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Prealpi Giulie anno XVI n. 2 nuova serie PARCO NATURALE DELLE PREALPI GIULIE del Parco LA VOCE LA VOCE Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70 % NE/UD

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DOPO VENT’ANNI IL PARCO HA BISOGNO DI UNA NUOVA LEGGEAndrea Beltrame | Presidente dell’Ente Parco

Quest'anno ricorre il ventesimo anniversariodella legge regionale 42 del 1996 che istitui-

va formalmente il nostro Parco e quello delleDolomiti Friulane; pertanto è doveroso ricordarel'iter che ha portato, non senza conflittualità, nonancora sopite completamente dopo tutti questianni, alla istituzione delle due aree protette. La Legge 42 nasce dopo un percorso iniziato nellontano 1983, con la prima normativa regionalesui Parchi, la 11/83, condivisa da molte realtà ter-ritoriali, amministrazioni locali, associazioniambientaliste ed anche associazioni venatorie. IParchi erano visti come motori di sviluppo e tuttele realtà economiche della zona guardavano conmolto interesse a questa nuova forma di tutela esviluppo di un territorio che stava risollevandosilentamente dopo il terremoto del 1976, collegan-do idealmente l'uscita dall'emergenza ed il percor-so verso la ricostruzione con un concetto di svilup-po legato alla fruibilità di un ambiente con elevatabiodiversità. Le amministrazioni locali coinvoltenel progetto di Parco, il più delle volte, operavanofianco a fianco delle associazioni di categoria deipropri territori privilegiando il rapporto con le riser-ve di caccia.L’entrata in vigore, nel 1991, della Legge naziona-le 394 (legge quadro nazionale sulle aree protet-te), che di fatto vieta la caccia nelle aree tutelate,suscitò un grande dibattito e provocò un “dimagri-mento” delle aree regionali da destinare a Parco,che come tali vedranno la luce solo nel 1996, pro-prio grazie all’approvazione della Legge 42, che daallora disciplina le attività delle aree protette.Una delle norme pilastro di tutta la Legge è ilPiano di conservazione e sviluppo (PCS) del Parco,una specie di “bibbia”, che nel nostro caso vieneapprovato dopo ben 19 anni dalla pubblicazionedella Legge 42.Nonostante questi 19 anni di assenza del fonda-mentale strumento pianificatorio e programmato-rio, l’Ente parco ha operato in maniera molto dili-gente attraverso scelte intelligenti ed innovative,collocandosi così nel “ghota” dei Parchi europeigrazie all’ottenimento di riconoscimenti importantiper l’attività transfrontaliera, per la connettività

ecologica e per il turismo sostenibile, ricevutiassieme al Parco nazionale sloveno del Triglav. Aquesti va aggiunto il riconoscimento EDEN qualedestinazione di eccellenza per il turismo accessi-bile.Ora però il nostro sguardo deve essere volto alfuturo delle nostre valli e delle loro genti, con illoro patrimonio culturale, e soprattutto al futurodei nostri giovani che, anche attraverso le poten-zialità espresse dall'area protetta, possono porreargine allo spopolamento della montagna.I venti anni della legge regionale 42 ricorronodopo solo un anno dalla approvazione del PCS;abbiamo quindi una legge vecchia che deve svez-zare un neonato; il nuovo, pieno di iniziative edidee, deve trarre la propria linfa vitale da una piat-taforma obsoleta che rischia di diventare unazavorra. Va da sé quindi che ringiovanire la Leggecon nuove proposte, in linea con le recenti norma-tive ed i mutati assetti territoriali, pur nel pienorispetto della filosofia della Legge madre, è di pri-maria importanza e non deve far paura.Non possono essere preoccupazioni dovute allaperdita di rappresentatività e di potere a rallentareprocessi virtuosi, volti allo sviluppo delle nostrearee; il superamento dei campanili in una visioneglobale e moderna deve essere il motore innovati-vo, la linfa vitale, per attuare gli obiettivi che cisiamo dati quando abbiamo scritto il Piano assie-me. Solo dal 2016, con l’approvazione del PCS,abbiamo potuto mettere a disposizione fondi aiproprietari per lo sfalcio e la ristrutturazione deifabbricati all'interno del Parco. Ci sono voluti 19anni, una vera eternità!Ci sono ancora disposizioni contenute nella Leggedel 1996 che attendono di essere applicate e nonpossono essere lasciate in attesa per altri ventianni. Sono norme importanti per lo sviluppo dellazona, che avranno bisogno sicuramente di unosvecchiamento e di un ampio dibattito, sereno,non ideologico e rispettoso di tutte le posizioni.Alle fine le norme andranno tuttavia scritte edapplicate. Concludendo auguro a tutti voi un sere-no 2017 che sia portatore di salute e benessere,serenità e allegria, equilibrio e buon senso.

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PARCHI E RISERVE, UNA RICCHEZZA INNOVATAMariagrazia Santoro Assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio

Avent’anni dallaLegge 42/1996

La Regione è impe-gnata in una riformadel settore dellagestione dei Parchie Riserve, che sipropone di coordi-

nare in un unico testo le fonti normative regionali -cinque diverse leggi tra il 1996 e il 2008 - che hannoconsentito fino ad oggi l'istituzione e il consolida-mento di un articolato sistema di protezione regiona-le della biodiversità.Parchi e riserve naturali, così come l'intero sistemadella biodiversità, avranno un ruolo pregnante nellatrasmissione della cultura ecologica e saranno pro-mossi con una visione innovativa della loro funzioneanche in chiave didattica.E’ questo lo scopo del Disegno di legge che reca"Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dellabiodiversità e della rete ecologica regionale".Il percorso per giungere alla nuova normativa è par-tecipato, con l’intento di mettere a confronto presi-denti e direttori degli enti parco, organi gestori delleriserve naturali regionali e statali, Regione e entiregionali, Anci, associazioni ambientaliste. Dagliincontri avuti è emersa la necessità di esaltare il com-pito dei parchi, curando in particolare gli aspetti rela-tivi alla conservazione culturale dei saperi e dellegenti, del comunicare e dell'educare.La legge proporrà un nuovo modello di governancedella rete ecologica regionale che gestirà in maniera

unitaria la conservazione e valorizzazione del patri-monio naturale. La Regione manterrà i compiti diprogrammazione, coordinamento, indirizzo e con-trollo della rete ecologica del Friuli Venezia Giulia.La ricchezza dei nostri siti naturalistici è invidiabile,il nostro territorio conta due parchi regionali, 12riserve naturali regionali, 30 biotopi, 15 Aria-Area dirilevante interesse ambientale, 1 area di reperimento,63 siti della rete Natura 2000 che interessa comples-sivamente il 19% della superficie regionale. Sonoinoltre presenti due riserve naturali statali (Cucco eRio Bianco di Malborghetto), un'area marina protet-ta statale (Miramare), tre aree umide di importanzainternazionale (coincidenti con le Riserve Foci delloStella, Val Cavanata, Foce dell'Isonzo), uno dei 9sistemi che compongono il sito patrimonio mondialeUNESCO delle Dolomiti (Parco delle Dolomiti friu-lane), una riserva MAB-Man and biosphere Unesco(costiera triestina presso Miramare) e migliaia di pratistabili.Recentemente l’assegnazione ai Parchi del Triglav edelle Prealpi Giulie, riuniti sotto il nome diEcoregione Transfrontaliera Alpi Giulie, della CartaEuropea del Turismo Sostenibile (CETS) ha rafforza-to il ruolo internazionale della nostra Regione con-fermando nelle politiche turistiche sostenibili e nellamobilità lenta due degli asset dello sviluppo econo-mico di quest’area d’Europa. Per questo l’impegnoanche economico della Regione sulle politiche diconservazione e valorizzazione di parchi e riserveprosegue con convinzione, considerando il settoreuna priorità della nostra economia del futuro.

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Periodico semestrale del Parco Naturale delle Prealpi GiulieAnno XVI – n. 2 - Nuova serie – Dicembre 2016Iscritto al Tribunale di UDINEal n. 12 in data 04/12/2015

EditoreEnte parco naturale delle Prealpi GiuliePiazza del Tiglio, 3 - 33010 Resia (UD)

Direttore responsabileAlessandro Di Giusto

Gruppo redazionaleAlessandro Di Giusto, Stefano Santi, Alexia Venturini

Hanno collaborato ai testiSergio Barbarino, Andrea Beltrame, Alessandro Benzoni,Stefano Cavagna, Sergio Chinese, Jana Chmieleski, Sonia Cian,Stefano Di Bernardo (Moggio Udinese), Stefano Di Bernardo(Venzone), Mario Di Gallo, Arianna Nogaro, Stefano Santi

Hanno fornito le immaginiStefano Cavagna, Jana Chmieleski, Sonia Cian,Stefano Di Bernardo (Moggio Udinese), Marco Di Lenardo,Europarc Federation, Stefano Santi

Foto di copertina Archivio PNPG - Marco Di Lenardo

Foto di retrocopertinaArchivio PNPG - Stefano Santi

Grafica e stampaTipografia Moro Andrea srl - Tolmezzo (Udine)

Prealpi Giulie

LA VOCE del Parco

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DALLA CONOSCENZA, ALLA COMPRENSIONE E ALLA VALORIZZAZIONESergio Barbarino Past President dell’Ente Parco

In tutta sinceritàdevo ammettere

che quando assunsila carica diPresidente avevo,come la maggiorparte della popola-zione di Resia, unaconcezione negativadel Parco. Ritenevo

che si trattasse di qualcosa che portava consé esclusivamente divieti e vincoli.Generalmente la gente riteneva di esserestata espropriata del proprio territorio, percui si era dichiarata e si dichiarava contraria.Ben presto però mi accorsi che le cose nonstavano proprio così; entrando pian pianoaddentro alle questioni della gestione del-l’area protetta, della sua conservazione evalorizzazione, parlando con chi già vi ope-rava, avendo contatti con altre realtà analo-ghe, intuii che in realtà il Parco rappresen-tava una risorsa per il territorio e per chi viabita. Soprattutto se gestito in maniera ocu-lata.Mi resi conto che negli anni precedenti viera stata una mancanza di informazione,soprattutto nei confronti delle comunitàlocali, producendo così in queste un’imma-gine distorta di cosa voleva dire effettiva-mente e concretamente Parco.Per cui dedicai molto tempo a cercare dicostruire un rapporto di fiducia fra l’organogestore e la popolazione ed i suoi rappre-sentanti istituzionali.Non fu certo un inizio facile, perché par-timmo da una situazione di pregiudizio e diconflitto, e non di rado fui additato in

paese, nelle riunioni e nei bar come uno chevoleva distruggere la Val Resia, che sarebbediventata quasi imprigionata.Con la pazienza ed il concreto lavoro quo-tidiano, le frequenti visite in Regione e gliincontri con alcuni portatori di interesseparticolarmente critici riuscimmo a farcapire ai più che il Parco era una grandeopportunità per tutta l’area, che i vincolieffettivi erano molto pochi (se si escludel’attività venatoria) e che la conservazionedella natura e lo sviluppo potevano correredi pari passo.I risultati concreti non tardarono ad arriva-re; sotto forma di sentieri e strutture siste-mate, di nuovi centri visita e punti informa-tivi, di ecoturisti in visita, di progetti ditutela della fauna con ricadute anche fuoridal perimetro dell’area protetta, di collabo-razioni con le amministrazioni e le associa-zioni locali, di progetti con i giovani e conle scuole, di creazione di nuovi rapportiinternazionali.Dopo 10 anni al vertice provo ancora orgo-glio ad aver ricoperto il ruolo di Presidentedel Parco, che mi ha permesso di crescereanche come persona. Auspico che i mieisuccessori si prendano a cuore il destinodell’area protetta come me lo sono preso io.Auguro al Parco che continui a svolgere ilproprio compito di promuovere lo svilup-po e la ricchezza del territorio, anche dandosostegno alle attività culturali e folkloristi-che dell’area.Spero che diventi patrimonio di tutti laconsiderazione che il Parco è una ricchezzaper la nostra terra e non una cosa che nelimita lo sviluppo.

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IL PARCO COMPIE VENT’ANNI

Sergio Chinese Sindaco di Resia e Past President dell’Ente Parco

Il parco compie vent’anni eraggiunge il pieno della

sua verde età. È “coscritto”come amiamo definire queltraguardo noi di Resia.Vale allora una piccola rifles-sione che preferisco fare congli occhi di un resiano piut-tosto che come sindaco dellacomunità.

Sono nato a Resia e ho vissuto in una famiglia resia-na con ritmi scanditi dai lavori agricoli, dalla pasto-rizia, dalle tradizioni, dai piccoli ma grandi proble-mi della quotidianità e ho imparato fin da piccolo adare un positivo significato a tutto questo. Questa Valle era davvero la valle dei fiori anche sedurante lo sfalcio questi cadevano spesso sotto il filodella lama con cui i nostri predecessori allenavanoquotidianamente gli affaticati muscoli. Fino a cinquant’anni fa non c’erano boschi sponta-nei, né aree abbandonate. Ogni metro di terra erautile per contribuire alla povera economia di sussi-stenza locale. Con gli anni Sessanta del secolo scor-so è arrivato il boom economico che ha fatto sentirela sua eco anche qui e alla fine degli anni settanta ilterremoto ha raso al suolo alcune aree urbanizzatesgretolando molto della nostra cultura, sostituendola valligiana, concreta e operosa solidarietà con unageneralizzata assistenzialità non sempre compresa eapprezzata.Ci tengo a sottolineare che sono solo osservazioniscevre da ogni giudizio di parte. Cerco di essereoggettivo visto che, come tutti quelli della mia gene-razione, ho avuto la fortuna di vivere il prima e ildopo. In questo dopo tutti abbiamo cercato dimigliorare e in tanti abbiamo trovato questa possi-bilità fuori della valle, poiché qui non c’erano postidi lavoro per tutti. Ma abbiamo continuato ad

amare Resia cui siamo debitori di tutto quello chesiamo e vorremmo che i giovani resiani conservasse-ro questo spirito.Quando la montagna è rimasta orfana delle genera-zioni che l’hanno curata con tanta abnegazione etanto amore, è stato istituito il Parco delle PrealpiGiulie, una vasta area confinaria che tutela l’am-biente, la flora, la fauna con pregevoli obiettivi. Le mutate condizioni di vita affidano oggi a questeIstituzioni il compito di conservare ambienti vivibi-li, ossigenanti, importanti per la conservazione esoprattutto la conoscenza della natura da cui tutti cisiamo allontanati pericolosamente. E lo fanno davvero bene e professionalmente. Così anche la nostra valle, grazie al Parco dellePrealpi Giulie, la cui attività ho avuto l’opportunitàdi conoscere in prima persona da suo presidente, èdiventata un laboratorio di studio oltre che unmuseo all’aperto, fruibile da tanti appassionati edestimatori. Tutto questo è molto bello e molto utile, ma damontanaro mi auguro che questa realtà non perda divista le esigenze di chi in montagna ci vive e lavora.Aprire al mondo le porte di questi paradisi ambien-tali è doveroso, soprattutto in questo momento sto-rico dove i contatti virtuali sembrano prevalenti suquelli umani e naturali. Spero tuttavia che obiettivo primario del Parco sia lavalorizzazione di tutte le forme di vita, a partiredagli insediamenti autoctoni.Alla gente di montagna abbiamo l’obbligo morale diridare fiducia, slancio, consapevolezza per un mododi essere e di vivere di cui andare orgogliosi, supe-rando le tante difficoltà e i tanti limiti imposti dal-l’attuale momento storico. Con questo spirito soffio con ottimismo sulle venticandeline del Parco delle Prealpi Giulie e gli augurolunga, operosa e incisiva attività.

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IF I HAVE SEEN FURTHERSE HO VISTO PIÙ LONTANOStefano Di Bernardo

Parafrasando una celebre massima di IsaacNewton “If I have seen further it is by standing

on ye sholders of Giants” “Se ho visto più lontano èperché stavo sulle spalle dei giganti” posso, a distanzadi qualche anno dalla fine della mia presidenza (gen-naio 2012 – luglio 2014), ribadire che, per ammini-strare il Parco Naturale delle Prealpi Giulie garanten-dogli longevità e prosperità, era necessario gettaresolide basi per costruire un “gigante” che aiutasse aguardare lontano.Ed è proprio quello che mi sono impegnato a fare,potendo avvalermi di dipendenti e collaboratori sen-sibili e professionali ai quali voglio esprimere un sen-tito grazie di cuore.Per costruire una qualsivoglia opera servono solidefondamenta, robusti pilastri ed un’architettura che“paghi l’occhio”.Fortunatamente, ho dovuto lavorare solo su 2 dei 3punti sopracitati in quanto, per l’architettura, abbia-mo tra noi insigni architetti, che di nome fannoNatura, Biodiversità, Canin, Plauris, Val Resia, ValRoccolana, Val Venzonassa, Alta Val Torre, Val Albae un crogiuolo di forti identità che popolano questameravigliosa parte del Friuli da molti invidiata.Le fondamenta si chiamano Piano di Conservazionee Sviluppo (PCS), strumento atteso da 16 anni e chesolo per la caparbietà che mi contraddistingue siamoriusciti a portare a compimento in meno di due anni.Mi sia permesso ringraziare le Riserve di Caccia delterritorio che più di altri hanno capito l’importanzadel PCS e il direttivo del Parco nella persona del dott.Lorenzo Beltrame infaticabile e prezioso aiuto, man-cato prematuramente. Grazie al PCS, ora, si possonoelargire contributi per sfalci, manutenzioni del patri-monio immobiliare oltre a poter accedere a moltepli-ci contributi Statali e Comunitari fin’ora preclusi.Gettate le fondamenta, ho iniziato a costruire i pila-stri. Radicamento del Parco sul territorio, con azionidi coinvolgimento delle Associazioni, degli impren-ditori locali e della popolazione mediate corsi, parte-cipazione a fiere ed eventi sportivi.

Internazionalizzazione del Parco, vincendo il bandoEuropeo EDEN per le destinazione turistiche d’ec-cellenza, impegnandomi nel consiglio di EURO-PARC ed Alparc, lavorando con il gruppo dei parchitransfrontalieri europei per accrescere conoscenze epartenariato, gettando le basi per ottenere la cartaeuropea per il turismo sostenibile, prima carta euro-pea transfrontaliera con i colleghi sloveni del Triglav,ai quali rimarrò legato da fraterna amicizia. Consolidamento a livello nazionale, nella rete diFederparchi e nella creazione del SAPA (Siti ambien-tali protetti alpini), organismo che sotto l’egida dellaConvenzione delle Alpi e del Ministerodell’Ambiente raggruppa tutti i Parchi, Regioni eProvincie Autonome dell’Arco Alpino Italiano inuna piattaforma dove condividere e sviluppare assie-me strategie omogenee di conservazione e sviluppodelle Alpi. Infine, una riflessione: a vent’anni dell’istituzione deiParchi Regionali, dopo una fase molto impegnativadi avvio, credo sia necessario e di vitale importanza,una rivisitazione / attualizzazione della L.R. 42/1996.Di grande lungimiranza sarebbe la creazione di unsolo Ente Parco Regionale, molto più semplice è fardiventare gli Enti Parco Enti strumentali Regionaligarantendo loro poste a bilancio certe e pluriennalipermettendo quindi loro una programmazione oradifficile.

Past President dell’Ente Parco

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Proprio in questi giorni cominciano a fervere ilavori: nell'officina del fabbro ci si sta preparan-

do per realizzare le sculture piane uscite dalla manodi Sonia, che saranno poi assemblate per ottenere ilsistema della nuova segnaletica del Parco. Si tratta diallestimenti permanenti che, nei primi mesi del 2017,saranno collocati nel territorio dell’area protetta,sulle vie di comunicazione e nei luoghi di maggiorfrequentazione umana.Da circa un anno, infatti, stiamo lavorando insieme –Parco e progettisti – per rinnovare, migliorandolo eampliandolo, l’insieme di tutti i “segnali territoriali”con cui il Parco stesso comunica con il pubblico:dalle frecce direzionali collocate lungo i sentieri, alletabelle d’ingresso nell’area protetta, fino alle “Porte”del Parco: ce ne sarà una in ogni Comune - ognunacon una “guida” speciale! - pronta ad accoglierci einvitarci ad un autentico viaggio culturale (geografi-co, naturalistico, storico…) nelle diverse parti del-l’area protetta. Con questa sua iniziativa il Parco non intende sola-mente comunicare le cose fondamentali, ossia la pre-senza dell'area protetta, i confini, le norme compor-tamentali vigenti e così via. Questo è una sorta di…"minimo di legge", d’accordo, ma oltre a queste cisono altre importanti "cose da dire" che il Parcosente di dover comunicare a tutti.

In primo luogo, la volontà, l'impegno e la gioia ditutelare questi luoghi meravigliosi, con tutta laBiodiversità che ospitano. In secondo luogo, il desi-derio di accogliere adeguatamente gli ospiti e i visita-tori, dando loro un caldo e sentito benvenuto.Ancora: il piacere di fare da guida ai visitatori,mostrando loro i principali e più agevoli accessi aquesto territorio, ai suoi monti e ai luoghi speciali delParco. E infine, il piacere di suggerire gli itinerari(prevalentemente pedonali) per scoprire questi luo-ghi e trarne ristoro per il corpo, la mente e lo spirito.Ecco perché, per rendere concreta questa iniziativa, siè scelto di realizzare non delle “semplici” tabelle obacheche, bensì degli elementi innovativi e moltoevocativi, capaci di comunicare con la loro stessaforma e presenza ancor prima che attraverso testi eimmagini. Caratteri essenziali di questi allestimenti sono il lin-guaggio di tipo artistico e il materiale costitutivo: sitratta infatti di autentiche “sculture piane” in acciaiocorten e acciaio inox, con applicazione di pannelli ditesto con colori e grafica originali. Dunque una“segnaletica” che da un lato assume originalità, rico-noscibilità e unicità grazie a pochi ma fondamentalielementi (il materiale, la tecnica, il linguaggio), mache dall’altro è libera di assumere forme semprenuove, sempre uniche, sempre esclusive a seconda delluogo e del soggetto raccontato. Come dire: elementi“uguali” ma “sempre diversi”.Questi nuovi allestimenti raccontano dunque tantipiccoli e grandi tesori di questo Parco, e ce nemostrano gli aspetti e gli abitanti più preziosi, piùteneri, più spettacolari. Siamo certi che quando liincontrerete vi lascerete intenerire dal dolcissimoCapriolo, affascinare dal misterioso Gatto selvatico,stupire dalla maestosità del Grifone e dall’agilitàdello Stambecco …e vi verrà voglia di andare a vederedavvero quella spettacolare cascata …e tutte quellemeravigliose fioriture di piante rare! E... a presto!

IL NUOVO SISTEMA DELLA SEGNALETICA NEL PARCO … NON CHIAMATELE SEMPLICEMENTE TABELLE E BACHECHE!Stefano Cavagna, Sonia Cian Progettisti, liberi professionisti

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"Le porte del Parco", Resiutta(Rendering Cavagna - Cian)

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Calcolo, semplice casualità? ...Chissà? Il fatto èche l’istituzione della Riserva naturale regionale

della Val Alba è coincisa con la ricorrenza decennaledel “fratello maggiore” della Riserva, il Parco regio-nale delle Prealpi Giulie, ma con tutt’altra storia allespalle. Per certi versi, quella della Val Alba, è una sto-ria di paziente attesa, come un faggio aduggiato cheattende di svilupparsi finalmente in piena luce.La Riserva naturale della Val Alba è una felice intui-zione locale già alla fine degli anni sessanta e nei pro-grammi regionali già dai primi anni settanta del seco-lo scorso ma, per molteplici vicissitudini, l’istituzioneufficiale si compie nel luglio del 2006. L’occasione propizia è stata un progetto europeo,abbracciato dalla Regione nell’ambito dell’amplia-mento e gestione dei Siti Natura 2000, che ha visto lacollaborazione dell’Ente Parco delle Prealpi Giulie el’adesione del Comune di Moggio ed ha attivatoun’azione per la creazione della Riserva naturale.Finalmente, dopo un anno di lavoro che ha coinvoltoin modo partecipato tutti i portatori d’interesse loca-li, il “faggio aduggiato” riceve piena luce: è istituital’area protetta (L.r. 17/2006), la più recente RiservaNaturale in Friuli Venezia Giulia, la più grande e

l'unica in ambito Alpino. Dieci anni fa una dellepoche Aree protette, forse la prima in Italia, a esserepositivo esito di un processo condiviso e che ha“fatto scuola” anche per altre iniziative.Un decennio è un arco temporale molto breve perun’Area protetta. Un’istituzione “speciale per natu-ra”, che porta con sé nuovi contenuti e prospettiveper il territorio che in passato ha spesso dovuto subi-re pesanti ingerenze da parte dell’uomo (sfruttamen-to, manomissione); analogamente al faggio aduggiatoche intercetta nuova luce e adatta progressivamente lachioma e gli accrescimenti, così la Riserva naturaledella Val Alba in questi anni ha consolidato le sueradici e si è irrobustita. La gestione dell’Area protetta è dal 2008 affidataufficialmente all’Ente Parco delle Prealpi Giulie (L.r.17/2008). L’impegno profuso in questo decennio èsenz’altro apprezzabile, un lavoro svolto con com-petenza e partecipazione che ha visto l’ampliamentodel Sito di Importanza Comunitaria all’interno dellaRiserva e nell’anno 2011, anche la realizzazione delPiano di gestione nell’ambito della rete Natura 2000,promuovendo così il Sito a Zona Speciale diConservazione (ZSC). L’Ente Parco in sinergia con

le maestranze regionali ha pro-mosso e realizzato interventisul territorio (manutenzionedei sentieri e del rifugio Vuâlt),attuando costantemente imonitoraggi di specie floristi-che e faunistiche. Naturalmentenon si possono dimenticare leattività promozionali come lacreazione a Moggio del puntoinformativo della Riserva; l’of-ferta didattica verso le Scuole;le proposte escursionisticheguidate; le pubblicazioni (ulti-ma in ordine di tempo la Guidaall’Alta Via del CAI diMoggio); l’organizzazione di

DIECI ANNI DI RISERVA NATURALE DELLA VAL ALBAStefano Di Bernardo Esperto della Riserva

Panoramica della Val Alba(Foto: Stefano Di Bernardo)

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eventi che hanno coinvolto anche le borgate diDordolla e Ovedasso (es.: l’annuale appuntamentodella Festa della Val Alba).Il tutto per dar luce, rimanendo nella metafora, al fag-

gio ombreggiato; così la Riserva Naturale della ValAlba si è rinvigorita si è fatta conoscere all’esterno e,grazie alle attive misure di promozione, ha vistoaccrescere l’interesse verso i suoi pregi naturalistici epaesaggistici. Le visite all’area protetta, ed è unastima in difetto, mediamente assommano a circa2000 persone l’anno.Gli scopi principali della Riserva naturale riguarda-no la tutela e la protezione della biodiversità, unvolano per la conoscenza naturalistica, ambientale,culturale e una ricchezza del territorio che oggi, gra-zie all’azione dell’Ente Parco, condivide anche ilriconoscimento della Carta Europea del TurismoSostenibile.Positiva, quindi, la valutazione del primo decennio,anche se non mancano alcune criticità, come adesempio la mancanza del Piano di Conservazione eSviluppo, una guida essenziale per gestire al megliol’Area protetta.Altre “sfide” attendono la giovane Riserva: all’oriz-zonte nuove regole per la conservazione e la valoriz-zazione della Rete ecologica regionale che rivisitanole attuali in materia di parchi e aree protette.L’auspicio è che il nuovo quadro normativo, nono-

stante la situazione di generalecrisi economica che induceerroneamente a marginalizza-re sempre più le aree protette,aiuti a far crescere bene il“faggio appena liberato dal-l’ombra”, gli consenta la giu-sta dose di luce affinché emet-ta nuovi vigorosi rami e nerinvigorisca le radici. Il patri-monio naturale è un privilegioper il territorio e l’ambienteche lo ospita, conservarlo è,oltre che un onore, un obbligomorale; l’impegno per la suagestione ha cominciato amostrare i suoi primi frutti.

Guardando all'alba il Pisimoni da Casera Crostis(Foto: Stefano Di Bernardo)

Faggio presso il Ricovero montano Vuâlt(Foto: Stefano Di Bernardo)

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L’ECOREGIONE TRANSFRONTALIERA ALPI GIULIEHA OTTENUTO LA CARTA EUROPEA DEL TURISMO SOSTENIBILEStefano Santi Direttore dell’Ente Parco

Nel mese di ottobre i Parchi del Triglav e dellePrealpi Giulie, riuniti sotto il nome di

Ecoregione Transfrontaliera Alpi Giulie, hanno otte-nuto la Carta Europea del Turismo Sostenibile.L’ottenimento della riconoscimento è avvenuto solodopo che un valutatore esterno, nominato daEuroparc, ha visitato le realtà proponenti ed il loroterritorio incontrando non solo i rappresentanti deiParchi ma anche numerosi amministratori ed opera-tori locali.Si tratta di un importantissima certificazione rilascia-ta da Europarc, la Federazione Europea dei Parchi,che mette in risalto quelle realtà in cui l’offerta turi-stica è sostenibile, ovvero viene organizzata e con-dotta in modo da tutelare e valorizzare la natura ecoinvolgere le comunità locali.La Carta è stata ottenuta dopo un lungo percorso dipreparazione fondato sull’ormai pluriennale rappor-to di collaborazione fra le due aree protette. Questoha permesso di sviluppare attività comuni negli ambi-ti della protezione della biodiversità, della pianifica-zione, dell’educazione ambientale, della promozioneterritoriale, della valorizzazione della cultura e deiprodotti tipici locali.Alla base di ciò una consolidata relazione di amiciziafra gli staff che operano nei due Parchi che ha consen-tito di definire in tempi rapidi la Strategia ed il Pianodi azione necessari per presentare la domanda per ilriconoscimento. Questi sono stati anche condivisi

con i vari portatori di interesse del territorio, Enti,associazioni, operatori privati, che, nel novembrescorso, ha costituito a Bovec uno specifico Forumtransfrontaliero. Tale gruppo avrà il compito di soste-nere la realizzazione delle azioni previste e di verifi-care il loro stato di attuazione. Il Piano di azione pre-vede infatti una serie di attività, dalla promozionecomune alla formazione degli operatori, dalla mobi-lità sostenibile all’accessibilità, che dovranno essererealizzate nel corso del prossimo quinquennio.Per l’assessore alle Infrastrutture e Territorio delFriuli Venezia Giulia, Mariagrazia Santoro, “Questoriconoscimento rafforza il ruolo internazionale dellanostra Regione confermando nelle politiche turistichesostenibili e nella mobilità lenta due degli asset dellosviluppo economico di quest’area d’Europa”.Nell’esprimere la soddisfazione dell’Ente parco ilPresidente, Andrea Beltrame, ha voluto sottolinearecome “il risultato raggiunto è un fiore all’occhiello pertutta la nostra regione ed è ancora più significativodal momento che si tratta del primo esempio assolutodi riconoscimento transfrontaliero e pertanto esprimeun autentico spirito europeo di rispetto della natura edi fratellanza fra i popoli”.Il direttore del Parco nazionale del Triglav BogomilBreznik ha invece dichiarato che: “L’ottenimentodella Carta porta all’intera area di riferimento unimportante valore aggiunto per le possibilità delle duearee protette di accedere a finanziamenti dell’UnioneEuropea”.In attesa della consegna ufficiale della Carta, avvenu-ta a Bruxelles presso il Parlamento Europeo il 7 didicembre, il 19 novembre il Forum si è nuovamenteriunito a Resia per definire le attività prioritarie per il2017.Queste sono state identificate in:- rafforzamento della collaborazione con tutti i por-tatori di interesse locali, le organizzazioni turisticheed i servizi nell’Ecoregione Transfrontaliera;- promozione congiunta;- promozione dei prodotti tipici.I rappresentanti dei due Parchi certificati a Bruxelles e la

verificatrice Bettina Kreisler(Foto: Archivio Europarc)

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PREALPI GIULIE E TRIGLAV CONFERMATIREGIONE ALPINA PILOTA PER LA CONNETTIVITÀ ECOLOGICAStefano Santi Direttore dell’Ente Parco

Lo scorso ottobre, nell’ambito della SettimanaAlpina tenutasi a Grassau (Baviera), la

Convenzione delle Alpi, il massimo organo di attua-zione delle politiche in ambito alpino, ha deciso diconfermare il riconoscimento di regione pilota per laconnettività ecologica per la EcoregioneTransfrontaliera Alpi Giulie, composta dai Parchidelle Prealpi Giulie e del Triglav.Si tratta di un’ulteriore e significativa attestazione diquanto questo territorio sia importante per la conser-vazione e la valorizzazione della natura non solo inambito locale ma internazionale. La connettività eco-logica è infatti il grado di collegamento fra le areenaturali in una determinata area ed è un elementofondamentale per la mobilità e la sopravvivenza dellespecie e la tutela della biodiversità.Il riconoscimento ricevuto certifica anche come ledue aree protette operino, al di là della presenza diconfini fra stati, con azioni concrete per la difesa deicollegamenti ambientali esistenti. Un indubbio raf-forzamento dei legami presenti e delle progettualitàin atto. A consegnare l’attestato al Presidente delParco delle Prealpi Giulie Andrea Beltrame ed alresponsabile dell’ufficio per la conservazione dellabiodiversità del Parco del Triglav Andrej Arih c’era-no il ministro federale tedesco per l’ambiente BarbaraHendricks e la responsabile della Piattaforma ecolo-gica della Convenzione delle Alpi Bettina Hedden-Dunkhorst.

La conferma è frutto di un attento lavoro di valuta-zione portato avanti da esperti del settore coordinatida Alparc.Commentando tale riconoscimento il presidenteBeltrame ha affermato che: “La conferma del nostroruolo nella tutela dei valori ambientali presenti asso-ciata all’ottenimento della Carta Europea delTurismo Sostenibile fanno dell’EcoregioneTransfrontaliera Alpi Giulie un esempio internazio-nale di cooperazione fra stati diversi con l’obiettivocomune di tutelare una natura ricca ed unica e di pro-muovere forme di sviluppo fondate sulla consapevolee rispettosa valorizzazione di tale patrimonio”.

Il torrente Uccea, esempio di connettività ecologica(Foto: Archivio PNPG - Marco Di Lenardo)

Il Comitato del Programma di cooperazione territo-riale “Spazio Alpino 2014 - 2020”, promossodall’Unione Europea ha approvato nella seduta diBerna (CH) del 19-20 ottobre scorso il progetto“ALPBIONET2030 – Gestione integrata della faunae degli habitat alpini per le future generazioni”.Si tratta di un’iniziativa importante che vedrà impe-gnati 15 partner, fra cui il nostro Parco, coordinartida Alparc, la Rete delle Aree Protette Alpine.Obiettivo principale del progetto, che conta su unadotazione finanziaria complessiva di 2.880.294,85Euro e dovrà essere realizzato in tre anni, è il conso-lidamento e l’accrescimento della cooperazionetransnazionale nel campo della conservazione dellanatura, fondati sulle esperienze maturate in prece-denza dai vari partner. Per questo motivo molte delleazioni riguarderanno le regioni pilota alpine fra cuiquella composta dal nostro Parco e da quello nazio-nale sloveno del Triglav.Per l’area delle Prealpi ed Alpi Giulie il progetto pre-vede attività di monitoraggio, scambio di dati, piani-ficazione, informazione ed educazione ambientale.

INTERREG SPAZIO ALPINOIL PROGETTO ALPBIONET2030

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JUNIOR RANGERCAMPO INTERNAZIONALE IN LETTONIAArianna Nogaro Junior Ranger del Parco

Nel luglio di quest'anno Simone Petito ed io abbiamo avuto l'opportunità di andare inLettonia per partecipare al Campo Internazionale dei Junior Rangers.

E' stata una bellissima esperienza perché abbiamo conosciuto molti ragazzi provenienti daaltri stati europei e abbiamo potuto scoprire ambienti diversi.All’inizio è stata un po' dura per noi relazionarci con gli altri e volevamo persino tornare acasa, ma dopo qualche giorno abbiamo fatto amicizia e siamo stati contenti di esserci fer-mati. Il programma era molto bello: di mattina si partiva alle 10:00 per andare a fareun'escursione nel Parco nazionale Gauja e si rientrava al campo alle 16:30 circa.Abbiamo visitato l'area dove scorre il fiume Gauja, che abbiamo anche percorso in canoa;la torbiera e la costa del Mar Baltico. Al campo abbiamo fatto molte attività sulla natura e una sera siamo andati anche a cercarei pipistrelli.Il quinto giorno abbiamo ballato le musiche tradizionali lettoni e fatto il falò. E' stato moltodivertente e per me è stato il giorno migliore.Anche l'ultima sera abbiamo fatto il falò e io con altri ragazzi siamo rimasti svegli fino alle3:00 del mattino a parlare e fare giochi di gruppo.L'ultimo giorno è stato brutto separarsi dai nostri nuovi amici, però eravamo anche un po'contenti di tornare a casa e non vedevamo l'ora di raccontare tutto alle nostre famiglie. E' stata un'esperienza indimenticabile e auguro a tutti di avere la possibilità di parteciparein futuro.

Una simpatica immagine dei partecipanti al Campo internazionale Junior Rangers in Lettonia(Foto: Archivio Europarc)

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TIROCINIO FORMATIVO SUL PAESAGGIO DEL PARCO

Jana Chmieleski Università di Eberswalde (D), Facoltà di Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo

Estate 2011: Jana (39), Frank (39) e Milo (5) tra-scorrono un periodo di vacanza alla scoperta del

Friuli e visitano la Val di Resia, Moggio Udinese,Gemona del Friuli e il Tagliamento. Grazie a que-st’esperienza nasce l’idea di un tirocinio di una setti-mana da proporre a studenti del corso di Laurea inTutela e Gestione del Territorio e Paesaggio, iscrittialla Facoltà di Economia dello Sviluppo sostenibile diEberswalde, in Germania. Dal 2012 questo progetto, guidato dalle docenti JanaChmieleski e Vera Luthardt, viene riproposto ognianno. Il programma prevede escursioni giornalierecon diversi obiettivi tematici. Il percorso si apre conun’escursione introduttiva riguardante la Regione e ilParco naturale delle Prealpi Giulie guidata da StefanoSanti e con la straordinaria mostra didattico – visiva aPrato di Resia. Una giornata viene riservata alla visitadel fiume Tagliamento con le seguenti soste: conver-genza tra il Tagliamento e il Fella, il lago di Corninoe il restringimento fluviale presso Pinzano. Un’altragiornata viene trascorsa alla scoperta delle piante sulpercorso botanico del Monte Plauris insiemeall’esperto Gino Gobbo. Un’escursione viene dedica-ta al Monte Musi, alla geologia e alle pietre. Un gior-

no invece viene trascorso con Marco Favalli per sco-prire insieme a lui la fauna del territorio. Il paesaggio culturale e la popolazione locale sono untutt’uno come si riscontra dalle tradizioni, dalla lin-gua, dalla cucina e dalla particolare gestione del terri-torio. Per poterli conoscere è necessario visitare il Museodegli Arrotini di Stolvizza, così come la casera MalgaConfin, la fattoria montana di Kaspar Nickles eMarina Tolazzi a Dordolla o il ristorante a SanGiorgio. Ma le escursioni sono pensate esclusivamen-te per l’osservazione e per il lavoro scientifico. Glistudenti e i docenti si prestano anche volentieri a dareuna mano svolgendo attività pratiche, come peresempio aiutare a raccogliere il fieno. Alcuni commenti degli studenti che hanno partecipa-to a queste escursioni sono stati per esempio: “Unanatura di straordinaria bellezza”, “Sembra quasi diessere in Sudamerica”, “In Europa non si trovanoquasi più pendici naturali come queste”, “Un viaggiomeraviglioso”, “È stato un periodo fantastico inun’atmosfera da favola”, “ Ci tornerò sicuramente”. Per me, uno dei momenti più belli è quando s’imboc-ca la strada per la ormai nota Piazza del Tiglio. La

domenica sera, dopo aver viaggiato per quindiciore, partendo da Eberswalde, facendo primatappa a Monaco, poi a Villach, arriviamo all’alber-go “Alle Alpi”, dove ci riceve quasi sempreValentina. Poi gli studenti prendono alloggionelle camere della foresteria. In quel momento, lavista sul Monte Canin, sia illuminato dagli ultimiraggi di sole, sia coperto da un nuvolone minac-cioso di pioggia, rimane per me ogni anno sempli-cemente grandiosa. Un desiderio non ancora avverato sarebbe unmini corso di lingua friulana. Chissà se, magaridurante il prossimo tirocinio, sarà possibile rea-lizzarlo? Desidero ringraziare tutti coloro che ogni anno inVal Resia ci accolgono con calore e ci aiutano arealizzare un’esperienza così varia e istruttiva.

Studenti, docenti ed accompagnatori alla Casa Resiana

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E’ da queste righe scritte da Bonatti nel suo libro“Le mie Montagne” che nasce l’idea di organiz-

zare un evento per celebrare questo gigante dell’alpi-nismo e quel significativo momento.Il 14 marzo 1956 Walter Bonatti partiva da Stolvizzadi Resia per compiere una delle sue memorabiliimprese: la prima traversata scialpinistica delle Alpi. Il Parco ha voluto non solo rendere omaggio aBonatti, ma anche e soprattutto porre l’attenzione suquella che è la montagna simbolo del Parco, dandorisalto ai diversi aspetti dell’attività alpinistica e scial-pinistica che tuttora la interessano.Sabato 19 marzo si è tenuto a Resia, presso il Centroculturale resiano “Ta Rozajanska Kultürska Hiša”,l’evento intitolato “Canin montagna leggendaria perl’alpinismo”, organizzato in collaborazione con ilComune di Resia, la Pro Loco Val Resia,l’Associazione Vivistolvizza, il Gruppo folkloristicoVal Resia, il Coro Monte Canin e il Gruppo AlpinistiResiani “I Ghiri”. Ad illustrare la storia e le impresealpinistiche si sono succeduti Mario Di Gallo,Luciano De Crignis, Adriano Buttolo ed EnricoMosetti, i quali servendosi di immagini e filmatihanno portato un suggestivo tassello per spiegare le

fatiche, le soddisfazioni e l’impareggiabile seduzionelegate a questa magica montagna. Molto interessanteil contributo di Mario Di Gallo, che ha incentrato ilsuo intervento sulla storia dell’alpinismo legato alMonte Canin, dando atto delle imprese più notevoliper difficoltà e impegno richiesto ai protagonisti oper il riconosciuto interesse storico. Quindi la proiezione del filmato realizzato daLuciano De Crignis, incentrata sulla duplice discesasci ai piedi dei due versanti ovest e sud-ovest delCanin. Filmato che riesce ancor oggi a lasciare sbalor-dito il pubblico, per la vastità della parete e per le dif-ficoltà tecniche della discesa. Poi è stata la volta della presentazione di AdrianoButtolo, che ha illustrato la storia dei Ghiri di Resia,di coloro che hanno pensato e realizzato sulle crestedel Canin una delle più straordinarie Alte Vie delleAlpi, l’Alta via Resiana (Ta Visoka Rosojanska Pot)Infine Enrico Mosetti ha presentato un breve maentusiasmante video su una delle sue ultime imprese,la discesa sci ai piedi della parete nord-nord-est delMonte Forato-Prestreljenik, impresa che era già riu-scita a Marko Kern, attivissimo sciatore sloveno. Ilpendio ripidissimo e aggettante su un salto rocciosoincombente e pazzesco fanno di questa discesa la piùdifficile di tutto il gruppo del Canin.Si è trattato quindi di una carrellata di vicende delpassato e del presente, che hanno come sfondo unamontagna che non finisce mai di sorprendere con ilsuo ineguagliabile patrimonio naturalistico, geologi-co e paesaggistico ed il suo carico di storia e di leg-gende. Gli interventi, introdotti e conclusi dai cantitradizionali del Coro Monte Canin, sono stati magi-stralmente coordinati da Melania Lunazzi.

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CANIN, MONTAGNA LEGGENDARIA PER L’ALPINISMO

Alessandro Benzoni Funzionario amministrativo dell’Ente Parco

…La partenza fu così stabilita per il 14 marzo dello stesso anno 1956: dal M. Canin, ultima porzione di Alpi Giulie ita-liane, al Colle di Nava, nelle Alpi Marittime. ...Il mattino stesso che raggiungiamo Stolvizza, 14 marzo, diamo la scalataal Monte Canin lungo suo ripido versante Sud. Forse è la prima volta che Canin vede sulla sua vetta rocciosa degli uominicon gli sci a spalle. L'inconsueto equipaggiamento dei suoi scalatori è spiegato dal fatto che il Canin viene scavalcato com-pletamente, da Sud a Nord, per essere quindi disceso in quel di Sella Nevea. Trattandosi dell'inizio della traversata delleAlpi, e questo un «via» alquanto violento, che ci obbliga ad un primo disagevole bivacco notturno, abbarbicati in un cana-lino roccioso al di là della vetta. Avremmo potuto evitare l'inconveniente calandoci sul più facile versatile slavo, ma siamoancora nel periodo politicamente critico tra Italia e Jugoslavia, perciò riteniamo che sia meglio un gelido bivacco che unafucilata nella schiena…

Relatori e pubblico alla serata dedicata al Canin ed a Walter Bonatti(Foto: Archivio PNPG - Marco Di Lenardo)

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Prealpi Giulie LA VOCE del Parco / PAG. 15

Molti dei sentieri invernali e delle piste nei boschiimbiancati offrono un panorama spettacolare sul ParcoNaturale delle Prealpi Giulie e sulla Riserva Naturaledella Val Alba. A partire dalla magia del periodo natalizio, il programmaoffre esperienze per tutti i gusti: per chi vuole compierel’impresa di scalare una cascata di ghiaccio o raggiungereuna cima con sci e pelli, o chi preferisce lasciarsi traspor-tare alla scoperta delle tradizioni culturali, folkloristichee gastronomiche.Regine della stagione però saranno le ciaspe, che passodopo passo vi accompagneranno verso panorami moz-zafiato, fino al calar della notte, quando la luna si riflettesulle distese di neve suscitando grandi emozioni.Il cielo limpido, il silenzio e la pace, l’aria fresca e la neveche scricchiola sotto i piedi nel paesaggio immacolato, viregaleranno sicuramente un’avventura indimenticabile!Le escursioni, con o senza le racchette da neve, accom-pagnate delle nostre guide non offrono solo la certezzadi percorrere gli itinerari più interessanti della zona,bensì sono anche le più sicure.Liberate la mente e partite con noi!

Questi gli appuntamenti:

DICEMBRE 2016lun. 26 Con le ciaspe a Malga Cootsab. 31 Camminando verso l’anno nuovo

GENNAIO 2017ven. 6 Borghi incantati della Val Resiasab. 7 Zadnja Trenta con le ciaspoledom. 15 Ciaspolata a Casera Canindom. 22 Bosco del Camet e Altopiano del Montasiodom. 29 Scorci invernali dell’Alta Val Torre

FEBBRAIO 2017dom. 5 Cascate del Rio Belepeit sab. 11 Ciaspolata dal tramonto al chiaro di lunadom. 19 Cascata del Canalone di Rio Sdraidom. 26 La Val Alba nell’incanto invernale

MARZO 2017mer. 1 Il funerale del Pust tra le eriche in fioresab. 4 Scialpinismo sul Monte Cergnala

ARRIVA LA STAGIONE INVERNALE, PARTONO LE ESCURSIONI GUIDATE!

Per partecipare alle escursioni è previsto l’obbligo della prenotazione rivolgendosiall’Ufficio educazione-ambientale e promozione dell’Ente Parco:

tel. 0433 53534 oppure via e-mail: [email protected]

� Addio a un gentiluomo �

Il 20 febbraio di quest’anno ci ha lasciato Natale Zaccuri, per 15 anni direttore responsabile di questo periodico.Uomo di grande passione civile, giornalista di alta professionalità e correttezza, Natale si è sempre contraddistinto per i suoimodi da gentiluomo. Non ricercati o costruiti ad arte ma del tutto spontanei e naturali. Per certi aspetti un uomo d’altri tempima pienamente inserito nel tempo in cui si è trovato a vivere.Averlo conosciuto ed aver collaborato con lui sono stati, allo stesso tempo, un piacere ed un onore.

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Parco Naturale Regionale delle Prealpi GiuliePiazza del Tiglio, 3 - 33010 RESIA (UD)

[email protected]

https://www.facebook.com/parconaturale.prealpigiuliehttps://www.youtube.com/channel/UCVHyh6OCxI5T0QSklx7WMOw

L’Ente parco naturale delle Prealpi Giulieaugura

Felice Anno NuovoLipë Növë Lëtu

Bon An

I partecipanti al Forum della Carta Europea tenutosi a Resia in novembre