ORGANO DI INFORMAZIONE INTERNA DELLA FUNZIONE … · Una mobilitazione per dire che “così il...

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1 ANNO IV N. 4 Aprile 2011 ORGANO DI INFORMAZIONE INTERNA DELLA FUNZIONE PUBBLICA-CGIL DI LATINA Voto e Sciopero! Roma 2 aprile 2011 Al termine di un lungo braccio di ferro durato oltre 8 mesi e che ha visto la sola CGIL puntare i piedi contro il tentativo di mettere fine all’esperienza delle RSU, che costituisce “la massima espressione democratica della volontà dei lavoratori”, lunedì 11 aprile scorso, presso l’ARAN di Roma, si è giunti finalmente all’accordo unitario che stabilisce la data per il loro rinnovo che sarebbe dovuto avvenire nel mese di novembre 2010. Il blocco delle elezioni, lo ricordiamo, era stato imposto arbitrariamente dalla Legge Brunetta che, grazie alla complicità di alcuni sindacati “filogovernativi”, aveva rinviato il rinnovo delle RSU di Scuola e Pubblico impiego, in attesa di definire i nuovi comparti di contrattazione previsti dalla stessa norma; cosa, questa, che avrebbe potuto determinare un blocco prolungato nel tempo e, di conseguenza, la fine delle RSU per mancanza di una delega certa, riconosciuta e stabilita dal voto dei lavoratori Ora, grazie all’accordo dell’11 aprile scorso e alla “clausola di garanzia” in esso contenuta (art. 2 comma 1) è previsto che: <<qualora il CCNQ di definizione dei nuovi comparti alla data del 12 dicembre 2011 non sia stato ancora sottoscritto, le procedure elettorali si svolgeranno, in tutti i comparti di contrattazione rappresentati dall’ARAN>>, seguendo una tempistica che sfocerà al 5-6-7 marzo 2012, giorni in cui si procederà al voto per il rinnovo delle RSU , e che si concluderà il 21 marzo con l’invio dei verbali elettorali alla stessa ARAN. Ce la farà Brunetta a non restare impiccato alla corda che lui stesso aveva preparato per stringerla al collo di altri, e in modo particolare della CGIL? Intanto, alla vigilia dell’incontro all’ARAN sulle RSU, i lavoratori della Funzione Pubblica hanno sonoramente bocciato l’accordo separato del 4 febbraio scorso sul Pubblico impiego che la sola FP CGIL, a differenza di altri sindacati di categoria, non aveva voluto firmare in assenza del voto degli stessi lavoratori sul merito delle intesa. Un referendum, quello promosso dalla FP CGIL Roma e Lazio, che, oltre al voto sull’accordo separato del 4 febbraio, poneva anche il quesito sul diritto dei lavoratori a votare liberamente e democraticamente gli accordi che li riguardano e sull’impedimento da parte del governo a rinnovare le RSU. Netta la vittoria dei NO (vedi articoli a pag. 6 e 7) che ha avuto anche i suoi riflessi positivi sull’accordo firmato all’ARAN. →→→ Dopo il diritto di voto sia per quanto riguarda gli accordi che i rappresentanti sui luoghi di lavoro, la CGIL si prepara ora a riaffermare un altro diritto fondamentale dei lavoratori: il diritto di sciopero. Un diritto che nasce dall’esigenza di mettere fine all’esperienza negativa del governo Berlusconi che, dopo 16 anni di promesse e spot elettorali, è stato capace a creare soltanto conflitti sociali ed istituzionali che potrebbero risultare insanabili se non si agirà tempestivamente. Lo sciopero del 6 maggio prossimo, dunque, non deve essere visto soltanto come “lo sciopero organizzato dalla CGIL”, ma deve essere vissuto e diventare lo sciopero di tutti i lavoratori, dei pensionati, degli studenti al di là delle singole appartenenze. Perché è lo sciopero di un intero Paese contro la disoccupazione, la pressione fiscale e il precariato; contro l’impoverimento, il taglio lineare delle risorse e contro la mancanza di sviluppo; contro il continuo attacco ai lavoratori e alle lavoratrici, alla loro dignità. Da non dimenticare le altre due date che ci separano da qui al 6 maggio: il 25 aprile, Festa della Liberazione, e il 1 maggio, Festa dei Lavoratori. Due date, ricordiamo, che non sono solo simboliche, ma che rappresentano un momento di incontro e di profonda riflessione sull’esperienza storica dell’Italia nel 150° della sua Unità. Per il nostro presente e per il futuro dei giovani, ma soprattutto per tutti coloro che sono morti per la libertà e la democrazia, il 6 maggio svuotiamo i luoghi di lavoro e riempiamo le piazze!!!

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ANNO IV N. 4 Aprile 2011

ORGANO DI INFORMAZIONE INTERNA DELLA FUNZIONE PUBBLICA-CGIL DI LATINA

Voto e Sciopero!

Roma 2 aprile 2011

Al termine di un lungo braccio di ferro durato oltre 8 mesi e che ha visto la sola CGIL puntare i piedi contro il tentativo di mettere fine all’esperienza delle RSU, che costituisce “la massima espressione democratica della volontà dei lavoratori”, lunedì 11 aprile scorso, presso l’ARAN di Roma, si è giunti finalmente all’accordo unitario che stabilisce la data per il loro rinnovo che sarebbe dovuto avvenire nel mese di novembre 2010. Il blocco delle elezioni, lo ricordiamo, era stato imposto arbitrariamente dalla Legge Brunetta che, grazie alla complicità di alcuni sindacati “filogovernativi”, aveva rinviato il rinnovo delle RSU di Scuola e Pubblico impiego, in attesa di definire i nuovi comparti di contrattazione previsti dalla stessa norma; cosa, questa, che avrebbe potuto determinare un blocco prolungato nel tempo e, di conseguenza, la fine delle RSU per mancanza di una delega certa, riconosciuta e stabilita dal voto dei lavoratori Ora, grazie all’accordo dell’11 aprile scorso e alla “clausola di garanzia” in esso contenuta (art. 2 comma 1) è previsto che: <<qualora il CCNQ di definizione dei nuovi comparti alla data del 12 dicembre 2011 non sia stato ancora sottoscritto, le procedure elettorali si svolgeranno, in tutti i comparti di contrattazione rappresentati dall’ARAN>>, seguendo una tempistica che sfocerà al 5-6-7 marzo 2012, giorni in cui si procederà al voto per il rinnovo delle RSU , e che si concluderà il 21 marzo con l’invio dei verbali elettorali alla stessa ARAN. Ce la farà Brunetta a non restare impiccato alla corda che lui stesso aveva preparato per stringerla al collo di altri, e in modo particolare della CGIL? Intanto, alla vigilia dell’incontro all’ARAN sulle RSU, i lavoratori della Funzione Pubblica hanno sonoramente bocciato l’accordo separato del 4 febbraio scorso sul Pubblico impiego che la sola FP CGIL, a differenza di altri sindacati di categoria, non aveva voluto firmare in assenza del voto degli stessi lavoratori sul merito delle intesa. Un referendum, quello promosso dalla FP CGIL Roma e Lazio, che, oltre al voto sull’accordo separato del 4 febbraio, poneva anche il quesito sul diritto dei lavoratori a votare liberamente e democraticamente gli accordi che li riguardano e sull’impedimento da parte del governo a rinnovare le RSU. Netta la vittoria dei NO (vedi articoli a pag. 6 e 7) che ha avuto anche i suoi riflessi positivi sull’accordo firmato all’ARAN. →→→

Dopo il diritto di voto sia per quanto riguarda gli accordi che i rappresentanti sui luoghi di lavoro, la CGIL si prepara ora a riaffermare un altro diritto fondamentale dei lavoratori: il diritto di sciopero. Un diritto che nasce dall’esigenza di mettere fine all’esperienza negativa del governo Berlusconi che, dopo 16 anni di promesse e spot elettorali, è stato capace a creare soltanto conflitti sociali ed istituzionali che potrebbero risultare insanabili se non si agirà tempestivamente. Lo sciopero del 6 maggio prossimo, dunque, non deve essere visto soltanto come “lo sciopero organizzato dalla CGIL”, ma deve essere vissuto e diventare lo sciopero di tutti i lavoratori, dei pensionati, degli studenti al di là delle singole appartenenze. Perché è lo sciopero di un intero Paese contro la disoccupazione, la pressione fiscale e il precariato; contro l’impoverimento, il taglio lineare delle risorse e contro la mancanza di sviluppo; contro il continuo attacco ai lavoratori e alle lavoratrici, alla loro dignità. Da non dimenticare le altre due date che ci separano da qui al 6 maggio: il 25 aprile, Festa della Liberazione, e il 1 maggio, Festa dei Lavoratori. Due date, ricordiamo, che non sono solo simboliche, ma che rappresentano un momento di incontro e di profonda riflessione sull’esperienza storica dell’Italia nel 150° della sua Unità. Per il nostro presente e per il futuro dei giovani, ma soprattutto per tutti coloro che sono morti per la libertà e la democrazia, il 6 maggio svuotiamo i luoghi di lavoro e riempiamo le piazze!!!

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LA BACHECA SINDACALE APRILE 2011

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LA BACHECA SINDACALE APRILE 2011

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Sciopero generale 6 maggio 2011 Lettera aperta di Lorenzo Mazzoli

Segretario Generale FP CGIL di Roma e del Lazio

Care lavoratrici, cari lavoratori, il prossimo 6 maggio la CGIL ha proclamato uno sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private. Vi stiamo chiedendo un sacrificio economico che pesa sulla retribuzione come e’ sempre stato quando ci si astiene dal lavoro, ma lo sciopero, questo sciopero vuole essere la reazione democratica di chi e’ stanco di pagare le sempre più profonde ingiustizie presenti nel nostro paese. Sul mondo del lavoro grava una condizione inaccettabile di incertezza occupazionale, di gravosita’ lavorativa in tanti settori per i sempre piu’ pesanti carichi di lavoro, di precarieta’, di ingiustizia nel riconoscimento professionalederivata da contratti bloccati e quelli non rinnovati e scaduti da anni, di lavoro nero. A questo bisogna aggiungere l’enorme peso fiscale sulle retribuzioni da lavoro dipendente e sulle pensioni a fronte di inaccettabili privilegi per rendite e transazioni finanziarie e grandi patrimoni. Bisogna dare piu’ soldi al lavoro dipendenteprendendo risorse da chi in questi anni ha speculato e tratto guadagno da un fisco ingiusto. Basta con la privatizzazione dei servizi e con i tagli allo stato sociale perche’ c’e’ bisogno di uno Stato che garantisca la tutela dei diritti universali delle persone. Le nuove generazioni vedono un futuro peggiore dei propri genitori e per troppi ragazzi, anche dei loro nonni. E’ un’Italia che sta tornando indietro e noi non dobbiamo permetterlo. Nel lavoro pubblico, la controriforma del Ministro Brunetta sta mostrando tutta la sua inutilita’ per il funzionamento dei servizi e tutta la sua negativita’ nel rapporto con chi lavora. Per far andare meglio le cose bisogna motivare le persone, non metterle le une contro le altre. Per dare un ruolo alla dirigenza e’ sbagliato imporre un modello gerarchico, burocratico e punitivo.Per far funzionare il sistema e’ fondamentale definire un serio sistema di relazioni sindacali in cui la contrattazione assume la giusta rilevanza nella organizzazione del lavoro. Per noi, per i nostri figli, per un futuro piu’ giusto, il 6 maggio il mondo del lavoro deve essere protagonista di una pagina importante della storia del movimento dei lavoratori. Aderire allo sciopero, partecipare alle manifestazioni territoriali dira’ piu’ di ogni altra cosa che ci siamo e che vogliamo contare.

Il segretario della FP CGIL Roma e Lazio

Lorenzo Mazzoli ________________________________________________

Lo Sciopero Generale proclamato dalla CGIL per il prossimo 6 maggio è “una scelta di responsabilità”.

Una mobilitazione per dire che “così il nostro Paese sta andando verso un declino che rischia di essere irreversibile”.

"Si capiscono sempre di più le motivazioni dello sciopero generale del 6 maggio. Il paese è sull'orlo del disastro economico. Cresce la diseguaglianza". "Questo è un Paese davvero sull'orlo del disastro economico in cui cresce la diseguaglianza, in cui l'inflazione senza la crescita rappresenta un nuovo pericolo, in cui di fronte ai problemi dell'energia si preferisce mettere il piano nel cassetto invece di pensarne un altro, cioè' nulla si fa per il Paese".

Susanna CAMUSSO, Segretario Generale della CGIL

Roma 2 aprile 2011

Manifestazione CGIL Roma e Lazio

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LA BACHECA SINDACALE APRILE 2011

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Comunicato di Lorenzo MAZZOLI Segretario Generale Fp Cgil Roma e Lazio

I lavoratori bocciano Brunetta - Referendum lavoratori del Pubblico Si è concluso da qualche ora il Referendum promosso dalla FP CGIL di Roma e Lazio tra le lavoratrici ed i lavoratori pubblici sull’Accordo separato, non firmato dalla CGIL, del 4 febbraio 2011.

È stata la nostra risposta di protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori verso il Governo che ha una visione punitiva nei confronti del lavoro pubblico, ed allo stesso tempo è stato un segnale inequivocabile di una volontà di coinvolgimento di coloro a cui gli accordi sono rivolti.

La pratica sugli accordi separati indebolisce il mondo del lavoro; firmare accordi senza sottoporli alla consultazione ed al voto certificato crea una distanza tra rappresentanti e rappresentati che può portare ad una crisi irreversibile del rapporto tra sindacato e lavoratrici e lavoratori.

Nelle diverse centinaia di assemblee che abbiamo svolto, oltre alla condivisione della necessità di contrastare le politiche del Ministro Brunetta e del Governo per ciò che provoca di negativo nel lavoro e nell’erogazione e nell’organizzazione dei servizi, la richiesta di poter dire la propria ed incidere sulle scelte è stata molto forte.

C’è un bisogno di democrazia praticata che nessuno può negare: votare per le RSU e votare sugli accordi.

Sono tantissimi i non iscritti alla CGIL che ritengono giusta la nostra scelta e hanno partecipato al voto.

Ci sono stati tentativi di impedire la libertà di votare ed alcune reazioni ci appaiono molto dettate dalla difficoltà di spiegare una cosa banale: un accordo di questo tipo a chi serve?

Il movimento sindacale paga un prezzo altissimo quando si divide e lo pagano ancor di più le lavoratrici ed i lavoratori.

Quando non si è d’accordo, prima di firmare, ci si rivolge a coloro a cui quell’accordo è rivolto.

Non regaliamo alle controparti la divisione e rendiamo protagonisti quanti ci legittimano realmente ai tavoli negoziali.

Roma, 25 marzo 2011

AUGURI DI BUONA PASQUA A TUTTI

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I LAVORATORI BOCCIANO BRUNETTA : Oltre 30.000 dipendenti pubblici nel Lazio dicono no all’intesa del 4 febbraio Più di 550 le assemblee realizzate, 31197 i

dipendenti pubblici che hanno partecipato al

referendum dei settori pubblici indetto dalla FP

CGIL di Roma e Lazio contro l’intesa dello scorso

4 febbraio.

I lavoratori si sono espressi su tre quesiti. Oltre il

95% ha detto no al mancato rinnovo delle RSU, il

96% ha detto no al mancato coinvolgimento dei

lavoratori attraverso il voto sugli accordi che li

riguardano, addirittura il 97% si è espresso contro

l’intesa del 4 febbraio.

Il dato complessivo segna un + 25% rispetto al

numero degli iscritti alla FP CGIL nella Regione e

un + 15 % rispetto ai voti conquistati dalla nostra

federazione nell’ultima tornata elettorale delle

RSU.

Nelle quasi totalità dei posti di lavoro l’affluenza al

voto è stata superiore al numero dei lavoratori

iscritti alla CGIL.

In oltre il 50% dei posti di lavoro dove si è svolta la

consultazione ha partecipato al voto la

maggioranza degli addetti.

Importante il risultato della consultazione al

Comune di Roma dove il numero dei votanti

supera abbondantemente il risultato conseguito

dalla Fp Cgil di Roma e Lazio alle scorse Rsu, da

evidenziare il risultato dei lavoratori della polizia

municipale dove il 60% degli addetti (3080 votanti)

ha partecipato al voto.

In sanità spicca il risultato dell’Ospedale San

Camillo Forlanini di Roma con 1934 votanti.

Quasi 700 i votanti negli uffici della Provincia di

Roma.

→→→

Oltre 500 i votanti al Policlinico Umberto Primo e

all’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma.

Quasi 400 i voti al Ministero degli affari esteri,

all’Agenzia delle Dogane di via Carracci a Roma,

all’Ospedale Sant’Eugenio e al Ministero

dell’Economia di via XX Settembre.

Partecipazione altissima all’Ares 118 Direzione

Centrale con un’affluenza di oltre il 76 %;

all’Agenzia delle entrate di Cassino 89%; al

comune di Segni 81%; alla Biblioteca

Vallicelliana 84%; alla Riserva Naturale Tevere

Farfa 82%; all’Ospedale Spallanzani di Roma

79%; al comando del Ministero della Difesa di

Guidonia 74%; al Comune di Amatrice 69%; alla

Questura di Viterbo 65%; all’Ospedale di Ariccia

70%; al Comune di Castel madama 77% al Dap

Roma Rebibbia III casa 73 %; al Ministero

infrastrutture sede di Frosinone 71%; al Comune

di Santa Marinella 65% al Comune di fondi 60 %;

al Comando c4 del Ministero difesa 75%; solo

per citarne alcuni.

RIEPILOGO RISULTATI REFERENDUM QUESITO 1) Approvi l’Accordo del 4 febbraio 2011?

Si = 3% No= 97% QUESITO 2) Ritieni corretto che i lavoratori siano privati del diritto di votare gli Accordi che li riguardano?

Si = 4% NO= 96% QUESITO 3) Ritieni corretto il comportamento di CISL, UIL ed altri sindacati che, insieme con l’ARAN ed il Governo, hanno sin qui impedito il rinnovo delle RSU per scegliere chi ti rappresenta e per verificare la titolarità dei sindacati a sottoscrivere gli Accordi che ti riguardano?

Totale Si= 5% No = 95%

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FINALMENTE SI VOTA!!!

Dopo numerosi rinvii e l'altolà del Consiglio di Stato alla riforma Brunetta, lunedì 11 aprile scorso è stato siglato all’ARAN un accordo unitario per il rinnovo delle RSU nel pubblico impiego, che saranno elette dal 5 al 7 marzo 2012. L'accordo arriva dopo una lunga stagione di battaglie portate avanti dalla CGIL e dai sindacati di categoria FP ed FLC, con lo scopo di restituire ai circa 3 milioni di lavoratori della pubblica amministrazione e del comparto della conoscenza il diritto di poter scegliere le proprie rappresentanze.In una nota congiunta i Segretari Generali della CGIL, FP e FLC, Susanna Camusso, Rossana Dettori e Domenico Pantaleo affermano: “dal 5 marzo 2012 i tre milioni di lavoratrici e lavoratori dei settori pubblici e della conoscenza potranno eleggere le proprie rappresentanze sindacali, dopo il blocco imposto dalla legge Brunetta”.L'iniziativa della CGIL e delle sue categorie ha portato oggi alla firma in ARAN dell'accordo unitario per rinnovare tutte le RSU. “Viene così confermato – spiegano i leader sindacali - quanto previsto dalla legge che calcola la rappresentatività in base agli iscritti e al risultato elettorale RSU”. Camusso, Dettori e Pantaleo fanno sapere come “i lavoratori con questa intesa potranno far valere il diritto a scegliere con il voto i propri rappresentanti e a determinare la rappresentatività dei sindacati che - conclude la nota - debbono trarre dalla verifica democratica dei lavoratori la loro forza”.

Tempistica Rinnovo RSU Scuola e Pubblico Impiego

19 gennaio 2012 Annuncio delle elezioni e

contestuale inizio delle procedure elettorali

20 gennaio 212

Messa a disposizione da parte delle amministrazioni dell’elenco

generale alfabetico degli elettori e consegna della relativa copia a

tutte le organizzazioni sindacali che ne fanno richiesta. Inizio

contestuale della raccolta delle firme per la presentazione delle

liste

30 gennaio 2012 Termine per l’insediamento della Commissione elettorale

3 febbraio 2012 Termine per la costituzione formale della Commissione elettorale

8 febbraio 2012 Termine per la presentazione delle liste elettorali

24 febbraio 2012 Affissione delle liste elettorali all’albo dell’Amministrazione

5-6-7- marzo 2012 Votazioni 8 marzo Scrutinio

8-15 marzo 2012 Affissione risultati elettorali all’albo dell’Amministrazione

16–21 marzo 2012 Invio da parte

dell’Amministrazione, del verbale elettorale finale all’ARAN

Comunicato stampa di Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale Elezioni Rsu: in Friuli Venezia Giulia banco di prova. L'Fp-Cgil passa dal 34 al 41%, unica sigla in crescita di Alessandro Russo. Ufficio Stampa Segreteria Nazionale FP CGIL “L'accordo raggiunto in Aran lunedì restituisce ai lavoratori la parola su quanto è avvenuto in questi anni, sulle riforme imposte a suon di deleghe e circolari, sul blocco della contrattazione e del turn over. Nel 2012 voteremo per le nostre Rsu e, stando ai primi segnali che giungono dal Friuli Venezia Giulia, dove la settimana scorsa si sono tenute le elezioni delle Rsu del comparto unico delle autonomie locali, l'Fp-Cgil può guardarsi indietro sapendo di aver percorso la strada giusta”. Con queste parole Rossana Dettori, Segretaria Generale della Fp-Cgil Nazionale, commenta l'accordo raggiunto all'Aran sulla convocazione delle elezioni per le Rsu e il risultato del test elettorale del Friuli Venezia Giulia. “Per un anno - continua Dettori - abbiamo chiesto, circondati da un certo imbarazzo, che venissero convocate le elezioni delle Rsu. Oggi, raggiunto il risultato, anche se con ritardo, possiamo guardare a questo appuntamento come al suggellamento di un percorso di lotta faticoso che inizia a dare i suoi frutti in termini di consenso tra i lavoratori, smentendo chi, fuori e dentro il Governo, ha alimentato le divisioni sindacali per isolarci”. “In Friuli Venezia Giulia – aggiunge la Segretaria Generale - i lavoratori delle autonomie locali hanno accordato all Fp-Cgil un consenso pari al 41%, con una crescita del 7% in termini percentuali e un sensibile aumento delle preferenze, in un contesto di generale calo delle altre sigle sindacali”. “Oggi – conclude la sindacalista - può apparire più chiara la ragione profonda degli impedimenti che in questi mesi sono stati contrapposti alla libera espressione della volontà dei lavoratori, che quando votano evidentemente pensano ai loro diritti e non badano alla propaganda”. Roma, 12 Aprile 2012

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Sistema premiante e sistema di misurazione e valutazione delle performance dei dirigenti, degli incaricati delle posizioni organizzative e dei dipendenti di cui al D.Lgs 150/2009.

di M.Cristina Compagno Con riferimento alla volontà espressa da alcune

amministrazioni presenti sulla nostra provincia di voler

recepire ed applicare con atti amministrativi e

regolamenti le linee guida dettate dal D.Lgs 150/2009 e

relativi sistemi premianti in oggetto menzionati, si

evidenzia quanto segue:

• il nuovo sistema di valutazione dovrà, secondo il

dettato dell’art.65 – comma 5 – D.Lgs 150/2009

entrare a regime solo in presenza di rinnovi

contrattuali a livello nazionale, e “comunque

dalla tornata successiva a quella in corso” senza

destinare parte delle attuali risorse disponibili ad

oggi nel fondo di cui all’art. 17 CCNL 1999 e

s.m.i. a nuove tipologie di premialità;

• nelle varie bozze relative a schemi di valutazione

preposti si prevede, la suddivisione di “un

autonomo budget di servizio o di settore” senza

peraltro evidenziare a priori quali servizi

regolamentati dai contratti nazionali l’Ente dovrà

e/o potrà continuare a garantire in relazione alle

risorse economiche a disposizione sul fondo del

salario accessorio, indipendentemente dalla sua

ripartizione;

• in merito alla valutazione, sia essa espressa da, o

relativa a, dirigenti e lavoratori, del comparto

dirigenza e non dirigenziale, dovranno essere

riportati nei parametri di valutazione i criteri

dettagliatamente esplicitati e le modalità di

applicazione attraverso l’individuazione delle

misure sulla scala di valutazione, onde evitare

possibili applicazioni inique e/o del tutto

arbitrarie con effetti discriminanti tra lavoratori

stessi. →→→

Non si concepisce, altresì a nostro avviso, tale urgenza

considerando che, ai sensi dell’art. 65 – comma 4 e 5

del D.Lgs succitato, codesto Ente dovrà procedere

all’adeguamento dei contratti entro il 31.12.2012.

In merito poi all’accordo separato del 4/02/2011 non

sottoscritto dalla nostra Organizzazione Sindacale in

quanto conferma i tagli economici effettuati sul salario

accessorio dei dipendenti pubblici negli anni

2009/2010 – senza possibilità di recupero –asserendo

al punto 2 “le parti convengono che le retribuzioni

complessive, comprensive della parte accessoria,

conseguite dai lavoratori nel corso del 2010, non

devono diminuire” così come riconferma, non

citandolo, il blocco del contratto nazionale fino al

2013 e trovando in esso così la motivazione

dell’inapplicabilità del sistema di valutazione

attraverso la performance già peraltro asserita nell’art.

65 del D.Lgs 150/2009.

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Ad Egidia BERETTA, Comune di Bulciago

Cara Egidia,

volevo trasmetterle tutta la mia vicinanza al dolore immane che l’ha investita.

Al contempo, vorrei condividere con lei l’amore che Vittorio dedicava agli altri.

Ho avuto modo di vedere all’opera diversi cooperanti in quelle terre martoriate da un conflitto che appare inesauribile e posso testimoniare il fascino della semplicità della vita quotidiana che diventa eroica perché minacciata da tante variabili incontrollabili.

Vedi l’ingiustizia di una condizione sociale che può generare qualsiasi mostruosità come la bellezza della solidarietà senza limiti. Sta tutto insieme e tutto si contrappone.

La prudenza non è bastata a Vittorio per risparmiare la sua vita dal gesto atroce di una mano assassina.

Cara Egidia, l’abbraccio con la gioia tragica di chi si sente onorato di appartenere all’Italia pensando che Vittorio ci rappresenta nel mondo.

Roma, 15 aprile 2011

Il Segretario Generale Lorenzo MAZZOLI

COMUNICATO STAMPA DI ROSSANA DETTORI SEGRETARIA GENERALE FP CGIL Fermare la guerra accogliere i migranti Le iscritte e gli iscritti alla FP‐CGIL parteciperanno alle diverse iniziative che si svolgeranno il 2 aprile promosse tra gli altri dalla Tavola per la Pace, per chiedere al nostro Paese e alla Comunità Internazionale di sospendere qualsiasi azione militare in Libia. Occorre ridare voce alla diplomazia per l’apertura di negoziati che portino alla nascita di uno Stato dove si rispettino i diritti umani e i diritti sociali. Questa è l’unica possibilità per la sicurezza del popolo libico e di tutti i popoli del Mediterraneo Contemporaneamente ribadiamo il valore dell’ accoglienza e della solidarietà verso i profughi e i migranti. Siamo contrari alla politica del Governo, che cerca di nascondere la sua incapacità con la strumentalizzazione del dramma che vivono sia gli abitanti di Lampedusa che i tanti profughi. Roma 1 Aprile 2011

Nota stampa della Segreteria Nazionale CGIL sull'uccisione di Vittorio Arrigoni

Abbiamo appreso con orrore e sgomento del rapimento e dell’uccisione a Gaza del volontario pacifista italiano Vittorio Arrigoni. Esprimiamo il nostro profondo cordoglio ai familiari e ai colleghi di Vittorio. Nulla può in nessun modo giustificare la violenza cieca e brutale che ha portato alla sua barbara uccisione.

Il lavoro di Vittorio, e con lui di tutti i volontari dell’International Solidarity Movement, è un lavoro quotidiano di responsabilità e grande umanità, accanto alla popolazione di Gaza, sottoposta alla punizione collettiva e ad un assedio illegale da parte del governo di Israele. Un lavoro di documentazione delle quotidiane violazioni dei diritti umani della popolazione palestinese di Gaza e di accompagnamento dei contadini e dei pescatori impediti dall'esercito israeliano a lavorare la terra e a pescare. Purtroppo si sono rivelati vani i tanti appelli alla sua liberazione giunti anche dalla società civile di Gaza, che ci chiede anche di comunicare al mondo di non essere confusa con i gruppi estremisti che hanno rivendicato il rapimento di Vittorio e sono responsabili della sua tragica morte.

Chiediamo alle autorità di Gaza di fare piena luce su questa tragica vicenda e di assicurare i responsabili alla giustizia. Chiediamo alla comunità internazionale di moltiplicare gli sforzi per porre fine al blocco di Gaza e per riavviare un vero negoziato di pace tra Israele e i Palestinesi che ponga fine ad un conflitto aperto da troppi decenni, che punisce in maniera inaccettabile il popolo Palestinese, non garantendo allo stesso tempo la sicurezza degli Israeliani.Di fronte a questa tragedia, facciamo nostre le parole di Vittorio: RESTIAMO UMANI.

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VERSO LO SCIOPERO GENERALE del 6 MAGGIO

Roma 2 aprile 2011

Latina 6 aprile 2011

A difesa della Sanità Pubblica

Giovedì 21 aprile scorso, presso il Centro Sociale “U. Calabresi” di Sezze, si è tenuta un’assemblea pubblica sulla Sanità locale organizzata dal PD. Alla presenza di numerosi cittadini, gli esponenti del Partito Democratico setino hanno esposto le loro posizioni in merito alle voci di riconversione dell’Ospedale San Carlo e al rischio chiusura dopo i decreti commissariali firmati da Renata Polverini. In realtà, a far scattare l’allarme è stata la richiesta di trasferimento delle unità infermieristiche in organico presso il Punto di Primo Intervento di Sezze e la riduzione del personale a n.1 medico e n. 1 infermiere a turno. Nelle scorse settimane, infatti, i lavoratori dello stesso PPI avevano espresso tutta la loro preoccupazione a seguito di un incontro con i rispettivi dirigenti, durante il quale era stato paventato il possibile trasferimento in altra sede di una parte del personale. L’incontro, si era svolto senza l’intermediazione di alcuna sigla sindacale in rappresentanza dei lavoratori. In poche parole, l’episodio accaduto è solo la dimostrazione di cosa potrebbe accadere se il cosiddetto “modello Marchionne” degli accordi separati dovesse affermarsi in ogni settore produttivo, compreso il Pubblico impiego. Un modello di contrattazione che - come già scritto in altre pagine di questo giornale - è stato sonoramente bocciato dai lavoratori della Funzione Pubblica grazie al referendum promosso dalla CGIL contro l’accordo separato del 4 febbraio scorso. Comunque, l’invito che rivolgiamo a tutti i lavoratori è soprattutto quello di riflettere attentamente su questo episodio che aiuta a comprendere meglio il ruolo del sindacato e l’importanza che esso riveste nella contrattazione con la parte datoriale. Nel corso dell’assemblea di giovedì, ricordiamo, si è parlato e ripetuto all’infinito che “uniti si vince”. Ed è quello che pensiamo anche noi, quando veniamo criticati non per questioni di merito, ma per motivi esclusivamente personali.

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di Elsa Morante - Roma 1° maggio 1945 Mussolini e la sua amante Clara Petacci sono stati fucilati insieme, dai partigiani del Nord Italia. Non si hanno sulla loro morte e sulle circostanze antecedenti dei particolari di cui si possa essere sicuri. Così pure non si conoscono con precisione le colpe, violenze e delitti di cui Mussolini può essere ritenuto responsabile diretto o indiretto nell’alta Italia come capo della sua Repubblica di Sociale. Per queste ragioni è difficile dare un giudizio imparziale su quest’ultimo evento con cui la vita del Duce ha fine. Alcuni punti però sono sicuri e cioè: durante la sua carriera, Mussolini si macchiò più volte di delitti che, al cospetto di un popolo onesto e libero, gli avrebbe meritato, se non la morte, la vergogna, la condanna e la privazione di ogni autorità di governo (ma un popolo onesto e libero non avrebbe mai posto al governo un Mussolini). Fra tali delitti ricordiamo, per esempio: la soppressione della libertà, della giustizia e dei diritti costituzionali del popolo (1925), la uccisione di Matteotti (1924), l’aggressione all’Abissinia, riconosciuta dallo stesso Mussolini come consocia alla Società delle Nazioni, società cui l’Italia era legata da patti (1935), la privazione dei diritti civili degli Ebrei, cittadini italiani assolutamente pari a tutti gli altri fino a quel giorno (1938).Tutti questi delitti di Mussolini furono o tollerati, o addirittura favoriti e applauditi. Ora, un popolo che tollera i delitti del suo capo, si fa complice di questi delitti. Se poi li favorisce e applaude, peggio che complice, si fa mandante di questi delitti. Perché il popolo tollerò favorì e applaudì questi delitti? Una parte per viltà, una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse o per machiavellismo. Vi fu pure una minoranza che si oppose; ma fu così esigua che non mette conto di parlarne. Finché Mussolini era vittorioso in pieno, il popolo guardava i componenti questa minoranza come nemici del popolo e della nazione, o nel miglior dei casi come dei fessi (parola nazionale assai pregiata dagli italiani). Si rendeva conto la maggioranza del popolo italiano che questi atti erano delitti? Quasi sempre, se ne rese conto, ma il popolo italiano è cosìffatto da dare i suoi voti piuttosto al forte che al giusto; e se lo si fa scegliere fra il tornaconto e il dovere, anche conoscendo quale sarebbe il suo dovere, esso sceglie il suo tornaconto. Mussolini,uomo mediocre, grossolano, fuori dalla cultura, di eloquenza alquanto volgare, ma di facile effetto, era ed è un perfetto esemplare e specchio del popolo italiano contemporaneo. Presso un popolo onesto e libero, Mussolini sarebbe stato tutto al più il leader di un partito con un modesto seguito e l’autore non troppo brillante di articoli verbosi sul giornale del suo partito. Sarebbe rimasto un personaggio provinciale, un po’ ridicolo a causa delle sue maniere e atteggiamenti, e offensivo per il buon gusto della gente educata a causa del suo stile enfatico, impudico e goffo. Ma forse, non essendo stupido, in un paese libero e onesto, si sarebbe meglio educato e istruito e moderato e avrebbe fatto migliore figura, alla fine. →→→

In Italia, fu il Duce. Perché è difficile trovare un migliore e più completo esempio di Italiano. Debole in fondo, ma ammiratore della forza, e deciso ad apparire forte contro la sua natura. Venale, corruttibile. Adulatore. Cattolico senza credere in Dio. Corruttore. Presuntuoso: Vanitoso. Bonario. Sensualità facile, e regolare. Buon padre di famiglia, ma con amanti. Scettico e sentimentale. Violento a parole, rifugge dalla ferocia e dalla violenza, alla quale preferisce il compromesso, la corruzione e il ricatto. Facile a commuoversi in superficie, ma non in profondità, se fa della beneficenza è per questo motivo, oltre che per vanità e per misurare il proprio potere. Si proclama popolano, per adulare la maggioranza, ma è snob e rispetta il denaro. Disprezza sufficientemente gli uomini, ma la loro ammirazione lo sollecita. Come la cocotte che si vende al vecchio e ne parla male con l’amante più valido, così Mussolini predica contro i borghesi; accarezzando impudicamente le masse. Come la cocotte crede di essere amata dal bel giovane, ma è soltanto sfruttata da lui che la abbandonerà quando non potrà più servirsene, così Mussolini con le masse. Lo abbaglia il prestigio di certe parole: Storia, Chiesa, Famiglia, Popolo, Patria, ecc., ma ignora la sostanza delle cose; pur ignorandole le disprezza o non cura, in fondo, per egoismo e grossolanità. Superficiale. Dà più valore alla mimica dei sentimenti , anche se falsa, che ai sentimenti stessi. Mimo abile, e tale da far effetto su un pubblico volgare. Gli si confà la letteratura amena (tipo ungherese), e la musica patetica (tipo Puccini). Della poesia non gli importa nulla, ma si commuove a quella mediocre (Ada Negri) e bramerebbe forte che un poeta lo adulasse. Al tempo delle aristocrazie sarebbe stato forse un Mecenate, per vanità; ma in tempi di masse, preferisce essere un demagogo. Non capisce nulla di arte, ma, alla guisa di certa gente del popolo, e incolta, ne subisce un poco il mito, e cerca di corrompere gli artisti. Si serve anche di coloro che disprezza. Disprezzando (e talvolta temendo) gli onesti , i sinceri, gli intelligenti poiché costoro non gli servono a nulla, li deride, li mette al bando. Si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, e quando essi lo portano alla rovina o lo tradiscono (com’è nella loro natura), si proclama tradito, e innocente, e nel dir ciò è in buona fede, almeno in parte; giacché, come ogni abile mimo, non ha un carattere ben definito, e s’immagina di essere il personaggio che vuole rappresentare.

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Venerdì 22 aprile scorso, si è riunito il Comitato Direttivo della FP CGIL di Latina. Al termine della relazione del Segretario Generale, Giulio Morgia, è stato approvato, all’unanimità, il bilancio consuntivo 2010 ed è stata votata l’adesione allo sciopero generale del 6 maggio prossimo.

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Editore FP CGIL di Latina Direttore Editoriale Giulio Morgia Direttore Responsabile Vincenzo Faustinella Impaginazione Nunzia Madonna Comitato di redazione Mara Arduin, Lucia Baccari, Ovidio Bianchi, Mauro A. Buzzoni, Maria Cristina Compagno, Giovanni Coruzzolo, Vincenzo D’Auria, Andrea Formicola, Ciro Fusco, Lucia Gianstefani, Emanuela Leonelli, Antonio Marone, Fabrizio Martino, Marianna Marra, Claudio Pelagallo, Franca Petroni, Antonio Tomei Segreteria di redazione Anna Nardozzi

Il 12 e 13 giugno, allo stato attuale, si vota anche sul ricorso all’energia nucleare nel nostro Paese. Il Senato ha approvato nei giorni scorsi un emendamento che pare escludere il ricorso all’energia nucleare, ma va ricordato che tale provvedimento deve ancora passare all’esame della Camera dei Deputati e solo dopo la Corte di Cassazione potrà esprimersi (prevedibilmente alla fine di maggio- inizio giugno) se questo referendum viene superato da tale modifica. Quindi, ad oggi, nonostante quanto propagandato dalla maggioranza dei mass media, il referendum sul ricorso all’energia nucleare rimane confermato. Votare SI’ a questo referendum (“Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme”) vuol dire decidere che non si percorrerà la strada di utilizzare una fonte energetica, quella nucleare, costosa e non sicura (purtroppo la tragedia di Fukushima parla da sola) e, invece, scegliere le fonti rinnovabili ( solare e eolico), guardare al futuro, puntare ad un modello di sviluppo fondato sull’energia distribuita e sull’autogoverno delle popolazioni locali.

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LANCI DI AGENZIA SUL REFERENDUM DELLA FP CGIL PER BLOCCARE L’ACCORDO DEL 4 FEBBRAIO

P.A: FP-CGIL ROMA E LAZIO, LAVORATORI BOCCIANOmBRUNETTA. (spicca il risultato dell'ospedale San Camillo Forlanini di Roma con 1934 votanti. Quasi 700 i votanti negli uffici della Provincia; oltre 500 quelli del Policlinico Umberto I e del San Giovanni; quasi 400 i voti al ministero degli Esteri, all'Agenzia delle Dogane di via Carracci a Roma, all'ospedale ANSA) - ROMA, 25 MAR - Oltre 30 mila dipendenti pubblici nel Lazio dicono no all'accordo separato dello scorso 4 febbraio sul salario di produttività. E' questo l'esito di un referendum indetto dalla Fp Cgil Roma e Lazio tra le lavoratrici e i lavoratori pubblici. I lavoratori si sono espressi su tre quesiti. Oltre il 95% ha detto no al mancato rinnovo delle Rsu, il 96% ha detto no al mancato coinvolgimento dei lavoratori attraverso il voto sugli accordi che li riguardano, addirittura il 97% si è espresso contro l'intesa del 4 febbraio. "Nella quasi totalità dei posti di lavoro l'affluenza è stata superiore al numero dei lavoratori della Cgil", fa notare il segretario generale della Fp Cgil Roma e Lazio, Lorenzo Mazzoli, sottolineando: il referendum "é stata la nostra risposta di protagonismo dei lavoratori verso il governo che ha una visione punitiva nei confronti del lavoro pubblico". "La pratica degli accordi separati indebolisce il mondo del lavoro", aggiunge Mazzoli, convinto che ci sia "bisogno di democrazia". Dal risultato della consultazione al Comune di Roma spicca il risultato dei lavoratori della polizia municipale: il 60% degli addetti (3080 votanti) hanno partecipato al voto. Nella sanità invece Sant'Eugenio e al ministero dell'economia.

Omniroma-PUBBLICO IMPIEGO, FP CGIL: LAVORATORI LAZIO BOCCIANO BRUNETTA(OMNIROMA) Roma, 25 MAR - "Si è concluso da qualche ora il Referendum promosso dalla Fp Cgil di Roma e Lazio tra le lavoratrici ed i lavoratori pubblici sull’Accordo separato, non firmato dalla Cgil, del 4 febbraio 2011. E’ stata la nostra risposta di protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori verso il Governo che ha una visione punitiva nei confronti del lavoro pubblico, ed allo stesso tempo e’ stato un segnale inequivocabile di una volontà di coinvolgimento di coloro a cui gli accordi sono rivolti". Così Fp Cgil Roma e LAzio in una nota che prosegue: "La pratica sugli accordi separati indebolisce il mondo del lavoro; firmare accordi senza sottoporli alla consultazione ed al voto certificato crea una distanza tra rappresentanti e rappresentati che può portare ad una crisi irreversibile del rapporto tra sindacato e lavoratrici e lavoratori. Nelle diverse centinaia di assemblee che abbiamo svolto, oltre alla condivisione della necessità di contrastare le politiche del Ministro Brunetta e del Governo per ciò che provoca di negativo nel lavoro e nell’erogazione e nell’organizzazione dei servizi, la richiesta di poter dire la propria ed incidere sulle scelte e’ stata molto forte. →→→

C’e’ un bisogno di democrazia praticata che nessuno può negare: votare per le Rsu e votare sugli accordi. Sono tantissimi i non iscritti alla CGIL che ritengono giusta la nostra scelta e hanno partecipato al voto. Ci sono stati tentativi di impedire la libertà di votare ed alcune reazioni ci appaiono molto dettate dalla difficoltà di spiegare una cosa banale: un accordo di questo tipo a chi serve? Il movimento sindacale paga un prezzo altissimo quando si divide e lo pagano ancor di più le lavoratrici ed i lavoratori. Quando non si e’ d’accordo, prima di firmare, ci si rivolge a coloro a cui quell’accordo e’ rivolto. Non regaliamo alle controparti la divisione e rendiamo protagonisti quanti ci legittimano realmente ai tavoli negoziali. Oltre 30.000 dipendenti pubblici nel Lazio dicono no all’intesa del 4 febbraio. Più di 550 le assemblee realizzate, 31197 i dipendenti pubblici che hanno partecipato al referendum dei settori pubblici indetto dalla Fp Cgil di Roma e Lazio contro l’intesa dello scorso 4 febbraio. I lavoratori si sono espressi su tre quesiti. Oltre il 95% ha detto no al mancato rinnovo delle RSU, il 96% ha detto no al mancato coinvolgimento dei lavoratori attraverso il voto sugli accordi che li riguardano, addirittura il 97% si è espresso contro l’intesa del 4 febbraio. Il dato complessivo segna un + 25% rispetto al numero degli iscritti alla Fp Cgil nella Regione e un +15% rispetto ai voti conquistati dalla nostra federazione nell’ultima tornata elettorale delle Rsu. Nelle quasi totalità dei posti di lavoro l’affluenza al voto è stata superiore al numero dei lavoratori iscritti alla Cgil. In oltre il 50% dei posti di lavoro dove si è svolta la consultazione ha partecipato al voto la maggioranza degli addetti. Importante il risultato della consultazione al Comune di Roma dove il numero dei votanti supera abbondantemente il risultato conseguito dalla Fp Cgil di Roma e Lazio alle scorse Rsu, da evidenziare il risultato dei lavoratori della polizia municipale dove il 60% degli addetti (3080 votanti) ha partecipato al voto. In sanità spicca il risultato dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma con 1934 votanti. Quasi 700 i votanti negli uffici della Provincia di Roma. Oltre 500 i votanti al Policlinico Umberto Primo e all’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma. Quasi 400 i voti al Ministero degli affari esteri, all’Agenzia delle Dogane di via Carracci a Roma, all’Ospedale Sant’Eugenio e al Ministero dell’Economia di via XX Settembre. Partecipazione altissima all’Ares 118 Direzione Centrale con un’affluenza di oltre il 76 %; all’Agenzia delle entrate di Cassino 89%; al comune di Segni 81%; alla Biblioteca Vallicelliana 84%; alla Riserva Naturale Tevere Farfa 82%; all’Ospedale Spallanzani di Roma 79%; al comando del Ministero della Difesa di Guidonia 74%; al Comune di Amatrice 69%; alla Questura di Viterbo 65%; all’Ospedale di Ariccia 70%; al Comune di Castel madama 77% al Dap Roma Rebibbia III casa 73 %; al Ministero infrastrutture sede di Frosinone 71%; al Comune di Santa Marinella 65% al Comune di fondi 60 %; al Comando c4 del Ministero difesa 75%; solo per citarne alcuni

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