Percorsi di Arteterapia. L'esperienza del Centro "Simone de Beauvoir"

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Articolo dalla rivista Assistenza Anziani, www.assistenzanziani.it, sull'attività di arteterapia che si è svolta presso il Centro Diurno Integrato SDB per demenze e malattia d'Alzheimer, da Novembre 2011 ad Aprile 2012.

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LA particolarità del Centro, oltre ad affrontare untema oggi più che mai delicato, e purtroppo increscita, come la malattia d’Alzheimer, è la suafunzione di importante punto di riferimento per lefamiglie che ottengono supporto da tutto lo staffspecialistico. L’anziano all’interno del Centro vienestimolato con attività educative ed animative chealleggeriscono le difficoltà quotidiane che la malat-tia causa negli anziani. I famigliari hanno la pos-sibilità di vivere un loro quotidiano necessario perrecuperare le forze al fine di consentire e mante-nere una buona relazione di cura e affettiva.L’obiettivo è di dare sollievo a tutta la famiglia e cureprofessionali e specialistiche all’anziano che all’in-terno del Centro si sente come a casa.

Il Centro Diurno Integrato SDB è accreditato dallaRegione Lombardia con d.g.r. 18408 del 30/07/04,e nel 2008 ha raggiunto l’obiettivo del PremioQualità, rientrante nel programma dell’ASL Milano.

Attività del centro Diurno Integrato SDBLe attività vengono progettate nell’ambito di un pia-no di assistenza individualizzato, formulato dall’é-quipe socio sanitaria del Centro in collaborazionecon i familiari e il medico di base ed hanno i se-guenti obiettivi: • permettere all’ospite di esprimere al meglio quel-lo che sa fare; • aiutarlo in ciò che non riesce a compiere autono-mamente, graduando il supporto a seconda delsuo reale grado di necessità; • mantenere per il maggior tempo possibile lesue capacità intellettive e funzionali, contrastandoil processo di deterioramento causato dallamalattia; • agevolare i processi di comunicazione e stimolare

i contatti sociali; • favorire l’assunzione di significato e ruolo; • ridurre lo stress dell’ospite (e di conseguenzaanche del familiare che se ne occupa).Tra le attività svolte all’interno del centro: musico-terapia, riabilitazione motoria, riabilitazione/riat-

A MILANO, IN VIA BICETTI DE’BUTTINONI, 15, SI TROVA IL CENTRO DIURNO INTEGRATO SDB (CDI SDB)

PER DEMENZE E/O MALATTIA D’ALZHEIMER. IL CDI SDB È UN SERVIZIO SOCIO-SANITARIO DI TIPO

SEMIRESIDENZIALE CON UNA FUNZIONE INTERMEDIA TRA L’ASSISTENZA DOMICILIARE E L’AS-

SISTENZA FORNITA DALLE STRUTTURE RESIDENZIALI, È UN LUOGO FINALIZZATO AL MANTENIMENTO

E AL RECUPERO DELLE FUNZIONALITÀ DI BASE DELLA VITA QUOTIDIANA CHE SONO NECESSARIE

ALL’ANZIANO PER LA SUA PERMANENZA, IL PIÙ A LUNGO POSSIBILE, NEL PROPRIO AMBIENTE DI VITA.

> di GAIA BELLUZ *

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PERCORSI DI ARTETERAPIAL'esperienza del Centro "Simone de Beauvoir"

“Si rappresentano i pensieri, si fa lavorare il cervello;le cose non possono stare tutte in mente, scappano,si dimenticano, fissate sul foglio si possono rivedere.Vedere una cosa bella allarga il cuore”

(ospite del CDI SDB)

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tivazione cognitiva, attività occupazionali.L’attività di arteterapia è risultata molto interessanteper la capacità di toccare in maniera trasversale losguardo dell’anziano sul suo mondo interno e l’a-pertura verso il mondo esterno. Così, dall’8 novembre 2011 al 17 aprile 2012 si èsvolta presso il CDI SDB l’attività di arteterapia conun incontro settimanale di due ore per un totale di20 incontri.

Chiediamo ad Anna Maria Pirotta e Bene-detta Caviezel, le arteterapeute che han-no seguito l’attività presso il CDI SDB, co-me possiamo mettere in relazione arte-terapia ed anziani affetti da demenzae/o malattia d’Alzheimer…L’intervento di arteterapia con anziani affetti da de-menza si colloca a fianco di altri percorsi terapeuticie riabilitativi utili a contrastare e rallentare il deca-dimento progressivo delle funzioni cognitive. Ilprocesso di creazione artistica, infatti, oltre a man-tenere e valorizzare le capacità manuali presenti,coinvolge diverse funzioni cognitive: dalle capacitàlogiche a quelle organizzative e progettuali, aquelle mnestiche. Tuttavia, il contributo più spe-cifico dell’arteterapia, anche per una personaaffetta da demenza o Alzheimer, è quello di favorirel’accesso al proprio mondo interno, favorendo l’e-spressione di vissuti e il recupero di ricordi del pas-sato particolarmente significativi, elementi indi-spensabili per sentirsi vivi e per avere una per-cezione meno confusa della propria identità per-sonale. Soprattutto nella fase iniziale della malattiaalcuni utenti ci sorprendono per la capacità dicreare dei prodotti artistici davvero interessanti non

solo dal punto di vista della qualità estetica, ma an-che per il livello di comunicazione simbolica utiliz-zato.

Come si è svolta la vostra attività di ar-teterapia presso il Centro Diurno Integra-to SDB? Al Centro Diurno di via Bicetti de’Buttinoni abbiamoattuato un primo ciclo di incontri rivolto ad ungruppo di ospiti segnalatici come potenziali de-stinatari dell’intervento. Gli incontri sono stati effet-tuati con cadenza settimanale la mattina, dandoagli utenti la possibilità di partecipare all’attività perla durata di due ore. Abbiamo svolto il nostro lavoroin modo autonomo ma mantenendoci in contattocostante con l’équipe del Centro per valutare gliinserimenti e monitorare i percorsi. Sebbene tuttipotenzialmente possano beneficiare dell’artete-rapia, nel momento in cui ci siamo dedicate alla for-mazione del gruppo è stato molto importante por-re attenzione alle caratteristiche delle personeche si pensava di inserire per rispettare la volontàdei singoli e per salvaguardare l’armonia del grup-po. I requisiti minimi che abbiamo indicato comecriteri di selezione sono l’interesse per l’arte in ge-nerale o semplicemente un gusto per la manipo-lazione dei materiali o una sensibilità per il bello.Non è infatti necessario possedere delle particolaricompetenze artistiche, è importante però che chipartecipa sia ancora in grado di leggere e com-prendere le immagini in modo da utilizzarle almenoper il loro potere evocativo; un altro requisito è chela persona possa avere una sufficiente tranquillitàe capacità attentiva per potersi relazionare, sia pureper breve tempo, con l’arteterapeuta e con i ma-

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teriali artistici. La presenza di due arteterapeute hapermesso di coinvolgere anche persone grave-mente compromesse e con poca autonomia per-sonale, che necessitavano di un rapporto indivi-dualizzato; dedicando alternativamente un’atten-zione particolare ai diversi utenti, si è evitato chesi creassero relazioni di dipendenza da parte deisingoli e allo stesso tempo è stato possibile pre-servare e mantenere la dimensione del gruppo.Abbiamo accolto persone con diversi livelli di abilitàcognitive e manuali e per ciascuna il percorso diarteterapia ha avuto una valenza specifica corri-spondente a uno o più degli obiettivi che si pos-sono perseguire con l’arteterapia.

Quali sono i lavori che avete svolto congli ospiti del Centro? In base a qualicaratteristiche un ospite può preferireun’attività rispetto ad un’altra?Sia pure condividendo la stessa attività con altriall’interno del gruppo, ciascuno ha sempre lavoratoindividualmente e per ogni utente abbiamo ela-borato un progetto di intervento diversificato, an-dando a rispondere ai bisogni più profondi e va-lorizzando interessi e competenze personali. Conriferimento alla metodologia del modello polise-gnico (elaborato da A. De Gregorio) ogni percorsosi è svolto in modo individualizzato seguendo 3fasi: osservazione; trattamento; verifica. Durantei primi incontri, corrispondenti alla fase di osser-

I LAVORI DEGLI OSPITI DEL CDI

In atelier erano sempre a disposizione tutti i materiali e si realizzavano contemporaneamente opere tra loro moltodiverse. Alcuni ospiti hanno utilizzato l’arte per la sua “funzione regolatoria”, quella che permette di recuperare erielaborare eventi e figure significative del passato.Una delle partecipanti ha espresso il desiderio di costruire dei collage servendosi di fotografie personali e, con l’aiutodell’équipe e dei famigliari, ha potuto lavorare con fotografie scelte da lei stessa. Tutto il suo percorso è stato unarielaborazione del proprio rapporto con alcune figure significative della sua infanzia e giovinezza. Imparando ad utilizzarela tecnica del collage in modo sempre più sofisticato, è riuscita a ricostruire la casa dove abitava da bambina; nonpossedendone alcuna documentazione, l’ha ricreata seguendo l’immagine mentale dei suoi ricordi, assemblandoe modificando immagini d’epoca secondo un proprio progetto.Un altro esempio di recupero di ricordi personali è quello di F., che attraverso l’arte è stata guidata a riorganizzarei ricordi che emergevano a flash e spesso in modo disordinato, collegando in senso logico le immagini eraggruppandole per temi. L’opera a cui si è dedicata più a lungo e con maggiore investimento è legata alla figuradella madre; la rievoca mentre ricama al tombolo, seduta all’esterno della casa natale. In questo caso, F. si è servitadi un pizzo per rendere concretamente l’idea della tenda e della finestra attraverso cui vedeva la mamma al lavoro. Un altro percorso interessante è quello di C., inizialmente molto insicura e timorosa nell’usare i materiali. E’ statacoinvolta attraverso la visione di varie immagini tra le quali sono state individuate alcune per lei particolarmenteevocative. E’ così emersa la passione per il suo lavoro di camiciaia svolto in passato. L’interesse ancora vivo pertale argomento l’ha spinta e sostenuta nell’attivarsi anche sul piano artistico. Mettendole a disposizione deimateriali sensoriali che rimandavano alla sua attività di sarta, C. ha ritrovato la gioia di riprendere a cucire, cosa chenon faceva da anni, e il lavoro di arteterapia ha rinforzato la sua autostima e il senso di identità. Spesso le persone affette da demenza dimostrano grandi difficoltà a livello grafico, non riuscendo a rappresentaredelle forme riconoscibili; questo procura loro un senso di disagio che, in assenza di proposte adeguate, può portarealla rinuncia o al rifiuto dell’attività. In questi casi la tecnica del collage può essere utile per sbloccare la creatività.Questa è stata l’esperienza di R., che ha risposto con entusiasmo alla proposta di questa tecnica per lei nuova. Oltrea scegliere liberamente i soggetti, si è dimostrata capace di ritagliare gli elementi in modo preciso e di prendere delledecisioni. Nonostante non fosse in grado di progettare i propri lavori, è riuscita a selezionare le immagini e ad associarletra loro, creando composizioni che rivelano il suo mondo immaginativo ricco di vitalità e di positività di fronte alla vita,evidenziando inoltre una sensibilità cromatica e gusto estetico. Un’altra funzione importante dell’arteterapia è quelladi favorire l’interazione con la realtà esterna. E’ il caso di E., un’ospite che da subito ha mostrato la necessità di mettersiin comunicazione per ricevere attenzione e ascolto. Partendo dagli argomenti da lui portati, è stato condotto ad elaborareopere legate ai suoi vissuti, attraverso le quali potesse proiettare e rivivere le proprie emozioni. Instaurandoun’interazione con l’arteterapeuta basata sulla complicità ha utilizzato l’arte in funzione interattivo-comunicativa. Diparticolare rilievo, tra i suoi lavori, quello realizzato per visualizzare l’importante rapporto affettivo con la nipotina piùpiccola. Per farlo procedere nell’attività è stato necessario affiancarlo costantemente, dato che le sue capacità cognitivesi presentavano alquanto compromesse. Nello stesso tempo però era in grado di leggere correttamente le immagininel loro insieme emozionandosi nel rivederle; è stato così possibile favorire l’espressione del suo mondo affettivomantenendo in esercizio le capacità cognitive e manuali.

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vazione, proponiamo all’utente di sperimentare varimateriali, formati e procedure artistiche in modospontaneo, limitandoci ad offrire un sostegno tec-nico ed emotivo se necessario. L’analisi di questeprime opere condotta secondo i criteri di decodificadell’arte grafico-plastica, insieme alla considerazio-ne delle dinamiche relazionali osservate in atelier,ci permettono di capire quali sono i materiali arti-stici che risultano più congeniali all’individuo e inche modo ciascuno si orienti spontaneamenteverso una delle varie funzioni per cui l’arte può es-sere sfruttata. Questo processo di analisi porta allaformulazione di una diagnosi creativa, necessariaper elaborare un progetto di intervento. Innanzitutto la diagnosi definisce dove si collocal’utente rispetto alle due funzioni principali dell’arte:c’è chi tende a sfruttare l’arte per mettersi in con-tatto col proprio mondo interno (mettendo a fuocopensieri, desideri, vissuti o ricordi) e chi per rela-zionarsi con l’esterno.

Certamente la “diagnosi” evidenzia le problema-tiche e le eventuali carenze dell’utente, ma nellostesso tempo mette in luce le sue risorse creativesulle quali si vuole basare il successivo tratta-mento: l’arteterapia, infatti, lavora per valorizzaree potenziare la parte sana di ciascuno.

La fase del trattamento consiste nell’accompa-gnare la persona in un’avventura artistica perso-nale, nel rispetto del suo “stile” espressivo e dellafunzione che l’arte svolge nel suo percorso, pro-ponendo materiali e tematiche adatte a favorire l’e-voluzione personale.

Avete notato dei miglioramenti negliospiti nella loro vita quotidiana?Non essendo il nostro l’unico intervento riabilitativoche viene proposto agli ospiti, non abbiamo lapossibilità di valutarne la ricaduta sulla vita quo-tidiana, perciò ci limitiamo a considerare gli ele-menti evolutivi che si possono riscontrare all’internodell’atelier, sia a livello grafico (percorsi individuali)che comportamentale. Una caratteristica che ac-comuna gli anziani con scarsa autonomia è unatteggiamento passivo rispetto agli stimoli dellarealtà esterna. Durante l’attività di arteterapia, in-vece, osserviamo un’attivazione generale della per-sona, una ripresa di interessi che, contrastandoquesto atteggiamento rinunciatario, permette adalcuni di sperimentare attività per loro del tutto nuo-ve. Come è emerso dall’analisi dei lavori, le singolepersone che hanno frequentato il primo ciclo di in-contri hanno raggiunto obiettivi diversificati a se-conda della condizione di partenza. Alcuni hannorecuperato ed elaborato ricordi e vissuti legati al-la propria storia, migliorando l’organizzazione delpensiero attraverso il potere organizzativo dell’arte.La possibilità di frequentare con continuità e per untempo prolungato l’attività ha consentito ad alcunepersone di apprendere in particolare qualche tec-nica artistica e, nel consolidare tale apprendimento,sono riuscite a sfruttarla in modo creativo raggiun-gendo livelli di qualità estetica che non pensavanodi poter conquistare.

Siete soddisfatte del lavoro svolto pressoil Centro Diurno Integrato SDB?La nostra esperienza al Centro Diurno si può de-finire senz’altro positiva, sia per i risultati conseguitiche per la possibilità di collaborare con le altre fi-gure professionali che si prendono cura degli ospitinella quotidianità. Nonostante l’intervento di arte-terapia fosse limitato nel tempo, ci siamo sentiteparte del progetto complessivo del Centro, mentreil particolare clima affettivo che lo caratterizza ci hapermesso di lavorare con serenità. Anche il coin-volgimento alle feste organizzate con i parentisono state una bella occasione di incontro e di con-fronto rispetto agli esiti dell’arteterapia.

Si ringraziano per la collaborazione BenedettaCaviezel e Anna Maria Pirotta

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* Coop. Soc. Simone de Beauvoir Onlus - Milano