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piccole aziende crescono TIS Paper Il Magazine dell’innovazione 02/2013

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piccole aziende crescono

TIS PaperIl Magazine dell’innovazione

02/2013

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Abteilung 34 - Innovation, Forschung,Entwicklung und Genossenschaft

Ripartizione 34 - Innovazione, Ricerca,Sviluppo e Cooperative

Al TIS abbiamo avuto un ottimo motivo per festeggiare. Il nostro Incubatore d’imprese ha compiuto 15 anni. Dal 1998 abbiamo accompagnato verso l’indipen-denza 101 aziende innovative.Senza l’Incubatore d’imprese in Alto Adige ci sarebbero 350 posti di lavoro di alto profilo in meno e diversi milioni di euro di fatturato sarebbero mancati all’appello. Mi sembra che l’In-cubatore d’imprese sia più importante che mai, perché nuove aziende creano nuovi circuiti economici, nuove creazioni di valori e nuovi settori di business, ed è proprio quello che serve all’economia. Sempre.Il nostro obiettivo al TIS è far nascere quante più nuove aziende possibile, e che gli aspiranti imprenditori procedano nella fondazione della propria azienda in modo strategico e lungimi-rante. Sono proprio queste le cose in cui supportiamo le aziende. Il concorso di business-plan-ning “start-up” è stato un metodo per scovare aspiranti imprenditori. Ma anche l’Innovation Festival di fine settembre tematizzerà la fondazione d’impresa che sarà così – speriamo –una fonte d’ispirazione per i molti che aspirano a mettersi in proprio.Che si possa avere successo anche in tempi difficili grazie a una buona pianificazione e delle idee di qualità lo dimostra l’intervista a Marina Pagliuzza, a pagina 6. L’imprenditrice bologne-se racconta come ha messo in piedi l’idea di Zazie, un negozio dove si producono e si vendono succhi di frutta e smoothies. Nel ritratto d’impresa a pagina 10 raccontiamo come la start-up nel TIS ProAlps vende avventure in acqua, su terra e per aria.

Vi auguro una lettura ricca di spunti

Nikolaus Tribus

TIS PaperIl Magazine dell’innovazione

Edizione 02Giugno 2013p.4 I partner Sinergie per l’Alto Adige

p.5 La foto Un buon motivo per festeggiare: l’Incubatore d’imprese del TIS compie 15 anni

p.6 L’intervista Marina Pagliuzza, co-fondatrice del marchio “Zazie“ parla della ricetta di successo dei suoi frullati alla frutta e verdura e del perché non vuole trasformare i negozi “Zazie“ in una catena

p.10 Il ritratto d’imprenditore Dal lancio con il paracadute alla partita di golf: la start-up nel TIS ProAlps offre avventure nell’arco alpino e non si spaventa davanti a richieste insolite

p.13 Le news Brevi notizie dal TIS

p.14 I trend Con il trend del work:design le aziende possono riorganizzare gli spazi lavorativi e liberare la creatività dei collaboratori

Colophon Redazione: Alessia Sorà, Astrid Brunetti, Eva Pichler, Heiko Schoberwalter Layout: DOC.bz Fotografie:Ivo Corrà, Martina Jaider, Valentina Pedervia, Alex Filz, jump-studios.com Stampa: Fotolito Varesco, Ora Questo giornale è stampato su carta riciclata.

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Per rendere la lettura più interattiva, abbiamo corredato alcuni articoli dei cosiddetti codici QR che portano a siti web o video. I codici QR possono essere letti da tutti gli smartphone. Ecco come funziona: scaricate il software dal vostro fornitore di app (per esempio per il BlackBerry il BlackBerry App World) sul Vostro telefono cellulare e fotografate il codice QR. Il codice viene decodificato e ricevete così immediatamente le informazioni salvate sul codice QR.

Trovate questa edizione del TIS Paper in italiano e tedesco

anche online sul sito del TIS e, a breve, in versione iPad

App gratuita, insieme a quelle passate, nella TIS Library

nell’App Store. La versione per iPad sarà in italiano, tedesco

e inglese!

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Open Data DayIl 23 febbraio 2013 è stato l’Inter-national Open Data Day. In occasione di questa giornata i Comuni altoatesini e la Provincia di Bolzano hanno reso pubblici i dati geografici e li hanno consegnati al TIS innovation park. Nell’ambito del progetto FESR Open GIS Data i dati pubblicati permet-teranno ai sistemi di navigazione satellitare del futuro di funzionare anche “in cima alle montagne” e i fornitori, come per esempio Google o SASAbus, li potranno utilizzare per migliorare le loro mappe e i loro servizi. I dati sono stati messi a disposizione del TIS dal Centro Elaborazione Dati del Consorzio dei Comuni e dalla Ripartizione Informatica del-la Provincia di Bolzano. In seguito questi dati verranno passati dal TIS alla Open-Street-Map-Community che provvederà a renderli utilizzabili per il web. https://opengisdata.eu/

Un coach per ogni evenienzaLe innovazioni rendono le imprese più competitive a lungo termine. Tuttavia soprattutto alle piccole imprese mancano spesso le risorse necessarie per concretizza-re i loro progetti di innovazione. Per questo il TIS innovation park e Assoimprenditori Alto Adige hanno dato vita agli “InnovationCo-

ach”, il programma che sostiene le imprese nella realizzazione dei loro progetti d’inno-vazione. Le aziende così vengono incitate a concretizzare quei progetti e processi che faciliteranno in un secondo momento una realizzazione efficiente dei progetti di inno-vazione.Finora sono stati cinque gli InnovationCoach che hanno partecipato ad un programma di formazione al TIS. Il programma viene finan-ziato dalla Ripartizione Innovazione della Pro-vincia Autonoma di Bolzano tramite il nuovo sistema di voucher: ogni voucher prevede un finanziamento del 75 percento.

Dall’ospedale all’impresaPrendere le idee di nuovi prodotti lì dove queste nascono e inoltrarle a chi le può realizzare: questo è l’obiettivo del progetto internazionale “InTraMed“ porta-to avanti dal TIS innovation park. Il progetto promuove l’interazione tra personale sani-tario e imprese. Il progetto europeo vede la partecipazione, accanto al TIS istituzioni pro-venienti da Germania, Austria, Ungheria, Re-pubblica Ceca, Slovenia e Polonia. Il progetto vuole promuovere le innovazioni nel settore medico: da una parte per alleggerire e facili-tare il lavoro del personale sanitario, dall’altra per migliorare la qualità dell’assistenza ai pa-zienti. Dall’avvio del progetto nella primavera del 2011 sono state raccolte oltre 30 idee di prodotto. Tra queste alcune si trovano già nel mezzo di un processo di sviluppo che coinvolge anche imprese altoatesine: ne è un esempio il “mover elettronico” per ospedali o la stampante 3D per trapianti di cranio.

http://intramed-c2c.eu/

100 megabit di inter-netsenzafilialTISChi vuole utilizzare gratuitamente una reteinternetsenzafiliedisporreinol-tre di un’incredibile banda larga di 100 megabit deve semplicemente andare al TIS innovation park e portare consé il proprio computer portatile o lo smartphone. “b.WiFi” è il nome della rete internet senza fili che mette a disposizione di collaboratori e clienti del TIS una banda larga unica in Italia di 100 megabit. “b.WiFi” è il ri-sultato di una collaborazione tra TIS, l’impresa ad alta tecnologia del settore ICT Brennercom e l’impresa IT Limitis. L’utilizzo di “b.WiFi” è molto semplice: non appena lo smartphone o il computer portatile riconosce la rete “b.WiFi” occorre inserire nella maschera corrispon-dente il proprio numero di telefono; i dati di accesso verranno inviati via sms. Una volta in-seriti i dati nella maschera di “b.WiFi” si potrà immediatamente cominciare a navigare. Pre-supposto: nessuno – bisogna soltanto trovarsi nel foyer, al primo o al secondo piano del TIS innovation park in via Siemens 19 a Bolzano. Una volta registrati, “b.WiFi” funziona come in tutti gli altri 44 comuni dell’Alto Adige che dispongono della stessa rete senza fili.

Nuova vita ai pannelli fotovoltaiciÈ possibile guadagnare dal riciclo del fotovoltaico? Il gruppo Santini ha commis-sionato uno studio di fattibilità all’area Energia & Ambiente del TIS e all’Istituto per le Energie Rinnovabili e ora ha le idee chiare. Lo studio ha evidenziato che il riciclo conviene solo a partire da una determinata quantità di pannelli e con una tecnologia che permetta di estrarre le materie rare. Visto che nel 2036 i rifiuti fo-tovoltaici in Italia ammonteranno a ben 1,1 mi-lioni di tonnellate, l’azienda altoatesina è molto interessata a entrare in questo business e, nel breve periodo, intende firmare degli accordi con i consorzi per la raccolta dei pannelli a fine vita per poi avviare, in una seconda fase, un progetto di ricerca per sviluppare un impianto di riciclaggio economicamente sostenibile.

I partner

News dai partner

Tanti auguri!Il 17 maggio l’Incubatore d’imprese del TIS ha festeggiato i suoi 15 anni di vita. Dal 1998 ha accompagna-to le aziende innovative nella loro strada verso l’indipendenza. Il bilancio? 101 ammissioni, una quota di sopravvivenza dell’89 percento, 369 posti di lavoro creati e, solo nel 2012, le aziende hanno generato un fatturato di 44 milioni di euro. Durante l’evento, iniziato con una spumeggiante sfilata di moda della start-up Re-Bello, l’Incubatore ha pas-sato in rassegna i suoi 15 anni e festeggiato con start-up attuali e passate.

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Arrivati alla frutta

Intervista con l’imprenditrice Marina Pagliuzza

TIS Paper: Cosa c’è di innovativo in una centrifuga di frutta fresca?

Certo, la puoi trovare ovunque, ma da noi clienti e collaboratori possono sfogare la pro-pria creatività: sono liberi di scegliere tra tut-ta la frutta e la verdura rigorosamente fresche che selezioniamo ogni giorno al mercato. I prodotti sono di ottima qualità, i prezzi ragio-nevoli – uno yogurt con frutta fresca costa 2.95 euro e si riesce a pranzare con 5 euro: da noi deve stare bene sia l’avvocato di grido che lo studente squattrinato. L’atmosfera è quello che ci differenzia: tecnicamente siamo un negozio da asporto e non abbiamo mai fatto pubblicità “classica” ma ci siamo fatti co-noscere col passaparola e attraverso i social media; ciononostante i nostri clienti quasi mai passano e vanno via, anzi si fermano a chiac-chierare, a leggere, a lavorare, si danno ap-puntamento da noi e ci dicono che nei nostri negozi si sta bene, che ci si sente a casa. Que-sto per noi è un complimento importante.

TIS Paper: Come è nata e come si è sviluppata l’ idea?

Da Gianmarco (De Pieri, co-fondatore dell’a-zienda Rightness e del relativo marchio Za-zie n.d.r.), che inizialmente aveva pensato a un punto vendita mobile per succhi agli agrumi. Siamo amici da 10 anni ed entrambi eravamo stufi del nostro lavoro - io collabo-ravo con una multinazionale del tabacco e lui lavorava in una d’informatica. Lui cercava qualcuno di affidabile e creativo, e quindi mi ha coinvolta. Per concretizzare la sua idea, un’amica architetto aveva ideato una bici-cletta a pedalata assistita corredata da una specie di bolla in tela di vela, ma due proble-

Zazie, la bambina creata dalla penna di Raymond Queneau, si perdeva nel metrò parigino per sfogare la

propria curiosità alla ricerca della libertà. La Zazie italiana, ideata da due startupper bolognesi, nasce invece

per avventurarsi tra zuppe e frullati, senza dimenticare la sostenibilità. Il come e il perché ce lo racconta

Marina Pagliuzza, una dei due soci fondatori.

mi ci hanno impedito di realizzarla: il mezzo che avevamo in mente non esisteva, e tra omologazione e realizzazione ci sarebbero voluti troppi soldi e troppo tempo, entrambe risorse che non avevamo. E poi il commer-cio ambulante ha forti restrizioni: un punto vendita piccolo ma stanziale che spaziasse tra tutti i tipi di frutta era quindi un’idea più fattibile. Nel primo periodo ci siamo dati alle sperimentazioni: ci trovavamo a casa di uno o dell’altra per provare diverse ricet-te da far assaggiare ad amici e conoscenti.

Parallelamente abbiamo elaborato il busi-ness plan grazie alla formazione economica di Gianmarco. Altra attività concomitante è stata la ricerca di un locale, che è stata molto impegnativa. Abbiamo pensato di usufruire di un negozio ad affitto agevolato, per esem-pio in zone in fase di recupero, di quelli mes-si a bando dal Comune di Bologna. Poi, una volta stabilito il budget per l’affitto, abbiamo trovato un locale in una zona molto centrale, dietro Via Indipendenza. Grazie a Gabriele Evangelisti, un architetto molto creativo e competente, abbiamo creato il primo “Za-zie”: nonostante sia veramente piccolo sia-mo riusciti a farci stare tutto!

I nostri clienti si fermano a chiacchierare, a leggere, a lavorare, si danno appuntamento da noi e ci dicono che nei nostri negozi si sta bene, che ci si sente a casa.

Das InterviewL’intervista

Marina Pagliuzza, co-fondatrice dell’azienda “Rightness” e del relativo marchio “Zazie”.

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Abbiamo costruito un modello di business mettendo insieme tutti i

dati, grazie al quale adesso stiamo raccogliendo ottimi risultati.

TIS Paper: Quali sono le prospettive?

Da quando abbiamo aperto, il 31 maggio 2012, gli affari sono sempre stati in crescita, lenta ma costante. Dal 2012 abbiamo un nuo-vo socio, Roberto Cipriano, che lavorava già con noi: grazie alle sue competenze in materia di gestione, vendita e orientamento alla sod-disfazione del cliente siamo più completi. Un nostro cliente, inoltre, Federico Campomori, ha apprezzato la nostra idea di business tal-mente tanto da volersi mettere in gioco per-sonalmente: ad aprile 2012 infatti abbiamo aperto insieme il secondo negozio a marchio Zazie fondando una società di cui siamo soci anche noi. Questo secondo negozio ha avu-to una crescita più veloce del primo perché ha potuto godere del giro di clienti esistente e del fatto di essere di fronte al tribunale. Il brevetto che abbiamo ottenuto registran-do il marchio Zazie non si limita alla vendita di frullati, ma ci permette di percorrere altre strade, come quella dei prodotti di cosmesi. Un esempio in questo senso è la collaborazio-ne che abbiamo avviato con la Phenbiox, una spin-off della facoltà di Chimica Industriale di Bologna: loro hanno brevettato l’estrazione per via enzimatica che ci ha permesso di cre-are le creme per mani e corpo, una a base di succo di Wheatgrass (i cotiledoni delle piante di grano tenero n.d.r.) e una dalle bucce delle nostre arance. In più abbiamo anche creato il succo di Wheatgrass in bottiglia e ne abbia-mo sperimentato la vendita nelle farmacie co-munali e in alcune drogherie di qualità. E poi stiamo lavorando all’apertura di altri negozi a Bologna, Torino, Roma e Seul.

TIS Paper: Quindi state pensando di creare una catena di Zazie?

Non mi piace chiamarla catena, anche per-ché non lo è. Non vogliamo comprare delle arance e spedirle agli altri negozi; piuttosto si può pensare di comprare insieme per ri-sparmiare, questo sì. Si tratta di un network, per esempio attraverso la creazione di al-tre società da noi partecipate con partner esterni; non è nostra intenzione creare un franchising o una cooperativa. Noi possia-mo concedere l’uso del marchio a chi vuole condividere la nostra idea: riciclare e riusa-re, come ad esempio nel caso degli elementi d’arredo del primo Zazie - il bancone è una vecchia porta, e abbiamo anche il lavandi-no e la lavagna di una scuola; puntare sulla qualità degli alimenti, possibilmente a km 0, sull’etica del lavoro, sulla gradevolezza del luogo, sulla cortesia… e sull’onestà – noi gli scontrini li diamo sempre!

TIS Paper: Quali sono le maggiori difficoltà che avete incontrato?

Il credito, che in questo Paese è un grossis-simo problema. Non solo all'inizio, ma anche nelle fasi successive quando ormai l’azienda è avviata, in banca ci considerano degli otti-mi pagatori e il nostro rating è salito: nono-stante tutto questo, ottenere linee di credito sostenibili e adeguate è sempre difficile. Non è solo un problema di banche, anzi ne abbiamo anche trovate alcune con cui è stato possibile dialogare; i problemi si presentano per esempio con i consorzi di garanzia che ti chiedono ad esempio garanzie del 60%

per garantirti l'80 %: ma che facilitazione è?! Dalla nostra esperienza abbiamo capito che in generale c’è un clima clientelare nella con-cessione del credito: se non hai conoscenze senti molto la differenza. È un sistema inef-ficace, non meritocratico che rallenta note-volmente i tempi. Con le istituzioni invece non abbiamo affatto avuto problemi: dalla CNA (Confederazione Nazionale dell’Arti-gianato) abbiamo ricevuto supporto, e an-che dalla Provincia di Bologna. Le richieste della ASL per esempio erano sempre sensa-te, e ci hanno anche aiutato a trovare delle soluzioni. Un ostacolo per me insensato è poi il costo del lavoro, che è mostruoso: è difficile essere a posto con tutte le tasse, ma noi vogliamo farcela, anche se è frustrante pensare che questi soldi potrebbero essere reinvestiti nei lavoratori o nello sviluppo.

Noi stessi per lavorare gratuitamente nei nostri negozi paghiamo una cassa artigiani che dovrebbe finanziare una pensione che non vedremo mai. Parlo di 3000 euro l'anno a testa come minimo fisso non calcolato sulla percentuale di reddito (fisso!), che conside-ro una vera e propria follia.

TIS Paper: Ci sono molte idee valide in Italia, ma non sempre diventano un’azienda. Per-ché Zazie ce l’ha fatta?

Abbiamo fatto un business plan molto det-tagliato e pensato. Noi ci siamo basati sulle nostre esperienze e conoscenze pregresse: Gianmarco per esempio ha una formazione economica, e abbiamo valutato le possibili spese, i flussi di cassa, le potenziali vendite, il tutto senza dimenticare l’ottica del clien-te. Abbiamo costruito un modello mettendo

insieme tutti i dati, grazie al quale adesso stiamo raccogliendo ottimi risultati. Riflette-re sul proprio business significa conoscerlo a fondo.

—Intervista di Astrid Brunetti.

Quelli che capiscono il cavolo Marina Paglizza e il suo socio nel 2012 hanno molla-to i propri posti di lavoro “fissi” per fondare una start-up al sapore di frutta e verdura: il loro negozio Zazie a Bologna in pochi anni è diventato un punto di riferimento per chi vuole mangiare sostenibile e sano. Tanto che un cliente ne ha aperto un altro. E forse se ne aprirà un altro, e un altro…

Un nostro cliente ha apprezzato la nostra idea di business talmente tanto da volersi mettere in gioco personalmente.

L’interno del negozio “Zazie” in via Malcontenti a Bologna.

fine

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Il ritratto dell’imprenditore:Ferdinand Weissensteiner, ProAlps

Quando uno parte per un viaggio…

Un’agenzia per vacanze all’insegna dell’avventura che ha organizzato proposte di matrimonio

sulle Tre Cime di Lavaredo e messo in un bob galleggiante per l’hydrospeed la troupe cinema-

tografica di ProSieben: un ritratto di ProAlps, start-up nel TIS.

L’ufficio della start-up è un locale di circa 60 metri quadrati, scrivanie accozzate e sedie che sembrano disposte a caso. Una parete divisoria separa le tradizionali postazioni dal piccolo angolo per conversazioni appartate su divano in pelle nera, con tanto di tavolino e minibar. Dall’ampia vetrata si intravede una strada molto trafficata e verdi pendii. Il poster con un motivo di montagna appeso al muro e il modellino di elicottero posizionato sullo scaffale rinviano al settore in cui opera la gio-vane impresa.Ferdinand Weissensteiner ha un sorriso aper-to e gentile, indossa una polo, jeans strappati e scarpe da ginnastica. Dietro alla scrivania accanto alla porta è seduto un giovane uomo dai capelli neri come il carbone. «Questo è Manuel», dice mentre si accomoda sul diva-no e comincia a raccontare. «Sono cresciuto in una struttura ricettiva della Val d’Ega, per questo ho il turismo nel sangue». Dopo aver studiato economia del turismo in Germania, Weissensteiner ha passato alcuni mesi in Spagna dove ha fatto diverse esperienze in alcuni hotel. «Dopo la Spagna mi è venuta voglia di viaggiare e ho comprato insieme a Felix, allora mio compagno di studi e oggi mio socio, un biglietto per fare il giro del mondo». Durante l’anno passato a viaggiare intorno al mondo, i due giovani hanno visitato posti molto interessanti dal punto di vista turistico. «Tra tutti i posti che abbiamo visto, mi hanno particolarmente colpito il Messico e l’Austra-lia, per questo mi sono fermato lì più a lungo», ride sotto i baffi Weissensteiner.In tutto ha lavorato per sette anni in rinoma-ti hotel in Messico e in Australia maturando in queste destinazioni turistiche importanti esperienze. «In Messico ad esempio spopo-

la molto il turismo esperienziale che viene proposto dalle grandi catene alberghiere da un apposito servizio di concierge all’inter-no delle strutture». Le avventure dei clienti vengono dunque prenotate dai dipendenti dell’hotel. «Allora ho pensato che in fatto di vacanze-avventure anche l’Alto Adige potes-se offrire qualcosa. All’epoca esistevano già

molte offerte per vacanze “attive”, ma queste venivano pubblicizzate poco; la maggior par-te degli albergatori infatti si concentrava an-cora esclusivamente sulla propria struttura», ricorda Weissensteiner.Inoltre in Alto Adige le strutture degli hotel sono molto diverse: il più delle volte le pic-cole aziende a conduzione famigliare non si possono permettere di offrire servizi di que-sto tipo. «C’era quindi bisogno di un interme-diario…» Dopo sette anni Weissensteiner ha fatto ritor-no in Alto Adige e ha lavorato sia nell’azien-da di famiglia che in altri hotel di tutto l’Alto

Durante l’anno passato a viaggiare intorno al mondo, i due fondatori d’impresa hanno visitato posti molto interessanti dal punto di vista turistico.

Il ritratto d’imprenditore

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sfide contemporanee. Questi sono infatti il naturale prodotto della trasformazione da economia industriale, dove le priorità erano la produzione massiva e il contesto nazionale, all’attuale economia della conoscenza, basa-ta sulle capacità specifiche, e che stimolano l'innovazione e il trasferimento di conoscen-za. Il collegamento tra mondo della ricerca e business, per esempio, ha determinato il successo del programma Technopol: nato nel 2004, oggi conta 1928 lavoratori di cui 1079 ricercatori per un totale di 65 milioni di euro di investimenti dal 2004 al 2012 su una superficie di più di 25.000 m2. «Il governo della Bassa Austria è molto soddisfatto di questi risultati» ha spiegato Irma Priedl «per noi si tratta di effetti diretti, indiretti e indotti sul PIL, sull'occupazione, sulle entrate fiscali e sui contributi sociali».

Lunga vita alla Green Economy altoatesina Un valore aggiunto di 5,6 milioni di euro con una spesa di 0,4 milioni di euro: questo è uno dei risultati del progetto enertour da quando è nato, un rapporto costi-benefici di 1:14.Questo dato è emerso da un sondaggio del 2012 effettuato tra i partecipanti delle escur-sioni tecniche enertour dell’Area Energia & Ambiente del TIS e della Fondazione Cassa di Risparmio a cui in totale hanno preso parte circa 9000 persone. In occasione del quinto compleanno di enertour è stato effettuato un sondaggio tra tutti i partecipanti, i cui risul-tati parlano da soli: ben il 36 percento degli intervistati ha dichiarato di aver investito in prodotti o servizi di aziende altoatesine del settore conosciuti durante le escursioni.

Confezione in legno per il vino Una cassetta per i vini che non è solo un imballaggio pratico ed elegante per le bottiglie di Lagrein o Pinot ma che, dopo essere stata utilizzata, può diventare uno scaffale per conservare il nettare degli dei: Roland Caminada e il falegname Raimund Pichler hanno trovato il concetto e il design perfetto. Per poter com-pletare l’innovativa cassetta con i collabora-tori del laboratorio, è arrivato il contributo del TIS innovation park che ha trovato i listelli di legno necessari e ha messo a disposizione la sua tagliatrice laser. Roland Caminada è il responsabile dei progetti in legno del labora-torio protetto GWB (Cooperativa.Laboratori.Assistenza) a Bolzano. Insieme al falegname Raimund Pichler ha ideato una nuova confe-zione in legno per le bottiglie di vino. Michael Stauder, un collaboratore del TIS, ha aiutato a trovare la falegnameria giusta e Walter Weis-sensteiner del Centro Sviluppo di Prodotto & Nuove Tecnologie ha coordinato l’uso della nuova tagliatrice laser del TIS per ritagliare gli elementi della cassetta e incidere loghi e scritte. Ogni anno la cooperativa potrà così produrre 600 di queste cassette che sono già state richieste da alcune cantine.

Arriva il padiglione di neve mobileSe le persone non vanno sulla neve, allora la migliore neve altoatesina andrà dalle persone. Per esempio nel-le grandi città e nei parchi divertimenti del mondo. Questo è possibile con un padiglione di neve mobile – il cosiddetto “Mondo delle avventure sulla neve” montabile e smontabi-

TISNews

le come un tendone da circo. Questa novità mondiale è stata progettata dal team di ar-chitetti altoatesini della Haller & Ohnewein in collaborazione con il Cluster sports & win-terTECH del TIS innovation park. Uno studio di fattibilità condotto insieme a sette membri del Cluster ha dimostrato la fattibilità tecnica del padiglione. La superficie innevata po-trebbe arrivare alla grandezza di due campi da tennis e la combinazione tra un container e un tendone permette di montare e smon-tare il padiglione di neve mobile in poco tempo. Sarebbero soprattutto i bambini che potrebbero entusiasmarsi scoprendo com’è divertente scatenarsi sulla neve. E natural-mente non mancherebbe un’area dedicata alla gastronomia. I costi di costruzione del padiglione di neve si aggirano intorno a 1,4 milioni di euro; per i costi annuali di gestione si stima poco più di mezzo milione di euro per stagione e ci si aspettano fino a 800 visitatori al giorno - un fatturato fino a 2 milioni di euro per stagione. Con questo ritmo i costi di inve-stimento verrebbero ammortizzati già dopo due o tre anni.

Parco tecnologico: più occupazione per tutti«Il parco tecnologico sarà un motore per l'economia altoatesina» questa la convinzione espressa da Luis Sanz, direttore generale Associazione In-ternazionale dei Parchi Scientificinell'ambito del workshop sul parcotecnologico. All’evento, oltre a Luis Sanz, è intervenuta anche Irma Priedl, coordina-trice del programma Technopol della Bassa Austria. Sia Sanz che Priedl hanno insistito sulla capacità unica dei parchi tecnologici di creare posti di lavoro, dare nuova linfa vitale all’economia e creare un solido ponte tra uni-versità e mondo economico. La Priedl e Sanz, da 25 anni impegnato nei parchi tecnologici e dal 1996 direttore generale della maggio-re associazione mondiale di parchi tecnolo-gici (IASP), hanno entrambi confermato la necessità dei parchi per confrontarsi con le

Adige. «Non riuscivo a togliermi dalla testa la faccenda delle vacanze-avventura e mi stuzzicava l’idea di mettere in piedi qualcosa di mio», afferma e si ferma un attimo quan-do un altro giovane entra in ufficio. «Cosi ho chiamato quello lì», sorride Weissensteiner indicandolo. «Questo è Felix, mio ex compa-gno di studi, accompagnatore di viaggi per il mondo e oggi mio socio». Felix Gratze indos-sa una maglietta con un logo, jeans e le im-mancabili scarpe da ginnastica. Si muove con cautela e se paragonato al vivace Ferdinand è la calma fatta a persona. «Quando quattro anni fa Ferdinand mi chiamò raccontandomi della sua ultima idea di aprire in Alto Adige un’agenzia per vacanze all’insegna dell’av-ventura ho fatto immediatamente le valigie e mi sono trasferito a Bolzano», racconta il gio-vane originario di Gelsenkirchen, Germania. Insieme hanno lavorato a un business plan, racimolato capitale e nel 2009 hanno gettato le basi per l’azienda ProAlps. «L’inizio è stato faticoso poiché per mettere in piedi un’attivi-tà c’è molto lavoro burocratico da svolgere», afferma Weissensteiner. Il fatto che il mo-dello di business fosse totalmente nuovo ha complicato le cose: soltanto per chiarire se fosse necessaria una licenza per agenzia di viaggi oppure una pubblicitaria ci sono voluti sei mesi. Nel 2010 il team di ProAlps è entrato nell’uf-ficio del primo piano dell’Agrocenter, vicino all’uscita Bolzano Nord dell’Autostrada del Brennero. «In Alto Adige l’outdoor stava prendendo piede, per questo non è stato difficile convincere le attività turistiche della validità della nostra idea di intermediario per vacanze all’insegna dell’avventura». D’altro canto in Alto Adige esistevano già molti ope-ratori che offrivano questo tipo di esperienze come il rafting, il kite oppure l’arrampicata nei percorsi ad alta fune. «Tuttavia pochi erano a conoscenza di questa vasta offerta. Perfino i turisti che sono un target importante per

questi organizzatori non ne sapevano nien-te», puntualizza Weissensteiner. «Grazie a ProAlps questi operatori vengono coinvolti nella nostra comunicazione ottenendo mag-giore visibilità e quindi più clienti, ma anche un alleggerimento del lavoro organizzativo». Oggi nel team di ProAlps sono in quattro e collaborano con un network di 50 hotel part-ner e altrettanti organizzatori. Il programma dell’azienda conta 40 attività che vanno dallo spericolato lancio con il paracadute fino alla tranquilla partita di golf. «Tutte le attività non devono distare dell’ospite altoatesino più di 90 minuti di macchina», spiega Weissenstei-ner. La star tra le attività è senz’altro il rafting, «perché è adatto anche a famiglie e gruppi». Prima di essere inserita nel programma, ogni nuova attività viene provata personalmente dal team. «Così ci facciamo anche qualche graffio», sorride Weissensteiner e sogghigna in direzione del suo collega Felix che fa una smorfia di dolore.

Oltre all’offerta fissa, ProAlps fa da interme-diario per esperienze individuali. «La richie-sta più pazza ci è stata fatta da un giovane che voleva chiedere la mano della futura moglie in modo molto originale», racconta Weissensteiner. «Ci è stato chiesto di orga-nizzare un volo in elicottero sulle Tre Cime di Lavaredo dove avremmo dovuto posi-zionare in anticipo un cartellone gigantesco con la scritta “vuoi diventare mia moglie?”». Weissensteiner disegna in aria con un dito il cartellone. «Abbiamo mosso mari e monti e coinvolto perfino il soccorso alpino. Alla fine l’iniziativa è fallita perché era semplicemente troppo costosa, tuttavia avremmo potuto or-ganizzarla», afferma orgoglioso.

«Non riuscivo a togliermi dalla testa la faccenda delle vacanze-avventura e mi stuzzicava l’idea di mettere in piedi qualcosa di mio».

«Così ci facciamo an-chequalchegraffio».

Un altro highlight nella giovane storia dell‘a-zienda è la collaborazione con la grande emittente privata tedesca ProSieben. Per un reportage sugli sport d’azione il team che si occupa dei film è arrivato in Alto Adige. In questa occasione ProAlps ha organizzato per la troupe cinematografica un percorso in hydrospeed in Valle Aurina e altre due avven-ture a Solda e a Senales.Il prossimo grande progetto è già alle por-te: a inizio luglio si terrà la Red Bull X-Alps 2013, considerata la gara di parapendio più difficile al mondo. 32 atleti provenienti da 21 Paesi sorvoleranno le Alpi e per la prima volta l’Ortles sarà una delle tappe. ProAlps è partner ufficiale di Red Bull insieme allo Spor-thotel Paradies di Solda e gestirà la tappa a Solda.«Sono molto felice di come sta andando», af-ferma Weissensteiner. «Naturalmente le cose possono sempre migliorare, ma mi sto accor-gendo che abbiamo già molti sostenitori e che alle gente piace quello che facciamo. E questo mi fa capire che siamo sulla strada giusta».

Testo di Eva Pichler.

fine

TIS News

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TIS Paper giugno 201314

TIS Paper giugno 201315

Alla conquista dello spazio creativoLiberare la creatività dei collaboratori non è semplice per le aziende.

ll trend del work:design le aiuta a raggiungere questo obiettivo.

Quale posto più creativo se non un bar dove sentirsi liberi di affrontare ogni argomento? Si racconta che le migliori idee nascano proprio davanti a un aperitivo dopo il lavoro. Anche alla Santander Consumer Bank in Germania, per esempio, hanno capito l’importanza di questo luogo d’aggregazione tanto da farne l’entrata principale dell’azienda. Qui l’archi-tettura dà un messaggio implicito ma ben chiaro: benvenuti e sentitevi a casa!

Sfruttando la struttura dei locali, le imprese possono creare un ambiente di lavoro che permette ai collaboratori, considerati risorsa fondamentale, di esprimere al meglio la loro personalità e di svolgere le diverse mansioni quotidiane sentendosi a proprio agio. «Visto che oggi la linea di separazione tra lavoro e tempo libero è più sfumata e le richieste al collaboratore sono aumentate, diventa fon-damentale dare ai collaboratori un ambien-te bello e in grado di ispirare il loro lavoro quotidiano», afferma Michaela Egebrecht, esperta di trend al TIS. In futuro le esigenze dei collaboratori influenzeranno sempre di più i processi lavorativi e parallelamente le organizzazioni dovranno adattarsi. Inoltre un altro cambio di prospettiva che dovran-no accettare le aziende è il lento scomparire dell’individualità della nascita delle idee, che saranno sempre più processi collettivi: le in-novazioni infatti nasceranno sempre meno dal singolo, e sempre più dalla molteplicità di persone che sono coinvolte nello sviluppo dell’impresa.

Se al bar si possono concepire idee originali, su un divano si possono ricaricare le energie. La società di consulenza Cubion di Copenha-gen ha ben chiaro questo concetto perché permette ai suoi collaboratori di sdraiarsi sul

divano in un ufficio chiuso quando hanno bi-sogno di concentrarsi. Ma anche i brainstor-ming possono essere ripensati, infatti alla Cu-bion non vige più l’obbligo del foglio di carta bianco ma i collaboratori utilizzano le pareti di vetro semitrasparenti come lavagne.

Le stesse quattro pareti dell’ufficio non sono più imprescindibili: gli open space or-mai sono una realtà da diversi decenni ma l’ultima evoluzione sono i “creative offices”, ovvero gli uffici creativi dove ci sono diverse tipologie di “uffici” per i diversi compiti da

svolgere. Sono previsti spazi isolati per lavo-rare concentrati, spazi per assorbire nuove conoscenze e trasmettere esperienze e spa-zi che favoriscono la collaborazione trasver-sale tra i collaboratori. Per i collaboratori di oggi, infatti, è quasi impossibile svolgere tutto il lavoro dallo stesso posto: non si può essere creativi da soli davanti a una scrivania oppure leggere concentrati in un open spa-ce. «Il cambio di luogo favorisce una visione d’insieme, libertà di pensiero e nuove pos-sibilità perché libera la creatività e stimola la collaborazione. La nuova organizzazione dello spazio deve favorire al contempo la concentrazione, l’esposizione delle proprie idee agli altri e l’ispirazione», continua Mi-chaela Egebrecht.

È per questo che nella nuova sede della LEGO a Billund in Danimarca gli uffici sono composti da sale riunioni aperte per pre-sentazioni spontanee e discussioni di nuove idee di prodotto, uffici singoli per i momen-ti di riflessione, una zona “divertimento” e un’area in cui si può sperimentare e provare

www.youtube.com/watch?v=-mlSrKo16D0

29 Ways To Stay Creative

con mano i nuovi prodotti. E non bisogna dimenticare i momenti di socializzazione: anche qui ci vogliono i luoghi giusti, come il caffè al bar o il pranzo in mensa. General-mente le imprese non sono abituate a consi-derarli lavoro, ma in realtà sono spesso pro-prio queste pause dal lavoro standard che danno vita alle idee migliori.

Per liberare la creatività dei collaboratori oc-corre dunque lo spazio giusto.

Testo di Alessia Sorà.

Le aziende dovranno accettare il lento scomparire dell’individualità della nascita delle idee che saranno sempre più processi collettivi.

È importante creare un ambiente di lavoro che permette ai collaboratori di esprimere al meglio la loro personalità e in grado di aumentare così la loro motivazione.

fine TIS Paper

I trend

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