Una piazza - FILCAMS CGIL · Ecco perché la Cgil si mobilita e chiama alla mobilitazione. Una...

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A ncora una volta l’Italia discute del suo mercato del lavoro. Lo fa, come da tradizione, tirando fuori il peggio di se. Quando il 19 settembre il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha scelto di comunicare con un video i contenuti del suo Jobs Act ha deciso di aprire uno scontro diretto con le organizzazioni sindacali e con la Cgil, iniziando un dibattito mediatico ferocissimo e spesso dai contorni surreali. Nel suo video e in molti successivi interventi, Renzi ha accusato i sindacati di non rappresentare le nuovi condizioni di lavoro, soprattutto quelle dei più giovani, cercando di confinare il movimento sindacale al ruolo di conservatore dello status quo. Un’operazione mediatica spregiudicata, che ancora una volta mira a contrapporre, come avevano fatto altri in passato, i giovani e ai meno giovani, i precari e ai lavoratori dipendenti, in uno schema secondo il quale i secondi godrebbero di privilegi inspiegabili che metterebbero in difficoltà i primi. E così ancora una volta abbiamo dovuto sentirci raccontare la favoletta secondo la quale togliendo l’articolo 18 si creerebbero più posti di lavoro, o che il i contratti precari esistono perché le aziende non possono demansionare, o che la produttività aumenterebbe se si potessero ripristinare i controlli a distanza dei lavoratori. Argomentazioni che fanno sgranare gli occhi a chi come noi si trova tutti i giorni sui luoghi di lavoro, dove le aziende si lamentano più che dell’articolo 18, della burocrazia infinita e della giustizia ambigua, dove i demansionamenti sono già una regola quando in gioco c’è il posto del lavoro, dove il controllo a distanza è una tentazione costante di chi non ha rispetto per la dignità delle persone e ha un’idea ottocentesca del lavoro. Ma soprattutto sono discorsi che sembrano provenire dalla luna per chi come noi ogni giorno sta dentro la crisi, con licenziamenti collettivi continui, part time imposti, retribuzioni sotto la soglia di povertà, cambi appalti, esternalizzazioni, ammortizzatori sociali a singhiozzo o inesistenti. In poche parole precarietà contrattuale, di reddito e di vita. La disoccupazione cresce e non sarà l’intervento sull’articolo 18 ad aprire il mercato del lavoro ai giovani, semmai chiuderà per sempre alle nuove generazione la possibilità di non essere sempre ricattabili dal proprio datore di lavoro. I lavoratori e le lavoratrici del commercio, del terziario e dei servizi, hanno visto in questi anni ridursi i loro diritti, il potere di acquisto, la conciliazione tra lavoro e vita. Hanno visto la competizione insana creata dai contratti atipici, che hanno abbassato le condizioni di lavoro per tutti, creando doppi, tripli e quadrupli regimi. Stanno vivendo in questi mesi le difficoltà del rinnovo dei contratti nazionali di settore, con richieste dalle controparti di restituzione di reddito e diritti e un ulteriore frammentazione della contrattazione. Il Jobs Act di Renzi, dopo il decreto Poletti che ha liberalizzato il contratto a tempo determinato, non sembra contenere misure che risolvano la situazione attuale, anzi dalle prime indiscrezioni sembra peggiorare ancora le condizioni di chi entra nel mondo del lavoro modificando in peggio anche quelle di chi un lavoro ce l’ha. Ecco perché la Cgil si mobilita e chiama alla mobilitazione. Una mobilitazione che superi il dibattito assurdo sui media e in Parlamento e dia spazio allo possibilità di un dibattito S i è svolta a Lecce il 3 ottobre, la prima tappa della campagna itinerante della Filcams Cgil #JobArt con la cultura si cresce; a pochi giorni dalla definizione della Capitale della Cultura europea del 2019, al quale Lecce è candidata. Un’iniziativa con ospiti significativi che hanno accolto con entusiasmo l’invito della Filcams Cgil, e riconosciuto l’importanza dei contenuti del percorso avviato. “Gli eventi culturali come motore di sviluppo per turismo e occupazione” questo il tema della prima giornata durante la quale sono intervenuti, portando il loro interessante contributo e la loro esperienza, Airan Berg, direttore artistico Lecce2019; Paolo Perrone, sindaco di Lecce; Massimo Bray, ex ministro della Cultura; Gian Mario Villalta e Michela Zin della Fondazione Pordenonelegge che hanno raccontato la splendida iniziativa diventata ormai un appuntamento importante per molti autori. Anche Lecce vuole, e può, diventare protagonista e trovare la sua formula, per migliore l’offerta turistica. “Vogliamo far ripartire la crescita dal binomio turismo cultura, ed è importante aprire un focus, un dibattito, e avanzare proposte sul tema lavoro e turismo ••• SEGUE A PAGINA 20 T U R I S M O C O M M E R C I O S E R V I Z I Rassegna Sindacale JobArt a Lecce, insieme cultura e turismo INIZIATIVE che unisce Luca De Zolt R. M. ••• SEGUE A PAGINA 18 I Una piazza I.R. al numero 37/2014 di Rassegna Sindacale © A. CRISTINI IL 25 OTTOBRE A ROMA La Filcams ci sarà. E si sta mobilitando con iniziative flash mob e scioperi a livello locale Terziario09-new_ok 13/10/14 16:30 Pagina 17

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A ncora una volta l’Italiadiscute del suo mercato dellavoro. Lo fa, come datradizione, tirando fuori il

peggio di se. Quando il 19 settembreil presidente del Consiglio MatteoRenzi ha scelto di comunicare con unvideo i contenuti del suo Jobs Act hadeciso di aprire uno scontro direttocon le organizzazioni sindacali e conla Cgil, iniziando un dibattitomediatico ferocissimo e spesso daicontorni surreali.Nel suo video e in molti successiviinterventi, Renzi ha accusato isindacati di non rappresentare lenuovi condizioni di lavoro, soprattuttoquelle dei più giovani, cercando diconfinare il movimento sindacale alruolo di conservatore dello status quo.Un’operazione mediaticaspregiudicata, che ancora una voltamira a contrapporre, come avevanofatto altri in passato, i giovani e aimeno giovani, i precari e ai lavoratoridipendenti, in uno schema secondo ilquale i secondi godrebbero diprivilegi inspiegabili chemetterebbero in difficoltà i primi.E così ancora una volta abbiamodovuto sentirci raccontare la favolettasecondo la quale togliendo l’articolo18 si creerebbero più posti di lavoro,o che il i contratti precari esistonoperché le aziende non possonodemansionare, o che la produttivitàaumenterebbe se si potesseroripristinare i controlli a distanza dei lavoratori.Argomentazioni che fanno sgranaregli occhi a chi come noi si trova tuttii giorni sui luoghi di lavoro, dove leaziende si lamentano più chedell’articolo 18, della burocrazia

infinita e della giustizia ambigua,dove i demansionamenti sono già unaregola quando in gioco c’è il postodel lavoro, dove il controllo adistanza è una tentazione costante dichi non ha rispetto per la dignitàdelle persone e ha un’ideaottocentesca del lavoro.Ma soprattutto sono discorsi chesembrano provenire dalla luna perchi come noi ogni giorno sta dentrola crisi, con licenziamenti collettivicontinui, part time imposti,

retribuzioni sotto la soglia di povertà,cambi appalti, esternalizzazioni,ammortizzatori sociali a singhiozzo oinesistenti. In poche parole precarietàcontrattuale, di reddito e di vita.La disoccupazione cresce e non saràl’intervento sull’articolo 18 ad aprireil mercato del lavoro ai giovani,semmai chiuderà per sempre allenuove generazione la possibilità dinon essere sempre ricattabili dalproprio datore di lavoro.I lavoratori e le lavoratrici delcommercio, del terziario e dei servizi,hanno visto in questi anni ridursi iloro diritti, il potere di acquisto, laconciliazione tra lavoro e vita.Hanno visto la competizione insanacreata dai contratti atipici, che hannoabbassato le condizioni di lavoro pertutti, creando doppi, tripli equadrupli regimi. Stanno vivendo inquesti mesi le difficoltà del rinnovodei contratti nazionali di settore, conrichieste dalle controparti direstituzione di reddito e diritti e unulteriore frammentazione dellacontrattazione.Il Jobs Act di Renzi, dopo il decretoPoletti che ha liberalizzato ilcontratto a tempo determinato, nonsembra contenere misure cherisolvano la situazione attuale, anzidalle prime indiscrezioni sembrapeggiorare ancora le condizioni dichi entra nel mondo del lavoromodificando in peggio anche quelledi chi un lavoro ce l’ha.Ecco perché la Cgil si mobilita echiama alla mobilitazione. Unamobilitazione che superi il dibattitoassurdo sui media e in Parlamento edia spazio allo possibilità di undibattito

S i è svolta a Lecce il 3 ottobre, laprima tappa della campagnaitinerante della Filcams Cgil

#JobArt con la cultura si cresce; apochi giorni dalla definizione dellaCapitale della Cultura europea del2019, al quale Lecce è candidata.Un’iniziativa con ospiti significativi chehanno accolto con entusiasmo l’invitodella Filcams Cgil, e riconosciutol’importanza dei contenuti del percorsoavviato. “Gli eventi culturali comemotore di sviluppo per turismo eoccupazione” questo il tema dellaprima giornata durante la quale sonointervenuti, portando il lorointeressante contributo e la loro

esperienza, Airan Berg, direttoreartistico Lecce2019; Paolo Perrone,sindaco di Lecce; Massimo Bray, ex ministro della Cultura; Gian MarioVillalta e Michela Zin della FondazionePordenonelegge che hanno raccontato la splendida iniziativadiventata ormai un appuntamentoimportante per molti autori. Anche Lecce vuole, e può, diventareprotagonista e trovare la sua formula,per migliore l’offerta turistica.“Vogliamo far ripartire la crescita dalbinomio turismo cultura, ed èimportante aprire un focus, undibattito, e avanzare proposte sul temalavoro e turismo •••SEGUE A PAGINA 20

T U R I S M O C O M M E R C I O S E R V I Z IRassegna Sindacale

JobArt a Lecce, insieme cultura e turismo

INIZIATIVE

che unisceLuca De Zolt

R. M.

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IL 25 OTTOBRE A ROMA

La Filcams ci sarà.E si sta mobilitandocon iniziativeflash mobe scioperia livello locale

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U n numero semprecrescente dilavoratori soffre dipericoli psico-sociali

quali lo stress, l’ansia, ol’esaurimento. Questo siverifica in particolar modopresso i quadri (P&M) chesopportano carichi di lavoroe una pressione che porta alavorare senza più limiti,fatto aggravato dall’uso delle nuove tecnologie, da un’organizzazione dellavoro inappropriata e dallacostante disponibilità diforza lavoro. È per questo, che ilsindacato UNI Global Unionha lanciato una campagnaper migliorare il benesseredei lavoratori sfidando lestigmatizzazioni e i servizi diassistenza inadeguati sulposto di lavoro. La terzaCampagna annuale per lagestione vita-lavoro di Uni,dal 7 al 20 ottobre, fornisceai sindacati dellecompetenze pratiche perincoraggiare i datori adiventare più aperti rispettoal tema dello stress e deiproblemi di salute mentale,riducendo così il costopersonale e aziendale dellemalattie mentali. Il tema diquest’anno è: “Ottieni di piùcon meno stress”. “I sindacati giocano un ruoloimportante nellanegoziazione per otteneremaggiori diritti per ilavoratori, e pertantochiediamo a tutti di unirsi anoi ponendo il temadell’equilibrio tra vita elavoro come priorità neiprogrammi del vostrosindacato e dei vostriiscritti”, spiega Pav AkhtarResponsabile per Uni GlobalUnion del settore quadri eprofessionisti. “Poteteincoraggiare i vostri iscritti aparlare di cosa è necessariofare per migliorare lagestione tra vita e lavoro,specialmente per quadri eprofessionisti; per sensibilizzaremaggiormente gli iscrittisull’impatto dello stress, delleore di lavoro eccessive edelle necessità di unamigliore gestionedell’equilibrio tra vita elavoro. Per aiutarvi a farequesto - dice –, abbiamocreato un insieme distrumenti molto pratici e del materiale disponibilesullo specialesito:http://www.uniworklifemanagement.org”.“In base alle priorità deivostri iscritti – prosegue PavAkhtar – potete sceglierequali aspetti della gestionevita-lavoro preferiteevidenziare durante lacampagna. Per esempio:prevenzione dell’esaurimentonervoso; impatto delle nuove tecnologie; orari dilavoro e organizzazione dellavoro; o attenzione ailavoratori nel settore

dell’assistenza, la gestionevita-lavoro come argomentodi contrattazione collettiva”. “Il benessere dei lavoratorideve diventare una prioritàdelle aziende, poiché gli affiliati e gli studidimostrano che ci sonomolte più persone che hannoproblemi a gestire la vitalavorativa e le pressioni della vita privata di quelleche sospettavamo in precedenza. “L’attuale stigmatizzazionesignifica che esiste ancora unenorme divario tra coloroche devono assentarsi dallavoro a causa di stress oproblemi mentali, e tra quelliche sono in grado diammetterlo. In quantosindacalisti vogliamo offriresostegno ai datori, affinché lemalattie mentali non sianopiù considerate qualcosa distrano, ma bensì unanormale patologia di cui sipuò parlare e che può esseregestita con il giustoatteggiamento e le giustepolitiche”.Anche la Filcams Cgil haaderito alla campagna e sista attivando per mettere in

campo iniziative importanti,per un problema ormaisentito anche in Italia.“La cultura del lavoro 24 oresu 24 per 7 giorni, facilitata dalle tecnologie, ha aggiunto un peso enormeal carico che devonosopportare i lavoratori –afferma Massimo Mensi,funzionario della Filcams evicepresidente Eurocadres –.Data la prevalenza di uno

scarso equilibrio tra vita elavoro, molti lavoratori non riescono a staccare,neanche quando dormono osono in vacanza, a causadella tecnologia”.“Chiaramente, i sindacatipossono aiutare a cambiaretutto questo, per garantireche i lavoratori abbianoaccesso a condizioni dilavoro dignitose e a politichemigliori per la gestione

tra vita e lavoro. Delle buone politiche,attuate correttamente sono una buona idea ancheda un punto di vistacommerciale, poichémigliorano le assunzioni, laritenzione del personale, e ilmorale dei lavoratori – etutto ciò riduce gli erroricostosi o le perdite, e risultain un’azienda che hamaggior successo”. •

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Una sfida alle aziendeper il benessere dei lavoratori

e di un cambiamento veri.La Filcams sarà in piazza il 25 ottobre e rafforzerà in

questa fase il suo impegno costante per dar voce ai lavoratori e allelavoratrici dei propri settori.Lo farà con la convinzione che lamobilitazione della Cgil debba centrarel’obiettivo di superare il chiacchiericciodei talk show, le contrapposizionipersonalistiche del governo, e porrel’attenzione sulle emergenze reali:l’aumento della povertà, la precarietàsempre più diffusa, la perdita dicompetitività delle nostre imprese e del sistema paese, l’emorragia infinita di posti di lavoro.Abbiamo bisogno di trasformare gli hashtag in politiche di sviluppovere, in investimenti strategici cheriattivino il tessuto produttivo, a partiredal settore turistico che registra unacrisi senza precedenti.Abbiamo bisogno di ridurre la

burocrazia, che genera clientelismo escambi di favori ad ogni livello,mortificando l’impegno e la fatica di chilavora e allontanando gli investimenti.Abbiamo bisogno di ridurre le tipologiecontrattuali, interrompere laframmentazione delle condizioni dilavoro, ripristinando il principio per cui chi fa lo stesso lavoro devegodere di stessi diritti.Abbiamo bisogno di combattere lapovertà e la discontinuità di reddito,con ammortizzatori davvero universali econ maggiore equità.Abbiamo bisogno di dare speranza a un paese affaticato dalla crisi, allefamiglie che arrancano, a chi lavora ecomunque non riesce a viveredignitosamente, a chi cerca lavoro enon vede prospettive, a chi ha perso il lavoro e non riesce arimettersi in gioco.La piazza del 25 ottobre dovrà essereuna piazza di partecipazione, dove il

mondo del lavoro si possa ritrovare eindicare con forza la strada da seguire.Una piazza che apra un percorso di mobilitazione che dia voce a chipensa che la riduzione delle libertà nonsia una risposta utile, e che il nostropaese possa prendere una stradadiversa da quella della precarizzazionee della concorrenza basata solo sullariduzione di salari e diritti.Una piazza che rispedisca al mittente leaccuse di conservazione fatte alsindacato con il frastuono convinto deimille volti, delle mille battaglie, dellemille aspirazioni e idee checompongono la Filcams e la Cgil. La Filcams ci sarà, e già in questi giornisi sta mobilitando con iniziative, flashmob e scioperi a livello locale, permanifestare, in ogni dove, la contrarietàalle proposte del governo e rispondereagli attacchi infondati che non fannoaltro che andare contro “il lavoro”.Buon 25 ottobre!” •

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De Zolt

DALLA PRIMAUna piazza che unisce

F

La terza campagna

annuale per la gestione

vita-lavoro è sullo stresse i problemi

di salutementale

CLA CAMPAGNA | UNI GLOBAL UNION

Massimo Mensi

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I l 22 ottobre sarà scioperonazionale delle lavoratrici e deilavoratori delle Terme. In attesadel rinnovo contrattuale da oltre

tre anni, nell’ultimo incontro le posizionirigide di Federterme hanno portato le organizzazioni sindacali ad prendereuna decisione drastica: stato di agitazionee sciopero per gli oltre 15mila lavoratori.Dal termalismo di cura degli anni 70 e 80 al boom del termalismo delbenessere degli ultimi anni, il settore è profondamente cambiato e habisogno di una diversa attenzione. Il termale soffre, soprattutto a causa della riduzione delle prestazioniassistenziali a carico del Sistema sanitarionazionale e delle difficoltà economichecausate dalla crisi in atto.Il rinnovo contrattuale, e un diversoapproccio, sono necessari anche perridare vitalità e qualità al comparto, etrovare nuove formule e migliori serviziche attirino la domanda.Simone Mannucci, lavora come bagninoalle terme di Chianciano, si occupa diassistere i pazienti durante i fanghi: “Il lavoro è cambiato negli ultimi diecianni – racconta –, abbiamo avuto unatrasformazione totale. Si è passati da un termalismo assistito, alle terme del benessere, sensoriali, allepiscine termali, senza le quali nonavremmo potuto sopravvivere”.Simone sta partecipando al negoziato peril rinnovo del contratto nazionale, “latrattativa è ferma – dice – e mancano leproposte, che sarebbero invecenecessarie per ridare qualità e invogliareanche il turismo straniero.”“Abbiamo di fronte una controparte chesembra non voglia capire questi

mutamenti – rincara Lucia Anile, che per la Filcams Cgil sta seguendo latrattativa –. Il rinnovo del contratto èindispensabile, deve tener conto dei cambiamenti del mercato ma ledifficoltà non possono essere scaricatesolo sui lavoratori”.Federterme, invece, ha avanzatoproposte, inaccettabili per i sindacati, mavincolanti per loro, per il proseguimentodel negoziato. Primo fra tutti,l’ampliamento della sfera contrattuale perpoter applicare il contratto anche inquelle strutture alberghiere che hanno lecure termali al proprio interno. Unavariazione che, secondo Filcams Cgil,Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, creerebbe soloconfusione e dumping contrattuale insettori che hanno specificità territoriali esituazioni diverse e ben definite.E poi, la volontà espressa dallecontroparti di rivedere il trattamento

economico della malattia per il periododi carenza, con la cancellazione deldiritto alla corresponsione del pagamentoper i primi 3 giorni, salvo per le malattiesuperiori a 10 giorni.Intanto il settore arranca, e in diverseparti d’Italia alcuni dipendenti sono statimessi alle porte. A Salsomaggiore Termeè stata aperta una procedura dilicenziamento collettivo per 81lavoratori, circa un terzo della forzalavoro, mettendo seriamente a rischio

così il proseguimento dell’attività, comehanno affermato i sindacati territorialiche stanno seguendo la vertenza. “Il rischio – spiegano – è quello dimettere a rischio l’occupazione nella principale realtà produttiva deltermale, svilendo il ruolo del suo valorecurativo, fondamentale per tuttal’economia del territorio.”Situazione critica anche per le terme diCastellammare di Stabia, chiuse ormai daun anno; è stato indetto un bando di garaper la gestione temporanea, prima dellastesura del definitivo bando diprivatizzazione sul concordato preventivopresentato dal Comune per evitare ilfallimento della partecipata.Anche se il bando per l’affidamentotemporaneo, secondo i sindacatiterritoriali, non dà garanzie né aidipendenti “fissi” né agli stagionali, e non è appetibile per gli investitori. E il fallimento è sempre più vicino.E così in tante altre strutture da nord aSud, ci si nasconde dietro la crisieconomica degli ultimi anni, ma in realtàè stata solo la “goccia” finale, che ha messo in evidenza le carenzegestionali, l’incapacità di affrontare icambiamenti in atto, e la voglia dimettersi in gioco in maniera diversa,trovando soluzioni alternative chepossano attirare maggiori turisti. Una diversificazione dell’offerta,insomma, puntando sui servizi di qualità.Ma per avere qualità ci voglionoinvestimenti, sinergie con parti sociali eistituzioni, formazione professionale epersonale competente (e non sfruttato) euna strategia a medio lungo termine.Sembra banale, ma ancora siamo benlontani da tutto ciò. •

VERTENZE | SETTORE TERMALE

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VUno sciopero per il contratto

Il 22 ottobresi fermanoi lavoratori

delle terme

Roberta Manieri

E sattamente un anno fa, il 3ottobre 2013, al largo dellecoste di Lampedusa, un

barcone carico di migrantiaffondava rovinosamente,lasciando nel Mediterraneo i corpidi 366 persone e 20 dispersi, unatragedia immane.Molte le iniziative sull’isolapromosse dal Comitato “3ottobre”, per non dimenticarequanto accaduto, a cui hannopreso parte rappresentantiistituzionali italiani ed europei,protagonisti delle ennesime ecertamente giuste contestazioni:dall’inizio dell’anno sono infatti3.000 le persone che hanno persola vita nel nostro mare, quella diLampedusa è una sola delle stragiche alimentano quella cifra; e leistituzioni stanno a guardare.Negli stessi giorni dellecelebrazioni infatti, a largo dellecoste libiche, perdono la vita più dicento persone appena salpateverso il nostro paese su barconicarichi e fatiscenti; mentre aPozzallo, in Sicilia, viene registratol’arrivo di 783 migranti, in quattrodistinti sbarchi, fortunatamentenon si registrano dispersi.Il dato positivo è il fermo di seipresunti scafisti, egiziani e unsiriano, incastrati dai video giratidai migranti stessi durante il“caro” viaggio: si parla di 5/6 miladollari pagati solo per l’imbarco,

500 in più per un salvagente,dichiarato un optional, superfluocome la vita delle personetrasportate.Non è invece superficiale, nétantomeno secondario l’impegnoche portano a terminequotidianamente gli equipaggi edil personale della Marina Militare,Aeronautica, Carabinieri, Guardiadi Finanza, Capitaneria di Porto,personale del corpo militare dellaCroce Rossa Italiana nonché delministero dell’Interno, chepresidiano il canale di Sicilianell’ambito dell’operazione MareNostrum, iniziata a ottobre 2013con intenti militari e umanitari, perfronteggiare l’emergenza dovutaall’eccezionale afflusso dimigranti, attraverso interventi disoccorso ai migranti e di contrastoalla criminalità a capo del traffico

di esseri umani.Ed è proprio l’equipaggio di unadelle navi della Marina Militare, inservizio a pochi chilometri daLampedusa, protagonista di unprogetto, in collaborazione con RaiFiction e Corriere.it dal titolo“LaScelta di Catia”, una Web serie diRoberto Burchielli, che raccontagli ultimi sessanta giorni, di unintero anno al comando della naveLibra, di Catia Pellegrino, primadonna della Marina impegnata aguidare un equipaggio di soliuomini nella difficile e articolataoperazione.La serie è partita il 30 settembreed è visibile sul sitowww.corriere.it, con una puntatadi pochi minuti al giorno, e il 6ottobre in prima serata su Rai 3,creata dopo settimane di durolavoro di due troupe che hanno

vissuto a stretto contatto conl’equipaggio, ventiquattro ore suventiquattro. Racconta in uno stile puramentecinematografico la vita quotidianasulla nave, attraverso un ritmoscandito, chiaro, senza troppi filtri,alternando momenti di puranormalità, come nel caso deifesteggiamenti per il trentottesimoanno del comandante, a momentidi tensione altissima, con leriprese delle operazioni disalvataggio delle persone indifficoltà.I commenti dei protagonisti el’impatto emotivo delle immagini,in un conubio forte, ottenutograzie ad un buon montaggio,conferiscono ai video un effettodoloroso, dirompente; unsusseguirsi di scosse e di pugnialla bocca dello stomaco,soprattutto in alcune scene, chesenza censura mostrano corpiinermi galleggianti in mare,accompagnati dalle voci deinaufraghi e da quelle dei marinaimentre cercano di salvare piùsuperstiti possibile: ”Ho dovutorigettare a mare i cadaveri, per farspazio alle persone ancora vive –commenta uno dei militari –, sonoresponsabile di quello che stofacendo, la mia vita è cambiata,soprattutto nelle priorità e la miapriorità è salvare vite umane”.La legge del mare da sempre

impone, a chi il mare lo naviga, disalvaguardare le vite umane: “Inquel momento rappresenti la tuanazione, la tua famiglia, che tiaspetta a casa e sa che tu staifacendo il tuo dovere” afferma ilcomandante Catia in uno degliepisodi.L’operazione Mare Nostrum hapermesso il salvataggio di unnumero impressionante dipersone, circa 130 mila, e ben 90mila di queste sono state tratte insalvo proprio dalle navi dellaMarina Militare e dalle forzed’ordine impegnate.È dura vedere quelle immagini,soprattutto pensando allaquotidiana frequenza di quelletragedie. Superfluo dire che ciòche si sta compiendo con i mezzi,spesso scarsi, a disposizione, è unlavoro grandioso, come mostranogli stessi fotogrammi. C’è chi malignamente commentache si tratta di una sempliceoperazione di pubblicità dellaMarina Militare.Quello che vogliamo affermare, aldi là delle facili illazioni, è che queivideo vanno guardati, vannoemotivamente vissuti e compresi,anche perché dimostrano che,oltre i proclami frequentiall’indomani delle tragedie, c’è chisul serio si rimbocca le maniche ecombatte contro la morte,quotidianamente. •

CONTAMINAZIONI | WEB SERIE C

Loredana Colarusso

Il mare non deve diventare un cimitero

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nella Provincia di Lecce. Il turismo va molto bene, mase vogliamo parlare didestagionalizzazione,

non possiamo solo parlare di turismobalneare” ha affermato ValentinaFragassi segretaria generale dellaFilcams Cgil di Lecce, che hafortemente voluto ed organizzatol’evento nei minimi dettagli e con i giusti interlocutori. “Il Salento ha tutte le carte in regolaper offrire un pacchetto di proposteche superi la stagione balneare –ha spiegato la segretaria – maquest’obiettivo, non può essereperseguito secondo logiche che

penalizzano l’occupazione. Il settore è, infatti, tradizionalmente stressatodal precariato, da condizioni di illegalità diffusa, dallaterziarizzazione e dal lavoro nero”.“Noi siamo convinti che mantenerecompetitiva un’offerta turistica vuoldire riempirla di contenuti. Le persone girano ormai non solo per vedere cose, ma soprattutto pervivere emozioni”. Paolo Perrone,sindaco di Lecce ha partecipatoall’iniziativa riconoscendonel’importanza. “La nostra città vuolepuntare sul patrimonio naturale,paesaggistico, ma soprattutto sul patrimonio culturale-identitario,

come caratteristica qualificante. Il dibattito non può essere appaltatosolo agli addetti ai lavori, tutti devono poter intervenire”.Il sindaco ha riconosciuto l’importanzadel sindacato come interlocutoreimportante all’interno di unacomunità. “Rispetto il ruolo di chirappresenta i lavoratori – haaffermato – guardiamo la realtà daprospettive diverse, ma lavoriamo perun obiettivo comune, far cresceredelle comunità di riferimento”.Anche Massimo Bray, nel suointervento, ha richiamato l’attenzionesull’importanza della cultura e dellavoro: “Dobbiamo rispettare lacultura, storia e memoria del nostropaese, non possiamo cancellarla consemplicità.” Cosi come non si puòcancellare con facilità la Cgil e ilsindacato, “che ha ben difeso laqualità del lavoro”.“La dequalificazione del lavoro è ladequalificazione del paese – haaffermato Cristian Sesena, segretarionazionale della Filcams Cgil che haconcluso il dibattito–. Il turismo è unopportunità, ma deve dialogare con lacultura per costruire sinergie”.Dopo Lecce, altre città. “Non abbiamola verità in tasca, ma vogliamo

interrogarci insieme ai principali attoridel settore, per pensare e proporre unpiano programmatico del turismointegrato, non solo estivo, che sappiavalorizzare il territorio e il nostroenorme patrimonio culturale”.Un ottima partenza quindi, anche sela strada è ancora lunga e tortuosa,sono state messe le prime basi perquesta campagna itinerante che gireràl’Italia per ascoltare tutte le voci deiprotagonisti, di chi vive ogni giorno lacultura, e che, nonostante le difficoltà,vorrebbe rilanciare e veder cresce ilnostro patrimonio culturale. •

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R. M.

DALLA PRIMAJobArt a Lecce, insieme cultura e turismo

I

Rassegna SindacaleSettimanale della Cgil

Direttore responsabile Guido Iocca

Ufficio vendite06/44888230 - [email protected] e impaginazioneMassimiliano Acerra, Cristina Izzo, Ilaria LongoStampaPuntoweb Srl, Via Variante di Cancelliera, 00040 - Ariccia, Roma

Inserto d’informazione della Filcams CgilVia L.Serra, 31, 00153 Roma, tel. 06/5885102 e-mail: [email protected] - www.filcams.cgil.it

A cura diRoberta Manieri Ufficio Stampa Filcams Cgil nazionaleTel 06/58393127 - cel 3494702077 e-mail: [email protected]

Chiuso in tipografia lunedì 13 ottobre ore 13

EditoreEdit. Coop. società cooperativa di giornalisti,Via dei Frentani 4/a, 00185 - RomaIscritta al reg. naz. Stampa al n. 4556 del 24/2/94Proprietà della testataEdiesse SrlUfficio abbonamenti06/44888201- [email protected]

LA CAMPAGNA | MARTA CHALLENGE - LA SFIDA DI MARTA CSpogliarsi dell’ideologia per vestirsi di dirittiÈ stata lanciata la

campagna video dellaFilcams Cgil nazionale,

intitolata “Marta Challenge -La Sfida di Marta“.“Marta è diventata suomalgrado il simbolo dellelavoratrici e dei lavoratori cuinessuno dà voce – afferma lasegretaria generale MariaGrazia Gabrielli – per questol“abbiamo scelta, perché noidi Marta ne conosciamoparecchie e abbiamo raccolto la loro richiesta diraccontare le loro storie di tutti i giorni, liberandoledagli slogan ad effetto”.La campagna della Filcamslancia la sfida ed invita a“spogliarsi dell’ideologia pervestirsi di diritti”: il tonoscanzonato non inganni, lestorie di queste ragazze e diquesti ragazzi sono vere, sonoquelle che ogni giorno laFilcams incrocia nella suaattività di tutela e dicontrattazione. Storie reali che raccontano di condizioni dilavoro difficili, spessodrammatiche e di tantaprecarietà diffusa che nonconsente alcun progetto di vita.“Come hashtag di riferimentodella campagna è statoindividuato #martatelecanta,

proprio perché siamoconvinti – sostiene Gabrielli –che sia inaccettabilecontinuare a utilizzarestrumentalmente i lavoratoricome icona mediatica. AMarta e ai tanti lavoratori delterziario deve esserefinalmente riconosciuto ildiritto di esprimere edescrivere in prima personaquali siano le reali condizionidi lavoro dei nostri settori”.Sono stati realizzati alcunivideo, diffusi mediante socialnetworks e sul sito web dellacategoria, e altri nearriveranno quotidianamenteda tutta Italia, prodotti dalavoratrici e lavoratori che laFilcams rappresenta, insiemea materiale grafico coordinato.Non le manda a dire laFilcams e mette in camposenza pregiudizi la forza dellasua rappresentanza, fatta digiovani, migranti, donne euomini di tutte le età e ditutte le condizioni, cheincontriamo ogni giorno, più volte al giorno. Le Marta sono nei bar aservire i caffè del mattino,sono nelle scuole a pulire le aule, sono davanti allabanche a fare servizio disorveglianza, le Marta sono

nelle case degli anziani a fare assistenza, sono nei fastfood e nei supermercati asorridere ai clienti, sono arifare i letti negli hotel, sononegli studi degli avvocati enei luxury outlet, le Martasono negli uffici e nei callcenter, le Marta sono neimusei e nei palazzi dellapolitica, le Marta lavorano ovorrebbero lavorare senzadover perdere diritti e dignità. Ognuno di loro lancia la sfida a persone più o menocomuni e a personaggi noti emeno noti, della politica, del giornalismo, delleimprese, con l’intenzione, non certo celata, di spogliarsiprovocatoriamentedell’ideologia per vestirsi di diritti.La campagna rientra tra leiniziative organizzate inpreparazione dellamobilitazione nazionale del 25 ottobre indetta dalla Cgil a Roma: “Lavoro,dignità, uguaglianza percambiare l’Italia” sono le parole d’ordine dellagiornata, per la quale sonoattese le lavoratrici e ilavoratori da tutta Italia.Vi aspettiamo, e aspettiamo ilvostro #martachallenge. •

Terziario09-new_ok 13/10/14 16:30 Pagina 20