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Periodico della Comunità Parrocchiale di Coccaglio - Maggio 2008 - numero speciale NUMERO NUMERO SPECIALE SPECIALE 25° DI ORDINAZIONE DON GIOVANNI GRITTI DIACONO FRANCESCO MAZZOTTI

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NUMERONUMERO

SPECIALE

SPECIALE

25° DI ORDINAZIONE DON GIOVANNI GRITTI

DIACONO FRANCESCO MAZZOTTI

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La vecchia Pieveperiodico

della Comunità parrocchiale di Coccaglio

Autorizzazione del Tribunale di Brescian° 26/2007

dell’8 settembre 2004

Maggio 08 - Numero UnicoComposizione copertina e logodi Ugo Capretti

Direttore responsabilesac. Giuseppe Mensi

Direttoresac. Giovanni Gritti

Gruppo di redazione:d. Roberto Soncina, Andrea Bighetti, Gianluca

Pedrali, Anna MassettiCorrezione delle bozze

Cucchi Rosa, Bertassi Anna

Hanno collaborato per questo numero:

Mons. Luciano Monari, vescovo di BresciaMons. Francesco Beschi, Vescovo aus. di BresciaMons. Luigi Corrini, parroco emerito di VerolanuovaDon Alfonso Lupezza, parroco emerito di PaloscoDon Battista PiccinottiDon Roberto SoncinaConsiglio Pastorale ParrocchialeLuigi Lotta, sindaco di CoccaglioDiac. Giuseppe BirbesMons. Piergiorgio Saviola, Servi della ChiesaFrà Andrea FaustiniGianluca PedraliCoscritti classe 1957, PaloscoGruppo Giovani Oratorio di VerolanuovaGruppo ex ministranti, CoccaglioGruppo famiglie CoccaglioGruppo Catechisti, CoccaglioGruppo ex colleghi SIPI, Coccaglio

HO SCRITTO T’AMO SULLA ROCCIA

Vocazione.E’ la parola che dovresti amare di più.Poiché è il segno di quanto sei importante agli occhi diDio. E’ indice di gradimento presso di lui, della tuafragile vita.Sì, perché se ti chiama, vuol dire che ti ama.Gli stai a cuore, non c’è dubbio.In una turba sterminata di gente, risuona un nome:il tuo.Stupore generale.A te non aveva mai pensato nessuno. Lui sì!Più che vocazione, sembra una evocazione.Evocazione dal nulla.Puoi dire a tutti: si è ricordato di me!E davanti ai microfoni della storia (a te sembra solonel segreto del cuore) ti affida un compito che solo tupuoi svolgere. Tu e non altri.Un compito su misura…per lui.Sì, per Lui, non per te.Più che una missione, sembra una scommessa.Ha scritto “t’amo” sulla roccia!Sulla roccia, non sulla sabbia, come le vecchie canzoni.E accanto ci ha messo il tuo nome.Forse l’ha segnato di notte. Nella tua notte.Alleluia!Puoi dire a tutti: non si è vergognato di me.

(Mons. Tonino Bello - 6 maggio 1990)

Mi unisco alla comunità parrocchiale di Coccaglio per esprimere il mio sincero augurio a don Giovanni eal diacono Francesco che ricordano il venticinquesimo anniversario della loro ordinazione .

Mentre essi ringraziano il Signore della chiamata ricevuta e accolta, la comunità cristiana ringrazia Dio perloro. Il ministero ordinato è un dono prezioso che il Signore offre alla sua Chiesa. Attraverso tale ministero

Cristo continua nella storia la sua opera di salvezza e, attraverso la Parolae i Sacramenti, edifica la sua Chiesa . Ringraziando il Signore, la comunità dice il suo grazie convinto aDon Giovanni e a Francesco per i loro venticinque anni spesi a servizio di Dio e della Chiesa .Festeggiando il parroco e il diacono, la comunitàriflette sul mistero della vocazione, pregando il Signoredella messe perchè mandi ancora operai nella sua messe .Prego il Signore perchè continui ad accompagnare don Giovanni e Francesco e li ricolmi della sua grazia edella sua benedizione. Prego anche perché nella parrocchia di Coccaglio nascano e crescano ancora santevocazioni al ministero ordinato, sacerdotale e diaconale .

Su don Giovanni, il diacono Francesco e sul loro ministero invoco la benedizione del Signore.

+ Luciano Monari

C aro don Giovanni, caro diacono Francesco, mi unisco alle felicitazoni di tutta la comunità nel venticinquesimo anniversario della vostra Ordinazione, rispettivamente sacerdotale

e diaconale . E’ per voi motivo di una riflessione profonda e ampia: per noi è motivo di riconoscenza sentita al Signore. Il dono che avetericevuto per la Sua Grazia, non è soltanto per voi: in maniera molto chiara, la vostra chiamata è alservizio e per il servizio di tutto il popolo di Diio. In questi venticinque anni, in modi diversi e in luoghidiversi, si è manifestata la vostra risposta. Grazie a Dio e a voi, per la ricchezza di Vita che ho raggiuntouna moltitudine di persone, attraverso la vosta vita. Il Signore vi benedica e, ricchi di esperienza, vi rendaancora piu’ disponibili all’opera per la quale vi ha chiamato e mandato.

Con affetto Francesco Beschi

L’AUGURIO DEL SINDACO

R everendissimo Don Giovanni,approfitto con grande piacere della opportunità di esprimere un pensiero in occasione del Suo venticinquesimo di sacerdozio. E il

pensiero non può che essere l’espressione di un sentimento di vivo ringraziamento per la Sua opera pastorale a Coccaglio. Sono trascorsiquasi sei anni da quando Ella ha assunto l’incarico di Parroco della nostra Comunità, proveniente da quella di Verolanuova, dove avevaoperato per diciannove anni come Curato. Ruoli e compiti diversi ma resi comuni e sintetizzabili nell’opera prima e più grande che un

pastore di anime è chiamato a svolgere: portare la parola di Dio al Suo popolo e farlo crescere nella Fede.Questo Lei ha fatto per tutti questi anni e di questo hanno beneficiato le Comunità dove ha operato, equindi la Comunità di Coccaglio, l’intera comunità e non solo quella religiosa. La Sua parola ha prodottotanto bene, le Sue azioni hanno migliorato e potenziato le strutture e i servizi a favore della Comunità, laSua persona è sempre stata esempio e guida per quanti hanno voluto affidarsi a Lei.Per questo, esprimo ringraziamento per ciò che ha fatto e augurio per il futuro, unanimemente allaComunità, della quale con convinto piacere mi faccio portavoce.Nello svolgimento della Sua opera Ella ha la necessità di avere negli altri sacerdoti, nel diacono e nei laici

dei validi e fedeli collaboratori. Quest’anno ricorre anche il venticinquesimo di diaconato di Don Francesco.Voglia esternare anche a Lui un particolare ringraziamento a riconoscimento dell’opera di aiuto nello svolgimento delle attività della Chiesa.

Coccaglio, aprile 2008 Il Sindaco

(Luigi Lotta)

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NUMERONUMERO

SPECIALE

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con grande gioia e gratitudine al Signore celebriamo con tutta lanostra comunità il vostro 25° anniversario di ordinazione sacerdo-tale e diaconale! Ogni tappa significativa della nostra vita è sempreuna nuova partenza, è andare oltre, è prendere di nuovo il largo, èscrutare l’orizzonte, è volare ad alta quota nell’azzurro cielo dellanostra esistenza. Quanti doni, quante persone, quante gioie aveteassaporato in questi venticinque anni! Ma fermiamoci un istante eguardiamo dentro di noi per scoprire, con rinnovato stupore, il pre-zioso regalo della vita e della vocazione che Dio ha posto nelle vostremani e in quelle di ognuno di noi. Un dono per il quale oggi rendete grazie, da alimentare alla fontedella Vita, e condividete con i fratelli che vivono accanto. Uno scam-bio di ricchezze per crescere insieme nel campo di Dio dove ognunosi sente a casa e trova anche attraverso il vostro ministero il propriospazio per incontrare Gesù Cristo, per offrire, donare e amare, peressere ascoltati, per aprire il proprio cuore alla bellezza del Vangelo. E’ un grazie che sale dal cuore della nostra comunità e si innalza alcuore di Dio. Proprio per questo trova significato questo numero spe-ciale de “La vecchia Pieve”, che non vuole essere la celebrazione esal-tante fatta di parole di circostanza, ma un piccolo coro a nome dicoloro che avete incontrato e che incontrate ogni giorno e che rappre-sentano la strada entro la quale camminare verso la santità. Lavocazione sacerdotale e diaconale, in modo particolare per coloro

che sono impegnati in un ministero attivo fra la gente consiste pro-prio nella santificazione ordinaria, quotidiana, nella celebrazionedei Sacramenti, nel conforto della carità, nell’annuncio del vangelo,nell’incontro delle persone, nella cura del piccolo gregge porzione diquella Chiesa universale che siamo chiamati a servire. Grazie a Colui che vi ha scelto perché vi ama e vi considera degni distima e preziosi ai suoi occhi. Grazie a colui che, come ci ricorda S.Paolo “Ti ha dato la forza: Cristo Gesù Signore nostro, perché ti hagiudicato degno di fiducia chiamandoti al ministero” (cfr. 1 Tim.1,12). Grazie a Colui che ogni giorno vi aiuta a “combattere labuona battaglia della fede e a ravvivare il dono di Dio che è in te”(cfr. 1 Tim. 6,12). Un grazie, che vorrei esprimere con le parole di uncanto: “Ora che il giorno finisce Signore, voglio cantare parole d’a-more, voglio cantare la gente incontrata, il tempo vissuto, le cose cheho avuto; sorrisi di gioia, parole scambiate, le mani intrecciate nelgesto di pace, e dentro le cose – pensiero improvviso – la Tua tene-rezza, il Tuo stesso sorriso. Io ti ringrazio per ogni creatura, per ognimomento che vivo. Io ti ringrazio, perché questo canto libero e lietoti voglio cantare”. Grazie, perché nel solco della tradizione di questa comunità cammi-nate con noi, intraprendendo il viaggio della fede, speranza e dellacarità. Auguri don Giovanni! Auguri Francesco!

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Don Roberto.

Carissimi Don Giovanni e Don Francesco,

Ho letto in una biografia che Napoleone, quel birbone e superboimperatore... che fu due volte nella polvere e due volte sugli altaricome ben notò il poeta lombardo A. Manzoni, finì la sua tempesto-sa vita nell’isola di S. Elena facendo il catechismo ai bambini deipescatori del posto. E che una sera nell’amarezza del suo spirito,scrisse su un foglio del suo diario questa frase: -Gli uomini dovrebbe-ro togliere dal loro vocabolario questa parola “grazie” poichè nellaloro vita la scartano”.Beh non esageriamo, caroBuonaparte! Si raccoglie solo ciò che si semina. E a te èandata bene poichè nella solitudine di quell’isola haiincontrato il Signore della tua infanzia che, da rivoluzio-nario, hai combattuto nei ministri e nei fedeli della SuaChiesa!...

Amici coccagliesi: preferisco con voi mettere la cosa su unpiano positivo cioè sul rendimento di grazie. Ricordiamocome il bravo romanziere cattolico George Bernanos mat-teva in bocca al povero curato di campana questa espres-sione TUTTO É GRAZIA!E, in effetti, tutti noi credenti in Cristo nuotiamo in un

mare di grazia, il mare di luce e di amore in cui vive Dio, coinvol-gendo pure noi! Ma siccome il Signore continua a volerci bene e a“graziarci”...noi corriamo il rischio di misconoscere ciò. E cosìdimenticare il dovere di digli: GRAZIE, SIGNORE!E questa... maleducazione a Lui dispiace.. come dispiace a noi che inostri ragazzi non ringrazino coloro che donano loro cose belle ebuone. E suggeriamo: Digli grazie! Si! Grazie a Dio sommo bene e

benefattore. Grazie ai fratelli che ci vogliono e ci fanno del bene !L’apostolo Paolo su questo rapporto è un ottimo educato-re e maestro! Se leggiamo con attenzione le sue lettereindirizzate ai suoi collaboratori di apostolato come Tito eTimoteo e alle relative comunità, sorte in Efeso SaloniccoColossi Roma, etc., constatiamo più volte come lui invitae insiste a rendere grazie a Dio Padre per mezzo diNostro Signore Gesù per tutto il bene ricevuto. Grazia sugrazie sottolinea l’apostolo! Ecco amici: celebrandol’Eucarestia, noi preti e voi laici, dovremmo rendere piùvivace e convinto il dialogo anteposto al prefazio!Ricordiamolo: Il Signore sia con voi -E con il tuo spirito-

Don Titta.

Grazie don Giovanni, grazie Don Francesco,

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In alto i nostri cuori - Sono rivolti al SignoreRendiamo grazie al Signore nostro Dio - è cosa buona e giusta!E il sacerdote celebrante riafferma questo dicendo che è proprio cosabuona e giusta!Del resto, amici, ogni Messa nella quale si celebra il mistero eucari-stico è il più bel rendimento di grazie, con relativi inni di lode!Grazie a Dio e Grazie agli uomini (compresi i preti!)Si! grazie a Gesù! L’evangelista Luca ci ha presentato la miracolosaguarigione operata dal Signore in favore di quei dieci lebbrosi! Ma lostesso Gesù ha notato che solo uno - e per di più straniero - dopo averritirato il certificato di guarigione -tornò indietro per ringraziarlo.Uno su nove! Forse questa è la percentuale anche dei cattolici 2008!Bravissime quelle mamme che ai loro ragazzi appena svegliati e chechiedono subito la colazione, dicono: -Vabene! Ma prima ringraziamo il Signore ! Edecco il “Vi adoro,mio Dio,Vi amo con tutto ilcuore vi ringrazio di avermi creato, fatto cri-stiano, conservato questa notte”.È tanto bello ed educativo che i genitori, mae-stri e catechisti... di fronte alle bellezze delcreato, sole e stelle, fiori e alberi da frutta-ariafresca e stupendi tramonti... invitino i ragazzia ringraziare il Signore...

Soprattutto ai grandi doni della vita, dellafede di Gesù fattosi ragazzo come loro e dive-nuto maestro di vita soprannaturale. Anziparola e pane di vita!! A questo punto mipare di sentire qualcuno di voi chiedermi: -Perchè, Don Titta, tutto questo giro di oriz-zonte sul grazie?Mi spiego. Sono stato invitato dal nostro cura-to Don Roberto di mettere in carta, a nomedei confratelli e in rapporto comunitario, unindirizzo (...di grazie) per il 25° diSacerdozio del nostro arciprete don Giovanni,e in linea retta del 25° di diaconato del nostro d. Francesco.Lo faccio volentieri come atto di riconoscenza e di fraternità.Allora, cari amici, diciamo insieme il nostro bel grazie.

-in primis alla SS.TRINITÀ, fonte di ogni bene perfetto-ai loro cari genitori. Da lassù il I° giugno faranno festa con noi .-ed ora a voi due confratelli che la comunità coccagliese onora e festeg-gia con affetto e riconoscenza.

Caro don Giovanni di te parlerà pure a noi, Mons.Luigi Corrini cheper ben 19 anni ti fù grande capo e guida nell’apostolato che ti videvalido collaboratore a Verolanuova, specie nel settore giovanile. Ilnostro grazie espresso concordemente da sacerdoti e laici è plurimo!!

Hai accettato di venire qui a Coccaglio comeBuon Pastore nonostante palesi difficoltà, anche per la partenzadelle rev.de Suore Canossiane valide collaboratrici dei sacerdoti loca-li per ben 80 anni .E col tempo hai visto partire uno dopo l’altro don Bruno e donOscar. E ti sei trovato adosso il grosso problema del Focolare, istitu-zione voluta e ben avviata dall’indimenticabile Don Remo, tuo pre-decessore.Caro don Giovanni: interpretando il comune pensiero ti diciamograzie per l’impulso di rinnovamento dato alla nostra comunità neivari settori, mediante la Missione Pastorale tenuta dai bravi Oblatidi Maria... con relativi centri d’ascolto. E che dire della vivacitàliturgica con forte animazione per celebrare bene la S. Messa e i

Sacramenti? E della tua sensibilitàsacerdotale verso i fratelli malati, date raggiunti, spesso in bici o a piedicalzanti sandali francescani ?E vorrei sottolineare soprattutto duerealtà che ci hanno ben impressiona-to :

-la tua presenza orante e prolungatadavanti a Gesù in Sacramento-la tua forte devozione adorazioneallo Spirito Santo espressa in preghie-re e canti coinvolgenti pure noi conrelative omelie.

Mi fermo per non confonderti ! Diamolode a Dio! Ad multus annos!E a te, caro Don Francesco, che diremo?La tua generosità è nota a tutti i coccaglie-si. Da bravo operaio della Sipi sei passatoa servizio pieno nella nostra chiesa comeconsacrato nell’ordine del diaconato.Chi non conosce come il factotum della

Comunità? E questo per 25 anni !...Ricordo ancora bene quella sera in cui l’AMATO VESCOVO Mons.Luigi Monstabilini ti consacrò Servo. La nostra bella chiesa era str-spiena di fedeli e tuoi amici. E tu, Don Francesco che all’apparenzasebri rustico e ruvido, toccato dallo Spirito Santo piangevi a caldelacrime. Avanti caro confratello la vita lo sai bene, è una miscela digioie e sofferenze. Lavora pensando a diaconi esemplari comeStefano, Lorenzo, Vincenzo e allo stesso Francesco d’Assisi. Ti ringra-ziamo di tutto ma sarà Gesù il premio più bello per te!

AUGURI

NUMERONUMERO

SPECIALE

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Caro Don Giovanni

Grazie, perché in questi annidel Vostro Ministero fra noivi abbiamo sentiti continua-mente vicini, vivamente eattivamente partecipi siadelle vicende personali, tristio gioiose, vissute nelle fami-glie, sia dei progetti e dellerealizzazioni relativi nonsolo alla crescita spiritualecomunitaria, ma anche aristrutturazioni, restauri,ampliamenti e miglioramen-ti logistici degli ambientisacri che accolgono questopopolo di Dio di Coccaglio.Nel corso di questi ultimianni abbiamo vissuto unastoria comunitaria semprepiù bella, sorprendentemen-te nuova, coinvolgente versomete sempre più elevate evissute all’unisono. Con le Missioni, con l’atten-zione particolare alle fami-glie e alle coppie giovani, conla cura delicata e attentadelle celebrazioni liturgichearricchite di segni e indica-zioni che hanno accresciutola nostra partecipazioneconsapevole e proficua aiSacri Misteri, con i pellegri-

naggi, con l’adorazioneeucaristica mensile, la nostrafede si è approfondita, l’a-scolto della Parola è deside-rato e il Vangelo è semprepiù vissuto.Cari don Giovanni e donFrancesco, permettetecianche di dire che la vostracarità, la vostra vita di pre-ghiera, le varie espressioni difraternità sacerdotale vissuteanche nella mensa quotidia-na, ci sono state di grandeesempio e di impulso versouna condivisione sempre piùpiena dei doni del Signore.Attraverso il vostro ministe-ro sacerdotale e diaconale lapresenza fra noi del Signorerisorto ha profuso grazie disantificazione, di solidarietàe la nostra piccola porzionedi Chiesa ha respirato un po’l’atmosfera del Cenacolo edella comunione dellaChiesa primitiva. Per graziadi Dio ci accorgiamo didiventare sempre più unacomunità che prega, ascoltala Parola, si cura dei fratellivicini e lontani, bisognosi,infermi, anziani; gioisce

insieme delle nuove vite chevengono alla luce.Grazie, don Giovanni e donFrancesco, per il vostrodonarvi generoso, sereno, insemplicità; per il vostro esse-re veramente fratelli a cia-scuno, sostegno e punto diriferimento nelle varie neces-sità. Ma soprattutto il nostrograzie va al Signore che vi hascelti, chiamati, consacrati edonati a noi.A Lui la nostra preghieraperché colmi di gioie e dinuove grazie il vostro spiri-to; a Voi il nostro augurio diun continuo avanzare nelpersonale cammino di san-tità sacerdotale e diaconale eil nostro impegno di seguirecon solerzia la vostra guidaperché la nostra Parrocchiadi Santa Maria Nascentediventi sempre più “scuola esegno di comunione”, di fra-ternità, di santificazione e disollecitudine missionaria.

AL REVERENDO PARROCO DON GIOVANNIE AL REVERENDO DIACONO FRANCESCO, IL CONSIGLIO PASTORALENEL XXV DI ORDINAZIONE PRESBITERALE E DIACONALE ESPRIME A

NOME DI TUTTI I PARROCCHIANI, UNA PROFONDA, SENTITA GRATI-TUDINE E UN CORDIALE AUGURIO.

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Io , che da piu’di 40 anni ti conosco,posso testimoniare, con gioia, che i 25 anni del tuosacerdozio sono stati anni preziosi per la tua dedizio-ne al servizio di Dio e dei fratelli.Caro Don Giovanni, il tuo apostolato come direttore dell’oratorio di Verolanuova ti hanno fatto conoscerecome valido educatore.Della tua presenza a Coccaglio come arcipreteti sei fatto onore per la tua attività pastorale e per la tua cordialità.Ringrazio con te il Signore per le tante iniziative econ te, rimpiango la premura scomparsa dei tuoimeravigliosi genitori.Auguri Don Giovanni .Ad multos annos, in nomine Domini.

Caro Don Giovanni,non so se tu hai memoria del nostro primo incontro.Io lo porto sempre nel cuore.Correva l’anno 1983: mese di Giugno. Tu avevi ancora le mani pro-fumate di sacro crisma per l’ordinazione sacerdotale ricevuta nellaCattedrale di Brescia il 4 Giugno. Qualche giorno dopo si svolse unpellegrinaggio ufficiale della Chiesa bresciana, a Roma, guidato dalVescovo Mons. Luigi Morstabilini, di venerata memoria, che conclu-deva il suo indimenticabile episcopato tra noi.La concelebrazione avvenuta nella Basilica di San Pietro, presiedu-ta dal Vescovo, riservava ai novelli sacerdoti bresciani un posto pri-vilegiato e tu, Don Giovanni, eri tra loro.Nel trasferimento dalla Basilica all’aula Paolo VI per l’udienza con

il Papa, un sacerdote indicandoti, mi disse:“Quel pretino ha la stoffa di direttore diOratorio”. Mi accostai subito a te e senzapreamboli ti chiesi se eri disposto a guidarel’Oratorio di Verolanuova. Ti apristi ad un largo sorriso, il tuo sorri-so di sempre, contagioso, dicendomi che tutto dipendeva dallavolontà di Dio e dal Vescovo.Non dimenticai più il tuo volto.Un mese dopo fui convocato dal nuovo Vescovo Mons. Bruno Foresti,per l’assegnazione del curato alla parrocchia di Verolanuova. Nellostudio del Vescovo mi attendeva un novello sacerdote. Era DonGiovanni Gritti, il pretino con il quale, sotto gli auspici di San Pietro,presso la Basilica omonima, a Roma, avevo avuto un approccioinformale e che ora, ufficialmente, per volontà di Dio e del Vescovoera nominato direttore dell’Oratorio di Verolanuova.Caro Don Giovanni, si apriva per te e per me un’esperienza di vitasacerdotale feconda e ... felice.Nelle memorie che tu hai affidato all’“Angelo di Verola”, in occasio-ne del tuo saluto alla Parrocchia, dopo il quasi ventennale serviziopastorale condiviso, hai voluto richiamare anche i rapporti che hai

vissuto con il sottoscritto. Permettimi di riportare a alcunipassaggi della tua testimonianzache, se in qualche parte mi metto-no a disagio, attestano il feliceperiodo di intensa comunione vis-suta.“Il clima di fraternità e collabora-zione che ha sempre caratterizzatoi rapporti tra noi sacerdoti, e’ ingran parte merito di Don Luigi.Sono il prete con il quale egli si ètrovato a collaborare per il mag-gior numero di anni, suppongo chelui sarà tale anche per me.Il mio “svezzamento”alla vitasacerdotale è soprattutto operasua. Fiducia, stima, apprezzamen-to hanno caraterizzato il suo atteg-

giamento nei miei confronti insieme alla pazienza per le intempe-ranze del mio carattere.Ho molto da ringraziare…molto da “esportare” a Coccaglio, facendomiei alcuni tratti del suo modo di essere prete:s oprattutto il lavoroindefesso, la dedizione oltre la stanchezza e lo stile dei rapporti con iconfratelli a lui affiancati come coadiutori.Sarò anch’io nella sua situazione:spero di essere capace di ricambia-re nei confratelli che troverò come collaboratori, quanto da lui horicevuto e imparato.C’èper me un legame speciale con Don Luigi, che rimarrà il “mio”parroco.Caro don Giovanni, scontando qualche generosa concessione che haiusato nei miei riguardi, ti devo dire che le tue parole mi commuovo-no ancora: ora poi che l’età manifesta le sue fragilità tra queste leemozioni facili… e qualche furtiva lacrima (reminiscenza melo-drammatica puramente causale), sopratutto se ti penso “confratellocarissimo” e un po’ figliuolo….

Da ultimo: che dire di te?Quando ripenso al mio parrocchiato di Verola, il pensiero va alruolo che hai avuto nella mia vita di parroco.Penso all’ amore con cui ai servito la comunità parrocchiale sin daiprimi anni di sacerdozio; soprattutto alla profusione di energie spi-

NUMERONUMERO

SPECIALE

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Don Alfonso Lupezza.

Le radici a Palosco

Mons. Luigi Corrini.

Quel pretino... a Verolanuova

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Caro Don Giovanni

rituali spese a beneficio dei ragazzi e i giovani .E’ stata un intera generazione verolese che ha fruito del dono dellatua dedizione senza limiti e quindi continua a renderti testimonian-za del bene ricevuto .Nella iniziazione cristiana e nella catechesi per migliaia di ragazzi eadolescenti hai saputo coinvolgere i giovani-adulti, responsabili egaranti nella fede dei figli .A Verola tutti sono stati testimoni della tua costante presenza “dolcee forte in Oratorio. Non hai mai conosciuto vacanze per te al di fuoridi qualche scampolo di tempo …I mesi estivi li vivevi nelle esperienze indimenticabili dei “campi-scuola”, dove tantissimi ragazzi, adolescenti e giovani venivanoavviati alla responsabilità e alla gioia di vivere insieme .Nella tua vita di presbitero, nonostante il preponderante impegno dieducatore, non ti sei dimenticato degli anziani, delle persone sole,degli ammalati. Quando, talora, ti sorprendevo ad intrattenerti congli ospiti della Casa di riposo, questa tua propensione pastorale, raranei giovani sacerdoti, suscitava in me ammirazione e la ritenevo dibuon auspicio per la tua vita futura di parroco.Non sarei sincero se non ti dicessi che nella tua dedizione appassio-nata, talora sei apparso un poco aspro. Anche questo fa parte dellatua personalità che oso definire “agro-dolce”. A molti risulta unsapore piacevole….L ‘incontro che abbiamo avuto in Piazza San Pietro, a Roma, è lon-tano ormai un quarto di secolo.In queste note ho richiamato il bene e l’amore che hai donato aVerola .Carissimo Arciprete, ora nella maturità della tua vita sacerdotale edi parroco, esperto in umanità, dopo venticinque anni di serviziopastorale, continui con l’entusiasmo di sempre ad offrire i segni dellatua paternità sacerdotale, accanto ad ognuno per sostenere tutti nelcammino della vita, specialmente per la porzione che vive aCoccaglio .Mi associo con l’augurio a tutti coloro che si uniscono a te in occasio-ne del tuo Giubileo Sacerdotale, soprattutto per cantare il MAGNI-FICAT per le meraviglie che il Signore si è degnato di operare attra-verso il tuo ministero sacerdotale .In modo particolare prego perché in questo tempo in cui i dubbi, isospetti, le crisi insidiano la fede anche nei cristiani spiritualmentepiu’attrezzati, i tuoi parrocchiani di Boccaglio abbiano da te sempreil dono della Parola e il conforto della Grazia.La tua vita continui a rilevare il volto di Cristo con “sentimenti dibontà di umiltà, di mansuetudine, di pazienza,da dolcezza, di mise-ricordia,di carità” come raccomanda S. Paolo nella lettera aiColossesi e…. ai parroci.

Ti abbraccio.

CARO DON GIOVANNI, non sembrerebbe ma sono già passativenticinque anni da quando sei stato ordinato sacerdote. Ricordiamole emozioni di quel giorno in Duomo quando ci siamo sentiti parteci-pi alla tua Consacrazione. Ricordiamo la festa con tanti parenti eamici dalle Suore. Ti ricordi “l'addio al celibato” che ti abbiamo orga-nizzato? Scherzosamente e con amicizia volemmo accomunarti allastrada che tutti stavamo iniziando, noi verso la Famiglia e tu verso leComunità Cristiane. In questi anni le nostre Famiglie sono cresciute,i nostri figli sono cresciuti e purtroppo qualcuno se n’è andato pre-maturamente. Anche tu hai avuto i tuoi figli che hai cresciuto nellafede, abbiamo visto quanto ti vogliono bene quando sono venuti aPalosco per starti vicino nei tristi giorni di quando hai perso i genito-ri, abbiamo visto quanto sei riuscito a seminare nelle due comunitàche hai cresciuto. Anche noi abbiamo voluto bene a quei fanstasticiMamma Carolina e papà Marco che tanto ti sono stati vicini nellatua opera di Pastore nelle comunità di Verolanuova e Coccaglio. Ognivolta che li incotravamo ci portavano i tuoi saluti e ci raccontavano dite con gioia nel cuore. E’ sicuro che loro hanno donato loro figlio aCristo e Lui li ha ricompensati con la gioia che tu gli hai donato.Siamo orgogliosi di avere un amico come te che ci vuole bene e pregaper noi e per i nostri cari, che nonostante gli impegni è sempre atten-to a quello che succede a noi e alle nostre famiglie e a tutta la comu-nità di Palosco. Ogni anno ci ritroviamo per la tradizionale cena dellaclasse ‘57, una bella occasione per stare insieme e ricordare, una sera-ta che aspettiamo ogni anno e l’aspettiamo anche per partecipare allaSanta Messa che tu celebri, l’aspettiamo anche per ascoltare la tuaomelia fatta sempre con il Cuore e l’amore per Cristo.Crediamo che la tua opera di Coltivatore di Fede coglie frutti anchepresso di noi.Caro Don Giovanni ti vogliamo bene e siamo orgogliosi del nostroDon, ti auguriamo tanta serenità e di proseguire nella tua operaPastorale per tanti altri anni.

I TUOI AMICI COSCRITTI E COSCRITTE DI PALOSCO

I coscritti di Palosco classe ‘57.

Legami di amicizia

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Quando don Giovanni fresco di seminario giunse nella comu-nità di Verolanuova nel 1983 probabilmente nessuno, nem-

meno lui, immaginava che le avrebbe destinato le primizie del suoministero per quasi vent’anni. Un bel po’ di tempo. Forse un atti-mo nella storia delle vicende umane, ma un lungo percorso perquelli che questi anni li vivono. Ne capitano di cose in vent’anni.Quanti volti, parole, vicende, stati d’animo. Difficile raccontaretutto, forse non basterebbe un intero libro. Ognuno dei verolesiporta con sé ricordi, aneddoti e parole. E veramente don Giovanniha lasciato segni che ancora oggi vivono oltre la sua presenza nellanostra comunità. C’è un punto centrale in questa in questa storialunga e impegnativa da raccontare, la presenza di un secondo pro-tagonista importante accanto a don Giovanni: l’Oratorio. Certol’attività di don Giovanni ha coperto tutti gli ambiti della comu-nità parrocchiale verolese, ma essendo stato inviato a noi comecurato inevitabilmente l’ambito che l’ha impegnato maggiormen-te in quantità e qualità è stato sicuramente l’Oratorio.

L’Oratorio è muri e cemento. L’ambiente è importante ed ilnostro oratorio negli anni ottanta mostrava tutti i segni di

debolezza inferti dal tempo e abbisognava di un “lifting”. Un’operazione lunga e costosa (sotto diversi punti di vista) che peròdon Giovanni per primo sostenne e portò avanti con convinzionee determinazione. E ce n’era un grande bisogno, tanto che il 23 set-tembre del 1990 venne inaugurata la nuova struttura tanto atte-sa dalla popolazione che inondò in massa la via antistante l’in-gresso principale. Dopo lunghi sforzi l’Oratorio rinnovato si offri-va alla comunità parrocchiale con nuovi ambienti destinati algioco, all’attività catechistica e a quella di preghiera.

L’Oratorio è gioco e animazione. Un posto dove poter stareassieme. Un posto dove giocare. Don Giovanni credeva in que-

sto, desiderava che le porte ogni giorno fossero aperte e che i ragaz-zi non fossero soli. Infatti lo si poteva sempre vedere passeggiarequa e là con il breviario in mano, scambiare qualche parola conqualcuno, e non di rado rimproverare noi ragazzi per qualcheparola non troppo educata, prontamente rimediata con uno“Scusa don!”. Le occasioni annuali poi non mancavano: i grest,le feste, i giochi organizzati, i tornei. Nel corso degli anni donGiovanni seppe creare e incentivare una serie di iniziative e grup-pi. Uno per tutti il Gruppo Animazione, spingendo affinché inOratorio non venisse mai a mancare l’aspetto ludico e giocoso cosìimportante per i ragazzi. Ma importante anche per i giovani chedi questi gruppi facevano parte impegnando con gioia il lorotempo e sentendosi e parte di una grande famiglia.

L’Oratorio è preghiera. Giustamente don Giovanni metteva alprimo posto la formazione cristiana. Quella dei ragazzi, con il

catechismo. Quella dei genitori, con gli incontri a loro destinati.Quella di tutta la comunità educativa, che doveva essere formata

per formare a sua volta. Tutte queste attivitàvenivano preparate e seguite attentamenteda lui personalmente, nulla era lasciato al caso e dedicava moltodel suo tempo alla preparazione degli incontri di formazione,quelli di preghiera, dei ritiri spirituali.

L’Oratorio è persone e incontri. La grande ricchezza di questoluogo sono state le persone che da lì sono passate, partendo da

don Giovanni. E senza l’ambiente adatto, tutte le attività e occa-sioni di incontro questa ricchezza non sarebbe stata così “ricca”. Ein questo come abbiamo detto ha avuto la sua parte importantedon Giovanni, che sicuramente è stato un sacerdote presente, equesto ha contato molto.

Proprio perché l’Oratorio è persone non è detto che debba sem-pre starsene in via Zanardelli a Verolanuova. E infatti una

volta l’anno lo ritrovavamo in montagna, dove l’aria è più fresca,a Paspardo, meta del camposcuola. Fortemente voluto e sostenutoda don Giovanni il camposcuola sicuramente era l’evento piùatteso da molti giovani verolesi, che lì hanno trascorso momentiintensi e memorabili che affiorano ancora nei ricordi di molti. Unesperienza di aggregazione giocosa ma anche molto intensa dal

punto di vista religioso, con un’organizzazione invidiabile da luisempre diretta con attenzione e gioia.

Come non ricordare poi che dall’Oratorio è nato il seme di unaltro gruppo di cui don Giovanni si è fatto promotore e fon-

datore, per poi infine farne, e spiritualmente ne è tutt’oggi mem-bro: l’Ordine Francescano Secolare.

Tante cose belle sono state scritte in queste righe, tante altrenon vi hanno trovato spazio. Ma sappiamo che ogni verolese

le porta nel cuore insieme a una preghiera per don GiovanniGritti, con il ringraziamento per tutta la strada percorsa assiemeavendolo come guida e l’augurio di continuare saldo nella Veritàil suo cammino con e nella sua attuale comunità a Coccaglio, peressere ogni giorno con la grazia del Signore dono per coloro che glistanno accanto.

NUMERONUMERO

SPECIALE

SPECIALE

Giovani Verolanuova.

Oratorio, persone e incontri

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Caro Don Giovanni

Tre semplici parole che sono il riferimento, la chiavecodificatrice, la mappa per il cristiano in cammino. E’

sulla via che noi “incontriamo” Cristo, così come successeai discepoli di Emmaus….”ma essi non lo riconobbero”.Proprio questo è l’aspetto più affascinante del nostro per-corso: la possibilità di ri-conosere o meno il dato, di accet-tare o rifiutare l’incontro. La “scelta” è la continua richie-sta che ci viene da Cristo.

Ciò che è successo alcuni anni fa è stato proprio chealcuni sguardi si sono riconosciuti, due domande si

sono incontrate ed hanno accettato di cercare insieme larisposta. Noi del gruppo delle coppie Le siamo ricono-scenti don Giovanni perché ha riconosciuto la nostranecessità ed ha accettato di percorrere un bel pezzo distrada con noi. E’ un cammino che più volte ha richiestodi fermarsi a riflettere su qual era la direzione migliore dascegliere, che qualche volta è stato più ripido del previsto

ma che l’ha vista sempre lì vicino a noi.

Le nostre vocazioni sono diverse, ma il metterci incomune ci ha permesso di scoprirci un po’ di più, di

cogliere meglio qual è la realtà delle nostre vite, la veritàdel nostro quotidiano; ci ha dato la possibilità di com-prendere meglio le ragioni delle nostre scelte: noi di esse-re sposi, Lei di essere sacerdote.

La scelta del sacerdozio troppo spesso e intesa come unatto di rinuncia, di sacrificio. Lei ci ha testimoniato e

proclamato il contrario. Ci ha riconosciuto ricchezza inquanto famiglie, realtà da seguire e crescere all’internodella nostra comunità, si è messo in ascolto e ci ha aiuta-to a prendere coscienza di ciò. Questo ci ha dimostratoche un sacerdote non è una persona che rinuncia, ma unapersona che si arricchisce delle esperienza di chi gli è vici-no e permette ad entrambi di cogliere il dono rendendo-lo vivo, fecondo. Alla fine ci ritroviamo a confermare l’as-sioma iniziale: chi segue Cristo è sempre sulla via, nellaverità e traboccante di vita. Questo è anche l’augurio checon riconoscenza Le facciamo.

In questa felice ricorrenza vogliamo manifestarti lanostra gioia per il tuo 25° di sacerdozio, a servizio di

Cristo e della Chiesa, perché il valore del sacerdote è rac-chiuso in questo straordinario compito: essere Gesù per ifratelli e condurli alla santità.

Desideriamo ringraziare con te il Signore perché haidonato alla comunità freschezza e vitalità, una nuova

passione nell’avviare i cammini di iniziazione cristiana e diapprofondimento della Parola, nel mettere ordine e siste-maticità ai percorsi formativi dei ragazzi e nel dare rilievoe attenzione ai gesti liturgici. Il motivo che alimenta que-sta passione è di far nascere in tutti il desiderio di incon-trare Cristo soprattutto nell’Eucaristia. Tutto questorichiede a noi la fatica della crescita personale e la disponi-bilità a mettersi in gioco.

Il tuo esempio ci ha portato a intraprendere percorsi attia fornirci strumenti idonei a svolgere il nostro mandato

di catechisti al servizio di Cristo nella comunità.

Sentiamo e condividiamo la tua preoccupazione perchési cresca nell’unità nella fratellanza e nella collabora-

zione nell’ambito della comunità educativa, affinché lanostra testimonianza sia autenticamente cristiana emostri a tutti il volto del nostro Dio amante di ogni uomo.

Questa festosa occasione diventa per noi motivo diriflessione sul senso di una presenza: il sacerdote

nella comunità dice all’uomo che Dio ha un volto, quellodi un pastore buono che non permette che alcuno si perda,cerca tutti con amore ed insistenza, prende sulle spalle chisi allontana e conduce alle sorgenti della vita.

Ti auguriamo di essere sempre sacerdote secondo ilcuore di

Dio, d’attingereall’Eucaristiasperanza eforza perchéanche le fati-che e gli osta-coli possanotrasformarsiin percorsi divita rinnovata.Con tutta lac o m u n i t àc h i e d i a m oallo SpiritoSanto di con-tinuare a gui-darti in un ser-vizio pastoralesempre piùricco e fecon-do.

Il gruppo delle famiglie.

Cristo è Via, Verità e VitaI Catechisti.

Con stima e riconoscenza

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Carissimo don Francesco,

la ricorrenza di un anniversario, da cui, come nel tuo caso, ne segue giustamente una solenne celebrazione giubilare, venticinque anni diOrdinazione Diaconale, nella tua bellissima Chiesa Arcipretale di Santa Maria Nascente in Coccaglio, insieme ai tuoi comparrocchiani,offre l'occasione di ripercorrere il nostro cammino alla sequela di Cristo in umile atteggiamento di revisione, di lode e di ringraziamentoal Signore e di profonda preghiera per riceverne nuovo slancio nel proseguire il nostro viaggio. Le nostre Costituzioni ci ricordano che siamochiamati al servizio e alla salvezza del prossimo, e a dedicarci all'apostolato con la testimonianza di vita e con l'azione missionaria. E'questa la caratteristica della tua vocazione che ha contrassegnato i venticinque anni della tua consacrazione diaconale al servizio dellaChiesa; per cui il primo giugno con ragione deve essre un giorno di festa, di comunione e di fraternità con tutte le persone con le quali haiinstaurato un rapporto di amicizia e di crescita; un giorno in cui i parrocchiani di Coccaglio, sui quali hai profuso per tanti anni con ammi-revole generosità il meglio di te stesso senza riserve, insieme ai tuoi confratelli, Servi della Chiesa, anche se purtroppo presenti solo spiri-tualmente, con i quali condividi il carisma del fondatore, il servo di Dio don Dino Torreggiani,tutti insieme renderemo grazie al Signoreper il dono della tua vicazione diaconale. Tanti auguri, caro don Francesco, e "ad multos annos"! E che Santa Maria Nascente di Coccaglioti accompagni verso tanti altri traguardi della tua vita insieme alle persone che a te sono più care.

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SERVI DELLA CHIESAMons. Piergiorgio Saviola.

CRISTO BUON PASTORE CHIAMA TUTTI ALLA SUA SEQUE-LA; UNA SEQUELA CHE PER QUELLI ELETTI AD UNA VOCA-ZIONE DI SPECIALE CONSACRAZIONE COME IL NOSTRO

FRANCESCO, DIVENTA TOTALE ED IRREVERSIBILE.

E se tutte le vocazioni sono dono di Dio, nessuna come quella diuna completa donazione, riempie il cuore umano di felicità.Agli occhi profani tale vocazione sembra sacrificio che annientachi l’ accetta ;invece da a lui il centuplo che fin da questa vita ter-rena, conferisce un’incomparabile felicità. Per rispondere ade-guatamente alle necessità dei tempi, il Signore non lascia maimancare alla sua chiesa i doni di cui ha bisogno .Il Concilio Vaticano II ha dato una luce e ha aperto nuove stradealla comunità cristiana il diaconato .Ecco allora che il nostro Francesco tanti anni fa 25 ha detto il suosì al Vescovo e è stato ordinato diacono per la chiesa Bresciana. Ildiacono è segno sacramentale e animatore della vocazione al ser-vizio propio di Cristo Servo .Con il ripristino del diaconato la Chiesa ha inanzitutto la consa-pevolezza di accogliere un dono delloSpirito e di dare una imma-gine completa e rispondente al disegno di Cristo.tra i diversi impegni di Francesco si pone certamente al primoposto l’annuncio del Vangelo, la liturgia, la carità.Il Vescovo a Francesco il giorno della ordinazione ha consegnatotre pani; il pane della Parola, il pane dell’Eucarestia, il pane del-l’amore ,l’amore che ci fa solerti a spezzzare a tutti il pane dellaparola,e dell’Eucarestia, che ci fa correre lungo le strade a chia-

mare i fratelli alla mensa cercandoli con dolcezza, che ci fa pie-gare come il buon samaritano sul povero sul malato, sull’anzia-no, sul carcerato, che ci fa cingere il grembiule e ci mette in ginoc-chio come Gesù nell’ultima cena.A Francesco i migliori auguri perchè continui il suo ministeronella sua semplicità ,ma nella sua generosità che lo distingue cosilo conosciuto tanti anni fa e lo seguito nel suo cammino.

IL DIACONO DONO ALLA COMUNITÀDiac. Giuseppe Birbes.

NUMERONUMERO

SPECIALE

SPECIALE

Caro Don Francesco

Caro Don Francesco

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In un momento così denso di significato della tua vita, incui ricordiamo il tuo sì al Signore espresso con decisione,dedizione e tanta disponibilità.Il pensiero non può tornare alla quotidianità del lavoro vis-suto insieme, alle giornate trascorse fianco a fianco, in cui tisei contraddistinto per la tua volontà, per il tuo impegno ela voglia di lavorare, dote tanto preziosa e apprezzata. Equindi anche i tuoi ex-colleghi della SIPI ti esprimono illoro affetto e la loro vicinanza.

La nostra comunità coccagliese è in festa: celebra ituoi venticinque anni di ministero diaconale a serviziodella nostra chiesa locale. Insieme a te vogliamo rin-graziare il Signore per il dono dell’ordinazione edesprimerti con gioia e gratitudine il nostro grazie perquanto hai fatto per la nostra comunità. La nostracomunità di Coccaglio è sempre stata benedetta dalSignore con generose vocazioni sia maschile chefemminili grazie anche ai Pastori che con entusiasmo,con dedizione e con il loro ministero hanno guidato lanostra Parrocchia e gli Oratori coinvolgendo e ren-dendo viva la vita cristiana. La nostra amicizia iniziòquando a cinque anni e mezzo il sottoscritto è entratoa far parte del “Piccolo clero” e tutte le domeniche,appena finito di mangiare venivo a casa tua per anda-re insieme all’oratorio; tu allora eri più grande e per meeri un punto di riferimento per il tuo impegno in orato-rio e con i chierichetti. Ricordo con piacere i pomerig-gi della domenica, allora non c’era la messa vesperti-na, quando dopo la partecipazione al catechismo acui seguiva la conferenza e i turni di servizio liturgicodel piccolo clero, andavamo in bicicletta con “Nando”il sacrestano a vedere le Chiese dei paesi vicini peruna preghiera ma anche per “curiosare” su come ave-vano preparato e addobbato la parrocchia per le variefeste patronali. Quando non c’era la gita in bicicletta siandava al ricovero, annesso all’ospedale “Monauni”,per far visita alle persone anziane degenti e intratte-nersi con loro portando qualche caramella o giocandoalla tombola. In occasione delle feste principali sidava una mano al sacrestano per addobbare la nostraChiesa con i damaschi, le arcate, il cambio dei can-delabri e delle lampade agli altari; il giorno prima siconvocava il piccolo clero, i tarcisiani e i paggetti perle prove delle celebrazioni solenni. Intanto colui chepoi sarà don Francesco, aveva incominciato a lavora-re come operaio alla SIPI ma la sua collaborazione neivari ambiti della vita parrocchiale, compatibilmente

con i turni di lavoro, non venne mai meno.La volontà di servire il Signore in modo più completolo ha spinto ad entrare nella Congregazione dei “Servidella Chiesa” con lo scopo di mettersi a disposizioneper il culto e il decoro della Chiesa che non sono soloi muri belli e preziosi, ma la comunità cristiana con ilmandato di Ministro Straordinario dell’Eucaristia. Conil Concilio Vaticano II fu ripristinato il DiaconatoPermanente per il ministero della liturgia, della predi-cazione e della carità a servizio del popolo di Dio incomunione con il Vescovo e il suo presbiterio. LaChiesa Bresciana fece proprio l’invito del Concilio einiziò il cammino di preparazione in previsione dell’or-dinazione. La collaborazione e la disponibilità delnostro “Francesco” ha fatto sì che il nostro defuntoarciprete Don Tarcisio Festa lo scegliesse e lo avvias-se in questo cammino culminato con l’OrdinazioneDiaconale per l’imposizione della mani dell’alloravescovo ausiliare Mons. Pietro Gazzoli. In questoanno in cui celebri il tuo venticinquesimo insieme alricordo nella preghiera al Signore ti auguriamo quan-to scrisse il Papa Paolo VI: “… I diaconi, nell’adempi-mento delle loro difficili mansioni nelle particolari cir-costanze di questo nostro tempo seguano gli illustriesempi che Noi loro proponiamo: il protomartire S.Stefano che, come afferma S. Ireneo, per primo fuscelto dagli Apostoli per il servizio, e S. LorenzoRomano, che eccelleva su tutti distinguendosi nonsoltanto nell’amministrazione dei sacramenti maanche nella gestione del patrimonio ecclesiastico conil suo amore e attenzione verso i poveri e i bisognosi…” (Paolo PP. VI, 18 giugno 1967).

Amici e colleghi SIPI.

Caro Francesco,

Fra Andrea Faustini.

A servizio della Carità

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Era il 1980 quando, conpaura e trepidazione, iniziaiil mio servizio come chieri-chetto.Tanti anni sono passati, gli arcipreti soncambiati, così i curati ma…il nostro Cico,opss…don Francesco…è sempre lì. Ci son gli

acciacchi dell’età, però lui è sempre al suoposto con coraggio e fierezza pronto a pre-parare, con devozione e venerazione, lanostra chiesa per ogni festa. È si, quandoCico si inerpica su quella scala sembra spo-starsi come un acrobata e, con l’abilità dimani certosine e preparazione un po’ illu-minata dall’alto, ruba un pezzo di Paradisoal cielo per far si che, la bellezza delParadiso, viva nella nostra chiesa. La miaamicizia con Cico è lunga una vita. In 28anni di servizio cosa mi ricordo di partico-lare da raccontarvi su Cico? Sarebbero

tanti gli episodi però, quello a me più caro, èquando noi gnareloc ne combinavamo ditutti i colori solo per farlo arrabbiare: scam-biavamo il vino nelle ampolline (facendoarrabbiare il povero don Botti), correvamoin sacrestia ed in chiesa appena lucidato,giocavamo la domenica con le vesti, gli rom-pevamo le scatole per andare sul campanile,facevamo le lotte a chi tirava più libri inchiesa…mammamia quante che ne abbiamcombinate! E quando si litigava per chidovesse fare il cerimoniere? O per chi dove-va suonare i campanelli dell’organo la notte

di Natale? O per l’elezione del capo chieri-chetti, che allora aveva un ruolo importan-te: aprire la processione col gagliardetto disan Domenichino? Cico ci sgridava, siarrabbiava, urlava ci diceva: “ Va a cà!” mapoi…col suo sorriso…scoppiava in una calo-rosa risata. Quanto tempo è passato, peròCico è sempre li al suo posto col suo sorrisoda bambino, con le sue urla, i suoi schia-mazzi e col suo cuore grande come una casasempre aperto a tutti. Nel mio cammino dicrescita Cico è stato più di una guida: è statoun vero amico, un fratello, un confidente.

Anche nei momenti dif-ficili che ho vissuto, Cicoè stato sempre al miofianco, offrendomi la sua spalla ed unamano che mi conduceva verso la Luce. Nonposso dimenticare la gioia che ho provatoquando mi venne a trovare in convento daiFatebenefratelli, a san Maurizio Canavese,dopo mesi che non vedevo nessuno era il1993. Cico mi ha aiutato molto e mi ha datotanto ed ancora mi sta dando tanto. Certo,forse non avrà più il vigore ed il fisico diprima, però continua a donarsi per tutti,senza ricevere nulla in cambio. In questigiorni che ti vedono festeggiare il tuo XXV diOrdinazione Diaconale desidero dirti tuttoil mio grazie per quello che sei per me. Ma ilmio grazie si unisce anche a quello dei chie-richetti di oggi, le giovani leve, che ti vedonocome il loro “nonnetto” guida. Chi l’avrebbemai detto, caro don Francesco, di vedertidiacono; forse nemmeno tu. Un normale esemplice operaio della SIPI, reso ministro diGesù. Con fatica e molto studio ti sei prepa-rato. Molte volte, certamente, hai pianto dinascosto perché volevi mollare tutto; peròl’amato don Tarcisio ti stava accanto e tidonava serenità. Sei diventato diacono nonper orgoglio personale, ma perché il Signoreti ha chiamato. E quando Lui chiama…nonsi può dire di no . E quando Lui ti desidera tidona la forza per superare tutte le prove e tidona il Suo Spirito. Caro donFrancesco…meglio… caro Cico auguri dicuore abbi sempre la gioia di sorridere a tuttie spronaci sempre, con i tuoi mezzi sempliciche vengono dal cuore, a seguire la via cheporta a Gesù. Non mollare mai e confidasempre nel Buon Gesù.

Scritto da: “Ciao me en’dò”, al secoloGianluca

Certo di farti un dono gradito, horaccolto alcuni ricordi dei chie-richetti storici di Coccaglio,tutto viene dal cuore.

“…dài Cico possiamo andare sul campani-le?” Era una delle domande più frequenti

Gianluca e ex ministranti.

Un gigantebuono fra noi

NUMERONUMERO

SPECIALE

SPECIALE

Caro Don Francesco

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fatte in quei pomeriggi passati in sacrestiacon don Francesco. Era impossibile non pas-sare un pomeriggio senza andare ad aiuta-re, con gli altri chierichetti,, il nostro Cicoprima di servire Messa delle quattro emezza.. lucida i candelabri col sidol… passalo straccio nella stanza dei chierichetti…metti i ciondoli alle arcate… tutto sotto il suosguardo vigile ed insegnato dalla suainconfondibile voce che riecheggiava in chie-sa ad ogni errore. Ma anche i gelati man-giati sui gradini del campanile, le gite insie-me,i primi assaggi, rubati, di vin santo, iritagli di particole…e ancora…l’insegna-mento della sacralità dei riti religiosi, delservizio all’altare e l’esempio della tua vitadonata a Dio. Tutto questo è stato per me, epenso per gli altri chierichetti del mio perio-do, don Francesco…un amico, un animato-re, un educatore, insomma… un esempio.Grazie Cico… mi fai salire ora sul campani-le?

Scritto dal capo dei chierichetti “Burtùlì”, alsecolo Alberto

Durante la celebrazionedella santa Messa, ancoraoggi, vediamo un’assiduapresenza di chierichetti. Io, per13 anni, ho fatto parte di questo gruppo diragazzi coordinato, assistito ed invogliatodal diacono Francesco…il nostro Cico.Colgo l’occasione in questo suo XXV°anniversario di Ordinazione per ringra-

ziarlo di quanto ha fatto e di quanto faancora oggi per il gruppo chierichetti.

Scritto da “Giurgì” al secolo Giorgio

Anch’io, come tantissimialtri, ho fatto parte del picco-lo clero ed è stata un’espe-rienza che mi ha arricchito.Nel corso di questa esperienza, ho cono-sciuto tantissimi ragazzi, ed alcune diqueste amicizie durano tuttora dopo tantianni, altre meno, però sono sicuro che iricordi che ho condiviso con questi ragazzisono gli stessi di tutti quelli che hannoindossato veste e cotta.La mia esperienzaè iniziata con una domanda semplice:“Perché non vieni a servire messa?”Larisposta è stata perché no, proviamo.cos’ho da per-dere dopotut-to? Mi presen-tai alla primariunione dovetrovai duesquadre scal-manate chegiocavano ap a l l o n edavanti alcampanile erala preparazio-ne alla riunio-ne che si sareb-

be tenuta da lì a poco. Durante la riunio-ne decidemmo i vari incarichi per ladomenica. Mi ricordo come fosse ieri, imomenti forti dell’anno liturgico, dovefremevamo dall’agitazione, ci si trovavaper fare le prove di come si doveva svolge-re quella particolare funzione, e di comedovevamo comportarci perché, come dissel’allora arciprete don Tarcisio “voi chesiete cosi vicini a Gesù sull’altare dovetedare l’esempio a quelli che stanno lag-giù.”. Indimenticabili sono state le gite delpiccolo clero con visita a città bellissime.Ci sono stati anche incontri in seminarioperché giustamente qualcuno poteva pas-sare dal piccolo al grande clero, una bellaesperienza. Penso che questo tipo di espe-rienza aiuti ad accrescere la voglia diandare a messa,anche perchè che si hauna partecipazione più forte rispettoall’assemblea, e il fatto di aiutare il sacer-dote a celebrare la messa ti fa sentiremolto più vicino a servireDio.Concludo,ringraziando la personache mi ha fatto quella domanda ( donFrancesco)perché senza, forse, non avreimai vissuto un’esperienza che mi ha rega-lato tantissima gioia e tanto piacere nel-l’andare a messa ora.

Scritto dal capo chierichetti “Cecco” al seco-lo Francesco

Signore,da’ ai tuoi ministri un cuore puro,capace di amare te solo con la pienezza, la gioia, con la profondità che tu solo puoidare, quando sei l’esclusivo, il totale oggetto dell’amore di un cuoreumano.Un cuore umano che non conosca il male senon per definirlo, combatterlo e fuggirlo.Un cuore puro come quello di un fanciullo,capace di entusiasmarsi e trepidare.Signore, da’ a questi tuoi ministri un cuoregrande, aperto ai tuoi pensieri e chiuso a ognimeschina ambizione,ad ogni miserabile competizione umana.Un cuore grande, capace di eguagliarsi al tuoE di contenere dentro di se le proporzionidella Chiesa,le proporzioni del mondo,capace di amare tutti, di tutti servire, di tuttiessere interprete.E poi, Signore, un cuore forte,pronto e disposto a sostenere ogni difficoltà,ogni tentazione, ogni debolezza, ogni noia,ogni stanchezza,e che sappia con assiduità, con eroismoservire il ministero che tu affidi

a questi tuoi figli fatti identici a te.Un cuore, Signore, capace veramente diamare, cioè di comprendere, di accogliere, diservire, di sacrificarsi, di essere beato nel pal-pitare dei tuoi sentimenti e dei tuoi pensieri.Amen.

PAOLO VI

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SPECIALE

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25° di ordinazione sacerdotale - don GIOVANNI GRITTI

25° di ordinazione diaconale - diac. FRANCESCO MAZZOTTI

DOMENICA 1 GIUGNO 2008

programma

ore 11.OO Chiesa Parrocchiale di S. Maria Nascente

S. MESSA SOLENNE DI RINGRAZIAMENTO

ore 12.30 Oratorio Centro Giovanile “il Focolare”

PRANZO COMUNITARIO SU PRENOTAZIONE (***)

ore 15.00 MOMENTO DI FESTA con i ragazzi del catechismo

ore 21.00 Chiesa Parrocchiale di S. Maria Nascente

CONCERTO SACRO PER ORGANO, TENORE E SOPRANO

(***) per la prenotazione al pranzo le adesioni si ricevono in Oratorio

entro e non oltre giovedì 29 maggio