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Seminario “Principi di Risk Management” Unindustria Reggio Emilia
PRINCIPI DI RISK MANAGEMENT
Reggio Emilia, 24 Ottobre 2013
Seminario “Principi di Risk Management” Unindustria Reggio Emilia
Introduzione
Il concetto di protezione aziendale
L'oggetto della protezione aziendale
Il rischio imprenditoriale
Il risk management
Scenari di rischio
Strategie di gestione e controllo dei rischi
Conclusioni
Seminario “Principi di Risk Management” Unindustria Reggio Emilia
Introduzione
Seminario “Principi di Risk Management” Unindustria Reggio Emilia
Le Imprese in Italia (dati 2010)
Classe
Addetti
Imprese
(numero)
Addetti
(numero)
Dipendenti
(numero)
Fatturato (€
x 1.000)
Valore aggiunto
(€ x 1.000)
Costo del lavoro
(€ x 1.000)
Investimenti
(€ x 1.000)
0-9 4.151.104 7.986.251 2.912.008 780.351.446 220.276.016 71.364.151 46.043.693
10-19 141.434 1.850.581 1.593.091 325.317.012 71.540.164 48.513.227 9.699.111
20-49 54.801 1.628.475 1.536.113 346.714.297 76.403.184 53.088.446 10.271.542
50-249 21.309 2.057.944 2.018.860 572.517.146 113.971.725 77.862.532 31.703.560
>250 3.495 3.171.207 3.164.524 882.395.596 225.639.403 130.557.638 40.118.469
TOTALE 4.372.143 16.694.458 11.224.596 2.907.295.497 707.830.492 381.385.994 137.836.375
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Nel 2010 le imprese attive dell’industria e dei servizi di mercato
sono 4.372.143 e occupano circa 16,7 milioni di addetti, di cui 11,2
milioni sono dipendenti. La dimensione media delle imprese si
conferma particolarmente contenuta (3,8 addetti per impresa).
Le microimprese (con meno di 10 addetti), rappresentano il 94,9%
delle imprese attive, il 47,8% degli addetti e il 31,1% del valore
aggiunto realizzato. Nelle grandi imprese (con almeno 250
addetti), che ammontano a 3.495 unità, si concentrano il 19,0%
degli addetti e il 31,9% del valore aggiunto. Nelle microimprese il
63,5% dell’occupazione è costituita da lavoro indipendente.
Le Imprese in Italia (dati 2010. Fonte ISTAT)
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Il settore dei servizi di mercato – con il 76,0% di imprese, il 63,3%
di addetti e il 56,9% di contributo alla creazione di valore aggiunto
– si conferma, in termini quantitativi, il più importante settore
dell’economia nazionale.
L’industria in senso stretto rappresenta il 10,1% delle imprese, il
25,8% degli addetti e il 34,6% del valore aggiunto.
Nel settore delle costruzioni si concentrano il 13,9% delle imprese,
il 10,9% degli addetti e l’8,5% del valore aggiunto.
Le Imprese in Italia (dati 2010. Fonte ISTAT)
7
L'enorme sviluppo tecnologico degli ultimi decenni ha fatto crescere la
produttività e l'efficienza delle Imprese, ma la complessità ha anche
generato nuove situazioni di rischio, che devono comunque essere
conosciute e governate mediante un approccio integrato alla
gestione dei rischi (Risk Management).
Molto spesso, però, le piccole dimensioni e i budget limitati inducono le
PMI e le Microimprese a sottovalutare le conseguenze di un mancato
controllo dei rischi, eventi che in alcuni casi possono compromettere la
stessa sopravvivenza aziendale.
Il contesto Italiano:
le Imprese e il Risk Management
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Il concetto di Protezione Aziendale
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L’impresa è una organizzazione dinamica, impegnata
costantemente nell’acquisizione di vantaggi competitivi.
Lo scopo di ogni impresa, dalla più piccola alla grande
multinazionale, è la creazione di valore nel tempo.
Ogni impresa è soggetta ad una serie di minacce di natura
competitiva e non competitiva. Queste minacce influenzano
l’operatività dell’impresa, e incidono sul suo valore attuale.
L’Impresa
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L’Impresa: una modellizzazione
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Andamento “tipico” di una crisi
“EVENTO”
tempo
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Andamento “tipico” di una crisi
1
2 3
tempo
1 NORMALITA’
EMERGENZA
RECUPERO
2
3
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Crisi: evoluzione POSITIVA
Crisi di scarsa gravità,
velocemente risolta Crisi grave, risolta
velocemente
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Crisi: evoluzione NEGATIVA
Crisi grave, con perdita
permanente di una parte
della quota di mercato
Crisi grave, con definitiva
estinzione
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La “protezione aziendale”
L’impresa deve proteggere i fattori produttivi materiali e
immateriali di cui dispone, ovvero deve salvaguardare gli
elementi fondamentali che sono alla base dei processi di
creazione del valore.
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L’oggetto della “protezione aziendale”
L’oggetto della «protezione aziendale» è lo studio e l’attuazione
di strategie, politiche e piani operativi volti (nell’ottica della
creazione del valore dell’impresa) a prevenire, fronteggiare e
superare eventi che possano colpire le risorse (materiali,
immateriali e umane) di cui l’azienda dispone o di cui necessita
per garantirsi una adeguata capacità concorrenziale nel breve,
nel medio e nel lungo periodo.
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Gli obiettivi della “protezione aziendale”
• Salvaguardia del patrimonio aziendale.
• Garanzia di continuità operativa (Business Continuity, ovvero della continuità dei processi di creazione di ricchezza).
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I Rischi per l’Impresa
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I rischi per l’Impresa
Il contesto attuale è caratterizzato da:
•Forte complessità e forte dinamicità degli scenari
economici e politici
•Fragilità del sistema vs calamità naturali
•…
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I rischi per l’Impresa
•Si definisce «Rischio Imprenditoriale» (RI) la possibilità o
potenzialità che si verifichi un evento sfavorevole che si
rifletta in una minore crescita o nel calo del valore
dell’impresa.
•Il Rischio Imprenditoriale è dato dalla combinazione dei
«Rischi Strategici o Speculativi» e dei «Rischi Puri».
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ERRORI DI PIANIFICAZIONE
STRATEGICA ED OPERATIVA
RISCHIO
STRATEGICO
(O SPECULATIVO)
(RS)
RISCHIO
IMPRENDITORIALE
(RI)
RI = RS + RP
ERRORI NELLE POLITICHE E
NELLE TECNICHE DI
PROTEZIONE AZIENDALE
RISCHIO NON
COMPETITIVO
(O PURO)
(RP)
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I rischi per l’Impresa
•Si definiscono «Rischi strategici o speculativi» i rischi collegati
ad eventi suscettibili di incrementare o di ridurre il valore
dell’impresa (ovvero di dare luogo ad un utile o a una perdita).
•Si definiscono «Rischi non competitivi o puri» i rischi collegati ai
soli eventi suscettibili di ridurre il valore dell’impresa (ovvero di
dare luogo ad una perdita).
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I Rischi operativi
• processo
• tecnologia
• complessità di norme e regolamenti
• risorse umane
• sistemi informatici e infrastrutture
• sistemi di controllo dei processi e della qualità
• responsabilità contrattuale
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I Rischi non competitivi o puri
• incendio
• esplosione
• infortunio sul lavoro (safety)
• eventi naturali
• eventi socio-politici
• atti illeciti
• inquinamento ambientale
• …
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La riduzione del rischio
Il rischio imprenditoriale (RI) può essere ridotto:
• operando adeguate scelte strategiche • implementando adeguate politiche di protezione aziendale.
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Il Risk Management
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protezione aziendale
RISK MANAGEMENT
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Il Risk Management si può fare in tanti modi.....
•Alta Esposizione
•Esposizione
limitata
Tanto
non succede…. No RM
Mi compro
un’assicurazione... Insurance Management
Quanto costa
un sistema di
protezione?
Loss prevention
Quali sono i
rischi,le priorità
e le risorse
necessarie?
Risk Management
Riesco a garantire
comunque
la continuità
operativa?
RM e Crisis M.
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•Con il termine Risk Management si intende la «Gestione
integrata dei rischi in azienda, mediante conoscenza,
eliminazione, riduzione, trasferimento e controllo dei rischi
stessi».
•Dal punto di vista organizzativo, il Risk Manager rappresenta
la Funzione aziendale avente il compito di identificare,
valutare, gestire e sottoporre a controllo economico i rischi
dell'impresa.
Risk Management
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Risk Management
•Obiettivo del risk management è la sostituzione dei costi
dei rischi con altri costi (svantaggi) inferiori ai primi.
•Obiettivo fondamentale è quindi quello di massimizzare il
risultato complessivo dell'azienda.
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Risk Management: il processo
identificazione dei pericoli potenziali / minacce ai quali e'
esposta l'impresa (Analisi di Vulnerabilità).
definizione e quantificazione degli ipotetici scenari di
rischio che possono interessare l'impresa.
formulazione delle contromisure piu' idonee.
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Risk Management: il processo
riduzione dei rischi in Azienda attraverso una sequenza
articolata di attività: OBIETTIVO:
• Individuazione e quantificazione dei rischi (RISK ANALYSIS)
• Studio degli interventi impiantistici e organizzativi
possibili (RISK REDUCTION)
• Trasferimento dei rischi non accettabili (RISK TRANSFER)
• Verifica dell'accettabilità dei rischi ritenuti (RISK RETENTION)
Fasi:
RISCHIO RESIDUO
RITENERE
3 4
RISCHIO TOTALE
1 2 3
RIDURRE
TRASFERIRE
ELIMINARE
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L’Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis)
Gli obiettivi dell’Analisi dei Rischi sono:
•identificare i pericoli potenziali
•quantificare gli scenari di rischio
•definire le opportune azioni correttive.
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L’Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis)
Definizione di «Pericolo»:
Pericolo (Hazard)
= potenziale di perdita non quantificato
rappresenta una minaccia potenziale a persone, beni,
all’ambiente e in generale alla continuità operativa
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L’Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis)
Definizione di Rischio (o Scenario di Rischio)
Rischio (Risk)
= Pericolo potenziale QUANTIFICATO
R = f (P, S)
R = Rischio
P = Probabilità di accadimento
S = Severità delle conseguenze / effetti.
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L’Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis)
Scenario di Rischio:
Con il termine scenario di rischio (R) si intende un pericolo
potenziale quantificato in termini di probabilita’ di
accadimento (P) e di severita’ dell’evento (S):
R = f(P,S)
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Hazard vs. Risk
pericolo
causa
Risk = f(p,s)
effetto
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Gli scenari di rischio
Uno scenario di rischio è costituito dalla
concatenazione dei seguenti elementi:
pericolo potenziale (hazard)
causa
effetto
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Schema di valutazione scenario PERICOLI
POTENZIALI
Fattori
Propaganti
Fattori
Riducenti
EFFETTI
CAUSE
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Profilo di rischio (mappa del rischio)
MAGNITUDO delle conseguenze
AUMENTO
DEL
RISCHIO
AUMENTO
DEL
RISCHIO
PR
OB
AB
ILIT
A’ d
i a
ccadim
ento
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L’Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis)
• L’analisi dei rischi è un processo logico che porta
all’individuazione dei possibili eventi anomali/ incidentali e alla
valutazione degli stessi in termini di probabilità di accadimento
e magnitudo (severità) delle conseguenze dell’evento.
• Poiché l’impresa è un sistema complesso, l’identificazione
degli scenari di rischio deve procedere attraverso un percorso
sistematico, rigoroso e chiaro: è quindi necessario seguire un
«approccio sistemico».
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L’Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis)
Metodologie e strumenti d’indagine
A N A L IS IIN C ID E N T A L E S T O R IC A
A N A L IS I D I R IS C H IOIN D U T T IV E
A N A L IS I D I R IS C H IOD E D U T T IV E
M E T O D IP R E D IT T IV I
ID E N T IF IC A Z IO N ED E G L I E V E N T IP E R IC O L O S I
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L’Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis)
Metodi predittivi - Approccio induttivo:
• Cosa può accadere?
• Esplorazione delle possibili conseguenze
• Visione in prospettiva
• Dal particolare all’insieme.
Metodi predittivi - Approccio Deduttivo:
• Come è accaduto?
• Parte dalla conoscenza dell’evento
• Visione Retrospettiva
• Dal guasto al componente.
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L’Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis)
Metodi INDUTTIVI (esempi)
•What if Analysis?
•FMEA/FMECA - Failure Modes and Effects (Criticality) Analysis
•HAZOP - Hazard and Operability Studies
•ETA - Event Tree Analysis
•HACCP - Hazard Analysis Critical Control Point
•Analisi dei problemi (Kepter & Tregoe)
•…
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Metodi Deduttivi (esempi)
• FTA - Fault Tree analysis
• RCA – Root Cause Analysis
• Diagramma di Ishikawa (diagramma causa / effetti)
• …
L’Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis)
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Gli scenari di rischio
Tipologia degli Effetti:
Effetti patrimoniali
Effetti reddituali
Effetti sulle persone
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Gli scenari di rischio
Tipologia degli Effetti:
Effetti patrimoniali: incidono sul valore dei beni materiali e
immateriali dell’impresa.
Effetti reddituali: incidono sulla capacità da parte dell’impresa di
generare reddito (valore) nel tempo
Effetti sulle persone: danni alle risorse umane dell’impresa e/o a
terze persone.
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Gli scenari di rischio
Tipologia degli Effetti:
Danni diretti
Danni indiretti
Danni consequenziali
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Gli scenari di rischio
Danni Diretti
•danni ai fattori produttivi materiali (risorse umane,
macchinari, edifici, merci,…)
•danni a terzi.
Danni Indiretti
•perdita di produzione / profitto lordo, margine di
contribuzione.
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Gli scenari di rischio
Danni Consequenziali
•ripercussioni sull’immagine aziendale (mercato, autorità, mondo
finanziario)
•perdita di quote di mercato
•perdita di opportunità di espansione sul mercato
•perdita di autorizzazioni acquisite per edifici / impianti / attività /
prodotti specifici
•perdita di documentazione / informazioni chiave
•difficoltà di accesso a crediti erogati dal sistema bancario
• ripercussioni sul valore finanziario dell’impresa
•…
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DANNI DIRETTI
hanno un costo immediato.
DANNI INDIRETTI
intercorrono tra il momento
dell’evento e quello della sua
eliminazione.
DANNI CONSEQUENZIALI
si producono dopo l’evento e si
ramificano nel tempo.
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Danni diretti, indiretti e consequenziali
EFFETTI CHE PERMANGONO
ANCHE SUCCESSIVAMENTE
ALLA RICOSTRUZIONE DELLE
CONDIZIONI OPERATIVE E CHE
NON TROVANO UNA
COMPLETA CONTROPARTITA
IN UN INDENNIZZO
MERAMENTE MONETARIO DEI
DANNI PATRIMONIALI
DERIVANTI DALLA
INDISPONIBILITA’ DEI MEZZI DI
PRODUZIONE
DI NATURA
PREVALENTEMENTE
PATRIMONIALE
VISIBILI
ASSICURABILI
VALUTABILI
POCO
VISIBILI
NON
ASSICURABILI
DIFFICILMENTE
VALUTABILI
DANNI
CONSEQUENZIALI
(300)
DANNI
INDIRETTI
(120-200)
DANNI
DIRETTI
(100)
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L’Analisi e la valutazione dei Rischi
Valutazione della severità dell’evento:
Va valutata relativamente ad ogni scenario esaminato, sulla
base di una scala relativa di severità definita preventivamente
dall’impresa e specifica della stessa: è opportuno associare ad
ogni grado di severità una valorizzazione economica dello
scenario di rischio.
Secondo l’approccio di risk management, la severità del rischio
è l’indicatore più importante della significatività del rischio e
quindi della necessità di interventi / azioni correttive.
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L’Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis)
Stima della probabilità di accadimento:
Va stimata relativamente ad ogni scenario esaminato, sulla
base delle statistiche eventi incidentali disponibili (esperienza
diretta dell’impresa & Database reperibili in letteratura).
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L’Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis)
LIVELLI DI FREQUENZA CATEGORIE DI SEVERITA'
frequente
moderato
occasionale
remoto
inverosimile
impossibile
A B C D E F
I
II
III
IV
CATASTROFICO
CRITICO
MARGINALE
TRASCURABILE
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Rappresentazione grafica dei risultati dell’analisi di
rischio
LIV
EL
LO
DI F
RE
QU
EN
ZA
DE
L
RIS
CH
IO
CATEGORIA DEGLI EFFETTI DEL RISCHIO
A
B
D
C
E
F
IV III II I
4,5,6
9
1,2,3,10,11
7,8
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Interventi di riduzione dei rischi
RISCHIO TOTALE INIZIALE ELIMINARE
RIDURRE
TRASFERIRE
RITENERE RISCHIO RESIDUO
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I principali scenari di rischio
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1. Terremoto Basilicata 5 maggio 1990
2. Terremoto Carlentini (Sicilia) 13 dicembre 1990
3. Alluvione Toscana 1992
4. Alluvione Genova e Savona 22 settembre 1992
5. Alluvione Genova 25 settembre 1993
6. Emergenza neve Molise 1993
7. Alluvione Piemonte 5 novembre 1994
8. Terremoto Lunigiana 10 ottobre 1995
9. Alluvione Versilia 1996
10. Alluvione Provincia Udine 23 giugno 1996
11. Terremoto Provincia Reggio Emilia 15 ottobre 1996
12. Terremoto Umbria e Marche 26 settembre 1997
13. Dissesto Idro-geologico Campania 1998
14. Alluvione Sarno 5 maggio 1998
15. Alluvione Provincia di Cervinara (AV) 16 dicembre 1999
16. Alluvione Piemonte 2000
17. Eruzione Etna luglio – agosto 2001
18. Terremoto Palermo 6 settembre 2002
19. Eruzione Etna 27 – 31 ottobre 2002
20. Terremoto Etnea (CT) 29 ottobre 2002
21. Terremoto Puglia e Molise 31 ottobre 2002
22. Eruzione Stromboli 31 dicembre 2002
23. Eventi alluvionali regione Friuli Venezia Giulia 29 agosto 2003
24. Terremoto Lombardia: epicentro a Salò 25 novembre 2004
25. Eventi alluvionali provincie (CA),( NU) e (SS) 6 dicembre 2004
26. Terremoto Abruzzo 6 aprile 2009
27. Evento alluvionale provincia di Messina 1 ottobre 2009
28. Eventi alluvionali provincie (MS) e (LU) novembre 2010
29. Terremoto Emilia Romagna 13 maggio 2012
I principali scenari di rischio:
Fonte: Annuario statistico del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco 2012
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Fiat , il fornitore non consegna: fermi tre stabilimenti in Europa
Stop a Grugliasco, il sito in Serbia e l'impianto Iveco di Madrid.
A rischio anche la fabbrica di Tychy.
Boccole di plastica che non arrivano capaci di mandare in tilt tre stabilimenti Fiat in Europa. Si ferma ancora la
produzione a Grugliasco, dove si fanno le Maserati, a Kragujevac in Serbia (casa della 500L) e a Madrid nell'impianto
Iveco.
Quest'ultimo inattivo da venerdì. La causa è sempre la stessa: la mancanza di forniture dalla Selmat.
ALTRI IMPIANTI A RISCHIO
Dietro allo stop la cassa integrazione degli operai dell'azienda di Airasca o almeno questa è la motivazione ufficiale.
Perché a dare retta alle indiscrezioni che circolano nel torinese a scatenare il «braccio di ferro» sarebbe una questione
economica sul prezzo dei componenti. La Selmat chiederebbe più soldi, insomma. Partendo da una posizione di forza,
quella di essere un fornitore «unico» di Fiat. Ecco perché non è facile sostituire i pezzi mancanti. Il Lingotto attraverso
una nota parla di «gravissimi danni al gruppo e agli altri fornitori che stanno regolarmente consegnando il materiale». E
annuncia che altri stabilimenti potrebbero fermarsi: fra i più a rischio quello polacco di Tychy che produce la Lancia
Ypsilon e alcuni siti di Fiat Industrial, come Suzzara che si era già arrestata
http://www.corriere.it/economia/13_maggio_13/fiat-fabbriche-ferme-mancanza-fornitura-selmat_19a754b8-bbba-11e2-b326-
eea88d27be21.shtml
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Strategie di gestione e controllo dei rischi
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Strategie di gestione e controllo dei rischi
Gli strumenti a disposizione dell’impresa per gestire in
modo ottimale i rischi evidenziati nel processo di analisi e
valutazione sono di due tipi:
• strumenti di controllo
• strumenti di finanziamento
STRUMENTI
FINANZIAMENTO
PREVENZIONE
CONTROLLO
PROTEZIONE
TECNICI ORGANIZZATIVI
RITENZIONE TRASFERIMENTO
GIURIDICO ASSICURATIVO
Strategie di gestione e controllo dei rischi
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• Gli strumenti di elusione (o eliminazione) e prevenzione mirano a
impedire il verificarsi dell’evento.
• Gli strumenti di protezione, dato per scontato che l’evento dannoso si
verifichi, consentono di minimizzarne gli effetti sulle strutture e sulle
operazioni aziendali.
• Gli strumenti della assicurazione, del trasferimento non assicurativo e
della ritenzione consentono di sottrarre l’impresa alle conseguenze
finanziarie derivanti dal prodursi dell’evento e del danno conseguente.
Strategie di gestione e controllo dei rischi
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MAGNITUDO delle conseguenze
PR
OB
AB
ILIT
A’ d
i a
cca
dim
en
to
CURVE
“ISO-RISCHIO”
Strategie di gestione e controllo dei rischi:
le curve iso-rischio
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MAGNITUDO delle conseguenze
PR
OB
AB
ILIT
A’ d
i a
cca
dim
en
to
Strategie di gestione e controllo dei rischi:
elusione o eliminazione
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L’Elusione è l'eliminazione del rischio per mezzo
dell’abbandono dell’attività o delle operazioni che lo
determinano.
Può avvenire mediante:
• la rinuncia ad uno dei business aziendali
• la chiusura di reparti
• l’abbandono di tecnologie
• la sostituzione di materiali o componenti.
Strategie di gestione e controllo dei rischi:
elusione o eliminazione
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MAGNITUDO delle conseguenze
PR
OB
AB
ILIT
A’ d
i a
cca
dim
en
to
Gestione delle cause:
si riduce la PROBABILITA’
di accadimento
Strategie di gestione e controllo dei rischi:
prevenzione
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Strategie di gestione e controllo dei rischi:
prevenzione
• La prevenzione è' l’insieme delle misure di sicurezza finalizzate a impedire il prodursi di eventi dannosi.
• La prevenzione è un’azione che consente di ridurre la probabilità di accadimento di un evento, a parità di grado di severità (magnitudo).
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MAGNITUDO delle conseguenze
PR
OB
AB
ILIT
A’ d
i a
cca
dim
en
to
Gestione delle
conseguenze: si riduce la
MAGNITUDO del danno
Strategie di gestione e controllo dei rischi: protezione
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Strategie di gestione e controllo dei rischi: protezione
• La protezione è l’insieme delle misure di sicurezza finalizzate a minimizzare il danno.
• La protezione è un’azione che consente di ridurre il grado di severità di un evento (magnitudo), a parità di probabilità di accadimento.
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Strategie di gestione e controllo dei rischi:
«Loss Control»
Prevenzione e protezione del rischio vengono spesso riunite
nell’unica denominazione di “Loss control”.
Le tecniche e gli interventi di loss control possono essere
ricondotti a tre categorie generali:
• attrezzature e impianti di sicurezza
• procedure operative
• formazione degli operatori.
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Strategie di gestione e controllo dei rischi:
Assicurazione
• L’Assicurazione è' un contratto che garantisce una
copertura finanziaria al verificarsi di un evento dannoso o
sinistro (assicurazione danni) oppure in relazione ad eventi
della vita di una persona (assicurazione vita).
• L’impresa trasferisce alla compagnia assicurativa le (o
parte delle) conseguenze monetarie dell’evento dannoso.
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Strategie di gestione e controllo dei rischi:
trasferimento non assicurativo
Il trasferimento non assicurativo è lo spostamento del rischio
su soggetti diversi da una compagnia di assicurazione,
trasferendo le conseguenze e / o la gestione delle attività da
cui l’evento dannoso può trarre origine a terzi.
Seminario “Principi di Risk Management” Unindustria Reggio Emilia
La ritenzione è' l’assunzione da parte dell’impresa di una quota
del rischio: i danni eventuali relativi a tale quota sono quindi
sostenuti con mezzi finanziari interni.
La ritenzione può essere di due tipi:
• consapevole
• inconsapevole
Strategie di gestione e controllo dei rischi:
Ritenzione
Seminario “Principi di Risk Management” Unindustria Reggio Emilia
Bibliografia
• A. Gilardoni “La Protezione Aziendale” –– Ed. EGEA
• N. Misani “Introduzione al Risk Management” – Ed. EGEA
• A. Floreani “Introduzione al Risk Management: un approccio
integrato alla gestione dei rischi aziendali” – Ed.
ETAS
• A cura di G. Forestieri “Risk Management: strumenti e politiche
per la gestione dei rischi puri dell’impresa” – Ed.
EGEA
• P. Lagadec “Crisis Management” – Ed. Franco Angeli
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Perché è importante saper gestire i rischi
(perché il Risk Management)?
• perché nel mondo del business il rischio zero non esiste
• perché una politica di corretta gestione dei rischi aumenta il
valore dell’impresa
• perchè è l’unico approccio organico e strutturato che consente di
salvaguardare il patrimonio aziendale e la continuita’ operativa
nel tempo.
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