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NOVEMBRE DICEMBRE 2012 1 Portofino per terra e per mare

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LE ALI DI PORTOFINOMostra fotograficaAbbazia di San Fruttuoso27 ottobre 2012 - 13 gennaio 2013

Cincia dal ciuffo (Foto M.Esposito)

PORTOFINO PER TERRA E PER MAREPeriodico bimestrale free-press di Ente Parco di Portofino e Area Marina ProtettaRegistrazione Tribunale di Chiavari n. 180/2008Direttore responsabile Giuseppe RosascoGrafica Studio Helix - Recco (Ge)Stampa Tipolitografia MeCa - Recco (Ge)

5 Notizie

6Aree Contigue:i nuovi confini

9 ELWOODprotagonista il bosco

10 ARIONda mito greco a progetto di salvaguardiadei delfini costieri

14 Vivere il mare con Outdoor Portofino

16 LabTerLaboratorio per l’educazioneambientale e non solo

20 Colto al volo!

21 Pietro Piana racconta il suo Parco

24 Gli angeli custodi di San Nicolò

26 Rinascita di una chiesa millenaria

28 Itinerari: da Portofinoa San Fruttuoso

IN QUESTO NUMERO

In copertina foto di Alberto Girani

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Una finestra sulle Aree Protette Con questo numero prende avvio un’edizione completamente rinnovata di“Portofino per terra e per mare”, rivista bimestrale dell’Ente Parco e dell’AreaMarina Protetta. Il progetto editoriale è stato pensato per dare continuità edadeguata diffusione al periodico, che si affianca ai già consolidati e “cliccatissimi”siti Internet, alle applicazioni per cellulari e tablet (iPod e iPad) nonché allenumerose pubblicazioni specialistiche o divulgative.

L’ambizione della rivista è quella diinformare con regolarità l’utenza localee i sempre più numerosi visitatori sulleattività, le particolarità ambientali, i pro-grammi di tutela, la storia delle due areeprotette, con un linguaggio comprensibilea tutti, ma rigoroso nei suoi contenuti.Testi e fotografie del periodico sono pro-dotti all’interno delle strutture dell’EnteParco e dell’Area Marina Protetta, oppuresono frutto della gratuita collaborazionedell’Università di Genova, di Enti ed As-sociazioni, di studiosi, esperti, amici, cheda sempre sostengono le iniziative di tu-tela delle due aree protette.

Si tratta, com’è facile comprendere,di un impegno editoriale di non pococonto, ma che crediamo sia utile affron-tare per far conoscere al più vasto pub-blico il patrimonio culturale e materialedal Parco e dall’Area Marina Protetta.

Le grandi mutazioni tecnologiche edel lavoro, tipiche di una società entratain una fase di evoluzione post-industriale,hanno peraltro reso evidente che la con-servazione della natura, del paesaggio,del patrimonio artistico non si contrap-pongono alle politiche di sviluppo, necostituiscono anzi un elemento portante.

Quest’affermazione suona tanto piùvera in un’area come quella del promon-torio e dell’area marina di Portofino,sorta di scrigni della biodiversità chehanno saputo conservarsi in un contestoambientale fortemente antropizzato.

Abbiamo pertanto ritenuto oppor-tuno pubblicare questo periodico percontribuire a consolidare nel più vastopubblico quella sensibilità ambientaleche rimane il solo mezzo veramente ef-

ficace per trasmettere integro alle generazioni future l’immenso patrimonionaturale e storico-ambientale delle due aree protette.

Per parte nostra non resta che augurarci che l'iniziativa possa essere accoltabenevolmente dai lettori, che, in definitiva, rimangono i soli ed inappellabiligiudici della bontà del lavoro svolto.

Francesco Olivari, Presidente Parco di PortofinoGiorgio D’Alia, Presidente Area Marina Protetta

Iniziativa importante e coraggiosa Ma come, l’ennesima rivista, e poi, proprio in questo momento di crisi?! Perchésu Portofino, che non ha bisogno di pubblicità?! Questo è quanto potrebberodire o pensare molti, commentando in superficie l’iniziativa promossa edattuata dal Parco Naturale Regionale e dall’Area Marina Protetta di Portofino.In effetti l’osservazione iniziale potrebbe essere apparentemente lecita, in quantoil panorama editoriale è sempre più vasto, sia a livello generale, che specialistico,risentendo inoltre in maniera crescente della concorrenza di internet.In realtà è proprio in questo periodo che un’iniziativa del genere, peraltrocoraggiosa, può rivestire un ruolo importante, più di quanto non si possa imma-ginare. La crisi che sta così pesantemente interessando il nostro Paese, e ilmondo intero, ha e avrà ripercussioni in tutti i campi, colpendo però in misuramaggiore settori apparentemente “meno strategici”, come ad esempio l’ambiente.I tagli che già hanno riguardato le aree protette rischiano di diventare semprepiù consistenti, rischiando di compromettere non solo gli innumerevoli progettied interventi, ma anche la gestione ordinaria degli enti gestori.È proprio in questo scenario che una nuova ulteriore voce nel coro di chi operacon passione ed entusiasmo per il funzionamento delle aree protette può fornireun utile contributo mostrando come gli enti gestori siano istituzioni in grado dimoltiplicare le scarse risorse di cui dispongono, valorizzando il territorio inmaniera intelligente e sostenibile, non solo tutelando le inestimabili ricchezzenaturali e paesaggistiche che ne hanno motivato l’esistenza, ma le attività tra-dizionali e l’economia locale. I dati dimostrano infatti che le aree protette sonomete sempre più visitate, il cosiddetto ecoturismo, al pari di quello culturale, èuno dei pochi settori in espansione nel mondo, come nella nostra Regione.Ben vengano quindi iniziative come questa, per divulgare il messaggio che learee protette non sono gli strumenti del passato che fossilizzano il territorio e losviluppo, ma al contrario rappresentano il futuro e una via obbligata, pergestire in maniera razionale le risorse, a beneficio nostro e dei nostri figli.I lettori, infine, potranno disporre di uno strumento per vivere tutto l’anno lemolteplici iniziative in corso ed in progetto, partecipando ad escursioni virtualisopra e sotto il mare, in attesa di compiere quelle reali come turisti attenti e par-tecipi, e non solo come occasionali e distratti diportisti e crocieristi in rapidavisita al borgo.Un ringraziamento quindi ai due enti gestori ed un augurio di buona lettura atutti.

Renata BrianoAssessore all’Ambiente e sviluppo sostenibile della Regione Liguria

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4 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE

Natura, storia e cultura del Promontoriodi Portofino si incontrano nuovamentea San Fruttuoso.

Il tema scelto per la tradizionale ini-ziativa di fine anno tra Parco e FAI èl’avifauna del Parco di Portofino, titolodell’iniziativa. Dal 27 ottobre fino al 13gennaio viene offerta al pubblico unamostra finanziata dal Progetto StrategicoEuropeo CoREM, che si inserisce nellacampagna regionale di comunicazione“Biodiversità ricchezza di Liguria”.

Nella prestigiosa sede dell’Abbaziadi San Fruttuoso sarà esposta una se-lezione delle migliori immagini d’autoretratte dalla splendida Guida agli uccellidel Parco di Portofino, frutto di annidi ricerca e monitoraggi realizzati dal-l’Ente Parco in collaborazione con gliesperti del gruppo Liguria Birding nel-l’ambito del progetto Portofino Bird,la cui attività è illustrata sul sito www.liguriabirding.net.

Le immagini della Guida sono quantodi meglio hanno raccolto in natura le

decine di specialisti ed appassionati dibirdwatching che si riferiscono all’as-sociazione, ma, tra queste, vengonoproposte quelle che più di altre hannocolpito per la loro bellezza, originalità esignificato, mettendo in luce la sensibilitàe competenza di molti nostri fotografilocali.

L’aspetto scientifico è invece curatoda una serie di pannelli che trattanodegli ambienti del Parco, nei quali spic-cano i disegni di Marco Bonifacino, edel rapporto tra l’uomo e l’avifauna nelterritorio, testimoniato magistralmenteda uno stupendo capitello che possiamoammirare nell’Abbazia.

Le ali di Portofino

Cinciallegre (Foto M.Esposito).

Bike sharing

NOTIZIE

Un seminario nazionale su un servizio innovativoper la promozione del turismo

Nella splendida cornice di Sestri Levante si è svolto, lo scorso12 ottobre, il Seminario Nazionale sul Bike Sharing, un servi-zio innovativo per la città e per la promozione del turismo.In questa occasione, oltre a riflettere su come proseguirecon questo strumento di mobilità sostenibile nelle aree avocazione turistica, sono stati inoltre presentati i primi ri-sultati del sistema TigulliOnbike, attivato a giugno nei co-muni di Sestri Levante e Lavagna.

Particolarmente interessanti le proposte su come integra-re il servizio di bike sharing con la rete degli altri servizi di tra-sporto pubblico, le indicazioni sul ruolo di coordinamento delleamministrazioni regionali, il ruolo delle case history di successo promosse da al-cune città e località turistiche all’avanguardia.

Analisi, riflessioni, testimonianze nazionali e molto altro ancora su questo in-novativo progetto di mobilità, rivolto a chi decide di intraprendere una stradanuova, con uno sguardo attento all’ambiente e all’energia.

Tra i relatori del seminario, organizzato da Clickutility Network in collabora-zione con Bicincittà & Azzero CO2, Alberto Girani, direttore del Parco di Portofi-no, Michele Corrado, assessore all’Ambiente di Santa Margherita Ligure, e Patri-zio Scarpellini, direttore del Parco di Montemarcello Magra.

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PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 5

Libri sott’acqua

L’Area Marina Protetta di Portofino è ora sededella biblioteca dedicata al primo direttore di“Mondo Sommerso” nonché grande apneista eappassionato dell’ambiente marino: AlessandroOlschki.

La bilbioteca è nata da un iniziativa di Confisub(l’associazione che raggruppa, in Confindustria diGenova, le aziende produttrici di attrezzature su-bacquee), e ha trovato collocazione nella sededell’Area Marina Protetta di Portofino. Si tratta dilibri, riviste, manuali, documenti e cataloghi, alcunidatabili a partire dagli anni ’50, che rischiavano diandare perdute.

La scelta non poteva essere più azzeccata,dal momento che la subacquea ricreativa moderna

è nata proprio negli incantevoli fondali del Pro-montorio di Portofino.

Molti dei volumi della biblioteca sono stati do-nati, per questo conservano al loro interno ilnome di chi gentilmente li ha forniti, così da co-stituire un archivio storico per la collettività. Obiet-tivo di Confisub e dell’AMP Portofino è quello diampliare la biblioteca continuando a raccoglierenuove pubblicazioni; da qui l’invito a tutti gli ap-passionati a continuare a fornire materiale a Con-fisub e all’AMP Portofino.

A fianco di questa importante iniziativa, al finedi incrementare la quantità di informazioni storicherelative ai nostri fondali, continua la ricerca di im-magini d’annata relative ai fondali e paesaggi sot-tomarini del promontorio di Portofino.

Si invitano tutti i subacquei che si immergonoo che si immergevano a Portofino a recarsipresso la sede del Consorzio di Gestione dell’AMP(Viale Rainusso, 1 - Santa Margherita Ligure) por-tando con sé le vecchie diapositive di immaginisubacquee: queste saranno scansionate ad altarisoluzione, restituite ai proprietari (anche in for-mato digitale) ed una copia, con il nome del pro-prietario, rimarrà nell’archivio della biblioteca.

SARA VENTURINI

L’Area Marina Protetta è ora sede della biblioteca dedicata ad Alessandro Olschki

In lato a destra,Alessandro Olschki,scomparso a inizio 2011 (Foto da “Pesca Apnea” diottobre 2012).

Per informazioni è possibile contattarel’AMP Portofino:[email protected]: +39 0185 289649

Cosa fare nel Parco e nell’Area Marina Protetta di Portofino? Quali sono isentieri più belli da percorrere? Dove si trovano i principali siti di immersionee quali sono i percorsi subacquei da seguire? Oppure desiderate saperne dipiù sulle principali specie animali e vegetali che rendono il Promontorio e ilsuo mare una vera oasi di biodiversità? Il vostro obiettivo è visitare uno de-gli splendidi borghi del Parco, i monumenti e le abbazie medievali? Oggi potrete soddisfare tutte queste e moltissime altre curiosità grazieall’applicazione iPortofino, per iPhone ed iPad (oggi in italiano e france-se), e all’applicazione per iPhone dell’area marina protetta, disponibileanche in inglese. Inoltre, un sistema di QR code, inseriti nei pannelli posti all’interno delParco, permette di accedere, con il proprio smartphone, a tantissime in-formazioni utili e preziose per arricchire la vostra visita e le vostreescursioni nel Parco.

Le applicazioni sono scaricabili ai seguenti indirizzi: Parco: http://itunes.apple.com/it/app/iportofino/id476531958?mt=8

Area Marina: https://itunes.apple.com/it/app/iamp-portofino/id539442177?mt=8

A portata di telefonino

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6 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE

La Regione Liguria, con deliberadel 22 marzo 2012, ha modificato, in accordocon l’Ente Parco di Portofino, il perimetrodelle aree contigue. In precedenza le areecontigue ricadevano nei Comuni di Zoagli,Chiavari, Camogli, Santa Margherita Ligure,Rapallo, per una estensione totale di 732 et-tari. Ora la nuova superficie insiste solo suiComuni di Camogli, Santa Margherita eRapallo, per un totale di 935 ettari, ma è di-stribuita effettivamente intorno al Parco.

Le aree contigue furono introdotte oltre20 anni fa dalla legge-quadro sulle aree pro-

ALBERTO GIRANI tette n. 394/1991, sulla scorta di quanto spe-rimentato da parchi nazionali e regionalipreesistenti, nei quali erano state istituitezone di preparco, concepite come cuscinettofra l’area protetta e il restante territorio op-pure (e questo è il caso del Parco di Porto-fino), come zone di “naturale” espansionedella stessa area protetta.

La legge-quadro invece concepiva le areecontigue come una mediazione fra le ideecontrastanti del mondo venatorio e delle as-sociazioni ambientali, per le quali da unaparte si reputava opportuno, se non neces-

AREA CONTIGUA i nuovi confini

La nuova perimetrazione comprende unasuperficie più estesa della precedente, è adiacente ai confini del Parco, è stata elaboratacon il coinvolgimento delle Amministrazioni edelle realtà locali, corrisponde alle funzioni che le sono assegnate dalla legge quadro 394/1991.

In questa pagina, centriabitati all’interno dellearee contigue:accanto al titolo, SantaMargherita Ligure; sotto, San Massimo(Rapallo).

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PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 7

sario, mantenere forme di caccia all’internodei parchi naturali (anche allo scopo di con-trollare le popolazioni di erbivori e di cin-ghiale), mentre dall’altra parte si escludevaa priori il principio che dentro un parco sipotesse effettuare attività venatoria. Ne con-seguì che mentre nel parco non si potevacacciare, nelle aree contigue questa attivitàera permessa, ma, come venne stabilito altempo, solo per i residenti dei Comuni delParco.

Nel 1986 la Regione Liguria, con la leggen. 32, istituiva l’Ente Regionale Monte diPortofino definendo i confini dell’Areaparco, che sostanzialmente coincidevano(fatto salvo un ampliamento in comune diSanta Margherita Ligure) con quelli stabilitinel 1935 dallo Stato per l’Ente Autonomodel Monte di Portofino. Oltre al Parco venivadefinita l’Area Cornice, che “cornice” delMonte non era, estendendosi invece nel-l’area collinare del golfo del Tigullio, fino a

PARCOAREA CONTIGUA

Le superfici dell’area contigua suddivise per Comune:

ha 105,85 Camogli ha 553,88 Santa Margherita Ligure ha 272,27 Rapallo

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8 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE

uscì completamente dal Parco), diuna forma tale da farla ironicamentedefinire “il perizoma”, ma importantedal punto di vista venatorio per lacaccia alla migratoria e al cinghiale.

In tale aree, per una interpreta-zione data dalla Regione, era con-sentita l’attività venatoria da parte ditutti i cacciatori dell’ATC2, l’ambitoterritoriale di caccia esteso in untriangolo con vertici Genova est,Santo Stefano d’Aveto e Moneglia.A seguito di una sentenza dellaCorte Costituzionale del 2011, è statareintrodotta la formulazione origi-nale della legge, che consente ai soliresidenti dei Comuni del Parco l’ac-cesso venatorio alle aree contigue.

Sulla scorta dei rapporti collabo-rativi tra il Parco i comuni locali, l’Am-bito Territoriale di Caccia e le Asso-ciazioni ambientaliste, si sono potutiridisegnare i confini dell’area conti-gua, rendendola aderente al Parco.Nonostante l’esclusione dei Comunidi Zoagli e di Chiavari, che parteci-pano alla vita dell’Ente Parco perquanto riguarda la parte dei SIC (Sitidi interesse comunitario) nel loro ter-ritorio, si è comunque concordato unaumento della superficie dell’areacontigua, trovando un pieno con-senso da parte della Regione.

Chiavari, e nel tratto orientale dellealture di Recco. Prefigurando in talmodo l’espansione del parco in ter-ritorio di pregio ambientale e pae-saggistico, per contrastare quellespinte all’edificazione dell’area, cheavevano già profondamente modifi-cato la costa.

Nel 1995 la Regione Liguria, dan-do seguito alla citata legge-quadronazionale sulle aree protette, istituìil vero e proprio Parco naturale re-gionale di Portofino, quello odierno,lasciando il compito al suo ente ge-store di determinare, entro sei mesi,con il Piano, i nuovi confini delParco e dell’area contigua a partiredai confini del 1986.

Seguirono anni di vivaci polemi-che e contenziosi legali, sulle di-mensioni e sul ruolo del Parco, cheparalizzarono l’attività dell’Ente, im-pedendo, come già in passato eraaccaduto, di sviluppare e condividere,attraverso il Piano, una sua idea digestione del territorio. Nel 2001, perpoter far scendere la conflittualitàtra interessi locali e generali, vennerostabiliti per legge i nuovi confini delParco, ridimensionando la precedentearea cornice a tal punto da lasciareuna sottile superficie di area contigualungo il crinale del Tigullio (Recco

LEGGE QUADRO NAZIONALE 394/1991Art. 32 - Aree contigue[…]3. All’interno delle aree contigue le regio-ni possono disciplinare l’esercizio dellacaccia, in deroga al terzo comma dell’ar-ticolo 15 della legge 27 dicembre 1977,n. 968, soltanto nella forma della cacciacontrollata, riservata ai soli residenti deicomuni dell’area naturale protetta edell’area contigua, gestita in base al se-condo comma dello stesso articolo 15della medesima legge.4. L’organismo di gestione dell’area natu-rale protetta, per esigenze connesse allaconservazione del patrimonio faunisticodell’area stessa, può disporre, per partico-lari specie di animali, divieti riguardanti lemodalità ed i tempi della caccia.[…]

PIANO DEL PARCO NORME DI ATTUAZIONE Articolo 17 - Area contiguacomma 2. […] nell’area contigua l’EnteParco concorre, d’intesa con gli Enti localiinteressati:a) al censimento, allo studio e al mante-nimento della rete escursionistica segna-lata di collegamento al Parco NaturaleRegionale e ai principali punti di partenzadegli itinerari, nonché alla vigilanza sul ri-spetto delle norme di comportamentoeventualmente previste nel regolamentodi fruizione;b) allo sviluppo di progetti di educazioneambientale e fruizione educativa;c) alla valorizzazione del patrimonio na-turale, ambientale e paesaggistico, anchecon l’individuazione di un orto botanicofinalizzato in particolare alla conoscenzae conservazione delle specie, alimentaried officinali, tradizionalmente coltivatenell’area;d) allo sviluppo sociale ed economico del-le comunità interessate, promuovendo inparticolare azioni di sostegno alle attivitàagricole e forestali tradizionali e al turi-smo sostenibile, anche con il ricorso aifondi comunitari, statali e regionali appo-sitamente stanziati per la tutela e valoriz-zazione delle aree protette, delle aree adesse contigue e dei SIC;e) alle operazioni antincendio.

LE REGOLEDA SEGUIRE

Reti per la raccolta delle olive (Foto A.Tiro).

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PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 9

Un programma a dimensioneeuropea per valorizzaree consolidare le attività localilegate alla filiera del legno

La riscoperta della foresta e dellafiliera del legno, in tutte le suemolteplici funzioni. Partendo daquesto obiettivo, l’Unione Europea

ha dato avvio ad un progetto Interreg(ossia di cooperazione transfrontaliera)denominato Robinwood Plus, che ha pertema la silvicoltura come risorsa chiaveper stimolare lo sviluppo socio-economicodelle aree rurali, proteggere l’ambiente emigliorare la qualità della vita delle co-munità locali.

Leader del progetto in Italia, che ter-minerà nel dicembre 2013, è la RegioneLiguria. All’interno di questo progetto, èstato creato un sotto-progetto, denominatoELWOOD (Enhancing Local WOOD use:Sostenere l’utilizzo dei boschi locali), conl’obiettivo principale di valorizzare e con-solidare le attività locali legate al lavorodella legna. I partecipanti a questo progettosono la Regione Liguria, il Parco di Porto-fino, il Parco dell’Aveto, il Parco di Péri-gord-Limousin (Francia), la municipalitàdi Siculeni (Romania).

Nell’ambito di ELWOOD, il Parco diPortofino ha focalizzato l’attenzione sullacosiddetta “filiera corta” che consente diriutilizzare sul posto il legname provenientedai tagli di miglioramento. In questo modovengono realizzati, direttamente in loco, itavoli, le panche e gli allestimenti ludicidelle aree di sosta, le ringhiere, i pannelliinformativi ed i pali indicatori dell’areaprotetta. Il legname prodotto viene inoltreutilizzato come materiale necessario perle opere di ingegneria naturalistica.

I responsabili del Parco ritengono chela buona finitura del materiale così realiz-

zato consentirà in futuro di estendere l’in-tervento all’area contigua e ai diversi co-muni interessati, mantenendo invariato ilpatrimonio boschivo del “Monte”.

I fondi europei sono stati inoltre utiliz-zati per effettuare sul territorio interventiper la salvaguardia del castagno dagli at-tacchi parassitari del cinipide, hanno con-sentito l’allestimento della parte ludicadell’area di sosta del Mulino del Gassetta,e di tutti i materiali pensati per la suafruizione didattica. Tale area è frutto dellacollaborazione tra il parco, la cooperativa“Il Giardino del Borgo” e l’artista GiovanniBuccino. Seguendo gli spunti del raccontoappositamente realizzato da Viviana Bob-bio, educatrice del Laboratorio Territoriale,si sono infatti realizzate due piccole co-struzioni, un mulino e una capanna, de-corate con figure in legno che riprendonoi personaggi della storia.

L’area, che verrà inaugurata il prossimo12 dicembre, sarà fruibile liberamente, mapotrà essere vissuta con le attività educativeincentrate sull’uso tradizionale del legnonel Monte e su giochi “storici” realizzati aCamogli nella Bottega di Mastro Antonuccicon legno di olivo.

Grazie al progetto è stato infine possibileeffettuare visite agli altri partner, per pren-dere visione delle loro esperienze. Occasioniimportanti per illustrare il lavoro svoltodal Parco sia per quanto concerne l’espe-rienza della filiera corta, che per gli aspettididattici e comunicativi di tale attività.Non è mancata neppure l’occasione peresporre prodotti della Bottega di MastroAntonucci, in particolare quelli legati al-l’attività programmata dal Parco.

ELWOODprotagonista

il bosco

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I delfini sono da sempre tragli animali più amati dai bambini e dagliadulti che frequentano il mare. In questosenso il Promontorio di Portofino si mostracome un luogo fortunato per la presenza ditali animali, in quanto si trova proprio alcentro del bacino corso–ligure–provenzale,ossia il Santuario internazionale dei Cetacei“Pelagos”, dove trovano ampia distribuzionenon solo delfini, ma anche balenottere, ca-podogli, grampi, globicefali.

Gli studiosi sanno che ormai da tempoesiste una popolazione residente di delfinicostieri (tursiopi) intorno al Promontorio eche, nei giorni di mare calmo e scarsa af-fluenza di barche, è possibile incontrarli. È aquesto proposito che nasce il progetto Arion,con lo scopo principale di contribuire inmodo efficace alla conservazione e valoriz-zazione del tursiope, utilizzando strumentiche possano essere di ausilio nel controllodi quello che accade tra la specie e le attivitànautiche, coerentemente con le finalità delleAree Marine Protette (AMP) in Mar Ligure.

Il nome stesso Portofino sembra derivareda Portus Delphini, in riferimento al fattoche la presenza dei mammiferi marini èsempre stata molto consistente in zona.

GIORGIO FANCIULLI Questi animali hanno storicamenteavuto un rapporto “intenso” con l’uomo, an-che conflittuale, tanto che agli inizi del ’900i pescatori avevano richiesto al Ministero ri-serve di fucili per potersi difendere dai delfinie, nel periodo della guerra, venivano con-cesse 5 lire per la cattura di un maschio e 10lire per quella di una femmina.

ARIONda mito grecoa progetto di salvaguardiadei delfini costieri

In basso, l’estensione delSantuario internazionaledei Cetacei “Pelagos”.

10 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE

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Gli uomini di mare hanno quindi, in uncerto qual modo, sempre lottato con i delfiniche tendevano a rubare il pesce dalle retidanneggiando lavoro e reddito dei pescatori.

Ma dietro alla loro cattura si trovava an-che una ragione culinaria e quindi, econo-mica. Fino agli anni ’70 infatti, il delfino ve-niva cacciato per prepararne il musciam-me,

parte dorsale salata e lasciata ad essiccarenaturalmente al sole; un prodotto d’altissimovalore gastronomico ed economico di cuioggi sono vietati produzione e commercioe il cui nome era stato preso in prestito daltermine arabo, musciam-mà, che significa ap-punto, trancio di pesce.

Da quando però la legge italiana ha vie-tato la pesca del delfino (1979), anche i pe-scatori hanno cambiato la propria mentalitàed oggi sono consapevoli dell’importanzadella tutela di questa specie. Da questo con-testo è partita la necessità di dover tutelareil delfino costiero quale componente centraledell’ecosistema che trova nelle AMP un am-biente congeniale alla sua sopravvivenza.

In particolare, l’AMP Portofino si pre-senta come un corridoio ecologico idealeper lo svolgimento del progetto, per la con-comitante presenza di una popolazione ditursiopi e di una forte attività umana.

Ma da dove deriva il nome Arion?Non è scelto a caso, ma fa riferimento

ad un mito e, precisamente, al poeta grecoArione di Metimma salvato, secondo quantodice Erodoto, da un branco di delfini corsiin suo aiuto durante un’aggressione, rispon-dendo al suono della sua voce .

Fulcro del progetto è la raccolta di in-formazioni sulla distribuzione dei tursiopiattraverso alcuni sistemi di rilevazione su-bacquea in grado di identificare gli animali(ed eventuali minacce sugli stessi) e preve-nire collisioni ed altri rischi, diffondendo intempo reale informazioni sulla presenza deidelfini. Il sistema è attualmente in corso diavvio.

Nel Santuario dei Cetacei, oltre ai tursiopi

(Tursiops truncatus), si possono osservare

altri delfinidi, come la stenella striata (Ste-

nella coeruleoalba) e il delfino comune

(Delphinus delphis).

Come distinguerli tra loro?

Il tursiope è il più massiccio, lungo fino a

oltre 3 metri, la mascella inferiore più lunga

di quella superiore, grigio scuro sul dorso e

biancastro sul ventre. Ha abitudini costiere.

Il delfino comune, lungo in media 2 metri,

ha abitudini prevalentemente pelagiche,

colore bluastro e ventre bianco, mentre i

fianchi presentano alcune bande ondulate

grigie, bruno giallastre o crema. La stenella

striata infine ha più o meno le stesse di-

mensioni del delfino comune, ma – accan-

to ad altre differenze morfologiche meno

appariscenti – è accentuatamente gregaria

e pelagica e i suoi fianchi presentano una

netta e inconfondibile banda nera.

Occhio a non confonderli!

LA CONSERVAZIONE DELLA SPECIE

ATTRAVERSO POLITICHE ATTIVE DI TUTELA

In basso, da sinistra, il tursiope troncato, il delfino comune e la stenella striata.

J. ALESSI - UNIGE

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In questo modo la comunità scientificaavrà a disposzione informazioni utili circa imovimenti degli animali, mentre l’AMP Por-tofino potrà educare chi va per mare ad unafruizione più sostenibile delle proprie acque.Il progetto è infatti rivolto per lo più ai di-portisti, che potranno imparare ad avvici-narsi ai delfini in modo consapevole, goden-done comunque della presenza.

L’obiettivo del progetto è quello di con-servare la specie, attraverso tre attività con-temporanee:

1. La sorveglianza continua dell’area ma-rina volta ad identificare la presenza dei del-fini, localizzando l’eventuale compresenzadi attività umane che potrebbero interferireed intervenendo in caso di necessità

2. La riduzione dei rischi a medio elungo termine, diminuendo le interferenzecon le attività antropiche anche attraversocampagne di sensibilizzazione ai fruitori.

3. Lo sviluppo di una regolamentazioneed un codice comportamentale che riducale minacce sui delfini, al fine di stabilire unrapporto di convivenza civile tra l’uomo e laspecie.

Il lavoro dell’AMP Portofino infatti, giàiniziato da alcuni mesi, è stato anche quellodi condividere con i propri utenti un proto-collo di condotta utile a migliorare la frui-

Un capolavoro dell’evoluzioneGli antichi progenitori dei delfini erano dei mammi-feri terrestri, che camminavano e respiravano aria. Èstata l'evoluzione a “costruire” i delfini così comeoggi li conosciamo, quasi simboli universali della vitain mare, trasformando e adattando all’ambiente ac-quatico praticamente tutti i loro organi. Ad esempio,si sa che i delfini riescono a nuotare ad elevate velo-cità (anche oltre i 50 Km all’ora), con il minimo di-spendio energetico. Molto dipende naturalmentedai loro corpi affusolati, aerodinamici, che offronopoca resistenza all’acqua, e dalla pinna caudale, pri-va di supporto osseo e costituita da muscolo e tes-suto fibroso, che garantisce la propulsione del nuotocon potenti battute verticali dei suoi lobi. Ma il vero segreto sta nella morbida epidermide.Com’è possibile? Lo hanno rivelato alcune simula-zioni al computer, effettuate da un gruppo di fisicidell’Istituto di tecnologia di Kyoto (Giappone). Lapelle dei delfini infatti si rinnova continuamente conuna completa esfoliazione ogni due ore, in modoche l’acqua non incontra quasi resistenza scorrendo

zione per tutti e a contribuire in modo si-gnificativo alla sopravvivenza della specie.

I soggetti coinvolti in questa operazione,oltre all’Area Ma-rina Protetta, sonol’Università degliStudi di Genova,con particolare ri-ferimento al Di-partimento di Fi-sica ed il Distav, ilComando Maritti-mo di Genova del-la Capitaneria diPorto ed una So-cietà genovese, laSofteco SismatSpA, leader nelmercato dell’infor-mazione e tecno-logia.

Il progetto, che vede la gradita e impor-tante sponsorizzazione di Fondazione Carige,Idrotigullio, Ravano Green Power e ConsorzioLiguria ViaMare, è ora nel suo primo annodi attività e dovrebbe terminare alla fine del2014.

Le aspettative sono molte, fra queste an-che quella di ampliare, un giorno, i confinidell’AMP Portofino.

Tursiope troncato (Tursiops truncatus)Nome in inglese Bottlenose dolphinNome in tedesco Grosser TümmlerNome in francese Grand dauphin Classe MammiferiOrdine CetaceiSottordine OdontocetiFamiglia DelfinidiLunghezza da 175 a 360 cmLungh. pinna pettorale 30-50 cmLungh. pinna dorsale 30 cmApertura pinna caudale 60 cmPeso 150-200 kgAlimentazione pesci bentoniciGestazione 11-12 mesiParto 1 piccolo

LA CARTA D’IDENTITÀ

sulla sua superficie. Inoltre, grazie ad uno spes-so strato sottocutaneo, la pelle riesce a modifi-care i suoi contorni per eliminare ogni zona diturbolenza che si crea mentre nuota. Minori tur-bolenze, minore attrito e più velocità: un’equa-zione perfetta raggiunta con un percorso evolu-tivo durato milioni di anni.

12 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE

J. ALESSI - UNIGE

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Il Mulino del Gassetta rappresenta una struttura polifunzionale com-prendente un punto informativo e uno spazio museale ai quali è asso-ciato un punto di ristoro che confeziona i piatti di cucina locale e re-gionale.Dal restauro del vecchio Mulino del Gassetta è nato, quindi, un centrodedicato ai visitatori del Parco in una logica che unisce ambiente, cul-tura, tradizione.Gli ultimi decenni hanno visto la progressiva scomparsa delle tratto-rie locali: le trattorie degli Olmi, Batti, da Nan, storiche mete degliamanti del Parco di Portofino, hanno chiuso e cambiato veste, privan-do gli escursionisti di un gradito riferimento e della possibilità di unristoro qualificato e a buon prezzo.Un cambiamento più consistente era avvenuto però precedentementenell’intera valle dell’Acqua Viva, dove sorge il Mulino del Gassetta,che dall’inizio del secolo scorso aveva visto la progressiva dismissionedei 36 mulini che Domenico Vinzoni, grande cartografo genovese,aveva censito nel 1773.

Il Mulino del Gassetta, fu l’ultimo a cessare l’attività agli inizi deglianni ’70 e da qui iniziò pian piano a degradare, trasformandosi in unrudere all’interno del quale i meccanismi del mulino e del frantoio,esposti alle intemperie, si stavano deteriorando.Successivamente ad un accordo tra Parco e Comune di Santa Marghe-rita Ligure, che ha dato in concessione l’immobile, grazie ai finanzia-menti della Regione Liguria, si è avviata l’opera di risanamento del-l’edificio e dell’area circostante, che si è conclusa con l’apertura di unastruttura polifunzionale, che offre più spunti per una visita: dal sem-plice ristoro nel punto di sosta presso il quale si trova il Mulino, allaconsumazione di un pasto vero e proprio, dalla visita del locale delFrantoio, accuratamente restaurato, alla richiesta di informazioni sulParco e sui suoi motivi di attrazione.

In tal senso spiccano alcune proposte appositamente create intornoalla struttura: la visita alla Valle dell’Acqua Viva (nota come Valle deiMulini) allestita con 9 pannelli che ne illustrano i motivi di interesse,associata, per gli appassionati che lo desiderano, all’acquisto di un fu-metto che ci racconta, in maniera originale e spiritosa, la vita dellavalle alcuni secoli or sono, infine la visita di un itinerario dedicato allefelci di cui il territorio limitrofo al Mulino è particolarmente ricco.

COME RAGGIUNGERCI Il Mulino del Gassetta, vicinissimo alla località Molini, è facilmente raggiungibile attraverso i sentieri che partono da:• Santa Margherita Ligure: raggiunta in auto Nozarego, si prosegue a piedi sul sentiero in direzioneGave e Mulino.• Paraggi: raggiunta in auto Paraggi, si prosegue a piedisul sentiero per la zona Molini.• Portofino Vetta: raggiunta in auto Portofino Vetta, siproseguono a piedi i sentieri per Pietre Strette, Bocche,Crocetta, con deviazione per il Mulino.

Mulino del GassettaPunto informativo, di ristoro e musealeZona località Molini16038 Santa Margherita Ligure (GE)Tel. +39.339.8421132E-mail: [email protected]

Il Mulino del Gassetta

Punto InformativoPunto RistoroPunto Museale

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14 • PORTOFINO PER TERRA E PER MARE

La stagione autunnale di Outdoor Portofino prevede corsi ed escursioniin kayak. Le escursioni di novembre e dicembre sono dedicate a chi sa giàandare in canoa. Vengono usati kayak chiusi, adatti quindi a canoisti me-dio-esperti. Due sono le tipologie di trekking che sono organizzate per legiornate autunnali: la gita full day a San Fruttuoso di Camogli, el’escursione a Punta Chiappa e Camogli.

GITA A SAN FRUTTUOSOSi parte da Niasca verso le 10 del mattino. Prima di iniziare a pagaiare, sitiene un breve briefing sul percorso del trekking marino. Dopo aver at-traversato il canale di Portofino e girato la Punta, si fa una breve sostaper ammirare il famoso Faro di Portofino e la Chiesa di San Giorgio. Laguida racconta particolari storici sul famoso borgo marinaro. Si riprendela navigazione in direzione del Vitrale, una caletta nascosta tra gli scogli,raggiungibile via mare solo con le canoe. Lì è possibile ammirare gli stra-

A capo di Outdoor Portofino è un giovanelaureato in scienze ambientali marine edesperto canoista: Luca Tixi, già fondatoredell’Associazione KayakTramp. Con lui, altrigiovani laureati si impegnano a trasmetterele loro conoscenze e il loro amore per lemeraviglie del territorio.

Outdoor Portofino dispone di esperteguide scientifiche e geologiche in grado disoddisfare ogni curiosità con proposte epacchetti dedicati a grandi e piccini. Al tra-monto proseguono le attività: si possonofare indimenticabili gite in canoa al calar

Sulla scia del successo riscontrato da Ka-yakTramp, una nuova realtà si è affacciatasul mondo del turismo ambientale, OutdoorPortofino, che amplia l’offerta e promuoveattività ecosostenibili legate all’Area MarinaProtetta del promontorio. La filosofia è lastessa: consentire a tutti di vivere il marenel totale rispetto dell’ambiente, promuo-vendo un turismo sostenibile e consapevole.

Oltre alle classiche escursioni in kayak,Outdoor Portofino propone escursioni incanoa e in barca, snorkeling, tour guidatialla scoperta del mondo sommerso, viaggied eventi. I più avventurosi possono tra-scorrere due giorni tra kayak e trekking im-mersi nel Parco per un’esperienza a strettocontatto con la natura; chi vuole concedersiuna vacanza originale, potrà raggiungere in-sieme alle guide di Outdoor Portofino l’Ab-bazia di San Fruttuoso in canoa o in barca avela, trascorrere una notte all’Agririfugio“Molini”, all’interno del Parco, e rientrare ilgiorno seguente verso Portofino.

Vivere il mare conOutdoor Portofino

INTERESSANTI PROPOSTE RIVOLTE A PRINCIPIANTI ED ESPERTI DI TUTTE LE ETÀ

Nelle immagini: kayak ebarca a vela consentono

di vivere il mare nel totalerispetto dell’ambiente.

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ordinari fondali dell’Area Marina Protetta;la caletta è infatti una piscina naturale cheospita una varietà infinita di flora e faunaittica.Si pranza e si riprende a pagaiare, in direzionedi San Fruttuoso di Camogli. Una volta ar-rivati, i canoisti possono godere dello spet-tacolo magnifico dell’Abbazia medievale diSan Fruttuoso di Capodimonte, che sembrasorgere direttamente dalla spiaggia.Prima del tramonto si prende la via del ri-torno, pagaiando nelle acque illuminatedagli ultimi raggi del sole.

ESCURSIONE A PUNTA CHIAPPAL’escursione a Punta Chiappa e Camogli èun’escursione pensata per canoisti medio-esperti, un lungo trekking marino, una pa-gaiata sostenuta.Partendo da Niasca si naviga in direzione diPortofino, dove, nella spiaggia dell’Olivetta,

gioiello della baia del borgo marinaro, si fala prima sosta. Girando la Punta del Faro eammirando la Chiesa di San Giorgio, siscopre un tratto di costa incontaminato,con calette nascoste e piscine naturali tragli scogli.Giunti a Cala degli Inglesi, ci si riposa e sipranza. Subito dopo, si riprende la naviga-zione, attraversando la baia di San Fruttuosodi Camogli. L’arrivo a Punta Chiappa svelail meraviglioso golfo Paradiso e le case “amucchi” di Camogli, come in un ritornoalla civiltà.Si ritorna a Niasca tra il rosa, giallo e aran-cione del cielo, i colori del tramonto.

CORSII corsi sono indirizzati a tutti i livelli, si svol-gono in mare o in fiume.Il corso di kayak, articolato in 6 lezioni, èdedicato a principianti della canoa, ma

anche a canoisti di lunga data, che voglionoperfezionare la loro tecnica di pagaiata.Il corso prevede lezioni di tecnica, conduzionedel mezzo e manovre ed è propedeutico alcorso di eskimo, che insegna a raddrizzarela canoa quando questa si ribalta. Si trattadi un’esperienza divertente, che permettedi acquisire una grande sicurezza in mare.Il corso di canoa fluviale, articolato in 6 le-zioni, si compone di due parti. La primaparte si svolge in mare in acque piatte (aParaggi), mentre la seconda si volge sulfiume Vara o sul fiume Sesia.Infine, sono previsti specifici corsi per ibambini. Pensati appositamente per loro,sfruttano il gioco come tecnica di appren-dimento. Staffette, cacce al tesoro e piccolegare faranno prendere confidenza con ilmezzo e con il mare.

Info: www.outdoorportofino.it

Autunno: corsi ed escursioni in kayak

del sole seguiti da aperitivi in spiag-gia; oppure salpare al largo di Por-tofino in barca a vela e rilassarsicon vino bianco e focaccia.

«Ci rivolgiamo a chiunque – spie-ga Luca Tixi –. Non sono necessarialcuna abilità tecnica né particolareprestanza fisica. Ognuno può acce-dere al livello più adatto alle propriecapacità ed ambizioni. La nostra fi-

losofia è quella del low cost. Insi-stiamo affinché tutti possano parte-cipare, dal giovane campeggiatore,allo sportivo, alla famiglia in vacanzacon i bambini, allo studente univer-sitario in cerca di nuove esperienze,al pensionato che ha più tempo li-bero, al professionista che ha bisognodi staccare dallo stress del lavoro eriacquisire contatto con la natura».

Il progetto ha il patrocinio del-l’Area Marina Protetta dove i giovanidi Outdoor Portofino, accanto all’at-tività eco-turistica, effettuano ancheun’attività di monitoraggio ambien-tale.

La sede di Outdoor Portofino èubicata nella splendida baia di Niasca,tra Santa Margherita Ligure e Por-tofino, in una struttura sul mare.

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L’educazione ambientale èuna materia che si è sviluppata di pari passocon il sedimentarsi nella coscienza collettivadi una più matura consapevolezza della ne-cessità di conservazione della natura. Trat-tandosi di una scienza giovane, è logico chemetodi pedagogici, finalità e obiettivi abbianoseguito e seguano tuttora un percorso evo-lutivo, che spesso si consolida attraversoiniziative dapprima sperimentate sul campo,per poi affermarsi, se di esito positivo, comeprassi consolidata. In questa affascinantesfida, il Parco di Portofino si è attivato perprimo nel contesto dei Parchi liguri, realiz-zando da anni programmi per l’educazioneambientale, attuati grazie all’impegno diLabTer (Laboratorio Territoriale). Ci è perciòsembrato utile far conoscere meglio ai nostrilettori le attività e gli scopi del “laboratorio”attraverso le parole del suo responsabiletecnico-scientifico, Davide Virzi, che si ègentilmente sottoposto al fuoco di fila dellenostre domande. Per cominciare, può descriverci in

poche parole cos’è il LabTer? «Prima di rispondere a questa legittima

curiosità, credo sia necessario fare una pre-messa. L’educazione ambientale è una ma-teria delicata, complessa, che per raggiungerei suoi obiettivi ha bisogno di essere inqua-drata in un processo formativo costante-mente aggiornato. Per questo motivo sindagli anni ’90 i Ministeri dell’Ambiente edella Pubblica Istruzione hanno concordatouna politica atta a diffondere sul territorionazionale strutture di informazione, for-mazione e educazione ambientale coordi-nate, ma ciascuna attenta alle peculiari ca-ratteristiche del territorio di pertinenza. Ènato così il sistema INFEA (INFormazioneEducazione Ambientale) che opera in ac-cordo con le singole Regioni italiane, me-diante la stipula di accordi di programma

GIUSEPPE ROSASCO

concertati e cofinanziati con risorse regionali,nazionali e comunitarie.»Chiarissimo. Ci può allora spiegare

come si è sviluppata a livello regionalel’attività di educazione ambientale?

«La Regione Liguria, ha attivato sin daglianni ’90 il Sistema Ligure di EducazioneAmbientale che è articolato in una serie distrutture territoriali coordinate dal CREA(Centro Regionale di Educazione Ambien-tale). Il Laboratorio Territoriale del Parcodi Portofino (LabTer), è uno dei 20 centriliguri accreditati dal CREA, ed opera per-tanto all’interno del Sistema Ligure di Edu-cazione Ambientale, che a sua volta operaall’interno della più vasta rete nazionaleINFEA.»

LabTer laboratorio per l’educazione

ambientale e non solo

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PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 17

Una bella piramide organizzativa,che a prima vista potrebbe far pensaread una dispersione di risorse....

«Al contrario. La collocazione di LabTer(al pari di tutte le altre strutture formativein sede locale) nell’ambito di un più completosistema educativo, permette il continuo scam-bio di esperienze formative su scala nazionaleed internazionale, nel rispetto però dellespecifiche richieste che provengono dal con-testo locale. In questo modo si riesce a co-niugare l’attenzione per i peculiari problemidel territorio con i più moderni processi di-dattici, garantendo infine l’attuazione di pro-grammi di educazione ambientale adeguatiai singoli ambiti di riferimento.»Tanto più, aggiungiamo, che l’educa-

zione ambientale, se vuole essere dav-vero efficace, ha bisogno di una diffu-sione capillare. Come opera dunque ilLabTer di Portofino?

«In accordo naturalmente con le lineeguida tracciate dall’Ente Parco. I suoi campidi attività sono quelli della progettazione edella realizzazione di attività di educazioneambientale nonché di proposte per una frui-zione sostenibile del territorio e delle sue ri-sorse. Per raggiungere questi obiettivi Labtercollabora con tutti i soggetti pubblici e privatipresenti sul territorio, impegnati nella pro-mozione di un modello di sviluppo sosteni-

bile e nella tutela e valorizzazione del patri-monio ambientale e culturale locale.»Il mondo della scuola sarà ovvia-

mente uno dei vostri punti di riferi-mento...

«Non c’è dubbio che il mondo dellascuola rappresenti un interlocutore privile-giato. L’offerta educativa di Labter è rivoltanon solo alle scuole del comprensorio delParco (Camogli, Portofino, Santa MargheritaLigure, Rapallo e Zoagli) ma anche perquelle collocate in ambiti territoriali più di-stanti. Nel Labter i docenti interessati pos-sono trovare un centro risorse per la raccoltadi informazioni, dati e supporti per la rea-lizzazione e la coprogettazione delle attivitàda realizzare nel corso dell’anno scolastico.Ogni anno sono circa 80 (per un totale dipiù di 4000 studenti) le classi delle scuoleprimarie e secondarie di primo grado, cheaderiscono e prendono parte alle attivitàproposte da Labter.»Che importanza riveste per LabTer

il turismo scolastico? «Nel settore del turismo scolastico, grazie

alle competenze della cooperativa Dafne ealla direzione tecnica del tour operator In-coming Liguria, negli ultimi anni siamo riu-sciti a creare proposte di escursioni edattività adatte a tutti i livelli di scolarità.Ogni anno sono più di 4500 gli studenti

I SUOI COMPITI: PROGETTARE E REALIZZARE ATTIVITÀ DI EDUCAZIONE AMBIENTALE NONCHÉ DI FRUIZIONE SOSTENIBILE DEL TERRITORIO E DELLE SUE RISORSE

Escursionisti esperti lungola via dei tubi.In alto, la spettacolarevista che si gode su Caladell’Oro.

Infoll LabTer Parco di Portofino ha sede presso l’Ente Parco Portofino, Viale Rainusso 1, 16038 Santa Margherita Liguretel. 0185 289479 int. 6 / fax 0185 285706 e-mail: [email protected] di apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì 9.00-12.30

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provenienti da altre regioni d’Italia che scel-gono il comprensorio del Parco di Portofinocome meta e che si avvalgono delle compe-tenze di Labter per l’organizzazione dellaloro gita d’istruzione. Quest’attività è resapossibile anche dall’impegno del Parco cheogni anno investe proprie risorse per larealizzazione di specifici cataloghi dedicatial mondo della scuola. Per l’anno scolastico2012/13, il Labter Parco di Portofino, nel-l’ambito del Progetto Strategico CoREM,ha agito quale capofila, coinvolgendo i centridi educazione ambientale degli altri Parchiliguri, per la realizzazione del primo catalogodi turismo scolastico dedicato alle Aree Pro-tette della Regione Liguria.»Qual’è il segreto di questi successi? «Labter ha sempre cercato di proporre e

di costruire insieme ai docenti attività attualie accattivanti. I temi sono i più svariati: daiprogetti dedicati alla biodiversità e agli am-bienti del Parco, a quelli che promuovonol’utilizzo di buone pratiche come il compo-staggio e la raccolta differenziata; dalle attivitàfinalizzate alla comprensione dei fenomenie rischi naturali e sui comportamenti daadottare, ai progetti dedicati alla tutela e va-lorizzazione delle attività tradizionali e aquelle legate alle filiere del legno.»Ma non solo al mondo della scuola

sono rivolte le attività di LabTer...«È vero. In questi ultimi anni Labter si è

proposto come un prezioso strumento perla promozione e la valorizzazione delle emer-

genze naturalistiche ed escursionistiche delParco nell’ambito di una fruizione sostenibiledel territorio e delle sue risorse. Oltre allagestione dei punti informativi del Parco,Labter opera come supporto all’Ente Parcoper l’organizzazione di eventi culturali e larealizzazione di attività di progetti europei eregionali. E naturalmente propone un fittocalendario di attività escursionistiche.» Compreso il Nordic Walking? «Sì, e per una scelta precisa: la “camminata

nordica” è un’attività che si sta affermando

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Un po’ di storiaL’esordio delle attività di educazione ambientale nel parco diPortofino è del gennaio 1992, con l’affidamento allo Studio Walden,una delle prime società italiane ad occuparsi professionalmentedella materia, di una serie di iniziative rivolte alla scuola, al turista,al residente. Successivamente, dal 1996 al 2000, sarà il CEMEA(Centro di esercitazione ai metodi dell’educazione attiva) di Torino,a gestire l’insieme delle attività a cui subentra, da luglio 2000 sino aluglio 2006, la Cooperativa Servizi Comunitari di Genova(Co.Ser.Co.) che viene accreditata come nuovo gestore dei servizi difruizione turistica scolastica ed educativa sviluppati nel LaboratorioTerritoriale del Parco di Portofino.Da luglio 2006, la gestione delle attività educative e turistiche èstata affidata all’associazione temporanea di impresa (A.T.I.),costituita da Incoming Liguria, Co.Ser.Co e Cooperativa Dafne.Dal mese di agosto 2009 la gestione dei servizi educativi e turisticidel LabTer Portofino è affidata all’associazione temporanea diimpresa (ATI) costituita da Costa Edutainment / Acquario diGenova e Coop Dafne. Costa Edutainment è una società costituita nel 1997, leader in Italianella gestione di siti e grandi strutture pubbliche e private dedicatead attività ricreative, culturali, didattiche e di ricerca scientifica.Edutainment deriva dalla fusione di educational entertainment edefinisce al meglio la missione della società: coniugare cultura,educazione, spettacolo, emozione e divertimento in esperienzeuniche e significative.Dafne (Divulgazione Ambientale e Formazione Naturalistico-Ecologica) è una società cooperativa nata nell’agosto 1994. Riunisceprofessionisti in discipline scientifiche, umanistiche, artistiche,abilitati nelle professioni di Guida AmbientaleEscursionistica,Turistica o Accompagnatore Turistico. Dafne, dallasua costituzione, opera attivamente nella promozione evalorizzazione dei beni culturali ed ambientali della Liguria.

in tutto il mondo, uno sport per tutti e pertutto l’anno che offre agli appassionati delleattività all’aria aperta un modo facile, pococostoso, per gustare uno stile di vita sanoed attivo e per fruire degli splendidi percorsiche offre il Parco di Portofino. Per questomotivo, dal dicembre 2010, Labter, si proponeanche come uno dei punti di riferimento re-gionali per tutte le attività riguardanti ilNordic Walking, con istruttori abilitati pressola Scuola Italiana Nordic Walking.»Per concludere, avete programmi re-

lativi all’area marina protetta?«Certamente. Grazie alla collaborazione

tra il Parco e l’Area Marina Protetta la pro-posta formativa di Labter si è arricchita diuna serie di attività dedicate all’ambientemarino e alla cultura marinara. Gli argomentitrattati sono molto intriganti: dal mimetismoai cambiamenti climatici, dai delicati equilibridell’ecosistema marino alle scogliere coralline,da come muoversi nell’acqua, al mare comerisorsa alimentare. E comunque è facile tro-vare maggiori informazioni sulle attività diLabter cliccando sul sito dell’Ente Parco diPortofino oppure scrivendo direttamentealla nostra e-mail.»

PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 19

Attività didattiche riservate alle scuole, Nordic Walking, ambiente marino. Sono molti e ricchi i programmi del LabTer,grazie alla collaborazione con il Parco e l’Area Marina Protetta.

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Un lampoda

30.000 gradi!

Un improvviso bagliore squarcia la notte, rende visibilii cumulonembi, fa emergere per contrasto la sagomascura del promontorio. Il fotografo Massimo Andreani,riesce a fissare l’immagine del lampo, la frazione di se-condo in cui le cariche elettriche percorrono il “canale”tra nubi e mare. Al suo interno, durante il velocissimo

passaggio di corrente, si ha un brusco cambiamento ditemperatura e di densità, che origina un’onda di pres-sione che si propaga e che viene percepita come tuono.Nonostante le apparenze, il lampo ha un diametro diappena qualche centimetro, mentre la temperatura in-terna può raggiungere i 30.000 gradi.

COLTO AL VOLO

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Pietro Piana, classe 1985, dopoaver compiuto gli studi classici al Liceo Co-lombo, grazie al sostegno della famiglia eall’esperienza scoutistica, ha avuto modo dicoltivare l’interesse verso la natura. Nel mo-mento della scelta della Facoltà univesitaria,infatti, si è orientato al corso di Laurea inScienze Geografiche per arrivare ad unamigliore comprensione di quello che consi-dera l’oggetto principale della sua ricerca: ilpaesaggio.

Dopo aver conseguito la laurea triennalecon tesi in Geomorfologia con il professorFrancesco Faccini, un anno e mezzo fa haconseguito la laurea specialistica con unatesi sulla Valle dei Mulini dell’Acquaviva, re-latore il professor Alberto Girani. Nel mentre

ANDREA REVELLO ha ottenuto il patentino di Guida AmbientaleEscursionistica della Provincia di Genova,che gli ha consentito di lavorare come guidaall’interno della Cooperativa Dafne, svolgendoservizio nel Parco di Portofino, all’Acquario,al Galata Museo del Mare e partecipando aiprogetti didattici Labter nelle scuole delcomprensorio del Parco. Attualmente fre-quenta il secondo anno di dottorato in Geo-grafia Storica alla School of Geography dellaUniversity of Nottingham (relatori CharlesWatkins, Ross Balzaretti e Gary Priestnall),dove sta studiando la storia del paesaggio li-gure (entroterra e riviera di levante) nel XIXsecolo attraverso l’analisi di carte storiche evedute topografiche lasciate da viaggiatoriinglesi e artisti locali.

Incontrandolo, sorge spontanea una pri-ma domanda.Quale rapporto ti lega al Promon-

torio di Portofino?«Direi un rapporto sentimentale e pro-

fessionale. Fin da piccolo ho imparato a co-noscere e ad amare il Monte scorrazzandolungo i suoi sentieri con la mia famiglia,che in questo senso ha giocato un ruolofondamentale. Ultimamente il Parco di Por-tofino è diventato un piacevolissimo luogodi lavoro, dove ho avuto modo di crescereprofessionalmente in un ambiente familiare,sia da un punto di vista ‘fisico’ che umano.»Descrivi brevemente lo studio che

vi hai compiuto.«Il mio studio affronta la storia della

Valle dei Mulini dell’Acquaviva dal XVII se-colo ad oggi sotto una prospettiva geograficae di storia del paesaggio. Il proponimento

Pietro Pianaracconta il suo Parco

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Pietro Piana. Sotto, la cartografia del Vinzoni che riporta i mulini presenti sulMonte.

LA PAROLA AI GIOV

ANI

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di pregio si inseriscono perfetta-mente nell’ambiente naturale. Elen-care tutti i gioielli del Parco non hasenso: mi piace ricordare lo spetta-colo di San Fruttuoso visto dall’altoin una giornata di sole primaverile,con l’Abbazia incastonata tra il maree la lecceta, le rupi di conglomeratotutto intorno e i ruscelli che scorronoa valle. Potrebbe essere la Grecia ola Corsica, oppure semplicementeè la Liguria di un tempo, che adessonon esiste quasi più. L’estensionedella rete sentieristica e la sua per-fetta manutenzione fa si che tutti

era quello di partire dai documenticonosciuti (primo tra tutti la cartadi Vinzoni) per indagare l’evoluzionedel territorio nei secoli attraversol’analisi di fonti iconografiche, ar-chivistiche e orali.

Il lavoro di campo è stato fonda-mentale per imparare a conoscerela valle, capirne l’essenza, trovare nelterritorio attuale le tracce del passatoper ricostruire il paesaggio storico.Volendo estremamente sintetizzarei miei risultati, posso riportare tretemi che ho sviluppato: 1) lo strettorapporto di dipendenza che legavala Valle dei Mulini all’Abbazia di SanFruttuoso e a quella della Cervara,che sembra aver fossilizzato l’evolu-zione del paesaggio in età moderna,fino alla fine del XVIII secolo. 2) Lacentralità della Valle per l’attività mo-litoria in un contesto che andavaben oltre l’area del Tigullio. 3) Ilpaesaggio agrario della Valle nel XIXsecolo, ricostruito grazie ad alcunecarte contemporanee molto detta-gliate. Ci sono alcuni temi o aspettiche io ho solo sfiorato nella mia ri-cerca e che andrebbero sviluppatiulteriormente da specialisti e studiosi,in particolare l’evoluzione demogra-fica del territorio, oppure gli aspettiprettamente storico-archeologici.»Secondo te quali sono i punti

di forza e di debolezza del terri-torio?

«Io penso che il punto di forza diquesto territorio sia proprio la pre-senza da più di 75 anni dell’EnteParco. Ricordo perfettamente quandoAlberto Girani durante una lezioneall’Università ci mostrò una foto ae-rea del Promontorio, chiedendocidi provare ad ipotizzare dove ini-ziasse l’area del Parco. La risposta,non molto scontata, era da trovarsinella disposizione degli insediamentiabitativi: il Parco di Portofino dauna foto aerea è una macchia verdescura circondata da estensioni bian-co-punteggiate, corrispondenti aicentri circostanti, dove troppo spessoin passato si è costruito in manieraindiscriminata. Nel Parco di Porto-fino il delicato equilibrio uomo-na-tura si traduce in un paesaggiounico, dove beni storico-architettonici

possano fruire delle bellezze delParco, i pannelli didattici lungo isentieri rendono questo territoriouna perfetta scuola all’aperto per ibambini. Un lato che migliorerei si-curamente è la ricettività low costper i giovani e gli escursionisti incerca di un posto economico madecoroso dove dormire. Questa man-canza direi sia abbastanza comunea tutta la Liguria e forse all’Italia,mentre all’estero ostelli e bed&bre-akfast a prezzi economici sono moltodiffusi e apprezzati. Un altro aspettoè legato ai trasporti, che purtroppostanno peggiorando sensibilmenteovunque per una generale contra-zione di risorse a livello nazionale.Eppure a volte ho l’impressione cheda parte delle amministrazioni nonsi cerchino soluzioni innovative: aduna pista ciclabile o a sistemi di tra-sporto collettivo si continuano apreferire parcheggi interrati e areeblu.»A tuo avviso, quali pericoli e

opportunità intravedi in una

Il Parco, grazie alla suainfinita varietà di ambienti e paesaggi,ha un potenziale enormeche può essere ancora‘sfruttato’ perpromuovere il territorio.

Sopra, un suggestivo passaggiolungo un itinerario sul Monte. Accanto, una particolareinquadratura da Punta Chiappa.

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nuova politica di promozionedel Parco?

«Preferirei partire dalle opportu-nità, che secondo me sono molte eche mi fanno pensare positivamenteper il futuro. La mia idea è che lavia da seguire sia quella di poterpromuovere e aumentare una frui-zione del parco da parte dei turistiche sia innanzitutto rispettosa del-l’ambiente, delle attività tradizionalie delle persone che vi abitano. Iopenso che il modello di sviluppo tu-ristico che ha caratterizzato la nostrariviera dal dopoguerra ad oggi debbaessere accantonato a favore di un si-stema che privilegi la qualità di unterritorio in termini di rispetto del-l’ambiente e di valorizzazione delpaesaggio culturale; proprio suquest’ultimo concetto vorrei soffer-marmi, forse perché è ciò di cui vor-rei occuparmi nella vita. La matura-zione dell’idea di paesaggio culturaleè avvenuta negli ultimi decenni, svi-luppatasi in ambito anglosassone eattualmente molto diffusa nelle uni-

versità estere e in anche in quelleitaliane. Il concetto (un po’ astrattoe tipicamente accademico) può tra-dursi nell’effettivo in una nuova at-tenzione alle tipicità del territorio,come le attività tradizionali o le pro-duzioni locali, capaci di richiamareun turismo rispettoso che, semprepiù spesso, dimostra di apprezzarecaratteristiche del territorio che inpassato abbiamo trascurato. Il Parcodi Portofino, grazie alla sua infinitavarietà di ambienti e paesaggi, haun potenziale enorme che può essereancora ‘sfruttato’ per promuovere il

territorio specialmente all’estero dovequesta nuova sensibilità è maggiore.I voli low cost, la centralità del terri-torio in un contesto europeo, il nomedi Portofino che ha fama in tutto ilmondo sono tutti dati positivi perun incremento di un certo tipo diturismo sostenibile. In tal senso, mipiace ricordare quel che è stato giàfatto: penso ad esempio alle belleiniziative del LabTer nell’ambito delNordic Walking, uno sport bellissimoa contatto con la natura che è moltopopolare all’estero e che si sta dif-fondendo anche qua. A proposito diLabTer, come non citare tutti gli ope-ratori che si prodigano per il Parco eche sono mossi da una profondapassione per questo territorio, per-sone valide, competenti e capaci: igiovani e la loro passione sono un’al-tra risorsa da sfruttare, cosa che quisembra essere stata ben recepita, adifferenza di tante altre situazioni.

Io penso che di questi tempi i pe-ricoli siano legati principalmente alladiminuzione di fondi per gli entipubblici, con tagli che vengono fattisenza riconoscere i meriti dei singolienti e delle singole persone, in osse-quio all’idea populista che gli enti,specialmente quelli piccoli e che pro-teggono l’ambiente, siano per forzasolo uno spreco di denaro. Le possibiliconseguenze della diminuzione difondi sono le solite: abusivismo edi-lizio, dissesto idrogeologico, incendiboschivi, per non parlare di tanti beiprogetti a cui dover rinunciare permancanza di fondi.»In definitiva, sei ottimista o

pessimista sul futuro del Parco?«Gli sforzi fatti in questi anni han-

no contribuito a migliorare l’imma-gine del Parco agli occhi dei visitatorima anche dei residenti: nelle intervisteeffettuate per la mia tesi, non homai avuto un riscontro negativo, maiuna lamentela. Le attività del LabTernel comuni del parco contribuisconoa questo e accrescono nei giovani lapassione e l’interesse verso il loroterritorio. Ecco, io penso che se sicontinuerà a lavorare in sinergia perun territorio che tutti noi amiamo,puntando sempre sui giovani, il futurosia per forza positivo e prospero.

La rete sentieristica, la sua costantemanutenzione e i pannelli didattici rendono questo territoriouna perfetta scuolaall’aperto per i bambini.

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Negli anni venti ilborgo contava circa 130 abitanti. Algiorno d’oggi sono veramente pochiquelli che vi risiedono stabilmente:solo nel periodo estivo si popola diqualche abitante in più. Eppure SanNicolò di Capodimonte, un grumodi case sviluppatesi attorno all’omo-nima chiesetta millenaria, più o menoa metà strada tra San Rocco di Ca-mogli e Porto Pidocchio, un futuropotrebbe averlo. Ne sono convintigli appartenenti al Gruppo San Nicolò,sorto nel 1999 su idea di Nicolò Mag-giolo, detto ‘Nicco’, nato a Camogli ilgiorno di capodanno 1935, ma fierodi poter vantare antenati radicati nelborgo sin dal lontano 1780.

Nei secoli passati, la piccola co-munità era composta da contadini-pescatori che non si spaventavanocerto del relativo isolamento delluogo. Il passaggio da un’economiaprevalentemente agricola ad una in-dustriale ha cambiato inesorabil-mente i ritmi legati al lavoro e ilborgo ha vissuto il progressivo ab-bandono dei suoi abitanti, senzatuttavia cancellare il valore della sto-ria e della memoria di quei luoghi.Con questa certezza nel cuore, ‘Nicco’Maggiolo, alla fine del secolo scorso,si chiese: «E se mettessi su un grup-

ANNAMARIA BRIGNOLE New Age made in Italy. Rotto ilghiaccio, negli anni successivi il Grup-po organizza altri eventi, di musica,poesia, canti dialettali. Con il passaredegli anni il Gruppo pensa di far co-noscere San Nicolò anche ai più pic-coli, e prontamente organizza eventia loro dedicati, come la pentolacciadi Carnevale e la festa di Santa Clausprima di Natale. I tempi sembranomaturi per dare una più precisa iden-tità al Gruppo, che nel 2004 si costi-tuisce formalmente come Associa-zione di fronte al notaio e si dota diuno Statuto in piena regola. All’arti-

La parola Capodimonte suscita l’immagine di delicate statuette di porcellanaprovenienti da uno dei più noti quartieri napoletani, ma a scorrere l’elenco deimonumenti del Promontorio di Portofino si trovano ben due edifici di grande pregioarchitettonico, San Nicolò e l’Abbazia di San Fruttuoso denominati con tale termine;per capire il perché di questa coincidenza vale la pena di scorrere l’opera di ungenovese illustre.Agostino Giustiniani (1470-1536), vescovo e geografo, nella sua Descrittione dellaLyguria ci parla della “Montagna” di Capo di Monti, che più che una singolamontagna, come intendiamo noi oggi, è una breve catena di rilievi, che nel Medioevo,e per secoli a seguire, era l’area dove avveniva il pascolo di alcune comunità dell’en-troterra. Scorrendo la descrizione del Giustiniani ecco che la Montagna di Fassa è laserie di culminazioni che si affacciano sulla costa del Golfo Paradiso, mentre lamontagna di Capo di Monti si identifica con la catena che va dal Monte di Portofinoal Manico del Lume, sopra Rapallo.Gli studiosi ci parlano oggi della possibile transumanza di greggi che avveniva in un

SORTO NEL 1999 SU IDEA DI ‘NICCO’ MAGGIOLO, IL GRUPPO SAN NICOLÒ HA CONTRIBUITO ALLA RINASCITA DEL BORGO MEDIEVALE

CAPODIMONTE IL PERCHÉ DI UN NOME

petto di giovani sanrocchini, ragazzidisposti a prendersi a cuore i pro-blemi di San Nicolò?»

L’idea piacque alle autorità localie molte persone, soprattutto giovani,di Camogli, Ruta, San Rocco, perfinodi Recco, andarono con entusiasmoa costituire il nucleo storico del Grup-po, tutti animati da una forte volontàdi fare. Il 31 luglio del 1999, vigiliadella festa della Stella Maris, sul sa-grato della chiesa, affollata di quasi500 persone, si esibisce Vincenzo Zi-tello, un autentico maestro dell’arpa,uno dei massimi esponenti della

Gli angeli custodidi

San Nicolò

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colo 3 si può leggere: Scopo primo dell’asso-ciazione è contribuire in ogni modo alla rina-scita della località San Nicolò in Comune diCamogli.

Un impegno che è stato mantenuto dalGruppo San Nicolò, oggi guidato dalla sot-toscritta, coinvolgendo nel progetto tutti glienti pubblici interessati (Comune di Camogli,Provincia di Genova, Regione Liguria) ealcuni enti privati (Fondazione Carige, MarinaPorto Antico SpA) I primi passi nel recuperodel patrimonio monumentale ed artisticodella chiesa e del borgo sono stati precedutida una serie di studi e di approfondimentidelle forme architettoniche e del sito geolo-

gico-ambientale, coordinati dagli architettiPaola Cavaciocchi e Rosita Guastella. Questolavoro ricognitivo ha permesso di mettere apunto un articolato progetto di intervento,portato a termine lo scorso anno.

A fianco di questi interventi strutturali, ilGruppo si è impegnato in altre significativeiniziative come il restauro di un antico organoportativo del 1768; la decisione di riprenderela processione sino a punta Chiappa in occa-sione della S. Messa celebrata ogni anno laprima domenica di agosto, in occasione dellaStella Maris; infine dar vita ad una serie dipubblicazioni tutte volte a far conoscere me-glio la storia e le tradizioni del borgo.

percorso che unisce Bargagli a San Fruttuoso. Del resto, è proprio suitracciati che legano i pascoli litoranei invernali della “Montagna” diCapo di Monti” agli alpeggi estivi appenninici che si localizzano alcunicentri di culto in età medievale: a Bana nella “montagna nominataRua”, nei pressi della quale sorge la Chiesa Millenaria di Ruta, pocopiù oltre a nord sul monte Orsaro (poi Santuario della Madonna diCaravaggio), a Sant’Alberto (o Oberto) nella testata della Val Fonta-nabuona.Non è un caso che lungo questa dorsale che lega il promontorio alle“Colle di Caprile”, snodo per tutta l’età moderna dei percorsi di tran-sumanza verso l’asse centrale dell’Appennino, in particolare verso levalli dell’Antola, si muovessero, dalla Pieve di Bargagli, fino agli inizidel Novecento, le processioni votive dirette all’Abbazia di San Fruttuosodove, come ricorda il Giustiniani, “in quella sono molti corpi santi,alla invocatione de i quali gli uomini della valle di Bargaglioriceveno molte volte espresso miracolo di acque et di sole…”

ALBERTO GIRANI

Sopra: il Gruppo SanNicolò durante unamanifestazione (Foto O. Ciotti).A fronte: la chiesettaincastonata nel verde(foto A. Girani).Sopra il titolo, ‘Nicco’Maggiolo e AnnamariaBrignole con un piatto di “capponadda”(foto B. Mortola).

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1855. In quell’anno, la leg-ge Rattazzi, sopprime lecorporazioni religiose eincamera i beni ecclesia-stici. La chiesa di San Ni-colò viene sconsacrata eadibita per lungo tempoad abitazione di pescatori.

Nel 1864 la «Gazzettadi Genova» annuncia chesi è posta in vendita al-l’asta pubblica la “Villa diS. Nicolò in Camogli”: cir-ca un anno dopo, il com-plesso viene acquistatodal cav. Andrea Bozzo, chesi interesserà a far tornarela chiesa agli antichi splen-dori. Nel 1870 la chiesaviene riaperta al culto,

mentre l’edificio monastico rimane adibitoad abitazione civile. A questi primi restaurine seguono altri. Da segnalare quelli voluti,nel biennio 1925-26, dal parroco don Ni-colò Lavarello: durante i lavori di scrosta-mento dell’intonaco dell’abside maggiore,vengono alla luce tracce di affreschi, fracui un graffito quattrocentesco con la Ma-donna che protegge una barca nella tem-pesta. Motivo che poi è stato ripreso per ilmosaico che adorna la piccola cappella diPunta Chiappa. Nel dopoguerra, man manoche il piccolo borgo si svuota, anche lachiesa subisce un inevitabile processo diabbandono. Per fortuna, il Gruppo SanNicolò ha saputo cogliere appieno il valoreculturale oltreché religioso del manufattoe si è fatto promotore di una nuova azionedi recupero che ha portato, nel mese digiugno del 2011, alla riapertura alle visite.

«IConsoli (di Genova, ndr) Guiscardo

Guglielmo Malocello ed Oberto Gri-maldo della Torre, ad onor di Dioad Ansaldo prete della Chiesa di

San Nicolò Capodimonte, hanno dato, daparte del Comune di Geno-va, quattordici tavole di ter-reno in Sarzano…» Siamonel gennaio 1141 e que-st’atto, redatto a Genovanella canonica di S. Lorenzoalla presenza del notaioBonifacio, rappresenta ilprimo documento storicoche cita la chiesetta mille-naria. Secondo la tradizio-ne, a costruire l’edificio ori-ginario, furono i CanoniciRegolari della Congrega-zione di San Rufo, sul luo-go di una cappella del 345consacrata a San Romolo,vescovo ausiliare di Genova.Forse quella prima costru-zione, di cui si è perso ognitraccia, si ergeva nella lo-calità “chiesa vecchia“, poco distante daquella attuale.

Di fatto, nel 1172 i Canonici di S. Rufodi Avignone, in Francia, ricevettero dapapa Alessandro III il consenso ad stabilirsia San Nicolò, nel monastero attiguo alluogo di culto. Peraltro l’analisi archeolo-gica condotta, per conto del Gruppo SanNicolò, sulle strutture murarie della chiesa,ha permesso l’individuazione del primomomento costruttivo tra la fine del X e lametà dell’XI secolo.

Le ricorrenti incursioni saracene sug-gerirono, nella prima metà del 1400, l’ab-bandono del sito, che, dal 1444 passeràagli abati secolari, appartenenti ad illustrifamiglie genovesi (i Fieschi, i De Ferrari, iDurazzo). Questi abati secolari reggeranno«in commenda» (ossia, in affidamento),tra alte e basse fortune, la chiesa sino al

Storia di una chiesa

millenaria

Il nucleo di San Nicolò in un acquarello diGiorgio Piseri.Accanto al titolo, “Ave Maris Stella”,particolare all’internodella chiesa(Foto B. Mortola).

GIÀ NEL 1141 UN DOCUMENTO NE CITAVA L’ESISTENZA

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• Accesso e punto di partenzaL’itinerario verso San Fruttuoso inizia alle spalle dellaparrocchiale di San Martino, dove un ripido viottolo in salita, indicato da cartelli segnaletici del Parco, si stacca dalla strada.

• Periodo consigliatoSempre (esclusi i giorni più caldi).

• Durata del percorso2 ore.

• CaratteristichePanoramico, storico, botanico, ambientale.

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L’abbazia di San Fruttuoso, nata prima del Millenell’insenatura più suggestiva della Liguria, è lameta più ambita dagli escursionisti. Mentre l’iti-nerario che la raggiunge da Camogli e San Roccoè impegnativo, quello che inizia da Portofino è ac-cessibile anche agli escursionisti meno esperti e sisvolge in un ambiente di grande fascino. È possibiletornare in battello (quando questo servizio è infunzione) o a piedi.

Raggiunto un crinale lo si segue lasciando a de-stra l’Hotel Splendido e toccando numerose villee villette nate dallo snaturamento delle vecchiecase contadine. È particolare all’altezza del puntopanoramico sul Castello di Paraggi, la presenza dialcuni esemplari di erica arborea di ragguardevolealtezza, proprio nelle fasce sotto la strada. Si superaSan Sebastiano (165 m) con la sua chiesetta quat-trocentesca dal suggestivo sagrato in acciottolatobianco e nero e si prosegue a mezza costa, tra glioliveti e la campagna fino alla Costa della Pinetain frazione di Olmi (230m / 45’), in un’area un

DA PORTOFINO A SAN FRUTTOSO

ITINERARI

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tempo servita da numerose osterie ap-prezzate dai contadini locali e dai turisti:la trattoria degli Olmi, l’osteria dellaManue, a San Sebastiano, e la trattoriaBattigran, a metà tra le due frazioni,presso la quale è oggi possibile trovareristoro al Mulino del Gassetta, a pochecentinaia di metri dal sentiero.

Dal crinale ci si dirige per San Frut-tuoso attraversando il rio Vessinaro perraggiungere le case e il crinale di Prato(244m), affacciate su un magnifico pa-norama, oltre il quale ci si inoltra in unambiente via via più naturale, tra pini emacchia mediterranea, affacciandosi sul-la Cala degli Inglesi.

Si giunge presto al rio Ruffinale, lecui acque si versano stagionalmente amare attraversando “per un attimo”un’ombrosa vallecola ricca di felci, car-pini neri e robinie.

Il sentiero si snoda quindi a mezzacosta, poco sopra una delle due aree diriserva integrale del Parco, godendo di

magnifici spunti panorami sul mare.In un alternarsi di luci e ombre, di sen-tori mediterranei e di ripa, si raggiungeil crinale della Costa dei Ghidelli, chescende dalla vetta del Monte di Portofinoe chiude a est la baia di San Fruttuoso.

Qui è la cosiddetta Base O (207m /1h30’), una postazione militare dellaSeconda guerra mondiale, in dialetto la“Base Ou”, la Base dell’Oro, a piccosulla scogliera che si sviluppa intornoa Punta Carega. La discesa verso SanFruttuoso è quanto mai panoramica. Ilpercorso, superati i ruderi di ChiesaVecchia, giunge all’eliporto, per diventarepiù ripido e immergersi nel “fondaco”,la stretta e ombrosa via lungo la qualein breve tempo si giunge alle primecase di San Fruttuoso, la “Cheta”, untempo borgo di pescatori.

Con brevi saliscendi si prosegue finoall’abbazia, cuore del promontorio diPortofino. La visita è a pagamento, maaltamente consigliabile.

Nella pagina a fronte, Portofino. Sotto, San Fruttoso: a sinistra un mosaicodel santo sul molo d’imbarco, a destra ilcampanile dell’abbazia e la torre del borgo(foto A. Girani).

PORTOFINO PER TERRA E PER MARE • 29

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Sede Legale e AmministrativaViale Rainusso, 116038 S.Margherita LigureTel. +39 0185 289479 Fax +39 0185 285706 e-mail [email protected] web www.parcoportofino.it

Sede Legale Castello Brown - Via alla Penisola - 16034 PortofinoSede AmministrativaViale Rainusso, 1 - 16038 S.Margherita LigureTel. +39 0185 289649 - Fax +39 0185 293002e-mail [email protected] www.portofinoamp.it

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AER

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