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PIANO DI ZONA 2013 - 2015 SECONDO RAPPORTO DI VALUTAZIONE 2013 AMBITO DISTRETTUALE 4.2 DI TARCENTO

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PIANO DI ZONA 2013 - 2015SECONDO RAPPORTO DI VALUTAZIONE 2013

AMBITO DISTRETTUALE 4.2 DI TARCENTO

INTRODUZIONE

Come indicato nel capitolo 7 del Piano di Zona, la valutazione dello stesso ha come primo criterio di riferimento gli indicatori di risultato individuati dalle Linee Guida Regionali e riportati in ogni singola scheda con la declinazione specifica del valore atteso per ogni annualità. A livello di Ambito Distrettuale, tuttavia, si è ritenuto utile accompagnarla anche con un percorso valutativo specifico contestuale ai processi realizzati nel corso dell’anno finalizzati a perseguire gli obiettivi del PDZ. Si è scelto, infatti, di accompagnare la valutazione basata sui risultati proposta dalle Linee Guida regionali con un percorso valutativo basato sull’analisi dei processi e rivolto non solo alla rendicontazione di quanto conseguito, ma anche e soprattutto sull’apprendimento a partire da ciò che avviene nel corso della realizzazione delle singole azioni. Tale scelta è stata motivata dalle caratteristiche degli obiettivi posti per il PdZ 2013-2015 dalle citate Linee Guida, nei quali sono presenti numerose macroazioni volte a rivedere, razionalizzare, migliorare e innovare prassi, procedure ed interventi in atto, in particolare nelle aree di integrazione tra i servizi sociali e sanitari e tra i servizi pubblici ed il terzo settore. Si tratta quindi di macroazioni che mirano a produrre un cambiamento nelle organizzazioni coinvolte, attraverso un consistente lavoro di revisione organizzativa ed interorganizzativa e richiedono ad esse uno sforzo di riflessione ed apprendimento. Tali processi di revisione coinvolgono soggetti diversi e sono condizionati da risorse e vincoli interni ed esterni, che ne possono favorire o condizionare la realizzazione. Appare, quindi, fondamentale, individuare tali variabili e monitorarne l’andamento al fine di mettere in atto opportuni interventi di rinforzo ovvero di contrasto.

A partire da queste premesse gli strumenti utilizzati a supporto dell’attività di monitoraggio e valutazione sono:

1. Le schede verbale relative agli incontri del tavolo di regia (composto da rappresentanti degli uffici di direzione di Ambito e Distretto)

2. Le schede verbale che sintetizzano i contenuti degli incontri dei diversi tavoli di confronto e coprogettazione con gli attori del terzo settore

3. Le schede di analisi swot, realizzate dal tavolo di regia, nelle quali vengono valutati i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e le minacce che influiscono sui singoli progetti e macroazioni

4. La raccolta ed analisi dei dati che fanno riferimento agli indicatori di risultato e agli indicatori di processo delle specifiche macroazioni.

Il presente rapporto di valutazione – riferito al secondo semestre dell’annualità 2013 – si inserisce in continuità con l’analisi svolta nel primo semestre ed implementa le riflessioni sui risultati raggiunti e sulle prospettive future con gli esiti progettuali realizzati fino al 31.12.213.

Nelle pagine che seguono vengono presentati:- Le schede swot riferite alle singole macroazioni PdZ, distinte tra azioni in ambito sociale ed

azioni integrate socio-sanitarie (indicate con due diverse colorazioni);- La sintesi valutativa del processo svolto nell’anno 2013; - La presentazione dei risultati qualitativi e quantitativi, ovvero degli indicatori di risultato e

di processo relativi al PAA 2013; - Il dossier statistico, contenente un aggiornamento dei principali dati riferiti al profilo di

comunità ed alle aree di bisogno/intervento.

PRESENTAZIONE DELLE SCHEDE

DI ANALISI SWOT

PER LE MACRO AREE PDZ

NOTA METODOLOGICA

Lo strumento di sintesi utilizzato per la valutazione è stato l’analisi SWOT, uno strumento di pianificazione strategica che permette di valutare i punti di forza (Strenghts), di debolezza (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e i pericoli/minacce (Threats) di un progetto, un’idea o qualsiasi altra situazione in cui un individuo o un'organizzazione si trovano a dover prendere una decisione per raggiungere un determinato obiettivo. Il modello dell'analisi SWOT può essere meglio compreso osservando la seguente matrice:

L'analisi SWOT genera una serie di informazioni molto utili riguardanti gli aspetti interni (Forze e Debolezze), ma anche i fattori esterni (Pericoli e Opportunità). Per effettuare un'analisi SWOT è necessario porsi alcune domande. PUNTI DI FORZA:Quali vantaggi abbiamo?Cosa sappiamo fare bene?Quali sono le risorse a disposizione?Quali punti di forza ci sono riconosciuti dall'esterno?

PUNTI DI DEBOLEZZA:Quali miglioramenti possiamo apportare?Quali sono gli aspetti maggiormente negativi?Cosa si dovrebbe evitare? OPPORTUNITA':Quali buone occasioni ci stanno di fronte?Quali opportunità cogliere?Di quali tendenze interessanti siamo a conoscenza? PERICOLI:Quali ostacoli abbiamo di fronte?Quali sono le debolezze che maggiormente possono minacciare i nostri obiettivi?Quali sono le richieste e le specifiche che stanno cambiando l’operatività?

Di seguito vengono presentate le singole schede valutative che per ogni macro azione, differenziata tra sociale e integrata attraverso il colore, presentano una sintesi così caratterizzata:

1. Azioni svolte nel periodo di riferimento della valutazione (che cosa è stato fatto);2. Prospetto SWOT (Punti di forza, Opportunità, Debolezze e Pericoli);3. Sintesi valutativa del processo in atto.

MACROAZIONE N. 1.1.1

Attivazione della comunità nella realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali di tipo solidale e universalistico/selettivo

Azioni svolte:- Avvio mappatura dei soggetti del Terzo Settore locali con particolare riferimento alle associazioni di volontariato, cooperative sociali, e altre risorse locali- Istituzione albo soggetti accreditati, firmatari dell’accordo di partenariato PdZ- Convocazione tavoli: legalità e prevenzione, volontariato, disabilità (cfrmacroazione 6.1.2)- Avvio di due percorsi di promozione di gruppi di auto-mutuo-aiuto (area adulti, disoccupati)

Prospetto

PUNTI DI FORZA

I soggetti del terzo settore coinvolti si sono dimostrati interessati a collaborare con i servizi pubblici ed hanno condiviso gli obiettivi di fondo indicati nel PdZ (buona presenza ai tavoli)

OPPORTUNITA’

presenza di una rete articolata di soggetti del privato sociale

importanza strategica del privato sociale soprattutto in alcuni settori (es lavoro, disagio adulto)

DEBOLEZZE

Necessità di coinvolgere anche altre tipologie di associazioni (sportive, culturali, ecc.)

Il lavoro di comunità richiede un notevole impegno orario (in termini di tempo dedicato e di fasce orarie, prevalentemente serali);

Difficoltà ad individuare obiettivi comuni e quindi progettualità condivise da realizzare operativamente.

PERICOLI

E’ richiesto un cambio culturale interno ai servizi;

Vincoli normativi su convenzioni ed affidamenti;

Utilizzo dell’associazionismo per compensare carenze finanziarie.

SINTESI Emerge un percorso ricco di potenzialità, che richiede dei tempi non brevi di consolidamento e ampliamento al fine di giungere ad un coinvolgimento significativo e incisivo della comunità locale, che favorisca la realizzazione partecipata di un sistema intergrato di interventi e servizi.

MACROAZIONE N. 1.2.1

Realizzazione di un programma di intervento per la promozione della messa a sistema delle attività dei soggetti non istituzionali di cui all’obiettivo 1.2 in relazione ai bisogni territorialmente emergenti o socialmente rilevanti condiviso dai Comuni aderenti all’Ambito

Azioni svolte:- Analisi della mappatura di cui alla macroazione 1.1.1 (in corso l’analisi della possibile integrazione delle fonti locali con altre fonti) e verifica delle possibili convergenze nel merito di bisogni emergenti e socialmente rilevanti ai fini del PDZ (es. centri estivi 2014, trasporti anziani).

Prospetto

PUNTI DI FORZA cfr. macroazione 1.1.1

OPPORTUNITA’ cfr. macroazione 1.1.1

DEBOLEZZE Numerosità degli attori coinvolti (Comuni, ASS,

Provincia, Regione) e difficoltà di definire un sistema omogeneo sull’intero territorio dell’ambito

PERICOLI Poca chiarezza nella disponibilità delle risorse - in

passato disponibili – per attivare progettualità integrate e conseguente rischio di non realizzazione degli obiettivi di cui alla presente macroazione.

SINTESI Confronta sintesi macro azione 1.1.1

MACROAZIONE N. 2.1.1

Costruzione di un modello innovativo del Servizio Sociale e ridefinizione funzionale dell’Ambito

Azioni svolte:- E’ stato avviato il percorso per la definizione degli obiettivi da perseguire nella stesura del piano di riorganizzazione del SSC;- Sono stati realizzati incontri preliminari di confronto a livello di staff con gli assistenti sociali e con gli istruttori amministrativi;- E’ stato realizzato uno studio preliminare sulle attività di segretariato sociale e di servizio sociale professionale nei Comuni dell’Ambito;- E’ stata attuata la verifica sugli strumenti informatici, sugli applicativi in uso;- E’ stato avviato il percorso di revisione del regolamento per l’accesso e la compartecipazione degli utenti anche con incontri di lavoro trasversali tra gli Ambiti - Sono stati inseriti nel programma per il controllo di gestione avviato dal Comune di Tarcento, i dati economici e quantitativi della previsione 2013;

Prospetto

PUNTI DI FORZA E’ stato avviato il percorso regolativo alla

riorganizzazione funzionale del SSC con incontri di lavoro interni tra gli operatori (Assistenti Sociali ed Istruttori Amministrativi)

Recupero del grado di efficienza degli uffici e dei servizi con l’utilizzo di strumenti informatici e applicativi contabili (modulo gestionale INSOFT e modulo amministrativo della CSI)

Avvio del percorso di revisione delle attività del Servizio Sociale e del SAD

OPPORTUNITA’

Perseguire le prospettive di miglioramento indicate nel documento nel PdZ (macroazione 2.1.1)

Cogliere le opportunità della verifica in atto per una revisione delle attività del SSC e per una riorganizzazione delle funzioni amministrative e contabili in capo all’Ambito.

DEBOLEZZE Le azioni sono correlate al grado di coesione e di

collaborazione a modificare l’assetto organizzativo Diverse incertezze rispetto alla disponibilità di una

sede adeguata

PERICOLI Resistenze al cambiamento organizzativo.

SINTESI Gli incontri di confronto e di partecipazione avviati tra uffici e operatori deve continuare anche nel 2014 al fine di dare impulso al percorso di riorganizzazione. Sarà necessario approfondire l’ipotesi di centralizzazione degli uffici amministrativi. Il percorso metodologico avviato, partecipativo e non burocratico, può essere valutato positivamente.

MACROAZIONE N. 3.1.1

Stabilizzazione e consolidamento delle prestazioni e degli interventi di cui all’art. 6 della legge regionale 6/2006 (Cfr, allegato 3).

Azioni svolte:- E’ stato avviato il percorso di revisione del sistema di monitoraggio delle attività.- E’ stato avviato il percorso di riorganizzazione del SSC (cfr. scheda 2.1).

Prospetto

PUNTI DI FORZA Le ordinarie attività del SSC non presentano

discontinuità con il passato. Avviato il percorso di verifica delle attività (di

servizio sociale, amministrative e finanziarie) di miglioramento organizzativo e funzionale.

OPPORTUNITA’ Cogliere le opportunità del percorso

riorganizzativo per valutare e ridefinire i servizi e le misure assistenziali di competenza del SSC e in particolare quelli afferenti alla domiciliarità.

DEBOLEZZE L’utilizzo delle risorse finanziarie da impiegare

deve essere perseguito con il massimo dell’efficacia e di priorità di bisogni da perseguire.

La complessità ed articolazione del percorso richiedono adeguati tempi di valutazione, definizione ed attuazione.

PERICOLI Resistenze al cambiamento Nuove competenze(di ordine amministrativo,

contabile e professionale) richieste all’Ente Gestore ed al SSC, che rallentano il percorso di riorganizzazione programmato.

SINTESIIl consolidamento e il miglioramento delle capacità di risposta del SSC è correlato al percorso di riorganizzazione avviato e alle risorse umane e finanziare disponibili.

MACROAZIONE N. 4.1.1

Rielaborazione progetto PUAI anziani e PUAI minori/handicap

Azioni svolte: Implementazione PUAI anziani attraverso presenza di n. 1 Assistente Sociale per 10 ore settimanali, in

collaborazione con il personale infermieristico, fisioterapico e medico. Attivazione del PUAI minori/disabili presso la sede ex Ostello dell'EMT, assicurando presenza di personale

sanitario per 30 ore/sett. (dal 03.04.2013) N. 3 incontri integrati per la definizione della funzionalità del PUAI.

Prospetto

PUNTI DI FORZA Capacità di lettura integrata dei bisogni socio-sanitari

e possibilità maggiore di risoluzione nei casi semplici da parte degli operatori del PUAI

OPPORTUNITA’ Le persone evitano passaggi impropri tra i vari

servizi territoriali

DEBOLEZZE Insufficiente spazio a disposizione degli operatori e

della strumentazione per l'attività dell'A.S.

PERICOLI Rischio di non assicurare un'idonea privacy

durante i colloqui

SINTESI L'esperienza maturata in questi anni ha consentito di migliorare la capacità di accoglienza, intercettazione del bisogno, adeguata lettura, elaborazione delle risposte/interventi. La priorità è consolidare ed implementare il PUAI minori/disabili.

MACROAZIONE N. 4.2.1

Ridefinizione di funzioni, ruoli e modalità di lavoro delle attuali Unità di Valutazioni Multiprofessionali per le diverse aree di integrazione socio-sanitarie

Azioni svolte: Effettuati n. 2 incontri integrati per la rilettura della modalità di funzionamento delle UVD anziani/adulti

Effettuati n. 11 incontri integrati per la rilettura della modalità di funzionamento delle UVDM e UVDH Stesura bozza documento di regolamentazione UVD: minori, anziani. Adulti, disabili

Prospetto PUNTI DI FORZA

Miglioramento nella definizione dei ruoli, responsabilità dei componenti dell' UVD, con individuazione dei processi relativi alla definizione dei progetti personalizzati

OPPORTUNITA’ Miglioramento delle relazioni ( chiarezza su

ruoli/responsabilità) tra professionisti e persone assistite

DEBOLEZZE Difficoltà nel sintonizzare i tempi tra i diversi

professionisti, con esigenze organizzative diverse

Diversità dell’assetto organizzativo dei enti/servizi

PERICOLI Allungamento dei tempi per l'effettuazione

dell'UVD e conseguente elaborazione del progetto di presa in carico integrata.

Con riferimenti alle debolezze: rischio di non coinvolgere sufficientemente l’interessato e la famiglia

SINTESI Positivo avvio della fase di valutazione e revisione delle UVD. La priorità è la stesura del documento di sintesi relativo alla regolamentazione.

MACROAZIONE N. 4.3.1

Adozione della Valutazione Multidimensionale per minori e adulti in condizioni di disabilità/non autosufficienza come strumento delle UVM per i progetti personalizzati

Azioni svolte: Si è assicurato l'utilizzo delle schede ValGraf( per gli adulti ed anziani non autosuff. presenti al domicilio, non

ricoverati in ospedale o RSA) e Katz per l'utenza non autosufficiente (in carico per progetti FAP) Si è provveduto, in linea con quanto disposto dalla Direzione Aziendale, su indicazione della Regione, ad

applicare lo strumento ICF .

Prospetto

PUNTI DI FORZA Miglioramento delle capacità di

rilevazione/valutazione dei bisogni

OPPORTUNITA’Miglioramento nella definizione del progetto di vita personalizzato

DEBOLEZZE Mancanza di uno strumento condiviso per la

valutazione socio-educativa (cfr macro 5.1/5.2 area minori)

PERICOLI Disomogeneità di valutazione tra servizi

SINTESIL'utilizzo di strumenti condivisi, uniformi ed integrati consente una valutazione più corretta e completa, migliorando l'individuazione del progetto personalizzato. E’ auspicabile che in futuro si possa arrivare ad una maggiore integrazione e funzionalità nell’utilizzo degli strumenti di valutazione.

MACROAZIONE N. 4.4.1

Predisporre progetti personalizzati per le fasce di utenza in condizione di fragilità e/o a rischio istituzionalizzazione o di esclusione sociale, con particolare riferimento ai minori a rischio di allontanamento, agli anziani non autosufficienti ed alle perone disabili

Azioni svolte:- analisi della documentazione finora utilizzata nelle diverse aree di intervento (schede progetto FAP, Fondo di Solidarietà regionale, S.S. Educativo, ecc.)

ProspettoPUNTI DI FORZA

Avvenuta stesura documento di regolamentazione delle UVDM ed Adulti/Anziani

OPPORTUNITA’ Utilizzo di informazioni depositate nella Cartella

Sociale Informatizzata (CSI) e nelle scheda progetto già in uso (verbale FAP, Fondo Solidarietà Regionale, SSE)

DEBOLEZZE

Mancato completamento nella revisione dei restanti documenti (UVDH) e della definizione di un documento di sintesi.

PERICOLI

Rischio di procedure eccessivamente burocratizzate e/o farraginose, che rallentano la semplificazione del processo.

SINTESI Le finalità dell’Obiettivo 4.4.1 appaiono strettamente collegate a quelle dell’obiettivo 4.2 (ridefinizione UVD), i cui contenuti sono stati trattati nella scheda dedicata.

MACROAZIONE N. 4.5.1

Elaborazione di una presentazione dell’offerta aggiornata relativa a servizi e interventi sociosanitari attraverso un modello integrato fruibile dall’intera comunità

Azioni svolte:- Aggiornamento sito internet Ambito- Disponibilità vademecum servizi per area minori all’interno di progetto “Rete 6”- Predisposizione prima bozza linee guida per l’accesso ai servizi territoriali ed eventuale produzione di altri

strumenti cartacei, all’interno del tavolo di lavoro organizzato dall’ASS

Prospetto

PUNTI DI FORZA Possibile utilizzo ‘nomenclatore PdZ’ e

contenuti sito Ente Gestore (es. modulistica) Elevata capacità di intercettazione dei bisogni

da parte dei servizi integrati, che risponde alle esigenze informative delle persone anche attraverso l’attivazione di risorse finalizzate.

OPPORTUNITA’

Buona collaborazione SSC/ASS-Distretto

DEBOLEZZE Limiti/vincoli legati alle strutture organizzative

che rendono più difficile la comunicazione e l’aggiornamento costante delle informazioni tra le istituzioni.

PERICOLI Limite accessibilità delle informazioni

disponibili per particolari categorie di utenza.

SINTESI Appare prioritario aggiornare la macroazione alla luce della considerazione che le informazioni disponibili (reperibili soprattutto attraverso i mezzi informatici, non sono accessibili da parte di tutta la popolazione) e prevedere momenti di programmazione/aggiornamento annuali condivisi rispetto agli specifici obiettivi aziendali e di ambito.

MACROAZIONE N. 4.6.1

Implementazione, validazione e nuova attuazione di protocolli finalizzati alla presa in carico integrata tra diversi servizi

Azioni svolte: Prosecuzione dell'applicazione del protocollo esistente per le Dimissioni Protette a favore del paziente

fragile Revisione del protocollo a seguito di chiusura del primo periodo di sperimentazione.

Prospetto PUNTI DI FORZA

Garantire la continuità assistenziale Ospedale- Territorio, coinvolgendo anche IMFR e Casa di Cura Città di Udine, oltre al AOUD

OPPORTUNITA’ Assicurare la continuità di cure alla dimissione da

ospedale con presa in carico integrata da parte dei Servizi territoriali

DEBOLEZZE Mancanza di un Protocollo Regionale Applicazione non omogenea del protocollo

esistente per le Dimissioni Protette a favore del paziente fragile da parte dei singoli reparti ospedalieri e conseguenti ricadute sull’operatività del PUAI

PERICOLI Difficoltà ad assicurare la continuità di cure.

SINTESI L'esperienza di questi anni ha assicurato la tutela del paziente fragile in dimissione ospedaliera mediante una presa in carico integrata, che dovrà essere consolidata nel corso del 2014.

MACROAZIONE N. 5.1.1

Promuovere la permanenza dei minori in famiglia

Azioni svolte:- promozione del protagonismo delle famiglie a rischio di allontanamento nei progetti di vita che le

riguardano- predisposizione di percorsi formativi tra personale SSC e personale ASS in relazione alla presa in carico

integrata di famiglie soggette a provvedimenti giudiziari in materia di potestà genitoriale- studio di fattibilità per l’attivazione di Gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto (GAMA).

Prospetto

PUNTI DI FORZA

Affinamento progressivo di prospettiva integrata nella lettura delle situazioni multiproblematiche e nella definizione di soluzioni percorribili

trasferimento in prospettiva istituzionale di buone prassi di collaborazione nate da agire condiviso

OPPORTUNITA’

migliore offerta di risposte di supporto alla famiglia

progressiva responsabilizzazione delle famiglie

DEBOLEZZE Complessità del percorso da costruire e

obiettivi a lungo termine

PERICOLI Difficoltà legate alla necessità di modificare la

modalità lavorativa da parte degli operatori.

SINTESI Il lavoro di creazione di linguaggi e modalità operative condivise attraverso prassi comuni conseguente al percorso formativo, pur nelle prevedibili difficoltà iniziali, dovrebbe consentire una effettiva integrazione socio-sanitaria capace di integrare anche lo sguardo della famiglia grazie alla competenza e esperienza degli operatori coinvolti e della rete.

MACROAZIONE N. 5.2

Potenziare e qualificare il processo di sostegno e allontanamento del minore nonché il sistema di accoglienza dei minori collocati all’esterno della propria famiglia di origine.

Azioni svolte:

Cfrmacroazione 5.1.1

ProspettoPUNTI DI FORZA Affinamento progressivo di prospettiva integrata

nella lettura delle situazioni multiproblematiche e nella definizione di soluzioni percorribili attraverso la valorizzazione della risorsa famiglia (sia affidataria che d’origine)

Trasferimento in prospettiva istituzionale di buone prassi di collaborazione nate da agire condiviso.

OPPORTUNITA’ tutela del diritto del minore a crescere

all’interno di un contesto familiare progressiva sensibilizzazione a forme di

solidarietà tra famiglie

DEBOLEZZE Ritardo nel reperimento di nuovi operatori

sanitari dedicati

PERICOLI Comprensibili difficoltà iniziali nella strutturazione

di un nuovo modello di lavoro; L’Insufficienza di personale rallenta e vincola

negativamente il raggiungimento degli obiettivi prefissi

SINTESILa possibilità che il progetto decolli è legata alla disponibilità di risorse umane impiegabili nella promozione dell’affido, supporto alle famiglie affidatarie e recupero delle famiglie d’origine.

MACROAZIONE N. 10.1.1

Prosecuzione ed implementazione del servizio di consulenza psicopedagogica per famiglie, ruoli educativi e minori

Azioni svolte:SSC, Istituti Comprensivi e servizi sanitari per l’età evolutiva e consultori familiari

- Definizione di un’offerta formativa annuale per genitori e figure educative per le fasce d’età 4-14 anni- Studio di percorsi formativi su auto-mutuo aiuto per figure educative.

SSC e Istituti Comprensivi- Prosecuzione dello sportello di ascolto per genitori e insegnanti di minori nella fascia d’età 4-14 anni

presso gli Istituti Comprensivi locali.

Prospetto PUNTI DI FORZA

possibilità di cogliere con tempestività segnali di difficoltà e conseguente intervento di prevenzione

OPPORTUNITA’

migliore offerta di risposte di supporto alla famiglia

promozione cultura di comunità educativa

DEBOLEZZE

non capillare diffusione della conoscenza sulle opportunità offerte dal progetto presso la popolazione interessata.

PERICOLI

Scarsa fruibilità del servizio da parte di famiglie multiproblematiche

SINTESI Il riavvio dello sportello di ascolto per genitori e insegnanti di minori nella fascia d’età 4-14 anni presso gli Istituti Comprensivi locali, ha favorito il consolidamento del rapporto tra Istituti Comprensivi ed Equipe Minori. Permane la valutazione di una scarsa fruibilità del servizio da parte di famiglie multiproblematiche.

MACROAZIONE N. 6.1.1

Implementazione del progetto di riorganizzazione dell’offerta semiresidenziale a gestione diretta per adulti disabili e possibile definizione di soluzioni innovative nell’area dell’offerta residenziale locale in delega.

Azioni svolte nel semestre:- Conclusione del processo riorganizzativo dei centri diurni per disabili a gestione diretta - Stesura prima bozza documento sulla base del quale sarà condotto uno studio di fattibilità sul possibile avvio di un modulo residenziale (area servizi in delega) – interno all’ASP Opera Pia Coianiz - rivolto a persone disabili >35 già istituzionalizzate, contenente: inquadramento normativo, aspetti epidemiologici, offerta attuale del territorio, analisi utenza in carico, incrocio tra utenza eleggibile e tipologia di servizi da costruire, identificazione organizzazione, costi e finanziamenti.

ProspettoPUNTI DI FORZA

il 50% dei disabili residenti nel territorio di Ambito/Distretto di Tarcento e frequentanti i CSRE, usufruiscono di strutture site nell’udinese (cfr debolezze)

OPPORTUNITA’ processo riorganizzativo dei CD: bisogno

valutato dall’ASS4 già prima dell’avvio dei PdZ ed avviato nel 2012

possibile utilizzo risorse ASS4 per lavoro con le famiglie

Avvio Gruppi di Auto Mutuo Aiuto (GAMA) Tavolo disabilità

DEBOLEZZE Il processo di riorganizzazione punta

prioritariamente sui servizi del territorio udinese (cfr punti di forza)

Il processo di riorganizzazione dei CD e l’avvio dello studio di fattibilità sulla possibile attivazione del modulo residenziale richiedono un iter articolato e lungo (termine presunto studio di fattibilità: fine 2014)

PERICOLI

Istituzione di lunghe liste d’attesa per l’accesso ai CSRE.

SINTESI La riorganizzazione centri diurni per disabili a gestione diretta ha favorito risposte più adeguate rispetto ai bisogni dell’utenza, ma ha contribuito a determinare lunghe liste d’attesa ed ha evidenziato la necessità di attivare nuove progettualità alternative, maggiormente flessibili.

MACROAZIONE N. 6.1.2

Sviluppo di progetti educativi e di inclusione sociale per giovani e giovani adulti alternativi o integrativi ai centri diurni

Azioni svolte:- Analisi della popolazione disabile uscita dal percorso scolastico degli ultimi 5 anni e attuale collocazione/occupazione- Prosecuzione delle progettualità in atto da parte dell’ASS4 (La Terza Via, nuovo progetto CSRE sperimentale pomeridiano per autistici adolescenti)- realizzazione e conclusione della prima annualità sperimentale del progetto ‘autonomia’, modulo diurno attivo nei fine settimana e rivolto ad un gruppo di giovani con disabilità medio-lieve - valutazione in itinere ed ex post dei risultati raggiunti nella prima annualità e ridefinizione degli obiettivi e contenuti progettuali- predisposizione avvio della seconda annualità (reperimento finanziamenti, valutazione possibile auto-gestione ad interim in attesa della disponibilità dei finanziamenti) sulla base dell’analisi di cui al punto precedente- avvio progetto sperimentale sulla possibile realizzazione di un modulo diurno flessibile e trasversale (target multipli) per l’integrazione socio-lavorativa in collaborazione con: SSC/CSM/Distretto/cooperativa sociale (cfr. macroazione 8.1.1)- prosecuzione tavolo di consultazione e confronto sulla disabilità, ampliamento del numero dei soggetti partecipanti, definizione di possibili progettualità condivise (soggiorni estivi, attività di integrazione socio-educativa, attività sportive, interventi dentistici) – cfrmacroazione 1.1.1.

Prospetto grafico

PUNTI DI FORZA

Progetto ‘autonomia’: interesse ASS4/Ass. Sindaci di Ambito Distretto

La presenza di una rete consolidata di relazioni tra servizi territoriali favorisce la condivisione di progettualità e risorse e l’ottimizzazione di queste ultime (con progetti rivolti ad un target ‘trasversale’ di utenza e con modalità isorisorse)

Le progettualità sono condivise e co-gestite in stretta collaborazione con il Coordinamento del’ASS4

OPPORTUNITA’

Buona collaborazione con associazioni di volontariato

Possibili opportunità di foundraising

DEBOLEZZE

Difficoltà finanziamento progetto ‘autonomia’

PERICOLI

Interruzione progetto ‘autonomia’ per assenza di finanziamenti

Non continuità delle sperimentazioni in corso attraverso un riconoscimento delle attività/servizi da parte delle istituzioni

SINTESI Le progettualità sperimentali che si stanno realizzando con positivi risultati rischiano di interrompersi a causa di assenza di investimenti e/o nuovi finanziamenti da parte degli enti preposti (ASS e SSC).

MACROAZIONE N. 7.1.1

Interventi di sensibilizzazione su tematiche inerenti la salute e l'inclusione sociale delle persone anziane

Azioni svolte: Aggiornamento degli elenchi dei paz. Diabetici, in collaborazione con i MMG e prosecuzione attività di

promozione alla salute e prevenzione tramite gruppi diabete (svolti n. 2 percorsi) Partecipazione operatori Distretto/Ambito e famigliari di ospiti della RPF di Nimis al “progetto di supervisione

di un campione di ospiti in Istituti e CD per anziani” promosso dalla Associazione Alzheimer di Udine, al fine di migliorare l'approccio ai pazienti con patologia dementigena.

Sono stati individuati gli operatori già formati nel 2011/2012 che a loro volta formeranno gli operatori non ancora formati, assistiti, famigliari e/o care giver riguardo alla prevenzione delle cadute di persone assistite a domicilio

Lo studio di fattibilità riguardo l’avvio di un centro diurno a valenza aggregativa per anziani/adulti a Faedis, ma rivolto anche ai residenti nei Comuni dell’Ambito, ha prodotto esito negativo

Prosecuzione sostegno ad iniziative di aggregazione sociale per anziani autosufficienti attraverso le attività ricreative organizzate dai Comuni e dalle Associazioni di volontariato e sono stati realizzati n. 2 soggiorni estivi -attraverso ONLUS di Reana a Riccione- e Comune di Povoletto a Grado.

Prospetto grafico

PUNTI DI FORZA Miglioramento delle condizioni di salute

attraverso il coinvolgimento degli assistiti e le loro famiglie

OPPORTUNITA’ Collaborazione tra operatori dei servizi socio-

sanitari, Associazioni e cittadini

DEBOLEZZE difficoltà nel coinvolgimento degli assistiti

PERICOLI disomogeneità territoriale legata alla sensibilità

degli operatori e all'area geografica in cui i servizi operano.

SINTESI Le azioni finora intraprese consentono ai destinatari di usufruire di informazioni utili e necessarie per la promozione della salute e la prevenzione di disabilità. Sarà opportuno raggiungere il maggior numero di persone fragili e loro famiglie Dovranno essere predisposti interventi specifici, concordati con i servizi sanitari, di sensibilizzazione a tutela della salute dell'anziano e di prevenzione della disabilità a favore della persona anziana da parte del SSC.

MACROAZIONE N. 7.2.1

Rafforzamento delle progettualità e dei servizi socio-sanitari per la domiciliarità a sostegno degli anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti con il coinvolgimento esteso anche della comunità

Azioni svolte: Prosecuzione convenzione tra ASS 4 e 3 Strutture Residenziali per modulo semiresidenziale per anziani non

autosufficienti E' stato rilevato che non ci sono cittadini residenti nel territorio del’Ambito Distrettuale in lista d’attesa per

l’ingresso in strutture residenziali (offerta posti letto elevata) Prosecuzione offerta infermieristica domiciliare sulle 12 ore,7 giorni su 7 e offerta di assistenza domiciliare

integrata (ADI) Prosecuzione offerta: fisioterapica-riabilitativa domiciliare, progetto ADO, Punti di Ascolto-Infermiere di

Comunità nei Comuni di Taipana, Tricesimo e Reana del Rojale, Telesoccorso e Teleassistenza, progetto ‘Emergenza Caldo’, assistenza economica FAP, progetto regionale Fondo SLA e Gravi Gravissimi

Realizzato percorso formativo per badanti in collaborazione con l'IRES

Prospetto

PUNTI DI FORZA L’offerta di servizi socio-sanitari per la

domiciliarità a sostegno degli anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti è articolata e consolidata

OPPORTUNITA’ integrazione tra i servizi domiciliari , residenziali

e semiresidenziali

DEBOLEZZE Aspetti collegati all’attuale fase di innovazione

dei servizi domiciliari (cfr. macroazione 2.1)

PERICOLI difficoltà di condivisione del progetto

assistenziale con l'assistito/famigliari

SINTESINel corso degli anni è migliorata l'offerta integrata dei servizi domiciliari socio-sanitari a favore dell'assistito e con supporto alla famiglia. Le azioni intraprese nell’anno tendono a migliorare soprattutto il sostegno ai care givers. In prospettiva il sistema della domiciliarità dovrà essere potenziato.

MACROAZIONE N. 8.1.1

Creazione di una filiera di interventi e servizi finalizzati all’inserimento lavorativo di persone in condizione di fragilità e svantaggio e definizione di un modello di intervento (presa in carico ed accompagnamento) integrato tra politiche sociali e politiche del lavoro.

Azioni svolte nel semestre:- Stesura bozza accordo di rete tra SSC, Provincia/CPI e ASS4 finalizzato alla realizzazione del progetto A.I.S.S.O. “Azioni integrate per uno sviluppo socio-occupazionale” – Medio Friuli- stesura regolamento borse di lavoro rivolte a persone in carico ai servizi sociali di Ambito- utilizzo di fondi regionali finalizzati (fondo solidarietà, DPReg 0146/Presdd. 04/07/2012) per il finanziamento di borse di lavoro rivolte a persone a rischio di esclusione sociale ed in condizione di svantaggio, anche con riferimento all’utenza in carico all’UEPE; realizzazione di n. 4 progetti personalizzati aventi un obiettivo prevalente di tipo socio-occupazionale, cofinanziati con i Fondi FAP – art. 8- realizzazione di 3percorsi di formazione (addetto cucina ed area verde, corso di formazione per disoccupati), anche in collaborazione con i centri di formazione territoriale- Avvio sperimentale ‘Progetto Tenda’ (cfr. macroazione 6.1.2).

Prospetto

PUNTI DI FORZA

modalità consolidate e fattive di lavoro in rete tra i servizi territoriali

presenza del servizio di supporto all’inserimento lavorativo di Ambito quale ‘collettore/propulsore’ di informazioni ed iniziative

OPPORTUNITA’

Possibili sviluppi ed aperture legati al consolidamento del rapporto operativo con la Provincia

Possibili sviluppi ed aperture legati al lavoro intrapreso all’interno del tavolo di co-progettazione con Caritas e CSG

DEBOLEZZE

Necessità di potenziare ed ampliare ilcoinvolgimento di ditte ed aziende private

PERICOLI

Incertezze legate a possibili cambiamenti nell’assetto organizzativo sovra territoriale

SINTESI La formalizzazione di una collaborazione operativa tra l’Ambito e la Provincia, con la collaborazione anche dell’Azienda Sanitaria, definitasi a seguito della realizzazione del corso di formazione rivolto a persone disoccupate (e realizzato nel secondo semestre 2013), nonché il lavoro di coprogettazione realizzato con le Associazioni Caritas e CSG per nell’area dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, apre a possibili sviluppi futuri della progettazione nel campo dell’integrazione socio-occupazionale di persone in condizione di fragilità.Il livello operativo nel quale si sta agendo potrebbe non subire significative ricadute da eventuali riorganizzazioni di enti/servizi, permettendo quindi il prosieguo e l’implementazione delle progettualità in atto.Si rileva la necessità di coinvolgere il settore privato, anche a un livello di progettazione partecipata.

MACROAZIONE N. 9.1.1

Definire una filiera di servizi ed interventi coordinati ed integrati volti all’affrontamento dei fenomeni di povertà e fragilità sociale.

Azioni svolte:- Prosieguo sportello di ricerca casa ed implementazione attività ed obiettivi- prosieguo disponibilità ‘Alloggi di emergenza abitativa di Nimis’ ed alloggi ‘Case Ronchis’- Avvio di un percorso virtuoso di valutazione e coprogettazione con realtà del terzo settore (nell’area dell’inserimento socio-occupazionale di persone in condizione di fragilità) che aprirà a possibili nuove progettualità nell’area del disagio adulto- Prosecuzione assistenza economica con Fondo di Solidarietà Regionale ed avvio possibili rinnovi- Avvio revisione Regolamento per l’accesso e la compartecipazione degli utenti al costo dei Servizi (cfr scheda 2.1) in un’ottica di coordinamento degli interventi economici con gli altri strumenti della filiera di servizi ed interventi rivolti al contrasto della povertà e fragilità sociale.

Prospetto

PUNTI DI FORZA

Presenza sul territorio di una filiera di servizi per l’abitare con buone articolazioni

Definizione di una buona rete tra diversi servizi e politiche

Risorse sufficienti su Fondo di Solidarietà Regionale

OPPORTUNITA’

Disponibilità di Fondi per la povertà e l’inclusione sociale nei POR dei Fondi Strutturali U.E. 2014-2020 – ob. 9

Cogliere le opportunità delle progettualità future del Consorzio Regionale Agenzie Sociali per la casa

Rete con associazioni di volontariato locale (cfr. macroazione 1.1.1)

DEBOLEZZE

Crescita di situazioni di multi problematicità Assenza albergaggi intra-ambito Scarsa disponibilità di alloggi da destinare

all’hounsing sociale nei comuni.

PERICOLI

Alloggi sociali: problema ‘domicilio di soccorso’ Forte limitazione dei fondi destinati

all’Associazione ‘Banco Alimentare’ Scarsità di fondi

SINTESI L’area della povertà e disagio sociale si connota come particolarmente complessa (coinvolge molteplici aspetti di bisogno, crescono le situazioni di grave multiproblematicità dove appare difficile agire idonei interventi) e necessita di un lavoro di forte integrazione tra servizi diversi e diversi settori delle politiche sociali . Il lavoro di co-progettazione avviato nel secondo semestre 2013, in collaborazione con le Associazioni Caritas e Centro Solidarietà Giovani, nell’area dell’inserimento socio-occupazionale di persone in condizione di fragilità e svantaggio, potrà offrire utili contributi all’analisi ed alla progettazione in quest’area, in particolare attraverso l’attivazione del ‘tavolo di confronto sul disagio adulto’ che prenderà avvio nel mese di marzo 2014.Emerge, in ultimo, l’insufficienza delle risorse a disposizione nell’area del disagio abitativo, con particolare riferimento agli alloggi sociali a prezzi contenuti ed alle strutture di albergaggio, ma anche alle strutture di emergenza abitativa(pur presenti, ma in numero limitato, nel territorio di ambito distretto).

MACROAZIONE N. 10.1.2

Collegare gli interventi sociali e sociosanitari programmati nei PDZ con specifiche azioni inerenti le politiche familiari.

Azioni svolte nel semestre:- Prosecuzione di servizi a valenza educativa per la conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro e inerenti

rapporti intergenerazionali (centri estivi…)- Monitoraggio di associazioni familiari e banche del tempo presenti a livello locale- Promozione degli interventi a sostegno della famiglia previsti dalla L.R. 11/2006

Prospetto

PUNTI DI FORZA

possibilità di offrire supporti diversificati alle famiglie in termini di servizi e contributi

OPPORTUNITA’

responsabilizzazione della famiglia nella condivisione di un patto educativo di comunità

promozione cultura di comunità educativa

DEBOLEZZE

Difficoltà di attivare e coinvolgere la comunità

PERICOLI Rischio di utilizzo esclusivamente degli

strumenti istituzionali come supporto alla famiglia senza creare capacità di auto risposta della comunità al proprio bisogno

SINTESI Nella prospettiva della promozione della centralità della famiglia come soggetto di welfare diventa fondamentale individuare le modalità attraverso cui restituirle un ruolo attivo e responsabile. Tutto ciò però richiede un cambiamento culturale perseguibile solo in tempi medio-lunghi. L’opportunità di un avvio del coinvolgimento di associazioni e membri della comunità in attività legate alla realizzazione dei centri estivi (pre-post-accoglienza) potrebbe rappresentare un costruttivo punto di inizio di tale percorso e consentire di misurare la distanza dagli obiettivi attesi e graduare conseguentemente le azioni strumentali per il loro raggiungimento (collegamento con macroazione 1.2).

MACROAZIONE N. 10.1.3

Attivazione di interventi educativi nell’area della prevenzione e dell’aggregazione sociale con il coinvolgimento della comunità a sostegno e integrazione delle competenze educative della famiglia.

Azioni svolte nel semestre:- studio di fattibilità sperimentazione di nuove modalità di risposta a situazioni di difficoltà scolastiche e di integrazione sociale attraverso servizi educativi di gruppo e di comunità anche attraverso la finalizzazione di appositi finanziamenti regionali- studio di fattibilità sperimentazione di interventi educativi di comunità nella prevenzione del rischio devianza e nell’educazione alla legalità anche attraverso la finalizzazione di appositi finanziamenti regionali- consolidamento di offerta di spazi e momenti aggregativi e formativi per giovani e adolescenti (borse-lavoro giovani e centri di aggregazione giovanile) finalizzati alla promozione del protagonismo giovanile

Prospetto

PUNTI DI FORZA

possibilità di cogliere con tempestività segnali di difficoltà e conseguente intervento di prevenzione

OPPORTUNITA’

realizzazione di azioni di prevenzione per garantire una migliore qualità della vita delle nuove generazioni e una minore incidenza del rischio di disagio sociale

DEBOLEZZE

Difficoltà economiche nel mantenere in vita servizi di prevenzione in tempi di crisi

PERICOLI

rischio di strutturare dipendenza da situazioni finanziate con denaro pubblico senza far crescere contemporaneamente una risposta matura e autonoma della comunità

SINTESI I progetti hanno trovato ampia realizzazione. Il numero dei beneficiari degli interventi sperimentali è aumentato. Quello dei partecipanti ai progetti relativi alla promozione del protagonismo giovanile invece è diminuito anche a causa di incertezze finanziarie che hanno ridotto le risorse o i periodi coperti dal progetto.

SINTESI VALUTATIVA

GOVERNANCE SOCIALE (macroazioni 1.1.1, 1.2.1)

Il lavoro sulla comunità, volto a valorizzare le reti sociali e l’approccio partecipativo alla realizzazione del Piano di Zona, rappresenta l’obiettivo principe di tutta la pianificazione triennale locale, che si declina trasversalmente nelle singole aree d’intervento. Quanto svolto nel primo semestre dell’anno, a partire dalla sottoscrizione dell’accordo di partenariato con numerosi attori del terzo settore e dalla realizzazione di tavoli tematici di consultazione e confronto, è stato consolidato ed implementato nel secondo semestre attraverso:- la realizzazione di tavoli di co-progettazione con associazioni di volontariato (e successivo convenzionamento per l’attuazione di progettualità nell’area dell’inserimento socio-occupazionale)- la formalizzazione di specifici accordi tra i soggetti pubblici locali, con il coinvolgimento del privato for profit (si veda la macroazione 8.1.1)- la definizione di processi di consultazione e confronto che hanno posto le basi per l’avvio di ulteriori tavoli tematici di co-progettazione (si veda la macroazione 9.1.1), la realizzazione di progettualità integrate tra pubblico e privato (si veda la macroazione 10.1.2), l’implementazione dell’elenco dei soggetti sottoscrittori dell’accordo di partenariato- l’avvio di gruppi di auto – mutuo aiuto e di gruppi di ‘cittadini esperti’, quali importanti risorse che attivano le potenzialità di cura insite nella realtà comunitaria e definiscono fondamentali relazioni tra le strutture pubbliche e l’impegno civico espresso dai membri (anche singoli) della comunità stessa.

GOVERNO DEL SISTEMA SOCIALE (macroazioni 2.1.1, 3.1.1)

La necessità di implementare e qualificare maggiormente la capacità del sistema di offrire risposte adeguate ai bisogni sempre più numerosi e complessi del territorio (in conformità a quanto definito dalle Linee Guida regionali sulla realizzazione della pianificazione zonale), nonché di far fronte alle aumentate funzioni attribuite dal legislatore statale e nazionale, pur nella contrazione delle risorse pubbliche, ha reso necessario avviare nel primo semestre 2013 una serie di analisi volte a valutare possibili modalità di riorganizzazione dei servizi.Nel secondo semestre dell’anno, alla luce di tali analisi, si è proceduto ad implementare maggiormente l’utilizzo di applicativi informatici (nell’ottica di una riduzione dei carichi di lavoro e di una conseguente redistribuzione del personale) ed a realizzare le fasi propedeutiche di una futura centralizzazione dei servizi/operatori, che si prevede di realizzare nel breve-medio termine a partire dagli uffici amministrativi di servizio sociale (con l’attribuzione all’Ente Gestore dei capitoli di spesa delle relative risorse).Da rilevare anche il prosieguo del processo di centralizzazione del servizio di assistenza domiciliare, che ha fortemente impegnato l’Ufficio di Direzione in questo semestre e garantirà una maggiore efficienza e qualità delle prestazioni offerte alla popolazione (interventi tempestivi,

riduzione delle sospensioni del servizio in caso di ferie e malattia del personale, omogeneità delle prestazioni); si veda la macroazione 7.1.2.

INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA: OBIETTIVI COMUNI A TUTTE LE AREE (macroazione 4.1.1 – 4.6.1)

Nel secondo semestre è stata data continuità al lavoro di implementazione di processi di integrazione socio-sanitaria e di rafforzamento degli strumenti volti a garantire un adeguato sistema di continuità assistenziale, con particolare riferimento ai Punti Unici di Accesso Integrato (P.U.A.I.) ed alle Unità di Valutazione Multiprofessionale, che si configurano quale principale strumento di presa in carico congiunta e di garanzia della centralità della persona e dei suoi bisogni, soprattutto nelle aree materno – infantile, della non autosufficienza (anziani, cronicità, terminalità e disabilità) e nell’area delle dipendenze e della salute mentale.Da rilevare l’avvio di percorsi qualificati di formazione congiunta tra personale del SSC e personale dell’ASS, volti a rafforzare il raccordo tra i servizi ed a definire prassi e procedure ad alta integrazione, in particolare nella fascia minori e famiglie (per interventi di sostegno a minori o di loro allontanamento dal nucleo d’origine).

AREA MINORI E FAMIGLIE(macroazioni 5.1.1, 5.2.1, 10.1.1, 10.1.2, 10.1.3)

La delicatezza e complessità che caratterizza i bisogni di quest’area, unitamente alle responsabilità ed agli obblighi che investono l’ente pubblico rispetto alla tutela dei minori, motivano l’importanza data agli interventi previsti nella pianificazione zonale in questo settore ed il significativo investimento in termini di risorse economiche, di personale e di innovazione progettuale.Il tema dell’affido e delle azioni volte a prevenire situazioni di allontanamento del minore dalla famiglia, rispetto ai quali già nel primo semestre dell’anno sono stati intrapresi efficaci interventi e progetti, hanno trovato nel secondo semestre continuità ed implementazione.Le azioni di informazione e sensibilizzazione volte al reperimento di famiglie disponibili all’affido, realizzate nel primo semestre, a seguito anche di un percorso di mappatura delle associazioni di settore, hanno permesso di individuare otto famiglie che, in questa seconda parte dell’anno, sono state valutate e con le quali sono state intraprese le prime esperienze di affido. Di particolare rilievo il prosieguo del un percorso di formazione congiunto tra operatori del SSC ed operatori dell’ASS sulla presa in carico integrata di famiglie soggette a provvedimenti giudiziari in materia di potestà genitoriale, che avrà continuità anche nel corso del 2014 e che ha tra i suoi obiettivi anche la definizione di procedure di presa in carico ad alta integrazione per la prevenzione dell’allontanamento del minore dalla famiglia di origine.All’interno degli interventi aventi obiettivi di supporto alle responsabilità familiari, si evidenzia l’avvio di uno studio di fattibilità rispetto all’adozione di modalità innovative di gestione dei centri

estivi, attraverso l’integrazione e la collaborazione con le realtà locali dell’associazionismo e del volontariato (si veda la macroazione 1.1.1).

AREA DISABILITA’(macroazioni 6.1.1, 6.1.2)

Conclusosi nel primo semestre 2013 il processo di riorganizzazione e riqualificazione dei servizi semiresidenziali rivolti a persone con disabilità (da parte dell’Azienda Sanitaria – Area Servizi Delegati), il secondo semestre ha valorizzato il lavoro rivolto alla definizione di soluzioni innovative alternative ed integrative ai centri diurni, attraverso lo sviluppo di progetti educativi e di inclusione sociale volti a garantire soluzioni caratterizzate da maggiore flessibilità nella risposta ai bisogni emergenti. Questa seconda fase ha coinvolto maggiormente i servizi di Ambito e Distretto, poiché la lettura dei bisogni e la realizzazione dei progetti sono state condotte a livello del territorio locale ed è stata caratterizzata dall’avvio di sperimentazioni che hanno visto la fase ideativa nel primo semestre dell’anno. Si tratta di progettualità caratterizzate da una forte integrazione tra tutti i servizi di Ambito – Azienda (coinvolgimento anche del Dipartimento di Salute Mentale) e che hanno integrato una filiera di servizi sperimentali che prevede ulteriori implementazioni nel corso del 2014.

AREA ANZIANI(macroazioni 7.1.1, 7.2.1)

L’area di bisogno afferente alla popolazione anziana è uno dei settori nei quali da sempre l’attenzione del legislatore nazionale e regionale è stata più elevata e maggiore risulta attualmente l’offerta di servizi ed interventi, sia a carattere preventivo che di tipo assistenziale e riabilitativo. L’obiettivo della domiciliarità è il focus che caratterizza prioritariamente tutti gli interventi e servizi previsti dalla pianificazione zonale; si tratta di prestazioni rivolte all’ampia fascia della non autosufficienza, della cronicità, della terminalità e della continuità delle cure, i quali richiedono pertanto elevati livelli di integrazione socio-sanitaria. Per questo i risultati raggiunti nel secondo semestre 2013 in quest’area fanno riferimento a molti degli esiti già descritti nelle macroaree precedenti (macroazioni 2.1.1, 3.1.1 e macroazioni 4.1.1 – 4.6.), con particolare riferimento ai Punti Unici di Accesso Integrato, al processo di centralizzazione del Servizio di Assistenza Domiciliare ed alle modifiche introdotte nel Protocollo per la presa in carico in dimissione protetta del paziente fragile. Il lavoro di confronto e messa in rete con i soggetti del terzo settore, in particolare con le locali associazioni di volontariato (tavolo sul volontariato – macroazione 1.1.1) proseguito nel corso della seconda metà dell’anno, ha favorito inoltre un proficuo scambio informativo rispetto alle importanti risorse aggregative ed inclusive svolte dalle associazioni stesse a favore dell’utenza anziana ed ha favorito processi di pubblicizzazione e divulgazione sugli interventi formativi e di prevenzione.

AREA DIPENDENZE, SALUTE MENTALE E POVERTA’(macroazioni 8.1.1, 9.1.1)

Il tema del lavoro o, in un’accezione più ampia, dell’inserimento socio-occupazione di persone in condizione di fragilità e svantaggio è l’asse d’intervento principale attorno al quale ruotano i servizi, le prestazioni e le progettualità che maggiormente caratterizzano la pianificazione zonale in quest’area. Qui – con una complessa interrelazione tra molteplici livelli di bisogni e risorse - l’assenza di lavoro appare una delle cause principali di impoverimento e nel contempo si accompagna ad altre ‘urgenze sociali’ quali il problema abitativo e le crescenti difficoltà economiche delle famiglie; di converso, e proprio per questo, l’inserimento lavorativo, in particolare a favore di fasce di popolazione deboli, rappresenta lo strumento principe per realizzare progetti che mirano all’autonomia della persona ed alla sua inclusività.Data l’ampiezza ed importanza dei bisogni coinvolti, che investono grandemente le responsabilità e le risorse delle amministrazioni comunali e dei servizi preposti, si è scelto di investire fortemente nei progetti volti a rafforzare ed implementare la filiera degli interventi e servizi rivolti all’inserimento socio-occupazionale, valorizzando le enormi potenzialità di un lavoro di rete con tutti i soggetti pubblici e del privato sociale (si vedano le macroazioni 1.1.1 e 4.1.1 – 4.6.1).A partire da quanto già realizzato nel primo semestre, la seconda annualità ha visto un consolidamento ed una modellizzazione dell’operatività in rete con la Provincia ed i servizi dell’Azienda Sanitaria, che porterà nel corso del 2014 alla sottoscrizione di uno specifico accordo di rete tra i tre Enti per la realizzazione di interventi e la presa in carico integrata nel campo dell’inserimento lavorativo. Da rilevare il coinvolgimento (nelle fasi di progettazione e di attuazione degli interventi) di soggetti appartenenti al mercato for profit (aziende, imprenditori privati).Inoltre l’avvio di un tavolo di co-progettazione con associazioni di volontariato operanti nell’ambito del disagio e dell’inclusione sociale (Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine e Centro Solidarietà Giovani di Udine), sfociato nella sottoscrizione di un atto di convenzionamento per la realizzazione di interventi nell’area dell’inserimento lavorativo, ha potenziato la filiera di interventi (borse di lavoro sociali, sportello per l’inserimento lavorativo di persone in carico ai servizi, interventi di accompagnamento) ed ha posto le basi per la trattazione e l’affrontamento delle altre aree di bisogno che caratterizzano la fascia del disagio adulto, a partire dall’avvio, nel mese di marzo 2014, di un tavolo di confronto e co-progettazione sul tema, che coinvolgerà tutti i soggetti pubblici e privati del territorio.Emergenza abitativa ed amministrazione di sostegno sono due ulteriori capitoli sui quali, dalle risultanze emerse nel secondo semestre, dovrà essere rivolta l’attenzione dei servizi nel prossimo biennio di pianificazione.

NOTE CONCLUSIVE

La valutazione della pianificazione zonale nel secondo semestre 2013 evidenzia - parimenti alle risultanze del primo semestre - una programmazione che, pur avendo introdotto obiettivi ed azioni caratterizzati da forti elementi di innovazione (riorganizzazione del SSC, avvio di interventi di welfare community, integrazione delle politiche di settore, rafforzamento dell’operatività integrata tra servizi sociali e sanitari, affrontamento di problematiche complesse e di aree caratterizzate da multi problematicità), ha saputo caratterizzarsi per realizzabilità e sostenibilità.Il buon livello di integrazione tra servizi preesistente sul territorio e le caratteristiche di quest’ultimo (dimensioni e popolazione numericamente contenute, vicinanza delle organizzazioni) hanno sicuramente favorito il raggiungimento degli obiettivi previsti.

Si rilevano tuttavia forti criticità legate alla perdurante carenza di personale nei servizi dell’EMT Distrettuale, che hanno reso complesso e difficilmente sostenibile la realizzazione dei progetti nelle aree ad alta integrazione socio-sanitaria (minori e disabilità). L’avvio di progettualità sperimentali, dimostratesi tanto efficaci quanto necessarie - quali quelle nell’area della prevenzione dell’allontanamento dei minori, dell’affido e della realizzazione di risorse educative e di inclusione sociale maggiormente flessibili nel settore della disabilità – rischia di interrompersi per carenza di risorse umane, con le gravi conseguenze che sono facilmente immaginabili (basti pensare all’impossibilità di proseguire la presa in carico e l’affiancamento delle famiglie affidatarie, reperite e selezionate grazie alla progettualità citata nell’azione 5.1.1) e di vanificare una buona parte del lavoro e dell’investimento di risorse spesi nella prima annualità PdZ.

PROSPETTO INDICATORIPREVISTI DAL P.A.A. 2013

MACRO AZIONE 1.1: Attivazione della comunità nella realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali di tipo solidale e universalistico/selettivo.

1. Incontri : 7 incontri dei tavoli volontariato, disabilità e di co-progettazione sull’inserimento lavorativo di persone svantaggiate

Tavolo volontariato: 11.03.2013, 26.11.2013 - 10 Associazioni locali presenti Tavolo disabilità: 28.02.2013 - 5 Associazioni locali presenti, operatori di Ambito e Distretto Tavolo coprogettazione Caritas-Centro Solidarietà Giovani: 26.09.2013, 08.10.2013,

22.10.2013, 29.10.2013

2. Eventi :

Firma accordo di partenariato: firmatari servizi pubblici n. 11, firmatari terzo settore n. 29 Conferenza pubblica presso Villa Moretti Tarcento: 21.03.2013, alla presenza di tutti i

sottoscrittori dell’accordo di partenariato

3. Documenti:

Avvio prima mappatura soggetti del terzo settore.

MACRO AZIONE 1.2 : Criteri e modalità di collaborazione dell’associazionismo locale su attività inerenti il PDZ (bisogni territorialmente emergenti o socialmente rilevanti)

1. Confronta indicatori obiettivo 1.1: nel corso degli incontri le realtà del terzo settore sono state informate in merito ai vincoli posti dalla regione ed alla necessità che eventuali erogazioni contributive siano vincolate alla definizione di obiettivi ed attività condivise e previste da PdZ.

MACRO AZIONE 2.1: Costruzione di un modello innovativo del Servizio Sociale e ridefinizione funzionale dell’Ambito

1. Incontri: incontri periodici dedicati con gli assistenti sociali egli istruttori amministrativi per analisi e

riflessione sul percorso di riorganizzazione del SSC; incontri periodici relativi al programma di lavoro sul controllo di gestione.

3. Documenti: indagine sulle attività di segretariato sociale e di servizio sociale professionale

indagine/analisi sul servizio di assistenza domiciliare; analisi del sistema informativo sociale di Ambito e verifica degli strumenti in uso

MACRO AZIONE 3.1: Stabilizzazione e consolidamento delle prestazioni e degli interventi di cui all’art. 6 della legge regionale 6/2006

1. Si veda indicatori obiettivo 2.1

MACRO AZIONE 4.1: Rielaborazione progetto PUAI anziani e PUAI minori/handicap

1. Incontri: N. 5 incontri integrati per la definizione della funzionalità del PUAI.

2. Indicatori quantitativi: Implementazione PUAI anziani attraverso presenza di n. 1 Assistente Sociale per 10 ore

settimanali, in collaborazione con il personale infermieristico, fisioterapico e medico Attivazione del PUAI minori/disabili presso la sede ex Ostello dell'EMT, assicurando

presenza di personale sanitario per 30 ore/sett. (dal 03.04.2013) Numero 1.426 segnalazioni al PUAI, di cui :

- 186 segnalazioni di persone in età tra 0-64 anni- 727 segnalazioni di persone in età 65-84 anni- 513 segnalazioni di persone in età over 84 anni.

MACRO AZIONE 4.2: Ridefinizione di funzioni, ruoli e modalità di lavoro delle attuali Unità di Valutazione Multiprofessionale per le diverse aree di integrazione socio-sanitaria

1. Incontri: 4 incontri di coordinamento, verifica e ridefinizione del ruolo dell’UVM

2. Documenti: Stesa prima bozza di tre documenti (UVD minori, UVDH, UVD Anziani), che saranno

assemblati in un unico documento.

3. Indicatori quantitativi: N. persone valutate per l’accesso in RSA e in residenze protette:

- 410 in RSA- 173 in residenze protette

N. persone valutate per l’accesso in strutture diurne e residenziali per disabili o per ridefinizione progetto di vita: 30

MACRO AZIONE : 4.3: Adozione della valutazione multidimensionale per minori e adulti in condizioni di disabilità/ non autosufficienza come strumento delle UVM per i progetti personalizzati

1. Indicatori quantitativi: Persone valutate con scheda di katz per progetti FAP SVI , APA e CAF: SVI: 24 APA: 49 CAF: 100

MACRO AZIONE 4.4: Predisporre progetti personalizzati per le fasce di utenza in condizione di fragilità e/o a rischio istituzionalizzazione o di esclusione sociale, con particolare riferimento ai minori a rischio di allontanamento, agli anziani non autosufficienti ed alle persone disabili

Confronta indicatori obiettivi 4 a cui si rimanda

MACRO AZIONE 4.5: Elaborazione di una presentazione dell’offerta aggiornata relativa a servizi e interventi sociosanitari attraverso un modello integrato fruibile dall’intera comunità

1. Documenti: Raccolta di informazioni ed aggiornamento dei rispettivi siti, con specifici riferimenti

all’offerta locale Aggiornamento del vademecum servizi per area minori all’interno di progetto “Rete 6” Bozza linee guida per l’accesso a ciascun servizio socio sanitario territoriale

MACRO AZIONE 4.6: Implementazione, validazione e nuova attuazione di protocolli finalizzati alla presa in carico integrata tra diversi servizi

1. Documenti:

Applicazione del ‘Protocollo per la presa in carico in dimissione protetta del paziente fragile’

2. Indicatori quantitativi: Numero persone segnale per dimissioni protette da ospedale: 940.

MACRO AZIONE 5.1: Promuovere la permanenza dei minori in famiglia

1. Eventi Numero 25 ore di formazione specialistica integrata tra operatori SSC ed operatori ASS -

Operatori coinvolti: 30

2. Indicatori quantitativi: Numero persone in carico al SSC per alcune tipologie di famiglia con figli: 833 coppie e 259

nuclei monogenitoriali Numero minori in carico al SSC: 216 di cui 23 stranieri Numero minori con interventi socioeducativi: 167 Numero minori in affidamento: 6 Numero minori in comunità: 18.

MACRO AZIONE 5.2: Potenziare e qualificare il processo di sostegno e allontanamento del minore nonché il sistema di accoglienza dei minori collocati all’esterno della propria famiglia di origine.

1. Eventi: Numero 2 conferenze informative e di sensibilizzazione sul tema dell’affido familiare:

24.09.2013, 16.12.2013 Numero 16 incontri con le realtà dell’associazionismo intra ed extra Ambito e le scuole per

attività di informazione e collaborazione sul progetto affido e sensibilizzazione rispetto al tema

Numero 7 incontri con le Associazioni che trattano il tema dell’affido e dell’adozione Numero 1 incontro con Associazioni locali di volontariato per azioni di sensibilizzazione sui

temi dell’affido familiare: 26.11.2013 Numero 1 incontro formativo SSC – Equipe Minori ed operatori SSE – Coop. Aracon:

22.05.2013 Percorso di formazione integrata SSC/ASS: Cfr macroazione 5.1.1

2. Indicatori quantitativi: Numero 8 famiglie disponibili per esperienze di affido familiare.

3. Documenti: Data base famiglie disponibili per esperienze di affido familiare. Data base Associazioni che trattano il tema dell’affidamento/adozione e realtà locali

disponibili a collaborare sul ‘Progetto affido’.

MACRO AZIONE 6.11 Implementazione del progetto di riorganizzazione dell’offerta semiresidenziale a gestione diretta per adulti disabili e possibile definizione di soluzioni innovative nell’area dell’offerta residenziale locale in delega.

1.Incontri: Numero 2 incontri SSC – ASS: 23.05.2013, 10.10.2013

2. Documenti /Eventi: Documento di presentazione del percorso di riorganizzazione dei CSRE Stesura prima bozza del documento relativo allo studio di fattibilità modulo residenziale

disabili >35 anni

3. Indicatori quantitativi: Numero persone in carico al SSC accolte nei CSRE: 41 utenti

MACRO AZIONE 6.1.2 Sviluppo di progetti educativi e di inclusione sociale per giovani e giovani adulti alternativi o integrativi ai centri diurni

1.Incontri: 1 incontro tavolo disabilità in data 28.02.2013 Incontri integrati SSC – EMT – CSM – ref. Coop. Sociale per progetto ‘Tenda’: 24.04.2013,

21.05.2013, 02.07.2013, 19.09.2013, 01.10.2013, 18.11.2013

2. Documenti: Bozza documento di analisi della popolazione disabile in uscita dalla scuola

3. Indicatori quantitativi: Persone disabili con percorsi educativi e di inclusione alternativi ai CD:

Progetto ‘Spirale d’energia’: 7 ragazzi (con disabilità medio-lieve ed inseriti in CSRE o progetti SIL)

Progetto ‘Tenda’: 1 (in uscita da CSRE) Progetto ‘GULP ‘: 8 ragazzi partecipanti (con disturbi specifici dell’apprendimento e

residenti nel Comune di Reana del Rojale) Progetto ‘UFFA’: 12 ragazzi partecipanti (di cui 7 con disabilità medio-grave, 3 già inseriti in

SSE individuali e 2 volontari)

MACRO AZIONE 7.1: Interventi di sensibilizzazione su tematiche inerenti la salute e l'inclusione sociale delle persone anziane

1. Incontri: 2. Documenti/ Eventi

Numero 2 interventi di promozione della salute rivolti a pazienti affetti da diabete tipo2 Aggiornamento elenchi dei pazienti diabetici

3. Indicatori quantitativi: Partecipanti interventi di promozione della salute:

- Comune di Reana del Rojale: 27 persone - Comune di Povoletto: 40 persone

MACRO AZIONE 7.2: Rafforzamento delle progettualità e dei servizi socio-sanitari per la domiciliarità a sostegno degli anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti con il coinvolgimento esteso anche della comunità

1. Documenti/ Eventi Realizzato 1 percorso di formazione per assistenti familiari dal titolo: “ Elementi di

assistenza familiare” della durata di 80 ore . Partecipanti: - 20 corsisti (18 con esito positivo)- di cui: 19 donne (10 italiane e 9 straniere)

Realizzato 1 percorso di formazione per gli operatori del Servizio di Assistenza Domiciliare del SSC (durata 24 ore )

2. Indicatori quantitativi: Numero persone ultra 65 anni in carico al SSC: 139 in età compresa tra 65 e 74 anni, 609 in

età uguale o superiore a 75 anni Numero persone in carico al SSC con servizio di SAD: 366 di cui 2 stranieri Numero persone in carico al SSC con servizio di pasti a domicilio: 101 Numero persone in carico al SSC con intervento del Fondo per l’Autonomia Possibile

(FAP): 186 persone Numero persone in carico al SSC con intervento economico di integrazione retta in

strutture per anziani: 37.

MACRO AZIONE 8.1 Creazione di una filiera di interventi e servizi finalizzati all’inserimento lavorativo di persone in condizione di fragilità e svantaggio e definizione di un modello di intervento (presa in carico ed accompagnamento) integrato tra politiche sociali e politiche del lavoro.

Schede verbali incontri: 1.Incontri:

Tavolo coprogettazione Caritas-CSG: 4 incontri (nei mesi di settembre ed ottobre 2013) Incontri per avvio e monitoraggio/valutazione percorso formativo per disoccupati: 10

incontri

2. Documenti/ Eventi Numero 1 percorso di formazione rivolto a persone disoccupate: 7 incontri (18 ore totali) Mappatura delle cooperative Sociali ti tipo B) Regolamento borse lavoro Stesura bozza accordo di rete con la Provincia e l’ASS per la sperimentazione di un modello

di presa in carico integrata nell’area dell’inserimento lavorativo

3. indicatori quantitativi Disoccupati partecipanti a corso di formazione: 27 (età media 47 anni, di cui 16 disoccupati

di lunga durata). A seguito del percorso formativo: - 14 occupati- 2 work experiences in fase di attivazione- 11 iscritti a progetti speciali e/o in attesa di colloqui già fissati con aziende

Numero 2 gruppi di auto – mutuo aiuto attivati a seguito del percorso di formazione Borse lavoro sociali: 4 Persone inserite con affidamenti a Cooperative Sociali di tipo B da parte dell’Ambito: 2 Inserimenti lavorativi S.I.L. : 16 Persone in carico allo ‘Sportello lavoro’ di Ambito: 120, di cui 30 esitati in inserimenti

lavorativi

MACRO AZIONE 9.1: Definire una filiera di servizi ed interventi coordinati ed integrati volti all’affrontamento dei fenomeni di povertà e fragilità sociale.

1. Incontri Si veda macro azione 8.1

2. Documenti/ Eventi Si veda macro azione 8.1

3. indicatori quantitativi

Numero persone in carico al SSC con interventi di sostegno economico: 1.096 persone di cui 200 con la misura “Fondo di Solidarietà Regionale”

Numero persone in carico al SSC con interventi di casa/lavoro: 97 persone Numero persone accolte presso il servizio di emergenza abitativa di Nimis: 10 ( = 4 nuclei

familiari) Numero persone accolte presso gli alloggi di ‘Case Ronchis’ a Faedis: 15 (= 4 nuclei

familiari) Servizio di supporto alla ricerca casa:

- numero colloqui per analisi esigenze abitative 386- numero persone inserite in locazione: 18- numero persone inserite in albergaggi: 5- numero contratti di locazione sottoscritti: 9.

MACRO AZIONE 10.1: Prosecuzione ed implementazione del servizio di consulenza psicopedagogica per famiglie, ruoli educativi e minori

1.Eventi:N. 2 conferenze aperte al pubblico :

- 22/04/2013 – presso il Comune di Nimis: “Gli adolescenti ed il mondo delle regole: il limite come elemento costitutivo di un’identità in crescita”

- 27/02/2013 – presso il Comune di Reana del Rojale: “Bambini e ragazzi a scuola: come assicurare supporto e favorire l’autonomia da parte dei genitori”

2. Documenti Bozza studio di fattibilità su percorsi formativi di auto-mutuo aiuto per figure educative

3. indicatori quantitativi Numero interventi sportello di ascolto per genitori e insegnanti: incontri con 98 insegnanti Numero 9 plessi scolastici (3 Istituti Comprensivi) coinvolti nell’attività di consulenza

MACRO AZIONE 10.2: Collegare gli interventi sociali e sociosanitari programmati nei PDZ con specifiche azioni inerenti le politiche familiari.

1. Documenti/ Eventi Incontri con Associazioni: si veda macroazione 5.2

3. indicatori quantitativi Numero 6 progetti di affido familiare Numero famiglie sostenute con fondi L.R. 11/2006:

- Art. 9 bis: 3 interventi

- Art. 13: 11 interventi per servizio socio educativo rivolto a minori disabili adottati; n. 2 interventi per servizio socio educativo rivolto a minori in affido familiare.

MACRO AZIONE 10.3: Attivazione di interventi educativi nell’area della prevenzione e dell’aggregazione sociale con il coinvolgimento della comunità a sostegno e integrazione delle competenze educative della famiglia

1. Incontri Numero 2 incontri ‘Tavolo devianza’: 03.04.2013, 09.05.2013. Partecipanti: 20 (Servizi

Pubblici SSC, ASS, Forze dell’Ordine, Ministero G.G.)

2. Documenti Questionario di gradimento su borse lavoro giovani.

3. indicatori quantitativi: Numero Borse Lavoro Giovani: 143 (Reana 19, Nimis 8, Attimis 10, Cassacco 9, Faedis 10, Povoletto 25, Tarcento 41, Tricesimo 21) Numero 3 Centri di aggregazione giovanile attivi sul territorio: Comuni di Tricesimo e Reana, Tarcento, Nimis.

DOSSIER STATISTICO

Tab. 1 - Popolazione residente nei Comuni dell'Ambito distrettuale 4.2 Tarcento, in provincia di Udine, in regione FVG al 31.12.2011 e al 31.12.2012, superficie e densità di popolazione per Kmq anno 2012 - valori assoluti

Superficie Densità ab. per Kmq

Popolazione al 31.12.2011

Popolazione al 31.12.2012

ATTIMIS 33,2 56,2 1.859 1.866CASSACCO 11,7 248,0 2.922 2.902FAEDIS 46,8 63,6 3.011 2.976LUSEVERA 53,0 12,9 701 685MAGNANO IN RIVIERA 8,3 284,7 2.353 2.363NIMIS 33,9 81,6 2.772 2.767POVOLETTO 38,4 144,8 5.560 5.561REANA DEL ROJALE 20,3 247,8 5.027 5.031TAIPANA 65,4 10,2 678 670TARCENTO 35,4 256,6 9.101 9.084TRICESIMO 17,7 429,9 7.616 7.610

Ambito 4.2 Tarcento 364,3 114,0 41.600 41.515

Provincia di Udine 4.907,2 109,4 534.944 536.622Regione FVG 7.862,3 155,4 1.217.780 1.221.860Fonte: Elab. su dati Istat

Tab. 2 - Popolazione residente nei Comuni dell'Ambito distrettuale 4.2 Tarcento, in provincia di Udine, in regione FVG al 31.12.2012, per classi d'età - valori assoluti

  MF 0 - 17 anni di cui Fem MF 18 - 64 anni di cui Fem MF 65 e più di cui FemATTIMIS 251 125 1.161 575 454 259CASSACCO 408 185 1.775 897 719 403FAEDIS 420 189 1.832 902 724 420LUSEVERA 83 41 394 183 208 121MAGNANO IN RIVIERA 374 174 1.404 686 585 342NIMIS 391 179 1.609 778 767 438POVOLETTO 846 400 3.372 1.714 1.343 744REANA DEL ROJALE 767 379 3.099 1.552 1.165 657TAIPANA 80 37 386 159 204 119TARCENTO 1.316 652 5.399 2.719 2.369 1.417TRICESIMO 1.146 531 4.583 2.410 1.881 1.073Ambito 4.2 Tarcento 6.082 2.892 25.014 12.575 10.419 5.993

Provincia di Udine 80.049 39.078 327.644 163.915 128.929 74.376

Regione FVG 184.692 89.559 729.927 369.646 297.241 172.852Fonte: Elab. su dati Istat

Tab. 3 - Famiglie residenti e numero medio dei componenti per famiglia nei Comuni dell'Ambito distrettuale 4.2 Tarcento, in provincia di Udine, in regione FVG al 31.12.2011 e al 31.12.2012, - valori assoluti e numero medio

Famiglie 2011Numero medio

componenti per famiglia 2011

Famiglie 2012Numero medio

componenti per famiglia 2012

ATTIMIS 877 2,07 864 2,17CASSACCO 1.280 2,28 1.260 2,31FAEDIS 1.329 2,30 1.310 2,28LUSEVERA 377 1,84 369 1,88MAGNANO IN RIVIERA 1.008 2,31 995 2,38NIMIS 1.229 2,23 1.225 2,26POVOLETTO 2.345 2,37 2.372 2,35REANA DEL ROJALE 2.203 2,28 2.208 2,28TAIPANA 376 1,78 370 1,82TARCENTO 4.096 2,19 4.128 2,20TRICESIMO 3.411 2,19 3.442 2,21Ambito 4.2 Tarcento 18.531 2,23 18.543 2,24Provincia di Udine 242.290 2,19 243.062 2,20Regione FVG 561.423 2,15 562.676 2,17

Fonte: Elab. su dati Istat

Tab. 4 - Popolazione staniera residente nei Comuni dell'Ambito distrettuale 4.2 Tarcento, in provincia di Udine e in regione FVG al 31.12.2012 - valori assoluti maschi e femmine, % stranieri sul totale dei residenti e rapporto femmine/maschi stranieri             

 Maschi Femmine Totale Stranieri

/pop *100

Femmine/ Maschi

stranieri ATTIMIS 44 44 88 4,7 1,0CASSACCO 60 77 137 4,7 1,3FAEDIS 54 95 149 5,0 1,8LUSEVERA 15 24 39 5,7 1,6MAGNANO IN RIVIERA 42 51 93 3,9 1,2NIMIS 70 95 165 6,0 1,4POVOLETTO 48 102 150 2,7 2,1REANA DEL ROJALE 139 158 297 5,9 1,1TAIPANA 53 42 95 14,2 0,8TARCENTO 251 316 567 6,2 1,3TRICESIMO 250 273 523 6,9 1,1Ambito 4.2 Tarcento 1.026 1.277 2.303 5,5 1,2Provincia di Udine 18.202 21.771 39.973 7,4 1,2Regione FVG 48.704 53.864 102.568 8,4 1,1

Fonte: Elab. su dati Istat

Tab. 5 - Utenti del SSC nei Comuni dell'Ambito distrettuale 4.2 Tarcento, anni 2012 e 2013, nel corso dell'anno - valori assoluti

Comune Utenti 2012 Utenti 2013

ATTIMIS 111 114  

CASSACCO 108 127  

FAEDIS 130 180  

LUSEVERA 54 45  

MAGNANO IN RIVIERA 111 125  

NIMIS 181 178  

POVOLETTO 174 233  

REANA DEL ROJALE 181 223  

TAIPANA 52 53  

TARCENTO 439 492  

TRICESIMO 280 294  

AMBITO 4.2 Tarcento 1808 2053  

Fonte: CSI (al 20.2.2014)

Tab. 6 - Utenti del SSC nei Comuni dell'Ambito distrettuale 4.2 Tarcento maschi e femmine, totale MF e stranieri, anno 2013, nel corso dell'anno - valori assoluti

Comune Femmina Maschio Totale MF di cui stranieri

ATTIMIS 63 51 114 3

CASSACCO 76 51 127 17

FAEDIS 97 83 180 13

LUSEVERA 27 18 45 4

MAGNANO IN RIVIERA 67 58 125 8

NIMIS 96 82 178 30

POVOLETTO 132 101 233 21

REANA DEL ROJALE 117 106 223 36

TAIPANA 28 25 53 1

TARCENTO 288 204 492 57

TRICESIMO 172 122 294 49

AMBITO 4.2 Tarcento 1155 898 2053 238

Fonte: CSI (al 20.2.2014)

Tab. 7 - Utenti del SSC nei Comuni dell'Ambito distrettuale 4.2 Tarcento per classi d’età, anno 2013, nel corso dell'anno - valori assoluti e %

ComuneUtenti nel corso del 2013 per classi d'età

0 - 17 18 - 34 35 - 64 65 - 74 75 e oltre

ATTIMIS 9 15 36 6 54

CASSACCO 8 32 45 12 32

FAEDIS 21 26 66 17 58

LUSEVERA 6 7 15 5 12

MAGNANO IN RIVIERA 13 20 48 11 36

NIMIS 24 22 70 15 51

POVOLETTO 30 45 71 12 75

REANA DEL ROJALE 21 47 92 5 63

TAIPANA 14 3 8 5 24

TARCENTO 45 97 204 41 118

TRICESIMO 27 61 110 13 86

AMBITO 4.2 Tarcento v. ass. 216 372 762 139 609

v. % 10,3 17,7 36,3 6,6 29,1Fonte: CSI (al 20.2.2014)

Tab. 8 - Utenti del SSC nei Comuni dell'Ambito distrettuale 4.2 Tarcento per tipologia familiare, anno 2013, nel corso dell'anno - valori assoluti e %

Comune

Utenti

Coppia con figli

Coppia senza figli

Monogenitore con figli

Nuclei familiari

conviventi

Persona sola

Altre tipologie

ATTIMIS 28 6 23 7 48 2CASSACCO 44 3 24 13 38 5FAEDIS 75 12 13 24 53 3LUSEVERA 14 3 6 3 16 3MAGNANO IN RIVIERA 52 7 19 11 33 4NIMIS 63 7 30 18 53 8POVOLETTO 112 14 27 12 56 12REANA DEL ROJALE 106 7 18 21 66 7TAIPANA 16 0 6 5 20 6TARCENTO 201 39 60 39 131 29TRICESIMO 129 20 34 20 83 8

AMBITO 4.2 Tarcento v.ass. 833 117 259 173 595 87

v. % 40,4 5,7 12,5 8,4 28,8 4,2Fonte: CSI (al 20.2.2014)

Tab. 9 - Utenti del SSC nei Comuni dell'Ambito distrettuale 4.2 Tarcento per problematica di disagio, anno 2013, nel corso dell'anno - valori assoluti e %

Comune / Diagnosi sociale Autosuffienza Casa

Devianza/Controllo Dipendenze

Famiglia

Istruzione/Scuola Lavoro Reddito Salute

Socialità/ relazioni

ATTIMIS 58 0 1 1 13 2 7 31 10 1

CASSACCO 36 3 0 3 4 5 16 58 14 0

FAEDIS 63 0 1 1 28 4 4 51 30 2

LUSEVERA 12 0 0 3 7 5 3 11 8 0MAGNANO IN RIVIERA 47 1 1 4 7 2 18 37 16 0

NIMIS 70 4 2 3 26 5 12 58 9 1

POVOLETTO 79 2 0 2 22 6 7 89 40 3

REANA DEL ROJALE 71 0 0 2 13 12 20 90 21 3

TAIPANA 26 1 0 0 13 2 3 4 8 0

TARCENTO 72 5 6 10 70 19 14 234 88 4

TRICESIMO 88 2 1 4 26 2 13 108 37 1AMBITO 4.2 Tarcento 621 18 12 33 229 63 115 764 280 15

28,9% 0,8% 0,6% 1,5% 10,7% 2,9% 5,3% 35,5% 13,0% 0,7%Fonte: CSI (al 20.2.2014)