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Pietro Ales 07

Roberto G. Trapani della Petina 10

Giugno - Agosto 2008 13

Dario Carnevale 25

Valerio Tripi 26

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Aurelio Buono 46

Fiametta Ales 51

Dario Carnevale 52

Per comunicazioni di programmi, appunta-menti cittadini, conferenze, seminari, eventie altro contattare la segreteria redazionaledi PassPartù al tel./fax 091.8431526e-mail [email protected]

I programmi contenuti in PassPartù sonosuscettibili di variazione, la redazione si scu-sa anticipatamente se ciò dovesse accadere.

Alcune foto pubblicate non riportano ilnome dell’autore perchè a noi sconosciu-to. Alcune fonti documentarie non sonostate citate. L’editore è pronto a menzio-narli qualora vengano segnalati e a liqui-darne gli eventuali diritti.

Marica Barba 53

Lorena Rinaldi 54

Laura Ferlito 57

Pietro Ales 58

Anna Rosa Lupo 62

pag. 26

pag. 58

pag. 33

Gulotta Editore

Direttore responsabileValerio Tripi

Redattore CapoPietro Ales, Anna Rosa Lupo

RedazioneRoberto Trapani Della Petina,Alessandro Puccio, Aurelio Buono,Lucina Gandolfo, Marica Barba.

Hanno collaboratoLaura Ferlito, Dario Carnevale,Fiammetta Ales, Lorena Rinaldi.

FotoAurelio Buono, Gaspare Licata,archivio gulottacube.

Progetto grafico e Impaginazionegulottacube

Concessionario per la pubblicitàGulotta Progettazione tel./fax 091.8431526 cell. 346.3675322

AmministrazioneLia Scrivano

Segreteria Matilde Scrivano

Direttore CommercialeAngelo Romano

StampaPriulla - Palermo

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Questa volta, anche in conse-guenza delle scadenze eletto-rali, ce la siamo presa un po’più comoda rispetto alla ca-denza bimestrale che il nostroPassPartù vi ha abituato.Ma eccoci qui pronti a parlarvidi un progetto importante co-me “Palermo, Vetrina del Terri-torio”. Una iniziativa lanciatadalla società di servizi GulottaCube che è stata subito sposa-ta e sostenuta dall’assessorealle attività produttive, FeliceBruscia, del Comune di Paler-mo che ha voluto fortemente

che questa idea prendessecorpo. Non ha voluto fare dimeno anche l’Amap spa checon il suo presidente Bruno LaMenza ha deciso non solo dicollaborare al progetto, ma difarne anche parte attivamentelanciando le degustazioni del-l’acqua.Una idea nata per avvicinare ilproduttore al consumatore ecreare un percorso del gustoportando proprio i consuma-tori sugli affascinanti scenariche solo una città come Paler-mo è in grado di dare. Un mo-do per continuare quel pro-cesso di r iqualificazione delcentro storico cittadino e permettere in relazione cibi epersone con le realtà territo-riali tipiche dei luoghi di pro-duzione.Per la prima volta ci occupere-mo anche di politica, ma sen-za dare voce a questo o aquello schieramento, ma ini-ziando un cammino che ciporterà a capire le parole cheusano i politici. I loro signifi-cati e il perché vengono usa-te. Le nostre consuete rubri-che completano il numero chevi terrà compagnia per i pros-simi due mesi che si prean-nunciano caldi non solo mete-reologicamente parlando, maanche per i tantissimi appun-tamenti che potrete iniziare ascoprire già sulle pagine delnostro calendario.

Palermovetrina del

territoriodi Gabriele Gulotta

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Nel numero scorso di Passpartù ha fatto la suacomparsa la nuova rubrica denominata “Le pietreerranti”il cui contenuto attinge dal ricco palinsestodi “memorie”del tessuto urbanistico ed architetto-nico della nostra città.Le pietre erranti sono dei veri e propri frammenti dipietra, schizzati via dai loro siti originari per esserecollocati in altri luoghi.Noi seguiremo il percorso di tali pietre per creareun ponte tra passato e presente.A chi è solito visitare il museo archeologico Salinase ha voglia di ammirare alcune “pietre erranti”pro-pongo di guardare con più attenzione alcuni ele-menti architettonici che non appartengono alcomplesso conventuale, ma che si sono amalga-mati con esso. Nel 1866 l'antico complesso con-ventuale dei Padri della Congregazione di S. Filip-po Neri, in piazza dell’Olivella, divenne sede delMuseo archeologico Antonio Salinas. Il grandiosoconvento dei padri filippini si sviluppava attorno atre cortili e si estendeva sino alla via Gagini. In se-guito al taglio della via Roma e ai bombardamentidella seconda guerra mondiale, che colpirono ilmuseo, rimasero due cortili superstiti. Nel primocortile, al centro del prospetto del primo piano, èincastonata una monofora gotica del XIV secoloproveniente dal campanile di S.Giacomo alla Mari-na abbattuto nel 1863.La finestra,di raffinata fattu-ra, venne salvata e collocata presso l’attuale sede.Al centro del primo cortile vi è la fontana cinque-centesca del Tritone che soffia in una buccina, untempo collocata nel giardino pensile sul bastionedi Palazzo Reale,attribuita allo scultore Battista Lo-renzi (1574). Riportiamo di seguito la testimonian-za di Vincenzo Di Giovanni, che visitò il palazzo re-

gio e ammirò la fontana del tritone nella sua origi-naria collocazione “….dalla parte di occidente, inun bastione il palazzo regio ha un giardino benissi-mo ornato e di soavissimi frutti e di vaghissime ver-dure.Sotto vi è una stalla da starvi cento cavalli.Nelgiardino, vi è una fonte con un Glauco in marmo,che sona la sua buccina,di tal manifattura,che dis-se il Viceré Colonna un giorno, che se quello fossein Roma si pagherebbe dieci mila ducati”. Il Glaucodi marmo di squisita fattura, di cui parla il Di Gio-vanni, è il nostro tritone che, secondo il Basile, fuscolpito da Camillo Camilliani. Diamo dunque laparola allo stesso Basile che,sul tritone o glauco delmuseo Salinas,così scrisse:“Il Glauco del Camilliani,secondo il Manganante, è una copia dell'originaleche fu portato via dal viceré di Spagna.Occorre unassai squisito senso d'arte ed una profonda cono-scenza dell'arte ellenistica, per giudicare se il Glau-co esistente nel nostro Museo sia l'originale o unacopia dell'opera del Camilliani, e nel primo caso sesia una copia eseguita dal Camilliani stesso su unmodello dell'arte classica. Non ho la competenzaper affrontare una sì ardua e delicata questione, emi limito a prospettare il problema. Come che sia,il Glauco del Museo palermitano è degno di ammi-razione per la muscolosa carnosità delle sue forme,scevra da ogni esagerazione.Collocato in un corti-le del nostro Museo, per essere meglio ammirato,trovasi ora mutilato in maniera atroce. Le illustra-zioni del Glauco diranno al lettore, meglio che laparola,quale fosse il Glauco nel nostro Museo di al-tri tempi e in che stato si trovi ora ridotto: privo diuna mano, privo della punta del naso, privo dellabuccina e con il braccio rotto”. Oggi ammiriamo ilglauco o tritone in migliori forme, grazie ad un re-cente restauro. Concludiamo il nostro percorso, al-la ricerca delle pietre erranti, con la seicentescaaquila in marmo proviene dal prospetto del Palaz-zo Pretorio collocata in alto nel secondo cortile delmuseo Salinas. Occhio al particolare e buona cac-cia alle pietre erranti!!

Pietro Ales

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il Glauco del Museo palermitano

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Negli anni Ottanta l’Alibi Club è stata una di-scoteca molto nota e frequentata a Palermo,ma soprattutto è stato uno spazio multime-diale aperto e vivace dove hanno mosso iprimi passi molti fra i più grandi artisti sicilia-ni. Basti pensare ad Umberto Cantone, Ciprìe Maresco, Aurelio Grimaldi, Gigi Burruano,Luigi Lo Cascio, Gabriele Gulotta, Giorgio LiBassi e tanti altri. Vi si tenevano concerti,spettacoli teatrali, anteprime di film, conve-gni e dibattiti.Un luogo dove tanti amici col-tivavano le proprie passioni sotto la guidaintelligente e discreta di Serafino Visalli - il“professore”, come lo chiamano tutti - il deusex machina che ogni settimana organizzavainiziative e spettacoli sempre nuovi che riu-scivano a riempire il locale fino all’inverosi-mile e a ‘fare tendenza’come si direbbe oggi.Da qualche anno il locale non esiste più, maè da lì che Serafino Visalli è partito per darevita ad un centro di formazione professiona-le che mettesse a disposizione di tantissimigiovani quella esperienza entusiasmante.Daoltre 10 anni, infatti, quello che era un puntodi riferimento importante per la vita e la cul-tura della nostra città è diventato un ente diformazione riconosciuto dalla Regione Sici-liana. A presiederlo adesso è Tiziana Voloche, insieme ad uno staff di una trentina dipersone fra docenti e operatori, cura l’orga-nizzazione dei corsi.PRESIDENTE TIZIANA VOLO, LA SUA ASSOCIAZIO-NE HA CONTATTI DIRETTI CON IL MONDO DELLO

SPETTACOLO?

«Abbiamo collaborazioni importanti comequella con il Teatro Biondo o con l’associa-zione Teatrotre. Inoltre, collaboriamo conmolte radio e televisioni locali».COME SI ACCEDE AI CORSI ORGANIZZATI DALL’ALIBI

CLUB?«Facciamo delle selezioni. Per ogni corso sipresentano di solito una cinquantina di per-sone. I nostri criteri di valutazione sono mol-to semplici. Scegliamo solo gente motivata,tenace e che ama queste professioni».CHE TIPO DI PERSONE SI AVVICINANO AL VOSTRO EN-TE DI FORMAZIONE?«Dai ragazzi appena diplomati ai trentenniche vogliono qualificare le proprie esperien-ze.A Palermo c’è gente che paga per fare cor-si di recitazione o per altre qualifiche,mentrei nostri sono completamente gratuiti».AL CONTRARIO, È LA REGIONE CHE DÀ DEGLI INCEN-TIVI AGLI ALLIEVI , È VERO?«Certamente. C’è un’indennità di 4,13 euroal giorno e il materiale didattico è assoluta-mente gratuito».I VOSTRI CORSI SONO FINANZIATI DALLA REGIONE SI-CILIANA?«Sì, il nostro è un ente di formazione da anniriconosciuto dalla Regione e, anche per il2008, i nostri corsi sono stati inseriti nel Prof(piano regionale dell’offerta formativa). Te-niamo una decina di corsi l’anno. I prossimiiniziano verso la metà di aprile ed hanno unadurata di sette mesi. Un totale di 900 ore altermine delle quali, dopo un esame finale,viene rilasciato dall’Ufficio provinciale del la-voro un attestato di qualifica che è ricono-sciuto in tutta Italia».DOPO LE SELEZIONI QUANTI ALLIEVI VENGONO AM-MESSI A FREQUENTARE I VOSTRI CORSI?«Un massimo di 15 allievi per ogni corso. Unmodo per seguire con la massima attenzio-ne e professionalità ogni allievo».

AAlliibbii CClluubb

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A QUALI PROFESSORI VI AFFIDATE?«I corsi sono tenuti sia da personale internoall’associazione culturale, sia da docenti del-la scuola del Teatro Biondo, diretta dal mae-stro Umberto Cantone, o da quelli prove-nienti dal Teatrotre.Solo per fare qualche no-me, tra i professori che da parecchi anni col-laborano con noi,abbiamo lo stesso Umber-to Cantone, Costanza Quatriglio, GiuseppeBattaglia, Antonio Raffaele Addamo, LucaD’Angelo, Ada Totaro, Roberto e MaurizioSpicuzza».UNA VOLTA OTTENUTA LA QUALIFICA,QUALI SBOCCHI

PROFESSIONALI PUÒ AVERE UN VOSTRO ALLIEVO?«Siamo in contatto con produzioni televisivee cinematografiche,ma anche con registi im-portanti.Per esempio nella produzione Euro-film dal titolo “Diario di una siciliana ribelle”diMarco Amenta abbiamo fornito comparse,aiuti scenografi e personale tecnico».I MIGLIORI CHE PROSPETTIVE DI LAVORO HANNO?«Tutti gli allievi frequentano anche degli sta-ge di 180 ore presso aziende dei vari settorie sono proprio queste imprese o teatri che,alla fine del corso, scelgono i migliori e spes-so li utilizzano nelle loro produzioni.QUINDI SI PUÒ DIRE CHE ATTRAVERSO L’ALIBI CLUB

SI POSSONO AVERE DELLE PROSPETTIVE DI LAVORO

INTERESSANTI?«E’ proprio così. I nostri allievi trovano occu-pazione in molti ambiti.Ci sono tante produ-zioni cinematografiche e televisive, comequella della Rai che sta nascendo a TerminiImerese, che già ci hanno ci hanno richiestopersonale qualificato. Ma anche i responsa-bili dei villaggi vacanze ci chiedono se ab-biamo attori,scenografi e tecnici che sappia-no muoversi bene nel mondo dello spetta-colo. Richieste di collaborazione ci arrivanoanche da alcune società che organizzano iconcerti e i grandi eventi in Sicilia».

CHE PESO HA UNA QUALIFICA CHE SI OTTIENE AL-L’ALIBI CLUB?«Tutte le nostre qualifiche rientrano traquelle individuate come prioritarie dal-l’Ufficio di collocamento dello spettacolo.Nel senso che sono quelle maggiormenterispondenti alle richieste del mercato dellavoro. Ma la cosa fondamentale è che - aldi là del “pezzo di carta” - i ragazzi cheescono dai nostri corsi hanno un’ottimapreparazione a livello teorico e pratico checonsente loro di lavorare immediatamen-te senza alcun apprendistato».

Per informazioni Associazione Culturale Alibi Club

Via Guttadauro n. 20 via Leonardo Da Vinci n. 464.

Telefono [email protected]

[email protected].

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Il sole vestiva quell’angolo medioe-vale del mondo sin nei vicoli più in-timi. Dai balconi dei palazzi vasi digerani, posati sulle antiche inferria-te, donavano generosamente conle loro macchie di colore, un sensodi allegria e di tiepida tranquillità.La piazza grande, dove s’affacciava-no il Palazzo Municipale e le casedei notabili, sembrava dormiente. Il“Bar Sport”, all’angolo della piazza,ospitava qualche paesano che pi-gramente giaceva all’ombra dellaterrazza e un gruppetto di ragazziche si davano da fare in un torneodi calcio balilla.Una granita di limo-ne e un caffè ogni tanto disturba-vano i sogni desti del proprietarioche pigramente ciondolava ai tavo-li per onorare la comanda desidera-ta da sporadici avventori.La casa più bella che ornava la piaz-za, un palazzetto del settecento conun piccolo giardino fiorito ben tenu-to e circondato da una robusta reci-sione in ferro battuto sul di cui can-cello capeggiava uno scudo con duefrecce rosse in campo oro, arme degliantichi proprietari, era abitata da DonFerruccio Falco, grande proprietarioterriero con interessi in tutta la Regio-ne nel campo dell’edilizia. Era questoun uomo tutto d’un pezzo apparte-nente alla genia dei “fatti da soli”, pru-dente e generoso godeva di grande ri-spetto e considerazione in paese. Il fi-

glio Spiridione, detto “cacazzuni”, non eracerto della stessa pasta del padre. Erachiamato appunto,“cacazzuni”per un av-venimento succedutogli nell’infanzia eper la sua arroganza e spavalderia oltre ilimiti dell’umana decenza. Forte di quelloche aveva costruito il genitore, si pavo-neggiava a dismisura ed il suo sguardoperennemente beffardo e prepotentepalesava, accompagnato da una smorfiadi disappunto, il disprezzo e la bassa con-siderazione che provava verso l’umanità.Non somigliava certamente al padre, uo-mo duro e inflessibile ma educato, consa-pevole che il “popolino”meritava rispettosoprattutto perché costituiva l’essenzialemanovalanza che era l’indispensabileveicolo della sua ricchezza. Anche fisica-mente era ben diverso dal padre. Questi,alto e con un viso segnato da anni di du-ro lavoro e di preoccupazioni, fronte altae occhi freddi ma sinceri, era il prototipodell’uomo di potere. Al contrario, Spiri-dione non godeva certo di popolarità,eratarchiato, la faccia butterata, gli occhi dafaina, l’andamento goffo e impacciato,sempre con quel grugno beffardo e pre-potente.Si ricordava, ancora, quando piccolo, perla festa di San Giuseppe Patrono della Cit-tà, lo vestirono da Santo, perché in Paesesi usava vestire con gli abiti del Santo unbambino da portare sulla “vara” in pro-cessione per tutte le strade. Quella voltaSpiridione, dopo circa un’ora di passeg-giata, aveva chiesto di scendere dalla “va-ra” perché afflitto da un’atroce mal dipancia, ma i portatori che non potevanofermarsi, imperterriti e facendo orecchieda mercante, avevano continuato a cam-minare. Risentiva ancora il suo piagnuco-

Cacazzuni

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Roberto G. Trapani della Petina

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lare e la sua nenia “scinnitimi c’haie a ca-cari, scinnitimi c’haie a cacari,...”. Al termi-ne della processione lo prelevarono dalla“vara” puzzolente e pieno di escrementi.Si rivedeva, anche, adolescente passarele serate con tre amici in una osteria fuo-ri dal Paese. Il vino e l’iracondia erano giàparte integrante del suo carattere, tantoche ogni serata finiva in rissa, mettendoin grave imbarazzo il taverniere che face-va da paciere solo per delicatezza nei ri-guardi di Don Ferruccio. La cosa arrivò aconoscenza di tutti al paese ed il poetalocale,subito, inventò dei versi in onore di“cacazzuni” che così recitavano: <<Pa-gliazzu, Scecca niura e Pipittuni (nomi-gnoli dati dai paesani ai suoi tre amici) fa-cianu un bel quartetto cu’ cacazzuni eogni sira janu a la taverna... pisciati, tim-pulati e culi in terra>>.Intanto il tempo passava, nulla restavaimmobile tranne la piazza ed il caratte-raccio di Spiridione.Figlia di un bottegaiodel paese, un galantuomo che gestiva unpiccolo negozio di alimentari, Marianna,era una ragazza di diciannove anni vera-mente bella. Appena finito il liceo espres-se il desiderio di iscriversi in medicina al-l’università del Capoluogo.I genitori,ben-ché consapevoli dei grossi sacrifici eco-nomici che comportava quella scelta, ac-consentirono. Marianna era felice, questole consentiva di intraprendere un corsodi studi che amava e al contempo di in-contrarsi con Alberto,un giovane studen-te di medicina, figlio di contadini, ma contanta buona volontà nello studio. Tuttosembrava filare per il meglio. I giovanierano felici. Lui, già al terzo anno, nonmancava di ben consigliarla e guidarla inquel mondo nuovo.

Ma un giorno, orfano di felicità, Spiridio-ne vide passare Marianna proprio in piaz-za di fronte la suo palazzo. La ricordavapiccola, mentre ora era diventava vera-mente un’avvenente ragazza. Per farlabreve s’invaghì di lei al punto da volerlasposare. Ne parlò al padre e decisero diandare a casa della ragazza per parlarecon suo padre, non tenendo conto delparere e della volontà della giovane, per-ché ....era un dettaglio trascurabile!.Quando la macchina di Don FerruccioFalco e del figlio si fermò dinanzi alla mo-desta abitazione dei genitori di Marian-na, tutta la gente del vicolo si affacciò al-le finestre. <<Don Ferruccio visita casa diMarianna... chi vidi..., chi successi...?>>Era un mormorio stupito e curioso chesembrava non smettere mai. Don Ferruc-cio scese dalla lussuosa vettura sotto-braccio al figlio, scostò la doppia portaantimosche ed entrò nella piccola abita-zione pulita, dignitosa ma povera. I geni-tori di Marianna lo guardavano stupiti econ deferenza. << A che dobbiamo que-sto grande onore Don Ferruccio?>> -chiesero con apprensione i due anzianiconiugi. Lui li guardò negli occhi e comeera sua abitudine arrivò presto al dun-que: <<Spiridione s’è invaghito di vostrafiglia e viene a chiedere la sua mano>> Igenitori arrossirono e subito dopo impal-lidirono, non s’aspettavano certo questo“onore” che cadeva su di loro come unmacigno improvviso. <<Ma Marianna losa?>> - balbettò la madre. Don Ferrucciola guardò freddo, mentre Spiridione, conquel suo sorriso beffardo stampato infaccia, attendeva. <<Questi son dettagli acui penserete voi>> - rispose laconico -poi salutò, si voltò e seguito dal figlio uscì

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incamminandosi verso la macchina.Quando Marianna tornò a casa, i ge-nitori la misero al corrente dell’avve-nimento. <<Marianna, capisci chefortuna? - le disse la madre abbrac-ciandola e continuando - ci impa-renteremo con i Falco, non ti man-cherà mai niente. Una principessasarai, ma che dico, una regina!>>Marianna non rispondeva, il suocuore batteva all’impazzata, pensa-va al suo ragazzo, al suo unico veroamore e al contempo non osavacontraddire i genitori. Era consape-vole cosa significasse sposare Spiri-dione, avrebbe cambiato la posi-zione sociale ed economica dellasua famiglia. Un’utopia che si pre-sentava con la faccia butterata di“cacazzuni” all’uscio di Marianna.Spiridione e Marianna cominciaro-no a frequentarsi, il suo innamora-tino non si vide più in Paese. resta-va nel Capoluogo, studiava e basta.Marianna sembrava un automa, sifaceva guidare da tutti come se fos-se vuota, priva di volontà. Il suo vol-to, sempre triste senza mai un sorri-so, s’afflosciò su quella bocca chesembrava dipinta con una piumad’Angelo intinta nei colori mescolaticon miele e fiori.Marianna non aveva accettato ne ri-fiutato di vedersi con Spiridione. Siera abituata a quell’unione per i geni-tori. Si rifiutava di ribellarsi. Era co-sciente degli enormi sacrifici che lafamiglia aveva sopportato per lei. Oraera il momento di dimostrare la sua ri-conoscenza. Ed il cuore?... non era unproblema. Ormai non c’era più, di-

strutto e incenerito batteva solo perscandire quella non morte fisica. Una se-ra “cacazzuni” si presentò a casa di Ma-rianna con il suo solito piglio arrogante:<<Marianna, domani adiamo in Città esceglierai il migliore e il più ricco abito dasposa - poi rivolgendosi alla madre con-tinuò - signora venga anche lei!>> Ma-rianna non parlò, un’espressione stranale si dipinse sul viso. Sembrava quasi unasfida ed una determinazione. L’indomanipartirono di buon ora, Marianna era fred-da, quasi insensibile ad ogni sollecitazio-ne. Giunti in Città, Spiridione col suo faregrottesco e borioso, guidò il piccologruppo dentro il più bel negozio del cen-tro. Le commesse si avvicinarono subito.Cacazzuni mormorò: <<Mostrate allamia fidanzata i più cari abiti che avete>>Li fecero accomodare nella saletta echiesero alla ragazza se avesse qualcheidea o delle preferenze.Spiridione tagliò corto: <<I più cari, hodetto!>> Prima che le commesse si allon-tanassero, Marianna chiese di andare inbagno. Immediatamente l’impiegata lapregò di seguirla e le indicò una direzio-ne lasciandola sola. Marianna si guardòintorno ed in un momento di disattenzio-ne uscì fuori dove nervoso e felice l’atten-deva, su di un piccolo ciclomotore, Alber-to, il suo moroso. Ella salì e lui fece stradaverso la stazione. Inimmaginabile quelloche successe in Paese quando la notizia sisparse. Spiridione Falco “cu tutti i so pic-ciuli fu collocato a riposo” Era un conti-nuo sparlare. Ed il poeta locale non man-cò di dedicargli i suoi versi: <<Cacazzunisi vulia spusari ma comu un beccu sta an-cora ad aspittari ca s’arricogli Mariannabedda, per pruvari vistiti e faredda>>.

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Museo archeologico regionale “A. Salinas”VIA BARA ALL’OLIVELLA, 24 - PALERMO

TELEFONO: 091. 6116805GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA.TIPOLOGIA: ARCHEOLOGICI

Museo della ZisaPIAZZA ZISA - PALERMO

TELEFONO: 091.6520269GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA

TIPOLOGIA: ARTISTICI

Catacombe dei CappucciniPIAZZA CAPPUCCINI, 1 - PALERMO

TELEFONO: 091.212579GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA

TIPOLOGIA: SPECIALIZZATI

Galleria Regionale della SiciliaPALAZZO ABATELLIS, VIA ALLORO, 4 - PALERMO

TELEFONO: 091.6230011GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA

TIPOLOGIA: ARTISTICI

Civica Galleria d'Arte Moderna Empedocle RestivoVIA S. ANNA, 21 - PALERMO

TELEFONO: 091.588951GIORNI DI APERTURA: MARTEDI,MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA

TIPOLOGIA: ARTISTICI

Il Museo delle creature immaginariedal 23 aprile al 29 giugno 2008MUSEO DELLE CREATURE IMMAGINARIE,una mostra di 52 sculture create daAltan e Stefano Benni e realizzate dalgenio della gomma piuma Pietro Pe-rotti, che utilizzano l’immaginazione,

l’ironia e la leggerezza per introdurrei temi della sostenibilità ambientale,dell’accesso alle risorse idriche, deldivario tra il nord e il sud del mondo.L’iniziativa, presentata da AMREF Ita-lia, è promossa dalla Galleria d’ArteModerna con il patrocinio dell’As-semblea Regionale Siciliana, dell'As-sessorato alla Cultura - Comune diPalermo e dell’Agenzia Regionale peri rifiuti e le acque. In mostra grandisculture dai nomi immaginari (Ani-male Rubinetto, Checosaèsauro, Bao-bab, Camullo, Babonzo); 10 tavole ori-ginali di Altan; testi e didascalie irresi-stibili e surreali. Un percorso realizza-to da AMREF che, attraverso un rac-conto colorato rapido e comprensibi-le, mostra il continente africano apartire dall’immaginazione: l’Africa diErodoto, dei giganti a tre teste; l’Afri-ca dell’hic sunt leones. Attraversoquesto percorso si invita il pubblico aguardare l’Africa, i suoi problemi e lesue risorse da un altro punto di vista.Per tutta la durata della mostra sonopreviste numerose attività didatticheper grandi e piccini per conoscere eapprofondire insieme la realtà africa-na e per dare il proprio contributo.).

Orari:martedì-domenica 9,30-18,30

Biglietti:Intero 5,00 euroRidotto 4,00 euro (gruppi di minimo 15 visitatori, over 60,giovani tra 19 e 25 anni,studenti universitari)Gratuito per giovani fino a 18 anni, sco-laresche, studenti Accademia Belle Artidi Palermo, diversamente abili con ac-compagnatoreCumulativo 9,00 euro (Mostra + Galleria)

Giugno - Agosto 2008

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VISITE GUIDATE E LABORATORI SU PRENOTAZIONE

Informazioni e prenotazionidal martedi' al venerdi' ore 9,00 - 14,00tel 091 8431605 - fax 091 8889893

Calendario dei Laboratori MUCILa sezione didattica del museo propone aibimbi un laboratorio diverso ogni giovedì,nell'ambito della mostra MUCI "IL MUSEODELLE CREATURE IMMAGINARIE - MON-DO BABONZO". Il primo appuntamento èper giovedì 8 maggio alle ore 15,30 con illaboratorio "ANIMALI DI-SCARICATI".Di seguito, il calendario dei "Laboratori MUCI":15 maggio h 15.30 “Gli animali rubinetto”22 maggio h 15.30 “Futurdiscarica”29 maggio h 15.30“Inventa un giocattolo”05 giugno h 15.30 “La stanza della pioggia”12 giugno h 15.30“Oggetti immaginari”18 giugno h 10.00 “Fiumi di stoffa”20 giugno h 10.00“Composizioni Babonze”25 giugno h 10.00 “Mare di legno”27 giugno h 10.00 “Gioielli riciclati"Il costo di ciascun laboratorio è di 12,00euro a partecipante e comprende lamerenda. La prenotazione telefonica èobbligatoria.Info e prenotazioni:dal martedì al venerdì ore 9,00-14,00 al numero 091 8431605.

Museo d'Arte e Archeologia Ignazio MorminoVILLA ZITO - VIALE DELLA LIBERTÀ, 52 - PALERMO

TELEFONO: 091.6085972GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO

TIPOLOGIA: ARCHEOLOGICI

Casa museo Tre secoli di modaPIAZZA ALBERIGO GENTILI, 6 - PALERMO

TELEFONO: 091.347709 GIORNI DI APERTURA: VISITABILE A RICHIESTA

TIPOLOGIA: NATURALISTICI

Tesoro della CattedraleCORSO VITTORIO EMANUELE - PALERMO

TELEFONO: 091.334373GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA

TIPOLOGIA: ARTISTICI

Museo Internazionale delle Marionette A. PasqualinoPIAZZETTA NISCEMI, 5 - PALERMO

TELEFONO: 091/328060 GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA

Museo del Costume R. PirainoLUOGO: PALERMO

INDIRIZZO: VIA DELL'UNIVERSITÀ, 54 - PALERMO

TELEFONO: 091/329335GIORNI DI APERTURA: VISITABILE A RICHIESTA

SITO WEB: MUSEO DEL COSTUME R. PIRAINO

TIPOLOGIA: SPECIALIZZATI

Civico Museo Renato GuttusoVIA CONSOLARE, 9 - S.S.113 - BAGHERIA (PA)TELEFONO: 091.943904 GIORNI DI APERTURA: MARTEDI, MERCOLEDI,GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA

Spazio Espositivo PolivalenteVIA PAOLO GILI, 4 - PALERMO

TELEFONO: 091.6513431-6520814GIORNI DI APERTURA: MARTEDI, MERCOLEDI,GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA

Museo del MareArsenale di Palermo VIA CRISTOFORO COLOMBO, 142 - PALERMO

TELEFONO: 091.582049GIORNI DI APERTURA: MARTEDI, MERCOLEDI,GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA

Giugno - Agosto 2008

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Museo DiocesanoVIA M. BONELLO, 2 - PALERMO

TELEFONO: 091.6077215-091GIORNI DI APERTURA: MARTEDI, MERCOLEDI,GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA

Museo di Palazzo MirtoINDIRIZZO: VIA MERLO, 2 - PALERMO

TELEFONO: 091.6167541 GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA

Museo del RisorgimentoPIAZZA SAN DOMENICO, 1 - PALERMO

TELEFONO: 091.582774GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MERCOLEDI, VENERDI

TIPOLOGIA: STORICI

Museo di MineralogiaVIA ARCHIRAFI, 36 - PALERMO

TELEFONO: 091.6161516-091.6168122GIORNI DI APERTURA: VISITABILE A RICHIESTA

Museo di ZoologiaDIPARTIMENTO DI BIOLOGIA ANIMALE

VIA ARCHIRAFI, 18 - PALERMO

TELEFONO: 091.6161603 - 091.6166080 GIORNI DI APERTURA: MARTEDI, GIOVEDI

TIPOLOGIA: NATURALISTICI

Museo Geologico Gaetano Giorgio GemmellaroCORSO TUKORY, 131 - PALERMO

TELEFONO: 091.7041051GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO

TIPOLOGIA: NATURALISTICI

Museo Etnografico G. Pitrè‘VIA PERGOLE, 75 - PALERMO (SEDE PROVVISORIA)TELEFONO: 091.7404890 GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,MERCOLEDI, GIOVEDI, SABATO, DOMENICA

TIPOLOGIA: TERRITORIALI

EXPAEX SCUDERIE DI PALAZZO CEFALÀ

VIA ALLORO 97, 90133 PALERMO

TEL.FAX (+39) 091.6170319WWW.EXPA.ORG

WWW.KATAKUSINOS.EU

IN ARTideata ed organizzata daKAFFE’_arte in divenireRGB cinemaEXPA, La Triennale di Milano OFF

con il patrocinio culturale del Comunedi Palermo.Ogni giovedì, venerdi e sabato dalle 19alle 23, ingresso con tesseramento, atti-vità culturali/spettacolari animerannole serate del piano nobile, dalla musicalive multietnica ad una rassegna d’essai in una sala cinema dedicata,con poltroncine maxdesign, passandofra pieces teatrali e presentazioni di libri, installazioni artistiche,massaggi e relax.

Le domeniche invece, ad ingresso libe-ro, saranno dedicate all’architettura edal design con una programmazionedal titolo sundayexpa. Il designbar delpiano nobile offrirà, inoltre, ogni seraun ricco buffet mediterraneo.

all’interno di IN ART EXPApresenta sundayexpaarchitettura/design/videodesign

Ogni domenica ad ingresso libero dalle ore 19.00, a partire dal 20 aprile fi-no al 31 dicembre

Presentazione del libro “creative city”di Maurizio Carta,ed.Actar,sarà presente l’autore.1 GIUGNO ORE 19

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“Anch’io design”,Walter Carzan, design;“corto/design“, videoproiezioni di cortitratti dal concorso a cura di RewindLab/EXPA.8 GIUGNO ORE 19

“Anch’io design”, Studio Ferrara, comu-nicazione visiva;“corto/design“, videoproiezioni di cortitratti dal concorso a cura di RewindLab/EXPA.15 GIUGNO ORE 19

“Anch’io design”, Mitzica, fashion design;“corto/design“, videoproiezioni di corti tratti dal concorso a cura di RewindLab/EXPA.22 GIUGNO ORE 19

“Corto/design“, premiazione del concorso a cura di RewindLab/EXPA.29 GIUGNO ORE 19

Associazione EgeriaCentro Studi LeboyerVIA MORELLO, 10 - PALERMO

TEL. 339 3017825WWW.CENTROSTUDIEGERIA.COM

[email protected]

CONFERENZA“I BENEFICI DELLO YOGA”con Gian Mario Conti(Pittore,artista del teatro di strada e mi-mo,musicante di arpa,insegnante di yoga e di meditazione,vive ad Assisi).Villa Niscemi - Piazza dei quartieri - Palermo6 GIUGNO DALLE ORE 18 ALLE ORE 20

Per coloro che sono interessati alla praticadello yoga seguiranno due giornate,sabato 7e domenica 8 giugno dalle ore 9.30 alle ore17.30,presso SCUOLA DI DANZA,arti marzialie ricerca teatrale,formazione festinalente,Via-le Regina Elena,59,Mondello Valdesi (PA).Prenotazione necessaria,max 20 partecipanti.

Libreria Kursaal KalhesaFORO UMBERTO I, 21 - PALERMO

TEL.091-6167630 - FAX 091-6161282WWW.KURSAALKALHESA.IT

Libreriaorari dal martedì al sabato 13:00-15:30e 17:30 fino a chiusuradomenica 11:30 - 18:00

Domenica LibriTutte le domeniche h. 12:00 - 17:00 letture, giochi, intrattenimento per bambini dai 3 ai 12 anni

ConcertiOgni giovedì al Kursaal Kalhesa potre-te ascoltare musica dal vivo. In inverno,nello spazio caldo e accogliente del wi-ne bar, in estate nel fresco giardino...

Orari di apertura del centro dal martedìal giovedì dalle 12:00 alle 01:30 venerdì e sabato dalle 12:00 alle 02:00domenica dalle 11:30 alle 18:30lunedì chiuso

MalalunaVIA RESURREZIONE, 82 - PALERMO

WWW.MALALUNA.IT

PICCOLI CONCERTI ore 23.00 DISCO PUB ore 00.30

PASSIONIKA pop rockVENERDÌ 30 MAGGIO

ARANCIA MECCANICA rock italiano ‘80SABATO 31 MAGGIO

RICCARDO SIMONCELLI TRIO popDOMENICA 1 GIUGNO

ZONA SISMICA (trapani) funky popVENERDÌ 6 GIUGNO

Giugno - Agosto 2008

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ECC’E’SSIVO funky danceSABATO 7 GIUGNO

KATIA MICELI popda confermareDOMENICA 8 GIUGNO

Teatro Massimo Bellini di Catania VIA PERROTTA GIUSEPPE, 1295131 CATANIA

TEL. 095.7306111

MAD TRIOMarina Borgo, Antonio Coschina, Davi-de Galaverna

Programma

G. PeterSouvenir de Circus RenzJ.S. BachConcerto in mi magg. BWV 1042G. KramerCarovana negraA. KaciaturianSabre danceJ. DimitruRomanien dance n. 2L. BacalovIl postinoA.VivaldiConcerto in la min., op. 3 n. 6, RV 536DOMENICA 1 GIUGNO 2008 ORE 11,00

CAUCASUS PASSION

DirettoreAZAMAT BASTECoreografoMUHAMED KULOV

Compagnia Accademica di Danza delloStato di Nalmes (repubblica di Adygea, Russia).

Orchestra e tecnici del Teatro Massimo Bellini6-7-8-10-11-12-14 E 15 GIUGNO 2008

Teatro Biondo StabileTEATRO BIONDO - VIA ROMA 258 - 90133 PALERMO

TEL.0917434311TEATRO BELLINI - PIAZZA BELLINI - 90133 PALERMO

TEL.0917434312

Vincenzo Pirrotta in L’ultimo giorno di un condannato a morteda Victor Hugoadattamento e regia Vincenzo Pirrottacon G.Calcagno,N.Lombardomusiche Ramberto Ciammarughiproduzione Teatro Biondo Stabile di Palermo - Ass.Cult.Esperidio4 GIUGNO

Compagnia della Scuola di Recitazionedel Teatro Biondo in Esercizi di stileregia Umberto Cantone prod.Teatro Biondo Stabile di Palermo1 GIUGNO

Teatro MassimoP..ZZA G. VERDI – PALERMO

TEL. 091.6053111

ConcertiGioachino RossiniPetite Messe per soli, coro, due pianoforti e harmoniumDirettoreMiguel Fabián MartínezSopranoAndrea RostMezzosopranoStefanie IranyiTenoreJohn OsbornBassoAlex Esposito Coro del Teatro Massimo1 GIUGNO

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Opere e ballettiGiacomo Puccini Manon LescautDramma lirico in quattro atti DirettoreGiampaolo BisantiRegiaPierfrancesco MaestriniSceneFiorella MarianiCostumiDavid WalkerLuciBruno Ciulli Orchestra e Coro del Teatro MassimoAllestimento del Teatro Massimo13, 14, 15, 17, 18, 19 GIUGNO

SERVIZI AL PUBBLICOVisite guidateDal martedì alla domenica dalle 10 alle 15 (ultima visita ore 14.30)Durata di venticinque minuti,anche in lingua straniera.

Biglietto intero: 5 euroBiglietto ridotto: 3 euro (meno di 18 anni, più di 65 anni,gruppi di almeno 25 persone)Biglietto ridotto scolaresche: 2 euroIngresso gratuito per bambini con meno di sei anni.

Per informazioni e prenotazioni:telefono/fax: 091.6090831

Teatro DitirammuVIA TOREMUZZA 6 - 90133 PALERMO

TEL. 091.6177865

A MUNTI PIDDIRINU C'E' 'NA ROSTriunfu10-13 LUGLIO ORE 21.15

PRIME LUCIalborata con colazione cantata allo Stagnone3 AGOSTO ORE 5.00

PRIME LUCI - alborata con colazionecantata allo Stagnone10 AGOSTO ORE 5.00

PRIME LUCI - alborata con colazionecantata allo Stagnone15 AGOSTO ORE 5.00

PRIME LUCI - alborata con colazionecantata allo Stagnone16 AGOSTO ORE 5.00

Centro Studi di Medicina IntegrataVIA DANTE 153 - 90141 PALERMO

TEL. 0916113714CELL. [email protected]

Calendario conferenzeConferenze

“Mettiamo in scena il nostro teatro in-teriore attraverso lo psicodramma”R.Billeci medico psicodrammatera-peuta. Ingresso libero20 giugno ore 18-20

Attività di gruppo

“SUONI… PAROLE: la Sicilia tra storia ecomplessità” Teatro di Sociopsico-dramma ed a seguire gruppo di psico-dramma, R. Billeci medico psicodram-materapeuta, attrice.11 giugno ore 20,30-22,30

Eventi a PalermoSHENG QI Tien an men pitturavisitabile da lunedì a domenica dalle h 11-12.30 e dalle 17.30-19.30gratis - Mediterraneadal 16 maggio al 15 giugno

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ARMANDO MILANI From the Eye to the Heart pitturavisitabile tutti i giorni ore 16-19gratis - Expadal 20 aprile al 29 giugno

IL MUSEO DELLE CREATURE IMMAGINARIE - MONDO BABONZOcinquantadue sculture in gommapiumaideate da Altan e Stefano Bennie realizzate da Pietro Perotti,accompagnate da testi e didascaliedegli autori che invitano a immagina-re un mondo migliore.Visitabile da martedì a domenica ore 9.30-18.30euro 5-4Galleria d’arte modernasino al 29 giugno

FABRIZIO COSTANZO E FRANCESCOPINTAUDI Tracce personale dei pittoricon 50 opere tra olii su tela e su tavo-la, installazioni, tecniche miste, ogget-ti di legno visitabile tutti i giorni gratisSan Paolo Palace Hotelsino al 30 giugno

MAX ERNST nella Collezione Wurth,58 opere del pittore scultore e poetasurrealista visitabile da lunedì a saba-to ore 8.30-12.30 euro 5Palazzo dei Normannisino al 15 luglio

Stagione estiva del Teatro Massimo28 GIUGNO – 20 LUGLIO 2008TEATRO DI VERDURA

Nick The Nightfly & FriendsCon Sarah Jane Morris e Dominic Miller28 GIUGNO ORE 21.15

Hevia & l’Orchestra EtnomediterraneaLe Vie della Seta1 LUGLIO ORE 21.15

Ian Gillan Deep Purple4 LUGLIO ORE 21.15

Eleonora Abbagnato Cassandra6 LUGLIO ORE 21.15

Ite LemperBetween Yesterday and Tomorrow8 LUGLIO ORE 21.15

Hollywood Music10 LUGLIO ORE 21.15

Daniel HardingLondon Symphony Orchestra12 LUGLIO ORE 21.15

Ornette Coleman3 Bass Quintet13 LUGLIO ORE 21.15

Mikhail Baryshniko Three Duets18 LUGLIO ORE 21.15

Chaplin TributeLuci della Città20 LUGLIO ORE 21.15

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Palermo vetrina del territorio

Piazza Verdi (Teatro Massimo) SABATO14 GIUGNO

ORE 17.00/20.00

Piazza Verdi (Teatro Massimo) DOMENICA 15 GIUGNO

ORE 10.30/13.30

Piazza MondelloSABATO 21 GIUGNO

ORE 17.00/20.00

Piazza MondelloDOMENICA 22 GIUGNO

ORE 10.30/13.30

Piazza Ruggero Settimo (Politeama)SABATO 28 GIUGNO

ORE 17.00/20.00

Piazza Ruggero Settimo (Politeama)DOMENICA 29 GIUGNO

ORE 10.30/13.30

Foro ItalicoSABATO 5 LUGLIO

ORE 17.00/20.00

Foro Italico DOMENICA 6 LUGLIO

ORE 10.30/13.30

Giugno - Agosto 2008

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Arrivano,anzi,ritornano gli spagnoli in città.Domeni-ca 18 maggio è stata inaugurata a Palermo una del-le più importanti mostre sull’arte spagnola,un’espo-sizione unica nel suo genere,con alle spalle otto me-si di preparazione,che non verrà riproposta nè in Ita-lia nè in Spagna.Fino al 14 settembre,nei saloni com-pletamente restaurati del settecentesco palazzoSant’Elia di via Maqueda, sarà possibile ammirarequalcosa come settanta opere delle firme più illustridi artisti moderni e contemporanei dell’arte iberica.«España. Arte spagnola 1957-2007» è il titolo dellarassegna, promossa dalla Provincia Regionale di Pa-lermo,dall’Istituto Cervantes di Madrid,con il patroci-nio del Presidente del Parlamento Euroepeo,del Mi-nistro della Cultura Spagnolo e con la collaborazionedel DARC Sicilia (Dipartimento per l’Archiettura el’Arte Contemporanea della Regione Sicilia) e orga-nizzata da Arthemisia.Il curatore della mostra, Demetrio Paparoni, ha sceltodi non suddividerla cronologicamente,ma di seguireun’impostazione tematica e narrativa che accosta leopere in modo da sottolineare la continuità di stili econtenuti.La ricognizione parte dal 1957,anno di na-scita del gruppo El Paso nonchè snodo di passaggionel panorama spagnolo tra l’arte moderna e quellacontemporanea, e si articola in cinque sezioni. Nellaprima sezione, Quijotismo trágico, sono raccolte leopere che vanno da Santiago Sierra a Juan Muñoz,daFrancisco Leiro a Eva Lootz;la sezione dedicata al Misti-cismo pagano raggruppa,invece,esponenti come An-

tonio Lopez,Ramon Masatas e Josè Suárez.Ancora nella parte dell’Existencialismo ba-rocco ci sono le opere di Salvador Dalì,PabloPicasso, José Manuel Ballester e FerminAguayo, mentre nella quarta sezione,Tene-brismo hispánico,si trovano gli artisti AntoniTápies,Manuel Rivera,Antonio Saura e AitorOrtiz. Nella quinta sezione, Abstracción sim-bólico-formal,infine,sono raccolte le opere diJoan Mirò, Equipo 57, Miguel Navarro, JuanUslè e Jorge Oteiza.Fin dall’inaugurazione l’esposizione,recensi-ta dalla maggior parte della stampa nazio-nale ed estera,ha raccolto il consenso unani-me di pubblico e critica.Grande soddisfazio-ne è stata espressa anche da César AntonioMolina, Ministro della Cultura Spagnolo, ilquale ha dichiarato come Palermo sia «la sedeideale per una grande mostra di arte spagno-la, i cui temi – ha aggiunto il Ministro – se dauna parte evidenziano tratti salienti della cul-tura spagnola, dall’altra fanno affiorare ancheuna parte dell’anima siciliana».Una menzione particolare,infine,merita la rinasci-ta di Palazzo Sant’Elia che fa da cornice a «España1957-2007»,non a caso «la mostra – ha spiegato ilsuo curatore Paparoni – è stata pensata e costruitasul palazzo di via Maqueda».È possibile visitare la mostra – che è corredata da uncatalogo edito Skira – tutti i giorni (esluso il lunedì),presso il palazzo Sant’Elia in via Maqueda 81,nei se-guenti orari:10 – 13 e 17 – 20;venerdì,sabato e pre-festivi sino alle 23.Il biglietto d’ingresso costa 7 euro,(5 euro ridotto). Per prenotazioni e informazioni èpossibile contattare il numero 091 87630898 o visita-re il sito www.mostraespana.it.

Dario Carnevale

España. Arte spagnola

1957-2007

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L’acqua? E’ un bene prezioso chenon va sprecato. Come tutte le ri-sorse esaur ibi l i anche l ’acquarientra tra quegli elementi prezio-si esistenti in natura che devonoessere quotidianamente difesi enon usati malamente. «E’ propriocosì – dice il presidente dell ’AmapBruno La Menza – ormai per fortu-na non esiste più il problema del-le risorse idriche, ma l ’ idea che undomani possa esserci i l r ischio diuna nuova siccità ci spinge a uti-l izzare l ’acqua, come del restoqualsiasi altra risorsa esauribile,in modo parsimonioso. Oggi perfor tuna l ’acqua c ’è e sembranolontani i tempi in cui si andava in

giro con bidoni per procacciarse-la».Rispetto al passato la coperturadella rete idrica è cresciuta note-volmente, ma in alcune case averel ’acqua tutti i giorni resta pur-troppo una speranza. Come inter-venire?«La nostra rete è una delle piùgiovani ed efficaci d’I talia. E’ chia-ro che ancora non riusciamo a ser-vire i l cento per cento della città,ma stiamo lavorando per coprirel’ intera popolazione cittadina ini-ziando proprio da quelle aree do-ve al momento la distribuzione èminore. Negli ultimi anni la cresci-ta dell ’efficacia in termini di di-str ibuzione è sotto gli occhi ditutti . In questo momento le zoneper i fer iche sono effett ivamentepenalizzate perché più difficil i daservire, ma stiamo lavorando conl’amministrazione della città persuperare il problema».Avete un rapporto diretto con ilcittadino?«Abbiamo un efficiente ufficio perla risoluzione di problemi, per se-gnalazioni eventuali di guasti nel-la distribuzione o per quanto ri-guarda la rete fognaria. Abbiamoun vero e proprio fi lo diretto an-che grazie al sito Amap.it grazie alquale riusciamo ad avere il polsodell ’efficacia del servizio che noioffriamo. In questo modo riuscia-mo anche a potenziare i nostr iservizi».Possiamo mettere il bicchiere sot-to il rubinetto e bere l ’acqua che

Valerio Tripi

ll 2008 dell’Amap spa,

quando l’acqua è un piacere

anche da bere.Il presidente

La Menza: “il nostro motto?

Continui controlli e distribuzione

capillare”.

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arriva nelle nostre case?«I l compito dell ’azienda è quellodi portare l ’acqua in condizioniottimali all ’ ingresso dei condomi-ni. Grazie a nostri laboratori d’ec-cellenza che analizzano in manie-ra costante l ’acqua che arriva nel-le case posso dire che fino all ’ in-gresso nelle abitazioni l ’acqua èpiù che potabile, è organolettica-mente per fetta. I l problema sorgenelle abitazioni, l ì deve essere chigestisce a amministra i l condomi-nio a ver i f icare che al l ’ internodelle cisterne ci siano le condizio-ni per fette affinché l ’acqua restipura e che non ci siano probleminelle reti che alimentano gli ap-partamenti».Ci si può rivolgere all ’Amap per

controllare la situazione in ognicondominio?«Certamente. Siamo a disposizio-ne dei cittadini che possono usu-fruire dei nostr i laborator i , cheper noi sono un vero e propriofiore all ’occhiello, con una spesairrisoria. In questo modo, accer-tandosi che l ’acqua che arriva nel-le nostre case è per fetta, si posso-no r isparmiare enormi r isorseeconomiche altrimenti impegnatenell ’acquisto di acqua potabile. I ltimore dell ’acqua che non si puòbere deve diventare il brutto ri-cordo di altri tempi, quando tene-vamo l ’acqua nelle cisterne pergiorni e giorni in attesa che tor-nasse l ’acqua corrente».Avete un modo per tenere la si-

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Il serbatoio di S. Ciro alto.

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tuazione sotto controllo sia perquanto r iguarda eventual i fa l lenella rete che pericoli d’inquina-mento?«Abbiamo un telecontrol lo co-stante della rete che ci permettedi monitorare in continuazioneogni passo della nostra distribu-zione. Facciamo anche prelievi co-stanti per assicurarci che la nostraacqua s ia sempre per fetta . Peranalizzarla ci appoggiamo al no-stro laboratorio. Un vero e propriof iore a l l ’occhiel lo del la nostraazienda che, lasciatemelo dire conun po’ di orgoglio, ci viene invi-diato in I talia perché rappresentaun centro control lo di qual i tàd’eccellenza».Cosa avete programmato per i l fu-turo?

«Già nei primi mesi del 2008 si ècapito che questo, sotto diversiaspetti , rappresenterà un anno disvolta. Con l ’avvento dell ’Ato Idri-co ci stiamo apprestando a un pe-riodo diverso sotto il profilo ge-stionale. Cambieranno alcuni as-setti gestionali sia per noi che perla provincia. I l tutto, ovviamente,nell ’unica direzione che ci prefig-giamo, vale a dire quella di otti-mizzare il servizio di l ivello chegià garantiamo. L’ impegno con-creto che sin da ora vogliamo as-sumere è quello di continuare amigliorare sotto tutti gli aspetti .O vviamente a cominciare dal laqualità della potabilizzazione finoalla qualità di distribuzione. Per-ché gli ottimi l ivelli già raggiuntinon ci devono fare dormire sugli

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A sinistra il serbatoio di S. Ciro alto,in basso la fontana del Garraffello.

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allori , ma spingerci a fare sempremeglio. Fino ad ora abbiamo cam-biato circa 30 mila contatori perevitare sprechi e per assumereagli occhi del cittadino una mag-giore trasparenza gest ionale didistribuzione. La linea è tracciatae abbiamo tutte le intenzioni diproseguire su questa strada».L’Amap si occupa solo di acquapotabile?«Ci occupiamo anche della retefognaria e del sistema di depura-zione e smaltimento delle acquereflue. Attraverso una collaudatasquadra formata da validissime ri-sorse umane, poi, l ’Amap è in gra-do di trasformare una risorsa na-turale in un complessa serie di at-tività legata anche alla raccolta,alla potabilizzazione, ma soprat-tutto alla distribuzione».L’Amap, infine, si occupa periodi-

c a m e nte d i c u ra re c a m p a g n eco nt ro g l i s p re c h i . D e s t i n at a r ip r i n c i p a l i d e i m e s s a g g i s o n o ibambini che secondo l ’az iendapres ieduta da Bruno La M enzahanno i l duplice compito di im-parare a non sperperare un beneprezioso come l ’acqua e sensibi-l izzare i più grandi ad apprezzaremeglio l 'acqua. Oggi, infatti , circai l 30 percento delle r isorse idri-che viene sperperato inuti lmen-te. Un attento e oculato uti l izzoci farà v ivere megl io i l futuro.Ogni giorno mediamente si con-s u m a n o 2 5 0 l i t r i d i a c q u a pe rscopi domestici . Questa enormequantità d’acqua la impieghiamocosì : i l 39 percento lo usiamo peri l bagno o la doccia; i l 20 percen-to per l ’uti l izzo dei sanitar i ; i l 12percento per fare i l bucato; i l 10p e rce nto p e r i l l ava g g i o d e l l e

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Il Qanat del “Gesuitico alto”

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stovigl ie; i l 6 percento per l 'usonormale in cucina; un altro 6 per-cento per i l lavaggio dell ’auto eper i l g iard inaggio ; un a l t ro 6percento per altr i usi vari e solol ’1% per bere. E pensare che tantibambini non hanno nemmeno unbicchiere d’acqua al giorno. Perquesto sarebbe uti le seguire al-cuni consigl i per non sprecare ac-qua: la macchina? Meglio lavarlaal l ’autolavaggio e non in giardi-no. I l bagno? Una volta ogni tan-to, meglio una doccia con l ’acquache scorre solo quando ser ve. Perlavarsi i denti aprire e chiudete i lrubinetto so lo a l l ’occor renza e

non lasciare scorrere inuti lmente.La lavatr ice? E’ meglio non usarlas o l o p e r u n a m a g l i e t t i n a , m amettere insieme più capi da lava-re (e in questo modo si r isparmie-ranno anche i soldi della bollettaelettr ica) . E ancora vi piace faregiardinaggio? Innaff iate usandola quantità d ’acqua necessar ia .L’effetto pompiere causa sprechie vi fa ubriacare le piante. Avetei l rubinetto che gocciola? In que-s to c a s o b i s o g n a c h i a m a rel ’ idraulico, ma nell ’attesa si puòc h i u d e re i l ru b i n e t to ce nt ra l e .Non sarà comodo, ma ser ve sia anoi che al la natura.

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La sorgente del Gabriele

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IL PROBLEMA: CAROVITA

Quanti non si sono mai lamentatidel carovita? E quanti non hannomai cercato di ricorrere a consiglida parte dei parenti o di amici sucome spendere meno? Ci sono poiquelli che per acquistare un paccodi spaghetti controllano tutte lemarche a disposizione per sceglie-re quella con il prezzo più basso.Insomma, uno stress che si va asommare con quello procurato daiprezzi alle stelle che continuano asalire sempre di più.Ci sono poi i consigli degli esperti,

come scegliere sempre i prodottie le tariffe meno care oltre che alsupermercato in occasione di unastipula di una nuova assicurazioneo di scelta di una nuova tariffa diquesta o quella compagnia telefo-nica. Ma anche in questo caso l’an-goscia e la paura di sbagliare escegliere sempre un prodotto piùcaro di un altro è molto forte. E ilportafogli continua a svuotarsi.

DA COSA E’ DETERMINATO

Capirlo sarebbe già un passoavanti. Se conosci il tuo nemicopuoi batterlo più facilmente, dice-va un vecchio saggio. Approfondi-re i diversi scenari che incidonosull’aumento dei prezzi nel nostroterritorio sarebbe la prima dellestrategie utili alla soluzione delproblema. Il tema dei prezzi pazziè di grande attualità e rappresen-ta uno dei punti più critici non so-lo della città di Palermo, ma di tut-to il nostro Paese. Il carovita ormaiè capace di determinare condizio-ni di crescente difficoltà per unnumero sempre maggiore di fami-glie, soprattutto quelle con redditipiù bassi: se crescono i prezzi di-minuiscono i consumi e a risentir-ne è tutta l’economia.

Lotta al carovita?C’è “Palermo

vetrina del territorio”

Probabilmentenon basta ma aiuta.

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COME RISOLVERLO…

La gravità del problema e il pocotempo che rimane prima che tan-te famiglie si ritrovino in banca-rotta fa compiere alla lotta al caro-vita un salto di qualità. Vale a direche non è più il momento di cer-care capri espiatori, ma serve orapiù che mai un impegno serio, co-mune, per affrontare le criticità evedere in dettaglio le singole que-stioni su cui mettere in campoazioni condivise tra istituzioni eoperatori.

….A PALERMO

Allo studio ci sono tantissime op-zioni e a vagliarle è l'assessore co-munale alle attività produttive Fe-lice Bruscia. «Il caro vita – diceBruscia - è un guasto di tuttal'economia italiana. La colpa non ètutta delle cosiddette intermedia-zioni parassitarie, cioè dei nume-rosi passaggi attraverso i quali lemerci viaggiano dal produttore albanco, ma ci sono tanti fattori. Unricetta vera e semplice non c’è, mabisogna mettere in atto tutta unaserie di provvedimenti che possa-no calmare questa corsa al rialzo».L’amministrazione comunale è

sempre stata in prima linea nellalotta al caro vita. Di iniziative perabbassare i prezzi se ne contanoormai tantissime da “PalermoSpende Meglio” a “Caffè e cornettoa un euro”. In totale sino ad ora so-no stati una decina gli interventistrategici contro il caroprezzi chehanno registrato, non solo la pie-na adesione delle associazioni dicategoria e dei consumatori, maanche l’approvazione dei cittadinia cui è stata offerta la possibilitàconcreta di acquistare prodotti diqualità e, al tempo stesso, di ri-sparmiare. Fin dal suo insedia-mento l’amministrazione cittadinaha intrapreso un percorso, condi-viso con le associazioni di catego-ria e dei consumatori, al fine diadottare misure che possano inco-raggiare e sostenere i consumicon ricadute positive sull’econo-mia cittadina. «Per entrare nellospecifico di quello che stiamo fa-cendo a Palermo – continua l’as-sessore Bruscia – bisogna dire chestiamo ripercorrendo una stradagià ben collaudata. Quella cioèdelle iniziative prese in passatocontro il carovita. A parte quelladella prima colazione abbiamo al-lo studio anche altri provvedi-menti come quello per intervenire

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sugli asili nido privati per abbatte-re il costo della retta. In questomomento bisogna ammettere chegli asili comunali non sono suffi-cienti per accogliere tutte le ri-chieste della gente e il rischio èquello di mandare le famiglie inpasto alle tariffe degli istituti pri-vati. Vogliamo intervenire, insie-me a Confcommercio, per averedelle rette sostenibili per tutte letasche».Ma le iniziative non si fermanoqui. «Già perché con la Fipe (Fede-razione Italiana Pubblici Esercizi,ndr) – continua Bruscia - stiamostudiando una formula per risto-ranti e pizzerie. L’esempio chefacciamo è proprio quello dellapizza: tante famiglie con redditobasso sono costrette a rinunciarenon dico a una serata in pizzeria,ma addirittura alla pizza. Un ac-

cordo in questo senso propriocon la Fipe potrebbe permetteredi ottenere degli sconti particolari».

DAL PRODUTTORE AL CONSUMATORE

«Adesso – dice l’assessore comu-nale Felice Bruscia – abbiamo in-trapreso anche un’altra strada cheè quella del Mercato Contadino.Un’idea che sta diventando sem-pre di più una realtà importantenella logica dell’abbattimentodella filiera che determina l’au-mento di prezzi dal produttore alconsumatore. Il carovita trova ter-reno fertile sul costo delle materieprime e sull’introduzione dell’eu-ro. Anche se va detto che quandoè entrata in vigore la moneta uni-ca è mancato il controllo sullaconversione».

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E così è capitato anche che i solitifurbetti se ne siano approfittati. Iprezzi sono impazziti e 10 euro so-no diventati come 10 mila lire.«Probabilmente - continua FeliceBruscia - la gente ha fatto confu-sione tra un euro e le mille lire, fa-cile così per qualcuno approfittar-ne. Adesso si potrebbe reintrodur-re i doppi prezzi per mettere lagente che va a fare acquisti nellecondizioni di capire quali siano iprezzi alti e quali no».

IL CONTRIBUTO ALLA CAUSA:“VETRINA DEL TERRITORIO”

Qualche tempo fa l’amministra-zione comunale aveva lanciatol’idea di appositi corner nei super-mercati dove presentare i prodot-ti tipici della tradizione gastrono-mica non solo palermitana, ma an-che della provincia in generale.Tutti prodotti provenienti daaziende locali. Un’idea che è statarilanciata dalla società di serviziGulotta Cube che ha creato “Paler-mo Vetrina del territorio”, una sortadi fiera itinerante con delle azien-de che presentano i loro prodotti eli mettono in vendita nel rispettodella corsa al risparmio e dello slo-gan “dal produttore al consumato-

re”. Un progetto subito sposato efortemente voluto dallo stesso as-sessore comunale alle attività pro-duttive Felice Bruscia. «Una iniziati-va come questa – dice l’assessore –è sicuramente apprezzabile e, ov-viamente, l’amministrazione comu-nale non può fare altro che appog-giarla. “Palermo Vetrina del Territo-rio” credo che sia una delle oppor-tunità alle quali non possiamo ri-nunciare né vogliamo farlo. Unainiziativa che va aiutata e suppor-tata. Soprattutto dalla nostra am-ministrazione che si pone semprein prima linea nella lotta che ab-biamo intrapreso contro il carovi-ta».

CHI VA IN “VETRINA”

Hanno subito aderito al progetto“Palermo Vetrina del Territorio”tantissime aziende e tante altre lofaranno nel prossimo periodo.L’iniziativa organizzata e promos-sa dalla società di servizi GulottaCube, infatti, è destinata a durareper un bel po’ di tempo in mododa assicurare alle aziende autoc-tone un contatto diretto con iconsumatori. Fanno già parte del-la vetrina oltre ai partners istitu-zionali come l’Assessorato alle At-

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tività Produttive del Comune diPalermo e l’Amap Spa (AziendaMunicipalizzata Acquedotto di Pa-lermo) anche aziende enogastro-nomiche importanti come il Prin-cipe di Corleone prodotto dalleaziende vitivinicole dei fratelliPollara, la Sclafani liquori e altreditte locali che realizzano degliottimi prodotti caseari e biologici.Non hanno fatto mancare il lorocontributo anche DueVi, Nuovi Ar-redi e Acqua Park Monreale.

LA PRIMA TAPPA

La prima tappa di “Palermo Vetrinadel Territorio” si è tenuta domeni-ca 18 maggio alla galleria Colle-zionarea (piazzetta Monteleone 3a Palermo alle spalle del palazzodella poste di Via Roma).All’interno della mostra dal titolo

“L’Arte della ceramica” si è tenutala degustazione di vini della canti-ne Principe di Corleone oltre cheassaggi di specialità gastronomi-che locali. Contestualmente, sem-pre allo scopo di avvicinare il pro-duttore al consumatore, per fareconoscere le realtà artigianali lo-cali un gruppo tra i più noti cera-misti palermitani ha mostrato lavarie fasi della lavorazione dellaceramica. Dalla preparazione deimateriali fino ad arrivare al prodot-to finito. Una dimostrazione delletecniche di lavorazione, dei segretiche le famiglie di artigiani di que-sto settore si tramandano ormai dasecoli. Un altro dei momenti di ri-lievo della prima tappa della mani-festazione è stata la degustazionedelle acque dell’Amap Spa. L’azien-da che fornisce l’acqua a Palermoha presentato le particolarità delle

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sue acque e facendole assaggiarein modo da dimostrare oltre che lalimpidezza e la purezza anche leproprietà organolettiche. Un ulte-riore modo per dimostrare comel’acqua dell’Amap Spa sia potabile.«Grazie a nostri laboratori d’eccel-lenza – dice il presidente del-l’Amap Spa Bruno La Menza - cheanalizzano in maniera costantel’acqua che arriva nelle nostre ca-se, posso dire che la nostra acqua èpiù che potabile, è organolettica-mente perfetta».Nel corso del primo appuntamen-to con “Palermo Vetrina del Terri-torio” l’Amap Spa ha anche avutomodo di presentare l’ultima dellesue iniziative studiate allo scopodi avvicinare i palermitani al-l’azienda. Il riferimento è alla cam-pagna “Un tecnico per ogni uten-te” che ogni giovedì mette a di-

sposizione un esperto per risolve-re tutte le problematiche di tipofognario. Ogni giovedì, dalle 9,30alle 13, negli uffici dell'unità ope-rativa contratti di via Volturno 2,un tecnico dell'azienda sarà a di-sposizione degli utenti per fornireinformazioni utili.L’evento ha attirato tantissimi av-ventori che hanno affollato lapiazzetta contribuendo al lanciopositivo di “Palermo Vetrina delTerritorio”.

OBIETTIVI DI “PALERMO VETRINA DEL TERRITORIO”

Come tutte le iniziative anche “Pa-lermo Vetrina del Territorio” ha lesue finalità e i suoi obiettivi ambi-ziosi. Oltre che, come detto, avvici-nare il produttore al consumatore

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la manifestazione organizzata dal-la società di servizi Gulotta Cube sipropone di creare un percorso delgusto portando proprio i consuma-tori sui luoghi storico artistici diPalermo. Un modo per riqualificaree far tornare a vivere il centro stori-co cittadino e per mettere in rela-zione cibi e persone con le realtà

territoriali tipiche dei luoghi diproduzione. Un modo, insomma,per creare una rete di distribuzioneinterna consociativa che possa farediminuire i costi e permetta al tem-po stesso alle aziende di abbatterei costi di produzione e fare goderedi leccornie come formaggi, con-serve, vini, dolci pane e salumi.

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X-factor,il più famoso talent show europeo,è sbarcatoin Italia.Il programma è alla ricerca dei futuri idoli della musicaitaliana. Lo show è stato trasmesso in prima serata suraidue. I giurati che hanno avuto il compito di sceglie-re i migliori talenti che prenderanno parte alle fase fi-nale del programma sono Simona Ventura, Mara Ma-ionchi e Morgan. Alla conduzione del programma Tv:Francesco Facchinetti.L’evento televisivo ha riportato la musica, in crisid’ascolto negli ultimi tempi, all’attenzione del grandepubblico che ha ripagato facendo alzare gli indicid’ascolto. A prescindere dal format, tra l’altro magnifi-camente realizzato dalla Rai e da Magnolia, la trasmis-sione rilancia la canzone italiana e il suo mercato di ri-ferimento come non mai nel panorama della musicapop Italiana.

Il successo di x–factor è un colpo d’ossigeno nella tan-ta malata “fabbrica della canzone”e degli show televi-sivi delle emittenti nazionali, che rischiano sempre diessere provinciali rispetto al panorama delle televisio-ni ed eventi internazionali come il music award di mtv(music television).Il comportamento tenuto dai giova-ni artisti,distinti in tre fasce,nel corso delle 12 puntateè un insegnamento per tutti gli artisti ed operatori mu-sicali nel suggerire quanto paghi il non cristallizzarsinello stile e nei contenuti di una canzone o nel proget-to di un album,ma piuttosto come rinnovarsi e ancheil coraggio di rinnovare,con nuovi contenuti ed idee,lostile proprio o del gruppo.Per non parlare della mode-stia e dell’impegno di questi giovani artisti sino ad unmese fa persone comuni con un sogno nel cassetto.C’è né per tutti i gusti, le età, i strati sociali, i mood mu-sicali. Diversamente da Sanremo, x–factor, ha strategi-camente provinato la popolazione, con una delle piùantiche tradizioni di bel canto nel mondo,selezionan-do 15 tra le più interessanti realtà, di cui 5 gruppi e 10singoli divisi in due fasce che vanno tra i 16-24 e oltre i25,selezionando le voci con l’indice di x–factor; il titolodella trasmissione si basa proprio sulla ricerca del fat-tore x artistico che differenzia chi canta per hobby oper passione da chi, appunto ha il fattore aggiuntivoartistico più alto.La dura e implacabile legge della competizione e del-l’eliminazione, rischia di “bruciare”ben 14, tra gruppi esingoli interpreti e autori,stelle di prima grandezza del-la futura canzone Italiana pop. Questo per un mecca-nismo dei media,che tendono a “scordare”chi,comun-

Aurelio Buono

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X-Factor.Nuove galassie

nel cielo stellatodella musica

italiana

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que,ha gia vinto la selezione dei tre giudici indicati dal-la produzione. Il verdetto finale deciso dal pubblico,di-versamente dalle altre puntate dove erano i tre giudi-ci ad eliminare “tecnicamente”gli artisti che a loro pa-rere non avevano abbastanza l’x–factor, e la vittoria,per niente scontata e che avviene con un colpo di sce-na, consacra gli Aram quartet come vincitori della pri-ma edizione di x–factor con un pezzo inedito scritto daMorgan e Gaudi.Vince,per una scelta del pubblico so-vrano, il genio la sregolatezza, l’unicità e l’originalità diun giovane gruppo guidati e preparati da un grandeartista della scena musicale italiana come Morgan exleader dei noti “Blu vertigo”. La seconda classificata,Giusi,una piccola ma grande donna,ex commessa,exragazza normale,oggi Principessa che con il suo x–fac-torci farà sognare e cantare nuove ed interessanti mo-tivi.Artista,cantautrice e ottima interprete,con una vo-ce fuori del comune e con un carisma che non è menodei soliti noti delle solite note.I vincitori:Aram QuartetDa Lecce nasce il loro sound originalissimo che esprimela loro forte personalitàI Finalisti dell’ultima puntata:GiusyArtista stravagante,sogna di diventare una famosa can-tautrice,la mia preferita,l’x-factor più interessante.EmanueleTalento ligure,sogna di diventare un famoso cantautoreTonySogna di trasmettere i suoi pensieri attraverso il canto,lamusica e le sue canzoniGli altri eliminati delle scorse settimane:SeiOttavi (nostri concittadini che speriamo risentire n.d.r.)

7 è il loro numero.Cantano tutte canzoni a cappella sullostile degli swinglesingers.IlariaTalento sardo,ha come miti musicali i cantautori FabrizioDe Andrè e Luigi Tenco.AdrianoNato a Sanremo, ha giocato a calcio da professionista.

CherriesLa musica le ha unite e al loro attivo vantano anche untour negli Stati Uniti.LucreziaNon ha mai preso in considerazione la possibilità di nonfare la cantante nella vita.AnnalisaGiovane cantante di Perugia,ha come primo critico mu-sicale suo padre.FMTre uomini e tre donne uniti insieme in un’alchimia voca-le che non passa inosservata.Maria TeresaGrazie al lavoro d’animatrice nei villaggi turistici, si è av-vicinata al canto.AntonioTalento partenopeo,ha partecipato a diversi musical co-me cantante ed attore.DanteResidente in Svizzera, è stato a New York per sostenerel’audizione per American Idol.4 SoundOriginari di Como,la musica è la loro vita e sono dispostia tutto per avere successo.VittoriaNon solo il canto nella sua vita: lavora anche come balle-rina hip-hop a Milano.SilviaNapoletana,si è trasferita a Milano per inseguire il suo so-gno di cantante.GinoMetalmeccanico, vede in x-factor la sua grande occasio-ne di diventare un cantante.Se volete ulteriori informazioni collegatevi su:www.xfactor.rai.it: potrete partecipare al loro blog e conoscere i futuri idoli della musica italiana.

Buona onda – Aurelio Buono alias Aux dee-Jay

www.myspace.com/auxdeejay -www.myspace.com/naufrago65

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Nella società odierna il fenomeno delladelinquenza giovanile è aumentato; iragazzi hanno perso di vista i cardiniprincipali ed i veri valori della vita; noncomprendono più la differenza tra be-ne e male, tra giusto e sbagliato sonolasciati liberi nella società, con un' edu-cazione che manca e che dovrebbe es-sere alla base del vero essere. Tutto ciòha provocato, con il trascorrere deltempo, la nascita di un fenomeno mol-to discusso, quello delle baby gang. In-dividuare chi siano questi ragazzi nonè più così facile, soprattutto perchèquesto fenomeno non riguarda più sol-tanto i ragazzi delle zone degradate,ma anche coloro che abitano nei quar-tieri bene e che potrebbero acquistaretranquillamente ciò che rubano, comeci fa anche notare, in un suo articolo,Nicoletta Cottone. L' età che interessaquesto fenomeno è quella della primaadolescenza, si parla infatti di ragazzidi 13-14 anni, che compiono azioni cri-minose, sopratutto di violenza; sonoragazzi confusi, fragili, senza un veropunto di riferimento, che dovrebbe es-sere la famiglia affiancata anche da unpercorso sociale e culturale scolastico.Forse questo non avviene più, forse lafamiglia non è più in grado di indirizza-re i ragazzi nella giusta direzione. I ra-gazzi di questo tipo infatti solitamentesono quelli che vengono influenzati daaltri o che cercano quella sicurezza in

se stessi che la famiglia non riesce adare; proprio per questo la famigliastessa ha un ruolo chiave nella forma-zione del bambino o del ragazzo inquestione e dovrebbe costantementedare sostegno, affetto e comprensio-ne. Ormai non c'è più lealtà, sicurezza,giustizia, i ragazzi si scontrano senzaun vero motivo, attaccano i più deboli,coloro che non si possono difendere ,come quelli diversamente abili, gli an-ziani, come ci fa anche notare, in un in-tervista di Maria Teresa Cipollone, il fa-moso neurologo Vittorio Andreoli. Bi-sognerebbe imporre delle regole fer-ree, capire l' origine di tutto questo efarlo definitivamente cessare; alcunecittà, ma anche scuole italiane, hannoinfatti attuato delle "strategie d'azio-ne", come è citato in un articolo del"Sole 24 Ore". Le misure usate, pur-troppo, nei vari paesi sono diversifica-te: ad esempio l'Italia vuole eliminarele carceri minorili per istituire dei luo-ghi di educazione al lavoro, all'esteroinvece ed in particolare in Inghilterra ein Francia , si vogliono attuare misuredrastiche e prive di tolleranza. Non sisa ancora quali siano le giuste misureda adottare, si dovrebbe soltanto capi-re che i giovani stanno attraversandoun periodo buio, privo di punti signifi-cativi, e si dovrebbe per tanto educarlinuovamente ai sentimenti, ad una vitacivile.

Fiammetta Ales

Baby Gang

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PeonesL’espressione è «straniera», affermanosubito in molti, e si presta così a svaria-te quanto disparate interpretazioni.Non a caso c’è chi è indeciso fra «fun-ghi» o «frutti», per qualcun altro si trattadi «scacchi», mentre per altri ancora di«pietre antiche». Secondo alcuni, inve-ce, è il nome di un «gruppo musicale»oppure quello di «nuove droghe» arri-vate «da fuori». Alla richiesta d’informa-zioni c’è poi chi rimane in un ponderatosilenzio e chi, per peones, intende glisgherri, una sorta di bravi, di manzonia-na memoria. Segue, per ultima, la rispo-sta che, probabilmente, nell’immagina-rio collettivo, più s’identifica con l’ideadi peones sono «la claque», quelli chestanno appreso ai politici, ai potenti chefanno «scruscio» quando occorre.Il termine ha origini spagnole, signifi-ca bracciante agricolo, che lavora agiornata.Nel linguaggio politico-giornalisticoviene utilizzato per indicare i parlamen-tari giovani, di primo pelo, che non han-no modo di far valere le proprie opinio-ni e di influire su provvedimenti o deci-sioni. Sottoposti, dunque, che, non po-tendo far altro che votare secondo le in-dicazioni impartitegli dall’alto, si ritro-vano così a obbedir tacendo. Salvo poimanifestare il loro dissenso (e il loromalessere) nell’ombra, come ad esem-pio, in occasione di votazioni a scrutinio

segreto, accrescendo l’insidiosa catego-ria dei “franchi tiratori”. Per estensione,infine, ci si riferisce a tutti coloro che –in qualsiasi organizzazione o movimen-to che sia – non svolgono un ruolo de-terminante e si ritrovano ad essere (vo-lutamente o no) gregari. Al fianco sem-pre del più forte, si capisce!

Auto BluDall’espressioni passiamo ai mezzi dellapolitica, provando a non sconfinare nel-la mera demagogia.L’auto blu non si presta a tante interpre-tazioni, non desta dubbi né incertezze,tutti la conoscono (e riconoscono), qua-si tutti l’associano a «potenti» e «privile-giati». Insomma variano toni e accenti,resta la sostanza di coloro che ricollega-no questi mezzi agli «sprechi» e agli«eccessi della casta».In città di berline blu se ne vedono pa-recchie, lungo le corsie preferenziali o indoppia fila, davanti ai palazzi del poterema anche allo stadio e al cinema. Brilla-no di lucentezza e pulizia, coi loro auti-sti e i vetri oscurati, colorando di blu lefacce di coloro che, per sdegnata rabbiao inconfessata invidia, le guardano pas-sare. Ad ogni modo, al di là di sdegno oastio, permettersi certi parchi auto co-sta e non poco. Se ne sono accorti an-che a Sala delle Lapidi dove hanno ap-provato, con un voto trasversale, la re-voca dell’uso delle vetture di servizio.Non sono mancate, a proposito, le rea-zioni fra chi ha esultato dichiarando «fi-nalmente, era ora» e chi, ancora guar-dingo e sospettoso, crede solo si trattidi «propaganda». Non ci resta, allora,che controllare coi nostri occhi.

Le paroledella politica

Dario Carnevale

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Nei film, che siano di successo o meno, im-pegnativi o spassosi, si ritrovano elementinaturali come l’acqua, fonte di vita e di po-tenza per la capacità di adattabilità e perla caratteristica che ha in sé di piegare eplasmare quel che si trova sul suo cammi-no. Si pensi all’erosione delle rocce che neisecoli sono avvenute nei nostri mari. Se haqueste potenzialità un elemento semplicee puro, figuriamoci unito all’intelligenza ealla determinazione di una persona.È cosi che inizia la descrizione di quellache diventerà la leggendaria geisha diKyoto, notata per i suoi splendidi occhi co-me l’acqua, capaci di poter sedurre e am-maliare chiunque li avesse guardati. “Me-moria di una geisha”, tratto da un incante-vole libro e tradotto in immagini dal regi-sta Rob Marshall, porta indietro nel tem-po(nell’Uki-o ovvero nel mondo che flut-tua), facendo sognare quelle stupende ar-tiste che con la loro grazia incantavano

chiunque le guardasse. Così come Sayuri,addestrata fin da bambina all’arte del bal-lo, del canto e della grazia in ogni piccolomovimento anche più banale. Tutta la suavita, il suo carattere così come i suoi “occhicome l’acqua”, erano volti ad utilizzare ilsuo fascino per il grande amore della suavita, colui che l’aveva trattata con gentilez-za e che le aveva insegnato a camminaresempre a testa alta. Come l’acqua pazien-te e tenace, dopo tante sofferenze riesce avivere quel grande e vero amore.L’acqua protegge ed armonizza un eremobuddista, incastonato tra gli elementi na-turali, costruito nel bel mezzo di un lagovisto come rifugio dalle voluttuosità uma-ne. ” Primavera, estate, autunno e inver-no… e ancora primavera” è stato abilmen-te girato dal regista coreano Kim Ki-Duk. E’un film suggestivo dai mille significati cheanche gli occidentali possono cogliere einterpretare con gli elementi forniti dallapropria cultura.Un film che lascia spiazzati per il rincorrer-si delle stagioni della vita. Stagioni che siripetono ciclicamente così come il corsodella vita. Esattamente così come il vissutodi ogni essere umano che si può rivederenella vita nuova di un bambino che vieneal mondo.

L’acquae le sue forme

Marica Barba

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La storia è di quelle che appassionanoed incuriosiscono subito. Una storia digrande amore per il mare e di forte spi-rito di avventura.E’ la storia di Ingo Ravazzolo, bellissimoe solare skipper palermitano, che nelfrattempo si è trasferito sull’isola di Vul-cano, che finalmente corona il suo so-gno. Un sogno coltivato fin da bambinoquando Ingo apprende dal padre ap-passionato velista la passione e l’espe-rienza veristica. E dopo anni di regate, divela, di competizioni e di preparazionetecnica, eccolo pronto per la grande sfi-da. Con la sua imbarcazione, un collau-dato Pogo1, categoria mini transat 6.50,prenderà parte al più grande ed impor-tante progetto internazionale, il “Tran-sat 2009”. Una competizione considera-

ta una tappa obbligata per gli skipperprofessionisti e per gli specialisti di na-vigazione d’altura in solitario. La parten-za del “Transat 2009” è prevista nel set-tembre 2009 da La Rochelle in Franciacon arrivo a Salvador de Bahia in Brasiledopo uno scalo a Funchal (Madeira).Un lungo periodo di navigazione, ben 4mila miglia, da percorrere misurandosicon l’oceano atlantico, le insidie deltempo, il sonno, la stanchezza e la fatica.Ma è soprattutto la sfida con se stesso ela voglia di vivere intensamente ognimomento con grande spirito di libertàe di entusiasmo ad animare la voglia dicompetizione di Ingo Ravazzolo.Un progetto molto ambizioso e pienodi difficoltà, un ritorno alla navigazionein solitario, senza cellulari, apparecchia-ture sofisticate o imbarcazioni di ap-poggio, fidandosi soltanto del proprioistinto e della propria competenza. Iltutto basato solo sulla forza, la capa-cità, la resistenza fisica e l’esperienza.Sullo scafo campeggeranno sia il lo-go della Polisportiva Palermo, che èuno degli sponsor ufficiali della mani-festazione, sia lo slogan “La Siciliaprende il largo”.

Un sogno che diventa realtà.

Ingo Ravazzolo e la transat 2009

Lorena Rinaldi

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Il “Libro dell'Inquietudine” è la principa-le opera di Fernando Pessoa, scrittore epoeta portoghese che qui decide di uti-lizzare uno dei suoi tanti eteronomi,quello di Bernardo Soares.Bernardo Soares è un contabile di Li-sbona che dalla Rua dos Douradores,osserva, scruta e analizza il fluire gior-naliero tramutandolo in inquietudine,medita sulla vita e sul nulla, sul dolore.Un dolore che diventa la finestra versoun mondo interiore malinconico.Il “Libro dell'Inquietudine” è compostoda 94 frammenti scritti tra il 1913 e il1935 che fanno riflet-tere, a tratti commuo-vere e sognare, checontengono un coa-cervo di emozioni emisticismo in grado dismuovere qualcosa divero ed umano.Una fotografia su unmondo in evoluzione, ildiario di un'esistenza, unviaggio nell'Io più pro-fondo. Da ciò emerge lagrandezza di Pessoa con-figurandolo sicuramente

come uno degli scrittori di maggior im-portanza del '900.Un libro evocativo, profondo, pesante atratti ma senza mai scadere nel retoricoo nel tedioso capace di attribuire deipieni significati alle parole e alle frasiche seguono il flusso dei pensieri de-scrivendone l'irregolarità.L'inquietudine scaturisce proprio daquesta poca voglia di vivere la vita soloper il fatto di doverla vivere, da questaperenne sensazione di vuoto, intima-mente affascinante che descrive situa-zioni ed emozioni che da sempre ognu-no ha dentro di sé ma che non è mairiuscito ad esplicitare.La particolarità di quest'opera, consistenel fatto che l'autore affronta i temi piùdisparati che trovano un altro grado dicoinvolgimento personale come lamorte, la vita, le relazioni interpersona-li, la noia. Il tutto affrontato senza ver-gogna, con molta tranquillità, senza lapreoccupazione di dover mettere a nu-do la propria anima.

Laura Ferlito

Il librodell’inquietudine

di Fernando Pessoa

Una Perla letteraria

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Piazza Olivella, che trae il suo nome dallatino “olim villa” ossia “villa antica”, è og-gi un rinomato luogo di incontro fre-quentato da giovani che, tra un drink,una pizza e un kebap, trascorrono alle-gramente le dolci serate palermitane. Ilcontesto è certamente suggestivo per lapresenza di palazzi, chiese, oratori e viuz-ze che mantengono il fascino di una cit-tà ricca di storia. Ed è proprio un po’ distoria del luogo che oggi vi voglio rac-contare.

La città di Palermo nel XVI secolo, sotto laminaccia dell'attacco dei corsari, racchiu-se i suoi quartieri con una cinta muraria

fortificata da bastioni e fossati, il cui pro-getto fu redatto dall’ingegnere AntonioFerramolino, un fiorentino a cui fu affida-to l’incarico di fortificare con torri di av-vistamento le coste siciliane.Il tratto di mura cinquecentesco, nellacontrada dell'Olivella, che si ergeva lun-go l’attuale via Cavour, assumerà il topo-nimo di "Mura dell'Itria" per la vicinanzadella chiesa di S. Maria dell'Itria, oggi nonpiù esistente. La chiesa, di antica origine,fu ricostruita nuovamente dai padri car-melitani verso la fine del XVI secolo;aperta al culto fino al 1867 fu sconsacra-ta e successivamente adibita a magazzi-no di legname.Intorno al 1870 venne aperta la via Ca-vour sul luogo dove sorgevano i fossati,nel frattempo colmati ed adibiti ad orti.

Pietro Ales

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L’Olivella

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Le mura dell’Itria furono infine demoliteall'inizio del XX secolo.L'area più significativa della contradadell'Olivella è piazza dell’Olivella che, pri-ma delle demolizioni del 1938 che inte-ressarono il fronte settentrionale dellapiazza e che si resero necessarie per mi-gliorare i collegamenti con via Cavour,presentava a nord (lato via Cavour) duevicoli stretti adiacenti al palazzetto Cocoe i vicoli 1° 2° dell'Itria, oggi non più esi-stenti.Le cortine edilizie, che prospettano sullapiazza, sono costituite dal grandiosocomplesso conventuale dei P. P. dellaCompagnia di San Filippo Neri, fabbricaedificata alla fine del 1500 e oggi sededel Museo archeologico Salinas, e dallachiesa di S. Ignazio martire, iniziata nel1598 su progetto dell'arch. Muttone, madefinita nel 1662, anno in cui fu inaugu-rata in occasione della canonizzazione diS. Filippo Neri.La cortina orientale venne completatadall’Oratorio di S. Filippo Neri, edificatodal neoclassico arch. Venanzio Marvuglianel 1769.A ridosso dell'oratorio del Marvuglia,nella via Monteleone, sorge l'oratorio diS. Caterina di Alessandria, inaugurato nelnovembre del 1726 per la festa della san-ta. Al suo interno si custodiscono prege-voli opere dello stuccatore Procopio Ser-potta e aiuti.Il fronte occidentale di piazza Olivellavenne interessato da un progetto del-l’inizio del secolo che ne prevedeva lademolizione per consentire la visuale delteatro Massimo dalla via Roma. L’area dirisulta oggi costituisce la piazza Sminuz-za, che prende il nome dall’eroe risorgi-

mentale cefaludese, condannato alla fu-cilazione per le sue attività antiborboni-che. La bella cittadina di Cefalù ha dedi-cato al proprio martire un monumentoche sorge in piazza Garibaldi, luogo doveavvenne l’esecuzione.Le strade che sboccano su piazza Olivel-la sono: la via Pataria, dove si apre la piaz-zetta omonima, su cui prospetta il belportaletto manierista di palazzo Pataria;la via dell'Orologio, così chiamata perchédal suo imbocco in via Macqueda è visi-bile l'orologio della torre campanariadella chiesa di S. Ignazio; la via Bara al-l'Olivella così detta perché in tale via sicustodiva in passato la "VARA" di S. Fran-cesco di Paola.

IL MESTIERE DEL TEATRANTE

Nella prima metà del 1970 Mimmo Cutic-chio aprì un piccolo teatro per la rappre-sentazione dell’opera dei pupi. Essa èun’antica e folkloristica opera teatraleche sposa l’artigianato siciliano con la-maestria dei pupari che danno voce egesti alle marionette. Cuticchio, unicodepositario di una tradizione e di unamemoria storica che si identifica nel-l’opera dei pupi, radicò la propria tradi-zione ed esperienza creativa in un luogospecifico: l’Olivella. Cuticchio infatti vivee vuole vivere intensamente il suo rap-porto quotidiano con la gente del luogoe da anni opera per la promozione della“contrada” dell’Olivella, guidando scola-resche alla scoperta dei gioielli urbanisti-ci ed architettonici della sua contrada emostrando nel suo laboratorio le stretterelazione emozionali ed espressive checonnotano i tipi e i volti dei suoi pupi.

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Sono i piedi i più importanti,non il cervello o il cuore. Questiultimi infatti spesso possonoperdere colpi, ammalarsi, ridurtifacilmente in briciole e lasciartia piedi. Mentre i piedi, ecco gli

imputati, muovendosi, danno lapossibilità di darti una direzione

e farti scappare, correre, cadere,girare, marciare, inciampare, vaga-

re, fino a stravolgere il destino espostandosi ti colorano la vita. At-

tenzione però che non ci sia mainessuno in mezzo ai piedi. Chi ha i

piedi piatti, camminando, è indecisotra destra a sinistra, chi li ha tondi diffì-

cilmente si guarda attorno, chi li ha ner-vosi stravede per il ballo, chi zoppica de-

testa gli zoccoli, chi inciampa viene presoin giro, chi li ha gonfi non sbuffa troppo

spesso, chi li ha puzzolenti ama i formaggi,chi li ha stanchi fa sempre dietro front, chili ha diritti perde buone occasioni di realiz-zazione, chi pensa di averli normali non è

normale lui.Sembra un discorso che non si regge inpiedi ma credetemi, il vero piede si distin-gue dagli altri. Scopre itinerari diversi e ilfango che calpesta lo lascia senza macchia,basta un pò di tempo e si stacca da solo.In piedi! Dimmi quanti piedi hai pestatonella tua vita, senza magari chiedere scusa,anzi esigendola a torto sfacciato? Te lo sei chiesto se quei piedi potevano es-sere i tuoi? E poi lo sai che un piede tira l'al-tro? Vuoi per caso cadere sempre in piedi oavere tutti ai tuoi piedi?Dopo simili comportameti ti farei scenderedal piedistallo, non ti autorizzerei a mette-re più piede a casa mia lasciandoti a piedelibero... insomma fuori dai piedi!Di quanti piedi parliamo? Dieci, cento, due-cento, cinquecento... millepiedi! Magari siragionasse con i piedi, potremmo metterliper terra gironzolando da un posto all'al-tro, ne incontreremmo di tutti i tipi con icolori più vari: dal nero ebano africano alfloreale henne arabo, dal bianco latte sve-de-se al pallido e affocato sibcriano, dalpiccolo e frenetico cine¬se al terroso e su-dato di tutte le campagne, dall'indiscretopiedino sotto il tavolo fino all'inquietantepiede di porco... e a quel punto potremmosicuramente, senza rendercene conto... to-glierci tutti dai piedi!

Anna Rosa Lupo

Piedi piedi(1985)

dedicato a Caterina

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