PAZOL | GIUGNO 2013

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pazol IL GIORNALE DI TUTTE LE SCUOLE ANNO I - N. 2 giugno 2013 UNA FORMA ORIGINALE D’INFORMAZIONE CALENDARIO EVENTI ESTATE 2013

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Pazol, il giornale di tutte le scuole di Pesaro / Una forma originale di informazione / Pazol numero 2 Giugno 2013

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pazolIL GIORNALE DI TUTTE LE SCUOLE ANNO I - N. 2 giugno 2013

UNA FORMA ORIGINALE D’INFORMAZIONE

CALENDARIOEVENTI ESTATE 2013

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INDICE:ALLA FRUTTA O ALL’ANTIPASTO?

Siamo alla fine o peggio alla frutta (variazione che solitamene dipende dai voti e dall’eventuale esame) di quest’anno scolastico.Il Tavolo Studenti e il Collettivo Spazio Bianco, insieme a quartiere, Comune, ATS n.1 e tanti altri, sarà lieto di farvi dimenticare tutto ciò che avete studiato per mesi e mesi alla festa delle scuole: WoodSchool.Ma prima riflettiamo sull’anno passato.Il tutto si è aperto con la legge Aprea, ve la ricordate? Quella che metteva i privati nei consigli delle scuole.Il collettivo però aveva un progetto politico alternativo per le scuole, un’idea di indipendenza, finanziamento e potenziamento, che colpì parecchio il tavolo giovani avviato da anni dall’ATS n.1.Nasceva così a Pesaro, come parte di questo progetto, il Tavolo Studenti e come entrata in scena serviva qualcosa di plateale, ma anche utile e fatto bene, ed ecco spuntare ovunque occupazioni e autogestioni.Un autunno caldo e produttivo, soprattutto per quanto riguardava coesione e attivismo nelle scuole.Poi vacanze. Poi gennaio. Riunioni. Febbraio. Riunioni. Marzo. Idee!E così nascono il giornale e la festa. Sono tutte frutto di un messaggio lanciato a settembre di idee e progetti nati ancora prima.Basta con le divisioni fra le scuole, è vero che siamo diversi, ma siamo anche molto simili, o per lo meno sulla stessa barca.Insieme unendo fondi, menti e persone possiamo creare progetti di ottima qualità, molto utili e far si che ci siano possibilità, anche formative fin’ora inedite nelle scuole o scomparse a forza di tagli.Quindi forse più che alla frutta siamo all’antipasto, abbiamo solo assaggiato quello che possiamo realizzare con l’autofinanziamento e l’autogestione dei progetti.Perciò chiudiamo allegramente quest’anno con la consapevolezza che a settembre si riparte da qui.Chi si candiderà come rappresentante, chi vorrà migliorare la scuola o le scuole, avrà una grossa base d’appoggio. Perciò non buttiamo tutto al vento, continuiamo nell’impegno attivo. Siamo cittadini, persone, ragazzi, è già il nostro momento. Siamo solo all’antipasto!Ci vediamo venerdì 14, buona ultima settimana.

Timoteo Tiberi

INDICE:

UN VERO CAMPUS SCOLASTICO..........................................3

A PIENA VOCELibri all’orizzonte.......................................................................4Fuori le idee................................................................................4Il gallo rosso................................................................................5Pazol va in europa con youthadrianet..............................5

CALENDARIO EVENTI ESTIVI..............................................6/7

EVENTIVilla’n’roll.....................................................................................8Festa dei popoli........................................................................8

ANONIMO - MengaroniIl B-SIDE della consulta provinciale...................................9Strano ma vero (forse).........................................................10Dizionario F.E.C.C II...............................................................10A Marino...................................................................................10Odio gli indifferenti..............................................................11Dispersi.....................................................................................11

LA BERTA - MamianiMaschere e volti non solo a tetro....................................12Grazie intercultura................................................................12

GIOCHI.......................................................................................13

CONTADINO A TE - CecchiIl mondo delle creeptpasta..................................................14Le ciambelle.............................................................................14

Eureka! - Bramante“DER ANDERE” – l’altro.........................................................15

Big Ben - Benellli È tempo di premiazioni.......................................................16

Resistenza - GengaRivoluzione e anarchia.........................................................17Vittime o colpevoli.................................................................17

Pazol.itL’xbox (one) di nuova generazione.................................18Alla ricerca dell’auto peggiore di sempre.....................18

EVENTICinemAperto..........................................................................19XXXfuorifestival.....................................................................19

Redazione e contatti............................................................19

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UN VERO CAMPUS SCOLASTICO? UNA SPERANZA A RISCHIO

Provate a immaginare un luogo dove poter incontrare altri ragazzi ascoltando la musica che preferite, magari suonata dal vivo da un gruppo di giovani musicisti, o assistere a uno spettacolo teatrale e magari provare a parteciparvi da attore in un teatro vero, un luogo dove avere accesso libero alla rete, scaricare filmati e poter usare una saletta di proiezione dove guardarli con gli amici, insomma uno spazio e degli ambienti dove poter trascorrere del tempo libero facendo le cose che più vi appassionano, o dove potervi appassionare con nuove e stimolanti esperienze e tutto questo realizzato con un progetto attento alla sostenibilità e immerso nel verde. Pensate che un posto così non possa esistere?... Sbagliato!!! Potrebbe essere realizzato proprio davanti alle vostre scuole del Campus. Voi non lo potete sapere perché non eravate neppure nati quando è stato progettato il Campus scolastico ma l’Architetto Aymonino, circa 40 anni fa, aveva disegnato una piazza contornata da servizi culturali e ricreativi proprio davanti al “Bramante”! Una opportunità che ancora oggi sarebbe possibile se soltanto i nostri amministratori volessero impegnarsi a fare qualcosa di importante per i giovani della nostra città e invece hanno pensato a voi con una “interessante” proposta di variante al Piano Regolatore della nostra città: si cancelleranno definitivamente la piazza con i servizi comuni per gli studenti per realizzare al loro posto impianti sportivi all’aperto con uno spogliatoio da circa 500 mq da far gestire a società private! Ma questa è una sola parte della proposta perché per acquisire una piccola zona della grande area privata da 40 anni destinata alle scuole e che la Provincia non è riuscita ad espropriare, si concede ai proprietari la possibilità di costruire ben 30000 mc di edifici vicino al parcheggio del “Genga”! E, come se non bastasse, 10000 mq della stessa area verrà utilizzata per costruire un distributore di benzina con altri 1400 mq circa di negozi. Noi del Comitato “Salviamo il Campus” ci battiamo da mesi per scongiurare l’approvazione di questa variante al P.R.G. ma pensiamo che anche gli studenti e gli insegnanti del Campus dovrebbero prendere coscienza della situazione e fare sentire la loro voce. L’unica speranza di far cambiare idea ai nostri amministratori definitivamente è riposta sulla nostra capacità di attivare un movimento d’opinione ampio e determinato con l’aiuto di tutti, auspicando che si investano nuove energie, sogni e capacità progettuali per la creazione di un vero CAMPUS PER GLI STUDENTI E SOSTENIBILE, riducendo l’enorme carico edilizio attualmente previsto dal PRG vigente e salvaguardando la destinazione pubblica e per l’istruzione dell’area! Stando tutti insieme, è possibile.

Comitato “Salviamo il campus”

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A PIENA VOCE

Terrestre: da qualche parte c’è un altro mondo: quello veroJean-Claude Mourleva. Rizzoli, 2012

In biblioteca lo trovi in Sala 5Collocazione - GIOVADU Fantasy MOURJda 14 anni

Si chiese perché stesse facendo la pazzia di continuare a rispondere a quella sconosciuta. “Forse perché non mi guarda” pensò “Perché fa le domande senza alcun imbarazzo, e anche perché sembra tutto un po’ irreale, a dire la verità.” (…) Virgil era confuso. Quella ragazza aveva un modo particolare di ragionare. Ebbe il desiderio che lo interrogasse ancora. Ebbe paura che smettesse di farlo.

Virgil è uno scrittore settantenne che un mattino di pioggia di inizio autunno dà un passaggio a una ragazza che fa l’autostop: ha diciassette anni, uno scarabeo sul palmo della mano e una certa facilità a fare domande, senza imbarazzo. Domande a cui è naturale per l’uomo rispondere con altrettanta franchezza.Anne Collodi non ha imbarazzi, ha una leggerezza nel dire tutto perché non ha nulla da perdere. Anzi. E’ sulle tracce della sorella, scomparsa improvvisamente dopo le nozze un anno prima. Sulla scia di un messaggio arrivato da chissà dove, lei si avvia sulla strada di campagna per passare il varco verso un mondo altro, dove la sorella vive come catturata.Terzo libro di questo autore francese, dopo “La battaglia d’inverno” e “Il bambino oceano”, è molto suggestivo e potrebbe essere sbrigativamente definito fantascientifico, perché descrive l’ingresso in un mondo altro e la scoperta dei suoi abitanti, simili all’uomo eppure così diversi. Ma siamo poi sicuri di essere così diversi? Le conversazioni superficiali, il mantenere le distanze, non sono forse simili all’ostracismo che questo mondo parallelo impone alle emozioni, ai sentimenti, alla contaminazione? Il passaggio infatti da un mondo all’altro è assai facile per Anne Collodi e per lo scrittore che la accompagna. Ma l’uscita, quella è un’altra cosa.

MiddlesexJeffrey Eugenides. Mondadori, 2003

In biblioteca lo trovi in Sala 7Collocazione: R EUGEJ MIDda 16 anni

«Sono nato due volte: bambina, la prima, un giorno di gennaio del 1960 in una Detroit straordinariamente priva di smog, e maschio adolescente, la seconda, nell’agosto del 1974, al pronto soccorso di Petoskey, nel Michigan... »

Così comincia Middlesex, valso a Eugenides il premio Pulitzer nel 2003. A raccontare in prima persona la saga di famiglia - dai primi anni ‘20 fino alla metà degli anni ‘70 - è Cal Stephanides, al secolo Calliope, vittima di una rarissima forma di ermafroditismo causata da un gene misterioso. E proprio per far luce su come questo gene abbia attraversato svariate generazioni di Stephanides, finendo per scatenarsi nel suo organismo, l’ormai quarantenne Cal si imbarca in un lungo viaggio sulle onde della memoria. Salpando dalle coste della Grecia a causa della guerra con i Turchi, il racconto segue la fuga verso la libertà dei fratelli Desdemona e Lefty Stephanides, nonni di Cal, il loro approdo sulle coste newyorkesi durante il proibizionismo, la scelta di Detroit come loro dimora.Un viaggio che continua per ancora altri quattro decenni, attraverso una guerra mondiale, due figli, il Vietnam, tre nipoti, i conflitti razziali e il coronamento del sogno americano della famiglia Stephanides. Si arriva quindi alle vicende di Calliope, al suo universo femminile che - durante la pubertà - implode in un Big Bang devastante, dando origine ad un nuovo essere umano che, rinnegando il passato ma non se stesso, deciderà di accondiscendere alla propria natura e di vivere il resto dei suoi giorni rinunciando alla propria identità passata. Non fatevi spaventare, il romanzo è di facile lettura nonostante le 600 pagine, è scorrevole e a tratti anche divertente, senza perdere di vista l’intensità del tema dell’identità sessuale.

FUORI...LE PAROLE, I PENSIERI, LE IDEEConcorso letterario per giovani scrittoriL’InformaGiovani del Comune di Pesaro - Assessorato alle Politiche Giovanili e l’Ambito Territoriale Sociale n. 1 di Pesaro in collaborazione con l’Associazione “Seconda Era” e la Biblioteca San Giovanni bandisce il concorso letterario per giovani scrittori denominato “FUORI...le parole, i pensieri, LE IDEE”DestinatariGiovani scrittori che presenteranno un racconto inedito a tema libero della dimensione non superiore a 3 cartelle.Il concorso è rivolto a giovani residenti nei Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale n.1 di Pesaro (Comuni di Colbordolo, Gabicce, Gradara, Mombaroccio, Monteciccardo, Montelabbate, Pesaro, Sant’Angelo in Lizzola e Tavullia), di età compresa tra i 18 e 29 anni, suddivisi in due sezioni: giovanissimi (18- 23 anni) e giovani (24 – 29 anni)PremiazioneLa serata finale di premiazione, durante la quale verranno lette le opere selezionate e la giornata di laboratorio di scrittura, tenuto da Federica Campi e Jacopo Nacci, si svolgeranno durante l’evento “Zoe – Microfestival”, che si terrà a Pesaro dal 18 al 21 Luglio 2013 presso gli “Orti Giuli” .Modalità di partecipazioneL’iscrizione è totalmente gratuita.Il racconto e la scheda di partecipazione (debitamente compilata e firmata), devono essere inviati tramite posta (in busta chiusa e indicando sul retro “Concorso FUORI...le parole, i pensieri, LE IDEE – sezione Giovanissimi o Giovani”) o consegnati a mano all’InformaGiovani del Comune di Pesaro, (presso Biblioteca San Giovanni, Via Passeri, 102 61121 – Pesaro) entro e non oltre il 12 Giugno 2013 alle ore 18,00.E’ obbligatorio far pervenire, entro tale data e ora, anche il formato elettronico del racconto (odt, doc, rtf ) inviandolo tramite e-mail al seguente indirizzo: [email protected], specificando sull’oggetto la seguente dicitura “FUORI...le parole, i pensieri, LE IDEE – sezione Giovanissimi o Giovani”L’avviso e la scheda di partecipazione al concorso sono scaricabili dai siti: www.informagiovani.comune.pesaro.pu.it www.ambitosociale.comune.pesaro.pu.it

Per informazioni rivolgersi a:InformaGiovani del Comune di PesaroTel. 0721/387.775 (fare riferimento al sito internet per gli orari di apertura) e-mail: [email protected] sito: www.informagiovani.comune.pesaro.pu.itFacebook: “Informagiovani Comune di Pesaro” e “Giovani Pesaro”

LIBRI ALL’ORIZZONTERUBRICA di SEGNALAZIONI A CURA DELLA BIBLIOTECA SAN GIOVANNI

Per informazioni: tel. 0721-387763; 0721-387772 mail [email protected] www.biblioteca.comune.pesaro.pu.it Seguici anche su Facebook

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LIBRERIA NUOVA FIMLIBROPesaro Via Abbati 39 (zona centro) tel: 0721 69311 La Fimlibro da oltre 25 anni è specializzata in testi scolastici nuovi e usati per scuole medie, licei, istituti tecnici, professionali e università. Rivolti a un pubblico ampio e diversificato e facilmente raggiungibili, siamo a vostra completa disposizione per rispondere a tutte

le vostre domande e richieste.

LIBRI CULTURALI ED ARTISTICI LIBRI DI CLASSICI LATINI

LIBRI DI DIRITTO LIBRI DI LETTERATURA LIBRI DI PSICOLOGIA

LIBRI DI SCIENZA LIBRI DI STORIA

LIBRI DI STORIA CONTEMPORANEA LIBRI NUOVI E USATI

LIBRI PER LA PREPARAZIONE AD ESAMI DI STATO LIBRI SCOLASTICI

LIBRI TECNICI PRENOTAZIONE LIBRI SCOLASTICI

IL GALLO ROSSONon avrei mai pensato che la morte di una persona fondamentalmente distante e per certi versi estranea avessero mai potuto colpirmi tanto.Però Don Gallo era don Gallo.Ci ho fatto catechismo sui suoi libri (i più ortodossi storceranno il naso) ci ho persino insegnato catechismo sui suoi libri.Come cittadino e persona mi sono formato nella chiesa cattolica, e i risultati sarebbero stati veramente diversi senza don Gallo, e don Giorgio (ma questa è un’altra storia).Mi ritrovavo molto in quello che scriveva e vedevo in lui la forza e la capacità non solo di aiutare il prossimo, ma di ridare senso e soprattutto pragmatica attualità al Vangelo.Era uno dei pochi che ti presentava Gesù come uomo, facendoti vedere quanto ci fosse di divino in lui e non il contrario. Ti mostrava con le sue parole, che avevano il pregio di essere confermate nei fatti dalle sue azioni e dalle sue scelte, che Gesù non parlava solo di “amore di Dio”, ma cambiava giorno per giorno il mondo partendo dalle persone a lui vicine, gli apostoli.E questo lo ha fatto anche don Gallo nella sua comunità di recupero, fondata nel ‘70, con le sue lotte per i diritti e per il bene comune. Non aveva paura di denunciare, di mobilitarsi, di schierarsi. Sapeva che se riusciva a metterci il cuore e l’anima allora la causa non era sbagliata, né tanto meno persa.Poi si potrà dire che era un prete rosso (non lo negava nemmeno lui, un capitolo di un suo libro si intitola “sono comunista”, a noi poi capire cosa significhi comunista) che era da scomunica perché pro eutanasia e pro aborto, che ultimamente era troppo mediatico...Ma forse quello che don Gallo ci ha insegnato è che non bisogna avere paura e scappare quando la si pensa diversamente, ma restare, spiegare, lottare far ragionare e far cambiare, e lui ci ha provato nella Chiesa, in cui ha sempre creduto, invece di abbandonarla come altri preti rossi. E si sa che cambiare la chiesa è quasi più difficile che cambiare la società, ma lui ci ha provato anche con quella.Ha amato, aiutato e difeso tutti, soprattutto i “diversi”: stranieri, prostitute, gay, trans, e chiunque gli chiedesse aiuto o ne avesse bisogno. Ma lo faceva con uno stile unico, e forse è questo stile che non andava giù alla Chiesa e a molti altri, non imponeva nulla, dava solo possibilità, aveva capito che le scelte cambiano il mondo; gli obblighi, le costrizioni e soprattutto le imposizioni annientano le persone.Se questo è essere “rosso” o comunista giudicatelo voi, secondo me questo vuol dire essere cristiani e non “baciapile”, e se vi sembra inconciliabile vi ricordo una frase:«Quando io do da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista.» (arcivescovo Helder Camara)Difficile dire tutto su don Andrea Gallo, ma vi invito, se siete fra i milioni di persone che non ci credono più tanto nella Chiesa o nel vangelo, ad andare a vedere chi era cosa diceva e cosa ha fatto, non per tornare cattolici, ma per non perdervi un grande messaggio di umanità.Informatevi anche sulla Teologia della Liberazione, per capire che il messaggio di don Gallo non era nuovo ma veniva da lontano e speriamo vada lontanoPer il resto era un uomo, un prete, un compagno, un educatore... era don Gallo, come tutti i grandi in un articolo ci sta stretto.

Timoteo Tiberi

PAZOL VA IN EUROPA CON YOUTHADRINET

Un paio di anni fa alcuni studenti dell’istituto Bramante di Pesaro hanno iniziato a pensare ad un sito per ragazzi: Pazol.it. Contemporaneamente i ragazzi dell’associazione Collettivo Spazio Bianco dopo alcune esperienze con volantini informativi e articoli per altri giornali stavano pensando ad un giornale per ragazzi. Le due realtà si sono incontrate grazie al Tavolo Giovani, un incontro mensile organizzano da un unione di comuni, chiamata Ambito Territoriale e Sociale n.1. A questo incontro partecipano tutte le associazioni e i gruppi che si occupano di giovani, organizzando corsi, progetti, incontri, festival, o spazi di aggregazione. Il tutto sotto il coordinamento di un dirigente

del comune di Pesaro, Giuliano Tacchi. Dall’incontro di Pazol.it, Collettivo Spazio Bianco e Giuliano Tacchi, nasce prima di tutto un nuovo incontro mensile, il Tavolo Studenti, rivolto ai rappresentanti degli studenti di tutte le scuole superiori della città, e poi da questo nuovo incontro nasce Pazol Magazine, un giornale scritto da giovani e studenti distribuito nelle scuole e nella città.L’associazione Collettivo Spazio Bianco ha poi deciso di partecipare alle iniziative all’interno del progetto YouthAdrinet. YouthAdrinet è un progetto europeo che ha come obbiettivo quello di creare una rete fra i Paesi dell’Adriatico e in particolare fra i giovani di quei paesi.Crea infatti non solo occasione di incontro fra i ragazzi dello stesso territorio, ma anche fra i ragazzi dei diversi paesi, sia fisicamente, che soprattutto attraverso la rete. Esiste infatti un sito dove teoricamente ognuno può scrivere in inglese quello che si sta facendo come politiche giovanili nel suo territorio.E siccome c’era bisogno di una redazione che raccontasse cosa succede nella nostra provincia per i giovani e chi sono e cosa fanno le varie realtà giovanili che ci sono, abbiamo pensato bene, come redazione di Pazol, di integrare il nostro normale lavoro con la scrittura di alcuni articoli, resoconti e riflessioni per il sito di YouthAdrinet, per far vedere nel resto d’Italia e nel mediterraneo come lavoriamo nel nostro territorio e come può risultare utili ai giovani aver un proprio giornale che diventa la propria voce verso altri ragazzi e verso le istituzioni. LA REDAZIONE

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CALENDARIO EVENTI ESTIVI

8FESTA DEI POPOLI

9 woodschool

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luGlio

GIUGNO

FESTA DEI POPOLI

Parco Miralfiore – PesaroDalle 17.00 alle 19.00SPAZIO BAMBINI Laboratori e giochi per bambini e ragazzi ESPOSIZIONIMUSICHE E SPETTACOLI ETNICI Laboratori di danze tradizionali

Parco Miralfiore – PesaroDalle 17.00 alle 19.00SPAZIO BAMBINI ESPOSIZIONI: Dalle ore 18.00 alle 20.00BIBILIOTECA VIVENTE MUSICHE E SPETTACOLI ETNICI Aperitivo condiviso: porta il tuo piatto

Woodschool, la festa di tutte le scuole, 14 giugno ore 15.00, Campus scolastico.Tornei delle scuole; Musica con Epsylon / Jumping the shark / Estize / Jean e la plastique.Esposizioni, Giocoleria, Spazio ristoro e live painting.INGRESSO LIBERO

cinemapertoRassegna cinematografica presso il giardino della biblioteca San Giovannirealizzata dal Collettivo Spazio Bianco in collaborazione con ATS1, Biblioteca San Giovanni e Zoé.Proiezione di: “Arrietty” di Hiromasa Yonebayashi

11 cinemaperto 25JUMP OUT13/14/15 LUGLIOdalle ore 18 alle ore 24Campo di Marte, Baia FlaminiaJump out, 3^ edizionefestival musicale, partecipano band e artisti pesaresi

1326/27/28 LUGLIOdalle ore 17 alle ore 24Rocca Costanza

26ZOEMICROFESTIVAL

18/19/20/21 LUGLIOOrti Giuli Io e Zoe. Dieci anni di Microfestival. concerti, danza, teatro, letture, laboratori, esposizioni, street foodingresso gratuito www.zoemicrofestival.com [email protected] 3494360203

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cinemapertoRassegna cinematografica presso il giardino della biblioteca San Giovannirealizzata dal Collettivo Spazio Bianco in collaborazione con ATS1, Biblioteca San Giovanni e Zoé.Proiezione di: “L’onda” di Dennis Gansel

22 cinemapertoRassegna cinematografica presso il giardino della biblioteca San Giovannirealizzata dal Collettivo Spazio Bianco in collaborazione con ATS1, Biblioteca San Giovanni e Zoé.Proiezione di: “Persepolis” di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud

29 disegni diversiOre 21.30Piazzale della Libertàconcerto e spettacolo pirotecnico.FANO

30 comix pesaroSabato 31 e Domenica 1 Settembre, a Palazzo Gradari e Piazzale Collenuccio, vi intratterremo con tornei, giochi, fumetti, gadgets, cosplay, concerti e tanto altro ancora!un evento nuovo per la nostra città.Info line – 3406047027 - 3334544586

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28VILLA’N’ROLL 29 VILLA’N’ROLL POPSOPHIA 3Rocca Costanza 3^ edizionefestival che declina l’approccio ermeneutico rivoluzionario di un genere sperimentale: la pop filosofiaingresso gratuito Tra gli ospiti: Marc Augé, Enrico Ghezzi, Simone Regazzoni

Rassegna cinematografica presso il giardino della biblioteca San Giovannirealizzata dal Collettivo Spazio Bianco in collaborazione con ATS1, Biblioteca San Giovanni e Zoé.Proiezione di: “Ogni cosa è illuminata” di Liev Schreiber

Contest internazionale di Breakdance15 e 16 GIUGNO in concomitanza con The JAMBOPresso il quartiere fieristicoa BOLOGNA

Impianto sportivo di Villa Ceccolini, dalle ore 18.00

>Jumping The Shark, >Aedi,>Gazebo penguins, >Management Del Dolore Post Operatorio, >Iori’s Eyes.

Impianto sportivo di Villa Ceccolini, dalle ore 18.00

>Natural Redemption, >Turbopeluches,>The Barbacans, >The Rust And The Fury, >Cosmetic. > Tying Tiffany

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CALENDARIO EVENTI ESTIVI 2013

AGO STO

La Seconda edizione, Si riaccende nel centro storico di Pesaro XXXFuorifestival dal 23 di giugno al 1 luglio. Spettacoli di video arte, sound-art, performances multimediali accompagneranno il pubblico durante i giorni della “Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro”.

23 xxx festival

21 JuneBEERFEST

Baia Flaminia-Campo di MarteINGRESSO LIBERO Birre artigianali e cibo di strada>THE DYNAMITES>LE STRADE>LE CHIAVI NEREDj SetDI MAGGIO

Baia Flaminia-Campo di MarteINGRESSO LIBERO Birre artigianali e cibo di strada> FASHION KILL ME>THE FOUR FOOLISH>SUPER TELEDj SetPAOLO SAMBUCHI

22 JuneBEERFESTBaia Flaminia-Campo di MarteINGRESSO LIBERO Birre artigianali e cibo di strada>ZUMBA (al tramonto con center stage)>BAD MOON CIRCUS>ROCK MAMA (tribute Pink Floyd)

23 JuneBEERFEST

cinemapertoRassegna cinematografica presso il giardino della biblioteca San Giovannirealizzata dal Collettivo Spazio Bianco in collaborazione con ATS1, Biblioteca San Giovanni e Zoé.Proiezione di: “Piovono Polpette” di Chris Miller, Phil Lord

4 Musica MaestroOre 21.30piazza del Popolospettacolo di Paolo Cevoli

5 festa del porto 7

Palio dei Bracieri

26/27/28 LUGLIOdalle ore 17 alle ore 24Rocca Costanza

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cinemapertoRassegna cinematografica presso il giardino della biblioteca San Giovannirealizzata dal Collettivo Spazio Bianco in collaborazione con ATS1, Biblioteca San Giovanni e Zoé.Proiezione di: “Quasi amici” di Eric Toledano, Olivier Nakache

1 cinemapertoProiezione di: “L’economia della felicità” di Helena Norberg-Hodge e Steven Gorelick

Evento in collaborazione con Greenpeace e Equo&solidale

8 ferragostoOre 21.30Piazzale della Libertàconcerto e spettacolo pirotecnico

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comix pesaro settembre

giovani per la musica

05/06 SETTEMBRERocca CostanzaFestival Giovani per la Musica 4^ edizionesi esibiranno i gruppi vincitori del concorso “Fuori le idee”.

5 fiera san nicola

10/11/12 SETTEMBREdalle ore 9 alle 24zona mareFiera di San Nicolabancarelle, gastronomia e animazionewww.pesaroparcheggi.it

10notte della danza

piazzale della Libertà e viale TriesteNotte della Danza

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POPSOPHIA

hhc ARENA

15Contest internazionale di Breakdance15 e 16 GIUGNO in concomitanza con The JAMBOPresso il quartiere fieristicoa BOLOGNA

Calendario a cura dell’assessorato allo sviluppo economico turismo, sport, gioco, comunicazione e coordinamento grandi eventi

maratona letture

La Biblioteca San Giovanni organizza una maratona di lettura dal titolo CIAK, SI LEGGE. Nel “set” del giardino della biblioteca, si può essere “protagonisti” leggendo alcune pagine di un libro amato di cui è stata fatta la trasposizione cinematografica. Ore 21.00.

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Dalle ore 9 alle ore 24Festa del Porto.Calata Caio Duilio

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EVENTIVILLA’N’ROLL III EDIZIONE“E’ importante adesso.”

VENERDI 28 e SABATO 29 GIUGNO 2013, impianto sportivo di Villa Ceccolini.

Dopo nove lunghi mesi di gestazione, Periferica può finalmente annunciare i lineamenti e il carattere della III edizione del Villa’N’Roll, il festival del traffico umano conurbano.Quest’anno niente è stato calmierato e se esploderemo, la deflagrazione sarà forte: un terremoto.Il festival si terrà venerdì 28 e sabato 29 giugno prossimi, nell’area accessoria dell’impianto sportivo di Villa Ceccolini, estrema periferia di Pesaro (PU).Due giorni cangianti dove a partire dalle 18,00 si alterneranno svariati gruppi dai diversi accenti: i pesaresi Jumping The Shark e Turbopeluches, i fanesi The Barbacans, i romagnoli Natural Redemption e Cosmetic, i maceratesi Aedi, gli eugubini The Rust And The Fury, gli emiliani Gazebo Penguins, gli abruzzesi Management Del Dolore Post Operatorio, i milanesi Iori’s Eyes e la patavina dark Tying Tiffany.Un bel corso intensivo di 16 ore di musica per irradiare la cultura dell’ascolto. Anche in questa edizione, l’intero spazio del festival sarà aperto a svariate attività collaterali, con due mostre fotografiche (un reportage di Matthias Canapini sullo stato delle cose in Bosnia-Erzegovina e la mostra “Sottosuono. Storie di uomini sopra le righe” 12 scatti in bianco e nero, un piccolo racconto di sensazioni musicali del fotografo eugubino Riccardo Ruspi) e un’area predisposta per le associazioni di volontariato: sportive (UISP), studentesche (Collettivo Spazio Bianco), gli enti morali (ANPI “Città di Pesaro”), le ONG (Amnesty International, Emergency). Sarà presente anche uno spazio per le attività commerciali/creative pesaresi (Videodrome, Didot Pesaro, Plastic) e per i venditori ambulanti provenienti da tutta la Provincia.Per ricevere gli aggiornamenti in presa diretta seguiteci sul sito www.periferica.eu e sulla pagina facebook di Periferica - Associazione Culturale: www.facebook.com/periferica.Il Villa’N’Roll “è importante adesso”, perché adesso si gioca il nostro futuro.P.S.: il programma è ancora in corso d’opera, potrà quindi ricevere ulteriori integrazioni e modifiche.

FESTA DEI POPOLI

“10 anni INSIEME ci vuole coraggio!”8 e 9 giugno 2013 PESARO

Dieci anni insieme di “Festa dei Popoli”, dieci anni di progetti condivisi, di discussioni, di lotta e amore. Ma non è tutto facile! Sapete, il nostro è un progetto ambizioso: rappresentare quella parte della popolazione che ha a cuore gli incontri, gli scambi culturali, le migrazioni, il confronto fra popoli. Veniamo da paesi diversi e viviamo sulla nostra pelle cosa significa essere stranieri. Noi siamo anche italiani, perché riteniamo che essere italiani non sia una questione di documenti e carte, ma di vita vissuta in questo paese. La realtà quotidiana ancora ci parla di situazioni conflittuali, di intolleranza religiosa e culturale, le storie dei singoli (migranti e non) si sommano nel raccontare piccoli/grandi soprusi e maltrattamenti. Ma conosciamo anche la nostra storia, la storia di un gruppo aperto, di persone che sono testimoni di un modo di stare insieme che non fa differenze di lingua, religione o colore della pelle. Così andiamo avanti...ci vuole coraggio! Ci vuole quel “coraggio” carico del suo significato primigenio, dal latino cor habeo, ho cuore. Per questo la Festa dei Popoli diventa ogni anno qualcosa di più, che si spinge oltre gli spettacoli e le cucine etniche. E’ un’opportunità per mettere in comune le nostre differenze nella visione di un mondo migliore e nella costruzione di relazioni più solidali. Il tema di quest’anno, dedicato all’impegno civile, nasce appunto dall’esigenza di agire concretamente per affrontare le situazioni di intolleranza, di razzismo, di soprusi e di ignoranza in cui spesso veniamo a trovarci. Abbiamo avviato il nostro percorso sabato 25 maggio con il Convegno “L’impegno civile nella convivenza”, perché vogliamo arricchirci di strumenti utili per la realizzazione di una città più aperta e più giusta, consapevoli che se ognuno di noi si impegna in prima persona e si sente parte di un’unica realtà, il cambiamento è ancora possibile. Per ben due giorni quest’anno, sabato 8 e domenica 9 giugno...la Festa vi attende al Parco Miralfiore, dove festeggeremo i nostri 10 anni, con canti, danze, spettacoli, laboratori, stand, assaggi di cucina dal mondo...

Vi aspettiamo!

per contatti scrivere a [email protected]

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L’ANONIMO MengaroniIl B-SIDE DELLA CONSULTA PROVINCIALE DEGLI STUDENTIHo deciso di scrivere quest’articolo dopo la mia esperienza come rappresentante degli studenti in Consulta Provinciale Studenti (CPS) per il Liceo Artistico Mengaroni. In me c’è l’intenzione di produrre una critica costruttiva in favore di un organo che in tutta Italia potrebbe e dovrebbe essere una grande risorsa ma che, a causa di una grave ignoranza collettiva, non è altro che una grande potenzialità sprecata. In un Paese dove tutti commentano i vertici, io voglio raccontare di un’istituzione che, anche se nel “piccolo”, potrebbe fare molto. In due anni di consulta ho imparato tanto, mi piacerebbe dire di aver fatto anche qualcosa di utile però. Ho imparato come la gente se ne approfitti delle cariche istituzionali, seppur minime, per i propri scopi, benevoli o meno che siano. L’assemblea plenaria, che teoricamente dovrebbe svolgersi una volta al mese, è stato un luogo (si dispone di una sala grazie all’ufficio scolastico provinciale, ex provveditorato), identificato come rifugio dalle ore scolastiche da molti rappresentanti della CPS di ogni scuola della provincia, dimentichi che, invece, doveva essere lo spazio in cui rendersi utili per il sociale. I vari studenti, per lo meno quelli che non hanno rinunciato alla partecipazione attiva o passiva (nell’ultima plenaria su 36 rappresentanti solo in 10 eravamo presenti; fra i dispersi figurava anche il vice-presidente che quasi sempre in queste situazioni decide di rimanere irreperibile), sono stati usati come burattini da varie persone. Tralasciando Comunione e Liberazione che possiede tentacoli onnipresenti, inizierei col descrivere la giunta esecutiva, ancor più nello specifico la figura di una persona che chiamerò Donny, vice-presidente della CPS e membro di un “sindacato” studentesco, che identificherò come XXX, colui che ha sfruttato il nome della consulta per i propri scopi con assessori e chissà chi altro (si noti poi che XXX è a sua volta un burattino di uno dei tanti sindacati che dovrebbero tutelare i lavoratori). Donny manipolava, oltre a vari rappresentati della CPS membri della XXX, anche il Presidente (che chiamerò David), un elemento che a parer mio sembra sempre cascare dalle nuvole. E mi chiedo come possa essersi candidato sia per la carica di rappresentante sia per quella di presidente. L’anno scorso anche lui criticava la professoressa referente ciellina (specifico perchè invece di aiutare la CPS, la spingeva verso i propri interessi), ma ad ogni plenaria bacini qui e bacini qua con lei. Quest’anno all’incontro pubblico sulla costituzione, oltre all’essere arrivato con ritardo non indifferente, non sapeva neanche la differenza tra l’essere apartitici e l’essere apolitici (il fatto che abbia definito la consulta Apolitica mi è ancora difficile da digerire). In due anni abbiamo avuto

un presidente, probabilmente votato per criteri di simpatia, (Ammetto che ebbe anche il mio voto) che in ogni situazione ha agito in base a ciò che gli veniva detto dai giostrai e non seguendo ciò che egli pensava. L’unica proposta da lui promossa, e che fosse veramente sua, è stata quella di chiamare un artista di suo gradimento. Mi auguro di tutto cuore che si sia divertito con i vari viaggi a cui a potuto partecipare per via della sua carica, pagati con i fondi (quindi dai contribuenti) che la consulta dovrebbe destinare ai progetti per le scuole, progetti che naturalmente è incapace di organizzare . Vorrei aggiungere anche qualcosa sui vari rappresentanti, ma il loro silenzio durante le decisioni e le votazioni mi è d’impedimento per poterlo fare veramente bene. Molti di loro hanno ben deciso di dimettersi, siamo in un paese libero e ne avevano tutti i diritti, ma hanno presentato le dimissioni in maniera ufficiosa, senza produrre alcuna lettera per potersi liberare dell’incarico (bastava una semplice lettera, pigroni) e senza permettere la nomina dei sostituti già eletti o di una eventuale ri-elezione. Chi faceva il favore di presenziare alla riunione, ha sempre votato seguendo il plebiscito con nessuna riflessione personale: per esempio all’ultima plenaria si è votato per un progetto totalmente indefinito che avrebbe potuto svolgersi nel prossimo anno scolastico con altri rappresentanti ignari di questa votazione, per non parlare della plenaria di aprile quando si è votato per quel meraviglioso incontro sulla costituzione diretto da CL (facendo anche spese gravanti il fondo della CPS ignara di esse). In due anni un organo che avrebbe potuto fare tanto, che in passato ha già fatto tanto e che in altre province ancora fa tanto (vedi Palermo), non ha concluso niente di utile per le scuole della nostra provincia nè per il sociale. Quest’anno scolastico, noi studenti del Mengaroni, siamo riusciti a sensibilizzare più di 500 studenti verso il senso di scuola pubblica e il rispetto che si dovrebbe avere verso di essa. Siamo riusciti ad occupare la scuola per 5 giorni autogestendola in maniera intelligente (non lo dico io ma bensì riporto quanto detto da professori, giornalisti, forze dell’ordine, genitori, bidelli e cittadini) ricevendo aiuti e complimenti dalla comunità (per esempio la pescheria antistante dava la sua disponibilità per l’uso della cucina e molti professori hanno portato più di una volta dei sacchi di alimenti). Lo abbiamo fatto dando l’esempio, dimostrando a tutte le altre scuole che l’occupazione era ed è sempre stata fattibilissima. Siamo andati tutti in piazza, uniti e stremati con i professori, per ribadire il nostro dissenso verso il continuo attacco alla scuola pubblica, un attacco illegittimo per il quale anche la CPS avrebbe dovuto attivarsi. Noi studenti del Mengaroni abbiamo partecipato all’iniziativa per la creazione di un fondo autogestito con il quale abbiamo mandato studenti meno abbienti in viaggio d’istruzione, finanziato corsi gratuiti per

gli studenti, creato praticamente dal nulla un’aula di musica autogestita, comprato materiale scolastico per le varie sezioni che costituiscono il nostro liceo, fondato, creato e distribuito gratuitamente un giornalino della scuola, organizzato cineforum che facessero riflettere lasciando almeno un segno negli studenti e stiamo ancora lottando con le unghie e con i denti per una raccolta differenziata funzionante. Abbiamo lavorato anche durante le vacanze di Natale per riuscire nei nostri intenti, ed essi sono stati portati a termine con successo in sette/otto mesi. La Consulta non poteva fare molto di più in due anni? Dopo due anni di CPS ho notato come essa rispecchi coloro che stanno guidando il nostro paese: affermazione che dovrebbe essere intesa automaticamente senza aggiungere altro a quello che ho raccontato in precedenza. Peccato che la mia esperienza possa soltanto portare alla luce due dei tanti anni di sfacelo della consulta. Scrivo tutto questo perché io spero in una futura CPS che non si faccia manipolare da nessuno, CL o “sindacati degli studenti medi” che siano, in una consulta che si adoperi per il bene di tutte le scuole realizzando progetti utili, una consulta che sfrutti il più possibile tutti i mezzi a sua disposizione, mezzi che, ripeto, sono stati ignorati, male usati o sfruttati da latri soggetti per due e più anni.

Pablo Rodriguez(Che ancora aspetta la plenaria dell’8 giugno

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STRANO, MA VERO (FORSE!)

Fin dai tempi antichi, l’uomo si è trovato a confrontarsi con fenomeni che possono essere tranquillamente definiti “inspiegabili”, in quanto le sue conoscenze non erano in grado di dare un significato a ciò che riguardava se stesso o l’universo che lo circonda. Talvolta, con il passare del tempo e l’acquisizione delle conoscenze adatte, la scienza ha potuto “risolvere” parte di questi misteri, e lì dove non arriva la scienza, la spiegazione assume sfumature misticho-religiose o, molto spesso, paranormali. Questi misteri generano paura, in quanto l’essere umano teme ciò che non può conoscere, teme l’ignoto. Tuttavia, radicato nella nostra natura, c’è un fervore pionieristico che ci spinge ad andare sempre oltre, a superare i limiti della comprensione, a vedere cosa c’è “al di là” del conosciuto. Insomma, sulla base di ciò, l’uomo è affascinato da ciò che non conosce almeno quanto ne è intimorito. Diverse sono le storie che attirano l’attenzione dei cercatori di “emozioni forti”, pronti a provare il brivido per l’assurdo e l’inspiegabile, e girovagando sul web è possibile imbattersi in alcune di queste. Tra le tante si possono trovare racconti di questo genere: “L’11 dicembre 2002, la polizia di Burpham, nel Surrey (UK), ricevette una chiamata da due motociclisti, che dicevano di aver incrociato un’auto sulla statale A3 che lampeggiava disperatamente, per poi svanire nel nulla. Una ricerca in zona portò quindi a scoprire un’auto semisepolta nella vegetazione a fianco della strada, e un cadavere in avanzato stato di decomposizione seduto al posto di guida. L’incidente era avvenuto cinque mesi prima e il conducente, Christopher Chandler, era stato dichiarato scomparso”. O questo, con caratteri un po’ meno macabri, anzi quasi comici: “Nel marzo del 2000 tre studenti di una scuola evangelica nella città nigeriana di Maiduguri si precipitarono nell’ufficio della loro preside e dissero che un loro compagno era stato trasformato in una patata dopo aver accettato una caramella da un estraneo. La preside trovò il tubero e lo portò alla polizia. Secondo quanto riportato da una radio locale, centinaia di persone si accalcarono fuori dalla stazione di polizia per vedere la patata, mentre i poliziotti diramarono un mandato di cattura per l’uomo delle caramelle. Quel che è successo dopo non è dato sapere”. Ovviamente, la veridicità di ogni singolo racconto può essere messa del tutto in discussione, ma il fascino dietro all’inspiegabilità di queste storie resta. Dove invece prevale la paura, la domanda spontanea è: “ma dobbiamo veramente credere a queste storie?”. Inoltre, c’è anche il solito tipo “razional-critico-guastafeste” che riesce a trovarti una risposta a tutto, rovinando tutta l’atmosfera. Tuttavia, il mio consiglio spassionato è di lasciare aperta la mente, perché una spiegazione a tutto non esiste.

Llednar Twem

DIZIONARIO F.E.C.C. IIAfter - Stile di vita, situazione post-apocalittica dopo una festa, momento di calma o di affermazione del macello precedente. es: <Raga solo noi ci reggiamo in piedi, son tutti collassati, AFTER?>Bene Bene! - Usata per enfatizzare la bellezza di una situazione, questo modo di dire può essere usato spesso in modo sarcastico, o sostituito da: Male Male! es: <Ieri per fare il grosso all’eolico mi son rovesciato la birra addosso!> <Male Male!>Sarua - Espressione sarcastica usata per smentire. es <Oh vez m’han detto che vai su volontario in storia!> <Saruaaa!> sinonimi: m’han detto, fidati, see ciao.Spaccare - Mostrare la propria potenza, emergere in una situazione. es: <Zio le tue jordan spaccano!> aggettivo. Spacchevole. varianti: spaccheggiare, spaccare tutto, spaccare la face.

FRASI FECC SEMPRE UTILI:

> Hai visto quella ragazza? E’ molto carina! - Oh bel, ma quella? Poco topa! > Gianni non si vede da un po’, starà frequentando altre persone! - Oh Jean non lo becco da un vallo di tempo, va a capire i giri fecc che c’ha adesso!> Oggi sono in ansia, la mia ragazza mi tradisce. - Son preso male un bel po’, diobo non passo più dalle porte!>Gradirei una bevanda alcolica, grazie! - Oh fammi la roba più carica che c’hai, stasera mi voglio spaccare!>Sei un amico fidato, grazie per tutto ciò che fai per me. - Bella!>Mi hai dato una bellissima notizia! - Bella!>Ciao, io mi chiamo Franco, come mai da queste

parti? - Bella!Mumble

A MARINO.È di sera che le ragazze si fan belle e mettono il rossetto e il mascara nero, perché si sa, nessuno resiste alla dolcezza di uno sguardo da cerbiatta. Furbe le ragazze - diceva mio nonno – sanno farti credere quel che vogliono, come per esempio,che sei tu che scegli loro e non loro che scelgono te.C’era cascato anche lui a sua volta, sessanta anni prima, il giorno che vide i suoi occhioni azzurri spuntare dal giallo delle spighe di grano.

Era bella la nonna da giovane, ogni mattina appena arrivata, salivo le scale di marmo bianco, aprivo la porta di camera sua e, dopo aver trovato il barattolo con le caramelle mi sedevo sul letto per guardare, dal fresco del piumone, le foto ordinatamente sistemate sulla cassettiera di legno scuro. Quella era forse la mia stanza preferita, c’era un’aria particolare in quella camera, la luce del sole entrava dalla finestra sempre aperta e si rifletteva sullo specchio posizionato, perfettamente allineato con le cornici delle foto, lì di fronte.È da quando nonno è morto che non vado più a guardare le foto in camera di nonna, non so nemmeno se c’è ancora la stessa aria, se la luce entra ancora dalla finestra o se le lacrime di nonna hanno indurito la morbidezza di quel piumone fresco che tanto mi piaceva.

Il giorno che mi han detto che te ne eri andato, dentro, sono morta insieme a te e per mesi ho odiato la mamma per non avermi portato a salutarti per l’ultima volta.

Sai mi viene da ridere quando penso a cosa mi avresti detto il giorno che mi sono fatta i capelli rossi e il tatuaggio sul costato di nascosto dalla mamma.

Se mi avresti appoggiato quando decisi di cambiare scuola o come avresti reagito alla vista del mio nuovo septum che, pensandoci, non mi rende molto femminile. Sai, ho imparato a fare le tagliatelle, mi vengono pure bene, almeno così dice il babbo (anche se credo lo dica solo per amore).

Te le avrei fatte per il nostro compleanno, avrei messo un mazzo di violette in mezzo alla tavola apparecchiata, avrei messo la tovaglia a scacchi che ha cucito nonna e poi ti avrei fatto una torta e avremmo soffiato assieme le candeline, come abbiamo sempre fatto da quando sono piccola. Se avessi saputo che te ne saresti andato così presto ti avrei portato al mare con il motorino, avremmo camminato a piedi nudi sulla sabbia umida, qualche granello ti sarebbe rimasto nelle scarpe a ricordo di quella bella giornata e avresti sorriso ripensandoci, avresti chiuso i tuoi occhi chiari e avresti tirato un gran respiro, quasi a cercare l’odore della salsedine, ti saresti riempito i polmoni e poi, dopo aver riaperto gli occhi, mi avresti chiesto di scegliermi una mela.

Pina Pappagorgia

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ODIO GLI INDIFFERENTI.ANTONIO GRAMSCI

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

Malcolm MOOG

DISPERSIA volte la sensazione è quella di viaggiare in una bolla, una bolla nella quale i suoni giungono ovattati; nella quale il contatto con il resto del mondo è mediato e impedito allo stesso tempo da questo sottile velo di plastica, che forse un po’ ci soffoca. La sensazione è quella di non essere sentiti, se provaste a urlare infatti nessuno vi sentirebbe, e voi non sentireste gli urli e gli urti di ciò che è fuori. L’istinto, con quel suo vagito strano che fa tremare il corpo, accende un dubbio, che non stiamo vivendo, agendo, o meglio, che il nostro vivere in realtà è accompagnato, è assistito; solo che la vita non può essere assistita, non ci sono formule, qui. A questo tremito un’ansia cresce, insieme alla percezione che le nostre scelte non saranno mai proprio nostre, perché contenute da margini. Ecco cos’è questa patina di plastica, qualcosa che ci contiene, che non ci fa oltrepassare confini; liberi sì, entro certi limiti. Qui dentro, dentro questo velo opaco, vediamo abbattersi tantissimi stimoli, nessuno importante, nessuno che ci colpisca, nessuno che ci streghi, che ci ossessioni, che ci faccia innamorare di lui. Solo tante, tantissime, piccole punture. Oggi il nostro desiderio di vita è suonare , domani quello di fotografare o essere artisti, il giorno seguente magari, vorremmo essere botanici, non si sa mai. Ci facciamo affabulare da troppo cose, cose di cui ci piace l’idea, ma per le quali non spenderemmo più di una giornata. Niente ci ossessiona, niente ci strega, non ci sono grandi sogni. Il problema diventa quindi quello di sbarazzarci di questo sacco, diventa quello di sottrarci a questo qualcosa che ci contiene che ci stringe, potere di sottrazione, avrebbe detto Canetti, resistere è sottrarci a questo qualcosa che ci stringe, che ci mantiene in strade già formate. Osare, forse, stracciare il velo, cominciare a sentire. Osare, significa non farci assistere, significa percorrere la strada che noi soltanto, scegliamo. Il piccolo principe, forse, ci direbbe che osare significa trovare la propria rosa.

Violante

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LA BERTA Mamiani...MASCHERE E VOLTI NON SOLO A TEATROUn clown alla corte dello Zar

Il carcere di Pesaro della zona di Villa Fastiggi, denominato come Casa Circondariale, da più di 10 anni ha attivato il laboratorio “ La Comunicazione Teatrale” a cura dell’Associazione Culturale Teatro Aenigma.L’obbiettivo principale è quello di stimolare la creatività, permettendo ai singoli partecipanti di rappresentarsi e prendere coscienza dei propri mezzi espressivi e comunicativi.Diverse classi del Liceo delle Scienze Umane hanno assistito allo spettacolo teatrale “Un clown alla corte dello Zar” tenuto dalla Compagnia Lo Spacco, costituita da detenuti e detenute della Casa Circondariale.L’esibizione teatrale “Un clown alla corte dello Zar” è ispirata alla vita di Giacomo Cirene, in arte Giacomino (1884-1956), un celebre clown.Giacomino, di origini povere, all’età di 8 anni fu affidato ai Pulaoit, un gruppo che gestiva a Torino un circo di provincia. Fu lì che iniziò con il fare l’acrobata, fino a diventare un artista completo.Si esibì in Italia, poi a Parigi, in Germania e in Russia, dove al massimo del successo superò per notorietà il clown più amato di Pietroburgo, Anatoli Durov.Questa fama lo portò ad esibirsi anche a corte, presso la famiglia reale, e riuscì a far sorridere il piccolo Zarevic Aleksej, malato di emofilia, futuro erede al trono di Nicola II.

La Rivoluzione bolscevica lo spinse ad allontanarsi in Giappone, fino a giungere ad Hollywood, dove collaborò con Chaplin, per poi ritornare in Italia, preferendo il circo al cinematografo.Negli ultimi anni di vita fu maggiordomo al Circolo della Stampa di Milano, dove ancora vive il suo unico figlio Michele.Tornando allo spettacolo.I detenuti, con passione si sono immedesimati nel personaggio di Giacomino, trasmettendo messaggi molto significativi.Infatti, al termine dello spettacolo, gli attori hanno esposto un loro pensiero riguardo la loro vita e la vita del clown, sostenendo che in lui trovavano la forza di costruire grandi cose da piccole fondamenta, e una grande determinazione nell’andare avanti nonostante le difficoltà.Dal punto di vista di uno spettatore, è stato interessante vedere veramente come vivono le persone all’interno delle mura di un carcere. Deve essere piuttosto difficile vivere tutto il giorno in una stanza.La tristezza negli occhi dei detenuti, però, si è leggermente sfumata durante l’esibizione teatrale; mentre recitavano, infatti, credevano nel clown, in lui ritrovavano la forza di andare avanti e la consapevolezza di trovare una speranza nei proprio errori.

Francesca Vannini

GRAZIE INTERCULTURA

Questo il primo pensiero quando un giorno, sovrappensiero, apri la mail che ti comunica che sei vincitrice di una borsa di studio e che frequenterai il prossimo anno in una scuola estera; una scuola che non ha niente a che vedere con la tua, nella quale non conoscerai nessuno, dove tutto ti sarà estraneo. Ti dovrai far conoscere e non sarà facile perché non conoscerai la lingua. Ma sarà comunque un’esperienza indimenticabile, impagabile, insomma meravigliosa.L’esperienza inizia ancora prima della partenza, ancora prima dell’accettazione da parte della commissione. Inizia con l’informazione, nel momento in cui guardi le testimonianze delle famiglie e dei ragazzi già partiti e senti salire i brividi lungo la schiena e le lacrime che solcano le guance. Quando poi iniziano le selezioni, stressanti, con tutto il loro carico emotivo e conosci chi condividerà questa meravigliosa esperienza con te, o almeno lo speri, in mezzo a tutte le incertezze.Un’esperienza con la quale non puoi non diventare open-minded, anche solo pensando al proprio ambiente scolastico. Tutti i piccoli scogli che possono essere incontrati in classe ti scivolano addosso, e alla fine ti rendi conto di essere affezionato anche a chi non pensavi di esserlo.A pochi giorni dalla fine dell’anno scolastico mi sono trovata a contare i giorni di scuola che mancano, calcolando immediatamente anche il tempo che sarà passato quando vi rivedrò tutti insieme: un anno e tre mesi. E poi mi scopro continuamente con gli occhi lucidi durante le lezioni, senza un motivo preciso, ma solo perché, ad esempio, il professore parla del programma dell’anno prossimo e a mi viene subito in mente “per quanto tempo non vi vedrò?”. Sono diventate cose con le quali bisogna convivere, almeno per un altro più o meno breve periodo.

Ma sono cose che vanno superate per l’esperienza che segue, che ti cambierà, che vale la pena di essere vissuta; e anche se ancora non sono partita, lo so per certo, perché lo si legge negli occhi ti tutti i retournees, e lo si vede in tutto l’amore che i volontari mettono per aiutarti ad arrivare dove tu vuoi arrivare. Se non vi spaventa, anzi anche se vi dovesse spaventare, ma magari vi incuriosisce passare un anno lontano dalle vostre abitudini documentatevi perché il nostro Paese permette di passare un anno all’estero senza subire conseguenze rispetto la scuola italiana. E purtroppo molti non lo sanno, o lo scoprono tardi.Ancora grazie Intercultura per tutto quello che hai fatto per tutti i ragazzi che dal 1919 hanno passato un anno, o anche meno, lontano delle proprie famiglie, dagli amici e da tutti gli affetti. E grazie per tutti i ragazzi che continuerai a mandare all’estero. Grazie per il tuo sostegno.

Laura Barilari

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GIOCHI

SOLUZIONE CRUCIVERBA DI MAGGIO:A CURA DI EUREKA!

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Sudoku: Labirinto, cerca la sufficienza di fine anno:

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CONTADINO A TE CecchiIL MONDO DELLE CREEPYPASTA

Quello delle Creepypasta è un fenomeno che di questi tempi spopola tra i frequentatori del web amanti di storie o leggende horror. E’ sempre in aggiornamento e i lettori sono in continuo aumento. Questo è un mondo vasto, fatto da molti tipi di storie, ma generalmente sono tutte anonime, e atte al solo ed unico scopo di impaurire ed inquietare fortemente chi le legge, insomma l’obiettivo creare una sorta di shock. Ciò che fece da interruttore per la diffusione di questi scritti furono senza dubbio leggende come quella di Smile.jpg o di Bloody Mary che ora andrò ad illustrarvi brevemente: la prima tratta di un’ immagine raffigurante un essere canino ( solitamente identificato come Husky ) con lo sguardo fisso e che mostra un grande sorriso all’ obiettivo, che dagli anni 90 agli inizi del 2000 sarebbe stata divulgata nel web e avrebbe causato in chi l’avesse guardata attacchi di epilessia e forte ansia. Da sempre esistono numerosissimi fake di quest’ immagine, basta digitare il nome su Google e ne appaiono a decine, ma nessuna di quelle riuscirà a causare l’effetto dell’originale. Naturalmente gli scettici sono liberi di non credere, ma il fatto che Wikipedia si rifiuti di pubblicare il link con anche solo un fake di tale immagine è un fatto che lascia pensare. Inoltre esistono diverse testimonianze. La seconda credo che la conosciate tutti, forse qualcuno ha già provato, in compagnia di amici, a mettersi davanti allo specchio con una candela, a mezzanotte, girare tre volte e pronunciare, per le medesime volte il nome “Bloody Mary” per evocare il temibile fantasma. In teoria l’esecutore dovrebbe incorrere ad una visione terribile che lo faccia impazzire, o addirittura morire. Ci sono diverse versioni di questa leggenda, ma la più attendibile racconta che la presunta Mary fosse una donna vissuta nel medioevo, che dopo aver dato alla luce un bambino gravemente deformato, sarebbe stata arsa dopo l’accusa di stregoneria. Queste sono due classiche Creepy-legend che potrete trovare benissimo in numerosi forum che discutono di questi temi, e ne esistono per tutte le tematiche: “La sindrome di lavandonia”, legata alla serie di videogiochi Pòkemon, o “Slenderman”, la famosa entità dall’aspetto esile che per la prima volta sarebbe stato fotografato a metà degli anni 80, e che avrebbe causato diverse scomparse di bambini, per non parlare della storia de “L’uomo falena”, o “Suicide mouse”, il famoso e macabro corto che sarebbe stato realizzato da Walt Disney in persona. Queste leggende potrebbero avere tutte un fondo di verità, esistono poi le vere e proprie Creepypasta, che spesso sono storie inventate, e sono più brevi, ed esiste una pagina di Facebook ( “Creepypasta & Stuff ” ) che ne posta a centinaia. Ho deciso di riportare la mia preferita, per farvi capire meglio che effetto diano: “Un cacciatore, dopo aver passato un

giorno intero intento nel suo hobby, si trovò nel bel mezzo di un’immensa foresta. Si stava già facendo buio e l’uomo, avendo perso l’orientamento, decise di procedere sempre nella stessa direzione fino a uscire dalla vegetazione sempre più fitta. Dopo ore di cammino, raggiunse una capanna di legno, e dato che oramai si era fatta notte, decise di vedere se fosse possibile fermarsi a dormire all’interno. Si avvicinò e trovò la porta socchiusa, ma all’interno non c’era nessuno. Il cacciatore si distese sull’unico letto, pensando che, magari, avrebbe potuto giustificarsi con i proprietari il mattino dopo. Guardandosi attorno, si sorprese di vedere le pareti adornate da svariati ritratti, tutti fortemente realistici. Senza alcuna eccezione, mostravano volti in primo piano che lo osservavano con lineamenti contorti da odio e malizia. Il cacciatore si sentiva decisamente a disagio e dovette sforzarsi molto per ignorare quei quadri. Girò la faccia contro il muro ed, esausto, crollò finalmente addormentato. Il mattino successivo, l’uomo si svegliò, si voltò e si guardò attorno, sbattendo gli occhi all’accecante luce del sole che sembrava entrare da ogni direzione nella stanza. Subito dopo scoprì che non vi erano quadri sulle pareti, ma c’erano solo finestre.” Se raccontarsi storie horror invece, vi sembra banale, ma amate questo genere di cose, vi consiglio di provare qualche “Prova di coraggio”, sono molto simili a giochi, ma possono condizionarvi facilmente e farvi venire i brividi: cercate su internet le giuste indicazioni per “Il gioco di mezzanotte”, con il Midnight Man, o “Nascondino da soli” con l’animaletto di pezza. Si tratta di una sorta di “evocazioni” di piccole presenze, con cui potrete “giocare”. Naturalmente in questo caso la vostra mente è l’artefice di tutto ciò che vedrete o sentirete durante i giochi, ma ricordate che lo scopo delle pasta è inquietare, non necessariamente con fenomeni veritieri. Se siete appassionati di cose del genere, e stasera avete un’ ora libera, vi consiglio davvero di andarne a leggere qualcuna, molte le trovo davvero interessanti, e sono sicura che vi piaceranno. Buon divertimento e, a presto!

Virginia schianini

LE CIAMBELLE

Quanti di voi hanno visto Homer Simpson andare in estasi gustando quella fantastica ciambella con la glassa colorata sopra ed a quel punto aver voglia di mangiarne una? La ciambella è un dolce o meglio una brioche che ha per caratteristica un buco in mezzo e ce ne sono di svariate ricette; possono essere dolci o salate, al forno o fritte oppure il famoso ciambellone. Non è facile resistere alla tentazione di mangiarne una; essa ha un potere soprannaturale che non si può combattere. Infatti, il mercato delle ciambelle a mio parere è uno dei pochi mercati che non andrà mai in crisi nel mondo. Si troverà sempre spazio nello stomaco per un buonissimo dolcetto

anche se calorico. Adesso le troviamo in qualsiasi pasticceria ma è importante cercare quelle buone in quanto la qualità è un fattore fondamentale che distingue una ciambella da un’altra. Quelle che secondo me possono detenere il titolo di “ciambella” sono le così dette Ciambelle di carnevale; sono la variante italiana che mi ricorda più di tutte quelle originali di Homer Simpson. Soprattutto se sono ripiene con la cioccolata o la crema all’interno.Quella di HomerSi prepara con 200 mL di latte, un cubetto di lievito di birra, 40 g di burro, un uovo, un cucchiaino di sale, 50 g di zucchero, 500 g di farina e olio per friggere.Si scalda in un pentolino il latte e versarne 50 mL in un bicchiere sciogliendoci dentro il lievito con un cucchiaio di zucchero; coprire finché la schiuma che si formerà non tocchi ciò con cui si è coperto. Nel latte che rimane versare burro e zucchero e mescolare finchè non si scioglie il burro. Fare la fontanella con la farina e versare le 2 soluzioni ottenute più un pizzico di sale. Impastare il tutto finchè non risulta omogeneo, coprire con un panno e tenere a lievitare per 2 ore. Una volta lievitata stendere una sfoglia alta circa un centimetro e tagliare le forme delle ciambelle a proprio piacimento, dopodiché farle lievitare nuovamente per un’altra ora. friggere le ciambelle nell’olio senza che si tocchino per 15 secondi per lato e lasciare raffreddare. Infine aggiungerci la glassa preparata con cioccolato bianco, al latte e fondente in tavoletta, coloranti e zuccherini colorati. Ora si è pronti per gustarsi questi immancabili peccati di gola.

Giulia Striglio

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EUREKA! Bramante“DER ANDERE” – l’ALTRO

Torino, tredicesima edizione del Festival Studentesco Internazionale di Teatro Plurilingue “Lingue in scena”. Evento, alla cui chiamata hanno risposto più di 300 ragazzi provenienti da 6 Paesi europei. Italia, Francia, Spagna ,Germania, Repubblica Ceca e Grecia sono salite in scena nella settimana 13-18 Maggio con 15 gruppi teatrali mettendo in scena opere sia in lingua madre, sia in altre lingue dopo aver svolto un lavoro di settimane di preparazione, gran parte in orario scolastico.Questo progetto coinvolge professori e, soprattutto, alunni accomunati dalla passione per il teatro e dalla curiosità di entrare in contatto diretto con lingue e culture straniere. L’obbiettivo principale del progetto è infatti, oltre a quello dell’insegnamento della lingua tedesca, quello di far “aprire gli occhi” sul ricco patrimonio linguistico e culturale europeo, per questo ai partecipanti è chiesto di lavorare su testi e scritti di autori classici e contemporanei. Il concorso TEDESCOinSCENA! Permetteva anche ai ragazzi di scrivere un copione di proprio pugno e di animare la rappresentazione attraverso l’utilizzo di elementi scenografici quali ballo, canto e musica capaci di un coinvolgimento maggiore dello spettatore.Il fulcro attorno al quale ruotano le varie rappresentazioni è il tema “Democrazia-utopia. Gli altri siamo sempre noi!”. Il tema della democrazia, dell’utopia, dell’essere diversi è stato affrontato in svariati modi.In particolare la compagnia teatrale formata dalla classe 2N dell’istituto D.Bramante di Pesaro ha deciso di reinterpretare un testo di Max Frisch incentrato sull’esclusione sociale e sui pregiudizi, trasmettendo valori più che mai attuali con vivacità e impegno.Il festival ha termine con una messa in scena plurilingue studiata durante la settimana con la collaborazione di tutti i gruppi teatrali sotto la direzione di professionisti. La rappresentazione quest’anno riguarda l’opera Gli Uccelli di Aristofane. Degno finale questo di un’iniziativa di tale rilievo formativo.

INTERVISTA AL REGISTAAbbiamo intervistato il prof. di tedesco Daniele Stramigioli, che si è calato nella parte di regista nella produzione di “Der Andere”, e Nikolaus Żuliński, madrelingua di tedesco che si è occupato dell’organizzazione e del dietro le quinte.Come è nata l’idea di partecipare?D: In realtà era ormai un anno che ci pensavo. Avevamo già partecipato al progetto del Goethe nel 2008 con la 3B di allora portando in scena uno spettacolo sull’illuminismo. Quest’anno abbiamo deciso di riprovarci e, dopo l’indecisione iniziale sulla classe da scegliere, abbiamo iniziato a lavorare con la 2N.

Quali sono state le difficoltà incontrate?D: La prima è stata causata dai tempi stretti perché il bando è uscito a Novembre e abbiamo avuto solo due settimane per preparare una bozza del progetto.N: Inoltre, c’è stato il problema della pronuncia (ricordiamo infatti che è stato recitato tutto in tedesco) e di comprensione del testo perché articolato e complesso. Per loro, però, era una vera e propria sfida e si sono allenati tanto per migliorarsi.Siete soddisfatti dei risultati?D: Assolutamente sì. Per una classe che fa tedesco da soli due anni rappresentare l’Italia ad una competizione europea è un gran risultato. Hanno avuto modo di sperimentare la lingua tedesca fuori dai banchi di scuola facendo qualcosa di più della grammatica.Inoltre, hanno scoperto capacità artistiche anche a loro nascoste e hanno messo in risalto le loro capacità di collaborazione, umane.N: Ho apprezzato il fatto che ci sia stata la possibilità di collaborazione tra insegnati e alunni senza gerarchie. Le idee, in questo modo, venivano da tutti ed è grazie a queste che siamo riusciti a creare “Der Andere”.

I PROTAGONISTIDel progetto abbiamo parlato, l’opinione del professore l’abbiamo sentita. Ma non manca qualcosa? Ah già! I ragazzi, i veri protagonisti, quelli che hanno reso il progetto possibile e sono riusciti con l’impegno ad arrivare fino alla fine. Ma facciamo qualche passo indietro: chi sono i ragazzi della 2N? Come l’hanno vissuta? La prima cosa che gli chiediamo è: “Era la prima volta che recitavate?” “Per tutti era la prima esperienza del genere!” ci dicono. E allora a questo punto nasce spontaneo chiedersi “E come è stato confrontarsi con il tedesco, oltretutto in un ambino così nuovo per ognuno di voi?” “È stato abbastanza impegnativo, soprattutto dato che studiamo tedesco da solo due anni! Ci siamo non solo confrontati con la lingua o con i professori, ma anche con noi stessi.” Il loro lavoro effettivamente è davvero ammirevole, visto il modo in cui sono riusciti a padroneggiare questa lingua, non così semplice da trattare, dopo soli due anni di studio. “Qual è stata la parte che vi è piaciuta di più? C’è stato qualche episodio in particolare che vi ricordate?” Per la serie ‘episodi particolari’: “Ecco, a me ad esempio vengono in mente le prime prove del balletto: non ci cavavamo le gambe!”/”Io penso alla giornata con il regista, è stata particolare e lui è un tipo simpatico!”/”La parte migliore è stata essere a Torino, esserci tutti assieme.” L’unica cosa di cui si sono dispiaciuti è stata che la scuola spesso non era aperta, quindi in quelle occasioni son dovuti essere ospitati dallo Scientifico, ma per il resto il lavoro si è svolto senza grossi problemi.

LA SFIDA IN TRASFERTAE poi i ragazzi si sono dovuti confrontare con le aspirazioni nutrite dopo tanto lavoro, che si erano trasformate in realtà: dopo il SI della giuria del Goethe, avrebbero dovuto recitare a Torino, rappresentando l’Italia. Erano già vincitori, come dei piccoli eroi! Dopo tanta commozione anche da parte dei professori, si sono preparati per il nuovo spettacolo, di certo più impegnativo. “Qui giocavate in casa. Com’è stato confrontarsi con un vero palcoscenico??” “Dietro le quinte eravamo tutti in crisi” ci raccontano ridendo, ma con ancora con l’ansia e l’emozione di quei momenti. “Non si sapeva più chi e quando doveva entrare, cosa doveva dire, dove doveva stare.. PANICO!” Come se non bastasse infatti, avevano dovuto cambiare le scene nel pomeriggio: non potevano usare il tavolo, come avevano sempre provato. “Eravate lì a rappresentare l’Italia. Quali erano gli altri paesi e che rapporto avete avuto con loro?” “A Torino c’erano gruppi dalla Repubblica Ceca, Spagna, Francia, Germania e Grecia. Si recitava in più lingue, ma i tedeschi recitavano nella propria. Abbiamo passato giorno e notte a parlare con gli altri ragazzi. I più simpatici sono stati gli Spagnoli, i Tedeschi e i Francesi!” Un’esperienza ricca da più punti di vista. Sicuramente un’esperienza particolare e positiva per tutti loro, che ne parlano ridendo e ricordandosi episodi divertenti! E si sa... quando è ora di tornare a casa, tutti rimangono con un po’ di tristezza perché tutto sembra essere finito, ma anche di sollievo e di orgoglio per il lavoro fatto! “Cosa vi ha lasciato quest’esperienza?” “Voglia di continuare a studiare, di sperimentare altre lingue nonostante le difficoltà. La classe si è unita molto durante questo progetto e forse è quello che ci rimarrà di più..” L’entusiasmo, l’obbiettivo comune e la voglia di divertirsi hanno dato i propri frutti. E’ questo quello che si ricorderanno di tutto questo: le scene sbagliate, la difficoltà con la lingua, il confronto con i professori, ma soprattutto le risate e l’orgoglio di avercela fatta!

Giorgia Galante, Alice Federici, Olimpia Storoni,

Daniela Cecchini

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È TEMPO DI PREMIAZIONICon una bella cerimonia di premiazione, il nostro Istituto dà il via alle manifestazioni per il suo 50° compleanno. Sabato 18 maggio, alla presenza del Dirigente scolastico dott. Sergio Iacobis, dell’assessore alla Pubblica Istruzione dott. Domenico Papi, della funzionaria dell’Ufficio Istruzione della Provincia dott.ssa Patrizia Paoloni e della funzionaria dell’Ufficio Scolastico Provinciale dott.ssa Viviana Pugnali, sono stati premiati i vincitori del concorso per il logo che accompagnerà per un anno intero il nostro Istituto. Il vincitore è stato Lorenzo Barabesi della 3A/OD che ha vinto il premio di € 300; al 2° e 3° posto si sono classificati Erika Saltarelli (€ 200) e Cosmin Ionas (€ 100) entrambi della 3B/OD. Tanta la gioia dei vincitori anche perché i loro disegni sono stati scelti, tra i tanti arrivati, da una illustratrice d’eccezione che ci ha onorato della sua presenza in giuria, la prof.ssa Serena Riglietti, che così ci ha scritto (in quanto non è riuscita ad essere presente personalmente alla premiazione): “Lorenzo ha il merito di aver creato un vero e proprio logo istituzionale, utilizzabile in tutte le comunicazioni ufficiali della vostra scuola. Inoltre ha intelligentemente formulato un logo che rappresenta con il n° 50 l’evento del cinquantesimo

anno di età della scuola.Erika, la seconda classificata, ha creato invece un’immagine più che un logo: l’abbiamo ritenuta efficace perché si esprime con un linguaggio moderno e soprattutto contiene una forma di “narrazione”, di “racconto” descrivendo con allegria tutti gli insegnamenti dell’Istituto. Abbiamo considerato questo lavoro adatto ad una comunicazione vivace, rivolta soprattutto ai giovani che

non conoscono il vostro Istituto e che dovranno scegliere una scuola per continuare il proprio percorso di studi.Cosmin, infine, ha il merito di aver comunicato, con il proprio lavoro, una realtà vivace, dinamica. Un cerchio, una sorta di girotondo con la stilizzazione di un personaggio uguale ma in colori diversi ad esprimere la vostra diversità e forse anche la necessità di non essere omologati, ma di cercare ognuno la propria strada, secondo la propria inclinazione e la propria individualità.Colgo l’occasione che mi dà questo terzo premio per augurarvi proprio questo: che ognuno di voi possa trarre il massimo da questi importantissimi anni di studio per diventare uomini e donne capaci di affrontare con personalità tutte le sfide che la vita vi offrirà.

Vi saluto e ringrazio la scuola per avermi offerto questa bella occasione”.

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BIG BEN Benelli

Dungeon è il punto vendita che da anni si occupa di Fumetti, Giochi di carte collezionabili, Miniature e Giochi di ruolo. Ma non si tratta di un semplice negozio. Il Dungeon è un punto di riferimento per gli appassionati, un ritrovo per i giocatori e per tutti coloro che hanno fatto del gioco una passione per la vita! Giocare ad un gioco di carte o ad un gioco di ruolo, significa condividere emozioni con amici e compagni, vivere delle avventure con la fantasia o confrontarsi, come dei veri e propri atleti, in giochi di strategia ed intelligenza. Al Dungeon, ogni persona può stimolare il proprio intelletto e passare ore di sano divertimento, seguito da esperti del settore, usufruendo di un luogo confortevole ed accogliente dove incontrarsi e confrontarsi, partecipando

ad entusiasmanti avventure

Giochi di ruolo - Fumetti/manga - Giochi di carte - Miniature - Modellismo - Giochi da tavolo.

Facebook: Dungeon Pesaro * Mail: [email protected] Via. Sabbatini N°6 61121 Pesaro (PU) * Telefono: 0721/64536

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RESISTENZA! GengaRIVOLUZIONE E ANARCHIALa Rivoluzione, questa donna dai fianchi robusti e dal cuore tenero, il suo romantico animo ammalia l’uomo, lo nobilita impossessandosi del suo cuore e incarnandosi nelle sue mani. Il suo bacio fa innamorare qualsiasi persona, e i suoi occhi illudono senza nessuna pietà. Lo storico Bruno Mancini dice che “la rivoluzione è figlia della modernità” ma è qui che si sbaglia, questa gloriosa donna è la madre del futuro che non è ancora venuto al mondo, è la madre della vera libertà, quella che pochi uomini, in questa realtà storica, riescono a concepire. Non c’è libertà se essa è regolata da un organismo superiore. L’uomo l’ha conosciuta millenni di anni fa e le stringerà la mano fra altrettanti anni, perché non è ancora mentalmente pronto ad autogovernare il proprio spirito. Come può la libertà essere governata e regolata da qualcosa a lei superiore? Come può essere schiava delle istituzioni, è un paradosso ignobile. “l’illuminismo è l’uscita dall’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro”. Questa frase di Kant fa riflettere, l’illuminismo è un movimento nato 300 anni fa, ma esso non è ancora terminato, l’uomo deve ancora imparare ad avvalersi del proprio intelletto senza nessuna guida. Ogni secolo ha il lume della propria ragione e ogni secolo dovrebbe avere la propria rivoluzione. E ancora: “ed è così comodo essere minorenni! Se io ho un libro che pensa per me, se ho un direttore spirituale che ha coscienza per me”, io non sarò più in grado di regolare i miei rapporti con altri uomini, non sarò più in grado di pormi delle libertà e dei limiti. Se la libertà priva di vincoli è così difficile da concepire, allora sarà una metafora a rendere chiaro questo concetto. Un uccello nato libero e messo in gabbia, perderà la capacità di procacciarsi il cibo e si guadagnerà la sicurezza di non essere azzannato da altri animali, ma solo il suo volo libero lo renderà felice. Il padrone è oggetto di garanzia ma è anche l’oppressore della vera felicità. La costituzione francese quando parla di diritti naturali cita la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione. La proprietà? Con quale coraggio si inserisce la proprietà nei diritti naturale, l’animale ha forse una casa, un giardino tutto suo? È vero che è un istinto naturale ma ciò non vuol dire che sia un diritto, infatti come disse Rousseau questa pretesa ha dato frutto a un’intera storia di conflitti. Einstein disse “un topo non costruirà mai una trappola per topi”, ma se quel topo ritenesse la proprietà privata un suo inalienabile diritto, state certi che costruirà la più infallibile delle trappole, perché sarà diventato avido ed egoista! È la libertà che deve essere al di sopra di tutto, ovviamente rispettando anche quella degli altri. Non a caso nel quadro di Eugene Delacroix “la libertà che guida il popolo” è questa fantastica donna ad impugnare la bandiera francese e non un uomo qualsiasi. Il XVIII secolo è servito come rampa di lancio verso la vera rivoluzione, quella perfetta, i cui occhi non ingannano. La mia voce è muta, sta a voi renderla un urlo assordante. Ora più che mai ora il mondo ha bisogno di una rivoluzione del pensiero, armiamoci della nostra intelligenza e facciamoci condottieri di una guerra filosofica!

Andrea Polverari

VITTIME O COLPEVOLI?Queste sono le due categorie nel quale si cerca di catalogare la popolazione italiana, negli ultimi anni si è infatti diffusa l’idea per la quale una persona o è “santa” o è “mafiosa”, non esistono vie di mezzo ed è per questo che si è affermata la caccia al corrotto, un esempio di ciò sono i Belsito di turno della politica, ladri su cui la popolazione trova più che altro un simbolo sul quale scagliare la propria rabbia, una rabbia immensa. A sfruttare questo fenomeno ci sono i giornalisti che sono la causa stessa della nascita di tale fenomeno. Travaglio (uno fra i tanti) deve alla denuncia dello “schifo della politica” la sua intera carriera, nata con la critica alla figura di Berlusconi e sviluppatasi sulla denuncia dei vari “ladri di polli” della politica che si sono susseguiti nel tempo, creando onde di indignazioni popolari fomentate

dal giornalismo che su tali scandali ne trae sempre un ampio beneficio. Ad aver preso la palla al balzo senza dubbio è Grillo che sfruttando il malumore popolare dirottato da tempo sulla corruzione e i privilegi della casta ha ampiamente basato la sua campagna elettorale su tale argomento riscontrando un incredibile consenso. Di fatto il ruolo di Grillo è stato quello di assolvere-autoassolvere i cittadini dalla sua parte catalogandoli come “santi”, come combattenti dell’ingiustizia mossa nei loro confronti da parte della casta corrotta (i colpevoli), il suo movimento è nato proprio con lo scopo di cacciare letteralmente l’intera casta politica. Grillo ha contribuito a dirottare la rabbia popolare verso il binario morto dello “schifo della politica”, un problema sicuramente concreto e presente nel nostro paese, ma di importanza notevolmente minore rispetto ai reali problemi che hanno causato l’attuale crisi economico-finanziaria e che continuano tuttora ad accrescerla: le grandi banche e le grandi imprese. La politica è ormai da anni subordinata alle banche e alle grandi imprese che attraverso una spietata dittatura impongono la loro politica: la difesa dei loro profitti a discapito dei bisogni e dei diritti dei cittadini, Il diritto alla pensione, al lavoro e allo studio sono stati messi ad un piano d’importanza minore rispetto alla politica del profitto. “…Come è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò, ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate il colpevole non c’è che da guardarsi allo specchio.” Bisognerebbe chiedersi chi sono realmente i colpevoli, ci si accorgerebbe riflettendoci un po’, che insieme alle banche e alle grandi imprese ci sono anche i vari Travaglio, Grillo nonché l’intera fetta di popolazione che ancora crede che combattere i privilegi della casta sia la reale lotta da attuare per cambiare realmente la situazione del paese oltre ovviamente a chi non si pone neanche il problema di cercare un cambiamento. Le vere vittime sono invece i protagonisti delle lotte quotidiane e costanti di antifascismo, anticapitalismo e ribellione verso un sistema corrotto e ingiusto, vittime soprattutto dell’indifferenza che li lascia soli a combattere una forza nettamente più forte di loro. C’è bisogno, oggi più che mai, di portare avanti tali lotte, non per avere la coscienza a posto, non per il bisogno di sentirsi realizzati ma per affermare la speranza che un cambiamento radicale sia ancora possibile!

Federico Bocchini

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Nasce Pazol, e con lui nasce anche questa rubrica, dedicata e pensata per spiegare tutte quelle piccole cose che sono quotidianamente sotto i nostri occhi, ma delle quali non conosciamo nè la storia, nè magari il motivo della loro stessa creazione. Ebbene, il banchetto d’inaugurazione, nato da una curiosità durante un recente viaggio, sarà il perchè in Inghilterra si tiene la sinistra nel senso di marcia. Storicamente, fin dal Medioevo, il senso di marcia è sempre stato sulla sinistra della carreggiata: questo consentiva infatti ai cavalieri una maggior facilità e velocità nell’estrarre la spada e prepararsi a combattere un ipotetico scontro (tutti erano destrimani, la sinistra era considerata la “mano del diavolo”). Col passare del tempo e l’introduzione delle carrozze si è mantenuta la tradizione, sino a quando, durante la Rivoluzione Francese, Napoleone Bonaparte, forse perchè mancino, forse per ripicca verso il sistema fino ad allora usato, decretò la marcia sul lato destro della strada in tutto il suo impero, che però non comprendeva l’Inghilterra. Accadde perciò che la quasi totalità dell’Europa cambiò letteralmente sponda, esclusa appunto l’Inghilterra e le sue colonie, quali India e Australia, che tutt’oggi mantengono invariato il loro senso di marcia originario. Per chi fosse interessato esiste il libro “Perché gli inglesi non usano il bidet?”, con questa e tante altre piccole curiosità riguardanti il popolo britannico.

Albigiu (Alberto Giunta)

L’XBOX (ONE) DI NUOVA GENERAZIONE

“Ladies and gentleman, introducing Xbox One”. Così Don Mattrick, presidente della sezione Interactive Entertainment Business di Microsoft, ha rivelato al mondo il nome del successore di Xbox 360. Pronti e via, subito è stato presentato il trailer di lancio, che mostra le squadrate forme della console e del nuovissimo Kinect 2.0, anch’esso tirato a lucido. Viene quindi visualizzato il nuovo controller, ancora più piccolo, ancora più performante. Semplice, completo, intelligente, all-in-one e cloud sono state le parole chiave della conferenza di presentazione, tenutasi in un edificio appositamente creato al Microsoft Campus di Redmond. Evento in linea con le passate presentazioni, forse meno pirotecnica, ma perlomeno abbastanza densa di contenuti. È stata messa a nudo e sezionata sia l’Xbox One che Kinect. Su questo fronte, c’è da dire che i rumors sono stati praticamente profetici (molto probabilmente facenti parte di una più complessa strategia pubblicitaria). Per la console sono stati confermati gli 8 core del processore e gli 8 gb di RAM. Tanta, ma proprio tanta forza bruta in linea con i tempi. L’hard disk sarà capiente ben 500 gb e il lettore sarà in grado di leggere e visualizzare anche i famosi blu-ray disk. Forse, però, la vera grande novità è che l’architettura hardware cambia completamente per passare a quella 64-bit. Si rende quindi completa la realizzazione di un ecosistema comprendente PC, Smartphone, tablet e console che condividono la stessa architettura. Per Kinect invece molto interessante la risoluzione del sensore, che raggiunge il full hd a 1080p, e la sua fluidità, visto e considerato che è in grado di registrare a ben 30 fps (frame per secondo, ndr). Della versione 2.0 del sensore stupisce senza ombra di dubbio l’estrema fluidità e precisione. È

stata migliorata anche l’integrazione con la dashboard. Grazie ad un semplice gesto manuale (a mo di direttore d’orchestra) sarà possibile passare da una qualsiasi attività (video, musica, social, game o altro) ad un’altra. Come per la versione desktop di Windows 8, è possibile dividere lo schermo in due aree per poter compiere due azioni contemporaneamente, come se avessimo aperte due finestre affiancate. Skype, acquisito non troppo tempo fa dalla casa di Redmond, entrerà nativamente nella nuova xbox, e permetterà, grazie a Kinect, di effettuare videochiamate tramite internet ad alta definizione. In generale è possibile affermare che le gesture sono state rese più semplici, intuitive e useful. Si è parlato anche di spettacolo. Sono state mostrate le partership televisive che accompagneranno l’Xbox one nei salotti americani. Storica la collaborazione con NFL. Purtroppo sono cose che non ci riguardano. La sezione Entertaiment di Xbox, ha fatto un annuncio che ha un po’ stupito tutti. Verrà prodotta una serie TV riguardante l’universo di Halo. Giusto per farci venire voglia di guardarla sappiamo che, non si sa sotto quale veste, ci sarà lo zampino di nientepopòdimeno che Steven Spielberg. Arriviamo quindi al dunque: i videogiochi. È stata assicurata la presenza sin dal lancio di ben 15 esclusive per Xbox. Sono passati in convento brevi trailer di giochi quali Forza Motorsport 5, Fifa 14 (giusto per la cronaca anche NFL, Madden e NBA di EA Sports), Call of Duty: Ghosts e Quantum Brake, l’inedito di Remedy (madre di Max Paine e Alan Wake). Altre esclusive e dettagli, quali prezzo e data di uscita (si sà che sarà entro fine anno), saranno senza meno annunciati tra qualche settimana alla consueta conferenza durante l’E3 di Los Angeles, la più importante fiera videoludica a livello mondiale. Che dire? Ieri ci è stata mostrata di sfuggita la nuova generazione dell’Xbox. Le premesse per il successo ci sono tutte, starà però al mercato stabilire l’eterno vincitore tra XBOX One e Playstation 4. Microsoft ha senza ombra di dubbio un bisogno quasi disperato di riaffermarsi come leader nel mercato, visto e considerata l’inferiorità del successo di Surface e Windows 8 in confronto alle aspettative.

Akrid (Marco Rondina)

ALLA RICERCA DELL’AUTO PEGGIORE DI SEMPRE

Per definire un’automobile “pessima” si potrebbero usare diversi criteri: l’estetica, le prestazioni, i suoi difetti costruttivi o tante altre cose come lo stile degli interni, i cerchioni o qualsiasi altra cosa possa far storcere il naso a persone che ritengano “brutta” un’auto. Parlando concretamente posso dire senza paura che alcune auto prodotte in Russia o anche alcune vecchie utilitarie italiane non siano il massimo, le auto russe non sono mai state riferimento della bellezza e le auto italiane sono sempre state un po’ inaffidabili (mio babbo comprò una Lancia e dopo pochi mesi iniziò il suo processo di decomposizione), però quello che accomuna un po’ queste auto è l’economicità: sono poco costose da acquistare e da mantenere e una cosa economica diciamocelo, è una cosa bella. Quindi secondo me per giudicare un’auto pessima ci sono quattro punti: la pessima estetica, l’ inaffidabilità-inutilità e soprattutto il suo essere oltremodo costosa. In America ci sono automobili, anzi intere case automobilistiche che producono modelli brutti e volgari. Il caso più eclatante è la Cadillac: il suo parco auto è follemente costoso, il loro modo di creare auto è follemente semplice: prendere un grosso motore di un camion, parti telaistiche di un carro che trasporta balle di fieno e per gli interni plastica riciclata, però queste auto non possono essere

considerate pessime perché nonostante i discutibili gusti e il notevole prezzo, esse sono praticamente indistruttibili e possono essere aggiustate con un martello. Lasciando il nuovo mondo e spostandoci nella parte asiatica troviamo alcune delle più grandi e potenti case automobilistiche del mondo (quali Toyota, Nissan, Honda). I loro prodotti hanno un design che emoziona quasi quanto togliersi un chewingum da sotto una scarpa, ma neanche loro purtroppo posso essere considerare auto pessime perché sono ben assemblate e soprattutto un’auto giapponese è più affidabile di un bypass coronarico. Proviamo ora a mettere ordine e soffriamo un poco tutti insieme per scoprire l’auto che nessuno vorrebbe mai acquistare. MERCEDES CLASSE R Siamo nel vecchio continente, l’Europa, luogo dove nacque l’auto nel lontano 1886 dal genio del costruttore tedesco Karl Benz. Daimler Motorwagen si chiamava, e la casa automobilistica che l’ha prodotta oggi si chiama Mercedes Benz. Il suo parco auto è praticamente il massimo che si possa pretendere in fatto di lusso e tecnologia, ma in alcuni diamanti ci sono dei difetti non visibili ad occhio nudo, e quello della Mercedes è la classe R: il prezzo di partenza è ben oltre i 50.000€ e con questa cifra non otterrete neanche lontanamente le prestazioni di una sportiva di razza o l’eleganza di una berlina, bensì un’orrenda monovolume a sette posti (consiglio i vetri oscurati per non dover mettere un sacchetto in testa dalla vergogna) ma neanche questa può essere considerata un’auto pessima. Perché? Perché come tutti i prodotti tedeschi non si romperanno neanche sotto il bombardamento alleato. La ricerca dell’auto peggiore di sempre è destinata quindi a concludersi qua? Ma ovviamente no! Delle disgrazie potrebbero trovarsi proprio nel paese di cui ancora non vi ho parlato: l’Italia. Patria dell’automobile, con un panorama circondato di nomi altisonanti: Alfa Romeo, Fiat, Lancia, Maserati, chi più ne ha più ne metta. Ovviamente impossibile non citare anche il simbolo dell’automobilismo italiano e mondiale: Ferrari, con i suoi bellissimi modelli e che tuttora sono simbolo dell’automobilismo come l’ F40, il testarossa, la ENZO, e il mito: la 250 GTO. Scavando nel passato si potrebbe incappare in alcuni modelli che potrebbero far storcere il naso ad alcuni: dalla 400i, all’iconica F50, per arrivare al suo peggior modello mai prodotto: la Mondial. Con un motore da prestazioni pessime (soprattutto nelle sue prime versioni) veniva battuta da quasi tutte le supercar del periodo. La linea estetica (che eppure non si può considerare brutta) non era minimamente vicino agli standard Ferrari, mancando della caratteristica aggressività ed eleganza, ed era, come qualsiasi Ferrari, costosissima. Perché dovrebbe essere quindi la Mondial l’auto peggiore di sempre? Per la sua inaffidabilità, la linea estetica discutibile e soprattutto il costo sproporzionato. Ma parlando seriamente, vogliamo sul serio dire che la peggiore della storia possa essere una Ferrari, simbolo dell’automobile? No, perchè l’auto peggiore di sempre è la BMW X6, nata con l’obbiettivo di essere una s.a.c. (sport activity coupé) ovvero una coupé sportiva come una M3, un fuoristrada inarrestabile come un Range Rover e comoda come una classe S. Obbiettivo che ha completamente fallito: non è nè sportiva nè capace di affrontare del fuoristrada nè una comoda berlina. Come se non bastasse la X6 è bella ed emozionante come una centralina dell’enel, ha il baricentro alto e la coda bassa che ricorda la zia brutta di cui nessuno parla. La sua caratteristica migliore? Il prezzo, che parte da 66.000€ fino a superare abbondantemente i 120.000€.

lucalucio (Luca Luciani)

PAZOL.it

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REDAZIONE CENTRALE: Timoteo TIberi, Ilaria Sartini. A PIENA VOCE: Stefano Bocconcelli, Timoteo Tiberi. ANONIMO: Pablo Rodriguez Llednar Twem, Mumble, Malcolm MOOG, Violante. BERTA: Francesca Vannini, Laura Barilari. CONTADINO A TE: Virginia Schianini, Giulia Striglio. EUREKA!: Giorgia Galante, Alice Federici, Olimpia Storoni, Daniela Cecchini. RESISTENZA: Andrea Polveri, Federico Bocchini. PAZOL: Lucalucio (Luca Luciani) Akrid (Marco Rondina) Albigiu (Alberto Giunta) COPERTINA: Camilla Cesarini. IMPAGINAZIONE: Alvise Tassell. RINGRAZIAMENTI: GIULIANO TACCHI E LO STAFF ATS1, PASSAPAROLA, INFORMAGIOVANI, BIBLIOTECA SAN GIOVANNI E TUTTI I RAPPRESENTANTI D’ISITUTO DELLE SCUOLE DI PESARO.

Per info e contatti: WWW.PAZOL.IT - [email protected] / [email protected]

EVENTICINEMAPERTO Il CinemAperto è un’iniziativa pensata e realizzata dal Collettivo Spazio Bianco, un gruppo di ragazzi principalmente studenti attivo da ormai tre anni, insieme alla Biblioteca San Giovanni e all’Ambito Territoriale e Sociale n.1 in particolare con l’ufficio dell’Informagiovani.

Non si tratta solo di cinema, una volta alla settimana, all’aperto e gratuito, ma soprattutto di fare aggregazione.Il quartiere del centro nelle sere d’estate si svuota, complice l’attrazione dei locali del mare e della Romagna ma sopratutto l’assenza di iniziative alla portata di tutti; a questo il CinemAperto vuol porre rimedio.Vogliamo infatti creare un momento fisso in cui tutti, dai bambini agli anziani, possano incontrarsi in tranquillità e passare una serata diversa.Per favorire l’incontro intergenerazionale e l’aggregazione non solo nel quartiere ma anche nella cttà quest’anno l’iniziativa si arricchisce di un momento di cena condivisa.Ognuno potrà portare qualcosa da mangiare e condividerlo con gli altri e i meno bravi in cucina con una piccola quota potranno comunque mangiare dal buffet allestito dall’associazione.Inoltre ci sarà uno spazio bar dietro gli spettatori, così potrete bere qualcosa guardando il film, senza perdervi nemmeno una scena.Perciò che aspettate, se in mezzo alla settimana non sapete che fare, e volete passare una serata diversa tranquilla e con gente nuova venite a mangiare, bere e gustarvi un bel film insieme a noi.Vi aspettiamo tutti i giovedì dal 4 luglio al 29 agosto al Parco della Biblioteca San Giovanni.

Ass.ne Collettivo Spazio Bianco

XXXFUORIFESTIVALL’esordio ha colpito nel segno.La seconda edizione ha nuovi e promettenti traguardi.Si riaccende nel cuore di Pesaro XXXFuorifestival dal 23 di giugno al 1 luglio.Spettacoli di video arte, sound-art, performances multimediali accompagneranno il pubblico durante i giorni della “Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro”.La città vestirà, reinventata, delle opere degli artisti, traendone nuova linfa.Il festival desidera partire dalla valorizzazione del centro storico cittadino per andare oltre i limiti architettonici, aprendosi alle esperienze artistiche contemporanee. Il progetto interagisce con la città utilizzando un percorso che si sviluppa attraverso strade e piazze, per farne un contenitore di eventi culturali.La rassegna si rivolge al pubblico della città, ai turisti e agli ospiti della “Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro”, nel segno dell’incontro e dello scambio fra persone, culture e generazioni.Gli artisti invitati avranno la possibilità di colloquiare con il tessuto urbano e proporre opere di forte carattere sperimentale, allo scopo di reinventare la città, innestando nuova linfa.Dando così impulso a nuove forme di partecipazione capaci di creare valore economico e di immagine alla città, affiancando l’iniziativa privata a quella pubblica per moltiplicare e amplificare la proposta culturaledentro e fuori gli spazi istituzionali.

PESARO COMIX 2013

L’ associazione Darkest Nights, con il patrocinio del Comune di Pesaro, è lieta di presentare il primo PESARO COMICS & GAMES, un evento nuovo per la nostra città che non mancherà di soddisfare gli addetti ai lavori ed i curiosi che ci verranno a trovare.Sabato 31 Agosto e Domenica 1 Settembre, a Palazzo Gradari e Piazzale Collenuccio, vi intratterremo con tornei, giochi, fumetti, gadgets, cosplay, concerti e tanto altro ancora!Mancare sarebbe un vero peccato!Info line – 3406047027 - 3334544586

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