Orecchie d'asino n°8 e 9 - nvembre 98

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Numero doppio Otto e Nove- Novembre 1998 “Uno è piccolo l’altro è grande: ma hanno lo stesso valore” F. Dolto

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Periodico di letteratura, animazione e attività creative per l'infanzia

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Numero doppio Otto e Nove- Novembre 1998

“Uno è piccolo l’altro è grande:

ma hanno lo stessovalore”

F. Dolto

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IqbalPerformance teatrale e in videorealizzata in collaborazione con

alunni delle scuole medie dell’obbligo di Catania e Provincia

di Filippo MannoQuando Iqbal aveva 4 anni, viene

venduto dai suoi genitori per 16 dollari comeschiavo per l’industria dei tappeti pakistani.Quegli stessi tappeti che occhieggiano dallevetrine di lusso dei paesi occidentali,tessutiper un pugno di rupìe da milioni di piccolemani. Nel 1993 Eshan Khan,presidente dellalega per la liberazione dal lavoroforzato,incontra Iqbal e lo strappa dal suomestiere di tessitore per ridargli il gusto di

vivere e la rabbia di battersi.Iqbal diventaallora il simbolo di questa gioventù martirizzata.Viaggia per il suo paese e nel mondo per“svegliare” l’opinione internazionale.In seguito alla sua fama,un’industria diattrezzature sportive americana, gli assegnaun premio di 15 mila dollari.Con questa somma Iqbal intende proseguiregli studi. Ma resterà soltanto un sogno. Il 16 Aprile 1995, muore assassinato mentre giocava con la sua bicicletta. Da tempo eraminacciato dalla mafia dei tappeti pakistana.Lo spettacolo incontra la sofferta quotidianitàdei bambini lavoratori con quello che è diventato per noi occidentali uno scontatostandard consumistico. La storia di questopiccolo sindacalista diventa narrazionegestuale e quindi un codice linguistico teatrale più vicino ai ragazzi.Lo spettacolo è accompagnato da illustrazione didattica e dibattito finale

ALICIA CALZONCINA NEL PAESE DEI BAMBINI

fantasia teatrale per le scuole elementari

di Mario Bonica.

Il fantastico viaggio di Alicia dentro il ventredell’Orco (dentro le paure, le ansie, i desideri e isogni dell’infanzia e dell’adolescenza)…Alicia è una bambina che non riesce a crescere, nonsolo perché non ha superato le sue paure, ma soprattutto per la ragione più profonda di non avermai accettato la propria infanzia, perché: in questomondo di grandi non c’è posto per i bambini. Aliciaè “piccola” e gli adulti sono “grandi”: ci sarà semprequalcuno da qualche parte pronto a mangiarsela eingoiarla… Ma il vero mostro mangiabambini non èl’Orco delle fiabe. Il buon vecchio Orco mangiasolo le paure e non le persone! Il vero mostroammazzabambini è dentro la realtà di tutti i giorni: èl’egoismo dilagante, l’indifferenza ai valori dellavita, il consumismo coatto, lo sfruttamento deiminori, la violenza fisica e psicologica dei più fortisui più deboli, dei ricchi sui poveri… è la guerra, lamiseria, la violenza del sistema televisivo e dellapubblicità… Sono questi i veri mostri che Aliciadovrà sconfiggere nel suo lungo viaggio per approdare nel Paese dei Bambini, e qui diventarefinalmente adulta perché finalmente bambina.

G R U P P O T E A T R O M A N I P O L A Z I O N I C A T A N I AS t a g i o n e T e a t r a l e 1 9 9 8 - 9 9U n t e a t r o d i “ C o n t e n u t i ”

p e r l a p r o m o z i o n e d e i d i r i t t id e l l ’ i n f a n z i a e d e l l ’ a d o l e s c e n z a

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’era una volta, tanto e tantissimo tempo fa (all’incirca oggi), un paese pieno di tutto e di niente…talmente pieno di tutto da essere praticamente vuoto, e così niente di niente da apparire fin troppopieno. E in questo impossibile paese ci abitava tanta gente, piena di tanti, di troppi pensieri, macosì tanti, da ritrovarsi con la testa vuota… Sembrava tutto così chiaro in quel paese, eppure nes-suno ci capiva niente! Perché era come un foglio di carta così pieno, fitto fitto di segni, da esser

diventato tutto nero. Così che le parole, a pronunziarle o a scriverle, cancellavano il loro significato, e le imma-gini, proiettate le une sulle altre, si annullavano a vicenda, e i suoni così continui e senza silenzi erano tutti ungran frastuono di cui non si percepiva un bel nulla… Lo spessore dei segni era insomma così spesso, da essereperfettamente trasparente, lasciando trasparire alla perfezione un bel niente.Ma un giorno (all’incirca domani) in quel paese-buco giunse per fortuna, non si sa da dove, un bambino (unmonello, come si diceva un tempo) che non aveva paura del buio. Venne all’improvviso dal fondo nero dell’as-senza, cantando e correndo sulle sue magre gambe incerte. Lanciò un sasso e pronunciò la magica parola:KERE’. Subito l’orizzonte divenne chiaro come un foglio di carta vuoto. E una mano tracciò su quel foglio laparola magica… KERE’, un seme per reinventare quel paese e il mondo! E a pensare che il segreto di quellamagica parola era negli occhi e nei pensieri di un bambino venuto dall’ombra di un lungo silenzio…

C

KERE’: radice indoeuropea di creare, crescere, cereale… ovvero l’atto di venire alla luce, di germogliare…ovvero il diritto ad essere bambini, a crescere secondo i tempi “naturali”, nella pienezza di una lenta e consa -pevole maturazione; ma anche il diritto dell’adulto a ritrovare dentro la sua maturità un’infanzia negata da unsistema sociale tutto imperniato sul profitto, sul consumo, sulla fretta di “passare oltre”. E’ un luogo comuneipercitato, la celebre frase di Saint Excupery sulla perdita di memoria del proprio vissuto di bambino da partedell’adulto; ma, si sa, tra il dire e il fare c’è di mezzo non il mare ma una società che continua a negare il valo -re positivo e propositivo della soggettività infantile, per il semplice fatto che tale soggettività è radicalmenteincompatibile con un sistema di valori di mercificazione e di mercato totale dell’esistente. Nessuna legge “proinfanzia”, nessuna Carta dei diritti potrà realmente dare soggettività e identità a bambini e adolescenti delmondo, se parallelamente non si compirà una trasformazione radicale delle culture e dei parametri socioeco -nomici che determinano a tutt’oggi i rapporti tra gli uomini, i popoli e i continenti. Ciò che l’infanzia nel suo“non dire” continua a ripeterci col proprio vissuto (spesso così drammatico) è questa semplice verità: non puòesserci né futuro né presente per bambini e ragazzi senza “un’utopia del quotidiano” che sappia mettere ingioco giorno per giorno i valori, le culture, la globalità dell’esistente. Un bambino di quattro anni di nomeRuggero rispondeva alla mamma che gli proibiva di fare una certa cosa perché vietata ai bambini: “ma io nonsono un bambino, io sono Ruggero”. La frase si commenta da sé. Noi di Orecchie d’Asino la facciamo nostra fino alle estreme conseguenze. Per un progetto culturale che civede impegnati in una prassi dell’ascolto delle “infanzie” nostre e degli altri. Un impegno gravoso, non dirado ignorato o peggio contrastato da chi dovrebbe valorizzarlo e sostenerlo, tra difficoltà di ogni genere chemettono continuamente a rischio la sopravvivenza stessa di questo periodico indipendente. Ma siamo abituati,per nostra fortuna, a trasformare anche le difficoltà in stimoli. Eccoci allora ad uscire, aconclusione della terza annata, con un numero doppio e con un supplemento dedicatoall’attività creativa all’interno del carcere minorile di Bicocca a Catania. Non solo un’e -mergenza ma anche un segnale per una trasformazione continua di un periodico chenon vuole rassegnarsi a scomparire, ma che vuole cre s c e re, perché cre s c e re è laragione stessa del suo esistere (del suo progetto culturale): proprio come l’infanzia,quella soggettività che rivendica di essere “valore” e risorsa, non categoria, imma -gine strumentale, ghetto dei buoni propositi di adulti cresciuti male o mai stati bam -bini. Il piccolo Ruggero lo sa: l’infanzia va declinata al plurale, perché ogni bambi -no è un’identità che chiede di costruire il futuro nella quotidianità del “qui e subi -to”.

A.M.3

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Direttore responsabileAda Mollica

RedazioneMario BonicaBenedetto CaldarellaAlessandro CampanellaMario GiuffridaFilippo MannoNello NicolosiConcetta Rovere

Collaboratori al n°8 e 9Amilcare AcerbiGIuseppina AnconaAdalgisa Di SalvoAngelisa MarrocciaCinzia RuggeriLucia ScuderiFrancesco TonucciProgetto GraficoAldo KappadonaSegretaria di RedazioneDaniela Cristaldi

4Orecchie d’asinon° 8 e 9

Per sapere come dovremmo fare, dobbiamo rivolgerci adegli esperti, e gli esperti, in questo caso… sono i bambini...

(J. Korczak)

Ti sei rivolto direttamente ai bambini. Che lo volessi o no,hai comunicato con loro attraverso l’abisso che separa ilbambino dall’adulto…

(I. McEwan)

Il tradimento di Huckleberry è il tradimentodel bambino, la sua cattura e

imprigionamento nella galera dei “libri perragazzi”. Il messaggio che ci ha lasciato

Huckleberry è dunque quello di liberare il bambino dai “libri per ragazzi”…

(G. Celati)

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- Editoriale.........................................................pag.3

Le città dell’infanzia- Piano Nazionale per l’Infanzia pag.6- Lungo le rotte del Mediterraneo pag.8- Dal dentro al fuori pag.9- Roma: @riele pag.10- Arte e Bambini pag.10- S. Giovanni La Punta (CT):- No alla Pedofilia pag.11- Modena: Oblò pag.12- Dal Giornalino Viaggio in 3a Classe pag.13- Le città sostenibili… pag.14- L’attività del centro Iqbal Masih a Catania pag.15- Torino: Progetto Comunicazione pag.16- Catania: Casa Laboratorio L’albero pag.16- S. Gregorio (CT): Progetto Link pag.17- Scuolingioco pag.18

Circolo Didattico “V. da Feltre” (CT)

1° Circolo Didattico di Misterbianco (CT)

Scuola Media. “G. T. di Lampedusa” di Trecastagni (CT)

Scuola Media. “G. T. di Lampedusa” di Gravina (CT)

Scuola Elementare “S. Cuore” Modena

Scuola Elementare “Giovanni XXIII” Modena

Scuola Elementare “P. Scuderi” Linguaglossa(CT)

Il Giornalino di Orecchied’asino(Supplemento allegato)

- Fogli volanti pag.2- Storie e racconti pag.6- Acrostico pag.12- L’ora della poesia pag.13- Il fumetto pag.14- Lettere a… pag.16

Parola Maschera Gesto(Laboratorio di attività espressive).

- Editoriale pag.21- Per un buon uso della televisione pag.22- XII Rassegna Cinema dei Ragazzi pag.23- Occhio ai libri pag.24- Laboratorio teatrale pag.26- Libri Arte e Ragazzi pag.31

EdizioniManipolazioni

StampaTipografia Coniglionevia Luigi Galvani, 21 Catania

Redazione, PubblicitàAmministrazionevia Bologna, 695128 Cataniatel. 095/383483Periodico Trimestrale

Reg. Trib. di CataniaN°1195 del 20/4/95 Abbonamento annuale (3 numeri)ordinario: L. 20.000sostenitore L. 40.000versamento su c/c postalen°18295956 intestato a Gruppoteatro Manipolazioni CT.Internet:htpp://www.elledi.it/ftv/oda/e-mail: orecchied’[email protected]

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Il copione (Supplemento allegato)

- Tutti dentro la TV pag.2- Il Signor Ombroso dalle labbre umbratili pag.6- Pippo Pappo pag.14

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Nel precedente numero di Orecchie d’Asino cisiamo già occupati del Piano Nazionale dell’Infanziae dell’Adolescenza, legge 285/97, riproducendo iltesto integrale della legge medesima, collegandoloalla Carta delle Città Educative di Barcellona e inserendolo dentro un percorso organico di affermazione culturale della soggettività di bambini/e e ragazzi/e. Che la legge 285/97 possaessere una buona scommessa in primo luogo culturale traspare già dall’arido testo legislativo, dalmetodo di attuazione previsto, dallo spostamentod’accento dall’emergenza e dal concetto di disagio aquello di agio, che vuol dire focalizzazione delproblema infanzia come globalità e nonparzialità temporanea. Tutti possibili datipositivi su cui costruire in maniera diffusa quella trasformazione culturaleper cui tanti operatori e gente di cultura ci battiamo da anni. Questo inteoria, ma nei fatti quali sonooggi le reali prospettive di unalegge che, per essere attuata neisuoi obiettivi di fondo, richiedeinnovazione e cultura politicaben diversa da quella prevalente nella maggioranzadegli amministratori locali e degli stessi operatorisocioculturali del territorio? Diciamo subito chenella realtà più vicina a noi, quella siciliana all’interno della quale operiamo, già la fase di progettazione per l’attuazione della legge va intutt’altra direzione nella maggioranza dei casi. Si riconferma in pieno la prassi della sommatoria diinterventi, senza un moltiplicatore culturale che diaorganicità e finalità chiare ai progetti stessi. I veriprotagonisti di tutta l’operazione più che i bambinisembrano essere le Associazioni e gli Enti chiamatia gestire i servizi, nella quasi totalità di tipo assistenziale. Abbondano elefantiache équipe di

esperti da una parte, e animatori sottopagati e certamente privi di adeguata professionalità dall’altra. L’area dei linguaggi e della cultura dell’infanzia (ovvero il luogo dell’effettiva costruzione d’identità di bambini e adolescenti) èridotta a mera sommatoria di laboratori o centriaggregativi o non meglio identificati ludobus, in cuil’animazione di vario genere appare ancora comemero intrattenimento e occupazione del famigerato“tempo libero” dei soggetti coinvolti. Era prevedibile e lo abbiamo previsto già all’apparire della legge della Livia Turco. Una legge

innovativa, che noninventa dal nulla marecepisce l’innovazionegià realizzata in tanterealtà amministrative eculturali del nostropaese nel corso degli

ultimi trent’anni. E questo è ciò che più

garantisce da un fallimentocomplessivo del Piano per

l’Infanzia. Ciò che ha reso possibile anche in Sicilia

progettualità in linea con l’obiettivo di crescita e diffusione di una cultura dell’infanzia su larga scala,grazie alla presenza di quelle realtà politiche e culturali che già operavano da anni in questa direzione, spesso piccoli comuni e associazioni culturali come la nostra impegnati in prima linea daalmeno un decennio. Qualcuno comincia a capirlo:una legge, per quanto buona e innovativa, non bastaa trasformare davvero l’esistente. Una legge, questalegge in particolare, può solo rappresentare un imputallo sviluppo di una politica socioculturale complessiva a favore dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro paese. Bisognerà perciò

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denunciare tutte quelle realtà amministrative in cuila 285 servirà solo a ghettizzare la totalità degliinterventi per l’infanzia, fungendo così da riduttoreanziché da moltiplicatore della complessità dellepolitiche sociali. Per questo occorre un confronto costante tra tutti glioperatori impegnati nell’attuazione capillare delPiano Generale per l’Infazia e l’Adolescenza.E il dato più positivo registrato in questi primi mesidi avvio della legge è proprio questo: la verifica diun’esigenza diffusa di confronto e dibattito “concreto” da parte della maggioranza degli operatori, emersa anche nel corso della PrimaConferenza Nazionale sull’Infanzia e l’Adolescenza,tenutasi a Firenze dal 19 al 21 novembre ‘98. Oltrequattromila presenze, a sancire, per dirla con leparole della ministra Livia Turco, la nascita di unnuovo “soggetto sociale che, con competenze profili, esperienze diverse da anni tesse tela e metteradici… Un nuovo sociale che sta già da oracostruendo la riforma del walfare mettendo al centrol’equità e la solidarietà tra legenerazioni”. Parole che vorremmo il più possibile confermate dai fatti già neiprossimi mesi di attuazionedella legge 285, specialmentedove essa è più a rischio, inquesto nostro meridione dovel’infanzia è doppiamente punitadalla disparità di età e da quelladi status sociale. Le premesseteoriche di una svolta ci sarebbero tutte, dall’analisi dellacondizione dell’infanzia in Italiache ha preceduto la legge, alledirettive emanate per la suaattuazione, a quanto emerso dalla Conferenza medesima e dai lavori dei cinque seminari, in particolare quello sulla 285 e l’altro sul rapporto trainfanzia e mass media. Tante proposte concrete sucui lavorare, persino una proposta di modifica all’articolo 3 della Costituzione, lanciata da MariaTeresa Mattei, già membro della Costituente e oggipresidente della Lega per il diritto dei bambini allacomunicazione. Ricordiamo che l’articolo 3 recitache “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale esono eguali di fronte alla legge, senza distinzione disesso, razza, lingua, religioni, opinioni politiche,condizioni personali e sociali”. Per completare l’articolo, aggiunge la Mattei, mancano appena trelettere: età. “Vi sembra una stupidaggine?”, dicetestualmente Maria Teresa Mattei; “ma senza quellaparola non è chiaro quando, per la Costituzione unbambino diventa cittadino. Provate a darmi unarisposta. Quando ha fatto il militare? Quando hacompiuto diciotto anni?… Per me un bambino

acquista i diritti di cittadino da quando è nato”. Parole semplici, che rimandano direttamente al centro del problema: l’effettivo protagonismo sociale e culturale dell’infanzia e dell’adolescenza inuna società a misura “umana”. Centralità ribaditaanche all’interno dei lavori del seminario su infanziae mass media, che ha messo a fuoco l’importanzanodale dell’area della comunicazione e delle attivitàespressive per la crescita e lo sviluppo dell’identitàdel bambino e dell’adolescente, passando in rassegna alcune fra le più significative esperienze digiornali, radio, letteratura, arte e mass media “dei”bambini e “dei” ragazzi realizzate in Italia nel corsodegli ultimi anni; ma anche presentando una serie diproposte operative, quali la presentazione di una piccola guida educativa all’uso della TV di Tonucci(di cui riportiamo il testo nelle pagine successive), ola direttiva di finalizzare obbligatoriamente unaquota dei fondi della 285 alla realizzazione di iniziative di attività creative ed espressive che abbiano per diretti protagonisti bambini e ragazzi.

Altre proposte finalizzate a unPiano complessivo per l’infanziasono state lanciate dalla stessaministra Livia Turco: dalla

cittadinanza a “tutti” i bambiniimmigrati, alla costituzionedell’Osservatorio Nazionale

per l’infanzia, alla cooperazione

internazionale, alla nuovalegge sugli asili nido e a quellache istituisce il garante dei minori. Tutte cose da fare subito,come ha ripetuto per ben tre voltealla fine della sua relazione laministra. Noi prendiamo atto di

questo impegno. Ma sappiamo anche che il retroterra culturale in cui operiamo non è così fertileda lasciar germogliare nei fatti tanti buoni propositi.Staremo a vedere? Anche; ma soprattutto staremo adoperare instancabilmente per l’affermazione di queldiritto alla comunicazione dei bambini, ancora cosìpoco preso in considerazione dai progetti di 285 elaborati frettolosamente nel corso dell’estate dabuona parte dei comuni siciliani.

Mario Bonica

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Lungo le rotte del Mediterraneo è un progetto pensato ed elaborato per imprimereuna svolta metodologica e di prospettiva all’internodella programmazione di attività per e dell’infanzianel territorio, attraverso un percorso pluriennalerealmente finalizzato a un processo educativo e dicrescita civile e culturale delle nuove generazioni.Obiettivo centrale: rendere i bambini e gli adolescenti protagonisti attivi di un processo di trasformazione sociale della realtà urbana e ricollocarli quali soggetti (e non semplici strumenti)nello sviluppo crescente di una cultura dell’infanziapropositiva per l’intera collettività. In questo contesto il Mediterraneo acquista il carattere di una metafora pregnante di un viaggio-incontro-scoperta di nuovi orizzonti culturali e umani per la costruzione di valori di convivenza e armonia fra popoli e individui: lariscoperta dell’utopia intesa come progettualità quotidiana di una dimensione “più umana” del pianeta. Mediterraneo dunque come ricerca costanteattraverso l’infanzia delle “diversità” culturali, lavalorizzazione dell’infanzia stessa in quanto “diversità”, ovvero del concetto di infanzie al plurale, e dell’infanzia non in quanto separatezza maquale luogo possibile di ricostituzione di un tessutoumano e sociale fra diversi.Lungo le rotte del Mediterraneo è dunque un progetto culturale ed educativo, un itinerario attraverso le diversità culturali di individui, gruppisociali e nazioni nel vasto mare delle attività espressive (dalla letteratura, al teatro, al cinema aimultimedia) per la formazione e la crescita di una interculturalità diffusa quale garanziadi convivenza pacifica e solidarietà attiva tra i popoli. Un progetto che, partendo dall’infanzia,attraversa orizzontalmente le diverse fasce d’età egruppi sociali, con l’obiettivo di ricucire le molteplici diversità all’interno del territorio urbano(scuole, quartieri, centri sociali ecc.).Lungo le rotte del Mediterraneo: un progetto organico per approdare al terzo millennio in un

mondo a misura di “infanzie”!Collocato all’interno del Progetto Infanzia delComune di Catania, Lungo le rotte del Mediterraneo nasce inizialmente con il coinvolgimento direttodelle scuole del Quartiere III°, per estendersi quindia tutto il territorio cittadino. Particolare significatoriveste in questo contesto la partecipazione al progetto dei minori reclusi del carcere minorile diBicocca e il coinvolgimento delle ludoteche.

IL PROGRAMMA:INCONTRIRassegna Internazionale di Video, Performances eAttività Creative dell’Infanzia e l’adolescenza(Seconda edizione)

La rassegna, si articola nelle seguenti sezioni:A) - Il cinema fatto dai ragazzi.Piccola rassegna di cortometraggi e video realizzatida bambini e ragazzi della scuola dell’obbligo sututto il territorio nazionale e anche europeo.B) - Il teatro dei ragazzi.Una breve vetrina di “Teatro di ricerca” prodotto dairagazzi, su testi originali e con tecniche miste, dalteatro gestuale al teatro di figura, ecc.C) - Mostra di attività espressive.Un incontro tra le diverse esperienze di arte e letteratura “dei” ragazzi ai fini di un effettivo sviluppo del protagonismo infantile nella cultura enella vita sociale del mondo contemporaneo.D) - Laboratorio multimediale in tre ludoteche cittadine, con produzione finale di un evento spettacolare sul Mediterraneo.

Tutte le scuole dell’obbligo italiane, i centri diaggregazione e le altre strutture del territorio interessate a partecipare all’iniziativa con elaboratiprodotti da bambini e ragazzi, sono invitate a mettersi in contatto con la segreteria delGruppoteatro Manipolazioni al numero di telefax:095/383483.

L U N G O L E R O T T E D E L M E D I T E R R A N E O

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S.M.S. “A. ManzoniProgetto Socrates- Educazione degli Adulti

“ A … M a re” L’influenza del mare nella vita degli adulti:nella cultura, nell’economia e nella società

Catania 4/5/6/7 Novembre 1988

Nel corso di questi anni abbiamo lavorato insieme con le Istituzioni locali - Comune diCatania, Università ed Autorità Portuale - ad unprogetto legato al mare, alle sue professionalità,alla storia ed alla cultura mediterranea.

Avviato come ipotesi didattica per i minori e pergli adulti, si è trasformato, per le potenzialità intermini culturali ed occupazionali che il tema in

sé contiene, in una idea di progetto-ponte per la riconversione dei saperi e delleattività produttive.A partire da questa consapevolezza abbiamo ampliato la rete di cooperazionee di approfondimento ad altrerealtà locali - associazioni

culturali e professionali - ma soprattutto abbiamo cercato in Europa altri che avessero lanostra stessa esigenza.Il progetto “A-Mare” scaturito da queste esperienze è stato approvato nel quadro del programma europeo Socrates. Esso intendedefinire percorsi di formazione ed adeguamentoai nuovi saperi, sviluppare professionalità correlate al mare ed alla ricerca scientifica edarcheologica, censire le culture differenti inambito europeo, proporre uno studio di prefattibilità per la creazione a Catania di unMuseo del Mare.

il collegio docenti la preside Zina Bianca

L’idea di pensare ad un primo appuntamentoregionale sulla realtà “carceraria” nasce da unaserie di riflessioni sulle istituzioni totali inseritein un discorso più ampio connesso all’azionedell’ARCI Sicilia rispetto al tema dell’inclusione.Qual’è il senso della presenza ARCI nelle carceri?È ancora valido il concetto di solidarietà, occorre sviluppare pratiche visibili e politiche diinclusione finalizzate alla creazione di percorsidi reinserimento di quei soggetti - detenuti - chetransitano dal dentro al fuori?Il reinserimento lavorativo può rappresentare unvalido strumento in tale direzione?Tanti sono gli interrogativi che l’ARCI si ponerispetto a questo tema ed il seminario vuole proprio tentare di rispondere a qualcuno di essi.L’obiettivo generale di questo appuntamento èdunque quello di operare un primo confronto

con tali tematiche che riguardano sia il mondodell’adulto che quello dei minori.Allo stesso tempo si vuole offrire l’occasione di“sentire” esperienze reali tra mondo associativoed area carceraria.Attraverso una comunicazione interattiva traoperatori del non profit del settore e del mondoassociativo si vuole sollecitare l’individuazionedi campi di intervento e di azioni positive dasviluppare come futuro settore di lavoro.Sono previsti in questo senso relatori provenienti dall’ARCI ed operatori psico-socialipresenti nelle istituzioni carcerarie.

Giuseppina AnconaResponsabile Politiche Sociali ARCI-Sicilia

1° SEMINARIO REGIONALE Dl SENSIBILIZZAZIONE SULLA PRESENZA ARCINELLA REALTA’ CARCERARIA

D A L D E N T R O A L F U O R IPALERMO 9 DICEMBRE 1998 - ORE 16.00 - 20.00

SEDE ARCI SICILIA - VIA GENOVA N° 7 - PALERMO

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Costa, Chiara Carrer, Paolo Cardoni, RobertoInnocenti, Leo Lionni Lele Luzzati, LorenzoMattotti;, Bruno Munari, Grazia Nidasio, GianniPeg Chiara Rapaccini. Zavrel e altri meno famosima non per questo meno interessanti Durante la

mostra, che si articola in 3sezioni espositive sarà possibile anche incontraregli artisti per conoscere piùda vicino il lavoro dell’illustratore E’ previstauna giornata speciale

dedicata a Bruno Munari. Visite guidate animerannoi percorsi della mostra

In contemporanea con la mostra in 6 sezioniragazzi del Sistema Bibliotecario si svolgeranno iniziative parallele sull’illustrazione, con esposizionidi libri, video originali degli illustratori presenti in@Riele accompagnati da incontri-laboratori con gliartisti.Per le informazioni rivolgersi ai numeri;06/68891341 - 06/ 68801040 (Anna Maria DiGiovanni) La mostra resterà aperta sino al 16 Gennaio 1999 orari; 9.00 - 18.30; sabato 9.00-13.00; domenica elunedì chiuso.

Comune di RomaSistema Biblioteche Centri Culturali

Settore RagazziBiblioteca Centrale Ragazzi

in collaborazione con la Galleria Comunale di ArteModerna e Contemporanea

@riele; 1a bottega degli illustratori. Presentazione dell’Archivio Elettronico degli

illustratori Mostra, laboratori e seminari sull’illustrazione per ragazzi Biblioteca CentraleRagazzi e Borromeo, Forni, Longhera Marconi

Marmorata Mozart.Roma Biblioteca Centrale Ragazzi

16 Novembre 1998 -16 Gennaio 1999Presentazione dell’Archivio Elettronico

degli Illustratori: il CD Rom @riele:Lunedì 16 Novembre ore 10.30

Inaugurazione Mostra: Lunedì • Novembre, ore 12.30

@riele: la bottega degli illustratori e il titolo di unprogetto dedicato all’illustrazione contemporanea inItalia l’iniziativa comprende la presentazione dellavoro di ricerca che ha portato alla realizzazionedel Cd Rom @riele, l’esposizione degli originali di50 artisti italiani, una mostra bibliografica, lo svolgimento di laboratori e seminari in cui coinvolgere attivamente sia il pubblico dei ragazzisia gli operatori. Lunedì 16 Novembre presso laBiblioteca Centrale Ragazzi in Roma (Via SanPaolo alla Regola l 5-18 00186 Roma) alle ore10.30 sarà presentato l’Archivio Elettronico degliillustratori; il CD Rom @riele alla presenza deicuratori, l’illustratore Roberto Innocenti ed espertidi comunicazione e multimedialità Alle ore 12.30verrà inaugurata la mostra @riele: la bottega degliillustratori.

L’Archivio Elettronico degli illustratori (da qui lasigla @r.i.ele ). curato dalla Biblioteca Centrale perRagazzi e dalla Mediata della Galleria Comunaled’Arte Moderna e Contemporanea del Comune diRoma è nato dall’esigenza di avviare un nuovo servizio di informazione e documentazione sul libroillustrato per l’infanzia che utilizzasse le tecnichemultimediali. La mostra è la prima iniziativa chepermette di aprire anche una Artoteca, dove si potràconservare e valorizzare una raccolta di disegni originali degli autori compresi in @riele.L’esposizione presenta 50 disegni originali di cuiuna parte donati all’Artoteca, in una “collettiva”,quindi, capace di esemplificare attraverso le operedegli autori prescelti, l’evoluzione della figura dell’illustratore in Italia negli ultimi decenni. Tra gliillustratori presenti vi sono artisti famosi comeFrancesco Tullio Altan, Pinin Carpi, Nicoletta

ARETHUSA SRL

Salone dei Beni Artistici e CulturaliTorino LINGOTTO

Centro Congressi - SALA PARIGIGiornata di Studio 21 Novembre 1998 Ore 17,00

“Capire che cosa è l’arte è una preoccupazione dell’adulto. Capire come si fa a farla è invece uninteresse autentico del bambino”.

Bruno Munari

Proporre l’arte ai bambini può significare costruiredei percorsi che valorizzino il fare, che stimolino asuperare stereotipi e pregiudizi. Sperimentaredegli intrecci, “vedere oltre”, ascoltare le emozioni,conoscere i materiali, capire le consistenze, le leggerezze e scorgere le molteplicità dovrebberoessere obiettivi di un agire educativo nuovo.L’arte, nelle sue molteplici forme ed espressioni,può aiutare i bambini, le bambine e gli adulti chelavorano con loro a creare situazioni emotiveessenziali per una crescita attiva.

Settore Pedagogico-didatticoVia Garibaldi, I/B 01014 Montalto di Castro (VT)Tel. 0766 879845 e-mail: [email protected]

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entrambi i sessi o di sesso opposto.Il pedofilo generalmente è interessato ai bambinial di sotto dei 12 anni.

In alcuni casi è stato a sua volta abusatoquando era piccolo.

• Come può succedere…Un bambino che non si sente amato può

essere facilmente “avvicinato” da un pedofilo, ilquale, anzi, spesso sceglie il bimbo più bisognosodi attenzioni e di affetto perché lo considera una“preda” facile.

Dopo aver abusato di lui, il pedofilo spinge il bambino a non dire nulla e, spesso, perindurlo al silenzio, fa leva sulla paura e sulla vergogna.

I bambini che sono stati abituati a dialogare con i genitori, a raccontare loro le proprie esperienze e che si sentono ascoltati ecapiti, sono difficili “prede” per il pedofilo.

È giusto che i genitori conoscano i bambini, i ragazzi e gli adulti che frequentano iloro figli.

I figli devono essere informati (ma senzacreare eccessivi allarmismi) e bisogna far capireloro che, purtroppo, esistono persone che possonofare del male e da cui ci si deve difendere.

Cinque regole d’oro per le famiglie…1 - Non facciamo sentire soli i bambini perché lasolitudine li rende fragili.2 - Se i bambini possiedono oggetti o soldi, chiediamo da dove provengono.3 - Diciamo ai bambini che la sessualità con gliadulti è sempre sbagliata.4 - Ascoltiamoli, anche le cose meno importantisono per loro significative.5 - Ci sono persone che possono far loro del male.È un’amara constatazione, ma bisogna dirglielo,pur con le dovute cautele.

Talvolta il pedofilo può essere anche incasa Il nonno, lo zio, il papà, la madre non di radosono gli autori principali degli abusi sui minori.

Cosa fare cari bambini?In questo caso, occorre molta prudenza.

La prima cosa da fare è raccontarlo a qualcheparente in cui si ha molta fiduciae, nel contempo, telefonare subito:

113 (Polizia - Ufficio Minori)112 (Carabinieri)

Comune di San Giovanni La PuntaProvincia di Catania

Assessorato ai Servizi Sociali e Sanità

N O a l l a p e d o f i l i a

La pedofilia è una “piaga sociale” che esisteda molto tempo e che non è mai stata affrontatadalle istituzioni e dalla società civile.

Gli abusi a sfondo erotico e sessuale suiminori quasi sempre rimangono “avvolti” nel silenzio, nell’omertà e nell’indifferenza.

Solo da qualche anno, dopo che sono giuntialla ribalta della grande informazione nazionalealcuni casi eclatanti, si è ricominciato a discutere delproblema “Pedofilia”.

• Cos’è…La pedofilia è l’attrazione che provano

alcuni adulti nei confronti dei bambini con i qualidesiderano avere rapporti sessuali.

È un crimine contro l’infanzia ed è reato!

• Chi è il Pedofilo…Non è un mostro ma una persona deviata.

Può essere un papà, una mamma, un maestro, unamico, una persona “al di sopra di ogni sospetto”.

Il pedofilo definisce se stesso uno che ama ibambini e usa sottolineare che non si tratta di sessualità ma di vero amore. Non si ritiene affattomalato, deviato o perverso.

Spesso preferisce i bambini del propriosesso ma può anche essere attratto da bambini di

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V o g l i a m o l a l u n a ? F o r s eD i c i a s s e t t e i d e e p e r u n a c i t t à a d a t t a

a n c h e a i r a g a z z i(Dal Giornalino dei bambini Oblò Modena)

1 • Aumentare il numero dei campi da calcio perpoter giocare senza essere per forza iscritti ad unapolisportiva.2 • Abolire il divieto di giocare a calcio nei parchi.3 • Istituire fasce orarie per il gioco nei parchi inmodo che i bambini possano fare confusione senzadisturbare gli anziani e i bambini piccoli.4 • Aggiungere in tutti i parchi bagni pubblici etenerli puliti perché possano essere utilizzati.5 • Dotare tutti i parchi di sedie e tavoli congiochi di società, ricopribili d’inverno con untendone.6 • Aprire più ludoteche per i ragazzi almeno fino ai14 anni.7 • Inventare spazi chiusi autogestiti dovepoter festeggiare gratuitamente icompleanni, ascoltare musica o semplicemente stare insieme.8 • Progettare uno spazio, che ancora non c’è, dovepossa andare tutta la famiglia, ma con stanze separate per adulti e ragazzi.9 • Inaugurare “Children World”, un posto riparatoin Piazza Grande dove poter finalmente stare insieme e divertirsi.10 • Creare gli spazi per i ragazzi vicini a casa inmodo che i genitori ci lascino andare da soli.11 • Istituire autobus e taxi per i ragazzi per raggiungere anche spazi lontani da casa.12 • Collegare tra loro tutti gli spazi frequentati dairagazzi, scuole comprese, con piste ciclabili sicure.13 • Utilizzare gli ambienti della scuola fuori dall’orario scolastico per stare insieme e fare attivitàpiacevoli.14 •Abolire il “coprifuoco” per i ragazzi, per cuiappena viene buio dobbiamo stare chiusi in casa.15 • Abbellire gli edifici scolastici con disegni,murales, “spaciugamenti” vari prodotti da noi.16 • Ottenere dagli adulti della città una maggioreconsiderazione in modo che i ragazzi non sianoemarginati perché considerati un intralcio o un “animaletto” da mettere in mostra.17 • Aprire un ostello per i giovani in visita allacittà.

La Città Educativa

Piazza dei Re di Roma 3 - 00183 Romatel. 06/7720 3778 - fax 06/700 5928 E.mail: [email protected]

Il 21 aprile 1998 si è costituita a Roma “La CittàEducativa” con l’intento di contribuire agli sforziper una nuova politica per l’infanzia e l’adolescenza, fornendo in maniera costruttiva ilcontributo proveniente da Enti e operatori impegnati

da tempo nel settoreLa Città Educativa, infatti, è unafederazione tra Associazioni,

Cooperative ed altri Enti cheda oltre 20 anni si occupano

di attività educative e servizi per i bambini e per

i ragazzi.Il nome scelto si

collega alla “Carta delleCittà Educative”(dichiarazione diBarcellona, 1990) eintende indicare la

tendenza progettualeverso Città che sappiano

esprimere le proprie potenzialità, valorizzarle,

metterle a disposizione dei propriabitanti, insegnare loro ad usarle,

ponendo particolare cura e attenzione ai suoicittadini più piccoli.

La sfida per trasformare le città italiane,promossa attivamente da tante “reti di città” (CittàEducative, Città Sane, Città dei Bambini, CittàPossibili), è sostenuta oggi anche dagli sforzi e dagliinvestimenti che vengono attivati della legge 285/97(Disposizioni per la promozione di diritti ed opportunità per l’infanzia e l’adolescenza) che inqueste settimane passa nella sua fase di attuazione.

La legge, come si sa, è portatrice di radicaliinnovazioni, è rivolta a tutti i bambini e gli adolescenti (e non solo a quelli in situazioni di disagio) e propone un metodo di lavoro capace dicoordinare in rete forze e competenze diverse.

La Città Educativa, oltre a mettersi a disposizione degli Enti Locali, delle Scuole e dialtre Istituzioni interessate a utilizzarne il contributoprogettuale ed operativo, invita le Associazioni, leCooperative e i Gruppi che a vario titolo, in Italia oall’estero, si occupano dei bambini o dei giovani amettersi in contatto con la sua sede per individuarepossibili forme di collaborazione, sia sotto il profilodello studio, della ricerca o dello scambio di informazioni sia sotto quello della sperimentazioneo della attivazione di iniziative concrete.

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A cura del Centro Documentazione EducativaComune di Modena Settore Istruzione

Una “Carta” per tutelare i diritti dei bambini

dal giornalino Viaggio in 3a c l a s s e

Trasformare gli ospedali per renderli più adeguatialle esigenze dei bambini, prestare più attenzionealle audizioni di minori nei processi per abuso omaltrattamento, ripensare gli spazi delle città pergarantire ai più piccoli autonomia di movimento.Sono solo alcuni dei molti aspetti che saranno presiin esame dalla “Carta di Modena”, il primo documento elaborato in Italia per suggerire ad enti eistituzioni pubbliche come tradurre in pratica i dirittidell’infanzia.La “Carta” è l’atto finale di un convegno nazionale,in programma a Modena dall’8 al 10 ottobre per iniziativa del Comune e di Telefono azzurro, alquale hanno partecipato anche il presidente delSenato Nicola Mancino e il cardinale Martino, rappresentante della Santa Sede alla Nazioni Unite.Medici, giuristi, insegnanti, amministratori pubblicisi sono confrontati per tre giorni sui risultati deigruppi di lavoro istituiti per elaborare la bozza dellaCarta, che sarà tenuta a battesimo nella giornataconclusiva dal Ministro per la solidarietà socialeLivia Turco.“Non si tratta di proporre un semplice elenco didiritti o un decalogo di norme da applicare”, spiegano gli organizzatori “ma dare indicazioni concrete a partire da esperienze già in corso e,soprattutto richiamare le istituzioni ai loro precisicompiti perché i diritti dei bambini sono i doveridegli adulti”.Un esempio è rappresentato dalle strutture sanitarie.Al convegno si parlerà infatti della necessità di realizzare spazi gioco negli ospedali di rendere piùelastici gli orari di visita per i genitori, di utilizzareil racconto e la favola per spiegare gli interventi dicura: la TAC potrebbe così trasformarsi in una“avventura spaziale”, le visite mediche in un giocoche coinvolge personaggi di fantasia. Un altro terreno estremamente delicato è rappresentato dalleinutili e spesso dolorose audizioni di minori in casigiudiziari di abuso o di maltrattamenti, mentre unasfida per urbanisti e sindaci è rappresentata daglispazi urbani, che possono diventare un luogo privilegiato per sperimentare il diritto all’autonomiadi movimento e all’esplorazione del proprioambiente.

Viaggio in Europa con Pinocchio

Nuovo progetto didattico per far conoscere aibambini i paesi dell’Unione

Un volume con notizie, giochi, disegni,curiosità e personaggi di celebri fiabe

Pinocchio esce dalla sua fiaba per accompagnare ibambini delle scuole elementari e medie di Modenaalla scoperta dell’Unione europea. Il celebre personaggio di Collodi è stato infatti adottato dalnuovo progetto didattico che l’Info Point Europa delComune di Modena, propone agli insegnanti a partire da quest’anno scolastico.Un volume con informazioni, giochi e disegni dacolorare permetterà ai bambini di sapere che cos’èl’Unione, da quali paesi è composta, quali sono isuoi simboli, come funziona, quali sono le azionisociali e ambientali. Per rendere tutto più divertente,gli alunni delle scuole sono invitati a fare alcuni giochi: ricomporre il puzzle dell’Unione, unire inomi degli Stati alle nazioni corrispondenti, realizzare il cruciverba dei paesi, scoprire i confini.Di ogni singolo paese si raccontano in breve i trattiessenziali: caratteristiche geografiche, capitale, bandiera, monumenti più famosi, curiosità alimentari, aspetti musicali e artistici.Il volume illustra inoltre i compiti degli organismicomunitari, come la Commissione europea, ilConsiglio, la Corte dei conti, la Corte di giustizia eil modo in cui si prendono le decisioni che vincolano i quindici paesi dell’Unione. Si parla,ovviamente, anche dell’Euro, la nuova moneta chedal primo gennaio 2002 circolerà assieme alla lira eche dal primo luglio dello stesso anno sostituiràcompletamente le valute nazionali degli stati membri.Ma poiché l’Europa non potrà ridursi alla monetaunica, il fascicolo ideato dall’Info point per gli insegnanti propone un viaggio nella fantasia attraverso fiabe e racconti: Il gatto con gli stivali perla Francia, I musicanti di Brema per la Germania, Leavventure di Alice nel paese delle meraviglie per ilRegno Unito, Il Leprechaun per l’Irlanda, il DonChisciotte per la Spagna, Till Ulenspighel per ilBelgio, il poema nazionale Kalevala per laFinlandia, La Carochina per il Portogallo, La piccola stella per il Lussemburgo, L’omino delpozzo per l’Austria, Janneke e Jip per i PaesiBassi, la storia di Dedalo eIcaro per la Grecia, NilsHolgersson per la Svezia,la Sirenetta per laDanimarca.

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Città sostenibili delle bambine edei bambini è il progetto con cuiil Ministero dell’Ambiente partecipa al Piano d’Azione perl’infanzia e l’adolescenza delgoverno italiano. I1 Piano è stato sviluppato in basealla Convenzione ONU di NewYork sui Diritti dei Bambini, ratificata dall’Italia nel 1991. Con questo progetto, il Ministerovuole promuovere processi che rendano le città amiche dellebambine e dei bambini, affinché iloro diritti vengano realizzatiall’interno degli impegni in materia di ambiente, sviluppo equalità degli insediamenti umanisanciti dalle Conferenze ONU diRio de Janeiro (1992) e Istanbul(1996).

all’interno della festa di fine anno, di stand in cuitutti i bambini hanno avuto l’opportunità di giocarenello stesso modo in cui giocano i loro coetaneifrancesi e tedeschi. Contemporaneamente in Francia e in Germania si provavano i nostri giochi nell’ambito della Giornata internazionale del gioco.Possiamo proprio dire che l’Europa gioca insieme!

Ecco i giochi senza frontiere

Prosegue per il secondo anno nella scuola elementare Buon Pastore il progetto europeoComenius. Un’occasione per conoscere i passa-tempi dei bambini di Francia, Germania e Italia

Per il secondo anno consecutivo prendono il vianella scuola elementare Buon Pastore le attività diComenius, il progetto europeo che coinvolge Italia,Francia e Germania ed è dedicato alle abitudini eagli hobby dei bambini. Le insegnanti delle classi II,III e IV coinvolte nel progetto hanno scritto perViaggio in 3a classe il resoconto dell’esperienza,dedicata lo scorso anno ai giochi spontanei e tradizionali dei tre paesi europei.

“Giro, giro tondo com’è bello il mondo…” Quantevolte abbiamo sentito i nostri alunni intonare questacantilena? E i bambini degli altri Paesi? Comesaranno le loro cantilene? Nasce così l’idea di unprogetto europeo che coinvolge Francia, Germania eItalia e che ha come tema il gioco. Partire dal giocoper iniziare un percorso di esplorazione delle peculiarità e delle differenze che ci identificano perimparare ad usare uno stesso linguaggio, anche senon una stessa linguaAccogliere il progetto Comenius, proposto dai colleghi tedeschi, è stata per noi della scuola elementare Buon Pastore, un’opportunità per realizzare un’esperienza innovativa nelle modalità enei contenuti. Il percorso, iniziato nel settembre ‘97,è stato articolato in due parti sostanziali che prevedono la raccolta e lo scambio dei giochi spontanei praticati nei tre Paesi coinvolti e quellodei giochi tradizionali patrimonio culturale dellegenerazioni precedenti.Nel corso della realizzazione delle due fasi è statopossibile integrare attività programmate con scambidi materiali prodotti dai bambini, testi, lettere e disegni. Sono nate in itinere curiosità culturali sullerispettive città che sono state soddisfatte con immediatezza e spontaneità dalla ricerca da partedelle insegnanti di materiale appropriato anche grazie al contributo di Comuni, Province ed entipreposti.Le classi della scuola direttamente interessate hannocoinvolto i compagni che non partecipavano alleattività tramite una mostra di tipo interattivo cheprevedeva un percorso costituito da giochi geografici, puzzles, giochi didattici finalizzati allaconoscenza degli aspetti economici dei tre paesi eda un piccolo programma su Cd che forniva undivertente strumento di approccio al computer. Il progetto, che ha caratterizzato in modo attivonumerose attività svolte nel corso dell’anno, haavuto come positiva conclusione la realizzazione,

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L ’ a t t i v i t à d e l C e n t r o I q b a l M a s i h

a C a t a n i a

Durante l’estate 1995 una decina di volontari inizia a lavorare su un progetto rivolto ai minori, autogestendo ed autorganizzando un piccololocale, proseguendo un’esperienza già iniziataalcuni anni prima nel quartiere di Librino.

Questo locale prenderà il nome Centro IqbalMasih.

Iqbal Masih era un bambino pakistano, ucciso il16 aprile del 1995. Dopo la messa stava andandoin bicicletta a Muritke, il suo villaggio. Lo hanno ucciso gli uomini della mafia dei tappeti, perchéaveva avuto il coraggio di denunciare lo sfruttamento dei bambini che avviene nel suopaese. Aveva solo dodici anni.

Quando fu venduto dai suoi genitori per sedici dollari ad una fabbrica di tappeti, aveva soloquattro anni. Cominciò a lavorare per tredici oreal giorno. Dicono in Pakistan che i bambinihanno mani piccole e veloci e sono l’ideale perlavorare ai telai. E poi i bambini non scioperano,non protestano, non parlano. In Pakistan solo unragazzo su dieci va a scuola.

Era rimasto incatenato al telaio fino ai dieci anni,fin quando incontrò Ehsan Ullah Khan, presidente del Fronte di liberazione dal lavoroforzato in Pakistan, che lo prese con sè. Iqbaldivenne un leader per i sei milioni di bambinipakistani sfruttati. Il suo impegno per i villaggidel Punjab lo rese coraggioso. Troppo coraggioso per i proprietari delle fabbriche.

Le sue denunce avevano costretto le autorità pakistane a far chiudere decine di fabbriche di tappeti nella provincia di Lahore. Poi portò la suatestimonianza in altri paesi asiatici, in Occidente,negli Stati Uniti. Nel 1994 a Boston ricevette unaborsa di studio.

Iqbal Masih è il nome che abbiamo scelto per ilnostro centro che si occupa di minori nel quartiere di Librino.

Il Centro svolge attività di ricerca e di denunciasociale finalizzata a rafforzare e indirizzare efficacemente l’intervento principale, specifico,rivolto ai bambini e alle bambine del quartiere.

All’interno del centro sociale i bambini e i ragazzi possono studiare, giocare, incontrarsi,sperimentare modalità di relazione diverse daquelle improntate alla violenza e alla sopraffazione, prendere coscienza delle propriepotenzialità individuali e dei propri diritti cosìcome delle possibilità di crescita collettiva dellacomunità e di rafforzamento dello spirito di solidarietà tra i suoi membri.Il quartiere, infatti, oltre che essere di fatto unmondo a parte, emarginato dal resto della città, èanche socialmente disgregato al proprio interno,spesso percorso da risentimenti e conflitti, causati dalla mancanza di comunicazione tra lediverse zone, tra le diverse componenti sociali odi provenienza geografica, tra le diverse tipologie di insediamento abitativo (case costruite in cooperativa, case popolari assegnatedal comune, case occupate abusivamente), etc.Il gruppo non considera la propria attività, ed in particolare quella con i bambini e gli adolescenticome fine a se stessa, o improntata a uno spiritodi puro volontariato e di assistenza, ma la valorizza come azione diretta e specificamentepolitica, mirata alla rivendicazione di un modo divita più giusto e più equo tra gli individui e lediverse realtà sociali ed economiche di questacittà.

Per informazioni: Centro Iqbal Masih - VialeMoncada, 5 (Librino) - Tel. 095/312289

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Vi è comunicazione là dove un segno, qualunque segno, senza mai sostituirsi alla realtà,diventa strumento per esprimere, raccontare, trasmettere, interagire.

Comunichiamo con il corpo, con le immagini, con le parole e le note: simboli che esprimono eventi, emozioni, pensieri, sogni, suoni,oggetti.

Esiste comunicazione dove qualcosa puòessere messo in comune, compreso, utilizzato, giocato, dando spazio alla creatività, all’immaginario, alle capacità logiche,al desiderio di confrontare esperienze, descriverefatti, creare ipotesi.

I Laboratori della Comunicazionesi inseriscono in modo formativo nella complessitàdei processi educativi, giocando un ruolo importanteper rendere disponibili, e quindi pienamente attivi, imolteplici linguaggi attraverso i quali si sviluppanole relazioni umane.

In modo critico, i Laboratori presentanoesperienze di comunicazione che, nell’ambito scolastico, si muovono verso le molte e nuove possibilità che tecnologia e cultura propongono.

In questo senso agiscono come fonte di sperimentazione metodologica, di formazione pergli adulti, ponendosi, talvolta provocatoriamente, traarte e informazione, fra unicità delle possibilitàespressive della persona e codici comunicativi dimassa.

Per i bambini e i ragazzi la proposta è quelladi esplorare, sperimentare e valutare i modi dellacomunicazione attraverso esperienze che, dall’approccio ludico, giungono alla creazione diapprendimenti.

Responsabile del progetto ComunicazioneVirginio Pevato

C A S A L A B O R A T O R I O L’ A L B E R OAttività educativa residenziale per l’infanzia dai 7 ai 14 anni.

Il pensiero del bambino è “naturalmente” poetico,mitico: i suoi occhi riescono a vedere le meraviglieche lo sguardo “razionale” dell’adulto spesso non sacogliere in modo spontaneo.Ma queste qualità intuitive sono precocemente insidiate: la vita urbana con i suoi ritmi e i suoirumori artificiali allontana il bambino dall’incantodella scoperta, lo sradica da un rapporto organicocon la natura, lo alimenta di immagini violente. La scuola d’altro canto fonda i processi di formazione su programmi e metodologie che sviluppano soprattutto capacità cognitive e analitiche, perdendo di vista spesso la relazionedinamica tra sensazioni, emozioni e pensiero; un’armonica integrazione tra corpo e mente checonsente l’organicità della conoscenza, la possibilitàdi stabilire relazioni profonde tra i fenomeni inmodo da cogliere la complessità della realtà.Le ragazze e i ragazzi sperimentano invece una vita emotiva complessa, spesso “selvaggia”, nel momento delicato della ricerca di una propria identità e dell’affermazione della propria autonomia. L’immaginazione alimenta il sogno distraordinarie avventure, grandi desideri, dai contornivaghi che dilatano il cuore.L’intervento educativo che ci proponiamo ha la possibilità di fornire indicazioni, stimoli, modelli,perché questa materia ancora “magmatica” si possaincanalare e acquistare una “forma” armonica attraverso un’equilibrata integrazione d’impulsi,sensazioni, affettività, immaginazione, intuizione,pensiero, consentendo a ciascuno di scoprire i propritalenti e quindi di cominciare a delineare il progettodel proprio futuro.La Casa Laboratorio propone una permanenza di 5giorni e 4 notti che consenta ai partecipanti:• di ristabilire un contatto con gli elementi naturaliin modo da riscoprire le proprie radici, vedere ericordarsi che la natura è ancora all’origine di ogniforma di vita e di costruzione sul nostro pianeta,condizione fondante per la maturazione di una visione ecologica.• di ritrovare il desiderio di interrogare le cose a partire da sé, dalle proprie emozioni, desideri,memorie.• di sintonizzarsi con i ritmi, i suoni e i colori naturali, condizione fondamentale per ritrovarespontaneità e gioia accogliendo nuove intuizioni.• di vivere una dimensione laboratoriale in cui il conoscere è strettamente legato con il fare e di mettere alla prova in modo costruttivo le propriecompetenze.• di acquisire consapevolezza della propria identità

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P R O G E T T O L I N KIntegrazione tra le agenzie socio-educative

per il Progetto Giovani

OBIETTIVI GENERALI1. Favorire la presa in carico da parte della

comunità locale delle problematiche relative allacondizione adolescenziale.

2. Collegare, integrare, mettere in rete(Link) le agenzie socioeducative pubbliche (scuola,servizio sociale, servizi sociosanitari) e del privatosociale (associazioni di volontariato, associazionisportive e del tempo libero) che lavorano con/per igiovani e gli adolescenti del territorio.

3. Elaborare un “Progetto Giovani” immediatamente fruibile dalla collettività. Un progetto di prevenzione primaria del disagio giovanile che nasca direttamente dalla competenza edall”esperienza di chi lavora quotidianamentecon/per gli adolescenti e i giovani (operatori sociali,sociosanitari, insegnanti, volontari).

4. Costituire l’Osservatorio Permanentesulla condizione giovanile di S. Gregorio.

OBIETTIVI SPECIFICIA. Mettere in rete competenze, risorse ed

esperienze diverse maturate ed acquisite per/con gli

adolescenti e i giovani di S. Gregorio, attraverso laformazione di un gruppo di lavoro interistituzionalee pluridisciplinare.

B. Analizzare la condizione dei giovani delComune attraverso una attività di ricerca nel territorio.

C. Realizzare:• un Laboratorio Formativo di AnimazioneSocioculturale che prepari un gruppo di giovani diS. Gregorio alla programmazione, all’organizzazione di attività per il tempo libero,attività pre-scuola, post-scuola, sportive, colonieestive, ecc., finalizzato alla creazione di cooperativesociali nel campo dell’animazione sociale;• un Laboratorio di Orientamento al Lavoro diGiardinaggio e Manutenzione del Verde che permetta ad un gruppo di minori di acquisire delleabilità tecnico-manuali nel settore del giardinaggio edella manutenzione degli spazi verdi.

DESTINATARI• Operatori istituzionali della Scuola, dell’EnteLocale, dell’AUSL, del Tribunale che si occupanodi adolescenti e del disagio giovanile a S. Gregorio.• Operatori del privato sociale che hanno svolto osvolgono attività con minori e giovani di S.Gregorio.• Gruppi formali ed informali di giovani e adolescenti di S. Gregorio.

ARTICOLAZIONI E TEMPIIl Progetto Link si articola nelle seguenti fasi: • costituzione del gruppo interistituzionale; • percorso formativo per il gruppo di ricerca attiva; • ricerca sulla condizione giovanile; • laboratorio di animazione sociale e laboratoriosulla manutenzione del verde;• progettazione di interventi innovativi per i giovanidel territorio.

LA METODOLOGIA1. La FormazioneUn percorso formativo su temi quali il disagio giovanile, il lavoro di rete, l’animazione sociale conadolescenti, permetterà al gruppo interistituzionaledi integrarsi ed acquisire quel linguaggio comune equegli strumenti utili per essere subito operativo.2. La Ricerca-interventoI membri della comunità sono i veri protagonistidell’intervento in quanto in tale contesto, sono altempo stesso i soggetti attivi ei destinatari della ricerca. Questoapproccio metodologico ha ilpregio di essere uno strumentoflessibile, utile alla comprensione del territorio,efficace nella promozione di soluzioni diproblemi sociali.

all’interno del gruppo ed assumersi piccoli doveri eresponsabilità imparando a convivere con gli altri, coetanei e adulti, in uno spazio comune di cui vannorispettate le regole e i ritmi.Durante questo periodo di permanenza sarannoattivate in un flusso continuo, esperienze strutturate:• di percezione: percorso nel bosco, osservazionedel cielo e dei suoi ritmi.• di movimento: esercizi e giochi (coordinamento, fiducia, primi elementi di arti marziali).• di elaborazione di canti, danze e suoni (con semplici strumenti a percussione)• di ricerca, assemblaggio e manipolazione di materiali naturali.• di elaborazione e narrazione di racconti e mitiattraverso la produzione di libere associazioni.• di drammatizzazione.

Momenti fondamentali di questo percorso saranno: “l’accoglienza” in quanto immissione in unnuovo contesto, fisico e psichico, le cui regole sonoil silenzio, l’ascolto attivo, la cura della casa, ilrispetto delle indicazioni, l’abbandono delle abitudini quotidiane; “la festa conclusiva” comeespressione e dimostrazione collettiva delle elaborazioni; “la preparazione del distacco” fattaattraverso la comunicazione delle esperienze.

Per ulteriori informazioni rivolgersi a:Adalgisa Di Salvo - tel. 095/515463

Angelisa Marroccia - tel. 095/337333

COMUNE DI S. GREGORIO CataniaAssessorato alle politiche Giovanili

Assessorato ai Servizi Sociali

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Scuola Media Statale“G. Tomasi di Lampedusa

Trecastagni Catania

S T O R I E D l R A G A Z Z I( S O A P - O P E R A )

Questo lavoro è il frutto dell’attività integrativa daltitolo Dai valori e bisogni giovanili alla soap-opera,svolta con gli alunni della classe III E dell’anno scolastico 1997/98 attraverso un percorso formativoarticolato nelle seguenti fasi: 1) riflessione sui bisogni personali degli alunni e loro confronto conquelli emergenti dalle problematiche del mondo giovanile; 2) individuazione dei valori di riferimento e dei modelli culturali cui si ispirano icomportamenti degli alunni e dei loro coetanei; 3) analisi delle soap-opera sia dal punto di vista deivalori veicolati sia da quello delle strutture testualiassunte da questo genere televisivo; 4) invenzione diuna storia sul modello delle soap-opera, incentratasulle problematiche del mondo giovanile, e stesuradella relativa sceneggiatura; 5) realizzazione invideo della storia sceneggiata e quindi trasformazione della classe in una “troupe” vera epropria, all’interno della quale ad ogni alunno sonostati assegnati compiti e ruoli ben precisi.

P i a n o g e n e r a l eTre vicende, tra di loro intrecciate, riguardantiragazzi di età compresa tra i dodici e i quattordicianni, e incentrate su problematiche attinenti allafamiglia, all’amore e all’amicizia.

Personaggia) Alessia, Daniela, Eleonora, Stefania, Valeria; b) Domenico, Edoardo, Giuseppe, Marco, Paolo.

ALESSIA: è una ragazza un po’ chiusa che non sisente compresa dai genitori, perché essi non

rispettano le sue esigenze e le impongono la lorovolontà (raramente le concedono il permesso diuscire e non sanno stabilire con lei un dialogocostruttivo). Alessia conosce un gruppo di ragazzisimpatici (Valeria, Daniela, Giuseppe, Domenico ePaolo), con cui stringe un’amicizia profonda.VALERIA: è una ragazza estroversa e leale; èappassionata di musica e diventa la migliore amicadi Alessia.DANIELA: è una ragazza insicura e dominata dall’indecisione di fronte alle piccole scelte; ama glisport e frequenta una palestra; da quando Alessia hainstaurato un’amicizia profonda con Valeria, che erain precedenza la sua amica del cuore, lei crede(forse non del tutto infondatamente) di essere stataemarginata dal gruppo.STEFANIA: è la ragazza di Edoardo, ma è anche unpo’ attratta da Giuseppe, per il suo modo di vivere.ELEONORA: è una ragazza che Daniela ha conosciuto in palestra e che frequenta nel periodo incui si sente emarginata dai suoi amici.DOMENICO: è un ragazzo riflessivo ed è il leaderdel gruppo, perché ha spirito d’iniziativa e gustodello stare insieme; è sensibile nei confronti deicompagni e disponibile ad occuparsi dei loro problemi; per la sua capacità di dialogare con tutti,ispira fiducia anche agli adulti.GIUSEPPE: è lo spericolato del gruppo ed è semprevestito alla moda; è un tipo dai modi bruschi marispettoso nei confronti degli altri; si è preso unacotta per Stefania e tenta in tutti i modi di avvicinarla.PAOLO: è l’artista del gruppo: ama dipingere eriempire di schizzi e disegni non solo i suoi quaderni ma anche quelli dei compagni; è un po’prepotente e per questo motivo a volte si rende antipatico; litiga con Edoardo, che è il ragazzo diStefania.EDOARDO: è il ragazzo di Stefania ed ha un carattere irascibile e vendicativo.MARCO: è un compagno di classe di Edoardo, ed ècolui che mette al corrente il ragazzo del fatto cheGiuseppe va dietro a Stefania.

S o g g e t t o

1. E’ una mattina come tante e, come al solito, lamamma chiama più volte Alessia perché si alzi dalletto e si prepari per andare a scuola. Ma la ragazzanon ha molta voglia di stare ad ascoltarla: nella suamente si sovrappongono più immagini: quelle diuna lunga e pesante giornata scolastica che sta periniziare e quelle dei due giorni precedenti, in cuisono accaduti tanti avvenimenti importanti, per lei eper i suoi nuovi amici…

2. Aveva un appuntamento con Valeria ed era andata

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a casa sua nel primissimo pomeriggio di sabato.Come al solito, Valeria stava ascoltando musicanella sua stanza, ma non appena ebbe visto arrivarel’amica con un’espressione triste in volto, avevaspento la radio e le aveva chiesto delle spiegazioni.Alessia le aveva risposto che aveva avuto i soliticontrasti con i genitori e che non ne poteva più diquei continui rimproveri. L’amica, per consolarla, leaveva proposto di fare una passeggiata; arrivate inpiazza, le due ragazze avevano incontrato Daniela,la quale sarebbe dovuta andare in palestra, ma inquel momento si seccava di fare ciò e avrebbe desiderato essere invitata dalle due amiche a restarecon loro; esse però non avevano dimostrato grandeinteresse, per cui Daniela aveva deciso a malincuoredi rispettare i suoi impegni. Mentre si dirigeva versola palestra, la ragazza aveva riflettuto sull’atteggiamento delle due compagne e, in particolare, di Valeria e, suscettibile com’era, avevaavvertito dentro di sé un senso di esclusione e si erasentita perciò fortemente delusa da quella che, fino apoco tempo prima, aveva considerato come la suamigliore amica.

3. In quello stesso momento, poco lontano dallapiazza, Paolo aveva incontrato Edoardo, con il qualeaveva avuto un contrasto quella mattina a scuola,durante una partita di basket, a causa di un fallopiuttosto pesante commesso involontariamente dalprimo nei confronti del secondo. I due, che nutrivano una forte antipatia l’uno nei confronti dell’altro, avevano ripreso la discussione e ben presto erano venuti alle mani. Proprio in quelmomento, però, era sopraggiunto Domenico, amicodi Paolo e leader del gruppo di cui facevano parteanche Valeria, Daniela, Alessia e Giuseppe.Domenico, resosi conto della situazione, era intervenuto immediatamente, riuscendo a separare idue litiganti, i quali avevano interrotto il loro combattimento lanciandosi reciprocamente una seriedi minacce.

4. Allontanatosi dai due, Edoardo si era subito diretto verso casa, quando aveva incontrato Marco,un suo compagno di classe, il quale gli aveva rivelato che Giuseppe andava dietro a Stefania, eche lei forse ci stava. Questa rivelazione era stata lagoccia che aveva fatto traboccare il vaso: Edoardoera pieno di rabbia nei confronti di Stefania, la suaragazza, e di Giuseppe, e aveva preso la decisione difarla pagar cara al ragazzo, tanto più che questi eraun amico di Paolo.

5. Nel frattempo, Paolo e Domenico erano andati inpiazza, dove avevano incontrato Valeria e Alessia etutti e quattro si erano messi a parlare di quantoaccaduto a Paolo e dei problemi di Alessia. Poco

dopo, erano arrivati in piazza anche Giuseppe eStefania, che avevano fatto un giro con il motorinonuovo del ragazzo e si erano aggregati ai quattro;subito il discorso si era spostato sulle caratteristichedello scooter, che tutti ammiravano, soprattuttoStefania, la quale aveva confessato però di avereprovato qualche brivido durante il giro, a causa dellaguida spericolata di Giuseppe. Alessia si era accorta,dal modo in cui Stefania parlava di lui e lo guardava, che la ragazza era attratta da Giuseppe, eaveva chiamato in disparte Valeria per comunicarlela sua osservazione. Ad un certo punto, Stefaniaaveva manifestato l’intenzione di tornare a casa suae Giuseppe si era offerto di accompagnarla con ilmotorino, suscitando qualche battuta scherzosa eammiccante nei suoi amici.

ó. I due erano così partiti e si erano diretti versocasa di Stefania; nella stessa direzione stava andando anche Edoardo, il quale aveva pensato diavere una discussione chiarificatrice con la ragazza;mentre egli si preparava mentalmente il discorso dafarle, aveva visto passare i due sul motorino e,infiammato d’ira e di gelosia, aveva deciso di nonandare da Stefania e aveva immediatamente perfezionato il piano della sua vendetta, individuando nel motorino di Giuseppe l’oggetto diessa.

7. L’indomani, nel primo pomeriggio, Edoardoaveva messo in atto la sua vendetta, bucando con untemperino le ruote del motorino che il suo rivaleaveva posteggiato vicino al parco-giochi. Avevaassistito alla scena, non vista, Daniela, che in quelmomento si trovava insieme ad Eleonora, una ragazza che frequentava la stessa palestra in cui siallenava lei e con la quale aveva deciso di uscirequella domenica pomeriggio. Eleonora aveva subitosuggerito a Daniela di cercare Giuseppe e di rivelargli tutto, ma la ragazza si era rifiutata di farlo,perché il suo risentimento nei confronti di Valeria siera esteso a tutto il gruppo, da cui si era sentita isolata. Dopo alcuni minuti, quando le due ragazzeerano già andate via da quel luogo, era arrivatoGiuseppe che, visto il suo motorino in quelle condizioni, aveva avuto una reazione dirabbia e di profondo dispiacere.

8. Nel frattempo, Alessia si eraincontrata con Valeria e,tutta raggiante, le avevaraccontato che i suoi geni-tori, dopo una lungadiscussione con lei, discus-sione nella quale era inter-venuto anche Domenico, icui genitori erano cono-

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scenti di quelli di Alessia, le avevano dato il permesso di stare più a lungo fuori la domenica. Le due ragazze si erano quindi dirette verso il luogoin cui si erano date appuntamento con gli altri amici,e cioè il parco-giochi. Qui arrivate, avevano trovatoil ragazzo in preda alla rabbia e alla disperazione esi erano anche loro dispiaciute. Dopo un po’, eranoarrivati anche Domenico e Paolo, i quali erano statimessi al corrente dell’accaduto e avevano cominciato a fare ipotesi sull’autore di quell’opera.

9. Mentre il gruppetto commentava il fatto, eragiunta Stefania, la quale, avendo avuto quella mattina una discussione animata con Edoardo, chele aveva rimproverato una certa freddezza nei suoiconfronti e le aveva chiesto se provasse della simpatia per Giuseppe, aveva cominciato a sospettare che dietro quell’atto ci fosse lo zampinodel suo ragazzo. Proprio in quel momento erasopraggiunto Edoardo, il quale aveva cominciato aprendere in giro il gruppetto, e in particolareGiuseppe, con battute sulla velocità del motorino esimili.

10. Mentre gli altri lo guardavano infastiditi, eranotornate nel posto Eleonora e Daniela, la quale avevaprovato un moto di rabbia nei confronti di Edoardo,che non solo aveva danneggiato il motorino maadesso stava prendendo in giro i suoi amici, edessendosi pentita del suo atteggiamento precedente,anche perché era svanito in lei ogni forma di risentimento nei confronti sia del gruppo sia diValeria, aveva deciso di smascherare pubblicamenteEdoardo e aveva perciò detto a gran voce che era luil’autore dell’atto vandalico. Giuseppe si era subitolanciato contro Edoardo, ma Domenico e Paoloerano intervenuti prontamente per impedirglielo, eavevano consigliato a Edoardo di andarsene e dirisarcire Giuseppe del danno arrecatogli. Stefaniaera scoppiata in lacrime e aveva capito che Edoardoera un mascalzone e, contemporaneamente, si eraresa conto che Giuseppe era migliore e, avvicinatasial ragazzo, lo aveva abbracciato. Dopo di che, ilgruppo, più unito che mai, si era diretto verso casadi Giuseppe per trascorrervi il resto della serata.

11. La mamma continua a chiamare Alessia e lei,dopo tre, quattro uffa, si alza e si prepara per andarea scuola.

Scuola Media Statale“G. Tomasi di Lampedusa”

di Gravina di CataniaNell’anno scolastico 1996/97 con la classe terza F èstato attivato un laboratorio teatrale. Il progetto ènato dall’esigenza degli alunni di rappresentare perla fine dell’anno uno spettacolo. Rifiutando l’idea diportare in “scena” un testo esistente hanno pensatodi scriverne uno loro.

Dopo varie ipotesi alla fine i ragazzi hannoconcordato, prendendo spunto da “Sei personaggi incerca d’autore” di Pirandello di rappresentare lorostessi durante tutta la fase di progettazione e dimessa in scena del soggetto.

L’azione si sarebbe svolta all’interno dellaclasse e ognuno avrebbe rappresentato se stesso,così “attori” sarebbero stati gli alunni e alcuni professori. Partendo quindi dalla ricostruzione diquanto era avvenuto in classe nei giorni in cui sidiscuteva su quello che si sarebbe organizzato per lafine dell’anno, passando poi alla preparazione dellospettacolo che doveva essere presentato, vale a direla “Patente” di Pirandello, si è giunti alla situazionefinale in cui, mentre i ragazzi provavano la commedia, l’insegnante ha un malore e viene portata via da alcuni colleghi saliti sul palcoscenico.A questo punto in seguito all’intervento degli altridocenti, i ragazzi si chiedono se quanto è capitatoall’insegnante sia realtà o finzione. I ragazzi rimangono così nel dubbio come rimangono neldubbio gli spettatori.

Per scrivere il testo ci siamo riuniti a scuolanelle ore pomeridiane e dall’idea si è passati allastesura del copione. È stato un lavoro molto stimolante ed esaltante per gli alunni. Il testo è statocreato con battute che nascevano spontanee manmano che la vicenda andava avanti e tutte eranovere e credibili. I ragazzi stessi hanno in seguitoattribuito i ruoli e le parti, hanno scelto i costumi.Ciascuno si è impegnato prendendo molto sul serioil lavoro che stava svolgendo. Alla fine la recitazione è stata così spontanea che tutti sonosembrati dei veri attori.

L’esperienza fatta è stata molto positiva ed è servitaad accostare i ragazzi al teatro, oltre che a far comprendere appieno la filosofia pirandelliana, inquanto loro stessi si sono calati in quella dimensione.

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TUTTI DENTRO LA TV!

Nel corso del precedente anno scolastico il Gruppoteatro Manipolazioni ha avviato un laboratorio sperimentale sui linguaggi audiovisuali con i bambini delle scuole materne comunalidi Catania. Fra le tante elaborazioni espressive prodotte dai geniali piccoli artisti, utilizzandotecniche e strumenti diversi (dalla lavagna luminosa, al diaproiettore, alle ombre, ecc.), è statoanche realizzato un piccolo film, di cui riportiamo la “sceneggiatura” nello speciale allegato, daltitolo alquanto programmatico: “tutti dentro la tv!”… Credo che un più esplicito invito all’attuazione di un percorso formativo e didattico sul rapporto mass-media e bambini non siastato ancora formulato con tanta chiarezza da esperti e tecnici del settore educativo, così tantooccupati da anni a scervellarsi in che misura e a quali orari propinare programmi televisivi ainostri bambini, se in compagnia o no degli adulti, eccetera eccetera eccetera… Purtroppo si continua ad oscillare all’interno della classica contrapposizione tra “apocalittici e integrati”, trascurando l’essenzialità del problema: come rovesciare un rapporto passivo in una forma attiva di comunicazione. E la risposta giunge immediata: per comunicare attraverso un certolinguaggio bisogna semplicemente saperlo “parlare”.Questa consapevolezza è emersa anche dal gruppo di lavoro su mass-media e infanzia all’internodella Prima Conferenza Nazionale di Firenze di cui abbiamo dato notizia nella prima parte delnostro periodico. A conclusione dei lavori seminariali, coordinati da Tonucci, si sono individuatedue direttive inscindibili di lavoro: l’innegabile necessità di forme di regolamentazione e di controllo dei programmi televisivi da una parte;dall’altra l’urgenza di un capillare processo educativo ai linguaggi audiovisuali nelle scuole e nel territorio con una parallela diffusione dellapresenza attiva di bambini e ragazzi all’interno dei mass-media.Che è come dire: “tutti dentro la tv”!

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CONSIGLI ALLE FAMIGLIE PER UN BUON USO

DELLA TELEVISIONE

Francesco Tonucci

La televisione è uno strumento importante, dal qualeil bambino può imparare molto e con il quale puòpassare periodi di tempo divertenti. Però deve essereusata con prudenza e attenzione.

1. Troppo tempo davanti alla televisione fa male.Si assumono posizioni non corrette. Si stanca lavista. Si mangiucchia spesso rischiando l’obesità. Si diventa pigri fisicamente e psicologicamente.

2. Fa male per quello che fa perdere.Parte del tempo passato davanti al televisore potrebbe essere usato per fare altre attività necessarie per un armonico sviluppo del bambino,come giocare con gli amici, leggere un libro, fareattività e giochi con gli adulti.

3. Evitare che i bambini vedano la televisioneprima di andare a scuola.Le operazioni del risveglio, della pulizia, della colazione, della preparazione dei materiali per lascuola e del distacco dai familiari sono importanti. Il bambino deve viverle in piena consapevolezza, inuna buona relazione con gli adulti e maturando unasempre maggiore autonomia.Un’ora di televisione in testa prima di andare ascuola vuol dire maggiore stanchezza, maggioredistrazione.

4. Evitare che i bambini vedano la televisionefino a tardi e fino a che non vanno a letto.La fascia protetta fino alle 22,30 non è una indicazione dell’ora buona per mandare i figli a

letto, ma una necessità per tutelare quelli che non civanno. Una bambino avrebbe bisogno di andare aletto prima di quell’ora e di avere un periodo didistacco fra la televisione e l’addormentamento (unastoria, una lettura, due chiacchiere).

5. Evitare di tenere la televisione dove si mangia.I1 pranzo e la cena sono due momenti importanti efra i pochi nei quali la famiglia si riunisce e si puòparlare insieme.

6. Non mettere la televisione nella camera dei bambini. Il bambino è spinto a vedere la televisione fino atarda ora e a scegliersi il programma senza il consiglio o il controllo dei genitori. Se vede scene didifficile comprensione o paurose non ha nessunocon cui confidarsi . Se vede avvisi di programminon adatti per la sua età potrebbe esserne attratto.

7. Tutte le volte che è possibile vedere la televisione con i bambini.È una occasione importante per condividere unaesperienza, per scambiare opinioni, ma anche l’opportunità per spiegare scene, situazioni o paroledifficili o preoccupanti. Per aiutare a superare lapaura.È anche l’unico modo per controllare se le televisioni stanno rispettando il Codice che si sonodate per il rispetto dei bisogni dei bambini e perpoter segnalare eventuali violazioni.

Per proposte di integrazione o di modifica inviare via fax06 3217090 a Francesco Tonucci, Presidente delComitato per l’attuazione del Codice TV- bambini,Istituto di Psicologia CNR

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Tra le numerose manifestazioni pubbliche che, dallafine degli anni ‘60 ad oggi, hanno avuto al centrodei loro lavori l’educazione ai linguaggi della comunicazione attraverso le immagini e le nuovetecnologie, presentando film o prodotti audiovisivirealizzati da bambini e ragazzi della scuola dell’obbligo la più strutturata per periodicità e carattere organizzativo, è senz’altro la Biennale delCinema dei Ragazzi di Pisa.Nata agli inizi degli anni 70 da quel moto di rinnovamento che vedeva il cinema autoprodotto dairagazzi come un potente mezzo di rinnovamento edadeguamento dell’insegnamento alle nuove esigenzedella civiltà delle immagini nel corso degli anni laBiennale pisana ha rappresentato un osservatorio eun laboratorio privilegiato proprio per capire leprofonde trasformazioni del linguaggio giovanile, eun sicuro punto di riferimento per quanti, giovani einsegnanti creavano prodotti della comunicazione,dalle fotografie al film in pellicola, da quello sunastro magnetico ai più recenti prodotti multimediali In continuità con quella esperienza, permolti aspetti iniziatrice e anticipatrice nel campodell’educazione all’immagine alla Biennale si ècostituita l’associazione Cinema dei Ragazzi, natanel 1997 per l’impegno prioritario della Provincia diPisa e con l’adesione dei Comuni di Pisa, Cascina,Santa Croce, Santa Luce, Pontedera, San Giuliano,Montecatini Val di Cecina, Lorenzana, Lari e dellaCooperativa Alfea con l’intento specifico di promuovere iniziative riguardo ai diversi generi diespressione e comunicazione mediante le immaginiche affianchino, nella scuola i linguaggi tradizionalie portanti dell’insegnamento e più in generale difavorire uno sviluppo della creatività giovanile nelcampo delle immagini: un modo, insomma, persvincolare il ragazzo, il bambino, da quel ruolo dipassività nei confronti di messaggi e linguaggi visivi che ne condizionano l’esistenza e la crescita,per farne un protagonista consapevole di comunicazioni da lui stesso realizzate tenendo contooltretutto di coniugare le finalità educative con leesigenze formali di linguaggio, di un prodotto fruibile anche fuori della realtà scolastica.Si giunge cosi dopo oltre 25 anni di incontri e dibattiti tra studiosi, educatori e operatori del settore, alla XII Rassegna Nazionale di Audiovisivie Cinema dei Ragazzi, che vedrà di nuovo Pisa, perquattro giorni, dal 26 al 29 novembre, centro di convergenza prestigioso e qualificato occasione diconfronto e riflessione per educatori e operatori culturali del Paese intero. La Rassegna che quest’anno ha per tema “Il bambino ipermediale al

centro dell’innovazione” è organizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Pisaed il CIDI e con il patrocinio del Ministero dellaPubblica Istruzione e della Commissione Europea,ed ha ottenuto l’esonero dall’insegnamento per gliinsegnanti e i dirigenti scolastici di ogni ordine egrado che intendano parteciparvi. Seminari e dibattiti con esponenti di grande prestigio delmondo accademico, delle Istituzioni e operatori delsettore si alterneranno alle proiezioni degli oltre trecento lavori. pervenuti dalle scuole di tutta Italiadalla scuola Point St. Martin di Aosta al LiceoClassico Garibaldi di Palermo.Inaugurano la manifestazione, giovedì 26 novembrenei locati della Limonaia di Palazzo Ruschi, ilPresidente della Provincia di Pisa Gino Nunes, gliAssessori alla Pubblica istruzione e Cultura dellaProvincia e del Comune dl Pisa, rispettivamenteAurelio Pellegrini e Grazia Gimmelli e MarcellaBinchi, Presidente dell’Associazione Cinema deiRagazzi. Tra le varie iniziative merita particolareattenzione, venerdì 27 novembre, unaVideoconferenza cui parteciperanno il Prof. RobertoMaragliano dell’università La Sapienza di Roma, ilProf. Lorenzo Cuccu dell’Università degli Studi diPisa, e Rocco Lista Provveditore agli Studi di Pisa;la giornata di venerdì si concluderà con una seratamultimediale coordinata dalla Prof. GabriellaBarbier, con la presentazione e proiezione degliipertesti e degli altri prodotti multimediali pervenutialla Rassegna.Sabato 28 novembre, inoltre, nell’Aula Magnadell’Università degli Studi di Pisa, e previsto unseminario di studi dal tema L’esperienza iper-multimediale e i linguaggi audiovisivi tradizionali: problemi teorici ed educativi” chevedrà protagonisti, tra gli altri, il Prof. RuggeroEugeni dell’Università Cattolica di Milano il prof.Lorenzo Cuccu dell’Università di Pisa, LuigiCalcerano ed Ester Gamaleri del Ministero P.I.,Giampiero Gamaleri del Consiglio diAmministrazione della RAI e il Presidente IRRSAEToscana Cosimo Scaglioso.Nell’ambito delle proiezioni merita segnalare, giovedì 26 novembre, lo spazio curato dalla Prof.Sandra Lischi e dalla Dott. Ssa Andreina Du Brino,riservato all’interno della Rassegna alle propostedell’Associazione Culturale Ondavideo, che, nel settore specifico dell’immagine elettronica intendeproporre un punto di vista “d’autore”, che liberiidee, storie, emozioni dagli stereotipi audiovisiviche condizionano quotidianamente la nostra percezione del mondo, andando oltre le immagini e isuoni già noti per re-imparare a guardare e conoscere il proprio sguardo; nei locali del CineclubArsenale proiezione e dibattito con gli autoriGiuseppe BaresiAlessandro Barbadoro ePucci PiazzaL’indirizzo Internet dellaRassegna Cinema deiRagazzi è:www.alfea.it/cinekid

Il bambino ipermediale al centro dell’innovazione

Pisa, 26 - 29 Novembre 1998

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Arianna PapiniORAZIO UN CANE Dl QUARTIEREFATATRAC (L. 10.000)

Orazio è un libro che racconta una storia vera, caratteristica che unisce gli altri titoli della collana“Con rispetto parlando” della Fatatrac, storie di adozioni o affidamenti temporanei di animali aumani.L’amore di Arianna per Orazio, è un colpo di fulmine. Arianna sa che è difficile per lei che vive inun appartamento di città, tenere un cane. E forseancora più difficile convincere suo marito. Ma ilpensiero di quel piccolo cucciolo di cocker in quelnegozio di animali si impadronisce di lei e controogni volere razionale, così decide di adottare“Orazio”; Le abitudini dei giovani sposini cambiano, la loro vita viene stravolta (in meglionaturalmente) e Orazio riesce a conquistare tutti,anche noi lettori.Una scheda alla fine del libro da informazioni scientifiche sulla storia del cane domestico.

Linda WolfsgruberTRE GATTI E UN TOPOLINOARKA(L. 22.000)

Bill, Fred e Arnold sono tre gatti abili cacciatori ditopi. Forti e grossi ma non abbastanza furbi da rifiutare la sfida di un piccolo topino temerario chesorprendono proprio nella loro casa.

I tre gatti bisticciano per chi deve mangiarlo maCandido il topo, interviene e dice: “…chi di voi tremi farà divertire di più avrà il diritto di mangiarmi!”. E la gara comincia! Naturalmente piùche la forza poté l’astuzia del piccolo topo perchéfra i 3 litiganti il 4° gode!.

Guida alla lettura di

Lucia Scuderi e Cinzia Ruggeri

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Babette ColeLA MAMMA HA FATTO L’UOVOEMME EDIZIONI(L. 18.000)

Arriva per tutti i genitori il momento in cui si devespiegare ai propri figli “COME Sl FANNO I BAMBINI”. I genitori protagonisti del racconto

partono alla lontana, provocando solo grandi risatenei due bambini, che decidono con carta e colori diillustrare e spiegare loro ai genitori come nascono ibambini veramente. E cominciano così: “A quantopare non avete la minima idea di come nascono ibambini. È meglio che ve lo facciamo vedere conqualche disegno”.

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Ricordiamo che, nella sua apparente esaustività, il segno globale di Kowzan non comprende di fatto tutte le fasce di codici possibili a teatro (e la maschera? e il burattino? e ilvideo?... per non parlare di forme teatrali più vicine a noi, in cui entrano in gioco anche elementi di significato legati all’olfatto o al tatto, chiamato in causa in diversi momenti di teatralità “intima”, ecc.). Esso però ci aiuta a visualizzare il funzionamento verticale, paradigmatico del linguaggio teatrale, quella specificità che si basa in primo luogo sulla presenza fisica dell’attore sulla scena; quella specificità per cui lo stesso campo noetico (unostesso “contenuto”) può essere espresso simultaneamente in tutte le sue implicazioni emotive, oltre che cognitive.Appurato dunque che le diverse fasce di codici si sviluppano a partire da una centralità delcorpo dell’attore e che il teatro è un “linguaggio della presenza”, ai fini di una possibile articolazione del nostro laboratorio teatrale, raggruppiamo i diversi codici del grafico in trecategorie:

1) codici vocali (parola, tono…);

2) codici corporei (mimica facciale, gesto, movimento scenico, trucco, pettinatura…);

3) codici extracorporei (costume, accessorio, scena, luci, musica, rumori…).

In questa puntata del Laboratorio di Orecchie d’Asino, riprendiamo le note metodologiche sviluppate nel n°5 del periodico, per articolare un percorso laboratoriale didrammatizzazione didatticamente strutturato sul rapporto fra codici linguistici e corporeità.Scopriremo come nei linguaggi complessi l’identità di ciascun codice espressivo sia valorizzata proprio dal rapporto con gli altri codici, un po’ come nelle società umane dove l’identità è presupposto della diversità e viceversa (nonostante i razzismi di varia provenienza).Ripartiamo dunque dal grafico esplicativo di Kowzan per tracciare un possibile itinerario di“laboratorio” con ragazzi e adulti, nell’ipotesi sopra accennata.

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La seconda sezione del nostro schema è certamente quella, per assurdo, più sacrificata in tante forme di teatro “tradizionale”; ma anche nella quasi totalità di esperienzedi teatro a scuola. Ci si concentra quasi in maniera totalizzante sulle parole e sulla realizzazione delle scene o dei costumi, trascurando quasi del tutto le fasce di codici inerentila corporeità dell’attore (gesto, prossemica, cinetica); sacrificando quella magia di fondo delteatro legata unicamente proprio alla presenza fisica di un corpo che comunica attraverso lasua fisicità.Il primo passo da compiere, per correggere questa distorsione “linguistica”, è quello di concentrare propedeuticamente buona parte del nostro laboratorio su spostamenti di campoall’interno dei raggruppamenti di codici. A cominciare dal gruppo 1, dove affideremo la trasmissione dei significati non alla parola ma ai codici “metalinguistici” (tono, timbro, volume,ecc. della voce).Per meglio approfondire questo aspetto metodologico, scegliamo di realizzare con i nostriragazzi un “laboratorio dada e futurista”, a partire dalla piccola esemplificazione che quiriportiamo.

Diamo un “valore” a ciascuna “notazione grafica” tendente a significare le funzionimetalinguistiche, quali volume tono altezza timbro, mediante il colore e la dimensione di ciascuna lettera. La scrittura diventa così visiva, con la trascrizione deivalori metalinguistici.Proviamo ora a leggere, ovvero a “recitare”, col massimo di espressivitàil brano citato.Questo ci consente di giocare in maniera emotiva, anziché concettuale.Posso identificare la grandezza della lettera come volume o comediversità di tono e così via di seguito.La stessa cosa potremo fare attraverso altre esemplificazioni, ricavatedal ricco repertorio dada e futurista.

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L’importante è acquisire la dimensione ludica del linguaggio orale, da trasferire quindi anchesui possibili testi letterari “tradizionali” utilizzati per la drammatizzazione.

2) Se la caratteristica essenziale del teatro è quella di poterci offrire la fisicità dell’attore, quie ora, non c’è dubbio che qualsiasi laboratorio sensato debba concentrarsi sul corpo.E poiché alla base del funzionamento di ogni linguaggio c’è sempre una struttura oppositiva(così come anche nella vita), tentiamo ora di sintetizzare il funzionamento del linguaggio corporeo attraverso una raffigurazione grafica circolare, posta all’interno di quattro assi oppositivi.

Attraverso i due disegni qui riportati, che richiamano un celebre disegno di Leonardo, vediamo come il corpo si collochi all’interno di due assi spaziali, che ne determinano l’equilibrio complessivo: un asse verticale, che passa attraverso la colonna, e un asse orizzontale che attraversa il nostro corpo nel punto di incontro con l’asse verticale in quelloche costituisce il nostro “punto di energia”. Mantenere il rapporto tra queste due assi, vuoldire mantenere l’equilibrio psicofisico e quindi l’energia comunicativa della nostra corporeità.

Proviamo ora a leggere questa bella poesia dadaista.

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Il binomio spaziale si rapporta quindi al binomio temporale, creando quell’asse oppositivo spazio-tempo, la cui espressione “visibile” è data dalle due coppie oppositive“chiuso-aperto” “lento-veloce”, cui corrispondono le altre due coppie oppositive “tensione-rilassamento” “inspirazione-espirazione”. Semplificando, possiamo affermare che idiversi significati trasmessi dal nostro corpo passano attraverso l’articolazione di queste coppie oppositive: un corpo che si chiude è un corpo che vuole significare tristezza, paura,dolore (ovvero sentimenti di segno negativo), così come al contrario un corpo che si aprevuole in genere trasmettere sentimenti di segno positivo (gioia, felicità, ecc.). Provate a verificare questo gioco delle “opposizioni”, con quello che chiameremo il gioco della verità.Fate, per esempio pronunciare con il massimo di tono stanco la frase “non ce la faccio a fareniente” (un tono sicuramente chiuso e lento), con un corpo cineticamente veloce e apertoverso l’esterno: ci accorgeremo che le parole mentono, mentre è il corpo ad esprimere laverità, ovvero ci troviamo di fronte a una situazione comunicativa per cui qualcuno finge diessere stanco per non eseguire un determinato compito, classica situazione in cui un attoresulla scena “reciterà di recitare”, trasmettendo al pubblico la doppia verità della sua comunicazione.

E’ vero che tutto è linguaggio, ma è anche vero che tutto è percezione.Le forme di comunicazione quindi si arricchiscono, secondo laquantità e la qualità delle percezioni messe in gioco. Affinché il corpo “comunichi” realmente qualcosa, è fondamentaleche sappia percepire se stesso e il mondo esterno. A teatro non sipuò mentire, e nemmeno nella vita. Vivere pienamente le proprieemozioni, le proprie idee: è questo il bello del gioco, sia a teatroche nella vita. Sembrerebbe ovvio, ma non lo è. La superficialità e

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la fretta sono la costante dominante della nostra esistenza quotidiana: il primo lavoro da farein qualunque percorso serio di laboratorio teatrale è proprio il recupero della percezione, lacapacità di ascoltarsi e di ascoltare il mondo esterno, prima ancora di “dire” qualcosa. Su questo torneremo in uno dei prossimi numeri del periodico con l’esemplificazione di unpossibile itinerario di “laboratorio esperenziale”. Intanto illustriamo l’ipotesi metodologica dibase con un grafico in cui il rapporto percezione-comunicazione “ruota” attorno e dentro il“laboratorio esperenziale” mediante gli assi oppositivi “stimolo-risposta” (ovvero concentrarsia percepire e quindi reagire) e “significazione-agire comunicativo” (ovvero interrelazione fratrasmissione espressiva e relazione intersoggettiva).

Dovendo intanto concludere questa “puntata” del laboratorio di Orecchie d’asino, ci limitiamo a riassumere alcune indicazioni di lavoro immediate:

1) sui codici corporei sarà bene sviluppare un lavoro di animazione corporea mediantemaschere e teatro d’ombra, così come indicato nei primi numeri del nostro periodico;

2) sui codici vocali, oltre a quanto già illustrato nel n°3 del periodico, sviluppare l’ipotesi dilaboratorio Dada e Futurista di cui sopra;

3) sui codici extracorporei, sarà bene concentrarsi sulla possibilità di farne a meno: ovveroquel gioco della reversibilità dei codici teatrali, per cui i significati espressi dalla scena o dalleluci possono essere espressi direttamente dal corpo dell’attore (e sul gioco della reversibilitàdei codici, rimandiamo ovviamente i nostri “fedeli lettori” al n°5 di Orecchie d’asino).

M. B.30

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Negli anni scorsi abbiamo esplorato il libroin relazione ai temi della scrittura, della lettura,della progettualità scolastica e territoriale.Ora, il crescente interesse per le valenze pedagogiche dell’arte nella molteplicità delle sueforme, fa ritenere che sia necessario rivolgere a questo argomento una particolare attenzione daparte delle istituzioni.Il seminario, pertanto, proseguendo la ricerca nelcampo della promozione della lettura, si occupaquest’anno del libro in relazione all’immaginee si rivolge a tutti coloro che di questo si occupanoagendo con bambini e ragazzi, e cioè ad insegnanti,bibliotecari ed operatori socioculturali.A tale fine sono stati invitati esperti di ambiti ecompetenze differenti in campo educativo: illustratori per l’infanzia, consulenti editoriali, ideatori di percorsi museali di approccio all’arteattori in grado di dare corpo alle immagini.Oltre alle testimonianze di tali operatori, il convegno si avvale di ulteriori iniziative, quali lemostre dedicate agli illustratori per l’infanzia ed ilConvegno Internazionale di Studio connesso alPremio Europeo di Letteratura Giovanile “PierPaolo Vergerio”, intrecciando così quelle che noiconsideriamo diverse modalità formative in campoartistico ed educativo.

Pier Luigi FantelliL’Assessore alla Cultura Comune di Padova:

Andrea Colasio L’Assessore alla Cultura e I.S. Provincia di Padova

Comune di Padova Assessorato alla CulturaProvincia di PadovaAssessorato alla Cultura e Interventi Socialiin collaborazione conSettore di Ricerca sulla Pedagogia della Lettura -Università di PadovaAssociazione Culturale Presa Diretta ARCI N. A.

SEMINARIO INTERNAZIONALE Dl STUDIO E AGGIORNAMENTO

L I B R I A R T E E R A G A Z Z Ilibro illustrato, editoria specializzata e percorsi

d’approccio per un’educazione all’artePadova 10-11-12 Dicembre 1998

Città di TorinoDivisione Servizi Socio-EducativiLaboratori Infanzia

Per Finta immagine & teatro in giocoL’idea di creare uno spazio di sperimentazione

che metta in relazione immagine e teatro nasce dalla collaborazione tra due laboratori che a Torino si occupano di ricerca e aggiornamento in campo educativo.

Nel corso del tempo le idee si sono moltiplicate dando origine a materiali, giochi, macchinari, allestimenti: un patrimonio di valore culturale e pedagogico che si concretizza in un percorso-mostra interattivo e aperto a tutti.

Per Finta offre la possibilità di sperimentare egiocare con le immagini, la televisione, il cinema, ilteatro scegliendo fra diversi livelli di fruizione: dall’usodidattico e scientifico delle attrezzature e delle macchine esposte, alla ricerca di riferimenti storici, alpiacere di guardare, toccare, ascoltare.

Gran parte del percorso è realizzata trasformando materiale di recupero assemblando inmodo creativo tecnologia, scienza e arte.

Adulti e bambini possono quindi mettere ingioco curiosità, inventiva, esperienza, cimentandosi con cinema e teatro in modo semplice e divertente.

Per Finta è una mostra interattiva. In questosenso promuove e testimonia una metodologia di intervento didattico e formativo che caratterizza i servizi comunali: adulti e bambini trovano infiniteopportunità di esplorazione, scambio, confronto, diventando partecipi di un processo che arricchisce l’esperienza scolastica di apprendimenti interamentevissuti in un vero e proprio laboratorio di idee.Dal 1982 i Laboratori Immagine 2 e Teatrale 2 si occupano della formazione di educatori e insegnanti esvolgono attività di ricerca e sperimentazione con ibambini. Per Finta è il risultato di una collaborazionedecennale e si propone, nel suo viaggio attraversol’Italia, come occasione di scambio e di confronto conaltre realtà educative.

L’Ass. al Sistema Educativo Fiorenzo AlfieriL’Ass. per Risorse Culturali e laComunicazione Ugo PeroneLaboratorio Immagine 2 via Nuoro 20/c Tel. 011 -3111067

Page 32: Orecchie d'asino n°8 e 9 - nvembre 98

É L I S A B E T HG I L L E S -S E B A O U N -C H A R L O T T ER O E D E R E R

L A B I B B I AD E I P I C C O L II l l u s t r a z i o n id i C h a r l o t t eR o e d e r e rT r a d u z i o n e d iL a u r a S i v i e r op p . 9 6L . 2 2 . 0 0 0

N e l l a B i b b i aa f f o n d a n o l e r a d i c i d e l l a c u l t u r a o c c i d e n t a -l e . U n l i b r o f o n d a m e n t a l e q u i n d i , a l d i l à d io g n i s c e l t a r e l i g i o s a e d i f e d e .P e r u n a p r i m a s c o p e r t a d e l l a B i b b i a , e c c ou n a s c e l t a d e i r a c c o n t i p i ù b e l l i d e l l ’ A n t i c oe d e l N u o v o T e s t a m e n t o .A v v e n i m e n t i , d i s c o r s i e p a r a b o l e a p p a s s i o -n a n o i p i c c o l i l e t t o r i . C h i a r e z z a e s e m p l i c i t às i c o m b i n a n o c o n u n l i n g u a g g i o c h e t r a d u c e ,s e n z a t r a d i r l o , i l t e s t o d e l l ’ A n t i c o e N u o v oT e s t a m e n t o , e d e v i d e n z i a l a “ m e r a v i g l i a ” d e lm e s s a g g i o .

L O R E N Z AF A R I N A

M A R A M E OD A L L A L U N A

C o l l a n a “ I l f a n t a s t o r i e -i f o l l e t t i ” p p . 4 8 L . 8 . 0 0 0 ( p r e z z o i n d i c a -t i v o )

C h e v i d e l a t a l p aA g n e s e q u a n d os i m i s e g l io c c h i a l i ? C h e f ai l c a m m e l l o s u l b a t t e l l o ? C h e c o s a p o s s o -n o s o g n a r e u n a n a v e i n m e z z o a l m a r e eu n a c o c c i n e l l a s u u n g e l s o m i n o ? C h ea c c a d e a G i s m o n d o c a n e g i r a m o n d o , aM i c a l a f o r m i c a , a l l a T r o t a t r i s t e ?F i l a s t r o c c h e , s c h e r z i e g i o c h i r i m a t i ( t u t t ep a r o l e i n Z , i n T , i n P , o t u t t e r i m e e g u a -l i ) p e r r i d e r e e p e r i m p a r a r e c h e l e p a r o l es o n o m a t e r i a l i d a c o s t r u z i o n e d i c u i n o ns i d e v e a v e r e p a u r a .

S o c i e t à E d i t r i c e I n t e r n a z i o n a l e

Al coccodrillo piace dondolarsi sull’altalenadel parco giochi. Ma ha paura dei bambini, per

cui ci va soltanto di notte. Fin quando, un giorno, una bambina segue le sue impronte.

L’orso Ota esce di tanto in tanto dal foltodella foresta per farsi una scorpacciata di mele

e pere nel frutteto del guardaboschi.Finché, un giorno, ha una brutta sorpresa:

il frutteto è stato recintato.

Edizioni Arka