PER LA MANUTENZIONE DELLA VITA SPIRITUALE Che cosa … · Voglio seguirti Signore... Finale: Tu sei...

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PER LA MANUTENZIONE DELLA VITA SPIRITUALE Primo passo: Riconoscere cosa c’è nel cuore Secondo passo: Preparare l’ascolto Terzo passo: Leggere con attenzione Quarto passo: Ascoltare le domande Quinto passo: Dialogare tra amici Quando la preghiera ha preso un suo ritmo e si è entrati, con tutto noi stessi (intelligenza, sentimenti, desideri, volontà…) in sintonia con il nostro interlocutore, si percepisce nel cuore l’aumento della nostra confidenza con il Signore. Ad un certo punto ci si accorge che dialogare con Lui diventa spontaneo come quando s’incontra un amico che non si vedeva da tempo e ci s’intrattiene a colloquiare amabilmente senza più guardare all’orologio. In questa fase della preghiera la presenza dello Spirito Santo agisce in modo ancor più efficace. E’ questo il tempo della preghiera del cuore. Un momento da vivere con istanti nei quali parli tu ed altri nei quali percepisci il Suo ascolto e quello che nel silenzio ti sta dicendo. Puoi raccontare al Signore quello che di bello hai scoperto nella lettura e riflessione della parola di Dio. Puoi confidare a Lui i sentimenti di gioia che sono nati dentro di te oppure consegnare a lui le tue perplessità e/o preoccupazioni. Puoi confidare a Lui il dubbio di non riuscire, da solo/a, ad essere fedele alla sua Parola se Lui non cammina al tuo fianco; oppure semplicemente rimanere in silenzio e gustare la pacificazione che c’è nel tuo cuore perché percepisci in modo intenso la sua dolce presenza… Puoi anche confidare il sentimento di sentir-Lo distante e dire che il tuo cuore si sente un po’ inaridito come la terra bisognosa di acqua. Puoi dirgli tutto, con il cuore in mano, perché comunque sai che Lui è un amico fedele a cui puoi raccontare tutto di te senza paura di essere frainteso/a o non ascoltato/a. Concludi con questa preghiera: Signore, è bello stare qui con te, sentirti vicino. Tu mi fai il dono di un cuore unificato, Tu mi fai sentire amato/a come figlio/a prediletto/a, Tu mi fai uscire dalla solitudine, Tu mi fai riprendere il cammino sapendo che tu sei accanto a me. Amen. Questo momento può distendersi per un tempo di 10/12 minuti ed anche qualche minuto in più se senti che questo ti sta facendo bene. Buona preghiera e buona Pasqua. Rubrica a cura di don Gianni Gualini 8 Scuola di preghiera 2017-2018 Che cosa cercate?16 Marzo 2018 CANTO DINIZIO: tu sei la perla preziosa Tu sei la perla preziosa che alla mia vita da valore. Per te lascio ogni cosa e seguo te o mio Signore. Voglio seguirti Signore perché hai sedotto il mio cuore. Voglio obbedirti Maestro il tuo volere con gioia farò. Voglio seguirti Signore perché hai sedotto il mio cuore. Voglio obbedirti Maestro il tuo volere con gioia farò. Tu sei il tesoro più grande la vera fonte dell’amore. Per te vendo ogni bene e ti proclamo o mio Signore. Voglio seguirti Signore... Finale: Tu sei la perla preziosa. SALUTO DEL VESCOVO 1 O Padre, donaci la gioia di sentirci chiamati per ciò che siamo e di poterti seguire senza risparmiarci, grati della profonda gioia che viene dal camminare sulle tue orme. Per Cristo nostro Signore.

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PER LA MANUTENZIONE DELLA VITA SPIRITUALE Primo passo: Riconoscere cosa c’è nel cuore

Secondo passo: Preparare l’ascolto

Terzo passo: Leggere con attenzione

Quarto passo: Ascoltare le domande

Quinto passo: Dialogare tra amici

Quando la preghiera ha preso un suo ritmo e si è entrati, con tutto noi stessi (intelligenza, sentimenti, desideri, volontà…) in sintonia con il nostro interlocutore, si percepisce nel cuore l’aumento della nostra confidenza con il Signore. Ad un certo punto ci si accorge che dialogare con Lui diventa spontaneo come quando s’incontra un amico che non si vedeva da tempo e ci s’intrattiene a colloquiare amabilmente senza più guardare all’orologio. In questa fase della preghiera la presenza dello Spirito Santo agisce in modo ancor più efficace. E’ questo il tempo della preghiera del cuore. Un momento da vivere con istanti nei quali parli tu ed altri nei quali percepisci il Suo ascolto e quello che nel silenzio ti sta dicendo. Puoi raccontare al Signore quello che di bello hai scoperto nella lettura e riflessione della parola di Dio. Puoi confidare a Lui i sentimenti di gioia che sono nati dentro di te oppure consegnare a lui le tue perplessità e/o preoccupazioni. Puoi confidare a Lui il dubbio di non riuscire, da solo/a, ad essere fedele alla sua Parola se Lui non cammina al tuo fianco; oppure semplicemente rimanere in silenzio e gustare la pacificazione che c’è nel tuo cuore perché percepisci in modo intenso la sua dolce presenza… Puoi anche confidare il sentimento di sentir-Lo distante e dire che il tuo cuore si sente un po’ inaridito come la terra bisognosa di acqua. Puoi dirgli tutto, con il cuore in mano, perché comunque sai che Lui è un amico fedele a cui puoi raccontare tutto di te senza paura di essere frainteso/a o non ascoltato/a. Concludi con questa preghiera: Signore, è bello stare qui con te, sentirti vicino. Tu mi fai il dono di un cuore unificato, Tu mi fai sentire amato/a come figlio/a prediletto/a, Tu mi fai uscire dalla solitudine, Tu mi fai riprendere il cammino sapendo che tu sei accanto a me. Amen. Questo momento può distendersi per un tempo di 10/12 minuti ed anche qualche minuto in più se senti che questo ti sta facendo bene. Buona preghiera e buona Pasqua.

Rubrica a cura di don Gianni Gualini 8

Scuola di preghiera 2017-2018 “Che cosa cercate?”

16 Marzo 2018

CANTO D’INIZIO: tu sei la perla preziosa

Tu sei la perla preziosa che alla mia vita da valore. Per te lascio ogni cosa e seguo te o mio Signore.

Voglio seguirti Signore perché hai sedotto il mio cuore. Voglio obbedirti Maestro il tuo volere con gioia farò. Voglio seguirti Signore perché hai sedotto il mio cuore. Voglio obbedirti Maestro il tuo volere con gioia farò.

Tu sei il tesoro più grande la vera fonte dell’amore. Per te vendo ogni bene e ti proclamo o mio Signore.

Voglio seguirti Signore... Finale: Tu sei la perla preziosa.

SALUTO DEL VESCOVO

1

O Padre, donaci la gioia di sentirci chiamati per ciò che siamo e di poterti seguire senza risparmiarci, grati della profonda gioia che viene dal camminare sulle tue orme. Per Cristo nostro Signore.

2

“Mi ami?”. Forse troppo grande, forse troppo forte, questa domanda può far mancare la terra sotto i piedi. Non cerca risposte a metà, chiede tutto. Magari anche Pietro avrà pensato di non essere all’altezza, eppure il Signore ci chiede solamente ciò di cui siamo capaci, nelle sue mani: capaci di tutto.

Scelgo nella mia quotidianità un tempo e uno spazio in cui permettere al Signore di destabilizzarmi con questa domanda?

RITORNELLO CANTATO

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi! vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi! Vieni su noi Maranathà, vieni su noi Spirito! Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi, scendi su di noi.

“Ti porterà dove tu non vuoi”. Capita nella nostra quotidianità di fare esperienze che non vorremmo, di vivere situazioni che ci piacerebbe chiudere come chiudiamo la porta di casa quando usciamo. Eppure il Signore ci chiede di essere disponibili persino ad andare dove non vorremmo, non per masochismo, ma perché desidera donarci una vita vissuta fino in fondo, una vita ricca d’amore, come lo è stato per lui sulla croce.

Come reagisco di fronte ad esperienze grandi ma che non erano nei miei piani e le ritrovo come bivi sulla mia strada?

RITORNELLO CANTATO

“Seguimi”. Gesù chiede a Pietro di seguirlo, ma non come si segue una strada senza indicazioni. Di seguirlo guardando alla Croce, al mistero dell’Amore che si fa debole proprio per essere forte, al mistero di un Dio che si fa carne perché ama troppo e non vuole risparmiarsi pur di far capire a ciascuno quanto è sempre vicino. Ad ognuno di noi rivolge questa domanda, qui, ora e ci invita a rispondervi con il cuore rivolto alla Croce. Lascio che l’invito di Gesù entri nel mio cuore. Cosa smuove?

Come mi chiama? Cosa sento di poter rispondere?

RITORNELLO CANTATO

PER INIZIARE

BENEDIZIONE

CANTO FINALE: in eterno canterò

PADRE NOSTRO

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In eterno canterò la tua lode mio Signor Le mie labbra esalteranno la tua fedeltà Io per sempre ti benedirò e annuncerò il tuo nome In eterno io ti canterò…

Anche se la tempesta mi colpirà La mia lode a te Signore si eleverà Sei tu la mia fiducia io spero in te Tu sei il mio Signore il mio re

In eterno canterò…

Anche se nel deserto mi perderò la tua strada mio Signore io cercherò la luce del tuo amore mi guiderà riparo nella notte tu sarai

In eterno canterò…

Anche se dal dolore io passerò La tua croce mio Signore contemplerò Le mani verso il cielo innalzerò La voce del tuo figlio ascolterai

In eterno canterò … In eterno io ti canterò, Signor In eterno io ti canterò.

ADORAZIONE ALLA CROCE

COLLOQUIO CON IL SIGNORE

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PREGHIAMO INSIEME

Lungo il lago della nostra storia Tu continui a passare, o Signore, e ci chiami a seguirti come hai fatto con Simone e i tuoi primi discepoli. Impegnati nelle nostre occupazioni, rischiamo di non ascoltare la tua voce. Disponi la nostra libertà alla Tua Parola, facci attenti a percepire la Tua presenza nel nostro quotidiano. Il nostro cuore ci metta in cammino e ci faccia trovare la casa che Tu ci hai promesso dove potremo dimorare nella gioia e nella pace. Abbi misericordia di noi, dei nostri rinnegamenti e accetta il nostro fragile amore. Manda il Tuo Spirito a sostenere le nostre risposte alle Tue chiamate. Rendici perseveranti nel cammino dietro di Te e continuamente ravviva in noi il gusto del Tuo Regno. Le nostre parole, i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre opere assomiglino sempre più alle Tue perché il nostro modo di amare si conformi sempre più a Te. Amen

Adoramus Christe benedicimus tibi quia per crucem tuam redemisti mundum quia per crucem tuam redemisti mundum.

In manus tuas Pater commendo Spiritum meum in manus tuas Pater commendo Spiritum meum.

Crucem tuam adoramus Domine, resurrectionem tuam laudamus Domine. Laudamus et glorificamus resurrectionem tuam lauda-mus Domine crucem tuam.

Ubi caritas et amor ubi caritas Deus ibi est.

PROVOCAZIONE DEL VESCOVO

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INGRESSO DELLA PAROLA: l’hai scritta in me

Io sono una parola dalla bocca tua pronunciata con i frutti miei io ritornerò a te. Io sono il tuo respiro dalla bocca tua fatto vivo come fuoco io, io mi brucerò per te.

Rit. La tua volontà l’hai scritta in me, parola di fuoco da vivere.

La tua volontà l’hai scritta in me, parola d’amore da essere.

La tua volontà, l’hai scritta in me…

Io sono un tuo riflesso la tua immagine sulla terra

la mia anima non rifletterà che Te. Io sono le tue mani,

la tua musica, le tue lodi e finchè vivrò, io canterò per Te.

Rit. La tua volontà l’hai scritta in me, parola di fuoco da vivere. La tua volontà l’hai scritta in me, parola d’amore da essere. La tua volontà, l’hai scritta in me, parola di fuoco da vivere. La tua volontà l’hai scritta in me, parola d’amore da essere.

La tua volontà l’hai scritta in me… l’hai scritta in me.

Sentire la mia particolare chiamata a seguirlo donandomi il coraggio di rispondervi.

PAROLA DI DIO

LA GRAZIA

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Gv 21,15-19

Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro:

«Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli

rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli

disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la

seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli

rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli

disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta:

«Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase

addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi

bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti

voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In

verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi

da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio

tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu

non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli

avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse:

«Seguimi».

SEGUIMI Che cosa è “vocazione”? La parola richiama di

solito qualcosa come un “destino” o un “disegno” che Dio ha su di una persona e che quella persona deve solo scoprire e accettare, senza mettervi in gioco la propria libertà se non per fuggire o sottomettersi. E poi molti continuano comunque ad applicarla a chiamate ‘speciali’, quali il sacerdozio o la vita religiosa. Se uno guarda con attenzione una figura come Pietro, si accorge che non è così. Lo fa capire bene già il solo fatto che la parola “seguimi” - quella che appunto indica una chiamata di Gesù - secondo il vangelo di Giovanni risuona non all’inizio, ma alla fine di tutto il cammino di Pietro. Segno che la cosiddetta “vocazione” in fin dei conti significa una storia che fiorisce nel legame con Gesù fino a scoprire come stare con lui nel modo più adatto a ciascuno. E allora è la “storia di Pietro” che va guardata nella sua totalità. Essa comporta un cammino di più anni, dove succedono molte cose in cui Pietro è chiamato ogni volta a prendere posizione mettendoci sempre del suo, lasciandosi provocare, in dialogo permanente con Gesù. E allora ogni momento della sua storia è prezioso. Pietro parte da una “ricerca”, perché alla scuola di fede del suo popolo ha capito che valeva la pena mettersi in ascolto dei segnali che gli avrebbero indicato la presenza del Messia (1,40-42). Quando poi lo incontra, lo sguardo di Gesù lo penetra profondamente (1,42) e da quel momento capisce che a quella persona è appeso il destino della sua vita: dopo essersi sentito chiamato e “guardato dentro” da Gesù, non smette più di vedere la sua vita intimamente intrecciata a lui e di lasciarsi da lui plasmare e formare. Non ne dubiterà mai, anche quando lo stare con lui susciterà scandalo nel suo cuore. Pietro imparerà a mettere in discussione se stesso, non Gesù. E così la sua storia da quel momento sarà un vivere con Gesù e con la comunità dei discepoli che stanno con lui. I gesti di Gesù, le sue parole, il suo modo di rapportarsi agli uomini, il suo stile, il “segreto” della sua vita che è il suo rapporto unico col Padre, la sua fedeltà al Padre fino alla croce: tutto questo sarà la scuola per Pietro. E in essa imparerà a vedere fino in fondo se stesso, le sue caratteristiche, i suoi slanci e le sue debolezze, a volte vergognose. E sarà ancora tra i primi a cercarlo il mattino di Pasqua. La sintesi arriva un mattino in riva al lago, dove il Risorto gli chiede di raccogliere tutto attorno a questa domanda: “Mi ami?”. Amare Gesù è la vocazione di tutti. A Pietro però quella domanda Gesù la rivolge tre volte, come a dire che anche l’esperienza triste del triplice rinnegamento non è passata invano; e Pietro si porterà dentro quella esperienza, e tutte le sue esperienze, come parte della sua maniera di amare Gesù. Per lui poi l’amore si traduce nella richiesta di essere pastore: una sintesi che raccoglie tutto quanto Pietro aveva vissuto accanto a Gesù, che addirittura gli aveva cambiato il nome e lo aveva più volte coinvolto in prima persona. Con tutto ciò Pietro non ha ancora finito di imparare. Nel suo futuro è fondamentale la disponibilità di fronte a tutto ciò che “ti porterà dove tu non vuoi”. Detto questo, appunto, arriva la chiamata definitiva: “seguimi”. Accanto a Gesù Pietro

ha definitivamente trovato se stesso e la sua strada.

Commento a cura di don Pasquale Pezzoli

MEDITIAMO LA PAROLA

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