Natura2000 Italia Informa - Numero 0 (Settembre 2002) · F ZPS G pSIC J ZPS designata in ... 2000 I...

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A DIECI ANNI dall’entrata in vigore della direttiva Habitat 92/43/CEE, sebbene in tempi più lunghi rispetto alle previsioni, si sta concludendo l’iter istitutivo della Rete Natura 2000. Essa rappresenta per la Comunità Europea una fondamentale strategia per la conservazione della bio- diversità. L’Italia, come Stato membro, ha fornito il proprio contributo in- dividuando sul suo terri- torio numerosi Siti di Im- portanza Comunitaria e Zone di Protezione Spe- ciale che, confluendo nella Rete europea, ri- spondono alla coerenza ecologica richiesta dalla direttiva. Per garantire che quanto prodotto fino ad ora di- venti una realtà omoge- nea in tutti gli Stati Mem- bri, è però necessario vol- gere l’attenzione sugli aspetti relativi alla gestione di queste aree. Esse racchiudono al loro interno non solo risorse naturali di interesse con- tinentale, ma anche possibilità di svilup- po socio economico per i territori che si- no ad oggi hanno permesso di mante- nerli tali. Questa pubblicazione rappresenta il nu- mero 0 di un perio- dico informativo ri- volto ad un pubbli- co il più ampio pos- sibile, dal singolo cit- tadino all’amministratore locale; il Mini- stero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio – Direzione Generale per la Conservazione della Natura, nell’ambito del progetto Life “Verifica della Rete Na- tura 2000: modelli di gestione” ha predi- sposto tale periodico al fine di divulgare e mettere in relazione tra loro le varie esperienze ed attività che hanno come oggetto la Rete Natura 2000 in Italia. Ci augu- riamo quindi che per i prossimi numeri giunga- no alla Direzione Gene- rale contributi prove- nienti dalle varie realtà territoriali. La scelta del titolo “La Re- te Natura 2000 in Italia, dall’individuazione alla gestione” esprime lo sta- to attuale del quadro na- zionale. Attraverso i pri- mi paragrafi è possibile capire il processo istituti- vo della Rete Natura 2000 sia a livello co- munitario che nazionale e valutare la ric- chezza di contenuti presente nel nostro Paese. Nei paragrafi finali l’attenzione è rivolta alle possibili modalità di interpre- tazione e applicazione delle misure di conservazione indirizzate ad evitare il degrado e la perturbazione di specie di interesse comunitario, misure a cui ogni Stato membro è chiamato a rispondere nel rispetto delle realtà locali e delle esi- genze delle popolazioni. Aldo Cosentino Strategia comunitaria di conservazione della biodiversità 3 Coerenza ecologica della rete Natura 2000 4 Valore delle aree seminaturali Individuazione della Rete Natura 2000 sul territorio europeo 6 Individuazione dei Siti 6 Trasmissione e selezione dei Siti 8 Seminari biogeografici 9 Elenco ufficiale dei SIC 10 Notiziario Natura 2000 della Commissione Europea Biodiversità in Italia 12 Habitat e specie della direttiva presenti in Italia 12 Quanti pSIC e quante ZPS sono presenti in Italia Misure di conservazione della Rete Natura 2000 14 Gestione dei siti Natura 2000 16 Piano di gestione 16 Valutazione d’incidenza Strumenti finanziari per Natura 2000 19 Regolamento Life: la terza fase Ministero dell’Ambiente e dellaTutela del Territorio DIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA numero 0 Rete Natura 2000 in Italia: dall’individuazione alla gestione Austropotamobius pallipes italicus

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A DIECI ANNI dall’entrata in vigore delladirettiva Habitat 92/43/CEE, sebbene intempi più lunghi rispetto alle previsioni,si sta concludendo l’iter istitutivo dellaRete Natura 2000. Essa rappresenta perla Comunità Europea una fondamentalestrategia per la conservazione della bio-diversità. L’Italia, come Stato membro, ha fornitoil proprio contributo in-dividuando sul suo terri-torio numerosi Siti di Im-portanza Comunitaria eZone di Protezione Spe-ciale che, confluendonella Rete europea, ri-spondono alla coerenzaecologica richiesta dalladirettiva.Per garantire che quantoprodotto fino ad ora di-venti una realtà omoge-nea in tutti gli Stati Mem-bri, è però necessario vol-gere l’attenzione sugliaspetti relativi alla gestione di questearee. Esse racchiudono al loro internonon solo risorse naturali di interesse con-tinentale, ma anche possibilità di svilup-po socio economico per i territori che si-no ad oggi hanno permesso di mante-nerli tali. Questa pubblicazione rappresenta il nu-

mero 0 di un perio-dico informativo ri-volto ad un pubbli-co il più ampio pos-sibile, dal singolo cit-

tadino all’amministratore locale; il Mini-stero dell’Ambiente e della Tutela delTerritorio – Direzione Generale per laConservazione della Natura, nell’ambitodel progetto Life “Verifica della Rete Na-tura 2000: modelli di gestione” ha predi-sposto tale periodico al fine di divulgaree mettere in relazione tra loro le varieesperienze ed attività che hanno come

oggetto la Rete Natura2000 in Italia. Ci augu-riamo quindi che per iprossimi numeri giunga-no alla Direzione Gene-rale contributi prove-nienti dalle varie realtàterritoriali.La scelta del titolo “La Re-te Natura 2000 in Italia,dall’individuazione allagestione” esprime lo sta-to attuale del quadro na-zionale. Attraverso i pri-mi paragrafi è possibilecapire il processo istituti-

vo della Rete Natura 2000 sia a livello co-munitario che nazionale e valutare la ric-chezza di contenuti presente nel nostroPaese. Nei paragrafi finali l’attenzione èrivolta alle possibili modalità di interpre-tazione e applicazione delle misure diconservazione indirizzate ad evitare ildegrado e la perturbazione di specie diinteresse comunitario, misure a cui ogniStato membro è chiamato a risponderenel rispetto delle realtà locali e delle esi-genze delle popolazioni.

Aldo Cosentino

Strategia comunitaria di conservazione dellabiodiversità

3 Coerenza ecologica della rete Natura 2000

4 Valore delle areeseminaturali

Individuazione della ReteNatura 2000 sul territorioeuropeo

6 Individuazione dei Siti

6 Trasmissione e selezione dei Siti

8 Seminari biogeografici

9 Elenco ufficiale dei SIC

10 Notiziario Natura 2000della CommissioneEuropea

Biodiversità in Italia

12 Habitat e specie della direttiva presenti in Italia

12 Quanti pSIC e quanteZPS sono presenti in Italia

Misure di conservazione della Rete Natura 2000

14 Gestione dei siti Natura2000

16 Piano di gestione

16 Valutazione d’incidenza

Strumenti finanziari per Natura 2000

19 Regolamento Life: la terza fase

Ministero dell’Ambiente e dellaTutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

numero 0

Rete Natura 2000 in Italia: dall’individuazione alla gestione

Austropotamobius pallipes italicus

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2 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

Natura 2000 è una rete di

aree destinate alla

conservazione della

biodiversità sul territorio

dell’Unione Europea, istituita dall’art.

3 della direttiva 92/43/CEE del 21

maggio 1992 per “la conservazione

degli habitat naturali e seminaturali e

della flora e della fauna selvatiche”

(direttiva Habitat).

Tali aree denominate ZSC (Zone

Speciali di Conservazione) e ZPS

(Zone di Protezione Speciale) nel loro

complesso garantiscono la presenza, il

mantenimento e/o il ripristino di

habitat e specie del continente

europeo, particolarmente minacciati

di frammentazione e di estinzione. In

particolare le ZPS sono definite dalla

precedente direttiva 79/409/CEE per la

conservazione di aree destinate alla

tutela degli habitat delle specie di

avifauna minacciate, denominata

“direttiva Uccelli”.

Al di là del numero e della tipologia

degli organismi protetti, la rete Natura

2000 permette agli Stati membri di

applicare il concetto innovativo di

tutela della biodiversità riconoscendo

l’interdipendenza di elementi biotici,

abiotici e antropici nel garantire

l’equilibrio naturale in tutte le sue

componenti.

La rete Natura 2000 è attualmente

costituita dalle Zone di Protezione

Speciale e dall’insieme dei Siti di

Interesse Comunitario proposti (pSIC)

alla Commissione Europea dagli Stati

membri.

I due tipi di aree, SIC e ZPS, possono

essere distinte o sovrapposte a seconda

dei casi. (Figura 1)

Sulla base di sentenze della Corte di

Giustizia europea contro alcuni Stati

membri (Spagna, Francia e Regna

Unito), i pSIC devono essere tutelati

anche prima della loro designazione

come ZSC, almeno impedendone il

Figura 1 Codifica delle relazioni territoriali tra le aree SIC e le ZPSQueste diverse tipologie di area possono presentare dei gradienti di sovrapposizione: da totalmente separate a completamente sovrapposte.

degrado. Infatti, secondo i principi del

Trattato dell’Unione, non è possibile

che uno Stato proponga da una parte

dei siti per l’inclusione in Natura 2000

e dall’altra attività che danneggiano i

valori naturalistici per i quali i siti sono

stati identificati. L’art. 10 del Trattato

afferma che ogni Stato membro è

tenuto ad adottare tutte le misure di

carattere generale e particolare volte

ad assicurare l’esecuzione degli

obblighi determinati dagli atti delle

istituzioni della Comunità. Anche in

assenza di misure di trasposizione o di

applicazione di specifici obblighi posti

da una direttiva, le autorità nazionali

devono adottare tutte le misure

possibili per raggiungere gli obiettivi

perseguiti dalla direttiva. Essi devono

astenersi dal prendere misure

suscettibili di compromettere

gravemente la realizzazione del

risultato che la direttiva prescrive,

pena l’apertura di procedure

d’infrazione a carico degli Stati

membri e, per il principio della

sussidiarietà, delle singole

Amministrazioni regionali.

A ZPS designata senza relazioni con un sito Natura 2000

B pSIC senza relazioni con un altro sito Natura 2000

C pSIC identico alla ZPS designata

D ZPS designata che confina (ma non si sovrappone) con un altro sito Natura 2000 (pSIC o ZPS) di altra regione

E pSIC che confina con un altro sito Natura 2000 (ZPS o pSIC) di altra regione amministrativa

designata che contiene uno o più pSIC

interamente contenuto in una ZPS designata

F ZPS

G pSIC

J ZPS designata in parziale sovrapposizione con un pSIC

K pSIC in parziale sovrapposizione con una ZPS designata

designata interamente inclusa in un pSIC

che contiene una o più ZPS designate

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GLI ASPETTI INNOVATIVI e qualificanti della direttiva Habitat,che l’Italia ha recepito con il regolamento D.P.R. n. dell’ set-tembre , sono i seguenti:

L’impegno coordinato dell’Unione e degli Stati Membri nellacostruzione della rete Natura applica il carattere in-trinsecamente transfrontaliero della tutela della biodiversi-tà, quale patrimonio genetico, specifico ed ecosistemiconon limitato al territorio di una singola nazione. Attraversoil concetto di rete l’attenzione è rivolta alla valorizzazionedella funzionalità degli habitat e dei sistemi naturali: ven-gono considerati non solo la stato qualitativo dei siti, maanche le potenzialità che gli habitat ricadenti al loro inter-no hanno di raggiungere un livello di maggiore complessi-

tà. Sono quindi presi in considerazione anche siti degradatiin cui tuttavia gli habitat hanno conservato l’efficacia fun-zionale e sono in grado di tornare verso forme più com-plesse.

La conservazione degli habitat seminaturali riconosce il valore diaree, quali quelle con attività di agricoltura tradizionale, con bo-schi utilizzati, con pascoli, in cui la presenza dell’uomo ha con-tribuito a stabilire un equilibrio ecologico. Per gli obiettivi di ge-stione dei siti Natura , la direttiva Habitat è chiara nel favo-rire lo sviluppo sostenibile, attuato attraverso l’integrazione del-la gestione delle risorse naturali con le attività economiche e leesigenze sociali e culturali delle popolazioni che vivono al lorointerno.

Strategia comunitaria di conservazione della biodiversità

3Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

Coerenza ecologica della Rete Natura 2000

Come accennato nei paragrafiprecedenti, la peculiarità della rete Natu-ra è basata su un sistema di territoricorrelati da legami funzionali. La coeren-za ecologica della rete è assicurata dalla

gestione integrata di ogni sito, non inconsiderazione dello Stato membro diappartenenza, ma in quanto parte inte-grante del sistema. Si mira così a garanti-re a livello europeo la presenza e la dis-tribuzione degli habitat e delle specieconsiderate. La rete Natura 2000 non è dunque un

semplice assemblaggio di siti, ma il risul-tato di una selezione di aree che, pur nonessendo sempre realmente collegate,contribuiscono per ciascun habitat e cia-scuna specie al raggiungimento della co-erenza complessiva della rete all’internodel continente europeo.In tale ambito si inserisce l’individuazione

Habitat di dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria

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4 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

e la conservazione degli elementi delpaesaggio significativi per la fauna e laflora selvatiche: i corsi d’acqua con le re-lative sponde, le siepi e i muretti a seccoquali sistemi tradizionali di delimitazionedei campi. Si tratta di elementi che per la loro struttu-ra sono funzionalmente essenziali per lamigrazione, la distribuzione geografica, loscambio genetico delle specie selvatiche(corridoi ecologici). I siti della rete vengono monitorati graziead attività di gestione e ricerca che forni-scono dati oggettivi su cui basare pro-getti di sviluppo economico compatibilicon la conservazione. La conoscenzascientifica diventa così occasione di svi-luppo sostenibile oltreché garanzia diconservazione.

Valore delle aree seminaturali

La scelta di conservare non sologli habitat naturali ma anche quelli semi-naturali attraverso l’istituzione della reteNatura risponde a due dei principigenerali definiti dal VI Programma d’A-zione per l’Ambiente della Comunità Eu-ropea (-):

l’integrazione delle disposizioni in mate-

ria di tutela ambientale nelle altre poli-tiche comunitarie,

la salvaguardia della biodiversità qualerisorsa unica.

Natura mira infatti a mantenere la di-versità biologica attraverso un uso sosteni-bile del territorio valorizzando le aree do-ve l’intervento antropico si è integrato ar-monicamente con l’equilibrio ecologico.

La gestione delle realtà seminaturali, com-ponenti chiave per il mantenimento dellacoerenza della rete Natura , divienecosì un efficace motore di sviluppo per learee rurali e forestali che le contengono. Si punta ad una gestione che comprendal’incentivazione delle attività tradizionali;tali attività infatti, operando sulla lungadurata, hanno permesso di creare stabil-mente habitat seminaturali in grado diospitare specie animali e vegetali di ele-vato valore biogeografico.L’attenzione che la rete Natura con-centra sugli habitat seminaturali emergedalle numerose tipologie di questo gene-re presenti nell’allegato della direttiva//CEE. Quest’ultimo elenca infatti i tipi di habitatdi interesse comunitario la cui conserva-zione richiede la designazione di aree

speciali di conservazione e tra questi laporzione di seminaturali è cospicua. Sitratta per lo più di habitat la cui vegeta-zione è mantenuta da un allevamento abasso impatto, dal pascolo tradizionale edai metodi di agricoltura estensiva: traquesti risultano significativi i pascoli inon-dati, le formazioni erbose seminaturali, leforeste utilizzate come terreni di pascolo,le praterie umide. Gli habitat seminaturali, in considerazio-ne della loro stretta relazione con l’usoantropico del territorio e delle sue risor-se, risultano particolarmente sensibili adeventuali modificazioni delle modalitàd’uso. Per questo motivo la gestione deisiti Natura che contengono tali ha-bitat deve fronteggiare l’affermazione dimetodi intensivi di sfruttamento dei ter-reni contemporaneamente al crescenteabbandono delle pratiche agricole tradi-zionali nelle aree marginali. Quanto finora esposto evidenzia come laDirettiva Habitat suggerisca principi ge-stionali articolati e flessibili: lo stato diconservazione degli habitat seminaturalidiviene così un indice qualitativo dell’in-tegrazione uomo - ambiente e, nello stes-so tempo, un continuo banco di provadell’efficacia delle linee di gestione e de-gli strumenti finanziari adottati.

Habitat seminaturale: campi coltivati nella Sicilia orientale

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5Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

LA DIRETTIVA definisce una metodologia comune agli Statimembri per l’individuazione, la proposta e la designazione deiSiti di Importanza Comunitaria (SIC).Ogni Stato membro è tenuto a raccogliere informazioni scientifichesugli habitat e le specie presenti sul suo territorio. La creazione di

uno standard uniforme di raccolta dati per tutti gli Stati membri e lacontemporaneità delle indagini sono un ulteriore merito della di-rettiva Habitat. Dopo il censimento, ogni Stato membro propone unelenco di siti in base ai criteri specificati nella prima sezione dell’alle-gato della direttiva.

Individuazione della Rete Natura 2000sul territorio europeo

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Figura 2 Distribuzione dei pSIC per regione amministrativa e per regione biogeografica (dati maggio 2002)

Habitat di formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia)

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Correzione

Ulteriori

informazioni

PRODOTTO AZIONE

Listanazionale

(pSIC)

Trasmissione

ufficiale

Listanazionale(corretta)

Trasmissione

ufficiale

Seminario per

Listanazionale(migliorata)

Trasmissione

ufficiale

STATO MEMBRO

3

3

4

1

Individuazione dei siti

I siti vengono individuati in basealla presenza degli habitat e delle specievegetali ed animali elencati negli allegati e della direttiva Habitat. Per le specieanimali terrestri i siti corrispondono ai luo-ghi che presentano gli elementi fisici ebiologici essenziali alla loro vita e riprodu-zione. Per le specie acquatiche i siti ven-gono proposti solo se è possibile delimita-re chiaramente una zona che presenti tali

elementi. Esistono inoltre habitat e specieper la cui conservazione l’Unione Euro-pea ha una particolare responsabilità inquanto rischiano di scomparire. Negli alle-gati sono contraddistinti da un asterisco esono definiti habitat e specie prioritarie.

Trasmissione e selezione dei siti

Gli Stati Membri inviano l’elencodei siti alla Commissione Europea - Dire-zione Generale dell’Ambiente. Per ogni

sito individuato è necessario compilareuna scheda (formulario Natura ) ela-borata dalla Commissione ed adottata dairappresentanti di tutti gli Stati Membri delComitato Habitat istituito dall’art. delladirettiva. La scheda ha un formato stan-dard e deve essere accompagnata da ap-posita cartografia. Il materiale viene tra-smesso sia su supporto cartaceo (unicoad avere valore legale) che in versione in-formatica.L’analisi dei dati è affidata all’European

6 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

Figura 3 Diagrammadi flusso delle fasi necessarie all’individuazione della lista comunitaria dei SIC

Habitat di faggeta nell’Appennino centrale

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ziale degli ambienti e delle specie rag-gruppate per uniformità di fattori storico-biologici, geografici, geologici, climatici ebiotici in grado di condizionare la distri-buzione geografica degli esseri viventi.Tali aree sono: boreale, atlantica, conti-nentale, alpina, mediterranea e macaro-nesica (Figura ).

L’ETC/NCB verifica che l’elenco dei sitiproposto da ogni Stato Membro per ogniregione biogeografica rispetti i criteri di

Topic Centre on Nature Conservation andBiodiversity (ETC/NCB) con sede a Parigiche lavora per conto dell’Agenzia Euro-pea per l’Ambiente a cui la Commissioneha affidato la gestione tecnica di Natura. La valutazione della coerenza e del-la completezza delle informazioni tra-smesse dagli Stati membri avviene in rife-rimento ad una divisione del territorio co-munitario in sei aree biogeografiche ap-provate in sede di Comitato Habitat. Esserappresentano la schematizzazione spa-

selezione riportati dall’allegato della di-rettiva. Tali criteri delineano il percorso metodo-logico per la costruzione della rete Natura. Essi sono suddivisi in due distintefasi: la prima riguarda la valutazione a li-vello nazionale dell’importanza relativadei siti per ciascun tipo di habitat naturaledell’allegato e per ciascuna specie del-l’allegato ; la seconda la valutazione del-l’importanza comunitaria dei siti inclusinegli elenchi nazionali, cioè del loro con-

Seminario per regione biogeografica: discussioni e commenti sui dati scientifici

Concertazione tra Stato membro e Commissione europea

LISTA COMUNITARIA DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA

AZIONE AZIONE PRODOTTOAZIONE

Listanazionale

(pSIC)

Invio

per controllo

Listanazionale(corretta)

Invio

per conoscenza

Prima analisie richiesta

di correzione

Trasmissione

ufficiale

Primaanalisidei dati

Controllodei formulari

Analisiscientifica

Documentiper il seminariobiogeografico

regione biogeografica: discussione e commenti sulla coerenza dei dati scientifici

Listanazionale

(migliorata)

Invio

per conoscenza

Documenti revisionatie richiestespecifiche

Trasmissione

ufficiale

Bozza di listacomunitaria

Documentirevisionati

Valutazionefinale

Trasmissione

Circolazione

Analisiscientifica

Circolazione

Propostadi lista

comunitaria

Trasmissione

Revisione

Trasmissione

EEA (CTE/CN)COMMISSIONE EUROPEA (DGAmbiente - D2)

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7Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

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8 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

tributo al mantenimento o al ripristino, inuno stato di conservazione favorevole,della coerenza della rete Natura .

Seminari biogeografici

L’European Topic Center orga-nizza seminari scientifici per ogni regionebiogeografica allo scopo di valutare lacompletezza e coerenza delle liste di ha-bitat e specie presenti nelle diverse areeproposte dagli Stati Membri. Ad essi par-tecipano i rappresentanti dei Ministeridell’Ambiente degli Stati interessati alla re-gione biogeografica in esame, rappre-sentanti della Commissione Europea e

dell’ ETC/NC, esperti indipendenti nomi-nati dalla Commissione e inviati delle Or-ganizzazioni non governative di livelloeuropeo. Gli esperti svolgono una funzio-ne autonoma di verifica delle informazio-ni e della corretta applicazione delle pro-cedure previste da Habitat. Se si riscontrano insufficienze nella listadei siti, la Commissione richiede agli StatiMembri di correggere le informazioni in-viate adeguandole alle indicazioni emersedal seminario. Questo può avvenire o in-serendo nuovi siti o rivisitando i dati rela-tivi a siti già presenti nella lista. Il procedi-mento è schematizzato in Figura .Fra il novembre del ed il febbraio

si sono svolti i quattro seminari bio-geografici riguardanti le aree mediterra-nea, alpina e continentale che interessanoil territorio italiano.Il termine inizialmente previsto dalla Diret-tiva Habitat per la verifica e la selezionedei siti era il giugno . Il mancato rispet-to di tale scadenza si deve al ritardo concui alcuni Stati hanno consegnato i lorodati. Inoltre l’ingresso di altri paesi nell’U-nione (Austria, Svezia e Finlandia) ha po-sto la necessità di includere nuove tipolo-gie di habitat prioritari nell’allegato , cheha portato alla pubblicazione in Gazzettaufficiale della direttiva //CE, allungan-do ulteriormente i tempi di applicazione.

Figura 4 Carta ufficiale della distribuzione delle regioni biogeografiche nel continente europeo

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9Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

Elenco ufficiale dei Sic

Al termine dei lavori dei semi-nari biogeografici viene definita una li-sta ufficiale di siti di importanza comu-

nitaria. Tale elenco deve poi essere ap-provato dal Comitato Habitat che ha lafunzione di gestire l’applicazione delladirettiva discutendone i diversi aspetticon i rappresentanti degli Stati Membri.

Con la Decisione N.C.// del

dicembre la Commissione europeaha stabilito l’elenco dei siti d’importanzacomunitaria per la regione biogeograficamacaronesica.

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Figura 5 Percentuale di territorio regionale proposto come SIC (dati maggio 2002)

Habitat di ambiente salmastro costiero

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10 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

In Italia l’elenco delle Zone di ProtezioneSpeciale designate ai sensi della Direttiva//CEE e dei Siti di Importanza Co-munitaria proposti ai sensi della Direttiva//CEE è stato pubblicato dal DecretoMinisteriale del aprile , attualmentein corso di aggiornamento.

Notiziario Natura 2000 della Commissione Europea

Per garantire una efficace circo-lazione delle informazioni sull’avanza-mento dei lavori per la creazione della re-te Natura , la Commissione Europea(DG Ambiente) pubblica e distribuisce la“Newsletter Natura ” con cadenzaquadrimestrale. La Newsletter, con il Na-ture Barometer, registra i progressi svoltidai singoli Stati. Essa contiene inoltre re-censioni e pubblicazioni su Natura eprogetti Life-Natura.

La Newsletter viene spedita gra-tuitamente a chiunque ne faccia richiestaall’indirizzo DG Ambiente. D., TRMF/, European Commission, Ruede la Loi, B- Brussels. Fax

. La rivista è disponibile anche su In-ternet sul sito della Commissione, all’indi-rizzo http://europa.eu.int/ comm/envi-ronment/nature/home.htm.

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335 341 349

Figura 6 Crescita del numero di aree designate come ZPS (dati maggio 2002)

Sito IT6030038: Lago Albano

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11Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

LA PENISOLA ITALIANA costituisce un ponte fra gli ambienti centro europei di ti-po continentale e quelli mediterranei. Per questo motivo ospita un patrimonio naturale estremamente ricco in termini di diversi-tà biologica. Il nostro Paese ha quindi la possibilità di apportare un sostanzioso contributoalla creazione della rete europea Natura .

Biodiversità in Italia

ALLEGATO I NUMERO DI HABITAT IN EUROPA NUMERO DI HABITAT IN ITALIA

134 di cui 44 prioritari 93 di cui 26 prioritari

ALLEGATO II NUMERO DI SPECIE IN EUROPA NUMERO DI SPECIE PRESENTI IN ITALIA

✔ SPECIE ANIMALI Mammiferi: 23 di cui 3 prioritarie Mammiferi: 17 di cui 3 prioritarie

Rettili: 5 di cui 1 prioritaria Rettili: 5 di cui 1 prioritaria

Anfibi: 10 di cui 1 prioritaria Anfibi: 7 di cui 1 prioritaria

Pesci: 40 di cui 2 prioritarie Pesci: 24 di cui 2 prioritarie

Invertebrati: 32 di cui 5 prioritarie Invertebrati: 19 di cui 3 prioritarie

TOTALE: 110 di cui 12 prioritarie TOTALE: 72 di cui 10 prioritarie

✔ SPECIE VEGETALI Pteridofite: 4 senza specie prioritarie Pteridofite: 2 senza specie prioritarie

Angiosperme: 41 di cui 8 prioritarie Angiosperme: 19 di cui 4 prioritarie

Briofite: 12 senza specie prioritarie Briofite: 0

TOTALE: 57 di cui 8 prioritarie TOTALE: 21 di cui 4 prioritarie

Numero di habitat e specie della direttiva Habitat nei pSIC proposti dall’Italia per la regione biogeografica continentaleFonte: Reference list of habitat types and species present in the continental region ETC/NCB

ALLEGATO I NUMERO DI HABITAT IN EUROPA NUMERO DI HABITAT IN ITALIA

100 di cui 33 prioritari 74 di cui 23 prioritari

ALLEGATO II NUMERO DI SPECIE IN EUROPA NUMERO DI SPECIE PRESENTI IN ITALIA

✔ SPECIE ANIMALI Mammiferi: 21 di cui 6 prioritarie Mammiferi: 15 di cui 3 prioritarie

Rettili: 4 senza specie prioritarie Rettili: 3

Anfibi: 8 di cui 2 prioritarie Anfibi: 7 di cui 2 prioritarie

Pesci: 25 senza specie prioritarie Pesci: 14

Invertebrati: 39 di cui 5 prioritarie Invertebrati: 17 di cui 4 prioritarie

TOTALE: 97 di cui 13 prioritarie TOTALE: 56 di cui 9 prioritarie

✔ SPECIE VEGETALI Pteridofite: 3 senza specie prioritarie Pteridofite: 1

Angiosperme: 46 di cui 4 prioritarie Angiosperme: 20 di cui 2 prioritarie

Briofite: 14 senza specie prioritarie Briofite: 8

TOTALE: 63 di cui 4 prioritarie TOTALE: 29 di cui 2 prioritarie

Numero di habitat e specie della direttiva Habitat nei pSIC proposti dall’Italia per la regione biogeografica alpinaFonte: Reference list of habitat types and species present in the continental region ETC/NCB

Gypaetus barbatus

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12 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

Habitat e specie della direttivapresenti in Italia

L’applicazione delle direttiveHabitat e Uccelli ha trovato nel nostroPaese un campo estremamente propizio:in Italia sono presenti circa il % deglihabitat elencati nell’allegato della diretti-va Habitat e oltre il % delle specie ani-mali e vegetali indicate nell’allegato . La Commissione Europea (DG Environ-ment) nel corso degli anni ha pubblicatoun Manuale di Interpretazione degli Habi-tat dell’Unione Europea che classifica tut-te le sottotipologie, le varietà regionali ela totalità della distribuzione geograficadelle tipologie di habitat elencati nell’ al-legato I.

Quanti pSIC e ZPS sono presenti in Italia

L’Italia è interessata dalla pre-senza di tre regioni biogeografiche: al-pina, continentale e mediterranea. L’in-dividuazione dei pSIC è stata realizzata,dal 1995 al 1997, nell’ambito del pro-gramma “Bioitaly” progetto Life Natura1994 del Ministero dell’Ambiente Servi-zio Conservazione della Natura, a cuihanno partecipato le Regioni e le Pro-vince Autonome.

ALLEGATO I NUMERO DI HABITAT IN EUROPA NUMERO DI HABITAT IN ITALIA

142 di cui 37 prioritari 110 di cui 28 prioritari

ALLEGATO II NUMERO DI SPECIE IN EUROPA NUMERO DI SPECIE PRESENTI IN ITALIA

✔ SPECIE ANIMALI Mammiferi: 30 di cui 6 prioritarie Mammiferi: 20 di cui 5 prioritarie

Rettili: 16 di cui 2 prioritarie Rettili: 9 di cui 1 prioritaria

Anfibi: 18 di cui 1 prioritaria Anfibi: 10 senza specie prioritarie

Pesci: 47 di cui 4 prioritarie Pesci: 18 senza specie prioritarie

Invertebrati: 33 di cui 3 prioritarie Invertebrati: 19 di cui 3 prioritarie

TOTALE: 144 di cui 16 prioritarie TOTALE: 76 di cui 9 prioritarie

✔ SPECIE VEGETALI Pteridofite: 9 senza specie prioritarie Pteridofite: 2 senza specie prioritarie

Gimnosperme: 1 di cui 1 prioritaria Gimnosperme: 1 di cui 1 prioritaria

Angiosperme: 225 di cui 94 prioritarie Angiosperme: 44 di cui 25 prioritarie

Briofite: 8 di cui 2 prioritarie Briofite: 2 senza specie prioritarie

TOTALE: 243 di cui 97 prioritarie TOTALE: 49 di cui 26 prioritarie

Numero di habitat e specie della direttiva Habitat nei pSIC proposti dall’Italia per la regione biogeografica mediterraneaFonte: Reference list of habitat types and species present in the continental region ETC/NCB

Figura 7 La distribuzione dei Siti di Importanza Comunitaria (pSIC) proposti dall’Italia per la creazione della rete Natura 2000

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Figura 8 Percentuale di territorio regionale designato come ZPS (dati maggio 2002)

Le Regioni e le Province Autonome, perl’individuazione delle aree da proporrecome SIC, si sono avvalse della collabo-razione scientifica della Società BotanicaItaliana (SBI), dell’Unione Zoologica Ita-liana (UZI) e della Società Italiana di Eco-logia (SItE). La lista delle aree è stata inviata allaCommissione Europea come Siti di Im-portanza Comunitaria proposti (pSIC) il giugno , nei termini previsti. At-tualmente le regioni italiane hanno indi-viduato . aree che rispondono ai re-quisiti indicati dalla direttiva Habitat.(Figura ).Per quel che riguarda la Direttiva Uccellil’Italia ha designato, al gennaio ,

aree come Zone di Protezione Speciale(ZPS). Il dato è destinato a crescere quan-do si sarà conclusa la fase di concertazio-ne e di collaborazione attualmente in cor-so con le singole Regioni e Province au-tonome (Figure e ).Di fatto in Italia, come negli altri Statimembri, il coinvolgimento diretto delleAmministrazioni locali nell’edificazionedelle rete Natura ha avviato unprocesso coordinato estremamente co-struttivo. Attualmente esso continua adsvilupparsi nella gestione dei siti, cherappresenta la fase successiva per la rea-le attivazione della rete Natura sulterritorio.

Figura 9 La distribuzione delle ZPS designate dall’Italia per la creazione della reteNatura 2000

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14 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

delli di gestione). Tra le azioni previste dalprogetto, l’elaborazione delle linee guidae la definizione di piani di gestione pi-lota rappresentano l’occasione per calarenella realtà nazionale le indicazioni forni-te dalla Commissione europea riguardoalla gestione dei siti Natura . L’attivapartecipazione dei rappresentanti regio-nali al Comitato di coordinamento delprogetto permette di rispondere, anche infase di indirizzo, alle diverse esigenze ter-ritoriali presenti nel nostro Paese.

LA VIGENTE NORMATIVA nazionale at-tribuisce alle Regioni e Province autono-me le competenze relative alla conserva-zione degli habitat e della specie presentisul proprio territorio attraverso la gestionedei siti Natura da esse proposti.Queste, per il principio della sussidiarietà,rispondono, coerentemente alle linee diindirizzo fornite dal Ministero dell’Am-biente e della Tutela del Territorio, conampia libertà decisionale nella scelta dellemisure di conservazione necessarie cheimplicano all’occorrenza appropriati pianidi gestione specifici o integrati ad altripiani di sviluppo. Tali misure devono evi-tare il degrado degli habitat e la perturba-zione delle specie nei siti Natura . Una nuova procedura di valutazione pre-ventiva che riguarda gli effetti di piani eprogetti sugli habitat e sulle specie per iquali i siti Natura sono stati indivi-duati è la valutazione d’incidenza. Recentemente la Commissione Europeaha prodotto un esauriente documento diriferimento sulla gestione dei siti Natura intitolato “LA GESTIONE DEI SITINATURA - Guida all’interpretazionedell’art. della direttiva “Habitat”//CEE” disponibile anche in linguaitaliana sul sito della Commissione Euro-pea, DG Ambiente all’indirizzo http://eu-ropa.eu.int/comm/environment/nature/home.htm. La libertà assicurata agli Stati membri per-mette di adattare la gestione dei siti allerealtà locali e alle esigenze delle popola-zioni: in particolare non esistono vincoliespliciti per le attività umane condotte al-l’interno dei siti.

Gestione dei Siti Natura 2000

In Italia il Dipartimento per l’As-setto dei valori ambientali del territorio- Di-rezione per la Conservazione della Naturadel Ministero dell’Ambiente e della Tuteladel Territorio ha in corso d’opera un pro-getto Life Natura (NAT/IT/, Ve-rifica della Rete Natura in Italia: mo-

Le Linee Guida prodotte, e attualmente infase di pubblicazione in Gazzetta Ufficia-le, forniscono indicazioni, in una cornicedi indirizzi e di principi di carattere gene-rale, per consentire ad ogni Regione eProvincia autonoma di comprendere ireali obiettivi di conservazione e gestionedei siti Natura . Tali indirizzi suggeriscono che l’analisi diun sito per il quale devono essere indivi-duate misure di conservazione ed even-tualmente elaborato un piano di gestione

Misure di conservazione della ReteNatura 2000

ZPS IT51A0016: Monti dell’Uccellina

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15Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

specifico o integrato ad altri piani di svi-luppo, deve considerare la sua colloca-zione nel quadro della rete. L’eventualepiano di gestione individua le linee ge-stionali migliori che consentano a ciascunsingolo sito di contribuire al massimo del-le sue potenzialità funzionali alla coeren-za della rete Natura , mediante laconservazione dell’habitat e delle specieche lo caratterizzano. Pertanto, una ge-stione dei siti coerente con gli obiettividella direttiva è legata, oltre che alle azio-

ni indirizzate sul singolo sito, ad una ge-stione integrata dell’intero sistema, la cuicapacità di risposta può attenuare o am-plificare gli effetti di tali azioni.Nel caso in cui la pianificazione ordinaria el’attuale uso del suolo di un sito non necompromettano la funzionalità degli habi-tat e/o la presenza della specie individuate,il piano di gestione si identifica unicamentenella necessaria azione di monitoraggio.Essi possono essere documenti a sé stantioppure essere incorporati in altri eventua-

li piani: il principio della pianificazioneintegrata è quello che maggiormente con-sidera l’insieme delle esigenze di tutela evalorizzazione dei sistemi ambientali (Fi-gura ).Tutto ciò risponde alle finalità della Diret-tiva Habitat che non prevede norme ovincoli precostituiti ma invita ad una ri-flessione specifica sulla base delle caratte-ristiche del sito e degli obiettivi di conser-vazione che esso presuppone, nel rispet-to delle esigenze locali.

INTERNO

ESTERNO

SÌNO

NO

NO

Inventario previsioni normative riferite al sito

Il sito è interno o esterno ad un’area naturale già protetta?

Il piano di gestione è necessario

Gli strumenti di protezione interni sono sufficenti a mantenere in uno stato

di conservazione soddisfacente gli habitat e le specie per i quali

il sito è stato individuato?

Il sito non richiede specifiche misure di conservazione

È possibile integrare le misure di conservazione e gli strumenti di pianificazione già esistenti?

Il piano di gestione è necessario rispetto alle misure di conservazione

obbligatorie e agli strumenti di pianificazione già esistenti?

Figura 10 Iter logico-decisionale per la scelta del piano

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16 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

Piano di gestione

I piani di gestione dei siti Natura devono considerare in modo com-plessivo le caratteristiche ecologiche e so-cio-economiche di ciascun sito. Scopodella direttiva Habitat e quindi dei pianidi gestione dei SIC è quello di mantenerein uno stato di conservazione soddisfa-cente gli habitat e le specie individuati al-l’interno del sito in questione. A tale sco-po è necessario tradurre il concetto diconservazione soddisfacente dell’habitat/specie a scala di rete in parametri rilevabi-li a scala di sito attraverso l’uso di indica-tori o set di indicatori, che forniscano in-dicazioni circa le condizioni di conserva-zione della risorsa d’interesse.Mettere in relazione gli indicatori propo-sti con un ambito di variazione di “condi-zioni favorevoli”, ovvero identificare so-glie di criticità rispetto alle quali conside-rare accettabili le variazioni degli indicato-ri per la conservazione degli habitat/spe-cie nel sito, rappresenta il passo successi-vo. Ciò al fine di utilizzare, nel corso deicicli di gestione, il monitoraggio degli in-dicatori per verificare il successo della ge-stione stessa

Valutazione di incidenza

L’art. della direttiva “Habitat” el’art. del D.P.R. di attuazione n. pre-vedono che ogni piano o progetto chepossa avere incidenze significative su unSito di Interesse Comunitario debba for-mare oggetto di una opportuna valutazio-ne d’incidenza che tenga conto delle spe-cifiche caratteristiche e degli obiettivi diconservazione del sito stesso.Riguardo al campo geografico di applica-zione, la necessità di redigere una valuta-zione d’incidenza non è limitata ai piani eai progetti ricadenti esclusivamente neiterritori proposti come siti Natura ,ma anche alle opere che, pur sviluppan-dosi al di fuori di tali aree, possono co-munque avere incidenze significative sudi esse. La valutazione infatti deve essereinterpretata come uno strumento di pre-venzione che analizzi gli effetti di inter-venti localizzati non solo in modo pun-tuale ma soprattutto, in un contesto eco-logico dinamico, considerando le correla-

PERCHÉ NASCE:

Tutti gli attori coinvolti nella defini-

zione delle potenzialità e dei vincoli

di una possibile trasformazione del

territorio devono garantire, fra i pro-

pri obiettivi, l’implementazione e la

coerenza della rete Natura 2000,sia in

termini di programmazione che di

pianificazione.

Lo sviluppo di politiche rivolte al recu-

pero e alla riqualificazione del territo-

rio,nel caso in cui siano presenti siti

Natura 2000,devono individuare crite-

ri finalizzati al mantenimento e alla va-

lorizzazione degli habitat e delle spe-

cie minacciati a livello europeo.

COME NASCE:

Le elaborazioni utilizzate per costruire

le indicazioni di gestione sono state

prodotte nell’ambito del progetto LIFE

denominato “Verifica della rete Natura

2000 in Italia e modelli di gestione”,di

cui il Ministero dell’Ambiente e della

Tutela del Territorio – Dipartimento

per l’Assetto dei Valori Ambientali del

Territorio – Direzione per la Conserva-

zione della Natura è beneficiario.

CHI HA COINVOLTO:

Si è trattato di un lavoro di equipe co-

ordinato dalla Direzione C.N.a cui han-

no partecipato le società scientifiche

(Società Botanica Italiana,Unione Zoo-

logica Italiana,Accademia Italiana di

Scienze Forestali, Società Italiana di

Ecologia) e le associazioni ambientali-

ste (Lega Italiana Protezione Uccelli,

Centro Turistico Studentesco,WWF Ita-

lia,Legambiente) come partner di pro-

getto e,quali rappresentanti indicati

dalle Regioni e Province Autonome,au-

torità direttamente interessate alla ge-

stione della rete Natura 2000, la regio-

ne Lazio, la regione Piemonte e la re-

gione Toscana.

COSA CONTIENE:

Un ampio spazio è stato dedicato alla

descrizione delle ricadute nazionali nel-

l’applicazione della valutazione d’inci-

denza,nonchè all’illustrazione delle va-

rie fasi di valutazione suggerite dalla

Commissione europea.

È presente anche una selezione delle

principali categorie di indicatori che

forniscono informazioni sullo stato e

sulle prospettive di conservazione de-

gli habitat e delle specie vegetali ed

animali presenti nei siti.Gli indicatori

suggeriti possono essere assunti come

parametri da analizzare, fornendo così

una serie di elementi utilizzabili a vari

livelli sia per la definizione di strumen-

ti di gestione territoriali,sia per le pro-

cedure di valutazione previste dalla

normativa vigente,sia per il monitorag-

gio dello stato di conservazione degli

habitat e delle specie.

Il corpo centrale è specificamente de-

dicato a fornire orientamenti gestionali

per 24 tipologie scaturite dalla fase di

elaborazione dei dati relativi ai siti Na-

tura 2000 presenti in Italia.

A COSA SERVE:

Rappresenta un primo riferimento tec-

nico-scientifico per elaborare un piano

di gestione o per integrare gli strumen-

ti di pianificazione territoriale con i

quali, in prima istanza,qualunque stru-

mento che ha come scopo la conserva-

zione e la gestione di risorse naturali

(come lo sono i piani di gestione dei si-

ti Natura 2000) deve interagire.

Manuale per la gestionedei siti Natura 2000Strumento tecnico per l’applicazione delle Linee Guida

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17Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

Habitat di torbiera

li effetti congiunti di altri piani o progettiper valutare gli impatti cumulativi chespesso si manifestano nel tempo. Inoltre èopportuno considerare le possibili misuredi attenuazione e le soluzioni alternativeper limitare le incidenze che il progettopuò avere sul sito in esame compromet-tendone l’integrità strutturale e funzionale. La valutazione d’incidenza, se corretta-mente realizzata ed interpretata, divienequindi uno strumento finalizzato alla sicu-rezza procedurale e sostanziale che con-sente di raggiungere un rapporto equili-brato tra conservazione soddisfacente de-gli habitat e delle specie ed uso del terri-torio: essa, incoraggiando a gestire in ma-niera sostenibile i siti Natura , rap-presenta un elemento chiave di attuazio-ne del principio dell’integrazione dei fat-tori ambientali nella pianificazione e nel-l’esecuzione delle azioni previste per nu-merosi settori economici e sociali. Nel caso in cui l’opera in esame, ricaden-te in un sito Natura , rientri nella ca-tegoria di interventi che debbono essereassoggettati alla Valutazione d’ImpattoAmbientale, tale procedura può essere

esaustiva, e quindi può non essere neces-saria la valutazione d’incidenza, solo secomprende gli elementi specifici cheidentificano le possibili incidenze negati-ve per le specie e gli habitat per le quali ilsito è stato designato riguardo agli obietti-vi di conservazione degli stessi: se invecetali elementi non sono valutati nell’analisidi V.I.A., è necessario redigere ex novouna appropriata valutazione d’incidenza.Vedi schema Le indicazioni sulla metodologia proce-durale e sui contenuti per la corretta rea-lizzazione della valutazione d’incidenzasono riportati nel sito Internet della Com-missione Europea, DG Ambiente all’indi-rizzo http://europa.eu.int/comm/environ-ment/eia/home.htm, più esattamente neldocumento “LA VALUTAZIONE DI PIANIE PROGETTI CHE POSSONO AVERE IN-CIDENZE SIGNIFICATIVE SUI SITI NA-TURA - Guida metodologica alle in-dicazioni dell’art. commi e della di-rettiva “Habitat” //CEE.” Uno schemache visualizza tutte le fasi necessarie perla realizzazione della valutazione d’inci-denza è riportato di seguito (Figura ):

zioni esistenti fra i vari siti ed il contributoche ognuno di essi apporta alla coerenzaglobale della struttura e delle funzioneecologica della rete Natura .Inoltre, l’art. prevede che un piano o unprogetto possa essere realizzato per i siticaratterizzati da habitat e specie non prio-ritari, nonostante conclusioni negativedella valutazione d’incidenza sul sito e inmancanza di soluzioni alternative, soloper motivi imperativi di rilevante interessepubblico, inclusi motivi di natura socialeed economica: in questo caso lo StatoMembro deve adottare ogni misura com-pensativa necessaria per garantire la tute-la della coerenza globale della rete Natura. Se il sito in causa è un sito in cui sitrovano un tipo di habitat o di specieprioritari, possono essere addotte soltantoconsiderazioni connesse con la salutedell’uomo e la sicurezza pubblica o relati-ve a conseguenze positive di primaria im-portanza per l’ambiente o, previo pareredella Commissione, altri motivi imperatividi rilevante interesse pubblico.La valutazione d’incidenza deve essererealizzata dal proponente del progetto odel piano e presentata alla Regione interes-sata; essa ha lo scopo di identificare lepossibili incidenze negative per il sito ri-guardo agli obiettivi di conservazione delmedesimo, tentando, in applicazione delprincipio di prevenzione, di limitare l’e-ventuale degrado degli habitat dell’allegato1 e la perturbazione delle specie dell’alle-gato 2 per cui il sito in esame è stato desi-gnato; ciò anche al fine di evitare l’aperturadi procedure d’infrazione da parte dellaCommissione Europea. Nel caso si tratti diprogetti di carattere interregionale, o nelcaso in cui la Regione è il soggetto propo-nente, l’Autorità competente a valutare larelazione d’incidenza è quella nazionale.Essa deve inoltre essere opportunamentedocumentata e motivata così da costituireun riferimento di base per la successivafase decisionale: l’analisi attenta delle in-formazioni riportate nel formulario diidentificazione del sito rappresenta il pri-mo passaggio sostanziale per la compren-sione degli obiettivi di conservazione econsente il mantenimento della coerenzaecologica della rete Natura .

Un’adeguata valutazione d’inci-denza richiede che si considerino eventua-

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NO

NO

NONO

NO

NO

NO

SÌSÌ

È il pp direttamente connesso o necessario alla gestione del sito in relazione agli obiettivi

di conservazione del medesimo?

È il pp suscettibile di avere incidenze significative sul sito?

Incidenze definite in relazione agli obiettivi

di conservazione del sito

Il pp inciderà negativamente

sull’integrità del sito?

Riesaminare il pp

L’autorizzazione può essere concessa

Ci sono soluzioni alternative?

Il sito ospita habitat e/o specie prioritari?

Ci sono benefici per la salute umana o rilevanti benefici ambientali?

L’autorizzazione non deve essere concessa

L’autorizzazione può essere concessa per rilevanti motivi di rilevante

interesse pubblico dopo parere della Commissione; devono essere prese

misure di compensazione

L’autorizzazione può essere concessa. Misure di

compensazione sono prese; la Commissione è informata

Ci sono imperativi motivi di rilevante interesse pubblico?

Figura 11 Procedura per la valutazione d’incidenza

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19Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

L’ARTICOLO 8 della direttiva Habitatprevede la possibilità di cofinanziamenticomunitari indirizzati ai siti che ospitanohabitat e/o specie prioritari. La correttainterpretazione ed applicazione di talearticolo rappresenta un passo fonda-mentale per il raggiungimento degliobiettivi della direttiva. La possibilità dicofinanziamento costituisce un sostegnochiave per incrementare la realizzazionedelle misure volte al mantenimento inuno stato di conservazione soddisfacen-te degli habitat e delle specie prioritariedel sito in questione.

La Risoluzione del Parlamento Europeodel gennaio sull’attuazione delladirettiva Habitat fornisce chiari elementidi indirizzo e sottolinea la necessità che ladotazione finanziaria del programma Lifevenga aumentata in misura sufficiente acofinanziare progetti pilota nell’ambitodell’instaurazione della rete Natura ,ma non solo. La Risoluzione infatti ponein risalto la disponibilità di strumenti fi-nanziari già esistenti per promuovere l’at-tuazione della direttiva Habitat. Essa invi-ta gli Stati Membri a utilizzare tali fondi inparticolare per sviluppare:

attività di consulenza e formazione inmateria di conservazione per agricolto-ri, forestali, cacciatori e pescatori ( nel-l’ambito dei Fondi Strutturali);

investimenti nelle infrastrutture mirantialla protezione ambientale (nell’ambitodel FSE Fondo Sociale Europeo);

mantenimento, valorizzazione e ripristi-no del paesaggio (nell’ambito del FESRFondo Europeo di Sviluppo Regionale);

protezione e conservazione del patrimo-nio rurale (nell’ambito del FEAOG Fon-do Europeo Agricolo di Orientamentoe Garanzia);

incentivi agli agricoltori per l’adozione dipratiche agricole compatibili con l’am-biente e per ricreare habitat forestalinel quadro del rimboschimento delle

superfici agricole e del miglioramentoforestale agroambientale (nell’ambitodella Politica Agricola Comune attraver-so le misure accessorie).

In sostanza tali indicazioni permettonouna reale integrazione della rete Natura con le principali attività di sviluppoterritoriale già presenti negli Stati membridell’Unione Europea.In effetti, in vista delle liste definitive deiSIC, e in attuazione della Risoluzione delParlamento europeo, si è ritenuto oppor-tuno avviare una riflessione comune sullenecessità finanziarie di Natura . Risul-tato di tale riflessione e’ la definizione del-l’opportunità di realizzare una revisionedei fondi comunitari esistenti a medio ter-mine (-) e di definire le futureprospettive finanziarie a lungo termine(- e oltre). È stato dunque istitui-to un gruppo di esperti di lavoro all’inter-

no del Comitato Habitat con lo scopo direalizzare una Guida all’interpretazionedell’art. . In particolare dovranno esseredefinite quali sono le misure finanziarieminime da assicurare per le varie tipolo-gie degli habitat e delle specie a livello re-gionale, quali delle precedenti tipologiehanno gli stessi costi di gestione e qualisono i metodi per la stima dei costi neces-sari a mantenere gli habitat e le specieprioritari in uno stato di conservazionesoddisfacente.

Regolamento Life: la terza fase

Il Regolamento CEE n.⁄

del Consiglio del maggio ha istitui-to lo strumento finanziario LIFE finalizza-to a contribuire all’attuazione e allo svi-luppo della politica comunitaria nel setto-re dell’ambiente. Esso è stato modificato

Strumenti finanziari per Natura 2000

Sito IT1202000: Parco del Mont Avic

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20 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del TerritorioDIREZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

dicembre . Life è suddiviso in tresettori tematici: il primo, denominato Lifenatura, ha lo scopo di contribuire all’at-tuazione della rete Natura . Tale stru-mento prevede il sostegno ad azioni volteall’individuazione dei Siti di Interesse Co-munitario ed alla conservazione degli ha-bitat e delle specie elencati rispettivamen-te nell’allegato e nell’allegato della di-rettiva Habitat.Durante le prime due fasi, Life è stato uti-lizzato per sostenere progetti puntuali

in maniera sostanziale dal RegolamentoCE n.⁄, in particolare per quanto ri-guarda l’integrazione dell’ambiente in al-tre politiche, e riformulato e sostituito dalRegolamento CE n. ⁄ del luglio. L’applicazione di Life avviene perfasi: la prime due hanno avuto duratatriennale, rispettivamente dal al

e dal al . Attualmente siamo nella terza fase cheavrà una durata di 5 anni: essa ha avutoinizio il ° gennaio e si concluderà il

volti per lo più alla salvaguardia dei sin-goli siti senza non essendo ancora matu-ro il concetto di rete: in Italia i progetti fi-nanziati dal al sono stati , perun totale di oltre miliardi, ai quali sideve aggiungere la quota di cofinanzia-mento nazionale, in genere pari al %. La terza fase invece sembra essere maggior-mente focalizzata sui progetti che realizza-no il concetto di rete come sistema com-plesso regolato da legami funzionali. Nel i progetti italiani finanziati sono stati .

GRUPPO REDAZIONALE: Aldo Cosentino, Alessandro La Posta,Anna Maria MaggioreHANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:Giulia Bonella, Nicoletta Tartaglini

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