d’intervento èopportuno che la progettazione della distribuzione im-piantistica verticale avvenga sul tracciato di una meshstrutturale a passo regolare che riporti la distribuzioneplanimetrica sia delle travi (principali e secondarie) chedei travetti di solaio. In tal modo sarà possibile in sedeprogettuale identificare le zone forabili sia nell’imme-diato che nel futuro, preordinando una serie di aree aforabilità diffusa nelle quali l’intervento demolitivo nonnecessita di ulteriore fase progettuale, in quanto giàprevalutato in sede di ideazione del progetto struttura-le/impiantistico.

È dimostrabile che tale approccio rappresenta so-lo una razionalizzazione procedurale e non introducesostanziali modifiche all’impostazione progettuale cor-rente.

Al contrario costituisce decisa innovazione proget-tuale l’ottimizzazione dell’impostazione sopra indicataattraverso l’impiego sistematico di solai bidirezionalianziché monodirezionali. Si tratta, in assoluto, di ele-menti strutturali più efficienti, dotati di risorse in termi-ni di forabilità non confrontabili con solai monodirezio-nali e ottenibili, anche in epoca successiva alla realiz-zazione, sostanzialmente in assenza di interventi strut-turali.

È dimostrabile che l’incremento di costo unitario, aparità di altre condizioni, tra l’impiego di solai monodi-rezionali e quello di solai bidirezionali (compresa diver-sa schematizzazione e costo degli allineamenti delletravi) è valutabile tra il 3,5% (impalcati con sovraccari-co da 5 KN/mq) e il 6,5% (impalcati con sovraccaricoda 10 KN/mq) che, sui costi complessivi dell’interven-to rappresenta un incremento sostanzialmente trascu-rabile (inferiore all’1%).

È possibile disporre di solai a spiccato comporta-mento bidirezionale utilizzando le tecniche esecutivecorrenti (ad esempio solai a predalles) semplicementeattraverso l’introduzione di alcuni cordoli trasversali (5

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nella maglia 7,50 x 7,50 proposta) realizzabili in spes-sore di solaio.

La quantità di totale di armatura nell’impalcato noncambia sostanzialmente (anzi è possibile fare una cer-ta economia), e l’efficienza strutturale complessiva rice-ve un deciso contributo positivo. Inoltre una attenta dis-tribuzione dell’armatura nelle due direzioni consente didisporre di una mesh strutturale interna all’impalcato,nella quale di fatto i campi di solaio racchiusi all’internodi una coppia di travetti principali e trasversali sonosempre forabili senza ulteriore necessità di verifica.

È dimostrabile quindi la possibilità di preordinaresistematicamente la forabilità di un solaio fino ad asoledi circa 40 x 85 cm, comunque collocate nell’impalca-to, anche in numero significativo ed eventualmente af-fiancate, purché aderenti alla mesh dei travetti assuntain fase progettuale.

È chiaro quindi che anche la realizzazione di un ca-vedio impiantistico di dimensioni notevoli, inizialmentenon previsto, può essere ottenuto attraverso l’accorpa-mento di asole, che comunque hanno dimensioni talida ricevere singolarmente canali di importanza signifi-cativa, con la sola accortezza di preservare la continuitàdei travetti principali e trasversali coinvolti dalla colloca-zione della foratura.

Se la struttura è dotata di uno specifico “manualed’uso”, come ormai il contesto normativo richiede, è in-tuitivo che tali interventi possono facilmente essere or-ganizzati mediante l’impiego delle normali squadre ma-nutentive. Analoga impostazione può essere condottaper la predefinizione di sistemi di chiusura di foratureesistenti non più necessarie.

Anche per tale aspetto in allegato “Versatilità” è da-ta ampia dimostrazione di tale ottimizzazione.

_forabilità delle travi principali e secon-darie Anche per le travi principali e secondarie èipotizzabile una dotazione di versatilità rispetto alla fo-rabilità senza significativi incrementi di costo e senzasostanziali modifiche dell’approccio progettuale classi-co, ma unicamente attraverso una attenta distribuzione4

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delle armature e una preorganizzata identificazione del-la distribuzione della forabilità minore (lato foro paral-lelo alla sezione della trave massimo 15 cm).

Anche per tale aspetto in allegato “Versatilità” è da-ta ampia dimostrazione di tale ottimizzazione.

_geometrie di travi e solai Lo spessore di tra-vi e solai è determinato in prima battuta dal rapporto mi-nimo di 1/25 della luce, eventualmente incrementato insituazioni particolari e specifiche. Nei complessi ospeda-lieri, data la notevole dotazione impiantistica distribuita asoffitto, è in genere preferibile la soluzione che vede tra-vi e solai complanari con le seguenti due eccezioni:

� travi perimetrali, eventualmente con funzione diveletta, in grado di fornire notevoli risorse di rigidezzad’insieme del fabbricato;� travi interne ribassate rispetto al solaio fino a unmassimo di 8 cm.

Nel primo caso è dimostrabile che di fatto la pre-senza di travi alte al perimetro dei fabbricati non com-porta vincolo significativo né immediato né futuro, men-tre invece il beneficio in termini di efficienza strutturaleè apprezzabile. Per quanto riguarda il modesto intrados-samento delle travi interne è facilmente verificabile, neicontesti costruiti più o meno recenti, che le strutture disospensione dell’impiantistica di fatto impongono undistacco di circa 10 cm dall’intradosso dell’impalcato;quindi il superamento localizzato di ostacoli di entità in-

feriore a tale misura, di fatto, non rappresenta un vinco-lo apprezzabile (se non psicologico in fase progettuale)e non comporta deviazioni altimetriche dell’andamentodi canali meccanici, tubazioni e canalette elettriche.

Ciò premesso, le maglie strutturali proposte sonocombinate con impalcati di spessore 30 cm complanari,per quanto riguarda gli edifici di degenza; e impalcati da30 cm di spessore abbinati a travi di 38 cm di spessoreper gli edifici a uso clinica medica e chirurgica. Il conte-nuto intradossamento delle travi è necessario per l’otti-mizzazione del costo e – per i solai maggiormente cari-cati – della quantità di armatura entro limiti accettabili.

Va evidenziato tuttavia che la soluzione propostadell’impiego di solai bidirezionali, nel contesto “Clinica”,consente una ridistribuzione delle azioni dal solaio auna maglia di travi bidirezionale, con conseguente de-cisa attenuazione dell’impegno statico dell’orditura por-tante e quindi con la possibilità di ricondurre, in tal ca-so, lo spessore dell’impalcato al valore unico compla-nare tra travi e solaio di 30 cm. È quindi evidente l’ul-teriore beneficio della doppia orditura.

_macro elementi verticali: vani scale,ascensore, setti e cavedi impiantisticiÈ necessario prestare attenzione alla collocazione deigruppi irrigidenti verticali, con particolare riferimento ascale e vani ascensori. Naturalmente tali elementi han-no intima connessione con l’impostazione generale dellayout del complesso ospedaliero; tuttavia, come è no-to, ricoprono anche importanza fondamentale nell’im-postazione strutturale generale dell’edificio, in particola-re quando la funzione affidata a tali strutture non si li-mita al mero controventamento delle azioni orizzontalistandard, ma viene coinvolta quale risorsa primaria pergli effetti dell’azione sismica. In tali casi, oltre la colloca-zione, vanno curati con attenzione anche gli elementidi collegamento tra i controventamenti e gli impalcati,eventualmente contornandoli con “anelli” irrigidenti dimaggior resistenza (ad esempio porzioni di solette pia-ne in c.c.a.) tali da omogeneizzare e ridistribuire loscambio di azioni tra telaio e controventamento.

Per tale ragione è bene abbandonare definitiva-mente la scelta – classica del passato – di comprenderenelle risorse per il controventamento anche i cavedi im-piantistici. Infatti tali dispositivi hanno la caratteristica di

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essere ampiamente forati sul perimetro in genere pro-prio in corrispondenza del collegamento con gli impalca-ti, ovvero dove è maggiore la richiesta di sezione resi-stente per lo scambio delle azioni mutue di contatto conl’impalcato. In sostanza la collocazione di vani scale eascensore è una scelta primaria che in genere sta alla ba-se della progettazione di più discipline (architettura, strut-ture, impianti, layout) e che pertanto va valutata all’origi-ne e di concerto dall’intera équipe di progettazione.

_aspetti di dettaglio Il presente paragrafo vuo-le essere solo uno stimolo ad affrontare, nelle sedi pro-gettuali opportune, l’individuazione di aspetti di detta-glio strutturale che abbiano rapporti di interdisciplina-rietà con il contesto progettuale complessivo.

Vi sono orientamenti correnti che individuano qua-le elemento critico della stabilità igrometrica ambienta-le interna degli edifici la particolare conformazione deisolai a predalles combinati con l’impiego di elementi dialleggerimento in polistirolo. È possibile attenuare o eli-minare tale effetto attraverso l’impiego, per esempioper gli impalcati di copertura, di polistirolo preimbusta-to in apposito materiale di rivestimento. Il tutto con in-crementi di costo modestissimi.

_ACCESSIBILITÀ E ISPEZIONABILITÀDEGLI IMPIANTI

Bisognerà prevedere una serie di accorgimenti a li-vello del sistema tecnologico, in modo tale da favorire letrasformazioni di layout distributivo interno delle funzio-ni e impiantistico. Si privilegia l’utilizzo quindi di tecno-logie a secco per quanto riguarda le partizioni interneverticali (cartongesso) e controsoffitti ispezionabili, inmodo tale da avere tutti le reti impiantistiche collocatenegli interstizi presenti all’interno dei controsoffitti e del-le partizioni interne verticali (non esistono in questomodo impianti che girano sottotraccia nei massetti onelle pareti); in questo modo si hanno tutte le reti im-piantistiche ispezionabili e facilmente modificabili a se-conda del mutare delle esigenze dell’utenza. Nelle de-genze dove i servizi igienici sono sostanzialmente “ina-movibili”, è di fondamentale importanza l’utilizzo delleasole ricavate nelle pareti interne, poste in corrispon-

denza del passaggio delle reti di scarico bagni e relativabraga di collegamento, in modo tale da renderle com-pletamente ispezionabili, tramite un pannello asportabi-le collocato nei corridoi. Le dorsali degli impianti passe-ranno all’interno di cavedi facilmente ispezionabili e de-dicati, che attraverseranno tutti i piani interessati, per poidiramarsi e distribuirsi all’interno dei controsoffitti.

Ipotizzando un’adeguata altezza d’interpiano di al-meno 420 cm (meglio se maggiore; l’ideale sarebbe di450 cm), si ha un’altezza utile per i controsoffitti varia-bile tra gli 80 e 90 cm in funzione delle scelte struttu-rali adottate.

All’interno dell’edificio ospedaliero, per quelle aree(radiologia, radiologia interventistica, ecc.) per le qualic’è la necessità di avere delle reti impiantistiche che ar-rivano ad alimentare particolari attrezzature medicali dalpavimento, si consiglia di utilizzare un tipo di pavimen-tazione, almeno parziale, sopraelevata e ispezionabile.

Sempre all’interno dell’edificio, tutti gli elementiimpiantistici di collegamento (tubazioni e canali ariacon relativi organi di intercettazione, cavi elettrici, ecc.)verranno posati nei controsoffitti per i percorsi orizzon-tali e in appositi cavedi per i percorsi verticali.

I controsoffitti, a propria volta, potranno ospitareanche apparecchiature per il condizionamento, corpi il-luminanti, ecc.

Il principio generale da seguire è l’ispezionabilità ditutti questi percorsi. I controsoffitti saranno a elementismontabili. I cavedi saranno completamente accessibilio, se ciò non sarà possibile (per cavedi di piccole di-mensioni) verranno previsti idonei sportelli di acces-so/ispezione nei punti necessari.

_SOSTITUIBILITÀ DI ELEMENTI TECNOLOGICI

Il criterio fondamentale da seguire consiste nel pre-vedere un’adeguata distribuzione degli organi di intercet-tazione (fondamentalmente: valvole sulle tubazioni e se-zionatori sulle linee elettriche), in modo che si possa pro-cedere alle operazioni di manutenzione o sostituzionedei componenti, senza la necessità di fermare gli im-pianti, se non nell’area ristretta interessata dall’intervento.

A titolo del tutto esemplificativo, si prevederàquindi l’intercettazione delle tubazioni di alimentazione4

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di ogni elemento nelle centrali (ad esempio batteriedelle unità di trattamento aria, scambiatori di calore,ecc.) e nella distribuzione (corpi scaldanti, cassette dipost-riscaldamento, ogni linea in ingresso a ciascunservizio igienico, ecc.).

Inoltre, per i servizi fondamentali (esempio: gasmedicinali, rete antincendio, acqua potabile…) le retidistributive dovranno prevedere, ovunque possibile, uncollegamento ad anello, in modo che, in caso di inter-cettazione di un ramo per manutenzione, si possa co-munque garantire l’alimentazione del maggior numeropossibile di utenze, sfruttando l’altra parte, non inter-cettata, dell’anello.

_PULIBILITÀ

Infine l’ultimo aspetto che bisogna garantire è ilgrado di pulibilità delle varie parti dell’edificio (impian-ti, finiture interne o esterne), per ottenere livelli di be-nessere igienico-sanitario adeguati e per assicurare unlivello prestazionale degli elementi tecnologici costante,in modo tale da limitare fenomeni di degrado patologi-co derivanti da una cattiva gestione dell’edificio.

Bisognerà introdurre anche tutta una serie di ac-corgimenti per facilitare la pulibilità interna ed esternadell’edificio. Per quanto riguarda l’interno, nelle parti diedificio dove si svolgono attività sanitarie, si possonoprevedere pavimentazioni in telo, risvoltate sulle paretie raccordate alle pareti a sguscio.

All’esterno bisognerà prevedere, già in fase di pro-gettazione, una serie di predisposizioni per la pulizia emanutenzione dell’involucro esterno, da garantire incondizioni di assoluta sicurezza da parte degli operato-ri (ganci in facciata per le funi di ancoraggio per i ma-nutentori e per eventuali ponteggi esterni, ecc.).

Per gli impianti, l’aspetto di maggior importanzaconsiste nella pulibilità e pulizia dei sistemi di condizio-namento, per cui dovrà essere posta particolare curanel garantire l’accessibilità ai diversi elementi.

Gli aspetti della pulibilità degli impianti si riflettonoanche sul problema della prevenzione dalla legionella,da combattersi mediante il flussaggio delle tubazionicon shock termico e/o l’aggiunta di opportuni additivichimici (come il biossido di cloro).

_ISOLA ECOLOGICA

La specificità dei rifiuti ospedalieri obbliga a identifi-care forme di raccolta, trasporto, stoccaggio e smaltimen-to i cui percorsi siano studiati in modo da rispondere alleesigenze di sicurezza ed efficienza della struttura, e sianopredisposti in modo tale da garantire una semplificazionedella gestione del rifiuto nel rispetto delle normative vi-genti, riducendone al minimo il rischio infettivo.

Si deve prevedere quindi che i rifiuti prodotti neisingoli reparti siano suddivisi e raccolti in base alla loropericolosità, e successivamente trasferiti all’isola ecolo-gica tramite specifici percorsi.

Tenendo presente che i rifiuti sono generati in tuttii reparti/unità della struttura, è evidente che nella fase diprogettazione lo studio dei percorsi e il lay-out dello spa-zio dedicato alla gestione dei rifiuti acquisteranno unanotevole rilevanza. Si dovrà tener conto dei numerosiaspetti che vanno dal piano normativo e gestionale aquelli strumentali e impiantistici (modalità di raccolta,controllo dei flussi, formazione del personale, distribu-zione degli spazi e organizzazione del servizio).

Gli spazi dedicati allo stoccaggio per l’accumulo deirifiuti all’interno della struttura devono essere tenden-zialmente minimi, mentre la raccolta e il trasferimentoall’isola ecologica dovranno essere molto frequenti.

L’isola ecologica, che è il punto di stoccaggio rifiuti,dovrà essere collocata all’esterno della struttura ospeda-liera in un luogo non accessibile al pubblico. Sarà rag-giungibile tramite percorso coperto e/o separato per imezzi di trasporto automatizzato o il personale addetto.

Questo spazio è sostanzialmente semicoperto. Alsuo interno saranno organizzate le aree specifiche per lostoccaggio dei rifiuti per categorie, come richiesto dallenormative (es. rifiuti sanitari assimilabili agli urbani, rifiutisanitari non pericolosi, rifiuti pericolosi non a rischio infet-tivo, pericolosi a rischio infettivo, carta, vetro, ecc.), alcunidei quali saranno chiusi in appositi contenitori. Per i rifiu-ti deperibili e per i casi previsti dalle relative normative sa-ranno predisposte delle celle a temperatura controllata.

In corrispondenza delle zone d’accumulo si dovràprevedere un’area per l’accesso e la manovra dei mez-zi di smaltimento; per questo si propone la sistemazio-ne dell’isola ecologica in corrispondenza con l’accessodi mezzi pesanti (accesso manutenzione, rifornimenti).