Orientamento universitario: le pratiche della Facoltà di Scienze … · Di solito l'orientamento...

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Orientamento universitario: le pratiche della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genov di Antonella Lotti, Alessandra Modugno, Fabrizio Bracco, Andreina Bruno Questo lavoro illustra alcune pratiche di orientamento universitario che si realizzano presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Genova. Dopo una breve descrizione di attività svolte per l'orientamento in entrata, in itinere e in uscita, gli autori si soffermano su alcuni progetti propri dell'orientamento in itinere per sostenere nella scelta gli studenti universitari: il progetto Tutor di gruppo, rivolto alle matricole, e il progetto Fuoricorso volto a conoscere e affrontare il problema della dispersione universitaria. This paper describes some activities of academic guidance held at the School of education, University of Genoa in Italy. General activities of information, training and academic advising are illustrated in three phases: before, during and at the end of the university curriculum. The authors illustrate two main projects: the first one is dedicated to first year students and the second one to students who have not completed their exams within the legally required time. 1. Introduzione L'orientamento universitario può essere classificato in tre momenti: in entrata, in itinere, in uscita, e in tre forme: informazione, formazione e consulenza. L'orientamento in entrata si rivolge agli studenti delle scuole secondarie superiori o ai diplomati, che devono ancora scegliere il percorso formativo universitario. Di solito l'orientamento universitario in ingresso si caratterizza per la comunicazione di informazioni relative ai corsi di laurea, diffuse tramite i saloni di orientamento o di immatricolazione, in formato cartaceo, orale o telematico. Le università, i centri pubblici e privati di consulenza mettono a disposizione esperti di orientamento i quali, tramite colloqui di consulenza individuali o di gruppo, aiutano le persone a 1 / 17

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Orientamento universitario: le pratiche della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova

di Antonella Lotti, Alessandra Modugno, Fabrizio Bracco, Andreina Bruno

Questo lavoro illustra alcune pratiche di orientamento universitario che si realizzano presso laFacoltà di Scienze della Formazione di Genova. Dopo una breve descrizione di attività svolteper l'orientamento in entrata, in itinere e in uscita, gli autori si soffermano su alcuni progettipropri dell'orientamento in itinere per sostenere nella scelta gli studenti universitari: il progettoTutor di gruppo, rivolto alle matricole, e il progetto Fuoricorso volto a conoscere e affrontare ilproblema della dispersione universitaria.

This paper describes some activities of academic guidance held at the School of education,University of Genoa in Italy. General activities of information, training and academic advisingare illustrated in three phases: before, during and at the end of the university curriculum. The authors illustrate two main projects: the first one is dedicated to first year students and thesecond one to students who have not completed their exams within the legally required time.

1. Introduzione

L'orientamento universitario può essere  classificato in tre momenti: in entrata, in itinere, inuscita,  e in tre forme: informazione, formazione e consulenza.

L'orientamento in entrata si rivolge agli studenti delle scuole secondarie superiori o ai diplomati,che devono ancora scegliere il percorso formativo universitario.

Di solito l'orientamento universitario in ingresso si caratterizza per la comunicazione diinformazioni relative ai corsi di laurea, diffuse tramite i saloni di orientamento o diimmatricolazione, in formato cartaceo, orale o telematico.

Le università,  i centri pubblici e privati di consulenza mettono a disposizione esperti diorientamento i quali, tramite colloqui di consulenza individuali o di gruppo, aiutano le persone a

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diventare consapevoli di attitudini, capacità e aspettative e quindi a  formulare una sceltaadeguata.

Le attività di formazione nell'orientamento universitario in ingresso sono più rare e sicaratterizzano con  momenti formativi in cui gli studenti hanno la possibilità di studiare in ambitouniversitario. Ad esempio, si citano le settimane di orientamento estivo organizzate da alcuneuniversità, tipo la settimana estiva di orientamento della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa o i Faculty stage che offrono la possibilità di conoscere più a fondo un certo ambito disciplinare. A Genova, adesempio, presso la Facoltà di Medicinagli studenti delle scuole secondarie superiori hanno la possibilità di vivere per una settimana,nel mese di febbraio o marzo, all'interno di un reparto ospedaliero universitario al fine di capirese la professione medica corrisponde all'idea che essi possedevano e quindi per rafforzare omeno la loro scelta. Sempre per quanto riguarda l’ateneo di Genova, ricordiamo il Salone Orientamenti, che si realizza di norma a novembre di ogni anno. Gli studenti delle classi quarte e quinte dellescuole secondarie di secondo grado provenienti da tutto il territorio regionale e da quellolimitrofo, possono raccogliere informazioni negli standpredisposti dalle varie facoltà, anche attraverso conferenze illustrative tenute dai docenti dellevarie facoltà che illustrano la loro offerta formativa. A febbraio, per circa due settimane, sitengono invece gliOpen week, incontri che si realizzano all'interno delle singole Facoltà, per illustrare agli studenti dellescuole secondarie l’offerta formativa. E’ anche l’occasione per visitare gli spazi della Facoltà,guidati dai tutordi orientamento. A luglio, in coincidenza con il termine degli esami di maturità, si tengono gliOpen Day, che propongono informazioni sull'offerta formativa relativa a tutti i corsi di laurea attivati, leprove di accesso e la possibilità di visitare la sede universitaria con gli spazi e i servizi destinatiagli studenti. Inoltre è possibile per gli studenti delle scuole secondarie richiedere un periodo ditirocinio, in convenzione con la Provincia, presso una Facoltà, per esplorare più da vicino ilmondo universitario. Non solo la scuola secondaria si avvicina all’università; talora è la stessauniversità che realizza su invito incontri presso singoli contesti scolastici o presso salonidedicati all’orientamento sul territorio regionale e delle regioni limitrofe.

Per quanto riguarda invece la forma di consulenza dell'orientamento in ingresso, l'Ateneogenovese mette a disposizione di tutti gli studenti un servizio gratuito di colloqui orientativi chehanno lo scopo di illustrare i corsi di studio, la loro struttura e particolarità in modo da fareconoscere allo studente, in maniera approfondita, il funzionamento della vita universitaria.

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Inoltre il servizio di ateneo propone on line un test di orientamento alla scelta della Facoltà, unquestionario di interessi per l'individuazione delle attività professionali preferite e dei corsi distudio che preparano a svolgerle. L'esito delle risposte porta lo studente ad approfondire leinformazioni sui corsi e a svolgere i test diautovalutazione delle singole Facoltà per scoprire il grado di attitudine a quel particolare tipo distudi e l'attuale livello di preparazione specifica da parte dello studente.

L'orientamento in itinere ha lo scopo di aiutare le persone già iscritte a un corso di laurea asostenere la loro scelta (attraverso il sostegno a pratiche efficaci per la costruzione delprocesso formativo) o a modificarla tramite informazioni, colloqui di consulenza oppure attivitàformative individuali o di gruppo.

L'orientamento in uscita ha lo scopo di aiutare i laureati a scegliere un ulteriore percorsoformativo oppure ad accedere al mondo del lavoro tramite attività informative, formative ocolloqui di consulenza. Questo tipo di attenzione al mondo del lavoro può essere gestito altermine del percorso, ma risulta maggiormente efficace se è una funzione attivata già durante ilpercorso formativo stesso. Presso il servizio Placement e servizi perl'orientamento al lavorodell'Ateneo genovese si possono trovare servizi mirati per l'avvicinamento e l'inserimento nelmondo del lavoro:

- tirocini formativi e di orientamento, mediante convenzioni, di Facoltà e di Ateneo, conrealtà del mondo del lavoro, pubblico e privato - laboratori tematici e incontri individuali di avvicinamento al mondo del lavoro perlaureandi/neolaureati, condotti da orientatori professionisti - incontri con le aziende - bacheca - cartacea e virtuale - di offerte di lavoro, stage ed altre opportunità, tratte dai piùimportanti quotidiani italiani ed esteri e dai siti Internet più interessanti del settore - accesso ai servizi on-line di Almalaurea, Job Check-in e Stage Check-in.

A Genova si trova anche una grande risorsa per l'orientamento: la Città dei Mestieri e delleprofessioni , che appartienealla rete internazionale delle Cités des metiers. E' uno spazio di informazione e consulenza sui percorsi formativi e professionali. Ogni annoorganizza incontri di approfondimento relativo alle figure professionali del mondodell'educazione e della formazione e offre agli studenti in uscita e ai neolaureati informazionisulle aziende cittadine che offrono percorsi di stage

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, tirocinio post-lauream, opportunità professionali.

2. Le pratiche della Facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Genova

La Facoltà di Scienze della formazione di Genova offre tre corsi di laurea triennali (Scienzedella Comunicazione, Scienze e tecniche psicologichee Scienze pedagogiche e dell'educazione), due corsi di laurea magistrale (Psicologiae Scienze Pedagogiche) e un corso di laurea magistrale a ciclo unico (Scienze della formazione primaria).

La Facoltà si avvale di una Commissione Orientamento e Tutorato, composta da otto docenti, edi una squadra di circa 20 tutor di orientamento.

Relativamente all'orientamento in entrata, la Facoltà di Scienze della  formazionedell'Università di Genova aderisce alle iniziative sopra descritte pianificate e coordinate dal Servizio di Orientamentodi Ateneo, che si svolgono lungo tutto l'anno accademico.

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L'orientamento in itinere della Facoltà di Scienze della formazione è la tipologia di orientamentoche assorbe maggior impegno progettuale e di ricerca da parte della Commissione Orientamentodella Facoltà perché ha l'obiettivo di sostenere gli studenti  universitari nella loro scelta o nellaloro decisione di modificarla. In particolare il sostegno alla scelta si declina attraverso lasocializzazione a pratiche che ne sostengano la realizzazione.

L'orientamento in itinere si rivolge agli studenti universitari, dal momento della loroimmatricolazione sino a quello della laurea.

La Commissione Orientamento organizza tre attività di orientamento in itinere: lo Sportello diorientamento e tutorato, il progetto Tutor di gruppoe il progetto Studenti fuori corso.

Lo Sportello è uno spazio aperto tutti i giorni per due ore, ove i tutor d'orientamento offronoinformazioni e consulenza sui corsi di laurea, sull’attività didattica e sugli esami, in sinergia con iservizi amministrativi e tecnici di facoltà, e con la costante supervisione della Commissione Orientamento e Tutoratodi Facoltà.  Il ricevimento “a sportello” è intensificato nelle prime due settimane dell’annoaccademico.

Il progetto Tutor di gruppo e il progetto Studenti fuori corso si inscrivono entrambi nell’alveodegli interventi contro il fenomeno della dispersione nel processo universitario. La dispersione èascrivibile a molteplici fattori, quali: difficoltà di orientamento rispetto alla scelta del percorsoformativo, difficoltà nell’integrazione e nella socializzazione universitaria, difficoltà del metodo distudio (con prevalenza d’utilizzo del metodo surface a scapito del metodo deep).

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3. Il progetto Tutor di Gruppo

Il progetto Tutor di gruppo, attivo dal 2009, si rivolge alle matricole. Esso vuole rappresentareun punto di riferimento per gli studenti, per prevenire le difficoltà e/o monitorarle precocemente,nel momento di primo inserimento nell’ambiente universitario. I suoi obiettivi sono:

- favorire la socializzazione organizzativa e l’aggregazione in gruppo

- favorire la partecipazione alla vita universitaria (frequenza offerta formativa, partecipazioneeventi Ateneo, partecipazione gruppi di studio)

- attivare una funzione di tutorship all’interno del contesto universitario sin dal primo giorno diingresso

- monitorare precocemente le difficoltà del percorso formativo

- favorire metodi di studio profondi e strategici vs superficiali.

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Infatti, dispositivi contrastanti della dispersione sono rappresentati dalla partecipazione alla vitauniversitaria, in particolare nelle sua dimensione microsociale; dall’attivazione di una funzione ditutorship all’interno del contesto organizzativo; dal monitoraggio precoce delle difficoltà dipercorso; da un metodo di studio “profondo” e strategico.

All’apertura di ogni a.a., nel primo giorno di lezione, i docenti responsabili di ogni Corso diLaurea accolgono le matricole, per presentare l’offerta formativa complessiva e i diversi servizidi Facoltà, al fine di favorire la socializzazione organizzativa degli studenti.

Nella prima parte dell’incontro di accoglienza vi è la presentazione dei docenti e di unrappresentante dell’Ordine (ove presente) e/o dei sistemi professionali territoriali. Può essereprevista la presenza di uno o più neolaureati che raccontino la loro esperienza.

Nella seconda parte dell’incontro, dopo la plenaria di presentazione dell’offerta formativa e ditestimonianze dal mondo del lavoro, le matricole vengono divise in gruppi di 20-25 studenti, cuiviene assegnato un tutor d'orientamento di riferimento. Il tutor introduce il suo gruppo, dopoaverlo accompagnato all’aula assegnata, al progetto Tutor di Gruppo, favorendo la conoscenza reciproca tra gli studenti, lo scambio di mail e contatti. Gli studentilavorano con i tutorsulle loro aspettative, su quesiti, ecc.

Ma qual è la funzione del tutor? Il tutor è uno studente senior a disposizione degli studenti piùgiovani per accoglienza, informazioni, orientamento. Ad ogni tutorvengono attribuiti circa 50 matricole del proprio Corso di Laurea, suddivise in due gruppi di 25persone. Lo studente può quindi fare specifico riferimento al suo tutor. Il tutorconcorda gli appuntamenti sulla base delle esigenze degli studenti, al fine di evitare unasovrapposizione di orari con le lezioni. Egli utilizza la sua mailing listdi studenti per invitare e ricordare gli appuntamenti e per tutte le successive esigenze dicomunicazione. Oltre agli incontri annuali di gruppo programmati, sono previsti momenti diincontro individuale, su appuntamento, su richiesta dello studente.

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Sia gli incontri di gruppo sia i colloqui individuali sono l’occasione per monitorare precocementegli studenti presenti che dichiarino o manifestino difficoltà nel loro percorso formativo.

Il tutor, inoltre, svolge una funzione di raccordo con la Commissione Orientamento, che si facarico di:

- accompagnare/supervisionare i tutor sui percorsi

- attivare un percorso di accompagnamento agli studenti in difficoltà ove si richieda unospecifico sostegno al processo formativo.

Gli incontri del progetto sono stati inizialmente cinque (di due ore ciascuno) per diventare daquest’anno quattro (vedremo perché).

Nel primo incontro, quale oggetto transizionale, favorente l’avvio della relazione d’aiuto, siconsegna il cosiddetto kit della matricola, ossia un pieghevole che contiene le informazioniessenziali per una matricola al suo primo ingresso in Facoltà: calendario accademico,scadenze, servizi offerti, domande ricorrenti, contatti utili. Il kitè stato preparato con l’obiettivo di orientare la matricola nell’ambiente e nelle praticheuniversitarie, primo appiglio organizzativo che favorisca la sua socializzazione nell’università.Vuole rappresentare uno strumento snello ed efficace: a tal fine non si può considerare maidefinitivo: si evidenzia la necessità di aggiornare ogni anno accademico i dati in esso contenuti.

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I successivi due incontri avvengono prima di Natale. Il secondo incontro viene calendarizzatoper compilare insieme il piano di studio e discutere della logica prescelta per pianificarel'agenda annuale di preparazione degli esami,  il terzo per pianificare insieme il primo esame ediscutere di metodo di studio e  delle eventuali difficoltà emerse nell'approccio ai testi.

Dopo Natale i tutor inizialmente incontravano i propri studenti per altri due incontri, che sitenevano alla fine della prima sessione di esami di febbraio e alla fine di maggio, per fare unbilancio del primo anno di corso. Attualmente, valutato che nel corso dell’anno diminuisce lapartecipazione degli studenti agli incontri, in particolare essendoci un calo di presenze dopo ilterzo incontro, si è preferito offrire un solo incontro di monitoraggio nel mese di febbraio. Anchequest’anno tale incontro è stato scarsamente partecipato: ipotizziamo che gli obiettivi disocializzazione propri del progetto siano in questa fase dell’anno stati raggiunti dai più e che glistudenti abbiano attivato strategie personali di appartenenza organizzativa, tra cui risulta menoutile la proposta formalizzata degli incontri di gruppo guidati dal tutor. DopoNatale, infatti, i tutorrealizzano la maggior parte del loro servizio, attraverso la risposta a richieste di tipo individuale,che avvengono soprattutto attraverso l’utilizzo della mail. Si tratta di studenti con esigenzeparticolari, lavoratori, fuori sede, o in difficoltà rispetto al percorso.

Il progetto Tutor di gruppo richiede una formazione attenta dei tutor d'orientamento e un'attivitàdi supervisione costante durante tutto l'arco dell'anno accademico.

La Commissione Orientamento forma i tutor durante il mese di luglio al fine di sviluppare lacapacità di conduzione di gruppo, e successivamente,  organizza incontri di formazione che siavvalgono di sedute di chiarificazione, simulazioni e attività di progettazione per far acquisire lecompetenze necessarie alla conduzione dei singoli incontri. Il percorso formativo dei tutordi gruppo comprende di solito cinque incontri che trattano il tema della conduzione dei gruppi,gli stili di apprendimento e i metodi di studio, la gestione dell'ansia, lo studio dei testi e le mappeconcettuali, la costruzione di questionari per valutare l'efficacia di interventi formativi.

L'esperienza triennale di questo progetto rivela che è importante creare i gruppi rispettando lavicinanza spaziale presente nel primo incontro: appare maggiormente efficace creare gruppimettendo insieme gli studenti che sono seduti vicini nella giornata delle matricole, piuttosto cheseguendo l'elenco alfabetico dei loro cognomi. Il progetto rivela che gli studenti partecipanonumerosi ai primi tre incontri, mentre tendono a diminuire nelle occasioni di incontro di gruppodel secondo semestre. La Commissione Orientamento, d'intesa con i tutor, ha predisposto

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anche quest’anno un questionario, inviato alle matricole, per indagare le ragioni delladiminuzione di partecipazione agli incontri di gruppo durante il secondo semestre. Una possibilelettura, emersa negli anni passati, appare essere la dimensione gruppale instauratasi che fa dasostegno agli studenti. I tutornotano, infatti, che i gruppi studiano spesso insieme nelle aule studio e si sostengonoreciprocamente con scambio di informazioni e appunti, dimostrando quindi la validità delprogetto, che ha favorito la cooperazione e la collaborazione tra pari.

4. Il progetto Fuori Corso

Il progetto Fuori corso è il secondo progetto su cui la Commissione Orientamento stainvestendo sia le energie di alcuni docenti sia la risorsa di un gruppo di tutorselezionati specificamente per intervenire in esso: l’obiettivo è contenere la dispersioneuniversitaria.

Va detto che alcuni dei corsi di laurea presenti nell’offerta formativa di Scienze dellaFormazione si rivelano diparticolare interesse per “studenti lavoratori”, ossia persone che si immatricolano anche dopoaver svolto alcune esperienze lavorative o spesso mentre le stanno vivendo, magari conl’obiettivo di migliorare o qualificare ulteriormente la loro situazione professionale: questo hacollocato e colloca tutt’ora fin dall’inizio un significativo gruppo di studenti nella situazione dipotenziali fuori corso. Analogo a questo fenomeno si dà anche quello di studenti che, da subitoo poco dopo l’avvio, intenzionalmente svolgono il percorso di studi in parallelo a una qualcheforma di impegno di lavoro, sia per motivi personali – per gestire in autonomia rispetto allafamiglia il periodo universitario – sia a causa di una motivazione debole, ovvero a causa delfatto che il percorso di studi svolto nella facoltà possa effettivamente fornire possibilitàoccupazionali coerenti ad esso. Questo riguarda specificamente il corso triennale in Scienze pedagogiche e dell’educazione– e se possibile era un aspetto ancora più rilevante nei precedenti curricola dell’ordinamento509 – in cui il distacco tra percorso formativo compiuto e situazioni professionali in cui un

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laureato con tale profilo possa effettivamente collocarsi è percepito piuttosto sensibile.

Queste evidenziate si rivelano le cause più consistenti del rallentamento degli studi deglistudenti della Facoltà di Scienze della formazione; ad esse si associano altri fattori, alcuni deiquali molto specifici e connessi a situazioni personali di difficile individuazione e previsione, altriche si intuisce possano essere connessi ad aspetti organizzativi o dell’attuale modalità diintervento didattico della Facoltà o di alcuni corsi di laurea, su cui un intervento condiviso,unitario e mirato potrebbe ridurre il fenomeno della dispersione, proprio là dove essa, potremmodire, non è conseguenza di una progettualità consapevole, ma esito di disagio,  demotivazione,inefficacia.

Il progetto Fuori corso è nato su mandato della Facoltà nell’estate del 2009 con l’obiettivo diintervenire sugli studenti iscritti a corsi di laurea quadriennali di ordinamenti ormai non piùvigenti. Nel corso del suo sviluppo ha subito un’evoluzione significativa, il cui principale esito èstato una migliore focalizzazione del problema e una graduale individuazione della necessità diintervenire non tanto o solo correttivamente sulle sue manifestazioni più acute, ma soprattutto diagire per individuare dispositivi che ne riducano lo sviluppo, ossia lo studio di fattori predittividell’insuccesso o del rallentamento – specifici per i diversi corsi di laurea – e il potenziamentodella metodologia e dell’organizzazione su cui si innesta l’offerta formativa della facoltà.

A queste conclusioni la Commissione Orientamento e Tutorato è giunta proprio tramitel’esperienza dell’incontro e del colloquio con gli studenti da parte dei docenti e dei tutor coinvolti. Nel 2009, all’avvio del progetto, sono stati individuati 142 studenti fuori corso iscritti aivecchi ordinamenti quadriennali: molti di loro avevano abbandonato gli studi da più di 15 anni,alcuni dovevano ancora affrontare un numero significativo di esami – spesso relativi a disciplineche non erano più attive in facoltà – altri dovevano sostenere solo uno o due esami, altri ancoradovevano soltanto redigere la tesi di laurea. L’intervento di recupero si è articolato in alcunipassaggi: quello iniziale prevedeva l'invio di una lettera allo studente in cui lo si informava delprogetto e si annunciava la possibilità che la Facoltà metteva a sua disposizione di un incontrocon un docente, membro della Commissione Orientamento e Tutorato, con cui valutare le ragioni dell’interruzione del percorso di studi e concordare un pattoformativo che ne consentisse la conclusione in tempi possibilmente rapidi. Si è cercato tramite i tutordi orientamento di raggiungere tutti gli studenti telefonicamente, per verificare la disponibilità alcolloquio con un docente e a organizzare l’incontro: in questa fase un gruppo di persone haaccolto con interesse l’offerta di tale opportunità, un altro l’ha rifiutata, un certo numero dipersone non sono state raggiunte per disguidi di ordine tecnico. Tutti i docenti della Facoltàsono stati coinvolti nel progetto tramite una lettera che li avvisava degli interventi avviati con gli

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studenti fuori corso, che probabilmente li avrebbero contattati per  concordare programmiaggiornati e personalizzati.

Rispetto a questo gruppo di studenti fuori corso il progetto ha conseguito buoni risultati: moltistudenti sono giunti in breve alla laurea e di conseguenza si è ottenuta una significativariduzione del numero dei fuori corso, che a marzo 2011 era sceso a 67. I fattori chiave per ilraggiungimento di tale obiettivo sono stati diversi; tra questi, il sostegno tutoriale dei docentidella Commissione, che ha dato a molti studenti un chiaro messaggio di interesse della Facoltàverso la propria situazione accademica. Purtroppo la condizione di fuori corso è spessoassociata al senso di abbandono e di sfiducia verso l’istituzione universitaria, la qualità dei suoiservizi e la chiarezza delle informazioni disponibili. L’intervento dei docenti, i colloqui, ilsostegno motivazionale hanno giocato un ruolo fondamentale nello sblocco di molte situazionidi stallo. In particolare, l’intervento sul piano motivazionale è stato orientato a sondare le ragionidel problema (spesso legate a fattori di natura privata, familiare, di salute o professionale), cherichiedevano un cambiamento delle strategie di studio e di gestione delle risorse motivazionali.Talvolta gli studenti erano consapevoli dei fattori che causavano il blocco, ma non sapevanocome reimpostare il lavoro e la pianificazione degli impegni di studio, in modo da conciliarli conquelli privati. La rinegoziazione delle strategie ha interessato anche la definizione autonoma delproprio percorso di studio, aiutando lo studente a definire un progetto da monitorare nel tempo,con obiettivi realistici, precisi e verificabili (ad esempio, quanti esami dare nei prossimi appelli,quali docenti contattare, come impostare lo studio). Infine, un altro elemento determinante perl’orientamento dei fuori corso è stato quello relativo alla comunicazione tra studenti e facoltà.Avendo perso o allentato i contatti per lungo tempo (anche da più di 10 anni), alcuni studentiavevano poca chiarezza sui servizi offerti dalla Facoltà (sito web, SportelloStudenti , tutor) e sulle modalità di fruizione degli stessi. I continui cambiamenti di ordinamento imposti dalleriforme che si sono succedute negli anni non hanno facilitato gli studenti nel tenere traccia delloro percorso né dei cambiamenti occorsi in Facoltà, per questo è stato importante ricostruirecon loro un quadro di riferimento che permettesse di pianificare la prosecuzione degli studi inmodo efficace. Gli studenti sono stati facilitati nella comunicazione con i servizi di Facoltà, nellafruizione del sito web, nella comunicazione con i docenti, in modo tale da accelerare il riavvio degli studi.

Nell’estate del 2010, ossia un anno dopo l’avvio del progetto, grazie all’esperienza acquisita conquesta tipologia di studenti, la Commissione Orientamento e Tutorato aveva maturato laconsapevolezza della complessità e ampiezza del problema degli studenti fuori corso: sitrovavano in tale condizione numerosi iscritti ai corsi di laurea di ordinamento  triennale 509 –corsi in progressivo esaurimento – in particolare nell’area pedagogica.

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L’esito nel complesso positivo del progetto con gli studenti dei corsi quadriennali ha spinto laFacoltà a prendere in esame, attraverso la Commissione, una parte degli studenti dei corsi dilaurea triennale, ossia quelli che manifestavano un rallentamento più clamoroso, anche perchéerano un numero più ristretto rispetto a quello degli studenti fuori corso da un paio d’anni, la cuisituazione appariva potenzialmente meno grave o semplicemente fisiologica. Gli interventirealizzati sono stati analoghi a quelli già attuati con i primi contattati: molti studenti hannorisposto positivamente, altri hanno evidenziato un disagio personale rispetto alla motivazione,un gruppo significativo ha segnalato la decisione consapevole di procedere con tempistiche piùdilazionate, in forza di una gerarchia di priorità che non colloca la laurea al primo posto, alcunihanno rifiutato la proposta d’incontro e aiuto da parte della Commissionedichiarando di voler gestire in totale autonomia il proprio percorso. In sintesi il dato rilevanteaccanto alle tipologie piuttosto diverse di rallentamento è quello numerico: ad aprile 2012 ilnumero degli studenti che hanno più di un anno di rallentamento è di 595 ed è presumibile chepossa aumentare; i corsi di laurea in cui il fenomeno è più marcato sono Scienze pedagogiche e dell’educazionee Scienze della formazione primaria.

Si impone in questa fase evolutiva del progetto un’attenta riflessione sulle aree e le strategie diintervento che consentano un efficace utilizzo delle risorse disponibili. Rispetto agli interventi ditipo correttivo si è condivisa la convinzione che risultano efficaci quando si rivolgono a studentiche mantengono una motivazione più o meno solida a concludere il loro percorso, rispetto aiquali è funzionale alla riuscita l’individuazione di obiettivi specifici e il sostegno al loro effettivoperseguimento e conseguimento. Di fatto riesce a concludere chi è disponibile a elaborare unaprogettualità su di sé e sulla propria situazione: la sfida dell’orientatore sta nell’essere in gradodi attivare la decisionalità dello studente. Al contrario, se lo studente non è effettivamenteintenzionato a concludere o si colloca in atteggiamento passivo o di semplice attesa di soluzioniesterne, la situazione di rallentamento non si modifica e in questo caso il progetto risultainefficace. Un’apparente inefficacia si è sperimentata anche rispetto a quegli studenti che nonvivono l’esser fuori corso come un’anomalia, ma a cui questa condizione sta bene, spessoperché è stata scelta: a ben vedere, allora, la loro condizione non è patologica, piuttosto èmanifestazione di un percorso di studi che si origina con finalità e modalità diverse rispetto aquelle tradizionali, di cui l’Università deve semplicemente prendere atto.

Quest’analisi conduce alla persuasione che unitamente e di fatto prioritariamente allarisoluzione del problema aperto e conclamato, la Commissione Orientamento e Tutorato possae debba lavorare per favorire la riduzione delle cause che determinano il problema,contribuendo alla qualità degli interventi che può svolgere una Commissione Didatticadi Facoltà o di Corso di Laurea sul piano didattico e la Presidenza in ambito organizzativo e

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gestionale. Alcune strategie, da sperimentare o potenziare, sembrano poter soddisfare leesigenze emerse. In primo piano si colloca la creazione di percorsi ad hoc per studenti lavoratori, che fin dall’immatricolazione vengono individuati e seguiti nellaprogettazione e pianificazione del percorso di studi con strumenti e materiali che tengano contodelle loro specifiche circostanze e tempistiche. Un altro aspetto nevralgico riguarda lacomunicazione dei servizi informativi e orientativi forniti dalla Facoltà: è importante che sianorese evidenti tutte le opportunità offerte, in modo che ogni tipologia di studente possa attingervie vedere soddisfatte le esigenze di cui è portatore. Un’ulteriore strategia recentemente attivatadalla Facoltà di Scienze della Formazioneè la realizzazione di laboratori su aspetti specifici dello studio – la metodologia, la gestionedell’ansia, l’analisi di testi di diversa tipologia – che possano favorire l’acquisizione di piùadeguate strategie di apprendimento e insieme la creazione di dinamiche di gruppo capaci diinnescare relazioni di scambio, confronto e reciproco aiuto tra gli studenti.

Tutti gli aspetti legati all’organizzazione e alla didattica sono di notevole rilievo: favorire lafrequenza ai corsi – e di seguito il rapporto con docenti e colleghi studenti – conun’organizzazione funzionale, valorizzare la dimensione orientativa dell’attività docente da partedella Facoltà e consentire agli studenti di sperimentare metodologie di apprendimentopartecipative, coinvolgenti, capaci di sviluppare l’iniziativa personale, costituiscono fattorideterminanti del successo formativo.

Oltre alla creazione di commissioni didattiche che spingano alla sperimentazione di nuoveforme curricolari, la Commissione Orientamento si sta impegnando nello studio dei fattoripredittivi dell'insuccesso nei diversi corsi di laurea. Da un limitato lavoro di ricerca avviato neglianni scorsi, si è notato che gli studenti che non raggiungono un minimo di 42,96 crediti formativial termine del primo anno accademico sono soggetti che più facilmente andranno fuori corso.Una ricerca approfondita sulle carriere degli studenti, sugli esami considerati “più difficili”, sulnumero di crediti conseguiti potrebbe aiutare a individuare i fattori predittivi della dispersione eaiuterebbe a individuare precocemente gli studenti che già all'inizio del secondo anno sono indifficoltà e, conseguentemente, aiutarli con strategie efficaci di studio o di rinforzo dellamotivazione. Dal momento che i motivi del rallentamento sono dovuti sia a fattori relativiall’organizzazione universitaria (logistica, orari, informazioni disponibili, reperibilità dei docenti,ecc.), sia a fattori relativi alla vita privata (famiglia, salute, lavoro) è opportuno pianificare unmonitoraggio di tutti questi fattori, ad esempio anche mediante un questionario dasomministrare in ingresso e da ripresentare a cadenze regolari, con cui si tenga traccia di questifattori. Potendo incrociare il numero di crediti acquisiti e la presenza di “fattori di rischio”,sarebbe maggiormente possibile intervenire tempestivamente agendo sulla situazione quandoquesta non si è ancora cronicizzata.

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Orientamento universitario: le pratiche della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova

di Antonella Lotti, Alessandra Modugno, Fabrizio Bracco, Andreina Bruno

5. Conclusioni

L’esperienza ci consente alcune riflessioni relativamente alla nostra committenza.

La Facoltà ci ha dato il mandato per intervenire, come abbiamo scritto: nella cura del servizioche stiamo costruendo giorno per giorno, percepiamo un forte rischio, quello di delegarecompletamente la questione del successo formativo degli studenti alla CommissioneOrientamento . Il rischioci appare duplice: la responsabilità da noi assunta (insieme alla delega da parte della facoltà)rischia di esternalizzare la funzione orientativa (delegata a 8 docenti) rispetto alla funzione delladidattica. Del successo e dell’insuccesso si fa carico una parte del corpo docenti: la sfidacomplessa da noi assunta è proporre un intervento in stretta sinergia con la funzione didattica.Se così non fosse, il rischio appunto è di occuparsi a valle, di ciò di cui non ci si è fatti carico, alivello organizzativo, a monte. Ancora, se così non fosse, il rischio è quello di proporre unintervento correttivo, a posteriori, usando perlopiù un’ottica di tipo individualista. Per evitare talirischi, riteniamo importante rappresentarsi le proprie competenze organizzative: una funzioneorientativa efficace sta dentro il processo formativo, curato da ogni singolo docente (comeabbiamo avuto modo di sottolineare), ma curato evitando l’assunzione di un modello liberoprofessionale da parte dei docenti stessi. Buone pratiche orientative universitarie pongonoinfatti l’enfasi sull’ottica organizzativa dell’intervento di orientamento, fortemente intrecciato conle pratiche della didattica e utile nel consentire il monitoraggio e la valutazione di tali praticheformative. Altrimenti, la responsabilità del mettere insieme i pezzi, spesso frammentati, rispettoalla costruzione della propria identità professionale, sarà delegata del tutto allo studente, magariuna volta che è uscito dall’università, solo, confrontato con un mondo del lavoro, rispetto a cuispesso dichiara di non percepire di possedere competenze spendibili.

In questo senso, ci pare che oggi la sfida sia affrontare il problema della qualità degliapprendimenti in università attraverso la costruzione di organizzazioni temporanee, di sistemicontinui di monitoraggio, in modo ad esempio che l’osservatorio dedicato all’orientamento siaanche un luogo dove provocare confronto tra modi diversi di rappresentarsi il problema delladidattica.

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Ciò sollecita altre due questioni, quanto mai attuali, che qui solo brevemente introduciamo manelle cui contraddizioni abitiamo: una è la questione delle risorse e l’impossibilità di erogareservizi di qualità a costo (economico, di tempo, ecc.) zero; l’altra è la necessità della vicinanzaai processi, perché ad esempio l’esperienza ci ha insegnato a non rapportarci al problema fuoricorso come un problema dalle caratteristiche omogenee. Diverse tipologie di rallentamentohanno richiesto di inventare diversi modelli di intervento (cfr. Bruno, 2010).

Infine, entrambe le questioni evidenziano il problema del riconoscimento del valore prodottoattraverso un lavoro che, se guardato con gli occhi dei criteri attuali di riconoscimento del lavorouniversitario, appare come sempre più invisibile. Ecco la contraddizione: se il lavoro di tenuta ecura del sistema e dei processi organizzativi è valutato come lavoro invisibile, ne deriva che nonè necessario produrlo… salvo poi riconoscerne la necessità per produrre servizi di qualità per ipropri clienti.

Bibliografia

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Bruno, A., Galuppo, L., & Gilardi, S., (2011). Evaluating the reflexive practices in a learningexperience. European Journal of Psychology of education, 26, 527-543.

Bruno, A. (2010). Gli studenti fuori corso: quale contratto psicologico?. XII Congresso Nazionale

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'Orientamento alla Scelta'.Sperlonga, 12-14 maggio 2010.

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