Parrocchia “SS. Pietro e Paolo Apostoli” Torri del Benaco (VR...

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Parrocchia “SS. Pietro e Paolo Apostoli” Torri del Benaco (VR) Dicembre 2009 - Anno 3 (n° 5) Veronica

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Parrocchia “SS. Pietro e Paolo Apostoli” Torri del Benaco (VR)

Dicembre 2009 - Anno 3 (n° 5) Veronica

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Gesù Bambino pag. 3 L’intervista pag. 6

Dedicato ai bambini… pag. 8 Nasce Gesù pag. 12 Caro Gesù Bambino pag. 13

Storie per l’anima pag. 14 Bambino Gesù pag. 16

Autunno, eccoci ai nostri consueti appuntamenti del

giovedì pomeriggio per preparare e discutere i

testi per il giornalino di Natale. I nostri incontri, come al solito sono rumorosi, entusiasti, ma anche pieni di domande e curiosità. Ora, non ricordo più chi ha

chiesto:- Ma Gesù da bambino come era? Cosa faceva? … - e

tante altre domande. Allora abbiamo deciso che queste domande non dovevano rimanere senza risposte. Abbiamo consultato testi di storia, di geografia, ma soprattutto abbiamo consultato il Vangelo.

SOMMARIO

La redazione Alessia Beghini, Anna Vedovelli, Giacomo Bonizzato, Ilaria Cavallari, Ionela Solincean, Martina Galetti, Noemi Cavallari, Saduni Thennakoon, Valentina Gozzer, Veronica Pippa

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GESÙ BAMBINO

Tutto ha inizio con il “si” a Dio di Maria. Maria era una giovane fanciulla di Nazareth, senza niente di particolare, anche il suo nome Maria o Mirya o Miriam che significa “amata da Dio” era molto diffuso fra le donne. La Madonna era di umili origini e quindi la sua vita scorreva tra le pareti domestiche occupandosi delle cose di casa come cucire, pulire la casa, cucinare, filare e soprattutto pregare. La casa dove è vissuta la Mamma di Gesù è stata trovata, sono pochi piccoli ambienti contro la collina, con una piccola area antistante. Maria ha condotto quindi una vita vicina alla povertà. Quando l’angelo Gabriele comandato da Dio andò da Maria a Nazareth, la Madonna aveva tra i 14 e i 16 anni ed era promessa sposa di un uomo di nome Giuseppe della casa di David. Leggiamo dal Vangelo secondo Luca: “L’angelo Gabriele andò da lei e le disse: - Salve piena di grazia il Signore è con te. – per tali parole lei rimase turbata e si domandava che cosa significasse un tale saluto. Ma l’angelo le disse: - Non temere Maria perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco tu concepirai nel grembo e darai alla luce un figlio. Lo

chiamerai Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno e il suo regno non avrà mai fine. – allora Maria disse all’angelo: - Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo? – l’angelo le rispose: - lo Spirito Santo scenderà sopra di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra perciò quello che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio. ……… disse allora Maria: - Ecco la serva del Signore, si faccia di me come hai detto tu.” A questo punto uno di noi dice: - ma la Madonna poteva dire di no all’angelo? – si certo la Madonna

poteva rifiutarsi, anche perché per lei non deve essere stato facile quel “Si”. Immaginatevi a quei tempi aspettare un bimbo senza essere sposati poteva voler dire la morte per lapidazione come adultera, anche perché fino a quel punto non sapeva come l’avrebbe presa Giuseppe.

Saduni

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Ma chi era Giuseppe? Giuseppe era un falegname discendente dalla stirpe del re Davide, era quindi un artigiano e pertanto non povero e supponiamo con una certa differenza di età con Maria, infatti troviamo sue notizie nel Vangelo fino ai 12 anni di Gesù poi non abbiamo più sue notizie. Sappiamo però che era credente, andava regolarmente al Tempio di Gerusalemme e a otto giorni dalla nascita di Gesù, come prescriveva la legge mosaica porta Gesù al Tempio per la circoncisione.

Cosa disse Giuseppe quando lo seppe? Dice Matteo: “Il suo sposo Giuseppe che era giusto e non voleva che accadesse niente di male a Maria, pensava di ripudiarla in segreto… ma ecco un angelo del Signore gli apparve in sogno per dirgli: - Giuseppe figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria tua sposa, ciò che è in lei è stato concepito per opera dello Spirito Santo. Darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù, egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati. Tutto ciò è accaduto affinché si adempisse quanto fu annunciato dal Signore per mezzo del profeta che dice: - Ecco la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio che sarà chiamato Emmanuele che significa con–noi-è-Dio. – Destatosi dal sonno Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.”

Ma perché Gesù è nato a Betlemme? Apprendiamo dalle Sacre Scritture che quando ormai Maria era prossima al parto, uscì un editto di Cesare Augusto che ordinava il censimento di tutta la terra sotto il dominio dei romani. Tutti dovevano andare a farsi registrare nella propria città. Anche Giuseppe dalla Galilea, dalla città di Nazareth, salì nella Giudea alla città di Davide, che si chiamava Betlemme, perché egli era della casa della famiglia di Davide. Qui avvenne il grande fatto della nascita del Salvatore.

Ma perché è nato in una stalla? Non perché Giuseppe non aveva mezzi economici per pagare l’albergo, ma perché per la gran quantità di persone presenti in quei luoghi non c’era più posto. Ma come è che tutti andarono ad adorarlo? Chi glielo aveva detto ai pastori? Leggiamo sempre dal Vangelo di Luca: “L’angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce, essi furono presi da grande spavento. Ma l’angelo disse loro: - Non temete perché ecco vi annuncio una grande gioia per tutto il popolo. Oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore, che è il Messia, Signore. Questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia. – Subito si unì all’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio così: Gloria a Dio nel

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più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama. Tutti corsero alla grotta. Maria da parte sua, conservava tutte queste cose meditandole in cuor suo.” Dopo i pastori, arrivarono i Magi guidati dalla Stella Cometa. Ma prima i Magi avevano

cercato Gesù alla corte di Erode. Non trovandolo, Erode chiamati i Magi gli chiese di ritornare a dirgli dove era questo re per andare anche lui ad adorarlo. La stella condusse i Magi alla casa dove era il bambino con Maria, si prostrarono davanti a lui in adorazione ed offrirono i loro preziosi doni: oro, incenso, mirra. Quindi avvertiti in sogno non tornarono da Erode. Allora Erode vistosi imbrogliato dai Magi, arrabbiatosi moltissimo ordinò di

uccidere tutti i bimbi di Betlemme e dintorni dai 2 anni in giù. Maria e Giuseppe con Gesù erano però già al sicuro in Egitto, perché un angelo del Signore li aveva avvisati. Così come alla morte di Erode un angelo del Signore appare in sogno a Giuseppe e lo informa della morte di Erode e gli dice che può tornare verso la terra di Israele; e sempre su indicazione di un angelo si stabilì nella città di Nazareth. Da quel momento la famiglia rimase sempre a Nazareth e Gesù bambino, dopo questa nascita così straordinaria, trascorre i primi 12 anni nel più assoluto anonimato. Leggiamo sempre dal Vangelo secondo Luca: “Intanto il fanciullo cresceva, si sviluppava, riempiendosi di saggezza, e la grazia di Dio era su di lui.”

Che cosa è successo all’età di 12 anni? Leggiamo sempre dal Vangelo che come tutti gli anni, Maria e Giuseppe con Gesù erano soliti andare a Gerusalemme per la Pasqua. Passati i giorni, sulla via del ritorno, non vedendolo cominciarono a cercarlo tra i parenti e gli amici e conoscenti ma non trovandolo tornarono a Gerusalemme. Lo trovarono dopo tre giorni, nel Tempio seduto in mezzo ai dottori ad ascoltarli ed interrogarli, ora tutti quelli che l’ascoltavano erano stupiti per la sua intelligenza e per l’arguzia delle sue risposte. Maria vedendolo gli disse: “- Figlio perché ci hai fatto questo? Ecco tuo padre ed io, addolorati, andavamo in cerca di te. – Egli rispose loro: - Perché mi cercavate? Non sapevate che io mi devo occupare di quanto riguarda mio Padre? – Ma i suoi genitori non compresero. E sua madre custodiva tutti questi ricordi in cuor suo. Intanto Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini” (dal Vangelo secondo Luca). Poi Gesù tornò con loro a Nazareth e a loro sottomesso. Ritroveremo Gesù nelle Sacre Scritture solo quando ha circa trent’anni e comincia la sua vita di predicazione.

Giacomo & altri

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Anna

INTERVISTA A GRANDI E PICCINI

Abbiamo fatto a grandi e piccini queste domande:

1) Il Natale è una festa solo per

i bambini?

2) La nascita di Gesù è solo

una bella favola?

3) Chi è per te Gesù?

RISPOSTE I più giovani hanno detto:

Il Natale è una festa per grandi e piccini e per le famiglie che molto spesso in questi giorni si ritrovano tutte insieme.

La nascita di Gesù è una verità perché è vero che è venuto sulla terra e poi ci sono le prove.

Gesù è il Messia ma anche una persona con cui ci confidiamo. C’è chi ha detto: è il Figlio di Dio.

E i grandi hanno risposto:

Il Natale è la festa di tutti, grandi e piccoli. Qualcuno ha aggiunto che la festa della ricorrenza della nascita di Gesù è importante solo per i cattolici. Qualcuno ha aggiunto che purtroppo si va perdendo lo spirito del Natale e si sta trasformando in una festa consumistica dove si pensa solo alle feste e ai regali. Tutti sono stati d’accordo nel dire che

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la nascita di Gesù è una verità storica, solo un adulto ha detto che ciò è vero solo per i credenti (le prove storiche i cristiani se le sono inventate? Boh!).

Alla terza domanda hanno risposto a larga maggioranza che Gesù è il Figlio di Dio, il Messia, venuto sulla terra per salvarci e portarci la parola di Dio.

Qualcuno ha aggiunto che è nostro fratello spirituale.

Un ragazzo ha risposto “per me Gesù è tutto” e un’altra ha detto “è una guida per la mia vita”.

Giornaliste: Ilaria, Martina, Valentina, Noemi, Anna, Alessia, Veronica, Saduni, Ionela

E noi che cosa pensiamo?

Non possiamo che concludere con un pensiero

di Benedetto XVI:

“Dio non ci lascia brancolare nel buio, si è mostrato come uomo. Egli è

tanto grande da potersi permettere di

diventare piccolissimo. Dio ha assunto un volto umano. Solo questo Dio ci salva

dalla paura del mondo e dall’ansia di fronte al vuoto della propria

esistenza.” Benedetto XVI

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Ilaria

Veronica

Cari lettori ci sono bambini di tutto il mondo, bambini di tutti i colori. Vanno a scuola, giocano, crescono e sognano… come me. Quest’anno vi presentiamo tanti bambini che vengono dalla Cina all’America e molti altri… che hanno usanze e costumi diversi. Una cosa abbiamo imparato, per quanto possano sembrare diversi tra loro tutti i bimbi del mondo hanno bisogno delle stesse cose: genitori e persone che si prendano cura di loro con affetto, amore, una casa, cibo per crescere sani, scuole e altri posti dove imparare tutto quello che serve per essere felici, e spazi dove giocare. Martina COME SI VIVE IN AMERICA LATINA

L’America Latina è molto vasta e comprende molte nazioni dall’Argentina al Brasile al Perù. Nelle grandi città i bimbi vanno a scuola come noi, abitano in case come le nostre, ma ci sono purtroppo altri bimbi che sono molto poveri e non hanno possibilità di andare a scuola, sono i bimbi che vivono nelle “favelas”, quartieri di capanne di legno o di lamiera, senza fogne o luce elettrica e acqua potabile. Poi ci sono i bimbi che vivono nel cuore della foresta amazzonica, per loro non c’è scuola: la scuola è la foresta e la lezione si chiama “sopravvivenza”: bisogna riconoscere le piante, gli animali e i pericoli della foresta.

Ilaria

Nei paesi del centro-sud, in Guatemala ad esempio, le bimbe non vanno a scuola e fin da piccole imparano a tessere e a fare cinture, tappeti e meravigliose stoffe colorate. Le lingue parlate nelle grandi città sono il portoghese e lo spagnolo. La religione è la cattolica portata in America Latina dai “conquistadores” (conquistatori) che avevano al loro seguito sacerdoti.

Ilaria

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ORA ANDIAMO IN ASIA

Tante sono le culture, le tradizioni, le varietà di fedi religiose: buddismo, induismo, islamismo, cristianesimo, ebraismo, confucianesimo… In Cina i nostri coetanei, vanno a scuola dall’età di sette anni e tutti indossavano una divisa, ora, si vestono come noi e le loro case sono molto belle, grandi e colorate coi tetti all’insù. La loro lingua è il cinese, il coreano e il mandarino, ma la cosa curiosa è che scrivono con gli ideogrammi. Per mangiare non usano le posate ma le bacchette. Voi avete mai provato a mangiare con quei bastoncini? Io si, ma il cibo mi scappava via…

Martina

IN ASIA C’È ANCHE L’INDIA

L’India è in Asia ed è bagnata dall’Oceano Indiano. In India le lingue tradizionali sono: Tamil, Hindi, Urdo e molte altre lingue. Le case di solito sono piccole e certe hanno un giardino (terreni), i più ricchi hanno case grandi a due o tre piani. Gli indumenti sono sempre fatti di stoffa. Il vestito tradizionale delle d o n n e è i l s a r i c h e s a r e b b e un a mag l i e t ta con una s toffa l egata

Saduni attorno alla vita e il restante messo sul la spal la, le bambine e ragazze mettono il panciad che è un vestitino lungo fino alle ginocchia con dei pantaloni lunghi fino alle caviglie e una scarpetta viene messa sulla spalla. Gli uomini si mettono il sarm: una stoffa legata pure quella con una camicia addosso, i bambini invece si mettono pantaloncini e maglietta a maniche corte. I ragazzi vanno a scuola a 6 anni. In India ci sono molte religioni tra cui l’induismo, il buddismo e il cristianesimo. Loro scrivono con lettere intrecciate e scrivono da sinistra a destra. Mangiano molto piccante, e soprattutto riso. L’India è molto diversa dall’Europa.

Saduni

IL GIAPPONE La casa tradizionale giapponese è costruita si un’intelaiatura di pali e travi di legno su cui si inseriscono le pareti esterne, costituite da pannelli scorrevoli in legno e carta di riso che permettono di aerare e ventilare i locali. Il Giappone dispone di un sistema di istruzione moderno. L’anno scolastico inizia ad aprile e finisce a marzo (11 mesi). Le scuole non obbligatorie comprendono l’asilo nido (per i bambini che hanno entrambi i genitori lavoratori o un solo genitore) e la scuola

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materna la cui durata dipende dalle singole scuole ma generalmente dura due anni e la frequentano i bambini di 5/6 anni. A 6 o 7 anni di età le bambine e i bambini giapponesi entrano nella prima classe della scuola elementare, che prevede sei anni di studio: l’istruzione obbligatoria comprende

elementari e medie inferiori (3 anni di studio) cui si aggiungono tre anni non obbligatori di scuola media superiore, formando un sistema di istruzione scolastico del tipo “6-3-3”, anche se dal 1999 alcune scuole hanno unito medie inferiori e superiori costituendo sei anni ininterrotti di scuola secondaria. La lingua unica nazionale è il giapponese, parlato dalla totalità degli abitanti nati in tale arcipelago. Le religioni principali sono il

buddhismo e lo shintoismo con l’84-96%. I cristiani sono una minoranza (2,04%); inoltre ci sono piccole comunità di musulmani, per lo più immigrati. Un piatto tipico del Giappone è il Miyako, nella prefettura di Lwate Lungola Costa Rikuchu Kaigan, è la minestra di carne di capra. A Nah, nel sud dell’isola di Okinaxua, si mangiano le stelle di mare a otto punte e le orecchie di maiale nell’insalata. Una specialità locale è il Sushi di serpente di mare. Nel Kyushu meridionale il protagonista è il misò, a Kagoshima si possono mangiare costolette di maiale cotte nel misò, oppure lo satsumajiru, una zuppa di miso e verdure con pezzetti di carne di maiale.

Ionela

POLO NORD

Le case degli eschimesi sono gli Iglù, cioè dei mattoni di ghiaccio che messi uno sopra l’altro formano una “cupola” di ghiaccio. I bambini vanno a scuola a 11 anni, per l’istruzione dei bambini eschimesi il governo canadese costruì due scuole federali, i fabbricati sono di legno e le aule spaziose e ben illuminate, dotate di sussidi didattici, ci son i maestri per l’istruzione, in 3° elementare quasi tutti i ragazzi hanno dai 14 ai 16 anni. Gli eschimesi non si vestono come noi ma con indumenti pesanti come la pelliccia di animali. Per riscaldarsi mangiano olio di pesce. Tutte le lingue eschimesi sono considerate come lingue polisintetiche: utaqqiguuinga, aullaqatiginiaqpagit, vuol dire: se tu mi aspetti verrò con te!

Noemi

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Noemi

Noemi

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BAMBINI D’AFRICA

L’Africa è un Continente vastissimo e lì ci sono molti posti dove molti devono fare i conti con la fame, la sete, e le guerre. Ci sono ragazzi che come noi vanno a scuola, ma

per altri la scuola è un miraggio. I Masai che vivono nella Savana del Femy e della Tanziana vivono di pastorizia. Amano vestirsi e dipingersi la pelle con colori vivaci: rosso, marrone, ocra, arancione e grandi mantelli. I piccoli Masai giocano liberi fino a 8 anni, è a quell’età che i maschi diventano piccoli mandriani e portano gli animali al pascolo e le bimbe invece si prendono cura dei fratellini fino a quando si sposano, e ciò avviene molto presto.

Valentina

E ORA FACCIAMO UN SALTO DA CANGURO IN AUSTRALIA

In Australia tutte le grandi città sorgono sulla costa. I bimbi australiani parlano e scrivono in inglese, vanno a scuola dai 6 anni ai 15 come minimo. Sono cattolici per il 25,8% mentre il 18,7% sono anglicani. Vestono come noi. Ma in Australia vivono anche i Maori che ne sono gli antichi abitanti, quelli che trovarono gli europei quando tra il ’600 e il ’700 arrivarono in Australia e che da questi furono decimati. Ora i Maori vivono in tante tribù e la maggior parte di loro va a scuola, ma persista ancora l’abitudine di tatuarsi la pelle. Il tatuaggio è infatti il segno che si è passati dall’adolescenza all’età adulta.

Veronica

Veronica

Noemi Noemi N

oemi

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A GESÙ BAMBINO La notte è scesa e brilla la cometa

che ha segnato il cammino. Sono davanti a Te, Santo Bambino!

Tu, Re dell’universo, ci hai insegnato

che tutte le creature sono uguali, che le distingue solo la bontà,

tesoro immenso, dato al povero e al ricco. Gesù, fa’ ch’io sia buono,

che in cuore non abbia che dolcezza. Fa’ che il tuo dono

s’accresca in me ogni giorno e intorno lo diffonda,

nel Tuo nome. (Umberto Saba)

NASCE GESÙ Campana piccina che attendi lassù intona il tuo canto che nasce Gesù. O stella, stellina che brilli lassù,

ravviva il tuo lume che passa Gesù O cuore piccino

che attendi quaggiù prepara i tuoi doni che nasce Gesù.

(Luisa Nason) SQUILLATE, CAMPANE!

Suonate, squillate, campane beate

del Santo Natale! È tutta splendente

di luce divina la stella d'Oriente. Cammina, cammina,

s'appressano a frotte cantando i pastori.

La gelida notte è tutta splendori. E chi sulle braccia si reca un agnello, e chi una focaccia, un colmo cestello!

Anch'io, Gesù Bambino, Gesù piccolino,

ti offro un bel dono: il mio cuoricino.

(M. Gozzi)

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“Caro Gesù Bambino,

vorrei dirti…” Caro bambino Gesù,

scrivo a Te, come al più importante e caro amico, a Te che capisci gli affanni di noi bambini. Ascolta il grido di quelli di noi, che non hanno avuto la fortuna di nascere in Europa e non hanno di che mangiare o vestirsi, che non possono andare a scuola o che vengono abbandonati nelle strade o venduti come schiavi. Ti prego anche per tutti quelli che neanche sono nati, e per tutti i bimbi che si sentono soli e incompresi, abbracciali tutti e fa loro sentire il tuo immenso amore. A. anni 11

Caro Gesù bambino, per Natale io vorrei che nevicasse e che fosse una bella giornata passata con la mia

famiglia. Però anche senza la neve la giornata sarà stupenda perché Don Giuseppe a Natale celebra una messa bellissima. Benedice Gesù bambino prima di metterlo nella culla della capanna del Presepe. Con i bambini spiega benissimo e chiaramente il Vangelo. Ci sarà anche il coretto che canterà e quindi la Messa sarà stupenda anche grazie a questo. Veronica

Caro Gesù bambino, vorrei che aiutassi le persone povere perché non hanno né da mangiare né da vestire e

che fai guarire la mia baby-sitter perché sta male. Alessia

Caro Gesù, ti ringrazio per il calore che sento dentro di me quando faccio qualcosa che mi piace o

quando abbraccio qualcuno a cui voglio bene. Martina

Caro Gesù bambino, aiuta la mia famiglia quando è in difficoltà con i soldi. Aiutami per favore con la

scuola ad avere bei voti. E aiutami a mantenere un amicizia leale e segreta. Grazie. Byela

Caro Gesù bambino, quest’anno vorrei che benedicessi tutti i bambini piccoli, soprattutto le mie nuove

cuginette e cuginetti in modo di farli crescere sulla buona strada. Caro bambino Gesù fa che non ci sia più povertà e guerra. Saduni

Caro Gesù, ti prego aiuta me e le persone che mi vogliono bene e quelle che mi vogliono male a

vivere in pace e in serenità! Valentina

Caro Gesù, quello che chiedo è che tutti i bambini: poveri, ricchi, buoni, cattivi,

belli, brutti abbiano un Natale indimenticabile! P.S.: per me niente grazie, mi basta la mia famiglia. Anna

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IL NATALE NELLA MIA FAMIGLIA Qualche giorno prima di Natale io e mio papà andiamo a prendere dei sassolini bianchi, del muschio e dei pezzi di legno. Quando li portiamo a casa prima di sistemarli mettiamo un tavolo in sala e lo contorniamo con una carta colorata. Poi sistemiamo il muschio fresco per l’erba del presepe, i sassolini per la stradina alla capanna. Dopo mio papà sistema i pezzi di legno per i monti e la capanna, ed alla fine sistema tutte le luci. Io dopo metto le statuine però senza Gesù Bambino. Oltre al presepe io e la mia famiglia facciamo l’albero di Natale. Con mio papà io metto tutti gli addobbi e anche la stella. Man mano tutte le sere prima di Natale io porto avanti i pastori e quando arriverà Natale arriveranno a portare i doni a Gesù Bambino. La sera prima di Natale accendiamo tutte le luci e il presepe e l’albero si illumina. Alla sera di Natale io metto Gesù Bambino nella capanna e dico una preghiera a Gesù appena nato. Gesù Bambino prima di essere messo nella capanna viene benedetto da Don Giuseppe in Chiesa. Veronica

Veronica

I SANDALI DI NOEMI

Era la magica notte di Natale. Gli angeli cantavano glorificando il Signore e annunciandone la nascita. Noemi stava dormendo profondamente e non poteva sentirli e nemmeno sentiva le pecore che belavano e i cani che abbaiavano perché era sorda e muta. Svegliandosi, Noemi, si chiedeva cosa stesse succedendo visto che è vero che non poteva sentire, ma vedeva bene quanta agitazione c’era nel cortile e nel suo paese. Tutta la sua famiglia già stava andando alla grotta. Ad un certo punto suo fratello maggiore si accorse che la sorella Noemi non era con loro e tornò indietro a prenderla. Noemi mentre andava vide pastori che portavano sacchi di farina, bambini che portavano olio e altri doni. Arrivati alla grotta, lei vedeva solo una gran folla, ma non comprendeva cosa stesse succedendo. Facendosi largo tra la folla finalmente comprese tutto vedendo la Madonna con in braccio il Salvatore. Noemi si mise a piangere perché lei non aveva nulla da donare al Salvatore, ma abbassando lo sguardo, si vide i sandali nuovi ai piedi, e allora felice, se li tolse e li diede al bimbo, che la ricambiò con un sorriso perché niente è più gradito a Dio di un dono fatto col cuore. Così Noemi tornò a casa a piedi nudi, ma felice come non lo era stata mai. Alessia

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LA FARINA DELLA PACE Ietro era uno dei tanti contadini-pastori che aveva sentito nella notte gli angeli cantare “Pace in terra agli uomini, è nato il Salvatore”. Pensò: - Anch’io domani andrò dal Salvatore. – La moglie gli preparò un bel sacco di farina, proprio di quella speciale per torte e focacce. Ietro felice col suo sacco di farina partì per Betlemme. Durante il viaggio però sentì che due uomini litigavano, allora si avvicinò e chiese la ragione di tanto discutere. Il contadino gli disse: - Ieri sera ho portato del grano buono a questo mugnaio e questa mattina mi restituisce un sacco di farina pieno di parassiti e immangiabile. – Il mugnaio rispose: -Ieri sera era tardi, e non ho controllato il grano che mi ha portato e l’ho macinato e questo è tutto. Ietro allora donò ad entrambi la metà del suo sacco di farina e tornò presto a casa. Alla moglie che gli chiedeva come era questo Re Salvatore, il marito disse: - Lui ha detto pace in terra e quindi è come se lo avessi dato a Lui. Da quel giorno Ietro e la moglie vissero felici e contenti. Alessia

IL NATALE IN ITALIA In Italia la tradizione del presepe è molto diffusa. Una leggenda narra che sia nata da qui, in Italia. Però non c’è solo il presepe fatto in casa, c’è anche il presepe animato dagli abitanti di qualche cittadina o paese. Ci sono il papà di Gesù,

Giuseppe, e la mamma, Maria. Partecipano anche il bue e l’asino. I protagonisti si vestono con gli abiti di quell’epoca costruiti nelle botteghe artigiane. Questo presepe in paese si cammina realmente nelle vie e potendo guardare nelle botteghe diversi lavori che praticavano una volta uomini e donne. Oltre al presepe in Italia a Natale si fanno dei canti natalizi che si iniziano in parrocchia nove giorni prima del Natale, chiamata Novena. A Natale in Italia si vedono tante luci, si fanno tanti regali, ma ci si dimentica che l’importanza del Natale è volersi bene. Veronica

Ilaria

Saduni

COME SI FESTEGGIA IL NATALE NELLA TUA FAMIGLIA ED IN ROMANIA? In Romania il Natale si festeggia il 25 Dicembre. La mattina appena svegliati, si corre alla finestra per vedere i regali e dopo tutti con i vestiti nuovi si va in chiesa. A mezzogiorno ci riuniamo a tavola a pregare Dio. E dopo si mangiano i piatti della cucina tradizionale rumena. Uno dei piatti tipici si chiama Sarmale, è composto di foglie di cappuccio arrotolate nelle quali vengono inserite carne e riso e tutto viene bollito 2-3 ore. Un altro piatto che si usa mangiare per il giorno di Natale sono le salsicce fatte in casa fritte e poi tutto si conclude con diversi dolci fatti in casa. Dopo che tutti hanno mangiato, i bambini passano dalle case dei vicini a cantare le canzoni di Natale che si chiamano Calinde. Se durante questa cantata gli adulti sono piacevolmente impressionati dal canto gli regalano soldi o dolci. Ionela

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Asciuga bambino Gesù le lacrime dei fanciulli. Accarezza il malato e l’anziano! Spingi gli uomini a deporre le armi

E a stringersi in un universale abbraccio di pace! Invita i popoli, misericordioso Gesù,

ad abbattere i muri creati dalla miseria e dalla disoccupazione, dall’ignoranza e dall’indifferenza, dalla discriminazione e dall’intolleranza. Sei Tu Divino Bambino di Betlemme, che ci salvi liberandoci dal peccato. Sei Tu il vero e unico Salvatore, che l’umanità spesso cerca a tentoni. Dio della Pace, dono di pace all’intera umanità, vieni a vivere nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia. Sei Tu la nostra pace e la nostra gioia. Amen

Giovanni Paolo II

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Capo Redattore: Addea Cestari. Giornalisti: Alessia Beghini, Anna Vedovelli, Giacomo Bonizzato, Ilaria Cavallari, Ionela Solincean, Martina Galetti, Noemi Cavallari, Saduni Thennakoon, Valentina Gozzer, Veronica Pippa. Impaginato da: Daniela Pippa– Stampato da: Paolo Loncrini.

Valentina