Peperoncino Rosso agosto 2009

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ANNO V - Numero 3 AGOSTO 2009 Foto: F. Mele

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In questo numero: Gustosi itinerari casalini - Premio Cavaliere al merito - Cavalieri di Malta - Angela Sarcina ricorda - un casalino della lega nord. Agosto 2009 numero 5. Globeglotter.it - Trinitapoli

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ANNO V - Numero 3AGOSTO 2009

Foto

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estate09 AGOSTO 20092

Nubi all’orizzonte.

Gustosi itinerari casalini

• BAR SPORT Via Vittorio Veneto • BAR GABRIELLA Via Vittorio VenetoEDICOLA CAPODIVENTO Corso Trinità • EDICOLA RAGNO Via Papa Giovanni XXIII

• EDICOLA CAMPAGNA FRANCESCO Via XX Settembre • EDICOLA GORGOGLIONE Via Vitt. Emanuele

Il Peperoncino Rosso si trova nelle seguenti edicole:

Per i numeri arretrati rivolgersi a: Circolo MPS Corso TrinitàCentro di Lettura GLOBEGLOTTER Via Staffa

Il Peperoncino Rossoè on-line

per leggerlo digitarewww.globeglotter.it

Anno V - Numero 3 - AGOSTO 2009Direttore Responsabile

Nico Lorusso

Vice DirettoreAntonietta D’Introno

Segretaria di RedazioneVeronica Tarantino

EditoreCentro di Lettura “GlobeGlotter”

RegistrazioneIscr. Reg. Periodici Trib. Foggia

n. 414 del 31/03/2006

Distributore volontarioGigino Monopoli

FotografieAutori vari

Impaginazione graficaMario di Bitonto

StampaGrafiche Del Negro

Via Cairoli, 35 - Tel. 0883.631097Trinitapoli Fg

[email protected]

Direzione e RedazioneVia Staffa, 4 - Trinitapoli Fg

Tel. 0883.634071 - Cell. [email protected]

Al turista che arriva a Trinita-poli per visitare il Parco Archeo-logico o la zona umida consigliamoun itinerario integrativo che po-trebbe convincerlo a rimanere piùgiorni nella nostra città.

Seguiteci un po’ senza pre-giudizi e con l’intento di godervi,ora dopo ora, una giornata piace-volmente atipica.

Ore 8: colazione al Bar Mil-lennium, vicino alla stazione fer-roviaria, per gustare uno dei cornettimeno surgelati della zona. Atten-zione, alle 9,30 non trovate piùniente.

Ore 9,30: lettura dei quotidianial Bar la Cattedrale, affacciatosulla storica piazzetta del Comune.Francesco, b&b, il barman balle-rino, e Berto vi serviranno un ot-timo caffè o un espressino freddo.(Giornali con caffè e sigarette ancheal Bar Sport).

Ore 10: gita al mare, in bici.Lasciate la macchina perché ilparcheggio è al cardiopalma.

Ore 13,30: vi aspetta uno stu-pendo piatto di involtini di me-lanzane e il semifreddo al torron-cino preparati dalla sig.ra Carmelade Il nido dell’Airone.

Ore 15: ssshhh!!! Controra.Dormire o leggere un romanzo.Non arrischiarsi a girare sotto ilsole. Se proprio non prendetesonno, andare al Bar Gardenia perrinfrescarvi con una granita di li-mone “vero” o al Chiosco dellapineta di Viale Libertà.

Ore 18: giro in bici per lacampagna trinitapolese per am-

mirare i grappoli dorati di uva Italiae gli ulivi scultorei della zona. Vi-sita alla Cantina Sociale per acqui-stare un rosso Casaltrinità.

Ore 21: ristorante Il Cenacoloper un delizioso piatto di spaghettiallo scoglio confezionati in un cignodi carta stagnola da Salvatore.

Ore 22: gelatone multigusto alBar Lux su viale Vittorio Veneto.Provare per ripetere più voltel’esperienza alla faccia della dieta.

Ore 23: chiacchierata presso icircoli familiari in strada dei casa-lini o presso la sezione di Rifonda-zione comunista e Sinistra e Libertàin corso Trinità per ascoltare dalvivo i racconti di Gigino, di Venan-zio o di Savino, detto raciupp. Di-vertimento assicurato, soprattuttose si affronta l’argomento“bollette”.

Per chi vuole stare in spiaggiatutto il dì, rivolgersi al Pepe Nero,

per non rinunciare al piacere dellacucina tipica da asporto.

I giovani non hanno bisogno disuggerimenti perché dopo una pizzadai fratelli Martiradonna (Zio Tomo Vittorio) è “in” trascorrere lanottata, con drink e musica live disottofondo, al Butterfly Cafè.

P.S. gli esclusi al prossimo nu-mero.ANTONIETTA D’INTRONO

Maria Liuzzi al lavoro nella sua bottega di frutta e verdura con il suo cappello al Peperoncino Rosso.

Buone vacanze a tuttidalla Redazione

del Peperoncino Rosso.Fo

to: F

. Mele

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3societàAGOSTO 2009

Il sociologo Corrado Barberisosserva e studia da mezzo secoloil mondo rurale e, in occasione deicinquant'anni dell'Insor (Istituto disociologia rurale), ha pubblicatoun libro intitolato ‘La rivincita dellecampagne’ (Donzelli), in cui rac-conta una storia nuova: la storiadegli italiani che prima hanno ab-bandonato le campagne, fuggendola miseria e rincorrendo i miraggiindustriali, e che oggi, invece, sonoprotagonisti di un controesodo, con-seguenza forse più che di una pre-cisa scelta di vita, della disintegra-zione delle città che invadono, inmaniera spesso scomposta, il terri-torio circostante.

Questa nuova forma di vita rurale,detta anche ‘riruralizzazione’ -chenasce spesso dal desiderio di fuggiredallo stress quotidiano e dai rumori,dal bisogno di riscoprire ritmi di vitapiù idonei al proprio equilibrio e dallaricerca di un’alimentazione più sana- è però molto distante dalla vera vitadi campagna, di cui, fortunatamente,qui a Trinitapoli c’è ancora qualcheesempio.

Come quello di Vincenzo Mon-terisi, un uomo dal volto segnatodal sole e dal vento, con le mani‘sporche ‘ di terra.

Testimonianze, queste, di quan-to sia dura la vita in campagna: cisi alza presto al mattino, si lavorasotto il sole e la pioggia, si dedicamolto più tempo agli animali chea se stessi.

Vincenzo vive con la sua fami-glia appena fuori Trinitapoli, sullastrada verso Foggia, in localitàChiavicella.

Un giorno della scorsa settima-na, con l’ospitalità tipica delle per-sone umili, ci ha aperto i cancellidella sua campagna, facendoci en-trare nella sua casa, nella sua terra,nella sua vita.

In un’abitazione circondata datanto spazio aperto, con rimesse,recinti ed una stalla per i cavalli.

Ce ne sono ben undici, di diverserazze e dal mantello di diverso co-lore, tutti bellissimi ed anche moltomiti, sicuramente perché ben addo-mesticati.

Osservando come Vincenzo ac-carezza, parla, dedica attenzione ecura ai suoi cavalli –che permettedi far cavalcare ai suoi amici masenza mai prendere nulla in cambio- è impossibile non pensare al dia-logo tra il Piccolo Principe e lavolpe quando quest’ultima dice:“Tu per me, fino ad ora, non seiche un ragazzino uguale a centomi-la ragazzini, e non ho bisogno dite. E neppure tu hai bisogno di me.Io non sono per te che una volpeuguale a centomila volpi. Ma se tumi addomestichi, noi avremo biso-gno l’uno dell’altra. Tu sarai perme unico al mondo e io sarò per teunica al mondo”.

Ed è proprio questo rapporto diunicità che Vincenzo Monterisi hainstaurato con i suoi cavalli. Dallesue parole vengono fuori gli inse-gnamenti di una vita di lavoro, fattadi sacrifici, di soddisfazioni deri-vanti dall’amore per gli animali.

Vincenzo ha anche sottolineatoquanto sia importante il rapportoche l’uomo instaura con il cavallo:“è il padrone che da il carattere alcavallo, addomesticandolo”, ha in-fatti affermato.

Belli anche i carri, alcuni deiquali decorati e colorati, che moltospesso Vincenzo mette a disposi-zione, insieme ai cavalli, per rap-presentazioni o sfilate.

Ma la vera sorpresa è stato var-care la soglia di una stanza chesembra un vero e proprio museo,con attrezzi del mestiere, selle diogni tipo (alcune con ricchi orna-menti), sottopancia, staffe e brigliedi ogni tipo.

Un luogo che mantiene viva lamemoria delle tradizioni e dellavita di altri tempi.

DANILA PARADISODurante l’estate, si sa, si registra un numero crescente di abban-doni. A farne le spese sono gli amici a quattro zampe che, moltospesso, diventano un ‘peso’ per i padroni pronti a partire per levacanze.Ma se qualcuno si dimentica degli animali ci sarà sicuramentequalcun altro che è disposto a prendersi cura di loro. Ed è perquesto che dedichiamo spazio ad un cane, di circa un anno, dipiccola taglia e meticcio.Ha il pelo di colore nero con delle striature chiare sulle zampetteed è molto vispo.Chi fosse interessato ad adottarlo può rivolgersi al Centro diLettura GlobeGlotter.

Vincenzo Monterisi: il Cavalieredi contrada Chiavicella

Un pensiero affettuoso al randagio Birba, canebianco pezzato marrone, curato e amato damolti cittadini e studenti trinitapolesi. Unabestia uomo lo ha di recente avvelenato. Lohanno trovato sotto il ponte della stazione.

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incomune4AGOSTO 2009

Foto: Francesco Mele

Il Consiglio Comunale del 21/07/09 è stato convocato su richiestadi 7 consiglieri (D’Introno, Tarantino, Miccoli, Di Benedetto, Elia,Izzillo e Lamacchia P.) in seguito alla notifica del parere espressodall’Antitrust che ha ritenuto illegittima la convenzione con l’ACI,approvata nel Novembre 2008. Il contratto non è stato ancorafirmato perché come dice il sindaco “la prudenza è di rigore” mentrecome afferma il segretario comunale “l’ACI non chiama il Comune”.

Il Consiglio Comunale ha bocciato la proposta di annullamentodella convenzione con 11 voti espressi dai consiglieri di Gennaro,Samarelli, Vitale, Giannattasio, Aquilino, Brandi, LamacchiaSaverio, Marcellino, Di Feo, Montuori e Buonarota. Hanno votato,invece, a favore dell’annullamento i consiglieri: D’Introno, Miccoli,Tarantino, Elia, Izzillo, Lamacchia Pasquale, Di Benedetto eTriglione. Assenti: Ragno e Tedesco.

Consiglio Comunaledel 21/07/09

Riflessioni a margine diun Consiglio Comunale

I have a dream, ho un sogno, èla frase ormai famosa pronunciatain uno degli ultimi discorsi in pub-blico di Martin Luther King. Anchenoi nel nostro piccolo, abbiamo ungrande sogno, dopo tanti anni diattività politica, consumati sui ban-ch i s i a de l governo chedell’opposizione. Desideriamo cheil nostro comune venga annoveratotra i Comuni virtuosi, cioè tra icomuni che si distinguono in Italianon solo per l’efficienza dei servizie per il rispetto di tutte le leggi dellostato, ma anche per i progetti inno-vativi che contribuiscono a miglio-rare la qualità della vita di tutti icittadini. Qualche anno fa si diffuseuna pubblicazione della EMI edi-zione, dal titolo “In comune” checonteneva molte esperienze sempli-ci ed efficaci che facevano rispar-miare denaro pubblico e nel con-tempo diffondevano concetti deltipo “risparmio energetico”,“prevenzione della salute”,“solidarietà” “rispetto dellediversità”. Cito solo un progettodel comune di Colorno che in se-guito, ha avuto una visibilità nazio-nale al punto che è arrivato perqualche mese anche a Trinitapoli.Mi riferisco a “Piedibus”, studentiin cammino verso la scuola accom-pagnati a turno dai genitori. Oraesiste una associazione nazionaledei comuni virtuosi con uno statutoed una serie di idee progettuali chesi va arricchendo di anno in anno.

È questo il grande sogno: abitarein un comune “virtuoso” ed evitare

di essere nell’elenco nazionale deicomuni furbi che utilizzano le mul-te non per combattere unicamentel’abuso delle infrazioni al codicedella strada bensì per “fare cassa”.Questo non è un mero appunto po-lemico di un gruppo di opposizione.È quanto è stato scritto in documentiufficiali (pag. 21 della relazione albilancio preventivo). Il gruppo de“L’Alternativa” sulla convenzionecon l’ACI, ha fatto una triplice bat-taglia: la prima di merito, sollecitatoda un largo numero di cittadini. Lasoluzione ACI è stata presa senzache agli atti ci fosse una discussionedi proposte alternative o studisull’andamento delle multe, sullatipologia delle infrazioni, su aspettiche riguardassero l’organizzazionedel servizio, l’aggiornamento pro-fessionale degli operatori del traffi-co e l’assunzione di nuovo persona-le. Né tantomeno c’è stato unquadro economico di costi e bene-fici con tavole comparative che con-sentissero ai consiglieri di poter fareuna scelta consapevole. Gli unicigrafici che esistono agli atti (sutipologia di infrazioni e localizza-zione delle stesse) sono stati richiestidal gruppo “L’Alternativa” e rice-vuti con grande difficoltà, solo direcente. La seconda battaglia è sulrispetto delle leggi e regolamenticomunali. Il servizio doveva essereaffidato tramite gara pubblica, es-sendo l’ACI un ente senza scopo dilucro che, però, offrendo beni eservizi, svolge un’attività economi-ca a tutti gli effetti. Nella conven-

zione, inoltre, si fa riferimento ad“un gestore operativo”, un soggettoterzo, di cui non si conoscono né irequisiti di idoneità morale e né diaffidabilità tecnico-economica eprofessionale.

La terza battaglia è stata ed è

quella di contrastare una modalitàdi far politica basata sulla crimina-lizzazione del dissenso. Non si di-mentichi che l’interesse maggioredella maggioranza di governo delnostro paese è stato quello di averei nomi di coloro che hanno“segnalato” la delibera all’Antitruste non di discutere del merito. Per-sonalmente ho avuto in passatograndi dissensi con parte del gruppoPD ed in particolare con l’ex sinda-co DS di Trinitapoli. In questa fase,

gli esponenti di qualsiasi forma-zione politica avrebbero dovutoavere un unico interesse: il rispettodelle regole e dei cittadini. Le beghee gli odi personali attengono acomportamenti isterici che fannoapparire assessori e consiglieri

bambini dispettosi. Ogni scelta po-litica deve essere una pietra miliarenel difficile percorso della civiltàe della democrazia. Il gruppo“L’Alternativa” con i consiglieriDi Benedetto, Izzillo, Elia, Lamac-chia P. e Triglione hanno votato afavore dell’annullamento della de-libera n.38 del 29/11/2008 per evi-tare che il Comune e chi per luirischi, al termine del contenziosoin atto, ulteriori danni.ANTONIETTA D’INTRONO

È guerranel PD

Partecipazione, democrazia,opinioni a confronto sono concettiastrusi per coloro che si preparano,senza esclusione di colpi bassi, adirigere il partito democratico. Gliex Margherita e gli ex DS sono ormaiarrivati al “mors tua vita mea”. Idemocratici dell’ultima ora, un talDonato Piccinino, ex Udeur, insiemea tanti altri ex strateghi di annata, sisono domandati: perché perderetempo a discutere? Eliminiamo di-rettamente gli infedeli, quelli chehanno ancora un po’ di rogna co-munista. Detto fatto.

I 166 iscritti al PD online, cioègli ex DS della sezione di corsoTrinità, sono stati cancellati per in-canto ed ora i margheritini corronofelici verso una assemblea congres-suale dove si sfoglieranno margheritee si inneggerà ad una strana parolache finisce con la zia (mah, forse

democrazia?). È l’esercitodei nuovi politici “colti”che avanza.

Mercoledì 5 agosto,alle ore 20, in corsoTrinità a Trinitapoli, cisarà l’autoconvocazionedei 166 iscritti esclusi dalPD. Saranno in piazza iconsiglieri comunali(“non allineati” con gliattuali padroni delle tes-sere): S. Elia, R. Izzillo,P. Lamacchia ed inoltrel’ex sindaco A. Bariscia-no.

Gli autentici democratici di ognischieramento devono stigmatizzarequesti metodi di lotta politica cheportano alla morte dei partiti comeistituzioni democratiche. Che classedirigente verrà fuori da questo mer-cato delle tessere?

Anni ’60.Corteo unitario dei braccianti

contro lo strapotere dei padroniappoggiati dai fascisti dello MSI.

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5incomuneAGOSTO 2009

Non abbiamo ricevuto nessuna risposta alla lettera stampata inalto. Ci è stato detto a voce dall’Assessore Aquilino che si eraprovveduto e che non toccava a noi decidere dove andava posizio-nato il maxi schermo.

Ci è anche stato rimproverato aspramente che non si potevanocontare i posti perché andava presentata, per questa operazione,una “domanda scritta”.

In parole povere: un consigliere comunale, per avere informa-zioni dettagliate sul numero, sui costi, sulla posizione dei posti esulle gratuità di uno spettacolo pubblico, pagato dal Comune,dovrebbe protocollare una domanda e sottoporla al vagliodell’eccellentissima dott.ssa Mariella Montanaro! Purtroppo, nonè una barzelletta.

Da tempo insistiamo che ci vogliono più corsi di aggiornamentoper il personale del comune che considera i cittadini, i consiglierie gli stessi colleghi impiegati sudditi di sua maestà.

È il caso di dire che “una risata seppellirà” tutti questi vezzidi grandezza.

Una piccola curiosità: la pianta dei teatri e degli spazi teatraliè riportata sui siti dei comuni dov’è possibile prenotare on-line.

“Continua ad arricchirsi di particolari la vicenda legata al “PremioCavalieri di Malta” a Trinitapoli. Dopo le tante proteste giunte allanostra redazione, abbiamo deciso di dar voce ai cittadini scontentiattraverso dei comunicati che sono stati inviati a tutte le autoritàpugliesi e nazionali, oltre che alle redazioni dei giornali più autorevoli.Allo stesso tempo abbiamo pubblicato sui social network la nostrainiziativa, compresa la pagina che il Comune di Trinitapoli ha acquisitoe condiviso con una parte dei cittadini e dei giovani su Facebook(http://www.facebook.com/home.php#/pages/Trinitapoli/76279290168?ref=ts).

Siamo rimasti sorpresi e a dir poco sconcertati da un commentosulla home page alla nostra protesta, firmato proprio da Trinitapoli,gestore del blog che ha come sito di riferimento il sito web ufficialedel comune. “Ricordatevi che solo chi opera sbaglia. Sempre megliosbagliare che non operare. Non credete?”, è firmato così il post sottola nostra protesta. Una ammissione di colpa da parte di chi èall’interno della macchina organizzativa che per noi è sconcertante.Non trattandosi della prima edizione dell’evento, ci chiediamo comesi possa con tanta leggerezza ammettere di aver sbagliato dopoavere utilizzato dei fondi pubblici. Poi ci chiediamo, altresì, se èpossibile che si sbagli per tre anni consecutivi: errare è umano, maperseverare è diabolico… Ci chiediamo, inoltre, chi paga per questisbagli? I cittadini? E a chi dovrà riferire il comune per porre rimedioa tale valutazione sbagliata? Sono queste le domande che nontrovano risposta e che da giorni vengono ignorate. Nel ringraziarlaper l’attenzione prestata, Le auguriamo un buon lavoro e le rinno-viamo i nostri più cordiali saluti”.

Non ci è stato consentito di esprimere opinioni e proposte innessuna commissione consiliare sia in relazione al piano finanziarioche al programma di attività del Premio Cavalieri di Malta (edella Notte Bianca degli Ipogei), evento a pagamento per 968cittadini di Trinitapoli e gratuito per 300 autorità, oltre che perun altro numero non precisato di posti laterali riservati a stampa& varia.

Poiché rimarranno fuori i giovani fans del gruppo musicalein cartellone, chiediamo alle autorità in indirizzo di contribuireeconomicamente a posizionare un maxi schermo in Viale VittorioVeneto per permettere ai ragazzi di seguire gratuitamente lospettacolo musicale.

Lo scorso anno, ci hanno riferito i giovani, lo schermo sistematoall’ingresso della Villa di Via Papa Giovanni XXIII non aveval’audio per non disturbare, giustamente, con interferenze lamanifestazione. E’ necessario adottare questa soluzione per imeno abbienti perché ci imbarazza quel 24% di gratuità in unamanifestazione che, tra l’altro, premia associazioni benefiche.Non ci è dato sapere, inoltre, se tutto o in parte l’incasso dellaserata (20.900 euro meno quota riservata alla SIAE) sia finalizzatoalla beneficenza. Non si evince, infatti, da nessuna delle deliberesull’oggetto ( G. C. n. 128 del 22/10/2008, G.C. n. 65 del17/06/2009, G.C. n. 73 del 16/07/2009).

Chiediamo l’autorizzazione a collocare il maxi schermo a spesedel comune su Viale Vittorio Veneto. Nel caso non siano previstifondi per tale decisione, vi informiamo che i proponenti lo farannoa spese proprie. Questa missiva vale anche come richiesta formaledi autorizzazione. Si sollecita riscontro immediato per avere lapossibilità, in caso di diniego, di organizzare “l’evento giovani”.

Trinitapoli 23/07/2009Annamaria Tarantino, Luca Miccoli,

Giacinto di Benedetto, Pasquale Lamacchia, Silvestro Elia,Rosanna Izzillo, Antonietta D’Introno

Sul PremioCavalieri di Malta

Il Montanaro pensieroConsigliera, la domanda

scritta please!

Riceviamo e volentieripubblichiamo un

articolo dellaredazione diBatcomunica

“Dentro sonotutti rossi”, parola

di Sisto detto Picietto

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incomune AGOSTO 20096

Foto Francesco Mele

All’inizio di luglio è statodiffuso in vari locali pubblici, bar,tabaccherie e giornalai, traendo ininganno gli esercenti, un volantinoprivo delle indicazioni richiestedalla legge per risalire all’autore.

Non è r i tenuta, infat t i ,indicazione sufficiente la sempliceindicazione in calce “il direttivosezionale Unione di Centro”.

Ho, quindi, esposto denunciaall’autorità giudiziaria per il reatodi stampa clandestina contro glianonimi autori perché fosseroindividuati e puniti come per legge.

Perché l’ho fatto?In primo luogo perché la

vigliaccheria è un sentimento che

mi ripugna; in secondo luogoperché ritengo che i bari nonpossano partecipare alla vitapolitica e sociale. A nessun tavoloda gioco, anche nel violento farwest, si ammette chi adoperatrucchi e carte truccate.

Da sempre e in tutte le societài bari vengono disprezzati escacciati. Ciò deve valere anche inpolitica.

I cittadini hanno il diritto dipartecipare e di assistere ad unacompetizione trasparente di cui siconoscano, in primo luogo, i voltidei protagonisti.

M a p e r c h é l o s c u d odell’anonimato?

Il vile autore non ha gradito unanota della consigliera comunaleAnna Maria Tarantino apparsa nellascorsa puntata in cui si denunciavail trasformismo di alcuni uominidell’UDC, Capodivento e di Feo,ampiamente manifestatosi ancorauna volta in Consiglio Comunalee durante la campagna elettorale.

Una nota di normale polemicapolitica che all’esaltato autore èapparsa talmente insopportabileche, nascondendosi vigliaccamented i e t r o l ’ a n o n i m a t o , enell’impossibilità di contestare fattiincontrovertibili è trasceso inattacchi volgari alla vita privata eprofessionale della Consigliera

Anna Maria Tarantino.Insomma una mistura micidiale

di arroganza, presunzione,vigliaccheria, invidia e ipocrisia,che superato l’iniziale moto disdegno, induce ad una grave pietàper l’anonimo povero cristo.

Agl i e se rcen t i d i ba r ,tabaccherie, edicole, un consiglio:quando verrà con il solito paccodelle let tere anonime noncacciatelo, trattenetelo con le buonee chiamate il 118. Per la sua salutementale.

ARCANGELOSANNICANDRO

Pietà per i poveri cristiIl vigliacco muore più volte al giorno, il coraggioso muore una volta sola. (Giovanni Falcone)

Va’ dove ti porta …la poltronaRipubblichiamo l’articolo che ha suscitato l’isterismo dell’anonimo diffamatore. Chi vuole, può controllare dairesoconti stenografici dei Consigli Comunali che quanto riferito dalla consigliera Tarantino risponde a verità.

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: F. M

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All’ultimo consiglio comunale ab-biamo salutato l’ingresso di un nuovoconsigliere eletto nella lista di opposi-zione della Casa delle Libertà, trasmi-grato di recente nelle fila dell’Unionedi Centro.

Quindi ci è apparso naturale toglierciogni dubbio ed al nuovo consiglierecomunale Ruggiero Capodivento, perquanto transitorio, abbiamo chiesto unadichiarazione di appartenenza allamaggioranza o all’opposizione.

La sua risposta ha superato ogninostra ragionevole aspettativa.

In sintesi ci è stato comunicato,guardandoci dritto negli occhi e con unsorriso beffardo, che non eravamo ti-tolati a conoscere la sua collocazionein consiglio comunale per la motiva-zione autorevole che lui è stato elettodal popolo e basta. Di più non ha ritenutodi dover spiegare.

Non possiamo dargli torto. Abbiamochiaramente compreso con tutti i recentitrasformismi dei consiglieri comunaliche essere eletto in una lista di destra odi sinistra non è determinante. Di sicuro,comunque, non è più un problema dicoerenza.

Ma il carro dei vincitori ha dellesirene dal canto così irresistibile… che è bastata la richiesta di sospensione di10 minuti del consiglio comunale daparte del sindaco per una riunione dellamaggioranza per far svanire tutti i dubbi:il consigliere Capodivento, come unfulmine, ha raggiunto per primo la stanzadell’incontro!

Insomma assistiamo ogni giorno amigrazioni da una coalizione all’altrache alterano i risultati di elezioni de-mocratiche.

Al potere per il potere fine a se stes-so.

Come nell’ultima campagna eletto-rale. Il figlio del nostro vicesindaco vieneeletto consigliere provinciale, con unalunga serie di comizi (padre e figlioinsieme sui palchi) in cui hanno criticatoaspramente l’amministrazione comunale.Il giorno dopo l’elezione del figlio, ilvicesindaco, con totale nonchalance,rinnova la piena fiducia al sindaco e allagiunta approvando il bilancio di previ-sione e il consuntivo.

In verità ci saremo aspettati unagiusta e indignata reazione da parte delsindaco di Gennaro. Invece? Niente diniente! Quisquiglie se i partner di giuntap a r l a n o m a l e i n p u b b l i c odell’amministrazione e del sindaco inparticolare. È più importante concentrareil potere, richiamando nuove forze, ma-gari distr i -buendo inca-r i c h i emoltiplican-doli e spez-zettandoli fravari consi-glieri. Come èsuccesso conl’assessoratodella sig.raRosanna Iz-zillo (dimes-s a s idall’incaricodi assessorecon nemmenouna nota diringraziamen-to) diventatobuono per al-

tre tre persone: vicepresidenza del Gala Maria Montuori, delega all’agricolturaa Geremia Buonarota e delega all’attivitàproduttive a Piero Samarelli.

Tre al posto di uno, una trovata ge-niale per accontentare tutti!

L’ultimo atto incredibile e parados-sale è stato consumato in consiglio co-munale il 15 giugno scorso con tutta lanostra veemente disapprovazione: unaumento del numero degli assessorinell’unione dei comuni Tavoliere Meri-dionale.

Una unione di due comuni Trinita-poli e Margherita di Savoia che non hafunzioni o servizi delegati, eccetto quellodella polizia municipale che Margheritadi Savoia ha revocato da tempo,all’interno della quale già gli assessoripresenti non hanno nulla da fare. Apparechiaro quindi che aumentare il numero

degli assessori, senza delegare alcunaattività, serve esclusivamente a riequili-brare la distribuzione delle poltrone enon a riorganizzare i servizi per ottenereeconomie di scala.

Negli ultimi cinque anni abbiamopercepito oltre € 700.000,00 di contributidello stato per il suo funzionamento,denaro con il quale si è finanziata unascatola vuota. Con il nuovo statuto avre-mo, così, 9 assessori da dividersi traTrinitapoli, Margherita di Savoia, cheha ritirato l’unica delega esistente (laPolizia Municipale) e San Ferdinandodi Puglia che non ha ancora aderito.

E il risparmio e la maggiore efficien-za nei servizi che fine hanno fatto?

Tutto serve per la sopravvivenzadella attuale casta politica. E il caso didire: va’ dove ti porta …la poltrona.

ANNA MARIA TARANTINO

Museo del Louvre, Georgesde La Tour (1593-1652):

Il Baro.

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7notizieinbreveAGOSTO 2009

Meno male che ci sonoi Consiglieri dell’AlternativaE meno male che ci stanno i consiglieri di opposizione. È lariflessione ad alta voce di alcuni genitori mentre i loro bambinisi divertivano alle giostre dietro la villa comunale e loro sirifocillavano con un panino di Mac Thomas con il furgone-rosticceria parcheggiato nei pressi.Dove si sarebbero sistemate le giostre e, aggiungiamo noi,dove si sarebbero svolti le cerimonie e gli spettacoli del PremioCavalieri di Malta se l’ineffabile Sindaco e i suoi consiglieriavessero assecondato la richiesta di Don Gabriele, che volevacostruire una seconda chiesa nella Villa Comunale e un centrobenessere nell’area a verde della retrostante lottizzazione?

Colta al volo al mercatoUn forestiero ad un casalino: “Giovanò” che amministrazionec’è in questo paese?” Il casalino: “nu’ misch, come quandola domenica compri le nocelline!”

I cittadini paganoper essere disinformatiNon bastava il giornalista Gaetano Samele a disinformare consoldi pubblici i trinitapolesi i quali, se non ci fosse il Peperoncinorosso, dell’attività comunale conoscerebbero soltanto gli aspettiricreativi e festaioli. Ora si è aggiunto anche un altro giornale,sia cartaceo che on-line, il Corriere dell’Ofanto che ricevedall’Unione dei Comuni (leggere = Trinitapoli) 7.000 euro.Ovviamente sono contributi concessi senza gara, perché l’editoreè un’associazione benefica, senza scopo di lucro. Idem comesopra: solo applausi all’amministrazione di Gennaro con unaparticolare preferenza: l’Assessore Giustino Tedesco.

Il sottoscala del sindaco“Siamo al sottoscala della politica”, ha affermato il sindacoDi Gennaro dopo essere stato “costretto” da sette consiglieria discutere nel mese di luglio di Autovelox, soste a pagamentoe gare pubbliche.L’immagine scelta dal primo cittadino per umiliare i consiglieriè in linea sia con l’ubicazione della sede PD (ex Margherita)in un sottoscala di Corso Trinità che con le rumorosissimesceneggiate pubbliche, da marciapiede, di recente scoppiatesul tesseramento del partito democratico.È vero che, come afferma un famoso glottodidatta, le migliorimetafore nascono osservando attentamente la realtà circostante.Nel caso del sindaco “il sottoscala della politica” viene fuoricon naturalezza dalla sede del proprio partito “underground”e dalle parolacce da trivio dei “gentlemen” che occupano ilsottoscala di Corso Trinità.P.S. A proposito, tutti cattolici osservanti.

Carestia post premioMolti cittadini hanno lamentato oltre che l’abbondanza diimmondizia per le strade anche la mancanza di comodi volantiniche riportano il programma delle manifestazioni e deglispettacoli estivi con date e orari. Facciamo una colletta?

IN BREVE

Il GlobeGlotter vi augura,per quest’estate, buona lettura

con Madame Bovarydi Gustave Flaubert, il romanzo che

il nostro reading clubsta leggendo per l’incontro

di fine settembre.Il 3 ottobre, dopo ben 153 anni,

Flaubert e la sua storia verranno ri-processatiin un vero Tribunale,

con Magistrato,P.M. e Avvocato Difensore.Si cercano lettori-testimoni

per l’accusae per la difesa.

Chi era Emma Bovary?È consigliabile leggere ancora

un simil romanzo?Questa storia, nonostante

il secolo trascorso,offende ancora la morale pubblica?

Se vuoi esprimere la tua opinione,scrivici a: [email protected]

E ricordate che“trovare il tempo per leggere,

è un grave problema.Che non esiste.”(D. Pennac)

Page 8: Peperoncino Rosso agosto 2009

storiediemigranti8AGOSTO 2009

Un casalino DOC della Lega Nord

Volto abbronzato, al polsoun braccialetto verde della LegaNord, forte accento milanese.

È Francesco Matera ,classe’46, originario di Trinita-poli ed emigrato al nord neglianni ’60 per motivi di lavoro.Dopo aver vissuto per circa ven-ticinque anni a Milano, nel 1985si trasferisce a Bollate.

Si interessa alla politica dal’92 ed attualmente è capogruppodella Lega Nord di Bollate e se-gretario, sempre della LegaNord, di Bollate e Baranzate.

Lo abbiamo incontrato perun’intervista presso la sede delCentro di Lettura GlobeGlotter.

Ci parli della sua vita, quando eperché ha deciso di emigrare?Ho lasciato Trinitapoli, la mia cittànativa, per trasferirmi a Milano il26 agosto del 1960, come molti, permotivi di lavoro. Infatti, preceden-temente, anche un mio fratello eduna mia sorella erano andati a Mi-lano, mentre i miei genitori e glialtri tre fratelli,in tutto siamo seifigli, sono rimasti a Trinitapoli.Come si è inserito nel mondo la-vorativo milanese?Mi sono trovato benissimo. Ho la-vorato prima come dipendente e poimi sono messo in proprio nel settoredelle autoriparazioni. Ho continuatoa lavorare fino al 1995.Dal punto di vista sociale, invece,cosa ha significato vivere in unacittà come Milano?Credo di essermi inserito abbastanzabene. Nel ’70 mi sono sposato conuna calabrese e mi sono semprededicato a tanti interessi: ho fattol’arbitro di calcio per 15 anni e perben 27 anni ho fatto parte dell’Aias(associazione italiana assistenzaspastici), anche perché ho un figliodisabile. Poi ho costituito un con-sorzio di autoriparatori ed ho anchecollaborato con diverse riviste, tracui ‘Il Carrozziere’ ed un insertode ‘La Gazzetta di Parma’.Che legame ha con Trinitapoli?Mi interesso alla vita di Trinitapoli.Pur stando lontano sono attento aiproblemi della città. Questo perchéamo il mio paese, amo la Puglia ene sono orgoglioso. Vorrei che mi-gliorassero le condizioni di vita diquesta regione e di questa popola-zione, che, purtroppo, trovo nonsiano molto cambiate rispetto a cin-quanta anni fa.Quante volte viene a Trinitapolidurante l’anno e cosa le sembra

del suo paese?Vengo quattro o cinque volteall’anno. Le mie radici sono queste,e non le lascio. Qui ho gli altri fra-telli, i nipoti.Noto però che il paese è peggioratodal punto di vista sociale, non cisono regole, non c’è assolutamentesenso civico. E poi non c’è rispettoverso i turisti, ad esempio al mercatonon ci sono i prezzi sulla merce invendita.In questo modo allontaniamo i vi-sitatori e non aiutiamo il territorioa crescere.Come è nato il suo rapporto con

la politica?Non avevo mai fatto politica prima,finchè nel ’92 a Bollate, per caso,ho ascoltato i discorsi di Bossi edella Lega. Parlavano del Federali-smo e questa cosa mi ha incuriosito.Mi sono piaciute le idee, le personedella Lega che volevano cambiarele regole. Condivido con loro l’ideadi lasciare sul territorio più risorseper avere più servizi. Ammiro ilcomportamento del sindaco di Tre-viso, che è riuscito a risollevare lacittà, assicurando l’ordine, la puli-zia, e facendo integrare gli immi-grati.

Per questi motivi ho assunto unruolo attivo all’interno del partito,diventando capogruppo della LegaNord di Bollate e segretario di Bol-late e Baranzate.Cosa pensa del Movimento per ilSud?Penso che questo movimento stiacercando di copiare quello che fala Lega al Nord. Però l’errore è cheq u i s i r e s t a a n c o r a t iall’assistenzialismo. Noi della Legacrediamo, invece, che questo debbafinire.Ha mai pensato di tornare qui aTrinitapoli, di mettersi in politica

nel suo paese di origine?Ho pensato più volte di tornare eanche di mettermi in politica, maTrinitapoli è un paese difficile dagovernare, anche perché non c’èmai stata un’alternanza. Qui se qual-cuno vuole esprimere il propriopensiero viene subito attaccato.E poi servirebbe più ordine, piùpulizia. Le strade, soprattutto inperiferia, sono sporche.E, come sempre accade al sud, an-che a Trinitapoli si bada piùall’esteriorità: si spendono soldiinutilmente per sostenere certe ini-ziative mentre sarebbe meglio de-

stinare quelle risorse per migliorarela viabilità, curare lo spazio pub-blico, il verde.Cosa ne pensa dell’ultima pro-posta della Lega Nord, secondocui nella selezione degli insegnantile scuole dovranno tenere pre-sente non solo i titoli di studio maanche la conoscenza di dialetto,storia e tradizioni regionali, chesta facendo molto discutere inquesti giorni?Credo sia una iniziativa utile persalvaguardare le tradizioni deiluoghi. Ed è anche giusto che quellinel nord vogliano i professori del

nord.Cosa farebbe la Lega Nord alsud?Prima di tutto cercherebbe di riva-lorizzare i prodotti tipici pugliesi,che sono i migliori in Europa; poigarantirebbe il controllo del territo-rio, che qui non esiste. Infine valo-rizzerebbe il mare ed il turismo,c e r c a n d o d i m i g l i o r a r el’accoglienza.Fondamentale poi sarebbe fare im-presa insieme, creare sinergie, con-sorziarsi. E qui questo modo di farenon è molto diffuso.

DANILA PARADISO

Non condividoneanche una parola

di quanto affermima mi batterò affinché

tu lo possa dire.Voltaire

Francesco Matera durante l’intervista nella Sala delle Arti della GlobeGlotter.

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matrimoniAGOSTO 20099

15.6.2009 – Riunione del Con-siglio Comunale

Si discute del “Regolamentoper l ’uso de l l ’aud i to r iumdell’Assunta”.

Intervengono, come al solito, iconsiglieri del gruppo di opposizio-ne “L’Alternativa” in un dibattito,tutto sommato, di routine.

Ad un certo punto, la consiglieraAntonietta D’Introno, memore dellasua esperienza di vice-sindaco, rac-comanda di consentire l’usodell’Auditorium anche per la cele-brazione dei matrimoni civili, inmodo da esaltarne, anche con ildecoro dell’ambiente, l’importantefunzione sociale.

Si scatena il finimondo che disolito segue ad ogni proposta deiconsiglieri di opposizione e su cuiè utile qualche riflessione.

Non sono gli strepiti, le invettivee le villanie che caratterizzano dasempre gli interventi del sindaco,degli assessori e dei consiglieri dimaggioranza su cui intendiamo sof-fermarci ma sulle assurde e fazioseaffermazioni con cui il sindaco ealcuni consiglieri invitavanol’assemblea a respingere la racco-mandazione.

In sintesi si opponevano perché

in quanto cattolici non potevanotollerare che altro tipo di matrimo-nio fosse dignitosamente celebratoe comunque era inammissibile chesi potesse consentire un matrimonioladdove in passato si celebrava lal i tu rg ia . R id ico la fu po il’argomentazione che essendo ilmatrimonio civile roba da poverinon valeva la pena interessarsene.

Nella professione di fede si di-stingueva, ovviamente, suor Giudit-ta Giannattasio che confondeval’aula consiliare con il purrispettabile oratorio di un convento.

Cronaca di un piccolo episodiodi vita amministrativa? Può darsi,ma molto significativo della incul-tura che ispira la guida amministra-tiva della nostra cittadina.

Da questo piccolo episodio, nonsolo si intravede la assoluta igno-ranza dei doveri istituzionali sia delsindaco che della sua maggioranzama anche l’assenza di qualunqueispirazione liberale e democraticadel loro agire.

Costoro ignorano, appunto, chela celebrazione dei matrimoni civilicostituisce un servizio istituzionaleper il comune, previsto dal codicecivile e rientrante tra le competenzerelative ai servizi di interesse statale

gestite dai comuni per conto dellostato. Costoro, insomma, ignoranoperché i sindaci indossano la fasciatricolore. Costoro ignorano che ilmatrimonio celebrato in Chiesa,cosiddetto matrimonio concordata-rio, istituito con il concordato del1929 con la firma del cavaliere B.Mussolini e il cardinale Gasparri,addirittura non ha effetto se il cele-brante non dia lettura degli articolidel codice civile o se non vienetrascritto nei registri dello statocivile di cui il sindaco è, appunto,il depositario.

Questi ignorano, insomma, cheil matrimonio religioso celebratoesclusivamente secondo la liturgiacattolica per lo stato italiano èinesistente e irrilevante. Gli sposisarebbero dei semplici conviventi.

Questi ignorano che pure i cultiacattolici possono celebrare matri-moni presso le loro sedi e con leloro modalità ma in quel caso ilcelebrante (accreditato) riveste ilruolo di ufficiale di stato civile.

Insomma, costoro ignorano cheil nostro ordinamento riconoscediversi istituti matrimoniali, tuttirispettabili e dotati di pari dignitàpur restando il matrimonio discipli-nato dal codice civile l’unico ma-

trimonio proprio dello Stato italia-no. È dovere del sindaco, pertanto,celebrare con la massima solennitàil matrimonio civile così come unsacerdote si comporta con il matri-monio religioso.

Non a caso quasi tutti i comuni,consapevoli delle loro essenzialifunzioni, sono dotati di un regola-mento per la celebrazione dei ma-trimoni civili e le più importanticittà italiane (per esempio Roma,Milano, Venezia) destinano a taleservizio pubblico gli edifici pubblicipiù sontuosi.

Nella vicina Margheerita di Sa-voia ci si sposa nell’antico torrionee a Barletta se lo si desidera ci sipuò sposare nella suggestiva salarossa del castello.

Altra civiltà? No, semplicemen-te altra qualità di amministratori.

Per la cronaca: la raccomanda-zione della consigliera D’Intronoha avuto il voto favorevole dei col-leghi di opposizione ed il voto con-trario del sindaco e della sua mag-gioranza.

Vanno ricordati il voto contrariodel consigliere Brandi che, pureaveva parlato a favore e quello dellaconsigliera Michela Montuori chesi era sposata con il rito civile.

Più rispetto per i matrimoni civili

20/01/1985. Foto ricordo del matrimonio civiledegli sposi Loreta Pagano e Gerardo

D’Emiliano, celebranteil sindaco Arcangelo Sannicandro.

12/06/1974. Sala del Consiglio.Nozze del sindaco Arcangelo Sannicandro con

Antonietta D’Introno, con l’Assessore Nardino Orfeo,celebrante e l’invitato Padre Pierino Angarano.

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matrimoni AGOSTO 200910

20/01/1985.Sala del ConsiglioComunale (AulaMagna della ScuolaElementareL. Radice).Matrimonio civile:sposi Loreta Paganoe Gerardo D’Emiliano,celebrante il sindacoArcangeloSannicandro.

19/09/1999.Nozze evangeliche:Maria Michela Santoroe Francesco Ragone.Celebrante: PastoreMosè Baldoni.

Chiesa CristianaEvangelica delle

Assemblee di Dio,Via Roma, 125 -

Trinitapoli.Nozze

Santoro-Ragone.

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matrimoniAGOSTO 200911

12/06/1974. Gli sposi A. D’Introno e A. Sannicandroall’uscita dalla Sala Comunale con i vigili, Agostino

Lattanzio, Michele Canaletti e Francesco Polito.

Gli sposi A. D’Introno e A. Sannicandro ricevono un omaggio floreale dai compagni del PCI e del sindacato.Da sinistra: don Pierino Angarano, Peppino D’Ambrosio, C. Tedeschi,

Venanzio Bombino, Orazioantonio Sarcina, Savino Russo.

30/12/1974. Matrimonio civile:Antonietta Lacoppola e Ciccillo De Mastro,consigliere comunale socialista dell’epoca

Page 12: Peperoncino Rosso agosto 2009

matrimoni AGOSTO 200912

Lo sposo Ciccillo De Mastrocon il testimone Antonio Zingrillo.Dietro si intravedono gli invitatiGianni Lupo, Maria Barisciano

e Gerardo Lotito.

Aula Consiliare. Da sinistra: Ruggero Capodivento, Giacomo Meo,Tonino Zingrillo, Arcangelo Sannicandro,Antonietta Lacoppola, Ciccillo De Mastro,Pinuccio Barbarisi e Salvatore Giannella.

24 aprile 1974. Chiesa dei Cappuccini, matrimonio concordatario.Sposi: Michele Di Biase (sindaco di Trinitapoli dal 1978 al 1980) e Rosetta Sarcina.

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13storiediemigrantiAGOSTO 2009

Dal sud al nord con Dora Ungaro“C’è una musica in quel treno,

che si muove e va lontano, musicadi terza classe, in partenza perMilano…”.

Sono le parole di ‘Grande Sud’di Eugenio Bennato -cantautore allacontinua riscoperta di tradizionipopolari radicate nel meridioned’Italia - che nelle sue canzoni non‘ritrae’ solo il passato e gli antichisentimenti ma anche il ‘sentire’ dellenuove emigrazioni.

Infatti il fenomeno migratorio,pur cambiando modalità nel tempo,non si è mai arrestato. In poco piùdi dieci anni, infatti, tra il 1997 e il2008, circa settecento mila personehanno abbandonato il Mezzogiorno(è quanto segnala il rapportosull’economia del Mezzogiorno 2009dello Svimez, associazione per losviluppo dell’industria nel Mezzo-giorno).

Un'area, dunque, il sud da cui sicontinua ad emigrare, dove cresconogli anziani, dove esistono realtàeconomiche eccellenti che però nonsi trasformano in sistema, dove illavoro è sempre una conquista perpochi.

Ed è proprio durante il periodoestivo che al sud ritornano gli emi-

granti, per ricongiungersi alle fami-glie, per trascorrere le vacanze almare, forse un po’ anche per nonperdere le proprie radici.

Il Peperoncino Rosso ha incon-trato alcune persone, originarie diTrinitapoli ma trasferitesi al nord,che hanno gentilmente raccontato leloro storie.

Come, ad esempio, Dora Ungaro,figlia di Ungaro Vincenzo e BasanisiGiulia, a sua volta figlia del carbonaiodetto ‘Ciccillo’.

Dal modo di parlare, con un ac-cento spiccatamente lombardo,si ca-pisce subito che Dora è un’emigrantedi seconda generazione, in quanto ènata e vive a Lecco, cittadina lombar-da in cui si erano trasferiti, in cercadi lavoro, dapprima gli zii, poi i nonnied infine i genitori.

Lecco ha dato ospitalità e lavoronon solo alla sua famiglia -il papàlavorava in una fonderia- ma anchea lei, che infatti ha sempre fatto lababysitter. Poi si è sposata con unnapoletano, anche lui emigrato a Lec-co per lavoro. Quando sono arrivatii figli, ne sono quattro – rispettiva-mente di 16, 14, 5 e 2 anni (la piùpiccola è Giorgia, in fotografia conla madre)- Dora ha smesso di fare la

babysitter, dedicandosi alla sua fami-glia.

Da cinque anni a questa parte,durante le vacanze estive Dora tornaa Trinitapoli con la famiglia, dovetrascorre circa tre mesi. “Il mare fabene ai bambini”, afferma Dora,“anche se per il resto Trinitapoli nonoffre molto, soprattutto per i ragazzi”.

Anche da piccola Dora tornava

a Trinitapoli con i genitori e, anchese all’epoca c’era un legame più fortecon gli altri parenti residenti nel pa-ese, ha un ricordo di una città chiusa,in cui aveva paura ad andare in girosola.

Un segno di come i tempi cambi-no e con essi anche i legami con lepersone e, soprattutto, con le radici.

DANILA PARADISO

Tocca al Sud avereuna “botta” di orgoglio

Riesplode un antimeridionalismodiffuso nelle province padane. “…Ilconsiglio provinciale di Vicenza haappena deliberato di non assegnarepiù posti di dirigente scolastico aipresidi provenienti dal Sud” (GiuseppeGiacovazzo – Gazzetta del Mezzo-giorno 25/07/09); da questa frase edalla notizia del bambino napoletanocacciato da una scuola di Treviso nasceuna discussione in una calda serataestiva tra amici con esperienze diverse.In questi provvedimenti c’è tutta lascuola, dai dirigenti agli alunni. Unodegli interlocutori si schiera dalla partedegli insegnanti che sono costretti ad“aver a che fare” con famiglie disagiateche solo chi sta qui può conoscere, unaltro ritiene che comunque un “nuovo”alunno proveniente da luoghi cosìdiversi ha bisogno di essere “accolto”,non di certo con insulti e sberleffi, epoi giustamente valutato. Giacovazzofa un’attenta analisi della incapacitàpolitica ed intellettuale meridionaledi rispondere agli “attacchi” dellaLega. La stessa analisi può esseretrasferita nella scuola, che non di-mostra di essere in grado di rifletteresu se stessa per riqualificarsi e ripartirein modo adeguato. Colpevolizzare le

famiglie, difenderel’indifendibile nonpermette di ricono-scere lacune ed er-

rori, ma fa cadere il problema versosponde infrequentabili ponendosi allostesso livello della Lega più becera edinaccettabile. Ho insegnato nella scuo-la elementare trevigiana proprio nelperiodo delle grandi immigrazioniprima dal Nord Africa, poi dagli statidell’ex URSS, poi dall’ex Iugoslavia,poi dalla Cina, infine dall’Argentina,e mi offende molto sentir definire lascuola trevigiana come razzista. Questeaffermazioni pongono noi meridionalisullo stesso piano di quel signor Gen-tilini ancora prosindaco di Treviso(quello dei leprotti per intenderci),quello che voleva eliminare i cigni daimeravigliosi fiumi trevigiani perché“non autoctoni”, e questa la dice tutta.

La scuola meridionale dovrebbechiedersi perché al nord i suoi alunnivengono accettati con “cautela” (si faper dire), perché un insegnante che liriceve, dopo varie esperienze deluden-ti, si trova a non tenere assolutamenteconto delle valutazioni espresse neidocumenti ufficiali, perché le proveINVALSI non danno risultati credibili,perché quando le famiglie apparten-gono ad una certa borghesia tentanodi superare i “paletti” necessari trascuola e famiglia, e le famiglie social-

mente “deboli” non hanno nessunafiducia né nella scuola né tanto menonegli insegnanti.

Senza nulla togliere alla verità cheanche nella scuola trevigiana ci sonoinsegnanti degni della “correttezzasociale” di Gentilini e che nessunopiù di me condanna, devo dire chequesta scuola ha una percentuale al-tissima di insegnanti meridionali chehanno lavorato con i veneti per por-tarla ai primi posti nella scala di valorenazionale e che si arrabbiano moltis-simo quando arrivano bambini del sudo pieni di sé e con valutazioni ecces-sivamente benevoli o frustrati, abban-donati a se stessi. Questo non vuoldire che tutta la scuola meridionalenon funziona, come dice la nostraonorevole ministra Gelmini, che chissàperché ha percorso tutta l’Italia perandare a “superare” l’esame di statoa Reggio Calabria, ma certamente èuna situazione che chiede un’attentariflessione da parte dei protagonisti.Cominciamo da noi. Piccole domande:perché a Trinitapoli un’altissima per-centuale di alunni della scuola prima-ria ha bisogno di ripetizioni pomeri-diane? Perché non si insegna con ifatti a tenere pulito quindi a rispettareil proprio paese? Basta percorrere lastrada che va dai Monaci al liceo perrilevare che i ragazzi lasciano una sciadi immondizia degna di una discarica

da terzo mondo e così in tutte le altrestrade. Proposta: una classe a settima-na di ogni scuola di ogni ordine egrado pulisce, usando pinze e guantimonouso, una strada. Le parole nonservono, servono i fatti che partonodalla base. Non è colpa del bambinonapoletano se non conosce le regoledel vivere scolastico, ma troppo spessonessuno gliele ha insegnate con laforza o il modo dovuto. Se i ragazzitrevigiani di quella scuola sono disicuro razzisti e incivili, noi meridio-nali dobbiamo sentirci responsabilidel disagio che un bambino del sudsi porta dietro nel suo trasferimentoal nord e spesso lo rende debole difronte a chi conosce e applica le regole.

Il divario ambientale, educativoc’è sempre stato e le manifestazionirazziste al nord hanno lunghissimastoria, solo che prima erano “dettesottovoce”, la Lega le ha ufficializzate,le ha rese leggi provinciali, comunali,ora però tocca al sud avere una “botta”di orgoglio e cominciando dal basso.Trinitapoli potrebbe cominciare dallaprima istituzione educativa: una scuolasenza favoritismi, senza boria, ma conl’umiltà di voler dare ai suoi alunniuna preparazione di competenze eeducativa che non li metta a disagionel confronto con il nord.

LUCIA DI FIDIO

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cultura14AGOSTO 2009

Questo articolo fu pubblicato nel 1989 sulla rivista scolastica “Educazione eterritorio”, Parola di donna, un numero monografico sulla questione femminile.La scrittrice Angela Sarcina, morta a Roma il 19 febbraio scorso, invitata a scrivereun saggio su un testo di Scipione Staffa “La donna al cospetto dei secoli” (1882),inviò anche il pezzo “Ricordando” che costituisce la prima bozza del romanzostorico “Emilia e gli altri – cronache familiari fra 800 e 900” (Lacaita 1993).L’opera, completamente esaurita, prese il via dalla richiesta del centro di LetturaGlobeglotter di elaborare un ricordo delle interessanti vicende familiari dellafamiglia Sarcina, legate strettamente alla storia della Puglia di fine 800.

RICORDANDO…L’invito a scrivere del Iibro,

che Scipione Staffa ha dedicatonel 1882 alla condizione fem-minile,ha evocato, immediata-mente, un lontano ricordo:l’immagine di un volume daltitolo altisonante, “La donna alcospetto dei secoli”, che, unicoin un gruppo di vecchi libri in-gialliti, mi sembra testi giuridici,attirò la mia curiosità di bambinaavida di letture, oltre cinquant’anni fa.

A me, nata a Roma da geni-tori trinitapolesi, quel libro,precocemente e faticosamenteletto, ha aperto uno spiragliosulle mie origini perchè miopadre, vedendolo fra le mani, silasciò sfuggire che era statoscritto dal fratello della mia bi-snonna.

Orfana di madre a tre anni,ho ignorato, fino all’adolescenza,le vicende di famiglia.

Nel 1930, credo, si stabili-rono a Roma lo zio paterno dimio padre, Vincenzo, sua moglieAngela Staffa ed i figli Concettae Scipione, i primi parenti checonobbi e cominciai a vedereregolarmente. Fino ad allora lafamiglia era stata per meun’entità nebulosa ; due fratelliin collegio che vedevo una voltaal mese, una vecchia domesticain casa e mio padre, funzionariostatale, in ufficio tutte le mattinee tutti i pomeriggi. Nella mia vitamonotona, scuola e passeggiatedomenicali con mio padre, lafrequentazione di questi parentiè stata una novità rimasta im-pressa nella memoria.

Rivedo Angelina Staffa se-duta in poltrona, vestita di scurocon i capelli candidi. Ma inde-lebile rimane per me l’eventodoloroso e solenne della suamorte. Un giorno d’inverno miopadre, tornato a casa ad un’orainsolita, mi spiegò gravementeche zia Angelina era trapassatae che dovevamo recarci subitoa casa dell’Estinta dove saremmorimasti fino a dopo i funerali,fissati per l’indomani.

Avremmo perciò dormito in

casa di zio Vincenzo? chiesiemozionata e stupita. Gli adultinon vanno a dormire quando incasa c’è una Salma, replicò miopadre, ma ai bambini è consenti-to. Anche io venni ammessa, perun momento, a rendere omaggioalla Signora composta sul lettoe circondata da fiori e candele.Poi rimasi in un’altra stanza, frapersone che andavano e veniva-no, parlottando sommessamente,fino a quando venni accompa-gnata in cucina, dove mi si fecemangiare e poi in una stanza dovemi era stato preparato un letto.

Era il dicembre del 1932 edio avevo otto anni. Di Trinitapoli,dei parenti e delle storie familiariho avuto, in seguito, molte noti-zie da Concetta Sarcina, la miacarissima zia Titina, alla qualemi ha legato fino alla sua morte,avvenuta a Roma nel 1972, unprofondo reciproco affetto.

Crescendo acquistavo un in-

teresse sempre più vivo per lestorie di zia Titina che, lusingata,tornava sull’argomento allargan-do il racconto ad altre persone,di cui mi spiegava le parentele,ed altri fatti di cui precisaval’epoca. Tutto si incentrava suun luogo, Trinitapoli, che volevovisitare. Riuscii ad andarvi, sedi-cenne, nell’estate del 1941, ilprimo di diversi soggiorni allaricerca delle radici.

Mi ospitò, allora, nella casadove mio padre era nato, su Cor-so Trinità, la zia Isabella Sarcina.Durante la controra dedicata alriposo, girellavo nelle grandistanze in penombra, dal soffittoa volta, arredate con antichi mas-sicci mobili, in attesa del vespro,quando si usciva per la passeg-giata o si facevano o ricevevanovisite. Debitamente presentatacominciai così a conoscere pa-renti ed amici di cui avevo sentitoparlare.

Nelle successive permanenze,ormai adulta, ho frequentato piùliberamente luoghi e persone rac-cogliendo e verificando cronachedi varia natura.

Oltre a zia Titina, la mia fonteprincipale sulla storia locale efamiliare, è stata mia zia IsabellaDe Fidio. Colgo qui l’occasioneper ricordare, con gratitudine,queste mie parenti che hannoavuto una così spiccata vocazionedi custodi di memorie, e che mihanno trasmesso tanto materialeutile per comprendere diun’epoca e di un luogo gli aspettisociali, culturali e di costume.Notizie, tengo a precisare, nonsoltanto orali ma confermate dadocumenti certi, ufficiali e dinatura privata conservati conscrupolo quasi religioso. Oggi,a mia volta matura zia, sono ioa conservarli e mi chiedo, ognitanto, se susciteranno un giornol’interesse dei miei nipoti.

Da sinistra: Antonietta D’Introno, Luisa Cafiero, Annamaria Sarcina, la scrittrice Angela Sarcina e il rettoreGiuseppe Parlato, presidente della Fondazione Ugo Spirito. La foto è stata scattata al termine della presentazionedell’ultimo romanzo dell’autrice “Autunno della memoria” presentato a Trinitapoli nel 1999.

Page 15: Peperoncino Rosso agosto 2009

SONETTOSe intesso alla virtù fregi d’affetti,Se disadorni accenti, o nuovi canti.Se pensieri d’amor, grati concetti:

L’opra è tua, Imenèo, tuoi doni i vanti.Debito, ragion, desio in un ristretti

Son intorno al mio core, e sì parlanti,Che la mente è vil,rozza l’arte, e i dettiMancano tutti al gran soggetto innanti.

Oh! come lieto di madre di sposaL’eco intrecciando i bei nomi venia!Oh! com’erompe la gioia nascosa!

Schiera di prodi allo spirto apparia!Muta mia lingua: pingere non osa

La speranza, il piacer, la fè qual sia!!

L’affettuoso fratelloSCIPIONE STAFFA

15culturaAGOSTO 2009

Intanto i vecchi documentiseguitano ad affascinarmi: at-tualmente ne sto esaminandoalcuni, messi recentemente a miadisposizione dallo zio ScipioneSarcina Staffa, che appaiono dinotevole interesse.

Fra i più antichi un leggiadroopuscolo “per le nozze di D.Beniamino Sarcina e D.a Isa-bella Staffa” che “Agli sposi conlieto animo i fratelli offrivano”stampato per i tipi di G. Nobile,purtroppo senza data. Un altroelegante opuscolo “ln morte diCelestina Cautano Staffa. Prosee versi” è stato stampato a Na-poli, per i tipi di Gaetano Nobile,nel 1855.

Da questo materiale com-posito, tessere di mosaico daricomporre, emergono cause edeffetti, interrelazioni tra personee vicende.

Come erano, come vivevanoquesti trinitapolesi delle passategenerazioni?

Intanto non si può definirliin generale perchè, nel cetomedio alto, inclinazioni e ca-ratteri erano ben diversificati.

Studiosi ed eruditi, profes-sionisti ed amministratori pub-blici, ma anche proprietari ter-rieri dediti alla caccia e al giocod’azzardo, pii religiosi e fierianticlericali, conservatori eprogressisti in campo sociale edeconomico, accese militanzepolitiche di segno opposto.

Alle attività pubbliche cor-risponde una sfera del privatoaltrettanto varia. Fortune ingentiaccresciute attraverso lasciti edoti cospicue. Altre invece dis-sipate, ad es. dalla Grande Be-nefattrice Rosa Sarcina, sorellanubile di mio nonno, con mu-nifiche elargizioni; vero è cheai congiunti è rimasto il confortodei suoi imponenti funerali conmassiccia partecipazione dellacittadinanza grata.

Con motivazioni meno ono-revoli altri grandi patrimoni sonosvaniti al tavolo da gioco o acausa di voraci sciantose.

Liti giudiziarie per ereditàcontese si sono trascinate peranni. Morti precoci sono statecausate dalla guerra e sfide ca-valleresche si sono svolte permotivi di onore.

E, naturalmente, ci sono statimolti amori: leciti e non, sereni,tempestosi, romantici, passionali,contrastati, a finale lieto o tragi-co.

Le faccende domestiche era-no molto complesse nelle ampiecase signorili (per ogni pasto sicominciava dalle materie primeprovenienti dalla campagna econservate nelle capaci dispense,

ogni bucato con la cenere duravadiversi giorni) e richiedevanoparecchia servitù meticolosa-mente diretta da solerti padronedi casa.

I salotti costituivano il luogoprivilegiato d’incontro delle fa-miglie bene. Il più noto è quellomusical-letterario della famigliaStaffa. Negli altri tre o quattrosi conversava, si combinavanofidanzamenti e, ovviamente, sicriticava. Perchè anche le donne

differivano per indole e stile.Austere dame che mai dismiserole vedovili gramaglie non pote-vano certo apprezzare una ele-gantissima signora che, per anni,tenne pronta la toilette perl’estremo viaggio, rinnovandolaspesso, non volendo finire dentrola bara con un abito démodé.

Altri personaggi si affollanonella memoria scriverò, forse, diloro in altra occasione.

ANGELA SARCINA

Presentazione del volume “Emilia e gli altri. Cronache familiari fra ottocento e novecento” nel giardino di PalazzoStaffa, 12 giugno 1993. Da sinistra: Antonietta D’Introno, Angela Sarcina, l’editore Lacaita, l’Onorevole MariaVittoria Mezza e il preside Carmine Gissi.

Donna TitinaSarcina, figlia diAngelina Staffa.

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Ricordi sotto il solleoneConigli sgozzati e antifascismo

È il giorno più caldo dell’anno.Tutti gli anni arriva e spossa. Ilprimo è arrivato circa venticinqueanni fa, mentre mio nonno accen-deva la brace nel piccolo cortile didietro. La carcassa sanguinolentadi un coniglio appena sgozzatopendeva dalle travi di ferro dellatettoia. Le gocce di sangue pic-

chiettavano sui quotidiani che ilvecchio aveva posizionato sotto ilcadavere per non imbrattare il pa-vimento di cemento. Riconosco inalcuni miei quadri i percorsismaltati di quel sangue sui giornali.Teneva sul terrazzo una decina digabbie per conigli. Si attraversa-vano le scale pregne dell’odore delpecorino lasciato a stagionare eduna volta aperta la pesante portadi ferro che dava sul tetto si af-frontava l’odore dolciastro degliescrementi dei teneri roditori. Eranobianchi, chiazzati, marroni e grigi.Nonno mi invitava a sceglierne uno.A me piacevano quelli bianchi epiccoli, preferibilmente quelli congli occhi rossi. I bianchi li prendeva,i piccoli – ora capisco perché – liscartava. Era gentile, non imponevala sua volontà, semplicemente mioffriva di meglio. Se i miei occhicadevano su un piccolo e teneris-simo coniglietto simpaticamentezompettante fra i suoi simili piùpaffuti, nonno mi invitava conde l i ca t ezza a foca l i zza rel’attenzione su un mastodonticomucchio di morbido pelo lì accanto,magari seminascosto perché av-vezzo alle conseguenze nefaste di

quegli sguardi ammiccanti. I conigli– benché più deboli e predestinatial tegame – mostravano tanta piùsaggezza degli esseri umani, i qualitendono a scambiare le occhiateprofonde del possesso erotico pervisive anticipazioni di candide edaffettuose passioni. Loro, invece,sapevano bene che quegli sguardi

preconizzavano solo il fatto chesarebbero finiti arrosto. Nonno milasciava giocare con il pranzo perpiù di mezz’ora, il tempo di capireche le lunghe orecchie del coniglionon erano che i l manicodell’animale. Poi mi diceva“Basta.” e mi privava del noiosis-simo e non ricambiato privilegiodi fraternizzare con una pellicciasemovente, peraltro riluttante allecarezze. Recitavo la mia parte dibravo bambino perché in fondo infondo ero ubbidiente. In realtà at-tendevo con ansia la parte più inte-ressante della vicenda. Nonno trat-tava il coniglio molto garbatamente.Non lo maltrattava affatto, lo irre-tiva con carezze che avrebbero fattofelici molte glabre schiene umane.Poi, tenendolo per il manico, gliinfilava di traverso nella gola uncoltellaccio da cucina venuto fuorida chissà dove, e lasciava che ilsangue sgorgasse a fiotti fino allafine, stando bene attento a non mac-chiarsi le scarpe degli escrementidel moribondo, copiosamenteespulsi dall’educatissima vittimapochi istanti prima di arrendersi alsuo destino.

La malattia divorava nonna po-

co alla volta, ma inesorabilmente.Era debole e soffriva. Per questo,sapendo di non avere il tempo dieducarmi, decise di affidarmi deiricordi, delle immagini. Parlava conme tranquillamente, dispensandodelicatezza più che consigli. “Nonguardare”, diceva, “Stai con me”.Riteneva che la conclusione così

banale di quel trastullo sanguino-lento dovesse essermi risparmiata.Forse lo faceva per evitare che,giunta la fine, io giocassi a nascon-dino nel corridoio mentre il suocadavere giaceva in camera da lettofra decine di parenti in lacrime,come poi è successo. Forse lo face-va perché non pensassi che la mortedi una nonna fosse come la mortedi un coniglio, perché non sperassidi tornare sul terrazzo a scegliereun’altra nonna. Qualunque fosserole intenzioni che l’animavano pococonta. Io seguivo nonno e guardavotutto e chiedevo spiegazioni e mimeravigliavo che gli animali fosse-ro in realtà dei contenitori di polti-glie immonde e che quello stupidoquadrupede scegliesse di svuotaregli intestini proprio mentre moriva.E ridevo della sua goffaggine edella sua impotenza. Nonostantetutte le mie curiosità, nonno nonera prodigo di spiegazioni. Lui eraun puro di cuore, non indulgevanelle delicate raffinatezze di suamoglie. Preferiva un inconsapevoleed efficace approccio pratico allecose della vita, del tipo: oggi èdomenica e mangeremo coniglio,i conigli vanno mangiati morti, in-

filare un coltello nella gola del co-niglio provoca la sua morte e sidice scannare. Mi teneva accantoa sé, testimone dei puri fatti, senzadarmi troppe spiegazioni, le qualiavrebbero rischiato di trasformarel’esecuzione del coniglio in un col-pevole biasimo per le sue coniglie-sche debolezze. Nonno non volevache io crescessi convinto chequell’essere, per il sol fatto di muo-versi come un coniglio, di sgranoc-chiare come un coniglio, di saltel-lare come un coniglio, di possederepelliccia e orecchie da coniglio, disomigliare insomma in tutto e pertutto ad un coniglio, dovesse soloper questo essere trattato e morireeffettivamente da coniglio.

Dopo molto tempo ho capitoche nonno si comportava così permotivi, di fatto, politici. E’ evidenteche avendo vissuto il fascismo dasocialista non avrebbe mai consen-tito interpretazioni razziste delloscannamento. Se avesse postol’accento sulla natura dimessa diun animale dotato di un organo, leorecchie, concepito apposta perallungargli il collo, avrebbe legitti-mato l’idea aberrante che avevacondotto l’Europa alle sogliedell’autodistruzione. Per questo sisoffermava maggiormente sugliaspetti positivi dell’orecchiuto ro-ditore - i cui manici eliminava edoccultava immediatamente fra gliscarti, sul fondo della bacinella incui raccoglieva le inservibili inte-riora – lodandone piuttosto la bontàdelle carni, la parsimonia nel cibar-si , la mitezza dell’ indole,l’incapacità di emettere versi ani-maleschi invisi ai vicini anche nelmomento della morte. Al contrariodelle galline, che un tempo ingras-sava sul terrazzo ma che poi furonosterminate (ma questo non me loraccontò mai, sempre per motivipolitici).

Asciugato dal gran caldo, il mioex compagno di giochi veniva po-sizionato in un tegame capiente peressere infornato, circondato di otti-me patate. L’operazione era con-dotta sempre dal mio anziano edadorato pedagogo. La mia poveranonna, cui di diritto sarebbe spettatooccuparsi delle faccende culinarie,da tempo aveva abdicato. La fottu-tissima consunzione cui il malel’aveva condannata le impediva diaffaticarsi anche minimamente.All’ora di pranzo, grazie alla bontàdelle carni e delle patate al forno,alla gustosa serenità che esse dona-vano ai convitati, al silenzioso sma-scellare cui mio padre, deglutitoregeneralmente ciarliero, era una vol-ta tanto costretto, all’apparente tre-gua che la malattia concedeva anonna, mi sentivo felice.

RAFFAELE di BIASE

cultura16AGOSTO 2009

Settembre 2005. LibriAmo in camper. Tappa di San Ferdinando di Puglia. Nella foto lo staff con il presidentedell’ANCI Puglia, dott. Michele Lamacchia.

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17ilfattoAGOSTO 2009

Vogliono colpire i diritti delle donne

“La decisione dell’AIFA diregistrare l’RU486 in Italia ci alli-nea con i paesi europei, recuperan-do un ritardo che ha penalizzatole donne italiane, precludendo lorou n a v a l i d a a l t e r n a t i v aall’intervento chirurgico, peraltroriconosciuta sicura dall’OMS epraticata in Europa e negli USAsecondo rigorosi protocolli pre-scritti dalla comunità scientificain te rnaz iona le” . L’AIED,l’Associazione italiana perl’educazione demografica, com-

menta così la deliberazione delCdA dell’AIFA, sottolineando “lacorrettezza e l’equilibrio di unorganismo scientifico che è al disopra delle parti e che ha presouna decisione con pieno senso diresponsabilità scientifica, in baseai dati oggettivi e alle valutazioniepidemiologiche oggi largamentea disposizione della comunità me-dica internazionale, senza lasciarsiinfluenzare da fattori esterni e dapressioni ideologiche, che con lascienza nulla hanno a che fare”.

L’aborto farmacologico saràpossibile infatti solo nelle strutturesanitarie autorizzate, all’internodel quadro legislativo dettato dallalegge 194 e secondo protocolliguida severissimi, che vanno in-contro alla piena tutela della salutee della sicurezza della donna.

“Incrementando le possibilitàdi ricorrere con serenità alle strut-ture sanitarie pubbliche – aggiungeil direttore sanitario dei consultoriAIED di Roma, dott. VincenzoSpinelli – contribuiamo ad abbat-

tere i rischi per le donne che deci-dono di abortire, perché sottraiamospazio all’area della clandestinitào agli aborti indotti ricorrendo apericolosissime pratiche fai-da-te,frequenti sopratutto tra le donneextracomunitarie. E’ giusto chenel 2009 le donne italiane abbianola possibilità di scegliere libera-mente tra l’intervento chirurgicoe l’aborto farmacologico, una pra-tica tranquilla e non invasiva, cosìcome avviene in tutti i paesieuropei”.

RU486: finalmente allineati con l’Europa

E se si fosse trattato di unfarmaco innovativo per la curadella prostata anziché dellaRU486, avremmo avuto tuttoquesto fuoco di sbarramento?Credo proprio di no. Ma quandosi tratta della donna, allora pre-domina ancora una cultura cheimpone per noi dolore e sofferen-za fisica. Come nel casodell’aborto, nonostante la legge194 già prevedesse per gli entiospedalieri di tener conto delprogresso tecnologico e dellenuove tecniche meno intrusive eviolente.

L’Italia è davvero un paesebizzarro. La politica entra in set-tori che non dovrebbero riguar-darla. Ed infatti questo farmaco

è stato vietato in Italia proprioper veti della politica di stampopiù clericale, quella che si arrogail diritto per esempio di stabilirese si possono e devono impian-tare 3 o 5 ovociti, se idratazionee alimentazione forzata siano unintervento sanitario omeno… Inquesto caso, per condizionarel’Agenzia del farmaco si è risortipure ad una discutibile contabilitàdei morti, la cui “presuntaconnessione” con la RU486 sem-bra valere solo in Italia. In nessunaltro paese questo ha rappresen-tato un ostacolo alla registrazionedel farmaco e il dossier completoè noto da tempo.

Insomma invece di limitarsia stabilire il quadro normativo,

la politica entra nel merito dellecure o delle terapie, normalmentenel tentativo di svuotarne i con-tenuti e comunque di limitare lalibertà di scelta delle persone edelle donne in particolare.

Il risultato di tante interferen-ze politiche, e non, è che il vialibera alla RU486 arriva in Italiacon venti anni di ritardo rispettoa Francia, Svezia e Regno Unito,con dieci rispetto agli Usa.L’EMEA, l’Agenzia europea delfarmaco, ha approvato già nel2007 la nuova scheda tecnicadella RU486: a questo punto ladecisione dell’Aifa è al limite unatto dovuto.

Se si vuole ridurre davvero ilricorso all’aborto allora la stradamaestra è quella di promuoverela contraccezione e i metodi perla procreazione responsabile,realizzando specifiche campagne

informative e pubblicitarie.Certo, se poi c'è chi si oppone

anche a questo, compresa la pil-lola del giorno dopo, allora lastrada diventa tutta in salita.

Insomma ogni giorno peggio,scomunica compresa. Bisognaquindi reagire riprendendo conforza le battaglie laiche (e perquesto profondamente religiose)per la libertà di scelta delle per-sone compresa quella di cura editerapia. Apartire dall’imminentep a s s a g g i o a l l a C a m e r adell’incredibile testo “etico” va-rato dal Senato. O si appresta ilPD a ripetere le contorsioni giàviste in base all’“opinioneprevalente” delegando ai radicaliun’appassionata e netta battagliaparlamentare?

EMMA BONINOda L’Unità, 31 luglio ’09

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losport18AGOSTO 2009

L’A.D. Basket Trinitapoliprepara la nuova stagione

L'ottima stagione del Trinita-poli, la prima nel massimo cam-pionato regionale, che ha regalatotante soddisfazioni ai supporters elustro alla cittadina, conclusasi conil sorprendente, comunque meritato,ingresso nei play-off, è ormai allespalle. La dirigenza, primi fra tuttiil presidente Tommaso Carano eil dinamicissimo patron LucaLabianca, è già impegnata perallestire un organico competitivoper la prossima stagione che siprevede ancor più impegnativa ecombattuta.

L'impegno sella società è quellodi non stravolgere la squadra cheha ben figurato nella scorsa stagionein ossequio al detto per cui“squadra che vince non si cambia”!

La programmazione ed ilmercato passano inevitabilmentedalla soluzione della questionelegata al main sponsor. Tutti siaugurano che l'Alidaunia, presti-giosa azienda foggiana, possarinnovare il suo sostegno al baskettrinitapolese e contribuire in ma-niera determinante allo sviluppodel movimento cestistico localecosì come è accaduto, in modo assaiproficuo, nella passata stagione. Intal senso contatti tra la dirigenzatrinitapolese e l'avv. Roberto Pu-cillo, presidente della società fog-giana, ci sono già stati, si attendononovità positive nelle prossimesettimane. In ogni caso la societàalcuni contatti sono stati avviaticon altri imprenditori che lusingatidai brillanti risultati ottenuti negliultimi quattro anni dalla societàofantina, hanno manifestato la lorodisponibilità a supportare econo-micamente il basket trinitapolese.Infine c'è da registrare il fonda-mentale ingresso di nuovi soci nellacompagine sociale, in grado di dareulteriore slancio, alla sfida delbasket trinitapolese; a tal propositosi avverte che se ci fossero personeinteressate a vivere l'esperienzadella pallacanestro ancor più davicino le porte della società sonosempre aperte!

Sul versante più squisitametesportivo va registrata innanzituttola riconferma del tecnico VitoLosito e del suo “vice” FeliceCarano, quest'ultimo anche nellevesti di preparatore atletico. Il duoalla guida tecnica del team si è

meritato, a suon di prestazioni esal-tanti (basti solo pensare alla vittoriaesterna sul campo della fortissimaJuve Trani), la riconferma e lafiducia della società.

Per quello che riguarda il“roster” certe le riconferme deltotem Matteo Totaro e del playbarese Marcellino Loprieno, en-trambi svincolati. Non dovrebberoesserci sorprese neppure per quantoconcerne la presenza di Stefano DiLauro, guardia fortemente volutada coach Losito nella passata sta-gione, si stanno mettendo a puntogli ultimi dettagli. Stessa situazioneanche per il capitano Piero Arbore,

ormai alla sua terza stagione a Tri-nitapoli e per Ubaldo Piarulli, pi-vot coratino, che ha sorpreso tutticon una stagione condotta oltre leaspettative: il rinnovo del prestitocon il Basket Corato va definito manon si prevedono intoppi. In odoredi riconferma anche il “pivottone”Ciccio Ricco, protagonista nel fi-nale di stagione con prestazioni chesi sono rivelate decisive per il rag-giungimento dei play-off.

Sicuro partente, invece, Vin-cenzo Lovino, dinamica guardiache dopo essere stato protagonistadella promozione in C regionale siè visto costretto a saltare gran partedella stagione a causa di un infor-tunio al ginocchio; il giocatore tornanella sua Ruvo per fine prestito, alui i migliori auguri della societàoltre che i più sentiti ringraziamentiper quanto ha fatto nelle stagionipassate.

Fine prestito senza rinnovo an-che per l'under Castro. Sul fronteunder certe le riconferme dei“locali” Gianluca Barbaro e Ni-cola Curci si è alla ricerca di unpaio di elementi che possano assi-curare maggiore profondità alle

rotazioni, in tal senso si sta muo-vendo l'”uomo mercato” Luca La-bianca.

In questo contesto la società èalla ricerca di una sola pedina chepossa completare il gruppo che tan-to bene si è comportato al suo esor-dio in C2, le ricerche si rivolgonoverso un giocatore che possa gio-care da 3 e da 4 pericoloso sia inaerea che dal perimetro: nei prossi-mi giorni si saprà qualcosa in più.

Per quanto riguarda il settoregiovanile, scontata la proficua col-laboraz ione con i cug in idell’Olimpia San Ferdinando diPuglia. In considerazione del fee-

ling delle passate stagioni e l’osmosidi tecnici e dirigenti delle due asso-ciazioni si è deciso di procederecon la creazione della “societàsatellite” per sfruttare al massimole deroghe previste dalla vigentenormativa federale. Di certo il duoSan Ferdinando/Trinitapoli sarà ainastri di partenza dei campionatiUnder 17, 15 e 13 oltre alla 1° divi-sione. Dunque il cantiere è aperto,si lavora per una nuova ed esaltantestagione cestistica sull’asse Trini-tapoli/San Ferdinando.

FABRIZIO di BIASEUfficio stampa

A. D. Basket Trinitapoli

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premiocavalieridimaltaAGOSTO 200919

Che cos’è l’Ordine di Malta?Il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di

Gerusalemme di Rodi e di Malta, conosciuto come Sovrano MilitareOrdine di Malta, ha una duplice natura. È uno dei più antichi Ordinireligiosi cattolici, essendo stato fondato a Gerusalemme intornoall’anno 1048. Allo stesso tempo è sempre stato riconosciuto dalleNazioni come ente primario di diritto internazionale. La missionedell’Ordine è sintetizzata nel binomio “Tuitio Fidei et ObsequiumPauperum” che significa difesa della fede e servizio ai sofferenti.Di che cosa si occupa?

L’Ordine di Malta opera principalmente nell’ambito dell’assistenzamedico sociale e degli interventi umanitari. Oggi l’Ordine svolge lapropria attività medica e umanitaria in oltre 120 paesi, aiutato inquesto dai rapporti diplomatici instaurati attualmente con 103 Stati.Gestisce ospedali, centri medici, ambulatori, istituti per anziani edisabili, centri per i malati terminali. In diversi paesi l’Ordine dirigereparti di volontari che prestano servizi di pronto soccorso, servizisociali, di prima emergenza e di aiuto.

Intitolare un Premio ai Cava-lieri di Malta, lascia intendere che,da parte degli organizzatori, sivoglia contribuire, in qualche ma-niera, alla diffusione dello spiritoe della attività di questo importan-te ordine cavalleresco.

La conclusione della terza edi-zione svoltasi il 25 luglio scorsoci convince sempre di più chel’intitolazione al sovrano ordineospedaliero è una etichetta postic-cia ad uno spettacolo musicale,spesso anche pregevole, con cuiormai da anni le amministrazionilocali allietano le serate estive deiconcittadini. I mutamenti sociali,il maggiore benessere, una visionepiù gaudente del tempo liberohanno reso inappaganti i concertiche accompagnano la tradizionalefesta patronale.

Le amministrazioni comunali,soprattutto quelle più spensierate,assecondano questa tendenza al-lestendo cartelloni estivi semprepiù ricchi, non disdegnando diinvestire anche in altre stagionidell’anno: estati trinitapolesi, di-cembre casalino, concerti di pri-mavera, ecc..

Inutile attendersi un adeguatoritorno economico da questi inve-stimenti come alcuni auspicanoquando il territorio ha poco daoffrire. L’investimento è fine a se

stesso, al massimo serve ad allie-tare le serate dei residenti, a di-strarli da gravi preoccupazioniquotidiane o a costruire una co-stosa passerella per i politici locali.Questo accade anche da noi.

È ormai del tutto evidente chetra contenuto e contenitore non viè alcuna relazione. Bravi gli artisti,di grande livello l’orchestra, im-preparati gli attori e patetico lospot pubblicitario su Trinitapoli.

Bravissima, invece, la nostraconcittadina Rosanna Brandi, unagrande voce jazz che meritavauno spazio ed una attrezzaturatecnica più consoni allo spessoredella performance.

In gamba anche la presenta-trice che ha saputo ovviare a vi-stosi problemi organizzativi concompetenza e garbo. Del tuttoinutile, invece, il contenitore. Lospettacolo poteva fare a meno,senza alcun danno, di intervalliper la distribuzione di targhe ecimeli. Le scelte erano del tuttoscoordinate.

Non ha nessun senso mettereinsieme, per esempio, il premioa Lina Wertmuller, grande regista,e quello di Signorini, grandegiornalista del pettegolezzo. Cosìcome né l’uno né l’altro hannoalcuna relazione con l’Ordine deiCavalieri di Malta e con la suamissione, che lo ricordiamo èsintetizzata nel motto latino TuitioFidei et Obsequium Pauperum,e cioè difesa della fede (cattolica)e servizio ai sofferenti.

Tutto ciò succede perchél’istituzione di tale premio è av-venuta in un modo del tutto im-

provisato. Negli archivi dellaGiunta e del Consiglio non vi ètraccia di un atto, di un documentoo di un verbale da cui rilevare unaqualche riflessione e una qualchefinalità per le quali è stato istituitoquesto premio.

Insomma ci ritroviamo il Pre-mio Cavalieri di Malta ma pote-vamo indifferentemente ritrovarcicon il Premio della Congregazionedi San Rocco, del Carciofo d’oroo del Sedano d’argento.

Qualche amministratore hasussurato, senza vergogna, che ilpremio è stato inventato per ricor-dare al mondo che siamo stati unaproprietà dei Cavalieri di Malta.È vero, lo insegna il professorePietro di Biase, ma non vedo diche cosa vantarci. È come se inAmerica si sostituissero i festeg-giamenti per l’abolizione dellaschiavitù con quelli per l’avventodella tratta degli schiavi! Un belsalto all’indietro! Non si sa, infine,se esiste una commissione per laselezione dei destinatari dei premie come vengono scelti. Crediamo,in verità, che parlare di selezionesia un po’ ardito: se non si conoscela ragione del premio come si puòeffettuare una selezione?

Insomma, egregi signori, la-sciate in pace i Cavalieri di Maltae fateci godere senza distrazionilo spettacolo!ANTONIETTA D’INTRONO

Un bello spettacolo inun contenitore fasullo

Un momento della raffinata performance della concittadina Rosanna Brandi.

Foto

: Mic

hel

Quanto ci costa la serata?Al momento in cui scriviamo abbiamo solo

questi dati rilevabili dalla delibera n. 73 di GiuntaComunale del 16/07/2009: 110.000,00 Euroall’Agenzia di Spettacolo, a parte tutto il resto.Pubblicheremo il rendiconto dettagliato quandosarà reso pubblico.

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lettorid’agosto AGOSTO 200920

D: Ciao Maria sto facendo un pic-colo sondaggio sulle letture prefe-rite dei “casalini”.Tu, ad esempio, cosa stai leggendoin questi giorni? C’è un romanzoche senti di consigliare ai lettoridel Peperoncino per quest’estate?R: romanzo? Chi ha il tempo perleggere?D: ??????R: …sai, io lavoro tutto il giorno…D. ma ora sei in vacanza…R: sì, si fa per dire vacanza e ..lacasa…i bambini…il fidanzato…ilcane…la suocera…i reumatismi…-la parmigiana… il callo al piede…È già tanto la vita mia un roman-zo!

* * * * *Un grande autore e professore fran-cese ci dice che un lettore è comeun innamorato, un modo di essere.Si è mai visto un innamorato non

avere tempo per amare? Non homai avuto tempo di leggere, eppurenulla, mai, ha potuto impedirmi difinire un romanzo che mi piace-va.(D. Pennac)Qui di seguito i 15, tra piccoli,adolescenti e adulti, innamorati,che ci hanno detto cosa stanno leg-gendo in queste vacanze estive ocosa consigliano:Agata Diakoviez, 38 anni libraiadi Bisceglie- Le lacrime dell’assassino di Anne-Laure Bondoux, ed. San Paolo (perragazzi)- La linea d’ombra di Joseph Con-rad, ed. Einaudi (per adulti)Ingrid Ungaro, 29 anni studentes-sa-lavoratrice- Jane Eyre di Charlotte Brontë,ed. Oscar MondadoriGiuseppe Piccoli, 27 anni studente

post-laurea- La fattoria degli animali di Geor-ge Orwell, ed. Oscar MondadoriSabina Elia, 11 anni studentessa- Matilde di Roald Dahl, ed. SalaniSebastian Luca D’Addario, 17anni studente- Al crepuscolo di Stephen King,ed. Sperling&KupferMaria Laura Palmisciano, 9 anni- Una granita di mosche per il contedi Geronimo Stilton, ed. PiemmeJuniorDon Peppino Pavone, 59 anniMonsignore- Il pane di ieri di Enzo Bianchi,ed. EinaudiRuggero Signoriello, 14 anni stu-dente• Harry Potter e i doni della morte

di Joanne Kathleen Rowling, edSalaniGrazia Basanisi, 71 anni casalinga• La Mennulara di SimonettaAgnello Hornby, ed. FeltrinelliAnastasia Riganti, 15 anni studen-tessa• Il ritratto di Dorian Gray di OscarWilde, ed. Il Battello a vaporeRuggiero di Gennaro, 52 anniSindaco• Via Montenapoleone di GaetanoSignoriello, ed. Sperling&KupferAlessandro Sarcina, 33 anni tec-nico commerciale• Un uomo di Oriana Fallaci, ed.BurRossella Filacaro, 35 anni avvoca-to• L’arte della gioia di GoliardaSapienza, ed. Einaudi

È tempo d’amare