Preistorici

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STRUMENTI MUSICALI PRIMITIVI

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STRUMENTI MUSICALI PRIMITIVI

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I PRIMI STRUMENTI

“Le storie della musica scritte prima del secolo scorso incominciano, quasi ritualmente, col dar conto dell’origine mitologica dei più antichi strumenti. Judal, il

discendente di Caino, vien ricordato come “padre di tutti coloro che suonano l’arpa e l’organo”; a Pan si attribuisce l’invenzione della siringa (o flauto di Pan, appunto); e Mercurio è supposto d’aver escogitata la lira quando, un giorno, gli capitò di trovare

un guscio di tartaruga lungo le rive del Nilo.In seguito, al mito è stata sostituita la storia, e l’invenzione degli strumenti musicali

non più attribuita a divinità ed eroi. […]”

(Sachs C, Storia degli strumenti musicali, Milano, Arnoldo Mondatori Editore, 1996, pp. 5-6)

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Dallo studio sui popoli antichi si è scoperto che il primo strumento fu la voce umana, in seguito l’uomo adoperò le mani e i piedi per esprimere il ritmo musicale.

“La maggior parte dei moti dell’animo, degli impulsi emozionali, si esternano in maniere udibili; tuttavia è probabile che i primi uomini battessero i piedi aritmicamente e si percuotessero il corpo a palme aperte già molto prima d’acquistar coscienza del suono aritmicamente organizzato come fenomeno autonomo. […]Da […] semplici gesti, essi seppero trarre effetti diversi: colpi soffocati con il cavo delle mani, schiocchi secchi e chiari con le palme aperte, percussione del suolo con la punta del piede o con il tallone, e percussione del proprio corpo in punti molli e carnosi o invece, e con dissimile suono, in parti più rigide e dure. Tutte queste sfumature contribuirono alla nascita d’una vera musica prestrumentale.” (Sachs C, Storia degli strumenti musicali, Milano, Arnoldo Mondatori Editore, 1996, pp. 5-6).

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Furono costruiti poi strumenti di legno coperti con pelli di animali e poi strumenti di metallo.

Con il passare del tempo furono creati strumenti a corda: il primo fu la lira, costruita con un guscio di tartaruga sul quale erano messe due corna di gazzella che servivano per tenere tese le corde.

Altri strumenti a corda furono: la vina (strumento indiano), la nabla e il nefer (strumenti egiziani), il rebab (arabo) e la crotta (inglese).

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SONAGLI“Il sonaglio è uno strumento composto da un certo numero di piccoli corpi duri che si percuotono tra loro a seguito dell’azione di scuotimento del sonatore”. (Sachs Curt, Storia degli strumenti musicali, Milano, Arnaldo Mondatori editore, 1996, p. 7)Gusci di noce, semi, noccioli, denti e zoccoli di animali, conchiglie, pietre…possono essere uniti tra loro con una treccia o una cordicella o legati in un grappolo (sonagli a grappolo).Dagli scavi archeologici, sappiamo che i sonagli erano in uso presso i cacciatori del periodo paleolitico. In tempi moderni, sono ancora utilizzati, come strumenti magici e propiziatori; che possono scandire i passi di danza, presso culture tribali poco sviluppate; il danzatore può portarli appesi alle caviglie, alle ginocchia, alla vita, al collo. Sonagli di zucca, vimini, legno, argilla, metallo, tuttora usati in molti riti sciamanici1, può essere facilmente costruiti, riempiendo il contenitore di sassolini o granelli di materia dura.

1. Il suono penetrante può far cadere in trance lo sciamano e i partecipanti al rito.

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SONAGLI

Moretti Martina

Classe II sez. H

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CAXIXI

I caxixi sono strumenti a scuotimento attualmente in uso in Africa e in Brasile. Sono costituiti da zucche o da cestini conici in vimini intrecciati a mano, con la parte superiore assottigliata e con un manico arcuato; l'estremità inferiore è chiusa da un dischetto di zucca essiccata. All'interno del cestino vengono inseriti semi, sassolini, piccole conchiglie.

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CAVIGLIERA

Lo strumento riprodotto nell'immagine è una cavigliera da danza. In questo caso lo strumento, di fibra vegetale o rafia, è intrecciato e curvato in modo da formare una sorta di "U". Un pezzo di fil di ferro, posto tra le due coppe terminali, ne chiude l'imboccatura rendendolo più aderente al collo del piede del danzatore. Agitandosi nella danza, i semi, contenuti nelle coppe alle estremità, forniscono un accompagnamento ritmico che può essere ulteriormente marcato dal battito del piede sul terreno. In genere, gli strumenti di questo tipo sono abbinati alla danza e rappresentano una sorta di fase di passaggio tra il corpo, usato esso stesso per produrre suoni, e gli strumenti musicali veri e propri.

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SONAGLI E BATTENTI

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BASTONE DELLA PIOGGIA

Strumento tipico delle popolazioni dell'America del Sud (Perù, Equador, Brasile) utilizzato per cerimonie religiose propiziatorie sia per il raccolto sia per la pioggia. Si tratta di un bastone lungo e stretto di cactus, legno, bambù o zucca che ha all'interno un'intelaiatura di chiodi di legno. Inclinando lo strumento, i semi e le piccole conchiglie scorrono riproducendo il suono della pioggia.

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ROMBO

I rombi sono tra i più antichi strumenti conosciuti e possono risalire a 25.000 anni fa. Quando l'uomo dell'età della pietra legò un pezzetto di osso a una corda e lo fece roteare intorno alla testa, creò uno strumento che può essere rintracciato presso tutti i popoli della terra.

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TAMBURO

“Indica secondo la terminologia corretta uno strumento nel quale il suono venga prodotto da una membrana tesa su una cornice oppure su un corpo vuoto, vale a dire una cassa di risonanza di qualsivoglia forma. Esso venne percosso da principio con le nude mani e solo in un periodo più tardo alle mani vennero sostituiti dei mazzuoli. Questo cambiamento coincise approssimamene con l’adozione di pelli di animali cacciati e di grosso bestiame da applicare in luogo di quelle sino ad allora in uso, ossia pelli di animali acquatici, come serpenti, lucertole e pesci.” (Sachs C, Storia degli strumenti musicali, Milano, Arnoldo Mondatori Editore, 1996., p. 13)

Cestari Marzia

Classe II sez. H

Tamburo messicano

Ricavati nel legno o modellati in terracotta, sono tuttora in uso in Paesi del Terzo Mondo, soprattutto in Africa. Oggi, i grandi tamburi tradizionali sono utilizzati in occasione di particolari manifestazioni e di cerimonie religiose; si è praticamente persa o ridotta al minimo la tecnica percussiva a scopo comunicativo, per la trasmissione di segnali.

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TAMBURO A CALICE

In genere, il tamburo a calice si presenta con il corpo di legno, monopelle, con tiranti di fibra vegetale. Spesso, si tratta di tamburi di grosse dimensioni, anche in altezza, da suonare in piedi. Normalmente il suonatore ha a disposizione più tamburi dello stesso tipo ma di varia dimensione, che utilizza - singolarmente o contemporaneamente - in momenti diversi a seconda delle differenti danze. Esistono anche esemplari portatili. La forma a calice si presta per tenere lo strumento sotto il braccio, poiché la parte a stelo viene agevolmente stretta tra il braccio e il torace.

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Butini Sara

Classe II sez. H

Moretti BarbaraClasse II sez. H

“Il tamburo a fessura, nella sua forma più semplice e antica è un tronco d’albero [lungo 6 m circa e largo da 1,80 a 2,10 m] messo a traverso d’una buca scavata in terra e quindi percosso coi piedi da sonatori che vi stanno ritti sopra. […] I tamburi a fessura si rimpicciolirono poi man mano lungo il cammino della loro evoluzione, fino a divenire portatili.” (Sachs Curt, Storia degli strumenti musicali, Milano, Arnoldo Mondatori Editore, 1996, pp. 11-12)Attualmente, si trovano ancora esemplari di grandi tamburi a fessura in Amazzonia; in Nuova Guinea, in Etiopia sono in uso i tamburi a fessura portatili.

TAMBURO A FESSURA

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Piazza Elena

Classe II sez. H

Il tamburo a clessidra è portatile, il suo nome deriva dal fatto che presenta una strozzatura centrale, simile, appunto, a quella di una clessidra.

TAMBURO A CLESSIDRA

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TAMBURI SACRI

Ai tamburi, ritenuti sacri in Africa, viene offerto quotidianamente del latte.

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Pasqui Mattia

Classe II sez. H

Nella parte superiore si presenta perfettamente cilindrico, mentre quella inferiore si va gradatamente restringendo, nella forma d’un tronco di cono, fino alla base d’appoggio, piccola e piatta.

Questo timpano cilindro-conico corrisponde

esattamente a certi tipi di vasi in terracotta, portati alla luce da scavi archeologici

(strato neolitico).

TIMPANO ED ALTRI STRUMENTI A PERCUSSIONE

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XILOFONO E’ uno strumento idiofono[1] a percussione, costituito da una serie ordinata di tavolette in legno (in greco xylon significa “legno”), percosse con bacchette o mazzuoli.“Il tipo più semplice di xilofono può venire denominato xilofono da gamba. Il sonatore sta seduto a terra con due o tre pezzi di legno non dirozzati, appoggiati sulle cosce e li percuote con due mazzuoli. Nello xilofono semplice le tavolette sono ordinatamente appoggiate, non però fissate, su due tronchi paralleli. In seguito le tavolette dello xilofono vennero fissate a un supporto come una tavola (xilofono a tavola), oppure assicurate ad un telaio”. (Sachs Curt, Storia degli strumenti musicali, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1996, p. 46)Lo xilofono primitivo è tuttora in uso presso popolazioni africane ed asiatiche (soprattutto in Malesia).

[1] Idiofono= si dice di strumento che produce il suono mediante la messa in vibrazione del materiale stesso di cui è composto, senza l’ausilio di parti poste in tensione. Gli strumenti idiofoni di distinguono in idrofoni a percussione (semplice o reciproca), a scotimento (o sonagli), a raschiamento, a pizzico, a frizione, ad aria.

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STRUMENTI A FRIZIONE

“Un’azione di sfregamento può produrre una considerevole quantità di rumori ronzanti e striduli facilmente associabili a suoni di provenienza sopraumana”. (Sachs C, Storia degli strumenti musicali, Milano, Arnoldo Mondatori Editore, 1996, p. 25)

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STRUMENTI

A FIATO

Bastone sonoro cavo

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CORNO DI ANIMALE

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Venere con corno,

19.000 a. C. ca., pietra, 44 cm,

da Laussel, Dordogne, Bordeaux,

Musée d’Aquitaine,

collezione Lalanne

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Arte Paleolitica e prima rappresentazione nella storia dell’arte di uno strumento musicale

Già durante il Paleolitico, il periodo più antico della preistoria (35000-10000 a.C.), gli uomini primitivi dipingevano immagini nelle grotte che utilizzavano come temporanee abitazioni, e scolpivano nella pietra o modellavano con l’argilla figure umane e animali.

Le pitture rupestri e le piccole sculture sono le prime testimonianze artistiche dell’Homo Sapiens, il più simile all’uomo moderno, comparso sulla Terra circa 38000 anni fa. Queste antichissime forme d’arte avevano una funzione magica e religiosa. Non servivano cioè a rappresentare la realtà in cui vivevano gli uomini primitivi, ma erano legate ai riti propiziatori della caccia e della fertilità. Attraverso queste immagini, gli uomini primitivi cercavano infatti di trasformare la realtà secondo i loro desideri e le loro necessità: procurarsi carne animale di cui cibarsi e assicurarsi una prole numerosa da formare una potente tribù.

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Scolpite nella pietra (oppure nell’osso, nell’avorio), le cosiddette Veneri preistoriche, non raffiguravano realisticamente la donna ( non sono rappresentati né mani, né piedi; il capo privo di volto o appena accennato, compare talvolta sotto una folta capigliatura, interpretata da alcuni come un copricapo in conchiglie), ma un’ideale figura femminile, rappresentata nelle forme di una dea-madre, feconda, capace di procreare e nutrire la prole.

Sono evidenti i glutei; il seno e il ventre enormi;

hanno la funzione di scongiurare la carestia e la

sterilità. Il grande numero di queste statuette, alte circa 10-25

cm, fa pensare a un vero e proprio culto religioso della fertilità e a un uso rituale di

queste sculture, che servivano a propiziare la fecondità, la selvaggina abbondante e i raccolti

floridi.

In molte Veneri le gambe si

allungano a forma di punta,

probabilmente perché la statuetta

veniva conficcata nel terreno, per

auspicare la fertilità dei campi.

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La figura di donna rinvenuta nel 1911 a Laussel (Dordogne, Francia), in uno strapiombo alto 115 m, risale al 19000 a. C. ca.; il corpo viene rappresentato con la consueta insistenza sui seni e sui fianchi;il volto risulta nascosto da una folta acconciatura ‘tutta ricci’ (o dal copricapo di conchiglie). La mano sinistra è stesa sul ventre rilevato; con la destra, la donna regge un oggetto, forse uno strumento musicale ricavato da un corno di animale (forse di bisonte). Si tratterebbe della prima rappresentazione nella storia dell’arte di uno strumento musicale! Il corno è riccamente ornato. Si può notare la decorazione osservando le linee incise sull’oggetto. A proposito di incisioni, possiamo vedere come tutta la figura risalti dal fondo, grazie alla netta incisione praticata sulla roccia. Particolarmente evidenti le linee delimitanti le mammelle e il pube.

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OCARINE

realizzate con semi

FISCHIO

di terracotta

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TIPI DI ANCIA

“I ragazzi di tutto il mondo sanno come prendere un filo d’erba e tenerlo dalle due parti sforzandolo coi pollici, in modo da produrvi delle spaccature e poi soffiare attraverso a esse facendolo vibrare con un acuto stridio.

I Taulipang nella Guiana credono che se la loro ancia a nastro sia stata ottenuta da foglie di un determinato genere di canne, allora al suo suono dovrà seguire la pioggia.

Il più importante, capostipite di futuri strumenti, è fatto di un filo d’erba lungo e largo avvolto su se stesso con moto spiraliforme, fino a farlo sembrare uno stretto imbuto”. (Sachs C, Storia degli strumenti musicali, Milano, Arnoldo Mondatori Editore, 1996, pp. 24-25)

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FLAUTI

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FLAUTO

Il flauto produce il suono a mezzo di una colonna d’aria all’interno di un tubo.

I più antichi flauti vennero ricavati da ossi di animali, probabilmente di uccello. Essi producono un suono acuto, fischiante, mentre flauti di canna di dimensioni maggiori, rendono un suono più morbido e profondo.

I primi flauti producevano una sola nota: i fori per le dita vennero introdotti più tardi.

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FLAUTI

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FLAUTI

”Agli archeologi capita sovente di trovare un flauto accanto a mummieo scheletri quando scavano antiche tombe, e magari di credere erroneamente d’aver rinvenuti i resti d’un musicista, mentre invece il flauto fu posto accanto al cadavere quasi certamente a motivo delle sue virtù d’amuleto propiziatore di vita, […] a garanzia di rinascita”.

(Sachs Curt, Storia degli strumenti musicali, Milano, Arnoldo Mondatori Editore, 1996, p. 33)

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FLAUTI

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Il flauto nasale in canna di bambù è ancora molto diffuso nelle isole dell'Oceano Pacifico e l'aria vi è introdotta con una narice anzichè con la bocca, mentre l'altra narice è chiusa con un pezzo di stoffa, tabacco o con una mano. Questo modo insolito di suonare lo strumento potrebbe avere una radice religiosa o superstiziosa, infatti alcuni popoli del pacifico credono che il fiato emesso dalle narici abbia particolari poteri magici.

FLAUTO NASALE

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E’ sicuro che, per i primitivi, la musica assumesse anche un potere magico poiché aveva la funzione di congiungere

i vivi e i morti (spiriti buoni e cattivi).I suoni della terra, i canti di lode, erano considerati come

“nutrimento degli spiriti celesti”. Abbondavano perciò nella musica primitiva le lamentazioni, che

servivano a provocare negli spiriti uno stato d’animo felice e favorevole nei confronti dei viventi.

Anche i riti funebri erano accompagnati da musiche, perlopiù nasali, che aiutavano a liberare l’animo da legami con la terra, i

quali – così si riteneva – sarebbero persistiti durante la prima settimana dopo la morte.

Gli uomini primitivi ritenevano che per il naso passasse il soffio della vita.

Per i primitivi il suono era un’espressione concreta del mondo spirituale. E’ per questo che variavano i caratteri della musica

(abbiamo infatti, per esempio, canti d’amore, per i funerali, incantesimi per la cura dei malati, per la pioggia ecc.).

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SCACCIAPENSIERI

Lo strumento classificato tra gli idiofoni a pizzico é costituito da una lamella intagliata o applicata ad un piccolo telaio di bambù o di metallo.

La lamella da una parte è libera in modo da poter essere pizzicata con un dito. Il suonatore tiene lo strumento in bocca appoggiato alle labbra o ai denti e

ne modula il suono con i movimenti della lingua, soffiando e aspirando; il musicista modifica la forma della bocca per ottenere la melodia.

Il suono dello scacciapensieri di bambù è sommesso e viene spesso utilizzato nei rituali di corteggiamento.

Questo strumento è ancora molto comune nelle isole dell'Oceano Pacifico.

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TROMBA

Le prime trombe in uso presso le popolazioni primitive erano “megafoni”, ottenuti da conchiglie, corna di antilope, zanne di elefante, rami scavati all’interno o da grosse canne; “dentro [questi strumenti] il sonatore parlava, cantava o urlava imitando tuoni e muggiti”[1]distorcendo la propria voce, per spaventare gli spiriti maligni, per accompagnare funerali ed altri riti.In tempi moderni, trombe primitive si trovano tuttora in uso presso popolazioni del Sud America, della Nuova Guinea.

Fin dalla preistoria la conchiglia, facilmente reperibile sulle

spiagge, è stato utilizzata come tromba.

A tutt’oggi le conchiglie sono usate come strumento musicale presso alcune popolazioni delle

isole del Pacifico per scopi sia militari che rituali; alcune vengono decorate, altre lasciate inalterate.

[1] Sachs C, Storia degli strumenti musicali, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1996, p. 36

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TROMBE DI ZUCCA

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ARCO MUSICALE

Il nome deriva dal fatto che per molti antropologi questo strumento deriva dall’arco dei cacciatori, che una volta udito il sibilo o il leggero schiocco della corda allo scoccar della freccia, furono indotti ad usare i loro archi come strumenti musicali. Si tratta di uno strumento cordofono[1] costituito da un supporto arcuato su cui è tesa una corda, che può venire percossa o pizzicata. Può essere munito di risuonatore[2] (una zucca o un guscio essiccato di frutto tropicale). Rappresenta la forma più primitiva di strumento a corda, documentata sin dalla preistoria ed ancora oggi largamente usata in Africa, in Asia, in America e in Oceania.

[1] Cordofono= strumento musicale in cui il suono è prodotto dalla vibrazione di una o più corde tese tra punti fissi. Esempi di strumenti cordofoni: cetre, lire, arpe…

[2] Risuonatore= mezzo elastico che vibra quando viene eccitato da vibrazioni esterne. In questo caso la zucca (o il guscio) vibra insieme all’arco.

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ARCO MUSICALE

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Un tempo lo strumento serviva ai venditori ambulanti per vendere la propria merce o ai mendicanti per chiedere l’elemosina o come strumento avvisatore, usato con ritmo particolare. Oggi il berimbau accompagna la musica nera di Bahia, in special modo la capoeira, ed è conosciuto in tutto il mondo.

BERIMBAU

Il berimbau è un arco musicale del Nord e Nord-Est brasiliano, di origine africana e introdotto in Brasile dagli schiavi africani.

Dalla fine del secolo scorso il berimbau è impiegato per accompagnare la capoeira de Angola, una danza che è anche una lotta acrobatica.

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LUR

Era un corno a forma di S, con un tubo lungo ritorto e

conico che terminava con un lungo disco ornato intorno

all’apertura.

E’ l’unica testimonianza, giunta fino a noi, della cultura

musicale degli antichi popoli del Nord-Europa.

Strumento a fiato

di bronzo diffuso

tra i popoli nordici

dal sec. XII al VI a.C.

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Suonatori di lur, graffito su pietra, Scandinavia

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LIRA

La cassa di risonanza era in origine costituita da un carapace di tartaruga, svuotato, sul quale era tesa una pelle bovina, mentre più tardi si adoperarono anche casse in legno o in avorio, sempre in forma di guscio, ricoperte di scaglie ugualmente ricavate da un carapace.Dalla cassa partivano due bracci leggermente incurvati realizzati con corna di gazzella, che reggevano un sostegno trasversale, in osso o in avorio.

Le corde, da tre a sette, erano generalmente di budello ritorto di montone, ma erano anche fatte con i tendini di animali o con corde intrecciate di canapa.

Sin dai tempi più remoti, la lira fu lo strumento musicale più conosciuto nell'antichità.

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LIRE AFRICANE

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LIRE AFRICANE

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REBAB

Si tratta di uno strumento primitivo cordofono[1] (a due o sei corde), scavato in un unico pezzo di legno, di forma tozza ed oblunga o ricavato da un guscio di noce di cocco, coperto da una membrana di pelle.

[1] Cordofono= strumento musicale in cui il suono è prodotto dalla vibrazione di una o più corde tese tra punti fissi. Altri esempi di strumenti cordofoni: cetre, lire, arpe…

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REBAB

Moretti MartinaClasse II sez. H

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REBAB

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REBAB MODERNO

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ARPA

L’arpa è uno strumento a pizzico.Le arpe primitive erano le cosiddette “arpe di terra”.“Oggi l’arpa di terra si trova soltanto in una piccola regione dell’Africa centralee ricorda le trappole di certi cacciatori africani. Si provvede a scavare una buca e ricoprirla con corteccia d’albero; accanto alla buca vien confitto un lungo bastone flessibile in cima al quale si lega prima una corda e poi la si tende fissandola alla copertura di corteccia della buca.

Lo strumento viene utilizzato tanto col pizzicare la corda che col percuoterla”.(Sachs Curt, Storia degli strumenti musicali, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1996, p. 47)

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CETRA

La cetra è uno strumento a corde, privo di manico o di traversa. La cassa è una tavola piatta.

In origine la cetra era simile all’arpa di terra. Gli uomini primitivi, scavata una buca nel terreno, la coprivano

con un pezzo di corteccia in funzione di tavola armonica.Una corda, lunga 4 metri, era tesa orizzontalmente alla buca, tra due pali.

Attualmente la cetra di terra è ancora presente presso alcune comunità in Asia e in Africa

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La vina è un antichissimo strumento a corda, formata da una lunga tastiera appoggiata su due grossi risuonatori di zucca.

Le corde sono pizzicate da una mano e premute dall’altra per

mezzo di una sfera metallica o di legno.

VINA

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KALIMBA

In inglese, lo strumento è denominato Thumb piano (pianoforte da pollice). La kalimba è uno strumento a pizzico, costituito da lamelle flessibili di canna di bambù, di giunco o di ferro, in numero variabile (da 3 a 40), fissate su una zucca essiccata o su una

tavoletta di legno (di abete o ulivo).

Attualmente ancora in uso presso alcune popolazioni africane, la kalimba richiede notevole abilità ed un lungo studio per essere suonata.

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Gruppo Synalia

Il gruppo Synalia è composto da musicisti-studiosi, che cercano di “ricomporre”, una “musica archeologica”, il più possibilmente fedele all’originale. Per fare ciò, conducono ricerche di etnomusicologia presso le popolazioni, che vivono tuttora allo stato primitivo, e ricostruiscono strumenti musicali antichi, sulla base di reperti archeologici.

I componenti del gruppo si esibiscono in costume e in luoghi suggestivi, i quali ricreano un’atmosfera molto remota che si perde nella notte dei tempi.

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Venere danzante di Geldrop,Mesolitico, Olanda

LA RAPPRESENTAZIONE DI UNA DANZA PREISTORICA

Componente del gruppo Synalia