Portico 275

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ANNO XXX MENSILE NOVELLARESE D'INFORMAZIONE Febbraio 2011 n.275 TAZZA D’ORO di Catellani Letizia & C. BAR - PIZZERIA TAVOLA CALDA NOVELLARA (RE) via Cavour, 48 tel. 3465772503

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ANNO XXX MENSILE NOVELLARESE D'INFORMAZIONE Febbraio 2011 n.275

TAZZA D’OROdi Catellani Letizia & C.

BAR - PIZZERIA TAVOLA CALDA

NOVELLARA (RE)via Cavour, 48 tel. 3465772503

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La pagina politica

Il decreto legislativo sul federalismo fiscale municipale è stato il più pasticciato di tutti i decreti fin dalla sua propo-sta. Vi sono stati diversi cambiamenti, ma il pasticcio è ri-masto e la proposta finale è stata bocciata in commissione bicamerale (il pareggio equivale a proposta respinta), ha avuto un via libera alla Commissione bilancio del Senato, ma prima del voto in bicamerale, mentre la bilancio della Camera ha preso atto che non vi era più un oggetto su cui esprimersi dopo la bocciatura della bicamerale.Il Governo ha tentato di compiere una forzatura. Ha cer-cato di far passare l’idea che pareggio equivale a parere espresso e quindi di poter procedere ugualmente con l’approvazione del decreto legislativo. Giustamente il Presidente della Repubblica ha richiamato il Governo al rispetto della legge: di fronte alla bocciatura se il Governo vuol procedere deve fare un passaggio alle Camere. Il che avverrà presto, non comporta tempi lunghi, ha impone di evitare colpi di mano, sia per questo che per gli altri decreti legislativi ancora da esaminare.Perché il Partito Democratico, che è a favore del federali-smo fiscale, ha votato contro questo decreto legislativo?Perché è la somma di vari pasticci precedenti a cui non ha dato nessuna soluzione.Primo pasticcio: l’abolizione dell’ICI prima casa, che ha tol-

to l’unica leva di vera autonomia finanziaria dei Comuni, senza sostituirla con nulla.Secondo pasticcio: il taglio pesantissimo dei trasferimenti ai Comuni con la manovra estiva, nella quale si affermava che di essi non si doveva tenere conto con i decreti sul fe-deralismo fiscale, mentre i seguito la base di risorse su cui si facevano i conti era quella dei trasferimenti dopo i tagli.Terzo pasticcio: l’aver già proceduto con un altro decreto relativo ai fabbisogni standard (su cui il PD ha votato con-tro) in modo difforme alla legge.Cosa ne è venuto fuori?Il Governo e la maggioranza hanno partorito una proposta che non ha nulla a che fare con il loro slogan propagandi-stico “vedo pago voto”.Quello slogan significa che i cittadini vedono i servizi che il Comune offre, pagano essendo quelli che ne usufruiscono e poi giudicano con il voto. Con la proposta invece si fa pagare a chi ha la seconda casa (e magari non è residente) o alle imprese. Il PD aveva proposto di eliminare addizio-nale IRPEF e tassa rifiuti sostituendoli con una tassa sui servizi da far pagare a tutti. Non se ne vuole sapere, ma così viene meno il concetto di responsabilità e di autogo-verno delle comunità. Di fatto il tutto si è tradotto in pago pago pago. Per due motivi. La base di una nuova imposta

Il falso federalismo della destra

dell’On. Maino Marchi

Il federalismo fiscale ha subito uno stop. La legge approvata nel 2009 con l’astensione del PD è una legge delega, che prevede cioè di essere attuata attraverso decreti legislati-vi del Governo, i quali, prima di essere approvati, devono avere il parere favorevole del-la commissione bicamerale specifica e delle commissioni bilancio di Camera e Senato.

comunale che è prevista dal 2014 è costruita in modo da far pagare quasi il doppio alle imprese (tutte, anche i lavo-ratori autonomi, i commercianti) rispetto a quanto pagano ora di ICI. In secondo luogo, visto che i Comuni non rie-scono a fare i bilanci dopo i tagli, vengono previste nuove tasse: l’addizionale IRPEF può aumentare per chi l’ha al di sotto dello 0,4%, si prevede l’imposta di soggiorno e l’imposta di scopo.E’ IL FEDERALISMO DELLE “PIU’ TASSE PER TUTTI”. A QUESTO FEDERALISMO IL PARTITO DEMOCRATICO E’ CONTRARIO.E’ un federalismo fiscale del tutto estraneo ad una riforma fiscale, che riduca il peso alle famiglie, al lavoro e alle im-prese e lo sposti sulle rendite finanziarie, come propone il PD.Si dirà: ma è prevista la cedolare secca sugli affitti. Sì, ma ne beneficiano di fatto solo i proprietari che hanno redditi alti. Per gli altri non c’è alcun beneficio, così come non ce n’è per gli inquilini. E’ un decreto da rifare.Non è davvero federalista, perché non c’è il rapporto tra responsabilità degli amministratori e contributo fiscale del-le comunità amministrate.Non è un federalismo solidale, perché non si capisce come si fa a regime la perequazione per chi ha un livello di en-trate insufficiente a garantire i servizi essenziali ai cittadini.E’ il federalismo dell’aumento delle tasse, comunque in-sufficienti a risolvere i problemi di bilancio dei Comuni. Problemi che il Governo ha creato con i tagli dei trasferi-menti. Sono motivi più che validi per chiedere che si cambi registro e si riscriva da capo questo decreto legislativo.Il Governo non lo farà e ci accuseranno di essere contro il federalismo solo per indebolire il Governo. Non è così. L’autonomia dei Comuni è così forte nel nostro DNA che se il decreto fosse positivo lo avremmo votato nonostante questo Governo. Di fronte ad un pasticcio non possiamo che esprimere una proposta diversa e continuare la nostra opposizione, che in questo caso si è espressa insieme con tutte le altre forze politiche di opposizione (IdV, UDC, FLI, MPA).

L’importanza di tali servizi, ha indotto i comuni della bassa reggiana (ovvero Novellara, Guastalla, Reggiolo, Gualtieri, Brescello, Boretto, Luzzara e Poviglio) quasi una decina di anni fa, a intraprendere un percorso di gestione associata che li ha portati a costituire “Progetto Infanzia”, associazione che sino ad oggi ha risposto all’obbiettivo di mantenere un coordinamento peda-gogico unitario compatibile con le peculiarità territoriali progettando e gestendo i servizi scolastici ed educativi nell’ambito delle 16 strutture presenti attualmente negli otto comuni della bassa tra nidi e scuole dell’infanzia. La bassa reggiana ormai rappresenta a tutti gli effetti un’entità politica oltre che amministrativa e due anni fa, con la nascita dell’unione dei Comuni, ha legittimato il suo ruolo e le sue finalità acquisendo col tempo sem-

pre più consistenza. La positiva esperienza quindi della gestione associata, l’assestamento organizzativo dell’Unione dei Comuni unite ad un contesto normativo sempre più stringente hanno determinato la scelta di garantire al servizio stes-so una dimensione più solida e strutturata con l’obbiet-tivo di conservare e mantenere nel tempo la gestione pubblica da parte degli enti locali, messa sempre più a dura prova da una politica governativa che mira a smantellare la gestione pubblica dei servizi.Nasce quindi da questi fattori un importante e si-gnificativo passaggio della nostra politica locale che ha visto qualche mese fa il concepimento e l’evolu-zione dell’attuale Associazione in Azienda Speciale. La nuova Azienda Speciale dell’Unione sarà un ente

I servizi educativi (0 – 6 anni) sono una risorsa che da tempo contraddistingue il nostro territorio; un’eccellenza costituita da una lungimirante tradizione pedagogica unita ad una sensibilità delle amministrazioni locali verso un’area nevralgica del welfare.

E’ nata l’Azienda Speciale dell’Unione dei Comuni per la gestione dei servizi educativi

di Alessandro Baracchi

pubblico economico in grado di garantire i diritti, il controllo e l’accessibilità tipici dell’ente locale, uniti alla dinamicità organizzativa del privato. L’Azienda permet-terà ai Comuni di continuare a erogare servizi di qualità rimanendo all’interno del patto di stabilità e controllan-do il tetto di spesa del personale imposto agli Enti locali, nonché aderire al Decreto Ronchi (che sancisce la fine della possibilità di gestire i servizi “in house”). La soste-nibilità del nuovo ente sarà garantita dall’unificazione degli uffici di supporto: amministrativo e gestionale, mentre il coordinamento pedagogico e territoriale sarà il medesimo che operava negli otto Comuni, garanten-do così continuità di esperienze e di filosofia educativa.L’Azienda speciale rappresenta un modello innovativo per il territorio, che intende mettere a frutto al meglio percorsi di autonomia locale sostanziando il progetto dell’Unione del Comuni col conferimento in essa dei servizi comunali.Tutto questo rappresenta il frutto di un lungo ed intenso percorso di commissioni e deliberazioni consiliari che sia a livello di Unione, sia a livello dei singoli comuni hanno visto la fruttuosa collaborazione di maggioranza ed opposizione , che responsabilmente hanno dato vita ad un dibattito costruttivo.Parte quindi con i migliori auspici un’importante e si-nora unica esperienza amministrativa e politica che i nostri comuni si apprestano a portare avanti con deter-minazione e orgoglio.

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CENTRO REVISIONI AUTOVEICOLI E MOTOCICLICON AUTORIZZAZIONE MINISTERIALE

INSTALLATORE AUTORIZZATO IMPIANTI

GPL E METANO

Primi interventi al Parco AugustoA febbraio saranno collocati i primi tre giochi per bimbi dai 6 ai 10 anni nel parco Augusto Daolio per un importo di oltre 17.000 euro e verrà ampliata l’at-tuale casetta in legno. Intanto si sta definendo la gara per il primo stralcio lavori di un importo complessivo di 221.000 euro che include la realizzazione di per-corsi cico-pedonali illuminati e lo skate park.Teatro, i lavori di messa in sicurezza termineranno a marzo Conclusi i primi interventi di ripristino e consolida-mento del foyer del Teatro per un importo di quasi 40.000 euro, proseguono gli interventi per un im-porto di 130.000 euro per assicurare la sicurezza del palcoscenico e dotare di nuova attrezzatura il Teatro. Gli interventi sono inderogabili per ottenere il rinno-vo della prevenzione incendi dei Vigili del Fuoco.

Notizie a cura dell’Amministrazione Comunale

“In cantiere”: i principali interventi pubblici realizzati a Novellara ed in frazione nel mese di gennaio e febbraio

Ultimati i lavori in Sala del Consiglio La Sala del Consiglio ospita ogni anno una media di 25 matrimoni civili, tutti i Consigli Comunali e nume-rosi convegni organizzati da associazioni locali, con-fermandosi la sala di rappresentanza più prestigiosa e richiesta. Da tempo però questa sala presentava problemi sia a livello di deterioramento dell’intona-co, sia a livello di efficacia dell’impianto audio-video. La Giunta ha così deciso di investire circa 20.000 euro per intervenire sulle zone ammalorate dalle infiltrazioni di acqua e di sostituire l’impianto per le conferenze e la registrazione, mondando nella sala anche due monitor LCD. Nell’intervento, terminato nelle scorse settimane è stato incluso anche la ri-strutturazione dei servizi igienici. Non appena ci sa-ranno ulteriori disponibilità economiche la sala verrà dotata di una web camera per riprese in diretta.

Attrezzature “verdi” alla scuola Aquilone e Girasole Nelle scuole dell’infanzia di via Falasca l’ufficio opere pubbliche ha sostituito il vecchio boiler con un nuo-vo accumulatore di acqua calda e installato anche un pannello solare termico in grado di catturare il calore anche d’estate senza dispendio di ulteriore energia elettrica. L’impegno di spesa pari a 6.000 euro circa.Palestra di San GiovanniTerminati a fine gennaio i lavori di coibentazione, canalizzazione e riscaldamento della palestra della frazione per un importo di 6.000 euro.Lavori al campo tennisSono partiti a pieno ritmo a fine gennaio gli interventi di sostituzione degli impianti elettrici e idraulici pres-so i campi tennis nella zona sportiva. Gli interventi, di un importo pari a 65.000 euro, verranno conclusi nel mese di marzo e includono anche cinque pan-nelli solari temici per integrare l’acqua calda nelle docce.

Le lettere inviate al Portico in questi mesi da parte dei residenti di via Costa e di via Cavour in vista delle modifiche alla viabilità nel centro cittadino denotano come anche a Novellara l’aumento del traffico sia un fattore consolidato che indubbiamente necessita di interventi attenti e precisi. L’amministrazione comunale ha messo al primo po-sto la necessità di attuare azioni di tutela dell’utenza debole della strada: anziani, bambini e ciclisti che fruiscono dei servizi commerciali in centro e del-

le scuole. Il primo segnale, avviato da pochi giorni riguarda l’istituzione di una zona a traffico limitato (dalle 7.45 alle 8.15 e dalle 13.00 alle 13.30 e di martedì e giovedì pomeriggio dalle ore 16.00 alle 16.30) in via Novy Jicin per migliorare la messa in sicurezza degli alunni in entrata ed uscita dalla scuo-la. L’intenzione è quella di creare progressivamente nuove zone a traffico limitato con sensi unici e divie-ti in grado di realizzare spazi separati di viabilità in altre zone sensibili e molto trafficate: in via Falasca

verrà istituito un senso unico e in via Indipendenza, altra via fortemente toccata dalla popolazione sco-lastica, verrà rivisitata tutta la circolazione veicolare della zona. Queste separazioni del traffico potranno alleggerire e in taluni casi appesantire la viabilità; scelte talvolta difficili e impopolari, ma che vengono fatte per mi-gliorare la sicurezza stradale e la qualità ambientale del territorio.Circa l’osservazione di alcuni residenti di Via Cavour, secondo i quali la previsione di trasformazione della Via Costa in un senso unico ad uscire dalla Piazza provocherebbe un aumento di traffico nella loro stra-da, bisogna ricordare che la cosa è forse plausibile, ma non certo in una quantità di veicoli da destare preoccupazione in quanto la Piazza Unità d’Italia è servita da molta altra viabilità sia in entrata che in uscita. Tuttavia, i provvedimenti di mitigazione del traffico saranno presi con le dovute cautele e in ge-nerale si procederà con iniziali fasi sperimentali che consentano di valutare gli effetti sia positivi che ne-gativi e di apportare i correttivi del caso.

Viabilità e traffico a Novellara: un problema di tutti da risolvere soprattutto per il bene dei più piccoliInterventi di mitigazione del traffico per migliorare la sicurezza e la salute di an-ziani e bambini.

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Si è avviata nel migliore dei modi la sperimentazione del centro giochi territoriale presso la scuola elemen-tare di San Giovanni, un centro pomeridiano che vuole proporre ai bambini della scuola primaria e alle loro famiglie un luogo e un tempo in cui pranza-re insieme dopo la scuola, fare i compiti, attività, gio-chi e laboratori creativi il martedì e giovedì pomerig-gio (dalle ore 12.50 alle 16.20). La sperimentazione - gestita dalla cooperativa Solidarietà 90 attraverso una educatrice affiancata per ogni giorno d’apertura da un genitore volontario, accoglie 19 bambini so-prattutto della classe prima e seconda che da questo anno scolastico, a causa della riforma Gelmini non hanno più la possibilità di effettuare i rientri pomeri-diani e risponde alla richiesta di numerosi genitori di valorizzare la scuola della frazione. Si tiene così vivo un territorio che ha risposto subito a questo bisogno educativo e: molti dei genitori che hanno espresso questa volontà, infatti, si sono resi disponibili a partecipare con l’educatrice alle attività pomeridiane ed un negozio della frazione garantisce un pasto agevolato e convenzionato ai bambini. “Questo progetto, che vede la luce soprattutto gra-

Centro giochi territoriale a S. GiovanniAvviato un centro pomeridiano nella scuola elementare grazie al forte coinvolgi-mento dei genitori. I bambini si divertono e tutta la comunità risponde.

di Sara Germani segreteria del Sindaco

zie alla convinzione e alla tenacia di un gruppo di mamme coraggiose e appassionate alle quali voglio esprimere tutta la mia riconoscenza” dice l’assesso-re alla scuola Stefano Mazzi “si colloca all’interno di un percorso di vicinanza, sia ai servizi educativi che e alle famiglie, che l’amministrazione comunale sta portando avanti ormai da anni sul territorio novella-rese, ma nello stesso tempo si pone l’obiettivo di of-frire nuove opportunità per supportare e valorizzare al meglio, in un momento così difficile, la comunità delle frazioni e la scuola elementare di S. Giovanni”. Margherita, una delle madri promotrici attive dell’iniziativa conferma quanto dice l’assessore: “L’assessore ha perfettamente ragione quando parla di tenacia, perchè in effetti il compito più difficile in questi due anni (l’idea è partita già nel 2009) è stato quello di mantenere vivo e credere nel progetto, di continuarne a parlare finchè non ci fosse stato un numero sufficiente di famiglie interessate a partire, e finchè il progetto stesso non arrivasse a rappresenta-re la giusta mediazione fra le esigenze di tutti. La no-stra ricchezza sono state le motivazioni diverse che ci hanno spinto a muovere i primi passi, e l’avere

davvero coinvolto tutti, dai genitori, alle associazioni di volontariato, alle istituzioni, alla scuola, alla comu-nità. Secondo noi i bambini stanno meglio in un luo-go sicuro che promuova il loro stare insieme e il loro benessere nel loro gruppo sociale di appartenenza, piuttosto che soli o davanti alla televisione. E secon-do noi la Scuola di S. Giovanni è una scuola a misura di bambino, ed offrire questo ulteriore servizio è un valore aggiunto e ne garantisca la sopravvivenza”.La sperimentazione che durerà quattro mesi, ha vi-sto il coinvolgimento del Comune sia a livello orga-nizzativo che di contributi, ma resta indubbio il valo-re aggiunto e il forte coinvolgimento dei genitori che, oltre a pagare una quota mensile per queste attività, sono diventati i veri protagonisti del progetto.Tutti i genitori, nonni, zii e cittadini che liberamente vogliono aderire al progetto offrendo qualche ora del proprio tempo nelle attività pomeridiane sono invi-tati a contattare la scuola elementare di S. Giovanni.

Me ne andavo una mattina a spigolare… quando vidi una barca in mezzo al mare..Inizia così una delle poesie del Risorgimento che tutti abbiamo imparato quando i versi si mandavano a memoria. Era “La spigolatrice di Sapri”: ma dov’è Sapri? Non sforzatevi, ve lo dico io che si fa prima. E’ in una baia sotto Salerno, un po’ più giù di Napoli, quindi in Campania, quindi nel Meridione del nostro Paese. E che ci facevano quei trecento “giovani e forti che sono morti” al seguito del romantico tentativo di due patrioti? Erano con i fratelli Bandiera sulla barca che stava prendendo terra per attaccare lo stupido Borbone che manteneva il Mezzogiorno poco sotto il livello di sopravvivenza. E cosa vuol dire spigolare? Le nostre vecchie lo sanno bene e forse bisogna spiegarlo ai ragazzi, che capiscano lo strazio della fame e il pianto della fatica. Spigolare, dopo aver chiesto il permesso al padrone, era un lavoro da vedove e bambine. Tutto il giorno a raccogliere le spighe rimaste a terra dopo la mietitura. Per un pugno di farina, la schiena piegata sotto il caldo di luglio per un giorno che non finiva mai. I fratelli Bandiera volevano vincere questa arretratezza ma i

Un secolo e mezzo di Italia unita, con qualche polemica fatta appostaCosa volevate, passare dogana per Venezia o importare la pizza dalla Campania?Qualche polemica di troppo per una celebrazione che può far rilettere. Ma c’è sem-pre chi cerca la rissa ad ogni costo e prima di parlare è meglio studiare un po’ di più.

di Franco Malaguti

contadini sobillati dai padroni chiamarono la milizia che li catturò per fucilarli più tardi. Era il 1844. Cento anni più tardi, nel 1944, ancora si spigolava come da poco ci ha raccontato una novellarese che ben ricorda la fame e la fatica. A quel tempo l’Italia unita era calpestata e straziata dai nazisti e un pugno di eroi si battè per cacciarli a pedate e vincere del tutto l’arretratezza. La Resistenza ebbe subito una fiammata nelle “Quattro giornate di Napoli” dove la lotta di popolo spedì i tedeschi al memorabile grido di “Iatevenne ricchioni…”Un secolo prima i milanesi in “Cinque giornate” cacciarono gli austriaci. Adesso siamo una grande nazione quando prima eravamo 18 miserabili staterelli facile sfruttamento di padroni e di nazioni potenti.Risorgimento fu quindi il rinascere dalla miseria e dall’arretratezza.Resistenza fu il reinventare un modo di essere liberi dai prepotenti. Unità d’Italia è una gloria e oggi ci piacerebbe essere liberi dagli stupidi che la criticano, che incapaci l’hanno fatta fuori dal vaso e pretendono di pulirsi con la nostra bella bandiera. E noi gli abbiamo dedicato la nostra bella Piazza!

150° Unità d’ItaliaVENERDI’ 4 MARZO

Lia Levi, sceneggiatrice, giornalista e scrittrice incontra alcune classi delle Scuole Medie

MERCOLEDI’ 16 MARZO “Notte tricolore”

Rocca dei Gonzaga Proiezione del film

“Noi credevamo” di M. Martone letture brani di autori regionali

brani musicali a tema

GIOVEDI’ 17 MARZO Consiglio comunale sul tema

con testimonianze di famiglie italiane del sud emigrate a Novellara.

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COSTRUISCE E VENDECampagnola E. via Levi

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Siamo andati a trovare Mirco Marastoni direttore di Sa-bar in un momento di grandi cambiamenti che stanno coinvolgendo la struttura di via Levata: il decreto Ron-chi sui servizi in house e il progressivo esaurimento dei terreni che dovrebbero portare alla chiusura della discarica in pochi anni. Una fase di trasformazione di cui abbiamo parlato nei nuovi uffici che ospitano anche la direzione dei lavori della tangenziale.Da qualche giorno esistono due società con lo stes-so nome S.A.Ba.R. Si è sdoppiata, in S.A.Ba.R. Spa e S.A.Ba.R. servizi srl perché è stato fatta questa operazione ?Come sanno tanti c’è una legge conosciuta come privatizzazione dell’acqua o decreto Ronchi. Più pre-cisamente la legge 166 del 2009 impone che entro la fine di quest’anno il 40% delle aziende che effettuano servizi pubblici debbano cedere il 40 % ad un socio operativo. Socio operativo significa che non può essere una finanziaria ma una azienda che opera nel settore. Per questo è stata creata “SaBar servizi” che impiega 19 persone ed effettua tutte quelle attività (raccolta rifiuti, gestione isola ecologica o dei cimiteri) che la legge regionale 25 indica come servizi pubblici comunali, e che cederà il 40% delle proprie quote me-diante bando di gara gestito dai Comuni. Sabar SPA invece gestirà la discarica e la produzione di energia che non sono considerati servizi pubblici comunali e quindi resterà di proprietà al 100% degli 8 Comuni.Cosa cambierà per i cittadini?Assolutamente niente, i servizi saranno erogati allo stesso modo.Parliamo della produzione di energia...Abbiamo iniziato nel ‘96 con l’impianto che captava il biogas lo trasformava in energia elettrica (in minima parte destinata all’autoconsumo il resto immesso nella rete elettrica) con motori endotermici e recuperando il calore si riscaldavano le serre e gli uffici. Nel 2004 abbiano rinnovato totalmente gli impianti siglando un contratto di 12 anni col GSE. Un investimento che si è ripagato in meno di un anno. Nel 2010 la nostra pro-duzione sfiorava i 20.000.000 kw/h di energia elettrica sufficienti a soddisfare i consumi di 5500 famiglie.Questo la produzione storica e oggi?Proprio in questi giorni parte ufficialmente la produ-zione di energia effettuata col fotovoltatico. L’anno scorso abbiamo fatto un bando di gara, vinto dalla CPL Concordia per collocare 1200 metri quadri di pannelli

fotovoltaici sul tetto del capannone della selezione secca, per una produzione di energia per 150 kwh. Ora però parte qualcosa di più grande?Nei giorni scorsi si è chiuso un secondo bando di gara vinto anche questa volta dalla CPL per l’allestimento di un impianto con pannelli fotovoltaici che copriranno un’area di circa 20mila metri quadri sopra una super-ficie di vecchi bacini della discarica quelli utilizzata sino alla metà degli anni ‘90, oggi stabilizzati. Per motivi di sicurezza i pannelli avranno una densità minore rispetto a quelli collocati sul tetto perché ci sono an-che i tubi per la captazione del biogas. Comunque si prevede di produrre un MW/h di energia elettrica entro aprile.I tempi di rientro dell’investimento sono più lunghi (circa 7 anni) ma è previsto l’utilizzo per 20 anni. Se ci saranno le condizioni pensiamo di utilizzare anche altre superfici della vecchia parte della discarica. In tal caso, potremmo produrre e ulteriori 3Megawattora di energia elettrica.Prima parlando del fotovoltaico hai citato un capan-none della selezione secca, che funzione ha questa struttura?Si tratta proprio di un capannone, inaugurato lo scorso settembre ma entrato in funzione solo con l’anno nuovo, una volta esaurite tutte le pratiche burocratiche e arrivate le necessarie autorizzazioni. Qui viene effettuata la cosiddetta selezione secca dei rifiuti, cioè un procedimento che completa la raccolta differenziata per valorizzare i rifiuti secchi recuperabili carta cartone plastica che vengono conferiti ai consorzi obbligatori Conai Corepla e Comieco. La discarica di via Levata è sempre al centro di leg-gende metropolitane qualche anno fa si sosteneva che di notte entravano camion dalla Germania, oggi la chiacchiera da bar dice che sicuramente arrivano i rifiuti da Napoli...No, assicuro che da Napoli non arriva niente, ba-sta controllare gli atti pubblici: per far entrare rifiuti da fuori provincia infatti ci vuole un’autorizzazione dell’assessorato provinciale all’ambiente, per i rifiuti da fuori regione addirittura ci vuole anche un accordo tra l’Emilia Romagna e l’altra Regione, in questo caso la regione Campania, una cosa che oggi non esiste assolutamente. Ma si sa è dura andare contro gli esperti da bar.

Grandi cambiamenti in SabarLa società si sdoppia e incentiva la produzione di energia elettrica con nuovi im-pianti fotovoltaici.

di Marco Villa

Poeti di casa nostra

Gennaio, 1993La nebbia da più giorniha cancellato il cielo.Solo si scorge un velodi silenzio tra le caseun gelo senza fineuno sfacelo.

Nostalgia dell’estatedi ronzio di zanzaredi fiori sul balcone.

E la vita continuasi dipana strisciando contro il tempoun niente dentro al nulla.

di Romano Pasqualotto

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L’URP informa... rubrica a cura dell’ufficio relazioni con il pubblico

BARRIERE ARCHITETTONI-CHE? PRIMA D’INIZIARE I LA-VORI CHIEDI IL CONTRIBUTOEntro l’1 marzo è possibile pre-sentare all’Istituzione sociale “I Millefiori” la domanda in bollo per ottenere contributi a fondo

perduto per la realizzazione di opere finalizzate al superamento o all’eliminazione delle barriere ar-chitettoniche in edifici privati già esistenti. Insieme alla domanda è necessario presentare: il verbale di disabilità, il preventivo dei costi da sostenere per l’in-tervento, lo scopo dei lavori e il certificato medico attestante le difficoltà a deambulare. E’ possibile ot-tenere contributi per realizzare opere funzionalmen-te connesse tra loro, oppure per eliminare ostacoli con funzioni diverse tra loro; per quest’ultimo caso è necessario presentare una domanda per ogni sin-golo intervento.

CONTRIBUTI PER LA MOBILITÀ E L’AUTONO-MIAPer favorire la permanenza a domicilio, la Regione ha istituito (L.R. 29/97) dei contributi finalizzati a sostenere l’acquisto/adattamento di veicoli ad uso privato, utilizzati per la mobilità e per l’acquisto di strumentazioni, attrezzature domestiche a favore di cittadini diversamente abili. E’ necessario essere in condizione di handicap grave e presentare l’Isee e la copia della fattura o la documentazione di spesa relativa agli oneri sostenuti (i lavori devono essere già eseguiti al momento della domanda). Il termine per la presentazione della domanda, da consegnare all’Istituzione “I Millefiori” è l’1 marzo di ogni anno e a conclusione verrà formata una graduatoria di-strettuale.

RICHIESTA DELLA CITTADINANZA ITALIANAIl 31 dicembre 2010 è stato chiuso il servizio “call center” presso il Ministero dell’Interno, che forniva informazioni sulle procedure per ottenere la cittadi-nanza e sullo stato delle singole domande. Rimane la possibilità di consultare lo stato della do-manda già presentata e di verificare la posizione del-la propria domanda entrando nel sito del Ministero dell’Interno www.interno.it nella home page e sce-gliere la voce “cittadinanza” “consulta la tua pratica” ed infine effettuare la registrazione indicando i propri dati anagrafici ed un indirizzo e-mail.

AVVISO AI CACCIATORIEntro il 31 marzo 2011 occorre riconsegnare all’URP il tesserino di caccia, compilato alla pagina 71 e 73 relativamente alla scheda riepilogativa “caccia stan-ziale”.

MONDOPENTOLA FESTEGGIA LA CHIUSURA DEL CORSO CON “IL PRANZO DEI MATRIMONI” Mondopentola è in dirittura di arrivo. Il viaggio in-torno al mondo partito dall’est, si conclude con la serata dedicata alla cucina italiana il 9 febbraio p.v. La partecipazione di pubblico e l’entusiasmo della sala ci ha fatto veramente piacere. Si è trattato di una iniziativa semplice, fatta “in casa” nel vero senso della parola. I Mediatori interculturali hanno avuto

una buona occasione per farsi conoscere e per far conoscere qualche cosa della loro cultura di prove-nienza. Ci sono ancora posti liberi per il grande pran-zo finale, gli interessati si facciano avanti. Il pranzo di domenica 6 marzo ore 12 e 30 sarà allietato dalla sfilata degli abiti nuziali dei matrimoni, a cura dei nostri mediatori. Saranno consegnati i ricettari del corso. Ringraziamo ancora il volontariato e tut-ti gli sponsor che hanno sostenuto l’iniziativa. Foto e ricette sul sito www.comune.novellara.re.it nello spazio dedicato a nessuno escluso.

ISCRIZIONI AI NIDIDal 28 marzo al 9 aprile 2011 è possibile effettuare le iscrizioni ai nidi comunali presso l’ufficio scuola, l’URP o l’Uff. Protocollo, per i bambini nati nell’anno 2009/2010, mentre per i bambini nati nel 2011 le iscrizioni rimarranno aperte fino al 15 giugno 2011.

IVA PER FORNITURE GAS CONDOMINIL’Agenzia delle Entrate ha riconosciuto l’applicabilità dell’aliquota Iva al 10% sulle forniture di gas meta-no per le abitazioni appartenenti a condomini o ad immobili di cooperative abitative serviti da impianti di riscaldamento centralizzati per consumi riferiti ad ogni singola utenza non superiore ai 480 mc/annui. L’agevolazione, che è entrata in vigore dal 1° gen-naio 2008 con riferimento ad una più ampia acce-zione di “uso civile” comprendente il riscaldamento domestico permette anche di ottenere il rimborso della maggiore Iva eventualmente applicata, fornen-do un’analoga dichiarazione all’ente erogatore. Per informazioni rivolgersi al fornitore di gas.

L’AGENZIA PER L’AFFITTO METTE D’ACCORDO PROPRIETARI E INQUILINI. PERCHÉ NON PRO-VARE? E’ ancora attiva e inizia a produrre significativi be-nefici l’Agenzia per l’Affitto, progetto promosso da Provincia e ACER (Agenzia Casa Emilia Romagna) di Reggio Emilia a cui Novellara ha aderito nel 2009 in-sieme al altri 65 enti. L’Agenzia per l’Affitto ha come obiettivo quello di tutelare i proprietari dai rischi di morosità e di danneggiamento dei propri alloggi e dall’altro offrire alle famiglie alloggi privati a canoni d’affitto più vantaggiosi rispetto a quelli forniti dal mercato, favorendo lo sblocco degli appartamenti sfitti.Si tratta di un’ottima proposta per tutte quelle fa-miglie ed inquilini che faticano a sostenere i prezzi d’affitto del libero mercato, ma anche per i proprie-tari che sempre più spesso preferiscono tener vuoti

appartamenti in ottimo stato, per paura di non riusci-re a riscuotere regolarmente l’affitto o affrontare un lungo iter per liberare l’alloggio in caso di necessità. Nelle prossime settimane l’assessorato ai servizi so-ciali insieme ad ACER organizzerà un nuovo incontro informativo.

A QUANTO AMMONTA IL BONUS ELETTRICO?Il Bonus Sociale per l’energia elettrica consente alle famiglie in condizioni di disagio economico e alle famiglie numerose un risparmio pari a circa il 20% della spesa annua presunta (calcolata per famiglia tipo e al netto delle imposte). Il valore dell’agevola-zione varia a seconda del numero dei componenti della famiglia.

Il valore del Bonus elettrico è aggiornato annualmen-te dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas entro il 31 dicembre dell’anno precedente. Per conoscere tutti gli aggiornamenti è possibile contattare il nume-ro verde 800-166654 ASSISTENZA AI CITTADINI RUMENILa mediatrice interculturale Decu Georgeta Lacrimio-ara (Rumena) sarà presente all’URP il giorno 26 feb-braio 2011 dalle ore 10.30 alle 13.00.

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Anno 2009

Anno 2010

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Famiglie 3-4 comp. €.78 €.75 €.72 €.72

Famiglie oltre 4 comp. €.135 €.130 €.124 €.124

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Dal 1° maggio l’esenzione dal ticket per visite ed esami in base al reddito deve essere indicata nel-la ricetta di prescrizione e non più autocertifica-ta al momento della prenotazione. Gli interessati devono avere il certificato di esenzione rilasciato dall’Azienda Usl. Da febbraio ad aprile periodo transitorio, in cui convivono vecchie e nuove mo-dalità.Cambia la modalità per certificare l’esenzione dal ticket in base al reddito per visite ed esami specia-listici, ma c’è tempo fino al prossimo 1° maggio per adeguarsi alle novità previste da un decreto del Ministero dell’economia e delle finanze dell’11 di-cembre 2009.Secondo la nuova modalità, le persone che hanno diritto all’esenzione per reddito devono essere in possesso di un apposito certificato che viene rilascia-to all’Azienda Usl di residenza. Sulla base di questo certificato, il medico che pre-scrive visite o esami specialistici indica il diritto all’esenzione sulla ricetta di prescrizione. Tale moda-lità diviene obbligatoria dal 1° maggio e da questa data non sarà più possibile autocertificare il diritto all’esenzione al momento della prenotazione di una visita o di un esame, come avviene ora.Il periodo di transizione – da febbraio ad aprile – è stato previsto dalla Regione per consentire una cor-retta informazione ai cittadini interessati alle nuove modalità e per dare il tempo alle Aziende sanitarie, ai medici e pediatri di famiglia e agli altri specialisti che prescrivono visite ed esami, di adeguare la loro organizzazione. Ciò significa che in questo periodo la vecchia e la nuova procedura convivono: fino al 30 aprile, dunque, le persone esenti per reddito dal pagamento del ticket, fino a che non sono in posses-so del certificato di esenzione per reddito, possono continuare ad autocertificare la propria condizione nel momento in cui prenotano visite ed esami.Per avere il certificato le persone esenti devono com-pilare un apposito modulo di autocertificazione, sca-

ricabile anche dalla home page del sito dell’Azienda USL di Reggio Emilia HYPERLINK “http://www.ausl.re.it”www.ausl.re.it Le persone interessate potranno recarsi tra il 1 feb-braio e il 30 aprile 2011 agli sportelli SAUB o URP dell’Azienda USL di Reggio Emilia o ai patronati, per compilare o consegnare il nuovo modulo di autocer-tificazione del diritto all’esenzione ticket. E’ inoltre possibile consegnare il modulo già compi-lato agli sportelli CUP. (anche a Novellara) Il nuovo tesserino di esenzione non verrà rilasciato al momento della consegna del modulo di autocer-tificazione, ma sarà inviato per posta al domicilio del titolare.Visto il lungo lasso di tempo a disposizione, si con-siglia ai titolari di esenzione di consegnare il nuovo modulo in occasione di un accesso agli sportelli CUP per la prenotazione di una prestazione specialistica o agli sportelli SAUB.Il certificato ha validità annuale (con scadenza al 31 dicembre) e va rinnovato ogni anno. Per le persone con più di 65 anni, ha validità illimitata. In ogni caso, anche per le persone con più di 65 anni, se le con-dizioni di reddito cambiano e non si ha più diritto all’esenzione, occorre comunicarlo tempestivamen-te alla propria Azienda Usl.

Dal 1° maggio cambiano le modalità di esenzione dal pagamento del ticket per visite ed esami

Notizie a cura dell’Amministrazione Comunale CHI HA DIRITTO ALLA ESENZIONE PER REDDITO

Sono esenti dal pagamento del ticket in base al red-dito:le persone con più di 65 anni e i bambini con meno di 6, con reddito familiare complessivo inferiore a 36.151,98 euro; chi ha la pensione sociale o la pensione al minimo, con più di 60 anni, e i familiari a carico, con reddi-to familiare complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro se il coniuge è a carico, e di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico; i disoccupati con più di 16 anni registrati nei Centri per l’impiego, in passato già occupati, e i familiari a carico, con reddito familiare complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro se il coniuge è a carico, e di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico.Si ricorda che la responsabilità dell’autocertificazioni dei redditi è del dichiarante.Si evidenzia inoltre che la verifica delle autocertifica-zioni, con il supporto del Sistema Tessera Sanitaria riguarderà tutte le esenzioni per reddito.

Ufficio Comunicazione Azienda USL

Domenica 6 Orchestra

SILVANO E MAURO

Domenica 13 Orchestra

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Al numero 20 di Vicolo dei Mille, Novellara ha il suo Centro Comunale di Musicoterapia. Nato 15 anni fa dalla caparbietà di un padre, Massimo Uboldi, che non inten-deva arrendersi di fronte alle difficoltà della figlia, non-ché dall’audacia del Comune, che seppe scommettere (e investire) sul valore scientifico della musicoterapia, il Centro è oggi una realtà collaudata e un qualificato pun-to di riferimento per quanti, anche da fuori regione, ne-cessitano di interventi musico terapeutici di pertinenza neuropsichiatrica e psichiatrica. Di fatto è l’unico centro Comunale di Musicoterapia in Italia.Il direttore, dottoressa Monica Maccaferri, mi riceve nelle policrome stanze in cui lavora e in cui, anni fa, è ger-minata un’idea, nuova quanto difficile. Perseguita con ostinazione, a dispetto del suo basso coefficiente di fat-tibilità, oltre che di una miriade scoraggiante di problemi burocratici e non, quell’idea finalmente sta per tradursi in realtà proprio in questi giorni.Può spiegare lei stessa di cosa si tratta?Lavorando con soggetti gravati da deficit neurosensoriali e neuromotori importanti, mi sono convinta della neces-sità di uno strumento del quale, a tutt’oggi, non è possi-bile dotarsi, in quanto non esiste, sia perché la musicote-rapia è una disciplina relativamente giovane, sia perché nessuno fino ad ora si era dato la briga di superare i molti ostacoli che la sua realizzazione comporta. Nella mia cassetta degli attrezzi c’è una quantità di suoni, i più disparati, da quelli solo vagamente evocativi fino ai più immediatamente riconoscibili, scanditi secondo infinite tonalità, dalle più soffiate alle più assordanti. L’utilizzo mirato di questi suoni apre un varco nell’inte-riorità segregata della persona, così da rendere possibile un contatto. Il suono sprigiona vibrazioni emotive che, nell’insieme, sono una specie di alfabeto della comunica-zione silenziosa, premessa di un vero e proprio dialogo. Peccato che l’utilizzo di questi suoni sia materialmente subordinato ad una “tecnologia” che ha tempi e metodi-che di utilizzo troppo lunghi, complicati o semplicemente macchinosi, tali per cui, se non compromessa, ne vie-ne ridotta l’efficacia. Cercavo un “oggetto” che potesse darmi, nel momento in cui volevo io e nella misura che mi stava bene e con l’intensità che ritenevo adatta, un particolare suono o una particolare sequenza di suoni.

Pare strano, ma un oggetto capace di questo ancora non l’aveva pensato nessuno. E poi naturalmente volevo che fosse attraente,con una qualità eccellente di riproduzio-ne sonora, infrangibile, , sufficientemente economico, che ogni bambino avesse il suo, cioè personalizzabile e quindi adattabile alle singole esigenze terapeutiche, facile nell’utilizzo.Iniziai la mia ricerca di fattibilità ma ogni volta, ancor pri-ma che avessi terminato la mia richiesta, l’interlocutore crollava il capo da una parte e dall’altra. Decisamente pretendevo troppo da un unico oggetto.Incontrai la persona giusta quando ormai ero sul punto di arrendermi. Un amico che non vedevo da…20 anni! Che mi ascoltò fino in fondo e che mi disse “Tutto si può fare! Basta volerlo!”abbozzò un primo studio di fattibili-tà dell’oggetto e mi indirizzò nelle mani dell’ingegnere Adelmo Lugli.Da quel giorno sono passati 3 anni… di anni di lavoro, di studi, di trepidazione, di cambiamenti… Adelmo riusciva sempre ad ascoltarmi nel vero senso della parola… ad anticiparmi e pian piano il libro ha preso vita… fino al giorno in cui Adelmo ed io ci siamo detti “è fatta”!Il prototipo sarà presentato sabato 12 marzo alle ore 10,00 presso la Sala del Consiglio in Rocca a Novellara.Come si chiama questo “oggetto”?L’ho chiamato “Il libro di Léonard”. Libro, per la funzio-ne comunicativa che è chiamato a svolgere. Di Léonard, come il nome di mio nipote. 12 marzo, giorno della pre-sentazione, come il giorno del suo 4 compleanno. Fin dall’inizio ho sperato che il libro potesse essere d’aiuto anche per i bambini “normali” per entrare meglio in co-municazione con bambini svantaggiati… e il mondo dei suoni può davvero avvicinare!!!!Poi sperimenteremo il libro anche nella sua scuola materna in Francia dove lui vive (grazie al brevetto europeo) e in una scuola materna del nostro territorio!Come ci si sente sulla linea del traguardo?Felice, certo, ma in realtà la sperimentazione ha inizio ora… Il “Libro di Léonard” è uno strumento che sfrutta al massimo le potenzialità tecnologiche con l’obiettivo di aprire la relazione sfruttando il canale sonoro-musicale. Devo ringraziare l’ausl di Reggio Emilia e il comitato tecnico scientifico per aver creduto nelle potenzialità

dell’oggetto secondo il proprio ambito di competenza e per consentirmi di poter effettuare la sperimentazione e quindi essere in grado- tra 8 mesi circa- di poter racco-gliere i dati ed eventualmente modificare e migliorare se necessario il prototipo prima di andare in produzione.La fase della ricerca inizia ora!!! Di questo devo ringra-ziare la Fondazione Manodori di Reggio Emilia per aver contribuito finanziariamente al progetto, al gruppo “Ma Noi No”di Novellara e alle persone che mi hanno sempre sostenuto in questi anni- i genitori in primis!-e i bambi-ni…per aver saputo aspettare….Cosa ti aspetti da “Il Libro di Léonard”?Vorrei dimostrare che il suono e la musica offrono la possibilità di capire meglio e quindi studiare patologie neursensoriali neuropsichiatriche e psichiatriche in modo scientifico ma anche creativo. La Musica è arte e scienza insieme: grazie alla tenacia di Adelmo Lugli e alla pro-fessionalità del comitato tecnico che ne seguirà la cresci-ta…. auguro al “Libro di Leonard”di poter raggiungere l’obiettivo più alto di tutti: giocare con i suoni… ciascuno secondo le proprie capacità, e attitudini!!! “Un libro multisensoriale…come un gioco…e come ogni gioco è serio e vitale!”

Nasce a Novellara un innovativo strumento per la musicoterapia

di Eda Ferrabue

Il 12 marzo sarà presentato “il libro di Leonard“ nato da un’ idea di Monica Macca-ferri per favorire la comunicazione con i soggetti gravati da deficit neurosensoriali e neuromotori.

Sarà presente il COMITATO SCIENTIFICO

composta da: Dott.ssa Maccaferri Monica

(Centro Comunale Musicoterapia M.Uboldi)Ing. Adelmo Lugli (Argoo Engineering, Carpi)

Dott. Alessandro Piantoni (NPII Ausl Reggio Emilia) Dott.ssa Erica Santelli

Dott.ssa Patrizia Formigoni (Ausl Reggio Emilia)

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Da marzo sarà una realtà per tutti. Come molti di voi sanno, il primo giovedì del mese, il gruppo di lettura “La Spezieria” della Pro Loco affronta la lettura condensata e per-sonalizzata di un libro. Per il programma delle letture 2010/2011 abbiamo scelto come tema “Di Donne e d’altro”. Ci siamo cimentati nella presentazione di ro-manzi con protagoniste femminili e non pote-vamo non puntare, in occasione dell’8 marzo 2011, alla valorizzazione ed emersione delle capacità di scrittura al femminile delle donne di Novellara. Tante donne hanno risposto e ri-posto in questa antologia le loro narrazioni, le loro poesie.Le regine dei castelli di carta sono ben 30 dai 14 agli 87 anni. Il libro sarà venduto presso le edicole del nostro comune e il ricavato sarà devoluto alla Borsa di studio Marta Beltrami.

Programma per la promozione del libroGiovedì 3 marzo 2011 ore 20,30

presso il Circolo Ricreativo Novellarese LE REGINE DEI CASTELLI DI CARTA -lettura/spettacolo a cura del gruppo “La Spezieria”con Sabrina Copelli- canzoni e musicaOspiti della serata:Studentesse della scuola media e della scuola di musica con lettura, musica e canto - Lara Daoli, danza - Associazione AltrArte, danza

- Eleonora Bigliardi, canto - Roberto Mariani Cerati con scuola di Tango.L’ingresso è aperto a tutti ed è gratuito.La serata prevede la cena dalle ore 19,30 con prenotazione tavoli (tel. Proloco 0522/758281 - Circolo Ricreativo tel.0522/654116).

Domenica 6 marzo 2011 ore 11,00presso il Museo Gonzaga

Inaugurazione della Collettiva di artiste novel-laresi -OCCHI DI DONNE: vedere al femminile. Si potrà visitare la collettiva negli orari di aper-tura del museo fino al 20 marzo 2011. Il per-corso artistico di pittrici, scultrici, ceramiste, decoratrici, disegnatrici di Novellara sarà ac-compagnato dalle poesie e dagli scritti delle autrici dell’antologia. Le regine dei castelli di carta volendo sottoli-neare così il valore e la potenzialità della crea-tività delle nostre donne.

Sempre domenica 6 marzo alle ore 16,30presso la sala Palatucci del Caffè Letterario

di Palazzo Bonarettipresentazione del libro “LE REGINE DEI CASTELLI DI CARTA con le autrici di Novellara Saranno ospiti gradite Eva Lucenti insegnante Fosca Andraghetti e Marisa Giaroli scrittrici.Animerà l’incontro Liviana Iotti giornalista di Telereggio.

Le regine dei castelli di carta30 autrici di Novellara raccontano….

di Rossella Eunini

LE SCRITTRICI NOVELLARESI

Anna Maria Morini - Bianca Ferrari

Cristina Bartoli - Ebe Mirka Bonomi

Eda Ferrabue - Elisabetta Bartoli

Fosca Soprani - Francesca Redeghieri

Grazia Crotti - Graziella Bussei

Lina Fornaciari Rondini - Luciana Boccaletti

Luisa Torelli - Maria Rosa Barani Verzellesi

Maria Teresa Lombardini

Marisa Bertozzi Copelli- Marisa Saccani

Martina Allegretti- Monica Barilli

Monica Guidetti - Nanda Meschieri

Paola Giovannelli - Pierangela Farina

Sandra Bonazzi - Sara Lanza

Severina Foroni - Silvana Arcieri

Silvana Selogna - Simona Spaggiari

Valda Rigoni

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Percorrendo la strada che dal paese di Santa Vittoria di Gualtieri porta verso Meletole, balzano subito all’occhio, sul lato sinistro, una serie di recinti e attrezzature che richiamano al mondo dei cavalli: in via Fangaglia infatti si trova l’attività di Cristian Simonazzi e Elena Bonatti. Con grande passione ed entusiasmo da oltre vent’anni allevano cavalli “Quarter Horses” (cavalli americani) sellati da monta da lavoro. Il nome richiama alla funzione tipicamente americana del lavoro nelle immense distese americane, dove i cavalli sono spesso utilizzati esclusivamente per il recupero del bestiame. Elena mi racconta che invece nella loro struttura i cavalli sono ospitati e preparati per le più importanti gare del circuito equestre. Testimonianza di ciò l’importante risultato raggiunto a Verona pochi mesi fà, la vittoria del titolo World Champion 2010, il massimo riconoscimento nel settore “a squadre”. Di prestigio anche il piazzamento raggiunto nell’ambito delle “nazioni”, 2° posto dietro solo la Francia. Grande soddisfazione anche per il risultato di Elena nell’importante fiera di settore a Verona, nel “team penning”, categoria Lady, ha ottenuto il 1° posto su

Associazione Sportiva Texas Games nel segno del cavalloElena e Cristian gestiscono insieme l’azienda agricola di famiglia “Cristian Ranch”, allevando cavalli da oltre vent’anni…

di Paolo Bigi

25 squadre partecipanti, al solo secondo anno di partecipazione.Nell’attività dell’associazione sportiva TEXAS GAMES si ospitano a mò di pensione oltre 40 cavalli, curati e allenati da personale con oltre vent’anni di esperienza. Ma oltre a ciò, si organizzano gare e corsi di vario tipo: di “Roping”, di “Team Penning”, di “Cutting”. Texas Games è anche scuola di equitazione per bambini. Il tutto svolto con la priorità del rispetto dell’animale… Elena mi spiega che se il cavallo è curato e felice, l’attività con lui è sicuramente migliore, divertente e più agevole per chi lo monta. Sempre Elena… disponiamo di arena coperta e campo prova, giostra cavalli e vitellaia, insomma tutto il necessario per allevare nel modo più equilibrato possibile i cavalli, e farli divertire insieme ai proprietari e alle famiglie. Infatti durante le esibizioni e gare che organizziamo tutto l’anno, allestiamo anche uno spazio “Club House”, una vero e proprio spazio all’americana dove è possibile mangiare tutti assieme la fantastica carne preparata alla griglia.Per essere informati sulle nostre attività, scrivete a: Email: [email protected]

Settimana donnaRassegna di incontri, mostre e convegni per far emergere le professionalità, le capacità e le inclinazioni artistiche al femminile.

Giovedì 3 marzo ore 20.00 - Circolo Ricreativo Aperto NovellareseCena con prenotazione tavolidalle ore 21.00 Scrivere al femminileLettura spettacolo con performance individuali

Sabato 5 marzoore 17.00 - portici di Piazza Unità d’ItaliaSpettacolo itinerante a cura di NoveTeatro

Domenica 6 marzo ore 11.00 - Museo Gonzaga“Occhi di donne” – Vedere al femminileInaugurazione mostra pittrici novellaresi, fino al 20 marzo

Domenica 6 marzo ore 12.30 – Sala Papa Giovanni Paolo IICorso di cucina interetnica Mondopentola: il pranzo dei matrimoni

Domenica 6 marzo ore 10.30 - Giardino di Piazza Unità d’Italia e Palazzo BonarettiSpettacolo itinerante a cura di NoveTeatro(solo con bel tempo)

ore 16.30 – Sala Palatucci, Galleria S. StefanoPresentazione del libro di autrici novellaresi “Le regine dei castelli di carta”

Giovedì 10 marzo ore 20.30 - Circolo Ricreativo Aperto NovellareseIntrattenimento del gruppo teatrale Taldirò della scuo-la media L. Orsi

Sabato 12 marzo ore 10.30 - Sala Civica A. DaolioConferenza su Velia Valliniin collaborazione con Anpi Novellara

ore 11.00 presso Sala del ConsiglioPresentazione del libro sonoro del Centro Comunale di Musicoterapia “M. Uboldi”

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Dopo l’iscrizione alla colonia CCR, avve-nuta nel primo episodio (vedi “Il porti-co” di Gennaio pagina 15), Giovanni va a scuola per nulla contento di partire. In questo nuovo episodio conosceremo un altro protagonista del musical…Alice! Elisabetta Ruzzi, l’illustratrice del fumet-to che leggerete, nata il 17 novembre in un imprecisato anno sul finire del secolo scorso, è allieva al terzo anno del corso di illustrazione presso la scuola di Comics. Ha frequentato anche il corso di fumet-to presso la Scuola modenese di disegno curato dal maestro Marco Bertulu e ha partecipato al workshop organizzato dalla rivista “Scuola di fumetto” a Roma tenu-to da Laura Scarpa e Alessandro Barbucci (Disney). Nel 2006 in collaborazione con la “Onlus scuola di Pace” di Scandiano ha illustrato “Il virus di Pace” (ed. CREAtiv). Il prossimo mese non perdetevi il terzo episodio dell’antefatto di “ADRIATICO” il musical. Le prove sono già iniziate e finalmente an-che venti ragazzi della scuola media Lelio Orsi potranno partecipare alla realizzazio-ne dell’evento.

Aspettando… il musical

”ADRIATICO”

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Per secoli, fino agli inizi del Novecento, nella bassa reggiana in una società rurale composta prevalente-mente da mezzadri e braccianti affittuari, poveri e anal-fabeti, capitava spesso di “fare San Martino” (“fèr Sàn Martèin” in dialetto) attorno alla metà di novembre. Quello era il periodo dei traslochi, alla fine dell’annata agricola e al principio della stagione invernale, quando i lavori in campagna erano fermi. Spesso il proprietario per ragioni di convenienza decideva di non rinnovare i contratti di affitto dei fondi rustici, dei pascoli, dei boschi, magari affidandoli a famiglie a cui riusciva a strappare concessioni più vantaggiose per sè. A volte lo sfratto veniva comunicato anche solo cinque giorni prima di San Martino. Quindi le famiglie patriarcali, molto numerose e composte da varie generazioni (dal vecchio patriarca, capo indiscusso, all’infante appena nato), caricavano le poche masserizie su un carro trainato dai buoi e vagavano alla ricerca di un nuovo padrone. Per necessità di sopravvivenza dovevano migrare altrove, spesso nel circondario agricolo della Bassa, per accasarsi in qualche altro podere, in attesa del prossimo trasloco. A quei tempi si può parlare di vera e propria migrazione perché anche il semplice spostamento tra paese e paese poteva essere reso massacrante non solo dalla lentezza dei buoi ma anche dal passaggio di più frontiere, in uno scenario dominato da ducati e minuscole città-stato indipen-denti. Poi in tempi più recenti, nel Novecento, molti novellaresi sono emigrati all’estero in cerca di lavoro e non sono più tornati, lasciando affetti e amicizie, per rifarsi una vita altrove.Ovviamente i flussi migratori che stanno caratterizzan-do la Novellara globalizzata sono diversi da quelli dei nostri avi. Però, quando pensiamo ai migranti attuali, dovremmo sempre ricordarci che la stragrande mag-gioranza dei novellaresi oggi agiati in qualche modo proviene da quella migrazione disperata, figlia della miseria più nera. Quasi tutti siamo figli di una società che ha provato sulla propria pelle la faticosa pratica della migrazione, uno degli aspetti più brutali della civiltà contadina. Spesso i migranti contemporanei sono costretti loro malgrado a fuggire da situazioni si-mili. Non solo in Italia, l’immigrazione da alcuni viene vista come una risorsa, da altri come un problema, e non di rado subentra il pregiudizio. Non importa se il migrante è un meridionale italiano o uno straniero, gli stereotipi si possono applicare indifferentemente sia ai “terroni” che hanno iniziato a emigrare da noi molto tempo fa, sia agli stranieri di oggi. In Emilia gli emigranti dal settentrione provenivano soprattutto dal triveneto, mentre dall’Italia meridionale si può parlare di vero e proprio esodo verso il nord. In ogni caso si sfuggiva a situazioni disperate e di estrema povertà che si sono protratte fin dopo la seconda guerra mon-diale, in un Paese ridotto in macerie. Molte sono le reazioni di fronte alla presenza di estranei al tessuto sociale: c’è chi predilige un approccio multiculturale, chi si rifugia in una più o meno velata diffidenza, chi non riesce proprio a fare a meno di esprimere una strisciante xenofobia che a volte si trasforma in aperto razzismo nel nome di una qualche presunta superiorità. Giovani e meno giovani cerchino di capire che se l’Italia va bene, è merito degli italiani, ivi includendo anche quei cittadini ormai italiani che nacquero in posti molto lontani ma i cui figli ormai escono in compagnia con i giovani novellaresi “doc”. Allo stesso modo, se

Novellara, da sempre terra di migrantiVent’anni di immigrazione straniera nel nostro Comune analizzati attraverso i dati degli archivi anagrafici del Comune. Ma guardando indietro, si scopre che fe-nomeni migratori non sono del tutto inediti nel corso dei secoli. La mezzadria costringeva la gran parte delle famiglie reggiane a continui spostamenti da una comunità all’altra, di solito nel circondario della Bassa. Da qui bisogna partire per cercare di capire gli immigrati contemporanei, ai tempi della globalizzazione

di Alessandro Cagossi

l’Italia va male, è per demerito degli italiani. Funziona così ovunque, quindi lasciamo perdere il razzismo e la xenofobia che continua ad avvelenare la nostra so-cietà, come se non ne avessimo già avuto abbastanza in passato. E le giovani generazioni dovrebbero im-mergersi in tutte queste culture presenti sul territorio grazie ai migranti per creare una società cosmopolita, al passo coi tempi e con i ritmi del mondo. E i figli dei migranti cresceranno sempre meno stranieri e sempre più novellaresi. Anche da noi è possibile. Richiede tempo, ma questo sarà il nostro futuro, inevitabile.Certamente è fisiologico che ci siano immigrati che vengono per delinquere. Al riguardo non bisogna tacere il problema dei clandestini, oppure delle in-filtrazioni terroristiche da parte di gruppi islamisti. Questi devono essere trattati alla stregua dei malfat-tori italiani. Ma se il sistema permette agli italiani di aggirare la giustizia, se passa il concetto che sia lecito approfittanrsene delle falle o stravolgerne le regole, e poi di riflesso gli stranieri con cattive intenzioni “be-neficiano” di tale impunità diffusa, allora il problema rimane tutto italiano. Peraltro i numeri, nonostante spesso l’opinione pubblica sia condizionata da una disinformazione strisciante e da miti propagandistici destituiti di ogni fondamento, dimostrano che la percentuale di crimini commessi dagli stranieri equi-vale in proporzione a quella degli italiani. E anche le statistiche sulla microcriminalità sono rimaste so-stanzialmente invariate negli ultimi dieci anni, anche se la cultura della paura, l’emergenza sicurezza e il rischio microcriminalità associata alla presenza degli stranieri, qualche anno fa era un cavallo di battaglia di televisioni e media. Si trattava di un’enorme bolla mediatica usata strumentalmente per fini elettorali. Ora se ne parla molto meno, nonostante le cose siano sostanzialmente rimaste immutate. Comunque, a scanso di equivoci, se è vero che sono i fatti da cui bisogna partire per farsi le opinioni, e non

viceversa, allora bisogna ricordare che la legge che tutt’ora regola l’immigrazione è la Bossi-Fini, entrata in vigore nel 2002 promulgata dal governo Berlusconi a sostituzione della Turco-Napolitano emanata nel 1998 dal centro-sinistra. Dopo svariati anni, nel 2009 il governo Berlusconi ha dovuto rimettere mano alle politiche sull’immigrazione con il controverso decreto Maroni sul respingimento dei barconi, il reato di im-migrazione clandestina e la legalizzazione delle ronde. Non se ne parla molto, ma i risultati della Bossi-Fini e i principi del decreto Maroni sono perlomeno discutibili, anche se va detto che i movimenti migratori con-temporanei (così come la tutela dell’ambiente) sono fenomeni globali che interessano il mondo nel suo insieme, quindi difficilmente possono essere risolti da questo o da quel governo, sia in Italia che altrove. Invece, richiedono allo tempo stesso sia un approccio globale come può essere quello dell’Unione europea, a cui si potrebbe dare più poteri nel regolamentare l’immigrazione, sia locale, soprattutto da parte delle nuove generazioni che sempre più vedranno come normale crescere in una società multiculturale. Tornando a Novellara, oggi su quasi 14mila abitanti ci sono oltre 2mila cittadini migranti. Significa che circa un novellarese su sei ha origini straniere (tabella 1). Se si considera che nel 1980 c’erano solo 24 migranti, saliti a 121 nel 1990 e a 554 nel 2000, i numeri nell’ar-co di vent’anni mostrano un aumento esponenziale della popolazione di origini straniere (tabella 3) che inevitabilmente richiede alla comunità novellarese una capacità di adattamento a volte fin troppo veloce, e agli amministratori un impegno costante per regolare efficacemente tali flussi. Nell’arco di due decenni, gli immigrati si sono inseriti in un tessuto sociale di estrazione rurale ma altamente industrializzato e terziarizzato dal settore dei servizi. In tal senso rappresentano una risorsa economica perché spesso fanno lavori che i nostri novellaresi “doc” non vogliono più fare. Molti hanno studiato, sono laureati, ma si adattano a situazione di tutti i tipi. Soprattutto quelli provenienti dall’India e dal Pakistan trovano occupazione in agricoltura e nell’allevamento, mentre molti altri lavorano nell’edilizia o nell’industria come colletti blu. La tabella 1 ci dice che un altro vantaggio sta nel fatto che il trend di crescita registrato in modo costante negli ultimi vent’anni (dagli 11mila abitanti del 1990, ai 12mila nel 2002, ai 13mila nel 2003, e ai quasi 14mila di oggi) è proprio da attribuire alla presenza di famiglie di migranti, sia per i ricongiungimenti, sia perchè fanno piu’ figli di quelle italiane. E’ risaputo che le società con un alto tasso di fertilità sono quel-le che avranno meno problemi in futuro, quindi da

Anno Popolazione a Novellara Cittadini migranti * Percentuale

migrantiIncremento

annuale

1980 11.261 24 0,2%1990 11.294 121 1% +97 **1994 11.299 194 1,7% +731997 11.580 333 2,9% +1391998 11.695 398 3,4% +651999 11.770 447 3,8% +492000 11.874 554 4,7% +1072001 11.899 683 5,7% +1292002 12.119 804 6,6% +1212003 12.520 1.083 8,7% +2792004 12.805 1.263 9,9% +1802005 13.075 1.479 11,3% +2162006 13.177 1.548 11,7% +692007 13.384 1.698 12,7% +1502008 13.548 1.902 14,0% +2042009 13.625 2.031 14,9% +1292010 13.858 2.273 16,4% +242

* Il dato “cittadini migranti” comprende sia i cittadini comunitari dell’Unione Europea sia i cittadini extracomunitari** Incremento decennale (dal 1980 al 1990). (tabella 1)

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questo punto di vista i migranti ci stanno dando una grossa mano. I migranti provengono soprattutto da quattro grandi aree geografiche: Europa centro-orientale, nord Africa, Asia meridionale, e Asia orientale (tabella 4). In realtà ci sono stranieri provenienti da tutti i cinque continenti, America Latina e Oceania incluse, senza dimenticare l’Africa nera; pochi sono invece i migranti comuni-tari appartenenti ad un paese membro dell’Unione Europea. In tutto sono una cinquantina le naziona-lità oggi presenti sul territorio. I primi ad arrivare in gran numero, agli inizi degli anni Novanta, furono i marocchini (agevolati dalla vicinanza geografica) e i vietnamiti (che nel 1990 erano la nazionalità più numerosa). Mentre i primi sono diventati stanziali, i secondi sono praticamente scomparsi. In quel de-cennio è cominciato il costante flusso migratorio degli indiani, dei pakistani e dei cinesi che prosegue tutt’ora. Presi collettivamente, i migranti dall’Asia meridionale (soprattutto indiani e pakistani) costituiscono l’area geografica maggiormente rappresentata nel nostro comune, ma a farla da padrone sono di gran lunga i cinesi, la cui comunità composta da 599 individui è la più numerosa a Novellara (tabella 2). La migrazione dall’Europa orientale è un fenomeno relativamente nuovo cominciato dieci anni fa, associato con le assunzioni delle badanti, un altro lavoro che pochi italiani sono disposti a fare. Infatti non è un caso che la maggioranza di persone provenienti da Romania, Moldavia e Ucraina siano donne (tabella 2) che spesso tra mille sofferenze devono lasciare la propria famiglia per lavorare da noi. Da quando negli ultimi anni pa-recchi paesi dell’est Europa sono entrati nella Unione europea, molte potenziali badanti godono di libertà di movimento su tutto il territorio comunitario, quindi ci

Prime 10 nazionalità iscritte all’anagrafedel Comune di Novellara nel 2010

NazionalitàSesso

TotaleMasc. Fem.

Cinese 313 286 599Indiana 284 222 506Pakistana 235 167 402Marocchina 146 101 247Turca 60 38 98Rumena 25 44 69Albanese 39 29 68Moldava 13 47 60Ucraina 8 48 56Tunisina 15 15 30Totale 1,138 997 2,135

si può aspettare un trend in crescita. Da notare anche che oggi a Novellara ci sono un centinaio di turchi, che pure hanno cominciato a migrare dieci anni fa.Finisco da dove ero partito: non dimentichiamoci dei nostri avi quando si tratta di ragionare di immigrazio-ne. Anche oggi ci sono 326 concittadini novellaresi “doc” che per varie ragioni risiedono all’estero, so-prattutto in Brasile, Argentina, Svizzera e Germania. Pensiamo a come vorremmo fossero trattati all’estero, a che tipo di accoglienza bisognerebbe riservargli per

poi agire di conseguenza nei confronti degli stranieri che pullulano nella nostra comunità. L’emigrazione contemporanea dei novellaresi è un fenomeno poco conosciuto che merita di essere approfondito al pari dell’immigrazione. E infatti il tema dei nostri concittadini residenti all’este-ro sarà l’oggetto del prossimo articolo. Presi assieme, questo e il contributo in uscita a marzo dovrebbero dare un quadro più completo, seppur molto succinto, della società novellarese.

(tabella 2)

(tabella 3)

(tabella 4)(tabella 4)

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A dodici anni dichiarai che in teatro, sul palco, mi sentivo totalmente a mio agio, mi sentivo di essere a casa, semplicemente per il modo in cui il teatro sa produrre calore, sa entusiasmare, rende energia rinnovabile il riso e l’intelligenza della gente. Per questo, non permetterò che la seconda casa di tutti venga svalutata a mera struttura. Di questi tempi si fa presto a pensare la cultura non necessaria. Siamo ancora in tempo per dimostrare il con-trario. Penso che il teatro debba essere inteso come interpretazione attiva della contempora-neità; non solo spazio didattico per eccellenza, ma anche e soprattutto reale fattore di civiltà e di crescita di una comunità. Proprio per questo la proposta teatrale deve essere, sia momento di svago ed evasione che opportunità di riflessione profonda su se stessi e sull’altro. Dall’età greca il concetto di teatro, è inteso come funzione sociale, aggregativa e ricreativa. Il luogo riconosciuto come soggetto storico di comunità. Il teatro è protagonista, portatore di valori nella comunità; dovrebbe essere il punto di riferimen-to di ogni persona che desidera conoscere ed acculturarsi, che vuole riempirsi di emozioni, pa-trimoni e valori che si possono/devono trasmet-tere a tutti, indistintamente. Proprio per questo fare teatro significa investire sull’aggregazione e sulla crescita culturale, mo-rale e civile della nostra comunità.

Un teatro, quindi, di tutti e per tutti, luogo di re-lazioni aperte tra artisti e spettatori. Un luogo fisico ed ideale di superamento dell’in-dividualismo radicale, male ammorbante della nostra società. Credo sia il momento di pensare il caveaux dei Gonzaga in quanto posto della civicità ma-tura, dell’indagine di sé e dell’altro, luogo di crescita e maturazione morale e del pensie-ro, quindi luogo della cultura per eccellenza. Per questo insisto – in prima persona – nel di-chiarare che la cultura ha bisogno di essere valorizzata, ha bisogno di noi, di persone che possano crederci veramente e sappiano capirne le sfumature nei luoghi che la detengono: biblio-teche, teatri, archivi. Desidero impegnarmi concretamente in una prossima rassegna teatrale che possa cogliere le esigenze dei novellaresi; ricca, trasversale ai diversi linguaggi teatrali, con attenzione alla con-temporaneità. Il teatro come fattore di benessere culturale, che insieme ad altri fattori ed indicatori, costituisce la misura della qualità della vita. Nella con-vinzione che vi possa essere una dimensione pubblica/collettiva della promozione culturale. Dopo i lavori di manutenzione, la cittadinanza sarà chiamata a partecipare. Il teatro è di comu-nità, o non è. Vi aspettiamo a teatro, con Novalis…

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Quel sabato mattina, al circolo tennis di Novellara, se ne sono viste di belle… per cominciare l’acqua era bandita, assolutamente vietata qualsiasi bevanda che non fosse buon Lambrusco (qualcuno lo chiamava “il gatorade della nostra terra”) e Parmiggiano Reggiano. Le pause tra un game e l’altro non erano di pochi minuti, ma spesso diventavano pause “aperitivo”, un bicchiere di vino e una scaglia di formaggio. Marco mi ha raccontato che il formaggio era stato portato lì soprattutto per Pandiu, che sembra sia il giocatore con più “attività”, ma alla fine tutti quanti hanno capito che poteva essere utile, forse ci speravano… Ma veniamo alla cronaca, cosa è successo al circolo tennis quel sabato: semplicemente si è svolto il consueto torneo

Le “Tiutatiadi” del tennisSabato 29 gennaio, presso il circolo tennis La Rocca di Novellara, si è svolto il consueto torneo di tennis della squadra dei tiutati…

di Paolo Bigi

vincitori morali). Dopo il pranzo preparato con cura dallo splendido chef Gaio, i giocatori sono tornati in campo demotivati, chiedendo a gran voce il rinvio al sabato successivo. “A telecamere spente” qualcuno ha dichiarato che questa era solo una scusa per tornare al circolo ad assaggiare la pasta col ragù del Gaio !! Beh insomma, ancora una volta il gruppo dei tiutati è riuscito a creare un bellissimo momento goliardico di amicizia e compagnia, coinvolgendo gli appassionati non solo di calcio, ma anche di tennis !!

Venerdì 21 gennaio 2011 si è conclusa sui campi della Bocciofila Novellarese Circolo Arci la manifestazione Memorial Soci in memoria dei giocatori scomparsi che in passato hanno

SPORT/BOCCE

A Rattighieri e Morselli della Dorando Pietri di Carpi il “Memorial Soci 2011”

di Piero Ghidini

dato lustro alla nostra società: Bertazzoni Ada-mo – Bertozzi Romano – Cocconi Enzo – Sgarbi Giacinto – Turci Francesco ai quali, purtroppo, è stato aggiunto Azzoni Giovanni.

di tennis della squadra di calcio dei tiutati, torneo entrato ormai stabilmente nel “circuito del grande Slam dei tornei della bassa”. Presenti anche le telecamere di Sky (su youtube è possibile rivedere le fasi salienti del torneo www.youtube.com/user/TIUTATI) presto allontanate però dal direttore di gara Marco Tondelli, che infastidito dalle troppe domande “sui festini del circolo”, ha invitato i giornalisti ad occuparsi dei veri problemi del paese, ossia allevare più maiali per produrre salami sempre più buoni per le feste dei tiutati. I calciatori professionisti della squadra si sono sfidati a tennis, a coppie… ma ancora non è chiaro quale sia la coppia che ha portato a casa il ricco montepremi finale (qualcuno parla di Dante Veronesi e Taglini Enrico come

Ben 128 coppie di categoria C-D-B divise al pos-sibile, da lunedì 17 gennaio si sono scontrate in diversi campi di gara del circondario. I match conclusivi si sono svolti alla presenza dei famigliari dei giocatori scomparsi, primi sponsor della manifestazione, dove Rattighieri e Morselli della bocciofila Dorando Pietri hanno avuto la meglio contro Cervi e Sozzi della Val d’Enza. Terzi a pari merito si sono piazzati Provenzano - Bonaretti della Riese e Spallanzani – Govi della Città del Tricolore.Ha diretto la gara il sig. Armando Cristofori del Comitato Provinciale FIB di Reggio Emilia.Una bella foto di gruppo dei giocatori finalisti contorniati dai famigliari dei soci scomparsi, scat-tata dal nostro sempre presente Ivan Montanari, chiude degnamente la finale.Il presidente della bocciofila, Giorgio Farina ed i responsabili del settore bocce Franco Guidetti e Giancarlo Razzini ringraziano il numeroso pub-blico, gli atleti, e gli sponsor per questa per noi importante manifestazione.Alle nostre Piera, Nadia, Fausta e Paola, un plau-so alla loro disponibilità e grazia nella gestione del bar, vero perno del buon andamento del nostro circolo.

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19

Sabato 6 febbraio al pomeriggio e per l’intera giornata di domenica nella piscina comunale di Moletolo/Parma si è disputato il “2° Meeting del Ducato-XIX Memorial Barbieri”, manifestazione natatoria inserita fra le iniziative per Parma Città Europea dello Sport che ha visto la partecipa-zione di ventiquattro squadre con 350 atleti alla presenza di un numeroso e caloroso pubblico ad incitare gli atleti che via via si succedevano ai blocchi di partenza. Coopernuoto si è aggiudi-cata il Meeting grazie agli ottimi risultati di molti suoi atleti. Miglior prestazione della manifesta-zione per la Categoria Ragazzi a Erica Varini, atleta in continua crescita, medaglia d’oro nei 200 rana con l’ottimo 2’36’’78, nuovo perso-nale e altro podio nei 100 rana, medaglia d’ar-gento con 1’15’’08. Numerosi i podi conquistati dagli atleti che si allenano nella piscina di No-vellara: tre medaglie per Alice Ferrari, tre bronzi nei 100 e 200 dorso e 200 stile, Valentina Fan-tini bronzo nei 200 farfalla, Martina Reggiani argento nei 200 dorso e bronzo nei 50 dorso,

Coopernuoto, domina al “Meeting del Ducato”

Prossimo appuntamento per questi atleti a Forlì con le finali regionali dei Campionati di Catego-ria Primaverili il 12-13-19 e 20 febbraio.Nella foto: Erica Varini premiata dal responsa-bile della piscina di Novellara Luca Paltrinieri.

di Anna Torelli

Numerosi i podi conquistati dagli atleti che si allenano nella piscina di Novellarara

Domenica 06 Febbraio 2011 si è svolta a Ra-venna la finale della Combinata degli Stili circui-to UISP alla quale hanno partecipato 29 società dell’Emilia-RomagnaSi accede alle finali da una qualificazione che prevede lo svolgimento di tutti gli stili che som-mati nel totale fanno conquistare la finale ai pri-mi 12 in regione per categoria, sesso ed anno di nascita. Nella finale tutti gli atleti effettuano i

SPORT / NUOTO

Emma Brioni medaglia d’oro nella finale regionale “Combinata degli stili”

di Anna Torelli

100 misti. Per UNINUOTO ha conquistato il podio Emma Brioni: medaglia d’oro per la giovanissima at-leta di Novellara, categoria Esordienti A che ha fermato il crono a 1’15’’80.Buoni i piazzamenti di Eleonora Tosi (10^ nei B2) e Lorenzo Ruggero (7° nei B1) che hanno concluso la loro gara con un buon migliora-mento dei tempi individuali.

Gregorio Paltrinieri argento nei 400 stile con l’ottimo 3’52’’51, argento nei 200 dorso con 2’07’’39 e bronzo nei 200 misti con 2’08’’00 tutti e tre nuovi personali, un altro personale con medaglia d’argento per Luca Vezzadini nei 100 farfalla col tempo di ‘57’’32 e altro argento nei 200 farfalla con 2’06’’63. Anche i tre nuovi atleti ragazzi 1° anno di Coopernuoto sono sa-liti sul podio. Axel Nizzoli argento e Filippo Tosi Bronzo nei 100 stile, bronzo nei 200 farfalla per Alessandro Vezzani.Altre fantastiche medaglie dagli atleti Cooper-nuoto di Reggio: Taschini Ida due ori nei 50 e 100 farfalla; Vladislav Pokorejev tre ori nei 50-100-200 farfalla; Giulia Iovino ottimo tempo di ‘28’’09 argento nei 50 stile ed argento nei 100 stile; Matteo Bertoldi due argenti nei 200 misti e 100 dorso, due bronzi nei 100 farfalla e 200 stile; Tommaso Viani due argenti nei 100 e 200 rana; Davide Caroso due bronzi nei 200 rana e 200 dorso; Samuele Perna due bronzi nei 100 e 200 stile.

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In un pomeriggio tipicamente invernale, il 28 gennaio ’11, ci ha lasciati Giampaolo Gozzi, uomo di Novellara in tutto e per tutto. Credo valga la pena ripercor-rere, seppur in breve, la sua storia, la storia di un novel-larese, uno di noi che ha in-terpretato, spesso bene e con successo, quello che anima e

anela nel nostro cuore. Un cuore semplice, ove però albergano sentimenti e valori veri.Da dove partiamo allora?Direi di partire da quel giorno degli anni ’80 quan-do si sparse per Novellara la notizia che la nostra squadra di Basket della scuola media” L .Orsi” aveva vinta la finale nazionale dei Giochi della Gioventù. Quasi da non crederci. Pensate un po’? La micro-comunità di Novellara che spopola a livello naziona-le, mettendo in fila il gotha dell’italica pallacanestro, quella dei blasoni, dei grandi club super titolati, con-clamati, osannati: Milano, Bologna, Roma, Varese, Livorno, Pesaro, Cantù. Che gioia! Che soddisfazio-ne per tutti. Caroselli con le macchine, clacson a go � go, entusiasmo quasi delirante, mancavano solo le campane a distesa che avrebbero vibrato e diffuso il loro annuncio, se ci fosse stato ancora don Bruno Sessi nei pressi dell’oratorio.Uno degli artifici (in qualità di allenatore – accompa-gnatore assieme ad Alice Torreggiani) fu Lui, Giam-paolo, sempre quello che nel bel mezzo degli anni ’60, assieme al prof. Franco Vezzosi, al don del ba-sket (al secolo don Bruno Sessi) e ai vari: Giovanni Davoli, Gianni Bonini, Dante Pirondini, Giancarlo Ta-gliavini, Renzo Bonazzi e altri ancora fondò quella che tuttora è la Pallacanestro Novellara.Narrati così sembrano episodi ancorati ad un pas-sato, bello, avvincente, superato. Invece è storia, è parte vera della nostra storia. Storia che ha a che

fare con l’educazione allo sport, alla sana passione fisico - ginnica, all’aggregazione sui valori, all’oppor-tunità per ragazzi e ragazze di svolgere in armonia un’attività sana e formativa. Storia anche di vittorie sportive emblematiche, come quella dei giochi della gioventù. E di vittorie impensabili che hanno visto la “squa-dretta” dell’oratorio, con i vari Gozzi, Don Sessi, Vezzosi Franco Giuseppe Ferretti, Valerio Davolio, Franco Vivi, Giustino Bernini, Spaggiari Tiziano, Vilmer Ruini, Paolo Mariani Cerati, Massimo Vioni, Massimiliano Folloni, Borziani Mailli, Valentino Bar-toli - tutti al timone della fiera navicella novellarese -conquistare ben tre titoli nazionali C.S.I. categoria allievi, nell’arco temporale tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70. Una storia che racconta anche l’emergere di campio-ni, che nati in provincia sono arrivati a vestire la pre-stigiosa maglia della nazionale maggiore di Basket (Malagoli, Benevelli, Cattini). Una storia tuttora in divenire, perché la Pallacane-stro Novellara è una realtà viva e vegeta, temuta e rispettata.Il basket per Giampaolo è stata una sorta di seconda vita, anzi è stata la vera vita. Una vita però che l’ha visto impegnato anche a livello politico locale: ha fat-to il consigliere comunale nelle file dell’allora D.C., in una consigliatura presieduta dal sindaco Antonio Mariani Cerati, persona che Gozzi stimata tantissi-mo. I ricordi pubblicati sul “Portico”, relativi a Tonino Mariani Cerati e a Marta Beltrami erano (e sono) lì nel suo studiolo tra le carte più preziose e più lette. Di tutto ciò possa darne testimonianza vera e certa.Ma finito un raccolto se ne fa un altro. Ed ecco Giampaolo, assieme ai vari Morandi Giancarlo, Vioni Fabrizio, Mazzoli Giorgio, Lino Soprani, Fabio Sal-varani, Stachezzini Giuseppe, Andrea Sacchi, Davoli Giuseppe, Bertolotti Franco, Giorgio Fontanili, Dallari Ferdinando, Vittorio Tondelli, Dalllaglio Stefano e altri ancora fondare il “Circolo Tennis Novellara”, il

cui primo campo di “battaglia” era presso la pizzeria Colombo. Stagione anche questa ricca di partecipa-zione, presenze in crescita, nuova passione sportiva, possibilità aggregative e di svago offerte a giovani e meno giovani, uomini e donne.Ma il capolavoro di Giampaolo è stato il volontaria-to. Certamente l’organizzazione e il coordinamento del gruppo “Amici di don Tonino” è stato il suo fio-re all’occhiello; fiore che non dovrà sbiadire. Credo però doveroso mettere in evidenza il suo straordina-rio impegno nel volontariato di tipo personale (altra caratteristica diffusissima e molto praticata nel silen-zio e con riserbo a Novellara), svolto giorno dopo giorno a far visite a chi aveva problemi sanitari e non, a cercare un lavoro ad una badante, un alloggio ad affitto sociale per persone e/o famiglie in difficol-tà, un mobile da donare ad uno straniero o ad una famiglia a basso reddito che doveva mettere su casa. E dire che quest’uomo un po’ burbero e spesso as-sillato dalla paura della malattia poco appariva adat-to a consolare, incoraggiare, infondere speranza. Ma invece è quello che ha fatto. Con il cuore in mano, come sa fare la gente di qui. Senza proclami, ma con premura e attenzione.Spesso era in giro sotto i Portici e da buon novel-larese conosceva quasi tutti. Dispensava saluti ma sorrisi pochi. Era difficile carpirgli un sorriso. Spes-so abbiamo parlato del carattere delle persone, del loro passato, del vissuto, delle vicende umane che ci condizionano nel modo di essere e di agire. Mi diceva che fin da giovane ha avuto a fare con alcuni gravi lutti familiari che hanno segnato il suo modo di vedere e leggere la vita.Un’altra nota di merito risiede nel lavoro fatto a sup-porto del prof. Vittorio Ariosi, quando collaborò atti-vamente e tenacemente alla raccolta dell’immenso e prezioso materiale che formò (e speriamo torni a formare) il Museo della Civiltà Contadina, una delle tante eccellenze del nostro ricco patrimonio storico - artistico. Domenica 30 gennaio, il giorno delle esequie, la Collegiata di S.Stefano era gremita. Tanti novellaresi, correggessi, reggiani hanno partecipato portando in omaggio la loro solidarietà. Non era il funerale di un notabile, di un uomo importante, di un cosiddetto Vip. Era l’estremo omaggio ad un uomo perbene. Ad un uomo che ha fatto del bene e che nelle po-che righe di ringraziamento e di profonda gratitu-dine lasciate in dote all’amata Famiglia, ha esposta un’unica raccomandazione rivolta agli adorati nipoti: siate onesti e leali. Giampaolo è stato senza dubbio onesto (onestissimo) e leale; caratteristiche: lealtà e onestà spese per il bene della sua Famiglia, per arrecare prestigio alla nostra cittadina e per aiutare concretamente chi aveva bisogno.

Ci ha lasciato l’amico Giampaolo GozziUn’uomo che ha messo al centro della sua vita alcuni valori fondamentali: l’ amore per la famiglia, l’attaccamento allo sport di base (quello dove non girano interessi economici),il senso di responsabilità verso la comunità, desiderio e bisogno di essere utile agli altri; valori e principi che messi insieme ci raccontano una storia personale, quella di Giampaolo, che racchiude in se la stessa essenza della nostra gente, degli uomini e delle donne di questa terra, di questa nostra piccola – grande Patria.

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Il “Gruppo Amici di Don Tonino” è un’associazione nata in via semplice a Novellara, avente la finalità di raccogliere risorse da destinarsi (direttamente e senza intermediari) al Padre Antonino Manzotti (Don Tonino) che svolge la sua attività missionaria in Congo da quasi 50 anni.Qual è il motivo che tiene vivo il rapporto tra Novellara e questo missionario?Don Tonino Manzotti, subito dopo l’ordinazione sacerdotale, ha svolto la sua attività pastorale nella nostra cittadina, in appoggio a Don Gino Andreoli.Il mitico don Lametta (era così chiamato per la forma esile del suo corpo) entrò subito in sinto-nia e nel cuore dei giovani che allacciarono con Lui un rapporto vero, fondato sul rispetto per il sacerdote ma anche sull’amicizia che nasceva spontanea frequentando e conoscendo il “curato” dell’oratorio. Dopo cinque anni di azione pastorale e formativa dei giovani, la sua spiritualità lo portò a chiedere di essere ammesso nell’istituto Missionario dei Saveriani di Parma, quale primo passo per realizzare compiutamente la sua vocazione che era ed è quella di portare il Vangelo in terra di missione. Di lì a poco don Tonino approdò in Congo (allora Zaire dopo la fine del periodo coloniale Belga; poi di nuovo Congo per le vicende, note ed oscure, collegate allo sfruttamento delle ricche giacenze minerarie dei quelle zone) e iniziò un’intensa, fertile, incessante azione di diffusione della parola di Dio e di aiuto umanitario alle popolazioni, che il suo continuo peregrinare portava a trovare sul suo cammino; popolazioni spesso in preda a fatti dolorosi: guerre, carestie, privazioni, emergenze sanitarie. Don Tonino non lesinò e non lesina di mettersi al servizio dei più deboli, delle persone che bussano alla sua porta, uomini, donne, bambini che chiedono spesso e solo di poter sopravvivere. Lo diciamo senza retorica, perché offenderebbe il valore umano e solidale di don Tonino e, altresì, offenderebbe la verità. Un fatto clamoroso coinvolse don Tonino nel 1964, quando i ribelli di turno (pagati da chi? Altro mistero irrisolto. Fatto che potrebbe non stupire visti i tanti misteri che tuttora avvolgono le dolorose vicende accadute anche nella nostra nazione) fecero prigioniero Lui e altri religiosi/e, imprenditori e giornalisti occidentali. Per dare forza alle loro richieste di riscatto decisero di giustiziare due persone fatte prigioniere. Don Tonino non era tra i prescelti, ma non esitò spontaneamente e volontariamente a proporsi quale vittima sacrificale del possibile eccidio. Il provvidenziale arrivo di un contrordine evitò la fucilazione. Fece il giro di tutto il mondo una fotografia, pubblicata sull’Europeo, che vedeva don Tonino in ginoc-chio con il fucile puntuto alla tempia del suo carnefice.A tenere vivo il rapporto tra Novellara e il missionario, contribuirono la fama di questo Padre che parlava d’amore e viveva di stenti (e non è un modo di dire), ma diedero un apporto fonda-mentale persone come Giampaolo Gozzi (coordinatore e organizzatore del “Gruppo Amici di don Tonino”), Pierangelo Davolio (spesso accompagnatore di don Tonino nelle sue visite a Novellara), le sorelle Corghi, Marta e Luisa Beltrami, Virgilio e Marta Lombardini, i fratelli Saltini, i fratelli Giampaolo e Valentino Bartoli, la famiglia Angelo Becchi, Aimone e Dirce Montanari, Paolo e Gianna Santachiara, la famiglia Rossi Giuliano di S.Giovanni, la fam. Ivanno Cavazzoni, Antonella Davolio, preti e religiosi e tanti altri offerenti, benefattori, persone di buon cuore che a Novellara non mancano. In questi giorni un evento triste e doloroso ha toccato la nostra comunità con la scomparsa di Giampaolo Gozzi, vera anima e motore del gruppo. Giampaolo ha alimentato fino all’ultimo le attività del gruppo che si connota anche per il pranzo che annualmente propone per la raccolta fondi; pranzo ideato 10 anni fa da Antonella Davolio, nato a seguito dell’esaltante esperienza di una “Pizza per il Rwanda”, organizzata da Antonella, Don Candido Bizzarri, Tano Lusuardi, Franco Vivi, Marco Ruini, altri. Ora Giampaolo non c’è più ma rimane il suo messaggio di grande spessore solidale, e rimane il bisogno della gente di don Tonino che continua a porgere il braccio nella speranza di un aiuto.Confidiamo che qualcuno raccolga il testimone e continui nella direzione tracciata e nel fare in modo che quelle braccia, rivolte in modo richiedente, abbiamo a trovare una risposta solidale, umana, d’amore. Solidarietà, amore, umanità che rendono ricca e vivibile una comunità.

Giampaolo, anima e motore del gruppo “Amici di Don Tonino”

Foto che ritrae Giampaolo e la squadra vincente il titolo nazionale CSI cat .allievi anno 1970. L’allenatore è Giuseppe Ferretti.

La foto ritrae la “mitica” Siloplast, appena approdata alla serie D nazionale. Equivalente di un’odierna B2. L’allenatore è Franco Vezzosi. Ci sono, oltre a Vezzosi, vari giocatori che hanno fatto grande il basket a Reggio. Enrico Prandi: fondatore dell’attuale Pallacanestro Reggiana. Ferretti, l’allenatore che ha portato il basket a Reggio in serie B. Ergelini, Benassi, Giorgio Prandi, artefici della stagione d’oro della pallacanestro reggiana. Vicino a Giampaolo c’è Mario Bianchi, famoso custode della nostra fossa dei leoni (la Palestra intitolata a Claudio Malagoli).

Anno 1997 - Don Tonino Manzotti e Giampaolo Gozzi

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Rubrica mensile di musica e spettacoli a cura di Luca Lombardini e alcuni amici

ROCKOLTRE

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Un breve pensiero per dire Grazie a Giampaolo Gozzi

Anche Giampaolo Gozzi ci ha lasciato (era lo zio della mia cara, indimenticabile amica Antonella Davolio) ed io mi sento in dovere di ringraziarlo di cuore per tutte le volte (e sono tante) che mi sono rivolta a lui per chiedere consigli e aiuto; è sem-pre stato disponibile e gentile nei miei riguardi e ha sempre cercato di aiutarmi; si è impegnato e adoperato per fare del bene; soprattutto ha raccol-to offerte per Don Tonino in missione in Congo, tre la povera gente. Questo era l’impegno più im-portante per Giampaolo! Mi dava dei consigli uti-li e preziosi in un modo pacato. Era davvero una persona brava, generosa, onesta, sensibile! Amava la sua famiglia, adorava i suoi nipoti e con il suo nipotino più piccolo arrivava in bicicletta fino qui a casa mia; affettuosamente lo chiamava “il bam-bolino”. Nella sua vita si era dedicato anche allo Sport e precisamente alla pallacanestro. Non mi rimane che ringraziarlo ancora una volta e lo sa-luto con l’augurio di riposare in pace, di ricordar-si sempre di tutti noi che l’abbiamo conosciuto, di proteggerci dalle difficoltà quotidiane. La sua amicizia è stata e rimarrà per tutti utile e preziosa. Arrivederci Giampaolo!

Con gratitudine e affetto Maria Grazia Branchetti

Un solo disco. È così. Mi sono lasciato trascinare davvero da questo ultimo lavoro dei Verdena. Il disco si intitola WOW. E mai un titolo fu così azzeccato. Un lavoro veramente enco-miabile. E nono sto usando toni forti. Sono 2 cd, comprato a scatola chiusa per aver letto 2 righe su internet. Poi lo metto nel lettore e ne esce un suono, un groviglio di note, incredibile. Mi sembra di sentire un misto perfetto tra rock, pop, stoner, psichedelia in un registro stilistico senza pari, per un gruppo italiano. Oltre alle chitarre che riecheggiano a tratti i Killing Joke, si odono arrangiamenti di moog, fisarmo-nica, mellotron e tantissimi altri strumenti. Il trio Alberto e Luca Ferrari e Roberta Sammarelli da il meglio di se stesso. Ballate beatlesiane, rock duro alla Black Sabbath, pezzi di solo coro a tre voci e fisarmonica, hit da radio. Insomma, quasi una enciclopedia. C’è davvero di tutto. Io credo che tale ispirazione sia veramente lodevole. Tanto che chiunque li senta ne rimane affascinato, a sentire qualche amico che

lo ha ascoltato, il voto è unanime. Non è un disco da Sanremo sia chiaro. Ma che spettacolo. Non ho altre parole, in rete dicono “la miglior band degli ultimi 10 anni del panorama italiano”. Concordo. Chiudo qui questa rubrica perché mai come stavolta negli ultimi 5 anni che scrivo per il portico mi era capitata una tale “sbandata” per un cd…. A 4 anni di distanza dall’ultimo loro lavoro, registrato in autarchia, e anche bene a livello di suoni in generale, questi ragazzi lombardi hanno davvero fatto un capolavoro. Alla prossima.

Ringraziando il signor Calzari per il bellissimo saluto al nostro concittadino Gianpaolo Gozzi, ci uniamo a lui per ricordare Giampaolo come sostenitore del circolo Tennis ma soprattutto come amico.Sebbene tanto sia cambiato dai tempi del campo di “battaglia” in terra rossa del Colombo, lo spirito che ha animato Giampaolo e gli storici amici del circolo tennis non sembra invece subire mutamenti. Grazie alla volontà forte di rinnovamento dell’attuale consiglio direttivo, unita all’indispensabile collabora-zione dell’amministrazione comunale, il Circolo Tennis della nostra città si prepara ad una nuova stagione con sostanziali cambiamenti strutturali ed organizzativi, volti ad una sempre maggiore soddisfazione delle esi-genze degli sportivi e di aggregazione sociale. E’ infatti stato approvato e sostenuto dalla giunta un

piano per la ristrutturazione dei campi da tennis e della palazzina che ospita gli spogliatoi e la sede del circo-lo. I lavori previsti comprendono la costruzione di una struttura fissa in legno per riparare il campo 3 (unico attualmente all’aperto) e la copertura della superficie di gioco con un manto più idoneo al suo utilizzo da parte degli sportivi; il rinforzo del telo di protezione dell’attuale campo 2 con sostituzione del manto lo-goro, l’adeguamento normativo ed il rinnovo della palazzina ed altre migliorie dell’area verde. Il progetto è senza dubbio ambizioso, ma altrettanto necessario per sostenere la fervente attività sportiva ed il suo po-tenziale incremento futuro. Gli impegni agonistici, infatti,sono già nel pieno delle attività, sia per i più piccoli che per i tenni-sti adulti; tra questi ricordiamo i recenti successi al

Torneo Provinciale di Albinea dei nostri soci Rossano Gallingani, vincitore della categoria 4NC e dell’istrut-tore Paolo Tagliavini che si è giocato la finale della ca-tegoria Over 45 della stessa manifestazione sportiva, dovendo cedere il primo premio ad un noto e temuto avversario. Si stanno inoltre svolgendo altre competi-zioni a squadre, tra cui il Trofeo Nonantola, il Trofeo Montecchi per la categoria maschile; sono infine nella programmazione sportiva del Circolo anche i Tornei di 4° categoria FIT. La competizione femminile, che por-ta annualmente a Novellara decine di partecipanti da tutta la regione, prenderà il via il prossimo 27 febbra-io per concludersi l’8 marzo, in occasione della Festa della Donna. A seguire si svolgerà l’analogo Torneo maschile che nella scorsa edizione ha contato oltre 100 iscrizioni. A conferma della duratura partecipazio-ne dei soci all’attività agonistica del circolo, vorremmo sottolineare l’iscrizione di 5 squadre, tre maschili e due femminili alla edizione 2011 della Coppa Italia, allena-te e sostenute dall’istruttore Paolo Tagliavini. Non ci resta che salutare tutti i novellaresi e offrire un caloroso invito a partecipare alle manifestazioni spor-tive, in programma per la primavera, del circolo tennis “la Rocca”.

Rinnovo e memoria del Circolo Tennis La Rocca

di Anna M. Ferrari

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La Voce di S.Maria e S.GiovanniPagina a cura del Gruppo volontari S.Maria e S.Giovanni

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Il negozio, costituito nel 1958 e tuttora operante, è stato condotto sino al 1983 da Rina ed Enea Ligabue, due figure molto conosciute sia in paese sia nelle vicine frazioni di S.Giovanni, S.Tomaso, Villa Seta e S.Michele, che costituiscono il naturale “bacino” d’influenza del negozio.La strategica localizzazione della privativa, dotata di un’ampia area di parcheggio, ha favorito, nel tempo, una sua progressiva attrattività per tanti residenti e non.Questo piccolo negozio si è rapidamente caratte-rizzato per la ricca offerta merceologica, frutto di “licenze ad ampio spettro” che autorizzavano, in quegli anni, la vendita di “un po’ di tutto”: giornali, Sali, tabacchi, valori bollati, dolciumi, libri scola-stici, cancelleria, fiori, profumi, articoli da regalo, giocattoli, valigeria bauli, bombole del gas, ecc…La potenzialità commerciale di un piccolo eserci-zio di campagna, quale quello della Rina ed Enea, corrispondeva e rifletteva senz’altro abitudini e comportamenti che sono andati, nel tempo, radi- Cento anni fa

nasceva il Dr. Franco Reggiani

Il 13 Febbraio 1911, cento anni fa, na-sceva a Modena il Dr. Franco Reggiani.Dal 1953 al momento della sua morte, avvenuta in seguito ad un tragico inci-dente stradale nell’Ottobre del 1984, è stato medico condotto nelle frazioni di S.Maria e S.Giovanni.Per più di trent’anni è entrato come me-dico, ma soprattutto come amico, nelle case di moltissima gente delle nostre fra-zioni, lasciando un caro ricordo, ancora vivo a distanza di tanti anni, in coloro che lo hanno conosciuto.

La tabaccheria “da Enea”

calmente a modificarsi. Basti pensare, per fare un esempio, alla ridotta mobilità dei consumatori di cinquanta anni fa rispetto agli attuali.Tale circostanza comportava che la soddisfazione dei fabbisogni venisse allora largamente ricercata, e quindi risolta, nell’ambito del luogo di residenza.Non è così azzardato quindi sostenere un affasci-nante parallelismo che paragona la tabaccheria dei tempi della Rina al più moderno supermer-cato.Al divertente, quanto astratto, teorema qui soste-nuto, fa pendant un particolare che, fra chi ha fre-quentato il negozio di quegli anni, forse evocherà situazioni direttamente vissute: da Enea, era nor-male sentirsi dire, qualora non fosse possibile ot-tenere immediatamente l’articolo desiderato, che il cliente, se avesse avuto la cortesia di ripassare all’indomani, avrebbe senz’altro trovato ciò che desiderava.In altre parole, da Enea, un articolo “non manca-va”, era solo “momentaneamente indisponibile”.

Ovviamente per sostenere un’operatività del ge-nere, basata sul principio del “tutto a disposizione nel giro di 48 ore” occorreva un impegno ed una organizzazione dei compiti molto marcata: Rina costante interlocutrice in negozio e a disposizione della clientela, Enea sistematicamente al difuori del negozio perché impegnato negli approvvigio-namenti in base agli ordini ricevuti o, per meglio dire, alle attese dei clienti.Così, in estrema sintesi, la storia di successo di un piccolo, ma allo stesso tempo “grande”, negozio di campagna che, ancora oggi come cinquant’an-ni fa, registra un immutato consenso fra la gente grazie allo spirito imprenditoriale e all’entusiasmo di chi lo conduce.

Il Carnevale alla Scuola Materna di Santa MariaIl Carnevale, con i suoi colori e le sue tradizioni, coinvolge in maniera emozionale il vissuto di bambini e adulti.Il prossimo 3 marzo, il giorno di Giovedì grasso, verrà festeggiato il Carnevale alla Scuola dell’Infanzia di Santa Maria.L’iniziativa, organizzata dagli operatori, si svolgerà in orario scolastico alla mattina.I bambini interverranno tutti in costumi carnevaleschi.Sarà presente Maura Belluti animatrice che già in passato ha collaborato con la scuola nelle iniziative per l’infanzia, narrerà e dammatizzerà una storia che proietterà i bambini in una dimensione fantastica ed emozionale. Gli educatori si ripropongono, non appena sarà pronto il collegamento pedonale fra il piazzale della Scuola e quello dei “Prati della Fiera”, di organizzare sfilate ed altre iniziative che portino la festa a contatto con la popolazione con una importante visibilità sul territorio.Visto che tale infrastruttura rientra già nei progetti dell’Amministrazione, aspettiamo di vedere sfilare i bambini della Scuola Materna chiassosi nei loro costumi di Carnevale.

Nel cuore di S.Maria, all’incrocio tra la Provinciale e le direttrici verso Correggio e Cadelbosco, c’è, da oltre cinquant’anni, una tabaccheria dove probabilmente vi sarà capitato d’andare.

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Robinia o falsa acacia pianta del miele più ricercato

Questa pianta è molto presente in alcune regioni italiane; nel nostro ambiente lo è solo sporadicamente, in particolare sulle scarpate ferroviarie e stradali. In questi ambienti si sfrutta

il grande sviluppo del suo apparato radicale e la capacità di moltiplicarsi con polloni originati dalle stesse radici, per consolidare e rivestire aree smosse e spoglie . Sui terreni poveri e sterili la pianta può svilupparsi anche grazie alle simbiosi che le sue radici sono in grado di instaurare con batteri azotofissatori, in grado cioè di utlizzare questo elemento fertilizzante prendendolo dall’atmosfera.Le capacità di rapido sviluppo e di adattamento ai più svariati terreni le hanno permesso di

diffondersi e di naturalizzarsi come se si trattasse di specie autoctona. Tende a sovrastare le vere specie autoctone, querce , carpini, frassini, sostituendole nelle formazioni boschive e per questo in alcune aree è ritenuta una vera e propria pianta infestante. La Robinia è originaria dell’America del Nord ed è stata introdotta in Europa come pianta ornamentale, per i suoi fiori riuniti in vistosi grossi grappoli bianchi e per il profumo che in concomitanza pervade l’aria dove cresce. Fu il giardiniere dei re di Francia, Jean Robin, che la introdusse in Europa e per questo motivo gli fu dedicata da Linneo in occasione della sua classificazione botanica.La robinia è un albero che può raggiungere dimensioni considerevoli che però viene in genere ceduato sottoponendolo a tagli frequenti per sfruttare il suo sviluppo accelerato. Il suo legno duro e resistente si presta a utilizzazioni esterne, per manici, per tornitura, ma è anche un buon combustibile. I tronchi hanno corteccia screpolata, i rami spinosi, portano foglie composte, formate cioè da tante piccole foglioline. I fiori , nettariferi, sono riuniti in grappoli numerosi, hanno forma particolare (come quelli del pisello) tipica della famiglia delle “Papilionacee” a cui la pianta appartiene. I frutti sono baccelli scuri, persistenti anche dopo la caduta delle foglie, contenenti i semi tondeggianti, bruni e duri. Il nome scientifico, “Robinia pseudoacacia”, oltre alla dedica a Robin, indica la falsità del suo accostamento alle acacie a cui assomiglia solo per la sua spinosità. Questo non ha impedito che tra i nomi popolari oltre a Maruga,Gaggia, Robinia, figuri anche quello di Acacia, riferito soprattutto alla denominazione del miele che le api ricavano dai suoi fiori. Questo prodotto dell’alveare è molto apprezzato per le sue caratteristiche, il colore paglierino, la limpidezza, il profumo e il sapore, tenui e delicati e soprattutto per la sua fluidità persistente, legata all’ alto contenuto in fruttosio (oltre il 60%), zucchero che cristallizza molto lentamente. Se corteccia e foglie di robinia sono un po’ tossici per il contenuto in glucosidi, i fiori sono perfettamente commestibili, tanto che sono utilizzati freschi, per il loro contenuto zuccherino, nella preparazione di frittelle dolci. I fiori, essiccati, presentano alcune proprietà, antispastiche, aromatiche, diuretiche, emollienti e lassative , utili per la preparazione di infusi ma anche di prodotti fitoterapici. Con gli stessi fiori essiccati si prepara un thè stomachico e carminativo(contro i gas intestinali).

Auguri

NICCOLÒ ROSSINI per il suo 7° compleanno.

Lo festeggiano i nonni Silvana e Armando, i cuginetti Alex e Alice, mamma papà e zii.

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VIVERE

Se davvero la vita ogni tanto ci riserva delle pia-cevoli sorprese, io le ho avute entrando in A.A. La mia vita da alcolista attivo in parte rispecchia quella degli altri solo con una piccola nota: gli ultimi due anni, il mio unico pensiero prima di chiudere gli occhi la sera quando andavo finalmente a letto dopo una giornata estenuante passata a nascondermi, a pianificare qualsiasi movimento per procurarmi la bottiglia, a trovare i soldi, a piangere, a mentire, a pensare già per il giorno dopo, a ricordarsi dove si erano cacciate le bottiglie, a bere di nascosto, ad andare in ba-gno per vomitare, dicevo l’ultimo pensiero era di non aprire più gli occhi. L'unica soluzione era quella di morire. Troppo vigliacco e pauroso per ammazzarmi, andavo avanti e tutto ricominciava daccapo Cos'é successo quel fatidico giorno? Se devo essere sincero non lo so e in ogni caso non è importante per me. Fatto sta che alle 20,30 di un sabato sera ho bevuto il mio ultimo bicchiere. Il giorno dopo mi sveglio alle 5,00 e mi dico: «proviamo a rimandare la prima bevuta di qualche minuto», i minuti si sono tramutati in ore e alle 20,30 ero riuscito a rimanere sobrio per 24 ore e poi 48 e poi una settimana e ora sto per compiere un anno di sobrietà. Mi permetto, per questo, di essere orgoglioso, è scoppiata in me come una bomba atomica "IL GRANDE DESIDERIO DI VIVERE " ( perché alla fine ne vale sempre la pena!!!). Alcolisti Anonimi ha avuto il gran dono di farmi aprire gli occhi, la forza di farmi combattere, la pazienza di insegnarmi la via che io considero retta. Sto vivendo una vita diversa, mai conosciuta prima, una vita fatta di poche cose ma importanti, l'amore, l'amicizia e la sincerità verso me stesso e gli altri. Una

vita in cui è importante "accettare le cose che non posso cambiare e il coraggio di cambiare quelle che posso". Non è facile ma sono convinto che solo così potrò stare in pace con me stesso e finalmente a volermi bene, finalmente oserei dire " VIVERE".

Lettere al giornaleAbbiamo ricevuto una lettera dal concittadino Andrea Lasagni, inviata al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Si tratta di una lettera indignata, in cui provocatoriamente Lasagni chiede a Napolitano di to-gliergli la cittadinanza italiana. Crediamo che esprima un sentimento condiviso da molti novellaresi e italiani.Caro Presidente Napolitano, le scrivo per parlarle del mio sempre crescente disagio nell’essere ITALIANO. Sono un ragazzo di Novellara, una cittadina nella provincia di Reggio Emilia. Mi sono diplomato e dal giorno dopo ho cominciato a lavorare. Ho svolto il servizio militare, faccio volontariato presso la Croce Rossa qui di Novellara, un ragazzo che da quando ha 18 anni (ora ne ho 34) non ha mai saltato una singola elezione, nemmeno un referendum. Insomma, sono un ragazzo normale, signor Presidente. Un normalissimo ragazzo che NON NE PUO’ PIU’ DI ESSERE ITALIANO !!! Signor presidente, io non ne posso più di quello che sto vedendo. Non ne posso più di questi scandali e di questi personaggi impresentabili e indifendibili che invece di governarci e di darci un futuro pensano solo a fare feste e festini alla faccia di tutti gli italiani che gia’ da tempo vivono momenti di forti ristrettezze economiche. Ma signor Presidente come è possibile che ci siamo ridotti così male? Signor Presidente come è possibile che altre nazioni gloriose abbiano avuto Winston Churchill, “Ike” Eisenhower, il Generale Charles de Gaulle, i Kennedy, Madre Teresa di Calcutta, Malcom X, Gandhi, Che Guevara, Nelson Mandela. Ma come e’ possibile che gli italiani abbiano invece dimenticato la statura politica di De Gasperi, Benedetto Croce, La Malfa, Moro, Berlinguer, Spadolini, Pertini? Signor Presidente io veramente non ce la faccio più a sopportare tutto ciò. All’estero siamo derisi, di lavoro ce ne è poco, tanto meno di investimenti stranieri. Qui signor Presidente si premia chi delinque e si bastona la povera gente onesta: l’Italia di oggi funziona al contrario. Signor Presidente, io ci ho provato a tenere duro, ma non ci riesco davvero più, e allora le scrivo per chiederle un enorme piacere: SIGNOR PRESIDENTE, PER CORTESIA MI TOLGA LA CITTADINANZA ITALIANA!! Io non voglio essere un connazionale di quelle madri che dicono che le loro figlie fanno bene a prostituirsi ai potenti...io non voglio essere connazionale di quei padri che incitano le figlie a prostituirsi a questi potenti. Io non voglio essere un complice di tutto questo putrido marciume. Se questi sono gli italiani, ancora disposti a farsi rappresentare da personaggi tanto meschini e approffit-tatori, ecco io non voglio più esserlo. Mi rincresce molto dirle queste cose, ma se questa e’ l’Italia, signor Presidente, io non voglio piu’ essere italiano. Signor Presidente, io penso a mio nonno partigiano e mi vergogno di come si è ridotta l’Italia, penso che se fosse ancora vivo ne soffrirebbe ancor più di me. Signor Presidente penso a tutti coloro che hanno dato la loro vita per darci la democrazia e mi sale una rabbia enorme. Signor Presidente ma che futuro potrei mai dare a mio figlio in questo disgraziatissimo Paese? Signor Presidente la prego mi aiuti, mi tolga la cittadinanza italiana, O LA PREGO SIGNOR PRE-SIDENTE, MI DICA CHE C’E’ ANCORA UN MOTIVO PER SENTIRSI ITALIANI, perchè io proprio non lo vedo più. La ringrazio signor Presidente, e mi scuso per il disturbo, ringraziandola per tutto quello che fa per il Paese, signor Presidente !!! Andrea Lasagni (un novellarese come tanti, un ragazzo normale)

LIONS INTERNATIONAL organizza una raccolta di occhiali, sia da vista che da sole USATI (in buono stato), da destinare a chi non può permetterseli nei paesi del Terzo Mondo. Un Tuo sem-plice gesto di Solidarietà aiuterà qualcuno a riacquistare la vista.

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Porta i Tuoi occhiali alla Farmacia Antica, Corso Garibaldi 16, Novellara.

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Dopo la morte di san Giovanni Bosco (1815-1888) non vi era parrocchia in cui non venisse ricordato e proposto il modello educativo “dell’Apostolo della gioventù del secolo nostro…”Anche l’arciprete della Collegiata di Santo Stefano, mons. Enrico Volta (1856–1934) organizzò un in-contro delle famiglie della parrocchia con un sale-siano, per avere informazioni sulla metodologia da seguire per recuperare i giovani che si erano allonta-nati dalla Chiesa. L’incontro ebbe luogo il 4 giugno 1899 con “…con molto concorso di gente”.Era il primo seme sparso nel novellarese. Il 1 set-tembre 1902, il parroco presentò al Comune di No-vellara la richiesta di “…un sussidio di circa trecento lire per l’istruzione ed educazione di povere ragaz-zette frequentanti le quarte e quinte classi da istituirsi nella casa n. 6 di via dei Servi (oggi via G. Penelli,11) e dirette da due suore, ma il Consiglio Comunale respinse la suddetta istanza senza addurre ragione plausibili…”Il parroco, nonostante la delusione sofferta e i pochi mezzi finanziari a disposizione, non rinunciò al suo progetto. Il 20 novembre successivo “… vennero a Novellara tre suore dell’Ordine di San Filippo Neri per insegna-re nelle classi prima, seconda, terza, quarta e quinta elementare femminile giusto secondo i programmi governativi...”. Secondo le intenzioni di mons. En-rico Volta le giovanette dovevano essere “...istruite nella religione, nelle lettere e nel lavoro, pagando una tenue tassa a norma delle condizioni delle fa-miglie e dell’istruzione che le alunne desideravano apprendere”. Il giorno successivo al loro arrivo le suore aprirono le iscrizioni e la settimana successiva

La scuola parrocchiale dell’Infanzia “Augusto e Ida Lombardini”

di Sergio Ciroldi

iniziarono l’attività scolastica per tutte le classi. Il 9 febbraio 1903 le suore trasferirono la loro sede in un fabbricato più accogliente situato al n.7 della Contra-da di Mezzo (oggi via Vittoria di Capua, 7). Questa casa apparteneva all’israelita Vittorio Sacer-doti. Il 21 febbraio successivo, narrano le cronache del tempo, nel teatrino delle suore posto al piano superiore del locale detto il Granarone le alunne re-citarono la commedia in quattro atti intitolata “ I Tre Martiri di Cesarea sotto l’Imperatore Aureliano” e la farsa “Satana”. Negli intervalli degli atti suonò il pianoforte il maestro di musica Antonio Pegreffi. Tutte le alunne “portarono bene la loro parte e furo-no applaudite da un numeroso pubblico…”.Proposte dalle suore, furono successivamente istitui-te nella Parrocchia di S. Stefano le feste di san Filippo Neri e di sant’Agnese (1903). Nel giorno delle festi-vità le suore, alle otto del mattino, accompagnavano le alunne alla chiesa dei Servi di Maria dove “…fu la messa celebrata dall’Arciprete, la comunione delle suore colle alunne, le litanie dei Santi, la benedizione col Santissimo previo Tantum Ergo coll’organo, indi le alunne cantarono un inno in onore di San Filippo Neri (o di Sant’Agnese)…”Il 4 ottobre dello stesso anno le suore con le alunne parteciparono, nella Collegiata di Santo Stefano, “alla funzione alla Madonna del Rosario e alla messa can-tata dalle alunne accompagnate dall’organo, come pure al Tantum Ergo nel pomeriggio cantato da dette alunne…”Nel 1908 le suore si trasferirono nella “… Casa della piccola piazza della Torre di Santo Stefano (oggi via G. Garibaldi n 5) restaurata e adeguata alle nuove esigenze.

Nella stessa casa trovarono ospitalità a piano terra anche il Circolo Cattolico “San Cassiano” e dopo qualche anno la locale Cassa di Risparmio. Le atti-vità scolastiche si svolgevano nella casa adiacente al lato sud della chiesa Collegiata di S. Stefano (oggi piazzale C. Battisti n 2). La canonica in quel periodo si trovava nell’attuale corso G. Garibaldi ai n 52-60. Questi fabbricati di proprietà dell’arciduca d’Austria Carlo Francesco Giuseppe fu Ottone, patrono della Collegiata, erano stati concessi in uso gratuito perpe-tuo, alla parrocchia. Negli anni 1913 e 1914 furono compiuti amplia-menti e restauri ai fabbricati. Le suore dal punto di vista amministrativo e didattico gestivano attività autonomamente. Nel 1930 le suore allargarono l’offerta formativa istituendo, accanto all’insegnamento tradizionale, la scuola d’infanzia e corsi di ricamo e cucito. Nel 1943, in piena guerra, ricorrendo il cinquantesi-mo anno di messa dell’arciprete, mons. Paride Bo-nezzi, un comitato di cittadini eletto dai parrocchiani per le onoranze, si fece promotore di una sottoscri-zione pubblica “Pro Oratorio” di cui si sentiva parti-colarmente la mancanza.I novellaresi aderirono numerosi all’invito dei pro-motori. La sottoscrizione consentì di raccogliere ses-santamila lire. Le suore della Scuola d’Infanzia, ap-partenenti alla congregazione del Beato don Vincen-zo Grossi (“Suore Tondini”) con casa madre a Lodi, dovettero ritornare nei vecchi locali di via G. Penelli 11 per potere lasciare eseguire i lavori edili necessa-ri per l’apertura dell’oratorio. Questa casa era stata donata dal novellarese mons. Francesco Cavalletti (1852 -1921) all’Istituto Artigianelli di Reggio Emilia. La vetusta costruzione denunciava gli anni e un certo abbandono. Nel 1954 l’Istituto Artigianelli, pressato da altre necessità, decise di vendere il fabbricato of-frendolo, preferibilmente, alla parrocchia di Santo Stefano. L’occasione era certamente propizia, biso-gnava non lasciarsi sfuggire l’occasione, pensava il parroco. Ma come fare, la parrocchia aveva pochi mezzi economici a disposizione, e poi le condizioni statiche dell’edificio facevano presumere prossimi costosi interventi. Dopo affannose ricerche e pres-santi inascoltati appelli…, venne la felice ispirazione di chiedere aiuto a un generoso novellarese che con tenacia, fatica e geniale intraprendenza aveva crea-to, insieme ai fratelli, una fiorente industria a Reggio Emilia: il Comm. Adelmo Lombardini. Questo benemerito industriale si offrì di acquistare il fabbricato e di sostenere le spese di gestione della Scuola d’Infanzia. Non solo: fece demolire comple-tamente il fabbricato ricostruirlo di nuovo nonché arredarlo con mobili e cucina moderna. Il progetto è stato redatto dal novellarese Ing. Mario Benati (1902-1987).Il nuovo edificio, presenti il vescovo mons. Giacomo Zaffrani, i fratelli Alberto, Adelmo e Rainero Lombar-dini, titolari dell’omonima industria, il nuovo arcipre-te mons. Gino Andreoli, il sindaco Mariani Cerati An-tonio e una moltitudine di novellaresi fu inaugurato il 27 ottobre 1955. La Scuola dell’Infanzia in quel giorno straordinario fu intitolata ad AUGUSTO E IDA LOMBARDINI.”Con atto del notaio Alberto Prati del 29 dicembre 1967 la ditta LOMBARDINI – Fabbrica –Italiana Mo-tori acquistò da Forghieri Arturo e altri della famiglia, due tettoie e il terreno adiacente al cortile della Scuo-

Il primo settembre 1902, il parroco don Enrico Volta presentò al Comune di No-vellara la richiesta di un sussidio di circa 300 lire per l’istruzione e l’educazione di povere ragazzette frequentanti le quarte e quinte classi da istituirsi nella casa n.6 di via dei Servi (oggi via G. Penelli, 11)....

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la. Questi manufatti furono abbattuti a spese della famiglia Lombardini per ottenere più spazio per la ricreazione dei bimbi della scuola..Infine, con atto del notaio Gian Domenico Serri del 6 ottobre 2000, il comm. Adelmo Lombardini a nome dell’intera famiglia, donò il fabbricato con annessa area cortiliva alla parrocchia di Santo Stefano, rap-presentata da don Candido Bizzarri. Nel 2005 sono stati eseguiti importanti lavori di adeguamento della scuola alle nuove esigenze scolastiche (rifacimento dell’impianto di riscaldamento e dell’impianto elettri-co, ristrutturazione delle aule, nuovi arredi…).Al termine dei lavori il Ministro della Pubblica Istru-zione ha attribuito alla nostra scuola la qualifica di scuola paritaria.Oggi la Scuola per l’infanzia “Augusto e Ida Lombar-dini accoglie circa 120bambini, come appare dalle tabelle che seguono.

Tab. 1 Alunni frequentanti la scuola per l’infanzia“Augusto e Ida Lombardini” di Novellara

Anno scolastico 2010-2011

Masc. Fem. Tot.

Anni 3 sez. “Farfalle” 11 9 20

Anni 3 sez. “Coccinelle” 8 12 20

Anni 4 sez. “Orsetti” 6 13 19

Anni 4 sez. “Coniglietti” 9 10 19

Anni 5 sez. “Delfini” 8 13 21

Anni 5 sez. “Stelle Marine” 9 11 20

Somme 51 68 119

Tab.2 Alunni extracomunitari Anno scolastico 2010-2011

Masc. Fem. Tot.

Albania 1 1

Cina 1 1

India 3 3

Marocco 3 3

Pakistan 1 0 1

Polonia 1 1

Somme 6 4 10

Tab.3 Personale addettoAnno scolastico 2010-2011

Direttrice 1

Insegnanti di sezione 6

Insegnanti di sostegno 1

Ausiliari 5

Volontari circa 10

Rubrica a cura di Giovanni Franzoni

Il Comitato Turistico Novellarese (C.T.9.)alla conquista di Milano

Succede quando si comincia a rovistare negli scaffali pieni di libri, documenti, fotografie, provare un po’ di tristezza perché affiora il passato. Sono momenti belli ma è inevitabile pensare alla “carta d’identità“ che scappa. Ad una considerazione simile è facile dare una risposta: peggio quando non scade più.Nel novembre del 1989 l’instancabile e bravo organizzatore Parmiggiani Paolo, dopo aver preso contatti con l’associazione Commercianti del grande quartiere milanese di Lorenteggio, organizza una impegnativa trasferta per una dimostrazione di come si produ-ce il Parmigiano Reggiano. La partecipazione dei novellaresi fu grande e bella. Il C.T.9. in quel periodo era fortissimo. Una vera macchina organizzativa alla conquista di Milano e i risultati furono eccezionali. Al pomeriggio partecipò anche il sindaco Pillitteri con tanti Assessori. Tutta la stampa diede grande risalto. Le fotografie dimostrano quanto scritto. Peccato che in tale forma di volontariato, dove tutto il paese partecipa, vedi Festa della Trebbiatura, non ci siano stati “appoggi”, anche solo morali, per la auspicata continuità nel tempo.Stessa cosa con la magnifica orchestra “NUBILARIA” che attirò l’attenzione nientemeno che della RAI/TV. Novellara in questo genere di manifestazioni, dal carattere anche culturale, è veramente forte. Spero che in futuro, chi comanda le sorti del paese, riesca a ricuperare il tempo perso e, mi auguro, di superarsi. Forza novellaresi che non è mai troppo tardi. Anche i mezzi economici possono riemergere come una magia!

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Un pizzicotto ai più piccol i e non soloRubrica a cura di Luisa Torelli

“I tre porcellini ”Le fiabe lasciano che il bambino faccia lavorare la propria fantasia e decida se e come applicare a se stesso quanto viene rivelato dalla storia circa la vita e la natura umana.

“I tre porcellini” è una fiaba tradizionale europea di origine incerta. Fu pubblicata per la prima da James Halliwel-Phillipps intorno al 1843, nella raccolta Nursery Rhymes and Nursery Tales, ma fu ripresa certamente da un racconto della tradi-zione orale molto antecedente. Gli stessi fratelli Grimm riportarono nelle loro raccolte una fiaba che, sebbene diversa nei dettagli, appare come una variante di questo racconto popolare: “Il lupo e i sette capretti”. Insieme a Cappuccetto Rosso, I tre porcellini è una delle fiabe che ha maggior-mente consolidato nella cultura popolare la figura del lupo, uno dei personaggi più comuni.

In prossimità di un bosco, vivevano tre porcellini. Per met-tersi al sicuro da un certo lupo che abitava nei paraggi, decisero di costruir-si tre casette.Il più volenteroso si

procurò calce e mattoni, gli altri decisero di affati-carsi di meno e preferirono l’uno la paglia, l’altro il legno. In poco tempo e con poca fatica, la casetta di paglia fu pronta. Ma la debole costruzione non resistette al primo assalto del lupo. Bastò un sem-plice soffio e il porcellino si trovò senza riparo.Impaurito, corse a perdifiato verso la casetta di le-gno. Pensando di essere al sicuro, i due porcellini risero alle spalle del fratello che, con tanto impe-gno e fatica, si era costruito la casa di mattoni.Intanto il lupo non volle darsi per vinto così facil-mente e, dopo una bella corsa, si fermò davanti alla casetta.-Aprite- intimò ai due porcellini. –Vattene, non ci fai paura…- Allora il lupo raccolse tutto il fiato che aveva e soffiò più forte che mai. In un attimo la

porta cedette e ai due malcapitati non restò che cor-rere dal saggio fratello.I tre fratelli fecero appena in tempo a chiudere la por-ta in faccia al lupo. In quel momento i due porcellini, ansanti e ancora spaventati, capirono quanto fosse stato importante il lavoro del loro fratellino. Ora era-no al sicuro, ma come liberarsi del lupo?Il lupo innervosito capì che questa volta non sarebbe bastato soffiare sulla casa, per aprirsi un varco. Si ac-canì allora sulla porta, ma questa, che aveva cardini robusti, non cedette.Il lupo, credendo di essere molto furbo, si arrampicò su un albero e pensò di sorprendere i tre porcellini, entrando in casa dal camino. Nella foga di attuare il piano, non si accorse che il porcellino saggio si era reso conto delle sue intenzioni.Il porcellino gli preparò, svelto svelto, una sorpre-sa. Accese un bel fuoco nel caminetto,aspettò che il lupo scendesse dal tetto e vi cadesse sopra. A que-sto punto il lupo, stanco e bruciacchiato, si allontanò di corsa e non si fece più vedere. Da quel giorno, i tre porcellini vissero al sicuro nella bella casetta di mattoni.

A quale scelta s’ispira la fiaba? Cosa rappresenta il lupo? “I tre porcellini” in cosa differisce dalla favola di Esopo “La cicala e la formica”, che le è affine? Cosa rappresentano i tre porcellini? Lo scopriremo insieme il mese prossimo.

Tutto il mondo, ormai, celebra il 14 febbraio come festa dell’amore. Valentino è per tutti il patrono dei fidanzati e degli innamorati e, a lui, ogni anno, s’ispira il tradizionale scambio di biglietti affettuosi e di doni simbolici. In realtà, se consultiamo il calendario, troviamo che il 14 febbraio è dedicato ai santi Cirillo e Metodio .Ma allora, da dove arriva Valentino? La risposta è nel Martirologio Romano: il 14 febbraio è il compleanno di Valentino, vescovo di Terni, che morì martire sotto l’Impero Romano. Pare che questa associazione derivi dal fatto che Valentino avesse aiutato le giovani fanciulle po-vere a crearsi la dote, per andare spose ai loro amati. C’è, poi, una coincidenza di calendario: verso la metà di febbraio il sole comincia a riscaldare la terra, facendo sbocciare i primi fiori e, l’analogia con la nascita dell’amore, diventa evidente. Nel Medio Evo, in Francia e in Inghilterra, si diceva che il 14 febbraio si accoppiassero gli uccelli .Da lì, divenne un giorno simbolico e quindi nacque il detto che, a “S.Valentino ogni Valentino sceglie la sua Valentina”

ARRIVEDERCI al MESE di MARZO.

Siamo nel mese di febbraio e parleremo, in modo particolare, del CARNEVALE e di tante tradizioni che lo caratterizzano.

Si può dire che ogni anno faccia sempre una brutta fine: chi lo brucia in piazza, chi lo getta in un burrone, chi lo affoga in mare, chi lo abbandona in aria con una mon-golfiera. Il personaggio in questione è “Sua Maestà” IL CARNEVALE, la figura-rito più amata della tradizione popolare. Innanzitutto: da dove viene questa parola strana, “CARNEVALE”? La parola è latina, da “carnem levare”, cioè abolire la carne ed era riferita, in origine, al 1° giorno di Quaresima, in cui iniziava il digiuno cristia-no in vista della Pasqua. Già dal Medio Evo, il Carnevale fu sentito come contrap-peso in vista dell’imminente penitenza. L’abbondanza, soprattutto nel cibo, nelle danze, nelle recite, era tale da fare invidia alle nostre frittelle e ai nostri travestimenti.A Venezia si creavano maschere di cartapesta già nel 1200: le più popolari erano quelle di Pantalone.Ci sono anche maschere senza la bocca: a Venezia, in-fatti, chi si maschera non deve parlare!Il CARNEVALE è la festa dei colori: si lanciano corian-doli o stelle filanti o, come in India, polveri colorate. In India, le maschere servono anche per difendersi: le tigri attaccano alle spalle ma, se vedono una maschera che le osserva, hanno paura.Anche la tigre è mascherata: la sua pelliccia a strisce serve per confondersi con l’erba alta. Molti altri animali, per salvarsi la vita, si mimetizzano. Il camaleonte, in questo, è il più bravo!

Il CARNEVALE, nel Seicento, (Barocco), raggiunge il suo massimo splendore ed eleganza: iniziano a nascere le maschere regionali della commedia dell’Arte. Gianni Rodari ha dedicato loro una bella poesia:

“IL VESTITO di ARLECCHINO”Per fare un vestito ad Arlecchino Ci mise una toppa Meneghino,ne mise un’altra Pulcinella,una Gianduia, una Brighella.Pantalone, vecchio pidocchio,ci mise uno strappo sul ginocchio,e Stenterello, largo di mano,qualche macchia di vino toscano.Colombina che lo cucìFece un vestito stretto così.Arlecchino lo mise lo stessoMa ci stava un tantino perplesso.Disse allora Balanzone,bolognese dottorone:“Ti assicuro e te lo giuroChe ti andrà bene il mese venturoSe osserverai la mia ricetta:un giorno digiuno e l’altro bolletta”.

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Rubrica a cura della dott.ssa Roberta Bocedi

Medicina veterinaria per cani e gatti

IL MICROCHIPCos’è il microchip e a che cosa serve? Il microchip è un piccolo circuito integrato, grande più o meno come un chicco di riso, che contiene un numero di identificazione che può essere letto da un apposito lettore. Viene applicato sotto la cute degli animali con un’iniezione, senza necessità di anestesia. Il microchip è stato introdotto come sistema di riconoscimento ed identificazione dei cani (ed altri animali) al posto del tatuaggio. Già una legge del 1991 (281/91: Legge quadro in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo) prevedeva l’istituzione dell’anagrafe canina presso i comuni o le U.S.L. e l’utilizzo del tatuaggio come mezzo per identificare i cani. Il tatuaggio è poi stato soppiantato dall’applicazione del microchip, che presenta il vantaggio di non sbiadire o cancellarsi con il tempo e di essere di veloce ed indolore applicazione e lettura. Così, una normativa più recente (ordinanza 6 Agosto 2008 del Ministero della Salute e delle Politiche Sociali) rende obbligatoria l’applicazione del microchip a tutti i cani, nel secondo mese di vita, salvo che gli animali siano diversamente identificati. Per esempio, cuccioli provenienti da allevamenti possono ancora avere il tatuaggio auricolare come mezzo di identificazione. Lo scopo della legge è di promuovere l’identificazione di tutti i cani presenti sul territorio nazionale per cercare di arginare il fenomeno dell’abbandono dei cani che alimenta il randagismo degli stessi con tutti i possibili problemi correlati: diffusione di malattie infettive, incidenti stradali, possibili casi di aggressione da parte di cani rinselvatichiti, etc.Per il proprietario il microchip diventa inoltre un utilissimo strumento per rintracciare il proprio cane in caso di smarrimento o furto. Canili, polizia municipale e veterinari sono tutti in possesso dell’apposito lettore che, rilevando il numero identificativo e ricercando lo stesso nell’archivio regionale, permette una pronta identificazione del proprietario e la restituzione del cane smarrito.Il microchip può essere applicato solo dai medici veterinari. Gli stessi provvederanno poi alla compilazione dell’apposito certificato di iscrizione all’anagrafe canina che permetterà così la registrazione del cane nel proprio comune di residenza. Questo certificato deve accompagnare il cane in tutti i suoi trasferimenti di proprietà.Recentemente l’a.n.m.v.i. (associazione nazionale medici veterinari italiani) e Frontline Combo education program hanno promosso un’iniziativa per promuovere, su base volontaria, l’applicazione del microchip anche ai gatti e l’istituzione di un’anagrafe nazionale felina. Le finalità dell’iniziativa sono simili a quelle che resero obbligatorio il tatuaggio e/o il microchip, per i cani. Favorire il controllo demografico felino, contrastare l’abbandono e agevolare il ricongiungimento del gatto con il proprietario in caso di smarrimento. Succede anche troppo spesso che i nostri gatti domestici ogni tanto “spariscano”, spesso a causa di incidenti di vario tipo. La decisione di far applicare anche al proprio gatto il microchip può perciò risultare molto utile in caso di smarrimenti o ritrovamenti di gatti smarriti, feriti, o altro. Generalmente sia i veterinari che i canili o i gattili o altre strutture di accoglienza sono in possesso del lettore che consente il rilevamento del codice di identificazione contenuto nel microchip del gatto, permettendo così di rintracciare il proprietario. Questi microchip si possono trovare presso i medici veterinari che hanno aderito all’iniziativa ed il microchip viene applicato con le stesse modalità di quello dei cani, solo in una posizione leggermente diversa.

Si sono tenute nel mese di gennaio le votazioni per eleggere il nuovo consiglio di Amministrazione del Circolo Ricreativo Novellarese. Il Circolo Ricreativo conta attualmente 350 soci; il loro voto ha determinato la composi-zione del nuovo consiglio che risulta essere il seguente: Selogna Silvana Presidente - Bartoli Emanuela vice Presidente - Bartoli Paola consigliere - Pederzoli Luigi consigliere - Costoli Valdemiro consigliere - Brioni Aldo consigliere - Magnanini Manuela consigliere - Morini Ivonne consigliere - Bigliardi Loris consigliere - Collegio Sindacale: Pizzetti Giulio e Fontanesi LeoIl presidente uscente, sig.ra Magnanini, nella prima seduta di insediamento del nuovo consiglio ha colto l’oc-casione per ringraziare tutti per la bella esperienza fatta al circolo dove ha avuto modo di conoscere persone disponibili alla collaborazione e validissimi partner dei tanti progetti realizzati insieme; si è complimentata con i nuovi eletti e salutato i componenti riconfermati auspicando una nuova stagione ricca di stimoli e esperienze nuove. Tra queste, ha citato la “neonata” università della terza età che da settembre, con l’apertura del nuovo anno accademico, dovrebbe eleggere proprio il circolo ricreativo sede dei propri incontri come ideale continua-zione dei corsi di scrittura dello scomparso prof. Benassi. Questa proposta si aggiunge alla già ricca offerta di corsi proposti dal circolo : ginnastica, ricamo, maglia, danza.

Eletto il nuovo consiglio di Amministrazione del Circolo ricreativo aperto Novellarese

I calcoli salivari rap-presentano una delle patologie più comuni delle ghiandole salivari maggiori.La più colpita è la ghiandola sottomandi-bolare (80-90%), se-gue la ghiandola parotide (5-20%), e più raramente la ghiandola sottolinguale (1- 2%). I calcoli salivari sono più spesso unici, si possono localizzare all’interno dei canali secretali o nella com-pagine delle ghiandole.Si formano dalla deposizione di materiale inorganico attorno ad un nucleo organico e possono raggiunge-re un diametro di tre centimetri.CLINICAIl segno che caratterizza la sialolitiasi è l’assenza di fuoriuscita di saliva dallo sbocco del dotto escretore della ghiandola. Nel caso il calcolo ostruisca il dotto si riscontra una sintomatologia acuta (colica salivare) con l’aumento di volume della ghiandola in occasio-ne dei pasti. E’ comune il dolore che si risolve lon-tano dai pasti. Sovrainfezioni batteriche possono fa-vorire la formazione di pus con comparsa di febbre.Nel caso il calcolo sia localizzato nel parenchima ghiandolare può comparire senso di tensione duran-te i pasti.INDAGINI STRUMENTALIL’indagine più consona per confermare la presenza di un calcolo nelle ghiandole salivari è l’esame ra-diografico. Nel caso il calcolo sia radiotrasparente è opportuno procedere con una ecografia.Con una sialografia si riesce con esattezza a stabilire la posizione del calcolo: consiste in una opacizzazio-ne dei dotti salivari con l’utilizzo di un liquido radio-paco idrosolubile che viene iniettato all’interno dei dotti stessi.L’endoscopia consente la diagnosi e la terapia attra-verso la rimozione del calcolo.TRATTAMENTONel caso non vi siano segni di infiammazione il trat-tamento consiste nella somministrazione di farmaci spasmolitici e nella assunzione di acqua oligomine-rale: spesso si ottiene la fuoriuscita spontanea del calcolo. Nel caso non si assista alla fuoriuscita del calcolo, si procede alla rimozione chirurgica dello stesso che è indicata quando quest’ultimo è situato nei due terzi anteriori del dotto.Quando l’accesso chirurgico è troppo indaginoso, si può procedere con la litotripsia al fine di ridurre dimensionalmente il calcolo e di facilitarne la fuoriu-scita attraverso il dotto escretore.Con la sialoendoscopia ci si porta all’altezza del cal-colo per via duttale e lo si asporta.Nel prossimo futuro si potrà utilizzare il laser a CO2 per frammentare il calcolo e provocarne come con la litotripsia le vie naturali.Al termine del trattamento vengono programmati controlli semestrali per due anni a seguire.

Il trattamento della sialolitiasi

Dr. Luca Minghetti

EDUCAZIONE SANITARIA

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REDAZIONE: VIALE MONTEGRAPPA, 54 NOVELLARA (RE) TEL. 0522/654447

Direttore responsabile: Dino Medici Proprietario: Circolo il Contemporaneo

Capo Redattore: Paolo Paterlini Redazione: Marco Villa, Giovanni Franzoni, Giovanni Panini, Paolo Bigi, Simone Oliva,

Sara Lanza

Impaginazione: Ci&Wi Corso Garibaldi, 36 Stampato presso Tipolito Lugli Novellara via Prov.le Nord, 20/C

Il contenuto degli articoli firmati esprime l'opinione dell'autore e non necessariamente quella della redazione

mensile novellarese d'informazione Autorizzazione Tribunale Reg. stampa RE nº589 del 7/12/89

Sped. in abb. post. comma 27 art.2 Legge 549/95 - Fil. RE gr.III 70%

In memoria di Ferro BrunaCarpi Silvana, Semeghini Milena e Gabriella, Soprani Fosca, Storchi Ebe, fam. Passarella Danilo, Fam. Bartoli Aldino, Gentilini Luisa, Braulli Pia, Fam. Nironi

In memoria di Fantuzzi Orobella Le Famiglie di viottolo Vandelli: Maria Montanari, Gilocchi Ilde, Giancarlo Maris, Lorenzo, Barilli Fabio e Abramo. Fam. Spaggiari Paolo e Fabrizio, Neviani Rosa, Casali Paola, Fam. Spaggiari Silvano e Tiziano

In memoria di Crotti Mida Fam. Gazzini Giuseppe e parenti

In memoria di Bocchi BrunoLombardini Dante, Franco, Deanna, Ivanna, Clara, Luciana, Bocchi Maria Luisa, Graziano, Orlandini Delfo, Silla, Paola, Pavarini Angela.

Offerte in favore dei servizi Istituzione “I Millefiori”

AVIS INFORMASabato 12 e domenica 13 marzo 2011, presso la sede AVIS di Novellara, ci sarà la consueta donazione di sangue.

Presentarsi dalle ore 7,30 alle 11,00Alimenti permessi prima della donazione com-presi gli esami annuali: acqua, camomilla, caffè, spremute, il tutto senza zucchero.Evitare tassativamente latte e suoi derivati.

RINGRAZIAMENTOL’AVIS ringrazia la Bocciofila Novellarese e la si-gnora Meschieri Novella che con generosità han-no donato a favore della nostra Associazione.

Il Segretario Piero Ghidini

Cav. Egisto FestantiSezione Comunale Di Novellara

Le TrecciaioleQuesta raccolta di foto di un lavoro antico come “l’Arte di Fare la Treccia” è il frutto di quasi un anno di lavoro. Per poterlo fare è stata fondamentale la partecipazione degli anziani della Casa Protetta “Don Pasquino Borghi”. Questa raccolta è legata alle loro memorie, al riaffiorare dei loro ricordi e al rivivere momenti legati al passato. I protagonisti: Elda Bondavalli, Erminio Corghi, Franca Tondelli, Gino Tondelli, Ines Fregni, Ipres Parmiggiani, Leondina Grazioli, Leo-nildo Bigi, Maria Lugli, Vanda Andreani, Zuma Parmiggiani.

Nell’estate si potevano seguire queste donne, sedute “insèma a ‘na scraneina basa”. Appog-giati al muro “long al Conveint”, “sotà al portegh ed S.Lucia”, “al portghèt” o in Cantarana. La paglia bagniata diventava bianca e propagava nell’aria il gradevole profumo del pioppo dopo il temporale. Un mazzetto di paglia era tenuto fra il mignolo e l’anulare, le altre dita incrocian-dosi piegavano le trecce con velocità impressionante fino a raggiungere i “34 Pas” “al pas” era l’unità di misura, successivamente veniva stirata con “la rudleina”.

L’arte di intrecciare le paglie “l’è vècia c’me al loi”. E’ considerato il primo lavoro a domicilio per conto terzi arrivato a Novellara. Questa attività ha sfruttato ma anche sfamato centinaia e centinaia di persone nel nostro Comune. Queste donne chiamate “paiaroli”, rimaste sulla bocca di tutti e considerate le più famose, sono “la Luigina ed Coconi” e “la Mora ed Mirlon”.

Le Trecciaiole sono rimaste per noi novellaresi figure caratteristiche. Lavoravano “in rigolin” a testa alta mentre piegavano le paglie erano solite “spetegler” su ogni passante, che subiva “na critica”. A ricordo di queste donne, riviviamo per un attimo quei pettegolezzi, frasi dette a mezza voce, rimaste simbolo del pensiero...“dla gent de Nvalera”.“La lo, le tant avar che per sparer i fasolét al s’pules al nes con i di”. “Veh! La lo, che mestér fal? “Al mestèr ed miclas, magner bèver e ander a spas”.

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ZINI GIUSEPPINAAd un anno dalla scomparsa

sei sempre presente nei nostri pensieri.I figli Lorenzo e Fabrizio e i tuoi cari.

BIANCA GOZZI

Il ricordo oggi, domani, sempre. Anna, Illic, Angela e Giulia

BRUNO TAMPELLONI SANTE TAMPELLONI GINO MORELLINI(CLAUDIO)

Il tuo ricordo ci accompagnerà per sempre. Nell' 11° anniversario della scomparsa la moglie Pia e i figli Giulio e Roberto.

AGIDE BENEVELLINel 20° anniversario della scomparsa lo ricordano con affetto la moglie Elena e i parenti tutti.

LEARDO VERZELLESI

Nel 1° anniversario della scomparsa lo ricor-dano con affetto immutato la moglie Malagoli Wandina, le figlie Roberta e Maria Pia, i generi e i nipoti.

RAUL BECCHISono trascorsi ormai 2 anni dal quell’infausto 17 febbraio, ma la tua presenza è sempre viva in tutti noi. Hai lasciato un vuoto enorme nella tua famiglia e nei tuoi amici più cari. Un abbraccio da Paolo e Nandino Paterlini

ROCCO RINALDIIn memoria di Rocco nel 12° anniversario della scomparsa lo ricordano gli Amici di sempre, Mirco e Sauro.

CARLO NERI (GIGI)Sei sempre nei nostri cuori. I figli Ma-rio, Roberta e Carla, la nuora, i generi e gli adorati nipoti.

GIUSEPPE VILLANel 30° anniversario della sua scomparsa lo ricordano con im-mutato affetto la moglie, i figli, il fratello, il cognato, e le nipoti.

BENATTI PIERINANell’anniversario della scomparsa dei propri cari

li ricorda con immutato affetto la figlia Maria e famiglia.

FIORINI ADALBERTO

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in viale Montegrappa, 54.

GIUSEPPE TONDELLIA 7 anni dalla scomparsa lo ricordano con immutato affetto la moglie Valda, il figlio Marco con Donatella, la sorella Franca e il nipote Matteo.

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Campagnola Emilia via Reggiolo, 22 tel.0522/663508

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di Righi & C.NOVELLARA (RE) P.zza Mazzini, 11/1 (piazzetta)

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