Dall'Appennino alle Giulie

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cronache ipogee pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 9/206 cronache ipogee Dall'Appennino alle Giulie Ho iniziato a fare l'istruttore di speleologia nel 1973, partecipando attivamente a una cinquantina di corsi non solo nel mio gruppo ma anche in giro per l'Italia e, talvolta, all'estero. In tutto questo tempo non mi era mai capitato di dovermi confrontare (salvo casi rarissimi) per più di due volte con gli stessi allievi. Come succede il più delle volte, le persone partecipano al corso di speleologia per una sola volta e poi o ti salutano, o restano nel gruppo per periodi variabili da caso a caso. Con la mia prima apparizione (sei anni fa) a Caramanico Terme, in Abruzzo, al Campo Scuola di Speleologia orga- nizzato dall'amico Daniele Berardi, ho dato l'avvio a una prassi anomala (almeno per me) perché, di anno in anno, mi ritrovavo "tra i piedi" alcuni ragazzi che avevano già partecipato ai campi precedenti. Era un po' strano dover spiegare nuovamente tutte le tecniche e le dinamiche della progressione in corda alle stesse persone; ma mi sono reso conto che questo, a loro, non pesava perché, dall'ultima volta, era passato un anno e, non praticando l'attività speleologica per tutto questo lasso di tempo, alcune nozioni si erano perse nel dimenticatoio. In questo modo, però, entravo in amicizia con quei ragazzi che ritrovavo anno dopo anno e, a questo punto, vista la loro passione per il mondo sotterraneo, si cominciò a delineare l'idea di fargli conoscere la nostra realtà territoriale sia sotto l'aspetto speleologico, sia sotto quello naturalistico e storico in genere. Il raggiungimento della maggiore età, di una parte di loro, ha permesso di averli nostri ospiti per una settimana (cosa resa possibile anche grazie alla fiducia accordataci dai genitori con i quali, nel frattempo, abbiamo approfondito la conoscenza reciproca) e di poter dare loro un prim "assaggio" del Carso classico, delle sue grotte e (molto gradito) del suo "patrimonio eno-gastronomico". Un vero viaggio nel macrocosmo speleologico triestino, tra il "sacro e il profano". Lo scritto di Valeria mi gratifica e mi conferma che l'aver intrapreso questa avventura (all'inizio affrontata con un po' di timore) è stata una delle cose più belle che mi sia capitata come grottista. Soltanto di una cosa mi dispiace, e non poco: che questi ragazzi non siano di Trieste... Grazie, miei giovani amici e ... alla prossima. Franco Gherlizza Hanno contribuito, con la loro disponi- bilità, a rendere più agevole e completo possibile il soggiorno ai nostri cinque giovani grottisti abruzzesi, i seguenti soci e amici: Guido Bottin, Clarissa Brun, Mario Car- boni, Andrea Chiorri, Marino Codiglia, Sergio Dolce, Roberto Ferrari, Franco Gherlizza, Christian Giordani, Gabriella Graziuso, Ferruccio Jurincich, Lau- ra Miele, Serena Milella, Elisabetta Miniussi, Lucio Mircovich, Federica Misturelli, Daniela Perhinek, Maurizio Radacich, Gianfranco Tomasin, Mo- reno Tommasini, Tiziana Varcounig, Sergio Vianello. Nella valle di Rakov Skocjan (Slovenia). Sopra il Mali naravni most (piccolo arco naturale). Da sinistra: Lorenzo, Valeria, Davide, Franco, Sergio, Francesco e Gemma.

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pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 9/20�6

cronache ipogee

Dall'Appennino alle GiulieHo iniziato a fare l'istruttore di speleologia nel 1973, partecipando attivamente a una cinquantina di corsi non solo nel mio gruppo ma anche in giro per l'Italia e, talvolta, all'estero.In tutto questo tempo non mi era mai capitato di dovermi confrontare (salvo casi rarissimi) per più di due volte con gli stessi allievi.Come succede il più delle volte, le persone partecipano al corso di speleologia per una sola volta e poi o ti salutano, o restano nel gruppo per periodi variabili da caso a caso.Con la mia prima apparizione (sei anni fa) a Caramanico Terme, in Abruzzo, al Campo Scuola di Speleologia orga-nizzato dall'amico Daniele Berardi, ho dato l'avvio a una prassi anomala (almeno per me) perché, di anno in anno, mi ritrovavo "tra i piedi" alcuni ragazzi che avevano già partecipato ai campi precedenti.Era un po' strano dover spiegare nuovamente tutte le tecniche e le dinamiche della progressione in corda alle stesse persone; ma mi sono reso conto che questo, a loro, non pesava perché, dall'ultima volta, era passato un anno e, non praticando l'attività speleologica per tutto questo lasso di tempo, alcune nozioni si erano perse nel dimenticatoio.In questo modo, però, entravo in amicizia con quei ragazzi che ritrovavo anno dopo anno e, a questo punto, vista la loro passione per il mondo sotterraneo, si cominciò a delineare l'idea di fargli conoscere la nostra realtà territoriale sia sotto l'aspetto speleologico, sia sotto quello naturalistico e storico in genere.Il raggiungimento della maggiore età, di una parte di loro, ha permesso di averli nostri ospiti per una settimana (cosa resa possibile anche grazie alla fiducia accordataci dai genitori con i quali, nel frattempo, abbiamo approfondito la conoscenza reciproca) e di poter dare loro un prim "assaggio" del Carso classico, delle sue grotte e (molto gradito) del suo "patrimonio eno-gastronomico".Un vero viaggio nel macrocosmo speleologico triestino, tra il "sacro e il profano".

Lo scritto di Valeria mi gratifica e mi conferma che l'aver intrapreso questa avventura (all'inizio affrontata con un po' di timore) è stata una delle cose più belle che mi sia capitata come grottista.Soltanto di una cosa mi dispiace, e non poco: che questi ragazzi non siano di Trieste...Grazie, miei giovani amici e... alla prossima.

Franco Gherlizza

Hanno contribuito, con la loro disponi-bilità, a rendere più agevole e completo possibile il soggiorno ai nostri cinque giovani grottisti abruzzesi, i seguenti soci e amici:

Guido Bottin, Clarissa Brun, Mario Car-boni, Andrea Chiorri, Marino Codiglia, Sergio Dolce, Roberto Ferrari, Franco Gherlizza, Christian Giordani, Gabriella Graziuso, Ferruccio Jurincich, Lau-ra Miele, Serena Milella, Elisabetta Miniussi, Lucio Mircovich, Federica Misturelli, Daniela Perhinek, Maurizio Radacich, Gianfranco Tomasin, Mo-reno Tommasini, Tiziana Varcounig, Sergio Vianello.

Nella valle di Rakov Skocjan (Slovenia). Sopra il Mali naravni most (piccolo arco naturale).Da sinistra: Lorenzo, Valeria, Davide, Franco, Sergio, Francesco e Gemma.

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Nell'Esodo si parla di "una terra dove scorre latte e miele", una terra leggen-daria circondata da monti e da acque. Una terra che offre bellezza senza fine e meraviglia inesauribile, in cui finalmente ci si sente a casa.Da sempre mi chiedo che aspetto possa realmente avere quel posto, a quale paese di questo pianeta possa mai somigliare.Adesso lo so.Quella terra somiglia a Trieste.Da tanto il mio sogno era visitarla. Poterla finalmente vedere con i miei occhi.Esattamente da cinque anni, quando cominciai ad appassionarmi alla spe-leologia. Venni a conoscenza di un campo scuola per ragazzi nella mia regione, in Abruzzo, a Caramanico, che insegnava le tecniche base di progressione in grotta, e provai quel-l'esperienza quasi per caso.Quell'anno incontrai lì Franco Gherliz-za. Credo che non mi sarei innamo-rata di questo mondo così tanto, se non fosse stato per lui. È accaduto soprattutto grazie alle sue storie, alla sua passione. La prima volta, davanti ai suoi racconti, ricordo di aver pen-sato: se ne parla così, vuol dire che ne vale davvero la pena.E a poco a poco mi resi conto che era vero. Ne ebbi la conferma proba-bilmente durante la prima discesa fatta da sola. Sì, era forse la cosa più vera che avessi mai ascoltato.Il buio attorno, il silenzio, un laghetto trasparente sul fondo della grotta. E io che andavo giù. Un momento che è fermo nel tempo, nella mia memoria, e non avrà mai fine.Dopo arrivarono Tiziana Varcounig, Sergio Dolce, a poco a poco cono-scemmo altri istruttori della zona, come Serena Zamola ed Elisabetta Miniussi, quelli che col tempo sarebbero diven-tati amici.E io e altri quattro ragazzi (mio fratello Davide, e poi Gemma, Lorenzo, Fran-cesco) decidemmo: era giunta l'ora, dopo tanto, di partire.Trieste è una città con uno strano equilibrio, ha un'eleganza particolare. È omogenea nella sua diversità. La varietà è la sua ricchezza. Ci si può trovare da un momento all'altro dal mare alla montagna, dalle grotte alle vette più alte, dalla natura inconta-minata ai palazzi del centro che ti catapultano a Vienna.In una settimana abbiamo visto posti unici, ognuno diverso dall'altro.

Siamo stati nei sorprendenti percorsi della Val Rosandra, nel verde onirico del Rio dei Gamberi in Slovenia, tra le splendide concrezioni di Ternovizza, nella pace e nel silenzio più assoluti sul paesaggio lunare del Canin... e sappiamo che c'è ancora tanto, tan-tissimo da vedere.Il tempo è passato in fretta.Troppo in fretta, tra una veliko pivo, una lubjanska e una valanga di risate. Abbiamo ancora negli occhi momenti che non abbandoneremo mai.E poi abbiamo affrontato lei.La grotta Noè.60 metri di vuoto sotto i piedi.E credo che sia un'emozione che può capire soltanto chi l'ha vissuta. Mentre si scende non si pensa più al timore, non si riflette sulla sicurezza della corda, non ci si preoccupa della distanza dal fondo.L'unica cosa che si riesce a pensare è: che bello, essere qui. Poter scen-dere attraverso queste pareti ricoperte d'erba. Sentire il freddo che arriva piano da sotto. Vedere i compagni a terra come sagome lontane, puntini colorati e distanti. Sapere che anche loro hanno provato lo stesso.Mentre scendevo, ad ogni metro il mio dubbio diventava realtà: sono ormai follemente innamorata della speleologia.Nelle grotte arrivano storie da ogni direzione, che puoi cogliere e portare con te. Basta saperle ascoltare.Le grotte ci insegnano che non siamo niente e al contempo, con questa con-sapevolezza, ci rendono immensi.Tanto spesso avevamo sentito dire "Non sei un vero grottista finché non affronti la grotta Noé".Posso definirmi grottista, adesso? Non lo so. Ma so che non voglio fermarmi. Che voglio andare sempre più giù, dove l'occhio umano non può arrivare. Che voglio vedere gli abissi più profon-di e le oscurità più impenetrabili.Che voglio poter dire: io appartengo a due mondi.

Valeria Lattanzio

Sul fondo della Grotta Noè. (Daniela Perhinek)

Risalendo il torrente Rosandra. (Guido Bottin)

Nella Grotta dei Pipistrelli. (Roberto Ferrari)

Davanti alla Grotta Azzurra. (Roberto Ferrari)

Nella "Kleine Berlin". (Maurizio Radacich)

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settembre 20�6...

speleologiaper giovanissimia san Quirino

Che ci sia il sole o la pioggia, come domenica a San Quirino, c'e' sempre qualcuno che porta avanti la "Speleo-logia a 360°" dell'Unione Speleologica Pordenonese CAI.

la targa in ricordo di luca rossi

Riposizionata la targa de-dicata a Luca Rossi nel

settore della palestra d'arrampicata aperta dal socio Adel Potossi a Collina a poca distanza dal Rifugio Tolazzi.La targa posizionata nel 2010 su un enorme masso sito alla partenza di alcune vie d'arrampicata si era stac-cata e oltretutto la neve e le slavine cadute quest'inverno avevano spostato l'enorme masso così la targa si trovava rivolta verso il greto del torrente.Trovato un punto ben visibile e adatto al riposizionamento, la targa è stata fissata alla parete in modo da non spostarsi e rimanere a perenne ricordo dell'amico e socio Luca Rossi prema-turamente scomparso.Per chi volesse visitare il posto e divertirsi sulle vie l'arrampicata a lui dedicate ricordo che sul TUTTOCAT 2010 si trova una dettagliata descri-zione del sito aperto dall'amico Adel insieme alla moglie Lisa.Hanno partecipato alla gita la mamma, Adriana Rizzo, felicissima e commos-sa, Cinzia, Loris, gli amici Gianfranco, Annalisa e Giacomo Buzzai.Domenica 4 settembre 2016

Mario Carboni

Così, grazie ad un decisamente autun-nale PROTEUS (la QuasiGrotta didatti-ca), gli speleologi del CAI pordenonese hanno fatto si che durante all'annuale "Giornata dello Sport" di San Quirino alcune centinaia di bambini e ragazzini conoscessero, divertendosi, un po' del magico mondo delle grotte.

Giornata delle Sport 2016 a San Quirino Foto di gruppo con l'Assessore allo Sport, Lot Chiara, e il Presidente della Sezione CAI di Pordenone, Giorgio Fornasier.

i 50 anni di attivitàdel gruppospeleologicopradis

Sabato 24 settembre, a Clauzetto (Pordenone), il Gruppo Speleologico Pradis ha festeggiato i sui primi 50 anni di attività.Come tutte le associazioni che iniziano la loro attività i primi anni sono stati vissuti con l'entusiasmo dei giovani soci che, in quell'occasione avevano trovato nel parroco del paese, don Terziano Cattaruzza (che nel frattempo realizzò il complesso turistico-religioso delle Grotte Verdi di Pradis), un valido sostegno per le loro iniziative. E fu proprio don Terziano, che assieme ad altri otto paesani, fondò il Gruppo Spe-leologico Pradis nell'aprile del 1966.Attualmente il gruppo conta una cin-quantina di soci e, nel corso di questi primi 50 anni, sono state molte le ini-ziative promosse dal gruppo tra le quali l’organizzazione della messa di mez-zanotte, a Natale, nelle Grotte Verdi.La manifestazione ha avuto diversi momenti significativi, tra cui il confe-rimento della cittadinanza onoraria del Comune di Clauzetto a don Terziano Cattaruzza e la presentazione dell’ulti-ma pubblicazione del GSP "Scoperte, esplorazioni e altre storie" presentata dal prof. Paolo Venti..

Luca Rossi.

La targa posta a ricordi di Luca Rossi.(Mario Carboni)

La parete sulla quale è stata riposizionata la targa. (Mario Carboni)

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esce in rete il 46° volume d i att i e m e m o r i e d e l l a commissione grotte “e. Boegan"

Il volume è già accessibile sul sito della CGEB (http://www.boegan.it/fileadmin/user_upload/upload/pdf/ATTI_E_ME-MORIE_PDF/VOLUME46/atti_e_me-morie_46_web.pdf) e a breve andrà in stampa. 160 pagine, completamente illustrato, otto articolo scientifici, com-plessivamente una ventina gli autori. Nella sezione Atti, un riassunto del-l’attività nell’anno 2015 a firma del Presidente Spartaco Savio.

Gli articoli:

Barbara Grillo e Carla Braitenberg (Dipartimento di Matematica e Scienze della Terra dell’Università di Trieste):Monitoraggio delle acque di fondo del Bus De La Genziana (Pian Can-siglio, Nord-Est - Italia).Vengono presentati i risultati del monitoraggio delle acque di fondo del Bus de la Genziana (1000VTV) eseguito da marzo 2013 a dicembre 2014 in un sifone ubicato a 587 m di profondità. È accertata una relazione diretta tra i segnali impulsivi registrati dai pendoli geodetici installati a 25 m di profondità e gli innalzamenti di acqua nel sifone e un tipo di dinamica che permette di comprendere come i circuiti idrici ipogei siano altamente conduttivi, come già ipotizzato dalle registrazioni clinometriche ampliando la conoscenza della complessa idro-geologia del Cansiglio.

Fabio Feresin, Augusto Diqual, Antonio Giacomin (CGEB):The Galleries of Palmanova (Friuli-Venezia Giulia, NE Italy)Atti e Memorie” propone in versione integrale in lingua inglese, con abstract anche in italiano, il lavoro sulle esplora-zioni e rilievi nelle gallerie della fortez-za veneziana di Palmanova, presentato da Augusto Diqual, Fabio Feresin ed Antonio Giacomin, soci della Commis-sione Grotte Eugenio Boegan - S.A.G. Sez. C.A.I. di Trieste, al I Congresso Internazionale di Speleologia in Cavità Artificiali “HYPOGEA 2015″.

Giovanni Badino (Dip. di Fisica - Univ. di Torino e La Venta - Esplorazioni):Il vento ipogeo: una storia delle prime osservazioni “Questo, chi move? Non è quaggiù ogni vapore spento?...”Una serie di coincidenze, tra le quali una serie di fenomeni sotterranei nella zona di Cesi (Umbria), ha portato alla “scoperta” di citazioni riguardanti la presenza di correnti d’aria in grotte e in miniera nei secoli passati. In particolare Agricola nel suo “De Re Metallica” descrive accuratamente, senza interpretarle, le correnti d’aria in miniera, mentre nel XVII secolo Kircher ed Herbinius descrivono quelle che fuoriescono da una serie di grotte sul Monte Eolio), nell’Italia Centrale e ne tentano fantasiose interpretazioni in un quadro di fisica aristotelica. Solo a metà del XVIII secolo il naturalista russo Lomonosov riprende queste ci-tazioni e ne interpreta correttamente il motivo.

Johannes Mattes (Department of Hi-story, University of Vienna):Early efforts in the Musealization of Cave Research-exemplified by the Speleological Meseum in Linz (1912-1917).Le recenti realizzazioni museali delle scoperte e delle ricerche nel campo della speleologia mondiale viste ana-lizzando lo storico esempio del Museo Speleologico di Linz (1912-1917). Un quadro raro di un poco conosciuto aspetto della speleologia austriaca.

Mario Parise, Gianni Campanella, Francesco Lovergine, Gaetano Proiet-to, Giampaolo Pinto (CNR-IRPI, Via Amendola 122-I, 70126, Bari e Grup-po Puglia Grotte (Castellana-Grotte, Bari):La grotta di Abate Eustasio (PU

1789) nel contesto dell’area carsica di Largo Porta Grande a Castellana - Grotte (Murge - Puglia).La recente scoperta di una nuova ca-vità nella zona di Largo Porta Grande a Castellana-Grotte (Murge Basse, Puglia) consente di rivisitare i caratteri carsici di quella che è la zona topo-graficamente più depressa del territorio castellanese, anche alla luce della storia dei rapporti tra uomo ed eventi naturali in ambiente carsico.

Benedet M., Lenaz D., Merlak E., Veli-cogna M. (Dipartimento di Matematica e Scienze della Terra dell’Università di Trieste, S.A.G., CGEB):Caratterizzazione delle concrezioni quarzose di cinque giacimenti del Carso classico presso Trieste.Un’indagine sulle caratteristiche del-le concrezioni quarzose presenti in cinque giacimenti nel Carso triestino. Sono state eseguite analisi difrattome-triche, granulometriche e micromor-fologiche. Un fenomeno complesso, poco indagato.

Pino Guidi e Elio Polli (CGEB):Carlo Zirnich ed il suo contributo alla speleobotanica.Un profilo biografico di Carlo Zirnich - Ziri (Pirano 1885 - Gorizia 1978), botanico attivo dal 1900 al 1968 che ha realizzato un erbario di oltre 30.000 piante raccolte nel Friuli Venezia Giulia, nella Slovenia e nella Croazia (poi do-nato al Civico Museo di Storia Naturale di Trieste), con una rassegna sul suo contributo agli studi speleobotanici.

Demagoj Korais, Carla Breitemberg, Giogo Poretti e Tommaso Pivetta (Dip. di Fisica e Dip. di Matematica e Geo-scienze dell’Università di Trieste):Misurazioni di gravità e relative ana-lisi dati della “Grotta Impossibile” - Carso triestino.Con questo lavoro, scientificamente rilevante, si ha una conferma che l’indagine gravimetrica è un valido, affi-dabile strumento per l’individuazione di cavità carsiche, quando queste sono di rilevanti dimensioni e sufficientemente prossime alla superficie.Un ottimo accordo strumentale e to-pografico è stato ottenuto tra i dati del gravimetro utilizzato e le simulazioni strutturali e geometriche utilizzate con-siderando come contributo di “vuoto” quello della sola Grotta Impossibile o di Cattinara (Carso triestino).

Riccardo Corazzi

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Suggestioni di f ine estatenella Grotta dell 'Orso

presso Gabrovizza

Non è facile spiegare perché uno va nella Grotta dell’Orso.Potrebbe essere per il nome, che evoca miti e leggende del passato non tanto lontano; o per la storia di nostri antichi antenati che qui hanno lasciato importanti testimonianze; o per gli ambienti grandiosi davanti ai quali si ammutolisce perdendosi con la mente negli abissi del tempo se solo si cade nella tentazione di pensare alle origini del fenomeno; o per tentare qualche suggestivo scatto fotografico; o per indagare sulle forme di vita che colo-nizzano quest’ambiente di frontiera.Mi sono ritrovato lì, in quell’enorme buco, un po’ per tutti questi motivi ed anche per altri, decisamente apparte-nenti però alla sfera strettamente per-sonale, quella dei ricordi di un vissuto felice ma ormai lontano.E così eccomi a lasciare la fresca dolina e ad addentrarmi in quell’enor-me spazio vuoto che si fa sempre più buio, umido ed inospitale.Attrezzatura fotografica, boccettine con etere, aspiratore, contenitori e sacchetti… sì ho tutto ed anche se la conosco bene, la speranza di rinvenire qualche cosa di interessante è sempre il motivo scatenante e per me è ogni volta come una prima esplorazione.Scendo la china detritica e subito per-cepisco qualcosa di diverso: la leggera foschia incontrata appena varcato l’ampio portale, del resto abbastanza normale, ad ogni passo si infittisce ed addensa fino quasi a nascondermi l’entrata e la sua luminosità. Istintiva-

mente metto mano all’illuminazione, ma con scarsi, anzi nulli miglioramenti. Aumenta anche l’umidità.In un’atmosfera che si sta facendo sempre più strana ed irreale, raggiungo il fondo del primo tratto, normalmente illuminato dalla luce solare, ora lonta-nissima e preclusa quasi totalmente. Tra i dossi e gli avvallamenti terrosi

alla fine di questo tratto, limitati dal possente ed enigmatico muro a secco, mi sembra di scorgere, sfuocate ed in bianco e nero, due figure chine a rovistare nel detrito: un adulto ed un ragazzino entrambi dall’aria vagamente famigliare, muniti di torcia elettrica alla ricerca di chi sa cosa. Le figure appaiono strane, evanescenti, irreali,

Lentamente la nebbia dirada (Nella Grotta dell’Orso, pressi di Gabrovizza, Carso Triestino), 11 Settembre 2016. (Foto R. Ferrari)

Capreolus capreolus: tra i due, il più stupito sono io. (Grotta dell’Orso, pressi di Gabrovizza, Carso Triestino), 11 Settembre 2016. (Foto R. Ferrari)

Ricerca nella parte finale della cavità (Nella Grotta dell’Orso, pressi di Gabrovizza, Carso Triestino), 11 Settembre 2016. (Foto R. Ferrari)

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sembrano muoversi al rallentatore.«Papà» chiamo, quasi bisbigliando, ma di colpo la scena svanisce e mi ritrovo immerso in una nebbia, sì perché ora è proprio nebbia, fittissima.Proseguo lungo la galleria che co-stituisce la parte centrale della ca-vità, seguendo la parete sinistra, sia perché spero di sorprendere qualche esemplare interessante in qualche recondito anfratto, sia perché non ho grandi alternative: la visuale è limitata a due-tre metri e l’illuminazione, sia a carburo che elettrica, non aiuta molto, il fascio di luce venendo rimandato indietro con effetto muro.Quasi all’improvviso il fango ai miei piedi lascia il posto alla colata calciti-ca che introduce alla parte terminale della cavità, costituita da una rampa in salita ingombra di massi di crollo e formazioni stalagmitiche dislocate, cementati gli uni alle altre.Bastano un paio di metri di dislivello positivo per uscire da quel incredibile banco di nebbia che iniziava ad an-gosciarmi.La luce ricomincia a farsi strada tra il ruiniforme ammasso caotico di concre-zionamento calcitico.Nel gioco di luci ed ombre tipico di questi ambienti posso nuovamente distinguere e decidere un percorso per arrivare al termine della china e magari frugare in qualche pertugio.Decido di passare per di là, aggirando un blocco stalagmitico crollato e rove-sciato quando… un muso allungato con due grandi orecchie diritte e due occhi abbagliati mi guarda stupito con aria tutt’altro che impaurita, forse, al

massimo, leggermente perplessa.Questa volta l’immagine è ben nitida ed a colori.Mi irrigidisco istintivamente, ma subito mi rendo conto che si tratta di un… no, anzi, due caprioli molto giovani. Lo sbigottimento dura il tempo di un attimo perché immediatamente mi preoccupo sul da farsi, del come sono lì ci penserò dopo. La preoccupazione è di non spaventarli e contemporanea-mente trovare un sistema per cercare di indirizzarli verso l’uscita, nono-stante le condizioni ambientali siano pessime: terreno impervio, scivoloso e sconosciuto, buio totale a parte la mia illuminazione, nebbia fittissima che stagna nella galleria principale precludendo ogni barlume di luce

dall’esterno, con possibile e probabile propensione al panico e conseguente rischio di ferimento.Cerco di farmi venire un’idea in tempo utile, quando abbastanza pacatamente uno dietro all’altro ma quasi a contatto, escono dal fascio di luce sparendo inghiottiti dal buio nella direzione giusta ed il rumore attutito ed ovattato di un breve scalpiccio nel fango, in lontanan-za, dopo pochi secondi mi tranquillizza circa la loro uscita dalla cavità.Proseguo l’esplorazione ma è un’at-tività che coinvolge il lato fisico e sensoriale, meccanicamente, mentre la mente è impegnata a trovare una possibile spiegazione del perché, del come e del cosa ci facessero due ca-priolini in quell’ambiente così ostico.Lascio perdere e mi accingo a mia volta a ripercorrere i miei passi per guadagnare l’uscita, questa volta lungo la parete opposta per non lasciare niente di intentato.Rientro nel nebbione setacciando con occhi ed occhiali attenti la parete e le piccole nicchie concrezionate, ma quello che riesco a distinguere sono solamente migliaia e più di Limonia cfr. nubeculosa (Ordine Diptera, Famiglia Limoniidae), immancabili Triphosa dubitata (Ordine Lepidoptera, Famiglia Geometridae) e, a dir il vero strana-mente rare, Troglophilus neglectus (Ordine Orthoptera, Famiglia Rhaphi-dophoridae).Prima di risalire la china detritica mi soffermo nuovamente nei pressi dei cumuli terrosi vicino al grande muro. Ora la nebbia si è diradata e rivedo ossa bruciacchiate ed appuntite, selci

Capreolus capreolus: una nuova specie troglossena? (Grotta dell’Orso, pressi di Gabrovizza, Carso Triestino), 11 Settembre 2016. (Foto R. Ferrari)

Nel buio, tra pietra e vita (Grotta dell’Orso, pressi di Gabrovizza, Carso Triestino), 11 Settembre 2016. (Foto R. Ferrari)

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Resti scheletrici di micromammifero nella parte iniziale della cavità (Grotta dell’Orso, pressi di Gabrovizza, Carso Triestino), 11 Settembre 2016. (Foto R. Ferrari)

Bibliografia essenziale

Gherlizza F. & halupca E., 1988 - Spelaeus. Monografia delle Grotte e dei ripari sottoroccia del Carso triestino nelle quali sono stati rinvenuti resti di interesse archeologico. Club Alpinistico Triestino - Gruppo Grotte, Trieste, 1988.

Gherlizza F., 2004 - Prime grotte. Invito all’escursione, tra storia e natura, in dirci grotte del Carso Triestino di facile accesso e percorribilità. Edizioni “Italo Svevo” - Trieste, Trieste, Marzo 2004.

Stoch F., 2008 - Gli abitatori delle grotte. Biospeleologia del Friuli. Circolo Speleologico e Idrologico Friulano - Udine, Quaderno n.1, Udine, Settembre 2008.

Giachino P.M. & Vailati D., 2010 - The subterranean environment. Hypogean life, concepts and collecting techniques / L’ambiente sotterraneo. Vita ipogea, concetti e tecniche di raccolta. WBA Handbooks 3, World Biodiversity Asso-ciation onlus - Verona, Verona 31 Luglio 2010.

cucchi F., riccamboni R. & bandi E. (a cura di), 2012 - Acqua e vita nelle grotte della Val Rosandra. LINT Editoriale, Prima Edizione, Trieste, Ottobre 2012.

Grotta dell’Orso (33/7VG), Carso Triestino; rilievo.

lavorate, frammenti di vasellame e cocci. Un meraviglioso grosso molare di erbivoro saldato dalla soluzione calcitica nel concrezionamento del crostone in una nicchia.La luce del Sole dell’estate che sta passando mi accoglie all’uscita e mentre mi accingo a riordinare le stra-ze, mi accorgo che, sulla cengia che costeggia l’ampio portale, un superbo esemplare maschio di capriolo mi osserva benevolo per poi allontanarsi senza fretta.Mi sento appagato. Ho assistito ad un insolito fenomeno di meteorologia ipogea e sebbene non abbia rinvenuto nessuna specie interessante e tanto-meno nuova alla scienza, mi consolo pensando che forse tutt’al più posso aver individuato una nuova improba-bile specie troglossena: Capreolus capreolus!Suggestioni di fine estate.

Roberto Ferrari

Triphosa dubitata (Grotta dell’Orso, pressi di Gabrovizza, Carso Triestino), 11 Settembre 2016. (Foto R. Ferrari)

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ottobre 20�6...sabato 1 ottobre 2016 presso l'alber-go ristorante Grizzino di Grizzino di Montereale Valcellina, alle ore 17.30, presenteremo il video documentario:La Ferrovia Pedemontana da Sacile a Gemona. Un viaggio tra storia, arte e natura. Testi e narrazione di Tito Pasqualis

Romina De Lorenzi

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giornata nazionale della speleologia1 - 2 ot tobre 2016

L’evento è organizzato dalla società speleologica italiana, dal club alpino italiano e dal corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico con il supporto di agti, associazione grotte turistiche italiane.

La Giornata Nazionale della Speleologia (GNS) è un contenitore che permette a tutte le realtà speleologiche italiane di comunicare e mettere in risalto i singoli appuntamenti proposti.La GNS è una opportunità per far conoscere e avvicinarsi al mondo sotterraneo.È occasione per accompagnare, far visitare, tenere presentazioni, divulgare corretta-mente quanto esiste “oltre la soglia del buio”.È un’azione collettiva per salvaguardare gli ipogei e tutelare la speleologia, come di-sciplina di conoscenza e corretto strumento di viaggio nel mondo sotterraneo.

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strisciando - majella 2016organizza il primo raduno internazionale di speleologia in abruzzo.

Con il Patrocinio del Parco nazionale della Majella, del CNSAS, del SASA, del Club Alpino Italiano,del Club Alpino Italiano - Abruzzo, della Federazione Speleologica Abruzzese,

della FSE Federazione Speleologica Europea e della AIC Associazione Italiana Canyoning.

In collaborazione con la Società Speleologica Italiana.

L’incontro si svolgerà dal 28 Ottobre al 1 Novembre 2016nel Comune di Lettomanoppello nel territorio del Parco Nazionale della Majella.

I temi dell’incontro sono:

“speleologia ed esplorazioni nelle aree parco, interazione tra speleologi ed istituzioni”.Difficoltà operative in aree protette.

“...quando finisce un’esplorazione?”Fin dove siamo disposti a spingerci e cosa siamo capaci di inventare pur di strappare ancora metri al sottosuolo?

Di fronte a cosa decidi di fermarti? Risalite impossibili, sifoni, strettoie, frane...

“...3 metri e poi allarga”, “...c’è frana, scaviamo!”esplorazioni estreme e nuove invenzioni.

Nei 5 giorni del raduno si propongono:

Visite a grotte, forre, sentieri nelle aree del parco, eremi, tholos (capanne in pietra a secco),miniere di bitume dismesse del bacino minerario della Majella.

Decine di incontri e presentazioni di reportage esplorativi nazionali ed internazionali.

Presentazioni di libri e di ricerche scientifiche nell’ambito naturalistico, montano, speleologico, biologico,geologico e ambientale.

Mostre e presentazioni multimediali.

Conferenze, dibattiti e tavole rotonde con le Istituzioni del territorio sui temi della difesa ambientale, turismonei Parchi in rapporto alla ricerca scientifica all’interno delle grotte, laboratori didattici nelle scuole del territorio.

Riunioni Istituzionali degli organi nazionali della Società Speleologica Italiana e del Club Alpino Italiano.

Naturalmente, immancabile, lo Speleobar nella Piazza del paese con stand gastronomici e musica dal vivo.

"Realizzato con il cofinanziamento della Regione Abruzzo a valere sul Progetto interregionale "Percorsi di Fede, Gioia e Gusto",c. 5 art.5 L. 135/2001 annualità 2007, 2008 e 2009 e sul Progetto di Eccellenza "Abruzzo Welcome" c. 1228, art. 1 L. 296/2006".

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cronache ipogee ��

Coordinatore del progetto: dott. Sergio Dolcee-mail: [email protected]

cellulare: 348 7897893

Orizzonti ipogeiEsperienze didattico-esplorative

nel mondo delle grotte

clubalpinistico

triestinoonlus

Progetto di didattica ambientaleper l’anno scolastico 2016/2017Homines amplius oculisquam auribus credunt.

Gli uomini credono piùagli occhi che alle orecchie.Proverbio latino

per scegliere assieme le grotte idonee alle escur-sioni, tenendo conto dell’età e della preparazione degli alunni e dei loro accompagnatori.Per le lezioni teoriche e pratiche, la Società orga-nizzatrice si avvarrà, oltre che dei propri soci, di relatori e accompagnatori professionisti del mondo accademico e culturale di Trieste (Collegio delle Guide Speleologiche del Friuli Venezia Giulia, Servizio Musei Scientifici di Trieste, ecc.).Agli istituti scolastici che aderiranno al progetto, verrà donato il filmato “L'ultimo Continente. Le grotte: un bene naturale da proteggere!”.Agli alunni delle scuole materne verrà donata una copia del libriccino "La talpa Nocciola".Agli alunni delle prime classi delle scuole primarie di primo grado verrà donata una copia del libretto "Colorare il buio".A tutti gli studenti verrà regalata una copia del poster “L’ultimo Continente” e l'attestato di parte-cipazione al progetto "Orizzonti ipogei".

Le scuole interessate alle vicende della seconda guerra mondiale potranno usufruire, su prenotazio-ne, anche delle visite guidate alle gallerie antiaeree e bunker denominate "Kleine Berlin", di via Fabio Severo (di fronte al n. civico 11), a Trieste.

Per informazioni e prenotazioni:Club Alpinistico Triestino - Gruppo Grotte

Via Raffaele Abro, 5/a - 34144 Triestecellulare: + 39 348 5164550

e-mail: [email protected] - www.cat.ts.it

Fran

co G

herli

zza

Per informazioni e prenotazioni:cellulare: + 39 339 2539712 (Maurizio)e-mail: [email protected].

L'ingresso della "Kleine Berlin". (Remigio Bernardis)

PROGETTO SPELEO-DIDATTICO

Orizzonti ipogeiRisultati ottenuti nell'ultimo quadriennio

Anno scolastico 2012-201363 incontri: 15 in classe

18 in grotta26 in Kleine Berlin4 in cavità artificiale

35 istituti didattici coinvolti con:1942 alunni152 insegnanti / accompagnatori

Totale: 2094 utenti

Anno scolastico 2013-201463 incontri: 7 in aula

13 in grotta43 in Kleine Berlin

40 istituti didattici coinvolti con:2148 alunni156 insegnanti / accompagnatori

Totale: 2304 utenti

Anno scolastico 2014-2015100 incontri: 10 in aula

19 in grotta70 in Kleine Berlin1 sul Forte di Osoppo

56 istituti didattici coinvolti con:3195 studenti247 insegnanti / accompagnatori

Totale: 3442 utenti

Anno scolastico 2015-2016112 incontri: 19 in aula

24 in grotta69 in Kleine Berlin

77 istituti didattici coinvolti con:4016 studenti273 insegnanti / accompagnatori

Totale: 4289 utenti

Totale nel quadriennio: 12 .129 utenze

Con il patrocinio del

Orizzonti ipogeiEsperienze didattico-esplorative

nel mondo delle grotte

Grotta Bac (Trieste). I ragazzi della scuola media Nazario Sauro di Muggia fanno da "tutor" ai bambini della Scuola dell'Infanzia "Il giardino dei mestieri". (Lucio Mircovich)

Progetto di didattica ambientaleper l’anno scolastico 2016/2017

Nel 2011, il Club Alpinistico Triestino, in occasio-ne del suo 40° anno di didattica speleologica, ha avviato questo progetto di educazione ambienta-le rivolto, in particolare, al mondo della scuola con lo scopo primario di accrescere la conoscenza del patrimonio ipogeo del Carso triestino.

Il progetto speleo-didattico-ambientale “Orizzontiipogei”, iniziato nel 2012 e giunto alla quinta edizione, è promosso e gestito dalla Scuola di Speleologia “Ennio Gherlizza” del Club Alpinistico Triestino per l'anno scolastico 2016-2017.L’iniziativa è rivolta a tutti gli istituti scolastici, ai ricreatori e ai centri estivi della Provincia di Trieste, ma la nostra disponibilità è allargata anche al resto della Regione Friuli Venezia Giulia o, comunque di qualsiasi istituto scolastico ne faccia richiesta, italiano o straniero.

A tale scopo, viene messo a disposizione degli istituti scolastici tutto il materiale espositivo, video ed editoriale che il CAT ha prodotto, negli anni, su questi argomenti:1) mostra: "Un anno da pipistrello" (1);2) mostra: "L'ultimo continente" (1);3) video: "L'ultimo continente. Le grotte: un bene

naturale da proteggere!" (2);4) libretto: "I chirotteri. Un anno da pipistrello";5) libretto: "Il pipistrello. Miti, favole, leggende,

curiosità e superstizioni".

Gli studenti avranno la possibilità di conoscere, attraverso le lezioni teoriche in classe e le escur-sioni speleologiche in grotta, non solo il delicato equilibrio che regola la vita sotterranea e i pericoli che si corrono inquinando le grotte (e, soprattutto, le acque che scorrono al loro interno), ma anche alcune delle discipline che fanno capo a quella che comunemente viene detta “speleologia”.Gli incontri si terranno presso gli istituti scolastici del Comune di Trieste nelle singole classi oppure, a discrezione della direzione, nelle aule magne o in locali predisposti a tal fine (palestre, aule didattiche, ecc.).

Le escursioni verranno effettuate nelle grotte della Provincia di Trieste che risulteranno più consone all'argomento che gli insegnanti, di volta in volta, riscontreranno maggiormente adeguato o inerente al programma scolastico trattato in classe (biologia, geologia, archeologia, folklore, storia, ecc.).La durata delle lezioni in classe è stata stimata in due ore.La durata delle escursioni in grotta, per motivi logistici e organizzativi, non potrà essere inferiore alle due ore (escluso il viaggio a/r per il luogo dell'appuntamento).Ai partecipanti verrà fornito un caschetto speleolo-gico completo di impianto di illuminazione.Gli interventi in classe seguiranno l’ordine crono-logico delle richieste inoltrate al CAT.Verranno concordati degli incontri preliminari per definire i tempi e i contenuti delle lezioni nonché

Nella Grotta di Crogole con la scuola Rossetti. (Sergio Dolce)Grotta Azzurra di Samatorza (Carso triestino). Incontri ravvici-nati... (Sergio Dolce)

(1) Entrambe le mostre sono composte da 14 roll-up, autopor-tanti, con i testi in sei lingue /italiano, sloveno, inglese, tedesco, francese e spagnolo).(2) Il video ha una durata di 20 minuti.

Giochi di Scienze (Muggia). Con Sergio Dolce si parla di grotte e preistoria. (Franco Gherlizza)

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dove trovarci:

La scuola di Speleologia di Trieste del Club Alpinistico Triestino - Gruppo Grotte -

sotto l’egida ed il controllo della Commissione Nazionale Scuole di Speleologia della Società Speleologica Italiana

organizza il

35° CORSO DI SPELEOLOGIA

Il Corso, di 1° livello, si prefigge lo scopo di trasmettere agli allievi quel bagaglio di nozioni tecnico-culturali tale da permettere agli stessi di cominciare a conoscere l’ambiente ipogeo e di superare in sicurezza le difficoltà tecniche imposte dalla moderna progressione in grotte verticali.

REGOLAMENTO

Le iscrizioni sono aperte a partire da martedì 4 ottobre 2016 fino alla data di presentazione del corso e si ricevono presso la sede del Club Alpinistico Triestino in Via Abro 5/a, Trieste, tutti i martedì dalle 21.00 alle 22.00; altri giorni solo su appuntamento (Moreno 347 5005673).La quota d’iscrizione, a titolo di con-tributo spese, è fissata in € 130,00. Tale quota comprende la fornitura delle attrezzature necessarie alla progressione in grotta per tutta la durata del corso (esclusi indumenti e calzature), dispense e pubblicazioni sugli argomenti trattati, l’assicurazione e l’iscrizione alla So-cietà Speleologica Italiana. All’atto dell’iscrizione gli allievi do-vranno fornire un certificato medico attestante l’idoneità fisica all’attività sportiva non agonistica. L’età minima per potersi iscrivere è di 14 anni. Per i minori, all’atto dell’iscri-zione, è richiesta la firma di un genitore o di chi ne fa le veci. Al corso (che partirà solo se raggiunto il numero minimo di 6 persone) possono partecipare un massimo di 10 allievi. La Società, che farà tutto il possibile per garantire la massima sicurezza durante lo svolgimento del corso, declina tuttavia ogni responsabilità per danni o incidenti a persone o cose che dovessero verificarsi nel corso delle lezioni. Gli allievi devono attenersi scrupo-losamente alle disposizioni degli istruttori. Coloro che non vi si atte-nessero possono essere esclusi dal corso in qualsiasi momento, a insindacabile giudizio del Direttore del corso.

PROGRAMMA

Martedì 8 novembre Ore 20.00 presentazione del Corso.

Giovedì 10 novembre Lezione su organizzazione della speleologia, equipaggiamento individuale e tecnica di progressione su corda.

Domenica 13 novembre Cava attrezzata: esercitazioni pratiche.

Martedì 15 novembre Nodi, tecniche base di armo e uso dei materiali.

Giovedì 17 novembre Topografia, rilevamento e uso del GPS.

Domenica 20 novembre Esercitazione pratica nella Grotta di Ternovizza.

Martedì 22 novembre Speleobiologia: la fauna delle grotte.

Giovedì 24 novembre Geologia e carsismo.

Domenica 27 novembre Esercitazione pratica nella Grotta Natale.

Martedì 29 novembre Le acque sotterranee e la Speleo-subacquea.

Giovedì 1 dicembre Prevenzione degli incidenti speleo-logici.

Domenica 4 dicembre Esercitazione pratica nella Grotta di Padriciano (VG 12).

Martedì 6 dicembre Rinfresco in sede e consegna degli attestati di partecipazione.

Scuola di Speleologia del Club Alpinistico Triestino

Direttore della Scuola: Moreno Tommasini.

Istruttori di tecnica speleologica: Clarissa Brun, Mario Carboni, Alessandro Cernivani, Duilio Cobol, Gianfranco Manià, Mario Nacinovi, Daniela Perhinek, Massimo Razzuoli, Franco Riosa, Gianfranco Tomasin.

Aiuto-istruttori di tecnica speleologica: Daniele Contelli, Franco Gherlizza, Christian Giordani, Michele Hoffer, Laura Miele, Anna Pugliese, Sergio Vianello.

Istruttori di speleologia: Remigio Bernardis, Alberto Buonanno, Sergio Dolce.

Fotografia proteo (Abisso di Rupingrande) di: Sergio Vianello. Altre fotografie di: Daniela Perhinek

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attività ed escursioni per il mese di ottoBre 20161 ottobre 2016 - soggiorno naturalistico - una casera da cervi e stambecchiEscursione/attività per escursionisti esperti - Durata 2 giorni - Ritrovo ore 9.00 - Centri visite Forni di Sopra

2 ottobre 2016 - e-Bike - Bramiti in bici elettricaEscursione/attività impegnativa per allenati - Durata 6 ore - Ritrovo ore 9.00 - Centro visite Forni di Sotto

8 ottobre 2016 - geotrekking - Frana del vajontEscursione/attività semplice per tutti - Durata 6 ore - Ritrovo ore 9.00 - Centro visite Erto

9 ottobre 2016 - escursione naturalistica - autunno in val colveraEscursione/attività semplice per tutti - Durata 4 ore - Ritrovo ore 9.00 - Centro visite Poffabro

16 ottobre 2016 - phototrekking - l’autunno della val tramontina e il monte restEscursione/attività impegnativa per allenati - Durata 8 ore - Ritrovo ore 7.30 - Centro visite Tramonti di Sopra

30 ottobre 2016 - evento playparco - lo sport itineranteSport gratis per tutti e presentazione programma escursioni e attività inverno 2016/2017

cammina e vinciOgni 5 escursioni la sesta te la regaliamo noi!

Seguici online e condividi le tue foto delle escursioni sui canali della nostra Parcommunity.Info e prenotazioni: 0427 87333.

escursioni ed attività nel parco delle dolomiti Friulane

Ricco e vario calendario di escursioni ed attività che si svolgono durante tutto il periodo dell’anno.Potrete scegliere se ammirare i magici paesaggi invernali, oppure se avventurarvi in cima alle vette

e scoprire colori, forme e impressioni che solo l’estate può regalare.Le escursioni di calendario sono organizzate per gradi di difficoltà, indicato sempre vicino all’itinerario,

e vanno dalle attività per tutti a quelle escursionistiche impegnative per esperti.Ad ogni modo chiunque può venire in contatto con questa realtà sempre accompagnati da esperti

del territorio, guide naturalistiche e guide alpine.

indiriZZario speciale per escursioni e sport

Potete richiedere il pieghevole cartaceo delle escursioni semplicemente inviando una emaila [email protected] indicando il vostro nome, cognome e indirizzo postale.

Verrete così iscritti nell’indirizzario del Parco per ricevere direttamente a casa di volta in voltail pieghevole escursioni e sport nel Parco.

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simposio cavità artificialiopera ipogea: mundus subterraneus

urbino 8-11 dicembre 2016Simposio organizzato in collaborazione con la Commissione Nazionale Cavità Artificiali della SSI e con il Gruppo Speleologico Urbino e patrocinato dall’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, dalla Società Speleologica Italiana e dal Comune di Urbino, prevede sessioni di presentazione orali, video e poster.

Saranno giornate dedicate alla riscoperta, al recupero, allo studio e alla valorizzazione turistica delle cavità artificiali con particolare attenzione alle miniere.

La scadenza per l’invio degli abstract (italiano e inglese) all’indirizzo [email protected]è fissata al 22 ottobre 2016.

Le informazioni riguardanti iscrizione, sistemazione, sede del convegno, attività escursionistiche potranno essere richieste a [email protected] o sul sito www.mundussubterraneus.it al momento ancora incompleto.

Il programma sarà in linea di massima così articolato:• giovedì 8: accoglienza e registrazione partecipanti, saluti istituzionali, plenary lectures;• venerdì 9 e sabato 10: sessioni di lavoro;• domenica 11: escursioni.

Sede del Convegno:Ex Collegio Raffaello già sede del VII Convegno Nazionale sulle Cavità Artificiali e del Workshop “Le Cavità Artificiali dalla Riscoperta alla Valorizzazione Turistica” è stato costruito agli inizi del XVIII secolo per volontà di Papa Clemente XI, ha l’ingresso principale ubicato nella centrale Piazza della Repubblica.Tra i suoi allievi più illustri si ricorda Giovanni Pascoli.Attualmente ospita la sala del Consiglio Comunale, la sede distaccata della Prefettura, il Museo del Gabinetto di Fisi-ca, il Museo dell’Incisione Urbinate, alcune sale per esposizioni temporanee e conferenze, il Circolo cittadino, alcune attività commerciali a piano terra sia verso il cortile sia verso i prospetti esterni.

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un abisso di occasioni...?sito internet: www.cronacheipogee.jimdo.com indirizzo di posta elettronica: [email protected]

vendo...cerco...cerco "speleocolleZionisti" di FrancoBolli sulle grotte e sui pipistrelli

Gianpaolo Fornasiere-mail: [email protected]. 335 6058868.

cerco cartoline postalio annulli Filatelicidelle grotte turistichedel carso classico(italia e slovenia)

Maurizio Radaciche-mail: [email protected]. 339 2539712.

cerco amici colleZionisti per scamBi / acQuisti / vendite

di tutto quanto tratta l'argomento "grotta" (stampe, cartoline, franco-bolli, monete, distintivi.....ecc.).Isabella Abbona - tel. 040 306770 - [email protected].

giardini di una terradi conFine - piante e paesagginella contea di goriZiaPaola Tomaselli - Motta Editore, 2003288 pagine (copertina cartonata)+ allegato in italiano/tedesco/slovenoPrezzo di copertina: 55,00 Euro

ultime due copie: 5,00 euro

Ferrovia del carso / KraŠKa ŽeleZnica / KarstBahnstoria della Ferrovia del carso (1857)Libro-cofanetto in cartoncino rigido di 106 pagine + cartina lunga 5,20 m.Testi in italiano - sloveno e tedesco.Edizioni MGS Press, 2004Prezzo di copertina: 32,00 Euro 5,00 euro

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