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IL QUESTIONARIOPROF. GIOVANNI DI TRAPANI

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Università Telematica Pegaso Il questionario

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

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Indice

1 PREMESSA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 3

2 IL MODELLO DI RILEVAZIONE ---------------------------------------------------------------------------------------- 4

3 IL METODO DI COSTRUZIONE DEL QUESTIONARIO ---------------------------------------------------------- 8

3.1. LE SCALE DI VALUTAZIONE. ------------------------------------------------------------------------------------------------- 9 3.2. LA QUALITÀ DEI DATI. -------------------------------------------------------------------------------------------------------10 3.3. LA REVISIONE DEI DATI. -----------------------------------------------------------------------------------------------------11 3.4. LA MEMORIZZAZIONE DEI DATI. --------------------------------------------------------------------------------------------12

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1 Premessa

In questa lezione parleremo di uno degli strumenti che viene usato per le rilevazioni: il

questionario. Vedremo, in particolare, come questo deve essere strutturato, quindi andremo ad

analizzare le differenti tipologie di domande e di risposte che possono essere in esso inserite,

nonché le varie fasi in base alle quali viene stilato.

Faremo un breve accenno alle scale di valutazione da prendere in considerazione per alcune

tipologie di domande e poi andremo a soffermarci sul controllo e la memorizzazione dei dati.

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2 Il modello di rilevazione

Il modello di rilevazione è il documento grazie al quale vengono raccolti i micro – dati

delle unità statistiche del collettivo studiato, in forma schematizzata e standardizzata ed è costituito

da una successione di quesiti di varia natura.

Il questionario è uno strumento di comunicazione finalizzato a facilitare l’interazione fra il

ricercatore, il rilevatore (lì ove fosse presente) ed il rispondente, ma per poter svolgere il suo ruolo

è necessario che venga standardizzato; cioè bisogna che le domande e la comunicazione devono

essere identiche per tutti i rispondenti in modo che le informazioni raccolte siano confrontabili fra

loro. La sua costruzione è un momento delicato nella fase di pianificazione della ricerca, poiché si

richiedono competenze tecniche, abilità ed esperienza. Il supporto tradizionale è quello cartaceo,

anche se oggi il questionario viene sottoposto, in molti casi, tramite intervista telefonica.

La comprensione del questionario può talvolta risultare ambigua; per ovviare a questo

inconveniente è importante che il rispondente inquadri il contesto nel quale le domande vengono

collocate. Per questo motivo occorre che la sequenza degli argomenti affrontati sia il più possibile

coerente, evitando che si verifichino salti radicali. I quesiti che implicano uno sforzo di memoria

andrebbero collocati verso la metà del questionario, per evitare che all’inizio il rispondente non sia

ancora disponibile a tale impegno e alla fine sia troppo stanco. I quesiti su temi delicati

andrebbero, invece, collocati verso la fine per sfruttare la maggiore confidenza e disponibilità

ormai acquisita e per non rischiare che, un rifiuto a rispondere, possa compromettere l’acquisizione

delle informazioni collocate sull’ultima parte di questionario.

È possibile fare uso anche di uno schema di intervista strutturata con l’obiettivo di

raccogliere informazioni sulle variabili qualitative e quantitative, presso opinion leaders.

Esempio: ipotizziamo di analizzare il settore “Turismo”, in particolare ci soffermeremo

sull’offerta (l’ospitalità) di un’economia locale al fine di individuare opportunità per la creazione

di nuove imprese.

La ricerca a come obiettivo di cogliere e poi comprendere le problematiche del settore; di

analizzare l’offerta; di individuare eventuali aree carenti, prospettive imprenditoriali, azioni

promozionali e di accrescere la probabilità di vita delle imprese create nel turismo.

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In questo caso si decide di intervistare degli opinion leaders (al massimo una decina) e si

redige il seguente schema di intervista.

QUESTIONARIO AGLI OPINION LEADERS

Stato dell’arte

1) Valutazione qualitativa e quantitativa dell’offerta (punti di forza/debolezza, analisi per macro -

aree, …)

_________________________________________________________________________

2) Valutazione qualitativa e quantitativa della domanda (flussi, motivazioni d’acquisto,

opportunità, rischi, …)

_________________________________________________________________________

3) Quali sono le azioni di promozione e di marketing territoriale

attuali ___________________________________________________________________

programmate/auspicate _____________________________________________________

Prospettive per la creazione di imprese

4) Eventuale presenza di nodi/”colli di bottiglia” strutturali (sollecitare una visione di medio

periodo)

a) scarsità/carenza di infrastrutture

b) scarsità/carenza di offerta ricettiva

c) scarsa imprenditorialità

d) basso livello delle risorse umane

e) altro ______________

5) Interventi ed iniziative mirati a rimuovere/ridurre i vincoli

a) attuali _______________________________________________________________

b) programmati/auspicati __________________________________________________

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6) Quali sono, a suo avviso, le aree o le attività su cui è bene investire prioritariamente

_________________________________________________________________________

Nome intervistato: ____________________________________

Data: _________________ Durata dell’intervista: ___________________

Località: ___________________ Intervistatore: ___________________

Le forme delle interviste e dei questionari possono essere:

a) rigidamente standardizzate, in cui sia le domande che le risposte alternative

possibili sono predeterminate;

b) del tutto libere e “non strutturate”, in cui non c’è predeterminazione né delle

domande, né delle risposte alternative.

Nel primo caso le domande vengono poste negli stessi termini e nel medesimo ordine a tutti

i rispondenti con il vantaggio che le risposte non sono influenzate dalla diversa formulazione del

quesito.

Le domande possono, quindi, essere a:

- risposte aperte o libere;

- risposte fisse predefinite;

- risposte miste;

- risposte strutturate;

- risposte chiuse;

- quesiti filtro.

La prima tipologia di risposta lascia all’eventuale intervistato la scelta della risposta da

registrare. Il suo principale vantaggio è che condiziona solo in minima parte il rispondente; mentre

lo svantaggio consiste nella difficoltà di elaborazione. La seconda tipologia, invece, può prevedere

una sola risposta o multi – risposte già specificate, l’intervistato deve solo scegliere tra le risposte

possibili quella/e che meglio si adatta/no al suo caso personale; mentre la terza prevedono risposte

solo per le modalità principali, indi per cui è lasciata la possibilità di risposta libera per modalità

non previste o non indicate. Le risposte strutturate prendono in considerazione una serie di risposte

precostituite per le possibili combinazioni delle modalità di due o più caratteri, tra le quali il

rispondente deve scegliere; mentre quelle chiuse presentano due o tre modalità di risposta e

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vengono, generalmente, usate per verificare la presenza/assenza di un fenomeno. Infine, i quesiti

filtro permettono di “saltare” uno o più quesiti successivi se sono verificate alcune condizioni.

Questa necessità si manifesta quando:

- occorre indirizzare gruppi particolari di rispondenti verso domande

specificatamente rivolte a loro;

- si vuole evitare di scendere in domande dettagliate quando ciò è inutile;

- si vogliono evitare condizionamenti nella risposta.

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3 Il metodo di costruzione del questionario

La costruzione del questionario può articolarsi in una serie di fasi:

1. l’individuazione delle informazioni da chiedere, che solitamente riguardano i dati

personali, ambientali, comportamentali, ecc. I dati personali servono a fornire la

base per una più approfondita comprensione delle risposte riguardanti al fenomeno.

I dati ambientali servono, invece, a conoscere le situazioni e le circostanze in cui

vivono i rispondenti al fine di spiegarne gli atteggiamenti, le azioni ed i

comportamenti. I dati comportamentali riguardano azioni, atteggiamenti e

comportamenti passati e presenti;

2. la scelta del tipo di questionario da utilizzare. La sequenza con la quale le domande

vengono poste è uno degli aspetti più importanti del questionario. Questa può

essere: a imbuto quando si passa da domande generali a domande più particolari per

dare tempo al rispondente di focalizzare l’attenzione sul tema proposto; o ad

imbuto rovesciato quando le domande specifiche vengono anteposte a quelle più

generali;

3. la prima traccia di questionario. In questa fase è opportuno avvalersi delle

esperienze acquisite da altri ricercatori in modo da migliorare la tecnica di

rilevazione e di studio ed ottenere dati confrontabili;

4. la revisione delle domande, consultandosi con esperti;

5. la prova del questionario su un gruppo piccolo di persone opportunamente scelte;

6. la stesura conclusiva del questionario e l’indicazione dei modi per usarlo

correttamente.

L’editing ed il linguaggio sono caratteristiche importanti del questionario. Alcune regole da

seguire sono nella stesura di un questionario sono quella di usare termini semplici e precisi, di non

far uso di parole con significato dispregiativo e elogiativo, di non proporre domande troppo lunghe

o composte da più preposizioni, di evitare espressioni negative e troppe precisazioni all’interno

della domanda.

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3.1. Le scale di valutazione.

La ricerca ha bisogno, in alcuni casi, di avere uno o più giudizi del rispondente su alcuni

aspetti del fenomeno oggetto d’esame, per questo motivo diviene necessario convertire il giudizio

personale dell’intervistato in misura nominale, ordinale o numerica, che viene poi elaborata in

termini di valutazione. In questo caso vengono quindi stilate delle scale di valutazione:

Esempio: Esprima un giudizio sui seguenti servizi offerti (1=molto buono, 5=scarso)

Intrattenimento durante il viaggio 1 2 3 4 5

Informazione depliantistica 1 2 3 4 5

Qualità del ristorante 1 2 3 4 5

Prezzo 1 2 3 4 5

Qualità e puntualità dei trasporti 1 2 3 4 5

Offerta culturale (entrate a musei,

visite…)

1 2 3 4 5

Qualunque sia la natura delle scale, il principio che presiede alla loro definizione è quello

dell’esistenza di un continuum, che per comodità viene trasformato in carattere discreto (punteggi),

all’interno dei quali il rispondente deve scegliere quello che meglio interpreta la sua posizione. Le

scale possono essere numeriche, come nell’esempio suindicato, che presentano ai rispondenti una

gamma di punteggi da attribuire a un qualche fenomeno, ma possono essere anche verbali dove si

presenta all’intervistato da un minimo di due ad un massimo di cinque o sei possibili giudizi

espressi con delle frasi.

Esempio: Esprima un giudizio sulla ristorazione

Molto buono

Buono

Sufficiente

Scadente

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Esiste anche la tecnica del differenziale semantico che nasce dalla combinazione della scala

verbale e numerica; si presenta come un diagramma ai cui estremi compaiono termini dal

significato opposto. Il rispondente, quindi, segnerà la posizione più congeniale tenendo conto delle

diverse alternative all’interno delle quali sta collocando il suo giudizio.

Esempio: Esprima un giudizio sulla ristorazione

Molto buono Scadente

3.2. La qualità dei dati.

L’utilizzo del questionario può comportare certamente degli errori accidentali, cioè delle

imperfezioni o delle inesattezze nelle risposte che si presentano senza regolarità, o sistematici che

si presentano con regolarità e con il medesimo segno.

Questi ultimi sono molto importanti in quanto la loro riduzione è indice di una buona

programmazione del lavoro. Tra i possibili errori possiamo segnalare:

- il dato mancante;

- la mancata rilevazione;

- la mancata risposta o non risposta;

- il mancato rispondente.

Il primo errore si riferisce al dato elementare del quale non sia stato registrato il codice e

prevede come soluzioni la possibilità o di ignorarne la mancanza se questa è casuale ed i dati

disponibili sono congrui per la stima, o di rimpiazzarlo con un codice determinato con una delle

tecniche per la "correzione degli errori" o di calcolarne la stima ignorando la mancanza del dato

anche quando questa non sia casuale e correggere poi la stima con un metodo idoneo; mentre il

secondo tipo deriva, in una indagine sulla popolazione, dall’insuccesso nel tentativo di contatto

delle unità destinate a partecipare all’indagine; invece la mancata risposta o non risposta

riguarda l’assenza di risposta ad una sola domanda del questionario, in questo caso per risolvere il

problema o si determinano statisticamente le risposte ottenibili utilizzando informazioni

provenienti da fonti esterne all’indagine (registri, censimenti, etc.) o tramite un supplemento di

indagine o si può anche decidere di escludere dall’analisi l’unità con risposta mancante, ma

l’esclusione va effettuata con la consapevolezza che l’analisi delle sole risposte validamente

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espresse conduce a risultati normalmente distorti; infine l’ultimo errore si presenta quando l’unità

della popolazione o del campione designata a rispondere non fornisce collaborazione o all’intero

questionario (mancata rilevazione), o ad una singola domanda (mancata risposta).

Procedure di controllo e correzione dei dati

I metodi di correzione possono essere di tre tipi:

- metodo della correzione deterministica, in base al quale la soluzione a

risposte mancanti o incompatibili è fornita dal ricercatore in modo soggettivo;

- metodo della correzione probabilistica, in base al quale la soluzione a

risposte mancanti o incongruenti è sostituirle con delle informazioni valide presenti in altre

unità rilevate;

- metodo “manuale”, che sfrutta l’esperienza e le ulteriori informazioni a

disposizione delle persone le quali ricostruiscono l’informazione caso per caso.

Come ricostruire i valori mancanti o errati

I valori mancanti o errati vengono corretti in base al principio della similitudine dei

comportamenti delle unità e delle loro risposte; cioè è dall’insieme dei “dati esatti” che viene

ricercata un’unità di rilevazione dalla quale ricavare, proprio per similitudine, il valore da attribuire

alla variabile errata che però non comporti nuove incompatibilità.

3.3. La revisione dei dati.

Il materiale raccolto va sottoposto, poi, ad un’attenta ed approfondita revisione, che

concerne sia l’aspetto quantitativo sia quello qualitativo. La revisione quantitativa ha lo scopo di

accertare che nessuna unità sia sfuggita alla rilevazione o sia stata rilevata più di una volta. La

revisione qualitativa, invece, consiste in un esame critico dei dati rilevati, per accertare se questi

siano stati raccolti in modo conforme alle istruzioni e se rispecchino la vera situazione dell'unità

rilevata.

Dalla revisione qualitativa possono quindi emergere le lacune in cui è incorso il

compilatore, tralasciando di comunicare alcune delle informazioni richieste, ma possono emergere

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anche gli errori di compilazione. La possibilità di colmare a posteriori le lacune nelle unità è

possibile solo nel caso di indagini con modelli nominativi.

3.4. La memorizzazione dei dati.

La memorizzazione dei dati consiste nella loro registrazione. Grazie ad essa i codici,

attribuiti alle risposte chiuse o alle risposte aperte, vengono trasferiti su un supporto idoneo ad

eseguire, tramite l’elaboratore, le successive operazioni di revisione, correzione ed elaborazione

statistica. In questa fase abbiamo due tipi di pulizia: quello dovuto ad errori di scrittura da parte

dei rispondenti e quello dovuto a risposte errate a causa della non comprensione delle domande.

Quindi la registrazione comporta l’inserimento su di un elaboratore elettronico di “records”, cioè

di dati elementari rilevati su una unità statistica e dà luogo alla matrice dei dati. Con questo

termine si intende un ideale rettangolo, che contiene tante righe quante sono le unità di rilevazione

(nel caso dell'intervista sono i rispondenti) e tante colonne quante sono le variabili considerate (nel

caso dell'intervista le domande). Ogni singola risposta del questionario verrà tradotta in codici

(corrispondenti al Piano di codifica) e incasellata nella sua posizione. Con questa organizzazione

di dati l'elaboratore elettronico è in grado di eseguire velocemente e in modo automatico le

operazioni statistiche richieste.

Ai fini della codifica dei dati, normalmente, si utilizzano codici numerici, cioè cifre

comprese tra 0 e 9 (ma anche a due cifre in caso di necessità), piuttosto che alfabetici sia perché i

numeri sono suscettibili di un miglior trattamento statistico sia perché danno luogo a minor

confusione.