Marika Arena - Economia e Organizzazione Aziendale - A.A. 2008-2009 1 Le forme giuridiche.
Organizzazione Industriale A.A. 2006-2007 · Organizzazione Industriale A.A. 2006-2007. n Principi...
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Organizzazione Organizzazione IndustrialeIndustriale
A.A. 2006A.A. 2006--20072007
nn Principi di Economia AziendalePrincipi di Economia Aziendalenn Organizzazioni e teoria organizzativaOrganizzazioni e teoria organizzativann Strategia, progettazione organizzativa Strategia, progettazione organizzativa
ed efficaciaed efficaciann Elementi fondamentali della struttura Elementi fondamentali della struttura
organizzativaorganizzativa
Struttura del CorsoStruttura del Corso
nn Tecnologie per la produzione Tecnologie per la produzione industriale e per i serviziindustriale e per i servizi
nn Dimensioni organizzative, ciclo di vita e Dimensioni organizzative, ciclo di vita e declinodeclino
nn Cultura organizzativa e valori eticiCultura organizzativa e valori eticinn Processi decisionaliProcessi decisionali
Struttura del CorsoStruttura del Corso
Disciplina scientifica che elabora Disciplina scientifica che elabora conoscenze e teorie utili per il conoscenze e teorie utili per il governo economico dei sistemi governo economico dei sistemi sociali di ogni ordinesociali di ogni ordine (imprese, (imprese, famiglie, organizzazioni non a scopo famiglie, organizzazioni non a scopo di lucro, istituzioni pubbliche)di lucro, istituzioni pubbliche)
Economia aziendaleEconomia aziendale
Processo attraverso il quale l’insieme di Processo attraverso il quale l’insieme di persone che partecipano con il proprio lavoro persone che partecipano con il proprio lavoro all’attività aziendale viene strutturato secondo all’attività aziendale viene strutturato secondo criteri di divisione dei compiti, tale struttura criteri di divisione dei compiti, tale struttura diventa un sistema coordinato.diventa un sistema coordinato.
Funzione aziendale che svolge questo processoFunzione aziendale che svolge questo processo
Risultato di questo processo.Risultato di questo processo.
Organizzazione aziendaleOrganizzazione aziendale
E’ un E’ un sistema economicosistema economicofinalizzato a soddisfare i finalizzato a soddisfare i bisogni dei clienti, bisogni dei clienti, attraverso l’impegno di attraverso l’impegno di risorse limitate.risorse limitate.
L’impresaL’impresa
E’ il complesso di beni E’ il complesso di beni organizzati per organizzati per l’esercizio di un’l’esercizio di un’attività attività economica.economica.
L’AziendaL’Azienda
Il sistema economicoIl sistema economicoStato Patrimoniale
Flussodi Cassa
Conto Economico
Duratadebiti
Duratacrediti
Quota TFR
* costi
* costi
* prezzi
* costo
* prezzi
* prezziVendite (quantità)
Ricavi
Produzione
GiacenzeProdotti
finiti
Giacenza materie prime
Variazionerimanenze
Acquisti(quantità)
Acquisti
Lavoro(quantità)
Lavoro diretto
Margine dicontribuzione
Crediti
Debiti
Pagamenti
Incassi
TFR
MacchineImpianti
Attrezzature-(ecc.)
Immobilizzazioni
Ammortamenti
Pagamenti
Rimanenze in magazzino
Dati Operativi
Risultato operativo
Costi Fissi
Gli equilibri finanziariGli equilibri finanziari
GGEESSTTIIOONNEEEECCOONNOOMMIICCAA
pprroodduurrrree RREEDDDDIITTOOppeerr rreemmuunneerraarree iill
CCAAPPIITTAALLEEIINNVVEESSTTIITTOO
GGEESSTTIIOONNEEFFIINNAANNZZIIAARRIIAA
PPAATTRRIIMMOONNIIAALLEE
pprroodduurrrree RRIISSOORRSSEE FFIINNAANNZZIIAARRIIEEppeerr ffaarr ffrroonnttee aaii
ffaabbbbiissooggnnii ffiinnaannzziiaarrii
GGEESSTTIIOONNEEFFIINNAANNZZIIAARRIIAAMMOONNEETTAARRIIAA
pprroodduurrrree MMOONNEETTAA ppeerrppaaggaarree ccoonn rreeggoollaarriittàà ii ddeebbiittii
La dinamica economico/finanziaria d’impresaLa dinamica economico/finanziaria d’impresa
CASH FLOW
CASH FLOW OPERATIVO-
INVESTMENTI +
FONDI =
CASH FLOW
C.E.
RICAVI -
COSTI =
REDDITO
LLAA PPAARRTTEENNZZAA LL’’AARRRRIIVVOO
S.P.
CAPITALE INVEST.
t1
DEBITI
t1
C. PROPRIO t1
CAPITALE INVEST.
to
C. PROPRIO
to
DEBITI
to
S. P.
L’uso di indicatoriL’uso di indicatori
D/E x (ROI-ROD)LEVA FINANZIARIA, indica il valore l’opportunità di ricorrere al capitale proprio o a capitale oneroso di terzi
Posizione Finanziaria Netta/Patrimonio nettoD/E (Debt equity). Indica il surplus o la mancanza di capitale rispetto alla consistenza del capitale proprio.
Risultato Gestione Finanziaria/ Posizione Finanziaria NettaR.O.D. (Return on Debts). Indica l’onerosità del debito finanziario
Fatturato/capitale investito nettoTURNOVER (Rotazione del capitale investito), indica la “velocità” con la quale il capitale genera ricavi, quindi implicitamente è un indicatore di efficienza organizzativa complessiva. Tanto più il valore è alto tanto più funziona da moltiplicatore del ROS
Risultato Operativo/FatturatoR.O.S. (return on sales) . È il margine lordo sulle vendite
Risultato Operativo/Capitale investito netto R.O.I (Return on investments). Indica la redditività di tutto il capitale investito nell’azienda, al lordo del saldo finanziario e dei risultati della gestione straordinaria.
Utili prima delle imposte/ Patrimonio NettoR.O.E LORDO. Come il precedente, ma al lordo delle imposte
Utile Netto/Patrimonio NettoR.O.E. NETTO (Return on equity). Indica il tasso di remunerazione del capitale proprio
RAPPORTIINDICI DI REDDITIVITÀ E SIGNIFICATO
Procedura Amministrativa che raccoglie cronologicamente ed ordinProcedura Amministrativa che raccoglie cronologicamente ed ordina a sistematicamente dati di costo e ricavo, di attività e passivitàsistematicamente dati di costo e ricavo, di attività e passività per misurare il reddito per misurare il reddito d’esercizio. d’esercizio.
Contabilità generale
Direttore GeneraleDirettore Generale
MarketingMarketingAmministrazioneAmministrazione PersonalePersonale
Contabilità GeneraleContabilità GeneraleContabilità ClientiContabilità Clienti Contabilità fornitoriContabilità fornitori
Direzione Direzione ProduzioneProduzione
DirezioneDirezioneAcquistiAcquisti
Direzione Direzione VenditaVendita
Controllo di Controllo di GestioneGestione
ContabilitàContabilità
ClientiClienti FornitoriFornitori
Contabilità AcquistiContabilità Acquisti
Quantità clienti condizioni di venditaQuantità clienti condizioni di vendita
Ha come scopo l’elaborazione del bilancio, che è Ha come scopo l’elaborazione del bilancio, che è costituito dal CONTO ECONOMICO e dallo STATO costituito dal CONTO ECONOMICO e dallo STATO PATRIMONIALEPATRIMONIALE
Contabilità generale
Il Il Conto EconomicoConto Economico èè il documento di bilancio che, il documento di bilancio che, contrapponendo i contrapponendo i costicosti ed i ed i ricaviricavi di competenza del periodo di competenza del periodo amministrativo, illustra il risultato economico della gestione damministrativo, illustra il risultato economico della gestione del el periodo considerato misurando, in questo modo, l'incremento o periodo considerato misurando, in questo modo, l'incremento o il decremento che il capitale netto aziendale ha subito per il decremento che il capitale netto aziendale ha subito per effetto della gestione.effetto della gestione.
Lo Lo Stato PatrimonialeStato Patrimoniale èè il documento che definisce la il documento che definisce la situazione patrimoniale di una societsituazione patrimoniale di una societàà in un determinato in un determinato momento.momento.
Conto Economico
I I RicaviRicavi sono costituiti da due voci:sono costituiti da due voci:
nn Fatturato Aziendale.Fatturato Aziendale.
nn Variazione delle giacenze di prodotti finiti in Variazione delle giacenze di prodotti finiti in magazzino intesa come la differenza dei prodotti magazzino intesa come la differenza dei prodotti presenti in magazzino alla fine del periodo presenti in magazzino alla fine del periodo considerato e quelli presenti all’inizio. Questa voce considerato e quelli presenti all’inizio. Questa voce rappresenta le potenziali vendite che la legge rappresenta le potenziali vendite che la legge riconosce come elementi di fatturato con un riconosce come elementi di fatturato con un valore pari al costo di produzione (secondo il valore pari al costo di produzione (secondo il principio di prudenza e non al prezzo di vendita).principio di prudenza e non al prezzo di vendita).
Conto EconomicoI I CostiCosti sono costituiti da quattro voci:sono costituiti da quattro voci:vv Costi di materie prime e materiali semilavorati che incidono sulCosti di materie prime e materiali semilavorati che incidono sul costo costo
del prodotto finale per una quota che va dal 20% al 50% e nel cadel prodotto finale per una quota che va dal 20% al 50% e nel caso so dell’elettronica arriva anche all’80%.dell’elettronica arriva anche all’80%.
vv Costo del personale che incide sul costo del prodotto finale perCosto del personale che incide sul costo del prodotto finale per una una percentuale che va dal 30% al 50%.percentuale che va dal 30% al 50%.
vv Costi energetici, cioè le spese sostenute per l’approvvigionamenCosti energetici, cioè le spese sostenute per l’approvvigionamento to energeticoenergetico
vv Ammortamenti, cioè la quota che annualmente viene accantonata peAmmortamenti, cioè la quota che annualmente viene accantonata per r investimenti in impianti ed infrastrutture. Una valutazione dei investimenti in impianti ed infrastrutture. Una valutazione dei beni al beni al costo storico, quando non riflette più il valore monetario correcosto storico, quando non riflette più il valore monetario corrente, nte, produce distorsioni. In particolare, l’inflazione ha un duplice produce distorsioni. In particolare, l’inflazione ha un duplice effetto: effetto: in stato patrimoniale il bene risulta sottovalutato ed in conto in stato patrimoniale il bene risulta sottovalutato ed in conto economico, la relativa quota di ammortamento è minore di quellaeconomico, la relativa quota di ammortamento è minore di quella che che dovrebbe essere e quindi l’utile di esercizio risulta gonfiato adovrebbe essere e quindi l’utile di esercizio risulta gonfiato anche di nche di una parte di capitale proprio.una parte di capitale proprio.
Stato Patrimoniale
nn Patrimonio nettoPatrimonio netto
nn Fondi per rischi ed oneriFondi per rischi ed oneri
nn TFR di lavoro subordinatoTFR di lavoro subordinato
nn DebitiDebiti
nn Ratei e riscontiRatei e risconti
nn Crediti verso Soci Crediti verso Soci nn ImmobilizzazioniImmobilizzazioni
q Immaterialiq Materialiq Finanziarie
nn Attivo circolanteAttivo circolanteq Rimanenzeq Creditiq Attività finanziarieq Disponibilità liquide
nn Ratei e riscontiRatei e risconti
PassivitàPassivitàAttivitàAttività
BilancioA.A. VALORE DELLA PRODUZIONEVALORE DELLA PRODUZIONE
1.1. Ricavi delle venditeRicavi delle vendite ee della prestazioni della prestazioni
2.2. Variazione delle rimanenze di prodottiVariazione delle rimanenze di prodotti inincorso di lavorazionecorso di lavorazione,, semilavoratisemilavorati ee finiti finiti
3.3. Variazione dei lavoriVariazione dei lavori inin corso su ordinazione corso su ordinazione
4.4. Incrementi di immobilizzazioniIncrementi di immobilizzazioni perper lavori lavori interni interni
5.5. Altri ricaviAltri ricavi ee proventi proventi
TOTALE VALORE DELLA PRODUZIONE (A)TOTALE VALORE DELLA PRODUZIONE (A)
BilancioB.B. COSTI DELLA PRODUZIONE COSTI DELLA PRODUZIONE
1.1. Per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci Per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci
2.2. Per servizi Per servizi
3.3. Per godimento di beni di terzi Per godimento di beni di terzi
4.4. Per il personale Per il personale
5.5. Ammortamenti e svalutazioni Ammortamenti e svalutazioni
6.6. Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di conVariazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e sumo e merci merci
7.7. Accantonamenti per rischi Accantonamenti per rischi
8.8. Altri accantonamenti Altri accantonamenti
9.9. Oneri diversi di gestione Oneri diversi di gestione
DIFFERENZA TRA VALORI E COSTI DELLA PRODUZIONE (ADIFFERENZA TRA VALORI E COSTI DELLA PRODUZIONE (A--B)B)
BilancioC.C. PROVENTI E ONERI FINANZIARI PROVENTI E ONERI FINANZIARI
1.1. Proventi da partecipazioni Proventi da partecipazioni
2.2. Altri proventi finanziari Altri proventi finanziari
3.3. Interessi e altri oneri finanziariInteressi e altri oneri finanziari
D.D. RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA' RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA' FINANZIARIE FINANZIARIE
1.1. Rivalutazioni Rivalutazioni
2.2. SvalutazioniSvalutazioni
BilancioE.E. PROVENTI E ONERI STRAORDINARI PROVENTI E ONERI STRAORDINARI
1.1. Proventi, con separata indicazione delle Proventi, con separata indicazione delle plusvalenze da alienazioni plusvalenze da alienazioni
2.2. Oneri, con separata indicazione delle Oneri, con separata indicazione delle minusvalenzeminusvalenze da alienazioni e delle imposte da alienazioni e delle imposte relative a esercizi precedentirelative a esercizi precedenti
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (ARISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (A--B+C+D+E)B+C+D+E)
Bilancio1.1. Imposte sul reddito di esercizio Imposte sul reddito di esercizio
RISULTATO DELL'ESERCIZIORISULTATO DELL'ESERCIZIO
1.1. Rettifiche di valore operate esclusivamente in Rettifiche di valore operate esclusivamente in applicazione di norme tributarie applicazione di norme tributarie
2.2. Accantonamenti operati esclusivamente in Accantonamenti operati esclusivamente in applicazione di norme tributarie applicazione di norme tributarie
UTILE (PERDITA) DELL'ESERCIZIOUTILE (PERDITA) DELL'ESERCIZIO
Si avvale di una rilevazione analitica dei risultati di tutte leSi avvale di una rilevazione analitica dei risultati di tutte le attività, denominata attività, denominata anche contabilità analitica, che serve a determinare i costi peranche contabilità analitica, che serve a determinare i costi per verificare la verificare la validità dei prezzi di vendita e per misurare la redditività delvalidità dei prezzi di vendita e per misurare la redditività del prodotto.prodotto.
Il suo punto di riferimento è la gestione del punto di pareggio Il suo punto di riferimento è la gestione del punto di pareggio cioè la cioè la determinazione delle condizioni migliori per l’ottenimento di rideterminazione delle condizioni migliori per l’ottenimento di risultati aziendali sultati aziendali favorevoli, in accordo con le linee politiche, gli obiettivi ed favorevoli, in accordo con le linee politiche, gli obiettivi ed i piani predisposti i piani predisposti dal management aziendale.dal management aziendale.
Contabilità Industriale
Direttore generaleDirettore generale
Amministrazione Progettazione
VP
Marketing
A
ContabilitàContabilitàGeneraleGeneraleContabilità IndustrialeContabilità Industriale
Contabilità Industriale
n Costi diretti variabili:n Materie primen Mano d’opera direttan Lavorazioni esterne
n Costi diretti fissi:n Ammortamenti per
attrezzature specifiche
n Pubblicità per singolo prodotto
n Costi indiretti fissi:n Stipendin Affittin Assicurazionin Spese di viaggio e di
rappresentanza
n Costi indiretti variabili:n Costi di forza motricen Materiali di consumon Costi di trasporto
Fondamenti dell’impresaFondamenti dell’impresa
LaLa teoria organizzativateoria organizzativa in in azioneazione
n Temin Sfide attuali
n Competizione globalen Etica e responsabilità sociale n Rapidità di rispostan Il posto di lavoro digitale n Diversità
Che cos’è un’organizzazioneChe cos’è un’organizzazione
nn Le organizzazioni sono entità sociali Le organizzazioni sono entità sociali guidate da obiettivi, progettate guidate da obiettivi, progettate come sistemi di attività come sistemi di attività deliberatamente strutturati e deliberatamente strutturati e coordinati che interagiscono con coordinati che interagiscono con l’ambiente esterno.l’ambiente esterno.
Che cos'è un'organizzazione?Che cos'è un'organizzazione?
n Definizionen L'importanza delle organizzazioni
Le organizzazioni:n Mettono insieme risorse per raggiungere
gli obiettivi e i risultati desiderati n Producono beni e servizi in maniera efficienten Facilitano l’innovazionen Utilizzano moderne tecnologie produttive
computer-based
Importanza delle organizzazioniImportanza delle organizzazioni
n L’ importanza delle organizzazioni (continua)
n Si adattano all’ambiente in trasformazione e lo influenzano.
n Creano valore per gli azionisti, i clienti e i dipendenti.
n Conciliano le sfide attuali di motivazione di etica e di management della diversità con le esigenze di maggiore coordinamento delle risorse umane.
Tipi di organizzazioniTipi di organizzazioni
nn Organizzazioni a scopo Organizzazioni a scopo di lucro (di lucro (Imprese e Imprese e AziendeAziende))
nn Organizzazioni non Organizzazioni non profit profit (lo scopo è (lo scopo è l’impatto sociale)l’impatto sociale)
n Produzione di benin Fornitura di servizi
Processo
di
trasformazione
Un sistema aperto e i suoi Un sistema aperto e i suoi sottosistemisottosistemi
AmbienteMaterie prime
Persone
Risorse informative
Risorsefinanziarie
Input
SottosistemiMonitoraggio
deiConfini
(Acquisti)
Produzione,manutenzione,adattamento,
gestione
Monitoraggiodei
Confini(Marketing)
Prodottie
serviziOutput
Le cinque componenti base Le cinque componenti base di un'organizzazionedi un'organizzazione
Vertice strategicoVertice strategico(fornisce la guida, la strategia, gli obiettivi e le politiche per
l’organizzazione)
Nucleo operativoNucleo operativo(comprende le persone che effettuano il lavoro basilare e producono gli output dell’organizzazione in
termini di prodotti e servizi)
Linea intermediaLinea intermedia
Fonte: basato su Henry Mintzberg, The Structuring of Organizations (Englewood Cliffs, N. J.: Prentice-Hall, 1979) 215-297; and Henry Mintzberg, “Organization Design: Fashion or Fit?” Harvard Business Review 59 (Jan. – Feb. 1981): 103-116.
TecnoTecno--strutturastruttura(aiuta l’organizzazione ad
adattarsi all’ambiente individuando problemi, opportunità e sviluppi
tecnologici )
Staff di supportoStaff di supporto(gestione delle risorse
umane, manutenzione degli uffici e macchinari )
Obiettivi e Obiettivi e strategiastrategia
(scopo e tecniche competitive che
contraddistinguono l’organizzazione dalle
altre)
AmbienteAmbiente(tutti gli elementi
esterni all’organizzazione)
DimensioneDimensione(la grandezza misurata con il
numero di persone)
CulturaCultura(l’insieme di valori
fondamentali, conoscenze e
regole condivise dai dipendenti)
TecnologiaTecnologia(strumenti, tecniche e azioni utilizzate per trasfoemare gli input
in output)
1. Formalizzazione (quantità di documentazione scritta)
2. Specializzazione (il grado in cui i compiti organizzativi vengono suddivisi tra posizioni lavorative separate)
3. Gerarchia (descrive chi riporta a chi e l’ambito di controllo di ogni manager)
4. Centralizzazione (il livello gerarchico che ha l’autorità per prendere decisioni)
5. Professionalità (il livello di formazione e addestramento formale del personale)
6. Indicatori del personale (l’impiego delle persone nelle varie funzioni e uffici)
StrutturaStruttura
L’organizzazioneL’organizzazione
Esempio di organigramma con la gerarchia di Esempio di organigramma con la gerarchia di autorità per la Community Job Training Programautorità per la Community Job Training Program
Consiglio diamministrazione
Assistente del direttore generaleper i servizi alla persona
Comitatoesecutivo
Direttore generale
Comitaticonsultivi
DirettoreSviluppo
economico
Assistente del direttore generaleper i servizi alla comunità
Direttorepianificazione
regionale
Direttoreedilizia
Direttoregiustiziacriminale
DirettoreFinanza
DirettoreAAA
DirettoreCETA
Segreteria
Consulentecapo
Consulentecapo
Assistentedirettorefinanza
Impiegatoal registro
Segreteria Impiegatopaghe
e stipendi
Segreteria SpecialistaMIS
Impiegato di staff
Assistenteamministrativo
Coordinatoreinformazione
pubblica
Contabile
Manageraspetti fiscali e contratt.
Cons.sviluppiCETA
Titolo IID,VI,VII
PianificatoreCETA
Coordinatoreedilizia
Cons.sviluppiCETA
Titolo IIABC
Assunzio-ne e
orienta-mentoCETA
Cons.sviluppiCETA
GiovaniIV
Specialistaprogrammi
AAA
Pianifica-tore
progr.AAA
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 4
Livello 5 Assistenteamministrativo
Coord.alcoolismo
Caratteristiche di tre organizzazioniCaratteristiche di tre organizzazioni
0
50
100
W.L. Gore &Associates
Wal-Mart Agenzia stataleper le arti
Formalizzazione
Specializzazione
Centralizzazione
Configurazione
TECNOLOGIA Produzione Commercio Servizial dettaglio pubblici
DIMENSIONI 4200 200000 35
AZIENDA
I principali I principali stakeholderstakeholder e le loro e le loro aspettativeaspettative
PROPRIETARIPROPRIETARI
•• Ritorno Ritorno finanziariofinanziario
DIPENDENTIDIPENDENTI
•• SoddisfazioneSoddisfazione
•• CompensoCompenso
•• SupervisioneSupervisione
GOVERNOGOVERNO
•• Rispetto di leggi Rispetto di leggi e regolamentie regolamenti
•• Concorrenza lealeConcorrenza leale
FORNITORIFORNITORI
•• Transazioni Transazioni soddisfacentisoddisfacenti
•• Ricavo dagli acquistiRicavo dagli acquisti
COMUNITA'COMUNITA'
•• Responsabilità socialeResponsabilità sociale
•• Contributo alle questioni Contributo alle questioni della comunitàdella comunità
MANAGEMENTMANAGEMENT
•• EfficienzaEfficienza
•• EfficaciaEfficacia
CLIENTICLIENTI
§§ Qualità dei beni e dei Qualità dei beni e dei serviziservizi
§§ ValoreValore
CREDITORICREDITORI
•• Capacità di creditoCapacità di credito
•• Responsabilità Responsabilità fiscalefiscale
ORGANIZZAZIONEORGANIZZAZIONE
Due approcci di progettazione Due approcci di progettazione organizzativaorganizzativa
Strutturaverticale
Compitidi routine
Culturarigida
Strategiacompetitiva
Sistemiformali
Strutturaorizzontale
Cultura adattiva
Arricchimentodei ruoli
Strategiacollaborativa
Informazionicondivise
Cambiamentoorganizzativo
a servizio delle prestazioni
Approccio del sistema meccanico
Ambiente stabilePrestazioni efficienti
Ambiente turbolentoLearning organization
Fonte: Adattato da David K. Hurst, Crisis and Renewal: Meeting the Challenge of Organizational Change (Boston, Mass.: Harvard Business School)
Approccio del sistema biologico
Livelli di analisi nelle organizzazioni Livelli di analisi nelle organizzazioni
Ambiente esterno
(contesto interorganizzativo,comunità)
Livello di analisi organizzativo
Livello di analisidi gruppo
Livello di analisiindividuale
OrganizzazioneB
OrganizzazioneC
OrganizzazioneD
Organizzazione A
Unità A Unità B Unità C
Il ruolo del top management nella direzioneIl ruolo del top management nella direzioneprogettazione ed efficacia dell'organizzazioneprogettazione ed efficacia dell'organizzazione
Vertice e team di top management
Ambiente esterno
OpportunitàMinacce
IncertezzaDisponibilità di risorse
Ambiente interno
Punti di forzaPunti di debolezza
Competenza distintivaStile del leader
Performance passata
Direzione strategica
Progettazioneorganizzativa
Risultatidi efficacia
Definizionedella missionee degli obiettiviufficiali
Selezionedegli obiettivioperativi e delle strategie operative
Risorse
Efficienza
Raggiungimentodegli obiettivi
Stakeholder
Valori competitivi
Forma strutturale-apprendimento vs. Efficienza
Sistemi informativie di controlloTecnologia produttiva
Politiche per le risorseumane, incentivi
Cultura organizzativa
Collegamentiinterorganizzativi
Fonte: Adattato da Arie Y. Lewin and Carroll U. Stephens,“ Individual Properties of the CEO as Determinants of Organization
Design,” unpublished manuscript, Duke University, 1990; and Arie Y. Lewinand Carroll U. Stephens, “CEO Attributes as Determinants of Organization
Design: An integrated Model,” Organization Studies 15, no. 2 (1994): 183-212
I 4 principali elementi della I 4 principali elementi della missionmission
Il processo di gestione strategicaIl processo di gestione strategica
5. progettazione di una struttura organizzativa e di sistemi di controllo adeguati alle strategie; coordinamento tra strategie; strutture organizzative e sistemi di controllo; gestione del cambiamento. A quest'ultima è affidato il ruolo di adattare continuamente il processo di gestione strategica al cambiamento dell'ambiente esterno.
Area 3Area 3Realizzazione delle Realizzazione delle strategiestrategie
4. selezione delle strategie che muovendo dai punti di forza e proteggendo i punti di debolezza mirano a trarre vantaggio dalle opportunità e contenere le minacce provenienti dall'esterno;
Area 2Area 2Scelta delle strategieScelta delle strategie
1. definizione della mission dell'impresa e dei principali obiettivi di lungo termine;
2. analisi dell'ambiente competitivo esterno all'organizzazione allo scopo di individuare minacce e opportunità;
3. analisi dell'ambiente operativo interno dell'organizzazione al fine di individuare punti di forza e punti di debolezza e le attese degli stakeholder;
Area 1Area 1Analisi strategicaAnalisi strategica
Tipologie e finalità degli obiettiviTipologie e finalità degli obiettivi
TipologiaTipologia FinalitàFinalità
Obiettivi ufficiali, missione: Obiettivi ufficiali, missione: LegittimitàLegittimità
Obiettivi operativi:Obiettivi operativi: Direzione e motivazione Direzione e motivazione per i dipendentiper i dipendentiLinee guida per le decisioniLinee guida per le decisioniStandard di performanceStandard di performance
La necessità di formulare una strategiaLa necessità di formulare una strategia
Maggiore complessità delle operazioni e Maggiore complessità delle operazioni e maggiori investimenti di capitale.maggiori investimenti di capitale.Negli ultimi decenni l'attività delle imprese è diventata molto più complessa e, a parità di valore creato, impone maggiori investimenti di capitale. L'impresa oggi ha di fronte una complessità maggiore rispetto al passato con un notevole impegno finanziario
La necessità di formulare una strategiaLa necessità di formulare una strategia
La progettazione richiede più La progettazione richiede più tempo.tempo.Il periodo di tempo che intercorre tra l'avvio di un progetto e l'introduzione nel mercato dei prodotti e dei servizi relativi tende a diventare sempre più lungo e a coinvolgere attività sempre più complesse.
La necessità di formulare una strategiaLa necessità di formulare una strategia
Il ciclo di vita dei prodotti si Il ciclo di vita dei prodotti si accorcia.accorcia.Il ritmo del progresso tecnologico tende ad aumentare continuamente e in corrispondenza si accorcia sia il «ciclo vitale» dei prodotti sia il periodo di tempo che passa tra l'invenzione e la sua utilizzazione commerciale.
La necessità di formulare una strategiaLa necessità di formulare una strategia
Occorre personale Occorre personale specializzato.specializzato.Un altro fattore che impone il ricorso alla pianificazione è la crescente professionalità (specializzazione) richiesta al personale nelle varie attività.
La necessità di formulare una strategiaLa necessità di formulare una strategia
Un gruppo di imprese deve avere una Un gruppo di imprese deve avere una strategia unitaria.strategia unitaria.Le imprese che operano in più settori coordinati da holding oppure con strutture organizzative articolate in divisioni operative devono necessariamente disporre di un disegno generale che orienti l'azione delle varie unità componenti il gruppo.
La necessità di formulare una strategiaLa necessità di formulare una strategia
Cresce l'instabilità.Cresce l'instabilità.Sebbene i principali Paesi industrializzati abbiano nettamente migliorato la loro capacità di controllare l'andamento dell'economia attraverso politiche economiche più attente, le crisi sono sempre in agguato.
La concorrenza è più intensa.La concorrenza è più intensa.È sempre più difficile conquistare nuovi mercati e difendere i mercati esistenti.
La necessità di formulare una strategiaLa necessità di formulare una strategia
Cresce l'importanza dei Cresce l'importanza dei valori sociali.valori sociali.Nei rapporti con i compratori, con il lavoro, con l'opinione pubblica e con lo Stato occorre seguire con attenzione l'emergere di nuovi valori della società: protezione dell'ambiente, difesa dell'occupazione, protezione del consumatore e sicurezza nel lavoro.
La necessità di formulare una strategiaLa necessità di formulare una strategia
Bisogna pensare in termini di Bisogna pensare in termini di futuro.futuro.La pianificazione strategica è un potente stimolo per indurre i dirigenti dell'impresa a ragionare in termini di futuro e ad abbandonare l'esame del passato come centro più importante della loro attività.
La necessità di formulare una strategiaLa necessità di formulare una strategia
Pianificare significa motivare Pianificare significa motivare e agevolare.e agevolare.Le imprese che dispongono di una pianificazione strategica possono migliorare il grado di motivazione dei loro collaboratori.
La necessità di formulare una strategiaLa necessità di formulare una strategia
La pianificazione è uno strumento La pianificazione è uno strumento di controllo.di controllo.La pianificazione strategica è una premessa indispensabile per il controllo di efficacia nell'impresa poiché definisce gli obiettivi da raggiungere e consente di stabilire in quale misura la realtà si discosta da quanto era stato previsto.
Le strategie competitive di Le strategie competitive di PorterPorter
Società diInvestimenti
DifferenziazionefocalizzataUnicitàRistretto
Noleggio Automobili
Leadership di costo focalizzataCosti bassiRistretto
StarbucksCoffee Co.
DifferenziazioneUnicitàAmpio
ComputerLeadership di costoCosti bassiAmpio
EsempioStrategiaVantaggio
competitivoAmbito
Competitivo
La tipologia strategica di La tipologia strategica di MilesMiles e e SnowSnow (1/2)(1/2)
nn EsplorazioneEsplorazionen Orientamento all’apprendimento; struttura flessibile, fluida e
decentralizzatan Grandi spazi per la ricerca
n Difesan Orientamento all’efficienza; autorità centralizzata e stretto
controllo sui costin Enfasi sull’efficienza produttiva; bassi costi generalin Attenta supervisione, limitata responsabilizzazione dei dipendenti
Fonte: Basato su Michael Treacy and Fred Wiersema, “How Market Leaders Keep Their Edge,” Fortune February 6, 1995, 88-98; Michael Hitt, R. Duane Ireland, and Robert E. Hoskisson, Strategic Management (St. Paul, Minn.: West, 1995), 100-113; e Raymond E. Miles, Charles c. Snow, Alan D. Meyer, and Henry L. Coleman, Jr., “Organizational Strategy , Structure, and Process,” Academy of Management Review 3 (1978), 546-562
La tipologia strategica di La tipologia strategica di MilesMiles e e SnowSnow (2/2)(2/2)
nn AnalisiAnalisin Bilancia l’efficienza e l’apprendimento; stretto controllo sui
costi, flessibilità e adattabilitàn Produzione efficiente per linee di prodotto consolidate;
enfasi sulla creatività, la ricerca e l’assunzione di rischi perl’innovazione
nn ReazioneReazionen Nessun chiaro approccio organizzativo; le caratteristiche
della struttura possono cambiare bruscamente in base alle necessità del momento
Fonte: Basato su Michael Treacy and Fred Wiersema, “How Market Leaders Keep Their Edge,” Fortune February 6, 1995, 88-98; Michael Hitt, R. Duane Ireland, and Robert E. Hoskisson, Strategic Management (St. Paul, Minn.: West, 1995), 100-113; and Raymond E. Miles, Charles c. Snow, Alan D. Meyer, and Henry L. Coleman, Jr., “Organizational Strategy , Structure, and Process,” Academy of Management Review 3 (1978), 546-562
Implicazioni di progettazione organizzativa sulla strategiaImplicazioni di progettazione organizzativa sulla strategia
Fonte: Basato su Michael Treacy and Fred Wiersema, “How Market Leaders Keep Their Edge,” Fortune February 6, 1995, 88-98; Michael Hitt, R. Duane Ireland, and Robert E. Hoskisson, Strategic Management (St. Paul, Minn.: West, 1995), 100-113; and Raymond E. Miles, Charles c. Snow, Alan D. Meyer, and Henry L. Coleman, Jr., “Organizational Strategy, Structure, and Process,” Academy of Management Review 3 (1978), 546-562
StrategieStrategie competitivecompetitive didi PorterPorterStrategia: DifferenziazioneProgettazione organizzativa• Orientamento all'apprendimento; agisce in maniera fles-• sibile e senza molti vincoli, con un forte coordinamento• orizzontale• Grandi spazi per la ricerca• Valorizza e costruisce meccanismi per la familiarità con i• clienti• Premia la creatività dei dipendenti, l'assunzione di rischi• e l'innovazione
Strategia: Leadership di costoProgettazione organizzativa• Orientamento all'efficienza; forte autorità centrale; stret-• to controllo dei costi con report frequenti e dettagliati• Procedure operative standard• Sistemi di approvvigionamento e distribuzione molto ef-• ficienti• Attenta supervisione; compiti routinari; limitata re-• sponsabilizzazione dei dipendenti
Tipologia strategica diTipologia strategica di Miles e SnowMiles e SnowStrategia: EsplorazioneProgettazione organizzativa• Orientamento all'apprendimento; struttura flessibile, fluida e
decentralizzata• Grandi spazi per la ricercaStrategia: DifesaProgettazione organizzativa• Orientamento all'efficienza; autorità centralizzata e stretto controllo sui
costi• Enfasi sull'efficienza produttiva; bassi costi generali• Attenta supervisione, limitata responsabilizzazione dei dipendentiStrategia: AnalisiProgettazione organizzativa• Bilancia l'efficienza e l'apprendimento; stretto controllo sui costi,
flessibilità e adattabilità• Produzione efficiente per linee di prodotto consolidate; enfasi sulla
creatività, la ricerca e l'assunzione di rischi per l'innovazioneStrategia: ReazioneProgettazione organizzativa• Nessun chiaro approccio organizzativo; le caratteristiche della struttura
possono cambiare bruscamente in base alle necessità del momento
Fattori contingenti che influiscono sulla Fattori contingenti che influiscono sulla progettazione organizzativaprogettazione organizzativa
Strategia
Ambiente TecnologiaDimensioni/Ciclo di vita Cultura
Struttura e progettazione organizzativa
Con il giusto insieme di caratteristiche strutturali, l'organizzazionesi adatta ai fattori contingenti
Le trappole nelle decisioni strategiche e come Le trappole nelle decisioni strategiche e come evitarleevitarle
L'equilibrio non dà vantaggi.L'equilibrio non dà vantaggi. Una tecnicausata da più imprese non può essere un vantaggio competitivo.
L'incertezza domina.L'incertezza domina. Il futuro è dominato dall'incertezza. La storia recente è ricca (a volte inmaniera nefasta) di eventi di portata assai rilevante che non sono stati previsti. Nel mondo contemporaneo l'unica costante è il cambiamento.
Le trappole nelle decisioni strategiche e come evitarleLe trappole nelle decisioni strategiche e come evitarle
nn Non basta pensare in grande.Non basta pensare in grande. Assegnare le strategie esclusivamente al vertice dell'organizzazione allontana le decisioni dai problemi reali e priva il vertice del contributo di conoscenza di molti collaboratori. Pochi dubitano che il vero ruolo del top management debba essere di «facilitare» la realizzazione dei piani e non solo quello di pensare in grande.
nn Lontani dal futuroLontani dal futuro. Il modello tradizionale concentra l'attenzione del management sul rapporto tra le risorse esistenti e le condizioni attuali dell'ambiente esterno, con il rischio di porre in secondo piano la ricerca di future opportunità.
Le trappole nelle decisioni strategiche e come evitarleLe trappole nelle decisioni strategiche e come evitarle
nnVittime di pregiudizi.Vittime di pregiudizi.Mentre il mondo è grande e complesso, la mente umana e le sue capacità di elaborare le informazioni sono invece molto limitate.
Le trappole nelle decisioni strategiche e come Le trappole nelle decisioni strategiche e come evitarleevitarle
Limiti alla conoscenza e all'autonomia.Limiti alla conoscenza e all'autonomia.Varie ricerche hanno dimostrato che molti manager commettono errori nelle loro decisioni strategiche per due motivi di carattere psicologico, tra loro correlati:
• limiti alla conoscenza (cognitive biases);• pensiero di gruppo (group think).Per quanto riguarda i limiti alla conoscenza, è difficile per tutti seguire un processo molto ampio di raccolta, elaborazione e interpretazione dei dati. La conseguenza è che spesso tendiamo adecidere in base a regole approssimate, precostituite e a concentrare l'attenzione su pochi dati o eventi.
Gli errori più frequentiGli errori più frequenti
Compromesso: pensiero di gruppo.Compromesso: pensiero di gruppo.Spesso, quando il leader decide di legare il proprio nome e prestigio a un progetto, molti nell'organizzazione sono convinti che sia «politico» sostenerlo, e questo è vero anche per chi ragiona in modo autonomo e non dipende dal leader per il proprio futuro. Il risultato è che i componenti di un gruppo spesso prendono decisioni che individualmente non avrebbero preso.
Gli errori più frequentiGli errori più frequenti
n Tendenza a costruire ipotesi sulla base di convincimenti già acquisiti basati sulla propria esperienza, ma non a prova di turbolenza
n Tendenza a generalizzare sulla base dell'osservazione di piccoli campioni di esperienze;
n Tendenza a sopravvalutare la nostra capacità di controllare gli eventi;
Gli errori più frequentiGli errori più frequenti
n Tendenza a stabilire analogie che semplificano troppo la realtà;
n Le imprese che hanno già fatto investimenti significativi in una data attività economica sono spesso portate a investire ulteriormente (nella stessa attività) quando si profila la possibilità di insuccesso.
Approcci contingenti alla misurazione Approcci contingenti alla misurazione dell'efficacia organizzativadell'efficacia organizzativa
Organizzazione
Attività eprocessiinterni
Output diprodotti e
servizi
Approccio basatosulle risorse
Approccio delprogetto interno
Approcciodegli obiettivi
Ambiente esterno
Input di
risorse
Obiettivi dichiarati delle aziende statunitensi
ObiettivoObiettivo % di aziende% di aziende
Redditività 89Crescita 82Quota di mercato 66Responsabilità sociale 65Benessere dei dipendenti 62Qualità del prodotto e servizi 60Ricerca e sviluppo 54Diversificazione 51Efficienza 50Stabilità finanziaria 49Conservazione delle risorse 39Sviluppo del management 35
Fonte: Adattato da Y. K. Shetty, “New Look at Corporate Goals,” California Management Review 22, no. 2 (1979), pp. 71-19.
L'approccio basato sulle risorseL'approccio basato sulle risorse
L'approccio basato sulle risorse guarda al lato degli input del processo di trasformazione.
Esso assume che le organizzazioni, per essere efficaci devono riuscire a ottenere e gestire risorse di valore. Secondo una prospettiva basata sulle risorse, l'efficacia organizzativa viene definita come la capacità dell'organizzazione, in termini sia assoluti sia relativi, di ottenere risorse scarse e di valore e di integrarle e gestirle con successo.
Fonte: Adattato da Y. K. Shetty, “New Look at Corporate Goals,” California Management Review 22, no. 2 (1979), pp. 71-19.
Indicatori per l’approccio basato sulle Indicatori per l’approccio basato sulle risorserisorse
Ottenere risorse e gestirle con successo è il criterio secondo il quale viene rilevata l'efficacia organizzativa.
Gli indicatori di efficacia secondo l'approccio basato sulle risorse comprendono in senso lato le seguenti dimensioni:
• la posizione negoziale - la capacità dell'organizzazione di ottenere risorse scarse e di valore dal suo ambiente, comprese le risorse finanziarie, le materie prime, le risorse umane, le conoscenze e la tecnologia;
• le capacità dei decisori dell'organizzazione di percepire e interpretare correttamente le reali caratteristiche dell'ambiente esterno;
• le capacità dei manager di utilizzare risorse tangibili (ad esempio forniture, persone) e intangibili (ad esempio conoscenze, cultura aziendale) nelle attivitàorganizzative quotidiane per conseguire performance superiori;
• la capacità dell'organizzazione di rispondere ai cambiamenti nell'ambiente.
Fonte: Adattato da Y. K. Shetty, “New Look at Corporate Goals,” California Management Review 22, no. 2 (1979), pp. 71-19.
L'approccio L'approccio del processo internodel processo interno
Nell'approccio del processo interno l'efficacia viene misurata come stato di salute ed efficienza interna dell'organizzazione.
Un'organizzazione efficace possiede un processo interno fluido e ben oleato; i dipendenti sono felici e soddisfatti; le attività delle varie unità organizzative si uniscono in un ingranaggio che assicura un’alta produttività. Questo approccio non considera l'ambiente esterno.
Fonte: Adattato da Y. K. Shetty, “New Look at Corporate Goals,” California Management Review 22, no. 2 (1979), pp. 71-19.
Indicatori per l’approccio del processo internoIndicatori per l’approccio del processo interno
1. forte cultura aziendale e clima di lavoro positivo;2. spirito di gruppo, fedeltà al gruppo e lavoro di gruppo3. familiarità, fiducia e comunicazione tra lavoratori e management4. processo decisionale svolto vicino alle fonti di
informazione,indipendentemente da dove tali fonti si trovino all'interno dell'organigramma
5. comunicazione orizzontale e verticale non distorta; condivisione di fatti e impressioni rilevanti;
6. ricompense ai manager per le performance, la crescita, lo sviluppo del personale e per la creazione di un efficace lavoro di gruppo;
7. interazione tra l'organizzazione e le sue parti, con soluzione dei conflitti che si verificano nell'ambito dei progetti, nell'interesse dell’organizzazione.
Fonte: Adattato da Y. K. Shetty, “New Look at Corporate Goals,” California Management Review 22, no. 2 (1979), pp. 71-19.
Quattro valori per l'efficacia
Modello delle relazioniumane
Valori obiettivo: sviluppo dellerisorse umane
Sotto-obiettivi: coesione, morale,formazione
Modello del processointerno
Valori obiettivo: stabilità, equilibrio
Sotto-obiettivi: gestione dellainformazione,comunicazione
Modello degli obiettivirazionaliValori obiettivo: produttività,
efficienza, profitto Sotto-obiettivi: pianificazione,
scelta degli obiettivi
Modello dei sistemi apertiValori obiettivo: crescita,
acquisizione di risorseSotto-obiettivi: flessibilità, prontezza,
valutazione esterna
Flessibilità
Controllo
Interno Esterno
STRUTTURA
FOCUS
Adattato da Robert E. Quinn and John Rohrbaugh,“A Spatial Model of Effectiveness Criteria: Toward a Competing Values Approach to Organizational Analysis,”Management Science 29 (1983): 363-377; and Robert E. Quinn
and Kim Cameron, “Organizational Life Cycles and Shifting Criteria of Effectiveness: Some Preliminary Evidence,” Management Science 29 (1983): 33-51.
ORGANIZZAZIONEB
ORGANIZZAZIONEA
Modelli valoriali per l’efficacia di due organizzazioni
Modello delle relazioni umane
Modello del processointerno
Modello degli obiettivirazionali
Modello dei sistemiaperti
Struttura
FOCUS
FLESSIBILITA’
CONTROLLO
INTERNO ESTERNO
Un esempio di organigramma
Capocontabile
Analistadi budget
Direttore Finanza
Responsabilestabilimento
Responsabilemanutenzione
DirettoreProduzione
Responsabileformazione
ResponsabilePaghe e contributi
DirettoreRisorse Umane
Amministratore Amministratore DelegatoDelegato
Organigramma Ospedale di LeccoOrganigramma Ospedale di Lecco
Organigramma Organigramma dell’Enel SpAdell’Enel SpA
Organigramma del Organigramma del Ministero per i Ministero per i Beni e le AttivitBeni e le Attivitàà CulturaliCulturali
Organigramma delle Poste Organigramma delle Poste ItalianeItaliane
ITIS "E. MATTEI" - MAGLIEORGANIGRAMMA
A.S. 2003/2004
A. VarrasoPRODUZIONE
MULTIMEDIALE
M. Dell'ErbaBIENNIO ORDINARIO
R. LigoriTRIENNIO
ORIENTAMENTO
D. CandidoSICUREZZA
RICERCA E SVILUPPO
N. GalatiRETE DATI
L. De MarcoORGANIZZAZIONE E
CORDINAMENTOSUCCURSALE
R. LigoriRAPPORTI CON
L'ESTERNO
M. Dell'ErbaORIENTAMENTO
OBBLIGOFORMATIVO
FUNZIONI OBIETTIVO
R. LigoriVICE PRESIDE
L. De MarcoCOLLAB. BIENNIO
E. ZollinoCOLLAB. TRIENNIO
COLLABORATORI
F. AngeliniMECCANICA
G. FazziDISCIPLINE GIURIDICHE
C. RamundoELETTROTECNICA
N. GalatiINFORMATICA
D. CammarotaELETTRONICA
C. LongoT.I.C.
D. CandidoSICUREZZA
C. LopalcoSCIENZE
R. CoralloLINGUE STRANIERE
F. MiggianoMATEMATICA
L. De MarcoFISICA
U. LigoriRELIGIONE
C. De PascalisED. FISICA
F. ZappatoreTECNOLOGIAE DISEGNO
G. EnriquezCHIMICA
E. ZollinoITALIANO
DIPARTIMENTI
N. NuzzoMECCANICA
D. CammarotaELETTRONICA
N. GalatiRETE
G. TarantinoTESSILE
N. GalatiINFORMATICA
A. VarrasoPRODUZIONE
MULTIMEDIALE
TRIENNIO
P. FavergiottiORDINARIO
F. LeomanniSPERIMENTALE
BIENNIO
RESPONSABILI DI SETTORE
A. LerarioUFFICIO TECNICO
A. CIRCHETTAA. GALATIP. CASTRIGNANO'
UFFICIO DIDATTICO
F. MONTAGNAU. CHIURAZZI
UFFICIO PERSONALE
A. AGNELLI
UFFICIO PROGETTI
M. SICILIANO
UFFICIO MULTIMEDIAE PROTOCOLLO
D. CREAN. CONOCI
UFFICIO CONTABILITA'
S. BRAMATO
UFFICIO MAGAZZINO
SEGRETERIA
SERVIZI AMMINISTRATIVI
I AI BI CI DI EI HI III AII BII CII DII EII H
LICEO TECNICO
I FI GII F
TRADIZIONALE
BIENNIO
III Asperimentale
III Bsperimentale
IV Asperimentale
IV Bsperimentale
V Asperimentale
V Bsperimentale
V Csperimentale
INFORMATICA
III Gtradizionale
IV Csperimentale
IV Gtradizionale
V Ftradizionale
V Gsperimentale
ELETTRONICA
III Dtradizionale
V Dtradizionale
TESSILE
III Ctradizionale
III Etradizionale
III Fsperimentale
IV Etradizionale
IV Fsperimentale
V Etradizionale
MECCANICA
TRIENNIO
CONSIGLI DI CLASSE
COLLEGIO DOCENTI
Prof. Domenica BardicchiaDIRIGENTE SCOLASTICO
La relazione tra progettazione organizzativa orientata all’efficienza e progettazione orientata ai risultati di apprendimento
Organizzazione orizzontaleprogettata per l’apprendimento
Organizzazione verticaleprogettata per l’efficienza
Approcciostrutturaledominante
La struttura orizzontale è dominante• Compiti condivisi, responsabilizzazione• Gerarchia blanda, poche regole• Comunicazione orizzontale diretta• Molti team e task force• Processo decisionale decentratoLa struttura verticale è dominante
• Compiti specializzati• Gerarchia rigida, molte regole• Comunicazione verticale e sistemi di reporting• Pochi team, task force o ruoli di integrazione• Processo decisionale accentrato
Collocazione dei project manager nella struttura
Presidente
Finanza
Contabilefinanziario
Analista dibudget
Contabilegestionale
Progettazione
Responsabilesviluppoprodotto
Disegnatoretecnico
Progettistaelettrico
Acquisti
Buyer
Buyer
Buyer
Marketing
Ricercatoredi marketing
Specialistapubblicitario
Pianificatore di mercato
Project ManagerNuovo prodotto
B
Project ManagerNuovo prodotto
A
Project ManagerNuovo prodotto
C
Team utilizzati per il coordinamento orizzontale alla Wizard Software Company
Capo programmaz.video
giochi
Vice pres. programmazione
Manager servizioai clienti
Supervisore ricerca di basevideogiochi
Vice pres. ricerca
Supervisore applicazionie testing
Supervisore approvvigionamento
Manager venditevideogiochi
Vice pres. marketing
Manager internazionaleprodotti di memoria
Manager promozione
Capo programmatoreprodotti di memoria
Supervisore ricercaprodotti di memoria
Manager venditeprodotti di memoria
Presidente
Team di prodottovideogiochi
Team di prodottidi memoria
Scala dei meccanismi di collegamento e coordinamento orizzontale
AltoBasso
Basso Sistemi informativi
Contatti diretti
Task Force
Integratori full-time
Team
Costo del coordinamento in termini di tempo e di risorse umane
Alto
Am
mo
nta
re d
i co
ord
ina
men
too
rizz
on
tale
nec
essa
rio
Opzioni di progettazione strutturale per il raggruppamento delle attività 1/4
Progettazione Marketing Produzione
Amministratoredelegato
Raggruppamentofunzionale
Raggruppamentodivisionale
Source: Adapted from David Nadler and Michael Tushman,Strategic Organization Design (Glenview, Ill.: Scott Foresman, 1988), 68.
Amministratore delegato
Divisione di prodotto 1
Divisione di prodotto 2
Divisione di prodotto 3
Raggruppamentomultifocalizzato Amministratore
delegato
Marketing
Divisione di prodotto 2
Divisione di prodotto 1
Source: Adapted from David Nadler and Michael Tushman, Strategic Organization Design (Glenview, Ill.: Scott Foresman, 1988), 68.
Opzioni di progettazione strutturale per il raggruppamento delle attività 2/4
Produzione
Opzioni di progettazione strutturale per il raggruppamento delle attività 3/4
Raggruppamentoorizzontale
Amministratore delegato
FinanzaRisorse umane
Processofondamentale 2
Processofondamentale 1
Source: Adapted from David Nadler and Michael Tushman,Strategic Organization Design (Glenview, Ill.: Scott Foresman, 1988), 68.
Opzioni di progettazione strutturale per il raggruppamento delle attività 4/4
Raggruppamentomodulare
Contabilità Marketing
ProduzioneDistribuzione
Unità Centrale
…
…
Punti di forza e di debolezza della struttura organizzativa funzionale
nn Punti di forza:Punti di forza:n Facilita le economie di
scala all’interno delle unità funzionali
n Permette lo sviluppo di conoscenze e capacità approfondite
n Permette all’organizzazione di conseguire obiettivi funzionali
n È da preferire in presenza di un solo prodotto o pochi prodotti
nn Punti di debolezza:Punti di debolezza:n Tempo di risposta lento di fronte
ai cambiamenti ambientalin Può causare un accumulo di
decisioni al vertice e il sovraccarico della gerarchia
n Porta a uno scarso coordinamento orizzontale tra le unità organizzative
n Si traduce in una minore innovazione
n Implica una visione ristretta degli obiettivi organizzativi
Fonte: Adattato da Robert Duncan, “What Isthe Right Organization Structure? Decision Tree Analysis Provides the Answer,” Organizational Dynamics (Winter 1979): 429.
Punti di forza e di debolezza della struttura organizzativa divisionale
nn Punti di forza:Punti di forza:n È indicata in caso di rapidi
cambiamenti in un ambiente instabilen Porta alla soddisfazione del cliente
perché le responsabilità sul prodotto e i punti di contatto sono chiari
n Genera un alto grado di coordinamento tra le funzioni
n Permette alle unità di adattarsi a differenze di prodotto, geografiche, di clientela
n È da preferire in organizzazioni di grandi dimensioni con molti prodotti
n Decentralizza il processo decisionale
nn Punti di debolezza:Punti di debolezza:n Elimina le economie di scala nelle
unità funzionali n Porta a uno scarso
coordinamento tra le linee di prodotto
n Elimina l’approfondimento delle competenze e la specializzazione tecnica
n Rende difficili l’integrazione e la standardizzazione tra le linee di prodotto
Source: Adapted from Robert Duncan, “What Is theRight Organization Structure? Decision Tree AnalysisProvides the Answer,” Organizational Dynamics(Winter 1979): 431.
Riorganizzazione da una struttura funzionale a una struttura divisionale alla Info-Tech
Ricerca e sviluppo
Progettazione Marketing Produzione
PresidenteInfo-Tech
Struttura funzionale
Struttura divisionale
R&S Prod Cont Mkt R&S Prod Cont Mkt
Office
automation
R&S Prod Cont Mkt
Realtàvirtuale
Presidenteinfo-tech
Editoriaelettronica
Struttura per aree geografiche della Apple Computer
Amministratore delegatoSteve Jobs
AppleEuropa
ApplePacifico
Giappone
Australia
Asia
AppleAmerica
Canada
LatinAmerica/Caraibi
Source: www.apple.com
ProductManager A
ProductManager B
ProductManager C
ProductManager D
Direttoredelle attivitàdi prodotto
Vicepresidente
progettazione
Vicepresidenteproduzione
Vicepresidentemarketing
ControllerManager
approvvigiona-mento
Struttura ad autorità duplice in un’organizzazione a matrice
Presidente
n Punti di forza:n Realizza il coordinamento
necessario per far fronte arichieste duali da parte dei clienti
n Assicura la condivisione flessibile delle risorse umane tra i prodotti
n Si adatta a decisioni comlpesse ecambiamenti frequenti in unambiente instabile
n Offre opportunità per lo sviluppo di competenze sia funzionali sia di prodotto
n È da preferire in organizzazioni dimedia grandezza con molteplici prodotti
n Punti di debolezza:n Espone i partecipanti a una duplice
autorità, può creare confusione e risultare frustrante
n Implica che i partecipanti abbiano buone capacità interpersonali e ricevano una formazione approfondita
n Assorbe molto tempo: comporta frequenti riunioni e sessioni di risoluzione dei conflitti
n Non può funzionare se i partecipanti non la comprendono e non adottano relazioni collegiali anziché verticali
n Richiede grandi sforzi per mantenere unbilanciamento del potere
Punti di forza e di debolezza della struttura organizzativa a matrice
Source: Adapted from Robert Duncan, “What Is the RightOrganization Structure? Decision Tree Analysis Provides theAnswer,”Organizational Dynamics (Winter 1979): 429.
Struttura a matrice della Worldwide Steel
Presidente
Vice pres.relazioni
industriali
Vice pres.servizi
produzione
Vicepresidente
finanza
Vicepresidentemarketing
Vicepresidenteproduzione
Vice pres.metallurgica
Vice pres.vendite
Funzioni verticali
Line
e di
pro
dott
o or
izzo
ntal
i
Businessmanagerlinea 1
Businessmanagerlinea 2
Businessmanagerlinea 3
Businessmanagerlinea 4
Una struttura orizzontale
Team3
Team2
Team1
Team di topmanager
Team3
Team2
Team1
Cliente
Cliente
Processowner
Processowner
TestingPianificazionedi prodottoRicerca
Analisidi mercato
Processo di sviluppo di nuovi prodotti
DistribuzioneFlusso
dei materialiAcquistiAnalisi
di mercato
Processi di acquisto e logisticiFonte: basato su Frank Ostroff,The Horizontal Organization, (New York:Oxford University Press, 1999); John A. Byrne,“The Horizontal Corporation,” Business Week,20 dicembre, 1993, 76-81; Thomas A. Stewart,“The Search for the Organization of Tomorrow,”Fortune, 19 maggio, 1992, 92-98.
Punti di forza e di debolezza della struttura orizzontale
n Punti di forza:n Promuove la flessibilità e la velocità
di reazione ai cambiamenti nei bisogni dei clienti
n Focalizza l’attenzione verso la creazione di valore per il cliente
n Ogni dipendente ha una visione più ampia degli obiettivi organizzativi
n Promuove il lavoro di gruppo e la collaborazione
n Migliora la qualità della vita dei dipendenti offrendo loro opportunità per una condivisione delle responsabilità, la presa di decisioni, e per farsi carico dei risultati
n Punti di debolezza:n La determinazione dei processi
chiave è difficile e lungan Richiede cambiamenti nella cultura,
nella progettazione delle mansioni, nella filosofia di management e nei sistemi informativi e di ricompensa
n I manager tradizionali possono essere restii ad abbandonare potere e autorità
n Richiede una formazione significativa dei dipendenti per permettere loro di lavorare in maniera efficace in ambienti di gruppo orizzontali
n Può limitare lo sviluppo di competenze approfondite
Fonti: Basato su Frank Ostroff, The Horizontal Organization: What the Organization of the Future Looks Like and How It Delivers Value to Customers, (New York: Oxford University Press, 1999);and Richard L. Daft, Organization Theory and Design, 6th ed.,(Cincinnati, Ohio: South-Western College Publishing, 1998) 253.
Punti di forza e di debolezza della struttura modulare
n Punti di forza:§ Consente anche alle organizzazioni di
piccole dimensioni di operare su scala globale e attingere a risorse internazionali
§ Conferisce all’azienda un ampio raggio d’azione senza grandi investimenti in impianti, macchinari o strutture di distribuzione
§ Consente all’organizzazione di essere altamente flessibile e di fornire una risposta rapida ai bisogni mutevoli
§ Riduce i costi amministrativi
n Punti di debolezza:§ I manager non hanno il controllo
su molte attività e molti dipendenti
§ Richiede una grande quantità di tempo per gestire le relazioni e i potenziali conflitti con i partner
§ Comporta il rischio di fallimento organizzativo se un partner non effettua le consegne o cessa l’attività
§ La fedeltà dei dipendenti e la cultura aziendale possono essere deboli perché i dipendenti hanno la sensazione di poter esser sostituiti da servizi a contratto
Strutturafunzionale
Struttura ibridaParte 1. Sun Petrochemical Products
Presidente
Vicepresidentetecnologia
Vicepresidenteservizi
finanziari
Direttorerisorseumane
Capodel consiglio
Vicepresidenteprodottifinanziari
Vicepresidente lubrificanti
Vicepresidentecarburanti
Strutturadi prodotto
Fonti: basato su Linda S. Ackerman, “Transition Management: An In-Depth Look at Managing Complex Change,” Organizational Dynamics (Summer 1982): 46-66;Frank Ostroff, The Horizontal Organization, (New York: Oxford University Press, 1999), Fig. 2.1, 34.
Struttura ibridaParte 2. Ford Customer Service
Direttore eprocess owner
Direttore eprocess owner
Fonti : basato su Linda S. Ackerman, “Transition Management:An In-Depth Look at Managing Complex Change,” Organizational Dynamics(Summer 1982): 46-66; Frank Ostroff, The Horizontal Organization, (New York: Oxford University Press, 1999), Fig. 2.1, 34.
Risorseumane
Strategia ecomunicazioneFinanza
Vicepresidente egeneral manager
Teams
Teams
Direttore eprocess owner
Gruppi
Gruppo supporto tecnico
Gruppo servizi veicoli
Gruppo fornitura ricambi / logistica
Strutturafunzionale
Str
utt
ura
ori
zzo
nta
le
Gruppi
Gruppi
Relazioni tra la struttura e le necessità di efficienza o di apprendimento
Strutturaorizzontale
Approcciostrutturaledominante
Orizzontale:• coordinazione• apprendimento• innovazione• flessibilitàVerticale:
• controllo• efficienza• stabilità• affidabilità
Strutturaa matrice
Strutturadivisionale
Funzionale conteam interfunzionali,
integratoriStrutturafunzionale
Strutturamodulare
Sintomi di inadeguatezza strutturale
n Le decisioni vengono ritardate o nonsono accurate
n L’organizzazione non reagisce inmaniera innovativa all’ambiente che cambia
n Si riscontra un tasso troppo alto di conflittualità
Processo di traformazione diProcesso di traformazione di base base perper un'azienda manifatturieraun'azienda manifatturiera
Org
aniz
zazi
on
e
Inputmaterie prime
Outputprodotti e servizi
Processi di lavoro "core"
Gestione dei materiali
LavorazioneControllo
Assemblaggio
Risorseumane Contabilità Ricerca
e sviluppoMarketing
Unità ausiliarie
Le pressioni che influiscono sulle Le pressioni che influiscono sulle decisioni di progettazione organizzativadecisioni di progettazione organizzativa
Esigenze di progettazione
operativa(processi di lavoro)
Esigenze di progettazione
strategiche(ambiente, direzione
strategica) Progettazione organizzativa ottimale
Classificazione diClassificazione di Woodward Woodward basata sul sistema di produzionebasata sul sistema di produzione
n Gruppo In Produzione unitaria e a piccoli lotti
n Gruppo IIn Produzione a grandi lotti e produzione di massa
n Gruppo IIIn Produzione a processo continuo
Bassa
Alta
Complessità tecnica
Sistemi manifatturieri flessibiliSistemi manifatturieri flessibili
n Computer-aided designn (CAD)
n Computer-aided manufacturingn (CAM)
n Sistema informativo integrato
NUOVE SCELTE
SCELTE
TRADIZIONALI
Produzionedi massa
Piccoli lotti Produzioneflessibile
Personalizzazione di massa
Processocontinuo
Relazioni traRelazioni tra lala tecnologia manifatturiera tecnologia manifatturiera flessibileflessibile e lee le tecnologie tradizionalitecnologie tradizionali
DIMENSIONI DEL LOTTOPiccola Illimitata
Personalizzazione
Standardizzazione
FLE
SS
IBIL
ITA
' DI
PR
OD
OTT
O
Fonte: basato su Jack Meredith, “The Strategic Advantages of New Manufacturing Technologies For Small Firms.” Strategic ManagementJournal 8 (1987): 249-58; Paul Adler, “Managing Flexible Automation,”California Management Review (Spring 1988): 34-56; andOtis Port, “Custom-made Direct from the Plant.” Business Week/21st Century Capitalism, 18 November 1994, 158-59.
Confronto traConfronto tra lele caratteristiche organizzativecaratteristiche organizzative associateassociatealla produzione di massaalla produzione di massa ee quellequelle associateassociate ai sistemi ai sistemi manifatturieri flessibilimanifatturieri flessibili 1/31/3
Auto-regolamentato, organico
Burocratico, meccanicoAmbiente generale
DecentralizzatoCentralizzatoProcesso decisionale
BassaAltaSpecializzazione
Adattabili, artigianaliRoutinari, ripetitiviCompiti
PochiMoltiLivelli gerarchici
LimitatoAmpioAmpiezza del controllo gerarchico
Struttura:
FMSProduzione di massa
Caratteristiche
Fonte: basato su Patricia L. Nemetz e Louis W. Fry, “Flexible Manufacturing Organizations: Implications for Strategy Formulat ionand Organization Design.” Academy of Management Review 13 (1988); 627-38; Paul S. Adler, “Managing Flexible Automation,” California Management Review (Spring 1988); 34-56; Jeremy Main,“Manufacturing the Right Way,” Fortune, 21 May 1990, 54-64.
Confronto traConfronto tra lele caratteristiche organizzativecaratteristiche organizzative associateassociate alla alla produzione di massaproduzione di massa ee quellequelle associateassociate ai sistemi manifatturieri ai sistemi manifatturieri flessibiliflessibili 2/32/3
FMSProduzione di massa
Caratteristiche
Cognitive, socialiCapacità di risoluzionedei problemi
Manuali, tecnicheCompetenze
Ampie, frequentiSpecifica, isolataFormazione
Lavoro di gruppoAutonomiaInterazioni
Risorse umane:
Fonte: basato su Patricia L. Nemetz and Louis W. Fry, “Flexible Manufacturing Organizations: Implications for Strategy Formulat ionand Organization Design.” Academy of Management Review 13 (1988); 627-38; Paul S. Adler, “Managing Flexible Automation,” California Management Review (Spring 1988); 34-56; Jeremy Main,“Manufacturing the Right Way,” Fortune, 21 May 1990, 54-64.
Confronto traConfronto tra lele caratteristiche organizzativecaratteristiche organizzative associateassociate alla alla produzione di massaproduzione di massa ee quellequelle associateassociate ai sistemi manifatturieri ai sistemi manifatturieri flessibiliflessibili 3/33/3
FMSFMSProduzione Produzione di massadi massaCaratteristicheCaratteristiche
PochiPochi, , rapporti strettirapporti stretti
MoltiMolti, , rapporti distaccatirapporti distaccati
FornitoriFornitori
MutevoleMutevoleStabileStabileDomanda da parte Domanda da parte dei clientidei clienti
Relazioni interorganizzativeRelazioni interorganizzative::
Fonte: basato su Patricia L. Nemetz e Louis W. Fry, “Flexible Manufacturing Organizations: Implications for Strategy Formulat ionand Organization Design.” Academy of Management Review 13 (1988); 627-38; Paul S. Adler, “Managing Flexible Automation,” California Management Review (Spring 1988); 34-56; Jeremy Main,“Manufacturing the Right Way,” Fortune, 21 May 1990, 54-64.
Differenze tra tecnologie e manifatturiere e per i servizi
Tecnologie manifatturiere1. Prodotto tangibile2. I prodotti possono essere
immagazzinati per un consumo successivo
3. Capital intensive4. Scarsa interazione con il cliente5. L'elemento umano può essere
meno importante 6. La qualità è misurata direttamente7. Sono accettabili tempi di risposta
più lunghi8. Il luogo di produzione è
moderatamente importante
Tecnologie per i servizi1. Prodotto intangibile2. La produzione e il consumo
avvengono simultaneamente 3. Labor e knowledge intensive4. Interazione con il cliente
generalmente alta5. Elevata importanza dell'elemento
umano6. La qualità è percepita e difficile
da misurare7. E' generalmente necessario un
rapido tempo di risposta8. Il luogo di erogazione è
estremamente importante
Servizi Linee aeree, hotel, consulenza,assistenza sanitaria, studi legali
Prodotti e servizi Fast-food, negozi di cosmetici,
agenzie immobiliari,agenzie di intermediazione,
negozi di vendita
Prodotti Produttori di bibite,
aziende siderurgiche, aziende automobilistiche,
stabilimenti di produzione alimentare
Configurazione e caratteristiche delle organizzazioni di servizi e di prodotti
tecnicheinterpersonali Competenze enfatizzate
minoremaggiore Livello di competenze dei dipendenti
Risorse umane:
maggioreminore Formalizzazione
centralizzatodecentralizzato Processo decisionale
bassaelevata Dispersione geografica
moltipochi Ruoli di confine separati
ProdottiServizi Struttura
Modello per le tecnologie a livello di unità organizzativa
Tecnologie a livello di unità
AN
ALI
ZZ
AB
ILIT
A'
VARIETA'Bassa
Bassa
Alta
Alta
Arti e spettacolo
Commercio
Produzione
Pianificazione strategica
Ricerche nel campo delle scienze sociali
Ricerca applicata
Vendite
Attività d'ufficio
Progettazione
Auditing
Aspetti legali
Ingegnerizzazione
Contabilità fiscale
Contabilità generale
Artigianali Non routinarie
Routinarie Ingegneristiche
Insegnamento universitario
Management generale
Routinar
ieNon
routina
rie
Relazione tra tecnologia a livello di unità e caratteristiche strutturali e di gestione
Struttura meccanica1. Alta formalizzazione2. Alta centralizzazione3. Poca formazione o esperienza sul campo4. Span of control ampio5. Comunicazioni verticali e di tipo scritto
ROUTINARIA
Struttura prevalentemente meccanica1. Moderata formalizzazione2. Moderata centralizzazione 3. Programma formale di formazione4. Span of control moderato5. Comunicazioni di tipo scritto e verbale
INGEGNERISTICA
Struttura prevalentemente organica1. Moderato livello di formalizzazione2. Moderato livello di centralizzazione3. Esperienza sul campo4. Span of control da moderato ad ampio5. Comunicazioni orizzontali
e di tipo verbale
ARTIGIANALE
Struttura organica1. Bassa formalizzazione2. Bassa centralizzazione 3. Formazione ed esperienza4. Span of control da moderato a limitato5. Comunicazioni orizzontali,riunioni
NON ROUTINARIA
Classificazione di Thompson dell'interdipendenza e implicazioni gestionali
Alta
Adattamento reciproco, riunioni
inter-unità, lavoro di gruppo
Struttura orizzontale
Alto livello di comunicazione
Reciproca (ospedale)
Media
Piani, programmazione,
feedback
Task force
Medio livello di comunicazione
Sequenziale(linea di assemblaggio)
Bassa
Standardizzazione, regole, procedure
Struttura divisionale
Basso livello di comunicazione
Generica (bianca)
Priotrità di collocare le unità
vicine le une alle altre
Tipo di coordinamento
richiesto
Necessità in terminidi comunicazione
orizzontale,processo decisionale
Forma diinterdipendenza
Cliente
Cliente
Cliente
Metodi principali di coordinamento per livelli diversi
Sequential(proS
COORDINAZIONEINTERDIPENDENZAAlts
Bassa
Struttura orizzontale,team interfunzionali
Comunicazione faccia a faccia,riunioni non programmate,ruoli di integrazione full-time
Riunioni programmate, task force
Comunicazione verticale
Piani
Regole
Adattamento reciproco
Pianificazione
Standardizzazione
Fonte: adattato da Andrew H. Van de Ven, Andre Delbecq, and Richard Koenig, “Determinants of Communication Modes WithinOrganizations,” American Sociological Review 41 (1976): 330.
Reciproca
Sequenziale
Generica
Progettazione per l'ottimizzazione
congiunta
Ruoli,compiti,flusso di lavoro
Obiettivi e valori
Competenze e capacità
Progettazione per l'ottimizzazione
congiunta
Ruoli,compiti,flusso di lavoro
Obiettivi e valori
Competenze e capacità
Modelli dei sistemi socio tecnici
Sistema sociale
•Comportamentiindividualie di gruppo
•Cultura organizzativae di gruppo
•Prassi di gestione
•Stile di leadership
•Grado di apertura e di comunicazione
•Bisogni e desideri individuali
Sistema sociale
•Comportamentiindividualie di gruppo
•Cultura organizzativae di gruppo
•Prassi di gestione
•Stile di leadership
•Grado di apertura e di comunicazione
•Bisogni e desideri individuali
Sistema tecnico
•Tipo di tecnologia produttiva (piccoli lotti,produzione di massa, FMS, ecc.)
• Livello di interdipendenza(generica, sequenziale, reciproca)
• Contesto fisico di lavoro
• Complessità del processoproduttivo
• Natura delle materie prime
• Pressione del tempo
Sistema tecnico
•Tipo di tecnologia produttiva (piccoli lotti,produzione di massa, FMS, ecc.)
• Livello di interdipendenza(generica, sequenziale, reciproca)
• Contesto fisico di lavoro
• Complessità del processoproduttivo
• Natura delle materie prime
• Pressione del tempo
Fonti: basato su T. Cummings, “Self -Regulating Work Groups: A Socio-TechnicalSynthesis,” Academy of Management Review 3 (1978): 625-34; Don Hellriegel, John W.Slocum, e Richard W. Woodman, Organizational Behavior, 8th ed. (Cincinnati, Ohio:South-Western College Publishing, 1998), 492; e Gregory B. Northcraft and MargaretA. Neale , Organizational Behavior: A Management Challenge, 2nd ed. (Fort Worth, Tex.:The Dryden Press, 1994), 551.
Differenze tra organizzazioni di grandi e piccole dimensioni
Fonte: basato su John A. Byrne,“Is Your Company Too Big?”Business Week, 27 March 1989, 84-94.
n GRANDIn Economie di scalan Portata globalen Gerarchia verticalen Meccanichen Complessen Mercato stabilen “Uomini organizzativi”
n PICCOLEn Reattiven Flessibilin Portata regionalen Struttura piattan Organichen Semplicin Ricerca di nicchian Imprenditori
Ciclo di vita di un'organizzazioneCiclo di vita di un'organizzazione
Stadi di sviluppo dell’organizzazioneStadi di sviluppo dell’organizzazione
Snellimento,Snellimento,filosofia dafilosofia da
piccola aziendapiccola azienda
1.Stadio
imprenditoriale
2.Stadio
della collettività
3.Stadio della
formalizzazione
4.Stadio
di elaborazione
Crisi:bisogno di gestireuna burocrazia eccessiva
Crisi:bisognodi delegacon controlloCrisi:
bisogno di leadership
Creatività
Definizione di una direzione chiara
Aggiunta di sistemi interni
Sviluppo del lavoro di gruppo
Crisi:bisogno di
rivitalizzazione
DeclinoDeclino
MaturitàMaturitàcontinuatacontinuata
GrandeGrande
PiccolaPiccola
Dim
ensi
one
Dim
ensi
one
Dim
ensi
one
Stadi di sviluppo delle organizzazioniStadi di sviluppo delle organizzazioni
1. Stadio Imprenditoriale1. Stadio ImprenditorialeCrescita: creatività
Crisi: bisogno di leadership
2. Stadio della collettività2. Stadio della collettivitàCrescita: definizione di una direzione chiara
Crisi: bisogno di delega con controllo
3. Stadio della formalizzazione3. Stadio della formalizzazioneCrescita: aggiunta di sistemi interni
Crisi: bisogno di gestire una burocrazia eccessiva
4. Stadio di elaborazione4. Stadio di elaborazioneCrescita: sviluppo del lavoro di gruppo
Crisi: bisogno di rivitalizzazione
Dim
ensi
one
Stadi di sviluppo delle organizzazioniStadi di sviluppo delle organizzazioni
Stadio ImprenditorialeStadio ImprenditorialeCrescita: creatività
Crisi: bisogno di leadership
Stadio della collettivitàStadio della collettivitàCrescita: definizione di una direzione chiara
Crisi: bisogno di delega con controllo
Stadio della formalizzazioneStadio della formalizzazioneCrescita: aggiunta di sistemi interni
Crisi: bisogno di gestire una burocrazia eccessiva
Stadio di elaborazioneStadio di elaborazioneCrescita: sviluppo del lavoro di gruppo
Crisi: bisogno di rivitalizzazione
nn Snellimento, Snellimento, filosofia da piccola filosofia da piccola aziendaazienda
nn Maturità continuataMaturità continuatann DeclinoDeclino
Dim
ensi
one
Stadio ImprenditorialeStadio ImprenditorialeCrescita: creatività
Crisi: bisogno di leadership
Stadio ImprenditorialeStadio ImprenditorialeInizialmente l’organizzazione è di piccole dimensioni, non burocratica e il suo destino dipende sostanzialmente da una persona. Il Manager al vertice fornisce la struttura e il sistema di controllo. L’energia organizzativa è dedicata alla sopravvivenza e alla produzione di un singolo prodotto o servizio.
Stadi di sviluppo delle organizzazioniStadi di sviluppo delle organizzazioni
Dim
ensi
one
Stadi di sviluppo delle organizzazioniStadi di sviluppo delle organizzazioni
Stadio della collettivitàStadio della collettivitàCrescita: definizione di una direzione chiara
Crisi: bisogno di delega con controllo
Stadio della collettivitàStadio della collettivitàE’ il periodo di giovinezza dell’organizzazione. La crescita è rapida e i dipendenti sono entusiasti e impegnati nel soddisfare la missione organizzativa. La struttura è ancora prevalentemente informale, anche se emergono alcune procedure.
Dim
ensi
one
Stadi di sviluppo delle organizzazioniStadi di sviluppo delle organizzazioni
Stadio della formalizzazioneStadio della formalizzazioneCrescita: aggiunta di sistemi interni
Crisi: bisogno di gestire una burocrazia eccessiva
Stadio della formalizzazioneStadio della formalizzazioneIn questa fase l’organizzazione entra nello stadio di “mezza età”. Emergono caratteristiche burocratiche, l’organizzazione aggiunge gruppi di supporto agli staff, formalizza procedure e stabilisce una gerarchia e una divisione di lavoro chiare. L’innovazione avviene con gruppi di ricerca separati. Gli obiettivi principali sono la stabilità interna e l’espansione di mercato. La direzione deve delegare, ma realizza anche sistemi di controllo formali.
Dim
ensi
one
Stadi di sviluppo delle organizzazioniStadi di sviluppo delle organizzazioni
Stadio di elaborazioneStadio di elaborazioneCrescita: sviluppo del lavoro di
gruppoCrisi: bisogno di rivitalizzazione
nn Snellimento, Snellimento, filosofia da piccola filosofia da piccola aziendaazienda
nn Maturità continuataMaturità continuatann DeclinoDeclino
Stadio di elaborazioneStadio di elaborazioneL’organizzazione matura è grande e burocratica, con sistemi di controllo articolati, regole e procedure. I manager cercano l’orientamento al gruppo per evitare l’appesantimento della burocrazia. Status e reputazione organizzativi assumono un ruolo importante. Il management può cercare di attaccare e snellire la burocrazia.
Caratteristiche delle organizzazioni durante i 4 stadiCaratteristiche delle organizzazioni durante i 4 stadi
Orientamento al gruppo, attacco alla burocrazia
Delega e controlloCarismatico. Capace di fornire una direzione
Individualistico, imprenditoriale
Stile adottato dall’alta direzione
Reputazione, completare l’organizzazione
Stabilità interna, espansione dle mercato
CrescitaSopravvivenzaObiettivi
Da parte di un centro ricerca e sviluppo istituzionalizzato
Da parte di gruppi separati dedicati all’innovazione
Da parte di dipendenti e manager
Da parte del proprietario-manager
Innovazione
Diffusi, personalizzati rispetto a prodotti e unità
organizzative
Impersonali, sistemi formalizzati
Personali, contributi al successo
Personali, paternalisticiSistemi di ricompensa e
controllo
Molteplici linee di prodotti e servizi
Linea di prodotti o serviziProdotto o servizio
principale con variantiSingolo prodotto o servizioProdotti o servizi
Lavoro di gruppo in contesto burocratico, approccio da piccola
azienda
Procedure formali, divisione del lavoro, aggiunta di
specializzazioni
Prevalentemente informale, qualche procedura
Informale, dipendente dal singolo
Struttura
Molto BurocraticaBurocraticaPre-burocraticaNon burocraticaCaratteristica
4. Elaborazione3. Formalizzazione2. Collettività1. Imprenditoriale
La burocraziaLa burocrazia
La burocrazia è il La burocrazia è il sistema più efficiente sistema più efficiente per organizzarsi.per organizzarsi.
Dimensioni della burocrazia e basi Dimensioni della burocrazia e basi di autorità organizzativadi autorità organizzativa
BurocraziaBurocrazian Regole e proceduren Specializzazione e
divisione del lavoron Gerarchia dell’autoritàn Personale tecnicamente
qualificaton Separazione fra
posizione e persona che la ricopre
n Comunicazione e tenuta di archivi in forma scritta
Basi legittime di autoritàBasi legittime di autorità
n Razionale – legalen Tradizionalen Carismatica
Basi legittime di autoritàBasi legittime di autorità
nn Razionale Razionale –– legale:legale: fiducia dei dipendenti fiducia dei dipendenti nel valore legale delle regole nel diritto a dare nel valore legale delle regole nel diritto a dare ordini da parte di coloro che sono stati elevati a ordini da parte di coloro che sono stati elevati a posizioni di autoritàposizioni di autorità
nn Tradizionale: Tradizionale: fiducia nelle tradizioni e nella fiducia nelle tradizioni e nella legittimità dello status delle persone che legittimità dello status delle persone che esercitano l’autorità per mezzo di tali tradizioniesercitano l’autorità per mezzo di tali tradizioni
nn Carismatica: Carismatica: devozione nei confronti del devozione nei confronti del carattere esemplare o dell’eroismo di una carattere esemplare o dell’eroismo di una persona fisica e dell’ordine da questa stabilitopersona fisica e dell’ordine da questa stabilito
Dimensione e controllo strutturaleDimensione e controllo strutturale
FormalizzazioneFormalizzazioneRiguarda regole, procedure e documentazioni Riguarda regole, procedure e documentazioni scritte, come i manuali, e descrizione della scritte, come i manuali, e descrizione della posizione, ove sono illustrati diritti e doveri posizione, ove sono illustrati diritti e doveri dei dipendenti.dei dipendenti.
CentralizzazioneCentralizzazioneRiguarda il livello gerarchico che ha l’autorità Riguarda il livello gerarchico che ha l’autorità per prendere decisioni.per prendere decisioni.
Dimensione e controllo strutturaleDimensione e controllo strutturale
Indicatori del Indicatori del PersonalePersonaleRiguarda gli staff di supporto Riguarda gli staff di supporto amministrativo, d’ufficio e amministrativo, d’ufficio e professionali.professionali.L’indicatore più studiato è L’indicatore più studiato è quello amministrativo.quello amministrativo.
Percentuale del personale allocata ad attività amministrative e di supporto
50
75
25
0
Dimensione dell’organizzazione
Piccola Grande
Dipendenti di linea
Amministratori di vertice
Posizioniimpiegatizie
Personale degli staff professionali
Linee di tendenza:Linee di tendenza:nn Il rapporto fra amministrazioni di Il rapporto fra amministrazioni di
livello superiore e totale dei livello superiore e totale dei dipendenti dipendenti diminuiscediminuisce al crescere al crescere delle organizzazioni delle organizzazioni
nn gli staff di supporto d’ufficio e gli staff di supporto d’ufficio e professionali professionali aumentanoaumentano al crescere al crescere delle organizzazioni delle organizzazioni
Indicatori del PersonaleIndicatori del Personale
Strategie di controllo organizzativoStrategie di controllo organizzativo
n Burocratico (Regole, standard, gerarchia, autorità legittima)
n Di mercato (Prezzi, competizione, rapporti di scambio
n Di Clan (tradizione, valori, e opinioni condivise, fiducia)
Stadi del declino e crescente gap di Stadi del declino e crescente gap di prestazioniprestazioni
Stadiodella cecità
Stadiodell'inattività
Stadiodell'errore
Stadiodella crisi
Stadio della dissoluzione
Informazioni rilevanti
Performance organizzative efficaci
Performance organ izzative decrescenti
Azione
immediataAzion
e
corretta
Riorganiz
zazione
efficace
Livelli della cultura aziendaleLivelli della cultura aziendale
Simboli osservabilicerimonie, storie, slogan,
comportamenti, abbigliamento,contesto fisico
Valori fondamentaliassunti,
credenze, attitudini,sentimenti
Una classificazione dei riti organizzativi e delle loro conseguenze sociali
Incoraggiare sentimenti comuni che uniscono i membri
e sviluppano in loro un senso di impegno nei confronti
dell'organizzazione
Festa di Natale dell'ufficioDi integrazione
Rinnovare le strutture sociali e migliorare il funzionamento
organizzativoAttività di sviluppo organizzativoDi rinnovo
Rinforzare l'identità sociale e lo status dei dipendentiSerata di premiazioneDi rinforzo
Facilitare la transizione delle persone verso ruoli e status per loro nuovi
Reclutamento dell'esercito e primo addestramento
Di passaggio
Conseguenze socialiEsempioTipo di rito
Fonte: adattato da Harrison M. Trice and Janice M. Beyer, “Studying Organizational Cultures through Rites and Ceremonials,”Academy of Management Review 9 (1984), 653-659. Used with permission.
Relazioni tra cultura aziendaleRelazioni tra cultura aziendale,, ambiente ambiente ee strategiastrategia
NECESSITA’ DELL’AMBIENTEFo
cus
stra
tegi
co Cultura adattiva
Culturadi clan
Culturaburocratica
Culturadella missione
FlessibilitàEsterno
Interno
Stabilità
Fonte basato su Daniel R. Denison and Aneil K. Mishra, “Toward a Theory of Organizational Culture and Effectiveness,”Organization Science 6, no. 2 (March-April 1995): 204 -23; R. Hooijberg and F. Petrock, “On Culture Change: Using the CompanyValues Framework to Help Leaders Execute a TransformationalStudy,” Human Resource Management 32 (1993): 29-50; and R. E. Quinn, Beyond Rational Management: Mastering the ParadoxesAnd Competing Demands of High Performance (San Francisco:Jossey-Bass, 1988).
Valori etici nelle organizzazioni
n Etican norma di leggen etica managerialen responsabilità socialen dilemma etico
Forze che influenzano l’etica manageriale
Ladecisione e
il comportamentosono etici
e socialmenteresponsabili?
Opinioni e valoriSviluppo moraleModello etico di decisione
Rituali, cerimonieRacconti, eroiLinguaggio, sloganSimboliFondatori, storia
Regolamenti governativiClientiGruppi di interessiparticolariForze che governano il mercato globale
StruttureRegole, politicheCodice eticoSistema di ricompensaSelezione, formazione
Stakeholder esterniSistemi organizzativi
Etica personale Cultura organizzativa
Caratteristiche agenti sul comportamento etico nelle organizzaziCaratteristiche agenti sul comportamento etico nelle organizzazionioni
Struttura e sistemi formali di un’organizzazione
n Comitato eticon Difensore eticon Meccanismi di denuncian Codice eticon Programmi di formazione
L'attuale ambiente competitivo
n Nuove strategien Reingegnerizzazionin Ristrutturazionin Fusioni/Acquisizionin Downsizingn Sviluppo di nuovi prodotti e mercatin Ecc...
Le decisioni prese all’interno delle organizzazioni
n Sono basate su temi ampi, complessi ed emotivamente coinvolgenti
n Vengono prese più rapidamenten Ambiente meno certon Minore chiarezza riguardo a mezzi e
risultatin Richiedono maggiore cooperazione
Le tecniche per migliorare le decisioniLe tecniche per migliorare le decisioni
Devil's advocacyDevil's advocacy (avvocato del (avvocato del diavolo):diavolo): uno o più manager del gruppo responsabile delle strategie o più esperti esterni assumono il compito di criticare a fondo, con tenacia, le strategie adottate e i piani di sviluppo relativi. Lo scopo è far emergere eventuali debolezze prima di tradurre le strategie in realtà.
Le tecniche per migliorare le decisioniLe tecniche per migliorare le decisioni
Dialectic inquiryDialectic inquiry (analisi dialettica):(analisi dialettica): tesi e antitesi. Al piano originario è contrapposto un secondo piano che parte da ipotesi diverse e segue percorsi diversi. Confrontando il primo con il secondo e discutendo vantaggi e svantaggi possono emergere nuovi concetti, nuove politiche meno vulnerabili rispetto a quelle del piano originario (Mason, 1969).
Un nuovo processo decisionale
n È necessario perchén nessun singolo individuo ha le informazioni
richieste per prendere tutte le decisioni principali
n nessun singolo individuo ha il tempo e la credibilità richiesti per convincere un grande numero di persone a implementare la decisione
n Si basa in misura minore su dati concretin È guidato da una potente coalizionen Permette che le decisioni si evolvano attraverso
tentativi ed errori
Fasi dell'approccio razionale alla decisione
1273
456
8
Monitorare l'ambiente
Definire il problema
Specificare gli obiettivi
Diagnosticare il problema
Sviluppare soluzioni alternative
Valutare le alternative
Scegliere l'alternativa migliore
Implementare l'alternativa scelta
Trade-off
Trade-off
Trade-off
Limiti e trade-off nelle decisioni non programmate
Limitazioni personali:Desiderio di prestigio, successo;
stile decisionale personale; soddisfazione di bisogni emotivi,
resistenza alla pressione, mantenimento
dell’auto-percezione
Limitazioni organizzative:Necessità di consenso,
prospettiva condivisa, cooperazione, supporto, cultura e struttura aziendale,
valori etici
Razionalità limitata:Tempo e informazioni limitate,risorse da impiegare in contesticomplessi e multidimensionali
Decisione/scelta:Ricerca
di un’alternativadecisionale
di alta qualità
Trade-off
Trade-off
Fonti: adattato da Irving L. Janis, Crucial Decisions(New York: Free Press, 1989); A. L. George, PresidentialDecision Making in Foreign Policy: The Effective Use ofInformation and Advice (Boulder, Colo.: Westview Press, 1980).
Processi di scelta nel modello Carnegie
Conduzioni di discussionicongiunte e interpretazione di obiettivi e problemi
Condivisione di opinioni
Fissazione delle priorità del problema
Ottenimento del supporto sociale alla soluzione del problema
Adozione della prima alternativa accettabile dalla coalizione
Conduzioni di ricerchesemplici, locali
Uso di procedurestabilite, se appropriato
Creazione di una soluzione, se necessario
I manager hannoobiettivi,opinioni, valori,ed esperienze diversi
L’informazione è limitataI manager hannonumerosi vincoli
Incertezza Formazione della coalizione
Ricerca
Soddisfazione
Conflitto
Il modello del processo decisionale incrementale
Il modello del processo decisionale incrementale
n Fase di identificazionen Riconoscimenton Diagnosi
n Fase di sviluppon Ricercan Controllon Progettazione
n Fase di selezionen Giudizio (valutazione – scelta)n Analisi (valutazione)n Negoziazione (valutazione – scelta)n Autorizzazione
Il processo decisionale delle learning organization quando l’identificazione e lasoluzione del problema sono incerte
Quando l’identificazione del problema è incerta, trova applicazione il Carnegie Model
Necessità di un processo sociale e politico
Costruzione della coalizione, ricerca di un accordo, e risoluzione dei conflittiriguardo obiettivi e priorità del problema
Quando la soluzione del problema è incerta, trova applicazione il modello del processo incrementale
Necessità di un processo incrementale, per “prove ed errori”
Soluzione di grandi problemia piccoli passi
Riciclo e nuovi tentativi in caso di blocco
IDENTIFICAZIONE DEL PROBLEMA
SOLUZIONE DEL PROBLEMA
Descrizione dei flussi indipendenti di eventi nel modello decisionale del contenitore dei rifiuti
ProblemiSoluzioniScelta
OpportunitàPartecipanti
ProblemiSoluzioniScelta
OpportunitàPartecipanti
ProblemiSoluzioniScelta
OpportunitàPartecipanti
Opportunità di sceltaOpportunità di scelta
Partecipanti Partecipanti
Management
Problemi Soluzioni
Soluzioni
Partecipanti
ProblemiProblemi
Soluzioni
SceltaOpportunità
Problemi
Partecipanti
Partecipanti
Soluzioni
Area A Area B
Modello contingente per l'utilizzo dei modelli decisionali
Certo Incerto
Individuo:Approccio razionaleConfronto
Organizzazione:Scienze manageriali
Individuo:Negoziazione Formazionedi coalizioni
Organizzazione:Modello Carnegie
Individuo:GiudizioProve ed errori
Organizzazione:Modello del processodecisionale incrementale
Individuo:Negoziazione e giudizioIspirazione e imitazione
Organizzazione:Modello Carnegie
e del processo incrementale,evolventi nel modello
del contenitore di rifiuti
Certa
Incerta
4
21
3
Co
no
scen
zad
ell
a s
olu
zio
ne
Circostanze di decisione particolari
n Ambienti ad alta velocità
n Errori decisionali e apprendimento
n Persistenza nell’errore
BibliografiaBibliografia