Polizia Penitenziaria - Settembre 2014 - n. 220

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Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. DL n.353/03 conv. in Legge n.46/04 - art 1 comma 1 - Roma aut. n. 30051250-002 www.poliziapenitenziaria.it anno XXI n. 220 settembre 2014 #piazzapermanente

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#piazzapermanente - Rivista ufficiale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

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PoliziaPenitenziarian.220settembre2014

3sommario

Organo Ufficiale Nazionale del S.A.P.Pe.Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

Direttore responsabile: Donato [email protected]

Direttore editoriale: Giovanni Battista de Blasis [email protected]

Capo redattore: Roberto [email protected]

Redazione cronaca: Umberto Vitale, Pasquale Salemme

Redazione politica: Giovanni Battista Durante

Progetto grafico e impaginazione: © Mario Caputi (art director)

www.mariocaputi.it

“l’appuntato Caputo” e “il mondo dell’appuntato Caputo” © 1992-2014 by Caputi & de Blasis (diritti di autore riservati)

Direzione e Redazione centraleVia Trionfale, 79/A - 00136 Romatel. 06.3975901 r.a. • fax 06.39733669

e-mail: [email protected]: www.poliziapenitenziaria.it

Le Segreterie Regionali del Sappe, sono sede delle Redazioni Regionali di: Polizia Penitenziaria-Società Giustizia & Sicurezza

Registrazione:Tribunale di Roma n. 330 del 18 luglio 1994

Stampa: Romana Editrice s.r.l.Via dell’Enopolio, 3700030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare: settembre 2014

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Il S.A.P.Pe. è il sindacato più rappresentativo del Corpo di Polizia Penitenziaria

Per ulteriori approfondimenti visita il sito www.poliziapenitenziaria.it

anno XXI • numero 220settembre 2014

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POLIZIA PENITENZIARIA - Società Giustizia & SicurezzaVia Trionfale, 79/A - 00136 Roma specificando l’indirizzo, completo, dove va spedita la rivista.

4l’editorialeQuando le parole (e le azioni associate)

vengono travisatedi Donato Capece

5il pulpitoChi fa #piazzapermanente

e chi fa #vacanzapermanentedi Giovanni Battista de Blasis

8lo sportTiro a volo: Pellielo e Pintor

campioni del mondodi Lady Oscar

10l’osservatorioMeno tasse, ma tasse per tutti

di Giovanni Battista Durante

6il commentoIn Grecia l’esperienza del Sappe

per il nuovo corso ellenicodi Roberto Martinelli

20crimini e criminaliMaria Tarnowskaia:

la Circe venuta dalla Russiadi Pasquale Salemme

26come scrivevamoGiustizia: una patata bollente

per il DAP o per il Parlamento?di Franz Sperandio

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In copertina: Alcune immagini della manifestazione del 27 agosto a Roma(foto di Vincenzo Coraggio e Roberto Martinelli)

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ISTIFICAZIONE.[fr. mystification, da mystifier‘mistificare] - sost. femm.

1. inganno, imbroglio2. interpretazione tendenziosa edeformante - sinonimo: travisamento

Ho deciso di aprire l’editoriale diquesto numero, ed il SAPPeInforma n.25 del 16 settembre scorso, citandouna definizione del dizionario dellalingua italiana Zingarelli, edizione del2014. Ho, (abbiamo) cercato la definizione piùefficace e pertinente per rappresentarequel che sta accadendo nell’ambitosindacale in materia di sblocco del tettosalariale per le donne e per gli uominiin divisa.La situazione, come è noto, è assaicomplessa ma al contempoestremamente chiara.Da diverse settimane il SAPPE, insiemeagli amici della Consulta Sicurezza (connoi, SAP, SAPAF e CONAPO), è inpiazza per rivendicare lo sblocco deltetto stipendiale delle retribuzioni e pergli avanzamenti di carriera, assegni difunzione.Una mobilitazione che ha raggiunto ilsuo culmine nella manifestazione diRoma del 27 agosto, giorno in cui –pur se in piena estate – centinaia ecentinaia di poliziotti, di penitenziari, diforestali e di vigili del fuoco,provenienti da tutta Italia, si sono datiappuntamento in piazza del Popolo aRoma per manifestare pubblicamente ildisagio delle donne e degli uomini indivisa.Una mobilitazione che ha visto unpresidio permanente di SAPPE eConsulta Sicurezza davanti alla Cameradei Deputati per richiamare i membridel Parlamento sull’insostenibilesituazione, che vede le nostre bustepaga ‘al palo’ da più di 4 anni. E proprio quel giorno, mentre decine e

decine di litri di sangue venivanodonati dai manifestanti all’autoemotecadell’Associazione donatori di sanguedella Polizia di Stato (“...ci avete tolto ilsangue, quel che resta lo doniamo aicittadini...” ), il Ministro della PubblicaAmministrazione Madia annunciava chegli stipendi sarebbero rimasti fermialmeno fino al 2015, a conferma che lamobilitazione e le avvisaglie del SAPPEe della Consulta Sicurezza erano giustee reali. Il terremoto sollevato dalle proteste delSAPPE e della Consulta Sicurezza èstato semplicemente dirompente, comepure avete avuto e avete modo diconstatare consultando i documenti, lelettere e gli articoli di giornalipubblicati in tempo reale sul nostro sitointernet www.sappe.it .Dopo di allora, è successo di tutto e dipiù. La partita stipendiale era piattotroppo ricco per lasciarlo alla ConsultaSicurezza, deve aver pensato qualcuno,e sono allora usciti allo scoperto anchesindacati e sindacalisti che fino adallora erano evidentemente rimasti alriparo degli ombrelloni in qualchespiaggia o in qualche baita montana agodersi le ferie estive...Altro che i videomessaggi o i proclamiroboanti di chi fino a qualche giorno faera a godersi le ferie e a tutto pensavameno che alle proteste per contratti,indennità e avanzamenti di carrierabloccati da anni (come dimostra peraltro anche la loro assenza a diversiincontri politici, quello dell’Ncd daultimo)!Si è scomodato persino il Presidentedel Consiglio Matteo Renzi, cheintervenendo a Porta a Porta su RaiUno(e dimostrando una grave ignoranza suchi è e cosa fa’ il Corpo di PoliziaPenitenziaria – altro che “assistenza aidetenuti”...), ha parlato dirivendicazioni sindacali e minacceinaccettabili ed ha subordinato il

reperimento di fondi per lo sbloccosalariale al ritiro delle proteste.Alcuni hanno deciso di ritirarsi. Noi no: siamo antati avanti.Siamo andati avanti perché lechiacchiere e le promesse stanno azero, perché a noi nessuna elemosinadev’essere fatta ma rivendichiamo solodi avere quel che ci spetta! Lo abbiamo ribadito a metà settembrein una riunione presso la sede delNuovo Centro Destra, partito delministro dell’Interno Alfano, riunionenella quale abbiamo preteso di esserepresenti legittimati dal 43% diconsenso del personale in divisasindacalizzato. Un mese di tempo perindividuare una soluzione concreta allosblocco stipendiale che decorrerebbedal primo gennaio 2015. Questo hanno proposto il coordinatorenazionale Gaetano Quagliariello e ilsenatore Andrea Augello durantel’incontro tra sindacati e cocer presso lasede Ncd. Una proposta che non ci ha convintoperché al momento erano stateindividuate solo parte delle risorsenecessarie (circa l’ottanta per cento) eperché non si è fatta menzione di unoanticipo dello sblocco del tettostipendiale, già da ottobre, comepromesso questa estate dai MinistriAlfano e Pinotti. Senza contare laquestione degli arretrati e nessunimpegno sulla razionalizzazione delleForze di Polizia e sull’accorpamento delDipartimento dei Vigili del Fuoco conquello della Pubblica Sicurezza. Per questo, pur prendendo atto degliimpegni presi da Ncd, siamo rimastimobilitati e in stato di agitazionepermanente confermando l’astensionedal lavoro di due ore per il 23settembre di poliziotti, penitenziari,forestali e vigili del fuoco. Abbiamo incontrato anche ilMovimento Cinque Stelle e, mercoledì17 settembre, il presidente Berlusconi.Restiamo in attesa di una convocazionedel premier Renzi, che nel momento incui scrivo questo editoriale non èancora pervenuta.Per noi la protesta continua, senzaricatti o imposizioniCome sempre dalla parte giusta: la Vostra!

Donato CapeceDirettore

ResponsabileSegretario

Generale del Sappe [email protected]

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Quando le parole (e le azioni associate) vengono travisate

l’editoriale

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n questa strana estate del 2014 (enon solo dal punto di vistameteorologico), insieme ai problemi

di carattere economico e lavorativo,sono arrivate altrettanto stranepolemiche tra chi si è impegnato in#piazzapermanente e chi si è dedicatoalla #vacanzapermanente.Infatti, nei caldi (e bagnati) giorni estivinon si è combattuta solo una “guerra”tra Governo e Sindacati, ma anche una“battaglia” all’interno del mondosindacale tra la nostra ConsultaSicurezza e il “cartello del Siulp” conannessi una ventina di altri sindacati(ni)a far numero. Battaglia nella quale sisono inseriti tanti esponenti politici ascopo squisitamente elettorale. La nostra Consulta Sicurezza, come ènoto, è formata dai quattro più grandisindacati autonomi del comparto, quellodella Polizia di Stato (SAP), quello dellaPolizia Penitenziaria (SAPPE), quello delCorpo Forestale (SAPAF) e quello deiVigili del Fuoco (CONAPO), per untotale di trentasettemilamila iscritti, paria circa il quaranta per cento dirappresentatività. Il “cartello del Siulp” è formato, invece,da ventidue sindacati di vario spessore,molti dei quali sono solo una firma incalce ai comunicati “unitari” chevengono sempre e comunque scritti ediramati dal Siulp di Felice Romano, cheè l’unico (a livello di organizzazione e alivello personale) ad avere un ritorno diimmagine. La “guerra” contro ilGoverno è stata combattuta (mentrescrivo questo editoriale è ancora incorso) per l’abolizione del tetto salarialee dei limiti retributivi impostiall’avanzamento delle carriere e laConsulta Sicurezza è stata impegnataper mesi in trincea, girando l’Italia incamper, scendendo in piazza il 27agosto, mantenendo un presidio fissodavanti Montecitorio e mettendo in attouna clamorosa astensione dal lavoro il23 settembre. In verità, primadell’estate, fonti governative (tra lequali la Ministro Pinotti) avevano fattotrapelare indiscrezioni secondo le qualinon solo l’Esecutivo aveva intenzione dirimuovere il tetto salariale per ilcomparto, ma questo sblocco potevaessere anticipato ad ottobre 2014.Rassicurato da queste chiacchiere, il“cartello dei ventidue” ha così allungatole ferie sindacali fino a settembre.Purtroppo, l’ultima settimana di agosto,come un fulmine a ciel sereno (perloro), è arrivato l’annuncio del Ministro

Giovanni Battistade BlasisDirettoreEditorialeSegretario GeneraleAggiunto del Sappe [email protected]

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5il pulpito

Madia a turbare la#vacanzapermanente, tanto che quellastessa “maggioranza dei ventiduesindacati”, dovendo recuperare un gapquasi incolmabile con la Consulta, hadovuto “spararla” davvero grossaminacciando lo sciopero della Polizia(protesta evidentemente inattuabile perlegge). L’approssimarsi dell’autunno (equindi del 31 ottobre) ha fattorispuntare come funghi le firme di unaventina di sindacati(ni) disposti adaccodarsi a qualunque cosa scritta in uncomunicato congiunto pur di compariree dimostrare, così, di esistere ancora. Malgrado le firme, però, non si èriscontrata alcuna traccia (trannequalche eccezione) di questa pletora disindacati(ni) alle numerose riunioniindette dai gruppi politici per sentire leragioni delle rappresentanze delle ForzeArmate e di Polizia.A questo punto, come direbbe il buonAntonio Lubrano, la domanda sorgespontanea: “Ma se quelli chedovrebbero rappresentare il personale sifanno a loro volta rappresentare, chemotivo hanno di esistere?”Nel frattempo, la Consulta Sicurezza hadeciso di insistere nella battaglia controil blocco degli stipendi ritenendo deltutto insufficienti le promesse delGoverno che fino ad allora si erasbilanciato solo a promettere dirisolvere la questione, senza indicarestanziamento di fondi, decorrenza eeventuali arretrati. Il “cartello dei ventidue”, invece, hasospeso ogni azione subito dopo una“lavata di testa” del Presidente delConsiglio che ha criticato seccamentel’evocazione dello sciopero.Alla fine, il ventidue settembre, èfinalmente arrivata la convocazione delPremier che ha fissato un incontro conle rappresentanze delle forze dell’ordineper il successivo sette ottobre.E’ bastato questo per far rispuntareventidue firme in calce ad uncomunicato di gaudium magnum che,non solo ha venduto la pelle dell’orsoprima di averlo ucciso, ma si azzarda,

Chi fa #piazzapermanente e chi fa

#vacanzapermanente

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ancora, ad attaccare la Consulta rea,secondo loro, di rimanere ferma sulleproprie posizioni fino alla certezzadell’accordo.Insomma, il Siulp e il “cartello deiventidue” non potendo attaccare ilragionamento della Consultacontinuano ad attaccare il ragionatorecon la speranza che i colleghi seguanoil filo delle loro chiacchiere piuttostoche i fatti e le azioni degli altri.Insomma... da una parte ci siamo noi ela nostra #piazzapermanente dall’altraloro e la loro #vacanzapermanente,interrotta solo da chiacchiere epettegolezzi. Per fortuna, però, i colleghinon se le bevono più le chiacchiere edistintivi, o le chiacchiere epercentuali...Tanto alla fine, il 7 ottobre andremo ascoprire le carte del Governo e sapremofinalmente se i nostri sforzi e le nostreproteste hanno prodotto il risultatosperato. Poi ognuno potrà rivendicare lapaternità della vittoria.Purtroppo per loro, però, al di là dellechiacchiere (e percentuali), davanti agliocchi e alle orecchie di tutti i colleghirimangono i tre mesi di protesta inpiazza della Consulta Sicurezza controle tre settimane di chiacchiere ecomunicati del “cartello dei ventidue”.Grazie a Dio, ognuno avrà la possibilitàdi valutare e giudicare il peso chehanno avuto le due cose nella vicenda epotrà decidere da solo a chi attribuire lapaternità della vittoria.Mutuando una frase del collega MarcoMoroni della Forestale: Noi del Sappe non siamo malati diprotagonismo, Noi del Sappe siamonaturalmente protagonisti della storiadella Polizia Penitenziaria.Perché siamo nati con il Corpo, perchésiamo cresciuti con il Corpo e perchésiamo una sola cosa con il Corpo.Secondo voi è un caso se da venti annisiamo il primo Sindacato dela PoliziaPenitenziaria? La matematica non è unopinione e su questo non si puòcontestare né il ragionamento né ilragionatore! H

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l SAPPE prosegue il suo impegnoin ambito internazionale perconoscere i sistemi penitenziari

degli altri Paesi, far conoscere il ruolodel Corpo di Polizia Penitenziariaitaliano, apprendere le modalità dilavoro e di organizzazione delpersonale addetto alla custodia neiservizi detentivi e, quindi, favorire utilie necessari interscambi professionali.

E’ importante ricordare che lo scorsomaggio 2013, a Bruxelles, laConfederazione europea dei sindacatiindipendenti (CESI - ConfédérationEuropéenne des SyndicatsIndépendants), un’organizzazione ditutela europea con membriprovenienti dall’Unione Europea, Statimembri e Paesi associati, ha elettoVice Presidente del Consiglio dicategoria Giustizia Donato Capece,segretario generale del SAPPE, invirtù dell’impegno e dellarappresentatività che il primoSindacato del Corpo di PoliziaPenitenziaria ha raggiunto nella tuteladei diritti dei poliziotti penitenziari inItalia e dei numerosi contatti ecollaborazioni che è riuscito aintraprendere in ambitointernazionale.In tale ottica, dal 9 all’11 settembrescorsi i componenti del ConsiglioNazionale del Sindacato AutonomoPolizia Penitenziaria SAPPE hanno

partecipato ad Atene, in Grecia, auna conferenza di servizio con icolleghi greci del Sindacatoautonomo della Polizia PenitenziariaOSYE (Omospondia SofronistikonYpallilon Elladas) per concretizzareuna sinergica azione di interventopresso le Istituzioni europee sui temipenitenziari.Un importante aiuto, per quanto

concerne gli aspetti organizzativi,l’ha dato l’Ambasciata d’Italia adAtene e, in particolare, l’Ufficiale dicollegamento Interpol per la Grecia,vice questore aggiunto della Poliziadi Stato Giovanni Accardo.E’ preliminarmente interessantenotare ed evidenziare come Italia eGrecia hanno entrambe più detenutidei posti disponibili nelle carceri:circa 54mila e 500 in Italia (dove iposti regolari effettivamentedisponibili sono circa 40mila) e12mila in Grecia (capienzaregolamentare 8mila posti per i 32penitenziari del Paese ellenico).Donato Capece, segretario generaleSAPPE, ha spiegato agli organi diinformazione ellenici, moltointeressati all’incontrointerprofessionale che si è tenuto adAtene: «nella tre giorni greca, a cuihanno partecipato i componenti laSegreteria Generale e i SegretariNazionali e Regionali del SAPPE,

abbiamo trattato l’analisi dei dati el’attualità della situazionepenitenziaria italiana e greca con gliamici dell’OSYE, accompagnati dalPresidente Spyros Karakitsos. Si ètrattato di un importante momento diconfronto e analisi del sistemapenitenziario nazionale ed europeononchè di studio delle iniziative distrategia sindacale che saranno svoltedalla Segreteria Generale e dairesponsabili regionali nei prossimimesi, anche in sede di Parlamentoeuropeo».Nel corso della visita, insieme a unadelegazione degli amici aderentidell’OSYE (Omospondia SofronistikonYpallilon Elladas), abbbiamo visitatoil carcere di Korydallos e quellopsichiatrico di Atene, incontrando escambiando opinioni con il personalein servizio.«Si è trattato di un confronto davverocostruttivo: porremo le criticità dellasituazione penitenziaria grecaall’attenzione del Consiglio diGiustizia, auspicando l’adozione diconcreti provvedimenti a tutela deipoliziotti. Ora aspettiamo gli amicigreci dell’OSYE in Italia per fare loroconoscere la nostra realtàpenitenziaria», ha detto ancora allastampa ellenica Capece, che hasuccessivamente relazionato dellavisita anche i componenti delConsiglio di Giustizia della CESIriunito a Bruxelles il 22 e 23settembre scorsi. Grazie anche alcontributo di Giuseppe Ninu, sostitutoCommissario in servizio presso laScuola di Formazione di Sulmona cheha affrontato una comparazione deisistemi penitenziari dei vari Paesieuropei nella sua tesi di laurea,possiamo approfondire la conoscenzadel sistema penitenziario della Grecia. Va anzitutto detto che numerose sonole fasi riformatrici che hanno segnatoil sistema penitenziario della penisola

Nella fotole delegazioni

sindacali di Italia e Grecia

Roberto MartinelliCapo Redattore

Segretario GeneraleAggiunto del Sappe

[email protected]

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In Grecia l’esperienza del Sappeper il nuovo corso ellenico

il commento

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ellenica, passando dalla legge del1851, più volte emendata, masostituita totalmente solo nel 1989. Il nuovo Codice di regole per iltrattamento dei detenuti entra invigore il 1° gennaio 1990. Gli orientamenti ideologici cui si ispirasono la Costituzione greca del 1975,la Convenzione di Roma sui dirittiumani del 1950, le Regole Standard

sul trattamento dei detenuti emanatenel 1970 dal Consiglio d’Europa e laDichiarazione universale dei Dirittidell’Uomo emanata nel 1948 dalleNazioni Unite. Il nuovo sistema penitenziario grecoriconosce come primo obiettivo ilreintegro del detenuto nella società, ilsuo impiego in attività formative, lagaranzia della dignità di vita e delladifesa dei suoi diritti, anche in galera.Il sovraffollamento è, da sempre, ilproblema più annoso che affligge ilsistema penitenziario greco, e lanuova legislazione prevede una seriedi garanzie volte a migliorare laqualità della vita nelle carceri e lecondizioni di detenzione, assicurandoai detenuti la possibilità di parteciparead attività culturali, sportive oricreative. Su questa premessa si èdiffuso anche un parziale ma efficacesistema di pene alternative. Una sensibilità particolare è quella

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Nelle fotoa sinistra un cellulare all’uscita di uncarcere di Atene

sottoun agente dell’unità cinofiladella Polizia Penitenziariagreca

dedicata ai giovani, ai quali èpermesso di continuare gli studi,universitari e non, anche in carcere.Dati significativi che vanno incontro aicambiamenti del sistema sociale etentano di fotografarne al meglio larealtà. Le carceri greche hanno,infatti, subìto negli ultimi anni unprofondo cambiamento che non harisparmiato neanche la lorocomposizione interna. Se prima deglianni ’90 la percentuale di detenutistranieri non raggiungeva il 3%, oggila stessa si avvicina al 50%. Albanesi,rumeni, russi, turchi, siriani: sonoqueste le etnie maggiormenterappresentate che indicano fenomeniin costante divenire e obbligano leistituzioni a ripensare costantementele linee guida che regolano il sistema. Nonostante queste difficoltà, ilcammino di riforma intrapreso dallaGrecia ha lanciato una promessaambiziosa, ma realizzabile, che passaper la riorganizzazione del sistemacarcerario e la compiuta realizzazionedi una moderna democrazia.Ed è un onore, per noi del SAPPEappartenenti al Corpo di PoliziaPenitenziaria, essere un punto diriferimento, sindacale ed istituzionale,per gli amici e i colleghi grechi.H

il commento

uesto è un libro di un’umanitàsconvolgente, che trasuda inogni pagina di etica e spiritodi servizio nelle accezioni

semantiche più nobili dei termini. E’ la storia della Associazione “GigiGhirotti”, meritoria realtà delvolontariato genovese della qualequest’anno ricorrono i 30 anni dellafondazione (l’Associazione è infattinata nel 1984 per alleviare il dolorenei malati di tumore). E lo faattraverso le parole del suo fondatore,Franco Henriquet, raccolte dal bravogiornalista Enrico Cirone. Costituitaintorno ad un piccolo nucleo di

Ghirotti” lo hadimostrato in 30 annidi partecipazionedisinteressata evolontaristica, cometestimoniano le migliaiadi persone che ad essasi sono rivolte e le lorostorie, alcune delle qualiraccolte in questo libro.Il cambiamentoculturale della societàpassa anche attraverso isimboli. I nomi dellestrade e delle piazze contribuiscono acreare la cultura di un popolo,valorizzando le persone e leAssociazioni degne di essere vivenella memoria. E proprio per questoa Genova, città del professoreHenriquet, si sono mobilitati perchiedere al Sindaco l’intitolazione diuna strada al fondatore dellameritoria “Gigi Ghirotti”.

F. Henriquet e E. Cirone

LA STRADA DI HENRIQUET

CHINASKI Edizionipagg. 160 - euro 15,00

volontari organizzati intorno al ProfessorHenriquet, l’Associazione svolge la suaattività prevalentemente a casa delmalato e, dal 1994, ha esteso l’attivitàdomiciliare anche ai malati di AIDS. La terapia del dolore e le cure palliativeintervengono quando le cure finalizzatealla guarigione non hanno più effetto e isintomi del male portano il malato inquella zona grigia in cui il doloreaumenta e le speranze si allontanano.Venirne fuori è possibile: lapartecipazione, l’amore, l’empatia, lecure palliative e la terapia del dolorepossono restituire al malato la serenitàe la forza per affrontare, insieme con isuoi cari, il difficile cammino che loattende. “Vi voglio raccontare dipersone, di anime innocenti che, messeimprovvisamente davanti a unasentenza spietata, hanno reagito,lottato, aiutato chi li aiutava a realizzarequalcosa”, spiega il professoreHenriquet, che con l’Associazione “Gigi

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traordinario e sempre unicoGiovanni Pellielo: il quattrovolte campione del Mondo e

tre volte medaglia olimpica del Tiro aVolo, nella rassegna iridata diGranada, ha conquistato il bronzo nelTrap, vincendo lo shoot-off contro ilceco Jiri Liptak (15-12). Obiettivo quinto titolo mondialemancato, ma bronzo e qualificazioneolimpica centrati per il fuoriclassedelle Fiamme Azzurre. L’oro è andato allo slovacco ErikVarga, che nel “medal match” per iltitolo ha superato per 15-14 ilbritannico Edward Ling. Oltre al bronzo (la quarantesimamedaglia in carriera), il vercellese haconquistato il pass olimpico per Riocon quasi due anni d’anticipo. E’ bene ricordare che la prossima saràla sua settima Olimpiade. Sette partecipazioni olimpichecostituiscono un traguardo personaleche da solo varrebbe una carriera perqualunque atleta azzurro. Ben lungidall’accontentarsi di partecipare, aquarantaquattro anni, il nostrocampione vercellese in vistadell’appuntamento a cinque cerchicontinua ad avere le stesse ambizionidi medaglia, lo stesso entusiasmo, lastessa passione degli inizi che lo hareso, anno per anno, patrimonio dello

sport italiano e punta di diamante delgruppo sportivo della PoliziaPenitenziaria: “Lavoro ogni giornocome fosse l’ultimo” – spesso ripete.Questo atteggiamento mentale,assieme alla grande umiltà edall’innato talento cristallino, èprobabilmente la ricetta più plausibiledi tutti i grandi risultati collezionati incarriera. Quelli degli ultimi tempi hanno unsignificato particolare per il campionedelle Fiamme Azzurre, dopo la perditadel papà avvenuta l’ottobre scorso:ritrovare gli stimoli, la motivazione ela forza di tornare sui livelli di sempreè stato importante per voltare paginae guardare avanti. Guru ed amico da molti anni, il ctAlbano Pera anche in questa fase èstato un alleato prezioso. A lui e a suopadre Ugo, Johnny ha riservato ladedica speciale del pass olimpicoconquistato per Rio. Oltre al terzo posto nella garaindividuale il Tiro a Volo azzurro haesultato per l’ennesima vittoria asquadre alla quale il campione delleFiamme Azzurre ha contribuito inmodo determinante: con ValerioGrazini e Massimo Fabbrizi, il terzettoazzurro ha raggiunto i 368/375, asolo una lunghezza dall’argentoconquistato dalla squadra del Kuwaitautrice di una brillante prestazione.Terza la Repubblica Ceca con365/375 e, con solo un piattello didifferenza, fuori dal podio la GranBretagna con 364/375. Classifica fossa olimpica M – (1) Erika Varga SVK 124/125 (1Q,SF: 15/15, F: 12/15+5), (2) Edward Ling GBR 124/125 (4Q,SF: 14/15+1, F: 12/15+4), (3) Giovanni Pellielo 124/125(2Q, SF: 14/15+0, F3/4: 15/15), (4) Jiri Liptak CZE 124/125 (3Q, SF:

13/15+1, F3/4: 12/15), (5) RodrigoBastos BRA 123/125+4 (5Q, SF:13/15+0), (6) Lyndon Sosa LUX123/125+4 (SF: 10/15); Classifica fossa olimpica asquadre M – (1) ITALIA (GiovanniPellielo/124-Valerio Grazini/122-Massimo Fabbrizi/122) 368/375,(2) Kuwait 367/375, (3) RepubblicaCeca 365/375, (4) Gran Bretagna364/375, (5) Slovacchia 363/375,(6) Stati Uniti 363/375.

Il successo del capitano delle FiammeAzzurre segue di un mese un altrogrande successo del Tiro a Volo dellaPolizia Penitenziaria. Il Tav Concaverde di Lonato (23/24agosto) ha incoronato infatti GiuliaPintor campionessa mondiale di“fossa universale”, confermandopienamente lo stato di forma cheaveva sfoggiato in tutte le sue ultimeuscite nazionali ed internazionali,battendo tra l’altro, in ben dueoccasioni, la quotatissimacampionessa olimpica in carica JessicaRossi, portacolori delle Fiamme Oro.Come già era avvenuto a Roma 2010,anche a Lonato è stato subito chiaroche le rassegne iridate ospitate inItalia portano bene e caricano alpunto giusto la campionessa sardadelle Fiamme Azzurre: quattro anni fasi portò a casa il primo titolomondiale della sua carriera.Sbagliando meno delle sue avversarie,nella prova individuale Giulia Pintorha chiuso con un totale di184/200.Argento per la spagnola VanesaManjuelo, staccata a 180/200,mentre l’altra azzurra, Bianca Revello,altra azzurra in gara, è arrivata sulpodio a distanza di una misura con(179/200). A Lonato, in un’edizione iridata deirecord in quanto a numero dipartecipanti (oltre 500 in

Lady [email protected]

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Tiro a volo:Pellielo e Pintor campioni del mondo

Nelle foto sopra Giovanni

Pellielo

a destraGiulia Pintor

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rappresentanza di 4 continenti e 15nazioni) erano presenti altri duetiratori delle Fiamme Azzurre,entrambi già titolati nella fossauniversale: Marco Panizza (25° con188/200) e Adriano Lamera (33° con186/200).

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ella 71° edizione della mostradel cinema di Venezia, che si èsvolta come da tradizione al

Lido dal 27 agosto al 6 settembre2014, a calcare il red carpet c’è stataanche una delle più titolaterappresentanti della canoa azzurra edelle Fiamme Azzurre: Susanna Cicali.Il 3 settembre al Centurion PalaceHotel, nella serata che ha avuto perprotagoniste molte delle donne chehanno partecipato al film in concorsoLe Dernier Coup de Marteau, inun’edizione dedicata alla scoperta distili e nuovi outfit come sempre riccadi attori e di sportivi, la nostracampionessa, avvolta da un eleganteabito bianco, con maniche lunghe, hadavvero ben figurato. Con lei anchel’azzurro Thomas De Gasperi,campione di sci nautico.L’Hotel Centurion Palace è una delle

location più importanti del Festival.

Gli atleti hanno preso parte allaserata organizzata a scopo dibeneficienza dal settimanale Diva eDonna. L’occasione è stata anchequella di consegnare deiriconoscimenti come “personaggidell’anno”: oltre a nomi del jet setcome Barbara d’Urso e AnnaTatangelo (insignite di altri premi),anche Thomas Degasperi e SusannaCicali hanno ricevuto il premioTisanoreica 2014. Madrina dellaserata  è stata Filippa Lagerback. Una situazione sicuramente inusualeper dei campioni dello sport. Proprioper questo Susanna, già vincitricedella fascia di Miss Italia Sport ed inun certo qual modo abituata allapasserelle, è riuscita a fare sfoggiocon grande disinvoltura della suabellezza esaltata dal lungo abitobianco che giocava abilmente con letrasparenze. Lady Oscar

sport

Susanna Cicali alla 71° edizione del mostra del cinema di Venezia

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La Polizia Penitenziaria scende in pistaS. Maria Capua V.omplimenti all’’Ass.te CapoPasquale De Masi del Corpodi Polizia Penitenziaria in

servizio presso la C.C. di Arienzo(CE) che da molti anni gareggia suicircuiti italiani. Quest’anno De Masiprobabilmente parteciperà alCampionato Italiano di velocitàinterforze riservato agliappartenenti alle forze dell’ordine.Intanto lo vediamo in allenamentosullo splendido Circuito “Gianni DeLuca” di Airola (BN). Ciro Borrelli

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Nella foto Susanna Cicali

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azione del governo Renzisembrava essere tantoefficace sul piano delle

riforme, quanto scadente dal punto divista della politica economica.Quest’ultima è rimasta tale, mentre laprima non ha ancora dato risultaticoncreti.

Le ultime iniziative annunciate,relative al mondo del lavoro, nonprodurranno nulla di positivo, acominciare dall’abolizione dell’articolo18, un’iniziativa, quest’ultima, tesaesclusivamente a rendere ancora piùprecaria la posizione dei lavoratoridipendenti. L’abolizione dell’articolo18 della legge 300/70, Statuto deilavoratori, che vieta i licenziamentiillegittimi, è solo una forma di tutelaper i lavoratori dipendenti e unvincolo per le aziende a non assumereiniziative arbitrarie e, a volte,discriminatorie nei confronti deidipendenti stessi, in tema dilicenziamenti. L’articolo 18 è già statoriformato dall’ex ministro Fornero, conla motivazione che avrebbe prodottopiù posti di lavoro, ma così non èstato; lo sapevamo già da prima chetale modifica non avrebbe prodottoneanche un posto di lavoro in più,anzi, aumentando la possibilità dilicenziare, aumentano i disoccupati.Eliminarlo completamenteprodurrebbe solo effetti nelladirezione poc’anzi indicata, cioèaumentare i disoccupati, poiché idatori di lavoro potrebbero licenziareancora più facilmente di quanto fannoadesso. I fautori di tali riforme hannosempre sostenuto che se gli

imprenditori possono licenziare piùfacilmente, senza vincoli, assumonoanche più facilmente; se fosse cosìpotrebbe anche avere un sensol’abolizione dell’articolo 18, ma cosìnon è, perché in Italia il lavoro èdiminuito, per un verso perché gliimprenditori delocalizzano e, quindi,assumono all’estero: alcuni hannoanche avuto lauti finanziamenti daigoverni italiani, per poi andare adinvestire all’estero, licenziando magarii lavoratori italiani; per l’altro versoperché grosse fette di mercato sonostate occupate dai paesi emergenti, oex emergenti, come la Cina. Forsebisognerebbe chiedersi perché leimprese vanno ad investire all’esteroe, quindi, agire di conseguenza.All’estero la manodopera costa moltodi meno che in Italia, dove latassazione è altissima, oltre il 55%,quindi, piuttosto che abolire l’articolo18 sarebbe più opportuno abbassarele tasse, facendo anche in modo chele tasse le paghino tutti che è poi lastrada migliore per poterle abbassare.Quindi, l’iniziativa di voler eliminarel’articolo 18 è assolutamente inutileed inefficace, rispetto all’obiettivo cheil governo Renzi ha dichiarato di volerraggiungere: aumentare i posti dilavoro. Quindi, la ricetta più efficace èsicuramente quella di abbassare letasse: meno tasse, ma tasse per tuttipotrebbe essere lo slogan più efficacein questo momento.Altrettanto improvvido è stato inquesto momento l’annuncio fatto dalministro Madia di voler prorogareulteriormente il blocco contrattualeper il pubblico impiego, quindi, ancheper le Forze di polizia e le Forzearmate. Ricordiamo che per effetto diuna norma assurda, voluta dalministro Tremonti nel 2010, non solo icontratti del pubblico impiego sonostati bloccati, ma anche il tettosalariale, che vuol dire che il

trattamento economico è statocongelato al 2010. Quindi, sono statibloccati tutti gli avanzamentieconomici, da qualsiasi fontederivassero: dalla progressione dicarriera, dalle indennità di servizio equant’altro. La norma è statasuccessivamente prorogata econdivisa da tutti i governi che sisono succeduti, creando cosìfortissime sperequazioni tra glioperatori del Comparto sicurezza edifesa, al punto che persone chehanno la stessa qualifica e svolgonole stesse funzioni hanno trattamentieconomici diversi, per non parlareaddirittura di coloro che hanno untrattamento economico inferiore ailoro subordinati. L’annuncio del ministro Madia hascatenato la reazione di tutti gliappartenenti al Comparto sicurezza edifesa, rappresentati dalleorganizzazioni sindacali e dai Cocer.Le proteste non si sono fatteattendere, sia in piazza, sia sui media.Tanti sono stati gli incontri, con tutti igruppi politi, PD,NCD, FI, Movimentocinque stelle, Fratelli d’Italia. Tutti sisono dichiarati contrari alla prorogadella norma, ma allora perché tantoclamore per nulla, se nessuno vuolela norma, né i partiti di governo, néquelli d’opposizione? Che sia statauna trovata estemporanea delministro Madia? Anche le reazioni di Renzi non si sonofatte attendere, com’è nel suo stile hacercato, seppur maldestramente, difar passare l’iniziativa dei sindacati edei Cocer come un ricatto, ovverocome il tentativo di far cassa, daparte di lavoratori, anche se noiparleremmo di professionisti, chehanno già un lavoro, a dispetto diquanti un lavoro non ce l’hanno.Intanto non è vero che è stato untentativo di far cassa, di chiedereaumenti, ma solo di avere ciò che perlegge ci spetta, come l’assegno difunzione. Negli ultimi quattro anni,una qualifica intermedia, comel’ispettore o il maresciallo, ha persodai 400 ai 500 euro al mese, percolpa del blocco al tetto salariale. Epoi, cosa sta facendo Renzi per idisoccupati italiani?

Giovanni BattistaDurante

Redazione PoliticaSegretario GeneraleAggiunto del Sappe [email protected]

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Meno tasse,ma tasse per tutti

l’osservatorio

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ly for peace è un progettonato dal desiderio dipromuovere il rispetto della

dignità e dei diritti di ogni essereumano. Al fine di perseguire e raggiungeretale scopo diversi Enti ed Agenziehanno dato vita ad un’ Associazioneche ha studiato e sviluppato l’eventofly for peace – 2014.L’ evento, che si è svolto per la suaprima edizione a Trapani ed Erice il18, 19 e 20 luglio 2014, ha messola provincia di Trapani al centro di unaserie di attività culturali, sociali edartistiche, con la città di Ericescenario che ha ospitato in appositiseminari e workshop, gli uomini di

buona volontà del mondo religioso,scientifico, culturale e politico, con lapresenza dello scienziato AntoninoZichichi e dell’astronauta sicilianoLuca Parmitano e con i cieli dellitorale nord della Città di Trapani chehanno fatto da sfondo ad unospettacolare air show sul lungomaredi Trapani nel pomeriggio del 20luglio. Il cielo della città ha ospitatole acrobazie delle nostre “FrecceTricolori” che hanno ricamato in cieloil tricolore più lungo del mondo. Attraverso una diretta televisivaall’interno del programma “AzzurroTricolore” la RAI ha offerto lacopertura integrale delle tre ore dellamanifestazione aerea.

Trapani

La Polizia Penitenziaria in servizio di ordinepubblico all’eventointernazionale“Fly for peace”

Il ricco programma è stato resoindimenticabile grazie alla presenzadegli assetti operativi dell’AeronauticaMilitare ed al sorvolo dell’area diesibizione di un Boeing della Ryanair,sponsor tecnico dell’evento, e alleevoluzioni della pattuglia “Breitling jetteam”, la miglior pattuglia acrobaticanon militare al mondo. Il programma è stato impreziositoanche dalla presenza, fin dal primogiorno della manifestazione, dellaPolizia Penitenziaria di Trapani inservizio di ordine pubblico, da anniormai apprezzata dal Questore diTrapani per le qualità morali edoperative.

Giuseppe Romano

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ella foto il rinfresco organizzatoda Vincenzo Benigno edAlessandro Micca in occasione

dell’inaugurazione della Segreterialocale del Sappe di San Gimignano.

Vincenzo Benigno

oltanto il fiuto di investigatoridi grosso calibro potevaassicurare alla giustizia le tre

cittadine straniere che sono statetratte in arresto dopo un furto in unappartamento. Tanto è vero che le tre ladre nondestavano nessuna particolareattenzione fra i passanti e le personeche spintonavano per raggiungere lafuga, però non sono scappateall’occhio vigile di chiquotidianamente è impegnato a faresicurezza che, con una azionemaggiore della loro destrezza, non

Polizia Penitenziariaarresta tre ladre e restituisce la refurtiva

S. Maria C.V.

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soltanto ha impedito che la mercerubata venisse ricettata, ma ha arrestole tre Rom riuscendo a restituire larefurtiva al legittimo proprietario. Il 24luglio scorso i due poliziottipenitenziari uno in servizio al NuovoComplesso Penitenziario di SantaMaria Capa Vetere e l’altro alla Scuoladi Formazione ed aggiornamento dellaPolizia Penitenziaria di Aversa, con laloro perspicace azione, coadiuvati inausilio da appartenenti all’Arma deiCarabinieri, nel comune di SanTammaro (Ce) hanno tratto in arrestotre Rom che dopo aver compiuto unfurto in appartamento si stavanodando alla fuga. Notate dai PoliziottiPenitenziari non hanno potuto faraltro, dopo essere state acciuffate, chesvotare la borsa e consegnare larefurtiva. Poi sono anche riusciti atrovare i legittimi proprietari dei benitrafugati che sono stati consegnati contanto di ringraziamento ed unacalorosa stretta di mano.

Nuova sede delSappe in Toscana

San Gimignano

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della Polizia Penitenziaria, è statoquello di Coordinatore del NucleoTraduzioni e Piantonamenti di Palmi(RC). A distanza di tempo loricordiamo per il suo attaccamentoal Corpo e alle istituzioni, per la suapreparazione professionale, per ledoti umane, per la sua disponibilitàverso gli altri e per averci insegnatotanto in un lavoro difficile ecomplesso ma anche per esserestato un maestro di vita.

Damiano Bellucci

noi questo ricordo, lo raccontiamo congrande emozione ai nostri amici eparenti, tutto il reparto di PoliziaPenitenziaria di Castrovillari lo portadentro di se consapevole che èavvenuto un qualcosa di irripetibile edi memorabile e che un giornolontano racconteremo ai nostri nipoti eche il solo ricordo ci farà diventare gliocchi lucidi ed in silenzio sorrideremo.Grazie Papa Francesco, grazie da partedi tutta la Polizia Penitenziaria diCastrovillari, grazie per averci voluto

Castrovillari

Papa Francesco in visita all’istituto calabrese

Palmi

uindici anni fa, era il 25giugno 1999, ci lasciavaimprovvisamente, a soli 40

anni, Salvatore Fazio. Originario di Messina, per lunghianni aveva prestato servizio a Palmi(RC) dove si era stabilito con lamoglie Carmela ed i suoi cinquefigli. Era entrato nel Corpo nel 1979,aveva vissuto gli anni difficili dellalotta al terrorismo e quelli della lottaquotidiana alla criminalitàorganizzata. Aveva prestato la suaattività in particolare presso l’ufficiomatricola di Palmi dove era ritornatoanche dopo la frequentazione, nel1987 a Parma, del corso diformazione per sottufficiale delCorpo. Il suo ultimo incarico, da ispettore

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Ricordando Salvatore Fazio

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ono passati solo un paio dimesi e forse solo adesso tuttoil personale di Polizia

Penitenziaria di Castrovillari starealizzando quanto verificatosi sabato21 giugno, quando il Santo Padre hafatto visita al nostro istituto.Alcuni organi di stampa hanno cosìscritto “giornata memorabile per laPolizia Penitenziaria di Castrovillari”,e credo che nessun titolo possameglio rappresentare quanto è stato.Dopo mesi di impegno profusonell’organizzazione dell’evento, sabato21 alle ore 09.00 il Santo Padre èatterrato in elicottero nel piazzaleantistante l’istituto di Castrovillari, edha di fatto messo piede per la primavolta in terra di Calabria proprio aCastrovillari.Il primo saluto il Santo Padre lo harivolto al personale di PoliziaPenitenziaria, stringendo la mano agliAssistenti Capo Zaccaro e Scapati, perpoi proseguire a piedi lungo due ali difolla festante verso l’istitutopenitenziario.Il personale civile autorizzato adessere presente era composto daifamiliari del personale in servizio, ilSanto Padre ha dispensato strette dimano e abbracci a tutti,soffermandosi spesso per accarezzarei bimbi presenti.In istituto ha salutato personalmenteuno ad uno tutto il personale equando il Sovr.te Rocco gli ha fattonotare che già lo aveva salutato, ilSanto Padre ha risposto “fratello inuniforme siete tutti uguali”.Si siamo proprio tutti uguali, ma quelgiorno ci siamo sentiti diversi, tantofortunati e onorati di aver potutopassare un po’ di tempo con un uomounico e speciale a cui non servono leparole, in quanto il solo sguardo tiinfonde tanta serenità.Oggi portiamo gelosamente dentro di

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dalle segreterie

stringere la mano uno a uno, per averaccarezzato i nostri figli e benedetto inostri malati.Un grazie anche per aver pensato agliultimi a chi è detenuto ed ha perso lalibertà, purtroppo, paradossalmente,a questi uomini e donne sta piùvicino la Polizia Penitenziaria che ilmondo cosiddetto civile, che alcontrario spesso si dimentica di loro.Papa Francesco non si è dimenticatodi nessuno.

Leonardo De Santis

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nche a Frosinone è arrivatal'iniziativa nazionale PiazzaPermanente delle Forze di

Polizia. Il 12 settembre, infatti, dalle10 alle 18 si è tenuta unamanifestazione in Largo Turriziani nelcapoluogo ciociaro. L’eventoorganizzato dai sindacati dellaConsulta (SAP -Polizia , SAPPE -Polizia Penitenziaria, SAPAF - CorpoForestale e CONAPO - Vigili delFuoco) si è svolto presso un gazeboaffiancato da un Camper che stapercorrendo tutta l’Italia con lo slogan“ più sicurezza e meno tasse”.L’inziativa della Consulta è tesa adunificare le Forze di Polizia.

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Frosinone

Manifestazione#piazzapermanente

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n centinaio i colleghi dellaPolizia Penitenziaria dellaLiguria e del vicino Piemonte

hanno manifestato a CairoMontenotte nei confronti dei verticidell’Amministrazione e del Governopresenti alla cerimonia per il 60°anniversario della Scuola di CairoMontenotte.Il segretario Regionale del SappeMichele Lorenzo esprimesoddisfazione per l’elevato numerodei partecipanti e dei cittadini di Cairoche si sono uniti al Sappe, segno chela nostra protesta è condivisa da chila sicurezza la sente come un benecomune.Il vice Ministro Costa, ha ascoltato lerichieste rendendosi disponibile adapprofondire i vari punti oggetto dellamanifestazione. Nell’occasione il SAPPe gli haconsegnato un documento sulle

Manifestazione di protesta del Sappe. Un successo

Cairo Montenotte

annose problematiche della Liguria,Sicuramente in Liguria vi è la prioritàdi costruire il nuovo carcere di Savonache sostituisca quello attuale ormaifatiscente e la necessità di mantenerele attività istituzionali della Scuola diPolizia Penitenziaria di CairoMontenotte. Ma la priorità va data alla sicurezzadel poliziotto penitenziario che operanegli istituti liguri. La Polizia Penitenziaria ha unacarenza pari al 27 percento, mancanoquasi 300 poliziotti e non è pocacosa.Alla manifestazione ha partecipatouna delegazione dell’AssociazioneNazionale della Polizia Penitenziaria(ANPPe).Segreteria Regionale SAPPe Liguria

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Il SAPPe ha rappresentato allasenatrice Albano che negli ultimi duemesi in Liguria si sono verificati molticasi di tentativi di introduzione disostanze stupefacenti come adesempio nel carcere di Marassi dove laPolizia Penitenziaria ha intercettato ladroga sia all’ingresso dei colloqui sianei cortili passeggi dove venivalanciata dalla vicina strada pubblica.

Per questo è indispensabile che anchein Liguria venga istituito il nucleoregionale antidroga gà da annioperante in altre regioni.Alla senatrice Albano il SAPPe haconsegnato un documento dove hariportato la situazione del carcere diImperia e le proposte che il Sappeavanza affinchè si possa migliorare lacondizione di lavoro dei poliziotti masoprattutto la richiesta ad un maggiorricorso alla sicurezza, argomentoquesto che non è particolarmenteaffrontato con la giusta attenzione daivertici liguri.

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La Senatrice Albano visita l’istituto ligure

Imperia

a senatrice Donatella Albano(PD) accogliendo l’invito dellasegreteria regionale del SAPPe,

il maggiore sindacato di categoriadella Polizia Penitenziaria, si è recatain visita al carcere di Imperia.«Siamo soddisfatti - spiega ilsegretario Michele Lorenzo - dellavisita della Senatrice vista da tutticome un segnale di attenzione versola Polizia Penitenziaria. Abbiamoillustrato alla senatrice, che durante lavisita è stata accompagnata dalcomandante commissario LucreziaNicolò, le problematiche cheincombono sull’istituto imperiese cheha triplicato la sua attività da quandoc’è stata la chiusura del Tribunale di

San Remo e nonostante unaconsiderevole riduzione di personaledella Polizia Penitenziaria cheostacola il mantenimento dellasicurezza; il Provveditorato Regionaleligure inspiegabilmente ha pensatobene di inviare l’unico vicecomandante all’Istituto diPontedecimo. Così l’istituto di Imperiaè ulteriormente indebolito nei suoivertici vista anche l’assenza di undirettore. Il segretario Lorenzo ha fatto presentedella brillante operazione di serviziocondotta proprio il giorno prima dalpersonale della Polizia Penitenziaria diImperia che ha sequestrato uno deimaggiori quantitativi di droga tentatadi introdurre in un istituto di pena,ossia ben 517 grammi di eroinapurissima che un arrestato daiCarabinieri aveva occultato in unparticolare doppiofondo delle propriescarpe. Droga sfuggita al controllo deiCarabinieri che ne avevano comunquescovata addosso altri 700 grammi,ma non è sfuggita ai meticolosicontrolli che la Polizia Penitenziariaeffettua all’ingresso dei soggetti daintrodurre in carcere. Speriamo chealmeno il Provveditore proponga unencomio ai poliziotti penitenziari chehanno effettuato il maxisequestro e ilconseguente arresto.

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dalle segreterie

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Cuneo

Assemblea delSappe nell’istitutopiemontese

elle foto alcuni fasidell'assemblea svoltasi il 23settembre nella Casa

Circondariale di Cuneo con ilSegretario Locale Carmelo Patanè.

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Prato

Oltre agli artisti anche i piloti

embra proprio che la Casacircondariale di Prato, "centrodell'arte e dell'artigianato”, sia

ora diventata anche un luogostrategico di aggregazione sportiva. Il 22 giugno scorso, infatti, si è svoltopresso il Kartodromo di MontecatiniTerme il primo trofeo "Grand PrixEstate 2014". Da un'ideadell'Assistente Biagio Morello (inservizio NTP di Prato), da sempreappassionato di motori e velocità - expilota di Karting, slalom e monoposto,è stato realizzato un evento di tuttorispetto in cui i colleghi, uniti sullavoro, si sono trasformati in pista, inagguerriti avversari. l Kart, semplicida guidare, hanno l'acceleratore, ilfreno, il motore elettrico e le batteriea litio. Con la modesta somma di 15euro i piloti hanno potuto avere latessera associativa, il noleggio di Kart,casco e sottocasco, giustoequipaggiamento per potersi poi

cimentare nelle prove libere, prove diqualificazione, gare singole, garafinale, con tanto di premiazione. La struttura ospitante, il MY KART, ècoperta e climatizzata con vari serviziannessi, ottimo bar fornito di deliziosibuffet. Questa strutturaall'avanguardia in Italia, offre unanuova e originale location, ideale perunire amicizia, divertimento e sfide inpista. Tutto lo staff è gradevolenell'accoglienza e nel garantire lanecessaria sicurezza ai piloti. Vistol'enorme successo avuto in occasionedel primo evento, è stato deciso direalizzarne un secondo che si svolgeràil 12 ottobre prossimo e che vedràprotagonisti ancora una volta i

colleghi di Prato e questa volta anchegli appassionati di motori in servizionella regione Toscana, grazie alcoinvolgimento del Provveditorato cheha divulgato l'eventonei canaliufficiali. Un trofeo denominato "GrandPrix Autunno 2014" coinvolgerà,come per la prima volta, i familiari delpersonale, prevedendo una piùmassiccia presenza delle poliziottepenitenziarie che da qualche annodimostrano una particolare passioneper i motori.l vincitori delprimo eventosono stati perdue volte LorisVannucci eBiagio Morello. Il miglior tempoValerio Vannucci (30,407) fratellodell'Agente Loris Vannucci. R.C.

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Tributo ad Aniello Stabile dai colleghi edai giocatori della“sua” Fiorentina

Firenze

l 15 luglio scorso è tragicamentescomparso il collega AnielloStabile, in servizio all’istituto

fiorentino di Sollicciano. Aniello eral’amico di tutti e soprattutto era ungrande tifoso della Fiorentina. I colleghi di Firenze, in occasione dellaprima partita casalinga della squadraviola, hanno voluto ricordare l’amicoscomparso con uno striscione cheriporta la sua fede e la sua passioneper i colori viola. L’iniziativa è statafatta propria dalla società FiorentinaCalcio e omaggiata con la deposizionedi un mazzo di fiori da parte delcapitano della squadra Valerio Borja.

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dalle segreterie

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tarred Up, con la regia diDavid Mackenzie, racconta lastoria di Eric, un diciottenne

recluso in una casa di correzione,che deve scontare una pena perreati di piccola delinquenza.Purtroppo, anche dietro le sbarreEric non riesce a controllare il suocarattere violento e recalcitrante adogni regola. Per questo vienesottoposto a numerose punizionifino ad essere trasferito in uncarcere per adulti. Per ironia dellasorte il ragazzo si trova ad essererinchiuso nello stesso penitenziariodove è rinchiuso anche suo padre. Nel contesto carcerario la relazione tra figlio e genitore, che già in passatoera difficile, diventa ancora piùcomplicata, fino a quando unopsicologo, che presta serviziovolontario nella prigione, comincia aseguire Eric. Il giovane, purinizialmente restio, poco a poco siinserisce in un gruppo di discussionecon altri detenuti accettando diintraprendere un percorso di revisione

critica della propria vita e delleproprie azioni. Il film beneficia di un'ottimasceneggiatura ad opera di JonathanAsser che ha attinto a piene manidalla propria personale esperienzacarceraria come educatore a contattocon i criminali detenuti presso il

carcere inglese di Wandsworth. Infatti, lo script appare autentico eabbastanza credibile nel descrivere,senza ipocrisie e moralismi, laparticolare condizione psicologica e icomportamenti dei detenuti. David Mackenzie gira con una messain scena fresca e mai banale, che riesce ad andare oltre gli stereotipi delgenere carcerario. Mackenzie riesce a dosare bene laparte drammatica, tra violenza edifficili percorsi di comunicazione.

Nelle foto la locandina ealcune scene

del film

a cura di Giovanni Battista

de [email protected]

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16 cinema dietro le sbarreRegia: David Mackenzie

Soggetto e Sceneggiatura:Jonathan AsserFotografia: Michael McDonoughMontaggio: Nick Emerson, Jake RobertsCostumi: Susan ScottScenografia: Tom McCullaghProduzione: Sigma FilmDistribuzione: Independent FilmCompany

Personaggi ed Interpreti:Oliver Baumer: Rupert FriendEric Love: Jack O'ConnellNeville Love: Ben MendelsohnVice Govern. Hayes: Sam SpruellTyrone: David AjalaDennis Spencer: Peter FerdinandoDes: Gershwyn Eustache JnrAgente Self: Tommy McDonnellHassan: Anthony WelshAshley: David AveryDenton: Mark AsanteO'Sullivan: Ryan McKennaAgente Capo Scott: Gilly GilchristAgente Gentry: Frederick SchmidtAgente Evans: Edna CaskeyMacDonald: Darren HartJago: Raphael SowoleAgente White: Duncan Airlie JamesHassan: Anthony WelshReames: Jerome BaileyMubarak: Basil Abdul-LatifAgente Hall: Matt FarisInfermiera Bankford: Aisha Walters

Genere: DrammaticoDurata: 100 minutiOrigine: GB, 2013

la scheda del film

In particolare offre un ritrattoplausibile del complesso rapporto,fisico ed emotivo padre/figlio,entrambi vittime di personalitàconfuse e turbate, in conflitto tra loro.Convincenti e ricche di sfumature, leinterpretazioni di Jack O Connell eBen Mendelsohn.

Starred Up

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SanRaffaeleTermini - Poliambulatorio Specialistico

La San Raffaele Spa opera ormai da anni nel settore sanitario ponendosi all’avanguardia sia a livello regionale che nazionale;gestisce IRCCS, Case di Cura accreditate che rappresentano un autentico punto di riferimento nel campo della Riabilitazione,oltre a Presidi Ospedalieri e Poliambulatori .Le attività sanitarie ambulatoriali sono erogate presso i nostri Poliambulatori “San Raffaele Termini” sito all’interno dellaStazione Termini, altezza di Via Giolitti, 16 – 00185 Roma e presso l’ IRCCS Istituto di Ricerca a Cura a Carattere Scientifico“San Raffaele Pisana” sito in via della Pisana, 235 - Roma. I Poliambulatori sono in grado di offrire un servizio altamente specializzato sia in termini di strumentazione che in terminidi equipe di specialisti di cui si avvalgono. In particolare, il San Raffaele Termini è disposto su due piani per complessivi1.200 mq, dove sono attive le seguenti specialità diagnostiche:Allergologia, Angiologia, Cardiologia, Chirurgia Generale, Chirurgia Vascolare, Dermatologia, Epiluminescenza, EcografiaCardiovascolare, Ecografia Generale, Ecografia ginecologica / Ostetricia, Ecografia Urologica, Endocrinologia, Fisiatria,Gastroenterologia, Ginecologia, Laboratorio analisi, Medicina del Lavoro, Neurologia, Oculistica, Ortopedia/Traumatologia,Otorinolaringoiatria, Radiologia, Senologia, Urologia.Orario prelievi: dal lunedì al sabato dalle ore 7:00 alle ore 10:30 (esclusi festivi)NB: il laboratorio analisi è attivo tutte le mattine (festivi esclusi) ed è erogabile in convenzione con il ServizioSanitario Regionale in entrambe le Sedi (Termini e Pisana).

20%di sconto sui prezzi di listino agli iscritti Sappe /Anppee loro familiaritariffe su www.sappe.it

Le prenotazioni possono essere effettuate telefonicamente dallunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 15:00 telefonando aln. 06.5225.2525, oppure recandosi personalmente pressouna qualsiasi delle sedi interessate oppure tramite il nostrosito www.sanraffaele.it

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Giovanni PassaroSegretario Provinciale

[email protected]

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n questo articolo illustreremoquello che accade nel settoreminorile quando si verifica la

convalida d’ arresto di un minorenneo quando una pena diventa definitivacon sentenza del Tribunale dei Minori.Le differenze - rispetto a quantoavviene nell’ipotesi in cui il reato ècommesso da un uomo adulto - sonominime. Lo dimostra il fatto che i detenutiminorenni sono soggetti allo stessoOrdinamento Penitenziario e lievisono le sfumature dettate dallecircolari interne del DipartimentoGiustizia Minorile ( ad esempio ilpersonale di Polizia Penitenziaria inservizio presso le strutture minorili èautorizzato ad indossare abiti civili inluogo della uniforme ordinaria diservizio).Va detto anche che nel contesto dellagiustizia penale minorile l’ipotesi delcarcere è di natura residuale, vainteso cioè come ultima soluzione cuiricorrere quando non è possibileapplicare ad un minore uno deibenefici o delle soluzioni alternativeche l’ordinamento italiano prevede. (Si precisa che ad agosto2014 i minori detenuti in Italia eranomeno di trecento).Per quanto riguarda gli Istituti Penaliper Minorenni, chiamati nel passatocase di correzione, riformatori, istitutidi osservazione, essi sono di fattodelle piccole case di reclusione. Nel loro interno si ritrovano le stessesbarre alle finestre e le porte blindatecon chiavi di ottone pesante presentinegli Istituti per Adulti. Si rammenta che in Italia gli I.P.M.possono ospitare esclusivamentegiovani di età compresa tra i 14 ed i18 anni, sottoposti al medesimoordinamento penale e penitenziariodegli adulti ma con pene ridotte. Comunque se la condanna si protraeoltre il compimento del diciottesimoanno di età, alla luce degli ultimiaggiornamenti normativi intervenutinel 2014, il recluso può rimanerepresso un Istituto Penale Minorilesino al compimento delventicinquesimo anno d’età,dopodiché deve essere trasferitod’ufficio presso una casa circondariale

IMensa di Servizio,Servizio Traduzioni ePiantonamenti

entile redazione,sono un assistente capo inservizio presso la Casa

Circondariale di Vallo della Lucania,qualche mese fa è sorta unaproblematica relativa al diritto difruire della mensa nel caso in cuiimpiegati a servizio a turno presso lesezioni si viene assegnato, in unagiornata con carenza di personale, aun servizio presso il NTP. In sostanza comandato di servizio8.00/16.00 (mod.14/A) sono statoimpiegato presso il NTP per esigenzedi servizio. Il servizio di traduzione èterminato alle 13.30 e il vicecomandante ha negato il diritto allamensa perché sosteneva che il dirittosi matura quando la fine del serviziosi protrae oltre le 14.30. Io penso che non sia giusto, vorreiconoscere il Vs. orientamento.Grazie.

entile collega,la partecipazione alla M.O.S. èconsentita al personale

impiegato nel servizio deipiantonamenti e/o delle traduzionidei detenuti e degli internati presso leaule di giustizia o luoghi esterni dicura, nella città sede di servizio, e ciòa prescindere dagli orari (1): alpersonale il cui turno di servizio siprotrae oltre le ore 14,30 per ilpranzo ed oltre le ore 20,30 per lacena.Il personale impiegato nei servizi dicui sopra, essendo obbligato adesercitare un’attiva ed ininterrottavigilanza dei detenuti piantonati otraducendi, dovrà essere, dovepossibile, avvicendato al termine delturno ordinario di servizio giornalieroe tale avvicendamento dovrà essereprogrammato in modo tale daconsentirgli la possibilità di fruiredella M.O.S.

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diritto e diritti

In tale ipotesi, il tempo impiegato perla consumazione del pasto, oltre adentrare nel computo dell’orario dilavoro ordinario settimanale, concorreanche al calcolo per il compenso dellavoro straordinario.L’interpretazione data sopra èconfermata dalla risposta al quesitodel PRAP Torino( Dap 455/605 del21 dicembre 2004), dove si rilevache al personale impiegato nelservizio di traduzioni epiantonamenti, compete la M.O.S.con alcune specifiche regole:• al personale impiegato intraduzioni e piantonamenti presso leaule di Giustizia o i luoghi esterni dicura della propria sede ordinaria diservizio, sia che il servizio sia statoespletato, sia che si stia espletando,sia che debba ancora essereespletato, compete in ogni caso laM.O.S. a prescindere dagli orari diinizio o fine turno (es. 6/12 – 7/13 –8/14); • al medesimo personale di cui alpunto precedente, dovrà essereconsentita la partecipazione allam.o.s. programmandol’avvicendamento al termine delturno ordinario di lavoro;• al personale montante deve essereassicurata la partecipazione allaM.O.S. prima dell’inizio del servizio(es. 12/18 - 13/19);• se il personale addetto di regola aiservizi di traduzioni e piantonamenti,in un determinato turno non vieneimpiegato in servizi operativi N.T.P.,bensì rimane a disposizioneall’interno dell’istituto penitenziario,in questo caso dovrà guardarsiall’orario di servizio espletato, nonchéal posto di servizio ricoperto.

NOTE(1) Rif. Circolare DAP Prot. n° 144536/ 4.5 del 05/11/97.

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detentiva o l’espiazione di pena deiminorenni autori di reato.Attualmente in Italia risultano 19Istituti Penali Minorili e in essi vilavora 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno la Polizia Penitenziaria delContingente Minorile, che con menodi mille unità si occupa quasi di tutto.Tali strutture hanno un’organizzazionefunzionale e compiono un’azione

educativa sempre più integrata congli altri Servizi della Giustizia Minorilee del territorio.Negli I.P.M. vengono garantiti i dirittisoggettivi dei minori, dalla crescitaarmonica psico-fisica, allo studio, allasalute, con particolare riguardo allanon-interruzione dei processieducativi in atto e al mantenimentodei legami con le figure significative.In accordo con la normativa vigenteed al fine di attivare processi diresponsabilizzazione e maturazionedei minorenni, vengono organizzate in I.P.M. attività scolastiche, diformazione professionale, dianimazione culturale, sportiva,ricreativa e teatrale.Il Magistrato di Sorveglianza, chesiede presso ogni Tribunale per iminorenni competente per territorio,ha il compito di vigilare sullosvolgimento dei vari servizidell’Istituto e sul trattamento deidetenuti ai sensi dell’art.5 del D.P.R.230/00.

Nella foto sopral’IPM di Torino

sotto quello di Nisida

PoliziaPenitenziarian.220settembre2014

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Negli Istituti per minorenni arrivano i detenuti fino a venticinque anni d’età

giustizia minorile

o penitenziario ordinario.Se la pena stabilita da un Tribunaledei Minori diviene esecutiva, inséguito a emissione di sentenzadi condanna passata in giudicato ,dopo che il minore ha compiuto idiciotto anni, egli viene comunqueristretto presso un Istituto PenaleMinorile se di età inferiore agli anniventicinque, altrimenti direttamentepresso un carcere ordinario peradulti.Un’altra differenza sostanziale checaratterizza il Sistema Minorile è che igiovani ristretti negli Istituti Penaliper Minori di solito non provengonodirettamente dalla libertà. In caso difermo di un minore da parte delleForze di Polizia, le norme prevedonol’accompagnamento presso un Centrodi Prima accoglienza per Minori. Solo in seguito alla convalidadell’arresto (entro 96 ore) da partedel G.I.P. - Procura dei Minori -competente per territorio, se non sipossono applicare misure menoafflittive, il minore viene tradotto in un Istituto Penale per Minori.Gli Istituti Penali per i Minorenniassicurano l’esecuzione deiprovvedimenti dell’AutoritàGiudiziaria quali la custodia cautelare

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Ciro BorrelliReferente Sappeper la Formazione e Scuole G. [email protected]

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uesta estate, rovistando tra lebancarelle di libri usati, misono imbattuto in un testo - adire il vero è caduto dal banco

e mi sono chinato a raccoglierlo –che, a prima vista, sembrava uno diquei romanzi classici difficilmentedigeribili che non suscitano la miacuriosità. Il libro “L’affare dei russi”riportava sulla copertina la seguentefrase: “ciò! chi se credea de essar... eaTarnoschi!”. La frase mi ha incuriosito e leggendosommariamente la premessa del librone ho dedotto che parlava di unastoria realmente accaduta nei primi anni del Novecento. Soddisfatto dell’acquisto, peraltro peruna cifra irrisoria, la sera stessa hoiniziato a sfogliarlo. Il libro racconta la vita e soprattutto legesta amorose di una nobildonnarussa: Maria, definita da talunigiornali dell’epoca “un’avventurierad’alto bordo”, che ebbe sulla suacoscienza la morte prematura didiversi uomini che avevano avuto lasfortuna di innamorarsi di lei. La Tarnowskaia occupa, peraltro, unposto di tutto rilievo anche nellaEnciclopedia del crimine e deicriminali, pubblicata nel 1968 a curadi sir Harold Scott, per un decennioCapo di Scotland Yard, la famosapolizia londinese. Maria Nicolajewna O’Rurke (questoera il suo cognome da nubile) nascenel 1877 a Otrada, nei pressi di Kiev,da una famiglia nobile. Dopo una giovinezza turbolenta, sisposa - non senza suscitare ungrandissimo clamore per esserescappata di casa a soli diciassetteanni - con il conte Vassili Tarnosky, cheaveva fama di essere un donnaiolo,amante dell’alcool e del gioco. Fu unrapporto tempestoso, il conte avevanumerose amanti e non intendevarinunciare al suo stile di vita; Maria,

invece, amava circondarsi sempre dinumerosi spasimanti scegliendolifragili e deboli, ai quali nonconcedeva nulla e che costituivano lasua corte. Maria Tarnowskaia è una donnabellissima: alta, slanciata, occhi scurie penetranti, bocca sensuale, vocemelodiosa e, soprattutto, intelligenzafine. Il primo uomo ad uccidersi, spintodall’avvenente amante, fu PietroTarnowsky di soli sedici anni, fratellodel marito, il quale si impiccò ad unalbero nel parco della villa doverisiedevano i coniugi.

Dopo la morte del fratello il conteVassili decide di partire per l’Italia,con destinazione Milano. Durante il soggiorno milanese lacontessa si ammala di tifo e finisce inuna clinica. Dopo un mese, guarita, ilconte la conduce per laconvalescenza, sulla riviera ligure. Una sera, lasciata sola per l’ennesimavolta dal marito, impegnato inqualche postribolo cittadino, si lasciaandare alle avance di un medicorusso, Alex Stahl, amico del marito,che l’accompagna in “un viaggionell’estasi” fatto di morfina e sesso(anche se tale termine nella cronacadel tempo non è mai riportato). I “viaggi” si susseguono, sino aquando la contessa non decide ditroncare il rapporto per riconquistareil marito.

Il “povero” dottore, disperato per averperso la sua amata “compagna diviaggio e di piacere”, dopo qualchetempo, si ucciderà sparandosi allatesta, lasciando una lettera in cui silegge: «la mia esistenza senza di leinon ha più valore né senso. Tantovale, quindi, che io la distrugga...».Già due uomini hanno deciso dirinunciare alla loro esistenza peramore verso la Tarnowskaia, la qualenon si lascia spaventare da questedisgrazie, anzi matura sempre di piùuna maggiore consapevolezza dipossedere un’arma formidabile persoggiogare gli uomini. Tornata in patria, inizia una nuovarelazione con il conte Alexej Tolstoi,nipote del grande scrittore, e fa inmodo che il marito lo venga a sapere.La premeditazione della contessa èfinalizzata a far sì che il marito, perdifendere il proprio onore, sfidi aduello il suo amante con la speranzache il suo nuovo compagno, ammazziil marito tanto da poter così diventarevedova. Il duello avviene, ma il marito riescead avere la meglio sul suo giovaneamante: in uno scontro alla sciabola,un tremendo fendente mozza ilbraccio sinistro all’amante. Il conteTolstoi, sconfitto, decide di partire perl’America. La contessa, seppur atterrita per nonaver raggiunto l’obiettivo disbarazzarsi del marito, inizia subito aguardarsi intorno per la realizzazionedel suo progetto: fare uccidere ilmarito. Le sue attenzioni si rivolgono, questavolta, verso un giovane ufficiale dellaguardia imperiale: StefanoBorgewsky. Il giovane ufficiale, che ha già unarelazione con la contessa, vieneinvitato insieme al suo colonnello,amico del marito della Tarnowskaia,nella villa di campagna dei coniugipresso Orel (città della Russia,capitale dell’oblast´ omonima), perun’esercitazione di tiro al bersaglio.Una mattina, il conte Vassil Tarnowsky,ignaro della relazione della mogliecon l’ufficiale, invita quest’ultimo adare lezione di tiro alla consorte.L’ufficiale, per posizionare al tiro la

Nelle fotosopra

un ritratto di Maria Tarnowskaia

al centroun’altra immagine

della contessa con il figio

Pasquale SalemmeSegretario

Nazionale del Sappe [email protected]

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Maria Tarnowskaia:la Circe venuta dalla Russia

crimini e criminali

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donna, l’avvolge da dietro e lesussurra parole di fuoco. Il conte, presente, non sente o fa fintadi non sentire. La donna comprende che ha il pienocontrollo del giovane ufficiale e gli daappuntamento il mattino dopo percontinuare le lezioni di tiro. La mattina dopo il giovane la stringedi nuovo alle spalle per posizionarlaal tiro, mentre la contessa prende lamira, l’ufficiale pone il palmo dellamano sinistra davanti al foro dellacanna e dice: «prima di sparare,ditemi che mi amate...». «Non fate lo sciocco, Stefano, toglietela mano...», replica la contessa. «No!, dovete prima dire che miamate...». La contessa guardandolointensamente negli occhi: spara. La mano del giovane amate rimanemaciullata, ma nonostante gli spasimidi dolore, lui la stringe a se e le grida:«Piccola belva assassina! E’ questoche vuoi? Il sangue? Ma io ti amo, tiamo così...». La scaraventa a terra sull’erba e sicongiunge carnalmente a lei in unamplesso brutale. I due amanti sanno che adesso hannosuggellato un patto di sangue edevono sbarazzarsi del marito di leiper essere felici. Il marito dal canto suo adessoconosce la tresca della moglie esoprattutto viene deriso dall’ufficialein diverse occasioni pubbliche. Allo stesso tempo, l’onore del militaregli impone che, se vuole sbarazzarsidel rivale, deve sfidarlo a duello enon può ucciderlo diversamenteperché il gesto sarebbe interpretatocome un atto di codardia. La sfida, poco tempo dopo, vienelanciata al marito della contessa, ilquale si guarda bene dall’ accettarlaconsiderata la fama nell’uso dellearmi del giovane ufficiale, così prendetempo. Una sera, dopo l’ennesimo affronto inpubblico, - l’ufficiale aveva baciato lamoglie, nel mentre ballavanoinsieme, spudoratamente davanti atutti - il conte Vassili Tarnosky,all’uscita dalla festa, spara alla nucaall’amante, che dopo alcuni mesi

muore. Arrestato, dalla polizia zarista e,ottenuta la libertà provvisoria dopopoco tempo, propone alla moglie ildivorzio, che però la Chiesa ortodossarifiuta. Nell’approssimarsi del processo perl’uccisione dell’ufficiale, MariaTarnowskaia, contatta un famosoavvocato di Mosca, per costituirsiparte civile, Donato Prilukow, il qualerinuncerà all’incarico, diventando ilnuova amante della contessa.L’avvocato, nel giro di qualche mese,lascia la moglie e due figli, abbandonala professione e si appropria di uningente somma di denaro, cheamministrava per conto di alcuni suoiclienti e scappa con la contessadapprima in Europa e poi in Africa. Lacontessa non ama l’avvocato, ma gliriconosce un grande intelligenza esoprattutto lo ritiene un compliceideale. Dopo qualche tempo è costretta atornare nella madre patria per ifunerali della sua migliore amica,scomparsa prematuramente. La contessa conforta così tanto ilpovero marito dell’amica che dopodue giorni dal lutto questi le proponedi sposarlo. Per la contessa è l’occasione cheaspettava. Il conte Paolo Kamarowskyè un uomo ricchissimo e pieno diconoscenze e fa ottenere il divorzioalla contessa dal precedente marito, in una sola settimana, superando cosìle resistenze della Chiesa ortodossa.Intanto, la contessa continua la trescacon l’avvocato e si circonda di unulteriore spasimante, Nicolaj Naumov,primo segretario del governatore diOreal, nonché amico intimo del suo futuro sposo. A questo punto parte un triangolo, silega a un amante che però non puòmantenerla, contemporaneamente sifidanza con un ricco conte che vuolesposarla, e ha un giovane, timido einfluenzabile spasimante. Il suo piano era chiaro: voleva faruccidere il ricco pretendente dalgiovane spasimante per ricongiungersiall’amante. La contessa, dopo poco tempo,raggiunge l’avvocato a Venezia ed

a fiancoil Conte PavelKamarowsky

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21crimini e criminaliinvita anche lo sposo e l’altro amantenella città lagunare. Si snoda così un singolare rapporto aquattro: la contessa trascorre lemattinate con il fidanzato, i pomeriggicon l’amante e le notti con l’avvocato.Con l’avvocato elabora il piano persbarazzarsi dello sposo e acquisire lesue ricchezze. Il futuro marito per ottenerla in sposasi impegna a fare testamento a suofavore e nelle more del matrimonio lestipula una polizza assicurativa dicinquecentomila lire (una sommaesorbitante per l’epoca). La polizza sarà la condanna a mortedel conte. Il nuovo amante (l’ultimoin ordine cronologico) vuole tutta perse la contessa ed è disposto a farequalsiasi cosa per averla. Così la contessa aizza il giovaneamante contro il futuro marito,riportandogli che la trattava male e lapicchiava.

All’alba del 4 settembre del 1907,Nicolaj Naumov, si recanell’appartamento veneziano delconte Paolo Kamarowsky, suo amicofraterno, e gli spara con una pistola,colpendolo ad un fianco e ad unagamba. Lo sventurato da terraesclama: «Mio caro amico, perchéavete voluto uccidermi? Che cosa viho mai fatto di male? Siamo semprestati ottimi amici...», continuando,«Scappate o vi arrestano.. Qui, ormai,avete fatto tutto... ». L’assassino iniziò cosi a piangere e achiedere perdono. Dopo poco, nel mentre cercava dilasciare Venezia viene arrestato dallapolizia e condotto in caserma doveracconta tutta la tresca. La polizia arresta cosi sia MariaTarnowskaia, la quale confessa subito

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itengo utile riportare nellarivista di questo mese unainteressante pronuncia della

Corte di Cassazione in materia di 41bis dell'O.P.. Il magistrato di sorveglianza di Roma,su reclamo di un detenuto sottopostoal regime del c.d. carcere duro, haritenuto di disporre la disapplicazioneimmediata delle circolari vigenti inmateria di colloqui con i familiari piùstretti nella parte in cui prevedonol'esclusione della madre o di altrefigure tutorie del minore nell'incontrodiretto fra detenuto e figlio (o nipote),in quanto misura sproporzionatarispetto ai fini di prevenzione delregime speciale di detenzione, tenutoconto anche della integraleregistrazione audio e video dei colloquistessi.Insorgeva avverso tale decisione ilMinistero della Giustizia e, inparticolare il DAP, chiedendo allaSuprema Corte di Cassazione diannullare l'ordinanza di cui sopra perviolazione di legge.La I Sezione penale della Cassazionecon sentenza n. 28250 del 1 luglio2014 accoglieva il ricorso del DAPritenendo non condivisibile lamotivazione del giudice disorveglianza per i seguenti motivi.La Corte E.D.U. ha ripetutamenteaffermato (sentenza Schiavone/Italiain data 13/11/07, ricorso n.65039/01) che le restrizioni previstedall’art. 41 bis O.P. non violano l’art. 8CEDU, il quale prevede che ognipersona ha diritto al rispetto della suavita privata e familiare, del suodomicilio e della sua corrispondenza eche non può aversi interferenza diun’autorità pubblica nell’esercizio diquesto diritto a meno che questaingerenza sia prevista dalla legge ecostituisca una misura necessaria perla sicurezza nazionale, per la sicurezzapubblica, per la prevenzione dei reati eper la protezione dei diritti e dellelibertà degli altri.Non può, quindi, dubitarsi che lapredisposizione di un vetro divisoriotra detenuto e familiari, adottato perimpedire che nel corso del colloquio vi

possa essere un passaggio di oggetti, ela videoregistrazione del colloquio, percontrollare il contenuto dello stesso,siano conformi al dettato dell’art. 8CEDU, poiché trattasi di precauzionipreviste espressamente dalla legge alfine di salvaguardare la sicurezzapubblica e di prevenire la commissionedi reati. L’amministrazionepenitenziaria, poi, con apprezzabileapertura nei confronti delle esigenzedei minori, ha previsto che questiultimi, in caso di stretto legameparentale con il detenuto, possano,negli ultimi 10 minuti del colloquio,avere un contatto diretto con costui,senza la barriera costituita dal vetrodivisorio, mantenendo però laprecauzione della registrazione delcolloquio ed impedendo agli altrifamiliari di partecipare a quest’ultimaparte del colloquio.Inoltre, la Cassazione ha affermato chele esigenze del minore possano esseretutelate con una gradualità dei contatticon il proprio congiunto detenuto,ribadendo che mai per le esigenze delminore possono essere eliminate leesigenze di sicurezza previste dallalegge, vale a dire l'articolo 41 bis,comma quater, O.P. nella parte in cuiprevede che il detenuto sottoposto allospeciale regime di sorveglianza possafruire di un colloquio al mese "dasvolgersi ad intervelli regolari e inlocali attrezzati in modo da impedire ilpassaggio di oggetti". Prevede inoltreche i colloqui vengano sottoposti acontrollo e a registrazione, previamotivata autorizzazione dell'autoritàgiudiziaria competente. Alla luce di quanto sopra, la Corte diCassazione ha dichiarato l’ordinanzaimpugnata illegittima, perché contrariaad una precisa disposizione di legge e,per l'effetto, l'ha annullata senzarinvio. Ancora una volta, quindi, le esigenzedi sicurezza in detta materia sono stateritenute prevalenti ed assorbentirispetto ad altre esigenze purmeritevoli di tutela che nondimenopossono trovare soddisfazione nellamisura in cui non confliggano con leprime. Luca Pasqualoni

Nel disegnosopra una

ricostruzionedel processo

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n.220settembre

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La Cassazione sul 41 bismondo penitenziario

R

di essere stata lei a mandare l’uomoad uccidere lo sposo, sia l’avvocatoDonato Prilukow, complice deldisegno criminoso. I due uomini sonorinchiusi nel carcere di Santa Maria inGradi. Mentre la donna e la suafidatissima cameriera personale nelcarcere cittadino femminile dellaGiudecca, dove il 14 marzo 1910inizia il processo, chiamatolocalmente “l’affare russo”, e chetermina il 20 maggio dello stessoanno, con la condanna di tutti gliimputati.

Maria Tarnowskaia, grazie ad unadifesa geniale da parte dei suoidifensori: gli avvocati Arturo Vecchinie Adriano Diena (è stato uno deiprimi a comprendere l’analisifreudiana della personalità e dellemotivazioni del convenuto), fucondannata a 8 anni e 4 mesi peromicidio premeditato introduttivo dialtro reato (tentata truffa ai dannidella compagnia assicuratrice) con ladiminuente della seminfermità dimente e la concessione delleattenuanti generiche. Rinchiusa dapprima alla Giudecca,venne successivamente trasferita aMilano e di qui (dopo la confermadella sentenza della Corte diCassazione) al penitenziario di Trani.Nel 1916 fu scarcerata e partì per leAmeriche dove mori il 23 gennaio del1949. La storia di Maria Tarnowskaia è stataoggetto anche di una sceneggiaturascritta a quattro mani da tre dei piùgrandi registi del cinema italianoquali Visconti, Antonioni, Pietrangeli eda uno scrittore maestrodell’introspezione psicologica edell’indagine sociale come GuidoPiovene, ma il film non fu mairealizzato. Alla prossima... H H

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23mondo penitenziario

Casa Circondariale diPrato, dimora di artisti

opo il talento carico diemozioni di FrancescoSaverino conosciuto attraverso

l'articolo pubblicato nel mese dimaggio, con Salvatore Natiello,Assistente capo addetto al serviziotecnico logistico, siamo di fronteall'apoteosi della manualità, unamanualià che viene dal cuore senzaavere nulla in cambio, se non qualchesguardo severo che nasconde un “machi te lo fa fare!”. A lui non interessa nulla, lasoddisfazione di creare un oggettocon le sue mani con materiale diriciclo è per Natiello una grandegioia. un giorno mi disse: «vede, iosono molto fortunato perchè mi sentocome un cantante, un attore, uno diquegli artisti che fanno un lavoro chea loro piace e per di più vengonoanche pagati. Io sono come loro,pagato per creare, creare dal nulla;ho imparato tutto questo ancheperchè sono consapevole che i fondi anostra disposizione sono sempre dimeno». Entrare nella mensa di servizio“accolti” da una scritta in legnoadornata di girasoli, un quadro allespalle dello scaldavivande costruitocon un vecchio vassoio appoggiato suun legno scolpito dove si vede inbella vista un piatto colorato, unorologio creato con un disco di unavecchia sega elettrica, forse possonorendere meno triste e più accettabilela permanenza di tanti giovani

sdradicati dalle loro famiglie perassolvere un compito tanto gravosoquale quello del poliziottopenitenziario. Rendere accoglienti i luoghi dovetrascorriamo gran parte della nostra

quotidianità, questo è l'obiettivoprimario di Salvatore Natiello, l'uomoche non conosce orari, che non lascial'istituto se non ha “sistemato” comedice lui, le stanze in caserma per inuovi colleghi giunti dalle scuole. E’ proprio di questi uomini chel'amministrazione ha bisogno, diquelli che oltre alle mansioniconnesse al loro ruolo, si adoperanoper migliorare la qualità della vita deicolleghi, mettendo in atto tutte lestrategie a loro disposizione perrendere più' confortevole un luogoche spesso di confortevole ha poco.L'Assistente capo Salvatore Natiello èun raro esempio in cui la forma siconiuga alla sostanza. Egli si adopera per trovare soluzionieconomiche ma anche “gradevoli”alle tante problematiche cheaffliggono la sede in cui lavora e chepurtroppo sono comuni in moltiistituti. Mano e mente vanno di pari passo etestimoniano la grande genialità dellaPolizia Penitenziaria, abituata nelquotidiano ad affrontare ogniostacolo, uscendo spesso vittoriosanelle battaglie, con un occhio

comunque vigile alla conquista delleguerre. Grazie Salvatore per tutto quello chehai fatto e che continuerai a fare perla nostra amministrazione.

Rosa CironeH

D

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Tutti i cittadini hanno paridignità sociale e sono eguali

davanti alla legge, senza distinzionedi sesso, di razza, di lingua, direligione, di opinioni politiche, dicondizioni personali e sociali. Ècompito della Repubblica rimuoveregli ostacoli di ordine economico esociale, che, limitando di fatto lalibertà e l’eguaglianza dei cittadini,impediscono il pieno sviluppo dellapersona umana e l’effettivapartecipazione di tutti i lavoratoriall’organizzazione politica, economicae sociale del Paese” (Costituzione della Repubblica, art. 3).

a legge delega 28 luglio 1999,n.266 per il riordino dellecarriere diplomatica e

prefettizia, nonché disposizioni per ilrestante personale del Ministero degliAffari Esteri, per il personale militaredel Ministero della Difesa, per ilpersonale dell’AmministrazionePenitenziaria e per il personale delConsiglio Superiore dellaMagistratura, ha istituito i ruolidirettivi del Corpo di Polizia

Penitenziaria, al dichiarato scopo direndere effettiva la parificazione dellostesso con le altre Forze di Polizia adordinamento civile.Anteriormente all’esercizio di taledelega da parte del Governo, ilLegislatore, con la legge 31 marzo2000, n. 78, aveva ritenuto diintervenire in materia di riordinodell’Arma dei Carabinieri, del CorpoForestale dello Stato, del Corpo dellaGuardia di Finanza e della Polizia diStato, prevedendo, con riguardo aquest’ultima, il “riordinamento deiruoli del personale direttivo edirigente” mediante “soppressione oistituzione di nuovi ruoli o qualifiche”.

A detta ultima delega, il Governoaveva dato attuazione con il D.Lgs. 5ottobre 2000, n. 334, che, tra lediverse novità, aveva provveduto allasoppressione della qualifica di “vicecommissario”, con la conseguenza chela carriera dei funzionari di polizia delruolo direttivo si articola, ad oggi,nelle qualifiche di “commissario”,limitatamente alla frequenza delcorso, “commissario capo” e “vicequestore aggiunto”.

Ciò significa che, a seguito dellaconclusione del corso, il personaleacquisisce ex lege la qualifica di“commissario capo”.Anche l’AmministrazionePenitenziaria, con il DecretoLegislativo 21 maggio 2000, n. 146,recante “adeguamento delle strutturee degli organici dell’Amministrazionepenitenziaria e dell’Ufficio centraleper la giustizia minorile, nonchéistituzione dei ruoli direttivi ordinarioe speciale del Corpo di poliziapenitenziaria”, ha provvedutoall’istituzione dei ruoli direttivi“ordinario” e “speciale” del Corpo diPolizia Penitenziaria, al fine direndere effettiva la parificazione conle altre Forze di Polizia adordinamento civile. Purtroppo, come spesso accade (e lastoria ci ha abituato a tale stato dicose, basti ricordare la disparità,attuale, di carriera tra gli ispettoridella Polizia Penitenziaria e quellidella polizia di Stato), più che diallineamento alle altre forze di polizia,possiamo parlare di disallineamento. È chiaro, in effetti, che a frontedell’inquadramento riconosciuto inPolizia di Stato nella qualifica di“commissario capo” a seguito dellafrequenza del corso, gli appartenential Corpo della Polizia Penitenziariaraggiungono, nonostante le medesimecondizioni di accesso al concorso,solamente la qualifica inferiore di“vice commissario”.Diversa sorte, naturalmente in meglio,è toccata al Corpo Forestale delloStato che a decorrere dal 15 marzo2001 ha istituito il ruolo direttivo deifunzionari del Corpo Forestale delloStato, “corrispondente al ruolo deicommissari della Polizia di Stato”,anch’esso articolato nelle qualifichedi: “commissario forestale,

Nella foto Commissari

schierati

Mario SalzanoCommissario

di Polizia Penitenziaria [email protected]

PoliziaPenitenziaria

n.220settembre

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Commissari di PoliziaPenitenziaria in un ruolo sempre più disallineato

funzionari funzionali

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limitatamente al corso di formazione;commissario capo forestale e vicequestore aggiunto forestale”.Appare evidente che i funzionari dellaPolizia Penitenziaria stanno subendouna notevole sperequazione ditrattamento che, a tutt’oggi, mortificai ruoli direttivi nello status giuridico,nelle attribuzioni funzionali e neltrattamento economico. Una sperequazione che non rendegiustizia soltanto ai diretti interessatiche, di fatto, rappresentano i ruoliapicali di un intero Corpo di Polizia,ma a tutto il personale di PoliziaPenitenziaria, di ogni ordine e gradoche, ancora una volta, deve vederesminuita la propria importanza dauna normativa che, nel corso deltempo, tra promesse, interrogazioniparlamentari e vane proteste non puòpiù subire deroghe. Inoltre, per molti funzionari del Corpo,specialmente quelli che hannofrequentato l’ultimo corso diformazione, una ulteriore e ancor piùgrave disparità di trattamento siprospetta a causa della previsione diuna progressione in carriera a numerochiuso che, di fatto, renderàimpossibile il passaggio aCommissario Capo (esuccessivamente, da “commissariocapo” a “commissario coordinatore”) Sono trascorsi ormai quattordici annida quando, con l’entrata in vigore nelgiugno del 2000 del decretolegislativo n. 146, sono stati istituti iruoli direttivi, “ordinario” e “speciale”,del Corpo di Polizia Penitenziaria. Da allora si sono rincorse, vane, lepromesse dei Ministri della Giustiziadi turno, volte a porre fine alladisparità di trattamento con gli altricorpi di polizia ad ordinamento civile,appartenenti al medesimo comparto(Polizia di Stato e Corpo Forestaledello Stato), nonché ad eliminare lediseguaglianze dovute alla differenteprogressione di carriera.Una disparità non più giustificata négiustificabile da motivazioni dicarattere economico, che nonrestituisce dignità ad un Corpo, quellodella Polizia Penitenziaria, fatto didonne e uomini che con grandesacrificio garantiscono, attraverso il

mantenimento dell’ordine e lasicurezza negli istituti penitenziari, lasicurezza pubblica al pari delle altreforze di polizia che, sicuramente peruna più marcata presenza sulterritorio avranno maggiore visibilitàma di certo non maggiore dignità edimportanza. Una disparità di trattamento che nonpuò essere più soltanto materia diinteresse dei soggetti coinvolti ma chedovrebbe suscitare qualcheperplessità in chi, avendo a cuore ladignità del personale di unaamministrazione dello Stato fatta diuomini e donne il cui sacrificio ed ilcui livello di preparazione e cuiqualità non possono essere disattese.Nel ringraziare l’amico e collegaVirgilio Indini per il preziosocontributo fornito alla riuscita diquesto articolo, voglio riportare, atitolo esemplificativo, alcunisignificativi passaggi in occasione dialtrettanto significativi interventi degliultimi Ministri della Giustizia. I primi si sono rivelati, purtroppo,promesse non mantenute; sull’ultimoattendiamo speranzosi.

• “E’ mio intendimento sollecitare unintervento normativo che, pur neilimiti dettati dalla attuali contingenzeeconomiche, disponga il giustoriallineamento di alcuni ruoli equalifiche della Polizia Penitenziariacon omologhi ruoli e qualifiche dellealtre forze di polizia ad ordinamentocivile”. Angelino Alfano, Ministro dellaGiustizia, in occasione dellecelebrazioni per il 194° anniversariodalla fondazione del Corpo di PoliziaPenitenziaria, Roma, 13 maggio2011.

PoliziaPenitenziarian.220settembre2014

25funzionari funzionali

• “[...] Tra queste ricordo ilriallineamento delle carriere che, atutt’oggi, si sviluppano in condizionedi disparità rispetto al corrispondenteordinamento del personale dellaPolizia di Stato. Una disparità nongiustificata, posto che la PoliziaPenitenziaria appartiene a pieno titoloalle cinque forze di polizia con unaspecializzazione che rendeinsostituibile il suo ruolo a garanziadella sicurezza e della legalità delPaese”. Anna Maria Cancellieri, Ministro dellaGiustizia, in occasione dellecelebrazioni per il 196° anniversariodalla fondazione del Corpo di PoliziaPenitenziaria, Roma, 7 giugno 2013.

• “Sono in atto iniziative volte adottenere il riallineamento dei ruolidirettivi del Corpo di PoliziaPenitenziaria ai corrispondenti ruolidella Polizia di Stato”.Andrea Orlando, Ministro dellaGiustizia, in occasione dellecelebrazioni per il 197° anniversariodalla fondazione del Corpo di PoliziaPenitenziaria, Roma, 15 maggio2014.H

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iù di venti anni di pubblicazionihanno conferito al mensilePolizia Penitenziaria - Società

Giustizia & Sicurezza la dignità diqualificata fonte storica, oltre quelladi autorevole voce di opinione. La consapevolezza di aver acquisitoquesto ruolo ci ha convintodell’opportunità di introdurre unarubrica - Come Scrivevamo - checontenga una copia anastatica di un articolo di particolare interessestorico pubblicato tanti anni addietro. A corredo dell’articolo abbiamoritenuto di riprodurre la copertina,l’indice e la vignetta del numerooriginale della Rivista nel quale fupubblicato.

a cura di Giovanni Battista

de [email protected]

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n.220settembre

2014

P26

Giustizia: una patata bollenteper il DAP o per il Parlamento?Presto - forse - il via alla sperimentazione del braccialetto elettronico di Franz Sperandio

La destra a ogni pie' sospinto chiedele sue dimissioni: le carceri sonopiene, i detenuti muoiono, ilpersonale manca, ma soprattutto aCaselli viene contestato il suocontinuo esternare opinioni sullagiustizia, come se fosse ancora ilProcuratore Capo di Palermo e nongià un commis di Stato, dirigente diun Dipartimento che fa acqua datutte le parti. Caselli il "presenzialista", diconoquelli del Polo, e in effetti, sfogliandoi giornali o guardando la tv, lapresenza del Direttore Generale delDAP é costante: risponde alle letteredei lettori o qualora viene chiamato incausa in qualche articolo, scriveeditoriali in prima pagina, si lasciaintervistare dalla RAI, partecipa aogni convegno cui viene invitato. In un programma alla RAI, la mattinadel 14 gennaio 2000, chiariscela situazione delle carceri a ungiovane che lo intervista: "Oggi sono50.856 i detenuti ospiti deipenitenziari italiani- dice Caselli - di cui 13.217 sonoextracomunitari: 3.070 del Marocco,2119 della Tunisia, 1821 dell'Albania,1138 dell'Algeria e 1.034 dell'exjugoslavia. La capienza di tutte lecarceri é di circa 41.000 posti -tollerabili 46000 - ma recentementesono stati anche 53.000 i detenutiospitati negli istituti penitenziari delnostro Paese. Solo il 12 per cento deidetenuti ha condanne definitive; il15-20 per cento sono reclusicondannati in processi in cui sisono presentati quali imputati senzadifensore.Poveracci! Quello degli stranieri senzadifesa é un grosso problema delsistema penale che riduce il carcere aun collettore di mali sociali che non si

Sopra la copertina

del numero difebbraio

2000

nell’altra paginail DAP

come scrivevamo

a giustizia é nell'occhio delciclone. Non riesce a decollarecome dovrebbe (o come si

vorrebbe) la riforma del giudice unico(mancano ancora le strutture idonee eil personale: il Ministero assumerà piùdi 500 nuovi impiegati, ma quando?);é ancora in alto mare la legislazionesul "giusto processo" (gli avvocati,intanto, programmano uno scioperodi cinque giorni, dall'11 al 16febbraio, contro quello definito ildecreto legge salvaprocessi e control'involuzione che il testo di leggestarebbe subendo alla Camera); incampo penitenziario sono talmentetante le lacune che qualche volta vienda pensare che stia per scoppiare unanuova era di rivolte e proteste nellecarceri, stracolme di detenuti e con unpersonale - sia di Polizia che delsettore socio-educativo edamministrativo - ridotto all'osso espesso lasciato allo sbando. Gian Carlo Caselli non pare essereriuscito ad assumere completamente ilruolo di comando al DipartimentoAmministrazione Penitenziaria, forseperché ancora non ha capito comefunziona veramente il sistema, non harecepito le sue perversità (strutturali efunzionali), le rivalità (tra dirigenti eruoli diversi del personale) e le lacune(scarsità di mezzi e strutture) che nerendono sempre più difficile e teoricala gestione. Il Direttore Generale, dalsuo insediamento a largo Daga aoggi, più che amministrare in modonuovo, managerialmente il DAP(com'era nelle previsioni - nelleintenzioni e speranze di tutti - dovesseavvenire), ha perso molto tempo edenergie nel rintuzzare gli attacchi chedal Parlamento e dalla stessaAmministrazione gli capitano quasigiornalmente tra capo e collo.

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PoliziaPenitenziarian.220settembre2014

27

sa come risolvere, e la pena non é piùindirizzata al recupero del condannato.Ed a ciò collabora anche ilsovraffollamento delle carceri, i moltisieropositivi e i moltissimi condannatiper reati legati alla tossicodipendenza.Ecco perché - dice ancora Caselli algiovane - penso che si faccia un usoimproprio del carcere. Per risolvere iconflitti ci vorrebbero accordiinternazionali, per contenere ildrammatico problema degli stranieri,dell'immigrazione clandestina, dellapovertà, il disagio ecc., ecc ... ".Certo, fa piacere sentire il responsabiledelle carceri italiane denunciare inpubblico le carenze del sistema,l'impossibilità che possano risolversi inbreve tempo tutti i problemi delsettore, a cominciare dalsovraffollamento degli istituti,situazione che provoca non pochidisagi e malessere oltre che trai detenuti anche tra il personale che sioccupa della loro sorveglianza esicurezza.C'é da chiedersi, però, se invece di direquelle cose in un'intervista non siameglio - per l'Amministrazione e perCaselli stesso - denunciarle in un"Rapporto sulle carceri" da consegnareal Parlamento, in un'analisi fredda,precisa e puntuale che non nascondanemmeno la più piccola pecca delsistema, così da scaricare parte dellaresponsabilità dell'attuale stato dellecose a coloro i quali sono delegati dalpopolo a legiferare. Dicendo tutta lacruda verità e non, come capita adesempio, alle interrogazioniparlamentari al Ministro della Giustiziain cui, il più delle volte, anzichéevidenziare nelle risposte l'effettivacarenza di questo o quello (personale,mezzi, fondi ecc.) in questo oquell'istituto, si nasconde la realtà,cercando improbabili (a volte insolite edel tutto inventate) giustificazioni nelloscaricare la colpa su altri: al DAP vigela regola che a qualcuno, in fondo,deve restare in mano la patatabollente, però é meglio se capita aglialtri! D'altra parte, é abbastanza chiaroil perché le risposte alle interrogazioniparlamentari non chiarisconomai fino in fondo la situazione eraramente sono soddisfacenti

per l'interrogante: chi prepara lerisposte non é il Ministro, sonofunzionari del DAP, cheevidentemente si coprono le spallel'un l'altro. Se, invece, il Parlamento(il Governo, le Commissioni Giustiziadi Camera e Senato) fosse messodavvero a conoscenza su come vannorealmente le cose ... beh, allora poisarebbe anche più facile rispondere atono, senza cadere in giustificazioniassurde, peraltro quasi sempretardive. Un atto di coraggio,un'azione di grande responsabilità,amministrativa e politica, ecco quelloche ci si aspetta da Gian CarloCaselli. Ci si aspetta che faccia unadenuncia precisa di tutti i mali delsistema, ma non attraversointerviste ed articoli sui giornali,bensì tramite una relazionepresentata all'organoistituzionalmente delegato a risolverele cose in nome del popolo italiano, ilParlamento, appunto.Denuncia, sia chiaro, circostanziataed esatta, dopo aver cavato dallementi e dai cuori dei dirigenti delDAP e delle strutture perifericheogni verità, anche la più scomoda,lasciando una tantum (ma sarebbemeglio dire almeno una volta tanto... ) da parte gli interessi personali.Difficile? Quasi impossibile, ma éproprio questa la sfida che Caselli sitrova ad affrontare. Pulizia, trasparenza, correttezza,rispetto del personale che lavora perlo Stato, queste sono le cose chechiedono gli appartenenti al Corpo diPolizia Penitenziaria, ma anche gli

come scrivevamo

amministrativi e gli educatori,che ancora oggi non hanno benchiaro il loro ruolonell'Amministrazione, più ricercati (eutilizzati) per compiti d'ufficio cheper una reale e corretta applicazionedel trattamento per il recupero deidetenuti. Una vera riforma cherenda le cose più semplici e facili daeseguire, questo é ciò che vuole ilpersonale del DAP.Martedì 25 gennaio 2000 si sonoincontrati i ministri dell'Interno,Enzo Bianco e della GiustiziaOliviero Diliberto, con il dichiarato eprimario obiettivo di "darenuovo impulso e slancio alpacchetto sicurezza".In quel pacchetto - che in attesadella corsia preferenziale inParlamento potrebbe anche aprirsi eperdere per strada qualcosa - tra lepriorità vi sono le modifiche alcodice penale per i reati più diffusi(scippi, furti, ecc.) , quelli cheallarmano maggiormente i cittadiniche li subiscono, nonché la richiestadi un maggior rigore nel perseguirereati commessi a danno dei soggettipiù deboli e per chi é recidivo. Allapari, i due Ministri hannoconcordato di rendere più stringentii parametri per la concessione deibenefici penitenziari e di irrigidire,pur nel rispetto delle normecostituzionali, le misure cautelari neivari gradi di giudizio. Provvedimentipreventivi che, probabilmente, severamente applicati non farannoche aumentare le presenze neipenitenziari italiani, ma almeno non

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PoliziaPenitenziaria

n.220settembre

2014

28 come scrivevamo

sopra la vignetta e lacopertina del

numero di febbraio 2000

permetteranno più quelle, a dir pocoimbarazzanti, scarcerazioni perdecorrenza dei termini che unagiustizia malata ha potuto consentirea detenuti macchiatisi dei peggioridelitti. Ecco che allora é rispuntato ilbraccialetto elettronico, altro

argomento diconversazione traBianco eDiliberto, cheintendono avviareun progettosperimentalein alcuni istituti digrandi cittàitaliane, sempre,naturalmente, nelmassimo rispettodei principicostituzionali edelle normevigenti. Il fatto éche il braccialettoelettronico, qualemisura preventiva

per il controllo dei detenuti, non éprevisto né dalla Costituzione nédalla vigente normativa, ma se sivuole davvero applicare non dovràessere un "fattoeccezionale", una merasperimentazione, bensì dovràdiventare la norma, almeno per idetenuti colpevoli di reati minori,punìbili con la reclusione fino adue/tre anni. Ne deriverebbero almeno due grossibenefici: lo sfollamento delle carceri e

- se applicato a dovere e con lemisure cautelari del caso - unmaggiore e più costante controllo dichi é agli arresti domiciliari. Deve,però, decidere il Parlamento. La via può essere una soltanto: GianCarlo Caselli, detentore eresponsabile della giustizia postjudicio, presenta una relazionesull'utilità e sicurezza del braccialettoelettronico e la richiesta della suaapplicazionea Oliviero Diliberto, che a sua voltapresenta un disegno di legge delGoverno in Parlamento. Alla Cameraé auspicabile che un simileprovvedimento possa essere inseritod'urgenza nei lavori parlamentari,potendo fruire di una viapreferenziale, sia in Commissione chein Aula. Il Senato, poi, si spera possafare il resto in breve tempo. Intanto,però, il Ministro Bianco vadichiarando ai giornali che lagestione del braccialetto elettronicosarà di competenza della Polizia diStato, ne parla come se la materiafosse già di pertinenza dell'Interno:non spetta al Ministero dellaGiustizia, e quindi alla PoliziaPenitenziaria, la gestione dei detenutiin esecuzione della pena?La patata bollente è nelle mani deipolitici, tocca a loro decidere.Ma in fondo, non é questo chevogliono al DAP, per scaricarsi lecoscienze e per giustificare unagestione del sistema quasi maiall'altezza delle situazioni? H

arlare dei giorni nostri èquasi più difficile, forse,perché sono inevitabilmente

coinvolta in un presente in continuatrasformazione. Appartengo a coloro che hannosostenuto un concorso da vigilatrice,chiamata dopo la riforma comepoliziotta penitenziaria. Entrata nel 1993 ho frequentato, nelsettembre 1994, presso la Scuola diformazione di Sulmona, il primo verocorso riservato al personalefemminile, della durata di tre mesi.Fino ad allora pochi gli investimentifatti dall’amministrazione, giustoqualche breve corso, a livelloregionale, finalizzato principalmenteal conseguimento della necessariaabilitazione per l’arma, prevista inquanto forza di polizia.Dai racconti di chi li ha frequentati inverità non ne viene fuoriun’impressione positiva. Un modus operandi affrettato, dovutoe non sentito: le donne della PoliziaPenitenziaria dovevano prenderel’arma prima possibile e dimostrareall’esterno di essere al pari degli altriCorpi.Un’operazione di facciata?Sarei curiosa infatti di sapere quanti alivello dirigenziale credevano nellatrasformazione da vigilatrici apoliziotte penitenziarie e quante tra lemie colleghe di allora ne avevanocompreso la portata.Io stessa sono stata catapultata inquesta realtà senza alcun tipo diformazione e preparazione.Avevo studiato l’ordinamentopenitenziario ma rimanevano parolescritte senza alcun aggancio al reale.Affiancata, sostenuta e accompagnatain questo nuovo percorso dallecolleghe ‘anziane’ effettive etrimestrali (contratto a termine delladurata di tre mesi) in una formazioneche per dirla in termini attualidefinirei ‘on the job’.Disorientata, in un’organizzazione ditipo gerarchico e familiare allo stessotempo, demandata all’esperienza e alsenso di dovere personale e, talvolta,non neghiamolo, subordinata ancheal ‘nonnismo’ di taluni soprattuttoappartenenti al personale di Polizia

P

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Penitenziaria maschile che,provenienti dal Corpo degli Agenti diCustodia, avevano una storia e unpercorso alle spalle ben piùstrutturato e, forti di ciò, insieme allapoca considerazione delle capacitàfemminili, facevano il bello e il bruttotempo.Ma come riportato nella citazione inepigrafe, la virtù cresce nelleavversità e le donne della PoliziaPenitenziaria, la cui storia, origini edifficoltà già ho trattato, hannoreagito a quel periodo di assenzaistituzionale rimboccandosi lemaniche e, con quella pazienza ededizione tipicamente femminile,hanno lavorato duramente pereliminare quei retaggi culturali che lerelegavano a meri compiti esecutivi ead ottenere il dovuto riconoscimentodella propria professionalità.L’amministrazione centrale nelfrattempo è riuscita a scuotersidall’impasse e ad affrontare con

serietà la questione del personalefemminile.Nel settembre del 1994 inizia quindiil primo corso destinatoesclusivamente al personalefemminile assunto e inserito nellerealtà penitenziarie durante l’annoprecedente.A partire dai concorsi successivi, ilpersonale femminile e maschilefrequenterà insieme i corsi diformazione prima di entrare, a tuttigli effetti, a lavorare nelle varie sedi.

Da allora sono stati compiuti passi dagigante. Comunque, di fatto, a partire già dallaprima parte degli anni ’90, questopersonale, storicamente relegato nellesezioni femminili, grazie anche allalungimiranza e intelligenza di direttorie dirigenti ha potuto accedere,tramite interpelli interni, in settori cheerano prerogativa maschile: ufficicomando, matricole, conti correnti,uffici servizi.Ha potuto, nel tempo, ottenerespecializzazioni quali quelle dimatricolista, istruttore di tiro,armaiolo.Oggi lo troviamo anche in servizio neicinofili, a cavallo, nei nucleitraduzioni, nei Reparti OperativoMobile (R.O.M.), nel NucleoInvestigativo Centrale (N.I.C.).Tramite concorsi interni ed esterni èpresente tra Sovrintendenti, Ispettori,Commissari.Il legislatore ha quindi legittimato,riconosciuto ed equiparato senzaoperare distinzioni di genere.C’è da dire in verità che sul pianopratico il principio delle pariopportunità non sempre vieneperseguito e per questo motivo sonostate istituite commissioni ad hoc a

PoliziaPenitenziarian.220settembre2014

29donne in uniforme

Nella fotoalcune immaginidella carriera diLaura Pierini

a cura di Laura PieriniVice Sezione Porvinciale SappeFirenze [email protected]

‘Crescit in adversis virtus’La virtù cresce nelle avversità

livello centrale ed in alcune realtàanche a livello regionale.Ma di questo parlerò in un’altraoccasione.Dopo aver provato a dare forma esostanza alla definizione delle donnedi questa Istituzione, nei prossimiarticoli avrei in mente di entrare nelvivo delle nostre attività, nel tentativodi cercare di far conoscere ecomprendere come operiamo e qualidifficoltà incontriamo.A presto. H

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PoliziaPenitenziaria

n.220settembre

2014

30 eravamo così

A fianco: 1938Casa Penale Agricola

di Castiadas (CA) (foto inviata da

Antonino Amore)

inviate le vostre foto [email protected]

sotto: 1970 circaCasa Reclusione diPorto Azzurro (LI)

Visita di Orietta Berti(foto inviata da

Francesco Perruccio

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PoliziaPenitenziarian.220settembre2014

31eravamo così

Sopra: 1973Casa di ReclusionePorto Azzurro (LI) Befana AA.CC.(foto inviate da Francesco Perruccio

a fianco: Anni ’80 circaCasa CircondarialeSavona

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32 le recensioni

omanzo d’esordio per NicolaManzò, autore napoletano diopere teatrali e scultore, che

racconta un gradevole giallo dallastoria singolare.Natale è alle porte eha in serbo unbiglietto Milano-Napoli di sola andataper il commissarioAlfredo Renzi, padanodoc, quarant’annisuonati da un pezzo.Ma Napoli gli riservaun benvenuto pocoinvitante: due giovaniamanti trucidati nelloro letto. Catapultatoin una cittàsconosciuta, alla testadi una squadra diuomini dei qualiancora non ricordaneppure il nome, ilcommissario Renzi haper le mani un casoche scuote l’opinionepubblica, e non sadavvero da dovecominciare. Eccoperché decide che laprima cosa da fare èsenza dubbio…andare dal barbiere.Si sa, seduti sullepoltrone dei barbieri siscoprono più cose e siconoscono piùpersone che inqualsiasi altro luogo. E nella barberia diEttore, infatti, Renziconoscerà personaggiincredibili, che siriveleranno essenziali

per le sue indagini: come Pierino, ilragazzo di bottega, settant’annisuonati da un pezzo, e il gobbo Tatillo,detto Gùgol, motore di ricerca di

internos, la rete dei vicoli; o comeEnza la Ribelle, al secolo VincenzoMazzella, trans dal cuore tenero esensibile, e zia Mariuccia, l’indovina,che con le sue carte è in grado divedere tutte ‘e ccose. Ed è grazie aquesta straordinaria umanità che ilnordico e compassato Renzi non solosi troverà presto come in una nuovagrande famiglia, ma arriverà arisolvere brillantemente, anche se unpo’ fortuitamente, il complicato casodegli amanti di vico San Severino...

uesto è un libro di mafia, cheracconta di come, in un’otticadistorta e aberrante, si arrivi auccidere per difendere l’onore

della propria famiglia e persopravvivere. E’ un libro che trasudadi sangue, di violenza e di morte. E’ lastoria di Giuseppe Grassonelli, inqueste pagine identificato nel nomefittizio di Antonio Brasso (suo “nomedi battaglia” negli anni della guerra dimafia), che dopo un lungo percorso dicrimine e violenza finiràinevitabilmente in carcere e saràradicalmente cambiato. Quando erabambino, nella sua Sicilia, lochiamavano Malerba, ossia erbacattiva, per l’attitudine allatrasgressione delinquenzialeconseguenza di una giovinezzascapestrata. Il tentativo di farcambiare registro alla sua giovanevita annega nel sangue di unregolamento di conti mafioso nellostile più atroce che stermina i suoifamiliari: il nonno, lo zio, il cugino. Luistesso resta ferito. Fugge, sconvolto,ma presto scopre che Cosa Nostra haaffidato il compito di ucciderlo a unodei suoi amici d’infanzia... Questa è la storia di un giovane uomoche sente di dover fronteggiare dasolo lo sterminio della propriafamiglia. Di un uomo che non hafiducia nello Stato, né in alcuna altra

istanza morale capace di contenere laferocia umana. Di un uomo chescampa per miracolo a quattroagguati e decide di rinunciare a tutto,anche all’amore, per vendicare i suoicari e sopravvivere. Fino all’arresto ealla detenzione, in parte condivisa colpadre, che lo cambieràprofondamente. Grassonelli non sipente, non collabora con la giustizia esconta la pena durissimadell’ergastolo ostativo. Entrato incarcere semi-analfabeta, comincia aleggere, a studiare, fino a laurearsi ea diventare un detenuto modello. Per raccontare la sua storia si affida aCarmelo Sardo, nostra vecchiaconoscenza anche per la suaesperienza di leva vissuta nel gloriosoCorpo degli Agenti di Custodia, vicecaporedattore cronache del Tg5 e tra imigliori giornalisti italiani che iniziò aseguire le drammatiche vicende diGrassonelli come giovane cronista diuna Tv privata. Con efficacia epartecipazione, con una scritturaappassionata e coinvolgente, Sardocoinvolge il lettore e lo conduceattraverso queste pagine assolvendoin pieno all’obiettivo che si eraproposto con questo libro: provare acapire.

accontare l’amore, quello deigenitori per i propri figli equello degli uomini per le

donne; raccontare la sensibilità e idrammi dell’individuo, dei gesti e deipensieri attraverso il dialogo tramamma e figlia. Raccontare ilcarcere, i suoi drammi e la suaumanità, attraverso i piccoli gestiquotidiani che, tra le sbarre,assumono dimensioni enormi. Comela scoperta (o, meglio, la riscoperta)della maternità o la sicurezza,acquisita proprio tra le sbarre, divivere la vita non solo dell’oggi masoprattutto del domani. E questononostante la frustrazione del carcere

a cura di Erremme

[email protected] Nicola Manzò

GLI AMANTI DI VICOSAN SEVERINO

TEA Edizionipagg. 336 - euro 13,00

R

Carmelo Sardo eGiuseppe Grassonelli

MALERBA

MONDADORI Edizionipagg. 384 - euro 18,00

Q

Stefania Trinchero

LA CAREZZA DEL SOLE

SENSIBILIALLEFOGLIE Ediz.pagg. 96 - euro 12,00

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Petrini: e a suo merito va il fatto cheanche grazie a “Il calciatore suicidato”la magistratura ha riaperto il “casoBergamini” disponendo un nuovoprocesso per questo delitto a tintefosche.

econdonumero perl’anno 2013

(stampato perònell’aprile del 2014)per la nuova serie dellaRassegna penitenziariae criminologica curatadall’AmministrazionePenitenziaria che sioccupa in particolaredella sorveglianzaelettronica comealternativa al carcere edel braccialettoelettronico. Di particolare interessei contributi di StefanoAprile, che raccontal’esperienza del Gip diRoma sul sistema dicontrollo elettronicodelle personesottoposte alla misuradegli arresti domiciliari,di Francesco Gianfrotta,che ricostruisce leesperienze italiane inmateria di braccialettoelettronico, e diFabrizio Leonardi,Eustacchio VincenzoPetralla e MicheleCiarpi che, concontributi distinti,fanno il puntosull’esperienzaeuropea. Questo numero dellaRassegna si occupa anche delsuperamento degli OPG, di alcunerecenti decisioni della Corte europeadei diritti dell’uomo di Strasburgo edella Corte costituzionale.

PoliziaPenitenziarian.220settembre2014

33le recensioni

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che segna ogni gesto, anche il piùsemplice come inviare una lettera; ladimensione della solitudine purvivendo tra gli altri; il ruolo diversoche assume anche il ritmo del tempo. Raccontare lo sconforto che ti porta apensare e a tentare il suicidio el’umanità della poliziotta (anch’essadonna, moglie, persona) cheintercetta il disagio e con il dialogo, lasensibilità, l’umanità impediscel’insano gesto. Stefania Trinchero,psicologa della Salute mentale nelcarcere genovese di Marassi, ciconsegna un racconto che èimmaginario solamente nella tramama è in realtà il frutto e l’esperienzadi una vita professionale vissuta nellatrincea della prima linea.

uesto libro ha il pregio diaffrontare un tema assaicomplesso e delicato come laresponsabilità patrimoniale e

contabile dei dipendenti pubblici conestrema chiarezza e completezza. E’ l’articolo 28 della Costituzione asancire il principio secondo il quale ifunzionari e i dipendenti dello Stato edegli Enti pubblici sono direttamenteresponsabili nei confronti dei terzi peri danni cagionati nello svolgimentodelle loro funzioni. Il tema, dunque, èdi particolare rilevanza e deve essereaffrontato con attenzione ecompetenza. Per farlo, bisogna partiredalla conoscenza della istituzionedello Stato demandata a questocontrollo. Ossia la Corte dei conti,voluta dal Cavour nel 1862, cheintendeva costituire un controlloattento ed efficace sulle contabilitàdelle amministrazioni pubbliche e discoraggiare comportamenti illeciti deicontabili. Nel tempo si è arricchita dinumerosissime altre incombenze, nei

settori del controllo e dellagiurisdizione fino a quelle delicate ecomplesse introdotte dalla L.213/2012 (disposizioni urgenti inmateria di finanza) e dallaL.190/2012 (prevenzione erepressione dell’illegalità nella P.A.). Il libro, redatto da due studiosi didiscipline contabili, aggiornato alleultime disposizioni normative, offredunque una visione ampia e modernadelle funzioni di questa istituzione, cheimparzialmente e attivamente tutela leragioni dell’Erario e quindi deicontribuenti.

sce in una nuova edizionequesto imperdibile libro di CarloPetrini, calciatore di serie A

degli anni Settanta e autore di diversilibri sul mondo pallonaro. Come ilsasso nello stagno, Petrini scrive undramma che è rimasto senza veritàma che si è rivelato fondamentale pernuovi sviluppi giudiziari: la morteviolenta del giocatore DonatoBergamini, centrocampista delCosenza (serie B), trovato cadaveredavanti alle ruote di un camion la seradel 18 novembre 1989. Una morte,fatta passare per suicidio, che è unvero giallo ambientato nel mondofalso e dorato del dio pallone, conpersonaggi che sembrano venire fuorida un film. «Come ex giocatore che haconosciuto bene la faccia nascosta delcalcio, in questo libro ho tentato dichiarire alcuni dei retroscena dellamorte di Bergamini: mi sono studiatogli atti della magistratura, ho fattoricerche e ho intervistato un po’ dipersone, anche a Cosenza. Insomma,ho fatto quello che nessuno deigiornalisti sportivi ha mai fatto: lorosono troppo impegnati a leccare il culodel potere pallonaro e dei suoi divi,per occuparsi di un giocatore di serieB morto ammazzato come un cane». Lo scrive nella premessa al libro Carlo

Mario D’Antino e Sergio Lupinacci

LA RESPONSABILITA’PATRIMONIALE ECONTABILE DEI DIPENDENTI PUBBLICIARACNE Edizionipagg. 196 - euro 17,00

E

RASSEGNA PENITENZIARIA E CRIMINOLOGICA

2/2013 - pagg. 270

Q

SCarlo Petrini

IL CALCIATORE SUICIDATO

KAOS Edizionipagg. 208 - euro 12,00

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inviate le vostre lettere a [email protected] l’ultima pagina

uella della fotografia è unhobby (o una passione) checoinvolge tantissime persone.L’avvento ed il

consolidamento del digitale haampliato notevolmente gli estimatori

del settore e tante sono lepubblicazioni che spiegano le basidella fotografia e le tecniche miglioriper scatti da incorniciare. Tra questi merita una nota particolarequesto manuale, senza tecnicismi eadatto a tutti. 50 esercizi guidati dai più grandifotografi (Henru Cartier-Bresson,Robert Capa, Bill Brandt, AnselAdams, Chris Levine, Elliott Erwitt,Dorothea Lange, Sebastião Salgado,Daido Moriyama, Robert Frank…)per imparare a vedere il mondo conuno sguardo nuovo.

il mondo dell’appuntato Caputo

Flash Mob

QH

Henry Carroll

IMPARO A FOTOGRAFARE

VALLARDI Edizionipagg. 128 - euro 14,90

di Mario Caputi eGiovanni Battista

de Blasis© 1992-2014

PoliziaPenitenziaria

n.220settembre

2014

NO CAPUTO...NON ERA QUESTO

CHE INTENDEVAMO PER FLASH MOB !

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