Piove Democratica

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Partito Democratico Piove di Sacco – [email protected] – cell: 3331220690 OSPEDALE DI PIOVE: UNA BATTAGLIA DA VINCERE A dicembre 2008 la Regione ha deciso lo smembramento del’ALS14 ed il conseguente passaggio del territorio della Saccisica e del suo ospedale all’ALS16 di Padova. La situazione che si è venuta a creare in seguito a tale decisione è estremamente complessa, dovranno infatti essere prese importanti decisioni sulla suddivisione dei primariati e delle risorse umane e materiali tra i due ospedali di Piove e di Chioggia. Se il buon giorno si vede dal mattino credo sia evidente per tutti che il mattino del nostro ospedale è abbastanza perturbato. Ogni volta che si interviene su questo argomento scatta la replica di qualche personaggio politico, ovviamente in difesa della regione, che accusa di scarsa lungimiranza chi fa osservazioni contrastanti o sottolinea le situazioni di difficoltà, sembra quasi sia d’obbligo dimostrare fiducia ed ottimismo. Per evitare strumentalizzazioni credo sia bene solo illustrare i fatti e lasciare ai cittadini piovesi il giudizio. I fatti sono così riassumibili: La proposta di divisione dell’ULS14 era nata dalla convinzione di tanti che pensavano che la convivenza con Chioggia fosse stata pesantemente pagata e fosse diventata insostenibile. I consiglieri regionali Leonardo Padrin e Regina Bertipaglia hanno proposto l’aggregazione del nostro territorio all’ALS16 di Padova considerando tale proposta come il volo verso l’eccellenza del nostro ospedale. Le amministrazioni comunali di Piove e degli altri comuni hanno insistito e insistono sul fatto che il passaggio con Padova non deve impoverire l’ospedale di Piove che deve rimanere per acuti. La decisione della regione avrebbe dovuto essere preceduta dalla modifica delle schede ospedaliere cioè del documento che definisce la suddivisione dei primariati e dei servizi tra i due ospedali (questa proposta fatta dai consiglieri del PD in regione non è stata accolta e per questo i consiglieri del PD in V commissione consigliare sanità avevano votato contro al passaggio di Piove con Padova, 9 settembre 2008). Per le nuove schede ospedaliere esiste una proposta presentata dal direttore generale dell’ALS14 Antonio Padoan (che la sostiene con forza in una sua lettera inviata al Mattino di Padova e pubblicata il 3 marzo 2009) e il recente accoglimento della stessa da parte della Giunta Regionale. La proposta prevede “a Chioggia Oculistica, Riabilitazione e Neurologia, a Piove Nefrologia, Pediatria e Psichiatria”. Da dove e come nasce questa proposta non è dato saperlo per cui mi limito a prenderne atto ma non per questo a condividerne i contenuti. C’è un difetto di fondo che nasce dal fatto, volutamente dimenticato, che Piove è stata staccata da Chioggia perché era stata impoverita, quindi ora Piove dovrebbe vedere compensate le perdite, almeno in parte. Invece si danno per acquisite le perdite e si ignora quanto di nuovo ha avuto nel tempo Chioggia (Oncologia, Cardiologia, Laboratorio ecc.), si suddividono sei reparti dicendo: siccome si suddividono tre da una parte e tre dall’altra la distribuzione è equa e giustizia è fatta. Il ragionamento del direttore generale dell’ALS, riportato nella lettera al Mattino prima citata, va anche oltre sostenendo che a Chioggia bisogna dare di più perché i cittadini di Piove possono andare a Padova mentre Chioggia essendo isolata e ora anche ALS autonoma deve avere tutto ciò che non ha. Qual’è la conclusione di tutto di tutto questo ragionamento? Piove nell’ALS 14 ha perso nel tempo risorse, se n’è andata e ne perde ancora! Di chi è la colpa di questa situazione? È evidente che nulla si muove senza che la Regione lo voglia e la Regione non mi risulta sia stata governata in questi ultimi quindici anni dal Partito Democratico. Venerdì 20 marzo nel consiglio straordinario fatto per discutere di questo argomento si è raggiunto un accordo su un documento votato da tutti (maggioranza e opposizione) che propone una revisione delle schede ed in particolare la permanenza della Neurologia a Piove, potrebbe essere il punto di partenza per una azione comune a prescindere dai partiti di appartenenza nell’interesse del nostro ospedale e quindi di tutti i cittadini. Giudicate Voi e soprattutto non facciamo calare l’attenzione! Lino Conte Consigliere Provinciale PD Consigliere Comunale PD 2009 | Numero Uno

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2009 | numero uno

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Partito Democratico Piove di Sacco – [email protected] – cell: 3331220690

OSPEDALE DI PIOVE: UNA BATTAGLIA DA VINCERE

A dicembre 2008 la Regione ha deciso lo smembramento del’ALS14 ed il conseguente passaggio del territorio della Saccisica e del suo ospedale all’ALS16 di Padova. La situazione che si è venuta a creare in seguito a tale decisione è estremamente complessa, dovranno infatti essere prese importanti decisioni sulla suddivisione dei primariati e delle risorse umane e materiali tra i due ospedali di Piove e di Chioggia. Se il buon giorno si vede dal mattino credo sia evidente per tutti che il mattino del nostro ospedale è abbastanza perturbato. Ogni volta che si interviene su questo argomento scatta la replica di qualche personaggio politico, ovviamente in difesa della regione, che accusa di scarsa lungimiranza chi fa osservazioni contrastanti o sottolinea le situazioni di difficoltà, sembra quasi sia d’obbligo dimostrare fiducia ed ottimismo. Per evitare strumentalizzazioni credo sia bene solo illustrare i fatti e lasciare ai cittadini piovesi il giudizio. I fatti sono così riassumibili: • La proposta di divisione dell’ULS14 era nata dalla

convinzione di tanti che pensavano che la convivenza con Chioggia fosse stata pesantemente pagata e fosse diventata insostenibile.

• I consiglieri regionali Leonardo Padrin e Regina Bertipaglia hanno proposto l’aggregazione del nostro territorio all’ALS16 di Padova considerando tale proposta come il volo verso l’eccellenza del nostro ospedale.

• Le amministrazioni comunali di Piove e degli altri comuni hanno insistito e insistono sul fatto che il

passaggio con Padova non deve impoverire l’ospedale di Piove che deve rimanere per acuti.

• La decisione della regione avrebbe dovuto essere preceduta dalla modifica delle schede ospedaliere cioè del documento che definisce la suddivisione dei primariati e dei servizi tra i due ospedali (questa proposta fatta dai consiglieri del PD in regione non è stata accolta e per questo i consiglieri del PD in V commissione consigliare sanità avevano votato contro al passaggio di Piove con Padova, 9 settembre 2008).

• Per le nuove schede ospedaliere esiste una proposta presentata dal direttore generale dell’ALS14 Antonio Padoan (che la sostiene con forza in una sua lettera inviata al Mattino di Padova e pubblicata il 3 marzo 2009) e il recente accoglimento della stessa da parte della Giunta Regionale.

La proposta prevede “a Chioggia Oculistica, Riabilitazione e Neurologia, a Piove Nefrologia, Pediatria e Psichiatria”. Da dove e come nasce questa proposta non è dato saperlo per cui mi limito a prenderne atto ma non per questo a condividerne i contenuti. C’è un difetto di fondo che nasce dal fatto, volutamente dimenticato, che Piove è stata staccata da Chioggia perché era stata impoverita, quindi ora Piove dovrebbe vedere compensate le perdite, almeno in parte. Invece si danno per acquisite le perdite e si ignora quanto di nuovo ha avuto nel tempo Chioggia (Oncologia, Cardiologia, Laboratorio ecc.), si suddividono sei reparti dicendo: siccome si suddividono tre da una

parte e tre dall’altra la distribuzione è equa e giustizia è fatta. Il ragionamento del direttore generale dell’ALS, riportato nella lettera al Mattino prima citata, va anche oltre sostenendo che a Chioggia bisogna dare di più perché i cittadini di Piove possono andare a Padova mentre Chioggia essendo isolata e ora anche ALS autonoma deve avere tutto ciò che non ha. Qual’è la conclusione di tutto di tutto questo ragionamento? Piove nell’ALS 14 ha perso nel tempo risorse, se n’è andata e ne perde ancora! Di chi è la colpa di questa situazione? È evidente che nulla si muove senza che la Regione lo voglia e la Regione non mi risulta sia stata governata in questi ultimi quindici anni dal Partito Democratico. Venerdì 20 marzo nel consiglio straordinario fatto per discutere di questo argomento si è raggiunto un accordo su un documento votato da tutti (maggioranza e opposizione) che propone una revisione delle schede ed in particolare la permanenza della Neurologia a Piove, potrebbe essere il punto di partenza per una azione comune a prescindere dai partiti di appartenenza nell’interesse del nostro ospedale e quindi di tutti i cittadini. Giudicate Voi e soprattutto non facciamo calare l’attenzione!

Lino Conte Consigliere Provinciale PD Consigliere Comunale PD

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SVILUPPO: FORSE OCCORRE ESPLORARE NUOVE STRADE

Quando si parla di territorio, due tesi si contrappongono. C’è chi in nome dello sviluppo propone lo snellimento delle procedure in modo da garantire un iter più veloce e minori vincoli per le imprese, e questo bisogna farlo, e c’è chi ritiene che ogni espansione urbana o produttiva sia uno sfregio al territorio, all’ambiente, al decoro urbano, e qui occorre stare attenti per non apparire il partito del no. Al di là dei due punti di vista alcune contraddizioni risultano evidenti anche nel Piovese. La prima è che le zone industriali si espandono, mentre molti capannoni si svuotano o a causa della crisi economica o perché si delocalizza; la seconda è che si creano nuove aree residenziali mentre edifici dei centri storici tendono a svuotarsi e sono abbandonati al degrado. Per un nuovo sviluppo La Saccisica possiede un patrimonio non omologabile e non delocalizzabile: il suo territorio.

Ha un ricco patrimonio artistico, paesaggistico, ha eccellenze enogastronomiche, una vivace rete commerciale, artigiana, alberghiera che può diventare di eccellenza. In questo contesto il turismo deve essere promosso creando una “filiera” che metta insieme cultura, arte, paesaggio e gastronomia, puntando tanto sulla qualità, quanto sull’unicità e sulla completezza dell’offerta. Il comparto agroalimentare del piovese può reggere la competizione con territori che ora sono più conosciuti: andiamo dai vini DOC, agli asparagi, al radicchio, alla mozzarella di bufala, alle mille erbette primaverili… Oggi l’agricoltura può tornare protagonista dell’economia mondiale. In questi mesi ci hanno fatto credere che siamo passati dall’agricoltura delle eccedenze all’agricoltura della penuria dei generi alimentari creando solo tanta confusione negli operatori. Per non cadere nella trappola degli speculatori, il

Piovese ha i mezzi e le capacità per produrre e qualità e quantità. E allora? Specificità del nostro territorio, specificità dei nostri prodotti, enogastronomia, arte, cultura. Bisogna così pubblicizzare le strade delle idrovore, dei corsi d’acqua e delle oasi naturalistiche, le strade delle ville e delle corti benedettine che numerose sono disseminate nel territorio, le strade lungo le quali si trovano agriturismi, cantine, aziende agricole di eccellenza. Occorre potenziare piste ciclabili e percorsi alternativi all’auto. Se in Italia l’ecoturismo nel 2008 ha fatturato più di 15 miliardi e ha visto una forte presenza di stranieri (il 40% su circa 50 milioni di presenze), perché anche noi non possiamo seguire questa strada?

Giancarlo Rigato Consigliere Comunale PD

IN SICUREZZA!

Una sola preposizione semplice che cambia radicalmente il senso ad una parola. Sicurezza significa senza patemi, senza paura, e quindi si riferisce ad un sentire sostanzialmente dei singoli cittadini. Come evitare fraintendimenti? Innanzitutto dicendo le cose come stanno ed usando la serietà nel trattare un argomento complesso dai risvolti molto delicati. Sicurezza vuol dire vivere bene e nel rispetto delle regole, siano esse scritte o di buon senso. Sicurezza significa prevenzione, significa controllo del territorio, e solo come estrema soluzione, repressione. Tutti hanno diritto a vivere gli spazi pubblici, così come vi è l’obbligo a rispettarli. Ricordo che soltanto qualche mese fa si è riunito a Piove di Sacco il Comitato per la sicurezza che ha visto quali attori Prefetto, Sindaco e forze di polizia. È emerso che pur essendo presenti nel territorio circa un centinaio di agenti fra Carabinieri, Polizia Stradale, Guardia di Finanza e Polizia Locale, tutte queste forze siano coordinate, e ciò può avvenire soltanto ad opera della Prefettura e dei Comandi generali, non con ronde di cittadini inesperti si svolge un servizio alla comunità. I cittadini hanno diritto ad un servizio efficiente ed efficace delle forze dell’ordine presenti, primi fra tutti i Carabinieri. Questi ultimi attualmente sono numericamente inferiori rispetto alle esigenze territoriali. La Compagnia dei Carabinieri, composta di 36 militari, garantisce un territorio di circa 118.000 abitanti. Un dato deve far riflettere: il solo territorio della Saccisica (30.000 abitanti) ha a sua disposizione una sola Stazione dei Carabinieri, in servizio 24 ore su 24, di 12 militari, i quali devono però anche occuparsi di ricevere circa 70 persone al giorno ed occuparsi di notifiche in materia di armi, ordinanze prefettizie e della procura, e svolgere compiti di polizia penitenziaria di controllo dei cittadini agli arresti domiciliari. Ecco dunque che di fronte a questi dati reali ci si rende conto di come parlare di ronde o immigrati clandestini sia riduttivo o addirittura fuori luogo in materia di sicurezza pubblica. Stante tale situazione di organico insufficiente, il Governo ha stanziato 83 milioni di euro per il pacchetto sicurezza, di cui 300.000 € per le ronde comunali e altri 27 milioni per l’uso dell’esercito. Gli altri 55 milioni servono per il progetto di videosorveglianza. Questo vuol dire che il Governo ha disposto 0 (zero) euro per l’aumento degli organici e la garanzia del turn over nei pensionamenti delle forze dell’ordine direttamente operanti nel territorio.

(continua)

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Ernesto Cominato Capogruppo consiliare della maggioranza nell’amministrazione Conte

Davide Gianella Consigliere Comunale PD

SCUOLA VENETA DI POLITICA GIOVANI DEMOCRATICI, PERCHE’?

Nel mese di ottobre dello scorso anno, ha preso il via la Scuola Veneta di Politica organizzata dal Partito Democratico Veneto. Vista l'importanza della crescita culturale e della preparazione politico-amministrativa, requisiti fondamentali per chi si propone ai cittadini come gestore pro tempore della cosa pubblica, il sen. del PD Paolo Giaretta, Andrea Ferrazzi e Cristina Bonetti - membri dell'esecutivo regionale del PD - hanno dato vita a questa nuova esperienza, la prima in Italia. Nel corso delle lezioni e dei seminari si sono susseguiti numerosi interventi di docenti universitari, professionisti dell'informazione, imprenditori, sociologi, nonchè di esponenti di prim'ordine del PD. Gli incontri, tenuti a Padova, hanno dato la possibilità ai frequentanti di indagare in maniera completa molte tematiche di estrema rilevanza: dall'analisi economica all'immigrazione, dall'ambiente al welfare, dal federalismo alla comunicazione. Attraverso un continuo e sereno confronto abbiamo iniziato ad acquisire alcuni strumenti utili all'interpretazione e alla comprensione dei problemi e delle contraddizioni della nostra realtà locale. Per rendere questo percorso il più completo possibile, durante il mese di marzo, i partecipanti alla Scuola sono stati affiancati ad un amministratore pubblico affinchè potessero coniugare lo studio fatto fino ad allora con un'esperienza pratica in contesti locali o nazionali. Nata con la volontà di fornire competenze e strumenti operativi necessari per gestire processi che richiedono una direzione politica e per contribuire alla costruzione di una comunità di uomini e donne consapevoli e con capacità critiche ed organizzative, la Scuola si è rivelata un'esperienza formativa di altissima qualità, un vero e proprio laboratorio di sperimentazione e dibattito innovativi, un'occasione di crescita personale. Simone Sartori

In un famoso discorso, il presidente J.F. Kennedy disse: ”Non chiedere cosa il Paese può fare per te, bensì cosa tu puoi fare per il Paese”. Ecco, questo celeberrimo passaggio dovrebbe essere un monito anche per tutti noi giovani. Purtroppo negli ultimi anni si registra una forte e preoccupante disaffezione da parte dei giovani - e non solo - verso la politica, vista come qualcosa di lontano dalla vita quotidiana, e che non serve a cambiare le nostre esistenze. Abbiamo le nostre vite, i nostri studi, i nostri lavori… e sempre poco tempo. Ma nessuno come i giovani è in grado di muovere le cose. I giovani, ad esempio, sono tra le fasce della popolazione più attiva sul fronte del volontariato, per molte cose sono più arrabbiati degli “adulti”, sono un vulcano di idee e di ideali. Beh, fare politica (termine che spaventa le giovani generazioni a quanto pare) è tutto questo. E’ avere un’idea, è avere un’esigenza, è avere uno o più sassolini nella scarpa, e volerseli togliere, è cercare di dare risposte. E’ anche volontà di cambiare le cose, senza la comoda poltrona del “e io che cosa ci possa fare?” Beh, “tu ci puoi essere e ci puoi provare”, si sono detti un giorno alcuni di questi ragazzi. E così è. I giovani del Partito Democratico sono questo: ragazzi e ragazze che credono nel cambiamento, in quei principi cardine che sono la democrazia e la partecipazione, e che su queste basi intendono fare attivamente la loro parte nella vita sociale e civile del loro Paese. La giovanile del Partito Democratico ha una sua struttura che va dall’assemblea nazionale, fino ai vari circoli che, con successo, si sono costituiti o si stanno costituendo a livello locale. Di che cosa discutono i Giovani Democratici? Di quello che li riguarda, ovvero: dei problemi della scuola e della ricerca, delle questioni relative al mondo del lavoro, delle tematiche ambientali, delle sfide culturali che devono affrontare, … Il nostro passato politico, qualunque esso sia, ci spinge a cercare la nostra nuova strada: una strada non ancora battuta, e per questo magari più impervia, ma sicuramente più stimolante ed avvincente. Noi non ci sentiamo ex di niente, siamo unicamente “democratici”.

Giulia Martin Membro della Direzione Provinciale Giovani Democratici

A PROPOSITO DELL’ASSE TREMONTI-BOSSI

IN SICUREZZA

(segue) Tornando a Piove di Sacco, come mai un Ospedale che eroga circa 730.000 prestazioni in un anno non ha un posto di polizia al suo interno? Maggiori controlli sul territorio significano un maggior numero di agenti impegnati effettivamente sul territorio, non un drappello di cittadini inesperti e impreparati con delle pettorine colorate (come affermato dallo stesso Ministro Maroni che le decise a suo tempo per poi fare un doveroso dietro front). Il Comune dal canto suo ha richiesto alla Regione di partecipare al fondo regionale per la vigilanza di quartiere; richieste prima accolte dalla Regione, ma poi disattese. Si parli di sicurezza dunque, ma si evitino confusioni inutili. Sicurezza a volte significa anche rispetto del buon senso, e laddove non si capiscono i principi elementari necessitano allora ordinanze sindacali che vengono peraltro riproposte in fotocopia anche in altri comuni (es: Monselice) il cui Sindaco di centrodestra risulta guidato dal medesimo senso di responsabilità istituzionale. La sicurezza non è né di destra né di sinistra, è solo un tema delicato che va affrontato con responsabilità, capacità e buon senso.

(dialogo fra due amici) Bepi: A Piove mancano dei vigili. Nane: Bisogna risparmiare, ha detto Tremonti. B: A Piove anche i carabinieri sono pochi. N: Bisogna risparmiare ha detto Tremonti. B: Anche i controlli delle Finanza sono pochi. N: Bisogna risparmiare anche sui controlli ha detto Tremonti. B: A Piove però ci soni le ronde, viaggiano con delle macchine! N: Ma Maroni e il Prefetto di Padova hanno detto che le ronde fai da te devono andare a casa. B: Lo sai che a Padova la Polizia e i Carabinieri hanno dovuto scortare le Ronde? E intanto una parte dei servizi di pattugliamento non veniva fatta per la felicità degli spacciatori. N: Ma se ci sono tanti spacciatori, ci sono anche tanti italiani che comprano. B: E se ci sono tante prostitute, ci sono anche tanti che vanno con le prostitute. N: Torniamo al nostro discorso iniziale, altrimenti facciamo come quelli della televisione, parlano, parlano e non finiscono mai un discorso. B: E urlano… N: Ma se ci sono i soldi per pagare i militari perché non ci sono i soldi per riparare le auto della polizia, per comperare il carburante? Io so che ci sono tante auto ferme, me lo ha detto un amico poliziotto. B: Non ci sono i soldi, sai, come dice Tremonti. Però il Governo vuole fare il Referendum sulla Legge Elettorale in un giorno diverso dalle elezioni europee, comunali, provinciali, tanto spenderà solo poco più di 400 milioni di euro N: Per il Referendum i soldi li trova, come li ha trovati per pagare i debiti di Alitalia, per pagare i debiti del Comune di Roma, delle aziende trasporti di Catania e Palermo. Pensa che a Palermo hanno assunto recentemente autisti e molti erano senza la patente. A Palermo c’è un dipendente pubblico ogni 30 abitanti dice Gian Antonio Stella. B: E io pago, dice il contribuente. I soldi li trova il governo di Berlusconi, Tremonti e Bossi. N: Ma il governo dice che la proposta di Franceschini di dare un assegno ai disoccupati è demagogica e poi i soldi non ci sono. B: Vai a capire Bossi che dice sì quando si tratta di pagare gli sprechi del Sud e dice no quando si tratta di aiutare i disoccupati o i cassaintegrati del Nord.

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SCUOLA, FAMIGLIA E TERRITORIO: UN LAVORO COMUNE

Il fallimento della riforma Gelmini La scuola reale è migliore di quella che appare sui media o emerge dalle circolari ministeriali, ma oggi la scuola sta vivendo una delle sue più brutte stagioni ed è nel caos per le scelte del Governo. Le misure del governo per fronteggiare la crisi si sono abbattute sulla scuola pubblica con pesantissimi tagli a danno dell’offerta formativa, tagli contro cui il Partito Democratico, sostenuto da un grande movimento composto da genitori, insegnanti, studenti, organizzazioni sindacali, ha cercato di contrastare con fermezza. Quando le cose non funzionano dobbiamo porci delle domande e capire la protesta di questi mesi nei confronti dei provvedimenti del Ministro Gelmini, provvedimenti che non dipendono da scelte educative sensate o da bisogni di carattere educativo e pedagogico, ma si giustificano solamente per nascondere i tagli alle risorse per l’Istruzione, facendo passare l’idea che i mali della scuola nascano dal bullismo o dal disimpegno di qualche insegnante. La riduzione del tempo scuola e della pluralità degli insegnamenti produrrà un impoverimento dell’offerta formativa, acuirà le disuguaglianze sociali e territoriali, creerà disagi e difficoltà alle famiglie, (penalizzando soprattutto le donne che lavorano) che a fatica concilieranno gli orari lavorativi con gli orari della scuola dei figli, specialmente nella Scuola Primaria. Perché si protesta? Contestiamo alcune norme contenuti nei seguenti Decreti Legge: • Decreto legge 25 giugno 2008, n.112, convertito

nella legge 6 agosto 2008 n.133 (manovra economica estiva );

• Decreto Legge 1 settembre 2008, n.137 del ministro Gelmini convertito nella Legge 30 ottobre 2008, n.169;

• Schemi di regolamento recante “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo dell’istruzione..” e “Norme per la riorganizzazione della rete scolastica …”

Semplificando: Si parla di innovazione nella valutazione, ma siamo

tornati indietro di 30 anni, con il voto numerico anche in prima elementare: “Come fa un bambino che ancora non sa contare a distinguere un 6 e un 8?”. Si afferma che il tempo pieno aumenterà, ma viene istituito il maestro unico, e il tempo pieno si trasforma in un doposcuola, se le famiglie lo chiedono e se ci sono le risorse per sostenerlo. Con il ritorno del maestro unico o prevalente di 24 o 27 ore, scompare il tempo prolungato richiesto da ben 12.000 famiglie nella nostra provincia e da circa 50.000 in tutto il Veneto. Si parla di riforma, che significa “dare nuova forma”, cioè trasformare in senso migliorativo, ma tagliando i fondi alla scuola e all’università si impoveriscono la scuola e la qualità dell’offerta formativa. Ricordate le famose 3 I? Inglese, Internet, Impresa? A seguito dei tagli previsti la Scuola così diventerà: Impoverita (per riduzione di personale e risorse), Invecchiata (non lavoreranno più i giovani precari e si ritornerà ad una didattica superata con il maestro unico) e Inadeguata (per riduzione tempo prolungato e pieno, meno servizi, aumento degli alunni per classe, riduzione delle compresenze a danno di laboratori, progetti, uscite didattiche, attività di potenziamento e recupero, disagio per le famiglie e maggior difficoltà di integrazione per gli alunni con disabilità, bambini stranieri e rom). Alcuni Dati Le famiglie piovesi che hanno richiesto per il prossimo anno il tempo lungo o pieno (ben 49 iscrizioni all’Umberto I°, assieme a più di un centinaio di altre famiglie con alunni che attualmente frequentano la sezione del tempo lungo che sta funzionando con 36 ore e 40 minuti settimanali per 5 giorni) non sono sicure del tempo scolastico scelto e attendono risposte dalla Dirigenza Scolastica e dagli amministratori locali. Inoltre ulteriori richieste dei genitori della scuola “Dante Alighieri“ (Sant'Anna) potrebbero avviare l’istituzione di una sezione del tempo pieno. Anche per 105 alunni di Pontelongo (la scuola primaria dipende dalla Direzione Didattica) forti sono le preoccupazioni, perché non sono certe le risorse per garantire il tempo lungo.

La protesta dei docenti veneti Anche il Comune di Piove di Sacco ha aderito al movimento dei sindaci che si sono trovati uniti, al di là degli schieramenti politici, a sostegno del tempo lungo, non più contemplato negli Schemi di Regolamento, e la giunta del sindaco Mario Crosta ha approvato una delibera che è andata ad aggiungersi a quelle di altri 70 comuni della provincia che si sono, in questi mesi attivati a tutela di un servizio scolastico di estrema importanza chiedendo che anche la Regione Veneto faccia la sua parte per evitare la cancellazione del tempo lungo nella nostra realtà territoriale. Quale offerta formativa quindi per la Scuola Primaria? Da queste considerazioni si possono comprendere i motivi della protesta, ma nasce anche l’esigenza di lavorare insieme per una scuola migliore, consapevoli che, se, non si creano alleanze educative e formative tra scuola, famiglia ed enti locali per costruire un tessuto comune di opportunità e sviluppo a beneficio del diritto dell’istruzione, non si va da nessuna parte. “I care” L’invito quindi è quello di ritrovare quella dimensione, che don Lorenzo Milani, esprimeva con il motto “I care”: mi sta a cuore, mi interessa…in vista di un vero cambiamento culturale che risponda ai bisogni degli alunni e delle loro famiglie attraverso una progettualità che coinvolga unitariamente la scuola ed il territorio verso quel sistema sempre più integrato che trovi, anche nelle nostre scuole, il consolidamento di esperienze e prassi significative già avviate con forme di partenariato, protocolli d’intesa, siglati tra reti di scuole, enti locali ed altre agenzie educative del territorio per mantenere alta sul piano dell’offerta formativa la qualità della scuola. Per questo auspichiamo che il dibattito sul futuro della Scuola Primaria, diventi occasione continua di confronto e di mobilitazione a garanzia del tempo scuola e dell’offerta formativa in senso più ampio.

Antonietta Ranzato Presidente del Consiglio Comunale di Piove di Sacco

PD PIOVE DI SACCO: I NOSTRI IMPEGNI

Care e cari piovesi, il circolo del Partito Democratico intende offrire in questo numero alcuni interventi su vari temi. In particolare il nostro fattivo impegno politico, è attualmente particolarmente rivolto a quattro obiettivi principali: • la salvaguardia del nostro ospedale e del connesso diritto alla salute; • la salvaguardia del livello qualitativo dell’offerta scolastica nel piovese, con riferimento sia alla scuola

dell’obbligo che alle scuole superiori presenti, perché il diritto all’istruzione sia rafforzato; • la preoccupata attenzione alla crisi economica che sta causando una grave situazione occupazionale

dell’industria nel piovese, che ha registrato negli ultimi mesi un aumento vertiginoso dei disoccupati e dei cassintegrati e le altrettanto gravi difficoltà dei nostri artigiani e dei nostri commercianti;

• la solidarietà e la coesione sociale, come obiettivo qualificante la nostra comunità. Si affiancano a noi, nell’impegno, oltre agli amministratori comunali, il consigliere provinciale Lino Conte e l’Onorevole Margherita Miotto. Svilupperemo ulteriori iniziative e proposte, oltre a quanto abbiamo già iniziato a fare, e Vi invitiamo a contattarci per avanzare idee e proposte da inserire nel programma amministrativo per la nostra città che stiamo elaborando. Buona lettura, Lucia Pizzo, coordinatrice del circolo. Lucia Pizzo Coordinatrice del Circolo PD di Piove di Sacco