Portico 272

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ANNO XXIX MENSILE NOVELLARESE D'INFORMAZIONE Novembre 2010 n.272 TAZZA D’ORO di Catellani Letizia & C. BAR - PIZZERIA TAVOLA CALDA NOVELLARA (RE) via Cavour, 48 tel. 3465772503

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Il Portico giornale mensile di Novellara (RE) da XXV anni - la voce dei novellaresi [email protected]. 0522-652131

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ANNO XXIX MENSILE NOVELLARESE D'INFORMAZIONE Novembre 2010 n.272

TAZZA D’OROdi Catellani Letizia & C.

BAR - PIZZERIA TAVOLA CALDA

NOVELLARA (RE)via Cavour, 48 tel. 3465772503

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L’effetto degli scontri pubblici tra le forze politiche della fu-maggioranza si evidenzia però ogni giorno nelle sedi istituzionali. Basti citare due esempi.Tremonti ha costruito la legge di stabilità (ex legge finanziaria) all’insegna di alcuni presupposti:ciò che c’era da decidere è già stato deciso nella ma-novra estiva; la legge di stabilità si fa con un articolo unico, pochi commi, qualche tabella e senza toccare i soldi (né sul versante delle entrate né su quello del-le uscite); alcune questioni rimaste aperte si risolve-ranno con un decreto legge, previsto inizialmente a fine anno e poi annunciato per metà novembre: una manovra da 7 miliardi per università, ammortizzatori sociali, patto di stabilità interno, proroga del 55% per l’efficienza energetica degli edifici ed altre questioni.Si voleva fare una vera e propria manovra fuori dalla legge di stabilità.Appena iniziato a votare gli emendamenti in Commissione Bilancio della Camera, la maggioran-za è andata sotto, con la soppressione di un com-ma che prevedeva che le regioni potessero scegliere se tagliare il trasporto pubblico o gli investimenti. PD – IdV – UDC – FLI e MPA, quindi opposizione e

Sull’orlo della crisi del governo di destraLA PAGINA POLITICA

due forze di maggioranza, hanno mandato sotto il Governo Tremonti è intervenuto per dire: fermi tutti! Metteremo i contenuti del decreto legge a cui sta-vamo pensando nella legge di stabilità. Con ciò si sono bloccati i lavori della Commissione Bilancio che riprenderanno solo quando sarà presentato il maxi emendamento del Governo. Quindi: maggioranza in panne sulla politica di bilancio e sulla politica econo-mica. Dopo cinque giorni, prima occasione di con-fronto in Aula alla Camera. In discussione mozioni sul rapporto Italia-Libia. La maggioranza va sotto su un emendamento di un esponente radicale alla mozione del PDL, con il voto di opposizioni più FLI. Dopo un ampio dibattito in cui il PDL ritira la propria mozione, ma FLI la fa propria e la si vota, la mag-gioranza viene ancora battuta. Quindi: maggioranza che non c’è sulla politica estera.Qualche settimana prima si era fermata la riforma dell’università per mancanza di risorse. Ogni giorno è all’attenzione pubblica la situazione di grave diffi-coltà, al limite dell’impossibilità di operare (lo dicono anche parlamentari PDL e Lega che sono presidenti di provincia) di Comuni, Province e Regioni. C’è l’al-

dell’ On. Maino Marchi

La crisi della maggioranza è ormai evidente. Resta ancora da vedere come si de-terminerà in termini istituzionali e quale sarà lo sbocco politico, ma è davanti agli occhi di tutti che il centro destra che ha vinto le elezioni nel 2008 è fallito.

luvione in Veneto e non c’è un euro per gli interventi di protezione civile. Pompei crolla.In sostanza questa maggioranza non ce le fa più a governare e non ce la fa più a stare insieme su nulla.Il problema è che il Paese non può aspettare ancora un lento logoramento, un’agonia della maggioranza che rischia di coinvolgere il futuro dell’Italia. Bisogna al più presto che Berlusconi si dimetta o venga sfidu-ciato in Parlamento.E’ ormai un luogo comune che però il PD non si av-vantaggia delle difficoltà della destra e non recupera consenso.Credo che dipenda anche da come noi parliamo ai cittadini. Siamo spesso troppo dimessi.Io chiedo: chi avrebbe immaginato, non solo all’ini-zio della legislatura, ma anche un anno fa, che si sa-rebbe sfaldata così presto la maggioranza? Se que-sto è successo è dipeso solo dagli altri oppure è stata determinante anche l’iniziativa del PD?Io credo che le nostre battaglie abbiano lasciato un segno e da qui si possa partire per dare una nuova prospettiva all’Italia. Per questo possiamo affrontare con determinazione la campagna di novembre del porta a porta.

C’era una volta una “giovine Italia” nel senso di un’Italia immaginata e costruita dai giovani, poi si è passati ad una “vecchia Italia”. Un’Italia stanca, senza dinamismo, che arranca mentre gli altri paesi invece corrono. Vi sono state generazioni protago-niste della storia, di grandi cambiamenti, contrasti e contrapposizioni, mentre altre che subiscono.I giovani sono da sempre la parte più dinamica di una società. Quelli che rompono schemi diventati obsoleti, che con occhi nuovi propongono innovative

letture della realtà. Ma da un po’ si sta assistendo ad una sorta di rassegnazione e passiva accettazione di quello che succede come se ci si sentisse impotenti di fronte ad una forza superiore. La storia ci insegna che, nonostante gli ostacoli, ogni generazione ha il compito di trovare la propria strada, guadagnandosi il proprio spazio vitale e di forzare il cambiamento. La partecipazione alla vita politica e sociale è un’ar-ma formidabile nella battaglia quotidiana di una re-altà spesso insulsa, insoddisfacente, dominata da

avidità e sete di potere.La politica è ormai vista come un mondo distacca-to dove regna la corruzione, l’interesse personale, la convinzione che ognuno si preoccupi solo del bene proprio e non del “bene comune”. Responsabili sono dunque quegli adulti che dovrebbero essere da esempio ma con i loro comportamenti non fanno altro che allontanare sempre di più quella parte della società che fra qualche anno si troverà a svolgere un ruolo fondamentale nella vita del paese.La classe politica italiana difficilmente comprende i bisogni dei giovani, la loro difficoltà nel trovare lavo-ro, di fare impresa, di avere un’educazione adegua-ta. Per questo la politica viene percepita come lonta-na anni luce dai ragazzi. Meno si investe sui giovani e li si valorizza e meno essi potranno giovare al pro-prio paese e contribuire al suo sviluppo. Abbiamo un

di Milena Saccani Vezzani Segretaria Circolo PD Novellara

Essere generazioneI giovani sono da sempre la parte più dinamica di una società. Quelli che rompo-no schemi diventati obsoleti, che con occhi nuovi propongono innovative letture della realtà.

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grande potenziale di energie per far ripartire questo paese ma non viene valorizzato. Il cambiamento va forzato, come aveva tentato di fare la generazione di chi era giovane negli anni ’60. Anche solo il semplice fatto di esserci, di impegnarsi toglie spazio e ossige-no a coloro che usano la politica per fini strettamente personali.Ci sono diversi modi per partecipare alla vita politica, uno di questi ad esempio è prendere coscienza dei problemi della comunità in cui si vive. Una novità positiva è stata il nuovo recente protago-nismo degli studenti italiani contro la riforma della scuola e contro i tagli del ministro Gelmini. Giovani che non sono staticamente passivi in attesa che qualcosa gli venga concesso dall’alto, ma soggetti attivi e con la voglia di capire cosa si decide sopra le loro teste, di dire la propria quando si decide su temi che li riguardano. Essere una generazione vuole dire superare gli “errori dei padri”, prendere l’iniziativa fa-cendo affidamento sulle proprie forze. Da questi gio-vani l’ Italia può ripartire, ma solo se se avranno l’au-dacia di lottare senza timori reverenziali e il coraggio di riattivare un conflitto generatore di cambiamento. Niente cambierà se non siamo noi i primi a volerlo. Noi giovani prima di essere il futuro, siamo il pre-sente.

L’emergenza rifiuti è purtroppo una situazione ri-corrente per l’Italia, che continua a ricevere richiami dalla Commissione dell’Unione europea su questo tema. È in particolare la gestione dei rifiuti in Cam-pania a preoccupare nuovamente i commissari che chiedono azioni immediate per far fronte all’emer-genza. L’indecente e incivile condizione delle strade straripanti di rifiuti a Napoli e provincia è un esem-pio evidente della pericolosità di un problema non più trascurabile che necessita di un immediato provvedimento risolutivo, altrimenti continuerà ad aggravarsi provocando danni sociali ed ambientali sia sulle generazioni di oggi sia su quelle future. Le cause di una situazione di questo genere sono sicuramente molteplici: ritardi nella pianificazione di discariche e/o inceneritori, interessi economici delle organizzazioni criminali, insufficiente raccolta differenziata… Sta di fatto che dal 1994 i rifiuti so-lidi urbani in Campania non vengono raccolti rego-larmente e si accumulano molto di frequente cre-ando gravi rischi igienico-sanitari per le popolazioni locali. In più le discariche abusive e gli incendi dei rifiuti hanno provocato numerosi problemi anche per la salubrità delle produzioni agroalimentari, la cui vendita è diminuita significativamente per pau-ra di contaminazioni tossicheLa corretta gestione dei rifiuti, dalla pianificazione, alla raccolta, allo smaltimento, unitamente alla ri-duzione della produzione dei rifiuti ed all’aumento della raccolta differenziata sono a mio avviso gli elementi necessari per tentare di proteggere il più possibile la nostra salute e quella dell’ecosistema che ci circonda. Nei nostri territori si stanno raggiungendo dei buo-ni risultati sia sulla riduzione della produzione di rifiuti sia sull’incremento della raccolta differenzia-ta. Negli ultimi anni la produzione di rifiuti solidi urbani per abitante è in leggero calo, nonostante sia ancor oggi molto elevata. In particolare la rac-colta complessiva di rifiuti (data dalla somma della

raccolta differenziata e di quella indifferenziata) è passata dai 785 Kg pro capite all’anno del 2008 ai 729 Kg del 2009. Ma il dato davvero positivo è che la raccolta differenziata sta crescendo di anno in anno, raggiungendo nei Comuni di competenza di Sabar il 55,01% nel 2009, rispetto al 52,73% del 2008. Per il 2010, dai dati raccolti fino al 30 settembre, si prevede che Novellara riesca finalmente a rag-giungere dei risultati soddisfacenti in merito alla percentuale di raccolta differenziata. Fino all’anno scorso infatti i dati sulla raccolta differenziata a No-vellara non erano molto confortanti, non avendo mai superato il valore del 50% e attestandosi co-stantemente intorno al 47-48%. Per esempio nel 2009 la percentuale è stata del 48,26. I dati al 30 settembre di quest’anno mostrano invece che a Novellara la percentuale di raccolta differenziata ha compiuto un deciso passo in avanti raggiun-gendo il 58,15%. Questo risultato è stato ottenuto soprattutto con l’introduzione della nuova modali-tà di raccolta della frazione umida con bidoni più piccoli (per evitare il più possibile l’inserimento di rifiuti di altro genere), più numerosi e con distri-buzione più capillare, per merito della collocazio-ne dei box per le potature e per gli sfalci d’erba e grazie alla maggiore sensibilizzazione dei cittadini. Ora l’obiettivo stabilito dalle disposizioni di legge sul raggiungimento dell’almeno il 60% di raccol-ta differenziata entro l’anno 2012 sembra essere a portata di mano. Su questa tematica, dai prossimi mesi verrà effettuata una forte campagna di sensi-bilizzazione, che verrà seguita da una più accurata vigilanza e da una maggiore severità nei confronti dei trasgressori. Il superamento della soglia del 60% di differenziata dipenderà dalla capacità di ciascuno di noi di dif-fondere l’interesse per la salute, per l’ambiente e per il senso civico al numero maggiore possibile di persone.

Raccolta differenziata dei rifiuti: Novellara al 58,15%Un risultato straordinario, ottenuto soprattutto con l’introduzione della nuova modalità di raccolta della frazione umida con bidoni più piccoli (per evitare il più possibile l’inserimento di rifiuti di altro genere), più numerosi e con distribuzione più capillare, per merito della collocazione dei box per le potature e per gli sfalci d’erba e grazie alla maggiore sensibilizzazione dei cittadini.

di Roberto Blundetto

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L’URP informa... rubrica a cura dell’ufficio relazioni con il pubblico

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LEGAMBIENTE: CORSO DI FORMAZIONE PER GUARDIE GIURATE ECOLOGICHE VOLONTARIE

Parte il 15 febbraio 2011 a Reggio Nell’Emilia il nuovo corso per Guar-die Giurate Ecologiche Volontarie del-la Legambiente di RE rivolto a quei cittadini che vogliono diventare agen-ti ed operatori ambientali sul territo-

rio. Il corso è gratuito.Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi a: Rag-gruppamento G.E.L. tel./fax uff. 0522/431166 - 348/7419763– Massimo ([email protected] - www.legambientereggioemilia.it).

I.C.I. – COME SI PAGAIl versamento dell’imposta può essere effettuato: - on-line collegandoti al sito del Comune di Novellara www.comune.novellara.re.it - in posta (c/c postale n. 398420 intestato al Comune di Novellara – ICI – Servizio Tesoreria) - presso la Tesoreria Comunale- presso l’URP del Comune di NovellaraCOSA SUCCEDE SE NON PAGHI NEI TEMPI PRE-VISTI? Ti verranno applicate le sanzioni monetarie (paghe-rai il 30% in più)COME PUOI LIMITARE IL DANNO?Passa all’Ufficio Tributi o rivolgiti al Tuo CAAF PRIMA di effettuare il versamento e farai un RAVVEDIMEN-TO OPEROSO.Se lo fai entro il 16 GENNAIO 2011 la sanzione sarà solo del 2,5% dell’imposta dovuta più gli interessi legali dell’1%; Se lo fai entro il 31 luglio 2011 la sanzione sarà del 3% dell’imposta dovuta più gli interessi legali dell’1%. ATTENZIONE!! Se invece paghi in ritardo prima di esserti rivolto all’Ufficio Tributi o al CAAF la sanzione sarà del 30% oltre agli interessi legali dell’1%.

6° CENSIMENTO GENERALE DELL’AGRICOLTURAIl 24 ottobre 2010 è iniziata anche a Novellara la raccolta delle informazioni statistiche strutturali sul-le aziende agricole e zootecniche attive come pre-visto dalla normativa del 6° Censimento Generale dell’Agricoltura. A tal proposito sono stati incaricati dei rilevatori, mu-niti di tesserino di riconoscimento che contatteranno e si recheranno presso il domicilio/sede delle azien-de al fine di compilare assieme al titolare/conduttore il questionario di rilevazione. I rilevatori saranno mu-niti di tesserino di riconoscimento. Si informa inoltre

che vi è la possibilità da parte dell’azienda di compi-lare direttamente via internet il questionario sul sito http://censimentoagricoltura.istat.it seguendo le mo-dalità riportate nella lettera inviata dall’Istat ai titolari/conduttori di azienda.Si richiede pertanto la massima collaborazione al fine successo della rilevazione.

MACELLAZIONE SUINI A DOMICILIO PER USO FAMILIAREAnche quest’anno il Comune autorizza la macella-zione a domicilio dei suini per uso familiare nel pe-riodo dal 15 novembre 2010 al 15 febbraio 2011 alle seguenti condizioni:- n. massimo di due (2) suini per nucleo familiare. Chi volesse macellare un numero superiore di ani-mali dovrà presentare motivata domanda agli Uffici Comunali;- la comunicazione, anche telefonica, deve essere effettuata almeno 24 ore prima della macellazione all’URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) del Co-mune di Novellara (tel. 0522 655.417) o al Servizio Veterinario dell’A.T.V. di Guastalla (sede di Novellara 0522 758.667) al fine di ottenerne l’autorizzazione;- le macellazioni sono autorizzate esclusivamente nei giorni feriali dalle ore 8.00 alle ore 17.00 e il sa-bato dalle ore 8.00 alle ore 12.00;- la tariffa prevista per l’ispezione sanitaria delle carni dei suini macellati a domicilio (comprensivo di esa-me trichinoscopico) ammonta a euro 7,00 per capo, maggiorato del rimborso per il mezzo di trasporto per ogni seduta. Tale somma dovrà essere corrispo-sta mediante versamento sul c/c postale all’atto del ricevimento della relativa fattura.

FARMACIE DEL CENTRO STORICO – NUOVI ORARIDal 1° dicembre 2010 la FARMACIA ANTICA e la FARMACIA NUOVA nel centro storico di Novella-ra cambieranno il giorno di apertura/chiusura così

come segue:- lunedì: aperte entrambe- sabato: apertura alternataLe farmacie esporranno un cartello con l’indicazione del cambio di chiusura.

CAMPAGNA ANTINFLUENZALE 2010/2011: “Io mi vaccino. Proteggi te, proteggi gli altri”La campagna di vaccinazione 2010-2011 contro l’influenza organizzata dal Servizio sanitario regiona-le è partita dalla scorsa metà di ottobre. Il vaccino utilizzato protegge sia dai virus influenzali stagionali

che dal virus A H1N1. La vaccinazione, eseguita da medici e pediatri di famiglia e dai servizi vaccinali delle Aziende Usl, è rivolta gratuitamente a specifici gruppi di persone che devono essere protette dalla malattia e dalle sue complicanze. Informazioni sulla campagna di vaccinazione possono essere richie-ste al numero verde del Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna 800 033033 (tutti i giorni feria-li dalle ore 8.30 alle ore 17.30, il sabato dalle ore 8.30 alle ore 13.30). Informazioni anche su Saluter (www.saluter.it).

CORSO PROPEDEUTICO PER PATENTI ALLE DONNE STRANIERELe buone relazioni e le campagna informativa con-dotta anche durante gli incontri di Nessuno Escluso, hanno dato i loro frutti. Ben 17 donne immigrate gio-vani/adulte, occupate e disoccupate, si sono iscritte al corso propedeutico per conseguire la patente di guida B. Il corso le preparerà a sostenere l’esame teorico. Al termine di questo corso dovranno co-munque rivolgersi all’autoscuola per conseguire la patente effettiva, sostenendo sia un esame di teoria che di guida a loro spese.

CORSO DI ITALIANO PER STRANIERI 2010/2011Si ripete anche per l’anno scolastico 2010/2011 il corso di Alfabetizzazione di Lingua Italiana rivolto agli stranieri e tenuto dal Prof. Francesco Le Rose

per conto del Centro Territo-riale Permanente di Luzzara (R.E.). Le lezioni sono già in corso presso le Scuole Elementari del Comune di Novellara con

il seg. calendario:LUNEDI dalle 15.00 alle 19.00MARTEDI dalle 15.00 alle 19.00MERCOLEDI dalle 16.00 alle 19.00 GIOVEDI dalle 16.00 alle 19.00 VENERDI dalle 15.00 alle 19.00E’ ancora possibile iscriversi, presso i locali della scuola in Via Campanini, dalle ore 18 alle ore 19, dal lunedì al venerdì. A fine anno scolastico verrà rilasciato un attestato di partecipazione al corso.Per maggiori informazioni contattare l’URP ([email protected] oppure al n. di telefono: 0522/655417), Biblioteca (0522/655419) Ricordiamo che da gennaio 2011 la conoscenza del-la lingua italiana è indispensabile per il rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, come previsto dal DM 4.6.2010.

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CORSO DI ITALIANO PER DONNE STRANIEREÈ in cantiere un corso di italiano dedicato esclusi-vamente alle donne straniere. Il corso partirà nella stagione invernale. Le interessate possono rivolgersi ai mediatori culturali, all’URP ed in Biblioteca per co-municare il proprio interesse a partecipare.

UFFICIO SCUOLA – PROROGA PRESENTAZIONE DOMANDE DI RIDUZIONE SULLE RETTE SCOLA-STICHESi comunica che la Giunta Comunale nella seduta del 03/11/2010 ha deciso di riaprire il termine per la presentazione delle domande di riduzione sulle rette per i NIDI e le SCUOLE DELL’INFANZIA.Le richieste dovranno essere presentate ENTRO E NON OLTRE il 30/11/2010 all’URP e Ufficio Proto-collo negli orari di apertura al pubblico. E’ indispen-sabile allegare alla domanda la dichiarazione I.S.E.E. relativa ai redditi 2009.

MONDOPENTOLA I prossimi incontri di cucina interculturale saranno il 10 Novembre con la cucina dell’area India e Pakistan

e il 15 dicembre con la cucina dell’area del Marocco e della Turchia. La biblioteca allestirà in questi mesi una esposizione di libri a tema.

Il Servizio Assistenza Anziani del Comune di Novel-lara organizza un corso gratuito di prima formazione rivolto a lavoratrici straniere che, in collaborazione con le famiglie, assistono durante il giorno, o a tem-po pieno, persone anziane parzialmente o totalmen-te non autosufficienti.L’obiettivo che ci si pone è quello di trasmettere com-petenze specifiche e di qualificare il lavoro di cura at-traverso l’acquisizione di nozioni teoriche e pratiche relative ai principali argomenti che l’assistente fami-liare si trova a dover gestire nel quotidiano.Il corso prevede n.5 incontri, che riguarderanno i se-guenti argomenti:– l’igiene della persona e degli ambienti;– la mobilizzazione della persona anziana– l’educazione alimentare e la gestione della terapia– la relazione con la persona anziana– il contesto e i servizi essenziali.Il corso è rivolto ad un numero di 10/15 lavoratrici

Corso gratuito di formazione per lavoratrici straniere

straniere, in possesso di una discreta conoscenza della lingua italiana.Gli incontri, della durata di due ore ciascuno, si ter-ranno indicativamente dalle ore 17,30 alle ore 19,30 - ogni 15 giorni -. Ogni incontro prevederà una breve introduzione teorica ed una successiva dimostra-zione pratica sugli argomenti proposti. E’ prevista la distribuzione ai partecipanti di materiale informativo e, al termine del corso, il rilascio di un attestato di partecipazione.A chi fosse interessato a partecipare al corso, chie-diamo di effettuare l’iscrizione entro e non oltre il giorno SABATO 11 DICEMBRE 2010 presso Ufficio Servizi Sociali – Istituzione Servizi Sociali “I Mille-fiori” - Via Costituzione 10/b- Novellara.Per avere maggiori informazioni e/o chiarimenti, potete contattare direttamente l’Ufficio Servizi So-ciali ..::Tel.0522/654948::..

Novellara (RE), 6 novembre 2010 – L’assessorato ai giovani del Comune di Novellara in stretta sinergia con la Scuola di Musica Lo Schiaccianoci è riuscita ad ottenere un contributo di 48mila euro dal Ministero della Gioventù ed ANCI, per la realizzazione di una orchestra giovanile. Un ambizioso progetto che ha come principale obiettivo quello di intercettare gio-vani dai 3 ai 35 anni che stanno vivendo in contesti di difficoltà, utilizzando la musica come strumento d’arricchimento culturale, spirituale, ma anche come forte esperienza sociale, riproponendo in chiave mo-derna le “bande di paese” seguendo l’esempio della riuscitissima esperienza venezuelana di Josè Antonio Abreu. Ovviamente la realtà reggiana è molto meno critica di quella del paese sud americano, ma le in-

Novellara ottiene un finanziamento di €.48.000 e “sbarca” al Mei di FaenzaIl progetto presentato dall’associazione Pro.di.Gio – Progetto di Giovani coinvolge anche il Comune di Bagnolo in Piano, di Gualtieri e di San Polo d’Enza

di Sara Germani

sicurezze, le difficoltà famigliari e relazionali sono tutte problematiche che i nostri giovani affrontano sempre più spesso e la volontà comune dei partners del progetto è proprio quella di superarli attraverso il potente strumento della musica.Il progetto prevede di organizzare dei momenti di scambio e formazione con un’orchestra giovanile venezuelana, attivare corsi di alfabetizzazione mu-sicale nelle scuole del territorio, infine costruire una vera e propria orchestra giovanile. Grazie a questo progetto Novellara parteciperà alla quattordicesima elezione del Mei, Meeting degli In-dipendenti, che si terrà dal 26 al 28 novembre 2010 a Faenza. Si tratta del primo festival in Italia della produzione musicale, video-cinematografica, lettera-

ria e culturale indipendente e del primo salone della nuova musica italiana. L’edizione 2009 del MEI ha registrato, su oltre 15 mila metri quadrati di spazi espositivi, più di 30 mila presenze, più di 400 artisti dal vivo, 350 espositori, 350 videoclip, 200 media presenti, 150 convegni, presentazioni e incontri e 100 operatori dall’estero. Iscritto e patrocinato da WIN - l’Associazione Mondiale per il settore profes-sionale musicale indipendente e aderente a “La Rete dei Festival aperti ai Giovani” supportato dal Ministe-ro della Gioventù e dall’Anci. L’assessore ai giovani conclude: “Desidero ringraziare tutti coloro che han-no promosso questo progetto innovativo: l’associa-zione Pro.di.gio che ne ha curato la pianificazione, la Scuola di musica nella persona di Curti, i nostri tecni-ci, i comuni che hanno colto l’invito alla partecipazio-ne a questo bando, Anci e Ministero della Gioventù”

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Maria Chiara nasce a Carpi (MO) il 14 giugno 1977, novellarese doc, figlia di Fabrizio Parmiggiani e Maura Vivi, due fratelli, Damiano e Stefano. Sposata con Nicola Cirone (lucano di origini, ro-mano d’adozione) nel 2005 a Novellara. Hanno un figlio, Mario Alberto, di 4 anni. Abita a Roma dal 2005, nel quartiere Trieste. E’ avvocato e dottore di ricerca in diritto penale.Chiara qual è stato il tuo percorso di studi ?Dopo il liceo classico frequentato a Correggio, mi sono iscritta alla facoltà di Giurisprudenza, presso l’Università di Parma. Sono stata 9 mesi in Erasmus, a Cardiff, nel Galles, poi mi sono laureata e, sempre a Parma, ho conseguito il titolo di dottore di ricerca in diritto penale, con il Prof. Cadoppi.Come sei arrivata a Roma?Sono arrivata a Roma per questioni di “cuore”! Dai tempi della V ginnasio, quando ho “scoperto” la bel-lezza e la grandezza di Roma in una gita con la mia classe guidata dal prof. Bevivino, ho incominciato a pensare che mi sarebbe piaciuto moltissimo vivere in questa città. Ma probabilmente sarebbe rimasto soltanto un pensiero se, oltre all’amore per la città, non fosse arrivato l’amore per mio marito! Vivo a Roma da cinque anni ed abito nel quartiere Trieste con Nicola e nostro figlio Mario Alberto.Com’è vivere nella capitale Roma, rispetto al tuo paese di origine Novellara?La vita è sicuramente più difficile, perché è molto più caotica. Con un bambino poi tutto si complica ancora di più! Pensa che noi lo portiamo all’asilo in scooter! Però di certo a Roma non c’è la nebbia di Novellara! E sicuramente ci sono tantissime op-portunità culturali e professionali… oltre ad un cielo meraviglioso, nel quale si stagliano alti monumenti pieni di storia e di eternità.Cosa significa essere nello studio di Giulia Bongior-no, uno degli avvocati più noti del paese, sia per i suoi attuali incarichi istituzionali sia per aver preso parte ad alcuni dei processi più famosi degli ultimi anni?Sono nello studio Bongiorno da diversi anni. Al pri-mo colloquio ero emozionatissima. Eppure, già dal giorno dopo, sarebbe iniziata la mia avventura. La Bongiorno è una “macchina da guerra” e dai suoi collaboratori si aspetta altrettanto. Si lavora sempre. Di fatto, si vive in studio e per lo studio. Per questo motivo, io ho sempre pensato che stare nello studio Bongiorno per un po’ di tempo è una esperienza professionale e formativa importantissi-

Maria Chiara Parmiggiani: “La mia straordinaria esperienza professionale a Roma”Ci siamo fatti raccontare brevemente da Maria Chiara, nostra concittadina, la sua esperienza di avvocato e di mamma nella metropoli Roma. Attiva professional-mente presso lo studio dell’Avv. Giulia Bongiorno, uno dei più importanti del panorama forense nazionale.

di Paolo Bigi

ma e di altissimo livello. Starci per sempre, diventa una scelta di vita…Di cosa ti occupi all’interno dello studio?Lo studio si occupa di diritto penale ed io, con le altre mie colleghe, mi occupo quasi totalmente dei pro-cessi. Spesso mi capita di essere in giro per l’Italia. Talvolta mi è capitato di essere in codifesa con colle-ghi delle parti di Novellara o di conoscere clienti che provengono dalle nostre terre… ed è maggiormente stimolante! Altre volte, invece, è successo di valutare emendamenti per vari disegni di legge. Anche que-sta è un’esperienza importante e molto interessante.Vedendola anche dall’interno, cosa pensi della si-tuazione ormai molto difficile della “Giustizia ita-liana”?Penso che la nostra giustizia, in linea generale, non sia “ingiusta”, ma lenta. Lentissima. I processi sono paralizzati; a volte le udienze vengono addirittura rin-viate da un anno all’altro. Questo si traduce in una minore tutela delle vittime, che devono attendere anni prima di avere giustizia, ma anche degli imputati, che devono attendere anni per conoscere l’esito del giudizio penale, che, già di per sé, è una “pena”. Ti è capitato di trovarti a difendere un soggetto col-pevole senza ombra di dubbio di un reato? Bisogna considerare due aspetti. Il primo è che l’av-vocato non sa quasi mai la verità storica, cioè come sono andate veramente le cose. Il secondo è che i clienti – anche se accusati dei più gravi reati – dicono di essere innocenti. Ecco, allora, che la verità dell’in-dagine e del processo è, inevitabilmente, una verità probabile. Lo sforzo, sia dell’avvocato sia del ma-gistrato, deve essere quello di innalzare il più pos-sibile il grado di probabilità delle verità processuali, pur nella consapevolezza che non potranno mai rag-giungere il grado di certezza delle verità scientifiche o matematiche.Sappiamo dell’esistenza di un’associazione fondata da Michelle Hunziker e dall’Avv. Bongiorno, per la difesa delle donne. Puoi parlarci di questa fonda-zione?La fondazione Doppia Difesa ONLUS è nata nel 2007. È stata fondata dall’avv. Giulia Bongiorno e da Michelle Hunziker e si occupa di abusi e discri-minazioni. Doppia Difesa offre consulenza legale e psicologica gratuita e cerca di sostenere le vittime anche attraverso un percorso culturale. Spesso chi subisce violenza non capisce che il primo passo per combatterla è parlarne e uscire allo scoperto. Io mi

occupo da sempre anche di Doppia Difesa, in qualità di responsabile giustizia. Offro le consulenze legali e ho curato la rubrica che le due fondatrici tenevano sul settimanale CHI. Doppia Difesa ha anche dato vita ad una collaborazione con l’ospedale Fatebene-fratelli di Roma, per offrire alle vittime un supporto medico. Per chiedere aiuto alla Fondazione è possi-bile scrivere una e-mail, connettendosi al sito www.doppiadifesa.it. Successivamente, si viene contattati telefonicamente dalla Fondazione.Hai in progetto un giorno di tornare a Novellara, magari aprendo un tuo studio?Di certo posso dire che il mio progetto, per ora, è quello di aprire uno studio legale a Roma, con una base anche a Novellara. E di certo sarà un piacere e un onore mettere la professionalità sin qui maturata al servizio anche dei miei concittadini novellaresi!Chiara tutto il Portico di Novellara ti augura una bril-lantissima carriera professionale, felici di sapere che una propria concittadina ha il merito e la capacità di occuparsi di casi spesso tra i più difficili e delicati per la giustizia italiana.

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Le festività Natalizie si avvicinano e Novellara non mancherà di celebrare le giornate con momenti reli-giosi e culturali, quindi sarà importante anche creare l’atmosfera nella città, con allestimenti a tema, luci, musiche ed offrire a grandi e bambini una magia speciale degna di queste importanti giornate.Come Assessore alle Attività Produttive ho coordina-to incontri tra pro-loco e commercianti per tracciare il calendario di eventi correlati alle festività invernali. Diverse idee sono emerse dai negozianti, dalle as-sociazioni presenti e dai volontari: sia per allestire i portici, le vie e le piazze principali, sia per animare e incentivare l’afflusso di gente in città. Come tradi-zione vuole, il Comune quindi provvederà alla col-locazione delle luminarie che serviranno a ricreare la magia del Natale con luci a tema: nel centro, dei punti d’ingresso principali e nelle frazioni dove ver-ranno installati i festoni di “Buone Feste”. Un segnale

simbolico, ma importante, per fare gli auguri a tutti coloro che visiteranno o passeranno per Novellara.Tra le novità di quest’anno segnalo il Concorso “vota la vetrina Natalizia più bella” ovvero con apposite cartoline la gente voterà la vetrina migliore tra quelle in gara contrassegnate con un numero, al negozian-te vincente sarà consegnata una targa e tra i votanti sarà sorteggiato un fortunato al quale verrà regalato un pacco di prodotti tipici.Ci saranno simpatici omaggi per i bambini offerti dai negozianti del centro storico, mercatini, feste per bimbi, vin brulè e tigelle in piazza, la lotteria orga-nizzata dai commercianti, mostre artistiche e sicura-mente tante altre sorprese.Quindi con l’occasione rivolgo a tutta la cittadinan-za i miei migliori auguri di buone feste invitandovi a seguire i nostri canali d’informazione per partecipare alle iniziative che il Comune insieme ai commercian-

ti, pro-loco, associazioni e volontari – che ringrazio- hanno organizzato per questo Natale.

di Barbara Cantarelli

Le feste a NovellaraLa collaborazione tra Amministrazione Comunale, operatori economici e volonta-ri per rendere più animato il nostro paese durante le festività natalizie.

Commercianti e Proloco - Amministrazione Comunale

Giorni di festa (programma provvisorio)

Sabato 27 novembreNote Basse 2 - Festa dei 18 enni in Sala PolivalenteDomenica 5 dicembreCastagnata in piazza – Mercatino delle scuole in sala polivalenteMercoledi 8 dicembre Primo mercatino gastronomi/hobbisti/associazioni sotto i portici del centro - DJ Country in piazza della Resistenza– Christmas Show con Radio Bruno in Piazzetta BorgonuovoDomenica 12 dicembreMercatino del riusosotto i portici del centro – Cottura del pane in piazza – inaugurazione mo-stra d’arte in sala polivalente- spettacolo di S.Lucia in salone parrocchiale di via BorsellinoSabato 18 dicembreMercatino gastronomi/hobbisti/associazioni - (sotto i portici del centro) - Lettura in biblioteca Domenica 19 dicembreMercatino gastronomi/hobbisti/associazioni (sotto i portici del centro) omaggio dei commer-cianti- spettacolo complesso strumentale itinerante di Bagnolo – iniziativa con gruppo Argi-none - La città di Babbo Natale in Piazzetta Borgonuovo - Corso di decoupage per bambini in Piazza della Resistenza.

ALTRE INIZIATIVE POSSONO ESSERE AGGIUNTE SUCCESSIVAMENTE.

DICEMBRE D’ARTE NOVELLARA

La Proloco in collaborazione con il “Club delle Arti Reggiane” e la partecipazione del Comune organizzano la terza edizione d’arte a Novellara, Dal 12 al 28 Dicembre tutti i giorni la Sala Poliva-lente Nomadi sarà aperta al pubblico con ingres-so libero per una grande esposizione di opere di artisti locali e nazionali. Questo appuntamento che sta diventando uno dei più importanti e at-tesi in ambito provinciale e non....vede presenti pittori, scultori, artisti del legno, della ceramica, del bulino e dello scalpello. L’inaugurazione della mostra avverrà domenica 12 Dicembre alle ore 11.00 alla presenza delle Autorità locali, seguirà un rinfresco aperto a tutti. Gli orari di apertura della mostra saranno: dal lunedì al venerdì ore 10.00-12.30/14.30-19.00 festivi e prefestivi orario continuato.

Coodirettore del “Club delle arti Reggiane” Cav. Augusto Fantini

FESTA DI S. LUCIA

Anche quest’anno 50 - 60 ragazzini (dai 6 ai 12 anni allestiranno e giocheranno per voi, con l’aiuto di Laura e Maura, uno spettacolo:

“RAGAZZI DI OGGI” che si terrà domenica 12 dicembre presso il salo-ne parocchiale di Galleria Pietro Slanzi.Al termine sarà offerta gratuitamente la “calza dolci” a tutti i bambini presenti.

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Ritaglia questo coupon e imbucalo nell’urna collocata presso la Proloco in via Gonzaga

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SALUMIFICIO

Cinzia Terzi è la giovane presidente dell’Associazione Jaima Sahrawi. Da anni si occupa attivamente delle vicende del popolo Sahrawi, di cui conosce la storia passata e recente, si prodiga in vari modi per sen-sibilizzare l’opinione pubblica circa la repressione di cui questo popolo è fatto oggetto, è andata a cono-scerlo nei campi profughi in cui da più di trent’anni è costretto a rifugiarsi. A dispetto della complessità del problema e della lunghezza dei tempi necessari ad affrontarlo, continua a testa bassa la sua opera divulgativa, nella convinzione che la conquista dei diritti civili passi attraverso una mobilitazione di per-sone sempre più grande.Perdona l’ignoranza, ma chi sono i Sahrawi? E tu come sei arrivata a conoscerli?“Ho conosciuto i Sahrawi nell’estate del 1995 dopo aver dato la mia disponibilità a seguire un gruppo di bambini sahrawi ospiti in provincia di Modena. Ero da poco rientrata da un viaggio in Pakistan e lì mi sono interessata alla religione islamica. Dopo aver saputo dei sahrawi da un’amica, ho chiesto di poterli conoscere e nello stesso tempo capire più da vicino il loro modo di vivere l’islam. Un interesse culturale che mi ha portato a conoscere la vicenda del popolo Sahrawi, un amore a prima vista, una

passione che mi accompagna tuttora. I Sahrawi sono il popolo del Sahara Occidentale. Sono in tutto meno di un milione di persone. L’ori-gine del Popolo Sahrawi (letteralmente “gente del deserto”) risale all’incontro fra i berberi che abita-vano il deserto del Sahara e gli arabi Maqil venuti dallo Yemen e stabilitisi nella regione nel XIII secolo. L’incontro fra berberi e arabi ha portato ad un pro-cesso di fusione caratterizzato da una comune fede islamica sunnita, un’unica lingua (hassaniya) molto vicina all’arabo classico. La lotta di questo popolo ha avuto inizio più di 35 anni fa. Prima ha combat-tuto il colonialismo degli spagnoli, poi l’esercito del Re del Marocco, il quale ha illegalmente occupato il Sahara Occidentale. Nel 1975 parte della popo-lazione Sahrawi ha trovato rifugio in Algeria, l’altra parte continua tuttora a vivere nel Sahara Occupato subendo la repressione delle forze di sicurezza ma-rocchine.”Immagino che il conflitto sia da addebitare a ragio-ni economiche.“Esattamente. Il Sahara occidentale è un territorio di 284000 Kmq. Situato a nord ovest del continen-te africano, di fronte alle isole Canarie, è bagnato dall’Atlantico e confina con il Marocco, l’Algeria e la Mauritania; è in gran parte desertico, ma ricchissimo di risorse minerarie, soprattutto fosfati, motivo che lo rese appetibile a paesi come il Marocco che lo oc-cuparono nel 1975 con la Marcia Verde insieme alla Mauritania. Migliaia di persone si diedero alla fuga attraverso il deserto fino al confine algerino dove, nei pressi di Tindouf, venne allestita una prima tendo-poli di accoglienza. Questo esodo di massa avvenne sotto i bombardamenti dell’aviazione marocchina. Nel 1976 il Movimento di Liberazione del Sahara Occidentale decise di proclamare l’indipendenza e la nascita della Repubblica Araba Sahrawi Democra-tica. Nel 1979 la Mauritania ratificò un accordo di pace. Il Marocco invece raddoppiò lo sforzo bellico per occupare tutto il territorio dell’ex Sahara spagno-lo. Tra il 1981 e il 1982 venne eretto un muro di sab-bia, mine, filo spinato lungo 2700 km, che divide in due il Sahara Occidentale. A ovest è la zona invasa dal Marocco; a est il territorio liberato dalla R.A.S.D. (Repubblica Araba Sahrawi Democratica proclamata

il 27 febbraio 1976). Tra i muri che resistono, questo è sicuramente uno dei più vecchi e odiosi.” In che modo i Sahrawi rivendicano il loro diritto all’indipendenza?“ La battaglia del popolo Sahrawi non è più di carat-tere militare, si svolge invece a livello diplomatico. I Sahrawi vogliono poter arrivare all’autodetermina-zione e cioè esprimere liberamente la propria volon-tà: se essere un Paese indipendente o una regione del territorio del Marocco. Purtroppo ne’ l’ONU, ne’ l’UA (Unità Africana) sono stati in grado finora di imporre alcun referendum, sempre boicottato dalle autorità marocchine.”E la tua Associazione che intende fare?L’Associazione Jaima Sahrawi è nata nel 2000 a Reg-gio Emilia. Si prefigge sostanzialmente due obietti-vi: svolgere attività di sostegno e aiuto umanitario verso i profughi e sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dei Sahrawi i cui diritti civili vengono calpestati da decenni nell’indifferenza generale dei paesi europei. In particolare l’Associazione unisce la sua voce a quanti, in tutto il mondo, protestano contro il governo del regno del Marocco, per la de-tenzione arbitraria di 3 dei 7 difensori dei diritti uma-ni sahrawi arrestati un anno fa, l’8 ottobre 2009, al rientro da una visita ai famigliari nei campi di rifugiati sahrawi in Algeria. Al loro rientro in Marocco, i sette sono stati immediatamente sequestrati dalle forze di polizia marocchine e accusati di alto tradimento oltre che di attentato alla sicurezza dello Stato e per questo sottoposti al giudizio di un Tribunale Militare che potrebbe condannarli alla pena capitale (ancora vigente in Marocco). Nel mese di ottobre il Tribunale Militare si è dichiarato incompetente ed ha deman-dato il giudizio ad un Tribunale Civile che non li ha ancora giudicati dopo 13 mesi di carcere duro.L’Associazione Jaima Sahrawi fa appello affinché

Il dramma umano del popolo SahrawiCinzia Terzi dell’Associazioni Jaima Sahrawi si batte per la causa delle “Genti del Deserto”. Le loro tragiche vicissitudini poco conosciute all’opinione europea durano da più di trent’anni.

di Eda Ferrabue

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IL MIO ULTIMO NATALE SOTTO... “SPIRITO DI VINO”

Pioveva talmente forte a Udine quel 24 Dicembre 1978 che sembrava il diluvio universale ma dentro di me c’era l’inferno più nero. Mia moglie finite le pulizie, stava preparando il pranzo per il giorno dopo mentre i figli giocavano allegramente nella loro stanzetta, procurandomi un enor-me fastidio. Era l’imbrunire ed io non ce la facevo più a stare chiuso in casa senza bere; ero troppo controllato. Ero una belva inferocita che non riusciva a trovare una via d’uscita tra le sbarre che la tenevano prigioniera.Improvvisamente una splendida idea illumina la mia mente e calma il mio furore: vigilia di Natale? La confessione, no? Non ci penso due volte, dico a mia moglie che mi guarda stupefatta che ho bisogno di andare a confessarmi e di guardare lei i bimbi. La chiesa dista da casa mia non più di duecento metri ma ci arrivai dopo un’ora abbondante, mi ero fermato nei due bar a calmare i miei furori con il mio inseparabile Vecchia Romagna etichetta nera. Andai verso il parroco e gli dissi senza preamboli che avevo bisogno di confessarmi, lui arrivò quasi subito. Un attimo dopo che avevo iniziato mi interrompe e mi dice seccato «Senti è inutile che continui, non posso assolverti Selvino perché sei in uno stato pietoso quando avrai meno alcol ritorna, io sono sempre qui». «Non mollo, mi accosto al cappellano dall’altro lato, «Reverendo mi confes-sa?». “Certo, S., volentieri. Vieni al confessionale”. Vado, mi inginocchio e inizio la confessione. Non passano due minuti che il cappellano mi in-terrompe e mi dice affettuosamente: “S., guarda che in questo momen-to a causa dell’alcol non sei in grado di intendere e volere e nè quindi di pentirti. Non rovinare questo sacramento, non posso darti l’assoluzione ma va in pace. La dolcezza e la bontà di quel prete mi hanno sconcer-tato, hanno illuminato la mia mente immersa nell’alcol e mi ha fatto capire più di qualsiasi altra predica, quanto fossi caduto in basso e come mi ero ridotto. Mi sono vergognato di me stesso, ho pensato a mia moglie che a casa lavorava per prepararci un Natale sereno e gioioso, ai miei piccoli che mi aspettavano per finire il presepio; mi era crollato il mondo addosso. Sono uscito mogio, mogio, sono rientrato a casa dove già cominciavano a preoccuparsi per la mia lunga e interminabile... con-fessione. Questo è stato per me l’ultimo Natale impregnato di...” spirito

di vino!” Ora posso riderci sopra, perché qualche mese dopo incontrando A.A., mi ha fatto rinascere alla vita, riscoprire la “gioia” di vivere, apprezza-re ora dopo ora, giorno dopo giorno, la forza del Gruppo di Alcolisti Anonimi e la consapevolezza che insieme a loro, amici veri, non ci sarà un altro Natale così terribile e angoscioso! Serene 24 ore e Buon Natale a Voi e ai vostri cari. S. a Natale 2010 compirà 32 anni lontano dal bere.

tutte le forze democratiche chiedano al Regno del Marocco l’immediata scarcera-zione dei prigionieri politici sahrawi ancora incarcerati nelle carceri marocchine; esige notizie dei desaparecidos sahrawi; auspica al più presto la fine della repres-sione nei confronti della popolazione civile sahrawi che manifesta pacificamente chiedendo libertà e giustizia.”Quali attività di sostegno umanitario svolge questa Associazione?“L’Associazione organizza periodi di accoglienza estiva a gruppi di bambini che vivono la precarietà dei campi profughi in Algeria. Questa accoglienza, resa pos-sibile dalla disponibilità di famiglie, parrocchie, Comuni, si è dimostrata prov-videnziale non solo per i bambini che ne hanno beneficiato (conoscono nuove realtà, ricevono assistenza medica, vengono forniti di un piccolo corredo perso-nale, sperimentano per la prima volta gesti di solidarietà e amicizia), ma anche per coloro che ne sono stati artefici. Ricordo che anche il Comune di Novellara fa parte, assieme a molti altri della Provincia, del Coordinamento Enti Locali soli-dali col popolo Sahrawi. Mi auguro che questa sensibilità si traduca anche per la prossima estate in gesti di concreta accoglienza.” Cinzia, tu sai che non è facile farsi ascoltare (e leggere) quando si parla di argo-menti che non toccano direttamente la nostra vita quotidiana. E anche quando ciò accadesse, è difficile mantenere un reale interesse, subissati come siamo da un flusso ininterrotto di notizie disparate, tutte scandalosamente interessanti, importanti, urgenti. Cosa vorresti dire ancora al lettore del Portico prima che volti pagina?Vorrei ricordare che “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti…” così recita l’art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.Credo che oggi ci sia più che mai bisogno di affermare, anche attraverso la par-tecipazione e l’impegno civile, una nuova cultura politica fondata sui diritti umani che sia capace di intervenire prima che i problemi si aggravino e le soluzioni di-ventino più difficili. Sempre più spesso la politica interviene solo quando l’emer-genza esplode, rivelando così la sua incapacità di prevenire e risolvere i problemi. Il mondo diventa così sempre più fragile, violento, ingiusto e insicuro. Cresco-no le sofferenze delle persone, le disuguaglianze, le ingiustizie, lo sfruttamento, l’esclusione, l’illegalità, le violazioni dei diritti umani e di conseguenza si diffondo-no preoccupazione, insicurezza, conflitto. Tante persone chiedono invece l’affer-mazione di una politica capace di difendere e attuare il diritto internazionale e il bene comune, di riconoscere, garantire e promuovere i diritti umani, la solidarietà e la responsabilità di tutti.”Per informazioni www.jaimasahrawi.altervista.org e mail: [email protected]

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L’avvio delle attività del Circolo Culturale “Marta Beltrami” ha suscitato un grande interesse ed una partecipazione che va ben al di là delle più rosee pre-visioni. I motivi crediamo essere molteplici, di cui la propensione e la pas-sione all’apprendimento sembrano essere i veicoli trascinanti.I temi trattati nel primo corso: mente e cervello,

presentati in modo semplice e magistrale dal dottor Marco Ruini, hanno colto un interesse culturale abbina-to al bisogno di sapere e conoscere alcuni aspetti della formazione del nostro pensiero, delle aree deputate alla memoria, del conscio e dell’inconscio, di cui tanto si paria e di cui si hanno (per i non addetti ai lavori) cono-scenze molto approssimative e comunque non definite.“Il Portico”, nello spirito di collaborazione da sempre offerto all’associazionismo locale e certo di mettere a disposizione uno strumento utile per approfondire argo-menti di interesse generale, intende dare avvio ad una rubrica che riguarderà e riprenderà il ramo delle attività di studio e di sperimentazione inerenti le coosiddette “neuroscienze”. Tale rubrica sarà curata dal sottoscritto e dal nostro concittadino, il neurochirurgo Marco Ruini.A tal proposito, in questo numero, intervistiamo il dottor Ruini con l’intento di inquadrare, di massima, il percorso che verrà sviluppato nella rubrica che si vuole attivare. Ringraziamo Marco della disponibilità in questa preziosa collaborazione e diamo inizio ai nostri intendimenti.Marco, permettimi anzitutto una domanda di ordine personale: quali emozioni hai provato nel relazionare ad un numero così elevato di partecipanti?Era la prima lezione della Università del tempo libero e credo che nessuno si aspettasse una partecipazione così alta. Avevamo tra l’altro un tema interessante, ma ostico: il rapporto mente-cervello.

Quindi la prima reazione è stata di sorpresa per l’alta affluenza; raramente ho visto tanta gente negli incon-tri che organizziamo a Reggio con la Libera Università di Neuroscienze Anemos. Poi ho avuto un attimo di timore perché non ero più sicuro che il discorso che avevo preparato fosse adeguato: un conto è parlare in modo colloquiale a venti persone, un altro parlare a cento persone, si rischia di sbagliare bersaglio, di essere o troppo superficiali o di diffìcile comprensione. Alla fine ero veramente contento di aver avuto questa opportunità nel mio paese e ho infatti ringraziato tanto Enzo Tondelli per avermela offerta. Devo dire però, e lo sai, che non sono stato tranquillo fino al termine della seconda lezione, sulla memoria. Pensavo che dopo avermi ascoltato per un’ora e mezzo parlare di mente, cervello, razionalità, affettività per tanti fosse stato sufficiente . E invece nel secondo lunedì la parte-cipazione è stata ancora maggiore. Bellissimo! Per me! Spero anche per chi era ad ascoltare.Nelle tue lezioni hai parlato di fisiologia del cervello e quindi del suo funzionamento fisico chimico e poi di pensiero, ideazione, libertà di scelta, creatività. Hai citato filosofi, scienziati, artisti. Che cosa sono di fatto le neuroscienze?Le Neuroscienze sono un campo di studi vastissimo che attraversa in modo multidisciplinare tutti i set-tori del sapere. Trattano per la prima volta in modo scientifico quegli aspetti come il pensiero, la forma-zione delle idee, la morale, il libero arbitrio che fino ad ora erano stati di competenza della filosofia e della teologia, trattati quindi in modo metafìsico. In prati-ca le neuroscienze hanno dimostrato che la mente ha un substrato organico nel cervello, che le idee, la memoria, la razionalità nascono e vengono elaborate nei circuiti neuronali cerebrali. Il dualismo cartesiano mente (spirito o anima) e cervello (corporeo) non è più sostenibile. Tra mente e cervello c’è identità: senza il cervello non c’è pensiero.E’ la novità di aver trattato in modo diverso argo-menti presenti da secoli nel dibattito fìlosofico o sono le conclusioni diverse alle quali sono arrivate a

creare tutto questo interesse verso le neuroscienze?Entrambi i punti, ma il secondo è il più importante. Le Neuroscienze ci offrono una visione rivoluzionaria dell’uomo e delle sue capacità con conseguenze an-che a livello etico e morale. Stravolgono tante nostre idee come la centralità dell’uomo nell’universo, il libe-ro arbitrio, la nostra capacità di essere oggettivi verso la realtà esterna, la fiducia nella memoria. Queste, per le neuroscienze, sono tutte illusioni.Sono idee non difficili da capire, ma che lasciano perplessi. Sono ormai accettate universalmente ovi sono altre correnti di pensiero che le mettono in dubbio?Nel campo scientifico le dimostrazioni sperimentali sono ormai inoppugnabili. Tanti filosofi sono ormai cultori delle neuroscienze e accettano quelli che ven-gono chiamati i Correlati Neuronali della Coscienza. Così in psicanalisi e in psichiatria sono ormai accettate le basi biologiche e genetiche delle malattie mentali. Queste conoscenze non sono però diffuse tra la gente, sono controintuitive, perché esiste un divario enorme tra ciò che dimostra la scienza e ciò che noi percepia-mo come reale e vero. Continuiamo a vivere in un mondo soggettivo dualista di mente cervello come en-tità divise, di vero e falso, di bene e male, di malattia mentale e malattia fisica. Essendo la nostra visione del mondo falsata dall’interpretazione soggettiva che ne da il nostro cervello e facile preda di condizionamenti e suggestioni, continuiamo ad accettare e seguire più volentieri teorie metafisiche e poco scientifiche che però ci danno tranquillità e ci liberano dall’angoscia di renderci conto che per l’economia, non dell’universo, ma della terra, l’uomo non è altro che uno dei prodot-ti dell’evoluzione, di certo non il migliore. In pratica il nostro cervello ci illude sulla realtà esterna e a noi piace di più farci illudere da ciò che soddisfa le nostre emozioni e ambizioni piuttosto che farci comprendere elementi razionali poco accettabili a pelle.Abbiamo pensato di creare sul Portico una rubrica su questi temi. Di cosa parleremo quindi nelle prossime puntate?Potremo trattare argomenti come la memoria, il libero arbitrio, la percezione del tempo, il Darwinismo, l’ag-gressività, l’intelligenza, l’emotività, la razionalità, il lin-guaggio, la creatività, l’inconscio, la conoscenza. I temi sono tantissimi, come vedi sono di interesse scientifi-co, fìlosofico, morale, sociale e, sicuramente ognuno di noi ne avrà qualcuno per il quale si sentirà di dire la sua. Sarebbe bello che altri ci rispondessero in modo da poter raccogliere conferme, domande, esempi con-creti di ciò che diciamo, idee diverse. L’impegno che comporta una rassegna scientifica di questo tipo si giustifica solo se riesce a stimolare il dibattito all’inter-no della nostra comunità, e sappiamo bene che voglia e che bisogno abbiamo di informazione non taroccata e di partecipazione.

Con lo studio delle neuroscienze si apre una prospettiva nuova sulla mente umanaIl dottor Marco Ruini, illustra, senza tecnicismi, il ramo delle attività di studio e di sperimentazione conosciuto come neuroscienze. Numerose evidenze dimostrano come tanti concetti considerati assodati siano in realtà da riconsiderare e nuove conoscenze controintuitive offrano una visione rivoluzionaria sull’uomo.

di Sergio Calzari

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Il tema del primo corso -mente e cervello- è stato svolto in modo semplice e magistrale dal dottor Marco Ruini, la cui relazione, assistita da immagini visive, ha reso le due ore di ogni lezione scorrevoli, intense, piacevoli, istruttive.Il tema trattato: -le neuroscienze nella sue declinazioni- ha interessato aspetti quali: “mente estesa”, “memoria ed efficienza mnemonica”, “dualismo cartesiano: mente “cor-po”, “protesi cerebrali”; temi che normalmente abbiamo a conoscenza solo nelle linee essenziali. Gli interventi a fine lezione non sono mancati, e le osservazioni esposte hanno ulteriormente dimostrato la capacità e la voglia di affrontare argomenti non del tutto semplici da elaborare ed immagazzinare nella memoria. Avremo comunque modo di ritornare a parlare di neuroscienze nelle program-mazioni dei corsi dei prossimi anni accademici. Il giorno 18 ottobre “10 ha preso avvio il secondo corso: ginnastica

per il cervello a cura del prof. Lucio Bigi. Il corso si prefigge di scoprire e approfondire il mondo dell’enigmistica e dei giochi del linguaggio, di logica, di matematica, visivi e di orientamento, di pensiero laterale, ossia tutto l’universo ludico che agevola il benessere della nostra mente. La du-rata di questo corso è prevista in sei lezioni. Il programma dei corsi del corrente anno accademico è reperibile presso la sede sociale del circolo (siamo ospiti dell’Auser “Via Ve-neto, 30 tel. 0522-653822) che è aperto nelle mattinate di giovedì e sabato, dalle ore 9,30 alle ore 11,30. Ricordiamo che il Circolo è aperto a Tutti. Le formalità per partecipare alle attività risultano esclusivamente la sottoscrizione della tessera annuale di euro 20 (dal 1° settembre al 31 agosto dell’anno successivo) e la piccola quota di partecipazio-ne ai singoli corsi. Un piccolo aspetto, ma molto gradito, riguarda il libretto universitario, che viene rilasciato al mo-

Al via i corsi dell’Università dell’età liberaAgli inizi di ottobre ha preso avvio il 1° corso del neonato circolo culturale “Marta Beltrami”. La partecipazione è andata ben oltre le più rosee previsioni. La sala civica “Augusto Daolio”, capace di contenere circa 100 persone è stata appena sufficiente ad ospitare un pubblico (in particolare donne) che si è dimostrato in-teressato, attento, desideroso di apprendere e arricchire le proprie conoscenze.

di Sergio Calzari

mento della sottoscrizione della tessera, sul quale vengo-no annotate, controfirmate dal relativo docente, le varie lezioni alla quali si partecipa, libretto che è stato offerto dalla libera Università di Neuroscienze di Reggio Emilia. L’altro giorno, in un programma televisivo alcuni saccen-ti dell’italico idioma dibattevano, in modo acceso, sul si-gnificato di innovazione. Potete immaginare il fervore del dire, le argomentazioni addotte, lo sfoggio del sapere, le dialettiche sfoderate. La conclusione l’ha espressa però la persona che pareva meno dotata ad affrontare una simile contesa, la quale molto semplicemente e concretamente ha detto che “l’innovazione è quello che vuole la gente”. Forse il nostro (di Tutti) circolo, nel suo piccolo, ha tradotto bene nella pratica un desiderio presente nella nostra gente, offrendo un’opportunità della quale esisteva il bisogno.

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Nell’ambito della terza edizione dei «Biblio-Days», organizzati dalla Provincia, dal Comune di Reg-

gio e dai tanti Comuni della provincia per invitare alla frequentazione della biblioteca anche coloro che non hanno mai avuto l’opportunità di utilizzarla, la Biblioteca di Novellara ha organizzato una settima-na di incontri con l’autore di origini novellaresi Mario Pasqualotto. Dal 12 al 13 ottobre le sei classi quinte della scuola primaria hanno avuto la possibilità di approfondire la conoscenza della serie “La scuola dei pirati”, di cui ogni alunno aveva letto almeno un te-sto durante il periodo estivo.Gli incontri con l’autore, della durata di un’ora e mez-za per gruppo, si sono svolti in un clima piacevole e divertente e l’autore, in arte Sir Steve Stevenson, è stato letteralmente subissato di domande da parte dei ragazzi, curiosi di approfondire ogni aspetto dei libri e della sua professione di scrittore.Dal 14 al 15 ottobre invece è stato il turno delle cin-que classi prime della scuola secondaria di primo grado, alle quali sono stati presentati i tre volumi della serie Agatha Mistery, che hanno riscosso un grande successo anche tra ragazzi non abitualmente grandi lettori.Come per le classi della scuola primaria, gli incontri con i ragazzi sono stati piacevolmente intensi, ogni classe ha prodotto un numero considerevole di do-mande e ha interagito con il giovane scrittore duran-te la fase introduttiva, utile per svelare ai ragazzi la

Bibliodays 2010: incontri con l’autore Mario Pasqualotto

struttura di un libro giallo.Nella giornata di sabato 17 ottobre in un incontro aperto alla cittadinanza Mario Pasqualotto, intervi-stato dalla pedagogista Adorina Catalano, ha invece intrattenuto il pubblico di Novellara con digressioni sulla letteratura per ragazzi, ricordi personali, rifles-sioni sull’arte dello scrivere e del raccontare.Il personale della biblioteca ringrazia l’istituto com-prensivo per aver collaborato a questa apprezzata iniziativa.

Si sono svolti presso la Sala del Fico, in Rocca, in un clima piacevole e divertente. L’autore, in arte Sir Steve Stevenson, è stato letteralmente subissato di domande da parte dei ragazzi, curiosi di approfondire ogni aspetto dei libri e della sua pro-fessione di scrittore.

Saluti e ringraziamentiMi chiamo Nanda e da po-chissimo ho concluso il mio “tempo lavorativo”. Vorrei ap-profittare dello spazio conces-somi per salutare i tanti, tanti bambini che ho “incontrato” lavorando. Li ringrazio per le loro coccole, i loro abbracci, i loro sorrisi ed i loro baci.Quanto mi sono piaciuti e quanto mi hanno fatto bene e gratificato ! Quanto mi mancheranno!Saluto tutti i genitori e i nonni ringraziandoli perché spesso mi hanno fatto sentire importante poiché da molti ho ricevuto un affetto sincero.Saluto inoltre tutte le colleghe insegnanti e il personale ausiliario che ho incontrato nel mio lungo percorso lavorativo nelle scuole d’Infanzia di Novellara.In particolare ringrazio la mia ultima pedagogista Vania Tagliavini che ha saputo incoraggiarmi e guidarmi nel mio lavoro… non come un superiore ma come un’amica! Ringrazio anche i colleghi di tutti i settori del Comune incontrati durante l’ultimo anno trascorso in biblioteca, per l’accoglienza e la simpatia dimostratami.Un particolare ringraziamento anche al mio capo-settore Debora Saccani, persona “speciale “ capace di istaurare rapporti umani unici fatti di sincerità, stima ed affetto.Saluto l’Amministrazione Comunale ed infine rin-grazio la vita che mi ha dato la possibilità di fare un lavoro “meraviglioso” ricco di rapporti umani e di mille ascolti… Termino con una citazione di Daphne du Mauriex: “Una parola gentile non costa nulla, ma è il più prezioso dei doni!”

Ciao a tutti Nanda

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Vorrei prenotare una risonanza a Guastalla: la prima data utile è per il 9 va bene? Si tratta di un normale dialogo che si può ascoltare ogni giorno al CUP. Il punto è proprio questo chiun-que lo può ascoltare: chi presenta la richiesta all’ad-detto così come le persone che sono sedute all’ulti-ma fila. La fascia di rispetto esiste eppure non basta per assicurare la riservatezza. Evidentemente la presenza del vetro, un rumore di fondo continuo (si usano ancora le stampanti ad aghi) il fatto che quando ci si trova di fronte ad un anziano la tendenza è di alzare la voce per farsi sen-tire fa sì che ormai la privacy sia quasi un’utopia. La situazione è spiacevole anche perché al momento di realizzare un edificio nuovo si poteva tenere mag-giormente in conto questa esigenza.Qualcuno rileva che il problema si pone anche in far-macia, anche lì esiste una fascia di rispetto ma se

si servono più persone contemporaneamente può capitare che uno ascolti le conversazioni del’altro cliente.Non si vuole con questa nota mettere in discussione la professionalità o la sensibilità degli operatori né si ha la presunzione di suggerire soluzioni che andreb-bero studiate con architetti ed esperti.Semplicemente si è voluto evidenziare che spesso si discute della privacy su internet o in altri contesti e poi si sottovaluta quanto accade nella vita quoti-diana.Nel frattempo è bene essere coscienti di questa si-tuazione e di limitare la comunicazione al minimo indispensabile per non dare ad estranei informazioni che vogliamo che restino riservati e allo stesso tem-po, per rispetto al nostro prossimo, cerchiamo di adottare piccole misure per evitare di ascoltare inav-vertitamente le delicate conversazioni altrui.

CUP Novellara: la riservatezza è un’utopia?

di Marco Villa

Nell’ultimo fine settimana di ottobre su invito dell’Amministrazione comunale siamo stati ospiti del Comune di Anghiari in provincia di Arezzo alla 10 edizione della manifestazione intitolata “I cento gusti dell’Appennino - mostra mercato del turismo rurale e dei sapori tipici delle nostre terre” In questo bellissimo borgo medioevale abbiamo avuto il piacere di rappresentare Novellara cittaslow assieme ai comuni di Bazzano e Castel San Pietro Terme (in provincia di Bologna) già cittaslow da al-cuni anni. Innanzitutto cosa significa potersi definire cittaslow: significa poter vivere in una realtà dove è stata man-tenuta e sviluppata nel tempo la sensibilità verso il proprio territorio e i propri abitanti. Questa sensibilità si è tradotta in scelte politiche ambientali e infrastrut-turali coerenti con la necessità di vivere una realtà

I volontari dell’Acetaia comunale ad Anghiari per promuovere Novellara

urbana il più possibile fruibile dalla cittadinanza, sul-la valorizzazione delle produzioni autoctone e sulla tipicità delle nostre eccellenze eno-gastronomiche locali e senza dimenticare la coscienza di mante-nere servizi alla persona che rendano una comunità coesa e solidale. Ad Anghiari abbiamo portato quindi i nostri fiori all’occhiello, cioè i frutti e la realtà di un piccolo comune che si sforza di investire in questi ambiti e riceve il giusto riconoscimento.Nei tre giorni della manifestazione abbiamo avuto il piacere di parlare “di noi”con moltissimi visitato-ri raccontando cosa si fa a Novellara e soprattutto “come si fa”. E’stata una bella esperienza, ricca e stimolante con tante manifestazioni di gradimento da parte dei visi-tatori che ci hanno fatto veramente piacere e volen-tieri “vi giriamo” attraverso queste pagine.

di Emanuela Bartoli e Avio Zecchetti

Una ricetta al meseRubrica a cura di Eletta Panizza

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Ci sono ricordi che partono dal centro di Novellara per scorrere via via attraverso il tempo, le strade e le persone. Solo le mani sapienti di pochi possono pa-zientemente raccoglierli per ricavarne un volume ric-co di immagini ed emozioni. Vittorio Ariosi, già stu-dioso della storia locale e curatore del primo “Museo della civiltà contadina”, ha censito e selezionato mi-gliaia di immagini di Novellara e novellaresi che ha rinvenuto negli archivi storici della provincia e negli album dei ricordi di tanti paesani. Il volume raccoglie la storia fotografica del paese dalla fine dell’800 agli albori degli anni ’60 . Sono le foto a emozionare mentre le didascalie aiu-tano i più giovani, e non solo, a riconoscere luoghi e persone della nostra terra. Si parte dalla civiltà con-tadina per passare alla seconda guerra mondiale fino ad arrivare al boom economico. La pubblicazione sarà impreziosita anche da un Dvd contenente una sequenza di immagini e musiche selezionate da Bila che ha anche esso ripercorso con il proprio stile la storia di Novellara. Questa importante opera segna anche il debutto del-la nuova casa editrice novellarese Palazzo Bonaretti Editore che in occasione della presentazione del vo-lume inaugurerà la propria sala polivalente antistante al Bar Cento Centrale. “L’altro lato” della Piazza mo-stra una sua nuova e interessante proposta rivolta a famiglie e associazioni infatti la sala sarà a disposi-

“Novellara e novellaresi” il nuovo libro di Vittorio AriosiMercoledì 8 Dicembre doppio appuntamento all’interno della galleria di Palazzo Bonaretti: presentazione del nuovo libro di Vittorio Ariosi e inaugurazione della nuova sala polivalente della nuova casa editrice Palazzo Bonaretti Editore.

di Simone Oliva

zione del pubblico per le iniziative della casa editrice e su richiesta sarà possibile organizzare eventi privati (feste, compleanni e altro).

Dalla Prefazione del li-bro…Nell’era tecnolo-gica, ove impera il fare e il dire, sembra quasi provocatorio proporre una sorta di riflessione, un’oasi di silenzio, una dieta del parlare. Ho inviato quasi quotidia-namente a familiari ed amici, attraverso frasi, aforismi, commenti ed articoli spediti a quoti-diani specialmente reggiani, un perimetro mattinie-ro di meditazione, libero dalle ortiche della banalità e della superficialità. Le riflessioni proposte appar-tengono a culture differenti, a epoche storiche di-stanti, a religioni diverse o anche a nessuna religio-ne. Qualcuno le ha definite << perle di saggezza >>, che ho tratto specialmente da libri, che intendono essere come una specie di guida dove è possibile far fiorire una breve meditazione, un pensiero da comunicare, un’ intuizione, un messaggio, un fre-mito della coscienza. Le citazioni e le lettere ai gior-nali è caleidoscopico però si intravede un profilo, “è quello dell’uomo che pensa e che ama e che quindi vive in modo autentico un po’ come suggerisce la tradizione indù: << Se hai due pezzi di pane, danne uno ai poveri: vendi l’ altro e compera dei giacinti per nutrire con la loro bellezza la tua anima >>.

“Riflessioni quotidiane” di Paolo Pagliani

Un iniziativa di Paolo Bigi e Paolo Pagliani.

Distribuito negli esercizi pubblici di Novella-ra, a partire dal mese di dicembre, al contri-buto di Euro 3. Il ricavato verrà interamente devoluto al centro Caritas di Novellara.

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Non c’è due senza tre ma non è detto che il proseguo sia finito! E quindi ecco al via la 4a edizione del raduno AnticAUTO svoltasi il 10 ottobre. Un altro appuntamen-to fatto di “vecchio e nuovo” per la felicità degli appas-sionati. Venezia la città più lontana dal quale proveniva una Alfa Giulietta dell’84 guidata da Amos Borina; 157,5 km che lo hanno portato da Caponogara a Novellara per partecipare alla manifestazione della quale è venuto a conoscenza tramite gli appassionati dell’auto d’epoca su internet.In quest’occasione ha potuto anche conoscere un suo “amico di mouse” col quale aveva avuto contatti solo die-tro ad una tastiera: il signor Ponzi Andrea Maria di Luzza-ra. Nome premiato per l’auto più votata dal folto pubblico accorso, una Ford Gran Torino del 1973.Auto più o meno datate fino ad arrivare alla storica Lin-con del 1934 del signor Spaggiari Wilmo di S.Maria Vez-zola che è risultata l’auto più “vecchia”, ma anche ana-grafica dell’autista che ha fatto storia... il signor Chiappo-ni Mario al volante della sua Mercedes 230 SL del 1963 all’anagrafe nato nel 1920. Una passione che coltivano di generazione in generazione nella sua famiglia. La coppa infatti, va a questo longevo pilota che è riuscito a trasmet-te la sua passione fino alla terza generazione. Non sono

La 4a edizione del raduno AnticAUTO105 i partecipanti lo scorso 10 ottobre, alla kermesse delle auto d’epoca.

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mancati conducenti juniores che si avvicinano al mondo delle auto d’Epoca. Cantù Mirco di Correggio è risultato infatti, con i suoi ventisei anni, il nocchiero più giovane con la sua Ford Augusta 105 E Delux del 1961. Un ap-puntamento consolidato quindi che non manca però di rinnovarsi proponendo l’istituzione del “premio MB” attri-buito al signor Nazario Ardori di Suzzara per aver parte-cipato a tutti gli incontri accompagnato ogni volta da un mezzo differente. Ultimo nell’ordine una Austin Somerset del 1953.Gli organizzatori FORNO AL PAN, CARTOLERIA PIPPO, BALOTTA AUTOCARAVAN E PROFUMERIA MALIBÙ ringraziano oltre ai partecipanti tutti coloro che hanno col-laborato e sostenuto l’iniziativa.Dalla Pedrera che si è occupata dell’aperitivo dove i parte-cipanti sono arrivati dopo la sfilata aperta dai motociclisti apripista del Motoclub Svalvolati; ai sostenitori tecnici e ai volontari tutti. Un ringraziamento anche ai ragazzi del Ludobus che hanno rallegrato la manifestazione per i più piccoli con un’animazione tutta speciale molto gradita ai piccoli. Contenti della riuscita della giornata e soddisfatti dell’apprezzamento dimostrato dai partecipanti vi lascia-mo con un rombo di motore in attesa di scrivere il nume-ro 5 sulla locandina della manifestazione.

di Sara Lanza

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Auguri

a Melli CatiaTi auguriamo un buon 40esimo compleanno, una valigia piena di belle cose, serenità, felicità e amore, da parte della tua famiglia. Papà Al-fredo, mamma Miria, sorella Monica e i nonni Allegretti Attilio e Cattani Odilla.

Lo scorso 7 ottobre, i locali del circolo tennis hanno ospitato i ragazzi del sap per una cena e un ... dopo-cena. Come ogni anno i dirigenti ed il consiglio direttivo offrono ai ragazzi una serata dove non si lesina sul cibo, dopo la quale ci si sposta sui campi per dare sfogo alla passione per lo sport dei panatta. I ragazzi del SAP capitanati da Marco Pantaleoni rispondono alla grande si entrambi i fronti.Per chi non lo sapesse ricordiamo che SAP significa Servizio alla Persona, a Novellara è nato una decina di anni fa grazie all’intuizione di alcuni cittadini, sostenuti dall’amministrazione comunale ed alla passione di Elisa Paterlini, una funzionaria molto apprezzata. Il mondo del volontariato, anche quello sportivo, contribuisce a sostenere questa percorso fatto di solidarietà e di aggregazione. È ferma intenzione del consiglio continuare a percorrere questa strada.Grazie ragazzi, vi aspettiamo il prossimo anno.

Il consiglio direttivo del circolo tennis di Novellara

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A Carlotta Bosi per il suo 4° compleanno. La festeggiano la sorellina Beatrice la mamma

Cristina Cantarelli il papà Mauro e il piccolo cugino Damiano Cantarelli che compie 1° mese. Auguri da tutti i nonni e zii.

Auguri

E’ andata in archivio la 6ª edizione del trofeo Latteria Sociale S. Giovanni della Fossa. La gara, come sem-pre organizzata dalla Bocciofila Novellarese, ha tenu-to occupati i campi con le eliminatorie da lunedì 18 a giovedì 21 e con la finale di venerdì 22 ottobre 2010. Si è trattata di una gara regionale individuale per 64 giocatori riservata alla sola categoria “A”. Sono stati premiati i primi 4 classificati con medaglie d’oro ed è stato conferito il trofeo alla società che si è piazzata prima ed una coppa alle altre tre classificate.I match conclusivi si sono svolti alla presenza del rappresentante della Latteria sociale S. Giovanni, e di un folto pubblico che a stento il nostro boccio-dromo è riuscito a contenere. Vincitore della gara è risultato Grazioli Rodolfo della bocciofila Audace di Parma che in una finale agguerrita terminata 12 a 11 ha battuto il nostro concittadino Bossoli Pietro della bocciofila Campagnolese. Terzi classificati a pari me-rito il portacolori della bocciofila Novellarese Battini Graziano molto applaudito per aver conquistato il podio dopo anni di astinenza della nostra società e Luzzarini Marco della bocciofila Sanpierina di Bolo-gna. Direttore di gara sig. Bonacini Lino del comitato

SPORT / BOCCE

di Piero Ghidini

Forte affluenza di pubblico per il 6° Trofeo Latteria Sociale S.Giovanni della Fossa

di Reggio Emilia. Nella serata finale hanno fatto bella mostra di se le nostre “veline” bariste Piera, Nadia, Fausta e Paola.Il presidente sig. Giorgio Farina ha voluto porgere un ringraziamento ai suoi collabora-tori, agli sponsor ed in modo particolare alla Latteria Sociale S. Giovanni della Fossa per la perfetta riusci-ta della manifestazione.

Auguri

a GABRIEL GOLDONIBuon primo compleanno. Il 27 novembre 2009 ti abbiamo abbracciato per la prima volta.. .poi sei riuscito a sorprenderci ogni giorno. Auguri all’amore di mamma Doina e papà Roberto.

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DAL 2010 ANCHE REVISIONI MOTO

Roberta ha avuto una prima formazione artistica alla scuola d’arte Chierici di Reggio Emilia. All’interno del Laboratorio di Afrodite a San Bernardino ha avuto l’occasione di approfondire l’arte della scultura e di farne la sua passione. “Sono stata una delle prime a iscrivermi al corso e Mario Pavesi è stato, e ancora lo è, una persona molto sensibile e stimolante che ad ogni incontro cerca di fare uscire il meglio di noi attraverso le nostre opere”. I ragazzi che frequentano il laboratorio sono molti e negli anni hanno acquisito buone competenze che hanno anche l’opportunità di mostrare al pubblico. “ Ho avuto la possibilità di allestire una mia mostra personale a Reggio e per me è stata un’esperienza fantastica. A parte il fatto che la mostra è diventata da “personale” a “collet-tiva” nel senso dell’aiuto disinteressato che gli altri partecipanti al Laboratorio mi hanno dato nell’alle-stimento. Sui piedistalli c’erano le mie opere, ma i basamenti sono stati fatti da Massimo Annigoni. Mila Montanari, che aveva esposto qualche settimana prima nello stesso spazio, mi ha dato un sacco di

Dalla terra alla formaModellando le rapide parole come fossero argilla Roberta Grigolon mostra a Reg-gio Emilia il suo miglior profilo di artista, maturato all’interno del Laboratorio di Afrodite, in una mostra permanente da Mercoledì 24 Novembre.

ARTISTI NOVELLARESI

di Simone Oliva

consigli lasciando anche dei suoi materiali. Milli San-toro mi ha aiutata a scegliere i particolari decorativi…Insomma è stata un’esaltante esperienza di gruppo che rispecchia appieno il clima di collaborazione che aleggia all’interno del Laboratorio.” Roberta avrà an-cora la possibilità di esporre le sue opere a Reggio Emilia in via Monte Pasubio (laterale di via Emilia Santo Stefano) in una mostra permanente all’interno di uno spazio che gestirà con la sua collega Maria Valli pittrice e scultrice. “E’ per me un grande onore e una grande sfida, avere una vetrina delle mie ope-re a Reggio e credo mi offrirà lo stimolo per miglio-rarmi ulteriormente. Adesso sto lavorando a nuovi progetti e sto realizzando un gruppo di figure legate alla danza. Sto ultimando “Arabesque” e tutti i miei piacevoli sforzi sono indirizzati a trasformare la mia idea in una forma tridimensionale”. Il passaggio che ha portato Roberta a ideare, progettare e realizzare le sue opere si è verificato solo tre anni fa durante la re-alizzazione di “Pomona”. “Infatti prima di quell’opera mi dedicavo a individuare foto o immagini per me stimolanti da rendere tridimensionali. Ora invece im-magino delle forme e le modello inseguendo l’idea originaria. Adoro l’argilla e il contatto diretto con que-sta mi restituisce il senso di creare e modificare le forme per poi arrivare al gesso e a volte al bronzo. Il contatto vero con il materiale lo percepisco quanto posso lavorare a mani nude, l’attrezzo pone un filtro tra me e la forma, ma è comunque necessario alla buona riuscita dell’idea”.

Si è svolto domenica 07 Novembre il “TROFEO GIOVANI” fase regionale del Circuito Regionale UISP, gara di apertura della stagione, in vasca da 25 mt. alla Piscina “Giulio Onesti” di Moletolo-Parma. La manifestazione, riservata alle categorie Esordienti B – Esordienti A, anche quest’anno è stata divisa in due concentramenti: Est con Ferrara, Ravenna, Lugo, Forlì-Cesena ed Imola-Faenza ed Ovest con Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Per l’alto numero dei partecipanti iscritti tutte le gare degli esordienti A previste sulla distanza dei 100 metri, sono state disputate sui 50 metri.La squadra UNINUOTO era al completo con 23 atleti Es. B e 20 atleti Es. A ed i ragazzi molto determinati e con tanta voglia di mettersi alla prova, hanno raggiunto brillanti risultati individuali, accompagnati da un buon miglioramento dei tempi assegnati, e

Uninuoto, buoni risultati al “Trofeo Giovani”di Anna Torelli

tanti podi, tra questi:Matteo Ceci ( es B/2) oro nei 50 dorso con ’40’’51; Giovanni Pilati ( es B/2) oro nei 50 farfalla con ’39’’02 ed argento nei 50 stile con ‘33’’70; Lorenzo Ruggiero ( es B/1) argento nei 50 stile con ‘35’’94.Due fantastici podi anche per Emma Brioni ( es A/2), oro nei 50 farfalla con ’34’’31 e bronzo nei 50 dorso con ’38’’40. Hanno sfiorato il podio: Eleonora Tosi nei 50 dorso; Aurora Chiapponi nei 50 stile e 50 rana; Yuna Preti nei 50 dorso e Aurora Simonazzi nei 50 farfalla. Prossimo appuntamento per gli “esordienti A” a Ravenna in vasca da 50 mt al Meeting del Mosaico il 20 e 21 Novembre.Domenica 28, appuntamento per tutte e due le categorie per il “ Torneo Es Sprint”: a Novellara gli Es. A ed a Parma gli Es. B.

Nella foto: Emma Brioni sul podio dei 50 farfalla

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Dopo 62 anni si sono ritrovati per una simpatica rimpatriata, i ragazzi della terza classe elementare di San Giovanni.

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Discreto inizio delle nostre Ragazze, in casa sempre bene, buone prestazioni. Fuori casa occorre migliorare. Siamo agli inizi della nuova stagione sportiva, occorre accumulare espe-rienza devono diventare più convinte dei propri mezzi. Attualmente siamo a metà classifica.Prossime gare in casa, palestra comunale di Novellara: 04/12 ore 21 contro Gossolengo18/12 ore 21 contro San Giorgio Piacentino29/01 ore 21 contro Reggiolo, Derby della Bassa

Il Minivolley

Buon successo di presenze nel minivolley, con una trentina di bambine che si avviano alla Pallavolo. Sotto la guida degli esperti Roberto Bottazzi e Monica Davolio le bambine impara-no una disciplina, si confrontano con le com-pagne, seguono gli insegnamenti dei “docenti”. E’ importante mantenere un buon settore giovanile partendo dalle bambine, di anno in anno, passando tra le varie categorie. Divente-ranno le future atlete del CONAD NOVELLARA.

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Così sarà quest’articolo, perché così lo voglio, nell’intento di far capire ai lettori ciò che credo di aver ricevuto io in poche ore di conversazione. Niente domanda e risposta quindi, ma il racconto di un’incontro stimolante culturalmente e ricco di belle sensazioni.Comincia così questo interesse, come tanti altri per un argomento quasi sconosciuto del quale si deve scrivere: con una ricerca. Mi chiedo chi siano i Ma Noi No e comincio a frugare tra i loro contatti. Ho capito mi dico, sono una cover band dei Nomadi, niente di strano, niente di esaltante… insomma tanti pezzi già sentiti riproposti da voci differenti. Ed è proprio qui che mi sbaglio e cade in errore chiunque abbia questo approccio con loro. Spero che leggendo queste righe possiate capire quanto di diverso c’è in questi ragazzi. Incontro Paolo, cominciamo una piacevole chiaccherata e mi spiega com’é nato il gruppo.“Un aneddoto strano e carino in un incrocio di Verona dove invece di incontrare il solito lavavetri due amanti della musica si ritrovano a scambiarsi informazioni per un concerto dei Nomadi. Il fato unito alla volontà, dove Cristian Rotondella mette un annuncio su di un giornale per fondare una band tributo ai Nomadi costruendo persona per persona (prima Jimmy Scaffardi poi Morris Codenotti, Paolo Montanari e Daniele Mammi) un gruppo forte e coeso legato dall’amore per la musica di Augusto ma soprattutto dall’amicizia e comunione d’intenti”. È palpabile l’apprezzamento per il lavoro svolto dal gruppo e gli obiettivi raggiunti, ascoltando le frasi di Paolo. Parliamo per ore, dei loro progetti e dei loro traguardi e sempre più ho l’impressione di avere di fronte a me una persona vera, che mi parla non tanto per cercare di esprimere il loro valore artistico ma per parlare dei soggetti che compongono il gruppo e di quanto sono importanti.“Non ho conosciuto Augusto personalmente purtroppo, ma ciò che ho sempre percepito attraverso la passione di mia madre è rispecchiata in questo

gruppo. Questo feeling con i fans, il loro rapporto genuino, fedele, importante dove ognuno trae insegnamenti e felicità”.Paolo rivela una profonda passione per le sonorità, le parole, i messaggi e gli intenti della musica dei Nomadi; quella composizione che ti affascina cullandoti nei suoi ideali, portandoti per mano in quel mondo dal quale è poi difficile allontanarsi.

Nonostante la giovane età del gruppo e dei suoi componenti nessuno ha mai espresso la volontà di cambiare la linea sulla quale stavano camminando in cambio di opportunità più ovvie e convenienti. Questo esprime il loro amore e la loro coerenza per ciò che fanno: musica col cuore. Vogliono fare ciò che piace loro e cioè suonare le canzoni dei Nomadi oltre alle loro, pensare alle parole che le compongono e parlare con la gente che li segue instaurando con loro quel legame che tanto era forte nella persona di Augusto. Lo dimostra il fatto che sono cresciuti, non tanto anagraficamente ma musicalmente diventando indipendenti e scrivendo pezzi propri ricchi di contenuti e significati che li legano indissolubilmente a doppio filo con Augusto e suoi amici cantanti.Partiranno con un progetto a teatro, dove oltre allo

spazio per la musica ci sarà tempo per racconti e pause di dialogo col pubblico. Un progetto nuovo che va un po’ controcorrente rispetto ai cantanti di oggi, dove i rapporti interpersonali sono ridotti al minimo e non importa tanto condividere un’esperienza musicale con il proprio gruppo preferito, ma solamente ascoltare motivi più o meno orecchiabili.Ed è questo che mi spinge alla convinzione che il gruppo dei Ma Noi No è diverso. Questo rapporto di fidelizzazione dove l’ingerenza del gruppo sull’ascoltatore è pari a quella del fan sui musicisti mi riporta ai racconti dell’Augusto seduto dietro al palco a fumare e chiacchierare delle esperienze da condividere con persone venute da ogni dove per ascoltare le sue canzoni.La voglia di ascoltare oltre che di farsi sentire si materializzerà in un ufficio che verrà inaugurato il 19 dicembre 2010 a Novellara. Un Ma Noi No Point che vuole essere punto di riferimento e d’incontro che vada oltre la mera segreteria. Sede ufficiale in divenire di una web Radio dove chiunque avrà spazio per parlare di musica, interessi, cultura, volontariato, proporre i propri brani e avere informazioni. Insomma

una dimensione per chi è in linea con i Ma Noi No, le canzoni dei Nomadi e l’associazione Augusto Per la Vita col quale il gruppo collabora da tempo. Un’altra similitudine con l’indole di Augusto dove mai lo si è visto negare un aiuto o una parola rimanendo coerente con le sue idee mai snaturando la sua musica e suoi testi.Un progetto quindi che parte da Novellara per ritornare a Novellara.Dopo questa chiacchierata non mi resta che partecipare ad un loro concerto. Per la voglia di respirare quell’aria di un tempo che ti lascia quel ricordo piacevole di una serata da tanto tempo non passata. Mi ritrovo immersa in ricordi d’infanzia posando la mente sui racconti di ciò che erano di bello i concerti dei Nomadi; e tutto vi ci si ritrova! Quel sapore di vero, autentico

e coinvolgente legame che diviene un tutt’uno tra musica, testi, partecipazione, amicizia e affetto.Un connubio ideale che rende i Ma Noi No un gruppo da seguire attentamente dove al rientro da una serata ci si riscopre piacevolmente più ricchi. Una frase su tutte mi ha colpito durante l’intervista a Paolo: il nostro futuro sarà sempre e comunque legato al nostro passato. Mai parole potrebbero esprimere meglio l’incarnazione di questo gruppo del quale sono onorata di aver fatto la conoscenza. Un invito quindi a chi vuole un genuino scambio di pensieri e musica ad ascoltarli perché ne vale veramente la pena.Per ulteriori informazioni HYPERLINK “http://www.manoino.it” www.manoino.it o responsabile del gruppo Cristian 348.4715402

GRUPPI MUSICALI

“Ma Noi No”, una band molto, molto specialeIntervista a Paolo Montanari, voce del gruppo “Ma Noi No” . Un incontro gratificante per capire ed entrare in un mondo fatto di vecchi ricordi e nuove esperienze che porta ad un mix toccante e speciale.

di Sara Lanza

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Rubrica mensile di musica e spettacoli a cura di Luca Lombardini e alcuni amici

ROCKOLTRE

Novembre 2010 … un grande ritorno su tutti

ZUCCHERO: Chocabeck… Non so quanti dischi abbia dato alla luce Zucchero. Mi ricordo su tutti alcuni sui pezzi, il pri-mo Diamante, di quanti anni or sono fa lo stesso. Sarà la voce, sarà per quell’atmosfera che evoca quel brano. In se-conda battuta ricordo “Un kilo”, con un testo super ironico… lo sapete anche voi, Zucchero è capace di emozionare per le atmosfere soft-languide che per quei pezzi un po tirati con quel ritornello che spesso diventa un tormentone. Ebbene, questo ultimo “Chocabeck” contiene il meglio (a mio pare-re) della carriera. Anche se è un disco un po lento. Ma se lo ascoltate e cogliete i testi con le sfumature ironico-sex-pop ne rimarrete deliziati. Questo disco è di fatto un concept – al-bum. Ho sentito una sua intervista dove descriveva questo

suo ultimo lavoro come un omaggio alla sua terra. È nato qui vicino a Roncocesi e poi si è trasferito a Viareggio e adesso abita in quel di Pontremoli. Ecco ha voluto raccontare con i testi la sua infan-zia, adolescenza. Molto ben concepito come idea e molto ben realizzato. Forse è il disco un po’ meno easy – listening di Zucchero. Mi piacciono “Un soffio caldo”, “Il suono della domenica”, “Soldati nella mia città”, “È un peccato morir”, “Vedo nero”, “Oltre le rive”, “Un uovo sodo”, “Chocabeck” “Alla fine”, “Spicinfrin boy” e l’ultima “God bless the child”. insomma per farla breve mi piacciono tutte. Devo ammettere che sentire “Vedo nero” e coglierne le sfumature del testo fa anche un po sorridere. Ma Zucchero è anche questo. Una volta capito e apprezzato per questo, non farete altro che dire che davvero è meglio recuperare un po del “suono della domenica”… sarebbe meglio per tutti ….

Un altro bel lavoro Italiano: Ministri: “Fuori” i tre ragazzi qui suonano un genere non bene definito. Sì, questo non è poco ed è sicuro. “Fuori” è un bel disco fatto di dodici canzoni più una ghost track ed è un album che va gustato tutto quanto, dall’inizio alla fine, come se riprenderlo da metà non gli rendesse giustizia: devi rimetterlo da capo, sempre, subito, appena lo finisci. E’ un po’ questo lo stile in continuo movimento dei Ministri: riuscire a mettere insieme strutture musicali potenti quanto immediate, sofisticate ma alla portata di tutti, come i loro testi che parlano

di tutto e di niente, con parole crude, vere, concrete, come “Una questione politica” e “La petroliera”. Una musica di concetti più che di slogan, che porta l’ascoltatore a dover masticare e digerire bene il tutto prima di potersi esprimere. Uno di quei dischi che è un piacere ascoltare con il libretto in mano, leggendo i testi, perdendosi nei pensieri di questi tre ragazzotti milanesi che sembra ce l’abbiamo fatta a mettere la loro bandierina nella scena musicale italiana. “Fuori” è un disco piacevole, emozionante e sincero fin da subito, da gustare appieno. Un po difficilino a tratti. Ma ben fatto. Ottimo lavoro.

Un cd che invece non si stacca dal mio lettore (si fa per dire…) è l’ultimo lavoro dei Linkin Park. Nel numero precedente avevo già descritto questo lavoro, beh, mi sento di riproporvelo. Potenza alla Chemical Brothers con quella vena di rock che rende questo ultimo lavoro uno dei più interessanti del gruppo. Lo so mi ripeto, ma è davvero fantastico. A tutto volume.

Il buon Ponti mi consiglia anche Fabri Fibra. Proviamo? Vi farò sapere. Per il momento ascoltare Vip in Trip è assolutamente interessante. In rete a dire il vero trovo commenti positivi… sono incuriosito. Ciao. Alla prossima.

Sabato, 27 novembre, dalle ore 21, nella sala Polivalente di via Falcone , l’assessorato ai Giovani e il «Progetto Giovani» di Novellara or-ganizzano una festa aperta alla partecipazione di tutti i giovani, novellaresi e non, con ingresso gratuito.Il gruppo di Radio Rokka vivacizzerà lo spazio con musica e interviste, dando ai partecipanti la possibilità di sperimentarsi in alcune perfor-mance.Tra i gruppi musicali che si esibiranno ci saran-no i diciottenni correggesi “Scarlet Groen” che ci scalderanno con il loro metal alternativo e hardcore. Animerà la serata anche il gruppo tutto novellerase “clock strike twelve” con il loro rock anni 90 e grunge. Ci sarà musica per tutti i gusti , non mancherà neppure il genere hip hop, con altri due gruppi musicali tra cui i novellaresi L.L.T.S.EA disposizione di tutti i neodiciottenni, calda-mente invitati a partecipare all’iniziativa, una copia della Costituzione Italiana.All’interno della festa sarà in funzione il servizio bar e paninoteca.Non mancate ci saranno anche numerose sor-prese!

Per informazioni:Cercaci su facebook come progetto giovani

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2° NOTE BASSEsabato 27 novembre

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Il nostro è diventato un mondo ove si corre freneti-camente, ove il tempo non è mai sufficiente... Si corre perché il nostro sistema di vita ce lo impone. In caso contrario si rischia di essere “tagliati fuori”. Un mondo pieno di paure e di incertezze, in cui i “va-lori” più importanti sono riconducibili al dio denaro e all’idea di un arricchimento che non basta mai. Un mondo in cui, come recitava una vecchia ma ahimè attualissima canzone di Celentano, “la nevrosi è di moda”. E così si arriva alla fine della giornata e non si ha altro tempo che per consumare la cena e sedersi davanti alla TV.Oppure si finisce in un ristorante a bere, a fumare, tanto per festeggiare, tanto per distrarsi, tanto per non pensare. Anche perché si ha paura, non ci si sente più così sicuri e quindi restiamo rinchiusi fra le mura di casa, o in circuiti che sentiamo protetti. Così, accade che perdiamo il piacere di vivere ciò che ci circonda, perdiamo il sapore della vita, il gusto di ridere.Occorre coraggio, per riappropriarci della nostra cit-tà o del nostro paese, della nostra vita, del nostro sorriso. Un ormai vecchio detto cita: “un sorriso non costa molto e rende felici”.Già, pensiamo che molti ne abbiano fatto esperien-za. Sono tante anche le dichiarazioni di grandi pen-satori sul potere della risata e dell’umorismo.Diceva Mahatma Gandhi: “Se non avessi il senso dell’umorismo mi sarei suicidato molto tempo fa.” Bruno Bozzetto rilancia: “L’umorismo serve a rende-re più facile la vita, a smussare gli angoli, a farti capi-re che le cose importanti nella vita sono veramente poche, due o tre... e noi stiamo invece a discutere ed arrabbiarci sulle altre diciotto o ventimila.”Ci pare interessante citare anche Verdone, quando afferma: “E’ noto il potere liberatorio di una risata, sia sotto forma di umorismo che d’ironia benevo-la. Il suo primo effetto positivo è quello di facilitare le relazioni. In un momento di difficoltà, quando il rapporto diventa conflittuale, chi riesce a ridere, ha vinto la partita.”L’umorismo è comunque catartico, sostiene Freud. “L’uomo ridendo – egli scrive – si libera da inibizio-ni e rimozioni, mette temporaneamente a tacere l’istanza della censura, offre una valvola di sfogo all’aggressività”.Se ci pensiamo, in alcune epoche della storia, in al-

cune zone, dove regna la Dittatura, le persone non potevano scherzare senza finire in carcere, l’umori-smo non era o non è ammesso.Il Dittatore sa bene che con l’umorismo si posso-no vedere le cose da un’altra prospettiva, aspetto inaccettabile per chi ritiene di detenere l’unica verità possibile.É anche la testimonianza di un gruppo di detenuti del laboratorio di lettura del carcere di Milano-Opera, i quali, partendo dalla constatazione che “in carcere non c’è proprio nulla da ridere”, affermano comun-que che impegnandosi ci si può riuscire a vedere le cose con un po’ di umorismo, quindi con più legge-rezza, senza farsi schiacciare dal peso di certi pen-sieri e certi ricordi, vedendo le cose anche da altri punti di vista, e quindi aprendo le porte della mente a nuovi scenari futuri.Ci interessa, con queste brevi note, aver posto all’at-tenzione dei lettori quella che può sembrare una cosa di poco conto, ma di cui vale la pena occuparsi: il piacere di ridere. Concludendo, ridere, è scientificamente provato, fa bene al corpo e allo spirito, alla nostra salute. Una bella risata a volte è liberatoria e ci può riconciliare con il mondo. Ridere è un buon viatico per la felicità e statene certi, ci farà sentire meglio. “ Tutti abbiamo il dovere di essere felici” diceva il famosi scrittore e poeta sudamericano Jorge Luis Borges.Se lo scopo della nostra vita è di tendere alla felicità, sicuramente l’umorismo e la risata possono vantare un posto d’onore. Provare per credere! :-)

Una risata ci salverà?

di Paolo Paterlini e Barbara Rossi

Ci interessa, con queste brevi note, aver posto all’attenzione dei lettori quella che può sembrare una cosa di poco conto, ma di cui vale la pena occuparsi: il piacere di ridere.

Una testimonianzadal carcere di Opera

Uno stile di vita

Sembrerebbero delle vacanze.Infatti c’è la possibilità di stare lontano da tutte le fonti di stress: niente cellulare, niente internet, nessuno che ci ricordi impegni o appuntamenti! È una vita semplice, dove si può vivere all’inter-no dei propri alloggi, piccoli ma essenziali; in tal modo ci si può mettere in contatto con il nostro “sé” più profondo. Però si può anche socializza-re, perché il confronto con culture multietniche porta sempre ad un arricchimento culturale.Si è liberi di mangiare quando e quanto si vuole; la Direzione privilegia cibi leggeri che favorisco-no introspezione e meditazione.Anche i contatti con l’esterno sono molto limitati per evitare appunto che dall’esterno i familiari portino ansie, angosce e problemi.Varie attività sportive, da praticare da soli o in gruppo, completano il “pacchetto” dell’offerta. Sembrerebbero appunto delle vacanze. Ma le vacanze si caratterizzano per una veloce “im-mersione” e un successivo ritorno alla stressan-te vita di tutti i giorni, questo invece è un vero e proprio stile di vita.Stando lontani dal mondo si può raggiungere una pace ed una calma interiore che fuori rara-mente si raggiunge. Forse è proprio questa pace che spinge coloro che interrompono la terapia (perché questo stile di vita è una vera e propria terapia), a tornare a questo stile di vita. Il pacchetto, per così dire, è “all inclusive”. È però molto esclusivo e solo pochi ne apprezza-no tutte le potenzialità.

Nazareno C.

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Conoscere la flora

La fusaggine detta anche berretta da prete o corallini

Questo cespuglio non è frequentissimo nel no-

stro ambiente in dipendenza della relativa scarsità di siepi e aree a vegetazione natura-le. Si ha tuttavia la sensazione che con l’espansione in atto di formazioni arboree spon-tanee, la sua presenza sia in aumento. La fusaggine è un alberello che può raggiungere dimensioni di 5-6 metri di altezza, ma di solito si presenta come un cespuglio contenuto entro limiti più modesti di 1-2 m. degli sieponi in cui si inserisce. L’elemento che più colpisce l’attenzione sono i frutti maturi, a settembre-ottobre, dalla forma quadrangolare , penduli, di colore rosa violaceo, che richiamano la foggia dei copricapo tricorni dei preti di un tempo. Per questa ragione la pianta è anche chiamata “Ber-retta da prete”. Col procedere della maturazione, il frutto( 1,5 cm) si fessura lasciando intravedere i quattro semi ( 3-4 mm) di colore giallo aranciato che contiene alla base dell’altra denominazione di corallini.Tutta la pianta è velenosa e l’ingestione accidentale di pochi frutti può provocare fortissimi risentimenti dell’apparato gastro-intestinale. Que-sto discorso ricorre in quanto alcune varietà ornamentali di questa pianta sono a volte introdotte nei giardini, proprio per la originalità dei frutti, e possono facilmente richiamare anche la curiosità dei bambini.La pianta è caducifoglia, le foglie sono inserite opposte sui rami , sono di forma lanceolata (3cm x 7 cm), hanno margine finemente seghettato. I rami giovani, verde-grigiastro, emanano odore di mela e hanno sezione tetragona, con l’avanzare della lignificazione modifi-cano gli effluvi, nauseabondi come quelli delle altre parti della pianta, in particolare dei fiori. Questi compaiono a maggio , giallo-verdastri, anonimi, ma caratteristici per i loro vari componenti, sepali, petali, stami e progenitori dei futuri semi, che sono sempre in numero di quattro. La fusaggine appartiene alla famiglia delle Celastracee e la sua denominazione botanica “Evonymus europaeus” ha una motivazione particolare. Nell’antica Grecia le divinità vendicative si denominavano con termini gentili per ingraziarsele e si riunivano nel gruppo detto del “popolo cortese” la cui degna madre era la dea Evonima( che significa ben nominata!). Da qui Teofrasto, filosofo greco, padre della botanica, già nel 4° sec. a.c. prese spunto per attribuire con lo stesso criterio il nome Evonimo a questa pianta venefica e infida. L’Evonimo è chiamato fusaggine perché il suo legno era usato nella fabbricazione dei fusi per la filatura. Lo stesso legno opportunamente carbonizzato era molto apprezzato dai pittori, soprattutto per marcare i bordi delle figure. Un altro uso del suo carbone era come compo-nente della polvere da sparo. La fusaggine ha proprietà fortemente purgative ed emetiche( induzione del vomito) ed era molto apprezzata in passato, anche se ritenuta molto pericolosa. La Santa Inquisizione aveva fatto scuola.Anche le cure mediche miravano fideisticamente alla eliminazione degli umori maligni dall’organismo, si basavano es-senzialmente sul salasso e sulla purga. Per avere risultati risolutivi non si andava certo per il sottile e il paziente spesso moriva. I frutti essiccati e polverizzati hanno proprietà insetticide e antiparassitarie sfruttate un tempo nelle frizioni per eliminare i pidocchi e la scabbia.

In paese, dopo che si era sparsa la voce, si notava un certo fermento, dapprima con un poco di incredulità, poi, aumentando la convinzione, un fiorire di intenzioni e di pre-parativi. Tutto questo sotto l’incubo del meteo, dal momento che il bratto tempo è da sempre il nemico numero uno della “Fiera di Merci e Bestiame della Vezzola”. Invece anche il ciclo ha voluto aiutare gli audaci e abbiamo avuto due giornate piene di sole e con temperature ancora estive. Occorre ringraziare tante persone, che hanno lavoralo prima, durante e dopo la festa. Ma più che i singoli, che sono comunque stati determinanti, vale la pena di far notare che tutto il paese ha vissuto il ritomo della Fiera di S.Matteo con grande consenso. Il programma stabilito con la collaborazione del Gruppo Volontari di S.Maria e S.Giovanni, ha avuto momenti di grande partecipazione, a volte anche emotiva. E’ stato bello vedere tanti, ragazzini e non, correre ancora sul prato del campetto parrocchiale, così come assistere alla Messa nella coreografia dell’anfiteatro del Parco della Fiera. Grande affluenza di partecipanti e di pubblico al raduno delle auto d’epoca della dome-nica mattina, tanto che Massimo, Angelo e Giovanni sono pronti a riproporlo il prossimo anno. C’è stato anche il tempo di inaugurare con le autorità il “Salotto di periferia”, nei locali dell’ex centro diurno, messi a disposizione dell’attività sociale del paese. Una iniziativa voluta fortemente da Eugenio e che sta già funzionando egregiamente. Molto bello il revival sulla produzione del vino nei tempi passati, con tanti protagonisti e la presentazione di Mattia. In questo caso bisogna ricordare l’impegno organizzativo di Gabriele, testimone visivo delle stagioni passate della nostra campagna. Grande successo ha avuto anche il Coro Monte Cusna; per alcuni momenti pianura e montagna sono sembrate unite come una cosa sola. La sfilata serale ha messo in evidenza la disponibilità e l’indubbia eleganza delle signore del paese, altra virtù di cui possiamo andare fieri. Ma il momento più divertente e commovente al momento stes-so, è stato quello della proiezione di vecchie foto dei personaggi del paese. Condotta in modo magistrale da Lucio, la notte della Fiera è scesa tra grandi risate e commoventi ricordi per chi ci ha lasciato. Può sembrare strano pensare ad una festa di paese con momenti di commozione; ma la vita di un paese piccolo come Santa Maria ha bisogno anche di queste cose, per cercare di mantenere intatta quella solidarietà che non dovrebbe essere solo ricordata come una cosa del secolo scorso. Il successo della Fiera di quest’anno mette in evidenza la necessità di operare affinchè le forze vive del paese cerchino di continuare su questa strada, impegnandosi a far sì che iniziative di questo genere siano messe in opera più spesso. Da alcuni giorni è iniziata una discussione su questi temi, primo fra tutti quello di far diventare stabile la possibilità di usufruire del giornale che ci ospita, “il Portico”, con una pagina dedicata alle proble-matiche e ai personaggi dei nostri paesi. C’è da augurarsi che ci sia una buona partecipa-zione a questo impegno che si vorrebbe far partire dal prossimo Gennaio. Santa Maria e San Giovanni sono piccoli paesi, ma con grandi potenzialità dal punto di vista dei servizi, con tante attività commerciali, artigiane e industriali. Organizzare eventi, scrivere articoli, serve per far conoscere la nostra realtà anche a chi la vive solo di passaggio. Di nuovo un grande ringraziamento a chi ha contribuito alla riuscita della Fiera di S.Maria - Vezzola, anche ai tanti non citati per motivi di pura memoria. N.B. Ma quelli che hanno fatto il “gnocco fritto” vanno comunque applauditi.

È tornata la Fiera di S. Maria

Gruppo Volontari S.Maria - S.Giovanni

E’ stato un vero successo di pubblico, come si usa dire, per una manifestazione di paese dal grande passato. Ma le avvisaglie perché andasse bene si erano già avute nelle settimane precedenti l’avvenimento.

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Lettere al giornale

DIETROFRONT Una soluzione pacifista al conflitto afgano

34 soldati morti e oltre un centinaio i feriti, questo il “bilancio umano” italiano, dall’inizio del conflitto afgano che dura da 9 anni come la 1a e la 2a guerra mondiale messe insieme. Fa impressione, per una nazione che all’Art. 11 della Costituzione afferma: “l’Italia ripudia la guerra ... come mezzo di risoluzione delle controversie intemazionali”, combattere con l’obiettivo di catturare Bin Laden e di distruggere i “santuari” di Al Qaeda, ma non raggiungere, nessuno dei due scopi. Inoltre, ci si ricorda del nostro contingente (3.500 uomini in tutto) solo quando alcuni militari purtroppo, rientrano a casa in una bara e, terminata la cerimonia e versata qualche lacrima di coccodrillo, la nazione toma ad assopirsi davanti ad una televisione volu-tamente frivola e a discutere di Ruby, Noemi, Patrizia e case a Montecarlo.Il 40 % dei ricoverati negli ospedali di Emergency in Afghanistan, ha meno di 14 anni, come possiamo pensare che queste generazioni vittime della nostra guerra possano dar vita ad una società civile? La politica “muscolare” americana, da noi accettata, ha espanso a macchia d’olio una campagna d’odio antioccidentale. Do-vremmo “riappropiarci” di una cultura pacifista che impegni i nostri militari in una vera “missione di pace”. Una strategia diversa con la quale i Talebani consegnino le armi, si ritirino tutti gli ordigni, cessino le incitazioni a “guerre sante” ed attacchi suicidi e si collabori con i civili per la ricostruzione dei villaggi e delle loro comunità.E quanti italiani vogliono ancora questa guerra? Alla luce dei risultati NON ottenuti, vale la pena impegnare 700 milioni di euro annui del disastrato bilancio pubblico italiano? Possìbile poi che nell’ottobre scorso (dopo la morte dei 4 alpini), non vi sia stata traccia di un dibattito politico all’altezza della serietà del problema? L’unica proposta del Ministro della Difesa La Russa, assurda a mio avviso e figlia del mo-mento e del dolore, è stata quella di armare i nostri caccia di bombe. Per fortuna “esportiamo democrazia” e se non fossimo in “missione di pace” con quali armi di distruzione di massa attaccheremmo?Da italiano sono stanco di questa guerra. Da elettore del centro sinistra imbarazzato del silenzio del Partito Democratico. Mi direte che si tratta di una guerra “ bipartisan”, voluta e sostenuta sia dal centro - destra sia. dal “ grosso “ del centro - sinistra ed è dovere istituzionale esserci. Beh, è da imbecilli continuare così e non è giustificabile la subalternità verso gli americani, le cui scelte o si accettano o si rifiutano e mai si discutono. Era una guerra ieri, lo è oggi, chiedere un cambio di strategia improntata alla pace, è un dovere del centro sinistra italiano!

Daniele Panciroli

Malattie da raffreddamentoCon l’arrivo dell’inverno e dei primi freddi, anche nei nostri animali, si può osservare l’insorgenza di malattie da raffreddamento. Come accade anche per noi, soprattutto per gli animali abituati a vivere in casa, dove c’è sempre un caldo secco, i primi sbalzi di temperatura, le correnti d’aria, ma anche i bagni troppo frequenti senza essere adeguatamente asciugati possono predisporre all’insorgenza di sindromi da raffreddamento. Queste consistono principalmente in riniti, laringiti, tonsilliti, tracheiti, ma eventualmente anche broncopolmoniti e malattie gastrointestinali. I sintomi sono spesso simili a quelli che affliggono anche noi in situazioni simili: tosse, starnuti, scolo nasale e/o oculare, possibile rialzo di temperatura e diarrea, se è l’intestino ad essere interessato. Talvolta accade che il proprietario porti l’animale alla visita perché “ha perso la voce” o miagola/abbaia in modo strano. Questo può accadere facilmente in caso di infiammazione delle prime vie aeree. Sono generalmente forme inizialmente virali, spesso leggere e transitorie che, se l’animale è tenuto adeguatamente al caldo ed alimentato, passano senza necessità di intervento. Se invece il problema permane per più due-tre giorni, lo scolo naso-oculare diventa muco purulento, l’animale è molto abbattuto, rifiuta di mangiare, muoversi, ecc è allora il caso di portarlo alla visita dal medico veterinario che provvederà a stabilire la terapia più adeguata al caso. È sconsigliabile dare all’animale rimedi “casalinghi” come aspirine, tachipirina od altri farmaci ad uso umano che sono spesso tossici e pericolosi per l’animale, soprattutto se forniti ad un dosaggio sbagliato.Per prevenire queste problematiche è talvolta sufficiente adottare alcune misure preventive. Innanzitutto l’animale che ha accesso all’esterno (cane o gatto) deve sempre avere la possibilità di avere un posto caldo e riparato dove poter riposare, anche in assenza del proprietario: una cuccia ben isolata ed imbottita è l’ideale. È poi importante un’alimentazione adeguata, perché con il freddo i fabbisogni alimentari, soprattutto per animali che vivono all’aperto, aumentano. Se si porta fuori il cane per una passeggiata, soprattutto in prati con erba bagnata di rugiada, si può avere un notevole raffreddamento del torace e dell’addome. Diventa perciò importante asciugare sempre bene l’animale al rientro. Sono sempre da evitare i bagni gelati (in fossi, canali) che possono causare vere e proprie ipotermie. Bisogna inoltre considerare che razze diverse tollerano il freddo in modo diverso; molto dipende dalla lunghezza del pelo (corto o lungo) e dalla presenza o meno di sottopelo (che fa da scudo termico). Così razze “freddolose” sono soprattutto quelle a pelo raso come dalmata, pinscher, boxer, pointer, ecc. Se il cane vive in casa, per una passeggiata invernale, può essere perciò utile un cappottino; se vive all’aperto, una cuccia ben isolata e calda, può bastare. Per quanto riguarda i gatti, vale lo stesso discorso e sono anche in questo caso le razze a pelo corto e senza sottopelo a soffrire maggiormente il freddo: siamese, abissino, devon e cornish rex, ecc. Il persiano tollera bene il freddo, ma il suo pelo lungo si bagna facilmente e può metterci molto tempo ad asciugarsi, lasciando l’animale infreddolito per lungo tempo. Il gatto comune è invece in genere pronto ad affrontare l’inverno se ha una cuccia calda e asciutta e cibo adeguato.

Rubrica a cura della dott.ssa Roberta Bocedi

Medicina veterinaria per cani e gatti

L’avvento degli impianti endo ossei in odontoiatria ha rappresentato una rivoluzione. Sono passati più di vent’anni da quando la comunità scientifica ha ac-cettato gli impianti osteointegrati, impianti che sono cioè in grado di avere un contatto diretto con il tes-suto osseo senza interposizione di tessuto molle. Attualmente la riabilitazione impiantare è considera-ta una metodologia clinica sicura, valida e predica-bile. Non in tutti i casi il trattamento implantoprote-sico rappresenta la soluzione ideale, infatti occorre prendere in esame controindicazioni legate allo stato di salute generale del paziente o connesse alla sola cavità orale.Le più frequenti controindicazioni generali sono: ne-oplasie in atto, cardiopatie ischemiche, malattie del sistema leucocitario, nefropatie ed epatopatie gravi, coagulopatie gravi, tossicodipendenza.L’assunzione di farmaci quali gli anticoagulanti può a volte essere interrotta per un tempo sufficiente a consentire l’atto chirurgico; nel caso invece di assun-zione di bifosfonati, anche se interrotta da mesi, non è opportuno procedere all’alloggio di impianti pena il rischio di osteonecrosi delle ossa mascellari.Le controindicazioni locali sono rappresentate dal-la indisponibilità di osso o da una fase attiva della malattia parodontale a carico degli elementi dentari eventualmente rimasti. In tal caso i batteri responsa-bili della malattia parodontale possono compromet-tere l’integrazione degli impianti nel tessuto osseo o

causarne una significativa riduzione dell’aspettativa di successo nel tempo.La carenza di tessuto osseo si può gestire nell’arcata superiore sposando tecniche diverse per consentire l’alloggio degli impianti oppure in entrambe le arca-te procedendo con innesti d’osso cioè aumentando la quantità di osso nei siti oggetto dell’alloggio degli impianti.In caso di parodontite occorre risolvere tale patologia prima di procedere alla terapia impiantare.Nei pazienti privi di denti all’arcata superiore si può facilmente confezionare una protesi mobile superio-re.Nel caso di edentulia all’arcata inferiore, i problemi di stabilità e ritenzione della protesi convenzio-nale sono arginabili con l’alloggio di uno, due o più impianti ai quali verrà ancorata la protesi confe-zionata successivamente.In qualche caso per ridur-re i costi relativi al tratta-mento impianto-protesi-co si possono alloggiare all’osso mandibolare mini impianti ancorando-vi nell’arco di poche gior-nate la protesi esistente.

Esiste ancora la possibilità, qualora le condizioni anatomiche lo consentano, di allestire una protesi fissa su impianti che simuli la dentatura naturale in tutto e per tutto.Le soluzioni terapeutiche di cui sopra hanno costi sensibilmente diversi, ma tutte presentano percen-tuali di successo a 10 anni superiori al 10%.

Dr. Luca Minghetti

Come restituire il sorriso agli anzianiEDUCAZIONE SANITARIA

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L’algia delle ginocchia riconosce due cause principali: traumatiche e degenerative. Lo studio dell’anatomia ci aiuta a comprendere che questa articolazione si muove pressoché su di un piano sagittale con movi-menti di flessione ed estensione (salire le scale, alzar-si dalla sedia) e pochissima rotazione; purtroppo la stabilità del ginocchio è assicurata solo da un grosso apparato muscolo-legamentoso, che talvolta viene sopraffatto da eventi traumatici importanti. . Inoltre il ginocchio è considerato un punto di passaggio delle forze di carico che si trasferiscono dall’anca verso il piede e viceversa e qualsiasi alterazione di questa forze determina un aumento del carico imposto a questa articolazioneAnche in questa articolazione è fondamentale una diagnosi con l’aiuto del medico di base e se richiesto dello specialista per affrontare patologie della carti-lagine, legamenti e menischi. L’osteopata svolge un ruolo importante nella ricerca di fattori che possono contribuire all’insorgenza di un dolore al ginocchio; alterazione della postura, scarico del peso maggior-mente su di un arto inferiore, squilibri del bacino, cattivo appoggio dei piedi, possono portare ad un sovraccarico dell’articolazione del ginocchio. Gli esi-ti di questo sovraccarico funzionale possono essere dolore, sviluppo precoce di artrosi e ipofunzionalità.

EDUCAZIONE SANITARIA

Il dolore al ginocchioIl dolore al ginocchio è il più diffuso insieme a quello dell’anca per guanto riguarda gli arti inferiori.

di Michelangelo Pavone - osteopata

Scopo del trattamento osteopatico è intervenire ma-nualmente per ristabilire equilibri perduti, ampiezza e armonia dei movimenti in modo da ridurre al mi-nimo il sovraccarico del ginocchio; fondamentale nei primi stadi dell’artrosi è mantenere una certa mobi-lità dell’articolazione ed eliminare tensioni muscolo-legamentose che possono favorire la rigidità del gi-nocchio.Esistono atteggiamenti congeniti o acquisiti di questa articolazione tipo ginocchio varo,valgo o iperesten-sione che possono influenzare la postura della sin-gola persona; in questo caso il lavoro dell’osteopata sarà quello di migliorare questi atteggiamenti e rag-giungere un equlibrio posturale soddisfacente. L’attività lavorativa è un grosso fattore predisponente dell’insorgenza del dolore al ginocchio; attività che si svolgono in posizione statica eretta (in piedi) o addirittura piegati sul ginocchio favoriscono aspetti degenerativi. Mentre particolare attenzione agli spor-tivi della domenica specie chi ama praticare il calcio, il basket e il tennis; il trauma distorsivo del ginoc-chio è spesso il risultato di un apparato muscolo-legamentoso non abituato a sopportare determinati stress sportivi.Un saluto a tutti e la prossima volta parleremo del dolore alla spalla.

Quelle che vediamo riprodotte qui sono due pagine di un giornale della Croce Rossa inglese pubblicate nel 1944. Sono oggi sulla rivista “Triangolo Rosso” dedicata ai temi della deportazione nei campi di annientamento nazista, nell’ambito di un servizio dedicato ad Antonio Mariani Cerati nell’anniversario della scomparsa av-venuta, come quella della moglie Edda, nell’autunno scorso. La rivista si trova in rete al sito www.deportati.it sotto la voce Triangolo Rosso - dicembre 2010. Ciò che ci ha colpito è che la pagina dà notizia dell’arrivo nel cam-po in cui era prigioniero Tonino di numerosi soldati e ufficiali italiani. Tonino era di stanza a Pola e scontò la prigionia a Markt-pongau, in Austria, sede di un campo di concentramento dei militari italiani e inglesi dopo l’otto settembre. Guardiamo bene la foto: tutti in posa intorno al tavolo ingombro di vasetti e cartocci. In due stanno mangian-do e, a destra nell’immagine un prigioniero seduto. Ci viene spontaneo pensare che si stia feseggiando l’arrivo di un pacco recapitato dai visitatori della Croce

Il personaggio nella foto è il nostro Tonino?Dall’immensa memoria di Internet sbuca una immagine suggestiva: per il mio cuore non ci sono dubbi. Voi cosa ne pensate?

di Franco Malaguti

Rossa che nell’occasione scattano la foto. Il giovane pri-gioniero domina la scena, il pacco era destinato a lui ma viene probabilmente diviso con tutta la baracca ed è un’occasione di festa. Qui Tonino non cedette alle minacce di tedeschi e fasci-sti perché si arruolasse nelle loro file. Adesso guardate l’ingrandimeno qui sotto e paragona-telo alla bella foto di Tonino a filos con le nonnine che fanno la treccia. Stessa posa, gambe larghe, mani in grembo, spon-taneamente, come quando a casa giocava a pallaca-nestro.Ma sull’incredibile combinazione di trovare nelle visce-re della prigionia una somiglianza così impressionante, potremmo sorvolare. E il cuore mi dice, e non sbaglia, che sull’evento non ci sono dubbi: arriva cibo e lo si divide. Con quella solida-rietà e senso di giustizia che per mezzo secolo impresse alla sua Novellara. Uno così è solo lui, Tonino, il nostro sindaco, di sempre.

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Un pizzicotto ai più piccoli e non soloRubrica a cura di Luisa Torelli

I fratelli Grimm ci raccontano di due fratelli, Hansel e Gretel, che collaboraro-no per salvarsi e che, grazie ai loro sforzi combinati, riuscirono nell’in-tento. Questa storia in-coraggia il bam-bino a superare la sua (immatu-ra) dipendenza dai genitori, a raggiungere il successivo e su-

periore stadio di sviluppo e ad accogliere l’aiuto dei coetanei. Spesso, i bambini in età scolare, non credono di essere in grado di affrontare il mondo, senza l’aiuto dei genitori ed è per questo che cer-cano di aggrapparsi a loro, il più a lungo possibile. Per ora, vedono i pericoli del mondo in modo fan-tasticamente esagerato, legati alle paure infantili, personificati in una strega divoratrice che li per-seguiterà, ma che potranno spingere nel forno, facendola bruciare e ritenendosi liberati.I bambini hanno sempre creduto e sempre crede-ranno alle streghe, finché non saranno più costret-ti a dare loro forme più o meno umane;perciò è importante raccontare loro storie in cui, dei coeta-nei, grazie alle loro abilità, si liberarono di queste figure persecutrici, che popolano la loro immagi-nazione.La fiaba inizia col tentativo di complotto, da par-te dei genitori di Hansel e Gretel, di abbandona-re i figli nel bosco. Anche un bimbo piccolo, che si sveglia affamato nel buio della notte, si sente rifiutato e minacciato di abbandono, che avverte sotto forma di paura della morte per fame, come si sentirono Hansel e Gretel.La madre rappresenta, per il bambino, la fonte di ogni cibo e, nel primo periodo della sua vita è di estrema importanza, sia nel suo aspetto beni-gno che in quello maligno. In questo periodo (età scolare), viene percepita in quello maligno, come colei che lo abbandona:quel viaggio faticoso, per ritornare a casa, però è necessario, serve per di-ventare indipendenti in pensieri e in azioni.La casa di marzapane, attraente e tentatrice, rap-presenta un’esistenza basata sulle soddisfazioni più primitive, quali l’avidità orale (la fase orale è la prima, in ordine di tempo, fra le fasi dello sviluppo libidico, intendendo, per libido, l’aspetto psichico

Le fiabe esprimono, in parole e in azioni, ciò che succede nella mente dei bambini

della pulsione sessuale, ovvero l’insieme delle sue funzioni sensitive, affettive e mentali. Si intende, poi, per pulsione, una spinta, che ha la sua fonte in uno stato di tensione interna all’organismo e che raggiunge la sua meta, sopprimendo questo stato di tensione o nell’oggetto o tramite esso) e l’irresisti-bile tentazione di assecondarla. Ritornando, per un momento, alla fase orale, scopriamo che, il piacere sessuale è connesso alle labbra e all’interno della bocca ed è determinato dall’atto del mangiare e del succhiare. Tutto questo organizza la relazione del bambino con l’ambiente e, in particolare la relazione d’amore con la madre, con il conseguente processo di identificazione e di introiezione.Nei sogni, nella fantasia e nell’immaginazione dei bambini, una casa può simboleggiare il corpo della madre, così è per la casa di marzapane, che si può “pappare”, allo stesso modo della buona madre, che trae il nutrimento per il suo bambino dal proprio cor-po. Hansel e Gretel fanno così, cercano di ritrovare la buona madre, ora che quella vera non soddisfa più i loro bisogni e i loro desideri come prima, anzi avan-za richieste, impone restrizioni e lascia immaginare che, quando li allattava, li stesse ingannando al pari della strega. Questa, che vuole mangiare i bam-bini, personifica gli aspetti distruttivi dell’oralità:i bambini sono costretti a riconoscerne i pericoli e la necessità di sviluppare l’iniziativa, la progettazione intelligente e l’azione, per sopravvive-re, come dimostrano la sostituzione del dito con l’osso e lo stratagemma, per spingere la strega nel forno.Si scopre, così, che la buona madre è nascosta in fondo a quella cattiva (la strega) e che la riscoperta dei buoni genitori (con la loro superiore saggez-za), e i gioielli condivisi (intesi come indipendenza in pensieri e in azioni e fiducia in se stessi), può giovare a tutti. Gli uccelli presenti nella fiaba (sia quel-li che mangiarono le briciole di pane, impedendo il ritorno a casa, per la se-conda volta, che quello che condusse alla casa di marzapane e, infine, quel-lo che permise l’attraversamento del corso d’acqua, per ritornare a casa, ora che il momento era giusto), ci richiamano alla simbologia del mon-do cristiano, al quale numerose fiabe s’ispirano e ci manifestano quanto fossero consapevoli dell’importanza, per i bambini, di affrontare i pericoli

del mondo, piuttosto di ritrovare subito il sentiero, per uscire dal bosco e ritornare subito a casa. La casa dei genitori, ai margini del bosco e la casa di marzapane sono, a livello inconscio, l’aspetto gratificante e frustrante della stessa casa.La via del ritorno, per raggiungerla, è però bloc-cata da “una grande acqua” (che simboleggia la transizione verso un nuovo e superiore inizio) e viene attraversata con l’aiuto di un’anatra bian-ca, prima da Hansel, poi da Gretel, a sottolineare la loro individualità, fiduciosi in se stessi e, nello stesso tempo, pronti ad aiutarsi, come ci aveva narrato la fiaba.Gli eroi tornano a casa, dove tro-vano la felicità: questo è psicologicamente cor-retto, poiché un bambino piccolo, spinto alla sua avventura dai suoi problemi orali o edipici, non può trovare la felicità fuori casa. (S’intende, per problema edipico, l’insieme di amore e di osti-lità nei confronti dei genitori:desiderio di morte del rivale del proprio sesso e desiderio sessuale per quello di sesso opposto. Si sviluppa tra i tre e i cinque anni di età, raggiunge l’apice durante la fase fallica, per declinare nel periodo di latenza; si riattiva e viene superato durante la pubertà, ma, se ciò non avviene, rimane il fattore patogeno in tutte le fasi successive della vita). Perciò, perché tutto vada bene nel suo svilup-po, egli deve risolvere questi problemi, finché è dipendente dai suoi genitori e, grazie ai buoni rapporti con essi, un bambino può maturare con successo ed entrare nell’adolescenza.

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SALTINI ROBERTOEscavazioni, preparazione aree cortilive con posa autobloccanti

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1) Il primo giorno di novembre, i Celti, un antico popolo che viveva in Europa migliaia

di anni fa, festeggiavano il loro Capodanno. In quella notte, si credeva che si aprissero i confini del mondo dei folletti, che così giravano tra gli uomini, per fare scherzi!Per questa tradizione, nella notte di Halloween, bambini travestiti bussano alla porta dicendo: “Dolcetto o scherzetto?”

2) L’usanza della zucca intagliata risale, invece, alla leggenda irlandese di Jack O’Lantern,

un balordo che, intrappolato il diavolo, lo aveva liberato solo con la promessa di non andare mai all’inferno. Quando Jack morì, i suoi peccati non gli consentirono di entrare in paradiso, ma non poteva entrare nemmeno all’inferno: così intagliò una rapa, ci mise una candela dentro e cominciò a cercare un posto dove riposare.In America, poi, la rapa venne sostituita con la ben più grande zucca!

3) Anche la mezzanotte è un’ora magica: è un passaggio al nuovo giorno, quando il buio

è più fitto!

4) Ed è proprio a mezzanotte che entra in scena un’altra zucca famosa: quella trasformata

dalla fata nella carrozza di Cenerentola, che però dovrà ritornare prima dello scoccare dell’ora.La carrozza tornerà una zucca, ma alla fine la bellezza del cuore di Cenerentola sarà più forte della perfidia di matrigna e sorellastre!

5) Il primo giorno di novembre si festeggiano tutti i santi, non solo persone eccezionali,

che hanno fatto cose straordinarie, ma anche tutte le persone comuni che hanno vissuto la quotidianità con onestà e coraggio.Il due di novembre si commemorano i defunti, persone care che, pur non essendoci più, possiamo continuare a sentire vive e presenti: la morte non spezza i legami, spesso li restituisce più forti e trasparenti.Arrivederci al mese di dicembre con la fiaba di Matteo Razzini, il vincitore reggiano del concorso Hans Christian Andersen: “Esco, se no mi perdo”.

Incorniciata d’affetto “FOTO in GRAFIA”

di una nipotinadi Marisa Bertozzi

In quale anfratto restavi celata... furbesca monella dagli occhi ridenti?Propizio attendevi il momento esile e vispa creaturaMa infine ti sei rivelata ... è giunto il tuo tempo!Porti sprazzi frequenti d’ataviche espressioni famigliariA passate generazioni riconduci e donipennellate intense di colore a sbiaditi ricordiche tengo incorniciati dentro al cuoreM’arrendo dolcemente al tuo bisognodi tener in pugno una presenzaNel brancicar di fugaci dormivegliaquando la mano tasta assiduamentevibran le note di tenera indulgenzaSei uno scrigno zeppo sempre apertofìltran scoperte persin da una fessura e mi stupiscerinvenir sì desta la tua determinata posituraT’impegni a più non posso ad esibirti in giocose evoluzionit’ammanti ... volteggi e catapulti e di parlar neanche ti disturbiDue sillabe appaiate ... un ondeggiar di capo ... un mugolio ... na mano tesaE abbiamo giò intuito ogni pretesaMostosi bacetti dai in cambiorestano impressi in ogni doveintrisi di muco ... di cibo o di saliva.E sono espressione assai graditaPur il nomignolo tuo si prestaa figurar l’immagine gioiosadei petali minuti di fiori variopintiche dalle nostre aiuole occhieggiano ridenti* Giorgina è... nella tradizione locale...una piccola dalia.Non hai più di due anni ma sei sempre “furbesca mo-nella”. Buon tredicesimo compleanno. - Nonni

Quando cammino ho modo di guardarmi intorno lungo le vie del paese a me poco conosciute, sono tutti quartieri nuovi, con case e villette a schiera di recente costruzione. Penso a quanto mi piacerebbe essere una farfalla e poter volare in ogni casa a scrutare all’interno come vive ogni famiglia, sono sicura che la vita di ognuna è diversa dall’altra; infatti in ogni casa c’è di tutto e di più e la vita viene vissuta al meglio. Ma quando usciamo ci trasformiamo calandoci invi-sibilmente una maschera per nascondere ogni no-stro problema, perché dobbiamo sempre apparire belli, contenti, con tutto che ci va bene! Agli altri non devono interessare i nostri guai, anzi, diventiamo dei grandi attori e attrici che sanno fingere molto bene le scene reali della vita.Questa è la nostra società moderna fatto di tanto

Passeggiando con riflessionidi Maria Grazia Branchetti

egoismo e indifferenza ai tanti problemi esistenzia-li delle persone sole, fragili, povere! L’importante è apparire sempre belli fisicamente, la bellezza è fon-damentale. Sei più valutato negli ambienti di lavoro, più conside-rato dagli amici, dai conoscenti, dai parenti ecc ecc... Poco importa se non sei capace di dare affetto ed essere solidale con le persone bisognose di aiuto! Io mi auguro che tutto questo “apparire” si possa ridi-mensionare per dare più valore alle cose importanti della vita che non sono riconducibili solo ed esclusi-vamente alla bellezza fisica. È la bellezza interiore che ci manca, cioè quella dell’anima e del nostro cuore che deve apparire con buone azioni e con opere di bene; solo così si potrà vivere meglio. A presto. Arrivederci a tutti

La sezione Femminile della sede CRI di No-vellara ringrazia di cuore tutte quelle persone che nella giornata del 16 Ottobre 2010 hanno contribuito alla raccolta alimentare organizzata davanti al supermercato COOP a favore delle famiglie piu bisognose del nostro comune.

Ringraziamento

Filastrocca del 1935Sior padrona s’leva su da l’arpusameinta’s meta al bragameintal vegna su per la lungherache a ghè madam sgranfégnacon berba rossa atacche s’an ne vin con d’la bondansaa brusa tot la stansa------Arpusameint = lettoBragameint = pantaloniLunghera = scalasgranfégna = gattoberba rossa = fuocobondansa = acquastansa = fienile

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REDAZIONE: VIALE MONTEGRAPPA, 54 NOVELLARA (RE) TEL. 0522/654447

Direttore responsabile: Dino Medici Proprietario: Circolo il Contemporaneo

Capo Redattore: Paolo Paterlini Redazione: Angelo Veroni, Marco Villa,

Elena Carletti, Giovanni Franzoni, Giovanni Panini, Paolo Bigi, Simone Oliva,

Sara Lanza

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OTTICA - OPTOMETRIACONTATTOLOGIA

IVAN PARMIGGIANINel 7° anniversario della scom-parsa lo ricordano con immenso affetto Claudia, Andrea e Elena.

BRUNO COLINell’ 8° anniversario della scomparsa lo ricordano con immenso affetto la moglie Ileana e la figlia Marilena.

FRANCO MORANel 2° anniversario della scomparsa lo ricordano con affetto la moglie Giannina i figli Stefano e Elisa, la nuora Manuela, il genero Marco, i nipoti Michael, Eric e Manuel.

GIANPAOLO BARTOLINell’avvicinarsi del giorno del tuo trentaset-tesimo compleanno ti vogliamo ricordare con immenso affetto e dolore per la tua mancanza. Sei sempre nei nostri pensieri. Mamma, papà, Penny, Gabri, Marci e le nipotine Ludovica e Maddalena.

In memoria di Rossi GianninoRossi Verilio, Rossi Albertina In memoria di Corradini Giuseppe Redeghieri Ivana, Barani Wilder e Bonfà Gianni, famiglie Torreggiani, Boccaletti, Bonfà, ManicardiIn memoria di Antelmi AlbinaDavolio Angelo, Ferrari Giovanni, Folloni Gian-franco, Lusetti Lea e Luisa, Mariotti Andrea, Reg-giani Mauro, Simeone Luciano In memoria di Folloni Sante Folloni William In memoria di Ghizzoni Sante

Offerte in favore dei servizi dell’istituzione “I Millefiori”Giglioli AntoniettaIn memoria di Gina Taschini Zini Pierino e Giovanna In memoria di Simonazzi EnzaDavolio Liliana e Ciroldi MarcoIn memoria di Elvira (mamma di Dolly) Gatti Ivano e Laura In memoria di Ottaviani EnzoOttaviani FedericaOFFERTE PER SAPIn memoria di Folloni Sante (socio) Circolo Ricreativo Novellarese

RingraziamentoLe famiglie Bigi - Forghieri - Iannaccone ringrazia-no i sigg.: Bigi Giancarlo, Ardioli Roberto, Brai Ma-risa, Benevelli Virginio, Benevelli Ettore e Menozzi Elena per aver sottoscritto in memoria di Bigi Ilva-no, a favore della Croce Rossa di Novellara.

RingraziamentoIl Circolo Ricreativo Aperto Novellarese ringrazia le famiglie: Mazzoli Gianna, Anna e Ricordina, Paterlini Nello, Galloni Umberto, Sala Giancarlo, Palverini Giovanni, Faietti Anna, Alessandri Al-berto, Ruini Wilmer, Gazzini Giuliano, Benevelli Carlo e Zecchini Federico, per l’offerta ricevuta in memoria di Mazzoli Umberto.

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LINA STORCHI ved. LoschiNel 12° anniversario della scomparsa la ricordano con affetto il figlio Giorgio, la nuora Diana e l'adorato nipote Massimo.

MASSIMO UBOLDINel 8° anniversario della scomparsa lo ricordano con affetto la moglie Cosetta, i figli Fabiano e Alicia, Quirino e Lara Battini.

GINA ROSSINel 1° anniversario della scom-parsa la ricordano con affetto i figli la nuora e i nipoti.

GUALDI AGRIPPA

Nell’anniversario della scomparsa dei propri cari li ricordano con affetto immutato i figli la nuora e i nipoti.

LIDIA BRIONI

VALENTINA MARANISei sempre nei nostri cuori. I tuoi figli Carla, Roberta, e Mario.

“Dafne” DELFINA BETTIOL (TINA)Nell’anniversario della scomparsa li ricorda con affetto

la famiglia Vincenzo Renda.

LORIS JEMMIGIUSEPPE PATERLINI

Lo ricordano con affetto a 15 anni dalla scomparsa l’amico Vincenzo Renda e famiglia.

CAMPAGNOLA E. (RE) Via E.Fermi, 3/5 - loc. Ponte Vettiganotel. e fax 0522/649500 - cell.335/7226166 - 335/7226167

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ITALINA SASSINell’ 8° anniversario della sua scomparsa la ricordano con immutato affetto le figlie Rosa, Maria e famiglia.

“Iside”

Anno 1940/41 - Confine con la Francia - nella foto il concittadino Piero Davolio (con le maniche di camicia arrotolate) insieme al principe Umberto I° in visita al fronte.

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Campagnola Emilia via Reggiolo, 22 tel.0522/663508

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