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PIANO DI GESTIONE della Zona di Protezione Speciale (ZPS) “Bosco Nordio” INCONTRO CON LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI per la presentazione della bozza intermedia di piano 25 settembre 2009

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PIANO DI GESTIONE

della Zona di Protezione Speciale (ZPS)

“Bosco Nordio”

INCONTRO CON LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI

per la presentazione della bozza intermedia di piano25 settembre 2009

La bozza intermedia di piano è costituita dai primi 4 capitoli e da prime ipotesi attorno alle strategie di gestione

Non sembra necessario soffermarsi sul capitolo 1 (Premessa) ne sul capitolo 2 (Descrizione del sito, sotto diversi aspetti)

-Per quanto riguarda le caratteristiche del sito, si sottolinea solo che:

- la ZPS conserva al proprio interno ambiti naturalistici diversificati e interessanti;- la gestione dell’area, da parte di Veneto Agricoltura e del Servizio Forestale Regionale di Treviso-Venezia, garantisce la conservazione degli habitat e degli habitat di specie;- Veneto Agricoltura ha attivato progetti e attività che hanno permesso di incrementare le biodiversità del bosco;

- il bosco Nordio, per una serie di fattori, si presenta quale luogo eccezionalmente vocato ad attività di ricerca ed educazione naturalistica

- il livello delle pressioni su habitat e specie si mantiene su valori assolutamente compatibili con la conservazione degli stessi;

Superfluo forse ricordare che, in questa prima fase, si è cercato un contatto con i diversi portatori di interesse, contatti che certo proseguiranno nello svolgersi dei lavori

OBIETTIVI DI GESTIONE

Obiettivo generale del piano è la conservazione in uno stato favorevole di habitat e specie di interesse comunitario

Questo obiettivo generale si declina in una serie di obiettivi specifici, che verranno ora descritti, e che fanno riferimento agli habitat e alle specie di interesse comunitario

Non è estranea comunque al piano anche la definizione di obiettivi non riferiti ad habitat e/o specie di interesse comunitario

GESTIONE DELLE SPECIE DI

INTERESSE COMUNITARIO

OBIETTIVI DI GESTIONE

Tutela di Cerambix cerdo e del suo habitat

OBIETTIVI DI GESTIONE

Favorire la diffusione di Pelobates fuscus

OBIETTIVI DI GESTIONE

Tutela dell’habitat di:

Rana agile Rana dalmatina

Rospo smeraldino Bufo viridis

OBIETTIVI DI GESTIONE

Tutela di Emys orbicularis e Testudo hermanni

OBIETTIVI DI GESTIONETutela dell’habitat di:

Ramarro occidentale Lacerta bilineata

Biacco Coluber viridiflavus

Colubro liscio Coronella austriaca

OBIETTIVI DI GESTIONE

Tutela dell’habitat di:

SucciacapreCaprimulgus europaeus

OBIETTIVI DI GESTIONEMantenimento e miglioramento dei popolamenti forestali, anche inrelazione alle esigenze ecologiche della fauna vertebrata e invertebrata

OBIETTIVI DI GESTIONEConservazione dell’habitat 9340 “foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia” (114,78 ha - 73,11%)

Mantenimento dell’integrità complessiva degli ambiti dunali e delle pinete

OBIETTIVI DI GESTIONE

• Conservazione degli habitat prioritari 2250 “Dune costiere con Juniperus spp.” (0,25 ha – 0,16%),• 2270 “Dune con foreste di Pinus

pinea e/o Pinus pinaster” (16,75 ha –10,67%);• dell’habitat 2130 Dune costiere fisse a vegetazione erbacea ("dune grigie") (3,00 ha - 1,91%)

OBIETTIVI DI GESTIONE

Mantenimento/incremento degli habitat, anche in virtù della ricchezza faunistica che sostengono

2190 Depressioni umide interdunari (0,16 ha - 0,10%)

6420 Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion (0,25 ha - 0,16%)

Fattori di pressione e minacce (capitolo 3)

Si è già detto che i fattori di pressione, e le conseguenti minacce, sono ridotte. Facendo riferimento alla lista proposta dalle linee guida, i fattori di pressione si possono ricondurre ad alcune attività

• Agricoltura, Foreste

• Pesca, caccia e raccolta

• Urbanizzazione, industrializzazione e attività similari

• Trasporti e comunicazioni

• Divertimento e turismo

• Inquinamento e altre attività umane

• Modifiche da parte dell'uomo delle condizioni idrauliche

• Processi naturali (biotici e abiotici)

Agricoltura

• Gran parte della ZPS non è interessata da attività agricole

•Nelle zone in cui si pratica agricoltura, che sono esterne alla ZPS, la pressione esercitata è diversa:

–nell’area interclusa all’interno della ZPS: si pratica la coltivazione intensiva del radicchio e della carota–Nelle aree esterne: l’utilizzazione intensiva dei terreni ha portato alla scomparsa del paesaggio agricolo tradizionale (rimozione di siepi e boschetti - 151)

•Le minacce sono rispettivamente legate a:–uso di pesticidi (110) e fertilizzazione (120), che si possono tradurre in un’alterazione dei parametri chimico-fisici del suolo e delle acque;–eliminazione o contrazione delle siepi e dei filari con eccessiva semplificazione del paesaggio agrario ed isolamento del bosco rispetto agli ambienti naturali circostanti

Le aree intercluse

• Altri aspetti di potenziale conflitto con le attività agricole praticate nella porzione interclusa, che peraltro non riguardano i temi di Natura 2000, sono

– il pascolamento degli erbivori (daini, lepri, ecc.) negli orti;

– la gestione del fosso di confine che determina una costante erosione della scarpata, con perdita di superficie

Foreste

• La ZPS è caratterizzata da 2 sistemi gestionali diversi:– porzione meridionale della Zona di Protezione speciale “Bosco Nordio” coincide con la Riserva Naturale Integrale di Bosco Nordio istituita con DM del 26 luglio 1971, ed attualmente in gestione a Veneto Agricoltura. La gestione forestale è regolata dal Piano di riassetto forestale

– porzione settentrionale (a nord di Via Canal di Valle), sono di proprietà privata (Fam. Boscolo e Diocesi di Chioggia) e sono gestiti dai servizi Forestali di Treviso e Venezia. Per questi ambiti non è disponibile una pianificazione forestale. In quest’area i SFR eseguono interventi minimali per favorire localmente i meccanismi evolutivi naturali

– La gestione attuata dai SFR mira sostanzialmente al mantenimento della biodiversità mediante interventi minimali. I servizi operano inoltre al fine di contenere le specie invasive che si sviluppano con particolare vigore ai margini delle superficie boscate.

• Non si ravvisano fattori di pressione e minacce agli habitat e alle specie di interesse comunitario da ricondurre alla gestione delle foreste.

Caccia

• Il Bosco Nordio è individuato come Oasi di Protezione

PescaNon essendoci corpi idrici significativi non sono presenti popolazioni ittiche stabili

Urbanizzazione

• Il sito non è interessato, al proprio interno, da fattori di pressione legati all’urbanizzazione

• è circondato invece da una matrice, urbanizzata in maniera diffusa, all’interno della quale spiccano gli abitati di Sant’Anna, a nord, e Cavannella d’Adige, a sud. Lungo il confine orientale del sito (Via Pegorina), sono presenti nuclei sparsi di abitazioni.

Trasporti e comunicazioni

• Il sito non è interessato, al proprio interno da una rete infrastrutturale tale da indurre minacce per gli habitat e per le specie di interesse comunitario

• Il sistema infrastrutturale esterno esercita comunque una pressione sul sito:– Strada Statale 309 Romea affiancata dalla linea ferroviaria regionale Rovigo-Chioggia, lungo il confine occidentale del sito Natura 2000: transito medio compreso tra 16.000 e 20.000 veicoli/giorno, dei quali una buona parte pesanti;

– 3 strade secondarie, della quali una con un traffico locale limitato quasi esclusivamente ai frontisti :• Due con direzione Est-Ovest attraversano la ZPS: Via Canal di valle a nord e Via BoscoNordio;

• Una Via Pegorina che delimita gran parte del confine orientale.

• Le minacce sono legate agli impatti associabili alle grande vie di traffico:– inquinamento dell’aria e dell’acqua (acque di prima pioggia);

– isolamento;

– disturbo alla fauna;

– ecc..

Divertimento e turismo

• La ZPS è caratterizzata da 2 sistemi gestionali diversi:– nell’area gestita da Veneto Agricoltura si svolgono visite guidate che, nel corso del 2006, anno di maggiore afflusso, hanno condotto all’interno dell’area protetta 2101 persone. Nel 2008, le presenze sono state di 734 visitatori. L’attività turistico-didattica si concentra principalmente nei mesi primaverili (aprile-maggio-giugno), in concomitanza con le visite guidate delle scolaresche;

– nella porzione di proprietà della Diocesi di Chioggia, in gestione ai SFR di Treviso e Venezia, è presente il Centro Madonna del Divino Amore nel quale, per tutto il corso dell'anno, si svolgono incontri di spiritualità e corsi di esercizi spirituali per sacerdoti, religiose e laici. La struttura è provvista di 40 camere da letto per un totale di 90 posti letto.

• Queste forme d’uso non determinano minacce su habitat e specie di interesse comunitario

Inquinamento e altre attività umane

• Con riferimento all’inquinamento, il principale fattore di pressione, che peraltro non sembra indurre minacce ad habitat e specie di interesse comunitario, è determinato dalla dispersione nell’ambiente dei prodotti impiegati nell’attività agricola.

• Riguardo alle attività umane, l’aspetto critico riguarda lo sviluppo degli incendi.

Modifiche da parte dell'uomo delle condizioni idrauliche

• Tra le azioni fonti di pressione la principale è rappresentata dai fossi consortili presenti lungo il margine esterno della ZPS.

• Le criticità sono legate:– alla possibile alterazione dell’altezza della falda con evidenti conseguenze sulle cenosi igrofile;

– alla manutenzione ordinaria dei canali, con l’innesco di fenomeni erosivi laddove la quota del perimetro della ZPS è sopraelevato rispetto al piano campagna.

Processi naturali (biotici e abiotici)

• La tendenza naturale del Bosco Nordio è piuttosto chiara e manifesta.

• La lecceta rappresenta la formazione climacica di questa stazione ed è lo stato verso il quale tende naturalmente l’intera cenosi lasciata alla libera evoluzione.

• Le aree a pineta presentano un tipico aspetto biplano, con il piano dominate composto da Pino domestico (Pinus pinea), al di sotto del quale si sviluppano formazioni arbustive a dominanza di leccio (Quercus ilex) e, secondariamente Orniello (Fraxinus ornus).

• Le formazioni erbacee delle dune fisse (vegetazione di duna grigia) rappresentano una condizione “latente”, che si manifesta e si insedia con relativa facilità a seguito di aperture del soprassuolo che consentono l’irraggiamento solare diretto del terreno.

5. Strategia di gestione

Questa fase consiste nella messa a punto delle strategie gestionali e delle specifiche azioni da intraprendere. Il capitolo si articola secondo i seguenti paragrafi:

5.1 Strategia di gestione adottata

5.2 Misure di conservazione

5.3 Indicazioni gestionali

5.4 Normativa

5.5 Indicazioni relative alla valutazione di incidenza

5.6 Cronoprogramma

5.7 Stima dei costi e delle necessità di finanziamento

La bozza intermedia di piano individua solo i primi orientamenti

5. Strategia di gestione

5.1 Strategia di gestione adottataQuesta parte si articola in tre paragrafi.Il primo prevede che siano esplicitate le funzioni e ruoli previsti dal piano. Per l’attuazione del piano è necessario identificare i soggetti responsabili di ogni singolo intervento e il ruolo svolto al fine di rendere efficaci ed efficienti le indicazioni di Piano. È buona norma, per la riuscita delle azioni di piano, che l’attuazione di ogni intervento sia di responsabilità di un solo soggetto esperto, che può anche limitarsi a esercitare una funzione di coordinamento. Il soggetto attuatore risponde del buon esito delle azioni di piano, è responsabile dell’attività di controllo e individua eventuali adattamenti.Alla stessa maniera la strategia di gestione deve prevedere la descrizione di come sono svolte le seguenti attività:§ monitoraggio;§ aggiornamento e redazione del quadro conoscitivo con periodicità ben definita;§ verifica delle indicazioni gestionali;§ eventuale modifica delle indicazioni gestionali e del piano di monitoraggio;§ attività di formazione e informazione.Queste necessità sono legate anche all’evoluzione dagli ecosistemi presenti, che richiede il continuo aggiornamento del quadro conoscitivo e la verifica ed eventuale modifica delle indicazioni gestionali e delle modalità di monitoraggio, anche per fungere da supporto fattivo alla Valutazione di Incidenza.Il secondo paragrafo definisce la struttura organizzativa prevista dal Piano ovvero come e con che professionalità ciascun soggetto attuatore è in grado di svolgere le funzioni previste.Il terzo paragrafo definisce le modalità operative indicando i compiti di ciascun soggetto, le modalità e le tempistiche con cui sono svolti, i luoghi e i modi con i quali possono essere consultati i dati raccolti.Sulla base anche di questi paragrafi è possibile individuare le unità gestionali omogenee (cfr. §5.3.2)

Soggetti responsabili degli interventi

Veneto Agricoltura

Servizio Forestale Regionale di Venezia e Treviso

Corpo Forestale dello Stato

Provincia di Venezia

5. Strategia di gestione

5.2 Misure di conservazione5.2.1 Revisione delle Misure di Conservazione

5.2.2 Proposta di Misure di Conservazione

Questa parte si articola in due paragrafi.Il primo prevede la rassegna critica delle Misure di Conservazione previste dal D.M. del 17 ottobre 2007 riguardo ai “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)”, dalla D.G.R. 2371/06 “Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE. D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357. Approvazione del documento relativo alle misure di conservazione per le Zone di Protezione Speciale ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE e del D.P.R. 357/1997.” e dalla L.R. 1/07.Tale controllo è effettuato sulla base del confronto dei paragrafi 2.2, 3., 4., e 5.1.1 attraverso la verifica della corrispondenza e della congruità delle misure di conservazione in essere.Il secondo paragrafo propone le Misure di Conservazione aggiornate per ciascun sito coinvolto. La struttura e i contenuti delle Misure di Conservazione proposte devono comunque rispettare le disposizioni statali e regionali. Nelle situazioni più complesse, può risultare indispensabile prevedere e riferire le misure conservazione alle unità gestionali omogenee (cfr. § 5.3.2) se codificare misure per singoli habitat o specie rischia di essere poco efficace o fuorviante.

Misure di

conservazione

Le misure in essere sono condivisibili

5.3 Indicazioni gestionali

5.3.1 Generalità

5.3.2 Zonizzazione (Unità gestionali omogenee)

5.3.3 Interventi direttamente connessi con la gestione di habitat, habitat di specie e specie

5.3.4 Interventi non direttamente connessi con la gestione dei siti della rete Natura 2000

5.3.2 Unità Gestionali OmogeneeUn’Unità Gestionale Omogenea rappresenta la sintesi ottimale delle differenti realtà territoriali di tutti quei soggetti che mettono in atto le indicazioni che derivano dal Piano di Gestione.Non si tratta di ribadire solamente i confini amministrativi, poichéquesti sono superati dall’indivisibilità di alcune delle porzioni di territorio che rappresentano un habitat o un habitat di specie che devono mantenere una gestione e attuazione unitaria. Pertanto ilpiano definisce chiaramente tali unità sulla base di tutti i fattori individuati al capitolo 2, quali aspetti geografici, socioeconomici, amministrativi (anche con riguardo alle Aree Naturali Protette) e in particolare derivano dal confronto tra la cartografia degli habitat, habitat di specie e specie (§ 2.2) e la determinazione dei soggetti attuatori (§ 5.1.2).Le unità gestionali omogenee individuate sono cartografate e fanno parte del patrimonio informativo georeferenziato del Pianodi Gestione.

5.3.2 Unità Gestionali Omogenee

Veneto Agricoltura, per la parte in gestione diretta

Servizio Forestale Regionale di Treviso e Venezia per la rimanente parte

5.3.3 Interventi direttamente connessi con la gestione di habitat, habitat di specie e specie

L’individuazione degli interventi direttamente connessi con habitat, habitat di specie e specie è ilnucleo essenziale del Piano di Gestione e la base per ottemperare a quanto previsto dalle direttive comunitarie. Si tratta di tipologie ascrivibili alla gestione attiva (GA), poiché le altre tipologie di gestione sono individuate in altre parti del capitolo 5.Per individuare gli interventi necessari, i passi propedeutici sono la definizione degli Obiettivi di gestione (§§ 4.1.1, 4.1.2 e 4.1.3) e delle Misure di Conservazione (§ 5.2). Da questi derivano direttamente gli interventi. In questo paragrafo sono anche da esplicitare e motivare le informazioni essenziali, non contenute nelle altre parti del Piano di Gestione, per la compilazione delle schede delle azioni (cfr. § 6.1).Gli interventi, quando possibile e pertinente, possono riguardare contemporaneamente piùhabitat, habitat di specie e specie.Si tratta quindi di valutare e cartografare rispetto allo stato locale le azioni necessarie nei casi in cui si verifica che la conservazione è:•- buona, ma con prospettive mediocri o forse sfavorevoli e ripristino facile o possibile con un impegno medio;•- buona, con struttura dell’habitat, dell’habitat di specie o della (meta)-popolazione mediamente o parzialmente degradata, eccellenti prospettive e ripristino facile o possibile con un impegno medio;•- buona, con struttura mediamente o parzialmente degradata, buone prospettive e ripristino facile;•- media o ridotta.

STRATEGIE DI GESTIONE

Emys orbicularis

Continuazione del progetto iniziato nel 2002 (GA, MR)

Realizzazione di nuove zone umide nella zona centrale della foresta (GA)

PELOBATE FOSCO

Reiterare le semine (GA)

Realizzare nuove zone umide (GA)

Prosecuzione della gestione forestale (GA)

Individuazione di lembi di bosco (querceto caducifoglio, ma anche orno lecceta) dove poter attuare prelievi selettivi in modo da favorire lo sviluppo di piante di grosso diametro (GA)

Interventi sulle cenosi arboree con dominanza di specie esotiche (robinia -Robinia pseudoacacia; ailanto – Ailanthus altissima) (GA)

Mantenimento e gestione delle aree di margine (GA)

Habitat 9340 “Foreste di Quercus ilex e Quercus

rotundifolia (114,78 ha - 73,11%)

MISURE ANTI INCENDIO (GA)

Strada frangi fuoco

Segnaletica anti incendio

Realizzazione di una piazzola per l’atterraggio dell’elicottero

Mantenimento/realizzazione di piazzole di scambio per favorire il transito dei mezzi antincendio

2130 Dune costiere fisse a vegetazione erbacea ("dune

grigie") (3,00 ha - 1,91%)

La presenza dell’habitat è molto frammentata e si può osservare nella sua fisionomia più tipica solamente in alcune radure e ai margini dei sentierispesso con superfici di pochi metri quadrati

In taluni casi, soprattutto nelle aree più estese, si presenta in forma molto degradata per invasione di specie arbustive e arboree, quali il pioppo bianco e il leccio

STRATEGIA DI GESTIONE

Azioni di controllo selettivo dello sviluppo di alberi e arbusti (GA)

2250 “Dune costiere con Juniperus spp.” (0,25 ha – 0,16%)habitat prioritario

2270 “Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster”

(16,75 ha – 10,67%) habitat prioritario

STRATEGIA DI GESTIONE

Ricerca di un giusto equilibrio fra presenze arboree/arbustive e aree aperte (MR, GA)

2190 Depressioni umide interdunari (0,16 ha - 0,10%)

6420 Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del

Molinio-Holoschoenion (0,25 ha - 0,16%)

STRATEGIA DI GESTIONE

Tema complesso, in relazione alle dimensioni. Fra i possibili interventi, oltre alla tutela dei lembi esistenti, si può prevedere (GA):•la rimozione mirata di componenti legnose pioniere•la realizzazione di nuove zone umide•il riscavo di depressioni con messa a dimora di specie coerenti

Azioni a favore dell’incremento del legno morto in foresta (GA; MR)

FAUNA SAPROXILICA

MONITORAGGIO

Vegetazione (MR)Avifauna (MR)Chirotteri (MR)Fauna saproxilica(MR)

Allestimento e gestione di una foresteria (GA)

5.3.4 Interventi non direttamente connessi con la gestione dei siti della rete Natura 2000

Interventi non direttamente connessi con habitat, habitat di specie e specie, ma che su questi manifestano effetti indiretti positivi per il mantenimento del buono stato di conservazione. Essenzialmente si tratta di fornire e attuare strumenti guida per la compatibilità di interventi regolarmente svolti e di dare luogo ad azioni di sviluppo sostenibile. Le categorie principali individuabili fin da subito riguardano:§ interventi di ripristino ambientale;§ urbanizzazione e interventi di recupero edilizio;

§ operazioni di riqualificazione fondiaria;

§ attività di sviluppo sostenibile da favorire e promuovere;

§ manifestazioni, attività culturali, sportive e del tempo libero.

Queste tipologie di interventi non sono esaurienti di quanto viene svolto e sono da integrare con quelle individuabili a scala locale.Analogamente a quanto fatto per il precedente paragrafo, sono da esplicitare e motivare le informazioni essenziali, non contenute nelle altre parti del Piano di Gestione, per la compilazione delle schede delle azioni (cfr. § 6.1).

5.3.4 Interventi non direttamente connessi con la gestione dei siti della rete Natura 2000

- Mantenimento dei pratelli aridi e di altri habitat che, pur non riconducibili a Natura 2000, contribuiscono a mantenere elevata la biodiversità della ZPS- Realizzazione di barriere antirumore verso la strada Romea- Acquisto di un terreno posto tra la Romea e la ZPS- Rilievo dei confini e definizione di un accordo con i confinanti nell’area interclusa destinata a colture orticole- Abbassamento della recinzione al suolo in settori limitati del perimetro- Per la zona sud, ottimizzazione delle indicazione del piano di emergenza (posizionamento di segnaletica, individuazione punti di fuga e raccolta, ecc.)- Mappatura dei percorsi- Manutenzione della recinzione- Diserbo lungo la recinzione- Incremento della Rete ecologica nelle aree esterne, volta a contrastare l’isolamento del bosco- Attivazione di tesi di laurea

5.3.4 Interventi non direttamente connessi con la gestione dei siti della rete Natura 2000

- Incremento della Rete ecologica nelle aree esterne, volta a contrastare l’isolamento del bosco

5.4 Normativa5.4.1 Regolamentazione delle attività5.4.2 Regolamentazione degli accessi e della percorribilità5.4.3 Programma e regolamentazione delle attività scientifiche e di ricerca5.4.4 Programma e regolamentazione degli interventi di valorizzazione didattica5.4.5 Divieti e obblighi rispetto alle attività antropiche5.4.6 Norme di salvaguardia

Si riunisce in questo paragrafo la normativa di piano considerata in senso stretto, ovvero senza gli indirizzi esplicitati parte nelle Linee Guida proposte e parte negli Obiettivi di Gestione. La scrittura della norma da parte dell’esperto legale è supportata costantemente dal gruppo di lavoro per quanto riguarda gli aspetti tecnici legati agli habitat, habitat di specie e specie e nella struttura e nei contenuti deve essere conforme alla legislazione vigente e alle norme dei Piani territoriali e Ambientali adottati e approvati.Prevede, di massima, l’esplicitazione dei seguenti paragrafi integrabili secondo le specifiche realtà territoriali coinvolte:-regolamentazione delle attività;

- regolamentazione degli accessi e della percorribilità;

- programma e regolamentazione delle attività scientifiche e di ricerca;

- programma e regolamentazione degli interventi di valorizzazione didattica;

- divieti e obblighi;

- norme di salvaguardia.

Anche per la normativa è necessario esplicitare e motivare le informazioni essenziali, non contenute nelle altre parti del Piano di Gestione, per la compilazione delle schede delle azioni (cfr. § 6.1).Inoltre, per fornire maggior chiarezza possibile, anche in relazione alle possibilità di finanziamento e rispetto alle Valutazioni Ambientali, è utile restituire una banca dati georeferenziata sulla localizzazione territoriale e sugli ambiti di applicazione.Infine, allo scopo di agevolarne la lettura, i contenuti della norma sono conservati in un fascicolo a sé stante, secondo gli argomenti trattati negli allegati del capitolo 10., per poter essere piùfacilmente distribuiti e divulgati.

Allo stato attuale si osserva che:

Regolamentazione delle attività e regolamentazione degli accessi e della percorribilità; divieti e obblighi: le norme attualmente in vigore sembra congrue ad assicurare la tutela degli habitat e delle specie di interesse comunitario

Programma e regolamentazione delle attività scientifiche e di ricerca: si vanno delineando alcune linee di ricerca (cfr. monitoraggi); gli eventuali regolamenti devono ancora essere stesi

Programma e regolamentazione degli interventi di valorizzazione didattica: il piano di gestione recepisce le attività che Veneto Agricoltura già svolge

Programma e regolamentazione degli interventi di valorizzazione didattica

Veneto Agricoltura attraverso il Settore Divulgazione Tecnica – Formazione Professionale ed Educazione Naturalistica è specificatamente incaricato dell’attuazione degli interventi di informazione, divulgazione e formazione professionale ed educazione naturalistica.

Di seguito si elencano le proposte didattiche in tema di educazione naturalistica, rivolti alle scuole, che vengono recepite nel piano di gestione

•Bosco Nordio di notte

•Quante piante nel Bosco!

•La vita in uno stagno

•Sulle tracce degli abitanti del bosco

•Viaggio di una foglia: dall’albero al terreno e ritorno

•Il bosco in tutti i sensi

•Lo scrigno verde

5.5 Indicazioni relative alla valutazione di incidenza

In fase di elaborazione

5.6 Cronoprogramma

In fase di elaborazione

5.7 Stima dei costi e delle necessità di finanziamento

In fase di elaborazione