Premiati gli «angeli dei malati» - AVO Desio · loro, gli «angeli dei malati»,...

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Giornale di Carate Sabato 22 dicembre 2012 DESIO 52 Serata natalizia dell’Associazione Volontari Ospedalieri Premiati I VOLTI DI COLO ANTONELLA RICHICHI, 53 Residente a Seveso Reparto Urologia «Ho iniziato per stare vicino a persone che hanno bisogno in un momento drammatico. Lo so be- ne avendo vissuto l’esperienza di paziente, di persona non in gra- do di alzarsi. Soprattutto conti- nuo perché s’instaura coi pazien- ti un rapporto vero, di scambio umano: sono loro che “danno”» MARIA SANTISE, 48 ANNI Residente a Seveso Reparto Medicina «Ho iniziato perché sentivo den- tro di me il desiderio di fare vo- lontariato. Una mia amica pre- stava volontariato a domicilio e ho cominciato a maturare l’idea. Un giorno ho visto il cartellone e ho deciso d’iniziare questa nuova esperienza» RACHELE VALSECCHI, 54 ANNI Residente a Lissone Reparto Medicina «Ora che i figli sono grandi e non ho impegni familiari posso dare un po’ del mio tempo. Ma sono io a “dare”? Non ne sono convinta: tutte le volte che esco dai reparti mi rendo conto di quanto sono fortunata. Solo quando non le hai più ti accorgi dell’importanza di cose che dai per scontate» CLELIA FABBRI, 65 ANNI Residente a Lissone Reparto Medicina «Da tanto tempo ci pensavo, ve- devo i volontari nei reparti e pensavo che prima o poi sareb- be arrivato il momento giusto. Un giorno mio nipote mi ha in- coraggiato e ho iniziato» FULVIA RINALDI, 55 ANNI Residente a Cesano Maderno Reparto Cardiologia «Dopo le esperienze personali comprendi la necessità che c’è nei reparti, soprattutto per i ma- lati che non hanno parenti, che sono soli. Una persona amica un giorno mi confidò che avreb- be voluto farlo: un terribile male gliel’ha impedito. Ho voluto far- lo io al suo posto» GIOVANNA DI MARTINO, 60 Residente a Desio Reparto Neurologia «Ho sempre pensato che, una volta in pensione, la mia priorità sarebbe stata il volontariato. Da ragazza aiutavo in Parrocchia e in due o tre ci si recava in ospedale a trovare i degenti. La predispo- sizione c’era già: mi è bastato un giorno vedere affisso il cartellone per iniziare l’avventura» ANGELA CONTE Residente a Desio Reparto Cardiologia «Sono volontaria da 22 anni. Ho iniziato perché sentivo il bisogno di “dare” . Un giorno ho visto il volantino e qualcosa mi ha spinto a leggere. Ho pensato “Perché no? Proviamo e vediamo che suc- cede” . Difficile esprimere quel che si prova in reparto se non con una frase: “Mi illumino d’immenso”» (cms) Chiunque, da degente o familiare, sa bene cosa vuol dire avere qualcuno che sor- ride, in grado di ascoltare, scambiare due parole con chi sta vivendo un dram- matico momento di soffe- renza. Un lavoro silenzioso, quello dei volontari ospeda- lieri, che spesso svolgono senza esporsi; non amano «farsi pubblicità». Eppure quel lavoro è prezioso: sono loro, gli «angeli dei malati», che riescono a dare, in modo incondizionato, minuti di af- fetto a chi soffre. In cambio non chiedono altro che quel che già ricevono: un’espe- t Purtroppo tutti noi, da degente o in visita ad un paziente amico o a un parente ricoverato, sappiamo bene cosa vuol dire restare un periodo in ospedale. E sappiamo cosa vuol dire poter, in quel periodo, contare su una parola di conforto, un sorriso, uno scambio di battute, di opinioni. E’ quello che tutti i giorni fanno i volontari operativi al nosocomio cittadino. Il sodalizio che li unisce - nel triennio appena iniziato presieduto da Alberto Ortalli - ha consegnato a tredici di loro l’onorificenza per aver superato il traguardo delle cento ore di volontariato in corsia. Siamo andati a conoscerli, uno ad uno. Abbiamo chiesto a tutti, ai giovani che hanno appena iniziato e a coloro che svolgono la loro opera già da qualche anno, che cosa li ha spinti ad iniziare. Emerge un quadro che ci accompagna al Natale 2012 con la soddisfazione di sapere che al mondo c’è chi pensa a fare del bene in modo incondizionato: senza aspettarsi nulla che non sia il sorriso di una persona malata LA MEDAGLIA Da sinistra Patri- zia Venturi, già presidente dell’ Avo Desio per due mandati, consegna l’onori- ficenza a Simona Pilato per aver su- perato la soglia delle cento ore. A destra Elvira Mic- coli, presidente della Cri di Monza LE VOLONTARIE ANGELA PRESTINO (128 ORE) E GIO- VANNA DI MARTINO (130 ORE) ANNA ESPOSITO (138 ORE) PREMIATA DA ELVIRA MIC- COLI, PRESIDENTE DELLA CROCE ROSSA DI MONZA MORENA RASTELLI (130 ORE) E ALBERTO ORTALLI, AL SUO PRIMO ANNO DI PRESIDENZA DELL’AVO DESIO ANNAMARIA ANDRIOLA PREMIATA DA MARIUCCIA BONACCI, PRESIDENTE DELL’AVO DI GARBAGNATE A SINISTRA GIULIANA TRAMARIN (126 ORE) E MARIA IARICCI, «BRACCIO DESTRO» DEL PRESIDENTE ORTALLI PATRIZIA MORNATI (128 ORE) PREMIATA DA ELVIRA MICCOLI PRESIDENTE DELLA CROCE ROSSA DI MONZA A SINISTRA GIULIANA MOTTA (138 ORE) INSIEME A ANGELA VOLONTÉ, EX SEGRETARIA DELL’AVO DESIO MARIAGRAZIA OTERI (164 ORE) PREMIATA DA MARIUC- CIA BONACCI, PRESIDENTE DELL’AVO DI GARBAGNATE

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Giornale di CarateSabato 22 dicembre 2012DESIO52

Serata natalizia dell’Associazione Volontari Ospedalieri

Premiati gli «angeli dei malati»I VOLTI DI COLORO CHE SONO AL FIANCO DI CHI SOFFRE

ANTONELLA RICHICHI, 53Residente a SevesoRepartoUrologia«Ho iniziato per stare vicino apersone che hanno bisogno in unmomento drammatico. Lo so be-ne avendo vissuto l’esperienza dipaziente, di persona non in gra-do di alzarsi. Soprattutto conti-nuo perché s’instaura coi pazien-ti un rapporto vero, di scambioumano: sono loro che “danno”»

MARIA SANTISE, 48 ANNIResidente a SevesoReparto Medicina«Ho iniziato perché sentivo den-tro di me il desiderio di fare vo-lontariato. Una mia amica pre-stava volontariato a domicilio eho cominciato a maturare l’idea.Un giorno ho visto il cartellonee ho deciso d’iniziare questanuova esperienza»

RACHELE VALSECCHI, 54 ANNIResidente a LissoneRepartoMedicina«Ora che i figli sono grandi e nonho impegni familiari posso dareun po’ del mio tempo.Ma sono ioa “dare”?Non ne sono convinta:tutte le volte che esco dai repartimi rendo conto di quanto sonofortunata. Solo quando non le haipiù ti accorgi dell’importanza dicose che dai per scontate»

CLELIA FABBRI, 65 ANNIResidente a LissoneReparto Medicina«Da tanto tempo ci pensavo, ve-devo i volontari nei reparti epensavo che prima o poi sareb-be arrivato il momento giusto.Un giorno mio nipote mi ha in-coraggiato e ho iniziato»

FULVIA RINALDI, 55 ANNIResidente a Cesano MadernoReparto Cardiologia«Dopo le esperienze personalicomprendi la necessità che c’ènei reparti, soprattutto per i ma-lati che non hanno parenti, chesono soli. Una persona amicaun giorno mi confidò che avreb-be voluto farlo: un terribile malegliel’ha impedito. Ho voluto far-lo io al suo posto»

GIOVANNA DIMARTINO, 60Residente a DesioRepartoNeurologia«Ho sempre pensato che, unavolta in pensione, lamia prioritàsarebbe stata il volontariato. Daragazza aiutavo in Parrocchia e indue o tre ci si recava in ospedalea trovare i degenti. La predispo-sizione c’era già: mi è bastato ungiorno vedere affisso il cartelloneper iniziare l’avventura»

ANGELA CONTEResidente a DesioReparto Cardiologia«Sono volontaria da 22 anni. Hoiniziato perché sentivo il bisognodi “dare”.Un giorno ho visto ilvolantino e qualcosami ha spintoa leggere. Ho pensato “Perchéno? Proviamo e vediamo che suc-cede”. Difficile esprimere quel chesi prova in reparto se non con unafrase: “Mi illumino d’immenso”»

(cms)Chiunque, dadegenteofamiliare, sa bene cosa vuoldire avere qualcuno che sor-ride, in grado di ascoltare,scambiare due parole conchi sta vivendo un dram-matico momento di soffe-renza. Un lavoro silenzioso,quello dei volontari ospeda-lieri, che spesso svolgonosenza esporsi; non amano«farsi pubblicità». Eppurequel lavoro è prezioso: sonoloro, gli «angeli dei malati»,che riescono a dare, inmodoincondizionato,minuti di af-fetto a chi soffre. In cambionon chiedono altro che quelche già ricevono: un’espe-

tPurtroppo tutti noi, da degente o in visita ad un

paziente amico o a un parente ricoverato,sappiamo bene cosa vuol dire restare un periodo inospedale. E sappiamo cosa vuol dire poter, in quel

periodo, contare su una parola di conforto, unsorriso, uno scambio di battute, di opinioni. E’

quello che tutti i giorni fanno i volontari operativi alnosocomio cittadino. Il sodalizio che li unisce - nel

triennio appena iniziato presieduto da AlbertoOrtalli - ha consegnato a tredici di loro

l’onorificenza per aver superato il traguardo dellecento ore di volontariato in corsia. Siamo andati aconoscerli, uno ad uno. Abbiamo chiesto a tutti, aigiovani che hanno appena iniziato e a coloro chesvolgono la loro opera già da qualche anno, che

cosa li ha spinti ad iniziare. Emerge un quadro checi accompagna al Natale 2012 con la soddisfazione

di sapere che al mondo c’è chi pensa a fare delbene in modo incondizionato: senza aspettarsi

nulla che non sia il sorriso di una persona malata

LA MEDAGLIADa sinistra Patri-zia Venturi, giàpresidente dell’Avo Desio perdue mandati,consegna l’onori-ficenza a SimonaPilato per aver su-perato la sogliadelle cento ore. Adestra Elvira Mic-coli, presidentedella Cri di Monza

LE VOLONTARIE ANGELA PRESTINO (128 ORE) E GIO-VANNA DI MARTINO (130 ORE)

ANNA ESPOSITO (138 ORE) PREMIATA DA ELVIRA MIC-COLI, PRESIDENTE DELLA CROCE ROSSA DI MONZA

MORENA RASTELLI (130 ORE) E ALBERTO ORTALLI, ALSUO PRIMO ANNO DI PRESIDENZA DELL’AVO DESIO

ANNAMARIA ANDRIOLA PREMIATA DA MARIUCCIABONACCI, PRESIDENTE DELL’AVO DI GARBAGNATE

A SINISTRA GIULIANA TRAMARIN (126 ORE) EMARIAIARICCI, «BRACCIO DESTRO» DEL PRESIDENTE ORTALLI

PATRIZIA MORNATI (128 ORE) PREMIATA DA ELVIRAMICCOLI PRESIDENTE DELLA CROCE ROSSA DI MONZA

A SINISTRA GIULIANA MOTTA (138 ORE) INSIEME AANGELA VOLONTÉ, EX SEGRETARIA DELL’AVO DESIO

MARIAGRAZIA OTERI (164 ORE) PREMIATA DAMARIUC-CIA BONACCI, PRESIDENTE DELL’AVO DI GARBAGNATE

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Giornale di CarateSabato 22 dicembre 2012 DESIO 53

MARGHERITA LONGONI, 69Residente a SeregnoReparto Cardiologia«Ho iniziato a fare la volontariaAvo 24 anni fa: eravamo in sei.Dico sempre a me stessa che èora di smettere ma... poi c’èsempre qualcuno o qualcosache mi fa tornare sulle mie idee.Del resto, quando vedi che i ma-lati ti aspettano, ti rendi contodi quanto sia utile continuare»

MARIA SENERCHIA, 59 ANNIResidente a Nova MilaneseReparto Medicina«Sono volontaria da molti anni,ho prestato attività alla CroceRossa di Nova e all’Unitalsi. Daun po’ di tempo volevo fare l’e-sperienza dei reparti ospedalierie ho iniziato una nuova avven-tura»

ROBERTA GIOIA, 24 ANNIResidente a SeregnoReparto Urologia«Faccio la volontaria per render-mi utile. Per me si tratta diun’autentica novità, un ‘espe-rienza nuova visto che ho ini-ziato da pochissimo. Ma credoproprio proprio che proseguirò»

GIAMPAOLO PIZZINI, 62 ANNIResidente a SeregnoReparto Cardiologia«Ho iniziato in seguito ad unasituazione familiare, poi mi sonsentito di proseguire e lo facciovolentieri»

SIMONA PILATO, 34 ANNIResidente a Cesano MadernoReparto Ortopedia«Ho cominciato perché ho av-vertito dentro di me come unrichiamo. Oggi confermo che èun’esperienza gratificante:quando non sei in ospedale nesenti la mancanza»

ELISA BERTON, 22 ANNIResidente a Cesano MadernoReparto Chirurgia«Gli ammalati raccontano storiedi vita bellissime, che rappre-sentano un tesoro di memoriastorica. Il mio sogno? Potermilaureare con una tesi dedicataalle testimonianze di vita cheogni giorno raccolgo nella miaopera di volontariato»

DELFINA PAVANO, 73 ANNIResidente a DesioReparti Chirurgia e Medicina«Sono volontaria dal 1993, hocominciato con Mariagrazia Ma-riani: un’attività che mi ha cam-biato la vita. Da giovane hosempre sperato di poter un gior-no fare del bene e, oggi, sonocontenta: stare con chi soffreserve innanzitutto a noi stessi,aiuta a cancellare gli egoismi»

ILEANA LESSONA, 45 ANNIResidente a DesioReparto Chirurgia«Ho cominciato dopo un perio-do difficilissimo: ricordo benequando mio padre aspettavaquelli che lui stesso definiva “gliangeli”. Dopo la sua scomparsaho deciso io stessa di diventareun “angelo”. E’ un’esperienzafantastica. E credo che mio pa-dre sarebbe fiero di me»

PIERANGELA, 69 ANNIResidente a SevesoReparto Cardiologia«Sentivo dentro me una sorta diauto invito a donare un sorriso,un po’ di amore a chi in quelmomento ne ha tanto bisogno, achi sta soffrendo, a prescinderedalla sua età: giovani o meno gio-vani quando sono in ospedalehanno tanto bisogno di un mo-mento di conforto»

PATRIZIA VENTURI, 66ANNIResidente a DesioReparto Cardiologia«Ho iniziato dopo un’esperienzapersonale in Svizzera, vedevo i vo-lontari passare nei reparti e con di-sinvoltura dialogavano con pazientie parenti.Un giorno ho letto il ma-nifesto emi sono iscritta: l’ho fattoperme, oggi sono io a “dare”, do-mani mi auguro di trovare qualcu-no che faccia altrettanto conme»

Premiati gli «angeli dei malati»I VOLTI DI COLORO CHE SONO AL FIANCO DI CHI SOFFRE

ISABELLA GOBBO, 60 ANNIResidente a DesioReparto Cardiologia«Non penso alla gratificazione,faccio volontariato per aiutare glialtri in un momento di sofferenza:un’attività che mi ha coinvolto sinda quando ho iniziato»

mettendoci impegno, pas-sione e dedizione. Un rin-graziamento che va ai tantivolontari che c'erano già,maanche ai nuovi, che hannoda poco terminato il corso einiziato l’esperienza».Ortalli ha definito il suo

primo anno di presidenza«la più bella esperienza cheho vissuto finora, e lo dicocon la consapevolezza diaverne vissutemolte».A seguire, il presidente -

affiancato dal suo "bracciodestro" Maria Iaricci - hacoordinato le premiazionidei volontari che hanno su-perato le cento ore dedicate

agli ammalati ricoverati al-l’ospedale cittadino. Meda-glia d’oroMariagraziaOtericon164ore, segueCarlaBri-ghenti con 144, medaglia dibronzo a parimerito con 138ore Anna Esposito e Giu-liana Motta. Ciascuna di lo-ro ha ricevuto la medagliadallemani di ElviraMiccoli,presidente della Cri (CroceRossa Italiana) di Monza eBrianza e di Mariuccia Bo-nacci, presidente dell’Avo diGarbagnateMilanese.Hanno inoltre ricevuto

l’encomio Annamaria An-driola, Giovanna Di Mar-tino, Patrizia Mornati, Si-

mona Pilato, Angela Pre-stino,MorenaRastelli,Pao-la Redaelli, Paola Sozio,Giuliana Tramarin.La serata è stata l’occa-

sione per conoscere unarealtà, quella del volontaria-to ospedaliero, fatta di unasolidarietà certamente par-ticolare. Abbiamo chiesto a25 di loro di raccontarci laloro esperienza, di dirci co-me eperchéhannomaturatola sceltadidedicareparte delloro tempoagliammalati.Neemerge uno scorcio di uma-nità difficile da trasmetterein poche righe. Molti hannodeciso di aderire all’Avo do-

po un’esperienza personale:chi da paziente chi da pa-rente, ha vissuto il drammadel ricovero e con esso haacquisito la consapevolezzadell’importanza del volonta-rio ospedaliero. Chiuso il si-pario sul proprio dramma,ha poi scelto di scendere incampo inprimapersona.C'èchi come Patrizia Venturi,presidente per duemandati,continua «augurandomi ungiorno di trovare, da pazien-te, qualcuno che faccia al-trettanto con me: a volte ba-staunaparola,un sorrisopernon sentirsi soli». IleanaLessona a 45 non ha dubbi:

LILLI CATTANEO, 62 ANNIResidente a SeregnoReparto Ortopedia«Sin da giovane ho sempre vo-luto dedicare del tempo agli altri,aiutare chi soffre, perché credoche tutto ritorni. Senza dimenti-care che quando si torna dopo leore in ospedale si porta a casauna ricchezza difficile da descri-vere»

ANNAMARIA ANDRIOLA, 63Residente a SeregnoReparto Cardiologia«Ho deciso di fare la volontariaAvo perché avevo un gran biso-gno di donare l’amore che hodentro, un desiderio che matu-ravo sin dai tempi dello studio.Oggi che sono in pensione possopermettermi di farlo»

ISABELLA PANUCCIO, 34 ANNIResidente a DesioReparto Ortopedia«MI sono sentita coinvolta nel-l’attività sin da subito. Ho comin-ciato per senso civico, un doverecivico che sento in maniera forte.Non da ultimo, continuo per l’ap-partenenza ad un gruppo e l’at-mosfera di stasera non può cherafforzare le mie convinzioni»

ROSANNA VALLUCCI, 58 ANNIResidente a DesioReparto Neurologia«Lo faccio con un solo obiettivo:dedicare un po’ del mio tempo apersone che hanno bisogno, chevivono un momento di difficoltà esofferenza»

ELSA FERLA, 55 ANNIResidente a LissoneReparto Nefrologia«Perché ho scelto di fare la vo-lontaria? In realtà perché lo fa-cevano le amiche, ma dopo lacosa mi ha coinvolto profonda-mente. E oggi devo ammettereche fare la volontaria Avo dà unagioia immensa»

CAV. ENNIO DOLCI, 48 ANNIResidente a DesioReparto Chirurgia«Sono stato spinto ad iniziare dauna persona cui sono legato. Madevo dire che mi trovo bene, misento a mio agio nel conversarecon gli anziani, dialogare con lo-ro. Quest’attività mi ha preso ilcuore»

MORENA RASTELLI, 47 ANNIResidente a DesioReparto Cardiologia«L’ispirazione mi è venuta dalcuore. Ho sempre maturato den-tro di me il desiderio di fare delvolontariato, di dedicare un po’ ditempo alle persone che soffrono»

«Dopo aver assistito mio pa-dre, che aspettava volentieri«gli angeli», ho scelto di farela volontaria: papà ne sa-rebbe fiero». Angela Conte,63 anni, ricorda quello chehaprovato al suoprimo gior-no in reparto: «Mi illuminod’immenso è la sintesi dellesensazioni». La speranza nelfuturo è ripostanei giovani, etra questi c'è chi, come ElisaBerton, 22 anni, sogna dilaurearsi «con una tesi sulletestimonianze di vita cheraccolgo nellamia attività divolontaria».

Massimiliano Campanella© RIPRODUZIONE RISERVATA

rienza da vivere.E' la sintesi delle interviste

che abbiamo raccolto mar-tedì scorso, in occasione del-la serata natalizia dell’Avo(Associazione dei volontariospedalieri) Desio, tenutasial ristorante «La Taverna» divia Tripoli. Al suo primo an-no di presidenza, AlbertoOrtalli ha svolto in pieno ilruolo di speaker.«Questa serata - ha detto

in apertura delle premiazio-ni - è un tributo, un rin-graziamento che innanzitut-to rivolgiamo a noi stessi:siamo statibraviper quel cheabbiamo fatto quest’anno,

GIOVANNA DI MARTINO (130 ORE) PREMIATA DA MA-RIUCCIA BONACCI, DELL’AVO DI GARBAGNATE M.SE

CARLA BRIGHENTI (144 ORE) PREMIATA DA ELVIRAMICCOLI, PRESIDENTE DELLA CROCE ROSSA DI MONZA