Palomar giugno 2014

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NUMERO UNICO giugno 2014 Galilei on line Anche quest'anno, a conclusione dei nostri pomeriggi dedicati al corso PON "Palomar, dunque all'approfondimento delle nostre abilità di scrittori in erba, vogliamo condividere con voi il frutto del nostro lavoro, entusiasmante e al tempo stesso impegnativo... In questo numero... SOMMARIO "Giornalista: uno scrittore, la cui immaginazione creatrice è limitata dalla realtà". Gabriel Laub. LA REDAZIONE V ANESSA COLONNA MARTINA D' AMATO CLAUDIA DEL NOBILE F RANCESCA DI NAPOLI ANNA GUERRA LIBERA QUITADAMO DOMINGO RANIERI ANTONELLO ROSA ANNA SALINARI MARTINA SCURO MARTINA T OMAIUOLO GIORGIA T ROIANO ANGELA ZINCO con la collaborazione straordinaria degli ALUNNI DELLA VC E VD LA COMPAGNIA "IL CERCHIO DI GESSO" IN SCENA CON "LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL'OCEANO" PAG 2 CARNEVALE A MANFREDONIA: IERI ED OGGI PAG 3 INCONTRO CON ANDREA MARTINA E SALVATORE COSENTINO PAG 4 CYBERBULLISMO: IL LATO OSCURO DEI SOCIAL NETWORK PAG 5 BUDAPEST PAG 6 COPPA GALILEO PAG 7 PER DIVENTARE VOLONTARIO DELLA CROCE ROSSA INTERNAZIONALE PAG 8 I MANGA: CULTURA O SOLO FUMETTI? PAG 9 LUGLIO A LONDRA: LA MIA ESPERIENZA PAG 10 I SOCIAL NETWORK PAG 11 SCIENZA E POLITICA: UNA TEMIBILE E STRANA ALLEANZA? PAG 12 IL MAESTRO: STROMAE PAG 13 DOCENTE ESPERTO: PROF.SSA MADDALENA CASTRIOTTA TUTOR: PROF.SSA BARBARA SALICE

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Giornalino del Liceo Scientifico G. Galilei di Manfredonia. Numero unico 2014. Corso PON PALOMAR

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NUMERO UNICOgiugno 2014

G a l i l e i o n l i n e

Anche quest'anno, a conclusionedei nostri pomeriggi dedicati alcorso PON "Palomar, dunqueall'approfondimento delle nostreabilità di scrittori in erba,vogliamo condividere con voi ilfrutto del nostro lavoro,entusiasmante e al tempo stessoimpegnativo...

In questo numero...SOMMARIO

"Giornalista: uno scrittore, la cui immaginazione creatrice è limitata dalla realtà". Gabriel Laub.

LA REDAZIONE

VANESSA COLONNA

MARTINA D' AMATO

CLAUDIA DEL NOBILE

FRANCESCA DI NAPOLI

ANNA GUERRA

LIBERA QUITADAMO

DOMINGO RANIERI

ANTONELLO ROSA

ANNA SALINARI

MARTINA SCURO

MARTINA TOMAIUOLO

GIORGIA TROIANO

ANGELA ZINCO

con la collaborazionestraordinaria degliALUNNI DELLA VC E VDLA COMPAGNIA "IL CERCHIO DI GESSO" IN SCENA CON "LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL'OCEANO" PAG 2

CARNEVALE A MANFREDONIA: IERI ED OGGI PAG 3INCONTRO CON ANDREA MARTINA E SALVATORE COSENTINO PAG 4CYBERBULLISMO: IL LATO OSCURO DEI SOCIAL NETWORK PAG 5BUDAPEST PAG 6COPPA GALILEO PAG 7PER DIVENTARE VOLONTARIO DELLA CROCE ROSSA INTERNAZIONALE PAG 8I MANGA: CULTURA O SOLO FUMETTI? PAG 9LUGLIO A LONDRA: LA MIA ESPERIENZA PAG 10I SOCIAL NETWORK PAG 11SCIENZA E POLITICA: UNA TEMIBILE E STRANA ALLEANZA? PAG 12IL MAESTRO: STROMAE PAG 13

DOCENTE ESPERTO: PROF.SSA MADDALENA CASTRIOTTA TUTOR: PROF.SSA BARBARA SALICE

Il Cerchiodi Gesso

in scena con “La leggenda del

pianista sull’oceano”DI MARTINA SCURO

Un capolavoro musicale, senti­mentale e scenografico, dal titolo“Novecento” è stato rappre­sentato lo scorso 14 febbraiopresso il teatro “Dalla”, qui aManfredonia.A metterlo in scena sono stati gliartisti della compagnia Il cerchiodi Gesso e noi ragazzi del LiceoScientifico G. Galilei ne siamo ri­masti entusiasti.La rappresentazione prendespunto da uno dei più celebri ro­manzi di Alessandro Baricco,“Novecento”.Quattro anni dopo la sua pubbli­cazione, che risale al 1994, dal li­bro è stato tratto anche un film“La leggenda del pianistasull’oceano”, del regista Giu­seppe Tornatore.Questa la vicenda del romanzo.Danny Boodman T.D., sopranno­minato Lemon Novecento, anco­ra neonato, viene abbandonatonel transatlantico Virginian e vie­ne trovato per caso da DannyBoodman, un marinaio di coloreche gli farà da padre fino all'età diotto anni, quando morirà in segui­to a una ferita riportata duranteuna burrasca. Il bambinoscompare misteriosamente neigiorni successivi alla morte delpadre e quando ricompare inco­mincia a suonare il pianoforte.Egli incontra il narratore, anchelui musicista, all'età di ventisetteanni, quando quest'ultimo vieneassunto come trombettista nelVirginian. Questo è l'inizio di unasincera e duratura amicizia, laquale non finirà nemmeno conl'abbandono della nave da parte

del narratore.Danny Boodman T.D. Lemon No­vecento viene descritto dalnarratore come un uomo congrandi capacità di apprendimento,che vive attraverso i desideri e lepassioni altrui, che si realizza conla musica, che vive sospeso tra ilsuo pianoforte e il mare, con ilquale è in grado di rivivere ogniviaggio, ogni sensazione glivenga raccontata dai passeggeridel piroscafo.Egli non riuscirà mai a superare lapaura di amare e di crearsi delleradici, sopraffatto dal timore dinon riuscire a immaginareneanche lontanamente di viverenel mondo, al di fuori del pirosca­fo; perciò dedica la sua esistenzaal suonare, allo scopo di sgravarei cuori dei passeggeri dall'inquie­tudine suscitata dall'immensitàdell'oceano.Piuttosto che raggiungere uncompromesso con la vita, preferi­sce stordirsi dei propri sogni, delleproprie speranze, e lasciarsiesplodere col transatlantico cheper tutta la vita ha conosciuto isuoi timori e custodito i suoi desi­deri.

La rappresentazione scenograficaè stata recitata da due attori,esperti nel campo teatrale. Eranouomini dal particolare aspetto fisi­co. L’uomo di corporatura più esi­le aveva folti capelli raccolti in uncodino e un orecchino sul lobo si­nistro; la sua immagine ricordavaquasi un pirata.L’uomo più robusto recitava inmaniera così naturale da imme­desimarsi completamente nellaparte.Entrambi con la loro esperienzasono riusciti ad attirare l’attenzio­ne di tutto il pubblico in sala. Oltreagli elogi, ci sono state anche cri­tiche sia per quanto riguarda lascena, in quanto alcuni ragazziaffermavano che il luogo rappre­sentato somigliasse poco ad unanave; sia per quanto riguarda icostumi, troppo semplici e pocoadatti al tema della storia.Non appena calate le luci, il palcosi è illuminato di una luce blua­stra, nebulizzato di vapore e sonocomparsi sulla scena i due attori,che indossavano ali piumate,quasi volessero rappresentaredue angeli: Danny Boodman Le­mon Novecento e Tim Tooney.

Alessandro Baricco (Torino, 25 gennaio 1958) èuno scrittore, saggista, critico musicale,conduttore televisivo, pianista, sceneggiatore eregista italiano, fra i più noti esponenti dellanarrativa italiana contemporanea. Durante glianni Novanta si afferma pubblicando: “Castelli dirabbia”, “Oceano mare”, “Seta”, “City” e “SenzaSangue”.

Carnevale a ManfredoniaIeri ed oggi

DI LIBERA QUITADAMO

Rito celebrato in tutti i paesi cattolici, ilCarnevale ha una genesi religiosa:l’etimo è l’espressione latina "carnemlevare", cioè eliminare la carne.

Infatti anticamente indicava il banchettoche si teneva l'ultimo giorno del carne­

vale, il martedì grasso, dopo il quale ini­ziava il periodo di astinenza e digiunodella Quaresima..E’ risaputo che il Carnevale ha radicimolto più profonde, nelle Dionisiache gre­che o nei Saturnali romani. Proprio du­rante queste ricorrenze la gente si sentivalibera di ‘sciogliere’ ogni tipo di legamecon i doveri gerarchici e di lasciarsi anda­re a momenti finalizzati allo scherzo e alladissolutezza.Nel corso dei secoli il Carnevale ha avutoampia diffusione in Italia con spettacolarisfilate a Venezia,Viareggio, Fano, Puti­gnano e Manfredonia.Nella nostra cittadina il personaggio­simbolo, incarnazione della tradizione, èZè Pèppe.Secondo la leggenda questi, giunto nellacittadina per incontrare l’amata Sipontina,morì proprio durante i festeggiamenti delmartedì grasso.Sin dagli inizi il Carnevale sipontino è unodei momenti più attesi dell’anno e l’entu­siasmo degli organizzatori, dei parteci­panti e degli spettatori è tangibile nell’ariache si respira in queste giornate.Gli appuntamenti ormai immancabili giàda diverse edizioni sono la sfilata delleMeraviglie, la Golden Night, le Meraviglieby Night e la Notte Colorata.In diverse occasioni l’innocente genuinitàdel gioco ha rischiato di essere sopraffattada episodi di trasgressione pericolosa, ma

i ragazzi di Manfredonia hanno dimostratodi impegnarsi affinchè si potesse conti­nuare a conservare la tradizione.Dei propri carri allegorici e delle sfilate atema i Manfredoniani sono sempre andatifieri: quello di Manfredonia è uno deicarnevali più apprezzati d’Italia ed unodei più apprezzabili dell’intera Puglia.Siamo giunti alla sessantunesima edi­zione, quest’anno con il tema “Turi­smo Attivo, organizzata per la primavolta proprio dall’Agenzia del Turi­smo.Una delle scuole che consuetudi­nariamente partecipano con i pro­pri gruppi mascherati è proprio ilLiceo Scientifico Galilei, oraaccorpato con il Liceo ClassicoAldo Moro. Quest’anno con i ‘Ma­ghi del Turismo’, i ragazzi si sonoorganizzati autonomamente perstupire spettatori e giuria. La moti­vazione? La voglia di divertirsi, dimostrare di poter fare da soli e,perché no, il desiderio di poter ri­cordare il 2014 come l’anno in cuigli studenti del Galilei hanno vinto.A capo dell’organizzazione vi sonostati Teresa D’Ascanio, Noemi LaTorre e Federico Del Nobile, tre gio­vani ragazzi che hanno voluto ci­mentarsi in questo ruolo direttivoproponendo il soggetto e preoccu­pandosi dell’organizzazione, risultataefficiente anche grazie all’aiuto di altri‘volontari’.

Galilei Pon Linegiugno 2014

... per le strade della Città del libro

INCONTRO CON ANDREA MARTINA ESalvatore Cosentino

Quand’era solo un ragazzino il suo paese venne sconvolto da un grannumero di delitti di stampo mafioso, che avevano colpito anche persone alui molto vicine.Queste le ragioni per cui Andrea Martina ha lavorato alla storia del suoultimo libro “Fratelli di strada”, che ha come motivo dominante la mafia.

Noi studenti del Liceo Galilei lo abbiamoincontrato il 14 dicembre dello scorsoanno, durante la visita guidata alla Cittàdel Libro, a Campi Salentina, occasione

per molti autori di presentareil proprio lavoro.Le figure dei protagonisti,Oscar e il Casanova, sonoispirate a due amici di comi-tiva di Andrea. Il primo era

soprannomi-

nato “Oscar” poiché aveva unagran passione per Oscar Wilde;l’altro invece “Casanova”perché aveva fama di essereuno “sciupa-femmine”.I due nella vicenda sono i figlirispettivamente di Luigi Aloisi eVincenzo Abruzzese.L’Aloisi e l’Abruzzese, malavitosimolto spesso coinvolti nelleorganizzazioni di traffici di dro-

ga e del racket delleestorsioni, verranno uccisidalla mafia locale: perciòin tutto il corso dellanarrazione Oscar e il Ca-sanova tenteranno divendicare i loro padri e diuccidere Romeo deVecchi, ritenuto re-sponsabile dell’omocidio.L’autore, di originebrindisina, è stato intervi-

stato dal magistrato Salvato-re Cosentino, Procuratoredella Repubblica, docente didiritto penale, critico lettera-rio ed appassionato di teatro.Egli ci ha raccontato diversiepisodi della propria vita edin particolare ci ha colpito lanarrazione del giorno in cuiall’Università, l’11 maggiodel 1992,aveva visto con ipropri occhi Giovanni Falco-ne, membro della commis-sione antimafia. Non avrebbemai potuto immaginare che,appena una settimana dopo,questi sarebbe stato assassi-nato. Salvatore accarezzavail sogno di diventare propriocome lui.

di Antonello Rosa

CITTA' DEL LIBRO 2013XIX RASSEGNA INTERNAZIONALE DEGLI AUTORI E DEGLI EDITORI DELMEDITERRANEO

CYBERBULLISMO:il lato oscuro dei social network

Sara, quattordicenne residente a Cittadella, in provinciadi Padova, si è tolta la vita gettandosi dalla terrazza diun hotel abbandonato, dopo aver scritto lettere a tutticoloro che le volevano bene.

Galilei Pon Linegiugno 2014

E, prima di lei, Hanna,quattordicenne inglese, che,nell’agosto scorso, si è impiccata.Entrambe venivano sommerse daoffese sui loro profili di Ask esempre di più erano diventati i postdove era chiesto loro … diuccidersi.Due suicidi apparentemente cosìdiversi, eppure così simili: dueragazze, due quattordicenni, duevittime del “cyberbullismo”.Il cyberbullismo è un fenomeno moltodiffuso nell’odierna era di internet e sipresenta spesso tra compagni discuola: un gruppo prende di mira unragazzo o una ragazza, coprendolopubblicamente di insulti, così che tuttipossano leggerli e pensare il peggiodella persona interessata,dimenticando che si tratta di unragazzo come loro.

Pian piano anche i fedeli amici deimalcapitati entrano a far parte delgruppo persecutore, per sentirsiimportanti nel branco ed emancipati,lasciandoli quindi da soli.Spesso le vittime non hanno ilcoraggio di ribellarsi a quella che èuna violenza psicologica vera epropria e non confessano nulla aigenitori.Così si arriva a pensare che la vitanon valga più nulla e si commettonoatti inconsulti, come il suicidio.

Per fortuna questo fenomeno si puòcombattere. Ecco qualche consiglio:

PER I

GENITORI, CERCATE DI DIALOGARE

MOLTO CON I VOSTRI FIGLI, SOPRATTUTTO

ORA CHE SONO NELL’ETÀ

DELL’ADOLESCENZA: COSÌ FACENDO LI

COMPRENDERETE DI PIÙ E VI

ACCORGERETE SUBITO SE QUALCOSA

NON VA. CERCATE DI FAR CAPIRE

LORO CHE VI POSSONO PARLARE DI

QUALSIASI COSA E SOSPETTATE DI

EVENTUALI SILENZI, IN PARTICOLAR

MODO SE CIÒ ACCADE MOLTO

FREQUENTEMENTE. MA

SOPRATTUTTO STATE LORO VICINI

E AIUTATELI IN CASO VOGLIANO

PER I RAGAZZI: ABBIATE FIDUCIA

IN VOI STESSI E NON LASCIATEVI

CONDIZIONARE: SIETE PERSONE

CON DELLE QUALITÀ! INOLTRE

DISCUTETE CON I VOSTRI

GENITORI DI QUANTO STA

ACCADENDO: VEDRETE CHE VI

SUPPORTERANNO E VI

AIUTERANNO A USCIRNE. ABBIATE

IL CORAGGIO DI DENUNCIARE I

“CYBERBULLI”, E NON PENSATE

NEANCHE PER UN MOMENTO CHE

LA VITA SIA ORRIBILE E SENZA

VALORE!

di Anna Zinco

BBUUDDAAPPEESSTTIL RITORNO PORTA

ADDOSSO MAL DI TESTA E

MAL D’ANIMA.

NEI SILENZI OGNUNO PIANO

FRUGA DENTRO DI SÈ.

GLI ALUNNI DI VB E VC

I Negrita cantavano così qualche tempo fa, ricordando probabilmente qualcheviaggio. Proprio come quello che noi abbiamo lasciato alle nostre spalle, come quelloche avremmo voluto non finisse mai, o almeno non così presto.Il nostro viaggio ha un nome: Budapest.Raccontare una città non è mai semplice: non si può dare nome ai colori, ai sapori,agli occhi spalancati davanti ad un ponte illuminato o al brivido in cima ad un’alturache svela tutto il panorama, protetto gelosamente per così tanto tempo.Budapest è stata per noi come un libro, di cui ci si innamora alla prima pagina e che sivuole divorare, incuriositi ed affascinati. La prima sensazione che ha suscitato è statala tenerezza, avvertita per un luogo baciato da madre natura che per ben cinque voltedurante la sua storia ha avuto la forza di rinascere, dopo essere stato completamenteraso al suolo.Si avverte come la pulsazione viva e costante di un cuore che non vuole spegnersi emostra il suo corpo in tutta la sua fierezza e luminosità.Dal Parlamento alla Sinagoga, dal Ponte delle Catene alla Chiesa di Mattia, Budapestracconta i suoi segreti in ciascuno di questi luoghi.Tra le strade, per i viali più popolosi si respira la diversità. Non spaventa affatto. Ècome un equilibrio dinamico, il frutto tangibile di una civiltà in continuo progresso, chenon vuole né fare né subire gli errori del passato.Indimenticabile. Vero è pure che tutto diventa indimenticabile e fuggente quando si hala giusta compagnia, quell’intima e spontanea complicità e la spalla di un amico­fratello da cinque anni su cui riposare durante un viaggio lunghissimo. I rapportieccezionali che ci sono tra noi e ci legano sono come i ponti di Budapest, e i ponti diBudapest, anche se crollano, poi rinascono sempre dalle loro ceneri, più belli e forti diprima.Le terme, le pattinate sul ghiaccio, le passeggiate accanto al bel Danubio blu sonostate così belle perché eravamo tutti insieme.Con pura e disinteressata sincerità, sentiamo anche di dover ringraziare i nostri dueaccompagnatori. instancabili e disponibili a conciliare ogni nostra proposta conl’itinerario ufficiale; sono state delle persone senza le quali questo viaggio avrebbecambiato completamente fisionomia e dubitiamo seriamente in meglio.Nella vita ogni esperienza insegna qualcosa, e guardando tutte le foto e fermandosiun attimo a “scrutare dentro di sè”, come dicevano i Negrita, da questo viaggiopotremmo imparare ad essere sempre forti e splendenti. A non arrenderci mai. A faredi una sconfitta pretesto per una rinascita. Come i ponti di Budapest. Koszonom!

Galilei Pon Linegiugno 2014

Coppa GalileoDI TOMAIUOLO E RANIERI

Questo è stato il momento in cui lagara è diventata particolarmente

emozionante.Il 7 marzo 2014 si sono svolte infatti leolimpiadi a squadre di matematica pressol'industriale L. Da Vinci, a Foggia, la“Coppa Galileo”.Per tutto il viaggio non avevamoassolutamente idea di come questi giochisi sarebbero svolti ma un nostrocompagno, che aveva già vissutoquest'esperienza l'anno scorso, ce ne haparlato. Li ho immaginati molto avvincentied emozionanti, gare in cui lo spirito disquadra e la collaborazione devonoessere una costante che accompagna iragazzi durante tutta la gara.Arrivati al punto di incontro, ci siamo recatiin palestra, dove erano disposti dodicitavoli, isolati uno dall’altro, ognuno deiquali rappresentava una postazione perogni squadra. Io ero tra il pubblico.Dopo aver preso posto sugli spalti, iragazzi della squadra che rappresentavala nostra scuola hanno indossato lamaglia rossa del Liceo. Ogni caposquadrasi è recato dall'organizzatrice per estrarreil numero della postazione. Alle 15.00 lagara è iniziata e ogni caposquadra haritirato il materiale necessario.Intanto anche noi abbiamo ricevuto copiadi problemi da risolvere; c’era infatti anchela gara del pubblico.Nei primi quaranta minuti si sono distintetre squadre che avrebbero concorso per ilpodio: il Bonghi di Lucera, il Volta e il

nostro liceo.Al termine la tensione era palpabile e sievinceva dalle corse dei “consegnatori” ( imembri delle squadre addetti aconsegnare le risposte alla correzione)sempre più veloci, dagli applausiscroscianti ad ogni risposta correttadella propria squadra.A circa dieci minuti dalla fine il nostroLiceo aveva raggiunto la primaposizione con grande gioia, nostra edei professori.L'emozione era enorme:mancavano pochi secondi …quando purtroppo il consegnatoredel Volta ha portato di corsa unarisposta, che è risultata corretta; ecosì anche quest'anno ci èsfuggito il primo premio, ma èstato comunque un'ottima provadei nostri, che speriamoottengano la qualificazione allagara nazionale di Cesenatico.

Una competizione di due ore: ma il nostroLiceo nell’ultima mezz'ora ha iniziato untesta a testa contro il Volta di Foggiache sarebbe durato fino alla fine dellagara.

Galilei Pon Linegiugno 2014

Museo Internazionale della CroceRossa di Ginevra

PER DIVENTARE

VOLONTARIO DELLA CROCEROSSA

INTERNAZIONALE

Il volontariato è un’esperienzache tutti noi ragazzi

dovremmo provare perché cimette a contatto con i problemireali di una società che, perparadosso, tende a isolarci e arenderci egoisti. Aiutare esoccorrere le persone èun’attività gratificante edemozionante.A differenza delle altre associazionidi volontariato la Croce Rossa siimpegna in diversi settori comel’assistenza agli anziani, che aManfredonia è possibile presso lacasa di riposo “Anna Rizzi”; lasorveglianza durante le attivitàsportive di “calcio a 7” , “calcio a 5”femminile e pallamano e durante lemanifestazioni cittadine, come ilCarnevale sipontino.Ma non solo. Si occupa anche diprevenzione e di informazione in

alcuni ambiti: la prevenzione delleMST (malattie sessualmentetrasmissibili) come l’ AIDS o dellemalattie cardiache.Molto spesso si organizzano giornatededicate ad alcune attività specifichecome la giornata della glicemia,“Trenta ore per la Vita” , attività chein genere si svolgono nella Piazza delPopolo, dove vengono offerteinformazioni e spiegazioni.La Croce Rossa si fonda su 7principi: UMANITÀ , IMPARZIALITÀ,NEUTRALITÀ, INDIPENDENZA,VOLONTARIATO, UNITÀ,UNIVERSALITÀ. E' solo nel rispettodi questi obiettivi chel’associazione può organizzareattività e attuare delle strategie,che mirano a contribuire albenessere sociale. Per esempionella “Strategia2020” il primoproposito è quello di salvare eproteggere la vita umana, ilsecondo è quello di promuovere unostile di vita sano e sicuro e il terzo è

promuovere l’inclusione sociale euna cultura della non-violenza.Ma il guadagno più motivante che siriceve frequentando l’organizzazioneè conoscere persone disposte adascoltarti e aiutarti nei momentidifficili e vivere emozionanti edindimenticabili esperienze dicrescita.

di Francesca Di Napoli

CENTO LUNGHE ORE DI TIROCINIO

II MMAANNGGAACULTURA O SOLO FUMETTI?

DI GIORGIA TROIANO

Nel mondo occidentale il manga è inteso come ogni genere di fumetto di origine giapponese, diversamentedall’accezione giapponese, per la quale il termine indica qualsiasi tipo di fumetto.La parola “manga” deriva dagli ideogrammi “man” e “ga”, “immagini libere”. Il primo ad usare questotermine fu Rakuten Kitazawa.In Occidente i manga sono visti come produzioni per ragazzi e bambini, impressione cui ha portatol’accentuazione di tratti tipici, quali gli occhi grandi, cosa che per la prima volta ha adoperato nel 1946 ilprimo mangak,a Osamu Tezuka, soprannominato il dio dei manga, il quale ammise di essersi ispirato alBambi disneyano per la sua opera, “Kimba, il Leone Bianco” cui in seguito la Disney stessa si ispirò per il“Re Leone”.Un manga giapponese ha una sua particolare sintassi di lettura: si scorre da destra verso sinistra, dall’altoverso il basso; la rilegatura delle pagine si trova a destra del lettore e le vignette hanno una disposizioneorizzontale.Il lettore giapponese, già avvezzo ad una lettura semiotica, trova più facile orientarsi: gli occhi si posanoprima su alcuni particolari e poi su altri, in una comprensione che coinvolge tutto ciò che viene illustrato.Nel manga viene data importanza all’atmosfera, alle emozioni e all’introspezione dei personaggi; le vignetteperciò presentano tutte lo stesso taglio, ma quelle orizzontali hanno lo scopo opposto di quello che questadisposizione avrebbe in occidente:sono usate per creare uno stacco tra lo schema delle due vignetteaffiancate o per rallentare il ritmo di lettura. Le verticali servono invece a velocizzare il ritmo. Infine lediagonali trasportano verso uno stato si tensione: si trovano singole o combinate, con inquadrature inclinateche generano come un forte trascinamento: sono calanti o ascendenti, a seconda che la situazione precipitio si tranquillizzi.Per gli appassionati di manga italiani, gli anni Novanta sono stati una svolta. Infatti fu proprio in questoperiodo che i fumetti giapponesi furono importati, e tra i primi ci sono Ken il Guerriero, Akira, e ovviamenteDragon Ball, che ormai tutte le nuove generazioni hanno visto almeno un paio di volte nella vita.Le tavole però all’inizio venivano ribaltate prima di essere editate, per poterle leggere secondo i modioccidentali. I Kappa Boys furono i primi, con Dragon Ball per la Star Comics, a pubblicare le tavole originali,anche perché l’editore giapponese non apprezzava le modifiche.Nonostante il manga tenda a spiegare e non ad illustrare, i baloon dei dialoghi originali sono molto variabili;ad esempio una frase ad effetto sarà posta in una nuvoletta di grandi dimensioni, anziché evidenziarla ingrassetto come si farebbe in occidente. I dialoghi non sono lunghi, e i Giapponesi preferiscono scriverli amano.I manga non sono fumetti qualsiasi: vengono realizzati con materiali speciali, come fogli riquadrati in ciano,pennini con varie modulazioni, righelli particolari, retini.Le pagine sono in bianco e nero, essendo il manga nato come prodotto da applicarsi su “rivistecontenitore”, che i giapponesi non possono fare a meno di gettare. Così attrae lettori, e se ha successoviene stampato su volumi riservati ad esso.Ma come si fanno le ombre senza scala di grigi? Il modo più facile è con i retini grattabili.Le pagine a colori sono usate per le edizioni speciali, come per introdurre dei personaggi, e sono realizzatea china o a pantone.Finalmente arriviamo al manga come lo conosciamo noi: il tankobon. I tankobon sono i volumetti di carta diqualità, sui quali sono stampati i manga che, dopo essere stati pubblicati insieme con altre storie, apuntate, su grossi albi di carta scadente, hanno avuto successo tra i lettori, che sono i veri giudici.I manga fanno parte della cultura giapponese: in Giappone infatti, sono considerati al pari dei nostri libri; esono diversissimi nei generi e nel pubblico a cui sono destinati: già, anche gli adulti hanno i loro manga!

Galilei Pon Linegiugno 2014

Stratford upon Avon

L’avventura è iniziata il 16luglio, quando, accettata la

mia domanda, sono partita perLondra, per un viaggio diistruzione di ben quindici giorni.All’inizio avevo un po’ dipaure: di non riuscire asocializzare o di provarenostalgia di casa.D’altra parte ero euforica, nonvedevo l’ora di partire. Caricadi valigie, ho salutato i mieiparenti e in brevissimotempo… ho iniziato asocializzare con tutti!Le nostre guide sembravanomolto disponibili e affabili etutti i ragazzi erano simpatici.Dopo due ore di viaggio, eramattina e davanti a me c’erauna bellissima distesa verde,quasi infinita, e in lontananzail nostro college: ero lì, proprioa Stratford-upon-Avon , lacittà di William Shakespeare!Ci hanno offerto un pacchettocon dentro un sandwich eaccompagnato nelle nostrecamere, perchè sistemassimotutte le nostre cose.Per quella stessa sera eraprevista una serata karaoke dibenvenuto, per conoscerci estringere amicizia tra noi.C’erano ragazzi provenientida tutt’Italia, i quali parlavanotutti nel proprio dialetto eognuno si sforzava di capire,almeno per sommi capi, idiscorsi degli altri!

La mattina seguente avevamola sveglia alle sette: colazioneall’inglese, con tanto di bacone un famigerato caffèlentissimo, a cui non siamoabituati.Subito dopo siamo statismistati in tante classi per lelezioni, in base alla nostra etàe al nostro livello diconoscenza della lingua.Avevamo come insegnantiNichy, Mike, Sue e Katrine,che ci hanno accompagnati intutto il nostro viaggio,all’insegna della cultura e deldivertimento.Le classi erano costituite daragazzi provenienti da varienazioni, come Giapponesi,Australiani, Americani, Cinesiecc .. E’ stato moltointeressante stringereamicizia con loro e parlareesclusivamente inglese èservito a migliorare le nostreabilità.In quei giorni sono stateorganizzate tante escursioni.Abbiamo visitato un maestosocastello medievale, quello incui è stato girato il telefilmMerlin; poi la residenza estivadella regina, la cittadina diStratford-upon-Avon, il Museodelle Farfalle, Oxford, lacittadina di Cambridge einfine Londra, con il suomaestoso Parlamento, ilLondon Eye e il bellissimo

Backingam Palace.La sera erano previste varieattività, come la disco, ilkaraoke e i talent show, tutteorganizzate dagli animatoriinglesi.Durante la giornata abbiamoavuto pochissimo tempo perprovare nostalgia di casa,perchè il tempo era scanditonei minimi dettagli , tra lezionidi inglese e attività a scelta,come pallavolo, basket, calcio,nuoto, fitness, il tutto svolto instrutture apposite e maestoseo in enormi parchi.Tra tutti noi si è creato unrapporto bellissimo. Abbiamocondiviso intere giornate eancora oggi, a distanza di unanno, siamo rimasti ancora incontatto.È stata un’ esperienzadavvero meravigliosa perchéconoscere posti nuovi, vivereuna diversa cultura,relazionarsi con nuovepersone, imparare cose nuovema anche badare a se stessi,è stato davvero utile eistruttivo e lo rifarei 300 voltealmeno.Viva Londra!

Di Martina D’Amato

LUGLIO A LONDRA: LA MIA ESPERIENZA

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I SOCIAL NETWORKDI ANNA GUERRA

Strutture informatiche che si occupano dei rapporti sociali: questa la definizione di reti sociali, ocome vengono più comunemente chiamate, social network.Esse hanno tutte una caratteristica comune: la possibilità di creare un profilo, pubblico o privato, e dicollegarvi una lista­dati ovvero una lista di amici, foto, video, informazioni personali.I social network, affermatisi nel 2003 con Friendster, sito australiano creato per aiutare i suoi utenti astringere nuove amicizie, sono una delle grandi conquiste del terzo millennio in campo informatico.Essi nascono come strumenti di comunicazione da utilizzare in ambito lavorativo o a scopoinformativo; tuttavia sono soprattutto i giovani a fare largo uso del web per comunicare con i propriamici e per allacciare nuove conoscenze con cui chattare.Oggi la maggior parte dei ragazzi ha un profilo su uno o più social network, come Facebook oTwitter. Divertente, ricco di pagine varie e profili di vip e personaggi dello spettacolo, Facebookrappresenta il mondo ideale dell’adolescenza, dove ogni cosa sembra perfetta, dove la parte piùintima di ognuno prende vita attraverso citazioni, immagini e video di ogni sorta, dove è possibilerimanere in contatto con i propri amici ventiquattro ore al giorno e in ogni luogo e dove talvolta ci sidistrae tra un affanno e l’altro della vita quotidiana.Come sta cambiando il modo di comunicare grazie a internet? Premesso che il web è ormai uninsostituibile e irrinunciabile mezzo di comunicazione di massa, tuttavia, come per ogni cosa, vausato con consapevolezza e moderazione.Oggi l’utilizzo anormale di questi siti sta portando, in particolare i giovani, ad isolarsi dalla realtà e aimmaginarsi in un universo parallelo ad essa, qual è quello dei social network. Tanti sono ormai gliadolescenti che non possono fare a meno del loro PC sempre connesso ad una rete o, in assenzadi esso, del cellulare, che con le moderne tecnologie contribuisce notevolmente all’accrescere delfenomeno e limita sempre di più la realtà concreta di un rapporto tra le persone.Tralasciando il problema della pubblicazione di dati anche troppo personali, per i ragazzil’inconveniente più grave è arrivare a vivere una realtà solo virtuale come fosse vera, postando foto,video e pensieri che nella vita di tutti i giorni non si avrebbe il coraggio di condividere con gli altri,perché apparirebbero un’ostentazione.Il social network crea un mondo distante dalla realtà, in cui tutto è permesso e i valori e l’educazioneimpartiti dalla famiglia vengono completamente messi da parte. Chattare con il proprio amico èmolto diverso dall’intraprendere con lui una conversazione faccia a faccia, mentre scrivere un postpuò essere visto come la paura del confronto con gli altri e il timore che qualcuno possa contraddireil tuo pensiero con una domanda; non ci si aspetta, infatti, che qualcuno metta in dubbio ciò che sidichiara in un post.Da non sottovalutare è il pericolo reale che si cela dietro il web. Casi di cyber bullismo diventanosempre più frequenti, man mano che i social network acquistano popolarità e importanza. Sisentono spesso notizie shoccanti, come quella del suicidio di una quattordicenne di Padova, cui laragazza è giunta perché lasciata sola a subire frasi offensive sul suo profilo di Ask.fm.Internet, quindi, può essere anche molto pericoloso quando si diventa dipendenti da esso, ma se losi vuole utilizzare, bisogna tenere in considerazione che questa è solo una realtà fittizia, che nonpuò in nessun modo avere il sopravvento sulla vita concreta.

Galilei Pon Linegiugno 2014

Scienza e politica:UNA TEMIBILE E STRANA ALLEANZA?

Da sempre la società umana mostra di te­nere le distanze dal progresso scientifico:fin dai tempi di Galileo Galilei le teorie piùinnovative venivano respinte e condannate,insieme ai loro pionieri.La contrapposizione tra scienza e società èstata al centro di molti studi: il progressodelle scienze naturali si è imbattuto semprein paure e sospetti. Anche qualora una sco­perta scientifica producesse degli effetti po­sitivi dal punto di vista sociale edeconomico, ne potrebbe produrre altrettantinegativi, conseguenze morali e praticheimprevedibili.Come affermato da Pascal: "Il supremopasso della ragione sta nel riconoscere chec’è un’infinità di cose che la sorpassano. E’ben debole se non giunge a riconoscerlo.”La ragione umana non è ancora riuscita apiegare le forze della natura e pertanto de­ve riconoscere che ci sono tantissime coseche la superano.Però, pur suscitando critiche e dibattiti, lascienza non si è mai arrestata, applicando­si, all’opposto, a tutti i campi.Hobsbawn affermava: "La politicizzazionedella scienza toccò il suo culmine nella se­conda guerra mondiale. Tragicamente lastessa guerra nucleare fu figlia dell’antifa­scismo. Una normale guerra fra diversi statinazionali non avrebbe quasi certamentespinto i fisici d’avanguardia a premere suigoverni inglese e americano perché co­struissero una bomba atomica. E propriol’orrore di questi scienziati dinanzi al ri­sultato ottenuto, i loro sforzi disperati all’ulti­mo minuto per impedire ai politici e aigenerali di usare effettivamente la bomba, ein seguito i loro sforzi per opporsi alla co­struzione della bomba all’idrogeno, testimo­niano della forza delle passioni politiche”.La scienza, suo malgrado, venne coinvoltadagli interessi politici degli Stati alloracoinvolti nel conflitto.Nonostante i tentativi degli scienziati di evi­tare la catastrofe, fu lanciata la bomba ato­mica, dimostrando così come le depressionipolitiche potessero utilizzare i risultati dellaricerca scientifica per scopi distruttivi. Que­sta tendenza al “manipolare” le attività di ri­cerca nel corso degli anni si è sempre più

diffusa. Heisenberg scri­

veva: " Mi ricordo un colloquioche ebbi dopo la guerra conFermi, poco prima che venis­se sperimentata la bomba adidrogeno nel Pacifico. Discu­temmo di questo progetto e iolasciai capire che, considerate leconseguenze biologiche e politiche, si do­veva abbandonare un simile esperimento.Fermi replicò: ­Eppure è un così belloesperimento­.Questo è probabilmente il motivo più pro­fondo che sta alla base dell’interesse perl’applicazione pratica della scienza, cioèche lo scienziato ha bisogno di sentirsiconfermare da un giudice imparziale,quindi dalla natura stessa, di avercompreso la sua struttura. Ma ultima­mente non ci si accontenta solo dellasemplice “sperimentazione”, in quantolo scienziato vuole sentirsi confermatodalle masse e dalla verifica del ri­sultato dei suoi sforzi.Sono stati commessi molti errori nelpassato e ora lo scienziato deve “ri­bellarsi” e cercare di parteciparealle decisioni politiche e nonsentirsi sottomesso agli uomini piùpotenti.Uno dei problemi che producel’odierno distacco tra società escienza sta nell’alfabetizzazionescientifica dei cittadini e nel fardiffondere la culturadell'importanza delle scienze ad unmaggiore auditorio.Ci sono stati uomini e donne chehanno passato un’intera vita per lascienza. Rita Levi Montalcini di­ce:”Ho speso tutta la mia vita per lalibertà della scienza e non possoaccettare che vengano messi deichiavistelli al cervello. L’ingegno ela libertà di ricerca è quello chedistingue l’ Homo Sapiens da tutte lealtre specie. Solo in tempi bui lascienza è stata bloccata. Oggi piùche mai bisogna affermare il principioche gli scienziati hanno il diritto dipartecipare alle decisioni politichepiuttosto che essere vittime di movi­menti oscurantisti e antiscientisti.”

di Anna Salinari

Galilei Pon Linegiugno 2014

Il maestro:StromaeIl suo vero nome è Paul Haver

DI VANESSA COLONNA E CLAUDIA DEL NOBILE

E' di origine belga da parte di madre e ruandeseda parte di padre.All’età di dodici anni si è iscritto all’accademiamusicale di “Jette” per partecipare ad alcuni corsidi batteria e solfeggio. Nel 2000 ha scelto lopseudonimo “Op maestro” per cominciare la suacarriera; ma dal momento che lo pseudonimoscelto era troppo simile a quello di un altro artista,ha optato per “Stromae” .Il nome “Stromae” ha lo stesso significato dellaparola italiana “maestro” in verlan, un linguaggiogergale francese caratterizzato da parole nuoveottenute tramite inversione sillabica.A diciotto anni ha formato il gruppo “Suspicion”insieme a J.E.D.I., un altro rapper con il quale hacomposto la canzone e il clip “Faut kt’arreete leRap”; ma dopo quest'esperienza J.E.D.I ha decisodi lasciare il duo perché aveva l’impressione dicompromettere la carriera di Stromae, che hainiziato così la sua avventura da solista.Nel 2005 ha cominciato a ottenere i primi

successi. Poi, nel 2006 ha partecipato agli Hip HopFamily e nel 2007 a Juste De Bout Beneux.Ha in seguito deciso di lavorare per un anno in unfast food per pagarsi gli studi. I soldi tuttavia nonbastarono e si iscrisse all’IRACI, sezione cinema,e ha investito ciò che ancora aveva per dareconcreta realizzazione ai primi lavori. Nel 2008 ha

firmato un contratto discografico con “BecauseMusic”, un marchio indipendente.Al tempo stesso ha diffuso i suoi video instreaming sulla rete, spiegando i suoi testi alpubblico sotto forma di lezioni, chiamate appunto“Les leçons de Stromae”.Nel 2009 sono stati pubblicati i singoli “Up SawLiz” e “Alors on danse” per introdurre il suo primoalbum: “Cheese” previsto per l’estate del 2010: ilnome della raccolta rappresenta verbalmente isorrisi forzati durante le foto.In questo album egli affronta temi quali l’estate, gliamori non corrisposti, la violenza e la fede.Il singolo “Alors on dance” ha riscosso un grandesuccesso in Europa, raggiungendo il primo postodella classifica dei singoli in Austria, Francia eGermania.Nel 2012 resta in disparte ritornando sulle scenecon il singolo “Humain à l’eau” pubblicato il 21dicembre dello stesso anno su youtube.Nel magico 2013 pubblica il primo singolo estratto

dal suo secondo album, “Papautai”,ottenendo un grosso successo inFrancia, Belgio e in molti altri Paesi.In questo album, invece, i temi sonopiù seri e impegnati: l’alienazione deisocial network , il cancro dovuto alfumo, i problemi di coppia, l’eccesso,le malattie e i problemi famigliarianche autobiografici, la denuncia neiconfronti della mancanza di posizionida parte della società riguardo alrazzismo, al sessismo e all'omofobia.

Nel mese di luglio 2013 annuncia la pubblicazionedi “Racine carrèe”. In questo stesso anno vince ilpremio come miglior artista belga agli MTV EuropeMusic, come miglior artista francofono e per lamiglior canzone francofona. Il 22 Febbraio del2014 è ospite a Sanremo con il brano “Miserable” .