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Periodico della Comunità Parrocchiale di Coccaglio - Novembre 2007 - n° 6/30

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La vecchia Pieveperiodico

della Comunità parrocchiale di Coccaglio

Autorizzazione del Tribunale di Brescian° 26/2007

dell’8 settembre 2004

n. 6/30 - Novembre 2007Composizione copertina e logodi Ugo Capretti

Direttore responsabilesac. Giuseppe Mensi

Direttoresac. Giovanni Gritti

Gruppo di redazione:d. Roberto Soncina, Andrea Bighetti, Gianluca

Pedrali, Anna MassettiCorrezione delle bozze

Cucchi Rosa, Bertassi Anna

Per i collaboratori de “La vecchia Pieve”Il prossimo numero uscirà il 20 gennaio. Gli articoli in corpo 12 e formato .doc, su dischetto o, preferibil-mente, all’indirizzo di posta elettronica (v. sotto), devono pervenire entro il 31 dicembre. Non rispondiamodella mancata pubblicazione degli articoli che perverranno oltre tale data. La Redazione non è tenuta a dare giu-stificazione degli articoli che ritiene opportuno non pubblicare o, all’occorrenza, modificare. Si fa viva preghiera di ritirare il materiale informatico, fotografico o di altro tipo nell’ufficio parrocchialeentro 10 giorni dalla pubblicazione; il mancato ritiro verrà inteso come autorizzazione alla cestinatura o, ovepossibile, al riutilizzo.

Per ragioni editoriali, gli scritti non devono sopravanzare lo spazio di due pagine, salvo casi eccezionali.Le parti eventualmente eccedenti verranno tagliate o pubblicate su un numero successivo. La pubblicazione di scritti tratti da altre testate è ordinariamente scelta riservata alla Redazione: si invitanogli articolisti a presentare lavori che, pur volendo far tesoro di scritti altrui, siano comunque frutto di unapropria rielaborazione. I files di immagine vanno presentati a parte e non incorporati nei documenti di testo.Recapito degli articoli: p.za Marenzio 22f (Sacrestia-ufficio parrocchiale) - [email protected]

Sommario

L’autunno ci ha regalato il dolcetepore di ottobre e gli sgargian-ti colori delle foglie, al tramontodella loro breve esistenza. Essoancora perdurante, arriva l’Av-vento del Principe della Pace asegnare l’avvio del nuovo Annoliturgico e di quello solare; nellacelebrazione del mistero dell’In-carnazione si offrirà allo sguar-do del cuore lo stupore di unAmore che altro non brama chefarsi dono: davvero Deus chari-tas est!

A bollettino già impaginatogiungono, oltre alle tristi crona-che di casa nostra, le dramma-tiche notizie delle inondazioni inBangladesh. La carità che ricevia-mo in dono da Dio, ci spinga allasollecitudine verso coloro che, giàpoveri, anzi, nella miseria, sono

ulteriormente colpiti da una Naturache non guarda in faccia a nessu-no. L’Olanda, pochi giorni prima,aveva pronte le sue brave dighemobili per evitare l’allagamento del

porto di Rotterdam; i poveriqueste cose non se le posso-no permettere.

Seguendo l’invito lasciatocidal Vescovo Giulio, proprio apartire dal dono di un nuovoPastore per la nostra Chiesa,iniziamo a riflettere su uno deiDocumenti (la Lumen Gen-tium) che egli ci ha indicato,proprio al fine di capire in checonsista il carisma episcopa-le; parallelamente, iniziamo ariflettere sulla Liturgia a parti-re dalla Sacrosantum Conci-lium, alla quale, in questonumero e nel successivo, pre-mettiamo alcune considera-zioni -sempre in tema diLiturgia - sul recente Motu

proprio del santo Padre.Il dono dello Spirito guidi anche ilcammino dei giovani verso Sidney.A tutti, buona lettura. La redazione

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L’umanità in cui Egli nascePer il messaggio natalizio, ci facciamo prestare alcune parole, tolte da vari suoi interventi, di donOreste Benzi, il grande sacerdote che ha costituito motivo di speranza e riscatto per migliaia dipersone, insieme ai suoi collaboratori, e tramite questi continuerà ad essere presente tra i piùpoveri e disperati per offrire la possibilità di uno sguardo fiducioso al futuro.Vogliamo, in questo modo, ricordare una delle immagini profetiche della Chiesa italiana del nostrotempo.

Mentre noi siamo qui…

Mentre noi siamo qui, ci sono 50.000 “persone” in prigione. Ho avuto modo, recentemente, di incontrare icarcerati di Imperia, quelli di Spezia e di Massa. Ho sentito la loro sofferenza non per l’espiazione della

pena che riconoscono giusta ma perché nell’opinione pubblica e nel trattamento loro riservato non sono piùconsiderati persone ma vengono identificati con il reato compiuto. Nella società essi saranno sempre chiamati con il nome dell’illecito commesso: ladri, assassini, avanzi di galera.Essi non saranno più ritenuti uomini che soffrono, piangono, sperano, che amano i loro figli, che possono operareper trasformare la società. Usciti di prigione fisicamente vi resteranno per sempre nella reputazione di chi liincontra. Un detenuto nel braccio di alta sicurezza del carcere di San Gemignano mi disse: “Noi per la societàsiamo già morti e sepolti, non esistiamo più”. Alla sofferenza, all’umiliazione si unisce la rabbia permanenteche fa notare anche la più piccola ingiustizia.

Mentre noi siamo qui, pensiamo alle decine di migliaia di prostitute in Italia schiave del racket nigeriano,albanese e di altri Paesi europei. Una volta a Bologna in via Emilia ho chiesto ad un gruppo di ragazze

nigeriane quanto dovevano pagare: chi 50, chi 60 milioni. Erano arrivate da poco in Italia. Ho chiesto se piacevaloro quel mestiere, tutte hanno risposto no! Perché continuate allora? Una ha incominciato a piangere sommessamente.Quelle lacrime si stampano in noi. C’è poi il dramma dei nostri giovani disoccupati: in Calabria, in Puglia, in Sicilia, il 70% dei giovani sonodisoccupati, il 40% di essi lavorano in nero, il 20-30% ricevono lavoro da organizzazioni criminali.

Mentre noi siamo qui, pensiamo ai milioni di bambini e bambine sfruttati sessualmente dai ricchi del primomondo. Pensiamo ai milioni di bambini di strada. Molti di essi vengono uccisi dagli squadroni della morte.

Pensiamo ai milioni di bambini che muoiono perché denutriti o malnutriti.

Mentre noi siamo qui, pensiamo al gran numero di disoccupati che vivono nel terzo mondo. In certi paesi cisono punte dell’85% di disoccupati. Pensiamo alle 52 nazioni in guerra dichiarata e non, ma pur sempre

guerra.

Silenzio fiancheggiatore

Questa ingente quantità di persone colpite dalla schiavitù, dalla disoccupazione,dalla fame, dalla guerra, sono le vittime di una società disumana, di una

società in cui l’uomo è una “cosa” accanto alle altre. Questo peso di dolore e di morte è frutto della società del profitto. Gli uomini sisono rassegnati. I giovani non sono più in grado di ribellarsi. Il silenzio dei“buoni” è il fiancheggiatore principale di questa società disumana.

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la settimana con i missionari Oblatici ha dato la possibilità di realizzare, a modo di esperimento,una forma in parte diversa rispetto ai precedenti Ritorni diMissione: gli esercizi spirituali parrocchiali. L’annuncioabbondante della Parola di Dio - proprio questo era il tema,anche in vista del futuro Sinodo dei Vescovi che ruoteràintorno al medesimo argomento - si è unito alla spiegazionedel metodo per accostarsi alla sacra Scrittura; esso è stato poisperimentato nei Centri d’Ascolto che, come sempre, almomento di riavviare il lorocammino, erano animatidai Missionari: sacerdoti,consacrate e laici.

Il tutto si pone in contuitàcon il cammino che la

Chiesa bresciana, fino apoche settimane or sonoguidata dal vescovo Giulio,ha da tempo intrapreso: la(ri-)evangelizzazione, apartire dagli adulti. Essa, inuna Liturgia celebrata condignità - che non è affettazione- trova una delle sue collocazioni più naturali: dal Concilioin poi, la Parola di Dio ha ritrovato maggiore attenzione nelPopolo di Dio; ciò non significa che prima essa non fossetenuta in una giusta considerazione, si intende soltanto direche ora a tutti i fedeli è offerta la possibilità di accostarsi adessa con maggiore abbondanza: per es., la riforma di PaoloVI ha portato a tre il numero delle Letture domenicali e haarricchito notevolemente la possibilità di scelta anche nel ritodei Sacramenti e dei Sacramentali; inoltre la catechesi, isussidi utilizzabili anche singolarmente, le esperienze diascolto e riflessione comunitari, come i nostri Centri di Ascolto,consentono l’incontro con una Presenza che, espressamassimamente nell’Eucaristia e nell’Assemblea che la celebra,non è meno reale quando la Parola viene proclamata. Nell’unoe nell’altro caso, è lo Spirito che agisce.

Nel Natale del Signore e nella sua Manifestazione (Epifania)al mondo, celebriamo proprio questo mistero: Colui che

è la Parola si fa Carne: accogliere questa Parola, per viverla,

è accogliere Lui.Per tornare ai missionari Oblati, esprimiamo riconoscenzaal Signore e a loro per quanto lo Spirito di Dio, attraversoloro, ha di nuovo seminato nella nostra Comunità. Al ConsiglioPastorale spetterà valutare se riproporre l’esperienza.

Il cammino liturgico della nostra ComunitàIntanto, noi continuiamo il cammino che da tempo abbiamointrapreso, ancora seguendo le indicazioni del vescovo Giulio,

le quali sembrano trovarecontinuità in quelle del vescovoLuciano. Abbiamo ancoradei passi da compiere; il nuovoDirettorio diocesano per lacelebrazione dei Sacramentici offre, mano a mano vieneletto nel Consiglio PastoraleParrocchiale, utili indicazioni:esso già ha lasciato qualchesegno nel nostro modo dicelebrare il Battesimo.Prossimamente, affronteremoil capitolo che riguarda

l’Eucaristia; riguardo ad essa dovremo anche tenere contodi quanto è emerso nell’ultimo Sinodo dei Vescovi, attraversoil documento che il Papa ne ha ricavato.E’ mia intenzione, nel corso di quest’anno pastorale, soffermarmi,su queste pagine, a fare il punto della situazione, elencandoi singoli aspetti su cui abbiamo cercato di migliorarci e vederese determinati atteggiamenti stanno “attecchendo” sia inchi sta sul presbiterio (celebranti e ministri) che in coloro checompongono il resto dell’Assemblea liturgica.

La Parola che si fa Carne, continua a darsi in cibo nelladuplice Mensa della Parola e dell’Eucaristia: celebrare

in modo consapevole delle prossime Festività dovrebbe portarcianzitutto ad una più intensa partecipazione all’incontro conLui, nella Comunità raccolta per la Liturgia.

A partire dalla prima Domenica di Avvento, attuandouna delle proposte emerse a suo tempo in Consiglio

Pastorale, sarà possibile uscire dalla Messa con un fogliettoche, richiamando un tema delle Letture, offrirà spunti di

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Ai fratelli e alle sorelle di CoccaglioCarissimi,

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riflessione e preghiera perché la Parola possa alimentare lanostra fede anche nel resto della settimana.

OratorioIn futuro, dovrò tornare, malvolentieri, sull’argomento cheora mi limito ad accennare: come si dice nella Bassa, riusciremo“ad andarcene in fuori” con il debito contratto con laristrutturazione del nostro Oratorio? La Parrocchia si staspogliando delle poche proprietà che aveva conservato: contadi più il bene dei ragazzi e dei giovani di qualsiasi “gioiello

di famiglia”. Questo, però, non basta. Faccio appello a chipuò: le possibilità sono varie, per tutti i gusti e ... per tutte letasche (v. pag. 33), nella gratuità.Perdonate questa parentesi che, per mia inclinazione, nonmi è stato facile aprire.

A tutti, di cuore, auguro di vivere un santo Avvento e Festivitànatalizie feconde di bene, insieme a un sereno 2008. Il Signore vi dia pace.

don Giovanni

Editoriale

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Domanda e offerta

Se non ci fosse la domanda, non ci sarebbe l’offerta. Se gli italiani non chiedessero prestazionisessuali a pagamento, non ci sarebbe la tratta delle donne che vengono schiavizzate e forzate, da criminali singoli

o associati, a dare le prestazioni sessuali richieste.

Di fronte agli uomini e di fronte a Dio

Non dimenticherò mai mio padre che alle volte, nei lunghi inverni nevosi, andavaa tagliare di notte qualche olmo nei campi altrui per riscaldarci. Eravamo in

undici, 5 fratelli, 4 sorelle più papà e mamma. I vestiti erano pochi, il freddo tanto.Papà disoccupato diceva: “Se si accorgono mi mettono in galera; ma il Signore vedeche lo faccio per i miei figli”. Ricordo i proprietari terrieri che con il calesse o anche inmacchina andavano a controllare i loro contadini. Questi proprietari vivevano in casecomode e ben riscaldate. Mio padre, se scoperto, sarebbe stato imputato come ladro. Ipadroni che spartivano tutti i raccolti e ne prendevano la metà senza avere lavorato,invece, non erano imputabili, anzi erano temuti e rispettati. Mio padre, se acchiappato in flagrante, sarebbe statogiudicato per direttissima, mentre essi che mangiavano i vitelli delle stalle che non avevano accudito e gli agnelli delgregge che non avevano pascolato venivano garantiti dallo stato nei loro presunti diritti. Quale la differenza tra miopadre e i proprietari terrieri? Egli “rubava” contro la legge, essi “rubavano” protetti dalla legge. Ciò che mio padrefaceva era dichiarato “furto” dagli uomini, e “diritto” da Dio. Ciò che i padroni facevano veniva dichiarato legale dagliuomini ma moralmente discutibile agli occhi di Dio.

Legalità e immoralità

La società del profitto è ingiusta e quindi immorale in se stessa. In essa l’individuo investe se stesso e ciò che ha perriavere aumentato ciò che investe in potere politico, sociale, economico, finanziario. L’altro, il proprio simile, diventa

uno strumento di cui ci si serve o di cui si approfitta, o un ingombro da eliminare, se non serve. In questa società l’uomo decade dalla sua dignità di persona al rango di cosa, di oggetto usa e getta. Chi fa parte di questasocietà ha come scopo il potere più vasto possibile, l’accumulo più alto del denaro, il raggiungimento della posizione piùelevata. Per cui in questa società fioriscono l’arrivismo a tutti i costi, la corruzione, la concussione, l’inciuccio e fiorisconocaste. Ma ciò che fa più male e crea paura è la confusione tra legalità e moralità. Ciò che è permesso dalla legge è ritenutoanche morale, mentre molte leggi sono immorali.

Don Oreste Benzi nasce il 7 settembre 1925 a S. Clemente (FO), un paesino nell’entroterra collinareromagnolo a 20 Km da Rimini, da una povera famiglia di operai, settimo di 9 figli. All’età di 12 anni (nel1937) entra in seminario a Rimini e viene ordinato Sacerdote il 29 giugno 1949. E’entrato nell’abbracciodel Padre, per i cui figli più sfortunati è stato immagine del volto misericordioso di Lui, il 2 novembre.

continua da pag. 3

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Comunità in ascolto

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1. La XXIII Giornata Mondialedella Gioventù

Ricordo sempre con gran-de gioia i vari momentitrascorsi insieme a

Colonia, nell'agosto 2005. Allafine di quell'indimenticabilemanifestazione di fede e dientusiasmo, che resta impres-sa nel mio spirito e nel miocuore, vi ho dato appuntamen-to per il prossimo incontro chesi terrà a Sydney, nel 2008.Sarà la XXIII GiornataMondiale della Gioventù edavrà come tema: «Avreteforza dallo Spirito Santo chescenderà su di voi e mi saretetestimoni» (At 1,8). Il filoconduttore della preparazionespirituale all'appuntamento diSydney è lo Spirito Santo ela missione. Se nel 2006 cisiamo soffermati a meditaresullo Spirito Santo comeSpirito di verità, nel 2007cerchiamo di scoprirlo piùprofondamente quale Spiritod'amore, per incamminarci poiverso la Giornata Mondialedella Gioventù 2008, riflet-tendo sullo Spirito di fortez-za e testimonianza, che cidona il coraggio di vivere ilVangelo e l'audacia di procla-marlo.

Diventa perciò fondamentaleche ciascuno di voi giovani,nella sua comunità e con i suoieducatori, possa riflettere suquesto Protagonista della sto-ria della salvezza che è lo

Spirito Santo o Spirito diGesù, per raggiungere questialti scopi: riconoscere la veraidentità dello Spirito anzitut-to ascoltando la Parola di Dionella Rivelazione della Bibbia;prendere una lucida coscienzadella sua continua, attiva pre-senza nella vita della Chiesa,in particolare riscoprendo chelo Spirito Santo si pone come"anima", respiro vitale dellapropria vita cristiana, grazieai sacramenti dell'iniziazionecristiana -Battesimo, Confer-mazione ed Eucaristia; diven-tare così capace di maturareuna comprensione di Gesùsempre più approfondita egioiosa e, contemporaneamen-te, di realizzare un'efficaceattuazione del Vangelo all'albadel terzo millennio.

Volentieri con questomessaggio vi offro untracciato di meditazione

da approfondire lungo que-st'anno di preparazione, su cuiverificare la qualità dellavostra fede nello SpiritoSanto, ritrovarla se smarrita,rafforzarla se indebolita, gu-starla come compagnia delPadre e del Figlio Gesù Cristo,grazie appunto all'opera indi-spensabile dello SpiritoSanto. Non dimenticate maiche la Chiesa, anzi l'umanitàstessa, quella che vi sta attor-no e che vi aspetta nel vostrofuturo, attende molto da voigiovani perché avete in voi il

dono supremo del Padre, loSpirito di Gesù.

2. La promessa dello SpiritoSanto nella Bibbia

L'attento ascolto dellaParola di Dio a riguardodel mistero e dell'opera

dello Spirito Santo ci apre aconoscenze grandi e stimolan-ti che riassumo nei puntiseguenti.

Poco prima della sua Ascen-sione, Gesù disse ai discepoli:«Manderò su di voi quello cheil Padre mio ha promesso» (Lc24,49). Ciò si realizzò nelgiorno della Pentecoste, quan-do essi erano riuniti in pre-ghiera nel Cenacolo con laVergine Maria. L'effusionedello Spirito Santo sullaChiesa nascente fu il compi-mento di una promessa di Dioassai più antica, annunciata epreparata in tutto l'AnticoTestamento.

In effetti, fin dalle primepagine la Bibbia evoca lo spiri-to di Dio come un soffio che«aleggiava sulle acque» (cfrGn 1,2) e precisa che Dio sof-fiò nelle narici dell'uomo unalito di vita (cfr Gn 2,7),infondendogli così la vita stes-sa. Dopo il peccato originale,lo spirito vivificante di Dio simanifesterà diverse voltenella storia degli uomini,suscitando profeti per incita-re il popolo eletto a tornare aDio e ad osservarne fedel-

MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI PER LA

XXIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ«Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni» (At 1,8)

Cari giovani!

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mente i comandamenti. Nellacelebre visione del profetaEzechiele, Dio fa rivivere conil suo spirito il popolo d'I-sraele, raffigurato da "ossainaridite" (cfr 37,1-14). Gioeleprofetizza un’"effusione dellospirito" su tutto il popolo, nes-suno escluso: «Dopo questo -scrive l'Autore sacro -, ioeffonderò il mio spirito sopraogni uomo... Anche sopra glischiavi e sulle schiave, in queigiorni, effonderò il mio spiri-to» (3,1-2).

Nella "pienezza deltempo" (cfr Gal 4,4),l'angelo del Signore

annuncia alla Vergine di Naza-ret che lo Spirito Santo, "po-tenza dell'Altissimo", scen-derà e stenderà su di lei la suaombra. Colui che ella partoriràsarà dunque santo e chiamatoFiglio di Dio (cfr Lc 1,35).Secondo l'espressione delprofeta Isaia, il Messia saràcolui sul quale si poserà loSpirito del Signore (cfr 11,1-2; 42,1). Proprio questa profezia Gesùriprese all'inizio del suo mini-stero pubblico nella sinagogadi Nazaret: «Lo Spirito delSignore - Egli disse fra lo stu-pore dei presenti - è sopra dime; per questo mi ha consa-

crato con l'unzione, e mi hamandato per annunziare aipoveri un lieto messaggio, perproclamare ai prigionieri laliberazione e ai ciechi la vista;per rimettere in libertà glioppressi, e predicare un annodi grazia del Signore» (Lc4,18-19; cfr Is 61,1-2). Rivolgendosi ai presenti, rife-rirà a se stesso queste paroleprofetiche affermando: «Oggisi è adempiuta questa Scrit-tura che voi avete udita con ivostri orecchi» (Lc 4,21). Edancora, prima della sua mortein croce, annuncerà più volte aidiscepoli la venuta delloSpirito Santo, il "Consola-tore", la cui missione saràquella di renderglitestimonianza e di assi-stere i credenti, inse-gnando loro e guidandolialla Verità tutta intera(cfr Gv 14,16-17.25-26;15,26; 16,13).

8. Invocare una "nuovaPentecoste" sul mondo

Cari giovani, vi attendonumerosi nel luglio 2008a Sydney. Sarà un'occa-

sione provvidenziale per spe-rimentare appieno la potenzadello Spirito Santo. Venitenumerosi, per essere segno disperanza e sostegno preziosoper le comunità della Chiesa inAustralia che si preparano adaccogliervi. Per i giovani delPaese che ci ospiterà saràun'opportunità eccezionale diannunciare la bellezza e lagioia del Vangelo ad unasocietà per molti versi secola-rizzata. L'Australia, cometutta l'Oceania, ha bisogno diriscoprire le sue radici cri-stiane. Nell'Esortazione post-sinodale Ecclesia in Oceania

Giovanni Paolo II scriveva:«Con la potenza dello SpiritoSanto, la Chiesa in Oceania sista preparando per una nuovaevangelizzazione di popoli cheoggi sono affamati di Cristo...La nuova evangelizzazione èuna priorità per la Chiesa inOceania» (n. 18).

Vi invito a dedicare tempo allapreghiera e alla vostra forma-zione spirituale in quest'ulti-mo tratto del cammino che ciconduce alla XXIII GiornataMondiale della Gioventù, af-finché a Sydney possiate rin-novare le promesse del vostroBattesimo e della vostra Con-fermazione. Insieme invoche-remo lo Spirito Santo, chie-

dendo con fiducia aDio il dono di una rin-novata Pentecosteper la Chiesa e perl'umanità del terzomillennio.

Maria, unita in pre-ghiera agli Apostoli nelCenacolo, vi accompagnidurante questi mesi ed otten-ga per tutti i giovani cristianiuna nuova effusione delloSpirito Santo che ne infiammii cuori. Ricordate: la Chiesa hafiducia in voi! Noi Pastori, inparticolare, preghiamo perchéamiate e facciate amare sem-pre più Gesù e Lo seguiatefedelmente. Con questi senti-menti vi benedico tutti congrande affetto.

Benedictus PP XVI

Le altre parti di questo Messaggio aiGiovani in occasione della prossimaGMG, saranno pubblicate sui prossi-mi numeri de “La vecchia Pieve”

Comunità in ascolto

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Tutti noi sappiamo che il mandato pastorale episcopaledella nostra Diocesi è passato dalle mani del vescovo

Giulio Sanguineti a quelle del vescovo Luciano Monari perscelta del santo padre Benedetto XVI. Il primo è ritornato nella sua terra natia, la Liguria, dopol’affettuoso abbraccio di ringraziamento svoltosi il 16 set-tembre in Cattedrale; ed il nuovo Vescovo, proveniente dallasua esperienza pastorale piacentina, è stato accolto congrande festa e partecipazione di sacerdoti, religiosi e fedeli,lo scorso 14 ottobre. Cari amici, con questo articolo desidero “mettere in vetrina”la figura e l’azione pastorale e giuridica del vescovo in gene-rale ed il suo particolare servizio nella diocesi affidatagli dalPapa. Come voi avrete modo di notare, voglio rifarmi a fontisicure come il Vangelo ed a certi passi di conosciuti Padridella Chiesa e particolarmente al Decreto sull’ufficiopastorale dei vescovi, tratto dal Concilio Vaticano II.

Dopo aver rilevato che il Sommo Pontefice è rivestito diuna “potenza” suprema, piena, immediata ed universa-

le, per il bene di tutte le anime, il santo Concilio afferma chei Vescovi, posti dallo Spirito santo, succedono agli Apostolicome “pastori delle anime, insieme al Santo Padre”. Diròsubito che il Vescovo ha la sua particolare missione comecontinuatore dell’opera di Cristo eterno pastore. Difatti èGesù stesso che ha consegnato agli Apostoli il mandato e lapotestà di ammaestrare tutte le genti santificando gli uomi-ni nella Verità e nella Carità. Ecco, cari amici, già nella costituzione dogmatica dellaChiesa è affermato che i Vescovi, per virtù dello Spiritosanto, sono diventati veri e autentici maestri della Fede epastori di anime! È logico che essi esercitino il loro ministe-ro in quella porzione di Popolo di Dio relativa al territorioche il Papa ha loro assegnato. Il Vescovo è padre di tutti noie ci stima come figli ed amici, e vede i sacerdoti come suoiprimi.

Ricordo come il compianto card. Colombo ci confidava,in un ritiro a Chiaravalle, con una certa emozione, che

Paolo VI chiedeva umilmente: “Aiutatemi a guidare versoCristo Buon Pastore i fedeli della Chiesa Universale” cosìdevono fare i preti col loro Vescovo. Ecco, anche la nostraDiocesi bresciana è una eletta porzione del Popolo di Dioora affidato alle cure del vescovo Luciano il quale, come bensappiamo, è coadiuvato sia dal vescovo ausiliare Francescoche dai vicari episcopali che da numerosi sacerdoti che ade-riscono ed attuano le sue direttive e scelte pastorali con veraserietà d’impegno, in linea di servizio. E sì… anche la nostracomunità diocesana costituisce una Chiesa particolare gui-data dal vescovo Luciano, nella quale, come bene dissero i

padri del Concilio Vaticano II, è presente ed opera la ChiesaUna – Santa – Cattolica – Apostolica, così voluta da Cristo.

Ma cosa fa un vescovo? Al Vescovo, Gesù buon Pastoredice di pascere le pecorelle. Perciò il Vescovo esercita a

vantaggio spirituale di noi tutti, l’ufficio pastorale diInsegnare – Santificare – Guidare il Popolo di Dio a lui affi-dato. Uno dei doveri del Vescovo è quello di annunziare ilVangelo, confermando i fedeli nella Fede del Battesimo eproponendo quella verità che noi cristiani non possiamoignorare o dimenticare col rischio di ignorare Cristo.Cari amici, l’apostolo Paolo scrivendo una lettera all’amicoTimoteo dice: “Insegna il Vangelo ed insisti in modo oppor-tuno sulle verità insegnate da Cristo Signore”. Qui è bellonotare come il vescovo Luciano Monari nel suo stemma epi-scopale abbia posto la scritta che dice: NON MI VERGONODEL VANGELO. La storia d’ogni tempo ci dice quantivescovi hanno lottato e firmato nelle catene e nel propriosangue le verità cristiane, aderendo eroicamente a Gesù ed alVangelo. Oltre agli Apostoli della “prima ora”, ricordiamosan Cipriano, san Policarpo, sant’Ilario, san Giovanni Fisher,sant’Eusebio, mons. Oscar Romero… e tanti altri buonipastori, insieme ad eroici sacerdoti, diaconi e laici, che furo-no gloriosi vittime di regimi totalitari e di dittature. Essihanno fatto proprio il famoso motto : frangar non flectar = mispezzo ma non mi piego.

Sempre il Concilio Vat. II afferma che i Vescovi debbonoimpegnarsi a dimostrare che le stesse cose terrene e le umaneistituzioni sono ordinate alla salvezza degli uomini. Perciòpossono contribuire all’edificazione del Corpo Mistico diCristo che è la Chiesa. Il Vescovo, unito ai suoi più stretti col-laboratori, deve promuovere i veri valori umani protesi allosviluppo della persona, alla sua tutela ed al giusto progressodelle comunità civili testimoniando che la Parola di Dio nondeve avere una museruola, ma deve godere di un postoimportante nelle scelte atte all’edificazione dell’umanità;poiché la Chiesa Cattolica vive ed opera avvicinando ognicategoria culturale e sociale, senza discriminazioni.Cari amici ci sarebbero tante altre cose da dire sulle attivitàpastorali di un vescovo, ma temo di stancare i miei 28 letto-ri… Unito a tuttivoi, auguro alnostro vescovoLuciano unfecondo aposto-lato fra noi e lanostra preghie-ra.

Chi è il Vescovo? Cosa fa?di don Titta

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Giunge a conclusione la nostra lettura di quel vero eproprio testamento pastorale di Giovanni Paolo II,datato all’Epifania del 2001, che iniziava così: All'iniziodel nuovo millennio (in latino, Novo millennio ineunte:il titolo della nostra rubrica).

Seguendo più o meno passo passo gli elementi che ilPapa individuava come necessari per il

cammino della Chiesa nel nuovo millennio,abbiamo cercato di cogliere i numerosi enotevoli, per quanto sintetici, stimoli checon passione di credente e pastore GiovanniPaolo II andava presentandoci. Abbiamocosì trovato motivo per riflettere su variaspetti della vita della Chiesa, del cristiano,sulle urgenze e sulle sfide a cui siamo chia-mati.Prima di concludere con slancio potremmodire giovanile - a testimonianza del cuorecostantemente giovane di quel Papa – la suaLettera apostolica, Giovanni Paolo II ponevaun criterio fondamentale: dalla riscopertadella preghiera e della Parola di Dio, allatestimonianza nelle situazioni che più sem-brano costituire una sfida, tutto il camminoa cui la Chiesa e i singoli credenti sono chia-mati, va condotto alla luce del Concilio: èquesto il faro, il segnavia, la traccia, la carta stradale, latabella di marcia - e chi più ne ha più ne metta - da cuinon si può e deve prescindere in nessun modo.Così scriveva il Papa al par. 57:

Nella luce del Concilio

Quanta ricchezza, carissimi Fratelli e Sorelle, negli orienta-menti che il Concilio Vaticano II ci ha dato! Per questo, in

preparazione al Grande Giubileo, ho chiesto alla Chiesa di inter-rogarsi sulla ricezione del Concilio. È stato fatto? […] A manoa mano che passano gli anni, quei testi non perdono il lorovalore né il loro smalto. È necessario che essi vengano letti inmaniera appropriata, che vengano conosciuti e assimilati, cometesti qualificati e normativi del Magistero, all'interno della

Tradizione della Chiesa. AGiubileo concluso sento più che maiil dovere di additare il Concilio, come la grande grazia di cui laChiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta unasicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre.

Idocumenti del Concilio,a ben guardare, hanno

costituito la filigrana ditutti i vari passaggi dellaNMI; pur tralasciandoinutili elencazioni, è facileassociarne uno o l’altro aivari temi toccati dal Papa;quello che maggiormentesta alla base della sua inte-ra riflessione mi pare siala Gaudium et spes, cheforse, quanto a stile, con-tenuto e modo di porsi difronte al mondo, è il piùinnovativo di tutti: in essosi vede una Chiesa nonarroccata su posizioni didifesa, incapace di vedereil positivo che c’è nel

mondo, né in prevalente atteggiamento di condanna econtrapposizione. Altrove, Giovanni Paolo II ha espressoil suo amore per questo documento che egli, testimonedel suo iter conciliare, dichiarava ispirato da papaGiovanni XXIII: lo stesso che, aprendo il Concilio, seppecantarla come si deve ai “profeti di sventura” che nei tempimoderni non vedono altro che rovina (cfr. il discorso diapertura del Concilio, 11 ottobre 1962).Era l’invito alla Chiesa a ritrovare pienamente se stessa ea spalancare di nuovo le porte, come era avvenuto aPentecoste.

Forse proprio in quel discorso d’apertura del Concilio,nella Gaudium et spes e anche nell’enciclica sul dialogo

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di don Giovanni

“Prendi il largo”

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di Paolo VI, l’Ecclesiam suam, troviamo il retroterra in cuicominciò a germogliare quella che sarebbe poi diventata la“consegna”, il mandato affidato alla Chiesa per il nuovomillennio: “Prendi il largo” – Duc in altum; con essoGiovanni Paolo II apriva la NMI, al par. 1: “Riecheggiano nel nostro cuore le parole con cui un giorno Gesù,dopo aver parlato alle folle dalla barca di Simone, invitòl'Apostolo a « prendere il largo » per la pesca: « Duc in altum »(Lc 5,4) [….].Duc in altum! Questa parola risuona oggi per noi, e ci invita afare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente,ad aprirci con fiducia al futuro:«Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi esempre!» (Eb 13, 8)”.

Èuna sintesi mirabile trapassato, presente, futuro e

di atteggiamenti: gratitudinenel fare memoria, passione nelvivere l’oggi, fiducia nei con-fronti del domani. È la stessaconsegna di Cristo Gesù aPietro e ai suoi amici: al Papa ea tutti i cristiani: “Prendi illargo”. Non rivolge un invitosuo, il Papa: ci ripete quello,perenne, di Cristo. Con essoriecheggia l’altro invito, quelloche ha caratterizzato l’intero pontificato di GiovanniPaolo II: “Non abbiate paura!”.A dirci che in questo invito del suo Signore la Chiesa èchiamata a trovare la linea guida di sintesi del suo cammi-no, è il medesimo invito di Gesù, posto anche a chiusuradella “nostra” Lettera apostolica; in questo modo tutto ilcontenuto del documento si trova racchiuso nel mandatomissionario, capace di evocare tutto quanto GiovanniPaolo II ha scritto (e non a caso elemento del simbolo gra-fico della nostra rubrica) e convogliato con singolare - manon ingenuo - slancio entusiastico nella conclusione; inessa, tra l’altro, il Papa ci ricordava che ad accompagnarcic’è la grazia dello Spirito: è Lui che ci sospinge verso illargo, perché siamo testimoni di Risurrezione.Ascoltiamo dunque la

CONCLUSIONE: DUC IN ALTUM!

58. Andiamo avanti con speranza! Un nuovo millennio siapre davanti alla Chiesa come oceano vasto in cui avventu-

rarsi, contando sull'aiuto di Cristo. Il Figlio di Dio, che si è incar-nato duemila anni or sono per amore dell'uomo, compie ancheoggi la sua opera: dobbiamo avere occhi penetranti per vederla, e

soprattutto un cuore grande per diventarne noi stessi strumenti.Non è stato forse per riprendere contatto con questa fonte vivadella nostra speranza, che abbiamo celebrato l'Anno giubilare?Ora il Cristo contemplato e amato ci invita ancora una volta ametterci in cammino: «Andate dunque e ammaestrate tuttele nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio edello Spirito Santo» (Mt 28, 19). Il mandato missionario ciintroduce nel terzo millennio invitandoci allo stesso entusiasmoche fu proprio dei cristiani della prima ora: possiamo contare sullaforza dello stesso Spirito, che fu effuso a Pentecoste e ci spinge oggia ripartire sorretti dalla speranza «che non delude» (Rm 5, 5).

Il nostro passo, all'inizio di questonuovo secolo, deve farsi più speditonel ripercorrere le strade delmondo. Le vie sulle quali ciascunodi noi, e ciascuna delle nostreChiese, cammina, sono tante, manon v'è distanza tra coloro chesono stretti insieme dall'unicacomunione, la comunione che ognigiorno si alimenta alla mensa delPane eucaristico e della Parola divita. Ogni domenica il Cristo risor-to ci ridà come un appuntamentonel Cenacolo, dove la sera del«primo giorno dopo il sabato»(Gv 20, 19) si presentò ai suoi per

«alitare» su di loro il dono vivificante dello Spirito e iniziarli allagrande avventura dell'evangelizzazione. Ci accompagna in questo cammino la Vergine Santissima […]«Stella della nuova evangelizzazione» […].

59. Carissimi Fratelli e Sorelle! […] Dobbiamo imitare loslancio dell'apostolo Paolo: «Proteso verso il futuro,

corro verso la meta per arrivare al premio che Dio ci chia-ma a ricevere lassù, in Cristo Gesù» (Fil 3, 13-14). Dobbiamoimitare insieme la contemplazione di Maria, che, dopo il pellegri-naggio alla città santa di Gerusalemme, ritornava nella casa diNazareth meditando nel suo cuore il mistero del Figlio (cfr Lc 2,51). Gesù risorto, che si accompagna a noi sulle nostre strade, lascian-dosi riconoscere, come dai discepoli di Emmaus « nello spezzareil pane » (Lc 24,35), ci trovi vigili e pronti per riconoscere il suovolto e correre dai nostri fratelli a portare il grande annuncio:«Abbiamo visto il Signore!» (Gv 20, 25). È questo il frutto tanto auspicato del Giubileo dell'Anno Duemila. […] Salga al Padre, attraverso Cristo, nello Spirito Santo, la lode eil ringraziamento di tutta la Chiesa […].

Fine

Un’immagine della vocazione missionaria della Chiesa: l’adorazione deiMagi, primizie dei popoli chiamati a Cristo.

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a cura di don Giovanni

(31)

Le prime tre preghiere seguono lo svolgersi del primo periododell’anno liturgico; presentiamo, per ora, quella qui di seguito:più che una preghiera è una meditazione, un’indicazione diatteggiamenti - soprattutto la vigilanza: “Vegliate!” - pervivere nell’oggi l’avvento del Regno; esso è inteso comeesperienza del continuo farsi presente di Dio per mezzo diCristo nello Spirito santo, fino a quando, alla fine dei tempi,il Signore verrà nella gloria, come ha promesso, per rendercipienamente partecipi di essa.

Vigilanti Essere vigilanti,animati dallo Spiritorestare all'erta per poter intendere i passi di Colui che viene, e accoglierlo a braccia tese e a cuore aperto,appostarsi per riconoscere il passaggio di Dioin ogni gesto di perdono ed in ogni parola di tenerezza, mettere la fede in agguatoper poter indovinare le tracce della presenza di Dioin ogni uomo e in ogni donna e in ogni bambinoche, là dove si trovano,cercano di rendere la terra più dolceattraverso i gesti e le parole,essere vigilanti e cacciare il torporeche invade lo spirito e il cuorequando s'insinua la tentazione di scoraggiarsi,essere vigilanti per vedere la mano di Dio tesa verso di noi,e aggrapparsi alla luce del Vangelo,gridare attraverso le colline e i sentieri scoscesi,nelle città e negli avvenimenti,nella fede e nei dubbi,annunciare, come una sentinelladi vedetta dall'alto della vita:"Resistete: Dio è qui da voi!" (AA.VV.)

Esortati dall’ultima Lettera pastorale del vescovo Giulio a

tenere al centro dell’attenzione l’Eucaristia, contempliamoil mistero del Verbo eterno che si fa carne e che continua adonarci la sua presenza nel Sacramento dell’altare.

O Verbo eterno, presente nell’EucaristiaO Verbo eterno di Dio fatto uomo, noi ti adoriamo presente nel Sacramento dell'altare.Nel mistero adorabile del tuo Natale, Tu hai voluto apparire visibilmente nella nostra carneperché, per mezzo tuo, noi fossimo rapiti all'amore delle cose invisibili.Tu, generato prima dei secoli, hai voluto esistere nel tempo, per assumere in te tutto il creato e sollevarlo dalla tua caduta.Tu hai voluto rivestirti della nostra debolezza per innalzarci a dignità perenne e perché, uniti a te in comunione ammirabile, potessimo condividere la tua vita immortale.O Verbo incarnato, unica fonte della nostra salvezza,noi vogliamo aprirti il nostro cuore perché Tu ponga in esso la tua dimora per semprecon la grazia del tuo Spirito.

Tra i temi propri dell’Epifania, celebriamo la regalità diCristo, il farsi presente, in Lui, del Regno, nato con Lui nel

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suo Natale. Come quella per l’Avvento, anche questa è piùche altro una riflessione che si presta ad essere trasformatain preghiera: domandiamo al Signore che ci renda capaci dicompiere, con la grazia dello Spirito santo, quanto Egli cichiede.

Nasce il regno di DioPer tutti quelli che l'attendono il Regno di Dio ègià presente.Non in un sistema di pensiero o in una dottrina,ma in una persona:un Bambino di gente poverache nasce ai margini.Il Regno di Dio è presente qui,in un bambino, fragile e povero;è presente in lui - in modo invisibile -come un seme nascosto nelleprofondità della terra.Oggi, come allora, per graziadell'Onnipotentee per l’azione del suo Spirito,degli uomini e delle donnericonoscono il Regno di Dio presente in questo bambino.Presente, non malgrado la suamodestia e la sua indigenza, ma presente proprio nella sua debolezza e nella sua umiltà.In questo bambino, Dio diviene Re e Signorenon di un regno mitico e lontano,ma di un popolo - il suo popolo.Per lui, ormai, non è più questionedi dottrina e neanche di “religione”:si tratta piuttosto di una obbedienza e di una fiducia concrete e quotidianeche si manifestano in tutti i settori della vitaprivata, sociale, economica e politica,perchè la realtà del Regno di Dio divenga visibile:nel pane spezzato con i poverinella parola restituita ai mutinell'accoglienza di colui che era escluso come un lebbroso nella calma che fa ritorno sui mari agitati della vita.

(AA.VV.)

Gennaio, mese della pace e dell’unità: si apre con la GiornataMondiale della Pace e si conclude con l’Ottavario di preghieraper l’Unità dei Cristiani, passando attraverso la giornata deldialogo ebraico-cristiano. Riportiamo qui la preghiera per lapace e rimandiamo al numero di gennaio per quella a favoredell’unità.

Preghiera per la paceDio dei nostri Padri,grande e misericordioso

Signore della pace e della vita,Padre di tutti.Tu hai progetti di pace e non di afflizione,condanni le guerree abbatti l'orgoglio dei violenti.Tu hai inviato il tuo Figlio Gesùad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,a riunire gli uomini di ogni razzae di ogni stirpein una sola famiglia;hai donato il tuo Spirito che ci rende costruttori di pace.Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,

supplica accorata di tutta l'umanità:mai più la guerra, avventura senza ritorno,mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza;fai cessare la guerra,minaccia per le tue creature, in cielo, in terra ed in mare.

In comunione con Maria, la Madre di Gesù,ancora ti supplichiamo:parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli,ferma la logica della ritorsione e della vendetta,suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove,gesti generosi ed onorevoli, spazi di dialogo e di paziente attesa più fecondi delle affrettate scadenze della guerra.Concedi al nostro tempo giorni di pace.Mai più la guerra. Amen.

(Giovanni Paolo II)

presepe in p.za S.Pietro, lo scorso anno:l’adorazione dei Magi

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Capitolo 50 Come l’anima desolata deve mettersi nelle mani di Dio.

Il Discepolo

*Padre diletto […] fa' di me un devoto e umile discepolo,pronto a camminare a ogni tuo cenno. Fa' che io com-

prenda ciò che è da comprendere; che io ami ciò che è da amare;fa' che io approvi ciò che sommamente piace a te; che io apprez-zi ciò che a te pare prezioso; fa' che io disprezzi ciò che è abiet-to ai tuoi occhi. Non permettere che io giudichi “ secondo laveduta degli occhi materiali; che io non mi pronunzi secon-do quel che si sente dire ” da gente profana (Is11,3). Fa' cheio, invece, discerna le cose esteriori e le cose spirituali in spi-rito di verità, fa' che, sopra ogni cosa, io vada sempre ricer-cando il tuo volere […].

Capitolo 53 La grazia di Dio non può stare insieme coi piaceri terreni.

Il Signore

*Preziosa, o figlio, è la mia grazia […]. Se brami elevarti aquesta somma altezza, è necessario che tu cominci con

coraggio, mettendo la scure alla radice, per poter estirparetotalmente […] questo vizio dall'amore di sé, da cui deriva, sipuò dire, tutto quanto deve essere stroncato radicalmente.Domato e superato questo vizio, si farà stabilmente una gran-de pace e una grande serenità […].

Capitolo 55 Corruzione dell’umana natura ed efficacia della divina grazia.

Il Discepolo

*La […] tua grazia, o Signore, mi è davvero massimamentenecessaria per cominciare, portare avanti e condurre a

compimento il bene: “ senza di essa non posso far nulla ”(Gv15,5), “ mentre tutto posso in te ” che mi dai forza, con latua grazia (Fil4,13). Grazia veramente di cielo, questa; man-cando la quale i nostri meriti sono un nulla e un nulla si devo-no considerare anche i doni naturali. Abilità e ricchezza, bel-lezza e forza, intelligenza ed eloquenza, nulla valgono pressodi te o Signore, se manca la grazia. Ché i doni di natura lihanno sia i buoni che i cattivi; mentre dono proprio degli elet-ti è la grazia, cioè l'amore di Dio. Rivestiti di tale grazia, glieletti sono ritenuti degni della vita eterna. Tutto sovrasta, que-sta grazia; tanto che né il dono della profezia, né il potere dioperare miracoli, né la più alta contemplazione non valgononulla, senza di essa. Neppure la fede, neppure la speranza, néle altre virtù sono a te accette, senza la carità e la grazia.

* O grazia beata, che fai ricco di virtù chi è povero nello spi-

rito e fai ricco di molti beni chiè umile di cuore, vieni, discendiin me colmami, fin dal mattinodella tua consolazione, cosicchél'anima mia non venga menoper stanchezza e aridità interio-re! *Ti scongiuro, o Signore: che io trovi grazia ai tuoi occhi. Latua grazia mi basta (2Cor12,9), pur se non otterrò tutto quel-lo cui tende la natura umana. Anche se sarò tentato e angu-stiato da molte tribolazioni, non temerò alcun male finché latua grazia sarà con me. Essa mi dà forza, guida ed aiuto; vince tutti i nemici, è piùsapiente di tutti i sapienti. Essa è maestra di verità e di vita,luce del cuore, conforto nell'afflizione. Essa mette in fuga latristezza, toglie il timore, alimenta la pietà, genera le lacrime.Che cosa sono io mai, senza la grazia, se non un legno secco,un ramo inutile, da buttare via? “La tua grazia, dunque, oSignore, mi preceda sempre e mi segua, e mi conceda di esse-re sempre pronto a operare, per Gesù Cristo, Figlio tuo”. Amen.[Messale Romano, oremus della XVI domenica dopo Pentecoste] .

Capitolo 56 Dobbiamo rinnegare noi stessi e imitare Cristo portando la croce.

Il Signore

*Figlio, […] “ Vuoi entrare nella vita? osserva i comanda-menti ” (Mt19,17). Vuoi conoscere la verità? chiedi a

me. “ Vuoi essere perfetto? vendi ogni tua cosa ” (Mt19,21).Vuoi essere mio discepolo? rinnega te stesso (cfr.Lc9,23);(cfr.Lc14,27); (cfr.Mt16,24). Vuoi avere la vita eterna? disprez-za la vita presente. Vuoi essere esaltato in cielo? umiliati inquesto mondo. Vuoi regnare con me? con me porta la croce.Soltanto quelli che si fanno servi della croce trovano la viadella beatitudine e della vera luce.

Il Discepolo* O Signore Gesù, dura fu la tua vita, e disprezzata dagli uomi-ni; fa' che io ti possa imitare, disprezzato dal mondo, giacché“ il servo non è da più del suo padrone, né il discepolo è dapiù del maestro ” (Mt10,24). Che il tuo servo si addestri allascuola della tua vita, perché in essa sta la mia salvezza e la verasantità; qualunque cosa io legga o ascolti, fuori di essa, nonmi ristora e non mi allieta pienamente.

Il Signore* Figlio, tutte queste cose le conosci e le hai lette; sarai beatose le metterai in pratica. “ Chi ha dinanzi agli occhi i mieicomandamenti, e li osserva, questi mi ama; e io l'amerò, mi

IN CAMMINO CON ....“L’imitazione di Cristo”Libro III

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manifesterò a lui ” e lo farò sedere con me nel regno del Padremio (Ap3,21).

Il Discepolo* O Signore Gesù, come hai detto e hai promesso, cosi siafatto veramente, e a me sia dato di meritarlo. Ho ricevuto lacroce, l'ho ricevuta dalla tua mano; la porterò, la porterò finoalla morte, come tu me l'hai posta sulle spalle. In verità la vitadi un santo monaco è la croce; ma la croce è guida al paradi-so. Abbiamo cominciato; non ci è lecito tornare indietro, nélasciare ciò che abbiamo intrapreso.

* Via, o fratelli, procediamo insieme: Gesù sarà con noi. Abbia-mo preso questa croce per amore di Gesù; per amore di Gesùperseveriamo nella croce. Colui che ci guida e ci precede saràil nostro aiuto. Ecco, il nostro re camminare avanti a noi; “glicombatterà per noi”. Seguiamolo con animo virile; che nes-suno abbia paura, né si lasci atterrire, che noi siamo pronti amorire coraggiosamente nella lotta; che non abbiamo a gra-vare il nostro buon nome con una delittuosa fuga (1Mac 9,10) dinanzi alla croce.

Capitolo 59 Dobbiamo fissare in Dio ogni nostra speranza e fiducia.

Il Discepolo

*OSignore, che cosa è mai la fiducia che ho in questavita. Quale è il mio più grande conforto, tra tutte le

cose che si vedono sotto il cielo? Non sei forse tu, o Signore,mio Dio di infinita misericordia? Dove mai ho avuto bene,senza di te; quando mai ho avuto male con te? Voglio esserepovero per te, piuttosto che ricco senza di te; voglio restarepellegrino su questa terra, con te, piuttosto che possedere ilcielo, senza di te. Giacché dove sei tu, là è cielo; e dove tu non sei, là è morte edinferno. Sei tu il mio desiderio ultimo; perciò io ti debbo segui-re, con gemiti e lacrime ed alte, commosse preghiere. In unaparola, non posso avere piena fiducia in alcuno che mi vengain aiuto nelle varie necessità, fuori che in te soltanto, mio Dio.“La mia speranza ” e la mia fiducia sei tu (Sal141,6); tu, il mioconsolatore, il più fedele in ogni momento. “ Ognuno va cer-cando ciò che a lui giova ” (Fil2,21); e tu, o Dio, ti prefiggi sol-tanto la mia salvezza e tutto volgi in bene per me. Pur quan-do mi esponi a varie tentazioni e avversità, tutto questo tu lovuoi per il mio bene, giacché quelli che tu ami usi metterli invario modo alla prova; e in questa prova io ti debbo amare eringraziare, non meno che quando tu mi colmi di celesti con-solazioni.

* In te, dunque, o Signore Dio ripongo tutta la mia speran-za; in te cerco il mio rifugio; in te rimetto tutte le mie tribo-lazioni e le mie difficoltà, ché tutto trovo debole e insicurociò che io vedo fuori di te. Non mi gioveranno, infatti, i moltiamici non mi saranno di aiuto coloro che vengono a soccor-

rermi, per quanto forti; non mi potranno dare un parere utilei prudenti, per quanto saggi; non mi potranno dare confortoi libri dei sapienti; non ci sarà una preziosa ricchezza che mipossa dare libertà; non ci sarà un luogo ameno e raccolto chemi possa dare sicurezza, se non sarai presente tu ad aiutarmi,a confortarmi, a consolarmi; se non sarai presente tu ad ammae-strarmi e a proteggermi.

* In verità, tutte le cose che sembrano fatte per dare pace efelicità non sono nulla e non danno realmente felicità alcu-na, se non ci sei tu. Tu sei, dunque, l'ultimo termine di ognibene, il supremo senso della vita, la massima profondità diogni parola. Sperare in te sopra ogni cosa è il maggior confor-to di chi si è posto al tuo servizio. “A te sono rivolti i miei occhi(Sal140,8) in te confido, o mio Dio, (Sal24) padre di miseri-cordia” (2Cor1,3). Benedici e santifica, con la tua celeste bene-dizione, l'anima mia, affinché essa sia fatta tua santa dimo-ra e sede della tua eterna gloria, e nulla si trovi in questo tem-pio della tua grandezza, che offenda l'occhio della tua mae-stà. Guarda a me nella tua immensa bontà e nell'abbondan-za della tua misericordia; ascolta la preghiera del tuo servo,che va peregrinando in questa terra oscura di morte. Proteg-gi e custodisci l'anima di questo tuo piccolo servo, nei tantipericoli della vita di quaggiù; dirigila con la tua grazia per lavia della pace, alla patria della eterna luce.Amen.

FINISCE IL LIBRO DELLA CONSOLAZIONE INTERIORE.

Al Libro III segue il IV, che già abbiamo utilizzato nell’anno dell’Eu-caristia. Concludiamo perciò a questo punto il nostro cammino con“L’imitazione di Cristo”. A chi desidera leggerlo per intero, l’avver-tenza di ricordare che questo testo risale al Medioevo e, in alcune con-cezioni ed espressioni, risente della mentalità propria di quel periodostrorico.

Centro Oreb “S. Maria dell’arco” - Calino

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I. DIO DEI VIVENTI

Gli ultimi due articoli del SimboloApostolico trattano delle aspettative

dell’uomo dopo la morte. E alla lucedella fede ci invitano a credere nellarisurrezione della carne e nella vita eterna.

Credere in Dio Padre quale origine dellavita, in Gesù Cristo quale vincitore dellamorte e nello Spirito Santo quale Spiritovivif icatore nella Chiesa (dovesperimentiamola comunionecon i santi e ilperdono deipeccati), comeabbiamo pregatonei precedentiarticoli del“Credo”, ci dà lacertezza dellarisurrezione.

Quanto è attestato in queste due breviaffermazioni porta a compimento aperfezione il progetto di Dio per ogniuomo. Dio, lo si afferma in più partianche nel Vecchio Testamento, “non hacreato la morte e non gode della rovina deiviventi” (Sap. 1, 13): Egli ama tutti gliesseri da lui creati, ma soprattutto èinnamorato dell’uomo che ha creato asua immagine e somiglianza, per il qualedesidera ardentemente la vita eterna,goduta nella pienezza del suo essere,cioè in spirito e corpo, perché l’uomoda Dio creato è spirito e carne: solo unoo l’altro degli elementi non bastano aformare l’uomo.

“Con la mia carne vedrò Dio” (Gb.19, 26)

Il Simbolo Apostolico, perciò, ci invitaa credere fermamente e sicuramente

che il progetto di Dio per noi passaattraverso la risurrezione della carne,perché io uomo per essere veramenteio devo essere corpo e anima. Se Dioveramente desidera associare me, uomo,alla gloria della sua vita eterna non puòfarlo che dando vita completa al mioessere corpo e anima. Sant’ Ambrogio scrive: «Devi credere cheanche la carne risusciterà. Perché Cristoassunse la nostra carne? Perche salì sulla

croce? Perché provò la morte, fu sepolto erisuscitò? Perché fece tutto questo se nonperché tu risuscitassi? Questo è il misterodella tua risurrezione. Perché “se Cristo nonè risuscitato, vana è la nostra fede” (1Cor15,14). Ma è risuscitato! La nostra fede,pertanto, è salda.»

La morte è conseguenza del peccato.L’uomo, chiamato da Dio, vuole

raggiungere da se l’albero della vita,impadronirsene affermando la suaautonomia, facendo a meno di Dio. Inquesto disperato tentativo, trova lamorte (Gen. 2, 17; 3, 19). Così, “a causadi un solo uomo il peccato è entrato nel mondoe con il peccato la morte” (Rom. 5, 12).Questa è la morte che Dio non ha voluto;

questa morte è frutto del peccato esegno dell’allontanamento da Dio, fontee pienezza di vita. La morte è l’ultimo,definitivo nemico dell’uomo (1Cor. 15,26; Ap. 20, 14).

A tal proposito così si esprime sant’Ireneo«Come la carne è capace di accogliere lacorruzione, può anche accogliere l’incor-ruttibilità; e come può accogliere la morte,può accogliere la vita. E se la morte allontana

dalla vita, impadronendosi dell’uomo efacendolo morire, tanto più la vita,impadronendosi dell’uomo, allontanerà lamorte e farà dell’uomo un vivente per Dio(Rom. 6,11). Se la morte lo uccise, perché lavita non dovrebbe vivificarlo?Pertanto, “il primo uomo, Adamo, divenneun essere vivente, ma l’ultimo Adamo divennespirito datore di vita” (1Cor. 15,45). E comequello, peccando, perse la vita, così, ricevendolo Spirito vivificata, riacquisterà la vita (Rm8, 11; 2Cor 5,4 s).»

Risurrezione o immortalità?

La confessione di fede nella risurrezionedella carne non è, dunque la fede

nell’immortalità; non professiamo chel’uomo è immortale, ma professiamo

Il “Credo”XXII - CREDO nella RISURREZIONE DELLA CARNEdi A. Corsini

DIpinto di don Salvetti, sacerdote bresciano, conservato nell’Istituto Pastorale Paolo VI, a Brescia

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la fede in Dio, che ama l’uomo e lo liberadalla morte, risuscitandolo. “L’amoreesige eternità, e l’amore di Dio non solo loesige, ma dà ed è eternità” (J. Ratzinger).La speranza cristiana nella risurrezionenon è il semplicistico ottimismo umanosecondo cui alla fine le cose finisconocomunque per l’aggiustarsi in qualchemodo. La speranza cristiana è la certezzache Dio non si lascia vincere dal malee dalla morte. Questa certezza non èillusoria, ha già cominciato a realizzarsi.Si è compiuta in Gesù Cristo, morto erisorto. Uniti mediante la fede e ilbattesimo a Cristo e alla sua morte,attendiamo ugualmentedi partecipare alla suagloriosa risurrezione(Rm. 6, 5).

Cosa significa “risuscitare”?

Ci viene incontro ilCatechismo della

Chiesa Cattolica cheafferma: «Con la morte,separazione dell’anima edel corpo dell’uomo, il corpodell’uomo cade nellacorruzione, mentre la suaanima va incontro a Dio,pur restando in attesa diessere riunita al suo corpoglorificato. Dio nella sua onnipotenza restituiràdefinitivamente la vita incorruttibile ai nostricorpi riunendoli alle nostre anime, in forzadella Risurrezione di Gesù» (CCC 997).Che Dio sia capace di ricostruire il corpodell’uomo disgregato dalla corruzionedella morte può riuscire difficile dacredere per coloro che si dimenticanofacilmente che Dio è il Creatore;sicuramente colui che ha creato l’uomoe tutto quanto lo circonda, lo può anchericostruire quando vuole. Se poi questavolontà di ricreare è sostenuta dall’amoretotale per la sua creatura, la risurrezionenon può che diventare una certezza.

Gesù Cristo ha confermatopersonalmente questa sicurezza.

A Marta sorella di Lazzaro che lo accogliepresso il sepolcro del fratello « Gesùdisse: “Tuo fratello risusciterà”. Gli risposeMarta: “So che risusciterà nell’ultimo giorno”.Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e lavita; chi crede in me, anche se muore, vivrà;chiunque vive e crede in me, non morrà ineterno» (Gv. 11, 24-26). In una discussione con i sadducei cosìsi esprime: “Quanto poi alla risurrezionedei morti, non avete letto quello che vi è statodetto da Dio: Io sono il Dio di Abramo e ilDio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Ora, nonè Dio dei morti, ma dei vivi” (Mt. 22, 31-32).

Al capo dei farisei che lo ha invitato acasa sua: “Al contrario, quando dài unbanchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi;e sarai beato perché non hanno da ricambiarti.Riceverai infatti la tua ricompensa allarisurrezione dei giusti”(Lc. 14,14). In Gv. 17, 22-24, dialogando con il Padre,Cristo afferma: «E la gloria che tu hai datoa me, io l’ho data a loro, perché siano comenoi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perchésiano perfetti nell’unità e il mondo sappiache tu mi hai mandato e li hai amati comehai amato me. Padre, voglio che anche quelliche mi hai dato siano con me dove sono io,perché contemplino la mia gloria, quella chemi hai dato; poiché tu mi hai amato primadella creazione del mondo.» Parlando con i discepoli dopo la gua-

rigione dell’infermo calato dal tetto,Gesù afferma: «Non vi meravigliate diquesto, poiché verrà l’ora in cui tutti coloroche sono nei sepolcri udranno la sua voce ene usciranno: quanti fecero il bene per unarisurrezione di vita e quanti fecero il maleper una risurrezione di condanna.» ( Gv.5, 28-29)

Che poi Cristo sia sovrano della vitae vincitore della morte lo dimostrano

la risurezione dell’amico Lazzaro, dellafiglia del centurione, del figlio unicodi una vedova per giungere poi alla SuaRisurrezione testimoniata dai discepoli

che sottolineano come eglifosse presente con un corpoconcreto tanto da mangiaree bere con loro e da farsitoccare dal discepoloincredulo Tommaso.Potremmo continuare adapprofondire il tema permolto tempo ancora (e chilo desidera lo può fareleggendo quanto presentail CCC), ma vale la pena disoffermarsi a riflettere sulfatto che anche larisurrezione come tuttoquanto riguarda il rapportoDio-uomo e uomo-Diopassa attraverso la

conoscenza, l’incontro, l’entrare inconfidenza con Cristo. Viatico, guida,artefice di questo incontro è lo Spiritosanto che opera e agisce nella Chiesa.

Per la vita

Per la mia vita quotidiana è difondamentale importanza sapere

che il Dio che mi ha creato, che guidala mia vita ha per me un traguardo disalvezza, di vita oltre la morte, di vitaeterna che non dipende dal mio esserebravo a seguire o obbedire a regole oleggi, ma dipende dall’incontro conuna persona concreta, dal dialogo, dallaaccettazione ed adesione alla sua propostadi amore.

Pace e bene

Bergamo: scorcio d’interno della basilica di S. Maria Maggiore, in Città alta

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Comunità in cammino

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Vita della Comunità17 settembre - 18 novembre 2007

Ci hanno preceduto nell’eternità:

48 Facchetti Matteoda Roberto e Raineri Manuela b. 7 ottobre 2007

49 Nguyen Van Tang Giacomodi Colosio Oscar e Rovaris Stefania b. 7 ottobre 2007

50 Rivetti Aurora da S. Andrea (Rov.)da Ronny e Lancini Maria Teresa b. 7 ottobre 2007

51 Maifredi Cristianda Santo e Massetti Maruska b. 7 ottobre 2007

52 Gandioli Violada Ivan e Piantoni Claudia b. 7 ottobre 2007

53 Crescini Cristianda Fabiano e Guerini Bianca b. 21 ottobre 2007

54 Effome Ambogley Emanueleda Richard e Yao Affiba Cécile b. 21 ottobre 2007

55 Riva Beatrice Maria Carlada Giovanni e Corsini Silvia Anna b. 4 novembre 2007

56 Festa Marcoda Giovanni e Sbardolini Viviana b. 4 novembre 2007

57 Festa Andreada Giovanni e Sbardolini Viviana b. 4 novembre 2007

58 Beretti Lorenzoda Sergio e Moretti Marzia b. 4 novembre 2007

37 Filippini Maria, di anni 67 19 settembre 200738 Milini Vincenzo, di anni 43 25 settembre 200739 Serina Giovanni, di anni 59 27 settembre 200740 Barzani Gialuigi, di anni 71 30 settembre 200741 Facchetti Pietro, di anni 70 6 ottobre 200742 Curioni Giulia, di anni 84 13 ottobre 200743 Mariga Carlo, di anni 78 15 ottobre 200744 Azzoni Franco, di anni 69 22 agosto 2007, funerato e sepolto fuori Parrocchia45 Sala Luciano, di anni 77 17 ottobre 200746 Forelli Catterina, di anni 90 26 ottobre 200747 Bertossi Maria, di anni 97 31 ottobre 200748 Uberti Liliana, di anni 78 3 novembre 200749 Camoni Teresa, di anni 92 13 novembre 2007

Sono figli di Dio, con il Battesimo:

Hanno consacrato il loro amore davanti all’altare del Signore:15 Bina Adriano e Alpino Erika il 22 settembre 2007

59 Pesenti Sarada Massimo e Ramera Laura b. 4 novembre 2007

60 Donghi Davideda Dario e Dobre Victoria b. 4 novembre 2007

61 Bonfiglio Enricoda Enzo Roberto e Andeni Adelia b. 4 novembre 2007

62 Chiari Lucada Walter e Pontoglio Marika b. 4 novembre 2007

63 Lenza Francescoda Federico e Partegiani Miriam b. 18 novembre 2007

64 Patelli Sara Annada Ivano e Anni Deborah b. 18 novembre 2007

65 Garau Davideda Patrizio e Cani Ilaria b. 18 novembre 2007

66 Garau Giorgiada Patrizio e Cani Ilaria b. 18 novembre 2007

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Comunità in cammino

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Calendario liturgico - pastoraleNOVEMBRE

25 - Domenica XXXIV ed ultima del tempo ordinario (Sett. III)NOSNOSTRTRO SIGNORE GESÙ CRISO SIGNORE GESÙ CRISTTOO, RE DELL'UNIVERSO, RE DELL'UNIVERSO - solennità

In quel tempo, il popolo stava a vedere, i capi invece schernivano Gesù dicendo: "Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se èil Cristo di Dio, il suo eletto"... C'era anche una scritta sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei" (Lc. 23, 35-38).ore 9.00 s. Messa solenneore 9.15 nell’Oratorio di via Cavour, ritiro I per i fanciulli di 5a elementareore 15.30 nel Focolare, incontro per i Genitori dei fanciulli del gruppo “Betlemme”ore 17.30 Celebrazione del Vespro, atto di consacrazione a Cristo Re e benedizione eucaristica.

Segue la Messa vespertina

30 - venerdì S. ANDREA, apostolo - festa Fratello di s. Pietro, è patrono della Chiesa di Costantinopoli, sede del Patriarcato ecu-menico delle Chiese Bizantino-Ortodosse. Per l’intercessione dei due Apostoli fratelli,possano le due Chiese tornare in pieno sorelle. Inizia la novena dell'Immacolata

DICEMBRE1- sabato Termina l'anno liturgico.

Con i I Vespri e la Messa vespertina inizia il nuovo anno liturgico, che segue il ciclo festivo delle lettu-re "A", contrassegnato dalla presenza principale del Vangelo secondo Matteo.

2 - Domenica I di Avvento (sett. I) Gesù disse ai suoi discepoli: "Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà” (Mt. 24, 42)

GIORNATA DEL PANE, a cura della Charitas parrocchialeore 9.15 nell’Oratorio di via Cavour, ritiro I per i ragazzi di 1a mediaore 11.45 celebrazione comunitaria del Battesimoore 14.20 nel Focolare, incontro per i Genitori dei ragazzi di 1a e 2a media

Il tempo d'Avvento sarà caratterizzato da una più intensa preghiera:- la s. Messa dei giorni feriali sarà preceduta dalla Liturgia delle Ore;- le celebrazioni delle 8.30 e delle 16.30 saranno caratterizzate da una breve riflessione- le celebrazioni feriali e domenicali dell'Eucaristia (tranne le 10 e le 11) sono precedute dal s. Rosario- dal 16 dicembre, la Messa delle 8.30 è preceduta dalla preghiera della Novena di Natale

3 - lunedì ore 20.30 nel Focolare, incontro per gli animatori dei Centri di Ascolto6 - giovedì primo del mese: giornata mensile parrocchiale di preghiera per le vocazioni: dopo la

Messa delle 8.30, esposizione del ss. Sacramento, fino alle ore 12.00ore 20.30 nel Focolare, incontro di Magistero per i catechisti

7 - venerdì S. AMBROGIO, vescovo, patrono della Lombardia; è uno dei grandi Padri della Chiesad’Occidente - festa

8- sabato IMMAIMMACOLACOLATTA CONCEZIONE DELLA B.VA CONCEZIONE DELLA B.V.MARIA.MARIA - sol. (Lc. 1, 35)

L'angelo rispose a Maria: "Lo Spirito santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo".

orario festivo delle celebrazioni (v. pag. 54)

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ore 9.00 s. Messa solenneore 17.00 s. rosarioore 17.30 Vespro dell'Immacolata e benedizione eucaristica; segue la Messa delle 18.00

9 - Domenica II di Avvento (Sett. II)In quei giorni, comparve Giovanni Battista a predicare nel deserto della Giudea dicendo: "Convertitevi perché il regnodei cieli è vicino... Preparate la via del Signore" (Mt. 3, 1-3)

ore 14.20 nel Focolare, incontro per i Genitori dei fanciulli/e di 5a elementare

10 - lunedì ore 20.30 nelle rispettive sedi, Centri d’Ascolto della Parola di Dio13 - giovedì s. Lucia, vergine e martire - memoria15 - sabato s. Maria Crocifissa di Rosa, vergine bresciana - memoria diocesana

16 - Domenica III di Avvento "Gaudete" (Sett. III)In quel tempo Gesù si mise a parlare alle folle... "Giovanni Battista è colui di cui sta scritto: Ecco io mando davanti ate il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te" (Mt. 11, 11)ore 9.30 nell'Oratorio di via Cavour, ritiro I per i ragazzi/e di 2a mediaore 14.20 nel Focolare, incontro per i genitori dei ragazzi/e di 3a mediaore 15.00 preghiera domenicale pomeridiana; inizia la novena di Natale

17 - lunedì inizia la seconda parte del Tempo di Avvento (Ferie maggiori)ore 20.30 nel Focolare, incontro per gli animatori dei Centri di Ascoltoore 20.30 Ritiro I per gli adolescenti e i giovani e Riconciliazione

19 - mercoledì in chiesa, ritiro I per gli adulti, in prossimità delle celebrazioni natalizie; due le possibilità:1 - alle 14.30 momento di preghiera, proposta di riflessione, possibilità di preghiera personale e guidata, davanti

all'Eucaristia solennemente esposta; benedizione eucaristica conclusiva;2 - alle 20.00 per chi è impossibilitato nel pomeriggio, secondo le medesime modalità

20 - giovedì ore 15.00 sacramento della Confessione per i ragazzi delle medie21 - venerdì ore 16.00 sacramento della Confessione per i fanciulli delle elementari22 - sabato ore 17.00 liturgia penitenziale per gli adulti, con il sacramento della Riconciliazione; si conclu-

de con la celebrazione dell'Eucaristia alle 18.00

23 - Domenica IV di Avvento (Sett. I)

Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Giuseppe..., non temere di prendere con te Maria, tuasposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito santo" (Mt, 1, 20).

ore 9.15 all’Oratorio femminile, ritiro I per i ragazzi/e di 3a mediaore 14.20 all’Oratorio femminile, incontro per i Genitori dei ragazzi/e di 3a mediaore 15.00 celebrazione comunitaria del Battesimoore 15.30 liturgia penitenziale e sacramento della Riconciliazione per gli adulti, fino alle ore

18.00. Da oggi fino a tutto domani, è presente il confessore forestiero

24- lunedì vigilia di Natale - i sacerdoti sono a disposizione per la Confessione dalle ore 8.00fino alle 12.00; dalle 15.00 alle 18.30

ore 19.00 si chiude la chiesaore 22.30 si riapre la chiesa. Sacramento della Confessione fino alle 23.30

NB: nel pomeriggio non viene celebrata la Messa, né alle 16.30, né alle 18.00

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25 - martedì Natale del Signore - solennità

La Chiesa d’Oriente nel Bambino contempla la gloria del Dio immortale che irrompe quale luce nelletenebre; quella d’Occidente accentua maggiormente la povertà del Bambino “avvolto in poveri pan-nicelli” (s. Chiara), l’abbassamento del Dio fatto uomo, inizio di quella kenosis (abbassamento, spo-liazione, umilazione) -per dirla con s. Paolo (Fil. 2, 7-8) - che giungerà al suo culmine nella Croce delVenerdì santo e nella sepoltura del Sabato santo. Le due prospettive si integrano a vicenda e, pur conle diverse accentuazioni ora ricordate, sono presenti in entrambe le Tradizioni spirituali; ambeduehanno fondamento nella sacra Scrittura, tutte e due ci dicono come il Natale riceva il suo senso dalMistero pasquale e come questa Solennità, sebbene assai più sentita a livello popolare (e commer-ciale), sia subordinata alla Pasqua.Francesco e Chiara d’Assisi, Alfonso de’ Liguori (autore del testo di “Tu scendi dalle stelle”), Teresinadel Bambin Gesù sono alcuni tra i santi che hanno saputo contemplare con stupore commosso epieno di gratitudine il Mistero del Dio che si fa uomo. Tale stupore sia anche il nostro, per fare spa-zio a Cristo che, come in Maria, per l’azione dello Spirito di Dio vuole prendere dimora anche nellanostra vita e attende di essere riconosciuto nel volto del fratello, soprattutto del povero

Mezzanotte: SANTA MESSA DELLA NATIVITA', nella notteUn Bambino è nato per noi, ci è stato donato un figlio...ed è chiamato:Consigliere ammirabile, Dio potente...Principe della pace" (Is. 9)

Giorno di natale

Le sante Messe vengono celebrate secondo l'orario festivo (v. pg.54)

In principio era il Verbo e il Verbo era Dio...in lui era la vita e la luce degliuomini. E noi vedemmo la sua gloria come di unigenito del Padre, pieno digrazia e di verità (Gv. 1, 1.4.14)

ore 11.00 santa Messa solenneore 17.00 santo rosarioore 17.30 Vespro solenne del Natale, con la benedizione eucaristica. Segue la s. Messa vespert.

26 - mercoledì S. STEFANO, PROTOMARTIRE - festass. Messe secondo l’orario festivo

27 - giovedì S. GIOVANNI APOSTOLO ED EVANGELISTA - festa28 - venerdì SS. INNOCENTI, MARTIRI - festa

30 - Domenica I dopo Natale: SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE - festa (sett. II) Giuseppe prese con sé il Bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto (Mt. 2, 14).ore 11.00 santa Messa per le famiglie. In questa giornata della Famiglia celebriamo l'anniversa-

rio di Matrimonio di tutti gli sposi cristiani, in particolare delle coppie che celebranoil 15°, il 25°, il 50° e oltre di matrimonio.

31 - lunedì ore 18.00 santa Messa di ringraziamento alla fine dell’anno, con il canto del Te Deum

2007 - GENNAIO

1 - martedì MARIA SS., MADRE DIMARIA SS., MADRE DI DIODIO - solennità nell'Ottava di NataleXL Giornata Mondiale della Pace. Ss. Messe secondo l’ orario festivo (v. pag. 54)

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Maria serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (Lc. 2, 19)ore 17.00 santo rosarioore 17.30 Vespro in onore della santa Madre di Dio e benedizione eucaristicaore 18.00 santa Messa solenne

2 - mercoledì ss. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, vescovi. Sono due dei grandi Padri dellaChiesa d'Oriente - memoria

3 - giovedì primo del mese: giornata mensile parrocchiale di preghiera per le vocazioni. Dopo laMessa delle 8.30, esposizione del ss. Sacramento, fino alle ore 12.00

4 - venerdì primo del mese, dedicato alla devozione verso il s. Cuore di Gesù5 - sabato primo del mese, dedicato alla devozione verso la B.V. Maria. Vigilia dell’Epifania

6 gennaio Epifania del Signore - solennità

Anche per questa solennità, pari al Natale nella rilevanza liturgica, abbiamo diverse accentuazioni inOriente e Occidente quanto all’ “oggetto” della festa. Da noi, e questo è uno degli elementi che ren-dono singolare tale celebrazione, l’incontro delle Tradizioni di varie zone d’Europa (soprattuttoRoma e Gallia) ha prodotto l’affiancarsi dei tria miracula (tre prodigi), tra i quali assume principalerilievo il primo: la rivelazione a tutti i popoli, simboleggiati dai Magi; il Battesimo al Giordano nelquale Gesù è rivelato come Messia e Figlio del Padre ed è rivelata la Trinità; la manifestazione delladivinità di Gesù col suo primo miracolo, a Cana. In Oriente, unico motivo della celebrazione è ilBattesimo di Cristo, vissuto in maniera ancor più solenne dello stesso Natale; esemplare a tale pro-posito è la liturgia della Chiesa Etiopica per questa festa, da essa denominata Timkat (v. “La vecchiaPieve” novembre 2003, pag. 44).In ambedue le Tradizioni, l’Epifania è celebrazione dalla forte accentuazione battesimale ed èanch’essa scintillio della luce di Pasqua (in alcune regioni è denominata “Pasquetta”): non per nullavi si compie l’annuncio della Pasqua. Con la Chiesa d’Occidente, oggi rendiamo grazie per la nostravocazione alla fede, dono battesimale; esultiamo con gioia per essere stati chiamati all’incontro conCristo, Luce che ci riveste (cfr. la 1a lettura), datore dello Spirito nel quale siamo rinati dall’acqua delBattesimo.Giornata Missionaria per eccellenza, un po’ riduttivamente è divenuta la festa dell’InfanziaMissionaria (santa Infanzia).

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria de Signore brilla sopra di te...Cammineranno i popoli alla tualuce...tutti verranno portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore (Is. 60, 1.3.6)

5 - sab. ore 17.40 Primi Vespri della solennitàore 18.00 s. Messa festiva della vigilia

6 - Domenica Giorno dell’Epifania (Sett. III)anniversario dell'ordinazione episcopale del vescovoemerito mons. Giulio Sanguineti (Roma 1981)

ore 9.00 santa Messa solenne, con l’annuncio della Pasquaore 14.30 momento di preghiera per fanciulli e ragazziore 16.00 incontro con Gesù Bambino da parte dei più piccoliore 17.00 santo rosarioore 17.30 Vespro solenne dell'Epifania, con la bened. eucaristica. Segue la s. Messa delle 18.00

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7 - lunedì ore 20.30 nelle rispettive sedi, Centri d’Ascolto della Parola di Dio8 - martedì ore 20.30 presso il Centro Oreb di Calino, prende avvio il Corso Biblico, a cura di don Mauro Orsatti

Prosegue nei martedì successivi, il 15, 22 e 29 gennaio10 - giovedì ore 20.30 nel Focolare inizia il Cammino in preparazione al Sacramento del Matrimonio12 - sabato anniversario dell'ordinazione episcopale del vescovo emerito mons. Bruno Foresti

(Bergamo 1975)

13 - Domenica BABATTESIMO DEL SIGNORETTESIMO DEL SIGNORE - festa (Sett. I)Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Appenabattezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco si aprirono i cieli ed egli vide lo spirito di Dioscendere come una colomba e venire su di lui. Ed una voce dal cielo disse: "Questi è il miofiglio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto (Mt. 3, 13 ... 16-17)

XCIV Giornata mondiale del Migranteore 9.00 s. Messa nel XXXIII della morte di mons. Remo Tonoli, com-

pianto Arciprete di Coccaglio, avvenuta l'8 gennaio 1975ore 11.00 s. Messa con la celebrazione del Battesimoore 15.00 rosario, Vespro - Benedizione eucaristicaore 15.30 ritiro I per i fanciulli del gruppo “Cafarnao”

contemporanemente, nel Focolare, incontro per i loro Genitori

Si chiude il tempo di Natale.

Inizia la prima parte del Tempo Ordinario (o "per annum")16 - mercoledì beato Giuseppe Tovini, laico, sposo e professionista bresciano, memoria facoltativa17 - giovedì s. Antonio abate - memoria

Giornata dedicata all'approfondimento e allo sviluppo del dialogo ebraico - cristiano, per sensibilizzarele comunità cristiane a non dimenticare la "propria radice santa, il popolo di Israele a cui appartengonoGesù e Maria, gli Apostoli e la prima comunità cristiana di Gerusalemme". Tale giornata vuole essereuno stimolo a rimuovere errati e secolari pregiudizi antiebraici e a rispettare e conoscere la tradizioneebraica vivente

18 - venerdì si apre l'ottavario di preghiera per l'unità dei Cristiani

20 - Domenica II del tempo ordinario (Sett. II)DD EDICEDIC AZIONEAZIONE DELLADELLA NOSNOS TRATRA CHIESCHIES AA - solennità parrocchiale

Giornata mondiale dell'Unità della Chiesa (Gv. 1, 29)

Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: “Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!”

ore 15.30 nel Focolare, incontro per i Genitori dei fanciulli del gruppo “Nazareth”ore 15.30 celebrazione comunitaria del Battesimoore 17.30 Vespro e benedizione eucaristica. Segue la Messa delle 18.00

23 - mercoledì beata Paola Gambara, sposa, madre, vedova e terziaria francescana bresciana - mem. f.25 - venerdì CONVERSIONE DI S. PAOLO, APOSTOLO - festa

Termina l'Ottavario di preghiera per l'unità della Chiesa

27 - Domenica III del tempo ordinario (Sett. III) (s. Angela Merici, vergine bresciana) (Mt. 4, 13.17)

Gesù ... venne a Cafarnao. Da allora cominciò a predicare e a dire: "Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino"ore 15.30 nel Focolare, incontro per i Genitori dei fanciulli del gruppo “Betlemme”

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Tutta l’attività della Chiesa èespressione di un amore checerca il bene dell’uomo, cerca la

sua evangelizzazione, cerca la sua pro-mozione nei vari ambiti della vita edell’attività umana. Amore è pertantoil servizio che la Chiesa svolge per venircostantemente incontro alla sofferen-za ed ai bisogni degli uomini. LaChiesa nasce dalla Carità e vive diCarità.

Questa non èdata semplice-mente dall’in-sieme dei serviziper i più poveri,ma dalla voca-zione all’amoreche caratterizzatutti i fedelidella passioneper gli ultimiche anima la sua vita e le relazioni tra ifedeli della condivisione dei beniessenziali, della ricerca continua dirimanere nell’amore di Dio attraversola partecipazione all’Eucaristia, la cele-brazione dei Sacramenti, la formazio-ne permanente costituita sull’osserva-zione e sull’ascolto della storia, sullascelta preferenziale per i poveri; sull’e-sperienza quotidiana di incontro.

La Costituzione Conciliare Lumengentium sintetizza bene, al nume-ro 8, la Comunità di amore tra

Gesù e la Chiesa in forza dellaPentecoste. Come Cristo ha compiutola sua opera di redenzione attraverso lapovertà e le persecuzioni, così pure laChiesa è chiamata a prendere la stessavia per comunicare agli uomini i fruttidi salvezza. Gesù Cristo “sussistendonella natura di Dio, spogliò se stesso pren-dendo la natura di servo” (Fil. 2,7-7 ; 2Cor. 8,9) così anche la Chiesa, quan-

tunque per compiere la sua missioneabbia mezzi umani “non è costituitaper cercare la gloria della terra, bensìper far conoscere, anche col suo esem-pio, l’umiltà e l’abnegazione”. Cristo èstato inviato dal Padre a dare la buonanovella ai poveri, a guarire i malati acambiare il cuore dei peccatori. Cosìanche la Chiesa circonda di affettuosacura quanti sono afflitti dall’umanadebolezza, anzi nei poveri e nei soffe-renti l’immagine del suo Fondatore si

premura di sollevare l’indigenza, ed inloro intende di servire a Cristo. Mamentre Cristo santo, immacolato,innocente non conobbe peccato mavenne allo scopo di espiare i soli pecca-ti del popolo, la Chiesa, che accoglienel suo seno i peccatori, santa insiemee sempre bisognosa di purificazione,mai tralascia la penitenza ed il suo rin-novamento. LaChiesa prosegueil suo pellegri-naggio fra lepersecuzioni delmondo e le con-solazioni di Dio.

Dalla forza delRisorto essa tro-va il coraggiodella testimo-nianza. Il testoconciliare ricor-da che la carità èla scelta per i

poveri, è una chiamata che non trovatanto una giustificazione nella realtàstorico sociale, quanto nel misterodell’Incarnazione, Passione eRisurrezione di Gesù e di conseguenzanel mistero della Chiesa.La storia è il luogo in cui costruire unaComunità nuova, autentica e fraterna.

Soprattutto oggi urge l’obbligoche diventiamo prossimi di ogniuomo e rendiamo servizio con i

fatti a colui che cipassa accanto: vec-chio, abbandonatoe senza lavoro;i n g i u s t a m e n t edisprezzato o esilia-to, fanciullo natoda un’unione ille-gittima o affamato.

Si assiste oggi ad ogni specie di omici-dio: genocidio, aborto, eutanasia e lostesso suicidio volontario. In questastoria fatta di grandezza e miseria, laChiesa è chiamata ad annunziare ilVangelo della salvezza che si concretiz-za nel perdonare chi ci fa del male enello stare accanto e sostenere Cristoche vive nel povero. Ogni Comunità

cristiana deve vedere nelVangelo la forza pertestimoniare l’amore diDio per gli uomini, e laChiesa è il mezzo con ilquale Dio si manifestain mezzo a noi. Dio nonsi manifesta nelle gran-di cose, ma nelle piccolesemplici cose dell’ordi-narietà.

La Chiesa è questo:dono e servizio verso ilpovero e verso laComunità.

Deus Caritas est - 2 -di don Francesco

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Comunità in cammino

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Siamo un gruppo di genitori di bambini con diverse disabilità che trovatosi, su invito del Comune diCoccaglio a un incontro sull’handicap e le sue problematiche, ha sentito poi l’esigenza di continuarea conoscersi e riunirsi.Da questo è nata l’associazione “Desegual” che ha lo scopo di farsi portavoce dei bisogni e delle dif-ficoltà di chi vive una situazione di svantaggio come quella dei nostri figli. Pensiamo che noi comegenitori, ma anche tutti voi che fate parte della Comunità di Coccaglio insieme possiamo fare moltoper questi bambini che già nel nascere devono affrontare sfide enormi. Queste sfide a volte vanno oltrele loro possibilità e quelle delle loro famiglie, ma se la rete di supporto riesce ad estendersi oltre lemura domestiche allora spesso le opportunità e la conseguente qualità di vita migliorano notevol-mente.Se avete interesse, spirito ed energia di misurarvi con il “diverso” vi invitiamo a contattarci per condi-videre con noi questa esperienza.Servizi Sociali FedericaResponsabile: Suardi Miriam 030 7725716 Mamma di Lorenzo

Uno dei peggiori nemici per le nostre famiglie è oggi l’i-solamento: non viviamo in dimore, ma in “apparta-

menti”, luoghi dove (appunto) ci appartiamo, con porte efinestre chiuse e se abitiamo al primo piano anche con lesbarre, che spesso non sono un optional, una “fissazione”,ma una reale necessità. Questa realtà dice di una situazio-ne abitativa e sociale che non facilita affatto l’uscita dall’i-solamento, ma anzi in qualche modo lo incoraggia: la casadi ringhiera della Milano di qualche decennio fa, piuttostoche la casa colonica col cortile, così come tante piazze dipiccoli e grandi centri in tutta Italia, erano indubbiamen-te ambienti più facilitanti all’apertura familiare rispetto aimoderni condomini dove, quando si è in due sul pianerot-tolo, si sta stretti.

In effetti la possibilità di avereuno spazio calpestabile comune,

e la conseguente possibilità di par-larsi, confrontarsi, “accogliersi” trafamiglie, è sempre stata ed è tutto-ra una grossa necessità e un’impor-tantissima “valvola di sfogo” rispet-to alle tensioni (in negativo e allepotenzialità (in positivo) che cia-scuna famiglia accumula al suointerno. Pensiamo solo a quando le mamme si trovanofuori dalla scuola materna e possono scambiarsi racconti,pareri, consigli: a volte, basta una semplice “istruzione perl’uso” per risolvere problemi che da soli, nel contesto della

famiglia “isolata”, sembravano enormi. Molto spesso,quindi, basta un linguaggio di vita quotidiana “orizzonta-le”, senza specialisti, senza psicologi, senza competenzeprofessionali, per “ridare fiato” alle famiglie.

Questa è la vera socialità buona, la capacità di aprirebuone relazioni ad altre persone, non ponendosi come un“territorio liberato” dai confini chiusi (la mia famiglia è ilmio rifugio), ma pensandosi invece come un ambito dibuona vita da poter condividere con le altre persone.

La capacità solidaristica di una famiglia non viene menose viene utilizzata troppo, ma si alimenta invece pro-

prio nell’uso: “c’è una sorta di leggesociale che fa sì che quel che noncircola muore, come è per il MarMorto e il Lago di Tiberiade che,pur formati dallo stesso fiume, ilGiordano, sono l’uno morto e l’al-tro vivo, perché il primo conservatutta l’acqua per sé e il secondo ladà ad altri fiumi”. La solidarietàdella famiglia quindi non è unbene di consumo limitato, come ildenaro, il cui uso ne diminuisce la

disponibilità, ma paradossalmente aumenta facendola cir-colare. Apertura genera apertura, solidarietà genera solida-rietà.

Tratto da “Avvenire”

Famiglie accoglienti e aperte, nella normalità

FAMIGLIAassociazione genitori Coccaglio

age®

presepe nella basilica di S. Pietro

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Non ho programmi precisi da presenta-re. O, se un programma mi è caro, è

quello che ci ha offerto Giovanni Paolo IInella Novo Millennio Ineunte con que-ste parole: “Non ci seduce certo la pro-spettiva ingenua che, di fronte allegrandi sfide del nostro tempo, possaesserci una formula magica. No, nonci salverà una formula, ma unaPersona, e la certezza che essa c’infon-de: Io sono con voi! Non si tratta, allo-ra, di inventare un ‘nuovo program-ma’. Il programma c’è già: è quello disempre, raccolto dal vangelo e dallaviva Tradizione. Esso s’incentra, inultima analisi, in Cristo stesso, da conoscere, amare,imitare, per vivere in lui la vita trinitaria, e trasfor-mare con lui la storia fino al suo compimento nellaGerusalemme celeste. Questoprogramma di sempre è il nostroper il terzo millennio.”

Come Chiesa bresciana, Chiesamadre, ci viene chiesto di concepire edare alla luce Cristo, a imitazione diMaria: di concepirlo con la fede nel-l’ascolto della Parola, di darlo allaluce con la carità che dà forma a tuttele scelte, a tutti i comportamenti, a tutti i progetti dell’uo-mo. È la missione di ogni Chiesa che la Chiesa bresciana èchiamata a realizzare in questo tempo e in questo luogo,con una particolare storia alle spalle e con precise possibilitàdavanti. Per questo m’impegnerò anzi-tutto ad ascoltare e a cercare di capire.Capire quello che il Signore ha fatto e stafacendo in questa Chiesa che ama, quel-lo che il Signore si aspetta da lei e che lesta chiedendo. Sarà il cammino didiscernimento da fare insieme, col con-tributo di tutti se è vero che il Signore

parla al cuore degli umili e comunica loro leverità più preziose.

Vorrei aggiungere alcune riflessioni che mistanno particolarmente a cuore[…].

L’evangelizzazione: nasce come atto diamore nei confronti dell’uomo. La per-

cezione della distanza che separa l’uomod’oggi dal Vangelo diventa il segno dellanecessità sempre più grande dell’annunciodel Vangelo. Non è opera di propaganda enon è intesa a rendere più forte la Chiesa; èopera d’amore e tende solo a rendere l’uomopiù libero e gioioso. Il mondo diventa troppobrutto se non si riesce a guardarlo con gli

occhi dell’amore; la vita è troppo dolorosa se non si riesce arenderla dono d’innamorato. Al di fuori di questo riman-gono solo gli anestetici, per non far percepire la pesantezza

della vita; o gli stimolanti perilludersi di vivere una vita paral-lela, diversa da quella reale.

Annunciare il Vangelo significalavorare per l’umanità dell’uo-mo; e lavorare non con le nostresole forze, ma con la forza dell’a-more che viene da Dio attraversoGesù Cristo. “Così dice il

Signore, che offrì una strada nel mare e un sentieroin mezzo ad acque possenti... Ecco, faccio una cosanuova; proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò

fiumi nella steppa.” (Is 43,16.19)Quando il secondo Isaia diceva questeparole, la condizione di vita degliIsraeliti era avvilente, certo peggio dellanostra oggi. Eppure quella parola eravera e rimane vera per noi: la risurrezio-ne di Gesù ce ne dà la sicurezza perchèha spezzato, e definitivamente, il cerchio

Comunità in cammino - Diocesi

14 ottobre

L’ingresso del nostro nuovo Vescovo

Riportiamo ampi stralci del discorso che il Vescovo aveva preparato per la conclusione della celebrazione in cui ha assunto ufficialmente incarico la nostra Chiesa: ci parla dei suoi intenti, il suo “programma” pastorale.

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Comunità in cammino - Diocesi

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di un mondo autoreferenziale e ha legato per sempre lanostra piccola storia precaria all’eternità di Dio.

La sfida che abbiamo davanti è proprio quella per l’u-manità dell’uomo. Che non è garantita: per ciascuno di

noi essere ‘umani’ è il risultato sempre precario di un’at-tenzione viva, di una crescita continua, di un esercizio(ascesi) perseverante. Non lopossiamo dare per scontato. Ciaccorgiamo benissimo quandodal nostro cuore escono impulsi esentimenti che ci fanno meschini:“Più fallace di ogni altracosa è il cuore – avvertivaGeremia – e difficilmenteguaribile; chi lo può cono-scere?” E aggiungeva: “Io, il Signore, scruto la mente esaggio i cuori.” (Ger 17,9-10) C’è una profondità delcuore che non riusciamo a sondare, che nemmeno i sognirivelano. Ma lì, in quel centro misteriosoe a volte oscuro dell’uomo, lì entra laparola di Dio, lì purifica sentimenti eimpulsi, genera sentimenti nuovi, aprestrade nuove di semplicità (Eb 4,12).

Questo cammino di purificazione ope-rato nel cuore di ogni singola perso-

na va insieme con l’azione di edificazionee correzione della Chiesa. Tutte le dome-niche la comunità cristiana si raccoglieinsieme per ascoltare la parola. A quella parola tutti, insie-me, diamo l’assenso della fede. Così nasce e prende forma ecresce la Chiesa: non attraverso le nostre scelte, ma attra-verso la nostra docilità alla chiamata del Signore. Il cam-mino di questi anni dopo il Concilio è stato fecondo, certa-mente, ma non ha ancora espresso tutte le sue valenze: pocoalla volta la fisionomia delle nostrecomunità deve essere plasmata dal-l’ascolto della parola. Non è ancoracosì: non è forse vero che anchenelle nostre comunità si sviluppanodinamismi di carriera, contrasti dipotere? Possiamo dire che al centrodella nostra attenzione ci stannodavvero i piccoli? Davvero nellenostre comunità non si cerca il pro-

prio interesse, ma piuttosto quello degli altri? Potrei conti-nuare facilmente con l’esame di coscienza, ma mi capitebene. E non si tratta di scandalizzarsi per i limiti che riscon-triamo; sarebbe, temo, anche questa una forma di farisei-smo. Che in noi e tra noi ci siano egoismi, che grano e ziz-zania coesistano è affermazione scontata, addiritturabanale. Il problema non è indignarci e ribellarci; il proble-

ma è volgerci sempre di nuovo versola parola di Dio perchè sia essa aplasmarci e costruirci secondo il suodinamismo proprio. Il problema èche l’eucaristia non sia solo rito, marito che dà forma alla vita dellecomunità e le fa esistere nella logicadell’amore oblativo.

Insomma, l’unità della Chiesa bresciana, di cui mi mettoal servizio, sarà garantita dalla parola e dall’eucaristia se

alla parola e all’eucaristia aderiremo con tutta la nostrafede; se non ci tireremo indietro quando laparola brucerà i nostri sentimenti meschini,quando l’eucaristia ci chiederà il sacrificiosilenzioso di noi stessi. Quando san Paolodescrive la comunità di Corinto come il corpodi Cristo, dice che, a motivo di questo, nessu-no può dire agli altri : “Non ho bisogno divoi.” E, parallelamente, nessuno può dire:“Non c’è bisogno di me.” […] L’unitàpotrà manifestarsi nella Chiesa quando con-cretamente in essa al centro verranno posti i

piccoli – e cioè gli ammalati, gli anziani, i poveri, i bambi-ni... insomma tutti coloro che per un motivo o per l’altro,sono deboli. È proprio così. Quando in una comunità alcentro stanno i posti di potere, la vita diventerà una lottaper occupare quei posti; non è proprio questo lo spettacoloantico e sempre ripetuto della storia? Quando invece al cen-

tro vengono posti i piccoli, allorala comunità si compatta: quelliche hanno capacità, tendono aunirsi tra loro per risponderemeglio alle necessità dei piccoli.Insomma, loro, i piccoli, sonopreziosi perchè da loro dipendemolto della comunione nellaChiesa.

† Luciano Monari

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Comunità in cammino - vita parrocchiale

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Il CPP, convocato per la sera del 28 settembre, ha discus-so i sueguenti punti all’ordine del giorno:

1- Lettera Pastorale del Vescovo Giulio per l’anno2007/08

INDICAZIONI OPERATIVE DEL VESCOVO – qualimettere in pratica?Per prima cosa pubblicare sul bollettino il capitolo sulVescovo della Lumen Gentium, in occasione dell’arrivo delnuovo Vescovo, non tale e quale, ma “sminuzzandolo” inmaniera opportuna, in modo da rendere comprensibile atutti il linguaggio piuttosto tecnico del documento.Il 14 ottobre, giorno dell’ingresso, ricordare nell’omelia itratti principali del ministero episcopale.Tra gli altri documenti che il Vescovo Giulio chiede dipresentare c’è il nuovo Direttorio per la celebrazione deiSacramenti (v. anche il punto successivo); lo si farà neimodi appropriati, da valutare.

2- Avvio lettura del nuovo Direttorio per la celebrazionedei Sacramenti.

Introduzione e primo capitolo: il Battesimo. Cosa si può realisticamente applicare delle indicazionidate?Celebrare alla porta della Chiesa i riti di Accoglienza, poiandare ai piedi del presbiterio per la parte restante delrito; in seguito, per il Padre Nostro, salire attorno all'al-tare con i genitori, padrini e madrine, ovviamente con ineobattezzati.Col tempo, con calma, si cercherà di istituire l’équipe bat-tesimale (la Comunità si fa carico del cammino battesi-male, non solo il parroco).

Si nota, nel Direttorio, l’insistenza sulla responsabilitàdei genitori e sul cammino che essi debbono compiere.Sarebbe il caso che si organizzassero momenti in cui igenitori abbiano l’ambiente, i modi e i tempi per farsicarico del cammino all’interno della comunità: incontri,momenti, ritrovo, condivisione per dare continuità, peres., una Messa al mese per le famiglie che possono cosìpartecipare al completo.Altro esempio: le feste dell’oratorio: con un “passa paro-la", fare in modo che diventino un ritrovo di famiglie;non serve creare nuove occasioni, ma sfruttare quelle checi sono già.

Le commissioni Liturgia e Famiglia si devono incontrareper organizzare quanto su riferito.

3- nuovo anno ICFR; SCOUT, ACR

Il primo gruppo di ICFR “entra a Gerusalemme”; alla finedi quest’anno ci sarà il rito di Ammissione tra i candidatialla Cresima e alla Prima Comunione.Ripartono le attività degli SCOUT e dell’ACR.Si analizza la proposta di portare il catechismo dellaterza media al mattino della domenica e poi andare aMessa insieme.Si fa presente che ci sono molte attività sportive. Inoltre,i ragazzi arriverebbero già stanchi alla Messa; comunque,prima bisogna sentire i ragazzi e i catechisti: se anche solouno non può venire per impegni già assunti, questa cosanon si può fare. In linea di principio non c’è contrarietà:se tutti sono d’accordo, ben venga.

4- Comunicazioni su settimana Mariana, ritorno diMissione, corsi di preparazione al matrimonio.

5 - ...

6- Commercio equo solidale

Il Commercio Equo e Solidale è nato da una iniziativa deimissionari Cattolici per fare un minimo di giustizia neiconfronti degli agricoltori dei Paesi poveri. Il negozio cheoperava nel settore qui a Coccaglio ha dovuto chiudere;in compenso, almeno, una volta al mese si allestirà unbanchetto di rivendita in piazza: situarlo sul sagrato (nonsi tratta di iniziativa politica o a scopo di lucro), avrebbeil significato di condividere la scelta a favore della giusti-zia e dei poveri.Alcuni consiglieri sono contrari: è un luogo sacro, per cuinon si può usare.Per altri, un iniziativa come questa, senza riferimentipolitici e scopo di lucro, con legami forti ai valori evan-gelici, non è fuori posto sul sagrato della chiesa.Dalla votazione, risulta che la maggioranza approva.

E’ stata proposta una nuova convenzione per l’utilizzodella vecchia Pieve; viene richiesto di inserire anche lacondizione che la vecchia Pieve venga restituita, dopoogni uso, nelle condizioni in cui è stata data: pulita e inordine.Il Consiglio approva, previa approvazione della Curia.

LA SEGRETARIA

DAL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

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Come convenuto nella seduta del28 settembre del Consiglio

Pastorale, vengono presentate alcu-ne riflessioni circa l’attuazione deldocumento indicato nel titolo.

Lo scorso luglio, il santo PadreBenedetto XVI ha emesso unaLettera Apostolica motu propriodata (da qui la denominzazio-ne sintetica di Motu proprio)nella quale dichiara che l’usodel Rito romano anteriore allariforma conciliare può esserelegittimamente usato da colo-ro che in esso hanno trovato econtinuano a trovare alimentoalla propria fede e vita spiri-tuale, a determinate condizio-ni.

Il provvedimento di Bene-detto XVI prevede che il

Messale di Paolo VI – quelloche siamo abituati ad usare daquasi quarant’anni - rimangala «forma normale» e «ordina-ria» della liturgia eucaristica; ilPapa afferma chiaramente che,invece, il Messale romanosecondo il rito stabilito dalConcilio di Trento, promulga-to da s. Pio V e vigente fino al1970 nella edizione rivista dal beatoGiovanni XXIII nel 1962, può essereusato come forma «straordinaria»(per comodità, d’ora in poi lo chia-meremo Rito tridentino o di s. Pio V odi papa Giovanni). Tale forma di celebrazione è possibi-le nei giorni feriali e, in ragione diuna sola volta ogni singolaDomenica, anche in quelli festivi.

Non occorre che ci addentriamoin valutazioni o giustificazioni

riguardo a un provvedimento che ilPapa ha ritenuto necessario o utileper il bene della Chiesa: Roma locutaest, causa finita est, si diceva una volta(Roma ha parlato, la questione è fi-

nita), e tanto basta.Ci domandiamo invece: quale attua-zione si potrà avere nella nostraParrocchia di tale facoltà?

Amodo di premessa, sgomberia-mo il campo da un equivoco,

giornalistico, ma non solo: il dilem-ma non è “latino sì-latino no”: quel-la della lingua è una falsa questione,poiché è sempre stato possibile cele-

brare la Messa in latino - beninteso,secondo il rito di Paolo VI (1970) – e,infatti, la Domenica, in Cattedrale,una delle Messe d’orario viene cele-brata nella lingua suddetta.

Il problema è la forma del rito utiliz-zato. Chi ha fatto a tempo a speri-

mentarla, ricorda almenovagamente che il modo concui la Messa veniva celebratafino alla fine degli anni ’60,in alcune cose più o menosecondarie, differiva dall’at-tuale. Esso, comunque, hasempre compreso la sequen-za: atto penitenziale – inno dilode – Liturgia della Parola –Liturgia Eucaristica (intesacome memoriale del Sacri-ficio di Cristo, sua Presenzareale e Comunione).

Mons. A. Plotti, vescovodi Pisa, già amico del

nostro don Tarcisio e, perquesto, più volte venuto tranoi per amministrare laCresima durante il parroc-chiato di lui, ha indicato allasua diocesi i criteri per la cor-retta attuazione del Motu pro-prio; non in senso restrittivo

rispetto a quanto il Papa ha indica-to, ma precisamente a partire daquanto egli ha scritto. Qua e là, nellefrasi tra virgolette (“ ”), ci riferiamoal suo documento che, a motivo delgrande equilibrio, sento di condivi-dere, anche in seguito alla discussio-ne fatta in Consiglio Pastorale.

Una prima condizione per l’uti-lizzo della forma straordinaria

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Comunità in cammino - vita parrocchiale

Lourdes

Il Motu proprio “Summorum Pontificum”1 - nella nostra Parrocchia

di don Giovanni

Una vecchia immagine della Pieve, interessante da vari punti di vista; nelnostro caso, si notano l’assenza della Mensa per la celebrazione rivolta versoil popolo e le “carteglorie” per la Messa secondo il Rito tridentino

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Comunità in cammino - vita parrocchiale

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del Rito romano, cioè il Rito triden-tino, è spiegata chiaramente dalPapa nella Lettera ai Vescovi dellaChiesa cattolica, con la quale egli havoluto accompagnare il Motu proprio:non si deve intendere come - intaccata l’autorità del Concilio, - messa in dubbio la validità dellariforma liturgica da esso operata enemmeno - sconfessata l’opera di Paolo VI e diGiovanni Paolo II e, quindi, dei lorocollaboratori, mons. A. Bugnini inprimo luogo.

Il testo del Motu proprio indica altredue condizioni: 1) il rito di s. Pio V

va utilizzato ove vi sia “un gruppostabile di fedeli che manifestano ildesiderio legittimo di vedere attuatoil «Motu proprio» del Papa”; 2) questogruppo stabile di fedeli abbia acces-so alla lingua latina. Il Papa, in altre parole, non vuoleche si reintroduca l’uso del messaledi s. Pio V, “solo per offrire in manie-ra indiscriminata la celebrazione inlatino secondo il Rito” tridentino achiunque e a qualunque condizione.È perciò necessario valutare “se talerichiesta nasce da un sincero amorealla tradizione antica della Chiesa,da una convinta accettazione delConcilio Vaticano II, e da una istan-za seria e autentica di alimento spiri-tuale”.

La situazione dei cristiani nelmondo non è facile, nemmeno

da noi: la Chiesa, nel suo insiemecome nei singoli (v. l’ambiente dilavoro o quello scolastico), è semprepiù frequentemente bersagliata,senza rispetto per le persone(dovrebbe essere un principio validosempre) e nemmeno per il rivendica-to e sbandierato pluralismo; la ten-tazione di chiudersi in sacri recintiin cui sentirsi al sicuro dentro a un

mondo a sé stante, ma lontano daiproblemi reali, si fa sentire e puòessere comprensibile; non intendoaffermare che tutti quelli che amanoil Rito tridentino lo richiedano perquesto, ma ci può essere il rischioche, in alcuni, la richiesta di utiliz-zarlo nasca dal desiderio di «rifu-giarsi» in un rassicurante passato.Dove andrebbe, in tal caso, a finirelo spirito di apostolato, lo slanciomissionario, il «Duc in altum-Prendiil largo» di Cristo riecheggiato daGiovanni Paolo II (v. pagg. 9-10), ilnuovo atteggiamento di fronte almondo indicato dal Concilio (v. pag.9)?

Iluoghi di culto di Coccaglio, comenon lo sono per liturgie «speri-

mentali» condotte in nome dellastravaganza e dell’improvvisazione,non sono disponibili ad accoglieregruppi che “migrano” allo scopo direalizzare operazioni di meraarcheologia liturgica, condotta innome della nostalgia e della «fuga»(mons. Plotti parla efficacemente di“nostalgico riflusso liturgico”): l’art.5 del Motu proprio “è molto chiaro:«Nella parrocchia in cui esiste stabil-mente un gruppo di fedeli...».Dunque, un gruppo di fedeli che sta-bilmente vivono e operano nella par-rocchia” e non persone che cercanoappoggio altrove, non trovandolonel loro parroco: per questo caso, ilPapa indica altra soluzione.

Per tirare le somme,non senza ricordare

che il Papa esorta i parro-ci affinché, di fronte all’e-ventuale richiesta espres-sa alle condizioni da luiindicate, vi acconsentano«volentieri», possiamogiungere alle seguenticonclusioni:

a) la nostra Comunità non risultaessere tra le regioni in cui «nonpochi fedeli aderirono e continuanoad aderire con tanto amore ed affet-to alle antecedenti forme liturgiche,le quali avevano imbevuto cosìprofondamente la loro cultura e illoro spirito» (Benedetto XVI nellapremessa contenuta nel Motu pro-prio);b) non risulta l’esistenza di quelgruppo stabile di fedeli, indicato dalPapa, che possa fare richiesta dellacelebrazione secondo il rito delbeato papa Giovanni;c) non consta che, a parte chi ha fre-quentato e frequenta il Liceo o l’hastudiata in altro Istituto, vi sianoabitanti di Coccaglio che, interessatial Rito tridentino, abbiano accessoalla lingua latina; né risulta che tragli studenti o ex studenti vi sianopersone affezionate a quel Rito (d’al-tronde, a molti, purtroppo, noninteressa nemmeno quello di PaoloVI…);d) nessuno ne ha, fino ad ora, fattorichiesta.

Basta l’assenza di una delle condi-zioni elencate dalla b) alla d) perconcludere che non sussistonomotivi pastoralmente validi peravvalersi della facoltà concessa dalMotu proprio; da noi quelle condizio-ni mancano tutte e tre.Sul prossimo numero, alcune considera-zioni di carattere generale.

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LLyyoonn -- CChhaarrttrreess -- NNOORRMMAANNDDIIAA ((LLiissiieeuuxx)) ee PPAARRIIGGII8 giorni, dal 23 al 30 aprile 2008

I giorno : Coccaglio - LLIIOONNEE - BeauneIn mattinata partenza per Lione, antica capitale dei Galli, sede delgrande s. Ireneo: visita guidata della città, con i suoi luoghi tipici, lesue Basiliche e le sue piazze. Nel pomeriggio partenza per Beauneper la cena ed il pernottamento.

II giorno: Beaune - CCHHAARRTTRREESS – Caen/zonaPartenza in direzione di Chartres. Visita guidata della magnifica cat-tedrale. Trasferimento a Caen, per la cena e il pernottamento.

III giorno: Escursione ai LLUUOOGGHHII DDEELLLLOO SSBBAARRCCOO in NormandiaEventuale visita della città di Bayeux e del museo “Tappezzerie dellaregina Matilde”; proseguimento per Arromanches e visita al Museodello Sbarco. Dopo il pranzo, breve sosta al cimitero americano di Omaha Beach/Pointe du Hoc, famosa localitàteatro dello sbarco alleato del 6 giugno 1944. Rientro in hotel per la cena ed il pernottamento.

IV giorno: Escursione a MMOONNTT SSAAIINNTT MMIICCHHEELLIntera giornata dedicata alla visita guidata della cittadina, situata su un isolotto roccioso nella baia omonima, con-giunto alla terraferma da una diga: sosta alla celebre Abbazia benedettina dei secoli XII-XIV. Il Monte consacrato aSan Michele nel 708 fu, con il Monte Gargano, nell’Italia del Sud, uno dei primi luoghi di culto dell’Arcangelo SanMichele. Rientro in hotel per la cena ed il pernottamento.

V giorno: Caen/zona - LLIISSIIEEUUXX - ParigiPartenza per Lisieux ed intera giornata dedicata alla visita di uno dei più famosi centridi pellegrinaggio francesi. All’alba del XX secolo la Francia e poi il mondo intero sco-prono la vita ed il messaggio di una giovane Carmelitana normanna, santa Teresa delBambino Gesù. Visita alla Basilica, costruita in suo onore negli anni ‘30, alla tombadella Santa, alla Cattedrale gotica. Trasferimento a Parigi, per la cena ed il pernotta-mento.

VI giorno: PPAARRIIGGIIVisita guidata della città: Ile de la Citè con la cattedrale di Notre-Dame; quartiere lati-no, con il boulevard Saint-Michel; Giardini e Palazzo di Lussemburgo; Sorbonne e TourEiffel; Arco di Trionfo e Champs Elysés.

VII giorno: Escursione a VVEERRSSAAIILLLLEESS -- PPaarriiggii:: LLOOUUVVRREEVisita guidata di Versailles, famosa reggia di Luigi XIV (il “Re Sole”), capolavoro di architettu-ra e di ingegneria idraulica. Nel pomeriggio, rientro a Parigi e visita guidata al Museo delLouvre.

VIII giorno: Parigi - CoccaglioIn mattinata partenza in direzione del confine italiano con sosta lungo il percorso. Arrivo pre-visto nel tardo pomeriggio.

Per informazioni e iscrizioni rivolgersi al diacono Francesco.Per informazioni più dettagliate vai alla pagina principale del nostro sito:www.coccaglio.com

Iscrizioni dal 20 novembre al 29 febbraio o prima, in caso di esaurimento dei posti disponibili

Comunità in cammino - vita parrocchiale

Il pellegrinaggio parrocchiale

di primavera

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Comunità in cammino - dall’Oratorio

21 OTTOBRE: PRIMA CONFESSIONE

Dopo l’interruzionedovuta all’avvio delnuovo Cammino diIniziazione Cristi-ana, i fanciulli del 4°anno - era tappaprevista per il 3° ecosì infatti sarà peril gruppo che segue-ha celebrato per laprima volta il sacra-mento della Riconci-liazione.Ringraziamo il papàche ha messo adisposizione le fotoqui riprodotte e cheritraggono due mo-menti della celebrazione, tenuta nella sug-gestiva cornice della Pieve, e l’intero grup-po, al termine.

La festa è continuata nel Focolare con ilrinfresco, per il quale ringraziamo coloroche lo hanno preparato e i genitori che vi

hanno contribui-to “in natura”.

Soprattutto, ilgrazie va a colo-ro che seguono ilcammino cate-chistico di questifanciulli e aglianimatori deiloro genitori.

Alla prossimatappa.

dG

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Comunità in cammino - dall’Oratorio

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DAL CONSIGLIO

DELL’ORATORIO

Il Consiglio dell’oratorio si è riunito martedì 30ottobre per discutere vari punti presenti all’ordine del giorno,quali la revisione delle feste tenute nel periodo estivo: 35° anni-

versario del Focolare, Festa dell’Uva e Focofest; inizio delle atti-vità oratoriane e il punto della situazione sulle autorizzazioni ASLe sulla cucina dell’oratorio.

E’ stato presentato e consegnato a ciascun membro del consiglioil resoconto economico delle feste, che nel loro complesso hannorealizzato un utile di 18.586.09. Oltre al riscontro monetario, sonostate fatte alcune considerazioni sull’aspetto educativo delle feste.Queste potrebbero diventare, infatti un momento di incontro e direvisione della Comunità Educativa dell’Oratorio, che è moltoampia e ha trovato e trova difficoltà nel riunirsi.

Per quanto riguarda l’inizio dell’anno oratoriano, i vari gruppihanno ripreso il loro cammino e le loro attività secondo le variemodalità, senza riscontrare particolari problemi.Domenica 4 novembre, in oratorio sarà organizzata l’ormai con-sueta castagnata al termine del catechismo. Inoltre, domenica 11novembre sarà preparato, sempre in oratorio, un pranzo con i piat-ti tipici della nostra tradizione, mentre per domenica 16 dicembresi pensa allo spiedo da asporto e, forse, non solo da asporto.

La preparazione e l’organizzazione di pranzi è possibile grazie alfatto che la cucina dell’oratorio ha ricevuto l’autorizzazione defini-tiva dell’ASL. A tale proposito nel 2008 dovrà essere aggiornato ilcorso alimentaristi per i volontari del bar e per chi opera in cuci-na. Inoltre, è stata messa al vaglio del Consiglio un preventivo perla stesura di un manuale HACCP (Hazard analysis and criticalcontrol points) per le norme di sicurezza in campo alimentare.Prima di prendere una decisione in merito, non conoscendo lanormativa al riguardo, il Consiglio ha suggerito di chiedere ad unesperto se vi sia la necessità di questo manuale per una cucinache non verrà utilizzata come ristorante, mensa o altre attivitàcommerciali.

Infine sono stati sottoposti all’approvazione del Consiglio alcuniacquisti, primo fra tutti il fotostampatore. L’oratorio ne possiedeuno, acquistato usato, che richiede continue riparazioni. Per que-sto motivo sono stati richiesti alcuni preventivi per valutare la con-venienza delle continue riparazioni. Il Consiglio ha vagliato i pre-ventivi e ha approvato l’acquisto di un nuovo fotostampatore.Inoltre, è stato discusso e approvato l’acquisto del forno per lepizze. Questo, infatti potrà essere utilizzato durante le feste rispar-miando il costo, non indifferente, del noleggio, e per altre iniziati-ve di aggregazione all’interno dell’oratorio. E’ stata poi evidenzia-ta la necessità di una disinfestazione della cascina dell’oratorio. Atale proposito verranno richiesti dei preventivi a ditte specializza-te.

In conclusione è stata proposta ed accolta l’intitolazione di unadelle aule dell’oratorio a Stefano Pedalino, aspirante diacono eprezioso collaboratore dell’oratorio.

Notte e la sua magiaSfilata di moda per beneficenza

17 Ottobre 2007

Musica, arte, danza, luci, colori e bel-lissimi abiti indossati da sei modelle eventiquattro bambini, sono stati icontenuti della grande sfilata di moda“Notte e la sua magia” organizzataper fini benefici, in collaborazionecon la Boutique Capriccio di Coccaglio,Albicoccolo moda bimbo di Coccaglio,vestiti da sposa Amigoni di Presezzo(BG), Concessionaria Automonte &Carrozzeria 2000 di Coccaglio e moltialtri.

A fare da cornice all’evento è statavilla Calini che per una sera ha tra-sformato la sua maestosa scalinata el’ampio viale d’accesso in una lungapasserella di moda sulla quale sonostati ammirati eleganti e affascinantiabiti con strascico, da sera e dasposa, senza tralasciare un vastoassortimento di capi per il mondo deibimbi. Ma non si è trattato solo dimoda: ad alternare il passaggio dellemodelle, infatti, sono andate in scenaesibizioni musicali della cantanteSara Corna e momenti di spettacolocurati dalle ballerine dell’associazione“Arte e Danza” di Coccaglio.Il ricavato della serata verrà destina-to all’Oratorio “Il Focolare”.L’impegno degli organizzatori DeboraBuccolieri modella professionista,Marco Bettinelli e Gianpietro Paris èstato a livelli molto alti per garantireuna serata speciale. Lo staff dietro lequinte era formato tutto da profes-sionisti, partendo dalla truccatrice, alservice, alla presentatrice, ecc.

Grazie a tutti coloro che hanno realizzato lasimpatica iniziativa.

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Comunità in cammino- dall’Oratorio

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Feste:conti e ringraziamentiForniamo alcune cifre concernenti alcuneattività dell’Oratorio. Per quanto esse nonpossano ridursi a iniziative per raccoglierefondi, e nemmeno possano essere attuatesolo a fini aggregativi, poiché non ci è giun-to materiale di altro tipo, pubblichiamoalmeno i dati che seguono riguardanti alcu-ne delle attività finora svolte e verificate abilancio nel corrente anno (la prima cifraindica l’incasso lordo, la seconda l’utile):

Carnevale: € 740,00 € 686,00Cena afric. € 2.905,00 € 2.905,00 *Calendari Or. € 1.700,00 € 1.700,00 *Festa del 35° € 21.222,00 € 9.059,00F.Uva/Focof. € 23.237,00 € 9.562,00Castagnata € 340,00 € 75,00

Delle successive attività non è ancora pron-to il resoconto; di quelle contrassegnatecon asterisco (*) il ricavato è stato già ver-sato a favore della ristrutturazionedell’Oratorio (v. bolettino di maggio). Lacorrispondenza piena tra l’utile e il lordo diqueste stesse attività indica che fornitorie/o altre persone hanno provveduto a sob-barcarsi la spesa. A loro e a tutte le perso-ne che hanno collaborato a queste e adaltre inziative, comprese quelle di animazio-ne, il nostro grazie sentito.

don Giovanni

ripubblichiamo, completato con le date degli adulti il

Calendario dei ritiri Eccetto che per gli adulti, questi appuntamenti coinci-dono con una delle domeniche già indicate per l’incon-tro di catechesi; gli orari saranno indicati di volta involta

Ritiro I - in prossimità a Natale / EpifaniaGruppo “Cafarnao”: Domenica 13 gennaio 2008Gruppo “Gerusalemme”: Domenica 18 novembre 20075a elementare: Domenica 25 novembre1a media: Domenica 2 dicembre2a media: Domenica 16 dicembre3a media: Domenica 23 dicembreadolescenti e giovani da concordare con i gruppiAdulti mercoledì 19 dicembre

Ritiro II - in vista della PasquaGruppo “Cafarnao”: Domenica 2 marzo 2008Gruppo “Gerusalemme”: Domenica 10 febbraio5a elementare: Domenica 24 febbraio1a media: Domenica 17 febbraio2a media: Domenica 2 marzo3a media: Domenica 16 marzoadolescenti e giovani da concordare con i gruppiAdulti mercoledì 12 marzo

Ritiro III - in vista della PentecosteGruppo “Cafarnao”: Domenica 27 aprileGruppo “Gerusalemme”: Domenica 13 aprile5a elementare: Domenica 20 aprile1a media: Domenica 6 aprile2a media: Domenica 6 aprile3a media: Domenica 18 maggioadolescenti e giovani da concordare con i gruppiAdulti mercoledì 7 maggio

Come puoi contribuire alle spese per la ristrutturazione del Focolare1 - Anzitutto, frequentandolo: ciò dà senso all’impegno che si sta affrontando.2 - Offerta libera che può essere consegnata ai sacerdoti, al diacono o nel corso della raccolta “pro Oratorio” e “pro opere parroc-

chiali”3 - Offerta libera tramite versamento o bonifico, detraibile ai fini dell’Irpef, sul CC n. 2085/87, presso la Banca Popolare di Sondrio

- ag. di Coccaglio; ABI 05696 - CAB 54360 - CIN X, intestato a “Il Focolare ONLUS”4 - Impegno morale o scritto a versare una quota fissa periodicamente, in occasione della giornata mensile “pro Oratorio” o diret-

tamente ai sacerdoti o al diacono5 - Prestiti gratuiti (senza interesse)6 - Prestiti a basso interesse7 - Contribuire alla ristrutturazone dell’Oratorio può essere un modo alternativo per partecipare alle gioie o ai lutti di parenti o

amici

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Comunità in cammino - dall’Oratorio

IIII GGGGRRRRUUUUPPPPPPPPIIII DDDDIIII FFFFOOOORRRRMMMMAAAAZZZZIIIIOOOONNNNEEEE

alla vita cristiana

Gruppo Betlemme - I anno ICFR(cammino Genitori)don Roberto e aiuti

Gruppo Nazareth II anno ICFR1- cammino GenitoriMazzotti LucaMarinoni SilvioMarchetti RobertoMurgo Patrizia

2- cammino FanciulliBosio Tiziana - Cabrioli CristinaBulgari Daniela - Donghi EleonoraMartelli Stefania - Raccagni Marica

Gruppo Cafarnao III anno ICFR1- cammino GenitoriCorsini AntonioMassetti AnnaRossi Giuliana

2- cammino FanciulliVitali Carmen - Massetti ElenaLancini G.Marco - Bandera MonicaLecchi Maria - Bersini Giuliana

Gruppo Gerusalemme IV anno ICFR1- cammino GenitoriCorsini AntonioMassetti AnnaRossi Giuliana2- cammino FanciulliBonassi Laura - Perini SilviaCucchi Rosa - Cucchi SilviaDel Barba Pierino - Capretti Marisa

Quinta ElementareBescotti CarlaBulgari MichelaMarini Silvia

Prima mediaBariselli Elena -Zanaglio DeleniaCadeo Paola - Smorgoni LeonardoGozzini Ambra - Zanaglio AgneseGozzini Diego - Gozzini Tecla

Seconda mediaCarminati M.Cristina - Sintini Stef.Lorini RosannaMartinelli MarcoZanni Manuela - Massetti Sabrina

Terza mediaFaccoli MarcoMarchetti Giorgio - Gozzini GiadaGalli madre AdeleAndreoli Tiziano

Gruppi degli Adolescenti1° anno: Ghidini Marcella,Alberti Matteo, Corsini PaoloFossati Giulia2° anno: Moraschi SergioMassetti Claudia, Massetti IvanTerzi Francesca

3°anno: Lorini Giambattista, Corsini Giovanni

Gruppo GiovaniGuerini Laura, Buffoli Marta

Educatori ACRLancini Francesco, Belotti MicheleCorsini Emanuela, Lorini PaolaCasali Elisa, Corsini Giovanni;Donghi Eleonora, Giardini Stefano,Lorini Filippo, Massetti Claudia

Capi SCOUTBighetti Andrea, Dolci Omar, Ramera Marzia, Frigoli Emma,Loda Maria Grazia, Metelli Luca,Urgnani Assunta, Presti IlarioMaffezzoni Michela, Piacentini Roberta

Un grazie sincero a tutti coloroche, con il loro servizio educativo,esprimono la corresponsabilità ditutta la Comunità nell’annuncio delVangelo e nella trasmissione dellafede alle giovani generazioni.

SOS FAMIGLIA

Centro d’ascolto famigliaun servizio offerto dalla nostra Zona Pastorale

a supporto e sostegno e come spazio di ascolto per le famiglie in difficoltàA Cologne, via Castello (Oratorio femminile)

Telefonare al 346-3652304 e chiedere un appuntamento, nei seguenti giorni mercoledì, dalle ore 14.00 alle 16.00; venerdì, dalle ore 9.30 alle 11.30

www.coccaglio.com/CAF.asp

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Comunità aperta

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Nella società odierna dovenon c’è la pace sociale,

in quanto prevalgonol’ingiustizia e gli egoismi, e iricchi dispongono di numerosiprivilegi: è importante poterconfidare nella solidarietàper aiutare gli altri, comeunico messaggio di speranzache dovrebbe avvicinare gliuomini e i popoli. E’ im-portante considerare il sentitodesiderio di aiutare i menofortunati, presente nellasocietà italiana e nel mondo,dove prolificano le associazioniassistenziali e il volontariato,dove uomini e donne, giovani e anziani, portano sostegnoe aiuto senza ricevere nulla in cambio. La situazione diguerra permanente nel Medio Oriente rischia di fomentareodi e divisioni, e invece mancano inequivocabili segnali dipace. Quella che sembra una vicenda privata tra Americanie Iracheni, tra Israeliani e Palestinesi, una contrapposizionetra culture, abitudini, usanze, e religioni diverse, rischiadi provocare una frattura insanabile tra i due popoli,alimentando un odio sottile in una guerra spietata il cuifine è il predominio economico del mondo.

Così, di fronte al terrorismo e alla violenza quotidiana,l’arabo, il nero o l’albanese, iniziano ad essere considerati

in maniera differente, e anche chi ne era strenuo difensore,oggi vacilla nelle proprie convinzioni; anche quelli chesimpatizzavano per il popolo russo o quello ceceno, nutronodelle perplessità: troppi morti, troppe violenze per crederead una parte anziché ad un’altra, e diventa così difficileriuscire a calmare gli animi in nome di un odio mai sopito.Inoltre, è impossibile non considerare, in un futuro ormaiprossimo, gli altri popoli in via di sviluppo, gente avida dipotere e ricchezza, pronta ad affacciarsi sulla scenainternazionale, mettendo in crisi gli equilibri dell’interaciviltà occidentale. In questo preoccupante scenario, è undovere di tutti comprendere gli altri, aiutandoli a trovareequilibri di sviluppo e capacità di convivenza civile.

La pace si trasforma in un miraggio e altri focolaidi guerra si profilano all’orizzonte, di fronte a Paesi

in cerca di nuovi armamenti nucleari come l’Iran, oaltri popoli che lottanoduramente per lasopravvivenza, e quindidisposti a tutto pur diraggiungere il proprioobiettivo. La rispostadell’Occidente non potràessere affidata alle armi,ma alla capacità difavorire lo sviluppo interre lontane grazie adaccordi economici ecommerciali, ed ancheallo sfruttamento delle

risorse naturali, ma non comedominatori, ma piuttosto dapersone civili ed accorte. Lafacile soluzione non esiste.Solo gli organismi inter-nazionali, come l’ONU, laCroce Rossa e le associazioniumanitarie, potranno portareun messaggio di pace e diprogresso, con aiuti mirati,medicine e viveri di sosten-tamento, ma anche conistruzione e tecnologieavanzate e, in particolare, consolidarietà umana e civile.

La pace non si ottiene coni martiri ma con i buoni

proponimenti e con il rispettodi ogni differenza etnica,culturale e religiosa. Un uomo,divenuto Dio, due millennifa, predicò l’amore e fu il veroartefice di pace tra gli uomini;dopo di Lui solo guerre eterrore.

IL VALORE DELLA SOLIDARIETÀ’di G. Pedrali

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E’ stato particolarmente interessante per i suoi spuntireligiosi, umani e solidali, l’incontro che si è tenuto

presso la Sede del Gruppo Missionario al CentroMonauni l’11 luglio scorso con suor Emilia Paris e suorClara Pagani. Tutte e due hanno trascorso un periodo diriposo qui a Coccaglio durante la primavera e l’estateappena trascorse; l’incontro aveva l’obiettivo di salutarele nostre amiche e avere un quadro del loro operato inAfrica.

Suor Emilia, Missionaria dellaConsolata che lavora in Kenya, ciha illustrato il suo lavoro presso il“Consolata Sister” di Nairobi, l’ap-poggio logistico, organizzativo eburocratico per i visti e i passa-porti che deve fornire alle sueConsorelle in arrivo e in partenzada Nairobi e dal Kenya.Particolarmente toccante è statala sua testimonianza sull’uccisio-ne di suor Leonella Sgorbati(amica di suor Emilia) uccisa aMogadiscio in Somalia il 17 set-tembre 2006, colpita a mortementre si recava all’ospedale cuiprestava servizio, da alcuni sicariche si erano appostati dietro adun’automobile. Bravissima infer-miera da molti anni, nel 2002aveva iniziato i primi corsi della scuola per infermieri aMogadiscio e nel 2006 erano usciti i primi diplomati. Inagosto, vincendo le forti resistenze burocratiche, suorLeonella era riuscita ad ottenere per i propri allievi undiploma internazionalmente riconosciuto dall’Organiz-zazione Mondiale della Sanità. La sua morte violenta èstata un duro colpo per tutta la famiglia dei Missionaridella Consolata e per le Comunità Missionarie del Kenya.Suor Emilia ha descritto con emozione e con forza i sen-timenti che hanno pervaso le sue Consorelle appenasaputa la notizia: “Eravamo spaventate e angosciate, ciinterrogavamo quale futuro potevamo avere, ci scopriva-mo poche e vecchie per affrontare ormai i problemidell’Africa”. E’ stata la fede e la testimonianza a rispon-dere per loro, a far loro rimboccare le maniche e a rispon-dere all’odio e alla violenza con il linguaggio del perdonoe della condivisione solidale.

Come Gruppo Missionario infine cercheremo difinanziare il Progetto: “Kuni Moja (un pezzo di legna)

per risparmiare legna” di cui è responsabile suor Emilia,finalizzato a costruire forni di mattoni isolanti per ridur-re la dispersione di calore con un minimo di consumo, eper risparmiare e rispettare l’ambiente della savana pove-ro di legna e di materie prime. Il Kuni Moja è rivolto a unaScuola-Convitto di 160 ragazze in Karare, nel Nord del

Kenya. Il Progetto, che richiede unfinanziamento di 6.000,00 Euro, per-metterà inoltre la nascita di un boscodi Grevillae e Encephalea, una vegetazio-ne particolare che può crescere in queiterreni aridi, anche se ci vorranno setteanni prima che si possano tagliare iprimi rami laterali, e fornire la legnanecessaria. Se qualcuno vuole aiutarcipuò contattare Daniela (030 7700227)o Severa (030 723657). Suor Emilia èritornata a Nairobi nei primi giorni diagosto.

Suor Clara ci ha parlato invece deiragazzi che accoglie nel suo “Centro” edel difficile cammino della comunitàrwandese verso la riconciliazione dopoil genocidio del Rwanda, uno dei piùsanguinosi episodi della Storia del XXsecolo. Da aprile alla metà luglio del1994, in circa 100 giorni vennero mas-

sacrate sistematicamente con armi da fuoco e machete,circa 1 milione di persone, prevalentemente di etnia Tutsi,ma non venne risparmiata una larga parte di Hutu mode-rati, soprattutto personaggi politici.Attualmente la povertà è molto diffusa, dovuta ad episo-di metereologici non favorevoli, alle condizioni economi-che che escludono ancora una volta i più svantaggiati e ipiù deboli, ad un disgregamento della famiglia dove igenitori e molto spesso il papà, non sanno proteggere iloro figli e li abbandonano, l’AIDS inoltre, è molto diffu-so. Quando questi ragazzi ritornano nel Centro, dopo unperiodo di permanenza in famiglia, sono ancora piùmagri e con la pancia gonfia di quando sono partiti.Il processo di riconciliazione nazionale voluta dal presi-dente rwandese Paul Kagame ( a cui è andato il Premio“Nessuno tocchi Caino”nell’ottobre 2007 per aver aboli-to la pena di morte in Rwanda, e che è stato oggetto di

DDAALL GGRRUUPPPPOO MMIISSSSIIOONNAARRIIOO

MMIISSSSIIOONNAARRII DDII CCAASSAA NNOOSSTTRRAAVITA MISSIONARIA

Il Battesimo di Cristo, con il dono dello Spirito, inaugura lasua missione (Gaudnzio Ferrari, 1540)

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critiche profonde soprattutto dai comboniani, N.d.R.) èaffidato a tribunali popolari della Gacaca (letteralmentela giustizia sul prato), giurisdizioni semi-tradizionaliincaricate di processare rwandesi sospettati di aver parte-cipato al genocidio del 1994. Se individuano dei colpevo-li sulla base di alcune testimonianze, gli accusati possonoessere incarcerati per vari anni senza ulteriori livelli diaccertamento giudiziario.

Suor Clara è ritornata in Rwanda il 16 settembre esubito ci ha scritto: “All’aeroporto a ricevermi c’erano

tutti i miei collaboratori e il martedì successivo ad acco-gliermi al Centro, c’erano tutti i bambini. Abbiamo pran-zato insieme con riso, un pezzetto di carne e aranciata.Un caro saluto a tutti. Suor Clara.”

All’incontro era presente anche la sorella di padreOmodei, Lina, che ha vissuto a Manila con padre Battistanei mesi di giugno, luglio, agosto di quest’anno per esse-re di supporto e di appoggio al fratello nella sua terra diMissione. Lina ci ha portato il saluto di padre Battista eci ha parlato delle precarie situazioni in cui vive il popo-lo filippino, dovute alla povertà e alle malattie.

PPaaddrree BBaattttiissttaa OOmmooddeeii. Nel settembre dell’annoscorso un violento uragano colpiva la parte meridionaledelle Filippine e distruggeva in parte il Centro Harong KanSagrada Famiglia di Legazpi City dove Padre Battista svol-geva la sua Missione (ora si trova a Manila) in cui si ope-rava in favore di anziani, handicappati, bambini disabili eammalati. La costruzione di un nuovo e più grande salo-ne multifunzionale, in cui tutte le attività potranno esse-re riprese, migliorate e ampliate sarà fattibile grazie aifinanziamenti raccolti presso Enti e persone che genero-samente hanno contribuito e che renderanno possibileun sogno che da tempo padre Battista coltivava per la suagente. In una prossima occasione daremo una relazionedettagliata di tutto quello che renderà possibile questaimportante opera.Il giorno di Natale di quest’anno ricorrerà il 40° anniver-sario dell’ordinazione sacerdotale di padre Battista.Quasi certamente egli sarà a Coccaglio per trascorrerealcuni giorni con la propria famiglia proprio nel periodonatalizio e sarà dunque possibile che la sua Comunitàpossa esprimere con lui tutta la sua gratitudine alSignore perla sua coe-renza e testi-monianza.

DDaammiiaannoo ee FFrraanncceessccaa aannddrraannnnoo iinn BBuurruunnddii ccoonn lloo SSVVII CCaassaa,, ffaammiigglliiaa…… ccii mmaannccaavvaa qquuaallccoossaa

Non è facile far capire perché abbiamo deciso diabbandonare tutto e tutti, lasciare questomondo comodo, tecnologico, avanzato, per

andare in un altro, considerato arretrato, sottosvilup-pato e barbaro. Beh, inutile dire che noi non li vedia-mo così, anzi, pensiamo che il primo possa esseredefinito incivile, antidemocratico e schiavo del dena-ro, mentre l’altro ci piace immaginarlo incontaminato,verde, come il colore della colline e rosso, come ilcolore della terra....Francesca, all’Africa ci ha sempre pensato; forse per-ché c’è nata, ventotto anni fa, forse perché il suopapà (Valerio Belotti, già volontario in Burundi - NdR)l’ha sempre affascinata con le storie e le fotografiescattate nel corso delle estati trascorse là. Forse per-ché è sempre stata interessata all’altro, al diverso.Damiano, invece, viene da una famiglia (coccaglie-se) “come tante altre”, nella quale è cresciuto sere-namente e sempre con uno sguardo verso i menofortunati. Una famiglia semplice che gli ha trasmessoi valori di altruismo, generosità e fratellanza, e che loha sempre accompagnato da vicino durante tutta lasua vita. L’undici giugno di due anni fa ci siamo spo-sati (a Coccaglio - NdR) e poco dopo abbiamo inizia-to il primo anno del corso di formazione dello SVI.Perché abbiamo deciso di frequentarlo? Un po’ percuriosità, un po’ per conoscere nuove persone, un po’perché questa vita non ci bastava più. Avevamo unabella casetta, due cani che adoravamo, un lavorosoddisfacente, amici, familiari e tutto ciò che una per-sona può desiderare, ma ci mancava qualcosa,anche se non sappiamo definire cosa. Dopo due annidi corso, semplicemente, abbiamo dato la disponibi-lità a partire e dopo qualche mese è arrivata la noti-zia che ci ha cambiato la vita (e anche quella, in pri-mis, dei nostri genitori!): partiamo per il Burundi. Daquel momento qualcosa è cambiato. È cambiato ilnostro modo di approcciarci a questa vita, è cambia-to l’atteggiamento nei confronti di alcune persone,sono cambiate le priorità ed il modo di guardare ilMondo.

Vivremo in un paese situato a nord del Burundi, Mivo,dove lavoreremo fianco a fianco dei Batwa, minoran-za etnica burundese, emarginata e lasciata sola a sestessa. Il progetto coinvolge molti campi d’intervento:dall’educazione alla sanità, dall’agricoltura all’integra-zione con le altre etnie (i barundi), ma non possiamodilungarci di più sull’argomento. Ciò che ci attraemaggiormente è lo scambio di ricchezza di cui noisaremo i principali beneficiari, l’incrocio di culture ereligioni diverse, la cooperazione con questo piccolopopolo. E il dover reinventarci, scoprire parti di noistessi nuove e sconosciute.

da “Kiremba”

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DAL MONDO DEL VOLONTARIATO

Comunità aperta

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...Ci fa piacere chi viene alla banca-rella perché conosce il Commer-

cio Equo e Solidale; ci fa più piacere chi siavvicina alla bancarella perché non cono-sce questo tipo di commercio ed ha degliinterrogativi da porre.

Vorremmo rispondere a due delle doman-de più ricorrenti e molto interessanti.

1-Come mai questo caffè (che non è neanche dimarca) ha questi prezzi ?Per rispondere a questa domanda bisognaprima conoscere i principi del commercioequo e solidale. I criteri su cui si basa ilrapporto tra le persone coinvolte in que-sta catena di commercializzazione (pro-duttori, lavoratori, importatori, Botteghedel Mondo e consumatori) sono:-PREZZO EQUO: è stabilito con i pro-duttori e deve garantire un adeguato gua-dagno tenendo conto del lavoro impiega-to e delle condizioni di vita del posto.-MECCANISMI DI PREFINANZIA-MENTO che danno modo ai piccoli pro-duttori di reperire le risorse per l’acquistodi materie prime ed attrezzature, senzacontrarre debiti o intaccare le risorsedestinate al sostentamento familiare.-GARANZIA DI RAPPORTI COM-MERCIALI DIRETTI E CONTINUA-TIVI, evitando di ricorrere a ogni generedi intermediazione speculativa e stipulan-do accordi di durata pluriennale che per-mettono ai produttori di pianificare leproduzioni e gli investimenti necessari.-TUTELA DEL LAVORATORE: condi-zioni di lavoro dignitose, giuste retribu-zioni, pari opportunità lavorative e sala-riali, rifiuto del lavoro minorile a prescin-dere da quanto consentito dalle legisla-zioni locali.-RISPETTO DELL’AMBIENTE E PRO-MOZIONE DEI PRINCIPI PER UNOSVILUPPO SOSTENIBILE in tutte le

fasi di produzione e commercializzazione,promuovendo e privilegiando produzioninon intensive o biologiche, con processiproduttivi e distributivi a basso impattoambientale.-TRASPARENZA, garantendo al consu-matore la massima trasparenza su tutte leoperazioni commerciali, dal prezzo con-cordato con il produttore al costo diimportazione e distribuzione.

Proprio sulla base di quest’ultimo prin-cipio torniamo al nostro “ caro” caffè

proponendo il prezzo trasparente di unacooperativa di importazione.

250 gr. di caffè di Libero Mondo (classico)€ 2,65 così suddiviso:prezzo al produttore € 0,90 (40,73%)nolo, dazio, sdoganamento, prefinanzia-mento € 0,069 (3,15%)costo trasformazione € 0,35 (15,64%)trasporto in Italia € 0,04 (1,64%)margine medio botteghe€ 0,51 (22,90%)margine lordo cooperativa di importazio-ne Libero Mondo € 0,35 (15,94%) I.V.A. € 0,44 (20,00%)Questo è il prezzo trasparente del caffèche si può trovare sulla nostra bancarella:un prezzo equo per un giusto guadagno.

Al contrario, cosa sappiamo dei prezzi (avolte convenientissimi) del supermerca-to? Di trasparente non c’è niente, ma sepensiamo che con questi prezzi comun-que ci guadagnano: intermediari locali,esportatori, importatori, distributori,negozianti e una parte (non indifferente)serve per la pubblicità che rende il caffè“di marca”, è facile pensare a quanto“poco” resti al produttore.

2- Questi prodotti alimentari sono igienicamen-te sicuri?

Tutti i prodotti alimentari confeziona-ti del Commercio Equo e Solidale,

sono realizzati con materie prime prove-nienti dal Sud del mondo, che sono sog-getti ad un rigoroso controllo di qualitàprevisto dalla legge (come per i prodottidi “marca”). Successivamente sono tra-sformati e confezionati prevalentementein Italia, in buona parte certificati da agri-coltura biologica e regolarmente control-lati dall’Ufficio Assicurazione Qualitàinterno.

Ma facciamo un esempio pratico: il panet-tone.Per il prossimo periodo festivo anchesulla nostra bancarella troveremo questotradizionale dolce natalizio, con l’uvetta ocon gocce di cioccolato. Si tratta di unprodotto del Commercio Equo e Solidalein quanto la percentuale di materie primedi questo commercio è del 70% per ipanettoni al cioccolato e del 63% per ipanettoni all’uvetta.Gli ingredienti sono pochi e semplici: fari-na, tuorlo d’uovo, burro anidro, zuccherodi canna, cioccolata/ uvetta e lievito natu-rale. Il cacao, lo zucchero di canna e l’u-vetta provengono da organizzazioni dipiccoli produttori del Sud del mondo cheda tempo hanno avviato uno stretto con-

COMMERCIO EQUO E SOLIDALE:domande e spiegazioni

“ Più che vendere un prodotto condividiamo un’idea.Migliaia e migliaia di artigiani e di volontari delle Botteghe del Mondo

per una rete di Commercio equo e solidale.”

Rigoberta Menchù, Premio Nobel per la pace

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In occasione del 40° anniversario dellamorte di don Lorenzo Milani ci pare

giusto ricordare il sacerdote che si pro-digò per il riscatto culturale e sociale ditanti ragazzi, figli di contadini e di ope-rai in particolare, vissuti con Lui allafamosa scuola di Barbiana, una picco-la frazione di montagna in provincia diFirenze. E riteniamo doveroso far cono-scere questa singolare figura di preteed educatore a tutto campo, consape-voli che la Chiesa ha ormai riconosciu-to in don Lorenzo Milani un profeta deinostri tempi.

In questi mesi, infatti, sia la stampa cat-tolica, che numerose testate laiche,hanno rievocato la figura e l’operastraordinaria di questo prete che visse,in modo del tutto particolare, la “radica-lità evangelica”, applicandola al conte-sto sociale nel quale la Chiesa fiorenti-na lo aveva inviato.

Purtroppo, allora non furono compresele sue lettere e le sue scelte, oggi rite-nute cariche di profezia. Le testimo-nianze raccolte dalla viva voce di alcu-ni di quei numerosi ragazzi che, circa50 anni fa, vissero la stupenda espe-rienza educativa e formativa alla scuo-la, di San Donato prima e di Barbianapoi, hanno confermato come donLorenzo Milani considerasse essenzia-le offrire a tutti i ragazzi, senza alcunadistinzione, la possibilità di conoscereed imparare tutte le cose necessarieper poter affrontare responsabilmentela realtà lavorativa e sociale. Il suo invi-to era rivolto, in particolare, ai figli di

contadini e operai, coloro che facilmen-te abbandonavano la scuola per svol-gere dei piccoli lavori.

Don Lorenzo nacque a Firenze nel1923; sua madre, Alice, era ebrea,

mentre il padre Albano Milani apparte-neva alla borghesia fiorentina. Studiò aMilano dove conseguette la maturità. Inquel periodo fu affascinato dall’artesacra e decise così di approfondire ilcristianesimo sotto la guida spiritualedi un certo don Bensi. A vent’anni entròin Seminario, a Firenze, guadagnando-si, da subito, la fama di ribelle per lasua straordinaria vivacità. Fresco diordinazione, nel 1947 fu mandato cap-pellano a San Donato di Calenzano, indiocesi di Firenze. Nella piccola comu-nità svolse un’indagine per conoscere ibisogni della Parrocchia e commisura-re ad essi le azioni pastorali. Il risultatodell’indagine, pubblicata nel 1958 con iltitolo di “Esperienze pastorali” suscitòun vespaio di critiche velenose ed

ingiuste, tali daindurre le Autoritàecclesiastiche a togliereil libro dalla circolazione.I dati raccolti avevano messo a nudo lecontraddizioni di una Chiesa che prefe-riva l’alleanza con i ricchi alla vicinanzaevangelica con i poveri, mentre Luiconsiderava estremamente necessariopartire dai bisogni sociali (lotta all’anal-fabetismo, adeguata conoscenza dellarealtà…) per poi arrivare a proporre lapartecipazione alla vita cristiana. Unapproccio, il suo, di fede, coerenza eradicalità evangelica (come lo è tutt’og-gi nelle terre di missioni). Così donLorenzo, il prete che nella Curia fioren-tina veniva considerato “sovversivo”,ma che era stato in grado di capire inanticipo i “segni dei tempi”, fu trasferitoin una piccola, quasi sperduta, parroc-chia a Barbiana, comune di Vicchio nelMugello, formata da poche case, unachiesetta ed un piccolo cimitero. Vigiunse,“in questo esilio”, la sera del 7dicembre 1954 su di un camioncino,portando con sé tutto ciò di cui dispo-neva.Osservò la realtà dei pochi abitanti eriprese ad esercitare il suo ministerosacerdotale con grande austerità,senza separarlo dalla vita dei suoinuovi parrocchiani, quindi riprese ilprogetto educativo dando vita a quellache è rimasta nella memoria storicacome la scuola di Barbiana: una scuo-la di vita completa, che si svolgeva permolte ore al giorno e per tutti i giornidella settimana. continua a pag. 42

trollo di qualità, mentre tuorlo d’uovo eburro anidro sono acquistati da piccoleaziende del nostro territorio. Unendoquesti ingredienti alla farina e al lievitomadre naturale inizia il ciclo di produzio-ne, che dura 36 ore, ed è seguito passodopo passo. All’uscita del forno viene ese-guito un capillare controllo dell’umidità escartate le forme troppo umide o secche.Il confezionamento manuale avviene ilgiorno successivo con il prodotto comple-tamente raffreddato. Anche l’incarto è equosolidale: la cartacolorata, chiamata “lokta” proviene da un

progetto nepalese, mentre il nastrino e ilsacchetto di iuta sono forniti da un’orga-nizzazione paraguaiana.Questo è il percorso di un panettone delcommercio equo e solidale, e così è pertutti gli altri generi alimentari confezio-nati: prodotti di alta qualità e alta dignità,buoni per chi li consuma e buoni per chili produce.

ED ORA UNA DOLCE PROPOSTA.Domenica 25 novembre e Domenica 2dicembre esporremo sulla nostra banca-

rella alcuni dolci da proporre a SantaLucia per i nostri bambini (grandi e picci-ni). Ci sono cioccolatini e praline, torron-cini, ovetti, caramelle di tutti i gusti,biscotti, snack al cioccolato, ecc. Tutti pro-dotti da laboratori artigianali italiani uti-lizzando materie prime del commercioequo e solidale. Ci sembra bello credere che nella nottepiù magica per i nostri bambini s. Luciapensi a loro portando giochi e dolcettibuoni, ma pensi anche a bambini lontani,contribuendo a dar loro e alle loro fami-glie un degno tenore di vita.

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IN RICORDO DI DON LORENZO MILANI

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Nell’ottobre scorso, dal 12 al 14,Coccaglio ha vissuto un evento

mondiale.Infatti, in quei giorni sono convenuti nelnostro paese esperti provenienti da tutti icontinenti per partecipare al CongressoScientifico Internazionale “La donazionedi organi, tessuti, cellule e sangue nelmondo: esperienze a confronto”.L’evento è stato organizzato da GruppoSportivo “Vita per la Vita” grazie ad unabrillante e lungimirante idea del suoPresidente, il Cavalier Lino Lovo, checominciò a manifestare il suo progettogià al rientro dalla Marcia dellaSolidarietà del 2006 (Cina).

La preparazione del Congresso inizia agennaio 2007 e vede all’opera utti ivolontari (del Soccorso, del gruppo spor-tivo “Vita per la Vita”, dell’AIDO, del cen-tro d’ascolto “Aiutaci ad Aiutarti”, delCentro per l’Autonomia): contatti con irelatori italiani ed esteri, con le autoritàistituzionali (regionali, provinciali ecomunali), con l’Università degli Studi diBrescia, con le massime personalitàdell’AVIS e dell’AIDO nazionali, regiona-li e provinciali. Tutti rispondono tempe-stivamente aderendo con entusiasmoall’iniziativa.

Alcuni relatori sono già presenti l’11ottobre; con loro vengono visitate

alcune realtà locali del settore diretta-mente interessato dal Congresso:l’Azienda Ospedaliera Spedali Civili diBrescia, rappresentata dalla dottoressaMirella Marini del centro trasfusionale,dal dottor Ottorino Barozzi coordinatorearea bresciana dei trapianti, dal dottorSilvio Sandrini responsabile del settoreospedaliero dedicato ai trapiantati direne, dal dottor Brugaletta dellaDirezione Sanitaria, che accolgono i rela-tori esteri, illustrano loro come gliSpedali Civili lavorano nei due settori e liportano in visita nei reparti dove si svol-

gono queste importanti attività.Subito dopo il signor Prefetto, nell’in-contro che ci ha riservato, ha rilevatol’importanza della donazione ed haespresso la volontà di mantenere alta l’at-tenzione su questo delicato argomento.Dopo una pausa culturale al MuseoSanta Giulia, è avvenuto l’incontro tra ilnostro sindaco, dottor Luigi Lotta, e irelatori esteri nella Sala Consigliare delComune di Coccaglio. In quella sede,Lino Lovo e tutti i presenti hanno postole basi per ricostituire l’OMIDOT(Organizzazione Mondiale InformazioneDonazione Organi e Tessuti) che potrà,in futuro, permettere il reciproco aiutotra tutti i Paesi del mondo.La giornata termina con la conferenzaprecongressuale, tenutasi all’HotelTouring ospiti del Lions ClubMontorfano Franciacorta, grazie allavolontà del suo presidente signorGiovanni Pagani. Alla fine dei saluti, portati dai vertici delLions Club, l’introduzione del cav. LinoLovo e della dottoressa Camilla Vezzoli,presidente provinciale AVIS Bresciahanno aperto i lavori scientifici con lerelazioni del dottor Cristiano Martini,direttore del dipartimento di Neuro-scienze dell’Ospedale “A. Manzoni” diLecco, presidente del Nord ItaliaTransplant program e coordinatore regio-nale dei prelievi e dei trapianti di organi etessuti della Lombardia, e della dottores-sa Maria Angela Bertoli, dirigenteresponsabile del Centro TrasfusionaleA.O. Mellino Mellini di Chiari.

Il dottor Cristiano Martini ha postol’accento sulla gratuità del trapianto,

segno di gran moralità, e sul momento didifficoltà che la donazione d’organi stavivendo. In Italia, dove si registrano 21donatori per milione d’abitanti, masoprattutto in Lombardia, il livellomedio delle donazioni è in calo. I dati cimostrano che siamo il terzo paese

donante organi in Europa e la Lombardiaha meno donatori di tutte le regioni chela circondano; basti solo pensare che laToscana, la regione italiana più generosa,ha una media di donazione pari a 45donatori per milione di abitanti.La situazione, nella donazione di sangueè nettamente migliore, dice la dottoressaMaria Angela Bertoli, infatti, può affer-mare che siamo autosufficienti grazie adun dono costante e capillare che peròdeve mantenere questo livello, necessarioper consentire sia le attività cliniche sia leattività chirurgiche, trapianto compreso.I relatori sono stati moderati dal Cav.Leonida Pozzi, presidente regionaledell’AIDO, e dal dottor VincenzoSaturni, presidente regionale dell’AVIS.

Dopo il saluto ai presenti del signorPaolo Bontempi, presidente della

Sezione AVIS di Coccaglio, e la breve rela-zione della dottoressa Lina Rebuffoni,neolaureata con una tesi sulla donazionee trapianto di organi, la chiusura dellaserata è stata affidata al dottor Luc Noel,coordinatore del Gruppo “procedure cli-niche” e responsabile dei trapiantidell’Organizzazione Mondiale dellaSanità, che ha esortato tutti a far crescereil valore della donazione “dobbiamoguardare negli occhi la realtà del malatoed individuare i portabandiera della soli-darietà. Facciamo crescere la solidarietàper una crescita più serena e giusta dellacomunità”.Dopo il tour della “Via del Vino” e la visi-ta alla cantina Berlucchi e una breveescursione al lago d’Iseo, tenuti in matti-nata, alle 16.30 si è avuta l’apertura uffi-ciale del Congresso. Le Autorità invitate (vedi riquadro 1)portano i loro saluti. Al termine dellacerimonia d’apertura il presidente nazio-nale dell’AIDO dottor Vincenzo Pas-sarelli presenta ed introduce la letturamagistrale del dottor Luc Noel, rappre-sentante dell’Organizzazione Mondiale

Cronaca di un evento…mondialeda un articolo di Emanuela Facchi

sintesi a cura della Redazione

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della Sanità, dal titolo “I trapianti nelmondo: lo stato dell’arte”. Il dottor Noeldisegna un panorama dove la realtà nonè rosea. Infatti, se da un lato il mondooccidentale presenta, pur nelle difficoltàdi rispondere a bisogni molto grandi,un’organizzazione che si basa sulla soli-darietà e sul dono, dall’altro il mondoextra-occidentale è ancora alle prese conla mercificazione del corpo; gli organivengono venduti per poter vivere.

L’apertura del Congresso si concludecon la cerimonia di premiazione di

due grandi personalità del mondo scien-tifico: il professor Mario Zorzi, già presi-dente nazionale dell’AVIS, e il professorRosario Maiorca, professore ordinario diNefrologia dell’Università degli Studi diBrescia, conferendo loro la “Medagliad’oro all’impegno sociale”, riconosci-mento dovuto per la loro assidua, com-petente ed innovativa attività svolta sia inambito scientifico sia nel campo delvolontariato. Essi sono stati maestri, con-siglieri e spronatori tracciando e percor-rendo la strada della donazione per rag-giungere l’obiettivo di cui oggi godiamo irisultati.La consegna del premio “Hanno resofamoso Coccaglio nel mondo” a MaraGaleazzi, Prima Ballerina del Royal Balletdi Londra ha fatto vibrare le corde dell’e-mozione, già peraltro molto tese pertutto quello che era preceduto. Questadonna esile ma forte e determinata, haricevuto con gioia incontenibile, tra gliapplausi dei presenti, la targa di ricono-scimento ed il bel quadro donato dal pit-tore Renato Rubagotti.

La parte principale dei lavori congres-suali si è svolta sabato 13 ottobre

presso la Sala Moretto dell’HotelTouring. Grazie ad un lavoro preciso e puntuale

(un ringraziamento particolare a Cichinoe Renato che ci hanno traslocato tutto ilmateriale dalla Casa della Solidarietà alTouring alle 6.00 di mattina), alle 9.00 ilavori scientifici iniziano.Il discorso introduttivo è stato tenuto dalprofessor Stefano Maria Giulini, insignenome nell’ambito dei trapianti e profes-sore ordinario di Chirurgia Generaledella Facoltà di Medicina e Chirurgiadell’Università degli Studi di Brescia.Tre i temi centrali discussi: “ I trapianti diorgani e la donazione di sangue: La storia eil futuro”, “I trapianti: le tecniche in uso edin sperimentazione”, “Il futuro dei trapian-ti: gli organi artificiali, le cellule staminali,le problematiche etiche e legislative”.È obbligo citare tutti i relatori che sonoconvenuti: vedi riquadro 2.

Ilavori congressuali sono terminati conla tavola rotonda: “Le esperienze inter-

nazionali a confronto” moderata daEmanuela Facchi, direttore UnitàOperativa Medicina RiabilitativaFondazione Richiedei Gussago, e daMario Scalogna, di cui abbiamo detto inprecedenza.Alla sessione hanno partecipato i delega-ti indicati nel riquadro 3, a pag. 42.

Il messaggio che tutti i relatori ed i par-tecipanti si sono portati a casa è il

seguente: “Nonostante la strada percor-sa, il divario tra il mondo occidentale edil mondo extraoccidentale è ancora trop-

po grande, basti pensare che in Africa 5bambini su 10 e 4 puerpere su 10 muoio-no perché manca il sangue e che vi sonoparti al mondo dove si uccide un uomoper prelevarne gli organi. Dobbiamo con-tinuare la ricerca, perché se con le celluleartificiali, tra qualche anno, potremoricostruire la cartilagine, passerà moltotempo, prima che le stesse possano crea-re un organo; per quanto riguarda le cel-lule staminali, l’impiego, nelle malattiedel sangue è abbastanza vicino, mentrerisulta più lontano nella riparazione dialtri organi ed apparati. È, quindi, fonda-mentale che ognuno di noi s’impegniaffinché la cultura della donazione delsangue e degli organi si sviluppi sempredi più, poiché solo ciò consente ai medicidi salvare molte più persone, poiché

come ha detto Agassoussi del Benin per ilmedico è più importante il numero dellepersone salvate piuttosto che il numerodegli interventi effettuati”.Ci siamo lasciati tenendoci per mano epromettendoci il massimo impegno nelsensibilizzare sempre di più i nostri con-nazionali su questi temi.

La sera il coro “Asahi” di Sendai inGiappone, diretto dalla maestra NorikoMitsuzuka unito al coro femminile“Luca Marenzio”, diretto dalla maestraAngela Fertonani, e il coro maschile alpi-no “Montorfano”, diretto dal maestroAndrea Rosa hanno allietato tutti i con-venuti nella Vecchia Pieve di Coccaglio.

1) Le Autorità invitate: il presidente della

Provincia di Brescia dottor Alberto Cavalli, il sin-

daco di Coccaglio dottor Luigi Lotta, il preside

della Facoltà di Medicina dell’Università degli

Studi di Brescia professor Lorenzo Alessio, il

parroco di Coccaglio don Giovanni Gritti, il diret-

tore generale del Consorzio Italiano Alluminio

dottor Gino Schiona

2) Relatori: Francesco De Ferrari, professore ordinario e direttore dell’Istituto di Medicina Legale

dell’Università degli Studi di Brescia; Vincenzo Passarelli, presidente nazionale dell’AIDO; Gianpietro

Briola, vicepresidente vicario nazionale dell’AVIS; Agassoussy Rynce, presidente dell’Associazione

donatori di sangue volontari del Benin; Mario Scalamogna, responsabile del Centro Interregionale di

Riferimento del Nord Italia Transplant program; Giovanni Canarini, direttore cattedra e divisione di

Nefrologia dell’Università degli Studi di Brescia e dell’A.O. Spedali Civili di Brescia; Francesco

Semeraro, direttore divisione Oculistica dell’Università degli Studi di Brescia e dell’A.O. Spedali Civili di

Brescia; Roberto Maffeis, responsabile prelievi e trapianto rene III divisione Chirurgia Generale A.O.

Spedali Civili di Brescia; Roberto Mangili, responsabile del Centro Trapianti di Cornea, divisione

Oculistica A.O. Spedali Civili di Brescia; Silvio Mandrini, responsabile della Sezione Trapianti dell’U.O.

Nefrologia e Dialisi A.O. Spedali Civili di Brescia; Ottorino Barozzi, coordinatore locale del prelievo area

bresciana; Luigi Caimi, direttore della Scuola di Biochimica e di Clinica Chimica dell’Università degli

Studi di Brescia; Mirella Marini, direttore Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale A.O.

Spedali Civili di Brescia; Andrea Remuzzi, responsabile dipartimento di Bioingegneria Istituto di

Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Bergamo; Martino Introna, direttore tecnico e responsabile

scientifico Laboratorio di Terapia Cellulare e Genetica “G.Lanzani” ematologia A.O. Ospedali Riuniti di

Bergamo; Nicoletta Cerri, dirigente medico Istituto di Medicina Legale A.O. Spedali Civili di Brescia.

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La giornata conclusiva del Congresso,Domenica 14, è stata caratterizzata

dalla manifestazione celebrativa delleattività del gruppo comunale “P.Mombelli” e del Gruppo Sportivo “Vitaper la Vita”, durante la quale è stata pre-sentata la “Torre di Pisa” costruita con lelattine in alluminio ed è stato inauguratoil “Giardino della Vita”, è terminata conla sfilata per le vie del paese accompagna-ta dalla banda di Coccaglio e la Messanella chiesa parrocchiale “Santa MariaNascente” celebrata dal nostro parro-co don Giovanni.Affidiamo la conclusione di questacronaca alle parole che il cavalierLeonida Pozzi, presidente regionaledell’AIDO, ha pronunciato nell’incon-tro precongressuale di giovedì 11 otto-bre:

“Ognuno di noi pensa sempre che la malat-tia sia un tema che riguarda gli altri, invece,una mattina, mi sono svegliato con unaforte emorragia interna. Portato agli

Ospedali Riuniti di Bergamo, dopo accurateanalisi mi hanno diagnosticato un tumore delfegato. Aspettativa di vita: pochi mesi. Quelloche succede in quei momenti è difficile da rac-contare perché sconvolge letteralmente la vita.Cercavo di evitare ai miei famigliari la soffe-renza di questa situazione, ma con una figliamedico che mi leggeva dentro anche solo guar-dandomi negli occhi era veramente difficile. Mirecai all’Istituto Tumori di Milano (in queglianni a Bergamo non si faceva il trapiantodi fegato - N.d.A.). Vissi l’esperienza della

lista d’attesa come un lungo travaglio dicoscienza. Stavo aspettando, per salvare la miavita, che qualcun altro morisse. Fui aiutato daun padre domenicano che mi accompagnòverso una serena accettazione del fatto che nonero io a determinare la morte, ma che sempli-cemente ero chiamato a ricevere il dono diun’altra persona dopo la sua morte. Un giorno,mentre ero in ufficio, arrivò la telefonata cheaspettavo e temevo. Fui ricoverato in sala ope-ratoria alle 23 del 23 luglio e ne uscii alle 19 delgiorno dopo. Dopo quattro giorni ero in piedi;dopo quattordici tornavo a casa e dopo ventitrègiorni ero in giro in macchina. Oggi sono alnono anno di nuova vita, infatti ormai festeg-gio due compleanni, quello tradizionale e quel-lo del trapianto. Ma voglio sottolineare conforza che dopo il trapianto si torna a vitapiena. Dopo l’intervento non ho dovuto limita-re le mie attività … perchè il trapianto noncostringe ad una vita dimezzata. Rinascendo,grazie all’intervento, mi trovo ad apprezzarela vita come non ho mai potuto fare prima. Miaccorgo di scoprire ogni giorno la bellezza delcreato ed il profumo intenso della vita. La sera,prima di addormentarmi penso alla mia dona-

trice, le rendo grazie, prego perlei: penso alle persone che vivonocon i suoi reni, i suoi occhi, il suocuore”.

La gioia di un evento riusci-to, com’è stato questoCongresso, non è paragona-bile a quella che ci è suscitata

da questa testimonianza.L’assegnazione del premio “Hanno reso famoso Coccaglio nel mondo”

a Mara Galeazzi

continua da pag. 39

Un altro intervento di rilievo, chesuscitò un certo scalpore, fu la let-

tera che don Milani inviò ai Cappellanimilitari della Toscana per difendere ildiritto all’obiezione di coscienza, inalternativa al servizio militare, conside-rato, allora, “un sacro dovere per servi-re la Patria”. Per questa sua scelta anti-militaristica ed a favore della vita di tuttivenne processato e condannato post

mortem. Intanto, alcuni mesi prima dimorire, insieme ad alcuni dei suoiragazzi scrisse la famosa LLeetttteerraa aadduunnaa pprrooffeessssoorreessssaa, dove si sottoli-neava l’errore e il danno morale riguar-dante le bocciature degli alunni poveri,convinto che le disuguaglianze socialinon fossero solo di natura socio-eco-nomica, ma anche e soprattutto dinatura culturale. Quel documento, checontribuì a far acquisire un nuovo con-cetto della scuola di massa e non di

élite (o un privilegio per i ricchi chelasciava nell’ignoranza la maggioranzadel popolo), fu stampato in centinaia dimigliaia di copie.

Don Lorenzo è morto, per una gravemalattia, il 26 giugno 1967, a soli

44 anni e, come egli volle, è statosepolto nel piccolo cimitero diBarbiana, nei luoghi che lo videro ope-rare a favore dei più poveri e dei piùdeboli in nome del Vangelo di Cristo.

3) Alfred Balzan, presidente dell’Associazione donatori di sangue di Malta; Mazllum Belegu, direttore

del Centro Trasfusionale di sangue del Kosovo; Marianne Breuer Kohnen, presindente dell’Ente dona-

tori di sangue volontari del Lussemburgo; Ray Debabrata, presidente dell’Associazione donatori di san-

gue del West Bengala in India; Tuyen Nguyen Chi, vice segretario generale del Dipartimento di recluta-

mento dei donatori di sangue della Croce Rossa del Vietnam; Kania Przenyslaw, direttore generale

della Croce Rossa Polacca; Krzystof Kedzierski, deputato per gli Affari Internazionali della Repubblica

Polacca; Martin Mancenido Fuertes, presidente della Federazione Spagnola dei donatori di sangue;

Augusto Lauro, coordinatore AITR Slovacchia e consigliere Unione Europea presso l’Ospedale Ruzinov

in Slovacchia;Renée Vaneese Hawthorne e Jan Marek Nowicki, rispettivamente presidente e medico di

Onelegacy, un’associazione di donatori di organi degli Stati Uniti d’America; Monique Barrau, presi-

dente dell’Associazione donatori di organi della Francia; David Matas, canadese avvocato internazio-

nale dei Diritti Umani e David Kilgour, ex membro del parlamento e segretario di stato del Governo del

Canada per la regione Asia-Pacifico.

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Cultura, sport, notizie - Curiosando nello scrigno

Nell'iconografia, la serie dei misteri comprende gli episodiche precedono e che seguono la crocifissione (questi ultimi

rappresentati non soltanto come soggetti autonomi, ma ancheentro cicli di scene consecutive). La serie, composta da quindicidipinti, ha inizio con "l'Annunciazione" e termina con"l'Incoronazione della Vergine". Il tutto è suddiviso per conven-zione in tre gruppi: misteri Gaudiosi, misteri Dolorosi e misteriGloriosi. Le preziose tavolette, d'autore ignoto, risalgono allametà del '600 circa.

Prima del restauro:Il supporto è composto da un numero variabile di tre-quattrotavole in legno di pioppo dello spessore di 0,5 cm circa, unite traloro longitudinalmente, presumibilmente attraverso un adesivonaturale. Su di esso è incollata la tela dipinta ad olio. Lungo ilperimetro è posta una sottile cornice modanata. La cornice,anch'essa in legno di pioppo, presenta ancora, in alcune zone,residui di porporina alterata. Caso particolare è la tela di unosolo dei manufatti (la "Preghiera nell'orto degli ulivi"), incolla-ta completamente su un pannello di faesite ad opera di un pre-cedente intervento effettuato probabilmente intorno al 1930. Lamaggior parte delle opere presenta assi del supporto incurvate,

sia in senso longitudinale siatrasversale; si notano inol-

tre alcuni fori di sfarfal-lamento provocati

da insetti xilofagi,mentre l'attaccodi muffe è statoriscontrato solosu uno dei sup-porti.

Il tessuto, probabil-mente in fibra di

canapa, con armaturaa tela abbastanza fitta, è

stato incollato solamentelungo i bordi e ciò spiega il motivo

per cui al centro questo risulta sollevato, con la conseguenza dicrettature della materia pittorica.Alcune opere presentano inserti di tela dipinta incollati lungo ibordi, la cui trama è disposta in direzione differente rispetto aquella originale, ad eccezione dei seguenti misteri, i quali sonosprovvisti d'innesti.

Lo strato pittorico e la relativa preparazione generalmentesono ben coesi tra loro ed al supporto, ma in alcuni punti,

specialmente in corrispondenza dei sollevamenti, si notano lacu-ne che lasciano vedere la tela.Tutte le opere evidenziano strati sovrastanti costituiti da estesee grossolane ri-dipinture, spessi strati di vernice imbrunita, non-ché di pulviscolo atmosferico, fattori che impediscono un'ade-

guata lettura del-l'immagine.

Durante ilrestauroSecondo gli accor-di presi inizial-mente dalla Scuoladi restauro con l'lspet-trice della Soprinten-denza, la dottoressa RenataCasarin, si propone di operare attraverso una serie di interventifinalizzati allo smontaggio delle cornici lignee e di conseguenzadei dipinti, entrambi saldamente incollati ai supporti ligneiovali.Il primo passaggio avviene attraverso il consolidamento delle zonemaggiormente degradate e proseguendo con la rimozione delleridipinture più spesse e dello sporco.Bisognerà poi procedere con una successiva velinatura totale costi-tuita da carta giapponese e colletta. Per quanto riguarda le cornici si dovrà intervenire attraversoiniezioni di alcool etilico denaturato, nelle poche e sottili fessura-zioni situate tra i supporti e le cornici stesse, servendosi inoltredi opportune spatole e bisturi a lama larga. Possibilmente si cer-cherà di conservare le cornici originali, procedendo alla loropulitura, sia dallo sporco sia dai residui di porporina. Solo dopoquesti procedimenti, si potranno avviare le operazioni di fodera-tura con colla pasta e tela pattina in puro lino, con svelinaturaattraverso l'utilizzo di acqua ed eventuale perfezionamento dellapulitura generale del dipinto. Seguirà il ritensionamento su telailignei ad espansione trattati con antitarlo.Si proseguirà poi con la stuccatura delle lacune con gesso diBologna e colletta, per finire con la reintegrazione pittorica arigatino o a mimetico, con colori a vernice.

Il lavoro di consolidamento e di restauro è stato affidato allacompetenza degli allievi dell’Istituto Santa Paola–Scuola

Laboratorio Restauro Conser-vazione dei Beni Cultu-rali, sotto la supervi-sione della dott.ssaRenata Casarin,Ispettrice dellaSoprintendenza.A lei e alla Scuolasunnominata il no-stro ringraziamen-to: il restauro delletele, eseguito conperizia professionale,in quanto svolto a titolodi esercitazione, non ci ècostato nulla.

Un tesoro ritrovato( a cura della Redazione)

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Cultura, sport, notizie - Note di storia

Grandi Coccagliesi

Partecipo (alla commemorazione per i500 anni del Convento dell’Annun-

ciata) con un ricordo affettuoso allamemoria di don Remo Tonoli. La suavita è stata, naturalmente, dedicata aisuoi parrocchiani di Coccaglio, ma vin-colata anche da sincera amicizia con lacomunità religiosa di Monte Orfano.

I miei legami affettivi e spirituali conquesto grande sacerdote si estendonolungo il decennio 1964-1974. Il 1964 è ilmio primo anno di episcopato, il 1974 èl’ultimo anno della vita terrena di donRemo.Durante questo periodo, pur separati damigliaia di chilometri, siamo stati sem-pre vicini con il cuore. Verso la fine del1964 arrivo a Coccaglio per la primavolta. Verso la fine del 1974 vi torno perl’ultimo servizio pastorale. Riappariròpresto per stare vicino al caro amico donRemo gravemente infermo e morto pocodopo.La nostra amicizia non è stata un fattoisolato, ma è nata ed è stata vissuta inuna cornice più ampia, come era l’amici-zia già esistente tra la comunità dei Servidi Maria di Monte Orfano e l’arciprete diCoccaglio.

Per comprendere meglio come sonoandate le cose, è opportuno dare

un’occhiata attenta al passato. Perché ifatti sono uniti tra sé come gli anelli diuna catena.Dalla fondazione del loro convento diMonte Orfano nel 1449, i Servi di Mariavi avevano trascorso più di 300 anni irra-diando bene spirituale e culturale pertutti i dintorni. Ma nel 1772 il governodella Repubblica di Venezia sopprime ilconvento, disperde i religiosi e si appro-pria di tutti i loro beni immobili e cultu-

rali. Da lontano, non è facile comprende-re lo sdegno, le sofferenze fisiche e mora-li, i problemi di ogni tipo e lo scompigliogenerale che ne sono derivati ai frati nelsubire tale spogliazione ed andare in esi-lio.

La storia ricorda le varie vicissitudini acui, da quel giorno infausto, fu sotto-

posto tutto questo “insieme” di MonteOrfano: passa per varie mani, è destinatoa vari usi, alcuni nobili come una scuola,altri totalmente profani. Si produconodanni ingenti, compresi quelli che l’ab-bandono causa agli edifici. Va in rovinaanche la chiesa, che era stata consacratanel 1507 -siamo esattamente nel quintocentenario- e nella quale per 265 anni siera coltivato il culto divino, la devozionemariana. Era stata “luogo” privilegiato diincontro con Dio per tutta la regione […]. Nel 1960, l’Ordine rientrava in quella suaproprietà. Iniziarono subito i lavori direstauro. Tre anni di lavori. Finalmentein settembre del 1963 vi si riprendevaufficialmente la vita monastica con l’ini-zio del noviziato di un nutrito gruppo digiovani. Loro maestro era stato nomina-to il padre Ilario M. Marchesan, un frateServo di Maria riservato e austero, diprofonda spiritualità, educatore di giova-ni, dal pensare e attuare secondo ilSignore.

Tra la nuova comunità religiosa e l’ar-ciprete di Coccaglio, don Remo, si

stabilì subito un rapporto di amicizia ecollaborazione. Il parroco visitava concerta frequenza il convento e i sacerdotidella comunità gli prestavano ampia col-laborazione in parrocchia […].Agli inizi dell’anno 1964, un fatto nuovoinserisce anche la mia persona in quel cir-colo di bella amicizia che si era stabilito

tra la parrocchia e il convento. Mi trova-vo allora a Vicenza nella comunità delsantuario della Madonna di MonteBerico. Radio Vaticana pubblica la noti-zia della mia nomina come vescovo vica-rio apostolico di Aysén in Cile. Era, ed èancora, una giovane missione dei Servi diMaria nella lontana Patagonia. Quarantagiorni dopo, il 13 febbraio -quell’anno sicelebrava la solennità dei nostri SetteSanti Fondatori- ricevo l’Ordinazioneepiscopale nello stesso santuario vicenti-no per le mani del cardinale PietroGregorio Agagianian e dei vescovi diTreviso e di Vicenza: di Treviso, per esse-re mia diocesi di origine; di Vicenza, peressere allora la mia residenza.

Quella mattina, tra i presenti alla miaconsacrazione, c’erano anche i novi-

zi del Monte Orfano con il loro maestropadre Ilario Marchesan. Lo accompagna-va il suo amico Lino Aiardi. Per me, gra-tissima sorpresa. Da allora inizia la miaamicizia con questo giovane laico, fedeleservitore della chiesa. Ritornati aCoccaglio, fanno parola dell’avvenimen-to all’arciprete monsignor Remo Tonoli,il quale manifesta subito al sacrestano diallora l’intenzione di invitare il nuovovescovo per qualche solennità. Cosìavvenne.Ricordo solo alcune date più significativedei nostri incontri, i quali avevano mag-giore significato per la qualità che per laquantità. In quegli anni vari motivi miobbligavano a viaggiare in Italia:Concilio Ecumenico, visite ad limina (leudienze periodiche del Papa ai Vescovi),riunioni dei Servi di Maria, servizi allaCuria romana, eccetera.La prima occasione di venire a Coccagliosi presentò verso la fine dello stesso anno1964. Mi trovavo a Roma per la terza ses-

Memoria di don Remo Tonoli,fratello e amico

presentata la sera dell’11 giugnonel quinto centenario del convento dell’Annunciata.

di † p. Bernardo M. Cazzaro, O.S.M.

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sione del concilio. Don Remo mi invitòper il 22 novembre, festa patronale deisanti Maurizio e Giacinto. Due annidopo, il 1966, eccomi di nuovo qui per lasolennità della Assunta. La celebriamoanche come ‘giornata missionaria’.Qualche anno dopo sarò invitato perun’altra giornata del genere. Nel 1967passo a Coccaglio la festa di MariaBambina. Oltre la Messa pontificale, c’èla tradizionale benedizione dei bambini.Una moltitudine. Spettacolo meraviglio-so. L’anno seguente torno per la festadella Madonna del Rosario. Due annidopo, per la chiusura del mese di maggio.In data imprecisata, predico leQuarantore. In un’altra, certa-mente registrata nella cronaca delconvento, sono invitato dai con-fratelli di Monte Orfano a consa-crare l’altare della cripta. Dellacerimonia conservo alcune bellefoto. Vi figurano presenti anchemia madre e don Remo Tonoli.

Novembre 1974. Eccomi aCoccaglio per qualche gior-

no. Non sospettavo che sarebbestata l’ultima volta. In program-ma era l’accoglienza dellaMadonna Pellegrina in prepara-zione all’Anno santo e la celebra-zione della Settimana mariana.Ogni giorno era dedicato a unacategoria particolare di persone:mamme, ragazzi, giovani maschi efemmine, papà, ammalati e anzia-ni con l’amministrazione dell’olio degliinfermi a quelli che lo desideravano. Daquanto stava per accadere, in realtà il piùammalato di tutti era lo stesso arcipretedon Remo. In quella settimana cadevaanche la festa di tutti i Santi e la comme-morazione di tutti i Defunti. Quel 2novembre fu molto triste perché, dopo lanostra processione al cimitero, donRemo dovette essere ricoverato all’ospe-dale di Brescia. Il fatto ci riempì di preoc-cupazione. Restai a Coccaglio il più pos-sibile, ma poi dovetti ripartire perVicenza. Raccomandai a Lino di tenermiinformato sul decorso della malattia. Il15 dicembre egli mi informa che donRemo si era aggravato. Il giorno seguentelo raggiungo nuovamente all’ospedale. II

medico mi conferma il suo stato gravissi-mo. Lo faccio presente all’infermo, concarità e sincerità di amico. Egli accettamolto volentieri la mia proposta di rice-vere il sacramento della Unzione degliinfermi. Gli impartisco anche la benedi-zione papale.Preghiamo insieme. È molto sereno.Torno a Vicenza. Intanto Lino continuaad informarmi. La sera del 7 gennaio micomunica che don Remo era stato ripor-tato a Coccaglio per morirvi. In pienanotte prendo il treno e qualche ora doposono di nuovo al suo capezzale. Stavamorendo. È presente anche un suo fratel-

lo. Io non mi sentivo meno fratello. Alleore 5,20 il caro sacerdote rende l’anima aDio. Una santa morte. Era 1’8 gennaio1974. Ci mettiamo subito in preghiera.Un’ora dopo, alle 6,00, nella chiesa par-rocchiale celebro la prima santa Messa insuffragio della sua anima.

La parrocchia di Coccaglio aveva persoil suo pastore; e io avevo perduto un

amico e un fratello. Non mi è stato possi-bile partecipare al suo funerale. Ma la suamemoria è rimasta in benedizione anchenel mio cuore. Poco dopo sono tornatoalla Patagonia cilena. Il ritmo incalzantedella mia vita missionaria mi ha permes-so solo pochi contatti con il mondo cheavevo lasciato alle spalle; però non homai dimenticato alcune persone più care.

Tra queste, don Remo. Per lui ho conser-vato un ricordo di ammirazione e di rico-noscenza.Ho ammirato in lui l’uomo buono e ilbuon pastore. Schietto e gioviale, di faci-le contatto con le persone, trattava tutticon rispetto e con affetto. Ciò gli creavaintorno un clima amichevole, che apriva icuori anche all’accoglienza della Paroladi Dio che lui predicava. L’influsso bene-fico arrivava a tutte le anime che gli eranostate affidate. La cerchia dei buoni rap-porti era molto estesa e vi includevaanche i frati Servi di Maria di MonteOrfano.

In più, ho sempre sentito ricono-scenza verso questo sacerdoteper la sua sensibilità verso i pro-blemi economici della mia mis-sione. Le infinite necessità miavevano obbligato a trasformar-mi in un perpetuo mendicante.Si trattava, infatti, di una missio-ne in senso stretto. Ciò era avve-nuto perché i Servi di Maria ave-vano accettato dal Papa il compi-to di evangelizzare una regionegrande come tutta l’Italia setten-trionale, circa 100 mila chilome-tri quadrati, fino a fondare unanuova diocesi, e partendo dazero assoluto. Opera titanica cheancora continua. Le ‘giornatemissionarie’ da me celebrate aCoccaglio hanno sempre avutol’appoggio pubblico e incondi-zionato di don Remo. Lo irradia-

va a tutta la comunità parrocchiale. Cosìero invitato da varie famiglie a visitarleper offrirmi qualcosa in più per la miamissione. I risultati sono stati sempregenerosi. Non ricordo cifre esatte, maesatta e doverosa è sempre stata la miariconoscenza verso tutta la cara parroc-chia di Coccaglio, a partire dal suo arci-prete, don Remo Tonoli, fratello e amico.Oggi sono felice di ripeterlo pubblica-mente. Grazie!

Per motivi di spazio il passaggio sull’“avventu-rosa” riacquisizione del Convento è stato omes-so: verrà riportato in altra occasione.A centro pagina: un’immagine dei funerali didon Remo, presieduti dal vescovo di allora,mons. Luigi Morstabilini (1964-1983).

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Il periodo sovietico

“La notte sarà molto lunga e moltooscura”; queste sono le parole

del patriarca Tichon morente in unaclinica di Mosca nel 1925. Il patriarca,canonizzato dalla Chiesa Ortodossarussa nel 1989, intravedeva per i cristia-ni una stagione molto buia sotto ilpotere comunista. Fin dall’inizio fuben chiara la volontà politica delnuovo potere sovietico: distruggere lavita religiosa nel Paese, qualunquefosse l’atteggiamento assunto dairesponsabili delle comunità religiose,non solo cristiane. Infatti i lunghidecenni di potere sovietico sono statiun periodo veramente oscuro permilioni di credenti. Hanno rappresen-tato un tempo di martirio e di olocau-sto per centinaia di migliaia di cristia-ni, i cui nomi e le cui vicende sono notesolo in parte e cominciano ad emergereora con l’apertura degli archivi sovieti-ci.

In pochi decenni si modificava il seco-lare panorama religioso della Russia.

Prima della rivoluzione (1917) si calco-lava che ci fossero oltre 70.000 tra chie-se e cappelle; nel 1939, alla vigilia delloscoppio della seconda guerra mondia-le, ne restava aperto solo poco più diun centinaio ed erano ancora in attivitàsoltanto 4 vescovi. Molte chiese eranostate abbattute, altre erano state chiuseo destinate a usi civili, i monasteri nonfunzionavano più e la vita monasticasi era ridotta a qualche cellula clande-stina. La rivoluzione bolscevica inten-deva scardinare radicalmente il profon-do e storico riferimento del popolorusso alla Chiesa non solo attraversol’opera di propaganda, ma con la spari-zione fisica dei religiosi più attivi e conla chiusura o la distruzione dei luoghitradizionali della fede russa. La politicaantireligiosa continuò anche quando ilpotere sovietico era ben saldo, come

negli anni di Kruscev (anni Sessanta) enon aveva nulla da temere dai modestiresti dell’ortodossia russa pienamentesotto controllo degli organi di sicurez-za. Il fantasma della Chiesa infastidivail sistema sovietico. A tutti i costi biso-gnava creare l’uomo nuovo e la nuovasocietà comunista, senza religione esenza Dio. Parla chiaro un opuscolo dipropaganda antireligiosa del 1923:“Lotta decisiva contro il pope, che puòchiamarsi pastore, abate, rabbino,patriarca, mullah o papa. Lotta altret-tanto decisiva contro Dio, sia essoGesù, Geova, Budda o Allah”. Anche le minoranze cattoliche sono unproblema per Mosca, che però si rifiutadi discuterne con il Vaticano. Solo conGorbaciov (anni Ottanta) il regimecomincia a riconoscere nella SantaSede un interlocutore per discuteresulla situazione dei cattolici sovietici.

Quanti sono i morti dovuti alla per-secuzione staliniana, ai processi

fasulli, alla dura vita delle carceri, alleatroci sofferenze nei campi di concen-tramento? Secondo l’Istituto SanTichon i cristiani ortodossi uccisi perla fede sarebbero circa un milione. Unvero massacro, un martirio di massa!Uno dei luoghi di maggior sofferenzafurono le Isole Solovki nel Mar Bianco.Il campo fu realizzato in un monasterodel XV secolo, che era stato uno deicentri spirituali più importanti dell’or-todossia russa. Il luogo, che parlava diDio nelle numerose chiese e cappelle edanche nell’armonia fra l’opera deimonaci e la natura, conobbe una desti-nazione tragica. Nel 1920 il monasterodivenne campo di concentramento peri prigionieri della guerra civile e nel1923 fu trasformato in un lager a desti-nazione speciale, dove, tra le centinaiadi migliaia di detenuti che vi passaro-no, trovarono posto anche i cristiani. Ilmonastero, da devota meta di pellegri-naggi, divenne crudele luogo di deten-

zione per vescovi, preti, monaci, religio-si, laici credenti. I credenti appartene-vano a tutte le confessioni religiose: c’e-rano metropoliti e vescovi ortodossi, ilmuftì della moschea di Mosca, il pri-mate della Chiesa ortodossa diGeorgia, l’esarca cattolico di rito bizan-tino, l’amministratore apostolico deicattolici di rito armeno.Nonostante tutto nel campo si conti-nuava a pregare. Nel sottotetto dellabaracca si celebrava di nascosto la litur-gia: alcune valigie coperte da un pannofacevano da altare, accendevano unacandela di stearina e celebravano inginocchio, senza muoversi. Ortodossi ecattolici, uniti nella sofferenza, trova-vano unità anche nella fede.

Nel quadro dell’attacco costantealla religione si sono succedute,

nel corso della storia sovietica, fasidiverse. Il documento che di fatto diedeinizio alla lotta antireligiosa fu il decre-to di Lenin sulla separazione tra Statoe Chiesa del 23 febbraio 1918, cheseguiva di soli tre mesi un decreto sullaterra, in seguito al quale furono nazio-nalizzate tutte le proprietà dellaChiesa. Negli anni successivi la situa-zione andò via via aggravandosi: liqui-dazione del culto delle reliquie (cheportò alla profanazione di parecchiechiese e corpi di santi), requisizionedegli oggetti preziosi della Chiesa, ter-ribili processi agli ecclesiastici, chiusu-ra di tutte le chiese e messa al bandodell’idea di Dio. I sacerdoti venivanospiati, si seminava la sfiducia nei loroconfronti, si impediva loro di svolgere ipropri compiti pastorali, ogni loropasso veniva registrato e tutte le infra-zioni ai divieti portavano a immediatee crudeli punizioni, come la detenzio-ne, l’esilio, la deportazione, la fucilazio-ne.

Icattolici nella sterminata Russia ezone occupate costituivano una

minoranza rispetto agli ortodossi; si

IL SECOLO DEL MARTIRIO -2di Graziella Lorini

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trattava tuttavia di un numero rile-vante di fedeli: circa venti milioni dirito latino e alcune comunità di ritobizantino. In Unione Sovietica lapersecuzione aveva un volto legale:la condanna (anche se il motivo veroera la pratica della fede) veniva com-minata per attività antistatale o peraltri reati appositamente creati. Ciòconsentiva di poter dichiarare all’e-stero che i preti o i cristiani nonerano colpiti come tali, ma per i cri-mini commessi.

Gli anni Trenta possono essere defi-niti il “decennio della soluzione

finale” per tutte le religioni. Il 5 dicem-bre 1931, su ordine di Stalin, la catte-drale ortodossa del Cristo Salvatore aMosca, vicino al Cremlino, vennedistrutta, ad indicare simbolicamentel’intenzione di annientamento defini-tivo della presenza cristiana in URSS.Dopo il quinquennio dell’ateismo(1932-1936), il 1937 e il 1938 furonogli anni del grande terrore: un altissi-mo numero di cristiani venne fucilato.Nel poligono di Butovo, nei pressi diMosca, venivano uccise trecento, quat-trocento persone al giorno (nelle vici-nanze sono state seppellite circa tre-centomila persone). Nel 1917 lavorava-no in Russia novecento tra religiosi e

preti cattolici, nel 1938 solo due eserci-tavano il loro ministero. Alla vigilia delPatto Molotov-Ribbentrop (1939)pare che ci fossero solamente due chie-se cattoliche funzionanti, una aLeningrado e l’altra a Mosca, servite daclero straniero.

Nel marzo 1945 Stalin e compagnipresero la decisione di liquidare la

Chiesa greco-cattolica in Ucraina. Nelgiro di un mese furono arrestati eimprigionati il metropolita Slipyj, duevescovi ausiliari, venti preti, due diaco-ni, tre seminaristi e cinque laici.Secondo alcuni dati ricavati dagliarchivi sovietici, dal 1945 al 1950 furo-no condannati 344 ecclesiastici greco-cattolici. Ovunque l’esercito russoavanzasse, a seconda delle vicende della

seconda guerra mondiale, lì laChiesa veniva sistematicamente per-seguitata: tutti gli edifici religiosi, lescuole e gli ospedali cattolici confi-scati, gli Ordini religiosi dichiaratifuorilegge, moltissimi sacerdoti tor-turati fino alla morte. Gli arresti, gliinterrogatori e le torture nelle pri-gioni del KGB erano frequenti, comele deportazioni in Siberia. Si conta-no così decine di migliaia ( ma è piùesatto dire centinaia di migliaia) dimartiri passando dalla Lituania

all’Estonia, alla Cecoslovacchia, allaPolonia, alla Romania, all’Ungheria,all’Albania, ecc. Dopo un periodo dicalma succeduto alla morte di Stalin,riprese la lotta antireligiosa, che non siesaurì fino agli anni Ottanta, pur cam-biando nei metodi e alleggerendo larepressione.

La politica atea ha tentato di tutto,macchiandosi dei crimini più orrendipur di sradicare l’idea di Dio, ma nonce l’ha fatta, perché, come disse unprete lituano ai suoi aguzzini: “Lecanne oscilleranno, si piegheranno, male querce resisteranno, ne genererannoaltre, ancora più robuste.”

continua

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Secondo la tradizione Gesù sarebbenato il 25 dicembre 754 dalla fonda-

zione di Roma, ma la datazione è inesattaper quanto riguarda l’anno, e convenzio-nale per quanto riguarda il giorno.Nel Vangelo di Luca si legge che nel perio-do della natività, a Betlemme, i pastorivegliavano il loro gregge durante la notte;ma poiché i pastori ebrei partivano per latransumanza all’inizio della primavera efacevano ritorno solo in autunno, se nededuce che il Cristo dovrebbe essere natotra marzo e novembre. Nei primi secoliinfatti la data non era la stessa in tutti iluoghi: in Oriente alcuni celebravano ilNatale il 20 maggio, altri il 20 aprile, altriancora il 17 novembre. In Occidente ilgiorno oscillava tra il 28 marzo e il 25dicembre. La controversa questione furisolta da papa Giulio I nel IV sec.,quan-do fissò per Roma il 25 dicembre, datafatta propria anche da altre diocesi, comeMilano per opera di S. Ambrogio e soste-nuta in seguito anche da papa S. LeoneMagno.

Perché proprio il 25 dicembre?Semplicemente per cristianizzare una

festa pagana. Infatti in quel giorno, coin-cidente con il solstizio d’inverno - secondole conoscenze astronomiche del tempo - sicelebrava solennemente nell’Impero lafesta del Sol Invictus, il Sole nascente dinuovo, in onore della divinità Mitra. Il sol-stizio d’inverno pone fine al giorno piùcorto, di minor luce, e da quel momento ilsole riprende il suo corso, rendendo legiornate più lunghe. Orbene, la Chiesa,anziché rigettare questa festa, ha preferitocoglierne il significato simbolico e trasfe-rirlo in Cristo. Nel nostro caso è Lui il veroSole che viene in questo mondo per scon-figgere le tenebre. Una curiosità: il 25dicembre è proprio un giorno molto “get-tonato”; infatti quasi tutti i popoli dellaTerra hanno celebrato, intorno a questadata, la nascita di un dio. In Egitto sifesteggiava la nascita del dio Horus, inBabilonia quella del dio Tammuz, inPersia del dio Mitra, in Messico del dioQuetzalcoatl, in Grecia di Bacco, ecc.

Per quanto riguarda l’anno il problemaè complesso. Abbiamo solo due avve-

nimenti come punti di riferimento: lamorte di Erode il Grande e il censimentodi Quirinio. All’inizio la datazione storicapartiva dalla presunta data della fondazio-ne di Roma, chiamata “anno zero”. Si sacon certezza che Erode morì nell’anno 750dalla fondazione di Roma. Il monacoDionigi il Piccolo, vissuto nel VI sec., fuincaricato dal Papa di stabilire la data

esatta dell’equinozio di primavera, indi-spensabile per determinare la data dellaPasqua. Quel monaco zelante non solorisolse quanto gli era stato chiesto, maintrodusse anche un sistema di datazionedel tempo fondato sull’Annus Domini,cioè l’anno di nascita di Nostro Signore,che divenne l’anno zero, fissato 754 annidopo la fondazione di Roma.

Da allora la storia si divide in avantiCristo e dopo Cristo. Però questo

dotto monaco sbagliò i suoi calcoli dialcuni anni. L’anno della morte di Erodecon il nuovo computo degli anni è il 4 a.C,ma se Erode voleva far uccidere ilBambino, vuol dire che la nascita di Gesùera avvenuta prima. Ma quanto prima? Unanno, due, tre? L’altro elemento che civiene in aiuto è il censimento di Quirinio,che ha motivato il viaggio di Maria, incin-ta, e Giuseppe a Betlemme. Il senatorePublio Sulpicio Quirinio fu governatore

della Siria dal 12 all’8 a.C, sostituito poida Sanzio Saturnino. Gli storici, docu-menti alla mano, attestano che i censi-menti realizzati nell’epoca augustea furo-no 3: nel 28 a.C (troppo lontano), nell’8a.C. e nel 14 d.C. (troppo avanti). La datadell’8 a.C. appare la più accettabile e siaccorda sia con quanto afferma l’evange-lista Luca (che parla del governatoreQuirinio) sia Tertulliano, uno scrittorecristiano romano, che attribuisce questo

stesso censimento a Saturnino. E’probabile che Qui-rinio sul finire delsuo mandato abbia indetto il censi-mento, il quale però, proprio perchéil primo in terra di Giudea, incontròdifficoltà e si protrasse così a lungoda essere condotto a termine dalsuccessore. Si può supporre cheGiuseppe e Maria andarono a farsiregistrare fra il 7 e il 6 a.C. Arriviamoalla conclusione: la nascita di Gesùavvenne non prima dell’8 a.C. e nondopo il 4 a.C.; presumibilmente tra il7 e il 6 a.C.

E la stella che ha guidato i Magi?Non era una stella cometa (è

diventata tale solo nel Medioevo, forse peresigenze pittoriche) ma una straordinariacongiunzione planetaria fra Giove eSaturno e, verso la fine del 7 a.C., anchecon Marte; il loro allineamento, moltospettacolare, dava luogo a una forte illu-minazione del cielo. E’ durata a lungo equesto potrebbe spiegare come i Magi, chesappiamo essere astronomi-astrologi,abbiano potuto compiere il loro lungoviaggio guidati da tale luce.Ma basta far supposizioni e calcoli speri-colati. Non è fondamentale sapere se Gesùè nato un anno prima o dopo, o in queldeterminato giorno piuttosto che in unaltro. L’importante è che Lui sia nato.Grandiosa è stata l’idea di Dionigi ilPiccolo, seppur con un calcolo non deltutto esatto, di porre il Cristo al centrodella storia. Lui è veramente lo spartiac-que della storia umana, il punto di riferi-mento, l’Alfa e l’Omega.

Ma quando è nato Gesù?di Graziella Lorini

Esine - S. Maria: affresco raffigurante la natività

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Stòrie e Tradisiù bresane.Pontoglio - I buoi e il contadino — “Isidoro, è bello cantare le lodi del Signore. Esemplareche tu passi la giornata in preghiera, onorevole che tuaiuti gli infermi. Ma se non attendi anche ai lavori deicampi mentre la stagione è propizia, quest’inverno nonavrai cibo né per tua moglie, né per tuo figlio”. Così parlòun vicino a Isidoro di Madrid, nato verso il 1080 e mortoil I maggio 1130. “Amico, non sai che i buoi lavoravano per me, mentreprego in chiesa? Li guida una mano celeste, più forte dellamia”. Questo racconto veniva narrato tanto tempo fa dal parrocodi Pontoglio ai contadini che raramente entravano inchiesa, per ricordare loro la vita esemplare di Isidoro edella moglie, Maria Toribia, da cui ebbe un figlio e che fuvenerata con il titolo di Beata. E aggiungeva che Isidorofu anche disprezzato dai compagni di lavoro che loritenevano uno sfaccendato. — Sant’Isidoro è venerato nella regione da quando, il 14giugno 1619, papa Paolo V ne approvò il culto e il ponteficeGregorio XV, il 12 marzo 1622, lo canonizzò solennemente.E’ ricordato dal martirologio romano al 1° maggio. Festein suo onore si fanno a Marone, nella frazione Cornaretodi Saiano. I Fenaroli gli dedicarono una chiesetta privata. Infine nelsantuario di San Bartolomeo a Magno di Inzino, PietroScalvini dipinse il miracolo dell’angelo che guida i buoinei campi, mentre il Santo ascolta la Messa.

Ben Tar

ProèrbeL’AMORE, pena di chi ama e non è riamato, suprema volontàdi donarsi all’altro, fonte di gioie e dolori, irresistibilesentimento verso il quale ci si sente attratti, terreno di conquistae motivo di vanto… sono i principali tratti della passioneamorosa ripresi e sintetizzati in semplici ritratti eternamentevalidi. E’ curioso notare poi come un sentimento così profondo e complesso, capace di infliggere crudeli tormenti all’animo

umano, la sapienza popolare si astenga dal dispensare lesolite buone regole di difesa o di avvertimento; come asignificare che per una totale forza emotiva non esistonoparole che tengano, che per un simile incantesimo nonesistono antidoti. In proposito ci ha pensato “la sapienza ‘ngrà” - “sapienza in pillole”, ovvero i proverbi popolari dellaprovincia di Brescia:

Tra i turbamenti d’amore si fa largo la praticità e il sensodi concretezza tipici della cultura popolare quasi a volercidire: bando alle ciance ora veniamo al sodo.

Quand tè sé bù dè fa la pónta al palèt, tè sé a sègn dè ‘nda amuruse e comprà ‘l lèt.

Quando il contadino ha imparato a far la puntaai pali può farsi la morosa e prepararsi la casa.

Chi celebrerà un matrimonio all’insegna dellasobrietà non avrà sprecato denaro.

El piö sior lè chèl che ‘nvida nissü. Il più ricco è colui che non invita nessuno... poiché nonvuole spendere.

L’analisi si sposta ora sulle probabili fidanzate.Pötòst che restà pöta spuse èl prim che böta. Piuttosto che restar zitella sposo il primo che sipresenta.

Dov’è finito l’incanto d’amore? Èn tàt che le bèle ja rimira, le bröte le sè marida. Intanto che le belle vengono ammirate, le brutte sisposano.

Ròba riservada, piö apresada. Roba riservata è la più apprezzata.

Il pregio della riservatezza facilita l’accasamento.

A chi toarà sö ‘l füs burlat èn tèra, ghè resterà ‘l füs e làfilandera. A chi raccoglierà il fuso caduto a terra resteranno ilfuso e la filandiera.

Variante del solito espediente femminile dellacaduta del fazzoletto. Femminile di filandiere, lafilandiera era la proprietaria o la gerente dellafilanda.

La spusa e la fretada le và fade a la fiamada.

Proèrbe e poesie cüntade só nel nost dialet. Stórie e tradisiù dela nostra provincia.

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La sposa e la frittata vanno cucinate alla fiamma.

Ci vuole il fuoco sacro della passione per mantenereacceso il rapporto di coppia. E infatti il generedell’intellettuale un po’ freddino non raccoglieconsensi.

L’òm stüdiùs, magher murus. Uomo studioso, amante magro.

Il celebre paragone della passione che si infiammaal semplice contatto con l’amato esemplifical’indomabile energia del sentimento amoroso.

L’òm l’è föc, la fómna l’è la stópa. L’uomo è il fuoco, la donna è la paglia.

Con le varianti:

La paia arènt al föc la taca. La paglia vicino al fuoco si accende.

L’òm l’è ‘l föc, la fómna la paia, rìa ‘l diàol e ‘l sópia.L’uomo è il fuoco, la donna la paglia, arriva il diavolo esoffia.

Ancora:

‘Ndò gh’è scète ‘nnamuràde, nó le sèrf pórte saràde. Dove vi sono ragazze innamorate non servono portechiuse.

L’amore non teme barriere. E difatti:L’òio èl cór dré a la padèla.L’olio corre dietro alla padella.

Si usa questa espressione per dire che gliinnamorati cercano di incontrarsi in tutti i modi.

Quand l’amùr èl gh’è, la gamba la tira ‘l pè. Quando c’è l’amore la gamba tira il piede.

L’amore supera ogni ostacolo per riunire due cuoriinnamorati.

Gnà amùr, gnà signoria i vö1 compagnia. Né amore né signoria vogliono compagnia.‘Signoria’ nel senso di autorità, dominio. Difficilmentechi detiene il potere accetta di condividerlo conqualcuno così come succede per un cuoreinnamorato che desidera consumare la propriapassione in solitudine con l’altro. L’amore, quindi,basta a se stesso.

Nó ghè sigale sensa us. Nó ghè pöte senza murus. Non ci sono cicale senza voce né ragazze senzainnamorato.

L’amore è un destino... ancor più per chi lo ricerca.

Un destino ineluttabile, un richiamo istintivo al qualenon si può restare sordi.Töc i gacc i gha ‘l sò zenér. Tutti i gatti hanno il loro gennaio.

In genere, il mese di gennaio è per i gatti il momentodel ‘risveglio’ dei sensi, la stagione degli accoppiamen-ti.

Ben Tar.

Pa néghèr, pulenta e fic sècXIX Episodio:

L’asiprét en visitâ La campanelâ delâ cisinâ de Sant’Antóne l’è solitâ sunàtrè olte:La primâ, ale sèt en quart, per chei che i restâ a disü perfà la cununiù, la secondâ alla mèsâ, per chei che öl confessàse la tersâ, al quart, per i retardatare. L’inisio delâ Mèsâ ‘lada el pret con tre o quater baciocâde de campanelâ.

-Dai scècc… fì ‘na córsâ perché el pret l’è zamò a metàséntér! Curì óter che mé riarò … se ocor fì i cèrèghècc, chesì brai-, la ziâ Andreinâ la solecitâ i gnari ‘ntat che la sèrâel cancilì. -El zio Bepi èl völarèss endà pò a lü, ma abandunà la casinâghè rincrèss … con tóte le bröte face che ghè en giro! E pòel ga de finì de cagià el formai e el casolet. El disarà sö duPater entàt che ‘l sbat la panâ per fa ‘l botér… almeno alafestâ!

-Che bela sorpresâ, don Alberto! Alurâ l’erâ propé lü sölsintér de Bontep! Nelâ casinâ delâ parochiâ el sa troaràbé!- la ga cumplimentâ Andreinâ all’asipret, nel rià alacisulinâ.-Te l’éré prumitìt che sarès gnit, … ma so ché, anche perchèl’é el mè turno de öna settimanâ per le mese estive e méaprofite per respirà chèstâ ariâ dè muntagnâ! E pò, t’alsét … ghe che en pó de zuenòcc … de confesà.Je quasi töte fomne, önâ vintinâ, e bociâ, set ó ot, ma didrédei boscai de nisólâ e de carpen sa èt spuntà le sagome deipartigiani che i sènt la òia de partecipà ala mèsâ, ma ergüi cuntròlâ i muimèncc dèlé persune. Se sa mai! … Alâcuminiù trè o quatèr i vé förâ a riséèr l’Ostiâ Consacradâ.

[…] – Pace e vita a tutti gli abitanti di questa cascina!- l’èel saluto del’Asiprét, amò al cancilì difront al sinter. El riâtöt róss, fumeghèt, südàt, e con el fasöl bianc inserit alcol, per miâ ‘nbrösgiàss col culèt de òss.-Che belâ sorpresâ! … Che unùr! … L’è prope de paròlâ aègnèr a troàm fina a che! … El se comode! … Dai che èn

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"Unity Award" Grammydella musica cristiana 2007Per Roberto Bignoli, premiata la canzone"Dulcis Maria Totus Tuus", è il quartopremio che riceve per la sua carriera diartista nella Christian Music!Il prestigioso riconoscimento gli è stato assegnatonella categoria della "canzone internazionale"Phoenix, AZ. 09 ott 2007

Roberto Bignoli ha vinto il premio "Unity Awards"2007 UMCVA "Grammy" della musica cristiana

mondiale che sitiene ogni annonegli USA. Il pre-stigioso ricono-scimento gli èstato assegnatonella categoriadella "canzoneinternazionale",per il brano"Dulcis Maria -Totus Tuus" trat-to dal suo ultimosingolo.

"Dulcis Maria" è stato realizzato in collaborazio-ne con Radio Kolbe Sat di Schio (VI) arrangiato eprodotto dal musicista cantautore e collaboratoredi Enrico Ruggeri NICO FORTAREZZA, autoredella parte musicale della canzone mentre iltesto e stato scritto da Bignoli e con il noto musi-cologo e autore di molte musiche sacre e liturgi-che Don Stefano Varnavà.In questa produzione hanno collaborato musici-sti professionisti come Luigi Schiavone chitarri-sta ufficiale di Enrico Ruggeri, il bassita TonyCorizia che di recente ha collaborato nella colon-na sonora del videogame "Batman DarkTomorrow", Ramon Rossi alla batteria, Pino DiPietro. Un ringraziamento per la partecipazioneal cantante lirico "baritono" Diego BragonziBignami che ha saputo interpretare insieme aRoberto Bignoli questa canzone.La premiazione si è svolta presso il teatro"Orpheum Theatre in Phoenix", in Arizona (Usa),uno dei più prestigiosi teatri. Tra gli altri vincitoridello Unity Award il rapper americano StanFortuna che sarà presente come special guestalla giornata mondiale della gioventù che si terràa Sydney 2008 in Australia, per la sezione Rockla Band Irlandese "Ceili Rain" il cui leader è BobHalligan autore di canzoni di successo tra cuialcune di Michael Bolton, Cher, KISS, KathyMattea, per la musica latina ha vinto il cantautoresalvadoregno Jaime Cortez, per la sezione Popha vinto la nota cantautrice Kara Klein per lasezione liturgica e strumentale ha vintoAngelina giovane cantante del Mississipi di origi-ne siciliana ed altri .L'evento è stato presentato anche quest'annodalla cantante Pollyanna Dorough, sorella diHowie D. dei Backstreet Boys e dal noto giornali-sta internazionale Raymond Arroyo.

http://unityawards.com/ - http://www.informusic.it

Musica

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biom öna carafìnâ! … Ghe che anche Antonio … l’è apenâ nàt endel bosc … l’è gnit a troà i so fiöi e a portagâ i vistic de ricambio-el dis Bepi töt d’en fiat en pó’ confüss. –Che nüità ghè ale base?-el ga diss amò intat che ga ofre la scagnâ.-Robe mia tat bèlé … a olte sa ga porâ a dì, a fa e a predicà. Ghesèmpèr vergü che scultâ e el refèréss … come che en muntagnâ, ima diss. En pó’ de confòrto el ga öl, anche per chei scècc chè ghèen giro, nei bosc. … Ma parlom de nóter. Andreinâ la ma dit cheghè zamò en arivo l’erede!Bepi el dienta róss, ma con el sò sòlit soriso, multiplicat per sèntoe pò; ‘ntat che l’empisâ el mücì delâ sigaretâ:-El la sa zamò! … Come sif svelti, ótèr précc a saì le nutizie!- Eldiscórs el prosegue sö Tonio, la sò legnâ e i söi fiöi che iè brai,söle bestie, söi strachì, söi sègaboi, el masèng, le pasade dei oseie i archecc, ma en mèss ai argomencc i ria semper i todesch, ipartigiani e i rastelamencc.

Entàt l’è riada l’ura de regulà le bestie e de mulsèr.-El ria piö Antonio!?-, el domandâ el prét.-L’è nat a fa el gir dei archècc, primâ de ‘ndà a casâ e a édèr la médâde la legnâ che el ghérâ taiaàt st’inverno … I scècc envéce iè naccper fóns de mandagâ alâ so mamâ … ma i se fermâ a comprà elgelato al rifugio de Cruss-, la ‘nfurmâ Andreinâ ’nsölâ pórtâ alcomiato del’Asiprét che el völ visità amò önâ cascinâ primâ desenâ, dopo iga benedit la cascinâ e la stalâ.(Continua) Lime

Poesie Visita al Cimitero di Carla Zambelli di Coccaglio

En dé, sìe al cimitéro, sò dré chè préghe è fó medìtassiù, quand ghé pènse, me vé amò ‘l magù:a fam engremì l’è stàdä ‘na màmä chè pianzìä per ‘l sò scitì. El ghìä apénä mórt dè ‘n dé o dù,bisognàä véder chè passiù!

L’iä straóltä dèl dulùr. ‘Ndèle mà la ghìä ‘n masulì dè fiùr; a fórsä dè fàl girà e rigirà sté du fiurilìchè la ghìà ‘n mà, l’è riàdä a mitìi ‘ndèl vasitì. Ogni tàt la se lamentàä è la ciamàä “Pinì! Pini!”

E mé, chè ghe sìe visì, èn tra mé disìe:“Signùr, fi chè la sopórte sté dulùr!” È’ pò la s’è mitìdä en zünücìù, puorìnä, a fà ‘na crùs dè sasulì e a ‘mpìsà ‘l Iümì.

Visì a la crusitìnä, ghìä ‘n’usilì chè sögòötàä a cantà è svolasà, parìä ‘n fin chè ‘l ghe disìes: “Té và pör vìä,ghe só che mé a fàgä compagniä. Quand la s’è decidìdä a ‘ndà,la se óltä è la ghé fà à te vègne amò a troàt!”

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Ibresciani del “Karate Genocchio” sono sem-pre ai vertici del karate nazionale; al

Campionato Italiano Esordienti, infatti, hannoconquistato una medaglia d’oro e tre di bronzo,oltre alla classifica generale.

La competizione, organizzata dallaF.I.J.L.K.A.M (l’unica federazione ufficialmen-te riconosciuta dal CONI), si è svolta sabato27 e domenica 28 ottobre ad Ostia con la pre-senza dei migliori atletiitaliani della categoriaEsordienti (nati nel1993-94) nella specia-lità del kumite (combat-timento).

Il titolo individualearriva per merito diIlaria Bianchetti, quat-tordicenne di Coccaglioche ha vinto con ampiomerito la categoria finoa 65 kg.Ilaria, superata la faseregionale tre settimane orsono, ha offerto unaprestazione impeccabile sbaragliando la foltaconcorrenza vincendo ben cinque incontriprima della finale finita addirittura cinque azero.Nella stessa categoria anche Luana Rocchi diBrescia è salita sul podio al terzo posto, dimo-strando la solita grinta e determinazione.

Un altro bronzo, che a dire la verità le va unpo’ stretto, si infila al collo di Piera Minelli

di Cazzago nei 50 kg; Piera, medaglia d’argen-to lo scorso anno, anche quest’anno impressio-na tutti per dinamismo e precisione tecnica,ma purtroppo paga una decisione arbitralealquanto discutibile e contestata da tutti itecnici presenti proprio quando era lanciatissi-ma verso il titolo, ampiamente alla sua portata.

Un po’ di rammarico anche per il castrezzate-se Davide Dallagrassa che nei 55 kg si vedesfilare l’oro per un soffio; per lui comunqueun’importante terzo posto che sicuramenteproverà a migliorare già dall’edizione 2008.

Per il team franciacortino erano presentialtri atleti che in precedenza avevano supe-

rato la fase regionale: tra i maschi AndreaGaribotti, quinto nella categoria 80 kg, Luca

Vezzoli nei 65 kg eDavide Claretti eNicola Vitali nei 60kg. Nel femminileMelissa Martinetti eSara Bonfadini (45kg), Sara Bissolotti(55 kg) e TamaraGakovic (65 kg).

Per tutti loro unabuonissima presta-zione, purtroppo noncoronata dal podiofinale, ed un’impor-

tante esperienza per il futuro.

La somma dei singoli risultati ha fruttato alKarate Genocchio, nella classifica finale persocietà, il titolo di Campione d’Italia per lecategorie femminili!

Trasferta trionfale quindi per la squadra diRovato guidata dalla famiglia Genocchio

per la quale, essendo in chiusura d’anno, ora ètempo di bilanci; e tutti noi gli auguriamo dieguagliare (…e perché no, migliorare!) l’esal-tante secondo posto in Italia già ottenuto nel2005 su oltre milleduecento società iscrittealla Federazione di Karate.

Per ulteriori informazioni e foto, visitate ilsito ufficiale:www.karategenocchio.it

CAMPIONATO ITALIANO DI KARATEILARIA BIANCHETTI CAMPIONESSA D’ITALIA!

Karate Genocchio trionfa anche nella classifica per società

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Un po’ di buon umore, per un sorriso in più

a cura di Chiara L.

PIERINO E L’AFRICA Secondo te l'Africa è molto lontana? - chiede unbambino a Pierino. - No, non molto... - Ma sei sicuro? - Certo. Io ho un compagno di classe africano: hadetto che viene dal Congo e tutte le mattine arrivaa scuola in bicicletta!

PIERINO A SCUOLALa maestra Dice a Pierino: - Se metto nello zaino 5 libri di italiano, 7 di mate-matica e 2 di storia, quanti libri avrò? - Abbastanza per rovinarmi le vacanze...

AL CINEMAAlzandosi per andare in bagno, Pierino inciampa inun altro spettatore e gli pesta un piede. Al ritorno gli domanda: - E' a lei che ho pestato un piede, prima? - Già! Finalmente ti sei deciso a chiedermi scusa!!!! - Io veramente volevo esser sicuro di ritrovare ilmio posto nella fila...

ALLO ZOOUn guardiano di uno zoo ha appena ordinato unsistema televisivo a circuito chiuso per sorvegliarele azioni degli animali senza muoversi dal suo uffi-

cio. Ordina quindi al suo assistente di sparpagliarle intutto lo zoo senza ovviamente farsi notare dai turi-sti, ma soprattutto dagli animali.Finito il lavoro torna alla casa del guardiano. - Bene, benissimo. Adesso potremo vedere ciò chefanno gli animali senza muoverci di un metro da qua,come se stessimo vedendo un normale programmatelevisivo. L'assistente, non tanto convinto interviene: - C'è un problema però... Il guardiano: - Ah si? E quale sarebbe? - Se qualche animale provasse a scappare durante lapubblicità?

IN AUTOSTRADAUn automobilista sta ascoltando il giornale radioche viene interrotto per una comunicazione urgen-te:- Attenzione, attenzione... a tutti gli automobilisti...un pazzo ha imboccato l'autostrada del Sole con-tromano!!!Appena ascoltato il messaggio, l’uomo esclama schi-vando le macchine:- Per fortuna che doveva essere solo uno... quasaranno un centinaio!!

Numeri Telefonici Di immediata utilità

Municipio: . centralino . fax . Ufficio Vigili - Agente di servizio - Emergenze. Ufficio Anagrafe . Ufficio Tributi . Ufficio Ragioneria . Ufficio Servizi sciali . Ufficio Segreteria . Ufficio Tecnico . Servizi 24/24COGEME Scuola MaternaScuola ElementareScuola MediaRadio parrocchialeFerroviePoste Italiane Farmacia

030 7725711 030 7721800 030 7725702 335 7250663 335 7637031 030 7725704 030 7725707 030 7725709 030 7725716 030 7725724 030 7725731 335 7637031 800 017446 030 7721562 030 723730 030 7721190 030 2731444 030 7703004 030 7721318 030 7701217

Guardia medica Pronto soccorso Chiari

Soccorso pubblico di emergenzaSoccorso stradale Guardia di FinanzaCarabinieri Pronto intervento Vigili del Fuoco Emergenza sanitaria Telefono Azzurro Guardia FarmaceuticaUfficio Invalidi Prenotazioni ambulatoriali …… . prestazioni ambulatoriali…….. ecografie………………………… . esami radiologici……………… Volontari del soccorso: Coccaglio:

- servizio diurno - servizio notturno

Emergenza infanzia

030 77191 030 711170

116 117 113 112 115 118 19696 800 297002 030 7007025 1991455050 Tasto 1 Tasto 2 Tasto 3

030 7240348 030 7722815 114

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Cultura, sport, notizie

In onore della Madonna € 20,00In occasione del Matrimonio € 200,00NN € 50,00In onore della Madonna € 20,00Per il bollettino parrocchiale € 10,00Per il bollettino parrocchiale € 5,00I Coscritti del 1936 in mem. di GianLuigi € 100,00In memoria del caro Fratello € 200,00I Coscritti del 1936 in mem. di Pietro € 100,00In onore della Madonna € 20,00In memoria del caro Sposo € 100,00Per gli esercizi sp.=per i Missionari € 100,00Per gli esercizi sp.=per i Missionari € 150,00

In memoria del caro Papà € 100,00Per gli esercizi sp.=per i Missionari € 20,00Per gli esercizi sp.=per i Missionari € 30,00Per gli esercizi sp.=per i Missionari € 10,00Per gli esercizi sp.=per i Missionari € 10,00Per gli esercizi sp.=per i Missionari € 50,00Per gli esercizi sp.=per i Missionari € 10,00Per gli esercizi sp.=per i Missionari € 20,00Per gli esercizi sp.=per i Missionari € 20,00Per gli esercizi sp.=per i Missionari € 20,00Per gli esercizi sp.=per i Missionari € 20,00Per gli esercizi sp.=per i Missionari € 10,00In occasione del 40° di Matrimonio € 50,00

Offerte per le opere parrocchiali 17 settembre - 18 novembre 2007

Vivicoccaglioimmagini di angoli caratteristici

o curiosi del nostro paese

sul numero precedente, un angolo di Medioevo:passaggio tra la piazzetta e il ramo di via Castello

di fianco alla pieve

PARROCCHIA

“S. MARIA NASCENTE”Coccaglio

piazza Luca Marenzio, 22f

per altre informazioni, v. il sito internet (indirizzo alla pagina successiva)

Orario delle sante Messe:FESTIVO FERIALEore 16.30 (Casa Alb. - sabato *)ore 18.00 (sabato)ore 7.00 ore 7.00ore 9.00 ** ore 8.30ore 10.00ore 11.00ore 18.00 *** ore 16.30

* salvo variazioni** posticipata ad altra ora in caso di funerale

*** anticipata ad altra ora in caso di funerale

Numeri telefonici (premettere sempre 030)Casa canonica (abit. don Giovanni) 7721248Sacrestia - Ufficio parrocchiale * 7248203Segreteria Oratorio “Il Focolare” 723575Oratorio femminile 7721625Abitazione don Roberto 7721039Abitazione don Titta 7700340Abitazione don Lino 7704848Diacono don Francesco 723392Del Barba Pierino/Orat. femm. 7721102

* durante gli orari di sacrestia

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Cultura, sport, notizie

In occasione della s. Messa presso la “Madonna del Buscarino” € 300,00

In occasione della festa di compleanno € 15,00NN € 5,00In memoria del caro Sposo € 50,00In memoria di Stefano € 480,00NN € 100,00In occasione della festa di compleanno € 15,00Dalla “Piccola Ribalta” per il suo Oratorio € 1.500,00In occasione della festa di compleanno € 20,00In occasione della festa di compleanno € 20,00NN € 5,00NN € 20,00In occasione della visita alla famiglia € 200,00NN € 10,00NN € 5,00NN € 20,00NN € 50,00NN € 50,00NN € 5,00NN € 50,00NN € 100,00NN € 10,00NN € 10,00NN € 10,00NN € 10,00NN € 5,00NN € 5,00NN € 20,00NN € 20,00NN € 50,00In memoria del caro Fratello € 200,00NN € 50,00In occasione della festa di compleanno € 5,00NN € 20,00In occasione della festa di compleanno € 20,00NN vari € 65,00NN € 50,00In occasione del s. Battesimo € 100,00In occasione del s. Battesimo € 50,00In occasione del s. Battesimo € 20,00In occasione del s. Battesimo € 50,00NN € 50,00I Pellegrini sulle orme di s. Paolo in Grecia € 250,00Offerte per le op. parr. (tavolino) Dom. 7/X € 860,00Eccedenza sulla colletta di Domenica 7/X € 369,00NN € 50,00NN € 40,00NN € 50,00NN € 10,00In mem di Vincenzo, papà del caro amico € 175,00NN € 10,00In mem. del caro Sposo e Cognato € 100,00NN € 150,00Classe 1947 € 130,00In occasione della benedizione delle case: vieD.Vigne, D.Gelsi, G.PaoloII, MM.p.za Logg. € 300,00In occasione della festa di compleanno € 20,00In occasione del s. Battesimo € 30,00

Buste pro Oratorio Domenica 14 ottobre € 1.491,90NN € 5,00In occasione della festa di compleanno € 20,00In memoria della cara Mamma € 300,00NN € 25,00In occasione del s. Battesimo € 150,00In occasione del s. Battesimo € 150,00In occasione del s. Battesimo € 100,00In occasione del s. Battesimo € 30,00In occasione del s. Battesimo € 100,00In occasione del s. Battesimo € 50,00In mem. d.Mamma, in occ. d.traslazione d.Papà € 100,00In occasione del benedizione della casa € 100,00In occasione del benedizione della casa € 160,00In occasione del s. Battesimo € 50,00In occasione del s. Battesimo € 70,00In occasione del s. Battesimo € 50,00In occasione del s. Battesimo € 50,00In occasione del s. Battesimo € 50,00NN € 50,00Offerte per le op.parr. (tavolino) Dom. 4/XI € 695,00Eccedenza sulla colletta di Domenica 4/XI € 300,00Buste pro Oratorio Domenica 11 nov. € 1.760,90

Versamenti su “Il Focolare onlus” 05-10-07 € 50,0012-10-07 € 150,0030-10-07 € 150,0007-11-07 € 500,00Totale offerte € 13.091,80Dall’Amm. Comunale, LR 9.5.92 e altro € 42.430,00Debito precedente € 1.398.897,97Debito residuo € 1.343.376,17

Altre offertePer la cappella di s.Rita in S. Floriano (via Viassola)NN. € 350,00Per il reliquiario di s. Rita € 350,00NN. € 50,00

Per la Charitas parrocchialeAss. “Oasi Mamma dell’Amore-ONLUS” € 2.000,00Amministrazione Comunale € 1.000,00NN. per i poveri € 20,00

Per la tinteggiatura di ambienti danneggiati da infiltrazioned’acqua nell’Oratorio di via Cavour (chiesa e stanza attigua)Ditta tinteggiature Begni-Ferrandi materiale2NN. € 500,00NN. € 500,00NN. € 100,00NN. € 400,00

a totale copertura del costo

Grazie: a tutti i benefattori e donatori,palesi o nascosti; all’Amm. Comunale per ilsollecito adempimento.

Offerte per la ristrutturazione dell’Oratorio 17 sett. - 18 nov. 2007

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spazio per l’etichetta adesiva

Indirizzo del Sito:http://www.coccaglio.com

Parrocchiaorario delle celebrazioni, calendari, appuntamenti, ecc.

http://www.coccaglio.com/Parrocchia.asp

servizio per il Battesimo, il Matrimonio e il Funerale

http://www.coccaglio.com/mbf.htm

Oratorio (in allestimento):http://www.coccaglio.com/oratorio

Centro Zonale di Ascolto Famiglia:http://www.coccaglio.com/CAF.asp

Archivio del Bollettino parrocchialehttp://www.coccaglio.com/archiviobollettino.asp

Guida al sito internethttp://www.coccaglio.com/sito.asp

Radio parrocchiale (ECZ-InBlu)http://www.coccaglio.com/radioparrocchiale.asp

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RADIO PARROCCHIALE - 91.85 MHZNUOVE FASCE ORARIE PER LE TRASMISSIONI DALLA NOSTRA CHIESA:

FERIALI: dalle 7.00 alle 7.30; dalle 8.00 alle 9.30; dalle 18.00 alle 19.30, dalle 20.00 alle 21.30

FESTIVI: dalle dalle 8.30 alle 12.00; dalle 18.00 alle 19.30Al di fuori di questi orari (per un totale di 5 ore) non ci è possibiletrasmettere le nostre celebrazioni

www.coccaglio.com/radioparrocchiale.asp

La vecchia Pieve augura a tutti i suoi lettori,

in particolare ai Missionari e alle Missionarie di Coccaglio

Buone e Sante Festività Natalizie

e un Nuovo Anno sereno, nel Signore